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UNIVERSITÀ FEDERALE DI SANTA CATARINA DIPARTIMENTO DI LINGUA E LETTERATURA STRANIERE CENTRO DI COMUNICAZIONE ED ESPRESSIONE CORSO DI LETTERE ITALIANO LUCIANO DE OLIVEIRA STUDIO CONTRASTIVO SUGLI ELEMENTI DELLA FRASE SEMPLICE IN ITALIANO E IN PORTOGHESE BRASILIANO SECONDO LA GRAMMATICA NORMATIVA FLORIANÓPOLIS 2017

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UNIVERSITÀ FEDERALE DI SANTA CATARINA

DIPARTIMENTO DI LINGUA E LETTERATURA STRANIERE

CENTRO DI COMUNICAZIONE ED ESPRESSIONE

CORSO DI LETTERE – ITALIANO

LUCIANO DE OLIVEIRA

STUDIO CONTRASTIVO SUGLI ELEMENTI DELLA FRASE SEMPLICE IN

ITALIANO E IN PORTOGHESE BRASILIANO SECONDO LA GRAMMATICA

NORMATIVA

FLORIANÓPOLIS

2017

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LUCIANO DE OLIVEIRA

STUDIO CONTRASTIVO SUGLI ELEMENTI DELLA FRASE SEMPLICE IN

ITALIANO E IN PORTOGHESE BRASILIANO SECONDO LA GRAMMATICA

NORMATIVA

Monografia presentata per l'ottenimento del diploma di

Laurea in Lettere – Italiano all'Università Federale di

Santa Catarina

Area: Linguistica – Studi Grammaticali

Relatore: Professor Sergio Romanelli

FLORIANÓPOLIS

2017

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LUCIANO DE OLIVEIRA

Iscrizione 15150692

STUDIO CONTRASTIVO SUGLI ELEMENTI DELLA FRASE SEMPLICE IN

ITALIANO E IN PORTOGHESE BRASILIANO SECONDO LA GRAMMATICA

NORMATIVA

Monografia presentata per l'ottenimento del diploma

di Laurea in Lettere – Italiano all'Università Federale

di Santa Catarina

Area: Linguistica – Studi Grammaticali

Presentato a Florianópolis il 29 giugno 2017.

COMMISSIONE DI LAUREA:

Prof. Dott. Sergio Romanelli

Relatore

Università Federale di Santa Catarina

Prof.ssa Dott.ssa Karine Simoni

Università Federale di Santa Catarina

Prof. Dott. André Berri

Università Federale di Santa Catarina

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RINGRAZIAMENTI

Prima di tutto, come credo che si dovrebbe sempre fare, ringrazio Dio per avermi

dato l'opportunità di essere arrivato fino qui e il coraggio che è stato necessario per vincere le

diverse tappe del mio percorso accademico e personale.

Ringrazio anche i professori Sergio Romanelli e Karine Simoni, dell'Università

Federale di Santa Catarina, per aver analizzato questo lavoro, offrendomi spunti molto validi

che sono stati presi in considerazione nella stesura finale. Ringrazio anche il professor André

Berri, mio relatore all'epoca del corso di Lettere – Francese, per aver accettato di fare parte

della commissione di laurea. Il suo parere sempre mi è stato indispensabile ed ha guidato il

mio percorso accademico in molte situazioni.

Gli amici non possono mai essere dimenticati in momenti come questi. La carissima

Rita, l'amica che è stata la mia prima professoressa ed è diventata la mia seconda madre, è

stata fondamentale per tutto questo. Senza il suo incoraggiamento perché io continuassi gli

studi, difficilmente sarei arrivato a questo punto. Il mio caro Alex, per la pazienza che ha in

generale avuto con me, e l’amico Nico, la cui pazienza non è stata sempre presente ma sì la

disponibilità ad aiutare, ringrazio teneramente.

Ringrazio anche tutti i professori che ho avuto fino ad oggi, i quali mi hanno aiutato

nella mia formazione, e i miei allievi delle lezioni di lingua italiana e francese. Questi ultimi,

anche molte volte senza saperlo, mi hanno fatto riflettere sulle lingue che insegno, nel senso

che mi hanno fatto identificare delle caratteristiche e dei fenomeni linguistici dei quali non mi

sarei mai reso conto altrimenti.

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"L'apprendimento di una lingua straniera […]

dovrebbe essere la conquista di un nuovo punto di vista

nel modo precedente di vedere il mondo,

e in verità si tratta di questo in una certa misura,

giacché ogni lingua contiene tutta la rete

di concetti e di idee di una parte dell'umanità."

Wilhelm von Humboldt

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RESUMO

Procura-se neste trabalho fornecer uma ferramenta inicial para o estudo da sintaxe do

período simples na língua italiana, a partir da comparação com a sintaxe do português

brasileiro. Para tanto, é apresentada primeiramente a forma como a sintaxe se organiza,

analisando a estrutura de sintagmas e de elementos nucleares e acessórios no período simples.

Em seguida, analisam-se os elementos constituintes da frase classificados de acordo com a

gramática normativa do português brasileiro, e seguindo a Nomenclatura Gramatical

Brasileira. Finalmente, a estrutura de classificação dos mesmos elementos em italiano é

apresentada, seguindo a nomenclatura que a gramática normativa adota para esta língua. Ao

mesmo tempo em que se analisam os termos da oração para a língua italiana, faz-se a

comparação destes com os termos correspondentes no português brasileiro. Espera-se que o

presente trabalho traga contribuições que possibilitarão o desenvolvimento de futuros estudos

na área constrastiva envolvendo as línguas supracitadas e possa auxiliar estudantes brasileiros

na aprendizagem da organização sintática da língua italiana.

Palavras-chave: Sintaxe. Língua Italiana. Português Brasileiro. Análise Contrastiva.

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SOMMARIO

Questo lavoro ha l'intenzione di fornire uno strumento iniziale allo studio della

sintassi della frase semplice nella lingua italiana, partendo dalla comparazione con la sintassi

della lingua portoghese del Brasile. Per questo, si presenta nella prima parte la forma con la

quale la sintassi si organizza, con l'analisi della struttura di sintagmi e di elementi nucleari e

accessori della frase semplice. In seguito, si analizzano gli elementi costituenti della frase

classificati secondo la grammatica normativa del portoghese del Brasile, e seguendo la

Nomenclatura Gramatical Brasileira. Finalmente, la struttura di classificazione degli stessi

elementi in italiano viene presentata, seguendo la denominazione che la grammatica

normativa utilizza per questa lingua. Allo stesso tempo che si analizzano gli elementi della

frase semplice per la lingua italiana, si fa il paragone fra essi e gli elementi corrispondenti nel

portoghese del Brasile. Si spera che il presente lavoro possa dare degli spunti che renderanno

possibile lo sviluppo di futuri studi nell'area contrastiva che coinvolgano le due lingue

summenzionate e possa aiutare degli studenti brasiliani nell'apprendimento

dell'organizzazione sintattica della lingua italiana.

Parole chiave: Sintassi. Lingua Italiana. Portoghese Brasiliano. Analisi Contrastiva.

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LISTA DI SIGLE E DI ABBREVIAZIONI

Ad. Adn. adjunto adnominal

Ad. Adv. adjunto adverbial

Ag. Pass. agente da passiva

agg. aggettivo

Ap. aposto

App. apposizione

art. articolo

Attr. attributo

avv. avverbio

C. Abb. complemento di abbondanza

C. Ag. complemento di agente

C. AoS complemento di allontanamento o separazione

C. Arg. complemento di argomento

C. Causa complemento di causa

C. CE complemento di causa efficiente

C. Colpa complemento di colpa

C. Comp. complemento di compagnia

C. Conc. complemento concessivo

C. Den. complemento di denominazione

C. Dist. complemento di distanza

C. Distr. complemento distributivo

C. Escl. complemento di esclusione

C. Età complemento di età

C. FoS complemento di fine o scopo

C. Lim. complemento di limitazione

C. MaL complemento di moto a luogo

C. Mat. complemento di materia

C. MdL complemento di moto da luogo

C. MoM complemento di modo o maniera

C. MoS complemento di mezzo o strumento

C. MpL complemento di moto per luogo

C. Nom. complemento nominal

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C. Ogg. complemento oggetto (o diretto)

C. OoP complemento di origine o provenienza

C. Par. complemento di paragone

C. Part. complemento partitivo

C. Pena complemento di pena

C. PO complemento predicativo dell'oggetto

C. Prezzo complemento di prezzo

C. Priv. complemento di privazione

C. PS complemento predicativo del soggetto

C. QoM complemento di quantità o misura

C. Qual. complemento di qualità

C. RoR complemento di rapporto o relazione

C. SiL complemento di stato in luogo

C. SoS complemento di sostituzione o scambio

C. Spec. complemento di specificazione

C. Stima complemento di stima

C. Svant. complemento di svantaggio

C. TC complemento di tempo continuato

C. TD complemento di tempo determinato

C. Term. complemento di termine

C. Un. complemento di unione

C. Vant. complemento di vantaggio

C. Voc. complemento di vocazione

cong. congiunzione

Cop. copula

GN Grammatica Normativa

ILS italiano come lingua straniera

n. nome (sostantivo)

NGB Nomenclatura Gramatical Brasileira

Ob. Dir. objeto direto

Ob. DP objeto direto preposicionado

Ob. DPl. objeto direto pleonástico

Ob. Ind. objeto indireto

Ob. IPl. objeto indireto pleonástico

Part testa del sintagma participiale

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Part' proiezione intermediaria del sintagma participiale

PB Portoghese del Brasile

PN parte nominale (del predicato nominale)

Pr. Suj. predicativo do sujeito

Pr. Obj. predicativo do objeto

Pred. Nom. predicato nominale

Pred. Nom. predicado nominal

Pred. VC predicato con verbo copulativo

Pred. Verb. predicato verbale

Pred. Verb. predicado verbal

Pred. VN predicado verbo-nominal

prep. preposizione

SA sintagma aggettivale

SC sintagma del complementatore

SN sintagma nominale

Sogg. soggetto (grammaticale/sintattico)

SP sintagma preposizionale

SPart sintagma participiale

Spec specificatore

ST sintagma temporale

Suj. sujeito

SV sintagma verbale

T testa del sintagma temporale

T' proiezione intermediaria del sintagma temporale

V testa del sintagma verbale

V' proiezione intermediaria del sintagma verbale

v. verbo

Voc. vocativo

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INDICE

INTRODUZIONE…………………………………...................................... 1

1. I MODULI LINGUISTICI E L'ORGANIZZAZIONE DELLA

SINTASSI........................................................................................................ 7

1.1. I MODULI LINGUISTICI..............................................................…………. 7

1.2. LA SINTASSI.................................................................................…………. 9

1.2.1. La struttura della frase semplice..................................................…………. 14

2. LA CLASSIFICAZIONE DEGLI ELEMENTI DELLA FRASE

SEMPLICE IN PB.........................................................……………………. 19

2.1. OS TERMOS ESSENCIAIS DA ORAÇÃO...................................…………. 20

2.1.1. O sujeito..........................................................................................…………. 21

2.1.2. O predicado....................................................................................…………. 25

2.1.2.1. O predicado nominal......................................................................…………. 25

2.1.2.2. O predicado verbal..........................................................................…………. 26

2.1.2.3. O predicado verbo-nominal............................................................…………. 27

2.2. OS TERMOS INTEGRANTES DA ORAÇÃO...........................…………. 28

2.2.1. O complemento nominal...............................................................…………. 29

2.2.2. Os complementos verbais..............................................................…………. 30

2.2.2.1. O objeto direto.................................................................................…………. 30

2.2.2.2. O objeto indireto.............................................................................…………. 32

2.2.2.3. O agente da passiva.......................................................................…………. 33

2.2.3. O predicativo..................................................................................…………. 34

2.2.3.1. O predicativo do sujeito................................................................................... 34

2.2.3.2. O predicativo do objeto.................................................................................... 35

2.3. OS TERMOS ACESSÓRIOS DA ORAÇÃO.................................…………. 36

2.3.1. O adjunto adnominal.....................................................................…………. 37

2.3.2. Os adjuntos adverbiais..................................................................…………. 38

2.3.2.1. Causa................................................................................................................ 39

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2.3.2.2. Companhia....................................................................................................... 40

2.3.2.3. Dúvida.............................................................................................................. 40

2.3.2.4. Fim................................................................................................................... 41

2.3.2.5. Instrumento...................................................................................................... 41

2.3.2.6. Intensidade....................................................................................................... 41

2.3.2.7. Lugar aonde..................................................................................................... 42

2.3.2.8. Lugar onde....................................................................................................... 42

2.3.2.9. Lugar donde..................................................................................................... 43

2.3.2.10. Lugar para onde.............................................................................................. 43

2.3.2.11. Lugar por onde................................................................................................ 43

2.3.2.12. Meio................................................................................................................. 44

2.3.2.13. Modo................................................................................................................. 45

2.3.2.14. Afirmação......................................................................................................... 45

2.3.2.15. Negação............................................................................................................ 46

2.3.2.16. Tempo............................................................................................................... 46

2.3.2.17. Assunto............................................................................................................. 47

2.3.2.18. Origem ou Proveniência.................................................................................. 47

2.3.2.19. Inclusão............................................................................................................ 47

2.3.2.20. Exclusão........................................................................................................... 48

2.3.2.21. Concessão......................................................................................................... 48

2.3.2.22. Condição.......................................................................................................... 48

2.3.3. O aposto..........................................................................................…………. 49

2.4. O VOCATIVO................................................................................…………. 50

3. LA CLASSIFICAZIONE DEGLI ELEMENTI DELLA FRASE

SEMPLICE IN ITALIANO E LA LORO COMPARAZIONE

CON QUELLI IN PB…………......................................…..........…………. 53

3.1. IL SOGGETTO...............................................................................…………. 55

3.2. IL PREDICATO..............................................................................…………. 59

3.2.1. Il predicato nominale...................................................................................... 59

3.2.2. Il predicato con verbo copulativo.................................................................. 60

3.2.3. Il predicato verbale......................................................................................... 61

3.3. L'ATTRIBUTO...............................................................................…………. 65

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3.4. L'APPOSIZIONE............................................................................…………. 66

3.5. I COMPLEMENTI..........................................................................…………. 67

3.5.1. Il complemento oggetto o diretto..................................................…………. 67

3.5.2. I complementi predicativi.............................................................…………. 69

3.5.2.1. Il complemento predicativo del soggetto......................................................... 69

3.5.2.2. Il complemento predicativo dell'oggetto......................................................... 70

3.5.3. I complementi indiretti..................................................................…………. 71

3.5.3.1. Termine...........................................................................................…………. 72

3.5.3.2. Specificazione.................................................................................…………. 73

3.5.3.3. Luogo...............................................................................................…………. 74

3.5.3.3.1. Stato in luogo................................................................................................… 74

3.5.3.3.2. Moto a luogo.................................................................................................… 75

3.5.3.3.3. Moto da luogo...............................................................................................… 76

3.5.3.3.4. Moto per luogo..............................................................................................… 77

3.5.3.4. Tempo..............................................................................................…………. 78

3.5.3.4.1. Tempo determinato.......................................................................................… 78

3.5.3.4.2. Tempo continuato..........................................................................................… 79

3.5.3.5. Mezzo o Strumento.........................................................................…………. 79

3.5.3.6. Modo o Maniera.............................................................................…………. 80

3.5.3.7. Causa...............................................................................................…………. 80

3.5.3.8. Compagnia e Unione......................................................................…………. 81

3.5.3.9. Agente e Causa efficiente...............................................................…………. 82

3.5.3.10. Abbondanza e Privazione...............................................................…………. 83

3.5.3.11. Allontanamento o Separazione......................................................…………. 83

3.5.3.12. Origine o Provenienza....................................................................…………. 84

3.5.3.13. Argomento.......................................................................................…………. 85

3.5.3.14. Colpa e Pena...................................................................................…………. 85

3.5.3.15. Concessivo.......................................................................................…………. 86

3.5.3.16. Denominazione...............................................................................…………. 87

3.5.3.17. Distanza...........................................................................................…………. 87

3.5.3.18. Distributivo......................................................................................…………. 87

3.5.3.19. Esclusione.......................................................................................…………. 88

3.5.3.20. Età...................................................................................................…………. 88

3.5.3.21. Fine o Scopo...................................................................................…………. 89

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3.5.3.22. Limitazione......................................................................................…………. 89

3.5.3.23. Materia............................................................................................…………. 90

3.5.3.24. Paragone.........................................................................................…………. 90

3.5.3.25. Partitivo...........................................................................................…………. 92

3.5.3.26. Qualità.............................................................................................…………. 93

3.5.3.27. Quantità o Misura...................................................................................……. 93

3.5.3.28. Rapporto o Relazione......................................................................…………. 94

3.5.3.29. Sostituzione o Scambio...................................................................…………. 94

3.5.3.30. Stima e Prezzo.................................................................................…………. 95

3.5.3.31. Vantaggio e Svantaggio..................................................................…………. 96

3.5.3.32. Vocazione........................................................................................…………. 96

3.5.3.33. Altri complementi indiretti.............................................................…………. 97

3.6. QUADRO COMPARATIVO FRA GLI ELEMENTI DELLA FRASE

SEMPLICE IN ITALIANO E IN PB....................................................……... 99

CONSIDERAZIONI FINALI..........……........……………………………. 105

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI.............……………………………... 107

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INTRODUZIONE

GIUSTIFICA PER LA REALIZZAZIONE DEL LAVORO E DEFINIZIONE

DELL'OGGETTO DELLA RICERCA

Mioto, Silva e Lopes (2013, p. 36) definiscono la sintassi come la disciplina che

studia come il parlante di una lingua combina parole per formare sintagmi e come questi

sintagmi formano frasi. Così, si potrebbe anche dire che la sintassi è il componente della

competenza linguistica di questo parlante che gli permette di combinare parole per poter

esprimersi (KENEDY, 2013, p. 44) e, così, attuare di forma più efficiente nella comunità

linguistica nella quale si trova. Per questo, lo studio della sintassi si mostra essenziale alla

moderna scienza linguistica, sia nel provare a identificare i meccanismi che regolano la

competenza sintattica del parlante (uno degli obiettivi principali della linguistica generativa),

sia nel tentativo di dare a questo parlante una conoscenza più completa delle risorse di cui si

serve la lingua per la comunicazione.

È vero che la conoscenza di altre lingue può aiutare ad impararne una nuova. In

questo senso, l'analisi contrastiva delle lingue offre un'opportunità importantissima per

riflettere sui meccanismi di cui si servono queste lingue, sulle sue similitudini e sulle sue

differenze. Così, considerando gli apprendenti brasiliani di lingua italiana, la conoscenza della

sintassi del portoghese brasiliano (ormai PB), la loro lingua materna, è essenziale per poter

capire di modo più efficace le classificazioni che la grammatica italiana dà agli elementi che

compongono la frase. Infatti, la comprensione della struttura di una lingua è la base perché

questa lingua possa essere imparata e usata come mezzo di comunicazione. Giustamente, la

grammatica si occupa dell'analisi di questa struttura; ecco perché gli studi grammaticali non

possono mai essere assenti dalle lezioni di lingua.

Frequentemente, purtroppo, nell'ambito dell'educazione nazionale in Brasile, lo

studio della grammatica del PB non ha molto esito fra gli studenti (anche perché molte volte

nemmeno gli insegnanti credono alla necessità di insegnare dei contenuti grammaticali, come

lo dimostra Ferreira (2008)). Per questo, prima di promuovere la comparazione della sintassi

della lingua italiana con quella del PB, si è giudicato necessario fornire in questo lavoro una

sintesi della classificazione degli elementi della frase semplice fatta dalla grammatica del PB.

In questo modo, si è creduto poter fornire al lettore sia una breve revisione dei contenuti

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imparati negli anni passati a scuola, sia una nozione elementare che renderebbe possibile la

comprensione dell'analisi contrastiva che si farà tra l'italiano e il PB per quel che riguarda la

sintassi della frase semplice.

L'idea di svolgere questa ricerca è sorta durante il primo semestre del 2016 nella

disciplina di Lingua Italiana VII del corso di Lettere – Italiano dell'Università Federale di

Santa Catarina: è stato proposto agli studenti, dal professor Romanelli, lo studio della sintassi

della lingua italiana, e molti di essi non avevano chiara la struttura sintattica della propria

lingua materna. Inoltre, non si disponeva di materiali di carattere contrastivo per rendere più

chiaro lo studio degli elementi costituenti della frase in italiano. In questo senso, si crede

importante che l'insegnante (o il futuro insegnante) di lingua straniera conosca prima di tutto

la propria lingua materna (che molte volte è anche la lingua materna dei suoi studenti), per

poter identificare nella lingua da insegnare le differenze rispetto a quella lingua e, così, poter

progettare delle azioni che possano rendere più efficace l'apprendimento nelle sue lezioni.

Dato il piccolo numero di testi di carattere contrastivo nello studio della sintassi (secondo

ricerca nel portal de periódicos e nel banco de teses della CAPES, ad esempio), si spera che

questo lavoro possa anche fornire un piccolo aiuto agli insegnanti di italiano come lingua

straniera (ILS).

In questo lavoro si è pensato dunque di analizzare le classificazioni che la

grammatica normativa oppure tradizionale (oramai GN) fa per l'organizzazione degli elementi

della frase semplice in PB e in italiano, fatto questo che renderebbe possibile paragonare le

categorie sintattiche presentate nelle due lingue. Si è rimasti al livello della frase semplice per

due motivi: 1) per limitazione di tempo di ricerca e di spazio in questo lavoro, giacché

l'analisi anche della frase complessa avrebbe fatto diventare il testo molto più lungo di quello

che ora si presenta, fatto questo che avrebbe reso la ricerca impossibile da fare in un solo

semestre; 2) l'analisi della frase complessa può, molte volte, essere ridotta all'analisi della

frase semplice, bastando saper identificare le proposizioni subordinate e principale della frase

e le loro funzioni sintattiche.1

La maggior differenza che esiste fra le due lingue in questo studio contrastivo è la

classificazione dei complementi indiretti del predicato, come verrà presentato nel testo: la

grammatica dell'italiano procede a una categorizzazione molto più dettagliata di questi

1 Uno studio contrastivo al livello della frase complessa è stato fatto da Flaeschen (2012).

2 In questo lavoro non si useranno, tuttavia, degli alberi per fare la derivazione di tutte le frasi che si

presenteranno, anche se questo procedimento possa essere caratteristico degli studi generativi. Il lettore

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complementi rispetto alla grammatica del PB, fatto questo che indica che l'analisi logica

provveduta in italiano per questi elementi sia più profonda di quella che gli studi normativi

del PB hanno potuto offrire.

Tuttavia, questo lavoro non ha nessuna intenzione di essere esaustivo rispetto

all'analisi che qui si propone. Al contrario, l'obiettivo qui è di fornire agli studi che si

potranno fare nel futuro degli elementi dai quali partire. Inoltre, si spera che questo lavoro

possa aiutare didatticamente gli studenti brasiliani interessati alla sintassi dell'italiano,

fornendo degli esempi di frasi che possano chiarire le classificazioni proposte e funzionando

così come un primo approccio nella ricerca contrastiva.

Anche se il presente lavoro ha l'intenzione di analizzare gli studi della GN, sempre

che giudicato possibile e utile, saranno presi in considerazione concetti che la linguistica

generativa ha fornito per lo studio delle grammatiche delle lingue.2

OBIETTIVI DELLA RICERCA

Promuovere lo studio contrastivo sugli elementi che compongono sintatticamente la

frase semplice in PB e in italiano è l'obiettivo generale (e principale) di questo lavoro, come

detto nella sezione precedente. Ma perché questo obiettivo sia raggiunto, altri si impongono, i

quali sono presentati sotto:

analizzare la struttura della frase semplice, riconoscendo elementi nucleari e

circostanziali;

fare una sintesi sulla classificazione sintattica degli elementi della frase semplice

in PB;

studiare gli elementi che compongono sintatticamente la frase semplice in

italiano e comparare le categorie nelle quali questi elementi vengono classificati

con quelle che la grammatica del PB definisce;

2 In questo lavoro non si useranno, tuttavia, degli alberi per fare la derivazione di tutte le frasi che si

presenteranno, anche se questo procedimento possa essere caratteristico degli studi generativi. Il lettore

interessato potrebbe consultare Mioto, Silva e Lopes (2013) e Donati (2008).

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costruire un quadro comparativo a partire dello studio realizzato in questo

lavoro, in modo che si possa dare una visione riassuntiva delle categorie

sintattiche definite nelle due lingue;

fornire elementi iniziali per studi contrastivi futuri che coinvolgano la lingua

italiana e la lingua portoghese del Brasile.

METODOLOGIA IMPIEGATA

Questo lavoro è stato svolto nell'ambito della GN. Allora, i termini usati qui per

l'identificazione delle categorie sintattiche nelle due lingue, così come i criteri impiegati per

definire queste categorie, sono gli stessi che si trovano negli studi normativi sulla grammatica

dell'italiano e del PB.

Per lo svolgimento del lavoro, in un primo momento si sono ricercate delle

grammatiche italiane che trattassero della sintassi della lingua italiana (le quali non sono

destinate allo studio dell'ILS, giacché le grammatiche destinate allo studio della lingua

straniera non presentano la sintassi con le classificazioni richieste dal lavoro che si fa qui). Fra

le grammatiche più conosciute in questo campo, sono state prese in considerazione

principalmente "La Nuova Grammatica della Lingua Italiana", di Dardano e Trifone (2001), e

la "Grande Grammatica Italiana di Consultazione", a cura di Renzi, Salvi e Cardinaletti

(2001), dalla quale è stato tratto l'articolo sulla frase semplice di Salvi (2001). Eventuali

articoli sulla sintassi italiana sono anche stati consultati.

Ulteriormente, sono state prese in considerazione delle grammatiche del PB fra

quelle usate come riferimento allo studio della sintassi nella prospettiva normativa in Brasile.

Fra queste opere, quelle che hanno più guidato la stesura di questo lavoro sono state la "Nova

Gramática do Português Contemporâneo", di Cunha e Cintra (2011), e la "Novíssima

Gramática da Língua Portuguesa", di Cegalla (2010). La lista delle opere citate e consultate

si trova alla fine di questo lavoro.

È chiaro che uno studio di questo tipo senza aver fornito esempi che attestassero le

informazioni di cui si è parlato sarebbe stato considerato sterile. In questo modo, sono state

indicate delle frasi che sono servite da esempio per l'identificazione di ogni categoria

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sintattica. Queste frasi sono state numerate con parentesi tonde in ordine crescente nel testo,

come nell'esempio sotto:

(15) a. [Suj. Matilde] amava Caio.

M. amava C.

b. Prepararam a festa, [Suj. ele] comprou as bebidas, [Suj. ela] fez o bolo.

Hanno preparato la festa, lui ha comprato le bibite, lei ha fatto la torta.

Nel caso delle frasi in PB, come si vede sopra, è stata fornita la traduzione in italiano

(tuttavia, in queste traduzioni i nomi propri sono stati indicati con la sola iniziale seguita da

un punto). Quando non è stato indicato da dove si sono tratte le frasi, queste sono di

responsabilità dell'autore di questo lavoro (così succede anche per le figure e le tabelle

presentate).

Nel testo, tutti i termini e le frasi in PB sono stati messi in corsivo. Quando è stato

necessario metterli in rilievo, ci si è serviti anche del grassetto (per le messe in rilievo in

italiano, solo il grassetto è stato usato). Quando si sono presentati termini in italiano che

hanno una denominazione molto diversa da quella in PB, si è cercato di indicarne anche il

nome corrispondente in questa lingua (per esempio, si è fatto questo per frase composta e

período composto por coordenação, ma no per predicato nominale).

Le virgolette si sono usate nel caso che le frasi che servono da esempio venissero

indicate all'interno del testo, senza la numerazione propria alle frasi trovate in un nuovo

paragrafo (nel caso delle frasi in PB, anche con il corsivo, come menzionato nel paragrafo

precedente).3 Anche le singole parole degli esempi sono state indicate con l'uso delle

virgolette. Esempi sono forniti nel riquadro sotto:

Così, nella frase "[Suj. A bela amiga de minha irmã] [Pred. Verb. ganhou o primeiro

prêmio na loteria]", le parole "amiga" e "ganhou" sono i núcleos del soggetto e del

predicato verbale, rispettivamente.

Per individuare i sintagmi, si sono impiegate le parentesi quadre, a volte insieme alle sigle

(oppure alle abbreviazioni) corrispondenti alle loro categorie sintattiche, come si vede

nell'esempio precedente (la lista delle sigle e delle abbreviazioni si trova all'inizio del lavoro).

3 Naturalmente, come è consueto, le citazioni dirette sono anche indicate da virgolette all'interno del testo, ma

con le indicazioni delle fonti accanto.

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LA STRUTTURA DEL LAVORO

Il testo si trova diviso in tre capitoli.

Nel primo capitolo, per poter contestualizzare la sintassi, oggetto di questo lavoro, si

presentano brevemente i moduli che compongono la conoscenza linguistica del parlante

(fonologico, morfologico, lessicale, sintattico, semantico e pragmatico) e la relazione fra di

loro. Nella sezione dedicata alla sintassi, si menziona l'organizzazione della frase in sintagmi

e la struttura della frase semplice, classificando i suoi elementi in nucleari e circostanziali.

Il secondo capitolo inizia con delle definizioni utili (frase, oração, período, termo da

oração e núcleo de um termo). In seguito si fa una breve sintesi delle categorie sintattiche

nelle quali gli elementi della frase semplice vengono classificati in PB. Così si presentano,

avendo come guida la Nomenclatura Gramatical Brasileira (oramai NGB), i termos

essenciais da oração (sujeito e predicado, con le loro classificazioni), i termos integrantes da

oração (complemento nominal, complementos verbais, predicativo e agente da passiva) e i

termos acessórios da oração (adjunto adnominal, adjuntos adverbiais, aposto e vocativo).

Questo capitolo ha come obiettivo fare una revisione delle categorie sintattiche del PB come

preparazione al capitolo 3.

Nel capitolo 3 si presentano le categorie sintattiche dell'italiano (soggetto, predicato,

attributo, apposizione e complementi: oggetto, predicativo e indiretti) e allo stesso tempo si fa

la comparazione di queste categorie con quelle del PB, presentate nel capitolo 2. Alla fine del

capitolo, si presenta il quadro riassuntivo con le categorie delle due lingue in confronto.

Alla fine del lavoro si fanno le considerazioni finali e si trova la lista dei riferimenti

bibliografici di tutte le opere menzionate nel testo e consultate per la sua stesura.

Il lavoro si inizia dunque con la presentazione dei moduli linguistici e dei livelli della

GN, dove, come già menzionato, si potrà identificare il contesto nel quale si trova la sintassi.

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1. I MODULI LINGUISTICI E L'ORGANIZZAZIONE DELLA SINTASSI

1.1. I MODULI LINGUISTICI

Come menziona Kenedy (2013, p. 40-47) nel suo lavoro sulla linguistica generativa,

si identificano dei moduli nella nostra conoscenza linguistica (la quale costituisce già un

modulo nella mente umana), i quali sarebbero degli insiemi di competenze specifiche e

relativamente indipendenti fra di loro. Questi moduli sono: il fonologico, il morfologico, il

lessicale, il sintattico, il semantico e il pragmatico.

Il modulo fonologico tratta delle strutture sonore della lingua. Lo usiamo per

riconoscere e produrre i suoni (oppure i fonemi)4 che organizzano i morfemi e le parole.

Il modulo morfologico è il responsabile per la manipolazione dei morfemi, i quali

sono i costituenti interni della parola, dotati di significazione. Questi morfemi strutturano e

modificano i significati all'interno delle parole e ci permettono anche di creare e di

riconoscere delle parole nuove (a patto che queste siano strutturate da morfemi, come

"in+vis+i+bile", dove il prefisso "in-" serve a dare l'idea di negazione, e il suffisso "-bile"

trasforma verbi in aggettivi; al contrario, la parola "luce" non si organizza con diversi

morfemi).

Il modulo lessicale è quello usato per immagazzinamento e per il recupero del gran

numero di parole della lingua che si parla. Questo modulo comprende la conoscenza della

forma acustica, del significato e del contesto di uso delle parole.

Il modulo sintattico ci permette di produrre e di capire delle frasi, le quali si

organizzano in sintagmi (che possono essere riconosciuti come il primo risultato delle

organizzazioni delle parole). Questo modulo è uno dei più complessi e dinamici del

linguaggio: è il responsabile per l'infinità di frasi che si possono creare in una lingua, in

contrasto con il numero finito di fonemi, di morfemi e di parole che la formano (anche se il

numero di parole di una lingua può essere molto alto, è sempre finito). Il numero infinito di

4 Qui si può fare la differenza fra il fono e il fonema. I foni corrispondono alle realizzazioni concrete dei suoni

della lingua, senza preoccuparsi con le differenze fra questi suoni (essendo l'oggetto di studio della fonetica). Il

fonema è l'unità di studio della fonologia, avendo un valore differente rispetto ad altri fonemi nel sistema

fonologico della lingua. È l'unità sonora minima distintiva di una lingua.

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frasi possibili nella lingua si verifica grazie all'aspetto creativo del modulo sintattico, il quale

si serve anche della ricorsività possibile nella lingua, ricorsività questa che permette di

associare nelle frasi così tanti sintagmi quanto si voglia, rispettando le regole della

grammatica e del discorso del parlante.

Il modulo semantico ha come funzione creare e identificare significati nelle

espressioni linguistiche come parole, sintagmi e frasi. Allora, come si vede, questo è un

modulo che ha una chiara relazione con tutti gli altri (anche i singoli fonemi possono essere

dotati di significato, come succede con /s/ in meninos – ragazzi – indicando il numero

plurale).

In fine, il modulo pragmatico è quello responsabile per la considerazione del

contesto pratico di uso della lingua, dato che molte volte una stessa frase può significare cose

diverse in contesti diversi di uso (come, per esempio, "Sai che ore sono?" detta da uno che

deve andare via ai compagni, o da un insegnante a uno studente che arriva a lezione in

ritardo). La competenza pragmatica è chiaramente acquisita dall'individuo nella sua relazione

con gli altri individui che compongono la società nella quale si trova.

Questi moduli possono essere rappresentati nella forma della figura 1.

Figura 1 – Rappresentazione dei moduli del linguaggio.

Tratto da Kenedy (2013, p. 43).

Come già indicato anteriormente per il modulo semantico, esiste un'interazione fra i

moduli del linguaggio: essi non funzionano in modo isolato e non esiste un'autonomia

assoluta per ogni singolo modulo. Ognuno di loro funziona come un organo che contribuisce

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alla fisiologia della lingua nell'individuo, nel comprendere e nel produrre questa lingua (così

come il modulo linguistico interagisce con altri moduli della mente umana, come quelli della

memoria, dell'interazione socioculturale ecc.). La figura 2 rappresenta questa interazione.

Figura 2 – Rappresentazione dell'interazione dinamica fra i moduli del linguaggio.

Tratto da Kenedy (2013, p. 47).

Nelle parole di Kenedy (2013, p. 47), "usiamo dei fonemi per creare morfemi, che

creano parole, che combinate generano sintagmi e frasi, che esprimono un certo significato

che assume un determinato valore pragmatico in una situazione comunicativa specifica nel

discorso".5

Per la GN, i moduli o livelli più considerati negli studi linguistici sono la

fonetica/fonologia, la morfologia, la sintassi e la semantica. Come visto prima, si può

considerare la semantica come chiaramente attuante in tutti gli altri livelli. Dato che questo

lavoro ha come intenzione analizzare gli elementi che compongono la frase semplice, nella

prossima sezione si presenterà l'organizzazione della sintassi.

1.2. LA SINTASSI

Mioto, Silva e Lopes (2013, p. 36) definiscono la sintassi come "la disciplina

linguistica che studia come combiniamo parole per formare dei sintagmi e come combiniamo

5 Dall'originale: "Usamos fonemas para criar morfemas, que criam palavras, que combinadas geram sintagmas

e frases, que expressam certo significado que assume determinado valor pragmático numa situação

comunicativa específica no discurso."

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sintagmi per formare delle frasi".6 Si può dire allora che le parole che vengono "formate dalla

morfologia" sono "consegnate" alla sintassi per formare, in un primo momento, i sintagmi che

formeranno le frasi.

Il sintagma costituisce un gruppo di elementi linguistici (cioè, di parole) che formano

un'unità in una frase. Come corroborano Dardano e Trifone (2001, p. 121, grassetto degli

autori):

[o]gni frase [...] è costituita da sintagmi, i quali a loro volta sono costituiti da parole.

Si viene in tal modo delineando l'immagine di un discorso strutturato secondo vari

livelli successivi, gerarchicamente subordinati gli uni agli altri: il livello della frase è

superiore a quello del sintagma; il livello del sintagma è superiore a quello della

parola. Il sintagma è perciò un'unità linguistica di livello intermedio.

Si identificano i seguenti tipi di sintagmi (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 120):

il sintagma nominale, costituito da un nome che può essere accompagnato da

uno o più determinanti (i quali possono essere un articolo, un aggettivo o un

complemento);

il sintagma verbale, costituito da un verbo che può essere seguito da altri

elementi (in generale complementi verbali);

il sintagma preposizionale, costituito da una preposizione seguita da un

sintagma nominale;

il sintagma aggettivale, costituito da un aggettivo accompagnato da altri

elementi (come avverbi).7

L'elemento che dà il nome al sintagma ne è la parte fondamentale ed è conosciuto

con il nome di testa del sintagma. Gli elementi che determinano la testa sono chiamati

complementi oppure determinanti.

Un sintagma può contenerne altri. Ad esempio, nella figura 3, nella quale si presenta

l'analisi in costituenti della frase "Il giovane professore di fisica che ha parlato con mia sorella

6 Dall'originale: "[...] sintaxe é a disciplina linguística que estuda como combinamos palavras para formar

sintagmas e como combinamos sintagmas para formar sentenças."

7 Si potrebbero ancora aggiungere a questa classificazione data da Dardano e Trifone:

il sintagma avverbiale, costituito da un avverbio potendo essere seguito da altri elementi, come nella

frase "Oggi mattina ti ho visto per strada";

il sintagma del complementatore, costituito da una congiunzione seguita da altri elementi. Questo

tipo di sintagma si verifica nelle frasi complesse, come la proposizione subordinata sottolineata nella

frase "Piero disse che sarebbe arrivato quel giorno alle tre di pomeriggio".

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ha regalato dei libri molto belli a nostro padre", si vede che il sintagma nominale [dei libri

molto belli] ha dentro di sé il sintagma aggettivale [molto belli].

Figura 3 – Analisi in costituenti della frase "il giovane professore di fisica che ha parlato con mia sorella ha

regalato dei libri molto belli a nostro padre".

Per poter identificare in modo più facile i sintagmi che compongono una frase, alcuni

fenomeni della lingua possono essere analizzati. Negrão, Scher e Viotti (2010, p. 89-93)

indicano alcuni di questi fenomeni, i quali possono agire solo su interi costituenti (o

sintagmi), mai su parti di essi. Nei paragrafi che seguono vengono presentati i principali

fenomeni di cui gli autori si servono.

La topicalizzazione, oppure dislocazione a sinistra, si fa quando un costituente

della frase è dislocato in posizione iniziale. Se si prende una versione semplificata della frase

che è stata analizzata nella figura 3, alcune delle possibilità sarebbero date nelle frasi in (1).

(1) a. [A nostro padre], il giovane professore di fisica (gli) ha regalato dei libri

molto belli.

b. [Dei libri molto belli], il giovane professore di fisica ne ha regalati a

nostro padre.

Si possono anche creare delle frasi scisse,8 nelle quali il costituente da individuare è

messo fra il verbo "essere" (conosciuto in questo caso come "copula") e il complementatore

"che". Le frasi scisse sono anche una forma di focalizzare l'elemento in distacco, come è

possibile vedere nelle frasi in (2).

8 Il fenomeno delle frasi scisse è conosciuto come clivagem in PB.

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(2) a. È stato [a nostro padre] che il giovane professore di fisica ha regalato dei

libri molto belli.

b. Sono stati [dei libri molto belli] che il giovane professore di fisica ha

regalato a nostro padre.

La passivizzazione è un fenomeno che si può verificare quando il verbo che forma la

frase possiede un complemento oggetto, il quale viene messo in generale all'inizio della frase,

come si vede in (3).

(3) [Dei libri molto belli] sono stati regalati a nostro padre dal giovane professore

di fisica.

Nell'interrogazione e nella risposta con frammenti di frasi si sostituisce il

costituente con una forma interrogativa, la quale va risposta con il frammento sostituito

(poiché solo interi costituenti possono servire come frammenti di frasi nelle risposte). Esempi

di questi fenomeni sono presentati nelle frasi da (4) a (7).

(4) A. [Chi] ha regalato dei libri molto belli a nostro padre?

B. [Il giovane professore di fisica.]

(5) A. [Cosa ha fatto] il giovane professore di fisica?

B. [Ha regalato dei libri molto belli a nostro padre.]

(6) A. [Che cosa] il giovane professore di fisica ha regalato a nostro padre?

B. [Dei libri molto belli.]

(7) A. [A chi] il giovane professore di fisica ha regalato dei libri molto belli?

B. [A nostro padre.]

Nella pronominalizzazione si usano delle proforme (in generale pronomi) per

sostituire dei costituenti che sono già stati menzionati nella frase o nel discorso. Nelle frasi

che seguono si presentano la frase completa in (8a) e, da (8b) a (8e), le proforme fra parentesi

quadre e i costituenti che vengono sostituiti da queste proforme fra parentesi tonde.

(8) a. Il giovane professore di fisica ha regalato dei libri molto belli a nostro

padre dopo la conferenza.

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b. [Lui] ha regalato dei libri molto belli a nostro padre dopo la conferenza.

(il giovane professore di fisica)

c. Il giovane professore di fisica [ne] ha regalati a nostro padre dopo la

conferenza. (dei libri molto belli)

d. Il giovane professore di fisica [gli] ha regalato dei libri molto belli dopo

la conferenza. (a nostro padre)

e. Il giovane professore di fisica ha regalato dei libri molto belli a nostro

padre [in quel momento]. (dopo la conferenza)

Considerando ancora una volta l'analisi della figura 3, è possibile vedere che

l'organizzazione delle frasi in sintagmi rende possibile che dei sintagmi si trovino dentro di

altri. Lì si vede un sintagma del complementatore dentro di un nominale: [SN Il giovane

professore di fisica [SC che [SV ha parlato con mia sorella]]]. È possibile riconoscere nella

frase due proposizioni: "il giovane professore di fisica ha regalato dei libri molto belli a nostro

padre" e "il giovane professore di fisica ha parlato con mia sorella". Questo succede perché si

verificano nella frase due verbi: "regalare" e "parlare". Infatti, come chiarisce Salvi (2001, p.

43), si chiama frase semplice quella in cui nessun elemento è costituito da una frase verbale,

mentre la frase complessa è quella in cui almeno uno degli elementi è rappresentato da una

frase verbale. Si chiama proposizione una frase che faccia parte di una frase complessa.9

9 In PB la frase complessa è conosciuta come período composto por subordinação. Lì si identificano le frasi

subordinate oppure dipendenti (che si trovano all'interno della frase complessa, formandone dei costituenti) e

quella sovraordinata o principale (che domina le subordinate e che è responsabile per l'organizzazione della

frase in un livello gerarchicamente superiore).

Ci sono anche le frasi composte, nelle quali le proposizioni sono poste tutte sullo stesso piano (CORTI; CAFFI,

1989, p. 661) (in PB, la frase composta è conosciuta come período composto por coordenação). In fine, sono

ancora possibili le frasi miste (oppure período misto in PB), nelle quali si trovano frasi complesse e composte,

come nell'esempio in (i):

(i) Examinei a árvore / e constatei / que nos seus galhos havia parasitas.

Ho esaminato l'albero / e ho constatato / che c'erano parassiti nei suoi rami.

(adattato da CEGALLA, 2010, p. 371)

Qui si identificano due proposizioni coordinate: [Examinei a árvore] e [constatei que nos seus galhos havia

parasitas]; nella seconda si verifica una frase complessa, dove la proposizione principale è [constatei] e quella

subordinata, [que nos seus galhos havia parasitas].

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1.2.1. La struttura della frase semplice

Alla sintassi interessano piuttosto le frasi organizzate attorno a un verbo, conosciute

come frasi verbali (in opposizione alle frasi nominali, cioè prive di verbo, come "a buon

intenditore poche parole").

Nella frase verbale si distinguono almeno due parti: il soggetto e il predicato (i quali

verranno spiegati nel prossimo capitolo) che ne costituiscono gli elementi essenziali

(CUNHA; CINTRA, 2011, p. 136). Il verbo, per questo tipo di frasi, costituisce il suo centro e

determina quali sono gli elementi nucleari della frase (essendo anche il verbo un elemento

nucleare), elementi senza i quali la frase sarebbe priva di senso compiuto. Se si prende una

frase come (9).

(9) *Paolo ha spedito a suo nonno.10

diventa praticamente automatico domandare "che cosa Paolo ha spedito a suo nonno?" Questo

succede perché il verbo "spedire" richiede tre argomenti in modo che il suo senso sia

completo: in questo caso, chi spedisce, la cosa che si spedisce e la persona a chi si spedisce.

È anche comune nella tradizione grammaticale (almeno quella italiana) parlare di

valenza del verbo, prendendo così in prestito una metafora dalla chimica, per chiarire l'idea

degli argomenti del verbo. Così, il verbo è paragonato a un atomo, che deve essere completato

dai suoi argomenti perché la frase nella quale si trova possa avere un senso compiuto. Si

identificano allora verbi:

zerovalenti (o con valenza zero), che sono capaci di formare da soli una frase

compiuta, come i verbi meteorologici ("piovere", "tuonare", "nevicare" ecc.);

monovalenti, che richiedono la presenza di un solo argomento, che di norma

corrisponde al soggetto ("correre", "partire", "nascere" ecc.);11

bivalenti, che richiedono due argomenti (come "mangiare", "guardare",

"prendere" ecc.);

10

Come è già abituale negli studi grammaticali, le frasi considerate agrammaticali (che non seguono le norme di

buona formazione in una lingua specifica) sono indicate da un asterisco (*).

11 La linguistica generativa distingue, per i verbi monovalenti, quelli inaccusativi da quelli ergativi. Nonostante il

fatto che questa differenza possa spiegare molti fenomeni che la GN non è capace di analizzare, in questo lavoro

non si spiegheranno i criteri per una tale classificazione. Suggerimenti ai lettori interessati sarebbero il capitolo 7

di Kenedy (2013) (principalmente le pagine da 164 a 170), Mioto, Silva e Lopes (2013, p. 147-163) e Salvi

(2001, p. 55-63).

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trivalenti, cui la presenza di tre argomenti è indispensabile (come "dare",

"regalare", "scrivere" ecc.).12

Dardano e Trifone (2001, p. 111) menzionano la possibilità che alcuni verbi abbiano

valenze diverse secondo le accezioni in cui vengono usati. Si può pensare, ad esempio, al

verbo "studiare", che sarebbe bivalente o monovalente, rispettivamente, se si indica l'azione in

sé o la capacità a compiere l'azione, come indicato nelle frasi (10a) e (10b) che seguono

(anche rispettivamente).

(10) a. Marco ha studiato geografia (per la prova di ieri).

b. Marco studia (molto).

Dall'osservazione di (10) è possibile vedere che nelle frasi a volte ci sono costituenti che non

sono essenziali perché la frase abbia il suo senso compiuto. Se le parole fra parentesi in (10)

fossero tolte dalle due frasi, esse sarebbero ancora frasi grammaticali. Questi elementi che non

sono nucleari sono conosciuti come elementi extranucleari (oppure circostanziali o ancora

accessori) della frase, elementi facoltativi che obbediscono unicamente a delle regole del

discorso del parlante.13

Gli elementi nucleari possono mancare nella frase soltanto in condizioni particolari,

quando si ha allora una frase ellittica (SALVI, 2001, p. 39).14

Un esempio è la frase in (11),

dove si sopprime il verbo (il trattino indica il luogo dell'ellissi).

(11) [Piero ha incontrato Susanna] e Mario _ Giovanna.

(SALVI, 2001, p. 39)

12

Dipendendo dell'accezione usata nella frase (e anche degli autori delle opere considerate), si potrebbe pensare

ancora alla possibilità di verbi tetravalenti, come "tradurre" (in una frase come "Gianni ha tradotto una lettera

dall'italiano al portoghese") o "trasportare" (ad esempio in "Il camion trasporterà il divano dalla mia casa alla

tua").

13 Salvi (2001, p. 42) menziona che "gli elementi extranucleari hanno una posizione piuttosto libera all'interno

della frase, mentre la posizione degli elementi nucleari è relativamente fissa". L'autore classifica gli elementi

extranucleari in tre tipi: a) gli avverbiali che modificano il verbo o il SV, dando indicazioni di modo, strumento,

grado ecc. (come nella frase "È uscito rapidamente."); b) i circostanziali che si riferiscono alla frase nucleare nel

suo insieme, costituendo indicazioni di luogo, tempo, causa ecc. (come in "La settimana prima non ci eravamo

visti."); c) gli avverbiali di frase che specificano il valore di verità di una frase o commentano l'evento descritto

(come in "Giovanni verrà, con tutta probabilità, domani."). Ciononostante, in questo lavoro si useranno i termini

"extranucleare" e "circostanziale" come sinonimi.

14 Anche come questo autore tratta un po' più avanti nel suo testo, "un caso particolare è quello del soggetto che

nelle frasi finite può liberamente essere non espresso; ma esso ha sempre un'interpretazione determinata. [...] In

questi casi l'identificazione del soggetto è permessa dalla desinenza personale del verbo" (SALVI, 2001, p. 42).

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I verbi impongono due tipi di restrizioni ai loro argomenti: quelle di natura

semantica e quelle di natura categoriale (KENEDY, 2013, p. 156-160). Rispetto alle

restrizioni semantiche, l'osservazione delle frasi in (12) rende possibile percepire che soltanto

un costituente che abbia il tratto [+animato] può fungere da soggetto del verbo "tossire".

(12) a. Il ragazzo ha tossito.

b. *L'osservazione ha tossito.

(KENEDY, 2013, p. 156)15

Eppure l'uso metaforico può cancellare le restrizioni semantiche, come accade in

(13), dove si indica che la soluzione del problema era ovvia.

(13) La soluzione del problema tossiva davanti a me.

(KENEDY, 2013, p. 157)16

Le restrizioni categoriali trattano delle categorie sintattiche alle quali devono

appartenere gli argomenti del verbo. Per esempio, si sa che il verbo "dare" seleziona un SN

come soggetto, un SN come la cosa che va data e un SP come la persona (o l'entità, o

l'animale) alla quale si dà la cosa. È quello che si vede in (14a). Se almeno una di queste

restrizioni non viene rispettata, la frase diventa agrammaticale, come in (14b), dove non si

verifica un SP.

(14) a. [SN Il professore] ha dato [SN un libro] [SP allo studente].

b. *[SN Il professore] ha dato [SN un libro] [SN lo studente].

Dardano e Trifone (2001, p. 111) rappresentano la struttura generale della frase

semplice nella figura 4, dove si vede che la frase semplice viene composta dal verbo, da un

numero variabile di elementi obbligatori selezionati dal verbo (secondo la sua valenza) e da

un numero facoltativo di elementi accessori che sono scelti secondo l'intenzione del parlante.

15

Dall'originale: "O menino tossiu. / *A observação tossiu."

16 Dall'originale: "A solução do problema estava tossindo na minha frente."

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17

Figura 4 – Struttura della frase semplice.

Tratto da Dardano e Trifone (2001, p. 111).

Anche se il soggetto va selezionato dal verbo come un argomento, gli autori

chiariscono che questo elemento è rappresentato nella figura 4 al di fuori del sintagma verbale

perché presenta proprietà formali particolari, come l'accordo numero-personale con il verbo.

Dopo aver presentato brevemente i moduli della GN e la struttura della frase

semplice, stabilendo la differenza tra i suoi elementi nucleari e circostanziali, nel prossimo

capitolo saranno presentati questi elementi nella lingua portoghese del Brasile, avendo come

guida le classificazioni della NGB.

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2. LA CLASSIFICAZIONE DEGLI ELEMENTI DELLA FRASE SEMPLICE IN

PB

In PB, l'análise sintática studia "la struttura della frase complessa, divide e classifica

le proposizioni che la costituiscono e riconosce la funzione sintattica degli elementi di ogni

proposizione" (CEGALLA, 2010, p. 319).17

Come visto, in PB si riunisce sotto il titolo di

"análise sintática" lo studio tanto della frase complessa come della frase semplice.

Alcune definizioni della grammatica del PB si rendono necessarie:

frase è "un enunciato di senso completo, l'unità minima di comunicazione

(CUNHA; CINTRA, 2011, p. 133),18

"capace di trasmettere, a quelli che ci

ascoltano o leggono, tutto quello che pensiamo, vogliamo o sentiamo. Può

rivestire le forme più variate, dalla semplice parola fino alla frase più complessa"

(CEGALLA, 2010, p. 319);19

oração è una "frase di struttura sintattica che presenta, normalmente, soggetto e

predicato, e, eccezionalmente, solo il predicato" (CEGALLA, 2010, p. 321).20

Essendo così, in una oração è essenziale la presenza di un solo verbo (o di una

sola locução verbal21

). Si può classificare come oração una frase semplice o una

proposizione di una frase complessa;

17

Dall'originale: "A análise sintática examina a estrutura do período, divide e classifica as orações que o

constituem e reconhece a função sintática dos termos de cada oração."

18 Dall'originale: "FRASE é um enunciado de sentido completo, a unidade mínima de comunicação." (maiuscole

degli autori)

19 Dall'originale: "[Frase é] todo enunciado capaz de transmitir, a quem nos ouve ou lê, tudo o que pensamos,

queremos ou sentimos. Pode revestir as mais variadas formas, desde a simples palavra até o período mais

complexo [...]."

20 Dall'originale: "[Oração é] a frase de estrutura sintática que apresenta, normalmente, sujeito e predicado e,

excepcionalmente, só o predicado."

Cegalla (2010, p. 321) menziona che le frasi prive di verbo (frasi nominali), come "Socorro!" ("Aiuto!") oppure

"Que belo rapaz!" ("Che bel ragazzo!") non possiedono struttura sintattica, e per questo non possono essere

analizzate sintatticamente. Infatti, si potrebbe dire che non si trovano studi sintattici riguardando questo tipo di

frase.

21 Secondo Cunha e Cintra (2011, p. 135), una locução verbal è costituita da un verbo ausiliare e da un verbo

principale, il quale deve essere all'infinito, al gerundio o al participio. Il verbo ausiliare può trovarsi:

in una forma finita (indicativo, congiuntivo o imperativo), come nelle frasi in (i):

(i) a. A situação foi ficando cada vez mais difícil.

La situazione diventava ogni volta più difficile.

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20

período è la frase costituita da una o più orações. Si distinguono qui il período

simples (frase semplice), costituito da una sola oração, dal período composto

(frase complessa oppure composta), nel quale si possono identificare due o più

orações (proposizioni);

termo da oração è ogni sintagma che ha una funzione sintattica nell'oração,

come ad esempio l'objeto direto (complemento oggetto diretto);

núcleo de um termo (in italiano "testa") "è la parola principale (in generale un

nome, pronome o verbo) che contiene l'essenza della sua significazione"

(CEGALLA, 2010, p. 322).22

Così, nella frase "[Suj. A bela amiga de minha irmã]

[Pred. Verb. ganhou o primeiro prêmio na loteria]", le parole "amiga" e "ganhou"

sono i núcleos del sujeito e del predicado verbal, rispettivamente.

Per quel che riguarda la loro importanza nella frase, i termos da oração in PB sono

conosciuti come essenciais, integrantes o accessórios.

2.1. OS TERMOS ESSENCIAIS DA ORAÇÃO

In PB i termos essenciais della frase semplice sono il sujeito (soggetto) e il

predicado (predicato), i quali ne costituiscono anche elementi nucleari.

b. Ela queria que viéssemos a ser pessoas melhores.

Lei voleva che diventassimo delle persone più brave.

c. Vá descansar depois do trabalho!

Vai a riposarti dopo il lavoro!

in una forma indefinita (infinito o gerundio), come nelle frasi in (ii):

(ii) a. Camila gostou de ter encontrado Antônio na festa.

A C. è piaciuto aver incontrato A. nella festa.

b. Mesmo quase não podendo andar, fui falar com ela.

Sebbene quasi non potessi camminare, sono andato a parlare con lei.

In italiano una locuzione verbale corrisponde a una espressione verbale composta dall'insieme "verbo +

complemento oggetto" (o altro elemento) e che, dal punto di vista del significato, costituisce un'unità. Esempi

sono "aver(e) bisogno", "far(e) finta", "prendere la fuga", "mettere in guardia". (DARDANO; TRIFONE, 2001,

p. 333-334)

22 Dall'originale: "Núcleo de um termo é a palavra principal (geralmente um substantivo, pronome ou verbo),

que encerra a essência de sua significação."

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21

2.1.1. O sujeito

In generale le grammatiche normative del PB definiscono il sujeito come "l'essere sul

quale si fa una dichiarazione" (CUNHA; CONTRA, 2011, p. 136).23

Come detto nel capitolo

precedente, il sujeito è un elemento nucleare della frase, poiché funge da argomento del verbo

(nelle frasi in cui esiste questo argomento, come si vedrà sotto).

Considerando le frasi in (15), si vede che il sujeito (oppure il suo núcleo) può essere

costituito da un nome (frase (a)), da un pronome (frasi (b) e (c)), da un numerale (frase (d)),

da una parola o espressione sostantivata (frase (e)) o da una proposizione soggettiva, nel caso

della frase complessa (frase (f)) (CUNHA; CINTRA, 2011, p. 138-139).

(15) a. [Suj. Matilde] amava Caio.

M. amava C.

b. Prepararam a festa, [Suj. ele] comprou as bebidas, [Suj. ela] fez o bolo.

Hanno preparato la festa, lui ha comprato le bibite, lei ha fatto la torta.

c. [Suj. Isto] não te faz mal?

Questo non ti fa male?

d. [Suj. Os três] sempre foram muito simpáticos.

Tutti e tre sono sempre stati molto simpatici.

e. [Suj. O perdoar] às vezes é muito difícil.

Il perdonare a volte è molto difficile.

f. É preciso [Suj. que resolvamos logo esses problemas].

È necessario che risolviamo presto questi problemi.

Quando costituito da un sintagma nominale (il cui núcleo è un nome), il sujeito

ammette anche la presenza di determinanti (articoli, numerali, pronomi aggettivi) e di

modificatori (aggettivi o espressioni aggettivali), come presentato nella frase il (16).

(16) [Suj. Aquele aluno francês] obteve ontem uma boa nota.

Quello studente francese ha ottenuto ieri un buon voto.

Per quel che riguarda la classificazione del sujeito (considerando la sua forma), si

identificano:

23

Dall'originale: "O SUJEITO é o ser sobre o qual se faz uma declaração." (maiuscole degli autori)

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22

il sujeito simples, quando ha un solo núcleo, come in tutte le frasi in (15) e in

(16);

il sujeito composto, quando esistono due o più núcleos, come nelle frasi in (17);

(17) a. [Suj. Os alunos e os professores] participaram do congresso.

Gli allievi e i professori hanno partecipato al convegno.

b. [Suj. Tu e ele] são dois mentirosos.

Tu e lui siete due bugiardi.

il sujeito oculto, che è quello che non è fonologicamente espresso nella frase, ma

è sottinteso, potendo essere identificato dalla desinenza verbale o dalla presenza

del sujeito in una proposizione della stessa frase complessa o in una frase

contigua nel contesto di comunicazione. Esempi di sujeitos ocultos sono

presentati in (18);

(18) a. Conversei muito com Pedro ontem a noite.

Ho parlato molto con P. ieri sera.

b. Mesmo tendo brigado com João, [Suj. Maria] lhe deu os parabéns e

comprou-lhe um presente.

Pur avendo litigato con J., M. gli ha fatto gli auguri e gli ha comprato un

regalo.

Nella frase (18a), si identifica il sujeito "eu" (io) dalla terminazione "-ei", di prima persona

del singolare nel pretérito perfeito do indicativo in PB. In (18b), anche se c'è una forma

indefinita nella prima proposizione (tendo brigado), si identifica il sujeito di questa forma

come "Maria", presente nella seconda proposizione; nella terza proposizione succede lo

stesso per il verbo finito "comprou".

il sujeito indeterminado, che non si riferisce a una persona o cosa determinata,

sia perché non si sa chi ha fatto l'azione, sia perché non interessa saperlo.

Esempi di questo tipo sono dati nelle frasi in (19);

(19) a. Roubaram o banco da praça ontem.

Hanno rubato nella banca della piazza ieri.

b. Aqui se faz, aqui se paga.

Qui si fa, qui si paga.

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23

c. É triste ver a situação em que o país se encontra.

È triste vedere la situazione nella quale si trova il Paese.

Nelle frasi summenzionate si identificano tre processi di indeterminazione del sujeito: in (19a)

si usa il verbo alla terza persona plurale, indicando che non si sa chi abbia rubato il banco; in

(19b) si usa il pronome "se", con il verbo alla terza persona singolare; in (19c) si lascia il

verbo "ver" all'infinito impersonale24

nella proposizione subordinata.

le orações sem sujeito, che sono le frasi costruite con verbi impersonali (non

devono essere confuse con quelle in cui c'è il sujeito indeterminado, le quali

sono costruite con verbi che possono avere un sujeito in altre costruzioni). Così,

queste frasi possiedono solo il predicado. Alcuni esempi di frasi senza sujeito si

presentano in (20).

(20) a. Choveu muito ontem à noite.

È piovuto molto ieri sera.

b. Fazia muito frio aqui no inverno.

Faceva molto freddo qui in inverno.

c. Faz quatorze anos que ensino italiano.

Da quattordici anni insegno l'italiano.

d. Ainda há árvores nas cidades, felizmente.

Ci sono ancora degli alberi in città, per fortuna.

e. Havia décadas que ele não via sua família.

Da decenni lui non vedeva la sua famiglia.

f. Era primavera quando Júlia voltou para casa.

Era primavera quando J. è tornata a casa.

Nelle frasi in (20) ci sono orações sem sujeito perché: in (a) il verbo "chover" indica un

fenomeno meteorologico;25

anche in (b) il verbo "fazer" viene usato per indicare un fenomeno

24

Non si dimentichi che in portoghese (tanto brasiliano quanto europeo) esiste anche l'infinitivo pessoal, il quale

fa l'accordo con il soggetto (e che non si verifica in italiano), come in (i):

(i) Trouxe estas frutas para tu comeres.

Ho portato questi frutti perché tu li mangi.

25 Come chiariscono Cunha e Cintra (2011, p. 145), i verbi che indicano fenomeni meteorologici possono avere

sujeito quando usati in un senso figurato, come in (i):

(i) Choviam [Suj. injúrias] durante o comício daquele candidato.

Piovevano ingiurie durante il comizio di quel candidato.

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24

meteorologico e, in (c), per indicare il tempo scorso in una azione, nella prima proposizione;

in (d) il verbo "haver" è impiegato nel senso di "existir" (esistere), e in (e), per indicare anche

il tempo scorso, nella prima proposizione;26

in fine, in (f) c'è il verbo "ser" indicando tempo,

anche nella prima proposizione.

Molte grammatiche del PB danno altri tipi di sujeitos, ma Cunha e Cintra (2011, p.

145-146) mettono queste altre classificazioni sotto il titolo "da atitude do sujeito"

(dell'atteggiamento del soggetto), seguendo così un orientamento più semantico. Così, ci

sono: il sujeito agente, che è quello che fa l'azione espressa da un verbo nella forma attiva,

come in (21a) sotto; il sujeito paciente, quello che subisce l'azione indicata dal verbo nella

forma passiva, come in (21b); il sujeito agente e paciente allo stesso tempo, quello che fa

l'azione indicata da un verbo pronominale e allo stesso tempo la subisce, come in (21c); e il

sujeito che non è né agente né paziente, quando si ha un verbo che indica uno stato, essendo

neutro l'atteggiamento della persona o della cosa che ci partecipa, come in (21d) e in (21e).

(21) a. [Suj. O menino] comeu o bolo.

Il ragazzo ha mangiato la torta.

b. [Suj. O bolo] foi comido pelo menino.

La torta è stata mangiata dal ragazzo.

c. [Suj. Carlos] levantou-se cedo ontem.

C. si è alzato presto ieri.

d. [Suj. Pedro] è gordo.

P. è grasso.

e. [Suj. Minha irmã] ficou pálida naquele momento.

Mia sorella è diventata pallida in quel momento.

26

Le grammatiche del PB accettano già l'uso del verbo "ter" (avere) con il senso di "existir" (esistere)

(CEGALLA, 2010, p. 463), un uso che non si fa in italiano:

(i) Tem dias que o sol parece querer acabar com o mundo.

Ci sono giorni in cui il sole sembra voler distruggere il mondo.

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25

2.1.2. O predicado

Cunha e Cintra (2011, p. 136) definiscono il predicado come "tutto quello che si dice

sul soggetto".27

Così, il predicado è "l'azione o la proprietà (qualità, stato) che si riferisce al

soggetto" (DE ANDRÉ, 1984, p. 202).28

Per la GN del PB, il predicado è, formalmente, la

parte della frase che si ottiene eccettuando il sujeito. Così, in PB il verbo, i suoi complementi

(tranne il sujeito) e gli elementi accessori fanno parte del predicado.

In PB si verificano tre tipi di predicados: il predicado nominal, il predicado verbal e

il predicado verbo-nominal.

2.1.2.1. O predicado nominal

Il predicado nominal è formato da un verbo de ligação ou copulativo (che in italiano

corrisponde alla "copula" quando si considera il verbo "ser", o a un verbo copulativo) e da un

predicativo do sujeito. Il suo núcleo (la sua testa) è in generale un nome, un aggettivo o un

pronome, potendo essere anche un SP. Esempi di frasi contenendo predicados nominais sono

dati in (22).29

(22) a. Maurício [Pred. Nom. era [Pr. Suj. muito inteligente]].30

M. era molto intelligente.

b. Aquela mulher [Pred. Nom. é [Pr. Suj. quem]]?

Quella donna chi è?

27

Dall'originale: "O PREDICADO é tudo aquilo que se diz do SUJEITO." (maiuscole degli autori)

28 Dall'originale: "O predicado é a ação ou a propriedade (qualidade, estado) referentes ao sujeito." (grassetto e

corsivo dell'autore)

29 Cunha e Cintra (2011, p. 147-148) richiamano l'attenzione al fatto che alcuni verbi che normalmente vengono

usati come verbos de ligação possono essere usati come verbos significativos, dipendendo dal contesto nel quale

si trovano. Per esempio, in (ia) si ha un verbo de ligação ma, in (ib), un verbo significativo (in un predicado

verbal, come si vedrà più avanti):

(i) a. Fiquei triste com a notícia.

La notizia mi ha intristito.

b. Fiquei ali uns dez minutos.

Sono rimasto(a) lì per dieci minuti più o meno.

30 In questo lavoro si è deciso di indicare a volte degli elementi della frase semplice anche prima della loro

presentazione nel testo. Se necessario, il lettore può ricorrere alla sezione corrispondente all'elemento in

questione (come accade per il predicativo do sujeito nella frase (22a)).

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26

c. Juliana [Pred. Nom. esteve [Pr. Suj. entre a vida e a morte] naqueles dias].

J. è stata tra la vita e la morte in quei giorni.

d. Minha mãe [Pred. Nom. encontrava-se [Pr. Suj. doente] na época].

Mia madre era malata in quell'epoca.

e. Você [Pred. Nom. anda [Pr. Suj. meio triste] nesses últimos dias].

Sei un po' triste in questi giorni.

f. Eles [Pred. Nom. se tornaram [Pr. Suj. os maiores produtores de carne do

país]].

Loro sono diventati i maggiori produttori di carne del Paese.

g. João [Pred. Nom. ficou [Pr. Suj. muito decepcionado] com o ocorrido].

J. è rimasto molto deluso per quello che è successo.

h. A lagarta [Pred. Nom. vira [Pr. Suj. borboleta]].

Il bruco diventa farfalla.

i. As crianças [Pred. Nom. permaneceram [Pr. Suj. caladas]].

I bambini rimasero zitti.

l. Tudo [Pred. Nom. continuava [Pr. Suj. tranquilo] naquele lugar].

Tutto continuava tranquillo in quel luogo.

m. A sogra dele [Pred. Nom. parecia [Pr. Suj. uma víbora]].

Sua suocera sembrava una vipera.

n. A tentativa [Pred. Nom. resultou [Pr. Suj. inútil] para ela].

Il tentativo le è risultato inutile.

Dall'analisi delle frasi in (22) si può concludere che i verbos de ligação possono servire a

esprimere uno stato permanente (frasi (a) e (b)) o transitorio ((c), (d) e (e)), un cambiamento

di stato ((f), (g) e (h)), una continuità di stato ((i) e (l)), un'apparenza di stato ((m)) oppure il

risultato di un'azione ((n)).

2.1.2.2. O predicado verbal

Il núcleo del predicado verbal è un verbo (o una locuzione verbale) significativo(a),

il quale porta un'idea nuova al sujeito (CUNHA; CINTRA, 2011, p. 149), ossia, non

costituisce un verbo de ligação. Questo verbo può essere seguito da complementi oppure da

termos acessórios. Nelle frasi in (23) si trovano esempi di predicados verbais.

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(23) a. [Pred. Verb. Choveu] ontem à noite.

È piovuto ieri sera.

b. Meu sobrinho [Pred. Verb. nasceu].

Mio nipote è nato.

c. O pedreiro [Pred. Verb. construiu [Obj. Dir. uma bela casa]].

Il muratore ha costruito una bella casa.

d. Miguel [Pred. Verb. quer telefonar [Obj. Ind. a sua mãe] amanhã].

M. vuole telefonare a sua madre domani.

e. A pobre senhora [Pred. Verb. ditou [Obj. Dir. uma carta] [Obj. Ind. ao seu filho]].

La povera signora ha dettato una lettera a suo figlio.

Le frasi in (23) mostrano le strutture possibili per il predicado verbal, che può essere costruito

con un verbo: 1) intransitivo, cioè senza complementi (un verbo zerovalente, come nella frase

(a), o monovalente, come in (b)); 2) transitivo direto, possedendo così un objeto direto

(complemento oggetto), il quale non è introdotto da una preposizione (frase (c)); 3) transitivo

indireto, avendo così un objeto indireto (complemento di termine, in questo caso), retto da

una preposizione31

((d)); 4) transitivo direto e indireto (oppure bitransitivo), il quale richiede

allo stesso tempo un objeto direto e un objeto indireto (frase (e)).32

2.1.2.3. O predicado verbo-nominal

Il predicado verbo-nominal ha due núcleos: un nome (che può anche essere un

aggettivo, un pronome o un SP) e un verbo (oppure una sequenza verbale). Questi núcleos

possono anche essere seguiti da complementi e/o da termos acessórios. Infatti, la frase che

presenta un predicado verbo-nominal può essere concepita come composta da un predicado

31

Non si deve dimenticare che in generale è il verbo che determina quale sarà la preposizione che reggerà

l'objeto indireto.

32 Alcuni verbos intransitivos possono passare a transitivos quando costruiti con un objeto direto o indireto

(CEGALLA, 2010, p. 336), come accade per "dormir" e "bastar", che in generale sono intransitivi, nelle frasi in

(i):

(i) a. [Pred. Verb. Dormi [Obj. Dir. um sono pesado] [Adj. Adv. ontem]].

Ho dormito un sonno pesante ieri.

b. [Suj. Pouco dinheiro] [Pred. Verb. basta [Obj. Ind. a ele]].

Pochi soldi gli bastano.

Continuando la classificazione dei verbi secondo la loro predicazione, si potrebbe menzionare anche i verbos

pronominais (a proposito di questo, si veda la nota 50 nel capitolo 3, alle pagine 63 e 64).

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verbal insieme a un nominal (il quale ha un verbo de ligação implicito). In (24) si presentano

esempi di predicados verbo-nominais.

(24) a. Clarice [Pred. VN chegou [Pr. Suj. cansada] esta manhã].

C. è arrivata stanca stamattina.

b. Nosso amigo Paulo [Pred. VN deixou [Obj. Dir. a sala de reunião]

[Pr. Suj. decepcionado]].

Il nostro amico P. è uscito dalla sala di riunione deluso.

c. [Pred. VN Telefonei [Obj. Ind. à minha mãe] [Pr. Suj. com um aperto no

coração]].

Ho telefonato a mia madre con il cuore in gola.

d. Talvez o réu [Pred. VN acuse [Pr. Obj. de traficante] [Obj. Dir. o seu comparsa]].

Forse l'imputato accuserà il suo complice di esser trafficante.

e. O prefeito [Pred. VN julgou- [Obj. Dir. a] [Pr. Obj. incompetente para esta

tarefa]].

Il sindaco l'ha dichiarata incompetente per questo compito.

In (24a) si ha il predicado verbo-nominal costruito da un verbo intransitivo e da un

predicativo do sujeito (si può pensare alla frase come formata, ad esempio, da "Clarice

chegou esta manhã", con predicado verbal, e da "Clarice estava cansada", con predicado

nominal); in (24b) il predicato è formato da un verbo transitivo direto (che richiede un objeto

direto) e da un predicativo do sujeito ("Nosso amigo Paulo deixou a sala de reunião" + "Ele

estava decepcionado"); nella frase (24c) si ha un verbo transitivo indireto (che richiede allora

un objeto indireto) e un predicativo do sujeito; e finalmente, nelle frasi (24d) e (24e) il

predicato è formato da un verbo transitivo direto e da un predicativo do objeto (l'ultima frase,

ad esempio, sarebbe formata da "O prefeito julgou-a" + "Ela foi considerada incompetente

para esta tarefa").

2.2. OS TERMOS INTEGRANTES DA ORAÇÃO

In PB i termos integrantes della frase semplice sono quelli che "completano la

significazione transitiva dei verbi e dei nomi. Integrano [...] il senso della proposizione,

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29

essendo per questo indispensabili alla comprensione della frase" (CEGALA, 2010, p. 348).33

Componendo la lista di questi termos ci sono il complemento nominal e i complementos

verbais. Tra questi ultimi si trovano l'objeto direto, l'objeto indireto e l'agente da passiva. Si

possono anche aggiungere fra i termos integrantes il predicativo do sujeito e il predicativo do

objeto (sebbene non servano a completare il senso "transitivo" di nomi o verbi, come la

definizione data prima; ciononostante, sono indispensabili alla comprensione della frase,

come si vedrà in seguito). Come sarà indicato, non tutti questi sono elementi nucleari della

frase, come la NGB potrebbe far pensare quando li chiama "integrantes".34

2.2.1. O complemento nominal

Il complemento nominal completa il senso di nomi, aggettivi o avverbi attraverso

l'uso di una preposizione (CUNHA; CINTRA, 2011, p. 152-153). Esempi sono dati nelle frasi

in (25), nelle quali i termini cui il complemento nominal si riferisce sono sottolineati:

(25) a. Não pude mais suportar o atraso [C. Nom. da minha irmã].

Non ho potuto più sopportare il ritardo di mia sorella.

b. Aquele dinheiro era necessário [C. Nom. a ambos].

Quel denaro era necessario ad entrambi.

c. Nada me surpreende relativamente [C. Nom. ao teu marido].

Niente mi sorprende relativamente a tuo marito.

d. Não tive mais notícia [C. Nom. dele].

Non ho più avuto delle sue notizie.

Si può vedere nelle frasi in (25) che i complementos nominais sono indispensabili per

completare il senso dei termini sottolineati.

Cunha e Cintra (2011, p. 154) menzionano che il nome il cui senso il complemento

nominal completa corrisponde molte volte a un verbo transitivo di radice simile. Così, il

33

Dall'originale: "Chamam-se termos integrantes da oração os que completam a significação transitiva dos

verbos e dos nomes. Integram (inteiram, completam) o sentido da oração, sendo por isso indispensáveis à

compreensão do enunciado." (grasseto dell'autore)

34 Dato che questo problema si constata nella GN del PB (fra tanti altri che non si avrebbe il tempo oppure lo

spazio di menzionare in questo lavoro), si crede necessaria una revisione delle categorizzazioni fatte dalla NGB,

riservando delle categorie agli elementi che siano veramente nucleari e altre a quelli che siano accessori nella

frase semplice.

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30

complemento nominal corrisponde a un argomento del verbo in questione. Questo fatto serve

a giustificare la classificazione del complemento nominal come un termo integrante da

oração (e così, anche come un elemento nucleare della frase):

amor [C. Nom. da terra] → amar [Obj. Dir. a terra]

amore della terra amare la terra

chegada [C. Nom. dos imigrantes] → [Suj. os imigrantes] chegam

arrivo degli immigranti gli immigranti arrivano

Tuttavia, molte altre parole non si riferiscono a verbi, ma richiedono il complemento

nominal (senza il quale il loro senso non si completa), come "ávido [C. Nom. por dinheiro]"

(avido di soldi), "eficácia [C. Nom. contra a doença]" (efficacia contro la malattia), "leal

[C. Nom. com os amigos]" (leale con gli amici) ecc. (DE ANDRÉ, 1984, p. 228)

2.2.2. Os complementos verbais

Così come il complemento nominal completa il senso di un nome (ma anche di un

aggettivo o di un avverbio), i complementos verbais sono responsabili per completare quanto

è espresso dal verbo (perché questo elemento possa avere, insieme al sujeito, le sue valenze

completate, come menzionato nel capitolo 1).

I complementos verbais per eccellenza sono l'objeto direto e l'objeto indireto (nel

caso del predicado verbal o verbo-nominal). A questa lista si aggiunge il predicativo do

sujeito (principalmente nel predicado nominal) e il predicativo do objeto (quando la frase è

costituita da un predicado verbo-nominal). Alcuni autori, seguendo la NGB, considerano

anche l'agente da passiva come un complemento verbal, classificandolo fra i termos

integrantes da oração, ossia come un elemento nucleare della frase (nelle frasi che presentano

un verbo alla forma passiva).

2.2.2.1. O objeto direto

L'objeto direto è il complemento dei verbos transitivos diretos (e anche uno dei

complementi dei verbos transitivos diretos e indiretos), ossia, che si unisce al verbo

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(normalmente) senza nessuna preposizione, completando il senso di esso. Un esempio di

questo complemento si trova in (26).

(26) Finalmente vendi [Ob. Dir. a minha casa].

Finalmente ho venduto la mia casa.

Esiste anche in PB la possibilità di objetos diretos preposicionados, cioè preceduti da

preposizione senza perdere la classificazione di objetos diretos (la quale gli è data dal verbo),

come nelle frasi in (27).35

(27) a. Judas traiu [Ob. DP a Cristo].

J. ha tradito C.

b. Convence, enfim, [Ob. DP ao pai] [Suj. o filho amado].

Il figlio amato convince finalmente il padre.

(adattato da CEGALLA, 2010, p. 350)

L'osservazione della frase (27b) permette di concludere che l'uso della preposizione "a" per

formare l'objeto direto preposicionado serve a evitare ambiguità, dato che in caso contrario

non si saprebbe, fra il padre e il figlio, chi sarebbe il soggetto del predicato.

Le grammatiche del PB parlano ancora di objeto direto pleonástico, (oppure enfático,

o ancora redundante) (CEGALLA, 2010, p. 352) quando viene ripreso nella frase da un

pronome atono. Si verifica quando si vuole dare enfasi all'objeto direto che precede (o segue)

il verbo, come in (28).

(28) a. [Ob. Dir. Essas palavras]i, quem [Ob. DPl. as]i disse foi meu pai.

Queste parole, chi le ha dette è stato mio padre.

b. Marcelo encontrou- [Ob. Dir. nos]i [Ob. DPl. a nós]i.

M. ci ha incontrato, noi.

Gli indici "i" nelle frasi in (28) indicano che gli elementi sono coreferenti. Si vede anche che

in (28b) l'objeto direto pleonástico è costituito da un objeto direto preposicionado.

35

Per i casi nei quali è possibile (o necessario) l'objeto direto preposizionado, vedere Cegalla (2010, p. 349-351).

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32

2.2.2.2. O objeto indireto

L'objeto indireto è il complemento dei verbos transitivos indiretos e uno dei

complementi dei verbos transitivos diretos e indiretos, completando il loro senso. Questo

complemento si unisce al verbo tramite una preposizione (espressa o implicita), come si vede

in (29).

(29) a. Este livro pertencia [Ob. Ind. ao meu avô].

Questo libro apparteneva a mio nonno.

b. Não devolveram [Ob. Dir. o livro] [Ob. Ind. a ele].

Non gli hanno restituito il libro.

c. Matilde só pensa [Ob. Ind. em si].

M. pensa solo a sé stessa.

d. Este livro não [Ob. Ind. te] pertence.

Questo libro non ti appartiene.

Nelle frasi (29a), (29b) e (29c) l'uso della preposizione è obbligatoria con l'objeto indireto; in

(29d), poiché viene usato un pronome atono, la preposizione è implicita (se si usa un pronome

tonico, la frase diventa "Este livro não pertence [Ob. Ind. a ti]").

Come accade all'objeto direto, la GN prevede la possibilità dell'objeto indireto

pleonástico in PB, quando si ha la finalità di dare enfasi all'objeto indireto nella frase. Così,

una delle forme è un pronome atono, come si vede in (30).

(30) a. [Ob. Ind. A mim]i não [Ob. IPl. me]i deram [Ob. Dir. nada].

A me, non mi hanno dato niente.

b. Já [Ob. Ind. lhes]i expliquei, [Ob. IPl. a todos os alunos]i, [Ob. Dir. este assunto].

Gli ho già spiegato, a tutti gli allievi, questo argomento.

Come prima, gli indici "i" nelle frasi in (30) indicano che gli elementi sono coreferenti.

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33

2.2.2.3. O agente da passiva

L'agente da passiva (complemento di agente o di causa efficiente) è il complemento

del verbo nella forma passiva costruita con l'ausiliare in PB.36

Rappresenta in generale

l'elemento responsabile per l'azione subita o ricevuta dal soggetto della forma passiva (e

corrisponde al soggetto della stessa frase nella forma attiva). Normalmente si usa la

preposizione "por" (oppure "de") per introdurlo, come si vede nelle frasi in (31).

(31) a. [Suj. Este livro] foi escrito [Ag. Pass. por um professor italiano].

Questo libro è stato scritto da un professore italiano.

b. Era conhecida [Ag. Pass. de todo mundo] [Suj. a sua incompetência].

La sua incompetenza era conosciuta da tutti.

c. [Ag. Pass. Por quem] [Suj. aquela denúncia] teria sido feita?

Da chi sarebbe stata fatta quella denuncia?

L'agente da passiva va omesso quando il soggetto della forma attiva è indeterminato,

come si può concludere dall'analisi delle frasi in (32).

(32) a. [Suj. O pobre homem] foi expulso da cidade.

Il pover uomo è stato espulso della città.

b. [Suj. A Amazônia] é devastada a cada dia.

L'Amazonia è devastata ogni giorno.

c. Veem-se [Suj. mendigos] nas praças às vezes.

Si vedono barboni a volte nelle piazze.

In (32a) e (32b) si avrebbero sujeitos indeterminados nelle rispettive forme attive:

"Expulsaram o pobre homem da cidade" e "Devastam a Amazônica a cada dia"; in (32c) si ha

la forma passiva pronominale, con la quale in generale non si dichiara l'agente da passiva.37

Allora, considerando il fatto che l'agente da passiva può essere omesso dalla frase

senza che questa perda il suo senso compiuto, si potrebbe questionare l'inclusione di questo

elemento fra i termos integrantes da oração. In questo senso, sarebbe possibile ammettere

36

Come ausiliare per fare la forma passiva (oppure voz passiva) in PB si può usare i verbi "ser", "estar" o "ficar"

(CEGALLA, 2010, p. 220).

37 Come chiariscono Cunha e Cintra (2011, p. 163), l'agente e il paziente continuano gli stessi quando si passa

dalla forma attiva alla passiva o viceversa. La sola cosa che cambia sono le loro funzioni sintattiche nelle frasi.

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34

que si tratta infatti di un termo acessório da oração. La GN del PB, tuttavia, non considera

questo fatto (il quale la grammatica generativa prende in considerazione).38

2.2.3. O predicativo

Per quel che riguarda il predicativo, ce ne sono due tipi: il predicativo do sujeito e il

predicativo do objeto.

2.2.3.1. O predicativo do sujeito

Il predicativo do sujeito è il termine che esprime un attributo, uno stato o modo di

essere del soggetto, al quale si unisce tramite un verbo de ligação (la copula oppure un verbo

copulativo) nel predicado nominal; il predicativo do sujeito può partecipare anche alla

costituzione del predicado verbo-nominal (CEGALLA, 2010, p. 343).

38

In questo caso, la grammatica generativa considera l'agente da passiva come un adjunto, potendo allora essere

omesso dalla frase senza pregiudicare il senso di questa. Nella derivazione di una frase passiva, questo elemento

è incluso nell'albero attraverso il raddoppiamento della projeção máxima (nodo di radice), come si vede

nell'albero sotto, il quale rappresenta la derivazione della frase "Maria foi beijada pelo João" (M. è stata baciata

da J.).

ST ru Spec T'

Mariai ru T SV

foij g V' ru

V SPart

tj ru Spec Part' ru Part SV

beijadak ru SV SP

g pelo João

V' ru V SN

tk ti

Qui si vede che, perché il sintagma preposizionale [pelo João] sia aggiunto alla frase, si raddoppia il nodo SV, il

quale ha come testa il participio "beijada" (le tracce tn rappresentano i luoghi da dove gli elementi si originano;

questi elementi si muovono posteriormente alle posizioni dove si incontrano nella frase). Per più dettagli sulla

derivazione di frasi seguendo lo schema X-barra, si vedano Donati (2008) e Mioto, Silva e Lopes (2013).

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(33) a. Ontem o mar [Pred. Nom. estava [Pr. Suj. agitado]].

Ieri il mare era agitato.

b. O trem [Pred. VN chegou [Pr. Suj. atrasado]].

Il treno è arrivato in ritardo.

c. O réu [Pred. VN foi julgado [Pr. Suj. culpado]].

L'imputato è stato giudicato colpevole.

Nella frase (33a) si ha un predicado nominal, con il verbo de ligação "estar" (stare/essere); in

(33b) il predicato è verbo-nominal: si può pensare alla frase come la frase composta "O trem

chegou e estava atrasado" (il treno è arrivato ed era in ritardo), con l'ellissi del soggetto nella

seconda proposizione (così la prima proposizione ha un predicado verbal e, la seconda, un

predicado nominal). Lo stesso si potrebbe pensare per la frase in (33c): "O réu foi julgado e

foi considerado culpado" (l'imputato è stato giudicato e considerato colpevole).

Dato che il predicativo do sujeito non serve a completare il senso di un verbo

transitivo né di un nome, come la definizione di termo integrante da oração stabilisce, la GN

non lo classifica come tale. Infatti, il predicativo do sujeito si riferisce al soggetto tramite un

verbo de ligação espresso o implicito, come visto nelle frasi in (33). Tuttavia, in questo lavoro

si è scelto di metterlo fra i termos integrantes da oração perché consiste in un elemento

indispensabile al completamento del senso del predicado nominal. Alcuni autori, come Cunha

e Cintra (2011) o Cegalla (2010), lo considerano soltanto come parte del predicado nominal

(o, in alcuni casi, del predicado verbo-nominal).

2.2.3.2. O predicativo do objeto

Il predicativo do objeto è il termine che si riferisce all'objeto direto o all'objeto

indireto di un verbo transitivo, esprimendo una qualificazione o una classificazione di questo

objeto (DE ANDRÉ, 1984, p. 224). È verificato solo nel predicado verbo-nominal in PB,

poiché generalmente sottintende nella frase un predicado nominal nel quale l'objeto è il

sujeito (DE ANDRÉ, 1984, p. 223). Esempi di frasi nelle quali questo elemento si verifica

sono dati in (34).

(34) a. O juiz [Pred. VN julgou [Obj. Dir. o réu] [Pr. Obj. inocente]].

Il giudice ha giudicato l'imputato innocente.

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b. As paixões [Pred. VN deixam [Obj. Dir. os homens] [Pr. Obj. cegos]].

Le passioni rendono ciechi gli uomini.

c. Os participantes [Pred. VN consideraram [Pr. Obj. inadequada] [Obj. Dir. a

resposta]].

I partecipanti hanno considerato inadeguata la risposta.

d. Os inimigos [Pred. VN chamam- [Obj. Ind. lhe] [Pr. Obj. (de) mesquinho]].

I nemici lo chiamano meschino.

e. Esta notícia [Pred. VN [Obj. Dir. me] deixou [Pr. Obj. sem apetite]].

Questa notizia mi ha lasciato senza appetito.

f. O chefe [Pred. VN escolheu [Obj. Dir. Joana] [Pr. Obj. como secretária]].

Il capo ha scelto J. come segretaria.

Nelle frasi in (34), i predicativos do objeto si riferiscono agli objetos diretos nelle frasi (a),

(b), (c) e (e). Questo predicativo, come si può vedere in (34c), può trovarsi anche davanti

all'elemento al quale si riferisce. Le grammatiche menzionano come solo caso nel quale il

predicativo do objeto si può riferire a un objeto indireto quello in cui il verbo nella frase è

"chamar" (chiamare), come si vede in (34d); tuttavia, questo verbo si può costruire anche con

un objeto direto: "Os inimigos chamam-[Obj. Dir. no] (de) mesquinho". Inoltre, il predicativo do

objeto può essere retto da una preposizione, la quale può anche essere facoltativa, come in

(34d), oppure obbligatoria, come in (34e) e (34f).

Considerando gli autori presi in considerazione per questo lavoro, Cunha e Cintra

(2011) ad esempio ammettono che il predicativo do objeto sia un termo integrante da oração;

Cegalla (2010) sembra considerarlo solo come un elemento del predicado verbo-nominal. In

questo lavoro, come fatto per il predicativo do sujeito, si è messo il predicativo do objeto fra i

termos integrantes da oração perché consiste in un elemento indispensabile al completamento

del senso del predicado verbo-nominal.

2.3. OS TERMOS ACESSÓRIOS DA ORAÇÃO

La GN dá la definizione di termos acessários da oração come quelli che "si

uniscono a un nome o a un verbo per rendergli il significato più preciso. Nonostante portino

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37

una nuova informazione alla frase, non sono indispensabili per la comprensione

dell'enunciato" (CUNHA; CINTRA, 2011, p. 163).39

Nella GN in PB, si contrappongono i termos integrantes da oração (che in generale

corrispondono agli elementi nucleari della frase, come visto anteriormente) ai termos

acessórios da oração (gli elementi accessori o circostanziali), ossia quelli che, se tolti dalla

frase, non nuocciono al senso completo della frase.

In PB sono tre i termos acessórios da oração: l'adjunto adnominal, l'adjunto

adverbial e l'aposto.

2.3.1. O adjunto adnominal

L'adjunto adnominal è un elemento di valore aggettivo che caratterizza o determina

un nome (sostantivo), qualsiasi funzione sintattica questo nome possa avere nella frase. Nei

sintagmi avendo come núcleo un nome, gli adjuntos adnominais costituiscono gli elementi

che accompagnano questo núcleo. Esempi di frasi con adjuntos adnominais sottolineati e con

i núcleos dei sintagmi nominali in grassetto sono dati in (35).

(35) a. [Suj. O meu cunhado] [Pred. Verb. sempre compra [Obj. Dir. roupas caras]].

Mio cognato sempre compra vestiti cari.

b. [Suj. Lúcio] [Pred. Nom. realmente era [Pred. Suj. um homem sem escrúpulos]].

L. era veramente un uomo senza scrupoli.

c. [Pred. Verb. Devo telefonar [Obj. Ind. a [SN dois colegas de curso]] [Adj. Adv. esta

tarde]].

Devo telefonare a due colleghi di corso questo pomeriggio.

d. [Suj. O vento frio] [Pred. Verb. nos congelava [Obj. Dir. os rostos]].

Il vento freddo ci congelava i visi.

Come si può vedere nelle frasi in (35), l'adjunto adnominal può essere espresso da: un articolo

(determinativo o indeterminativo, come "o", "um" e "os" in (a), (b) e (d)); un aggettivo

(possessivo, qualificativo o dimostrativo, ad esempio, come "meu", "caras", "frio" e "esta"

39

Dall'originale: "Chamam-se ACESSÓRIOS os TERMOS que se juntam a um nome ou a um verbo para

precisar-lhes o significado. Embora tragam um dado novo à oração, não são eles indispensáveis ao

entendimento do enunciado." (maiuscole degli autori)

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38

nelle frasi (a), (d) e (c));40

una locuzione aggettiva (come "sem escrúpulos", che sarebbe

equivalente a "inescrupuloso", e "de curso" nelle frasi (b) e (c)); un numeral ("aggettivo

numerale" in italiano, come "dois" nella frase (c)). Pronomes oblíquos (pronomi personali

complementi) possono anche fungere da adjuntos adnominais quando hanno il senso di

possessivo, come "nos" nella frase (d) (la quale sarebbe equivalente a "O vento frio congelava

os nossos rostos") (DE ANDRÉ, 1984, p. 232).

Cegalla (2010, p. 364) avverte sulla possibilità di confondere l'adjunto adnominal

costruito da una locuzione aggettiva con il complemento nominal. Questo ultimo, come visto,

completa il senso di un nome transitivo (il quale, in generale, corrispondente a un verbo di

radice simile che esige un complemento), come in "a eleição do prefeito" (l'elezione del

sindaco), "colheita de feijão" (raccolta di fagioli) ecc. L'adjunto adnominal formato da una

locuzione aggettiva rappresenta l'agente dell'azione, l'origine, l'appartenenza, la qualità di

qualcuno o di qualcosa, come in "discurso do professor" (discurso del professore), "aviso de

amigo" (avvertenza di amico), "folhas de árvores" (foglie di alberi), "farinha de trigo" (farina

di grano) ecc., costituendo elementi non indispensabili per la comprensione delle frasi nelle

quali si trovano.

Nel capitolo 3 si vedrà che l'adjunto adnominal può corrispondere a molti

complementi in italiano. Una classificazione più dettagliata sarebbe allora necessaria per

questo elemento in PB, data la sua grande varietà semantica. Poiché la GN non prevede questi

dettagliamenti, il quale tuttavia non è così importante come quello dell'adjunto adverbial, non

si specificheranno in questo lavoro le sfumature che l'adjunto adnominal può avere.

2.3.2. Os adjuntos adverbiais

L'adjunto adverbial è l'elemento che serve a modificare il senso di un verbo, di un

aggettivo o di un avverbio, esprimendo una circostanza (di tempo, di luogo, di modo ecc.).

Esempi di frasi con adjuntos adverbiais sono dati in (36).

40

Nella GN del PB, differentemente da quella dell'italiano, gli aggettivi o pronomi possessivi, dimostrativi,

indefiniti o interrogativi sono sempre chiamati pronomes, non importando se accompagnano o no un nome. La

denominazione "adjetivo" (aggettivo) è allora riservata in PB all'aggettivo attributo (OLIVEIRA, 2016, p. 12).

Cunha e Cintra (2011, p. 164) e Cegalla (2010, p. 363), tuttavia, parlano di "pronomes adjetivos" riferendosi ai

pronomes che accompagnano un nome.

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39

(36) a. [Pred. Verb. [Adj. Adv. Naquele tempo] morávamos [Adj. Adv. ali]].

In quel tempo abitavamo lì.

b. [Pred. Verb. Voltamos [Adj. Adv. bem depressa] [Adj. Adv. para casa]].

Siamo tornati proprio in fretta a casa.

c. [Pred. Verb. [Adj. Adv. Aquela noite] não dormi [Adj. Adv. cedo]].

Quella sera non ho dormito presto.

d. [Suj. Sônia] [Pred. Nom. é [Pr. Suj. uma mulher [Adj. Adn. [Adj. Adv. muito]

esperta]]].

S. è una donna molto furba.

In (36), gli adjuntos adverbiais indicati nelle frasi (a), (b) e (c) si riferiscono ai verbi che

formano i núcleos dei predicados verbais. Prendendo il sintagma [bem depressa] della frase

(b), si nota che [bem] è anche un adjunto adverbial, il quale si riferisce all'avverbio

"depressa". Nella frase (d), l'adjunto adverbial [muito] modifica l'aggettivo "esperta". Inoltre,

gli adjuntos adverbiais [ali], [cedo], e [muito] sono costituiti da avverbi; [naquele tempo],

[bem depressa] e [para casa] sono locuzioni (o espresioni) avverbiali. In generale le locuzioni

(o espressioni) avverbiali sono introdotte da una preposizione, ma questa può a volte essere

omessa, come in [aquela noite], nella frase (c).

Cegalla (2010, p. 364) afferma che gli adjuntos adverbiais vengono classificati

secondo le circostanze che esprimono, ma che la GN de PB, tuttavia, non fornisce nessuna

classificazione per questi adjuntos (infatti, la NGB non prevede nessuna classificazione in

questo senso). Ciononostante, Cunha e Cintra (2011, p. 166-169) ne suggeriscono una

classificazione, che è servita di base a quella che verrà presentata nelle sezioni seguenti (ma

che non è tuttavia esaustiva). Per le classificazioni che seguono, saranno forniti esempi che le

illustrano, essendo evidenziati solo gli adjuntos adverbiais di interesse in ogni sezione.

2.3.2.1. Causa

L'adjunto adverbial de causa indica la causa oppure il motivo per cui avviene o si fa

qualcosa. Risponde alle domande "por quê? ", "por que motivo?", "por causa de quê?" ed è

retto dalle preposizioni "por", "de", "a", "sob" o da espressioni come "à força de", "por causa

de".

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(37) a. [Adj. Adv. Por que] as crianças estão chorando?

Perché i bambini piangono?

b. Os irmãos brigaram [Adj. Adv. por besteira].

I fratelli hanno litigato per sciocchezze.

c. Cheguei a cair [Adj. Adv. de susto].

Sono perfino caduto per lo spavento.

d. Aceitou a proposta [Adj. Adv. à força da insistência da mulher].

Ha accettato la proposizione a forza dell'insistenza della moglie.

e. Tomei essa decisão [Adj. Adv. sob a influência da minha mãe].

Ho preso questa decisione sotto l'influenza di mia madre.

2.3.2.2. Companhia

L'adjunto adverbial de companhia indica la persona con la quale si fa qualcosa.

Risponde alla domanda "com quem?" ed è retto dalla preposizione "com".

(38) a. Fomos ao parque [Adj. Adv. com nossos amigos].

Siamo andati al parco con i nostri amici.

b. Queres vir [Adj. Adv. comigo] ao supermercado?

Vuoi venire con me al supermercato?

2.3.2.3. Dúvida

L'adjunto adverbial de dúvida esprime l'incertezza nel fare un'azione, nel fornire

un'informazione ecc. In generale è espresso da un avverbio o da una locuzione avverbiale di

dubbio, come "talvez", "acaso", "por acaso", "porventura", "provavelmente", "decerto" ecc.

(39) a. [Adj. Adv. Talvez] eu passe na sua casa amanhã.

Forse passerò da te domani.

b. [Adj. Adv. Por acaso] foi você o responsável pelo desastre?

Per caso sei stato tu il responsabile per il disastro?

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2.3.2.4. Fim

L'adjunto adverbial de fim o de finalidade indica il fine per il quale si fa o avviene

qualcosa. Risponde alla domanda "para quê?" ed è retto dalle preposizioni "para", "por" o

"a".

(40) a. Estamos nos preparando [Adj. Adv. para a festa].

Ci prepariamo per la festa.

b. Não saí de casa ontem [Adj. Adv. por penitência].

Non sono uscito di casa ieri per penitenza.

c. [Adj. Adv. A que] vens?

Per cosa vieni?

2.3.2.5. Instrumento

L'adjunto adverbial de instrumento indica lo strumento con il quale si fa o avviene

qualcosa. Risponde alle domande "com o quê?", "por meio de quê?", "por meio de quem?" ed

è retto dalle preposizioni "por", "com", "de" o "a".

(41) a. Mandei-te um recado [Adj. Adv. pelo teu filho].

Ti ho inviato un messaggio attraverso tuo figlio.

b. Não devemos punir ninguém [Adj. Adv. com chicote].

Non dobbiamo punire nessuno con la frusta.

c. Marcelo agradeceu [Adj. Adv. de cabeça] a gentileza.

M. ha ringraziato con la testa la gentilezza.

d. Quebraram a calçada [Adj. Adv. a picareta].

Hanno rotto il marciapiede a colpi di piccone.

e. Tinha escrito a carta [Adj. Adv. com a velha caneta do pai].

Aveva scritto la lettera con la vecchia penna del padre.

2.3.2.6. Intensidade

L'adjunto adverbial de intensidade indica l'intensità con la quale si fa o avviene

qualcosa. Risponde alla domanda "em qual medida?" e in generale è espresso da un avverbio

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o da una locuzione avverbiale di intensità, come "muito", "pouco", "bastante", "demais",

"excessivamente", "levemente" ecc.

(42) a. Sempre gostei [Adj. Adv. muito] de ti.

Mi sei sempre piaciuto/piaciuta molto.

b. Nunca vi uma árvore [Adj. Adv. tão] alta.

Non ho mai visto un albero così grande.

2.3.2.7. Lugar aonde

L'adjunto adverbial de lugar aonde indica il luogo verso il quale ci si muove o è

diretta un'azione. Risponde alla domanda "aonde?" ed è retto dalla preposizione "a".

(43) a. Chegamos [Adj. Adv. à casa do meu pai] famintos.

Siamo arrivati a casa di mio padre affamati.

b. Não quero ir [Adj. Adv. ao Rio de Janeiro].

Non voglio andare a R. J.

2.3.2.8. Lugar onde

L'adjunto adverbial de lugar onde indica il luogo nel quale ci si trova o avviene

un'azione. Risponde alle domande "onde?", "em que lugar?" e può essere retto dalla

preposizione "em" o espresso (o anche introdotto) da un avverbio di luogo, come "aqui",

"ali", "embaixo" ecc.

(44) a. Estamos [Adj. Adv. na escola].

Siamo a scuola.

b. Passei uma semana [Adj. Adv. em meio à natureza].

Ho passato una settimana in mezzo alla natura.

c. A revista estava [Adj. Adv. debaixo da escada].

La rivista era sotto la scala.

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2.3.2.9. Lugar donde

L'adjunto adverbial de lugar donde indica il luogo dal quale ci si muove o si origina

un'azione. Risponde alla domanda "de onde?" e può essere retto dalla preposizione "de".

(45) a. [Adj. Adv. De onde] vens?

Da dove vieni?

b. Sai [Adj. Adv. daqui]!

Esci di qua!

c. [Adj. Adv. Desse mato] não sai coelho.

Da questa boscaglia non escono conigli. (Da questa situazione non si

ricava proprio nulla.)

2.3.2.10. Lugar para onde

L'adjunto adverbial de lugar para onde indica il luogo verso il quale ci si dirige o è

diretta un'azione. Include un'idea di permanenza in questo luogo, in generale inesistente

nell'adjunto adverbial de lugar aonde. Risponde alla domanda "para onde?" ed è retto dalla

preposizione "para".

(46) a. Levaram o defunto [Adj. Adv. para o cemitério da capital].

Hanno portato il defunto al cimitero della capitale.

b. Eles se mudaram [Adj. Adv. para outra cidade].

Si sono spostati a un'altra città.

2.3.2.11. Lugar por onde

L'adjunto adverbial de lugar por onde indica il luogo attraverso il quale ci si muove

o si effettua un'azione. Risponde alle domande "por onde?", "através de que?", "através de

onde?" ed è retto dalla preposizione "por", dalla locuzione preposizionale "através de" ecc.

(47) a. Viajei [Adj. Adv. pela rodovia federal].

Ho viaggiato per la rodovia nazionale.

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44

b. Eles fugiram [Adj. Adv. por entre os convidados].

Sono scappati attraverso gli invitati.

c. Cavalgaram [Adj. Adv. através dos campos].

Cavalcarono attraverso i campi.

Per quel che riguarda gli adjuntos adverbiais de lugar, una rápida analisi nelle frasi

da (43) a (47) permette di concludere che molti di essi non potrebbero essere eliminati dalle

frasi nelle quali si trovano senza compromettere seriamente la comprensione di queste frasi.

Cunha e Cinha (2011, p. 575) questionano la NGB, che classifica questi elementi come

adjuntos, indipendentemente della loro importanza nella frase, quando in verità si tratta di

elementi nucleari in molti casi. Infatti, principalmente quando ci sono verbos intransitivos di

moto, è frequente che il complemento di direzione non possa essere classificato come

accessorio o circostanziale, bensì come nucleare. Questo sarebbe un altro argomento per cui si

crede necessaria una revisione urgente della NGB, creandosi così una categoria per questi

elementi nucleari al di fuori dei termos acessórios da oração, come già menzionato nella nota

34, alla pagina 29.

2.3.2.12. Meio

L'adjunto adverbial de meio indica la cosa per mezzo della quale si fa o avviene

qualcosa. Risponde alla domanda "por meio de quê?" ed è retto dalle preposizioni "de",

"com", "em" ecc.

(48) a. Fui até a casa do meu namorado [Adj. Adv. de bicicleta].

Sono andato a casa del mio ragazzo in bicicletta.

b. Vou [Adj. Adv. de táxi] te ver.

Vengo a vederti in taxi.

Questo adjunto adverbial a volte si può confondere con quello di instrumento,

presentato nella sezione 2.3.2.5, alla pagina 41.

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45

2.3.2.13. Modo

L'adjunto adverbial de modo indica il modo o la maniera in cui si fa o avviene

qualcosa. Risponde alle domande "como?", "de que maneira?", "de que modo?" ed è retto

dalle preposizioni "a", "com" ecc. oppure è espresso da un avverbio di modo.

(49) a. Aperte a tecla [Adj. Adv. com força].

Prema il tasto con forza.

b. Disse tudo isso [Adj. Adv. à toa].

Ho detto tutto questo a vanvera.

c. Ele fala [Adj. Adv. bem] alemão.

Parla bene il tedesco.

d. Escreveste tudo [Adj. Adv. errado].

Hai scritto tutto sbagliato.

In PB frequentemente si usano aggettivi con valore di avverbio, come nella frase

(49d) (CEGALLA, 2010, p. 262).

2.3.2.14. Afirmação

L'adjunto adverbial de afirmação serve a confermare l'informazione alla quale si

riferisce. È espresso da un avverbio di affermazione o da una locuzione preposizionale, come

"sim", "certamente", "realmente", "de fato".

(50) a. Você disse isso [Adj. Adv. sim]!

Hai detto questo, è vero!

b. [Adj. Adv. Certamente] eles cairão na armadilha.

Certamente cadranno nella trappola.

c. [Adj. Adv. De fato] ele cometeu esse erro.

Ha fatto veramente questo sbaglio.

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46

2.3.2.15. Negação

L'adjunto adverbial de negação indica la negazione dell'informazione alla quale si

riferisce. È espresso da un avverbio di negazione o da una locuzione preposizionale, come

"não", "nem", "tampouco", "de modo algum".

(51) a. [Adj. Adv. Não] concordo com esta situação.

Non sono d'accordo con questa situazione.

b. [Adj. Adv. De jeito nenhum] sairás hoje à noite.

Neanche per sogno uscirai stasera.

2.3.2.16. Tempo

L'adjunto adverbial de tempo serve a indicare il momento in cui si fa o avviene

qualcosa, o la durata di questa cosa. Risponde a domande come "quando?", "durante quanto

tempo?", "até quando?", "desde quando?" ed è retto dalle preposizioni "de", "a" ecc., oppure

è espresso da un avverbio di tempo o da una locuzione preposizionale.

(52) a. Sairemos para o acampamento [Adj. Adv. de madrugada].

Usciremo per il campeggio di notte.

b. Estou [Adj. Adv. ainda] com o teu livro.

Ho ancora il tuo libro.

c. Os prisioneiros fugiram [Adj. Adv. durante a noite].

I prigionieri sono scappati durante la notte.

d. [Adj. Adv. Domingo] nós vamos ao cinema.

Domenica andremo al cinema.

A volte si può omettere la preposizione usata davanti all'adjunto adverbial de tempo,

come accadde nella frase (52d).

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47

2.3.2.17. Assunto

L'adjunto adverbial de assunto indica l'argomento sul quale si parla. Risponde a

domande come "sobre o quê?", "de quê?" ed è retto dalle preposizioni "de", "em", "sobre"

ecc., oppure da una locuzione preposizionale come "acerca de", "a respeito de" ecc.

(53) a. O professor falou pouco [Adj. Adv. sobre política].

Il professore ha parlato poco di politica.

b. Deveríamos saber muito [Adj. Adv. a respeito deste autor].

Dovremmo sapere molto su questo autore.

2.3.2.18. Origem ou Proveniência

L'adjunto adverbial de origem ou proveniência indica ciò da cui qualcuno o qualcosa

prende la sua origine o provenienza. Risponde a domande come "de quem?", "de quê?", "de

onde?" ed è retto generalmente dalla preposizione "de".

(54) a. O menino tinha nascido [Adj. Adv. de pais pobres].

Il bambino era nato da genitori poveri.

b. O orgulho geralmente surge [Adj. Adv. da ignorância].

L'orgoglio sorge in generale dall'ignoranza.

2.3.2.19. Inclusão

L'adjunto adverbial de inclusão indica ciò che deve essere incluso in una situazione

o azione. Risponde alle domande "incluindo quem?", "incluindo o quê?" e può essere retto da

locuzioni preposizionali come "além de", "ademais de" o da parole di valore inclusivo come

"mesmo", "inclusive".

(55) a. [Adj. Adv. Além de professor], ele é engenheiro.

Oltre a essere professore, lui è ingegnere.

b. Todos foram contactados [Adj. Adv. inclusive Roberto].

Tutti sono stati contattati incluso R.

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2.3.2.20. Exclusão

L'adjunto adverbial de exclusão indica ciò che rimane escluso da una situazione o

azione. Risponde a domande come "excluindo quem?", "excluindo o quê?", "sem o quê?",

"exceto quem?" ecc. e può essere retto da locuzioni preposizionali come "a não ser", "(com) a

exceção de" o da parole di valore esclusivo come "menos", "exceto", "fora", "salvo".

(56) a. Todos saíram, [Adj. Adv. menos o culpado].

Tutti sono usciti, tranne il colpevole.

b. Eles foram a todos os bairros, [Adj. Adv. salvo Casa Amarela].

Loro sono andati a tutti i quartieri, eccetto a C. A.

(adattato da BECHARA, 2009, p. 370)

2.3.2.21. Concessão

L'adjunto adverbial de concessão indica ciò o la persona nonostante cui avviene

qualcosa. Risponde alle domande "apesar de quê?", "apesar de quem?" e può essere retto

dalla locuzione preposizionale "apesar de", dalla parola "malgrado" o ancora da "(nem)

mesmo".

(57) a. Não consegui fazer a tarefa, [Adj. Adv. apesar da minha boa vontade].

Non sono riuscito a fare il compito, malgrado la mia buona volontà.

b. [Adj. Adv. Nem mesmo com muito esforço] poderás vencer.

Nemmeno con molto sforzo potrai vincere.

2.3.2.22. Condição

L'adjunto adverbial de condição indica la condizione perché si faccia o avvenga

qualcosa. Risponde alla domanda "sob qual condição?" e può essere retto dalla preposizione

"sem" o da parole di valore condizionale come "só... com"..

(58) a. Não poderás sair hoje [Adj. Adv. sem o meu consentimento].

Non potrai uscire oggi senza il mio consentimento.

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b. Vocês só podem entrar [Adj. Adv. com a carteirinha].

Potrete entrare solo con a tessera.

Molti altri tipi di adjuntos adverbiais potrebbero essere aggiunti alla classificazione

che si è appena conclusa. Questo si deve alla grandissima ampiezza di valori semantici che

questi adjuntos possono avere nei differenti contesti in cui vengono usati.

2.3.3. O aposto

L'aposto é un elemento di carattere nominale (avendo un núcleo costituito sempre da

un sostantivo o da un pronome) che si unisce a un sostantivo o a un pronome (oppure a un

elemento equivalente a uno di essi), fornendogli una spiegazione, una valutazione o un

riassunto (CUNHA; CINTRA, 2011, p. 169; CEGALLA, 2010, p. 365). Allora, l'aposto e

l'elemento cui si riferisce designano lo stesso essere o la stessa cosa.

È possibile che ci sia una pausa fra l'aposto e l'elemento a cui esso si riferisce, la

quale è indicata nella scritta normalmente dalla virgola (ma anche dai due punti o dalle

lineette). Tuttavia, è anche possibile che non ci sia questa pausa, quando l'elemento principale

è una parola di senso generico (si ha allora un aposto de especificação). Esempi di frasi

costruite con apostos sono dati in (59) (dove sono evidenziati, inoltre agli apostos, gli

elementi a cui essi si riferiscono).

(59) a. [Suj. O chefe, os empregados, suas famílias], [Ap. todos] estavam

estarrecidos.

Il capo, i funzionari, le loro famiglie, tutti erano terrificati.

b. Dei tudo a [Obj. Ind. ele], [Ap. meu filho], sem limites.

Ho dato tutto a lui, mio figlio, senza limiti.

c. As amigas que eu convidei são [Pr. Suj. duas]: [Ap. minha professora e sua

filha].

Le amiche che ho invitato sono due: la mia professoressa e sua figlia.

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d. A vida de um trabalhador no Brasil tem sido um naufrágio [C. Nom. de

tudo]: [Ap. de dignidade, de vontade, de ambições].

La vita di un lavoratore in Brasile è un naufragio di tutto: di dignità, di

volontà, di ambizioni.

e. Fizemos um passeio maravilhoso [Adj. Adv. pela cidade [Ap. de Lisboa]].

Abbiamo fatto una passeggiata meravigliosa per la città di Lisbona.

f. Adoro a obra [C. Nom. do poeta [Ap. [Ap. Cruz e Souza], [Ap. o mais

importante dos escritores simbolistas brasileiros]]].

Mi piace moltissimo l'opera del poeta C. S., il più importante fra gli

scrittori simbolisti brasiliani.

g. [Suj. A língua], [Ap. como meio de comunicação], é indispensável.

La lingua, come mezzo di comunicazione, è indispensabile.

h. [Hoje em dia todo mundo tem celular], [Ap. sinal evidente dos novos

tempos].

Oggi tutti hanno il cellulare, segnale evidente dei nuovi tempi.

L'analisi delle frasi in (59) permette anche di concludere che l'aposto ha la stessa funzione

sintattica dell'elemento a cui si riferisce: sujeito nelle frasi (a) e (g), objeto indireto in (b),

predicativo do sujeito in (c), complemento nominal in (d) (anche il primo aposto di (f)),

adjunto adverbial de lugar in (e), aposto in (f) (riferendosi al secondo aposto). Si nota anche

che nelle frasi (e) e (f) esistono apostos de especificação, [de Lisboa] e [Cruz e Souza],

rispettivamente. L'aposto può essere anche preceduto da espressioni esplicative, come "isto

é", "a saber" o "como", come si vede nella frase (g), o riferirsi a tutta una frase, come in (h).

In generale, si potrebbe dire che l’aposto costituisce un elemento accessorio della

frase; quando si considera l’aposto de especificação, tuttavia, si potrebbe dire che in questo

caso si ha un elemento nucleare (giacché la sua omissione cambierebbe il senso della frase nel

senso che toglierebbe la specificazione dell’elemento a cui si riferisce).

2.4. O VOCATIVO

Il vocativo è l'elemento che serve a invocare, chiamare o nominare una persona o una

cosa personificata con enfasi maggiore o minore (CUNHA; CINTRA, 2011, p. 175), per

questo si riferisce sempre alla seconda persona del discorso. Si tratta di un elemento che non

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si trova subordinato a nessun altro elemento della frase, per questo la GN del PB non lo

classifica come un termo da oração, giacché non appartiene alla struttura della frase. Nella

lingua scritta, viene isolato con le virgole dagli altri elementi della frase e può anche essere

seguito da un punto esclamativo. Esempi sono dati nelle frasi in (60).

(60) a. [Voc. Papai], a mamãe saiu já faz algum tempo.

Babbo, la mamma è uscita già da qualche tempo.

b. Quero ouvir- [Obj. Dir. vos] em meu coração, [Voc. Senhor Deus]!

Voglio ascoltarLa nel mio cuore, signor Dio!

c. [Voc. Ó dia], [Suj. você] não acaba mais!

O giorno, non finisci più!

Anche se non si subordina a nessun elemento della frase, il vocativo si può riferire a alcuni

elementi, come all'objeto direto nella frase (60b) o al sujeito, nella frase (60c). In (60a),

tuttavia, il vocativo non si riferisce a nessun elemento. Quando si vuole dare un'enfasi

maggiore alla frase, è consueto far precedere il vocativo da un'interiezione, come "ó", "olá" o

"eh", come accade nella frase (60c).

Dopo aver presentato i termos della frase semplice in PB, nel prossimo e ultimo

capitolo verrà fatto lo stesso con gli elementi della frase semplice in italiano. Lì si procederà

anche al paragone fra le due lingue, obiettivo principale di questa monografia.

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3. LA CLASSIFICAZIONE DEGLI ELEMENTI DELLA FRASE SEMPLICE IN

ITALIANO E LA LORO COMPARAZIONE CON QUELLI IN PB

In italiano, lo studio della lingua in una prospettiva sintattica è tradizionalmente

diviso in tre parti (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 106):

l'analisi logica, che si occupa della frase semplice e ci identifica le categorie

sintattiche (come il soggetto, il predicato, i complementi, l'attributo,

l'apposizione);

l'analisi grammaticale, la quale identifica le categorie grammaticali (oppure le

classi di parole) a cui appartiene ogni parola che costituisce la frase;

l'analisi sintattica, che si occupa della frase complessa e ci identifica le varie

specie di proposizioni che la compongono (come la proposizione principale,

coordinata, subordinata ecc.).

Come è possibile vedere, l'analisi sintattica ha una definizione diversa nelle due

lingue che vengono prese in considerazione in questo lavoro: in PB l'análise sintática si

occupa tanto della frase semplice come di quella complessa; in italiano, solo la frase

complessa viene considerata dall'analisi sintattica, riservandosi allora l'analisi logica alla frase

semplice. Tuttavia, si vedrà in questo capitolo che questa è solo una questione di

nomenclatura, che i processi necessari per l'identificazione degli elementi della frase sono

praticamente gli stessi (anche se la classificazione sintattica di questi termini è differente nelle

due lingue).

In italiano, in generale, le grammatiche non fanno la classificazione degli elementi

della frase come in PB (classificandoli come essenziali, integranti e accessori). Ma,

ricordando quello che è stato detto nel primo capitolo di questo lavoro, gli elementi nucleari

della frase sono il verbo e i suoi argomenti. Prendendo questo fatto in considerazione, in un

primo momento si potrebbe dire che questi elementi (sia in italiano che in PB) sono il

soggetto, il predicato, il complemento oggetto (oppure complemento diretto) e il

complemento di termine (il quale è uno dei tanti complementi indiretti studiati dalla GN

italiana), essendo gli altri elementi circostanziali (come gli elementi avverbiali o molti

complementi indiretti).

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Esempi di elementi nucleari sono quelli che accompagnano i predicati verbali delle

frasi in (61).

(61) a. [Sogg. Michela] [Pred. Verb. darà] [C. Ogg. il libro] [C. Term. a Gianni].

b. [Sogg. Loro] [Pred. Verb. telefonano] [C. Term. ai loro amici].

c. [Sogg. Pierino] [Pred. Verb. chiama] [C. Ogg. la mamma].

d. [Sogg. Lucia] [Pred. Verb. dorme].

e. [Pred. Verb. Nevica].

Come si può vedere in (61e), a volte il verbo non ha bisogno di argomenti per avere il suo

senso compiuto, come succede con i verbi meteorologici.

Se si considera anche il predicato verbale con verbo copulativo, si vede che anche il

complemento predicativo (del soggetto o dell'oggetto) può essere un elemento nucleare della

frase, dato che a volte non può essere omesso dalla frase senza compromettere il senso di

essa, come si verifica nelle frasi in (62).

(62) a. [Sogg. La situazione] [Pred. Verb. risulta] [C. PS complicata].

b. *[Sogg. La situazione] [Pred. Verb. risulta].

c. [Sogg. Il popolo] [Pred. Verb. ha eletto] [C. Ogg. Cesare] [C. PO sindaco].

d. [Sogg. Il popolo] [Pred. Verb. ha eletto] [C. Ogg. Cesare].

In (62a) e (62b) si può concludere che [complicata] è un elemento nucleare, indispensabile per

completare il senso del predicato. Dall'osservazione di (62c) e di (62d), si potrebbe

concludere che [sindaco] è un elemento circostanziale: la sua omissione non provoca

agrammaticalità.

È importante tenere chiaro che un elemento può essere classificato come nucleare a

seconda del predicato. Così, in (63a) e in (63b) il sintagma [tutto il giorno], complemento di

tempo continuato, è nucleare, mentre in (63c) e in (63d) è accessorio.

(63) a. [Sogg. Lo sciopero] [Pred. Verb. è durato] [C. TC tutto il giorno].

b. *[Sogg. Lo sciopero] [Pred. Verb. è durato].

c. [Pred. Verb. Ho studiato] [C. TC tutto il giorno].

d. [Pred. Verb. Ho studiato].

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Concludendo questa breve analisi degli elementi nucleari della frase semplice in

italiano, si potrebbe dire che i soli costituenti che saranno sempre nucleari in questa lingua

sono, come detto prima, il soggetto, il predicato, il complemento oggetto e il complemento di

termine. Tutti gli altri complementi (predicativi, di luogo, di tempo, di specificazione, di

prezzo ecc.) possono, in un primo momento, essere tanto nucleari come accessori, dipendendo

solo dal predicato della frase.41

3.1. IL SOGGETTO

Insieme al predicato, il soggetto è un componente indispensabile della frase

(DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 110), tranne se la frase viene costruita con un verbo

impersonale, come in (61e) sopra.

La definizione di soggetto che si trova in generale nelle grammatiche italiane è che

questo elemento indica di solito:

nelle frasi con verbo attivo, chi o che cosa compie l'azione;

nelle frasi con verbo passivo o riflessivo, chi o che cosa subisce l'azione espressa

dal predicato;

nelle frasi con predicato nominale, a chi o a che cosa è attribuita una qualità o

uno stato (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 112; IESU, 2006, p. 83-84).

Nelle grammatiche italiane si verifica un punto importante, il quale quelle del PB

generalmente non menzionano: la divisione tra soggetto grammaticale (o sintattico) e

soggetto logico. Come chiariscono Dardano e Trifone (2001, p. 115), il primo è il soggetto

della frase, riconoscibile mediante criteri formali (con il quale il verbo deve concordare nel

numero, nella persona e a volte nel genere); il secondo è l'agente reale dell'azione.42

Se si

comparano le frasi in (64):

(64) a. [Sogg. Il padre] [Pre. Verb. ha vestito] [C. Ogg. la figlia].

b. [Sogg. La figlia] [Pre. Verb. è stata vestita] [C. Ag. dal padre].

41

Come si vedrà nella sezione 3.5.3.32 (alle pagine 96 e 97), il complemento di vocazione non costituisce un

vero complemento della frase semplice.

42 Per più chiarimenti sulla differenza tra soggetto sintattico e soggetto logico, si veda Salvi (2001, p. 44-55).

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si vede che, in (64a), il soggetto grammaticale e quello logico coincidono, ma non in (64b),

poiché [il padre] continua ad essere l'agente del processo di vestire.

Le grammatiche italiane non sembrano presentare normalmente la classificazione del

soggetto sintattico assumendo criteri formali come fanno quelle in PB (classificando questo

soggetto come semplice, composto, occulto ecc.), ma usano il punto di vista semantico,

riguardando così i ruoli che questo elemento può assumere nella frase. Si ha allora il soggetto

(SALVI, 2001, p. 64-66):

agente, quando designa l'ente che compie attivamente l'azione espressa dal

verbo. Questo tipo di soggetto si verifica nelle frasi con verbo attivo, come in

(65);

(65) [Sogg. La ditta] ha costruito l'edificio in tre mesi.

strumento, quando designa lo strumento con cui si compie l'azione espressa dal

verbo, come in (66);

(66) [Sogg. Questo coltello] non ha potuto tagliare il pane.

oggetto (oppure paziente), quando designa l'ente interessato dall'azione o dalla

relazione espressa dal verbo, come in (67);

(67) a. [Sogg. La lezione] cominciò alle due quel giorno.

b. [Sogg. Il ladro] è stato picchiato dal poliziotto.

In (67a) si vede che [La lezione] non può avere un ruolo attivo nella frase (anche perché non è

un essere animato), poiché è necessario che qualcuno l'abbia cominciata;43

nella frase in (67b)

si vede chiaramente che il soggetto subisce l'azione (anche perché nella forma passiva il

soggetto è infatti il complemento oggetto della forma attiva corrispondente).

43

Salvi (2001, p. 65) aggiunge che il soggetto ha spesso il ruolo di oggetto nelle frasi con verbi inaccusativi

(vedere la nota 11, alla pagina 14) e che, con questi verbi, se il soggetto è animato, può avere sia il ruolo di

oggetto sia quello di agente, dipendendo dal contesto verificato:

(i) [Sogg. Piero] rotolò giù per il pendio (perché ce lo buttarono) / (volontariamente).

(adattato da SALVI, 2001, p. 65)

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esperiente, che è il soggetto dei verbi che non indicano azioni, ma un evento o

una situazione non controllati dal soggetto (in generale si tratta di una

sensazione), come in (68);

(68) [Sogg. Pierino] amava la maestra.

dativo, quando il verbo cui si riferisce indica un tipo di rapporto (in generale di

possesso), come in (69);

(69) a. [Sogg. Maria] ha due sorelle.

b. [Sogg. Giorgio] possiede una bella macchina.

locativo, quando indica il luogo dove occorre l'evento indicato dal verbo o il

luogo di una certa relazione, come in (70).

(70) a. [Sogg. Il fiume] pullula di pesci.

b. [Sogg. Il mio zaino] contiene tutto quello di cui ho bisogno.

Anche in italiano ci sono dei mezzi per evitare di specificare il soggetto di una frase,

oppure per farlo diventare indefinito. Ci sono due tipi di soggetto indefinito: il soggetto

generico (che si riferisce a un numero non definito di possibili referenti, ma eventualmente

tutti) e il soggetto indeterminato (il cui referente non è specificato).

Esempi di soggetti generici e indeterminati si mostrano nelle frasi in (71).

(71) a. In Brasile trovi sempre delle persone simpatiche.

b. In Italia mangiamo molta pizza.

c. Da quelle parti ammazzano gli uccellini per mangiarli fritti.

d. Hanno detto una bugia immensa.

e. Bisogna accettare la situazione.

f. Uno non può più dormire tranquillo.

g. Non si crede all'innocenza del presidente.

In (71a), il soggetto generico è espresso dall'uso della seconda persona singolare del verbo

(che può comprendere sia l'ascoltatore che il parlante); in (71b), dall'uso della prima persona

plurale (il parlante è qui compreso esplicitamente fra i referenti possibili); (71c) e (71d)

mostra l'uso della terza persona plurale: la prima indica un soggetto generico e la seconda, un

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soggetto indeterminato (in tutti e due i casi il parlante e l'ascoltatore sono esclusi); in (71e) si

ha un soggetto indefinito nell'uso del verbo impersonale "bisognare" seguito da un infinito;

anche indefinito è il soggetto di (71f), con l'uso di "uno" (lo stesso accadrebbe con l'uso di

quantificatori indefiniti come "qualcuno", "qualcosa, "alcuni" ecc.); in (71g) il soggetto

indefinito è indicato dall'uso del "si impersonale" (usato solo per persone, comprendendo o

meno il locutore e potendo corrispondere all'uso di "uno" visto in (71f)).44

Salvi (2001, p. 125-127) parla del "ci presentativo", un elemento clitico che, accanto

al "si" impersonale, occupa la posizione di soggetto. In (72) si trovano esempi di questo tipo.

(72) a. C'è Michela.

b. Ci sono venti studenti nell'aula.

c. Ci vuole molta pazienza.

d. Ci vogliono molti soldi.

Infatti, i SN che si trovano dopo il verbo sono i soggetti delle frasi e hanno le stesse

proprietà dei soggetti dei verbi inaccusativi45

(per esempio, il verbo si accorda con questi SN,

come si vede in tutte le frasi di (72)). Tuttavia, non possono occupare la posizione prima del

verbo, tranne quando si considera un valore esistenziale (o di presenza), come nelle frasi in

(73).

(73) a. Per me il mostro di Loch Ness non c'è.

b. Mauro non c'è oggi.

Cardinaletti (2014, p. 155-156) fa una critica all'analisi logica della grammatica

normativa analizzando la frase in (74).

(74) Il fratello di Gianni è arrivato.

(adattato da CARDINALETTI, 2014, p. 155)

44

Salvi (2001, p. 46-47) menziona dei casi simili al sujeito oculto in PB: nelle frasi complesse (ma anche nelle

composte), i soggetti delle proposizioni devono essere coreferenti, ossia che il soggetto logico della proposizione

nella quale questo soggetto è espresso deve essere lo stesso soggetto sintattico della proposizione in cui questo

soggetto non viene espresso. Questi casi accadono nelle proposizioni: a) finite ("[Sogg. Piero] baciò Maria e [Sogg.

Ø] scappò via."); b) con participio assoluto ("Appena [Sogg. Ø] uscito di casa, [Sogg. Giovanni] si imbatté in

Lucia."); c) con gerundio assoluto ("[Sogg. Piero] ha incontrato Maria, [Sogg. Ø] passeggiando nel parco."); d)

infinite non argomentali ("Dopo [Sogg. Ø] aver scalato il Cervino, [Sogg. Giovanni] ha incontrato Maria."); e)

ridotte non argomentali ("Da [Sogg. Ø] ragazzo, [Sogg. Piero] collezionava francobolli.").

45 Per i verbi inaccusativi, si veda na nota 11, alla pagina 14.

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Diventa facile riconoscere il soggetto di (74) come tutto il sintagma nominale [Sogg. Il

fratello di Gianni]; considerando l'organizzazione gerarchica dei costituenti, è possibile

identificare dentro del sintagma nominale un complemento di specificazione de nome

"fratello" ([Sogg. Il fratello [C. Spec. di Gianni]]). Ciononostante, la grammatica normativa

presenta un'incongruenza: indica il soggetto come solo [il fratello], classificando [di Gianni]

come complemento di specificazione, dando l'impressione che questo elemento si trovi al di

fuori del soggetto.46

3.2. IL PREDICATO

Dardano e Trifone (2001, p. 117) definiscono il predicato come "ciò che viene detto

a proposito del soggetto". Iesu (2006, p. 85) ammette che il predicato è l'elemento che serve a

indicare l’azione oppure lo stato riferiti al soggetto.

Le grammatiche dell'italiano distinguono (a volte) tre tipi di predicato: nominale, con

verbo copulativo e verbale.

3.2.1. Il predicato nominale

Questo predicato è costituito da una voce del verbo "essere" (chiamato "copula",

legame, perché lega il soggetto alla parte nominale) seguita da un aggettivo e/o da un nome.

Esempi di frasi nelle quali si trovano predicati nominali sono presentati in (75).

(75) a. [Sogg. La casa] [Pred. Nom. [Cop. è] [PN blu]].

b. [Sogg. Dante] [Pred. Nom. [Cop. fu] [PN una persona colta]].

La parte nominale (PN) del predicato nominale o "nome del predicato" corrisponde

all'aggettivo o al nome unito al verbo essere (nel caso che sia un aggettivo, può essere

chiamata anche "aggettivo predicativo"). In PB questa parte nominale corrisponde al

predicativo do sujeito nel predicado nominal.

46

Iesu (2006, p. 84), analizzando la frase "Il fratello di Martina lavora al tribunale", simile a (74) per quel che

riguarda il soggetto, classifica come soggetto [Il fratello], come espansione [di Martina] e come gruppo del

soggetto l'insieme [[il fratello] [di Martina]].

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Considerando che nel predicado nominale ci sarà sempre la copula (il verbo

"essere"), questo predicato sempre corrisponderà al predicado nominal in PB.

3.2.2. Il predicato con verbo copulativo

Alcune grammatiche dell'italiano (fra le quali Dardano e Trifone (2001)) classificano

come "predicato nominale" soltanto quelli costruiti con il verbo essere (la "vera copula"). In

PB, come visto nel capitolo precedente, ci sono altri verbi che entrano nella costituzione del

predicado nominal; questi verbi vengono chiamati in italiano di "verbi copulativi" e entrano

nella costituzione del "predicato con verbo copulativo" (che, come menzionato prima, non si

distingue dal predicato nominale per alcuni autori). Esempi di frasi con questo tipo di

predicato sono presentati in (76).

(76) a. La situazione [Pred. VC è diventata] [C. PS difficile].

b. Lo spettacolo [Pred. VC sembrava] [C. PS interessante].

c. Marco [Pred. VC riesce] [C. PS simpatico].

d. Paula e Maria [Pred. VC sono nate] [C. PS povere].

e. Il tentativo [Pred. VC è risultato] [C. PS inutile].

L'analisi delle frasi in (76) mostra che il predicato con verbo copulativo è costituito dal

proprio verbo copulativo; il complemento predicativo del soggetto, che è la parte che viene

dopo e serve a completare il senso di questo predicato, non fa parte del predicato secondo la

GN dell'italiano, al contrario di quello che succede per la parte nominale del predicato

nominale (si può vedere questo fatto osservando la disposizione delle parentesi quadre che

identificano i predicati nelle frasi in (75) e in (76)).

Alcuni esempi di verbi copulativi sono "parere", "sembrare", "stare", "rimanere",

"diventare", "riuscire", "risultare", "nascere", "vivere", "morire", "soprannominare",

"eleggere", "ritenere", "rendere" (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 118-119). Tuttavia, alcuni

di questi verbi possono essere predicativi in altri contesti (quando non servono a legare il

soggetto al suo complemento predicativo), come in "Siamo rimasti a casa".

Corti e Caffi (1989, p. 487) chiariscono che "alcuni verbi, quali credere, ritenere,

considerare, eleggere, nominare ecc., sono copulativi al passivo" (corsivi delle autrici). In

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questo senso, nella frase (77a) sotto, il verbo "considerare" costituisce un verbo copulativo,

mentre in (77b), un verbo predicativo.

(77) a. Riccardo [Pred. VC era considerato] [C. PS un tipo originale].

b. Vorremmo [Pred. Verb. considerare] meglio [C. Ogg. la questione].

(adattato da CORTI; CAFFI, 1989, p. 487)

Le stesse autrici difendono che questi verbi possono essere copulativi anche quando

usati nella forma attiva, servendo a collegare il complemento oggetto al complemento

predicativo dell'oggetto (CORTI; CAFFI, 1989, p. 498-499). In questo senso, se si prende la

frase (77a) e si cerca la sua forma attiva usando un soggetto "generico", si ha la frase (78).

(78) [Sogg. La gente] [Pred. VC considerava] [C. Ogg. Ricardo] [C. PO un tipo originale].

Considerando questi fatti, si potrebbe dire che non tutti i verbi considerati copulativi

in italiano lo sono in PB: in questa lingua, la frase in (78) è considerata come composta da un

predicado verbo-nominal, il quale è obbligatoriamente composto da un verbo predicativo in

PB. Essendo così, si può concludere che i predicati con verbi copulativi in italiano possono

corrispondere a un predicado nominal o a un predicado verbo-nominal in PB, dipendendo dal

caso.

Dardano e Trifone (2001, p. 119) menzionano ancora che "il predicato con verbo

copulativo sta, per così dire, a metà strada fra il predicato nominale e il predicato verbale".

3.2.3. Il predicato verbale

Questo predicato è costituito da un verbo predicativo. La GN dell'italiano definisce il

"verbo predicativo" come quello che ha un senso compiuto, ossia che non necessita "di

ulteriori elementi per dare un senso al soggetto; esso [, cioè, il predicato,] fornisce

un’informazione completa" (IESU, 2006, p. 85, grassetti dell'autrice).47

Alcuni esempi di

frasi con predicato verbale si vedono in (79).

47

Si potrebbe contestare questa definizione di "verbo predicativo": nel caso dei verbi transitivi, ad esempio, il

complemento oggetto è essenziale per completare l'idea del predicato (non si può dire soltanto "*Gianni guarda",

è necessario aggiungerci il complemento: "Gianni guarda il mare"). Si può credere che l'intensione della GN per

usare questa definizione sia stato il fatto di poter confrontare questi verbi con i verbi copulativi, che molte volte

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(79) a. La bambina [Pred. Verb. sta leggendo] [C. Ogg. un libro].

b. Michela [Pred. Verb. è dovuta andare] [C. MaL dal medico].

c. La ragazza [Pred. Verb. si trucca] [C. TC durante la lezione].

d. Mariella [Pred. Verb. è arrivata] [C. MaL a casa] [C. PS stanca].

e. Il libro [Pred. Verb. è letto] [C. Agg. dalla bambina].

f. Il fantino [Pred. Verb. è caduto] [C. MdL dal cavallo].

g. La cagnetta [Pred. Verb. è] [C. SiL sul divano].

h. Quella bici [Pred. Verb. è] [C. Spec. di mio zio].

i. Mia suocera [Pred. Verb. è] [C. SiL al numero seicentosessantasei].

Come si può vedere dall'analisi delle frasi in (79), il predicato verbale può indicare, fra altre

cose, un'azione compiuta dal soggetto (frasi (a), (b), (c) e (d))48

, un'azione subita dal soggetto

(frase (e)), un fenomeno o un evento che accade al soggetto (frase (f)), uno stato o una

condizione in cui si trova il soggetto (frase (g)), un'appartenenza (frase (h)), il luogo dove si

trova il soggetto (frase (i)). Nelle frasi (g), (h) e (i), il verbo "essere" non funge da copula (non

lega il soggetto al suo predicativo), ma da verbo predicativo, costituendo così il predicato

verbale (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 118), significando "trovarsi", "appartenere" e

"stare", rispettivamente.

Dardano e Trifone (2001, p. 118) menzionano che i verbi passivi (formati da un

ausiliare e da un participio passato), i verbi servili (come "dovere", "potere", "volere") e i

verbi fraseologici (come "cominciare a", "stare per", "smettere di") si analizzano come un solo

predicato, poiché formano con il verbo che li reggono un tutt'uno (si vedano le frasi (a), (b) e

(e) in (79)).49

In italiano la GN in generale considera che solo il verbo costituisce il predicato

verbale (così come il predicato con verbo copulativo, come lo fanno Dardano e Trifone

(2001)), al contrario di quello che si verifica in PB (dove, in generale, il predicato è ottenuto

prendendo dalla frase quello che resta dopo eliminato il soggetto). Per questo, in italiano non

non fanno altro che legare il soggetto alla parte nominale del predicato nominale (oppure al complemento

predicativo in un predicato con verbo copulativo).

48 Non si deve dimenticare che il verbo essere, "oltre a svolgere la funzione di copula, può servire semplicemente

da verbo ausiliare in forme verbali composte" (CORTI; CAFFI, 1989, p. 487), come si vede nelle frasi (b), (d),

(e) e (f) in (79).

49 Tuttavia, per quel che riguarda il predicato verbale formato da un verbo coniugato in un tempo composto,

Cardinaletti (2014, p. 157-158) fornisce argomenti che indicherebbero che l'ausiliare e il participio non formano

un'unità sintattica, come interposizione di un avverbio fra loro (l'autrice dà come esempio la frase "Hakkinen ha

[più volte] distrutto la sua vettura").

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si parla di "predicato verbo-nominale" (il cui verbo, dal punto di vista della GN dell'italiano,

non costituisce più che un predicato verbale – o un predicato con verbo copulativo, a seconda

del caso), dato che per questo il complemento predicativo dovrebbe far parte del predicato (si

veda la frase (79d), formata da un predicato verbale in italiano, ma da un predicado verbo-

nominal in PB).

Iesu (2006, p. 86) chiama "gruppo del predicato" l'insieme costituito dal verbo e dai

suoi argomenti, nel caso che il primo non abbia significato compiuto da solo.

Figura 5 – Il gruppo del predicato.

Adattato da Iesu (2006, p. 86).

Un'altra differenza che si constata fra la GN del PB e quella dell'italiano è la

classificazione dei verbi per quel che riguarda la loro predicazione. Come visto nella sezione

2.1.2.2, alle pagine 26 e 27, in PB i verbos significativos vengono classificati come

intransitivos, transitivos diretos, transitivos indiretos e bitransitivos (oppure transitivos

diretos e indiretos). Esempi di verbi con questa classificazione si incontrano nelle frasi in

(23), alla pagina 27 di questo lavoro. In italiano, i verbi predicativi (ossia quelli che non sono

né copula né copulativi, corrispondendo ai verbos significativos del PB) sono classificati

soltanto come intransitivi o transitivi, secondo possano o meno avere un complemento

oggetto (il quale deve, per definizione, essere diretto) (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 274-

275).50

Verbi che vengono completati da un complemento indiretto sono, allora, intransitivi in

50

Si potrebbe parlare anche dei verbi pronominali, i quali vengono "accompagnati dal pronome riferito al

soggetto" (CORTI; CAFFI, 1989, p. 495-496). Fra questi verbi, si identificano:

le costruzioni riflessive proprie, le quali coinvolgono:

o soggetto e complemento oggetto, come in "Io mi vesto", che può essere parafrasata da "Io

vesto me stesso";

o soggetto e complemento indiretto, come in "Ci siamo concessi una vacanza", equivalente a

"Abbiamo concesso una vacanza a noi stessi" (Dardano e Trifone (2001, p. 276), tuttavia,

classificano questo caso come una costruzione riflessiva apparente oppure "transitiva

pronominale");

o l'idea di reciprocità, come in "I due professori si sono salutati", che significa "Ognuno dei

professori ha salutato l'altro". Questo caso accadde solo con un soggetto plurale;

le costruzioni riflessive apparenti, nelle quali il pronome riflessivo non indica un complemento

oggetto o indiretto, ad esempio in frasi come:

o "Ieri mi sono mangiato una pizza", nella quale l'aggiunta del pronome riflessivo vuole

soltanto indicare affettività nella frase (in questo caso il pronome non fa parte della struttura

argomentale del predicato (SALVI, 2001, p. 608));

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italiano (come quelli che non hanno bisogno di nessun complemento). In (80) si possono

trovare esempi di frasi costruite con verbi intransitivi (frasi (a) e (b)) e transitivi (frasi (c) e

(d)) in italiano.

(80) a. Il bambino [Pred. Verb. è svenuto].

b. Mariana [Pred. Verb. rinuncerà] [C. Term. al premio].

c. Giulio e Mauro [Pred. Verb. stanno scrivendo] [C. Ogg. molti libri].

d. I signori [Pred. Verb. hanno fatto] [C. Ogg. i complimenti] [C. Term. ai loro figli].

Nella tabella 1 si trova la comparazione fra la classificazione dei verbi secondo la

loro predicazione che la GN fa in italiano e in PB (lì si sono aggiunti anche i verbi non

predicativi, i quali sono la copula "essere" e i verbi copulativi, discussi nelle sezioni 3.2.1 e

3.2.2, alle pagine da 59 a 61):

Tabella 1 – Comparazione fra i verbi secondo la loro predicazione in italiano e in PB.

ITALIANO PORTOGHESE DEL BRASILE

copula

verbos de ligação

verbi copulativi

verbos

significativos

transitivos diretos

verbi predicativi

transitivi transitivos diretos e

indiretos

intransitivi

intransitivos

transitivos indiretos

In questa tabella (così come nella tabella 2, alle pagine da 99 a 102), per identificare le

corrispondenze si devono osservare le posizioni delle linee orizzontali. Dunque, ad esempio,

un verbo copulativo in italiano può corrispondere a un verbo de ligação o a un verbo

transitivo direto in PB; un verbo transitivo direto in PB può corrispondere a un verbo

copulativo o a un verbo transitivo in italiano.

o "Alice si lava i denti", dove il pronome riflessivo indica l'appartenenza ("I denti di Alice

sono lavati").

Per più dettagli riguardando i verbi pronominali, vedere Corti e Caffi (1989, p. 494-496).

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3.3. L'ATTRIBUTO

L'attributo consiste in "un aggettivo [oppure un participio usato con valore di

aggettivo] che serve a qualificare, determinare, caratterizzare un sostantivo dal quale dipende

sintatticamente" (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 127). L'attributo può riferirsi a qualsiasi

elemento della frase che abbia un nome come testa: il soggetto, il complemento oggetto,

qualsiasi complemento indiretto o la parte nominale del predicato nominale. Le frasi in (81)

offrono esempi in cui gli attributi si trovano sottolineati e i nomi a cui si riferiscono (le teste

dei sintagmi nominali), in grassetto.

(81) a. [Sogg. Una donna intelligente] [Pred. Verb. ha] [C. Ogg. un gran valore].

b. [Sogg. Marco] [Pred. Verb. è uscito] [C. MdL da casa sua] [C. TD alle ore undici].

c. [Sogg. Questi studenti] [Pred. Nom. sono [PN dei ragazzi molto simpatici]].

d. [Sogg. Calvino], [App. notevole scrittore], [Pred. Verb. morì] [C. TD nel 1985].

e. [Pred. Verb. Abbiamo avuto] [C. Ogg. un problema da matti].

f. [Pred. Verb. Non aveva mai conosciuto] [C. Ogg. un uomo così].

Nelle frasi in (81) gli aggettivi (o elementi con senso aggettivo) sottolineati sono attributi: del

soggetto ("intelligente", frase (a); "questi", frase (c)); del complemento oggetto ("gran", (a));

del complemento di moto da luogo ("sua", (b)); del complemento di tempo determinato

("undici", (b)); della parte nominale del predicato nominale ("molto simpatici", (c));

dell'apposizione ("notevole", (d)). L'analisi della frase (c) rende possibile concludere che

anche elementi che servano a modificare l'aggettivo, come l'avverbio "molto", sono

considerati parte integrante dell'attributo (molto simpatici = simpaticissimi) (IESU, 2006, p.

88). Inoltre, le frasi (e) e (f) mostrano che, oltre agli aggettivi, altri elementi possono svolgere

la funzione di attributo, come "da matti" che determina la testa del complemento oggetto,

"problema" (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 128-129) e "così", il quale significa "simile".

Secondo Dardano e Trifone (2001, p. 129), l'attributo può: caratterizzare il sostantivo

(funzione caratterizzante) come in [dei ragazzi molto simpatici] in (81c) (non si parla di tutte i

ragazzi, ma solo di quelli molto simpatici); quantificare (funzione quantificatrice), come in [i

dodici apostoli]; esprimere una qualità implicita al sostantivo (funzione esornativa), come in

[il dolce zucchero].

Dardano e Trifone (2001, p. 128) menzionano anche che l'attributo può essere un

elemento accessorio (che si potrebbe eliminare dalla frase senza nuocere al senso di essa)

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oppure parte integrante dell'elemento a cui si riferisce. Questo ultimo caso si verifica nella

frase (81b): se si fosse eliminato l'attributo "undici", la frase avrebbe il suo senso

pregiudicato. Gli autori credono necessario anche distinguere fra attributo, parte nominale del

predicato nominale e complemento predicativo del soggetto, in frasi come "il ricco signore

passeggia", "il signore è ricco" e "il signore ritorna ricco" (considerando la funzione sintattica

dell'aggettivo "ricco" nelle frasi, rispettivamente).

L'attributo in italiano corrisponde all'adjunto adnominal nella GN del PB (anche se,

come visto, ci sono casi nei quali l'attributo non funge da elemento accessorio).

3.4. L'APPOSIZIONE

L'apposizione "è un sostantivo che si mette vicino a un altro per caratterizzarlo o

definirlo meglio" (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 129). Esempi di frasi con apposizioni si

trovano in (82).

(82) a. [App. Il dittatore] [Sogg. Giulio Cesare] [Pred. Verb. fu ucciso] [C. Agg. da Bruto],

[App. suo caro amico].

b. [Sogg. Mio padre], [App. da giovane], [Pred. Nom. era sportivo].

c. [App. Come direttore di quell'azienda], [Sogg. Michele] [Pred. Verb. ha fatto]

[C. Ogg. molte cose].

L'apposizione si può riferire al soggetto (come in tutte le frasi di (82)) o a qualsiasi

complemento della frase (come la seconda apposizione di (82a)) e può precedere oppure

seguire l'elemento cui si riferisce. Iesu (2006, p. 88) menziona che l'apposizione può essere

semplice (quando costituita da un solo nome, come [il dittatore] nella frase (a)) o complessa

(completata da uno o più aggettivi o complementi, come l'apposizione della frase (c)). Inoltre,

questo elemento può essere introdotto da preposizioni (come [da giovane] in (b)), da avverbi

("come" nell'apposizione della frase (c)) o da locuzioni preposizionali (come "in qualità di",

"in veste di").

In generale, l'apposizione in italiano corrisponde all'aposto in PB. Tuttavia,

l'osservazione della frase (82a) permette di identificare una differenza rispetto all'aposto de

especificação in PB, menzionato nella sezione 2.3.3, alle pagine 49 e 50: in PB si considera

aposto l'elemento che serve a specificare l'elemento generico (in questo caso, sarebbe [Júlio

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César] l'aposto, che chiarisce di quale dittatore si tratta, essendo così [o ditador] il núcleo del

sintagma nominale [o ditador Júlio César]), mentre in italiano è l'elemento generico che

costituisce l'apposizione (il quale corrisponde a [il dittatore], mentre [Giulio Cesare] è

l'elemento più importante dell'insieme [[il dittatore][Giulio Cesare]]).

3.5. I COMPLEMENTI

I complementi sono gli elementi che completano quanto è espresso dagli elementi

essenziali della frase, ossia il soggetto e il predicato.

Dardano e Trifone (2001, p. 122) classificano i complementi in due tipi:

il complemento diretto (oppure complemento oggetto) che dipende da un

verbo transitivo attivo e si costruisce senza preposizione;

i complementi indiretti che esprimono varie funzioni nella frase (piuttosto sulla

base della funzione semantica svolta) e si costruiscono per lo più con una

preposizione semplice o articolata.

Accanto ai diretti e agli indiretti, in questo lavoro si è deciso di includere un altro

gruppo fra i complementi della frase semplice: il complemento predicativo (del soggetto e

dell'oggetto).

I complementi nella frase semplice possono essere formati da sintagmi nominali,

aggettivali, preposizionali o avverbiali.

3.5.1. Il complemento oggetto o diretto

Secondo Dardano e Trifone (2001, p. 123, virgolette degli autori), "il complemento

oggetto è un sostantivo o una qualsiasi altra parte del discorso che determina l'"oggetto"

dell'azione espressa dal verbo, unendosi a esso direttamente, cioè senza alcuna preposizione".

Sebbene diano questa definizione, gli autori chiariscono che l'assenza della preposizione non

è esclusività del complemento oggetto, poiché il soggetto e altri complementi, come quello di

tempo, sono (oppure possono essere) privi di preposizione. Inoltre, nel caso del complemento

oggetto partitivo, esso è introdotto dalla preposizione "di" (la quale, accompagnata da un

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articolo determinativo, può anche essere interpretata come un articolo partitivo). Allora, un

criterio più sicuro da considerare nella classificazione del complemento oggetto sarebbe la

transitività del verbo (transitivo) attivo il cui senso questo elemento completa (il complemento

oggetto diventa soggetto nella forma passiva del verbo in questione). Nelle frasi in (83) si

identificano dei complementi oggetto.

(83) a. [Sogg. Paolo] [Pred. Verb. odia] [C. Ogg. Lucia].

b. [Sogg. Lucia] [Pred. Verb. odia] [C. Ogg. Paolo].

c. [Sogg. Luciano] [Pred. Verb. ha comprato] [C. Ogg. del pane] [C. FoS per la festa].

d. [Pred. Verb. Ho dormito] [C. Ogg. un sono tranquillo] [C. TD stanotte].

e. [Pred. Verb. Non capisco] [C. Ogg. questo].

f. [Pred. Verb. Non vuoi capire] [C. Ogg. il perché]?

In (83), le frasi (a) e (b) illustrano un carattere importante del complemento oggetto rispetto al

soggetto in italiano (e anche in PB): poiché ambedue non si servono di preposizione, è

l'ordine delle parole che indica la funzione del SN considerato (quando l'inversione dell'ordine

non risulta impossibile, come in "L'acqua ha spento il fuoco"). In (c) si vede che il

complemento oggetto è introdotto dalla preposizione "di" (oppure dall'articolo partitivo

"del"), ma è il verbo "comprare" a possibilitare la classificazione di [del pane] come tale. In

(d) si ha un complemento dell'oggetto interno: alcuni verbi intransitivi possono avere un

complemento oggetto quando questo elemento è formato da un sostantivo che ha la stessa

base del verbo (come "vivere una vita tranquilla") o un significato affine a quello de verbo

(come accade nella frase (d)).51

Nelle frasi (e) e (f) si vede che il complemento oggetto può

essere costituito anche da pronomi o da congiunzioni (o anche aggettivi) sostantivati.

Come menziona Salvi (2001, p. 67-68), un'altra caratteristica del complemento

oggetto è che può essere sostituito da un pronome clitico accusativo (la frase (83a), ad

esempio, diventerebbe "Paolo la odia").52

Il complemento oggetto o diretto corrisponde all'objeto direto in PB.

51

Ci sono anche verbi intransitivi che, in un uso transitivo, possono avere un complemento oggetto "non

interno", come "piangere la morte della fidanzata" (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 124).

52 Nel caso del complemento oggetto partitivo, questo elemento può essere sostituito dal pronome "ne" (la frase

(83c) diventerebbe allora "Luciano ne ha comprato per la festa").

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3.5.2. I complementi predicativi

"Il complemento predicativo è un aggettivo o un sostantivo che si riferisce

grammaticalmente al soggetto o al complemento oggetto, ma completa il significato del

verbo" (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 126, grassetto degli autori).

3.5.2.1. Il complemento predicativo del soggetto

Dardano e Trifone (2001, p. 126) definiscono il complemento predicativo del

soggetto come "un aggettivo o un sostantivo riferito grammaticalmente al soggetto, ma tale da

completare il significato del verbo". Esempi di frasi che contengono questo elemento si

trovano in (84).

(84) a. [Sogg. Quella signora] [Pred. VC sembrava] [C. PS stanca].

b. [Sogg. Il tempo] [Pred. VC è diventato] [C. PS brutto].

c. [Sogg. Marcovaldo] [Pred. VC è giudicato] [C. PS ingenuo].

d. [Sogg. L'uomo] [Pred. VC è reso] [C. PS maturo] [C. CE dall'esperienza].

e. [Sogg. Mio padre] [Pred. Verb. è arrivato] [C. PS stanco] [C. MaL a casa].

Il complemento predicativo del soggetto si trova completando il senso di verbi copulativi

come "sembrare", "parere", "diventare", "apparire", "rimanere", "riuscire", "risultare",

"nascere", "vivere", "morire" ecc. (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 126), come accade nelle

frasi (84a) e (84b). Richiedono anche il complemento predicativo del soggetto vari verbi

passivi, i quali si classificano come: appellativi (come "essere chiamato", "essere detto",

"essere soprannominato" ecc.), elettivi (come "essere eletto", "essere nominato", "essere

proclamato" ecc.), estimativi (come "essere stimato", "essere giudicato", "essere ritenuto") o

effettivi (come "essere fatto", "essere reso" ecc.); nelle frasi (84c) e (84d) si trovano esempi

con questi verbi. Questo complemento non si verifica solo completando il senso di verbi

copulativi (dove costituisce un elemento nucleare della frase), ma anche di predicati verbali,

come si vede nella frase (84e) (essendo in questa frase un elemento accessorio).

Corti e Caffi (1989, p. 498) menzionano che anche la parte nominale del predicato

nominale può essere classificata come complemento predicativo del soggetto, fatto questo che

non è menzionato da altre grammatiche, come Dardano e Trifone (2001).

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In PB, il complemento predicativo del soggetto corrisponde al predicativo do sujeito.

3.5.2.2. Il complemento predicativo dell'oggetto

Dardano e Trifone (2001, p. 127) danno la definizione del complemento predicativo

dell'oggetto come "un aggettivo o un sostantivo riferito grammaticalmente al complemento

oggetto, ma tale da completare il significato del verbo". In questo senso, gli stessi verbi che

nella forma passiva reggono il complemento predicativo del soggetto (appellativi, elettivi,

estimativi e effettivi, presentati anteriormente), nella forma attiva reggono il complemento

predicativo dell'oggetto. Così, si può avere la trasformazione in (85).

(85) a. [Sogg. Maria] [Pred. VC è stata eletta] [C. PS direttrice] [C. Agg. dagli impiegati].

b. [Sogg. Gli impiegati] [Pred. Verb. hanno eletto] [C. Ogg. Maria] [C. PO direttrice].

Altri esempi di frasi che contengono il complemento predicativo dell'oggetto si

trovano in (86).

(86) a. [Sogg. La lunga aspettativa] [C. Ogg. mi] [Pred. Verb. ha reso] [C. PO nervoso].

b. [Pred. Verb. Rese] [C. Ogg. Maria] [C. PO una donna felice].

c. [Sogg. La famiglia] [C. Ogg. lo] [Pred. Verb. ha dato] [C. PO per morto].

d. [C. Ogg. La] [Pred. Verb. ha assunta] [C. PO in qualità di segretaria].

e. [Sogg. Giulio Cesare] [Pred. Verb. ebbe] [C. PO come uno dei suoi assassini]

[C. Ogg. Bruto].

Nelle frasi (86a) e (86b) si vede che il complemento predicativo dell'oggetto può essere

costruito da un aggettivo o da un sostantivo (accompagnati o no da altri elementi). Questo

complemento (e anche quello del soggetto) può essere introdotto da preposizioni, da locuzioni

preposizionali o da avverbi, come le frasi (c), (d) e (e) illustrano, rispettivamente.

In PB, il complemento predicativo dell'oggetto corrisponde al predicativo do objeto.

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3.5.3. I complementi indiretti

Dardano e Trifone (2001, p. 122) menzionano che i complementi indiretti si

distinguono in "principali" (o "fondamentali" od "obbligatori") e "secondari" (o "accessori" o

"facoltativi"), distinzione che sarebbe equivalente a quella fra elementi nucleari e

extranucleari (SALVI, 2001, p. 40). Alla categoria dei complementi principali

apparterrebbero i complementi di termine, specificazione, causa, agente, modo o maniera,

mezzo, tempo, luogo e compagnia (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 122) (tuttavia, come si

vedrà più avanti in questo lavoro, non tutti questi complementi potrebbero essere considerati

nucleari). Suppostamente, gli altri complementi sarebbero considerati secondari. Come si

vedrà in seguito, i complementi indiretti possono dipendere da un predicato, da un nome o da

un aggettivo.

Anche se la GN dell'italiano può sembrare più dettagliata nella classificazione dei

diversi complementi indiretti, la loro identificazione come elementi nucleari o accessori

sembrerebbe trascurata (nel senso che le grammatiche non presentano chiaramente ognuno di

questi complementi come essendo obbligatorio per il completamento del senso della frase o

no, ossia se costituisce o no un elemento nucleare).

Come già detto, i complementi indiretti sono in generale introdotti da preposizioni.

Ciononostante, una stessa preposizione può essere usata con complementi di diversi tipi. Ci

sono anche complementi indiretti che non fanno uso di preposizioni (quello che potrebbe

indicare un paradosso, poiché se sono indiretti, occorrerebbe l'uso di una preposizione), come

può accadere ad esempio al complemento di tempo.

Le classificazioni dei complementi indiretti variano molto da un autore all'altro,

anche perché i soli criteri formali non sono sufficienti a mettere in evidenza tutti i dettagli da

considerare, e "quelli basati sul significato danno luogo alla progressiva moltiplicazione dei

complementi "minori"" (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 130, virgolette degli autori). In

seguito si presenteranno i complementi che sono stati considerati i più importanti dagli autori

consultati in questo lavoro.

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3.5.3.1. Termine

Il complemento di termine (oppure semplicemente "complemento indiretto") indica

la persona, l'animale o la cosa a cui si indirizza l'azione espressa dal verbo. Risponde alle

domande "a chi?", "a che cosa?" ed è retto dalla preposizione "a". Rappresenta in generale il

terzo argomento del predicato, essendo così un elemento nucleare della frase.

(87) a. [Pred. Verb. Ho dato] [C. Ogg. un bel regalo] [C. Term. a mia nipote].

b. [Sogg. Il fumo] [Pred. Verb. nuoce] [C. Term. alla salute].

c. [Sogg. Quella gonna] [C. Term. a lei] [Pred. Verb. non piace].

d. [C. Term. Mi] [Pred. Verb. hanno dato] [C. Ogg. un computer] [C. Causa per il mio

compleanno].

L'analisi delle frasi in (87) permette di concludere che il complemento di termine, inoltre a

essere formato da un SN introdotto dalla preposizione "a" (frasi (a) e (b)), può essere anche

espresso da un pronome tonico retto dalla preposizione "a" (frase (c)) o da un pronome clitico

dativo (frase (d)).

Corti e Caffi (1989, p. 494, virgolette delle autrici) sostengono che "il complemento

di termine prende il suo nome dal fatto di indicare il destinatario dell'azione, ciò a cui l'azione

è indirizzata, ciò su cui "termina"". Questo complemento si verifica anche con i "verbi di dire"

(parlare, affermare, rispondere ecc.) e con i "verbi di dare" (offrire, consegnare, mandare,

dedicare, regalare ecc.).

Iesu (2006, p. 91) menziona che, inoltre a dipendere da un verbo (come nelle frasi in

(87)), il complemento di termine può anche dipendere da un aggettivo (come "utile", "inutile",

"favorevole", "contrario" ecc.). Salvi (2001, p. 73) aggiunge che, se il complemento di

termine non è rappresentato da un clitico, con questi aggettivi esso può anche essere

introdotto dalla preposizione "per".

(88) a. [Sogg. Lucia] [Pred. Nom. è favorevole] [C. Term. alle elezioni].

b. [C. Term. Per Mario] [Pred. Nom. sarà difficile] [Sogg. il divorzio].

In (88) diventa chiaro di quale elemento della frase il complemento di termine dipende: non

semplicemente da un verbo (come accade nel caso del predicato verbale), bensì da un

predicato (come si constata nel caso del predicato nominale), come riferito all'inizio di questa

sezione.

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Salvi (2001, p. 74) menziona che il complemento di termine può essere riflessivo in

costruzioni come in (89).

(89) [C. Term. Mi] [Pred. Verb. sono lavato] [C. Ogg. i denti].

In questa frase, come osserva l'autore, il complemento di termine è in variazione con il

complemento di specificazione (oppure la sua forma pronominale, ossia il pronome

possessivo), indicando l’appartenenza (giacché l'idea sarebbe "Ho lavato i miei denti").53

Il complemento di termine, quando trovato in un predicato verbale, corrisponde in

PB all'objeto indireto; se in un predicato nominale (come nelle frasi in (88)), corrisponde al

complemento nominal (visto che in questo caso, dal punto di vista della GN del PB, il

complemento di termine si riferisce a un nome o a un aggettivo).

3.5.3.2. Specificazione

Il complemento di specificazione serve a specificare il significato dell'elemento a cui

si riferisce. È retto dalla preposizione "di" e dipende sempre da un nome, rispondendo alle

domande "di chi?", "di che cosa?". In (90) ci sono frasi costruite con questo complemento.

(90) a. [Pred. Verb. Ho trovato] [C. PO meravigliosa] [C. Ogg. la vista] [C. Spec. di questa

città].

b. [Sogg. La difesa] [C. Spec. della patria] [Pred. Nom. è importante].

c. [Sogg. La difesa] [C. Spec. dell'esercito] [Pred. Verb. tranquillizza] [C. Ogg. il

popolo].

d. [Sogg. Il cane] [C. Spec. della mia amica] [Pred. Nom. è cattivo].

Come si vede nelle frasi in (90), il complemento di specificazione può costituire un elemento

nucleare della frase (come nelle frasi (a), (b) e (c)) oppure no (la sua soppressione dalla frase

(d) non causerebbe agrammaticalità, al contrario di quello che accadrebbe nelle frasi

precedenti). L'osservazione delle frasi (b) e (c), secondo Dardano e Trifone (2001, p. 131),

mostra che se i sintagmi [la difesa della patria] e [la difesa dell'esercito] fossero presi fuori

contesto, esisterebbe un'ambiguità di significato (per esempio, "la patria difende o è difesa?").

Gli autori propongono che in casi in cui il complemento di specificazione è retto da nomi

53

Per più dettagli su l'uso del complemento di termine indicando il possessore, vedere Salvi (2001, p. 74-76).

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come "timore", "amore", "desiderio", "difesa" ecc. si dovrebbe parlare allora di

"specificazione oggettiva" (come nella frase (b)) o di "specificazione soggettiva" (come nella

frase (c)).

Il complemento di specificazione può servire a indicare, fra altre cose, il possessore

di qualcosa (come in (90d)), la provenienza o l'autore di un opera (CORTI; CAFFI, 1989, p.

636). Questi due ultimi casi vengono illustrati nelle frasi (91a) e (91b), rispettivamente.

(91) a. [Pred. Verb. Ho parlato] [C. Comp. con un ragazzo] [C. Spec. di Roma].

b. [C. Term. Mi] [Pred. Verb. piacciono] [Sogg. i libri] [C. Spec. di Calvino].

È possibile concludere che in PB il complemento di specificazione corrisponde a un

complemento nominal o a un adjunto adnominal, dipendendo se costituisce un elemento

nucleare oppure no nella frase, rispettivamente.

3.5.3.3. Luogo

Il complemento di luogo serve a esprimere le diverse collocazioni nello spazio di un

essere o di una cosa, potendo indicare anche un luogo figurato. In italiano si distinguono

quattro tipi fondamentali di complementi di luogo, che possono costituire degli elementi

nucleari o accessori della frase, a seconda dei verbi ai quali si riferiscono e al contesto nel

quale si trovano.

Oltre che da sintagmi nominali, questi complementi possono essere costituiti da

avverbi o da locuzioni avverbiali (IESU, 2006, p. 94) e molte volte possono essere

pronominalizzabili dalle particelle "ci/vi" o "ne" (SALVI, 2001, p. 78-79).

3.5.3.3.1. Stato in luogo

Dardano e Trifone (2001, p. 132) chiariscono che il complemento di stato in luogo

serve a indicare il luogo in cui si trova qualcuno o qualcosa o in cui avviene un'azione.

Risponde alle domande "dove?", "in quale luogo?" ed è costruito con "verbi di quiete",

differentemente dagli altri complementi di luogo, i quali sono costruiti con "verbi di moto". Il

complemento di stato in luogo può essere retto dalle preposizioni "in", "su", "a", "da", "tra",

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"per", "di", "sopra", "sotto", "dentro", "fuori" o da locuzioni preposizionali come "accanto a",

"vicino a", "nei pressi di" e "nelle vicinanze di" (anche dall'avverbio "presso"). Esempi di

frasi con questo complemento si verificano in (92).

(92) a. [C. SiL Dove] [Pred. Verb. sei]?

b. [Pred. Verb. Abitiamo] [C. SiL a Florianópolis].

c. [Sogg. Il gatto] [Pred. Verb. era] [C. SiL sul divano].

d. [Pred. Verb. Non ho] [C. Ogg. fiducia] [C. SiL in te].

e. [Sogg. La valigia] [Pred. Verb. era stata lasciata] [C. SiL accanto ai libri].

f. [C. SiL Ci] [Pred. Verb. sono stato] [C. TD l'anno scorso].

g. [Sogg. Lucia] [Pred. Verb. ha dormito] [C. SiL da noi] [C. TD ieri sera].

L'analisi delle frasi in (92) permette di concludere che il complemento di stato in luogo può

essere considerato nucleare nelle frasi da (a) a (f), mentre in (g) costituisce un elemento

accessorio. In (d) si ha un complemento di stato in luogo figurato.

Il complemento di stato in luogo può essere pronominalizzato dal clitico "ci/vi"

(come si verifica in (92f)) e corrisponde all'adjunto adverbial de lugar onde in PB.

3.5.3.3.2. Moto a luogo

Il complemento di moto a luogo (o di destinazione) serve a indicare il luogo verso

cui uno si muove o è diretta un'azione. Risponde alle domande "dove?", "verso dove?", "per

dove?" e può essere retto dalle preposizioni "a", "da", "in", "su", "per", "di", "tra", "verso",

"sopra", "sotto", "vicino", "dentro" o dalle locuzioni preposizionali "dalle parti di", "nei pressi

di", "nelle vicinanze di" ecc. (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 132). Esempi di frasi

contenendo questo complemento si verificano in (93).

(93) a. [C. MaL Dove] [Pred. Verb. vai]?

b. [Pred. Verb. Veniamo] [C. MaL in città].

c. [Pred. Verb. Torneremo] [C. MaL da te] [C. TC fra qualche minuto].

d. [C. MaL Ci] [Pred. Verb. andrete] [C. TD l'anno prossimo]?

e. [Sogg. Michela] [Pred. Verb. ha portato] [C. Ogg. le torte] [C. MaL a casa sua].

f. [Pred. Verb. È arrivato] [C. MaL al successo].

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Nelle frasi in (93) si conclude che il complemento di moto a luogo può essere considerato

nucleare in tutte le frasi (e durante questo lavoro non sono stati trovati esempi di frasi nelle

quali questo complemento sarebbe accessorio). In (f) si ha un complemento di moto a luogo

figurato.

Salvi (2001, p. 78) chiarisce che "non ci sono differenze formali tra il complemento

di luogo che indica stato e quelli che indicano destinazione". Allora, è il contesto che permette

di identificare di quale complemento si tratta.

Il complemento di moto a luogo, come quello di stato in luogo, può essere

pronominalizzato dal clitico "ci/vi" (come si verifica in (93d)) e corrisponde all'adjunto

adverbial de lugar aonde oppure all'adjunto adverbial de lugar para onde in PB.

3.5.3.3.3. Moto da luogo

Il complemento di moto da luogo indica il luogo da cui ci si muove o dal quale

proviene un'azione. Risponde alle domande "da dove?", "da quale luogo?" e può essere retto

dalle preposizioni "da" e "di" (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 132). In (94) ci sono esempi

di frasi contenendo questo complemento.

(94) a. [C. MdL Da dove] [Pred. Verb. vieni]?

b. [Pred. Verb. Dobbiamo partire] [C. MdL da qui].

c. [Pred. Verb. Esco] [C. MdL di casa] [C. TD alle sei].

d. [C. MdL Ne] [Pred. Verb. esco] [C. TD alle sei].

e. [Sogg. Lucia] [Pred. Verb. è partita] [C. MdL da Milano] [C. MaL per Roma].

f. [Pred. Verb. Dovete uscire] [C. MdL da questa situazione].

Nelle frasi in (94) si osserva che il complemento di moto da luogo può essere considerato

nucleare in tutte le frasi, tranne in (e). In (f) si ha un complemento di moto da luogo figurato.

Il complemento di moto da luogo può essere pronominalizzato dal clitico "ne" (come

si verifica in (94d))54

e corrisponde all'adjunto adverbial de lugar donde in PB.

54

Salvi (2001, p. 79) chiarisce che non sempre si può pronominalizzare il complemento di moto da luogo con

"ne". Per esempio, si può dire "Paolo parte da Roma" ma non "*Paolo ne parte".

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3.5.3.3.4. Moto per luogo

Il complemento di moto per luogo indica il luogo attraverso il quale ci si muove o

accade un'azione. Risponde alle domande "dove?", "per dove?", "attraverso quale luogo?" e

può essere retto dalle preposizioni "per", "da", "di", "tra", "attraverso", "in" o dalla locuzione

preposizionale "in mezzo a" (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 132; SALVI, 2001, p. 79).

Esempi di questo complemento si trovano nelle frasi in (95).

(95) a. [C. MpL Per dove] [Pred. Verb. vuoi camminare]?

b. [Sogg. Il fiume] [Pred. Verb. scorreva] [C. MpL nell'alveo].

c. [Pred. Verb. Non passare] [C. MpL per questo viale].

d. [Pred. Verb. Non passar] [C. MpL ci].

e. [Pred. Verb. Siamo giunti] [C. MaL in Italia] [C. MpL attraverso la Francia].

f. [Pred. Verb. C'era] [Sogg. un passaggio] [C. MpL in mezzo ai monti].

g. [Pred. Verb. Siamo passati] [C. MpL attraverso molte difficoltà].

In (95) si potrebbe concludere che il complemento di moto per luogo è accessorio nelle frasi

(a), (b), (e) e (f), mentre è nucleare nelle altre. È possibile che questo complemento sia

pronominalizzato con "ci", come accade in (d) (quello che si potrebbe fare anche in (a), (b) e

(g), ma non nelle altre frasi – (c) essendo una forma possibile di (d)). In (g) si ha un

complemento di moto da luogo figurato.

Dardano e Trifone (2001, p. 132) forniscono un esempio simile a (95f) per il

complemento di moto per luogo (solo eccettuandoci il verbo), nel quale si potrebbe pensare

che l'elemento in questione si riferisce al nome "passaggio".

L'osservazione di (95b) indica che a volte è possibile che non ci siano differenze

formali fra il complemento di moto per luogo e altri complementi di luogo. Como detto

prima, in questo caso sarà il contesto che indicherà il tipo di complemento.

Il complemento di moto per luogo corrisponde all'adjunto adverbial de lugar por

onde in PB.

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3.5.3.4. Tempo

Secondo Dardano e Trifone (2001, p. 133, grassetto degli autori), "il complemento di

tempo esprime le diverse circostanze di tempo dell'azione o della condizione indicata dal

verbo". Questo complemento può essere espresso da sintagmi preposizionali, da sintagmi

nominali (nei casi in cui la preposizione non sia necessaria) o da avverbi di tempo.

In generale il complemento di tempo costituisce un elemento accessorio nella frase,

ma alcuni verbi lo hanno come argomento, come "durare", "rinviare" ecc., fatto che lo

caratterizza come elemento nucleare nelle frasi costruite con verbi di questo tipo.

Ci sono due tipi di complemento di tempo: il complemento di tempo determinato e il

complemento di tempo continuato. Tutti e due corrispondono all'adjunto adverbial de tempo

in PB (dato che la GN del PB non fa la differenza fra tempo determinato e continuato).

3.5.3.4.1. Tempo determinato

Il complemento di tempo determinato indica il momento (l'ora, il giorno, l'anno ecc.)

nel quale si verifica l'azione o la circostanza espressa dal verbo. Risponde alle domande

"quando?", "per quando?", "a quando?", "tra quanto tempo?", "in quale momento?", "in quale

periodo?" e può essere retto dalle preposizioni "in", "a", "di", "per", "su", "con", "tra",

"durante", "entro" ecc., da locuzioni preposizionali come "al tempo di", "prima di" e "dopo di"

o da nessuna di esse, potendo anche essere espresso da un avverbio di tempo. Esempi di

questo complemento si trovano nelle frasi in (96).

(96) a. [Pred. Verb. Siamo arrivati] [C. TD alle sei] [C. MaL dai nostri genitori].

b. [Sogg. Mio padre] [Pred. Verb. ha conosciuto] [C. Ogg. mia madre] [C. TD prima

della guerra].

c. [C. TD Quella sera] [Pred. Verb. non si sono ascoltati] [Sogg. colpi di fucile].

d. [Sogg. I nostri figli] [Pred. Verb. arriveranno] [C. TD domani].

Nelle frasi summenzionate il complemento di tempo determinato è retto da una preposizione

nella frase (a) e da una locuzione preposizionale in (b); nelle frasi (c) e (d) non c'è nessuna

preposizione o locuzione che lo regge: in (c) questo complemento è espresso da un sintagma

nominale e in (d), da un sintagma avverbiale.

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3.5.3.4.2. Tempo continuato

Il complemento di tempo continuato indica per quanto tempo dura l'azione o la

circostanza espressa dal verbo. Risponde alle domande "quanto tempo?", "per quanto

tempo?", "in quanto tempo?", "da quanto tempo?" e può essere retto dalle preposizioni "per",

"in", "da", "durante", ecc., da locuzioni preposizionali come "fino a" o da nessuna di esse,

potendo anche essere espresso da un avverbio di tempo. Esempi di frasi con questo

complemento si trovano in (97).

(97) a. [Pred. Verb. Dovremo rimanere] [C. SiL qui] [C. TC per due anni].

b. [Pred. Verb. Sei] [C. SiL. sotto la doccia] [C. TC da un'ora]!

c. [C. Ogg. Ti] [Pred. Verb. aspetterò] [C. TC fino a mezzanotte].

d. [Sogg. La partita] [C. Spec. di scacchi] [Pred. Verb. durò] [C. TC tre ore].

e. [C. TC Sempre] [Pred. Verb. incontro] [C. Ogg. tua sorella] [C. TD la mattina].

Nelle frasi in (97) il complemento di tempo continuato è retto da una preposizione nelle frasi

(a) e (b) e da una locuzione preposizionale in (c); nelle frasi (d) e (e) non c'è nessuna

preposizione o locuzione che lo regge: in (d) questo complemento è espresso da un sintagma

nominale e in (e), da un sintagma avverbiale.

3.5.3.5. Mezzo o Strumento

Il complemento di mezzo o strumento indica l'essere o la cosa per mezzo della quale

si fa o avviene qualcosa (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 134). Risponde alle domande "per

mezzo di chi?", "per mezzo di che cosa?", "con che cosa?". È retto dalle preposizioni "con",

"per", "a", "in", "di", "da", "mediante", "tramite", "attraverso" o da locuzioni preposizionali

come "per mezzo di", "per opera di", "grazie a". Esempi di questo complemento si trovano

nelle frasi in (98).

(98) a. [C. MoS Con le tue preghiere] [Pred. Verb. farò] [C. Ogg. l'impossibile]!

b. [Sogg. Le mucche] [Pred. Verb. si nutrono] [C. MoS di erbe].

c. [C. MoS Grazie a Dio] [Pred. Verb. sono potuto arrivare] [C. MaL da te].

Molte volte il "mezzo" e lo "strumento" si possono confondere, come è stato anche

indicato nella sezione 2.3.2.12, alla pagina 44. In generale il complemento di mezzo o

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strumento costituisce un elemento accessorio della frase (forse l'unico caso nel quale si ha il

contrario sia in espressioni come "andare in bicicletta", dove si avrebbe l'indicazione di

un'attività specifica che non si potrebbe identificare più dopo aver tolto il sintagma [in

bicicletta]).

Il complemento di mezzo o strumento corrisponde in PB all'adjunto adverbial de

meio o all'adjunto adverbial de instrumento.

3.5.3.6. Modo o Maniera

Il complemento di modo o maniera serve a indicare il modo, la maniera in cui si fa o

avviene qualcosa (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 134). Risponde alle domande "come?",

"in che modo?", "in che maniera?" ed è retto dalle preposizioni "con", "a", "in", "per", "di",

"da", "su", da locuzioni preposizionali come "alla maniera di", "a guisa di", "al modo di" o da

nessuna di esse, potendo anche essere espresso da un avverbio di modo. Esempi di frasi con

questo complemento si trovano in (99).

(99) a. [Pred. Verb. Ha sbattuto] [C. Ogg. la testa] [C. MoM con violenza].

b. [C. SiL Qui] [Pred. Verb. si può vivere] [C. MoM tranquillamente].

c. [Pred. Verb. È stato trattato] [C. MoM male].

Il complemento di modo o maniera costituisce in generale un elemento accessorio

della frase (come accade in (99a) e (99b)), ma può anche essere un elemento nucleare, come

accade nella frase (99c): senza l'avverbio, il senso del verbo "trattare" passerebbe da

"riservare un trattamento" a "sottoporre a un trattamento" (SALVI, 2001, p. 40). Questo

complemento corrisponde in PB all'adjunto adverbial de modo.

3.5.3.7. Causa

Il complemento di causa indica il motivo, la causa per cui si fa o avviene qualcosa

(DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 134). Risponde alle domande "perché?", "per quale

motivo?", "per quale causa?" ed è retto dalle preposizioni "per", "di", "da", "a", "in", "con" o

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da locuzioni preposizionali come "a causa di", "per motivo di", "a motivo di", "in

conseguenza di". Esempi di questo complemento si trovano nelle frasi in (100).

(100) a. [C. Causa Perché] [Pred. Nom. sei triste]?

b. [Sogg. Molta gente] [Pred. Verb. muore] [C. Causa di fame] [C. SiL in Brasile].

c. [Sogg. Luciano] [Pred. Nom. è contento] [C. Causa per il tuo successo].

d. [Sogg. La partita] [Pred. Verb. è stata annullata] [C. Causa a causa del maltempo].

Il complemento di causa costituisce un elemento accessorio della frase e corrisponde

in PB all'adjunto adverbial de causa.

3.5.3.8. Compagnia e Unione

Il complemento di compagnia e quello di unione servono a indicare rispettivamente

l'essere animato (compagnia) o inanimato (unione) con il quale si è o con cui si fa qualcosa

(DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 135). Il complemento di compagnia risponde alle domande

"con chi?", "in compagnia di chi?"; quello di unione, a "con che cosa?", "unitamente a che

cosa?". Questi complementi sono retti dalle preposizioni "con", "tra" o da locuzioni

preposizionali come "in compagnia di", "insieme con", "assieme a". Esempi di questi

complementi si trovano nelle frasi in (101).

(101) a. [Sogg. Il professore] [Pred. Verb. è uscito] [C. Comp. con gli studenti].

b. [Pred. Verb. Abbiamo pranzato] [C. Comp. tra amici].

c. [Pred. Verb. Devi uscire] [C. Un. con l'ombrello].

d. [Pred. Verb. Vorrei mangiare] [C. Ogg. una bistecca] [C. Un. con le patatine

fritte].

In (101) si ha il complemento di compagnia nelle frasi (a) e (b) e il complemento di unione in

(c) e (d). L'osservazione di (d) rende possibile di concludere che il complemento di unione (o

anche quello di compagnia) può riferirsi non solo a un verbo (come succede nelle frasi da (a)

a (c)), ma anche a un nome.

Salvi (2001, p. 79-80) propone la classificazione del complemento di compagnia

della frase (101a) come "complemento simmetrico", che indica il compagno di una azione o

di una relazione; i due compagni possono essere interscambiati senza che il significato della

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frase sia alterato (Gli studenti sono usciti con il professore) o possono, in questa frase, essere

tutti e due in posizione di soggetto (Il professore e gli studenti sono usciti).

Il complemento di compagnia e quello di unione costituiscono elementi accessori

della frase semplice e possono corrispondere in PB all'adjunto adverbial de companhia o

all'adjunto adverbial de união nel caso che si riferiscano a un verbo; se si riferiscono a un

nome, corrispondono all'adjunto adnominal.

3.5.3.9. Agente e Causa efficiente

Il complemento di agente e quello di causa efficiente indicano l'essere animato

(agente) o inanimato (causa efficiente) dal quale è compiuta un'azione espressa da un verbo

alla forma passiva (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 135). Il complemento di agente

risponde alla domanda "da chi?"; quello di causa efficiente, a "da che cosa?". Questi

complementi sono retti dalla preposizione "da" (nel caso del complemento di agente, anche da

locuzioni preposizionali come "da parte di" o "a opera di"). Esempi di frasi con questi

complementi si trovano in (102).

(102) a. [Sogg. La torta] [Pred. Verb. è stata preparata] [C. Ag. da Maria].

b. [Sogg. La foresta] [Pred. Verb. fu danneggiata] [C. CE dall'incendio].

c. [Pred. Verb. Stiamo studiando] [C. Ogg. l'occupazione] [C. Spec. di Parigi]

[C. Ag. da parte dei tedeschi].

Nelle frasi in (102) si ha il complemento di agente nelle frasi (a) e (c) e il complemento di

causa efficiente in (b). L'osservazione di (c) permette di concludere che il complemento di

agente (ma anche quello di causa efficiente) può riferirsi non solo a un verbo passivo (come

succede nelle frasi (a) e (b)), ma anche a un nome.

Il complemento di agente e quello di causa efficiente, non essendo elementi

obbligatori della frase passiva, costituiscono elementi accessori della frase semplice. Nelle

frasi con costruzione passiva, questi complementi corrispondono al soggetto della frase attiva

equivalente (SALVI, 2001, p. 80).

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Il complemento di agente e quello di causa efficiente possono corrispondere in PB

all'agente da passiva nel caso che si riferiscano a un verbo passivo; se si riferiscono a un

nome (come in (102c)), corrispondono all'adjunto adnominal.

3.5.3.10. Abbondanza e Privazione

Il complemento di abbondanza e quello di privazione "indicano ciò che si ha in

abbondanza (complemento di abbondanza) o di cui si è privi (complemento di privazione)

(DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 135). Questi complementi rispondono alle domande "di

chi?", "di che cosa" e sono retti dalle preposizioni "di" e "senza". In (103) si presentano frasi

costruite con un complemento di abbondanza o di privazione.

(103) a. [Sogg. L’Italia] [Pred. Verb. abbonda] [C. Abb. di immigrati].

b. [Sogg. Il Brasile] [Pred. Nom. è ricco] [C. Abb. di problemi].

c. [Pred. Verb. Hanno preso] [C. Ogg. un autobus] [Attr. affollato] [C. Abb. di

contadini].

d. [Sogg. Chi] [Pred. Verb. vorrebbe privar] [C. Ogg. si] [C. Priv. di amore]?

e. [Pred. Nom. Era una persona] [Attr. priva] [C. Priv. di qualsiasi scrupolo].

f. [Pred. Verb. C'era] [C. Ogg. una grande carenza] [C. Priv. di opportunità].

Nelle frasi in (103) è possibile concludere che il complemento di abbondanza e quello di

privazione possono riferirsi a un verbo (frasi (a) e (d)), a un aggettivo (frasi (b), (c) e (e)) o a

un nome (frase (f)). Sarà il contesto che indicherà se si tratta di abbondanza o di privazione.

Come si vede dalle frasi in (103), questi complementi sono indispensabili al senso

compiuto delle frasi, costituendone così elementi nucleari. In PB corrispondono al

complemento nominal quando si riferiscono a un nome o a un aggettivo, e all’objeto indireto

quando si riferiscono a un verbo.

3.5.3.11. Allontanamento o Separazione

Il complemento di allontanamento o separazione indica ciò da cui qualcuno o

qualcosa si allontana o si separa ed è simile al complemento di moto da luogo (DARDANO;

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TRIFONE, 2001, p. 136). Risponde alle domande "da chi?", "da che cosa", "da dove" ed è

retto dalla preposizione "da". Nelle frasi in (104) si trova questo complemento.

(104) a. [Pred. VC Rimani] [C. PS lontano] [C. AoS da simili amici].

b. [C. TD Quando] [Sogg. un mammone] [Pred. Verb. si distacca] [C. AoS dalla

mamma]?

c. [Sogg. La separazione] [C. AoS dalla sorella] [C. Term. gli] [Pred. Nom. è stata

difficile].

In (104) si può vedere che il complemento di allontanamento o separazione può riferirsi a un

aggettivo (frase (a)), a un verbo (frase (b)) o a un nome (frase (c)). L'osservazione di queste

frasi mostra che questo complemento costituisce un elemento nucleare della frase, essendo

così indispensabile al senso compiuto di essa.

In PB il complemento di allontanamento o separazione corrisponde al complemento

nominal quando si riferisce a un nome o a un aggettivo, e potrebbe corrispondere all'adjunto

adverbial de lugar donde (reale o figurato) quando si riferisce a un verbo.

3.5.3.12. Origine o Provenienza

Anche esso simile al complemento di moto da luogo, il complemento di origine o

provenienza indica ciò da cui qualcuno o qualcosa proviene o ha origine (DARDANO;

TRIFONE, 2001, p. 136). Come il complemento di allontanamento o separazione, risponde

alle domande "da chi?", "da che cosa", "da dove" ed è retto dalle preposizioni "da" e "di". Le

frasi in (105) costituiscono esempi nei quali si constata il complemento di origine o

provenienza.

(105) a. [Sogg. L’amore] [Pred. Verb. deriva] [C. OoP dall’amicizia].

b. [Sogg. Quell’uomo] [Pred. Verb. proveniva] [C. OoP dall’élite francese].

c. [Pred. VC È nato] [C. OoP da una famiglia ricca].

L'osservazione delle frasi in (105) indica che il complemento di origine o provenienza può

costituire un elemento nucleare della frase (come accade nelle frasi (a) e (b)) o accessorio

(frase (c)), a seconda del contesto nel quale si trovi.

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In PB il complemento di origine o provenienza può corrispondere all'adjunto

adverbial de origem ou proveniência.

3.5.3.13. Argomento

Il complemento di argomento serve a indicare ciò di cui qualcuno o qualcosa parla

(DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 136). Risponde a domande come "di chi?", "di che cosa",

"intorno a chi?", "intorno a che cosa?" ed è retto dalle preposizioni "di", "su", "sopra", "circa"

o dalle locuzioni preposizionali "intorno a", "a proposito di". In (106) si presentano frasi

costruite con un complemento di argomento.

(106) a. [Sogg. Questi libri] [Pred. Verb. parlano] [C. Arg. dei problemi contemporanei].

b. [Pred. Verb. Dobbiamo riflettere] [C. Arg. su tutto questo].

c. [Pred. Verb. Ho] [C. Ogg. alcune informazioni] [C. Arg. a proposito di questo

caso].

d. [Pred. Verb. Hai letto] [C. Ogg. un trattato] [C. Arg. sulle malattie cardiache]?

In (106) si vede che il complemento di argomento può riferirsi a un verbo (frasi (a) e (b)) o a

un nome (frasi (c) e (d)). Come si può concludere da queste frasi, in generale questo

complemento costituisce un elemento nucleare della frase.

In PB il complemento di argomento può corrispondere al complemento nominal

quando si riferisce a un nome, e all’adjunto adverbial de assunto quando si riferisce a un

verbo.

3.5.3.14. Colpa e Pena

Il complemento di colpa e quello di pena servono a indicare, rispettivamente, la colpa

di cui qualcuno viene accusato e la pena alla quale qualcuno è condannato (DARDANO;

TRIFONE, 2001, p. 136).

Il complemento di colpa risponde alle domande "di che cosa?", "per che cosa?" ed è

retto dalle preposizioni "per", "di", "da". Le frasi in (107) sono costruite con l’uso di questo

complemento.

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(107) a. [Pred. Verb. Furono messi] [C. MaL in prigione] [C. Colpa per corruzione].

b. [C. Ogg. Lo] [Pred. Verb. hanno accusato] [C. Colpa di furto].

Il complemento di pena risponde alle domande "a che cosa?", "con che cosa?" ed è

retto dalle preposizioni "a", "di", "per", "con". In (108) ci sono esempi di frasi costruite con

questo complemento.

(108) a. [Sogg. Mio zio] [Pred. Verb. è stato punito] [C. Pena con una lunga reclusione].

b. [Sogg. Maria Antonietta] [Pred. Verb. fu condannata] [C. Pena alla ghigliottina].

L’analisi delle frasi in (107) e (108) permette di vedere che il complemento di colpa e quello

di pena possono costituire un elemento accessorio della frase (come in (107a) e (108a)) o

nucleare (come in (107b) e (108b)).

In PB il complemento di colpa e quello di pena potrebbero corrispondere all'adjunto

adverbial (de culpa e de pena, rispettivamente).

3.5.3.15. Concessivo

Il complemento concessivo indica la persona o la cosa nonostante cui avviene un

fatto (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 136). Risponde alle domande "nonostante chi?",

"nonostante che cosa" ed è retto da "nonostante", "malgrado", "a dispetto di". In (109) si

presentano frasi costruite con un complemento concessivo.

(109) a. [C. Conc. Nonostante la volontà del popolo], [Pred. Verb. hanno cambiato]

[C. Ogg. le leggi].

b. [Pred. Verb. Hai invitato] [C. Ogg. quella ragazza] [C. Conc. a dispetto di me].

c. [C. Conc. Malgrado il divieto], [Pred. Verb. abbiamo parcheggiato] [C. SiL lì].

L'analisi delle frasi in (109) mostra che il complemento concessivo costituisce un elemento

accessorio della frase.

In PB il complemento concessivo corrisponde all'adjunto adverbial de concessão.

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3.5.3.16. Denominazione

Il complemento di denominazione consiste in un tipo di complemento di

specificazione, specificando il nome proprio del nome generico che lo precede (DARDANO;

TRIFONE, 2001, p. 136). È retto dalla preposizione "di".

(110) a. [C. TD Nel mese] [C. Den. di luglio] [Pred. Verb. partiremo] [C. MaL per l'Italia].

b. [Sogg. La città] [C. Den. di Florianópolis] [Pred. Nom. è bellissima].

In (110) si può concludere che il complemento di denominazione costituisce un elemento

nucleare della frase, poiché senza questo complemento si perderebbe il riferimento all’essere

o alla cosa di cui si parla.

In PB il complemento di denominazione corrisponde all'aposto de especificação.

3.5.3.17. Distanza

Il complemento di distanza indica "la distanza di qualcosa o qualcuno da un punto di

riferimento" (IESU, 2006, p. 96). Risponde alle domande "quanto?", "a che distanza?" ed è

retto dalle preposizioni "a", "tra", potendo trovarsi anche senza preposizione.

(111) a. [Sogg. La biblioteca] [Pred. Verb. si trova] [C. Dist. a 200 metri] [C. MdL da qui].

b. [Sogg. La chiesa] [Pred. Verb. dista] [C. Dist. due chilometri] [C. MdL dalla nostra

casa].

Le frasi in (111) mostrano che il complemento di distanza è un elemento nucleare della frase,

poiché costituisce un argomento del verbo al quale si riferisce.

In PB il complemento di distanza può corrispondere all'adjunto adverbial de

quantidade.

3.5.3.18. Distributivo

Il complemento distributivo serve a indicare la proporzione o la distribuzione di

qualcuno o di qualcosa, oppure a indicare i rapporti numerici tra cose e persone (DARDANO;

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TRIFONE, 2001, p. 136; IESU, 2006, p. 97). Risponde a domande come "ogni quanto?",

"ogni quanti", "in quale proporzione?", "in quale distribuzione?" ed è retto dalle preposizioni

"per", "a", "su", potendo trovarsi anche senza preposizione.

(112) a. [Pred. Verb. C'era] [C. Ogg. un pezzo] [C. Spec. di cioccolato] [C. Distr. per

ognuno].

b. [Sogg. Il latte] [Pred. Verb. costa] [C. Prezzo due euro] [C. Distr. il litro].

c. [Sogg. Un italiano] [C. Distr. su cinque] [Pred. Verb. fuma].

Nelle frasi in (112) si può vedere che il complemento distributivo può costituire un elemento

accessorio (frasi (a) e (b)) oppure nucleare (frase (c)) della frase.

In PB il complemento distributivo corrisponde all'adjunto adverbial de distribuição

(PRAXEDES et al, s/d, p. 4).

3.5.3.19. Esclusione

Il complemento di esclusione indica la cosa o la persona che rimane esclusa da una

situazione (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 137). Risponde a domande come "senza chi?",

"senza che cosa", "eccetto chi?", "eccetto che cosa?" ed è retto da parole come "senza",

"fuorché", "eccetto", "tranne", "meno", "salvo", "all'infuori di" e "a eccezione di".

(113) a. [C. Escl. Senza di te] [Sogg. la vita] [Pred. Nom. è inutile].

b. [Pred. Verb. Sono venuti] [C. Ogg. tutti] [C. MaL alla festa], [C. Escl. tranne Paola].

In (113) si vede che il complemento di esclusione si riferisce a un verbo (o a un predicato) e

costituisce un elemento accessorio della frase.

In PB il complemento di esclusione corrisponde all'adjunto adverbial de exclusão.

3.5.3.20. Età

Il complemento di età serve a indicare l'età di qualcuno o di qualcosa (IESU, 2006, p.

97). Risponde alle domande "a quanti anni?", "di quanti anni?" ed è retto dalle preposizioni

"di", "a", "su" (quest'ultima con valore di approssimazione) e da "intorno a", "all'età di".

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(114) a. [Sogg. Mia nonna] [Pred. Verb. è morta] [C. Età a novantasei anni].

b. [Pred. Verb. È entrato] [Sogg. un uomo] [C. Età sui cinquant’anni].

Le frasi in (114) indicano che il complemento di età si può riferire a un verbo o a un nome e

costituisce un elemento accessorio della frase.

In PB il complemento di età corrisponde all’adjunto adnominal quando si riferisce a

un nome e all'adjunto adverbial de tempo quando riferito a un verbo.

3.5.3.21. Fine o Scopo

Il complemento di fine o scopo "indica il fine per cui si fa o avviene qualcosa"

(DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 137) o lo scopo di un oggetto (CORTI; CAFFI, 1989, p.

638). Risponde alle domande "per quale fine?", "per quale scopo?" ed è retto dalle

preposizioni "a", "per", "da", "in", "di" e da locuzioni preposizionali come "a fin di", "al fine

di" e "a(llo) scopo di".

(115) a. [Pred. Verb. Dobbiamo lottare] [C. FoS per la fine] [C. Spec. della corruzione].

b. [Sogg. Quel campo] [C. FoS di calcio] [Pred. Verb. è stato costruito] [C. Ag. da

noi].

Le frasi in (115) indicano che il complemento di fine o scopo costituisce un elemento

accessorio della frase. Si può riferire sia a un verbo (come nella frase (a), corrispondendo

all'adjunto adverbial de fim in PB), sia a un nome (frase (b), corrispondendo in questo caso

all'adjunto adnominal in PB).

3.5.3.22. Limitazione

Il complemento di limitazione serve a indicare l'ambito entro i cui limiti vale ciò che

si dice (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 137; CORTI; CAFFI, 1989, p. 639). Risponde alle

domande "per che cosa?", "limitatamente a che cosa?" ed è retto dalle preposizioni "di", "in",

"da", "a", "per", "con" e da "rispetto a", "(in) quanto a", "in fatto di", "limitatamente a", ecc.

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(116) a. [Pred. Verb. Ho] [C. Ogg. un allievo] [Attr. eccezionale] [C. Lim. in matematica].

b. [Sogg. Giovanni] [Pred. VC sembrava] [C. PS debole] [C. Lim. di carattere].

c. [C. Lim. In fatto di economia], [Sogg. Paolo] [Pred. Verb. sa] [C. Ogg. tutto].

In (116) le frasi indicano che il complemento di limitazione può costituire un elemento

accessorio della frase. Si può riferire sia a un aggettivo (come nelle frasi (a) e (b),

corrispondendo all'adjunto adnominal in PB), sia a un verbo (frase (c), corrispondendo in

questo caso all'adjunto adverbial de limitação in PB).

3.5.3.23. Materia

Il complemento di materia indica la materia della quale qualcosa è fatta

(DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 137). Risponde alle domande "fatto di che cosa?", "di

quale materia?" ed è retto dalle preposizioni "di", "in", ma a volte è costituito da un semplice

attributo (CORTI; CAFFI, 1989, p. 639).

(117) a. [Pred. Verb. È venuto] [C. MaL alla festa] [C. Un. con una sciarpa] [C. Mat. di

seta].

b. [Pred. Verb. Avete visto] [C. Ogg. delle sculture] [C. Mat. in marmo]?

c. [C. Term. Mi] [Pred. Verb. dia] [C. Ogg. una forchetta] [C. Mat. metallica].

È possibile concludere dalle frasi in (117) che il complemento di materia si riferisce a un

nome e costituisce un elemento accessorio della frase.

In PB il complemento di materia corrisponde all’adjunto adnominal. Tuttavia, a volte

può corrispondere anche al complemento nominal, come nel sintagma [urso [de pelúcia]]

(dato che l'omissione del complemento di materia farebbe pensare a un animale, non a un

oggetto).

3.5.3.24. Paragone

Il complemento di paragone indica il secondo elemento di un confronto

(DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 137). Risponde alle domande "di chi?", "di che cosa?",

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"quanto chi?", "quanto che cosa?", "come chi?", "come che cosa?" ed è retto da "di", "che",

"come", "quanto".

(118) a. [Sogg. Paola] [Pred. Nom. è più bella] [C. Par. di sua cugina].

b. [Sogg. La sua casa] [Pred. Nom. è più grande] [C. Par. della tua].

c. [Pred. Verb. Lavoro] [C. QoM meno] [C. Par. di te].

d. [C. TD La sera] [Pred. Verb. vediamo] [C. Ogg. più film] [C. Par. che documentari].

e. [Sogg. Giorgio] [Pred. Nom. è più simpatico] [C. Par. che bello].

f. [Sogg. Dormire] [Pred. Nom. è più bello] [C. Par. che lavorare].

g. [C. Term. Mi] [Pred. Verb. piace più] [Sogg. il riso] [C. Un. con la carne] [C. Par. che

con il pollo].

h [C. TD In quell'occasione] [Pred. Verb. hai risposto] [C. MoM più

meccanicamente] [C. Par. che intelligentemente].

i. [Sogg. Roberto] [Pred. Nom. è (tanto) intelligente] [C. Par. quanto onesto].

l. [Sogg. Maria] [Pred. Nom. è (così) bella] [C. Par. come sua sorella].

m. [Sogg. Mangiare] [Pred. Nom. è (tanto) piacevole] [C. Par. quanto bere].

n. [Sogg. Riccardo] [Pred. Nom. è (tanto) alto] [C. Par. come me].

Dalle frasi in (118) è possibile vedere che, quando si ha una comparazione di maggioranza o

di minoranza nella frase semplice, il complemento di paragone va introdotto:

dalla preposizione "di":

o quando il paragone si stabilisce fra due sostantivi e quando uno di essi

svolge la funzione di soggetto, come nelle frasi (a) e (b);

o quando la parola che segue è un pronome personale, come in (c);

dalla congiunzione "che":

o quando il paragone si stabilisce fra due sostantivi che non svolgono la

funzione di soggetto (indicando in generale l'idea di quantità), come nella

frase (d);

o quando il paragone si stabilisce fra due aggettivi, come in (e);

o quando il paragone si stabilisce fra due verbi all'infinito, come in (f);55

o quando introduce un complemento con preposizione, come in (g);

o quando il paragone si fa fra due avverbi, come in (h).

55

Anche se le frasi nelle quali si constata un paragone fra due verbi si analizzano come complesse, contenendo

delle proposizioni subordinate implicite, si è voluto menzionare questo caso nel testo.

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Nel caso di una comparazione di uguaglianza, il complemento di paragone va introdotto:

da "quanto" quando si ha una comparazione fra due aggettivi, come nella frase

(i);

da "come" o da "quanto" quando il paragone si stabilisce fra due sostantivi (frase

(l)), fra due verbi all'infinito (frase (m)) o quando il complemento è costituito da

un pronome personale (frase (n)) (MEZZADRI, 2000, p. 128).

È possibile concludere dalle frasi in (118) che il complemento di paragone è un

elemento accessorio della frase.

In PB il complemento di paragone corrisponde all’oração subordinada adverbial

comparativa (PRAXEDES et al, s/d, p. 4), dato che la GN del PB ammette che quando si fa

un paragone, il predicato che si riferisce al secondo elemento della comparazione può essere

sottinteso (ad esempio, la frase "Paola è mais bonita do que sua prima", simile a (118a), va

interpretata come "Paola è mais bonita do que sua prima é bonita")56

. Essendo così, in questo

caso si avrà una frase complessa in PB (CEGALLA, 2010, p. 397).

3.5.3.25. Partitivo

Il complemento partitivo serve a indicare il tutto del quale si considera solo una parte

(DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 137). Risponde alle domande "tra chi?", "tra che cosa?" ed

è retto dalle preposizioni "tra/fra" e "di".

(119) a. [Pred. Verb. Hanno pescato] [C. Ogg. una grande quantità] [C. Part. di trote].

b. [Sogg. Due] [C. Part. fra loro] [Pred. Verb. vogliono comprare] [C. Ogg. una casa].

c. [Pred. Verb. Ho avuto] [C. Ogg. il più bravo] [C. Part. dei professori] [C. Spec. di

italiano].

d. [Sogg. Chi] [C. Part. di voi] [Pred. Verb. vorrebbe uscire] [C. TD adesso]?

e. [C. SiL In questo libro] [Pred. Verb. c'è] [Sogg. qualcosa] [C. Part. di interessante].

Nelle frasi in (119) si può vedere che il complemento partitivo dipende da (o si riferisce a) un

elemento introduttivo che può essere: un nome che indica numero, quantità o misura (frase

56

L'oração subordinada adverbial comparativa può anche corrispondere in italiano alla proposizione

comparativa quando il predicato del secondo elemento di comparazione è esplicito (in questo caso si avrà una

frase complessa in italiano).

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(a)); un numerale (frase (b)); un comparativo o un superlativo (frase (c)); un pronome

interrogativo (frase (d)) o indefinito (frase (e)) (IESU, 2006, p. 91-92). Il complemento

partitivo può costituire un elemento nucleare della frase (come in (a) e in (c)) oppure

accessorio (come nelle frasi (b), (d) e (e)), dipendendo dal contesto.

In PB il complemento partitivo corrisponde all’adjunto adnominal quando è un

elemento accessorio, o al complemento nominal quando costituisce un elemento nucleare

della frase.

3.5.3.26. Qualità

Il complemento di qualità "indica una qualità o una caratteristica di qualcuno o di

qualcosa" (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 138). Risponde alle domande "di che qualità?",

"come?", "con quali caratteristiche?" ed è retto dalle preposizioni "di", "da", "a", "con".

(120) a. [Sogg. Mio padre] [Pred. Nom. è stato una persona] [C. Qual. di poca pazienza].

b. [Pred. Verb. Vedi] [C. Ogg. quell'uomo] [C. Qual. dalla barba bianca]?

c. [Sogg. Simona] [Pred. Verb. indossava] [C. Ogg. un vestito] [C. Qual. a pois].

d. [Pred. Verb. Hai invitato] [C. Ogg. quella ragazza] [C. Qual. con quei lunghi

capelli biondi]?

Il complemento di qualità costituisce un elemento accessorio della frase. In PB,

corrisponde all’adjunto adnominal.

3.5.3.27. Quantità o Misura

Il complemento di quantità o misura serve a indicare una quantità o una misura di

qualcosa (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 138). Risponde alle domande "quanto?", "di

quanto?", "per quanto?" ed è retto dalle preposizioni "per", "di", "a" e "su" (quest'ultima con

valore di approssimazione). Spesso si trova anche senza preposizione.

(121) a. [Pred. Verb. Porta] [C. Ogg. un sacco] [C. Spec. di patate] [C. QoM di dieci chili].

b. [Pred. Verb. Ho] [C. QoM un metro e sessanta cinque].

c. [Pred. Verb. Peso] [C. QoM sugli ottanta chili].

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d. [Sogg. Il paese] [Pred. Verb. si estendeva] [C. QoM per quaranta chilometri

quadrati].

Nelle frasi in (121) si può vedere che il complemento di quantità o di misura può riferirsi a un

nome (come in (a)) o a un verbo (frasi da (b) a (d)). Può anche essere sia un elemento

accessorio della frase (frase (a)), sia un elemento nucleare (frasi da (b) a (d)).

In PB il complemento di quantità o misura corrisponde all'adjunto adverbial de

quantidade (PRAXEDES et al, s/d, p. 4) quando si riferisce a un verbo e all'adjunto

adnominal quando si riferisce a un nome.

3.5.3.28. Rapporto o Relazione

Il complemento di rapporto o relazione indica un rapporto o una relazione fra

persone o cose (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 138). Risponde alle domande "tra chi?",

"tra quali cose?", "con chi?", "con quali cose?" ed è retto dalle preposizioni "tra/fra" e "con".

(122) a. [C. RoR Tra loro] [Pred. Verb. ci sono] [Sogg. molti problemi].

b. [Pred. Verb. Puoi vedere] [C. Ogg. la relazione] [C. RoR fra le due richieste]?

c. [Sogg. Il mio rapporto] [C. RoR con il professore] [Pred. Nom. è ottimo].

Nelle frasi in (122) è possibile concludere che il complemento di rapporto o relazione può

riferirsi a un predicato (come in (a)) o a un nome (frasi (b) e (c)) e costituisce sia un elemento

accessorio della frase (frase (a)), sia un elemento nucleare (frasi (b) e (c)).

In PB il complemento di rapporto o relazione può corrispondere all’adjunto

adverbial de relação quando si riferisce a un verbo, o al complemento nominal quando si

riferisce a un nome.

3.5.3.29. Sostituzione o Scambio

Il complemento di sostituzione o scambio "indica qualcuno o qualcosa che è al posto

di altro" (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 138). Risponde alle domande "al posto di chi?",

"al posto di che cosa?", "invece di chi?", "invece di che cosa?" ed è retto dalla preposizione

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"per" o da locuzioni preposizionali come "al posto di", "invece di", "in cambio di" e "in luogo

di".

(123) a. [Sogg. Il presidente] [Pred. Verb. ha deciso] [C. SoS per tutti].

b. [C. SoS Invece dello spumante] [Pred. Verb. prendo] [C. Ogg. del vino rosso].

c. [Sogg. Chi] [Pred. Verb. vorrebbe viaggiare] [C. SoS al mio posto]?

Dalle frasi in (123) è possibile vedere che il complemento di sostituzione o scambio si

riferisce a un verbo e costituisce un elemento accessorio della frase.

In PB il complemento di sostituzione o scambio può corrispondere all’adjunto

adverbial de substituição (PRAXEDES et al, s/d, p. 4).

3.5.3.30. Stima e Prezzo

Il complemento di stima e quello di prezzo servono a indicare quanto un essere o una

cosa sono stimati (stima) o quanto costano (prezzo) (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 138).

Rispondono alle domande "quanto?", "a quanto?" e sono retti dalle preposizioni "a", "di",

"per", "da", "in" e "su" (quest'ultima con valore di approssimazione). Spesso si trovano anche

senza preposizione.

(124) a. [Pred. Verb. Ho comprato] [C. Ogg. tutto questo] [C. Prezzo per la metà] [C. Spec.

del prezzo].

b. [Sogg. Questo prodotto] [Pred. Verb. va venduto] [C. Prezzo a cinque euro]

[C. Distr. il chilo].

c. [Sogg. Il regalo] [Pred. Verb. è costato] [C. Prezzo venti euro].

d. [Sogg. Quest'opera d'arte] [Pred. Verb. è stimata] [C. Stima cinquanta mila euro].

Dalle frasi in (124) si può vedere che i complementi di stima e di prezzo si riferiscono a un

verbo e possono costituire elementi accessori della frase (come in (a)) o elementi nucleari

(frasi da (b) a (d)).

Il complemento di stima e quello di prezzo (come anche quello di distanza) si

possono confondere con il complemento di quantità o misura. Corti e Caffi (1989, p. 638,

grassetto nostro), nel riferirsi al complemento di quantità o di misura, menzionano che questo

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elemento "indica una quantità, che può riferirsi a un peso, a un'altezza, a una distanza, a un

prezzo ecc.".

In PB il complemento di stimma e quello di prezzo, così come quello di quantità o

misura, possono corrispondere all’adjunto adverbial de quantidade.

3.5.3.31. Vantaggio e Svantaggio

Il complemento di vantaggio e quello di svantaggio indicano per chi o per che cosa si

fa o succede qualcosa (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 138). Rispondono alle domande "per

chi?", "per che cosa?", "a vantaggio o a danno di chi?", "a vantaggio o a danno di che cosa?".

Il complemento di vantaggio è retto dalle preposizioni "per", "a", "verso" e da

locuzioni preposizionali come "a vantaggio di" e "in favore di".

(125) a. [Pred. Verb. Ho fatto] [C. Ogg. tutto questo] [C. Vant. per te].

b. [C. Vant. In favore dello sviluppo] [C. Spec. della regione] [Pred. Verb. ho preso]

[C. Ogg. questa decisione].

Il complemento di svantaggio è retto dalle preposizioni "per", "contro" e da locuzioni

preposizionali come "a svantaggio di" e "a danno di".

(126) a. [Sogg. L'alcool] [Pred. Verb. è pericoloso] [C. Svant. per la salute].

b. [Pred. Verb. Hanno agito] [C. Svant. contro gli interessi] [C. Spec. della ditta].

Dalle frasi in (125) e in (126) è possibile vedere che i complementi di vantaggio e di

svantaggio si riferiscono a un predicato e costituiscono elementi accessori della frase.

In PB il complemento di vantaggio e quello di svantaggio possono corrispondere

all’adjunto adverbial de fim.

3.5.3.32. Vocazione

Il complemento di vocazione non costituisce veramente un complemento indiretto,

poiché "non ha legami di dipendenza con altri elementi della frase, da cui è isolato per mezzo

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della virgola" (DARDANO; TRIFONE, 2001, p. 138). Serve per chiamare, invocare qualcuno

o richiamarne l'attenzione. Può essere preceduto dalla particella vocativa "o" e anche trovarsi

da solo (costituendo allora da solo un enunciato).

(127) a. [C. Voc. Mamma]!

b. [C. Voc. Cari professori], [Pred. Verb. cominciamo] [C. Ogg. la riunione].

Non subordinandosi a nessun elemento della frase, il complemento di vocazione non

potrebbe nemmeno essere classificato come elemento nucleare o accessorio; è, infatti, un

elemento a parte della frase semplice, e come tale dovrebbe essere considerato dalla GN

dell'italiano, non come uno dei complementi indiretti, come si constata.

In PB il complemento di vocazione corrisponde al vocativo.

3.5.3.33. Altri complementi indiretti

Il criterio semantico, usato nella classificazione dei complementi della frase in

italiano, può rendere possibili diverse interpretazioni. Se si vuole fare un'analisi dei

complementi seguendo tutte le sfumature di significato possibili nella lingua, si arriverà a un

numero superiore a quello dei complementi indiretti presentati in questo lavoro.

Nella figura 5 si ha una rappresentazione in cui si può vedere la relativa complessità

dell'analisi logica nella classificazione di questi complementi. Oltre ai trentadue complementi

indiretti presentati in questo lavoro, lì se ne hanno altri tre: l'esclamativo, l'eccettuativo e

l'aggiuntivo.57

57

Nella figura 5, tuttavia, alcuni problemi si constatano: il complemento di quantità (dentro il quale si sono

messi quelli di distanza, di prezzo e di stima) è indicato incorrettamente come "qualità", e il complemento di età,

indicato in blu, non si riesce a leggere bene (come anche il complemento distributivo, in marrone).

Dentro del complemento oggetto si ha "l'oggetto partitivo" e il predicativo dell'oggetto (tuttavia, come si è visto

in questo lavoro, questo ultimo non avrebbe la sua classificazione come un complemento oggetto).

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Fig

ura

5 –

I com

ple

menti d

ella frase sem

plice in

italiano

.

Tratto

da: h

ttp://lib

rob

log.alterv

ista.org

/map

pe-italia

no

-map

pe-g

ram

matica

-sintassi-d

ella-frase/

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99

3.6. QUADRO COMPARATIVO FRA GLI ELEMENTI DELLA FRASE SEMPLICE

IN ITALIANO E IN PB

Si presenta in seguito la tabella di corrispondenza degli elementi della frase semplice

in italiano e in PB. Si è partiti sempre dall'italiano per la costruzione della tabella; in questo

modo, quando non si è potuto mettere insieme tutti gli elementi dell'italiano che

corrispondevano a uno stesso elemento del PB (adjunto adnominal e complemento nominal),

questo ultimo è stato indicado con numeri fra parentesi, separati da una sbarretta (il primo

indicando l'ordine di occorrenza nella tabella, il secondo, in numero totale di occorrenze). In

questo modo, è possibile identificare più facilmente quali elementi dell'italiano

corrispondono, ad esempio, al complemento nominal in PB.

Tabella 2 – Comparazione fra gli elementi della frase semplice in italiano e in PB.

ITALIANO PORTOGHESE DEL BRASILE

soggetto sujeito

predicato

nominale

predicado 58

nominal

con verbo

copulativo verbo-nominal

verbale verbal

complemento oggetto (o diretto) objeto direto

complemento

predicativo

del soggetto

predicativo

do sujeito 59

dell'oggetto do objeto

apposizione aposto 60

attributo adjunto adnominal (1/9) 61

58

Non si dimentichi che in italiano, quando si tratta del predicato con verbo copulativo e del predicato verbale,

molti autori considerano soltanto il verbo come costituente del predicato.

59 Come visto nella sezione 3.5.2.1, alla pagina 69, il predicativo do sujeito può corrispondere anche alla parte

nominale del predicato nominale.

60 Riguardando la relazione fra l'apposizione e l'aposto, si abbia in mente quello che si è detto sull'aposto de

especificação, alle pagine 66 e 67.

61 È importante ricordare che non tutti gli elementi che costituiscono un adjunto adnominal in PB vanno

classificati come attributo o come complemento indiretto in italiano: è quello che accade con l'articolo (adjunto

adnominal in PB, ma solo parte del SN in italiano).

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100

(Continuazione della tabella 2)

ITALIANO PORTOGHESE DEL BRASILE

com

ple

men

ti i

ndir

etti

termine complemento nominal (1/5)

62 /

objeto indireto abbondanza / privazione

allontanamento o

separazione

complemento nominal (2/5)

adju

nto

s adve

rbia

is

lugar donde

luogo

moto da

luogo

moto per

luogo lugar por onde

moto a

luogo

lugar aonde

lugar para onde

stato in

luogo lugar onde

tempo

determinato

tempo continuato

età

adjunto adnominal (2/9)

mezzo o strumento

adju

nto

s a

dve

rbia

is

meio / instrumento

modo o maniera modo

causa causa

origine o provenienza origem ou proveniência

colpa / pena culpa / pena** 63

concessivo concessão

62

Il fatto che il complemento nominal può anche riferirsi a un avverbio non ha trovato un caso simile nella GN

dell'italiano per la corrispondenza di questo complemento con un elemento della frase in italiano.

63 I due asterischi indicano che gli adjuntos adverbiais in questione non sono stati presentati nel capitolo 2, ma si

potrebbe ammettere la loro esistenza per la corrispondenza con i rispettivi complementi indiretti in italiano.

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101

(Continuazione della tabella 2)

ITALIANO PORTOGHESE DEL BRASILE co

mple

men

ti i

ndir

etti

distributivo

adju

nto

s adve

rbia

is distribuição**

esclusione exclusão

sostituzione o scambio substituição**

vantaggio / svantaggio

fim

fine o scopo

adjunto adnominal (3/9)

distanza

adj. adv. quantidade** stima / prezzo

quantità o misura

adjunto adnominal (4/9)

compagnia / unione

adj. adv. companhia / união**

adjunto adnominal (5/9)

limitazione

adj. adv. limitação**

adjunto adnominal (6/9)

argomento

adj. adv. assunto

complemento nominal (3/5)

rapporto o relazione

adj. adv. relação**

complemento nominal (4/5)

agente / causa efficiente

agente da passiva

adjunto adnominal (7/9)

specificazione

adjunto adnominal (8/9) /

complemento nominal (5/5) partitivo

materia

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(Continuazione della tabella 2)

ITALIANO PORTOGHESE DEL BRASILE

com

ple

men

ti

indir

etti

qualità adjunto adnominal (9/9)

denominazione aposto de especificação 64

paragone oração subordinada adverbial

comparativa

vocazione vocativo

L'osservazione della tabella 2 permette di vedere la grande varietà semantica dell'adjunto

adnominal che, come già menzionato nel capitolo 2, corrisponde a diversi complementi

dell'italiano (11 in questo studio). Lo stesso si constata per il complemento nominal (che

corrisponde a otto complementi indiretti nella tabella).

Altri complementi in italiano potrebbero essere indicati, data la relativa libertà che

l'analisi logica concede. Un indizio di questo fatto si constata dall'osservazione che alcuni

adjuntos adverbiais presentati nel capitolo 2 non hanno trovato un loro complemento indiretto

corrispondente in italiano: gli adjuntos adverbiais de dúvida, de intensidade, de afirmação, de

negação, de inclusão e de condição. Forse una ragione per questo è il fatto che alcuni di essi

sono espressi soltanto da un avverbio (il quale, almeno nelle grammatiche consultate in questo

lavoro, non ha una funzione sintattica chiaramente definita in alcuni casi). Inoltre, se si

ammette l'esistenza del complemento di esclusione in italiano, si crede come accettabile

prevedere anche un complemento di inclusione, ad esempio.

La lettura di questa ricerca (così come l'osservazione della tabella 2) permette di

identificare che il criterio semantico è importantissimo nella classificazione degli elementi

della frase in italiano, soprattutto in quella dei complementi indiretti. E poiché ci sono

sfumature che non sempre si è capaci di identificare, la classificazione di questi complementi

non si può affermare come unanime, dato che le interpretazioni possono divergere. Nelle

parole di Corti e Caffi (1989, p. 635-636):

[...] può sempre capitare di imbattersi, specie nella lingua parlata, in espressioni che

non [si riusciranno] a identificare come nessuno dei complementi [dati qui]. Questo

è normale per un oggetto che, come la lingua, conosce una continua evoluzione nel

64

Solo l'aposto de especificação introdotto dalla preposizione "di" corrisponde al complemento di

denominazione (per più dettagli, vedere la sezione 2.3.3, alle pagine 49 e 50).

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103

tempo e viene usato secondo stili e registri estremamente vari per scopi diversi:

inquadrare perfettamente ogni piccola parte di un oggetto tanto mutevole è opera

praticamente impossibile. Quello dei complementi è quindi un insieme aperto,

impossibile a completarsi in modo perfetto.

Inoltre, il criterio formale è più importante in PB di quanto lo sia in italiano. Si veda,

ad esempio e ancora una volta, i casi dell'adjunto adnominal e del complemento nominal: essi

condividono il fatto di riferirsi a un nome o a un aggettivo, non essendo suddivisi in categorie

in PB, ma corrispondono ognuno a diversi complementi indiretti dell'italiano. Lo stesso

accade all'adjunto adverbial, che si riferisce per lo più a un verbo e la cui classificazione più

dettagliata non è prevista dalla NGB; ma come visto, alcuni autori, tra i quali Cunha e Cintra

(2011) e Bechara (2009) ne fanno un tentativo di dettagliamento.

Un fatto che conferma quanto si è detto sopra è la divisione formale fatta in PB fra

gli elementi che dipendono da un verbo (come gli objetos e gli adjuntos adverbiais) e quelli

che dipendono da un nome (come i predicativos, l'adjunto adnominal e il complemento

nominal). In italiano, questa classificazione non si fa o non è chiara (poiché il criterio

semantico è il più importante, come già menzionato). Un esempio è la classificazione del

complemento di termine (che si riferisce in generale a un verbo) e del complemento di

specificazione (che dipende da un nome) nella stessa categoria dei complementi indiretti.

Inoltre, in italiano molti complementi indiretti (introdotti da preposizioni) in verità non si

presentano come tali, in quanto alcune volte non si servono di una preposizione. Un'altra

incoerenza trovata in questa classificazione è l'inclusione del complemento vocativo nella

categoria dei complementi indiretti (che, come la stessa GN indica, non costituisce nemmeno

un complemento, in quanto non ha nessun legame con altri elementi della frase).

La classificazione che la GN fa nelle due lingue può essere messa in discussione in

molti altri punti. In PB, ad esempio, come visto nel capitolo 2, molti adjuntos adverbiais, i

quali vengono classificati come termos acessórios da oração (ossia, elementi non-nucleari), si

mostrano come nucleari. Forse una maniera di ridurre questo problema sarebbe creare fra i

termos integrantes da oração una categoria che potesse includere questi elementi come

nucleari. Inoltre, la NGB dovrebbe ammettere delle categorie più specifiche per gli adjuntos

adnominais e gli adjuntos adverbiais: come si può concludere dal paragone presentato in tutta

l'analisi fatta nel capitolo 3, la quale è riassunta nella tabella 5, questi elementi possono

corrispondere a significati diversi, i quali corrispondono a dei complementi differenti tra loro

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104

in italiano. In questo senso, per una futura rianalisi della NGB, l'analisi logica fatta in italiano

potrebbe aiutare nella definizione di nuove categorie per questi adjuntos.

Riprendendo le parole di Corti e Caffi (1989) citate sopra, si constata che molte volte

gli autori delle grammatiche non sono d'accordo per quel che riguarda la classificazione dei

complementi. Ad esempio, Dardano e Trifone (2001, p. 131, grassetto nostro) ammettono che

"il complemento di specificazione [...] dipende sempre da un nome". Iesu (2006, p. 91,

grassetto e corsivo dell'autrice) menziona che questo complemento:

[g]eneralmente dipende da un nome (es.: una confezione di caramelle), ma può

dipendere anche da:

un aggettivo

es.: Un atleta desideroso di gloria;

un verbo

es.: La spedizione dispone di sofisticate tecnologie.

Oltre a questo caso, si vedano i complementi di quantità o misura, di distanza, di

stima e di prezzo: Dardano e Trifone (2001) li classificano tutti separatamente, ma sarebbe

anche logico che nel complemento di quantità o misura fossero inclusi tutti gli altri (come

viene indicato anche nella figura 5, alla pagina 98).

Avendo concluso qui la comparazione fra gli elementi della frase semplice in italiano

e in portoghese del Brasile secondo la prospettiva della grammatica normativa, nella prossima

sezione si fanno le considerazioni finali.

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CONSIDERAZIONI FINALI

Come accennato nell'introduzione, questo lavoro non ha l'intenzione di essere

esaustivo nell'analisi contrastiva della sintassi della frase semplice in italiano e in PB. Si

possono dare inoltre nuove interpretazioni al paragone fatto per ogni elemento della frase, e si

spera che il lettore aiuti gli studi grammaticali contrastivi contestando (oppure confermando)

eventualmente le informazioni che qui si trovano.

Essendo il contenuto semantico nell'analisi logica dell’italiano così importante per la

classificazione dei complementi, le interpretazioni (soggettive) che si possono dare a questi

complementi sono alcune volte divergenti. Si prenda ad esempio la frase (128) sotto:

(128) [Sogg. Marco] [Pred. Verb. ha scritto] [C. Ogg. una lettera] [C. ??? per Anna].

Probabilmente nessuno contesterebbe la classificazione dei sintagmi [Marco], [ha scritto] e

[una lettera] come soggetto, predicato verbale e complemento oggetto, rispettivamente.

Tuttavia, il sintagma [per Anna] potrebbe rendere possibili alcune interpretazioni:

se si considera che Marco ha svolto il compito di scrivere la lettera perché Anna

gliel'ha chiesto, il sintagma [per Anna] può costituire un complemento di causa;

se, per esempio, la scrittura della lettera era un compito che toccava ad Anna ma

lei non ha potuto farlo e ha chiesto al suo collega Marco di aiutarla, in questo

caso Marco lo fa al posto di Anna e il sintagma [per Anna] costituisce un

complemento di sostituzione o scambio;

se Mario ha deciso di scrivere la lettera per aiutare la sua amica, senza che lei

gliel'abbia chiesto, cioè a vantaggio di Anna, il sintagma [per Anna] può essere

classificato come un complemento di vantaggio;

se Mario è innamorato di Anna e ha deciso di scriverle una lettera che sarà

consegnata a lei, cioè una lettera indirizzata ad Anna, [per Anna] sarà il

complemento di termine (anche se la preposizione più comune per introdurre il

complemento di termine è "a"). Inoltre, considerando degli apprendenti

brasiliani di italiano, questa sarebbe forse l'interpretazione più probabile, dato il

fatto che molte volte la preposizione "per" viene tradotta da "para", la quale è la

preposizione più usata per introdurre l'objeto indireto in PB.

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106

Tuttavia, la scelta fra le interpretazioni summenzionate sarebbe resa più facile dal

contesto nel quale la frase (128) si troverebbe.

Si sa oggi che in una classe di italiano come lingua straniera non si può passare tutto

il tempo a insegnare soltanto la grammatica, come si faceva ancora alcuni decenni fa.

Tuttavia, la grammatica è un componente importantissimo che va insegnato, così come il

vocabolario, gli elementi culturali e lo svolgimento delle quattro competenze (la

comprensione e l'espressione orali e scritte). Inoltre, si sa che ogni studente ha il suo stile

proprio di apprendimento, come rivela Torresan (2011). Quelli che hanno un'intelligenza

piuttosto logica/matematica in generale avranno uno stile logico di apprendimento, e per

questi uno studio contrastivo come quello che si fa in questo lavoro potrà sicuramente aiutare

in maniera speciale nella riflessione sulla lingua.

Concludendo queste considerazioni e considerando anche che questo lavoro si

rivolge principalmente a dei futuri insegnanti di lingua italiana (naturalmente non limitandosi

a questi), conoscere la grammatica della propria lingua materna e quella della lingua straniera

da insegnare non è solo un punto che può svegliare degli interessi da parte di questi futuri

insegnanti, ma piuttosto un dovere: l'insegnante deve conoscere in modo profondo il suo

oggetto di lavoro, in questo caso le lingue coinvolte nella sua pratica didattica. In questo

senso, gli studi grammaticali (e conseguentemente quelli contrastivi) sono indispensabili per

la formazione di un professionista competente.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

BECHARA, Evanildo. Moderna Gramática Portuguesa. 37. ed. rev. Rio de Janeiro: Nova

Fronteira, 2009.

CARDINALETTI, Anna. Gli strumenti indispensabili della linguistica formale: le nozioni di

costituente, gerarchia, movimento. In: TORQUATO, Carolina Pizzolo; ROMANELLI,

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