Le misure tecniche, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione
Università degli Studi di Perugia FACOLTÀ DI FARMACIA · • PREVENZIONE PRIMARIA ......
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Prevenzione delle malattie infettive
Prof. Silvano Monarca
Università degli Studi di Perugia FACOLTÀ DI FARMACIA
- CORSO DI IGIENE E SANITA’ PUBBLICA-
Prevenzione delle malattie infettive
La prevenzione può essere definita come un insieme di attività, interventi ed opere attuati con il fine prioritario di promuovere e conservare lo stato di
benessere ed evitare l’insorgenza e la progressione delle malattie. OBIETTIVI GENERALI: 1. Protezione individuale dalle infezioni (vaccinazione, comportamenti sani,
igiene degli alimenti) 2. Controllo delle infezioni (riduzione incidenza malattie) 3. Eliminazione delle infezioni (difterite e polio in Italia) 4. Eradicazione delle infezioni (vaiolo nel mondo) A seconda degli obiettivi e dei metodi di intervento si distinguono due tipi di
prevenzione delle malattie infettive:
• PREVENZIONE PRIMARIA
• PREVENZIONE SECONDARIA
Nozioni generali di prevenzione delle malattie infettive
• PREVENZIONE PRIMARIA: mira ad impedire l’insorgenza di nuovi casi di malattia nelle persone sane
• PREVENZIONE SECONDARIA: mira ad evitare che l’infezione evolva in malattia
conclamata, mediante la diagnosi precoce e il trattamento in fase preclinica (chemioprofilassi secondaria)
Gli interventi preventivi possono essere: INTERVENTI DIRETTI :
• ricerca e bonifica dei portatori, denuncia dei casi di malattia ed inchiesta epidemiologica, accertamento diagnostico e misure contumaciali
• vaccinazioni • sterilizzazione, disinfezione, asepsi, antisepsi e disinfestazione INTERVENTI INDIRETTI: comprendono una serie di provvedimenti per il
risanamento e il miglioramento degli ambienti di vita e di lavoro, dell’acqua, degli alimenti, delle bevande e al miglioramento delle condizioni di salute individuali o collettive
Prevenzione primaria delle malattie infettive
La prevenzione primaria mira ad impedire l’insorgenza di nuovi casi di malattia nelle persone sane con i seguenti
sistemi:
Per evitare il contagio
• impedire il contatto tra il microrganismo e ospite recettivo, agendo su:
le sorgenti e i serbatoi di microrganismi patogeni
l’ambiente
Per evitare l’infezione
• impedire la moltiplicazione nell’organismo dell’ospite, rendendolo non
recettivo (vaccinazioni)
Strategie per la prevenzione primaria per evitare il contagio
• scoprire e rendere inattive le sorgenti di microrganismi patogeni
• interrompere le catene di trasmissione, modificando i fattori
ambientali ed i comportamenti che favoriscono la persistenza e la diffusione
del microrganismo
Le strategie menzionate comprendono diversi tipi di intervento parte di competenza del medico e parte nell’ambito di programmi di risanamento ambientale e di promozione della salute
Strategie di prevenzione primaria per evitare il contagio
Scoperta ed inattivazione delle sorgenti di microrganismi patogeni Si effettua attraverso vari interventi:
• notifica o denuncia della malattia
• limitazione rapporti malato/sano (isolamento, contumacia e
sorveglianza)
• scoperta e inattivazione dei portatori
• eradicazione dei serbatoi naturali
• disinfezione e sterilizzazione
• disinfestazione
Scoperta della sorgente di infezione
Presupposto per ogni intervento di prevenzione e di bonifica di una infezione è l’identificazione della sua origine e dei meccanismi che ne consentono la
diffusione
A tal fine è indispensabile la notifica o denuncia di malattia infettiva accertata o sospetta da parte dei Medici curanti. La denuncia, obbligatoria in Italia dal 1934 e oggi regolata dal DM 15.12.1990, è importante ai fini della programmazione sanitaria e del controllo dell’efficacia degli interventi attuati e consente di realizzare 2 obiettivi: 1-informativo (quadro statistico-epidemiologico della malattia) 2- operativo (la denuncia apre la strada alle varie misure di profilassi)
D.M. 15 dicembre 1990
malattie di Classe I Malattie per le quali si richiede
segnalazione immediata o perché soggette a R.S.I. o perché rivestono particolare interesse
• Colera
• Febbre gialla
• Febbre ricorrente epidemica
• Febbri emorragiche virali
• Peste
• Poliomelite
• Tifo esantematico
• Botulismo
• Difterite
• Influenza con isolamento virale
• Rabbia
• Tetano
• Trichinosi
MEDICO
a
ASL
a, b
REGIONE
a,b a,b
MINI SAN ISS
b b
OMS ISTAT
a = caso sospetto
b = caso confermato
D.M. 15 dicembre 1990
malattie di classe II
• Blenorragia
• Brucellosi
• Diarree inf. Non da salmonella
• Epatite virale a
• Epatite virale b
• Epatite virale nAnB
• Epatite virale n.s.
• Febbre tifoide
• Legionellosi
• Leishmaniosi cutanea
• Leishmaniosi viscerale
• Leptospirosi
• Listeriosi
• Meningite ed encefalite a. virale
• Meningite meningococcica
• Morbillo
• Parotite
• Pertosse
• Rickettsiosi diversa da tifo esantematico
• Rosolia
• Salmonellosi non tifoide
• Scarlattina
• Sifilide
• Tularemia
• Varicella
Malattie rilevanti perché ad elevata frequenza e/o passibili di interventi
di controllo
MEDICO
ASL
REGIONE
b, c b, c c
MINISAN ISTAT ISS
a = caso sospetto b = caso confermato c = riepiloghi mensili per provincia, classe d’età e sesso
D.M. 15 dicembre 1990
Malattie di classe III
• AIDS medico Regione
Ministero
• Lebbra
• Malaria
• Tubercolosi
• Micobatteriosi non t.
Medico
a
ASL
b
Regione
b, c c c
MINISAN ISTAT ISS
a = caso sospetto
b = caso confermato
D.M. 15 dicembre 1990
malattie di classe IV
Malattie per le quali alla segnalazione del singolo caso da parte del medico deve seguire la segnalazione dell’ASL solo quando si verificano focolai epidemici
• Dermatofitosi
• Malattie trasmesse da alimenti
• Pediculosi
• Scabbia
• Altro – specificare (malattie di classe V insorte in forma di focolaio epidemico)
MEDICO
a
ASL
b
REGIONE
b b b
MINISAN ISTAT ISS
a = singolo caso
b = focolaio epidemico
Schede di notifica
Scoperta e inattivazione dei portatori: La ricerca sistematica dei portatori sani nella maggior parte delle malattie infettive avrebbe un costo enorme e darebbe scarsi risultati ai fini di impedire il contagio. In alcune malattie è prescritto il controllo batteriologico in fase di convalescenza (es. colera, dissenteria batterica, difterite, ecc). Se si scopre un portatore convalescente o cronico bisogna istruirlo per evitare che contagi altre persone; non sempre il trattamento antibiotico è efficace in quanto si può prolungare il periodo di eliminazione. Nel caso di portatori cronici di Salmonella typhi si può pensare all’asportazione chirurgica della colecisti se esistono indicazioni cliniche all’intervento. Eradicazione dei serbatoi naturali: in alcuni casi si può eliminare una malattia nell’uomo distruggendo gli animali che rappresentano il serbatoio naturale del microrganismo (es. brucellosi); in altri casi ciò è impossibile; allora si tende a confinare il microrganismo in serbatoi selvatici interrompendo le vie di contatto con animali domestici (rabbia).
Scoperta ed inattivazione delle sorgenti di microrganismi patogeni (portatori e serbatoi)
Limitazione dei rapporti malato/sano
Sono interventi che si basano su una serie di provvedimenti che limitano, in varia misura, le possibilità di rapporto tra malato (o portatore) e soggetto
sano, o che impongono particolari controlli Tali misure sono: isolamento - separazione del soggetto da tutte le altre persone eccetto il
personale sanitario contumacia - obbligo di permanere in un determinato luogo per tutto il
periodo prescritto con osservanza delle norme igienico-sanitarie imposte questi provvedimenti possono essere estesi anche ai contatti (soggetti che hanno avuto rapporti con il malato tali da consentire il contagio)
sorveglianza sanitaria - obbligo del soggetto di farsi controllare dall’autorità sanitaria, secondo gli intervalli dalla stessa stabiliti senza limitazione delle libertà personali
tale misura si applica generalmente ai conviventi o ai contatti che potrebbero trovarsi nella condizione di portatore precoce
Malattie che richiedono isolamento stretto - Difterite faringea - Peste polmonare - Varicella - Febbre di Lassa o altre forme emorragiche - SARS Malattie che richiedono isolamento respiratorio - Malattie esantematiche - Parotite - Pertosse - Meningiti - Tubercolosi polmonare attiva (isolamento
tubercolare)
Esempi di malattie infettive che richiedono provvedimenti di isolamento
Contumacia dalle scuole
Strategie per la prevenzione primaria
DISINFEZIONE, STERILIZZAZIONE E DISINFESTAZIONE
Con la disinfezione ci si prefigge di distruggere i microbi agenti di malattie infettive per impedirne la persistenza e la diffusione e l’arrivo fino ai soggetti recettivi; può avvenire sia con mezzi fisici che chimici a seconda del microrganismo che si vuol distruggere. Con la sterilizzazione si distrugge ogni forma vivente comprese le spore. La disinfestazione è un efficace intervento per la lotta ai vettori nelle malattie infettive trasmesse da antropodi; si effettua mediante agenti fisici e chimici e deve tenere conto della diversa biologia del parassita.
Strategie di prevenzione primaria per l’interruzione delle catene di trasmissione
Interruzione delle catene di trasmissione
Si effettua attraverso vari interventi di:
• bonifica dell’ambiente
• modifica dei comportamenti
La bonifica dell’ambiente: diversi fattori legati all’ambiente sociale e fisico possono favorire la diffusione di malattie infettive, la rimozione di essi rappresenta un valido intervento preventivo. L’azione diretta sui veicoli e sui vettori dei rispettivi agenti patogeni permette una rapida riduzione dei casi di malattia. I programmi di bonifica dell’ambiente richiedono spesso forti impegni economici e lunghi tempi per la realizzazione; in compenso, i vantaggi che si ottengono sono stabili, una volta raggiunti, e riguardano sia le malattie infettive sia più in generale il miglioramento della qualità della vita.
Vaccina
-zione
Introduzione
della Streptomicina
Koch
identifica il
bacillo
tubercolare
Mortalità per Tubercolosi in USA, 1860-1960.
Tassi/100.000.
Fonte: US Bureau of the Census, Historical
Statistics of the United States; Colonial Times to
1970 (Washington, D.C: Government Printing
Office, 1975), Part 1 pp58,63.
(nota: 1860-1900: solo Massachusetts).
Interruzione delle catene di trasmissione
Si effettua anche attraverso vari interventi di
modifica dei comportamenti (Educazione Sanitaria), quali ad es.:
• Seguire norme igieniche nell’ambiente di vita e di lavoro
• Lavarsi le mani prima di mangiare
• Consumare mitili cotti
• Proteggere il cibo dal contatto con le mosche
• Aerare un ambiente chiuso
• Usare il profilattico
• Seguire norme igieniche in ospedale e nello studio dentistico.
Strategie per la prevenzione primaria
Strategie di prevenzione primaria per evitare l’infezione
Aumento delle resistenze alle infezioni (distruzione dei patogeni prima della infezione), mediante:
• Resistenze aspecifiche (cute, mucose, abitudini di vita e alimentazione sane)
• Immunoprofilassi attiva (vaccini)
• Immunoprofilassi passiva (sieroprofilassi)
• Chemioprofilassi primaria (isoniazide per tub-, sulfamidici per contatti con meningite, penicillina e scarlattina, clorochina e malaria)
Profilassi specifica delle infezioni
IMMUNOPROFILASSI
Passiva Attiva
Sieri immuni e
immunoglobuline
Vaccini
Profilassi delle malattie a trasmissione aerea
Trasmissione per via aerea: trasmissione di un agente infettivo da un serbatoio a un ospite suscettibile con 2 meccanismi:
a) trasmissione diretta - proiezioni di goccioline infette sulla congiuntiva o sulle mucose del naso e della bocca (starnuti, colpi di tosse, ecc) b) trasmissione indiretta - tramite veicoli, rappresentati dai residui dell’evaporazione del fluido delle goccioline emesse da un ospite infetto (nuclei di goccioline) o granuli di polveri. È possibile per gli agenti infettive che presentano un certo grado di resistenza ambientale
Es. tutte le malattie esantematiche (morbillo, scarlattina, ecc.), parotite, influenza, difterite, TBC, ecc
Profilassi delle malattie a trasmissione aerea
Aria confinata (5)
Oggetti d’uso (8)
Portatore (3)
Malato (2)
Sano (1) Pavimento (7)
(4)
Polvere (6)
(1) immunizzazione attiva (2) isolamento (3) bonifica (4) comportamento (tossire ecc)
(5) disinfezione aria, ricambio, affollamento (6) non sollevare polvere (7) disinfezione pavimenti (8) disinfezione effetti personali ecc
Profilassi delle malattie a trasmissione oro-fecale
L’agente infettivo viene eliminato con le feci dal serbatoio (malato o portatore) e trasmesso ad un ospite suscettibile tramite veicoli (oggetti d’uso, alimenti, acqua e suolo contaminati)
Es. tifo, paratifo, colera, dissenteria, epatite A, epatite E, ecc
Profilassi delle malattie a trasmissione fecale-orale
Vettori (9)
Feci (4)
Mani (8)
Oggetti d’uso (7)
Suolo (6)
Acqua (5)
Alimenti (10)
Sano (1)
Portatore (3) Malato (2)
(1) immunizzazione attiva (2) isolamento- terapia (3) bonifica (4) disinfezione smaltimento rifiuti liquidi
(5) potabilizzazione (6) smaltimento rifiuti liquidi e solidi (7) (8) igiene personale (9) disinfestazione (10) igiene degli alimenti (conservazione, manipolazione)
A livello individuale la prevenzione delle malattie a trasmissione oro-fecale si realizza attraverso:
• lo scrupoloso rispetto di elementari norme igieniche A livello collettivo la prevenzione delle malattie a trasmissione oro-fecale si realizza attraverso:
• il corretto smaltimento ed allontanamento dei rifiuti solidi e liquidi,
• la disponibilità di acqua per uso umano sicura e controllata • una buona igiene alimentare.
Misure per la prevenzione delle malattie a trasmissione oro-fecale
• Non consumare prodotti ittici crudi.
• Lavare accuratamente le verdure prima di consumarle, possibilmente tenendole a bagno per 1/2 ora in acqua con aggiunta di disinfettanti a base di cloro.
• Non bere acqua di pozzo.
• Preferire cibi appena cotti e consumarli caldi.
• Conservare in frigorifero i cibi appena cotti se non devono essere consumati subito.
• Sbucciare da soli la frutta da mangiare.
• Curare scrupolosamente l'igiene personale, specie delle mani, che debbono essere accuratamente lavate con acqua e sapone sempre prima dei pasti e sempre dopo aver utilizzato i servizi igienici.
• Essere scrupolosamente puliti nella manipolazione di cibi e bevande.
• Attuare ogni misura per l'eliminazione degli insetti dall'ambiente.
• Proteggere comunque gli alimenti dagli insetti.
Misure per la prevenzione delle malattie a trasmissione fecale-orale
Profilassi delle malattie a trasmissione diretta (ematogena e trans-mucosa)
Trasferimento diretto e immediato dell’agente infettivo da un serbatoio a un ospite suscettibile
Es. Sifilide, epatite B, epatite C, ecc
Malato (1) Portatore (1)
Ospite suscettibile (3) (2)
(1) trattamento-sorveglianza sanitaria (2) educazione sanitaria (3) immunizzazione attiva-chemioprofilassi
La fedeltà Una coppia di persone sane e fedeli non corre alcun rischio di contrarre una malattia venerea. La scelta attenta del partner Ogni rapporto sessuale con un nuovo partner può comportare il rischio di contagio. Il contagio è escluso soltanto se il partner non è affetto da una malattia venerea. Un dialogo franco consentirà di valutare meglio il rischio.
Che esperienze sessuali ha avuto in precedenza il mio partner? Che misure precauzionali vogliamo prendere?
Il test HIV Poiché l’Aids è una malattia inguaribile è meglio accertare o escludere un precedente contagio mediante il test HIV.
Come proteggersi dalle malattie sessualmente trasmesse o veneree?
Evitare i rapporti sessuali occasionali Un solo rapporto sessuale con una persona malata può trasmettere il contagio. Chi cambia spesso il partner corre più rischi. Il preservativo Chi usa il preservativo nei rapporti sessuali con partner diversi può ridurre il rischio di contagio, ma non escluderlo del tutto. L'astinenza dalle droghe e dall’alcol Le droghe e l’alcol alterano la percezione della realtà, offuscano il senso di responsabilità, attenuano la capacità di giudizio e di autocontrollo portando così a facili rapporti sessuali non protetti. L’astinenza dalle droghe è un fattore di primaria importanza nella prevenzione dell’AIDS. Vaccinazione contro l'epatite B È consigliata per gruppi particolarmente a rischio (per es. personale medico, pazienti sottoposti a dialisi, tossicodipendenti che assumono droga per endovena, persone che soggiornano a lungo in un paese in via di sviluppo)
Profilassi delle malattie a trasmissione da vettori
Trasmissione da vettori: trasmissione di un agente infettivo da un artropode in cui sia avvenuta la moltiplicazione o un ciclo di sviluppo a un ospite suscettibile La trasmissione può avvenire per mezzo della saliva o delle feci La penetrazione può essere causata da puntura o morso da parte del vettore o dalle lesioni da grattamento. Es. malaria, ecc
Profilassi delle malattie a trasmissione da vettori
Serbatoio (1)
Vettore (2)
Ospite (3)
(1) trattamento (uomo) - derattizzazione (2) disinfestazione - bonifica ambientale (3) immunizzazione attiva - chemioprofilassi
Profilassi delle malattie a trasmissione da vettori
Es. Malaria
Sorgente Target Via di
eliminazione Via di
ingresso Vettore
Soggetto infetto
Cute Anopheles Cute Soggetto
non infetto
Trattamento del paziente
Paziente in ambienti schermati dal vettore
Lotta al vettore
Uso di repellenti
abbigliamento coprente
Profilassi antimalaria
ERADICAZIONE PREVENZIONE
Profilassi delle zoonosi
Comprendono un gruppo di malattie degli animali che possono trasmettersi, anche solo occasionalmente all’uomo
Animali selvatici
(mammiferi, uccelli artropodi ematofagi)
Animali domestici
(ovini, caprini, pollame, cavallo, asino, ecc)
Animali domestici
(ovini, caprini, pollame, cavallo, asino, ecc)
Prodotti alimentari
Uomo
Es. Brucellosi
Rapporti sessuali
Urine Sudore
Latte Feci
Prodotti abortivi
Uomo (?)
Prevenzione della brucellosi nell’uomo: •Educazione igienica degli allevatori di bestiame •Bonifica del latte e dei suoi derivati Prevenzione della brucellosi negli animali: •Abbattimento di animali infetti •Vaccinazione
Animali rabici
(volpi, scoiattoli, bovini, vampiri ecc.)
Animali domestici
(cani, gatti)
Uomo
Es. Rabbia
Prevenzione della rabbia nell’uomo: • Notifica obbligatoria • Isolamento ospedaliero • Disinfezione degli effetti personali del malato • Immunoprofilassi:
– attiva (vaccinoprofilassi pre- o post-esposizione) – passiva (disponibili Ig omologhe ed eterologhe)
Prevenzione della rabbia negli animali:
• lotta al randagismo • controllo degli animali domestici • vaccinazioni obbligatorie di cani, gatti, bovini • vaccinazione sperimentale delle volpi con esche contenenti virus vivo
modificato
Eliminazione ed eradicazione delle malattie infettive
Eradicazione del vaiolo
Prima malattia infettiva eradicata dalla vaccino profilassi (1979) L’ultimo caso di vaiolo nel mondo si è verificato nel 1977, e da allora non si sono
più verificati casi in nessuna nazione. Attualmente tutti i virus noti del vaiolo sono conservati in condizioni di stretta
sicurezza in due laboratori, uno negli Stati uniti ed uno in Russia.
In Italia, la vaccinazione antivaiolosa è stata sospesa nel 1977 e definitivamente abrogata nel 1981.
Allo stato attuale, non c’è nessun motivo perché la vaccinazione antivaiolosa venga reintrodotta. In ogni caso, le riserve di di vaccino antivaioloso sono disponibili tramite l’OMS per l’uso immediato, sotto la direzione delle autorità sanitarie nazionali ed internazionali
Unico serbatoio l’uomo
Assenza di portatori cronici (NO)
Esistenza di un vaccino efficace
Epatite B
Unico serbatoio l’uomo
Assenza di portatori cronici
Esistenza di un vaccino efficace
Poliomielite
Unico serbatoio l’uomo NO:anche serbatoio animale
Assenza di portatori cronici
Esistenza di un vaccino efficace
Tetano
Unico serbatoio l’uomo
Assenza di portatori cronici
Esistenza di un vaccino efficace
Morbillo
Malattie eradicabili Malattie non eradicabili o difficilmente eradicabili
Eradicazione
Esempi di malattie infettive eradicabili con i mezzi di prevenzione primaria attualmente disponibili
Malattia Interventi di prevenzione
Tubercolosi umana Malaria Colera Febbre tifoide Shigellosi Amebiasi AIDS Difterite Poliomelite Epatite A Epatite B Morbillo Rosolia Parotite
Diagnosi e terapia precoce delle infezioni aperte Scoperta e inattivazione delle sorgenti di infezione Inchiesta epidemiologica per individuare e inattivare le sorgenti di infezione Ambienti di vita sani e non affollati Inattivazione dei vettori Acqua potabile sicura Idoneo smaltimento degli escrementi e delle acque reflue domestiche Controllo degli alimenti Induzione a comportamenti sessuali responsabili Controllo delle emotrasfusioni e degli emoderivati Uso di strumentario medico-chirurgico sterile Immunizzazione di massa
Esempi di zoonosi eradicabili e di zoonosi eliminabili
Malattia Interventi di prevenzione Risultato possibile
Brucellosi Tubercolosi bovina Tetano Salmonellosi
Individuazione ed abbattimento di tutti gli animali d’allevamento infetti Immunizzazione dell’intera popolazione umana Allevamenti indenni Mangimi esenti da salmonelle Catena del freddo per alimenti Cottura a fondo delle carni e delle uova
Eradicazione Eradicazione Eliminazione Eliminazione
Eliminazione dell’infezione
• Europa polio-free:
• Totale scomparsa del microrganismo
Prevenzione secondaria delle malattie infettive
La prevenzione secondaria mira ad evitare che l’infezione evolva in malattia conclamata, mediante la diagnosi precoce e il trattamento in fase preclinica
(chemioprofilassi secondaria)
Concettualmente una volta che è avvenuto il contagio e che questo abbia avviato
il processo infettivo, si deve impedire che ci sia un evoluzione fino alla produzione
di danni clinicamente manifesti.Solo in pochi casi è possibile, dal momento che il
periodo di incubazione è di solito troppo breve.
Si applica solo per alcune malattie a lunga incubazione:
-TBC (tub+ recente e isoniazide)
-Reumatismo articolare acuto (penicillina contro recidive strept.)
-AIDS (trattamento dei siero+)
Anche per prevenire mediante antibiotici:
-infezioni opportunistiche in immunocompromessi
- infezioni batteriche secondarie a infezioni virali (influenza e anziani)
Prevenzione secondaria per tossicodipendenti
• Never reuse or share syringes, needles, water or drug preparation equipment; if injection equipment that has been used by other persons is shared, first clean the equipment with bleach and water as is recommended for prevention of HIV; use only sterile syringes obtained from a reliable source (e.g., pharmacies or syringe exchange programs).
• Use sterile (e.g., boiled) water to prepare drugs; if this is not possible, use clean water from a reliable source (e.g., fresh tap water).
• Use a new or disinfected container ("cooker") and a new filter ("cotton") to prepare drugs.
• Clean the injection site with a new alcohol swab before injection.
• Safely dispose of syringes after one use.
Penicillin for secondary prevention of rheumatic fever
• People with a history of rheumatic fever are at high risk of recurrent attacks of rheumatic fever and developing rheumatic heart disease following a streptococcal throat infection. Giving penicillin to these people can prevent recurrent attacks of rheumatic fever and subsequent rheumatic heart disease. However, there is no agreement on the most effective method of giving penicillin.
• Intramuscular penicillin seemed to be more effective than oral penicillin in preventing rheumatic fever recurrence and streptococcal throat infections. Two-weekly or 3-weekly injections appeared to be more effective than 4-weekly injections. However, the evidence is based on poor quality of trials.
Evidence-based prevention: The Cochrane Library, Issue 1, 2005
Secondary Prevention of Chlamydial Infection
• Secondary prevention strategies are efforts to prevent
complications among persons infected with chlamydia. The most important complication to be prevented is salpingitis and its potential sequelae (i.e., ectopic pregnancy, tubal infertility, and chronic pelvic pain). Secondary prevention of chlamydia salpingitis can be accomplished by a) screening women to identify and treat asymptomatic chlamydial infection; b) treating the female partners of men with infection; c) recognizing clinical conditions such as mucopurulent cervicitis (MPC) and the urethral syndrome, and then applying or using appropriate chlamydia diagnostic tests and treatment, as appropriate.
EDUCAZIONE SANITARIA
Malattie infettive e gravidanza Le malattie infettive contratte in gravidanza sono sempre
pericolose per il bambino? E’ possibile difendersi?
• Non tutte le malattie infettive prese in gravidanza danneggiano il bambino: quelle che comportano dei rischi e che possono avere effetti negativi sullo sviluppo del bambino in corso di gravidanza sono la rosolia e la toxoplamosi. Nelle prime 8-10 settimane di gravidanza, se la mamma si ammala di una di queste malattie , il rischio di danni al feto è molto basso: infatti la placenta fa da barriera al passaggio del virus o del parassita responsabile della malattia. Ma nei pochi casi in cui questa difesa non funziona, i danni per il bambino possono essere molto gravi. Nelle settimane successive (periodo fetale) la trasmissione della malattia dalla mamma al bambino è più frequente, ma i danni che essa provoca sono di solito minori. Tuttavia, nei casi più gravi, si possono verificare malformazioni vere e proprie, difetti dell’udito e della vista, disturbi motori o insufficienza intellettiva. È quindi necessario che la mamma sappia se rischia di ammalarsi di rosolia e toxoplasmosi durante la gravidanza, e nel caso che questo rischio esista prenda le necessarie precauzioni.
Prevenzione rosolia e toxoplasmosi
• La mamma che ha già avuto queste malattie prima di iniziare la gra vidanza ha sufficienti difese (costituite dagli anticorpi) che impediranno che una nuova infezione si trasmetta al bambino durante la gravidanza. Se invece gli anticorpi non sono presenti, è possibile per la mamma ammalarsi durante la gravidanza e, quindi, causare danni al feto trasmettendogli la malattia. Un semplice esame del sangue, eseguito prima di iniziare la gravidanza, è in grado di sciogliere ogni dubbio: se dall’esame risulta che la madre non ha anticorpi nei confronti di una o più di queste malattie dovrà prendere le seguenti precauzioni:
• per la rosolia: vaccinazione almeno un mese prima di iniziare la gravidanza; • per la toxoplasmosi: adottare appropriate misure igieniche per evitare l’infezione: lavarsi sempre
bene le mani, non mangiare carni crude o poco cotte, non mangiare insaccati (salame, prosciutto), lavare accuratamente le verdure crude e la frutta, evitare i contatti con gatti randagi. Le donne che sono risultate prive di anticorpi nei confronti della toxoplasmosi devono ripetere l’esame del sangue nel corso della gravidanza, per assicurarsi di non essersi ammalate senza accorgersene. Se questo fosse accaduto, valuteranno con il medico come verificare gli eventuali effetti sul bambino e le misure da prendere. Anche il virus HIV (responsabile dell’AIDS), quello dell’epatite e il microrganismo della sifilide, se presenti nella mamma, possono passare al feto e causare problemi. Anche in questo caso l’esame del sangue permette di scoprire l’eventuale presenza di questa malattia e di decidere comportamenti, cure e precauzioni adeguate.
http://www.asl.milano.it/user/Default.aspx?SEZ=10&PAG=89&NOT=964
Due bersagli non sfuggono mai ai microbi:
la pelle e le mucose, dei veri e propri
vivai di germi di ogni genere!
L'igiene personale deve diventare
un rituale che ognuno di noi esegue
automaticamente e con precisione,
affinché il nostro prezioso
organismo non si alteri.
La prevenzione nell’anziano: Le polmoniti
• Reazione infiammatoria nei confronti di microrganismi o di prodotti microbici, che interessa il parenchima polmonare.
• La polmonite è uno dei problemi di salute più frequenti e significativi negli anziani. In questa fascia di età, è la 4a causa principale di morte e la causa di morte più importante per malattia infettiva. Essa costituisce spesso l’evento terminale dopo una malattia grave di lunga durata; è stata denominata “l’amica dell’anziano”.
• L’incidenza annuale negli anziani varia da 20-40/1000 per la polmonite acquisita nella collettività a 100-250/1000 per la polmonite acquisita nelle strutture assistenziali di lungodegenza. In qualunque momento, si ritiene che il 2,1% degli anziani residenti in tali strutture abbia la polmonite. La polmonite nosocomiale è frequente tra i pazienti anziani ricoverati in ospedale che sono stati sottoposti a interventi chirurgici toracici o addominali, ventilazione meccanica o alimentazione per sondino.
• Il fattore di rischio principale per lo sviluppo di una polmonite nell’anziano è la presenza di altre malattie gravi. Inoltre, la probabilità che la polmonite abbia un esito sfavorevole, compresa la morte, è legata in maniera diretta al numero delle patologie concomitanti; il tasso di mortalità aumenta da 9/100 000 in assenza di altre affezioni, a 217/100 000 in presenza di un’affezione ad alto rischio e a 979/100 000 in presenza di due o più affezioni ad alto rischio. Nei pazienti anziani è probabile che insorga un maggior numero di complicanze delle polmoniti, come la sepsi, l’empiema e la meningite.
Etiologia • Steptococcus pneumoniae: lo S. pneumoniae (che causa la polmonite pneumococcica) costituisce il più frequente
agente eziologico batterico della polmonite dell’anziano acquisita nella collettività. È responsabile del 15-50% di tutte le polmoniti degli adulti diagnosticate mediante coltura. Si calcola che il tasso di attacco della polmonite pneumococcica sia di 46/1000 nelle persone di età > 65 anni. I pazienti > 65 anni hanno una probabilità da 3 a 5 volte superiore di morire per questo tipo di polmonite, rispetto ai loro equivalenti più giovani.
• Bacilli gram –: questi agenti patogeni sono più comuni negli ambienti ospedalieri, dove la Klebsiella, la Pseudomonas aeruginosa, l’Enterobacter sp, il Proteus sp, l’Escherichia coli e altri bacilli gram – sono responsabili del 40-60% di tutte le polmoniti diagnosticate mediante coltura. I bacilli gram – possono colonizzare il faringe posteriore nei pazienti debilitati e gravemente malati.
• Batteri anaerobi: negli anziani, gli anaerobi causano il 20% dei casi di polmonite acquisita nella collettività e il 31% dei casi di polmonite nosocomiale. La polmonite da anaerobi, generalmente è conseguente all’aspirazione. I pazienti anziani tendono ad aspirare a causa di condizioni patologiche legate all’età che alterano lo stato di coscienza, come l’uso di sedativi e le patologie mediche (p. es., malattie neurologiche, astenia). Tra gli anaerobi frequentemente coinvolti vi sono il Fusobacterium nucleatum, gli anaerobi pigmentati di nero (denominati comunemente Bacteroides melaninogenicus), i peptostreptococchi, i peptococchi e, occasionalmente, il B. fragilis.
• Haemophilus influenzae: i ceppi di H. influenzae sono responsabili dell’8-20% delle polmoniti nell’anziano. Questi microrganismi causano più frequentemente la polmonite nei pazienti affetti da bronchite cronica.
• Legionella sp: la predisposizione alle infezioni da Legionella (5% di tutte le polmoniti diagnosticate mediante coltura) aumenta con l’età. La L. neumophila è responsabile dell’85% circa di tutte le polmoniti da Legionella negli anziani, mentre la L. micdadei lo è di circa il 15%. Sebbene la malattia dei legionari sia un’affezione sporadica, ne sono state descritte epidemie in alberghi e ospedali.
• Virus: le cause virali di polmonite nei pazienti anziani comprendono i virus influenzali e parainfluenzali, il virus respiratorio sinciziale e, probabilmente, gli adenovirus. I virus parainfluenzali colpiscono raramente gli adulti sani; la loro comparsa relativamente frequente tra gli anziani può essere una conseguenza del calo delle difese immunitarie.
• L’influenza è la causa principale di polmonite nell’anziano. Nelle persone di età ³70 anni, la sua incidenza è circa 4 volte superiore a quella osservata nei soggetti < 40 anni. Circa il 90% dei decessi dovuti all’influenza, negli USA, si verifica in persone di età ³65 anni. Il decorso dell’influenza può essere complicato da una polmonite batterica secondaria.
LE VACCINAZIONI DEGLI ANZIANI
• Poiché oggi in Italia i casi di tetano interessano quasi esclusivamente persone anziane, soprattutto donne, mai vaccinate nel corso della vita, è particolarmente importante che le persone nate prima dell’introduzione dell’obbligo vaccinale (quindi prima degli anni ’60) verifichino la propria situazione vaccinale e se necessario si sottopongano a vaccinazione. Per tutti i soggetti ultra 64enni viene raccomandata la vaccinazione anti influenzale (ogni anno) e quella contro lo pneumococco. Altre vaccinazioni possono essere raccomandate ed eseguite gratuitamente in caso di soggetti a rischio per presenza di particolari patologie, su indicazione del medico di base.
FAQ • Quali sono gli obiettivi della prevenzione delle malattie infettive?
• Quali interventi sono previsti per la prevenzione primaria delle malattie infettive?
• Quali interventi di prevenzione primaria evitano il contagio?
• Quali sono le strategie di prevenzione primaria per evitare l’infezione?
• Quali sono gli interventi di prevenzione delle malattie a ciclo oro-fecale?
• Quali sono gli interventi di prevenzione delle malattie a trasmissione aerea?
• Quali sono gli interventi di prevenzione delle malattie a trasmissione diretta (ematogena e trans-mucosa)?
• Quali sono gli interventi di prevenzione delle malattie a trasmissione da vettori?
• Quali sono gli interventi di prevenzione delle zoonosi?