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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI di ROMA TOR VERGATA Dipartimento di Biologia Laboratorio di Ecologia Sperimentale ed Acquacoltura Studio dei popolamenti ittici del fiume Tevere, nella Riserva Naturale Tevere-Farfa (RM), e del corso del Torrente Farfa (RI) APRILE 2010

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI di ROMA TOR VERGATA

Dipartimento di Biologia

Laboratorio di Ecologia Sperimentale ed Acquacoltura

Studio dei popolamenti ittici del fiume Tevere, nella Riserva Naturale Tevere-Farfa (RM), e del corso del Torrente Farfa (RI)

APRILE 2010

Introduzione

La pubblicazione nel 2000 della Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60/CE), da parte del

Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione europea, il cui obiettivo principale è la

conservazione, tutela e valorizzazione degli ecosistemi acquatici europei, rappresenta un momento

fondamentale per lo sviluppo ed applicazione di politiche ambientali di nuova generazione, sempre

più informate ai principi dell’uso sostenibile delle risorse naturali, come l’acqua e gli organismi

acquatici viventi. In maniera innovativa, la Direttiva Acque ha introdotto il concetto di “stato

ecologico” che viene definito come espressione della qualità della struttura e del funzionamento

degli ecosistemi acquatici associati alle acque di superficie, da valutare con una serie di descrittori

(elementi di qualità) abiotici e, soprattutto, biotici (popolamenti vegetali ed animali) prefissando,

inoltre, degli obiettivi di qualità ambientale (“buono” stato ecologico) da raggiungere entro un

determinato arco temporale (es. il 2015).

Tra gli elementi di qualità biologici, i popolamenti ittici, rappresentano una delle componenti

essenziali per la valutazione dello stato ecologico dei sistemi lotici e lentici, sia dulcacquicoli che

salmastri .

Lo studio delle comunità e delle popolazioni ittiche è divenuto sempre più importante anche per

rispondere alle istanze legate al recepimento ed all’ implementazione a livello nazionale e

decentrato, di direttive comunitarie come la Direttiva 92/43/CEE del Consiglio, meglio conosciuta

come “Direttiva Habitat”, che considera la biodiversità ittica, espressa ai vari livelli di pool genici,

popolazioni e comunità ed i sistemi acquatici coinvolti, quali elementi sensibili da monitorare per

identificare delle azioni di tutela ed eventuale riqualificazione (es. Piani d’Azione generali e

Particolareggiati).

Tali studi stanno divenendo anche un’attività obbligatoria per tutti gli Enti, come le Regioni,

competenti in materia di monitoraggio e valutazione ambientale e di programmazione ed attuazione

delle politiche di tutela delle risorse. Agli stessi Enti locali è stato quindi attribuito il compito di

contribuire all’applicazione delle disposizioni legislative nazionali che, per la “materia ambientale”

sono rappresentati dal D.Lgs 152/2006 (“Codice dell’Ambiente”) e successive integrazioni (in

applicazione della Direttiva Acque), dalla Legge 157/97 (in applicazione della Direttiva Uccelli) e

dai DPR 120/2003 (in recepimento della Direttiva Habitat);

Le comunità e popolazioni ittiche rappresentano anche una delle componenti biotiche da analizzare

e valutare ai sensi della Direttiva Habitat. Questo apparente duplice ruolo della componente “fauna

ittica” per l’implementazione delle norme citate va trattato, ricercando la massima sinergia tra le

due chiavi di lettura: più conservazionistica ai sensi della Direttiva Habitat (es. Integrità Faunistica);

più funzionalistica ai sensi della Direttiva Acque.

Un caso di studio fondamentale per la ricerca di tali sinergie tra le norme ambientali citate può

essere rappresentato da sistemi acquatici o porzioni di questi tutelati ed inseriti in aree protette.

Infatti, per le aree protette, istituite per la tutela di habitat e specie dipendenti dall’ambiente

acquatico, la WFD prevede il proprio inserimento in uno o più registri (art.6) e raggiungimento,

entro il 2015, di uno stato di conservazione soddisfacente (cfr. art. 1, lett. e, i). In particolare per i

Siti Natura 2000, i programmi di monitoraggio previsti dalla WFD devono essere integrati con

quelli stabiliti dalle Direttive 92/43/CE “Habitat” e 79/409/CEE “Uccelli”. L’applicazione di

approcci di studio basati su analisi multi-criterio e multi-livello che prevedono l’analisi simultanea

di diversi descrittori, sia biotici che abiotici, è divenuta sempre più necessaria nelle valutazioni dello

stato degli ecosistemi acquatici, proprio alla luce del recente quadro normativo in materia di

gestione sostenibile delle risorse acquatiche.

In questo quadro di riferimento, la Riserva Naturale Nazzano, Tevere-Farfa, area protetta ai sensi

delle Direttive Habitat ed Uccelli, che presenta un sistema acquatico complesso, costituito da una

estesa facies lentica fluviale derivata da uno sbarramento artificiale del corso del Tevere e da una

porzione naturale, rappresentata dalla foce del Torrente Farfa, uno dei corsi d’acqua secondari del

Lazio meglio conservati, può costituire un interessante caso di studio.

L’esigenza di studiare la fauna ittica di questa area protetta è legata anche alla evidente carenza di

dati recenti, necessari sia per le valutazioni ambientali, sia per l’identificazione di taxa indigeni di

particolare pregio conservazionistico per i quali andranno identificate delle specifiche azioni di

tutela. A Ciò si aggiunge l’opportunità di ampliare le basi conoscitive sulle comunità ittiche del

bacino del Tevere, sia a valle dello sbarramento mobile della Meanella, che rappresenta un ostacolo

fisico ai liberi spostamenti delle popolazioni ittiche migranti, sia a monte della zona di foce del

Torrente Farfa, in Provincia di Rieti, per le importanti emergenze ambientali rappresentate in

particolare dal monumento naturale delle Gole del Farfa.

L’obiettivo prioritario dello studio è quello di acquisire conoscenze originali sulla fauna ittica

dell’area protetta, attraverso l’esecuzione di specifiche campagne di pesca sperimentale e di

ampliare le conoscenze sui popolamenti ittici del Torrente Farfa, già parzialmente analizzati nel

corso dello studio svolto dallo stesso gruppo di ricerca del Laboratorio di Ecologia Sperimentale ed

Acquacoltura (L.E.S.A.) dell’Università di Roma “Tor Vergata”, per la realizzazione della “Carta

della biodiversità ittica della Provincia di Roma”.

Il presente rapporto, rappresenta lo stato di avanzamento dello studio, nel quale sono stati riportati i

risultati preliminari che, per facilità di lettura, sono stati trattati in maniera sintetica e corredati da

grafici e tabelle riguardanti sia i due sistemi acquatici principali analizzati (asta principale del

Tevere e Torrente Farfa), sia le singole stazioni di campionamento. Per ciascuna di queste è stata

elaborata una scheda di sintesi, articolata nella seguente maniera: 1) descrizione dei parametri

ambientali, chimici e fisici; 2) analisi ittiologica; 3) analisi della struttura demografica delle

popolazioni più rappresentate numericamente.

Materiali e Metodi Area di studio e stazioni di campionamento L’area di studio del presente lavoro è rappresentata prioritariamente dalla porzione di asta

principale del Fiume Tevere e dalla foce del Torrente Farfa, comprese all’interno della Riserva

Naturale Regionale “Nazzano-Tevere-Farfa”, prima area protetta regionale d’Italia, istituita con la

legge regionale n° 21 del 4 aprile 1979, per lo straordinario valore ambientale di questo territorio

esteso per circa 700 ettari, all’interno dei comuni di Nazzano, Torrita Tiberina e Monopoli di

Sabina. Per ricercare la massima sinergia con altri progetti di ricerca in corso, coordinati da altri

Enti, come l’ISPRA (es. sinergie tra Direttive Habitat, Uccelli e Acque) e l’ARP (es. Carta della

Biodiversità Ittica della Regione Lazio), l’area di studio è stata ampliata a valle dello sbarramento

della Meanella e, nella prospettiva di un ampliamento dell’area protetta dalla Riserva Tevere-Farfa,

al “monumento naturale” delle Gole del Farfa (tratto Salisano-Castelnuovo di Farfa-Mompeo), nel

tratto del Farfa a monte del Ponte della Ferrovia.

La porzione preponderante dell’area analizzata è rappresentata dal lago di Nazzano (esteso per circa

300 ettari), originato dall’ampliamento dell’alveo del f iume Tevere in seguito alla costruzione da

parte dell’Enel (tra il 1953 ed il 1955), di uno sbarramento artificiale per la produzione di energia

elettrica ed all’interno del quale sono state ubicate 2 stazioni di campionamento. Un’altra stazione

di campionamento è stata posta poco più a monte del lago, in corrispondenza del comune di Torrita

Tiberina, mentre 3 stazioni sono state ubicate sull’asta principale del torrente Farfa, in prossimità

dei comuni di Mompeo, Salisano e Ponte Sfondato. A valle dello sbarramento di Nazzano è stata

ubicata l’ultima stazione di campionamento, per un totale di 7 stazioni riportate in Fig. 2.1.

Fig. 2.1: Localizzazione delle 7 stazioni di campionamento all’interno dell’area di studio.

Tabella 2.1: Stazioni di campionamento sul fiume Tevere con l’acronimo, l’anno di campionamento e georeferen ziazione. Bacino Corso d'acqua - "Località" Acr. Anno Latitudine Longitudine

Tevere Fiume Tevere – Torrita Tiberina Tev1 2009 42°13'24.00"N 12°37'17.00"E

Tevere Fiume Tevere – Foce Farfa Tev2 2009 42°12'46.18"N 12°36'23.12"E

Tevere Fiume Tevere – Boa Tev3 2009 42°12'13.18"N 12°36'45.00"E

Tevere Fiume Tevere – Sotto diga Tev4 2009 42°11'55.51"N 12°36'45.59"E

Tabella 2.2: Stazioni di campionamento sul torrente Farfa con l’acronimo, l’anno di campionamento e georeferen ziazione. Bacino Corso d'acqua - "Località" Acr. Anno Latitudine Longitudine

Tevere Torrente Farfa – Gole Mompeo Far1 2009 42°14'46.80"N 12°43'52.39"E

Tevere Torrente Farfa – Salisano Far2 2009 42°14'36.71"N 12°45'25.73"E

Tevere Torrente Farfa – Ponte Sfondato Far3 2009 42°12'31.10"N 12°38'10.40"E

Tecniche di cattura Il primo passaggio nelle analisi che utilizzano le popolazioni ittiche come oggetto di studio è il

reperimento di un campione casuale e sufficientemente ampio (rappresentativo della struttura

demografica). Sono state utilizzate procedure di pesca ed equipaggiamenti differenti a seconda della

profondità dell’acqua, della larghezza dell’alveo, dei siti di campionamento e delle potenziali specie

da catturare, dando comunque priorità alla pesca elettrica.

Campionamenti nel torrente Farfa

Nei corsi d’acqua guadabili i campionamenti ittici sono stati effettuati mediante l’utilizzo di un

elettrostorditore spallabile (peso fino a 25 kg e potenza fino a 3000 W), a corrente continua o ad

impulsi, ideale per campagne di pesca sperimentale nei corsi d’acqua con profondità < 0,7 m (Fig. ).

Per mantenere un’elevata efficienza di cattura dell’elettrostorditore, particolare attenzione è stata

riposta nella regolazione della frequenza di impulso in uscita, a seconda delle condizioni ambientali,

delle specie ittiche e delle classi di taglia attese, che possono reagire in maniera diversa

all’esposizione al campo elettrico (es. minore efficienza sui giovanili 0+ per la ridotta massa

corporea). Le azioni di pesca sono state svolte guadando il fiume a piedi in direzione opposta a

quella della corrente, per evitare di lavorare in condizioni di scarsa visibilità e mantenere livelli

ottimali di cattura, cercando di coprire in ogni stazione tutti i mesohabitat (es. pozze, raschi e

correntini) presenti all’interno di un’area minima pari a circa 20 volte la larghezza dell’alveo

(campionamento totale) (Fig. e Fig.).

Per la caratterizzazione dei popolamenti ittici dei corsi d’acqua secondari, i campioni relativi a

ciascuna stazione sono stati catturati mediante un unico passaggio dell’elettrostorditore, metodo che

permette di ottenere una stima dell'abbondanza relativa, e non assoluta, del popolamento ittico di un

determinato sito.

Fig. : Fig. :

Campionamenti nell’asta principale del Tevere

Nell’asta principale del Tevere, non guadabile, è stato necessario l’utilizzo di imbarcazioni e, in

combinazione con la pesca elettrica, di tecniche di cattura efficaci in presenza di grandi volumi di

acqua, come l’utilizzo di reti da posta e bertovelli in grado di consentire la cattura anche delle

specie bentoniche (come l’anguilla o crostacei astacidi) e degli individui delle classi di taglia più

piccole (es. 0+), importanti per l’analisi della struttura demografica delle popolazioni.

In ciascuna stazione di campionamento, rappresentata da tratti omogenei di lunghezza pari a circa

500 m di corso fluviale, le pescate sono state eseguite con l’utilizzo di tramagli di lunghezza 100 m

e di altezza 3 m e maglia interna (redina) di 18-20 mm (Fig. e Fig.) e con 10 bertovelli di lunghezza

2,6 m, bocca d’ingresso di forma semicircolare da 80 × 45 cm, composti da 3 inganni

rispettivamente con maglia da 12, 10, 8 mm (Fig.). I tempi di cattura, tra la messa in opera ed il

salpaggio degli attrezzi, sono stati prefissati in circa 12 ore.

La stima assoluta delle popolazioni ittiche nei grandi fiumi con l’utilizzo della pesca elettrica è

difficile. Nei grandi corpi idrici, per caratterizzare i popolamenti ittici in termini di ricchezza in

specie, composizione ed abbondanza, dovrebbero essere effettuati una serie di campionamenti

adottando una strategia di campionamento stratificata.

Nelle stazioni di campionamento poste lungo l’asta principale del Tevere, sono stati quindi applicati

metodi di cattura parziali attraverso l’uso di un elettrostorditore non spallabile (di maggiore

dimensione e potenza), posizionato sull’imbarcazione e dalle seguenti caratteristiche: 80 kg di peso,

Fig. : a) schema di funzionamento di un elettrostorditore (Loren zoni et al., 2006); b) schema degli effetti di un campo elettrico sui pesci (Gelosi e Colombari, 2004). Le reazioni indotte dal campo elettrico sul pesce sono sostanzialmente di due tipi: galvanotassi positiva, con un nuoto attivo verso l’anodo; galvanonarcosi, con una paralisi momentanea del pesce, tale da renderne agevole la cattura.

a b

11 KW di potenza, 300-600 V di voltaggio, 59/30 A di intensità di corrente e 10-100Hz di

frequenza.

A causa della grande massa d’acqua la pesca elettrica è stata concentrata in prossimità delle sponde

(o comunque su batimetrie contenute), in maniera tale da consentire una buona copertura dei diversi

ambienti rilevabili lungo un transetto pari a circa 150 m, individuato su entrambe le sponde

dell’alveo. All’interno di ogni transetto, sono stati individuati 5 punti di campionamento posti a

circa 25-30 m di distanza tra loro. Per ogni punto da campionare, l’anodo è stato immerso ad una

profondità pari a circa la metà della colonna d’acqua e riportato lentamente in superficie. Questa

operazione è stata eseguita più volte per un tempo di pescata che è variato da uno a quattro minuti,

in funzione della quantità di pesci catturati. Quest’ultimi sono stati raccolti mediante retino, e

stabulati in una vasca all’interno dell’imbarcazione.

L’area campionata è stata quantificata misurando la variazione del campo elettrico (V/cm)

all’aumentare della distanza dall’anodo e considerando il valore soglia di campo elettrico efficace

per la cattura pari a 0,12 mV/cm. La misurazione del campo elettrico è stata fatta mediante l’ausilio

di una sonda con due elettrodi posti ad una distanza fissa (1 cm), collegata ad un multimetro. Il

raggio di pescata è stato considerato omogeneo e pari in media a 3 m; in questo modo è stato

possibile calcolare l’area di pescata (S=πr2), pari a circa 10 m2 per ogni punto campionato e l’area

totale campionata a livello di ogni stazione di campionamento, pari a circa 100 m2.

Le operazioni di pesca sono state effettuate con delle imbarcazione in alluminio, tipo Canadian di

3,8 m di lunghezza e motore fuoribordo da 8 CV di potenza (Fig. ), mossa nel senso della corrente

in maniera da ottenere una buona copertura di ambienti come isolotti, tronchi stabili e vegetazione

acquatica, potenziali rifugi dei pesci.

Per assicurare il confronto tra più repliche dei campionamenti, effettuate nello stesso sito o tra

diversi siti, lo sforzo di pesca, gli equipaggiamenti ed i protocolli di pesca saranno mantenuti gli

stessi, standardizzando le procedure sulla base di quanto descritto in precedenza.

Fig. : Fig. :

Analisi ittiologiche Una volta catturati, gli individui sono stati identificati e suddivisi per specie (Fig. ). Per minimizzare

lo stress per gli esemplari, al posto della misurazione diretta sono stati realizzati scatti fotografici

degli individui, dopo averli anestetizzati (utilizzando 2-fenossietanolo) e sistemati su un piano

provvisto di asta metrica. Questo metodo ha il pregio di abbreviare i tempi per il rilievo dei dati sul

campo e le operazioni di manipolazione dei soggetti catturati, preservandone lo stato di salute. La

misurazione della lunghezza totale (LT in cm) è stata quindi effettuata in laboratorio con un

software specifico per l’analisi delle immagini (Fig. ).

Fig. : Identificazione degli individui e separazione delle diverse specie.

Fig. :

Fig. :

Fig. :

Fig. :

Fig. : Rilievo dei caratteri biometrici da analisi d’immagine (in questo caso di Persico sole). Dopo essere stati contati e pesati, così da poter determinare la densità (ind/m²) e la biomassa (g/m²),

i pesci sono stati rilasciati nello stesso sito di cattura in aree a ridotto idrodinamismo nei pressi delle

rive, dopo la stabulazione in retini o recipienti per la fase di risveglio. Tutti gli individui sono stati

analizzati per rilevare eventuali anomalie macroscopiche esterne (es. deformità, erosioni delle

pinne, anomalie delle scaglie, emorragie e tumori).

I dati ottenuti in questo modo permettono di rappresentare le seguenti caratteristiche del

popolamento ittico: composizione in specie, abbondanza, biomassa e struttura demografica.

Nella tabella è riportato l’insieme delle specie rinvenute con la corrispondenza attesa tra classi di

taglia (o range di lunghezze) e le relative classi di età (giovanile, subadulto, adulto), così come è

stata ricavata attraverso numerose osservazioni negli anni sulle stesse specie nel bacino del Tevere.

Tab. : Elenco dei taxa ittici e di ciclostomi censiti, con indicazione di quelli esotici (all.) e le misure delle lunghezze totali (espresse in cm) riferibili agli individui giovanili, sub-adulti e adulti.

Specie Nome comune Giovanili Sub-adulti Adulti Anguilla anguilla Anguilla ≤ 20 20,1-49,9 ≥ 50 Cyprinus carpio (all.) Carpa ≤ 12 12,1-29,9 ≥ 30 Abramis brama (all.) Abramide ≤ 8 8,1-18,9 ≥ 19 Barbus tyberinus Barbo appenninico ≤ 10 10,1-24,9 ≥ 25 Barbus barbus (all.) Barbo d’oltralpe ≤ 10 10,1-24,9 ≥ 25 Carassius carassius (all.) Carassio ≤ 6 6,1-14,9 ≥ 15 Gymnocephalus cernuus (all.) Acerina ≤ 10 10,1-24,9 ≥ 25 Telestes muticellus Vairone ≤ 4 4,1-7,9 ≥ 8 Squalius cephalus Cavedano ≤ 10 10,1-24,9 ≥ 25 Pseudorasbora parva (all.) Pseudorasbora ≤ 4 4,1-6,9 ≥ 7 Rutilus rutilus (all.) Rutilo ≤ 8 8,1-18,9 ≥ 19 Scardinius erythrophthalmus Scardola ≤ 6 6,1-14,9 ≥ 15 Tinca tinca Tinca ≤ 10 10,1-24,9 ≥ 25 Lepomis gibbosus (all.) Persico sole ≤ 4 4,1-9,9 ≥ 10 Micropterus salmoides (all.) Persico trota ≤ 10 10,1-24,9 ≥ 25 Perca fluviatilis (all.) Persico reale ≤ 8 8,1-18,9 ≥ 19 Chondrostoma soetta Savetta ≤ 8 8,1-15,9 ≥ 16 Esox lucius Luccio ≤ 12 12,1-29,9 ≥ 30 Gobius nigricans Ghiozzo di ruscello ≤ 2 2,1-3,9 ≥ 4 Sander lucioperca (all.) Lucioperca, Sandra ≤ 10 10,1-24,9 ≥ 25 Lampetra planeri Lampreda di ruscello ≤ 4 4,1-11,9 ≥ 12 Salmo trutta (ceppo atlantico) Trota fario e lacustre ≤ 10 10,1-24,9 ≥ 25 Silurus glanis (all.) Siluro ≤ 20 20,1-49,9 ≥ 50

Riconoscimento e inquadramento sistematico Per il riconoscimento e l’inquadramento sistematico dei taxa ittici ci si è avvalsi dei seguenti

manuali e lavori scientifici della letteratura specializzata: “I pesci delle acque interne italiane”

(Gandolfi et al., 1991), “Pesci delle acque interne d’Italia” (Zerunian, 2004), “Compendio grafico

dei pesci d’acqua dolce italiani” (Tancioni e Colombari, 2006). Per alcuni taxa, come il genere

Barbus ed il cavedano di ruscello (Leuciscus lucumonis), sono state invece accettate le proposte di

revisione sistematica di altri Autori (Bianco 1995; 2003a; 2003b; 1982; 1983; Bianco & Ketmaier,

2001). In particolare, per quanto riguarda il genere Barbus ed il taxon Barbus tyberinus sono stati

considerati i contributi: “A revision of the Italian Barbus species (Cypriniformes: Cyprinidae)”

(Bianco, 1995), “The freshwater fishes of Europe – Vol. 5/II – Barbus” (Bianco, 2003a e 2003b) e

“Individuazione e riconoscimento dei barbi autoctoni nel bacino del fiume Paglia” (Lorenzoni et al.,

2006). Per il cavedano di ruscello, Leuciscus lucumonis, potenzialmente presente nell’area di studio,

è stato accettato lo status di specie proposto da diversi Autori (Bianco 1995; 2003; 1982; 1983;

Manaresi et al., 1997; Ketmaier et al., 1998), anche in base ai r isultati preliminari di analisi

genetiche eseguite dal gruppo di ricerca del Laboratorio di Ecologia Sperimentale ed Acquacoltura

dell’Università di Roma “Tor Vergata” , in collaborazione con il gruppo di genetica del

Dipartimento BAU della “Sapienza” su popolazioni di corsi d’acqua della Provincia di Roma

(Tancioni e Rossi, com. pers.).

Per alcuni taxa è stata utilizzata una “nuova nomenclatura” supportata anche da approcci

molecolari. Ci si riferisce, in particolare, al cavedano di ruscello L. lucumonis ed al cavedano

Leuciscus cephalus, che sono stati collocati nel genere Squalius sp, in accordo con diversi Autori

(Briolay et al., 1998, Gilles et al., 1998) ed al vairone, in precedenza classificato come Leuciscus

souffia muticellus (sensu Salzburger et al., 2003), e classificato come Telestes muticellus, in accordo

con Zaccara et. al.(2007).

Nella seguente tabella (Tab.) sono riportati i taxa di Ciclostomi e di Pesci Ossei indicati

nell’allegato II della Direttiva Habitat. Nel corso del presente studio particolari sforzi saranno

indirizzati alla verifica della presenza di quelli indigeni, di interesse conservazionistico.

Tab. : I Pesci d’acqua dolce italiani (Ciclostomi e Pesci Ossei) oggetto della Direttiva Habitat e loro presenza nel Lazio (Zerunian, 2004 modificato). Ciclostomi e Specie Ittiche d’acqua dolce del Lazio riportati nell’Allegato II della Direttiva Habitat

Nomenclatura aggiornata Specie indigene nel Lazio

Specie indigene nel Lazio attualmente estinte o occasionali

Specie transfaunate nel Lazio (provenienti dall’area Padana)

Petromyzon marinus * Lampetra fluviatilis Lampetra planeri * Acipenser sturio * Alosa Spp. Alosa fallax * Salmo macrostigma Salmo (trutta) macrostigma * Rutilus rubilio * Leuciscus lucumonis Squalius lucumonis * Leuciscus souffia Telestes muticellus * Chondrostoma soetta * Chondrostoma genei * Barbus plebejus Barbus tyberinus * Barbus meridionalis Barbus meridionalis caninus * Cobitis tenia Cobitis tenia bilineata * Aphanius fasciatus * Padogobius nigricans Gobius nigricans * Knipowitschia panizzae * *Per L. lucumonis è stata esclusa l’origine da ibrido rovella x cavedano e quindi è confermato lo status sistematico (Tancioni e Rossi, com. pers., 2009); ** Le popolazioni originarie di barbo nel Lazio dovrebbero essere riconosciute come appartenenti a B. tyberinus, distinguendole da quelle di origine padana (B. plebejus).

Variabili ambientali rilevate nei siti di campionamento Per ogni stazione di campionamento sono stati rilevati e riportati in apposite schede di campo (Fig.

2.8) diversi descrittori ambientali caratteristici degli ecosistemi fluviali e che incidono

maggiormente sui popolamenti ittici presenti nei corsi d’acqua, oltre alla produzione di

documentazione fotografica (in maniera da rappresentare al meglio le caratteristiche

idromorfologiche e vegetazionali).

Per l'inquadramento delle caratteristiche ambientali presenti nel sito di campionamento, si è

proceduto alla localizzazione geografica, registrando longitudine e latitudine (in gradi, primi,

secondi) con un dispositivo GPS e/o mappe digitali ed alla distinzione dei litotipi (es. calcarei,

silicei, vulcanici) su base cartografica specifica (carte geologiche). Per il rilevamento dei parametri

chimico-fisici è stata utilizzata una sonda multiparametrica (Fig. 2.9) a misuratore universale

portatile MultiLine P4 della WTW, dotata di elettrodo combinato per il pH con termosensore

integrato Sentix 41-3, sonda per l’ossigeno disciolto Cellox 325, Beaker di calibrazione in aria

Oxical-sl, con la quale sono stati presi in esame i seguenti parametri:

- temperatura dell’acqua;

- ph (metodo elettrometrico);

- ossigeno disciolto;

- % di saturazione dell’ossigeno;

- conducibilità elettrica.

Nelle varie analisi eseguite nel presente lavoro sono stati utilizzati solo i descrittori rilevati in tutte

le stazioni di campionamento, con i cui valori è stata costruita una matrice in formato Microsoft

Excel. È stato escluso a priori dalle analisi il lago a monte, in quanto ridondante rispetto allo

sbarramento a monte.

Fig. :

Le variabili ambientali da rilevare sia in situ, in concomitanza con i campionamenti ittici, sia in

laboratorio, sono riportate nella tabella .

Tabella : Breve descrizione delle variabili ambientali rilevate nei siti di campionamento.

Variabile Unità Breve descrizione

Altitudine m

L’altitudine del sito espressa in metri sul livello del mare (dati reperibili su base cartografica o da rilievo in situ con GPS)

Distanza dalla sorgente km

Parametri morfodinamici

Pendenza m Indica il grado di inclinazione o ripidità di un

tratto di un corso d’acqua di circa 1000m ,esprimibile in % o in ‰

Profondità media m

Media delle profondità rilevate nei diversi mesohabitat

presenti nella stazione di campionamento (misure eseguite

con aste graduate)

Correntini %

Percentuale dell’area campionata dove il flusso appare poco

turbolento ed in superficie non si notano forti increspature

(stima visiva del rilevatore)

Pozze % Percentuale dell’area campionata rappresentata

da zone più profonde (stima visiva del rilevatore)

Raschi %

Percentuale dell’area campionata rappresentata da zone a

flusso più turbolento, con evidenti increspature in superficie

(stima visiva del rilevatore)

Massi % Percentuale dell’area campionata rappresentata

da massi di dimensioni >1 m (stima visiva del rilevatore)

Sassi e ciottoli %

Percentuale dell’area campionata rappresentata da sassi e

ciottoli di dimensioni dei grani comprese tra circa 25 mm e

<1 m (stima visiva del rilevatore)

Ghiaia %

Percentuale dell’area campionata rappresentata da ghiaia “fine

e media” di dimensioni comprese tra circa 2 mm e <25 mm

(stima visiva del rilevatore)

Sabbia %

Percentuale dell’area campionata rappresentata da sabbie di

dimensioni comprese tra circa 0,1 mm e <2 mm (stima visiva

del rilevatore)

Limo e argilla %

Percentuale dell’area campionata rappresentata da

sedimenti di granulometria compresa tra 0,007 (argilla) e

<0,06 (“silt grossolano”) (stima visiva del rilevatore)

Velocità del flusso 0-5

Considerata la complessità operativa, per il corretto

rilevamento di questo parametro si può considerare una

stima semiquantitativa (stima effettuata dall’esperto) che

tenga conto di misure eseguite in situ con idromulinello o,

almeno, con galleggianti (es. 0=acque ferme; 1=5-6 cm/s;

2=7-30 cm/s; 3=35-50 cm/s; 4=55-100 cm/s; 5=>100 cm/s)

Copertura vegetale in alveo % Percentuale dell’alveo fluviale coperta da

macrofite acquatiche (stima visiva del rilevatore)

Ombreggiamento %

Percentuale dell’area campionata ombreggiata (grazie alla

presenza di formazioni arboree perifluviali) nelle ore centrali

della giornata (stima visiva dell’operatore) Parametri relativi alla pressione antropica

Disturbo antropico 0-4

Tale variabile prende in considerazione impatti antropici

sempre crescenti (urbanizzazione, scarichi di varia origine,

alterazioni idromorfologiche, degrado della vegetazione

riparia, ecc.) (stima visiva del rilevatore)

Diga/Sbarramento a monte Distanza in km

Questa variabile contribuisce a caratterizzare il segmento

fluviale in termini di continuità longitudinale e di potenziale

effetto della presenza sulle popolazioni ittiche. Si potrebbe

considerare 100 km come distanza limite di uno

sbarramento per impatti diretti sul biota e, per tale ragione,

si può utilizzare 100 in caso di assenza di dighe

Sbarramento a valle Si No

Nel caso della presenza di uno sbarramento a valle,

insormontabile per le popolazioni ittiche migratrici (nel caso

sia sprovvisto di appositi “passaggi”), l’effetto negativo è

comunque stimabile a prescindere dalla distanza

Lago o invaso a monte Distanza in km

La presenza di un lago a monte del sito di campionamento

può avere effetti importanti sulle popolazioni ittiche (es.

alterazione delle portate e del regime termico). Nel caso in

cui il lago sia localizzato ad oltre 50 km a monte, l’impatto

sul biota può essere ritenuto molto attenuato. In casi di

assenza di un lago a monte si può indicare con 50 km

Parametri chimici e fisici Temperatura dell’acqua °C

pH

La misura dell’acidità/basicità è utile per comprendere i

diversi comportamenti del carbonio, nei suoi equilibri tra

ione carbonato, CO3 2-, ione bicarbonato, HCO3-, e CO2,

poiché all’aumento della concentrazione di ioni bicarbonato

e carbonato, a parità di tutte le altre condizioni, cresce il pH

nelle acque naturali che è generalmente compreso tra 6,6 e

7,8, ma varia anche in relazione al tipo di substrato e

all’attività fotosintetica presente nell’acqua

Conducibilità elettrica µS/cm

Esprime il contenuto di sali nell’acqua; è un buon indicatore

della mineralizzazione delle acque; aumenta passando dalla

sorgente alla foce per l’aumento del contenuto di ioni

Ossigeno disciolto. % sat

Esprime il contenuto dell’ossigeno in funzione dell’altitudine,

della profondità del campionamento e della temperatura

Viene di seguito riportato un esempio di scheda di campo (Tab. ) Tabella : Scheda di campo.

I,,:,,",'~",~_E_' I_S_TAZ_'O_N_E_' ---.JICOD'CE' I

Condizioni Meteorologiche

'0 --~~q"'l' ·_~?"'3 11'1;,1 Ilj'l II ( . ,- - - trl. .,.,...., 6; 3-"- III 1111.1;/--'>-r),- E"~ - 5J /rlill Ii;: II~ •/" ,'G...": ~-

S(RINO PARZ.COPIRTO COPIRTO PIOGGIA VENTO

ITemperatura Aria °C I I Direzione del vento

Allre caratteristiche del sito di camoionamento 'caramelri idro-morfodinamici e vecetazionalilLunahezza del transetto mlarQhezza media dell'alveo baanalo mProfondita media mProfondita massima mArea cam Jonala mStima della velocita di corrente (m/sCrasse di velocita di corrente lenta intermedia raoida)Tipo di "habitaF (salti/saltelli, raoide, correnlini. Dazze, raschi, aree f1usso unifonne)Saltilsallelli % superficie)Ra ide %su rficieCorrentini % su erficiePozze % su erficie 100%Raschi % suoerficie)Aree f1usso uniforme in superficie % superficie)Copertura veqela!e in alveo alqhe, musehi, fanerQCIame) (% superficieOmbre iamenlo % su erfieie

Parametri fisiei e ehimici (opzionali)

Temoeratura ("C) 02 (mall) Nitriti N-N02 (main

pH 02 (%sat) Ortofosfali P·P04 (mall)Condueibilita(uS/em) Durezza ("F) Redox (mV)

Torbidita INTU\ Ammonio NH4+ Imnl1\

Clorofilla (mall) Nitrali N·N03 (mall)

C .. h d II'arattenstle e e aeaua

Icolore Irasparente presenza idrocarburi lieve

leoo.opalescente in suoerfieie

onalescenle a ehiazze

Itorbidita lieve presenza sehiume lieve

disereta disereta

elevata elevala

I":",,I~",~_E_' I_S_TAZ_IO_N_E_' ---.JICOOICE' I

Condizioni Meteorologiche

'0 --'(j/~q). . ~;;:r~ II'II//';'!~ . .- - ~...., 6; :;J- 11/1;1//.(///1-y,-- - tr\. •---4- - .:;J 1;//jll~ //~ •/,~ G,.'- '",-~. .

URINO PARZ.COPiRTO COPIRTO PIOGGIA VENTO

ITemperatura Aria °C I I Direzione del vento

Altre caratteristiche del sito di camoionamento foaramelri idro·morfodinamici e V8C1etazionalilLunahezza del transetto mlarQhezza media dell'alveo baanato mProfondita media mProfondila massima mArea cam ionala mStima della velocita di corrente m/sClasse di velocittl di corrente lenta intermedia, raoida)Tipo di "habilaf (salti/saltelli, raoide, correnlini. POzze, raschi. aree f1usso unifonne)Salti/saltelli % 5uperficie)Ra ide % su rficieCorrentini % su erticiePozze % su erticle 100%Raschi % superficie)Aree f1usso uniforme in superficie % superficie)Copertura veqela!e in alveo alqhe, muschi, faneroqame) (% superfieieOmbre iamenlo % su erfieie

Parametri fisiei e ehimiei (opzionali)

Temoeratura (OC) 02 (molll Nitriti N-N02 (mall)

pH 02 (%sat) Ortofosfati P·P04 (mall)Conducibilita(uS/em) Durezza (OF) Redox (mV)

Torbidita {NTU\ Ammonio NH4+ (mnll\

Clorofilla (mall) Nitrati N·N03 (mall)

C .. h d II'arattenstle e e aeaua

Icolore trasparente presenza idrocarburi lieve

leaa. ooalescente in suoerficie

onalescenle a chiazze

Itorbidita lieve presenza sehiume lieve

disereta disereta

elevata elevata

Elaborazione dati Popolamenti e struttura demografica delle popolazioni ittiche Per facilitare la lettura dei risultati derivati dai censimenti ittici, si è proceduto all’elaborazione di

grafici esemplificativi che evidenziassero la composizione in taxa dell’area analizzata, i rapporti tra

taxa indigeni, transfaunati ed esotici, il numero di osservazioni per taxon ed il numero di taxa per

stazione di campionamento.

Per l’analisi della struttura demografica delle popolazioni ittiche rilevate, le lunghezze dei pesci

sono state organizzate in una matrice singola per ogni specie di ogni stazione ed utilizzate per

costruire delle tabelle lunghezza-frequenza. Ordinati gli individui in questo modo si è proceduto con

l’analisi vera e propria attraverso il programma informatico FISAT II.

FISAT II (FAO-ICLARM Stock Assessment Tools; www.FAO.org), è un software derivato dalla

fusione di due software precedenti: il pacchetto Compleat ELEFAN (Electronic LEngth Frequency)

sviluppato dall’ICLARM (International Center for Living Aquatic Resources Management) e il

pacchetto LFSA (Length-based Fish Stock Assessment) sviluppato dalla FAO, con l'aggiunta di

alcune nuove procedure utili per l'analisi delle frequenze di lunghezza.

Nel presente lavoro è stata utilizzata la procedura ELEFAN per determinare i parametri di crescita

(L∞ e K, e, a partire da questi due parametri, si è ricavato Ф) delle specie in esame e la procedura

BHATTACHARYA per determinare la struttura demografica delle popolazioni ittiche studiate.

ELEFAN I (Pauly, 1987) è una procedura che può essere usata per identificare la curva di crescita

(stagionale e non) che meglio “fitta” un insieme di dati di lunghezza-frequenza, usando il valore di

Rn come test di verifica (Gayanilo e Pauly, 1997).

La procedura proposta da Bhattacharya (1967), utilizzata per determinare la struttura demografica

delle popolazioni ittiche indigene con un numero minimo di 50 individui, in modo da verificarne la

capacità di riproduzione, di reclutamento in giovanili e di mantenimento (popolazione

autosostenuta), è basata principalmente sull’assunzione che le componenti di una distribuzione

composta di lunghezza-frequenza seguano una distribuzione normale, sulla trasformazione delle

distribuzioni normali in linee rette e sul calcolo della numerosità, della media e della deviazione

standard delle componenti normali mediante analisi di regressione. In particolare, in una

distribuzione composta di lunghezza-frequenza, tale procedura consente di identificare e calcolare il

contributo relativo di ciascuna componente. Tuttavia, non è sempre semplice separare le singole

componenti di una mistura, soprattutto per le classi modali più grandi, le quali tendono

maggiormente a sovrapporsi. La dipendenza dei parametri L∞, K e Ф dalla curva di

lunghezza/frequenza, scelta dall'operatore per meglio “fittare” la distribuzione delle lunghezze,

determina una certa variabilità nei valori, come effetto della soggettività delle stime effettuate.

Schede di sintesi delle analisi ambientali e ittiologiche

Per ciascuna stazione di campionamento è stata riportata una scheda contenente i seguenti aspetti:

georeferenziazione, caratteristiche idromorfologiche e fisico-chimiche, immagini satellitari e di

campo, tabella di composizione del popolamento ittico.

I dati relativi alle catture effettuate con l’ausilio di tramagli e bertovelli piccoli (stazioni sull’asta

principale del Tevere), sono stati utilizzati per la costruzione di istogrammi sulla base di un indice di

abbondanza semiquantitativo di Moyle per le acque correnti. Secondo tale indice, le catture sono

valutate con le seguenti categorie: scarso (1-3 individui in 50 m lineari), presente (4-10 individui),

frequente (11-20 individui), abbondante (21-50 individui), dominante (più di 50 individui). Sono

inoltre stati realizzati grafici a torta riportanti le abbondanze percentuali delle singole specie sul

totale degli individui del campione ed il peso percentuale delle singole specie sul peso totale del

campione.

I dati relativi all’elettropesca, sia delle stazioni del Tevere sia del Farfa, sono stati utilizzati per il

calcolo delle densità numeriche e di biomassa dei diversi taxa, sulla base della superficie campionata

e rappresentati sottoforma di grafici a torta;

Indice di abbondanza

012345

A. b

ram

a

B. b

a rbus

C. ca ra

ssius

C. c

arpi o

S. cep

ha lus

P. fluvi a

t ilis

R. r

u t ilus

S. lu

ciop er

ca

S. e

ry throph

t ha lm

us

Abbondanza %

S. lucioperca

2%

S.

ery throphthalmus1%

A. brama

12%

B. barbus 1%

C. c arass ius3%

C. c arpio

6%

S. cephalus

30%P. f luv iatilis

1%

R. r utilus

44%

Fig. :

SCHEDE DELLE STAZIONI DI CAMPIONAMENTO Tevere – Torrita Tiberina Bacino Tevere Corpo idrico Tevere Località Torrita Tiberina Data 29/10/2009 Latitudine 42°13'24.00"N Longitudine 12°37'17.00"E Altitudine (mslm) Distanza dalla sorgente (km) Litologia Disturbo antropico Sbarramenti a monte km (max 100) Sbarramenti a valle si Lago a monte no Presenza di zone umide connesse no Barre di meandro o puntiformi/isole no Limo e argilla (% superficie) Sabbia (% superficie) Ghiaia (% superficie) Sassi e ciottoli (% superficie) Massi (% superficie) Lunghezza del transetto (m) 150 Larghezza media dell 'alveo bagnato (m) Profondità media (m) Profondità massima (m) Area campionata (m²) Classe di velocità di corrente Salti/saltelli (% in superficie) 0 Correntini (% in superficie) 0 Pozze (% in superficie) 0 Raschi (% in superficie) 0 Aree a flusso uniforme (% in superficie) 100 Copertura vegetale in alveo (% in superficie) Ombreggiamento (% in superficie) Pendenza (%) Temperatura (°C) pH O2 (%sat) O2 (mg/l) Conducibilità elettrica (µS/cm) ORP (mV) n.r Torbidità (NTU) n.r Salinità (ppm) n.r Clorofilla (µg/l) n.r

Densità numerica

S. cephalus44%

P. parva7%

S. lucioperca7%

R. rutilus7%

T. tinca

7%

C. carpio

7%

L. gibbosus

21%

Densità di biomassa

S. cephalus91,5%

T. tinc a7,0%

C. carpio0,3%

L. gibbosus

0,2%P. parva

0,1%

R. rutilus0,1%

S. lucioperca0,7%

Indice di abbondanza

0

1

2

3

4

5

C. car

pio

S. gla

nis

Abbondanza %

C. carpio67%

S. glanis33%

Peso %

C. carpio99,7%

S. glanis0,3%

Tevere – Foce Farfa Bacino Tevere Corpo idrico Tevere Località Foce Farfa Data 29/10/2009 Latitudine 42°12'46.18"N Longitudine 12°36'23.12"E Altitudine (mslm) Distanza dalla sorgente (km) Litologia Disturbo antropico

Sbarramenti a monte km (max 100) Sbarramenti a valle si Lago a monte no Presenza di zone umide connesse no Barre di meandro o puntiformi/isole si Limo e argilla (% superficie) Sabbia (% superficie) Ghiaia (% superficie) Sassi e ciottoli (% superficie) Massi (% superficie) Lunghezza del transetto (m) 150 Larghezza media dell 'alveo bagnato (m) Profondità media (m) Profondità massima (m) Area campionata (m²) Classe di velocità di corrente Salti/saltelli (% in superficie) 0 Correntini (% in superficie) 0 Pozze (% in superficie) 0 Raschi (% in superficie) 0 Aree a flusso uniforme (% in superficie) 100 Copertura vegetale in alveo (% in superficie) Ombreggiamento (% in superficie) Pendenza (%) Temperatura (°C) 12.7 pH 7.76 O2 (%sat) 88.2 O2 (mg/l) 9.58 Conducibilità elettrica (µS/cm) 989 ORP (mV) n.r Torbidità (NTU) n.r Salinità (ppm) n.r Clorofilla (µg/l) n.r

Densità numerica

R. rutilus4%

S. erythrophthalmus

1%C. carassius

12%

C. carpio12%

L. gibbosus23%

S. cephalus20%

M. salmoides3%

P. parva25%

Densità di biomassa

C. carpio40,6%

P. parva1,3% R. rutilus

0,1%

S. ery throphthalmus

2,3%

C. carass ius25,2%

M. salmoides

8,5%

S. cephalus

21,2%

L. gibbosus

0,7%

Indice di abbondanza

012345

C. ca

rass

i us

C. car

pio

S. cep

halu

s

R. ruti lus

S. luc

iope

rca

S. eryt

hrop

htha

lmu s

Abbondanza %

S. cephalus39%

C. carpio9%

C. carassius18%

S. erythrophthalmus29%

R. rutilus4%

S. lucioperca1%

Peso %

R. rutilus

1,7%

S. lucioperca0,3%

S. erythrophthalmus11,3%

C. carassius19,4%

C. carpio32,1%

S. cephalus35,2%

Squalius cephalus

Sono stati analizzati 57 individui e, applicando l’algoritmo ELEFAN, sono stati ottenuti per i parametri L∞, K e Ф rispettivamente i seguenti valori:

Loo 52,5K 0,22Φ 2,783

Campione composto esclusivamente da individui adulti. Mancano del tutto individui di lunghezze riferibili all’età dei giovanili e dei subadulti.

Tevere – Boa Bacino Tevere Corpo idrico Tevere Località Diga Meanella Data 29/10/2009 Latitudine 42°12'13.18"N Longitudine 12°36'45.00"E Altitudine (mslm) Distanza dalla sorgente (km) Litologia Disturbo antropico Sbarramenti a monte km (max 100) Sbarramenti a valle si Lago a monte si Presenza di zone umide connesse no Barre di meandro o puntiformi/isole si Limo e argilla (% superficie) Sabbia (% superficie) Ghiaia (% superficie) Sassi e ciottoli (% superficie) Massi (% superficie) Lunghezza del transetto (m) 150 Larghezza media dell 'alveo bagnato (m) Profondità media (m) Profondità massima (m) Area campionata (m²) Classe di velocità di corrente Salti /saltelli (% in superficie) 0 Correntini (% in superficie) 0 Pozze (% in superficie) 0 Raschi (% in superficie) 0 Aree a flusso uniforme (% in superficie) 100 Copertura vegetale in alveo (% in superficie) Ombreggiamento (% in superficie) Pendenza (%) Temperatura (°C) 13.7 pH 7.92 O2 (%sat) 110 O2 (mg/l) 11.28 Conducibili tà elettrica (µS/cm) 1219 ORP (mV) n.r Torbidità (NTU) n.r Salinità (ppm) n.r Clorofilla (µg/l) n.r

Densità numerica

S.

erythrophthalmus5%

C. carassius21%

C. carpio5%

L. gibbosus5%

S. cephalus21%

R. rutilus16%

S. lucioperca

27%

Densità di biomassa

C. c arpio

49%

S. lucioperca3%

S. erythrophthalmus

1%

R. rutilus3%

C. c arassius17%

S. cephalus26%

L. gibbosus

1%

Indice di abbondanza

012345

A. br

ama

C. car

assi

us

C. so

etta

C. ca

rpio

G. cern

us

S. ce

phal

us

R. ru

tilus

S. er

ythr

opht

halm

us

S. gl

anis

Abbondanza %

R. rutilus12%

S. erythrophthalmus

2%

S. glanis2%

A. brama23%

C. carassius26%

C. soetta2%

C. carpio5%

G. cernus

2%

S. cephalus

26%

Peso %

S. glanis15,38%

R. rutilus

4,88%

S. erythrophthalmus0,55%

S. cephalus14,54%

G. cernus0,02%

C. carpio35,70%

C. soetta

3,30%

C. carassius19,54%

A. brama

6,09%

Tevere – Sotto Diga Bacino Tevere Corpo idrico Tevere Località Diga Meanella Data 18/11/2009 Latitudine 42°11'55.51"N Longitudine 12°36'45.59"E Altitudine (mslm) 27 Distanza dalla sorgente (km) 295.122 Litologia Disturbo antropico 3 Sbarramenti a monte km (max 100) si Sbarramenti a valle si Lago a monte si Presenza di zone umide connesse no

Barre di meandro o puntiformi/isole no Limo e argilla (% superficie) 0 Sabbia (% superficie) 50 Ghiaia (% superficie) 30 Sassi e ciottoli (% superficie) 20 Massi (% superficie) 0 Lunghezza del transetto (m) 150 Larghezza media dell 'alveo bagnato (m) Profondità media (m) 3 Profondità massima (m) Area campionata (m²) Classe di velocità di corrente 3 Salti/saltelli (% in superficie) 0 Correntini (% in superficie) 15 Pozze (% in superficie) 80 Raschi (% in superficie) 5 Aree a flusso uniforme (% in superficie) 0 Copertura vegetale in alveo (% in superficie) 0 Ombreggiamento (% in superficie) 10 Pendenza (%) 0.002 Temperatura (°C) 12.3 pH 7.84 O2 (%sat) 88 O2 (mg/l) 9.08 Conducibili tà elettrica (µS/cm) 967 ORP (mV) n.r Torbidità (NTU) n.r Salinità (ppm) n.r Clorofilla (µg/l) n.r

Densità numerica

L. gibbosus74%

S. cephalus5%

P. parva5%

R. rutilus16%

Densità di biomassa

L. gibbosus81%

S. c ephalus10%

P. parv a1%

R. rutilus8%

Indice di abbondanza

01

2345

A. br

ama

B. bar

b us

C. car

assiu

s

C. car

pio

S. cep

halu

s

P. flu

viatilis

R. rut

i lus

S. lu

ciop

erca

S. er

ythr

opht

halm

us

Abbondanza %

S. lucioperca2%

S. erythrophthalmus1% A. brama

12%

B. barbus 1%

C. carassius3%

C. carpio6%

S. cephalus30%P. fluviatilis

1%

R. rutilus44%

Peso %

S. lucioperca

3,6%

A. brama4,8%S. erythrophthalmus

0,4% B. barbus 1,3%

C. carassius1,7%

C. carpio

36,5%

R. rutilus

21,0%

P. f luviatilis

1,1%

S. cephalus29,7%

Farfa – Gole Mompeo Bacino Tevere Corpo idrico Torrente Farfa Località Mompeo Data 26/11/2009 Latitudine 42°14'36.71"N Longitudine 12°45'25.73"E Altitudine (mslm) Distanza dalla sorgente (km) Litologia Disturbo antropico 1 Sbarramenti a monte km (max 100) no Sbarramenti a valle si Lago a monte no Presenza di zone umide connesse no Barre di meandro o puntiformi/isole no Limo e argilla (% superficie) 0 Sabbia (% superficie) 10 Ghiaia (% superficie) 20 Sassi e ciottoli (% superficie) 70 Massi (% superficie) 0 Lunghezza del transetto (m) 100 Larghezza media dell 'alveo bagnato (m) 5 Profondità media (m) 0.3 Profondità massima (m) 0.6 Area campionata (m²) 500 Classe di velocità di corrente intermedia Salti/saltelli (% in superficie) 0

Correntini (% in superficie) 60 Pozze (% in superficie) 30 Raschi (% in superficie) 10 Aree a flusso uniforme (% in superficie) 0 Copertura vegetale in alveo (% in superficie) 10 Ombreggiamento (% in superficie) 70 Pendenza (%) Temperatura (°C) 12.5 pH 8.25 O2 (%sat) 93.2 O2 (mg/l) 9.80 Conducibili tà elettrica (µS/cm) 518 ORP (mV) n.r Torbidità (NTU) n.r Salinità (ppm) n.r Clorofilla (µg/l) n.r

Densità numerica

E. lucius

2%

T. muticellus71%

S. trut ta27%

Densità di biomassa

T. muticellus28%

S. trutta52%

E. lucius

20%

Farfa – Salisano Bacino Tevere Corpo idrico Torrente Farfa Località Salisano Data 26/11/2009 Latitudine 42°14'46.80"N Longitudine 12°43'52.39"E Altitudine (mslm) Distanza dalla sorgente (km) Litologia Disturbo antropico 1 Sbarramenti a monte km (max 100) no Sbarramenti a valle si Lago a monte no Presenza di zone umide connesse no Barre di meandro o puntiformi/isole no Limo e argilla (% superficie) 0 Sabbia (% superficie) 10 Ghiaia (% superficie) 30 Sassi e ciottoli (% superficie) 60 Massi (% superficie) 0 Lunghezza del transetto (m) 120 Larghezza media dell 'alveo bagnato (m) 6 Profondità media (m) 0.3 Profondità massima (m) 0.5 Area campionata (m²) 720 Classe di velocità di corrente intermedia Salti/saltelli (% in superficie) 0 Correntini (% in superficie) 50 Pozze (% in superficie) 30 Raschi (% in superficie) 20 Aree a flusso uniforme (% in superficie) 0 Copertura vegetale in alveo (% in superficie) 10 Ombreggiamento (% in superficie) 60 Pendenza (%) Temperatura (°C) 12.4 pH 8.46 O2 (%sat) 100 O2 (mg/l) 9.2 Conducibili tà elettrica (µS/cm) 496 ORP (mV) n.r Torbidità (NTU) n.r Salinità (ppm) n.r Clorofilla (µg/l) n.r

Densità numerica

G. nigricans12,3%

S. trutta

9,5%

A. anguilla0,4%

B. tyberinus

0,8%

T. muticellus77,0%

Densità di biomassa

S. trutta40%

G. nigricans2%

T. muticellus40%

B. tyberinus1%

A . anguilla17%

Telestes muticellus

Sono stati analizzati 187 individui e, applicando l’algoritmo ELEFAN, sono stati ottenuti per i parametri L∞, K e Ф rispettivamente i seguenti valori:

Loo 17,85K 0,75Φ 2,378

Campione composto prevalentemente da individui adulti e subadulti, con una distribuzione continua delle taglie dai 4 ai 17 cm. Giovanili presenti con un solo individuo. Farfa – Ponte Sfondato Bacino Tevere Corpo idrico Torrente Farfa Località Ponte Sfondato Data 24/11/2009 Latitudine 42°12'31.10"N Longitudine 12°38'10.40"E Altitudine (mslm) Distanza dalla sorgente (km) Litologia Disturbo antropico 2 Sbarramenti a monte km (max 100) no Sbarramenti a valle si Lago a monte no Presenza di zone umide connesse no Barre di meandro o puntiformi/isole no Limo e argilla (% superficie) 20 Sabbia (% superficie) 35 Ghiaia (% superficie) 40 Sassi e ciottoli (% superficie) 10 Massi (% superficie) 5 Lunghezza del transetto (m) 140 Larghezza media dell 'alveo bagnato (m) 7 Profondità media (m) 0.6 Profondità massima (m) 1.5 Area campionata (m²) 980 Classe di velocità di corrente Intermedia/rapida Salti/saltelli (% in superficie) 0 Correntini (% in superficie) 60 Pozze (% in superficie) 30 Raschi (% in superficie) 10 Aree a flusso uniforme (% in superficie) 0 Copertura vegetale in alveo (% in 10

superficie)

Ombreggiamento (% in superficie) 70 Pendenza (%) Temperatura (°C) 14.3 pH 8.21 O2 (%sat) 93.5 O2 (mg/l) 9.44 Conducibili tà elettrica (µS/cm) 1660 ORP (mV) n.r Torbidità (NTU) n.r Salinità (ppm) n.r Clorofilla (µg/l) n.r

Densità numerica

P. parva5%

R. rutilus3%

G. nigricans

29%

L. g ibbosus3%

S. cephalus28%

T. muticellus

20%

L. planeri1%

C. carassius1%

B. tyberinus10%

Densità di biomassaB. tyberinus

3,5%

C. carassius1,0%

L. planeri0,1%

T. mut icellus2,5%

S. cephalus85,2%

L. gibbosus1,4%

G. nigricans

2,5%R. rutilus3,5%

P. parva0,2%

Risultati Le comunità e le popolazioni ittiche Nella seguente tabella 3.1 vengono riportati i 23 taxa censiti nel corso dei campionamenti. I taxa

sono stati suddivisi, in base al proprio areale di distribuzione originario in: indigeni (taxa originari),

transfaunati (introdotti dai bacini dell’area padana), esotici (introdotti dall’estero) e marini (che si

riproducono in mare e penetrano nei f iumi per ragioni trofiche).

Tabella 3.1: Taxa ittici censiti, suddivisi in base all’origine.

NOME COMUNE NOME SCIENTIFICO ORIGINE

Carpa Cyprinus carpio Esotica

Acerina Gymnocephalus cernuus Esotica

Sandra Sander lucioperca Esotica

Pseudorasbora Pseudorasbora parva Esotica

Rutilo Rutilus rutilus Esotica

Carassio Carassius carassius Esotica

Persico sole Lepomis gibbosus Esotica

Persico trota Micropterus salmoides Esotica

Siluro Silurus glanis Esotica

Abramide Abramis brama Esotica

Barbo d'oltralpe Barbus barbus Esotica

Persico reale Perca fluviatilis Esotica

Anguilla* Anguilla anguilla Marina

Lampreda di ruscello Lampetra planeri Indigena

Scardola Scardinus erythrophthalmus Indigena

Cavedano Squalius cephalus Indigena

Vairone Telestes muticellus Indigena

Tinca Tinca tinca Indigena

Barbo tiberino Barbus tyberinus Indigena

Ghiozzo di ruscello Gobius nigricans Indigena

Trota fario (ceppo atlantico) ** Salmo( trutta) trutta Tranfaunata?

Luccio Esox lucius Transfaunata ?

Savetta Chondrostama soetta Transfaunata

* ** Le trote catturate nei tratti montani dei corsi d’acqua della provincia di Roma sono state classificate come trote fario di ceppo atlantico e, quindi, dovrebbero essere considerate transfaunate o di origine esotica.

Dei 23 taxa analizzati, 7 sono da considerarsi indigeni dulciacquicoli: lampreda di ruscello (L.

planeri), cavedano (S. cephalus), vairone (T. muticellus), tinca (T. tinca), barbo tiberino (B.

tyberinus), ghiozzo di ruscello (G. nigricans) e scardola (S. erythrophthalmus), a cui s i aggiunge

l’anguilla (A. anguilla), considerata specie marina, per un totale di 8 taxa, pari al 35% di quelli

rinvenuti. I taxa transfaunati sono 3 (13%): luccio (E. lucius), savetta (C. soetta) e trota fario (Salmo

(trutta) trutta e 12 sono quelli esotici (52%): carpa (C. carpio), acerina (G. cernus), sandra (S.

lucioperca), pseudorasbora (P. parva), rutilo (R. rutilus), carassio (C. carassius), persico sole (L.

gibbosus), persico trota (M. salmoides), siluro (S. glanis), abramide (A. brama), persico reale (P.

fluviatilis) e barbo d'oltralpe (B. barbus) (Fig. 3.1).

Composizione in taxa

Indigeni

19%

Esotici

75%

Transfaunati

6%

Indigeni

Esotici

Transfaunati

Fig. 3.1: Composizione in taxa (espressa in percentuale) in relazione all’areale di origine (taxa indigeni, alloctoni e transfaunati).

Considerando separatamente i due sistemi lotici analizzati (Fig. 3.2 e 3.3), si osserva un’elevata

percentuale (75%) di taxa esotici nelle stazioni dell’asta principale del Tevere nelle quali sono state

rinvenute tutte e 12 le specie esotiche censite nell’area di studio, in contrapposizione alle stazioni

dell’asta principale del torrente Farfa, dove la porzione preponderante (50%) è rappresentata dai

taxa indigeni (6 in totale). In entrambi i casi, bassa è la percentuale dei taxa transfaunati,

rispettivamente 6% sul Tevere, per la presenza della savetta (C. soetta) e 17% sul Farfa, per la

presenza del luccio (E. lucius) e della trota fario (S. trutta).

Composizione in taxa

Indigeni

19%

Esotici

75%

Transfaunati

6%

Indigeni

Esotici

Transfaunati

Fig. 3.2: Composizione in taxa (espressa in percentuale) in relazione all’areale di origine (taxa indigeni, alloctoni e transfaunati). tevere

Composizione in taxa

Indigeni

50%Esotici

33%

Transfaunati

17%

Indigeni

Esotici

Transfaunati

Fig. 3.3: Composizione in taxa (espressa in percentuale) in relazione all’areale di origine (taxa indigeni, alloctoni e transfaunati). Farfa

Tra i taxa più rinvenuti nel corso dei campionamenti (Fig. 3.4) spiccano il rutilo, catturato in 8

stazioni, la carpa (7 stazioni), il carassio (6 stazioni) ed il persico sole (5 stazioni). Le specie

esotiche sono quindi le più frequentemente rinvenute, grazie anche al contributo della

pseudorasbora e della sandra (entrambe in 4 stazioni) e dell’abramide (3 stazioni). Tra i taxa

indigeni, oltre al contributo del cavedano (il taxa più rinvenuto insieme al rutilo), i contributi

maggiori sono quelli della scardola (5 stazioni) e del vairone (3 stazioni), mentre per i transfaunati,

il taxa rinvenuto con maggiore frequenza è la trota fario, ma solamente in 2 stazioni del torrente

Farfa.

N° di osservazioni per taxon

Squalius ce phalus ; 8

Rutilus ru tilus ; 8

Cypr inus carp io ; 7

Caras sius car assius ; 6

Lepom is gibbos us ; 5

Ps eudoras bora parva; 4

Sande r lucioper ca; 4

Teleste s mutice llus; 3

Abram is b rama; 2

Barbus tyberinus; 2

Gobius n ig ricans; 2

Salm o tru tta; 2

Silur us g lan is; 2

Bar bus barbus ; 1

Chondr os tom a soetta; 1

Esox lucius; 1

Gymnocephalus cer nuus ; 1

Lampetr a p laner i; 1

Micropte rus salmoide s; 1

Pe rca fluviatil is ; 1

Tinca tinca; 1

Angu il la angui lla ; 1

Scard inius e ryth rophthalm us ; 5

Fig. 3.4: Numero di stazioni in cui è stato osservato ciascun taxon.

Per quanto riguarda il numero di taxa per stazione (Fig. 3.5), come era facile prevedere, si

registrano numeri alti in quelle ubicate sull’asta principale del Tevere, con un massimo di 11 taxa

nella stazioni Boa e Sotto Diga, 9 nella stazione Foce Farfa e 8 nella stazione Torrita Tiberina.

Elevato (9) è anche il numero di taxa rinvenuti nella stazione di Ponte Sfondato sul torrente Farfa,

situata poco più a monte della confluenza con il Tevere, mentre nelle stazioni situate più a monte

sullo stesso corso d’acqua, il numero tende a ridursi notevolmente fino ad arrivare a 3 specie nella

stazione di Mompeo (gole).

Se si analizza il grafico dal punto di vista dell’origine delle specie, si nota un numero molto elevato

di taxa esotici lungo tutta l’asta principale del Tevere, mentre nelle stazioni del torrente Farfa sono

presenti prevalentemente specie indigene, che evidenziano così il ruolo fondamentale dei corsi

d’acqua del reticolo secondario nella conservazione dei taxa ittici originari.

N° di taxa per stazione

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11

Tev3

Tev4

Far3

Tev2

Tev1

Far2

Far1

Indigeni

Trasfaunati

Esotici

Fig. 3.5: Numero di taxa, ripartiti per origine, in ciascuna stazione di campionamento.