Università del Tempo Libero Le moderne tecnologie e la nostra vita quotidiana: come alcune grandi...
-
Upload
nerezza-cozzolino -
Category
Documents
-
view
212 -
download
0
Transcript of Università del Tempo Libero Le moderne tecnologie e la nostra vita quotidiana: come alcune grandi...
Università del Tempo Libero
Le moderne tecnologie e la nostra vita quotidiana: come alcune
grandi invenzioni hanno cambiato radicalmente la nostra vita
Stefano Covino
INAF / Osservatorio Astronomico di Brera
Le fonti energetiche primarie
• Fonti fossili
• Fonte nucleare
• Fonti rinnovabili
• petrolio• carbone• gas naturale
• uranio (plutonio), torio
• deuterio, trizio
• energia idraulica, energia geotermica
• energia eolica (vento)• energia solare (termica, fotovoltaica)• combustibile derivato dai rifiuti (CDR)• biomassa (legna da ardere)• biocombustibili (bioetanolo, biogas)
Gli usi prevalenti dell’energia
• Il fabbisogno prevalente di fonti energetiche riguarda:
– la produzione diretta di mobilità (trasporti)– la produzione diretta di calore– la produzione diretta di elettricità
• Nei paesi industriali avanzati
– 1/3 dell’energia primaria è utilizzato per produrre mobilità– 1/3 dell’energia primaria è utilizzato per produrre calore– 1/3 dell’energia primaria è utilizzato per produrre elettricità
Le risorse petrolifere teoriche
• Stima delle risorse petrolifere mondiali accessibili con tecnologie disponibili e quindi a costi di estrazione confrontabili con quelli correnti (“risorse convenzionali”): 1.020 miliardi di barili (Gbp).
• Al tasso di produzione attuale (24 Gbp/anno) queste risorse sono tali da garantire una produzione abbondante e a prezzi non dissimili da quelli correnti ancora per oltre 40 anni.
I fattori di indeterminazione
• Le stime delle risorse petrolifere mondiali sono affette da tre cause principali di errore in eccesso:
– si fondano sulle valutazioni dei paesi produttori e delle compagnie petrolifere (che hanno interesse a sovrastimare la loro capacità produttiva residua);
– si basano sull’assunzione che la produzione di greggio dai giacimenti possa rimanere costante - o crescere - nei prossimi anni senza particolari problemi tecnici;
– assumono che l’ultimo barile di petrolio possa essere pompato da un giacimento con la stessa facilità (e quindi allo stesso costo) del
primo.
• La dimensione di un giacimento petrolifero è sempre stimata con ampi margini di errore, e quasi sempre in eccesso.
• La parte del petrolio presente in un giacimento che è possibile e conveniente estrarre è anch’essa stimata in eccesso.
• I paesi produttori hanno convenienza a sovrastimare le proprie riserve per avere più rilievo in sede internazionale, per attrarre gli investimenti, per non perdere la capacità di ottenere prestiti.
• Sovrastimando le riserve a disposizione di una compagnia petrolifera si innalza il valore delle sue quotazioni borsistiche.
• I paesi dell’OPEC hanno un interesse particolare a gonfiare le stime delle loro riserve, dal momento che ciascun paese può
esportare in proporzione alle riserve stimate.
• Secondo la Petroconsultants di Ginevra è per i fattori citati che, anno dopo anno, e nonostante gli elevatissimi tassi di estrazione, le riserve mondiali di petrolio si mantengono costanti o addirittura aumentano.
• Alla fine degli anni Ottanta gli 11 paesi dell’OPEC hanno incrementato le stime delle loro riserve di circa 290 Gbp, senza alcuna giustificazione tecnicamente valida.
• Questo aumento corrisponde a 1,5 volte il quantitativo di petrolio complessivamente scoperto negli USA dalle origini del business petrolifero ad oggi!
• Le riserve mondiali di petrolio (stimate) sono dunque costantemente aumentate negli ultimi 20 anni.
• Estrapolando al futuro questa tendenza (apparente) la US Energy Information Administration ha concluso che la produzione di petrolio può continuare a crescere senza ostacoli per decenni.
• Si tratta però forse di un’illusione:
– negli anni Novanta le compagnie petrolifere hanno scoperto in media 7 Gbp all’anno;
– la produzione media degli anni Novanta è stata di 20 Gbp all’anno;– ma anziché registrare una riduzione, le “riserve accertate” sono
aumentate.
Una verità scomoda?
• Circa l’80% del petrolio oggi prodotto nel mondo proviene da giacimenti scoperti prima del ’73
• La capacità produttiva della grande maggioranza dei giacimenti sta già declinando
• Le nuove scoperte hanno toccato un massimo all’inizio degli anni Sessanta e da allora hanno cominciato a diminuire.
• Alla fine degli anni Novanta – il mondo disponeva di riserve per circa 1.000 Gbp– la produzione cumulativa era stimabile in oltre 800 Gbp
La curva di Hubbert
• Il ciclo di produzione del petrolio è descritto dalla curva di Hubbert.
• Il massimo della curva potrebbe essere raggiunto entro il 2010.
• Da allora in poi il mercato registrerà una progressiva contrazione dell’offerta.
ENTRO IL 2010
FASE DI CRESCITA DELL’OFFERTA
FASE DI CALO DELL’OFFERTA
L’andamento dei prezzi
• Cosa accadrebbe ai prezzi se il mercato prendesse atto che le risorse petrolifere sono in via di esaurimento?
• Si avrebbero forti oscillazioni del prezzo del barile intorno a un prezzo medio progressivamente crescente…
PREZZO CORRENTEDI MERCATO
PREZZO MEDIO
Le prospettive future• La domanda mondiale di greggio cresce attualmente del 2%
all’anno. L’US Energy Information Administration prevede una crescita del 60% entro il 2020, quando la domanda raggiungerà 40 Gbp/anno.
• L’aumento della domanda ha riportato la quota OPEC a superare il 30% del mercato mondiale nei primi anni Duemila (come nel ’73). Sono quindi divenuti molto probabili (e lo stiamo verificando) drastici aumenti ricorsivi del prezzo del greggio.
• Un processo di autocontenimento della domanda come negli anni Settanta e Ottanta potrebbe determinare un prolungamento della vita economica delle risorse.
• Ma intorno al 2010 anche l’area mediorientale supererà il massimo della curva di Hubbert, e da quel momento la produzione mondiale dovrà inevitabilmente diminuire.
• Pianificazione energetica– PNRE 1975 (Piano Nazionale per la Ricerca Energetica)– PEN 1981 (Piano Energetico Nazionale)– PEN 1985– PEN 1988
• Provvedimento CIP 6/92• Provvedimento CIPE 137/98• Decreto Legislativo 79/99• Decreto Ministeriale 11.11.1999 (“Decreto 2%”)• Decreto Ministeriale 22.12.2000• Decreto Ministeriale 29.03.2001 (“Decreto tetti fotovoltaici”)
• Dal 2002 in poi: deliberazioni dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas
Le politiche di incentivazioneGli strumenti normativi
Le politiche di incentivazioneL’impegno finanziario 1975-2002
• Impegno finanziario dello Stato per incentivare le fonti energetiche rinnovabili nel periodo 1981 - 2002:
– 98.902 miliardi di lire
• La somma è stata spesata sulla fiscalità generale e sulle tariffe elettriche.
• Sono esclusi i costi sostenuti attraverso l’ENEA per i programmi di ricerca e sviluppo.
Il fabbisogno energetico nazionaleIl decennio1990 - 2000
PREVISIONEDEI VERDI
ALLA CNE 1987
145
Il ruolo delle fonti rinnovabiliI dati 1990 – 2001 (ENEA)
Il ruolo delle fonti rinnovabili• Copertura del fabbisogno energetico complessivo
dell’Italia: – contributo delle FER: 7,2%
• fonti rinnovabili classiche (idroelettrico, geotermico, legna da ardere): 6,97%;
• contributo delle nuove FER (solare termico, fotovoltaico, eolico, biocombustibili e CDR): 0,23%.
• Copertura del fabbisogno nazionale di energia elettrica:– le FER hanno fornito complessivamente il 17,6% – il contributo è ascrivibile quasi interamente alle fonti rinnovabili
classiche (15,7% dall'idroelettrico, 1,9% dal geotermoelettrico);– le nuove FER (eolico, solare termico, fotovoltaico, biomasse,
biocombustibili, CDR) contribuiscono complessivamente per lo 0,09%.
Il contributo massimo ottenibile
• Una stima del contributo massimo ottenibile dalle fonti rinnovabili in Italia era contenuta nel documento TERES II del programma ALTENER della Commissione Europea (1996).
• Nelle condizioni di scenario più favorevole (best practice policies) il contributo teorico massimo da nuove FER raggiungibile in Italia nel 2020 è di 20,5 Mtep.
Idroelettrica 15.558Legna e assimilati
9.598
Geotermica 5.883CDR 8.304Biocombustibili 6.198Eolica 2.878Solare 3.126Totale 51.544
Fonte Mtep
La rilevanza sul fabbisogno energetico
• Il contributo di 20,5 Mtep previsto nelle condizioni di scenario più favorevole (massimo teorico ottenibile) rappresenterebbe meno il 5% del fabbisogno energetico nazionale previsto per il 2020 (previsioni di minima della crescita dei consumi).
• Il contributo massimo teoricamente ottenibile dalle nuove fonti rinnovabili al 2020 non sarebbe comunque tale da alleviare significativamente i problemi di dipendenza energetica del Paese.
• Un impianto elettrico da 1000 MWe occupa le seguenti aree:
Tipo di impianto Area occupata
(ettari)Nucleare 15
Carbone 30
Olio combustibile 20
Gas (ciclo combinato) 12
Solare (fotovoltaico) 200
Solare (termico, progetto Archimede)
2.000
Eolico 12.500
» dipendenza dall’estero: 82% » esborso annuo (2003): 30 miliardi di euro» quota idrocarburi: 65%
» dipendenza dall’estero: 84%. » esborso annuo (2003): 10 miliardi di euro» dipendenza dagli idrocarburi: 80%
• Costo medio del kWh: 60% in più rispetto alla media europea• Per ridurre i costi di produzione l’Italia importa energia nucleare
dall’estero (il 18% del fabbisogno).• Rigidità degli approvvigionamenti• Impatto ambientale (“tutto carbonio”, transito di prodotti petroliferi, gli
obiettivi del Protocollo di Kyoto irraggiungibili: costerebbero 360 euro/abitante)
• Depressione della ricerca in campo energetico
La situazione• Sbilanciamen
to del mix energetico:
• Sbilanciamento del mix elettrico:
• Potenza nucleare in funzione nel mondo al 31.12.1985: 249.688 MWe
• Potenza nucleare in funzione nel mondo al 31.12.2002: 358.661 MWe
• Crescita della potenza nucleare fra il 1985 e il 2002:44 %
• L’energia nucleare contribuisce alla produzione elettrica (dati ONU-IAEA 2003):– per il 35 % in Europa– per il 25 % nei paesi dell’OCSE– per il 17 % a livello mondiale
• Il nucleare è la prima fonte di produzione elettrica in Europa (davanti al carbone).
Fonti:•Crati, Concorzio per la Ricerca e le Applicazioni Tecnologiche Innovative (http://www.crati.it/)
•Ing. Ugo Spezia, segretatio generale Associazione Italiana Nucleare
•Wikipedia (http://it.wikipedia.org/)