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Università degli Studi di Pisa Valerio Cutini insegnamento di Tecnica Urbanistica Corso di laurea triennale in Ing. Edile Ingegneria del Territorio Corso di laurea magistrale in Ing. Idraulica,Trasporti e Territorio Lezione n° 9. Lezione n° 9. La normativa regionale: La normativa regionale: Gli strumenti urbanistici Gli strumenti urbanistici in Toscana in Toscana a.a. 2013 / 201

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Valerio Cutini. a.a. 2013 / 2014. Università degli Studi di Pisa. insegnamento di Tecnica Urbanistica Corso di laurea triennale in Ing. Edile Ingegneria del Territorio Corso di laurea magistrale in Ing. Idraulica,Trasporti e Territorio. Lezione n° 9. La normativa regionale: - PowerPoint PPT Presentation

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Valerio Cutini

insegnamento di

Tecnica Urbanistica• Corso di laurea triennale in Ing. Edile

Ingegneria del Territorio• Corso di laurea magistrale

in Ing. Idraulica,Trasporti e Territorio

Lezione n° 9. Lezione n° 9. La normativa regionale:La normativa regionale:

Gli strumenti urbanistici in Gli strumenti urbanistici in ToscanaToscana

a.a. 2013 / 2014

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Dal quadro normativo nazionalealle leggi regionali

a.a. 2013-2014a.a. 2013-2014

La Costituzione italiana delega dallo Stato alle Regioni la gestione, la tutela e lo sviluppo del territorio, affidando ad esse la potestà pianificatoria

redigere programmi, piani e progetti relativi all’assetto del territorio

legiferare in materia urbanistica, dettando norme valide sul proprio territorio

La delega è divenuta operativa a partire dal 1971, con l’effettiva istituzioni delle Regioni. Rientrano fra le attività di competenza delle Regioni:

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Dal quadro normativo nazionalealle leggi regionali

a.a. 2013-2014a.a. 2013-2014

Naturalmente, tali norme non possono essere in contrasto con le corrispondenti norme valide sul territorio nazionale

Ciascuna delle regioni italiane, a partire dal 1971, ha dettato una propria normativa urbanistica che va a dettagliare e integrare sul proprio territorio le leggi nazionali, e in particolare la legge 1150

Hanno la facoltà di dettagliare le norme nazionali, declinandone i contenuti in base alle specifiche esigenze di ogni singola regione e alla volontà dei rispettivi abitanti

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Dal quadro normativo nazionalealle leggi regionali

a.a. 2013-2014a.a. 2013-2014

L. R. n. 11/1998

L. R. n. 12/2005

L. R. n. 56/1977

L. R. n. 36/1997

L. R. n. 38/1999

L. R. n. 01/2005

L. R. n. 45/1989 L. R. n.

16/2004

L. R. n. 20/2011

L. R. n. 19/2002

L. R. n. 71/1978

L. R. n. 11/2011

L. R. n. 22/2011

L. R. n.18/1983

L. R. n. 47/1999

L. R. n. 13/1997

L. R. n. 05/2007

L. R. n. 11/2004 L. R. n.

20/2000

L. R. n. 01/2005

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Il processo pianificatorio in Italia e in Toscana

a.a. 2013-2014a.a. 2013-2014

definizionedell’assetto del territorio

attuazione

programmazione PTCP PTCP

PITPIT

PS PS

RU RU

PIIPII

piani attuativipiani attuativi

PSTPST

PRG PRG

PTCP PTCP

L.U.N.L.U.N. R. L. Toscanan. 01/2005

R. L. Toscanan. 01/2005

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Gli strumenti di programmazione:il PIT

a.a. 2013-2014a.a. 2013-2014

Finalità

L.R 01/2005L.R 01/2005

Il Piano di Indirizzo Territoriale è l’atto di programmazione mediante il quale la Regione Toscana definisce gli obiettivi della propria politica territorialeLimiti spazialiIl territorio della regione ToscanaCogenzaIl PIT è obbligatorioValidità Il P.I.T. è sottoposto a verifica di attualità da parte del Consiglio Regionale ogni 3 anni

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Gli strumenti di programmazione:il PIT

a.a. 2013-2014a.a. 2013-2014 Procedura

Procedura

La Giunta Regionale, ai fini della formazione del P.I.T. elabora un documento preliminare sui contenuti del P.I.T. e lo trasmette Ogni Provincia, per un esame congiunto del documento preliminare di PIT, convoca una conferenza di programmazione, cui partecipano i Comuni

le Comunità Montane

un rappresentante della GR

Entro 120 giorni, il Consiglio Regionale convoca una conferenza di programmazione conclusiva, cui partecipano le Province

al Consiglio Regionalealle Province

ai Comuni

Il C.R. delibera la approvazione del P.I.T.

L.R 01/2005L.R 01/2005

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Gli strumenti direttori:il PTCP

a.a. 2013-2014a.a. 2013-2014

Finalità

L.R.01/2005L.R.01/2005

Il P.T.C.P. è lo strumento direttore toscano, in attuazione della legge 142/1990. Le finalità sono pertanto immutate rispetto a quelle del P.T.C. della LUNLimiti spazialiIl territorio della provincia

CogenzaIl PTCP è obbligatorio

Validità Il PTCP è valido a tempo indeterminato

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a.a. 2013-2014a.a. 2013-2014 Procedura

Procedura

L.R. 01/2005L.R. 01/2005

La Giunta Provinciale, ai fini della formazione del PTCP, convoca una conferenza di programmazione, cui partecipano i Comuni, le Comunità Montane ed un rappresentante della GR, ove viene esposto un documento preliminare di PTCPEntro 60 giorni dalla conferenza, la G.R., i Comuni e le Comunità Montane trasmettono al Presidente della Giunta Provinciale pareri e osservazioni sul documento preliminare di P.T.C.P. Al termine di una conferenza di programmazione conclusiva la Provincia redige e il P.T.C.P. e lo adotta

Gli strumenti direttori:il PTCP

il P.T.C.P. è depositato nella sede della Provincia per 30 gg.entro i 30 giorni successivi, gli enti locali e ogni altro soggetto interessato hanno la facoltà di presentare osservazioniLa Provincia approva il P.T.C.P.

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Gli strumenti regolatoria.a. 2013-2014a.a. 2013-2014

Il P.R.G. è lo strumento di definizione dell’assetto del territorio secondo la legge 1150/42, e la legge regionale toscana non può che assumerlo come tale

L.R. 01/2005L.R. 01/2005

Tuttavia, in base alla legge 1/05, il P.R.G. è articolato in tre distinti momenti e costituito di fatto da tre elementi

Il Piano StrutturaleIl Regolamento UrbanisticoIl Programma Integrato di Intervento

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Gli strumenti regolatori:il Piano Strutturale

a.a. 2013-2014a.a. 2013-2014

Finalità

L.R. 01/2005L.R. 01/2005

Il Piano Strutturale “definisce le indicazioni strategiche” per il governo del territorio comunale, tramite:

Limiti spazialiIl territorio del comuneCogenzaIl PTCP è obbligatorioValidità Il PTCP è valido a tempo indeterminato

la specificazione dei contenuti del P.T.C.P

l’integrazione di questi con gli indirizzi di sviluppo espressi dalla comunità locale

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Il Piano Strutturale:la procedura

a.a. 2013-2014

L.R. 01/2005L.R. 01/2005Adozione da parte del Consiglio Comunale

Pubblicazione all’Albo Pretorio e deposito per 30 giorni in segreteria comunale

Presentazione osservazioni (30+30 giorni)

Recepimento osservazionida parte del C.C.

in caso di accoglimento,

modifica il P.R.G.in caso di non accoglimento, lo lascia inalteratoTrasmissione alla Regione

Ottenimento del parere di conformità al PTCP e approvazione dal parte del Comune

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Il Piano Strutturale:misure di salvaguardia

a.a. 2013-2014a.a. 2013-2014

L.R. 01/2005L.R. 01/2005

Il Piano Strutturale è tutelato da misure di salvaguardia per la durata di 3 anni a

decorrere dalla sua data di approvazione fino alla approvazione del Regolamento

UrbanisticoIn tale arco temporale, il Sindaco sospende

ogni determinazione su ogni richiesta di intervento sul territorio difforme rispetto alle

previsioni di P.S. Possono quindi essere realizzati solo gli interventi conformi sia allo strumento urbanistico previgente che al Piano

Strutturale

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Gli strumenti regolatori:il Regolamento Urbanistico

a.a. 2013-2014a.a. 2013-2014

Finalità

L.R. 01/2005L.R. 01/2005

Il Regolamento Urbanistico è lo strumento mediante il quale il Comune disciplina gli insediamenti esistenti e la realizzazione di quelli previsti sul territorio

Limiti spazialiIl territorio del comuneCogenzaIl PTCP è obbligatorioValidità Il PTCP è valido a tempo indeterminato

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Il Regolamento Urbanistico:contenuti

a.a. 2013-2014a.a. 2013-2014

L.R. 01/2005L.R. 01/2005

l’individuazione del perimetro dei centri abitatil’individuazione delle aree, entro tale perimetro, ove è possibile l’edificazione di completamento o di espansionela individuazione delle aree destinate ad opere di urbanizzazione primaria e secondariala individuazione delle aree su cui è possibile intervenire con attuazione diretta la determinazione degli interventi consentiti all’esterno dei centri abitatila disciplina per il recupero del patrimonio edilizio esistente

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Il Regolamento Urbanistico:la procedura

a.a. 2013-2014

L.R. 01/2005L.R. 01/2005

Adozione da parte del Consiglio Comunale

Pubblicazione all’Albo Pretorio e deposito per 30 giorni in segreteria comunale

Presentazione osservazioni (30+30 giorni)

Recepimento osservazionida parte del C.C.

in caso di accoglimento,

modifica il P.R.G.in caso di non accoglimento, lo lascia inalteratoApprovazione dal parte del

Comune

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Gli strumenti regolatori:il Programma Integrato di Intervento

a.a. 2013-2014a.a. 2013-2014

Finalità

L.R. 01/2005L.R. 01/2005

Il PII. è lo strumento con cui l’Amministrazione Comunale, in attuazione del P.S., individua le trasformazioni da attuare all’interno del proprio mandato amministrativoLimiti spazialiIl territorio del comuneCogenzaIl PTCP è facoltativoValidità Il P.I.I. è valido a tempo determinato: la sua validità ha termine non oltre 18 mesi dall’entrata in carica della nuova Giunta Comunale a seguito di nuove elezioni

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Il Programma Integrato di Intervento:contenutia.a. 2013-2014a.a. 2013-2014

L.R. 01/2005L.R. 01/2005

La rete delle vie di comunicazione e degli impianti da realizzare nel periodo di validità del P.I.I.Le aree destinate alla riorganizzazione urbana e alla edificazione da sottoporre, nel periodo di validità del Piano, ai piani attuativiLe aree destinate a spazi pubblici (o di uso pubblico) o ad edifici pubblici (o di uso pubblico)

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Il Programma Integrato di Intervento:

la proceduraa.a. 2013-2014

L.R. 01/2005L.R. 01/2005

Il Comune, entro 60 giorni dall’insediamento della Giunta, approva un documento programmatico preliminare di P.I.I., esponendolo al pubblico, ed aprendo un apposito ufficio Nel termine di 90 giorni, gli operatori pubblici e privati che intendono realizzare interventi previsti dal P.S. nel periodo di validità del P.I.I. presentano proprie proposte, con indicazione degli immobili interessati, dei tempi e modi di attuazione e dei dati utili ad attestare la fattibilità degli interventi

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Il Programma Integrato di Intervento:

la proceduraa.a. 2013-2014

L.R. 01/2005L.R. 01/2005

Adozione da parte del Consiglio Comunale

Pubblicazione all’Albo Pretorio e deposito per 30 giorni in segreteria comunale

Presentazione osservazioni (30+30 giorni)

Recepimento osservazionida parte del C.C.

in caso di accoglimento,

modifica il P.R.G.in caso di non accoglimento, lo lascia inalteratoApprovazione dal parte del

Comune

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Il PRGC in Toscana:un commento

a.a. 2013-2014a.a. 2013-2014

L.R. 01/2005L.R. 01/2005

Di questi il primo, il P.S., costituisce l’elemento di raccordo con la pianificazione iperscalare e di indirizzo della strategia della gestione territorialeRispetto alla legislazione nazionale, il

P.S. riveste il ruolo del piano-quadro, ovvero della parte di PRG che si prende carico di dettare le linee guida della pianificazione comunale, i suoi grandi obiettivi, gli indirizzi di sviluppo del territorio

Il P.R.G. della legge 1150 è stato così disaggregato, in Toscana, in tre documenti distinti

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Il PRGC in Toscana:un commento

a.a. 2013-2014a.a. 2013-2014

L.R. 01/2005L.R. 01/2005

Il secondo, il R.U., è quello che maggiormente appare assimilabile al vecchio PRG: contiene in dettaglio la prescrizione delle destinazioni d’uso del suolo, gli indici urbanistici, le misure di tutela e di recupero

Il P.R.G. della legge 1150 è stato così disaggregato, in Toscana, in tre documenti distinti

Il secondo, il R.U., è quello che maggiormente appare assimilabile al vecchio PRG: contiene in dettaglio la prescrizione delle destinazioni d’uso del suolo, gli indici urbanistici, le misure di tutela e di recupero

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Il PRGC in Toscana:un commento

a.a. 2013-2014a.a. 2013-2014

L.R. 01/2005L.R. 01/2005

Il P.I.I. costituisce invece il momento più prettamente politico della pianificazione comunale, ovvero lo strumento con cui la Giunta può selezionare, fra gli interventi previsti nel P.S., quelli che sottoscrive, magari avendoli inseriti nel proprio programma elettorale

Il P.R.G. della legge 1150 è stato così disaggregato, in Toscana, in tre documenti distinti

È quindi il documento urbanistico della Giunta, quello che rappresenta la propria strategia rispetto ai problemi dell’assetto territoriale, e del quale la Giunta stessa è pronta a rispondere davanti agli elettori alla scadenza del proprio mandato

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Il processo di pianificazione in Toscana:

La riforma della legge urbanistica regionale

a.a. 2013-2014a.a. 2013-2014

Il 25 maggio 2013 il Consiglio Regionale della Toscana ha approvato un disegno di legge di riforma della legge 01/2005, avviandone l’iter di emanazione

l’introduzione del Piano Strutturale Intercomunale

La nuova legge contiene alcune significative modifiche al processo di pianificazione qui precedentemente descritto, fra cui:

la nuova denominazione del Regolamento Urbanistico: Piano Operativo Comunale

L’entrata in vigore della nuova legge è prevista entro il 2014

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Il processo di pianificazione in Italia ed in Toscana: uno schema

a.a. 2013-2014a.a. 2013-2014

piani attuativipiani attuativi

PRG PRG

PTCP PTCP

PSTPST

piani direttori

piani regolatori

PS PS

RU RU

PIIPII

PITPIT

PTCP PTCP

L.U.N.L.U.N. L.U.R.ToscanaL.U.R.

Toscana