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FILOSOFIA,TEOLOGIA E SCIENZA

capp. 1 – 2 – 3 – 4 - 5

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FILOSOFIA,TEOLOGIA E SCIENZA

cap. 1

L’organizzazione dei

trattati filosofici

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ANALISI – SINTESI

VIA ANTROPOLOGICO – GNOSEOLOGICAONTOLOGICO – GNOSEOLOGICA

INDUZIONE E DEDUZIONE

ARTICOLAZIONE IN SINTESI

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logicameta-fisica

filosofia della conoscenza (gnoseologia) epistemologia

ontologia (filosofia dell’essere)

ermeneutica

teologia filosofica (teologia naturale, teodicea, filosofia di Dio)

filosofia del linguaggio e della comunicazione

filosofia dell’arte (estetica)…

cosmo-logia filosofia della natura inorganicaorganica

antropo-logia antropologia filosofica (filosofia dell’uomo)

filosofia morale fondamentale

filosofia sociale e politicafilosofia della cultura, filosofia della storia,

filosofia della religione, filosofia dell’educazione……

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FILOSOFIA,TEOLOGIA E SCIENZA

cap. 2

Il termine filosofia

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Verso una definizione di filosofia- la differenza tra descrivere e definire

- la differenza tra definizione reale e definizione nominale

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Definizione nominale di filosofia- sophia- filía - Breve storia del termine

[P. Gilbert (cap. 1)]Filein / Sofia / FilosofiaUna criticaUna posizione

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La filosofia …

… è quell’«andare al di là» - e al tempo stesso «al fondo» - dell’orizzonte del quotidiano

… che si attua nella ricerca razionale della verità

… dell’intero, vale a dire dell’ente in quanto ente e di ciò che, per il suo rapporto all’ente, costituisce una totalità

… così da consentire all’uomo di comprendere il senso della propria vita e di orientare le proprie scelte pratiche

(cf. G. SAVAGNONE, Teoria. Alla ricerca della filosofia, Brescia 1991, p. 62 [cf. pp. 37-67])

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FILOSOFIA,TEOLOGIA E SCIENZA

cap. 3

La strutturadel

logos

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Lo «statuto epistemologico» della filosofia

(definizione reale)

scire rerum (scientia) per causas ultimas

- Ricerca dei fondamenti dell’esperienza- Scoperta di una possibile realtà fondante gli

accadimenti- Inconfutabilità della conoscibilità dell’agire- Fondazione dell’agire

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Oggetto e metodo- Oggetto materiale

- Oggetto formale

- Metodo

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[P. Gilbert (cap. 2)]

I diversi livelli del logosLa lingua/ Il discorso / La parola / Il linguaggio

L’articolazione dei diversi livelli del logosNon c’è il più complesso senza il più elementare / Non c’è il più elementare senza il più complesso / Una integrazione attiva

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FILOSOFIA,TEOLOGIA E SCIENZA

cap. 4

La nascitadella

filosofia

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«Questi interrogativi sono presenti negli scritti sacri di Israele, ma compaiono anche nei Veda non meno che negli Avesta; li troviamo negli scritti di Confucio e Lao-Tze come pure nella predicazione dei Tirthankara e di Buddha; sono ancora essi ad affiorare nei poemi di Omero e nelle tragedie di Euripide e Sofocle come pure nei trattati filosofici di Platone ed Aristotele. Sono domande che hanno la loro comune scaturigine nella richiesta di senso che da sempre urge nel cuore dell’uomo: dalla risposta a tali domande, infatti, dipende l’orientamento da imprimere all’esistenza».

«Conosci te stesso»

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«Spinto dal desiderio di scoprire la verità ultima dell’esistenza, l’uomo cerca di acquisire quelle conoscenze universali che gli consentono di comprendersi meglio e di progredire nella realizzazione di sé. Le conoscenze fondamentali scaturiscono dalla meraviglia suscitata in lui dalla contemplazione del creato: l’essere umano è colto dallo stupore nello scoprirsi inserito nel mondo, in relazione con altri suoi simili dei quali condivide il destino. Parte di qui il cammino che lo porterà poi alla scoperta di orizzonti di conoscenza sempre nuovi. Senza meraviglia l’uomo cadrebbe nella ripetitività e, poco alla volta, diventerebbe incapace di un’esistenza veramente personale»

«Conosci te stesso»

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«Come il poeta, anche il filosofo scopre con stupore che “oscuramente forte è la vita”. Egli è chiamato a scandagliarne gli abissi non da impassibile spettatore, ma portando nella propria carne la spina della sofferenza e della fatica di vivere. E ciò che le sue formule razionali non riescono mai del tutto ad esprimere, deve tuttavia conoscerlo per una via che non è quella dei concetti, ma del suo stesso patire».

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«Le disavventure di Platone – tre volte recatosi a Siracusa con i suoi sogni e tre volte scampato per puro caso a un tragico destino -, le vicissitudini spirituali di Agostino – passato alla filosofia attraverso il crogiolo del peccato e della sofferta conversione -, la travagliata esistenza di Spinoza – perseguitato e rigettato dalla sua comunità, infine condannato ancor giovane a morire dalla tubercolosi -, sono casi relativamente rari e che comunque non riguardano la generalità dei filosofi. Pure, a tutti coloro che vogliono riflettere sul mistero della vita umana, è chiesto di portare, almeno dentro la loro anima, il peso dell’angoscia e della pietà – e di lasciarsene crocifiggere».

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«Di per sé, tuttavia, la theoria, per la sua stessa origine, ha a che fare con la festa più che con la fatica, con la gioia più che con il dolore. Hegel ha visto nella filosofia ‘la domenica della vita’.In mezzo alle tristezze e alle cattiverie che pure travagliano l’esistenza, essa può insegnare ‘che ci sono negli uomini più cose da ammirare che da disprezzare’. E, nel soffocante incalzare del lavoro e delle preoccupazioni che dominano le nostre giornate, può aprire lo spazio alla pace e alla gioia. Così, per quanto strano possa apparire a chi considera il filosofare come un astruso e arido rompicapo, si possono applicare alla contemplazione filosofica le parole che san Tommaso dice a proposito di quella soprannaturale: ‘Né tuttavia dalla guida della sapienza deriva nelle azioni umane amarezza o fatica: ma piuttosto, grazie alla sapienza, l’amarezza è trasformata in dolcezza, e la fatica in riposo’».

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- uno dei compiti più nobili dell’umanità

- esiste un insieme di conoscenze in cui è possibile ravvisare una sorta di patrimonio spirituale dell’umanità

Filosofia come compito

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Come il filosofare coinvolge la persona umana

- l‘obbligo morale di cercare la verità (FR, 25)

- l’ineludibile e drammatica questione del senso della vita (FR, n. 26)

- Il bisogno di una verità riconosciuta come definitiva, per una ricerca che trova esito nell’assoluto

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Il filosofare coinvolge la collettività

- l’uomo è “animale sociale”, “essere che cerca la verità” e insieme “colui che vive di credenza” (FR, 31)

- “l’uomo, credendo, si affida alla verità che l’altro gli manifesta” (FR, 32-33)

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Il filosofare coinvolge lo spessore storico di individuo e collettività

- evoluzione del pensiero?- fasi, che possono essere sovrapposte: sincretico-sapienziale (mito e oracolo, no distinzione tra componente teologica e quella gnoseologica e ontologica) e prettamente filosofica- alcuni “passaggi” del pensiero filosofico- distinzione dei saperi in positivo, filosofico e religioso- perché proprio in Grecia?- dall’incontro col cristianesimo fino ad oggi

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[P. Gilbert (cap. 3)]

L’Enciclopedia filosofica di Hegel

La legge dei tre stati di Auguste Comte

L’interpretazione odierna del mito

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FILOSOFIA,TEOLOGIA E SCIENZA

cap. 5

L’unitàgreca

del cosmo

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DIFFERENZE FONDAMENTALI TRA SAPERE ORIENTALE E GRECO

(secondo gli occidentalisti) SAPERE ORIENTALE:

si dirige soprattutto verso i problemi di natura esistenziale e attinenti alla salvezza dell’uomo (soteriologico)

è di tipo religioso e tradizionalistico

privilegio e patrimonio di una casta sacerdotale

dipende da autorità ritenuta sacra e immodificabile

è immerso in un’atmosfera mitica ed è intriso di rappresentazioni fantastiche

si sviluppa per scopi pratici

SAPERE GRECO: si dirige soprattutto verso la

conoscenza della natura e dell’essere in generale

si caratterizza come libera indagine critica e razionale:

ogni uomo può filosofare in quanto “animale ragionevole”

ragionevolezza = possibilità di cercare in modo autonomo la verità

atto di libertà di fronte alla tradizione, ai costumi e a credenze precostituite

presuppone il mito, ma l’unica vera guida è la ragione

ha indirizzo teorico = desiderio di conoscere il PERCHÈ

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STORIAcome memoria esistenziale trasmessa ed accertata

- il senso della ricognizione storica in filosofia, le sue difficoltà e le sue chanches - il senso dei “passaggi” e delle “acquisizioni” nella storia della filosofia- la distinzione tra una fase “pre-filosofica” e una specificamente “filosofica”- distinzione dei livelli del sapere: positivo, filosofico, teologico

LE TAPPE …

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CARATTERI DELLA FILOSOFIA ANTICA

Il termine “filosofia” è stato inventato da Pitagora mentre paragonava la vita alle grandi feste di Olimpia: “alcuni convengono solo per affari, altri per partecipare alle gare, altri per divertirsi e infine alcuni soltanto per vedere ciò che avviene: questi ultimi sono i filosofi”

distacco e contemplazione disinteressata propria dei filosofi in contrasto con l’affaccendamento degli altri uomini.

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La “sophia”, la sapienza è possibile solo agli dei; gli uomini possono solo tendere amore mai appagato, continuo avvicinarsi

CONTENUTO: la totalità delle cose, per distinguersi dalle scienze particolari

METODO: puramente razionale, logos, andare oltre il fatto per trovare la causa

SCOPO: ricerca della verità per se stessa (non per utilità pratica)

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«Gli uomini hanno cominciato a filosofare ora come in origine a causa della meraviglia: mentre da principio restavano meravigliati di fronte alla difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a porsi problemi sempre maggiori, per esempio i problemi riguardanti i fenomeni della luna, del sole, degli astri, della generazione dell’intero universo.

Ora, chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere; ed è per questo che anche colui che ama il mito è, in certo qual modo, filosofo».

Aristotele

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Filosofia = disinteressata, libera, totale contemplazione della realtà

«Tutte le altre scienze saranno più necessarie della filosofia, ma nessuna sarà superiore» (Aristotele)

Ricerca filosofica in Grecia = ricerca associata SCUOLE

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[P. Gilbert (cap. 4)]

I presocraticiTalete / Anassimandro / Pitagora / Parmenide

Platone

Aristotele