Università degli Studi di Perugia Corso di Laurea in ... Didattico... · Cannon sui meccanismi...
Transcript of Università degli Studi di Perugia Corso di Laurea in ... Didattico... · Cannon sui meccanismi...
Università degli Studi di Perugia
Corso di Laurea in Infermieristica Anno Accademico 2015/2016
Docente Dr. Franco Cocchi
4
LA MOTIVAZIONE
► Etimologia:la parola motivazione proviene dal latino motus, cioè movimento, spinta di un soggetto in direzione di un oggetto
►La motivazione, in senso lato, concerne il perché del comportamento: le cause e i fini
►La ricerca su cosa ORIGINA REGOLA DIRIGE il comportamento, rappresenta un tema tradizionale di ricerca
scientifica della psicologia ►Generalmente la ricerca è stata dedicata a spiegare, nel comportamento degli individui, quali fattori e condizioni lo innescano, quale sia l’ampiezza, la durata e la intensità della “forza” che determinano e, infine, quali fattori e condizioni ne determinino l’esaurimento
Studi psicologici sulla motivazione
►Le prime teorie si rifacevano al concetto di istinto William James (1890) lo definisce come “… la
facoltà di agire in un determinato modo che produce certi comportamenti senza previsione di questi e senza educazione preventiva di quei comportamenti”
►James, nel riconoscere una continuità con il mondo animale, elenca una serie di istinti specificamente umani: Oltre a quelli presenti fin dalla nascita in forma di
riflessi come succhiare, portare alla bocca gli oggetti, piangere etc., ritiene appartengano alla categoria degli istinti anche comportamenti più complessi come:
Imitazione, rivalità, rabbia, risentimento, pulizia, caccia, paura, creatività, gioco, curiosità, socialità,
William McDougall (1871 Chadderton, England — 1938 Durham, USA)
Dopo la laurea in medicina e fisiologia presso l'Università di Cambridge e di Londra, William James lo incaricò come docente alla Harvard University, dove rimase come professore di psicologia dal 1920 al 1927, per poi trasferisi alla Duke University, dove rimase fino alla sua morte. Bibliografia An Introduction to Social Psychology (1908) Body and Mind (1911) The Group Mind (1920 reprint) Physiological Psychology (1920). Outline of Psychology (1923) Outline of Abnormal Psychology (1926)
►Secondo McDougall (1908) l’istinto si esplica in una serie di comportamenti regolati da schemi fissi e geneticamente determinati che sono propri degli individui appartenenti ad una specie (specie-specifici) e sono attuati in particolari condizioni ambientali ►Gli istinti vengono attivati per soddisfare bisogni, connessi alla sopravvivenza
Secondo Mc Dougall tutte le forme di comportamento umano, comprese le forme complesse di interazione sociale, si fondano sull'attivazione di specifici schemi istintuali.
Ad esempio, la paura deve essere considerata come l'espressione dell'istinto di fuga, la collera dell'istinto di lotta, la tenerezza dell'istinto parentale, e così via. Questi istinti, evolvendosi nel corso dello sviluppo individuale, costituiscono i fondamenti della vita sociale. Dal momento che egli sostiene che alla base del comportamento vi sono delle tendenze istintuali primarie (in greco: ormé), la sua teoria è stata definita "psicologia ormica". Fu oggetto di critica da parte della psicologia behaviourista, che negava l'efficacia esplicativa del costrutto di istinto, ritenendo che il comportamento fosse prevalentemente frutto di apprendimento.
►A seguito delle scoperte darwiniane tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento le teorie biologiche degli istinti come motore comportamentale, influenzarono notevolmente le teorie psicologiche.
►Anche le teorie psicoanalitiche di Freud, fecero ricorso alla nozione di istinto, prefigurando l’esistenza di energia istintuale (Eros o istinto di vita) che determinerebbe la spinta iniziale del comportamento e la finalizzerebbe al raggiungimento di un oggetto in grado di soddisfare la pulsione istintuale.
►Lo schema sotteso a tutte le teorie psicologiche che ricorrono al concetto di istinto è che l’organismo si trovi in una condizione di
necessità biologica e/o psicologica definito come BISOGNO, cui corrisponde una spinta o PULSIONE che indirizza il comportamento a ridurre lo stato di necessità cercando di raggiungere quell’OGGETTO o quegli oggetti (reali e/o psicologici) che possano soddisfare il bisogno.
►Un esempio elementare può essere il bisogno di cibo che spinge, attraverso la sensazione sgradevole della fame, l’individuo alla ricerca del cibo.
►Le teorie biologiche ebbero ulteriore impulso con le scoperte di Clark Hull e Cannon sui meccanismi omeostatici dell’organismo. ► Il bisogno nasce da una mancanza biologica e/o psicologica e la pulsione opera per stabilire un equilibrio interno detto omeostasi
Omeostasi e temperatura corporea
condizione di stabilità interna degli organismi che deve mantenersi anche al variare delle condizioni esterne
attraverso meccanismi autoregolatori
►Le teorie basate sui meccanismi biologici non parvero tuttavia sufficienti a spiegare adeguatamente la complessità del comportamento umano, mentre si adattano meglio alla descrizione del comportamento animale.
►Sulla base delle scoperte derivanti dalle teorie behavioriste, lo stesso Hull introdusse delle varianti al concetto di omeostasi introducendo la variante dell’incentivo o meglio del rinforzo secondo la terminologia comportamentista
►Nella prospettiva comportamentista la motivazione diviene un sistema che stabilisce e mantiene un rapporto ottimale individuo-ambiente sulla base di processi di apprendimento e condizionamento stimolo-risposta
►Il processo di apprendimento si basa infatti su rinforzi piacevoli (condizionamento positivo) o spiacevoli (condizionamento negativo)
Uno dei primi campi di applicazione delle teorie sulla motivazione fu nell’ambito della psicologia del lavoro.
►Perché le persone lavorano? ►E’ un istinto? ► Le persone lavorano solo per il danaro? ►Cioè che la sua motivazione (pulsione) consiste
nel guadagnare denaro? ►Esiste una specifica motivazione al lavoro o è
piuttosto il desiderio di ottenere del cibo e una casa il vero movente, cioè ciò che il denaro può fare acquisire?
Per meglio comprendere la motivazione umana è utile distinguere tra
BISOGNI PRIMARI, connessi direttamente ai bisogni fisiologici, biologici fondamentali e alla sopravvivenza ( es. fame, sete, sonno, sesso)
►BISOGNI SECONDARI, connessi ai bisogni che sono il prodotto di condizionamento e apprendimento; variano secondo ambiente e cultura dell’individuo ( es. affiliazione, potere, successo, autorealizzazione)
Secondo la teoria sequenziale (1954) di Abraham Maslow i bisogni sono organizzati gerarchicamente: dai più semplici ed elementari a quelli più complessi e sofisticati.
• Secondo questa teoria i bisogni superiori non emergono se non sono soddisfatti quelli di livello inferiore
Abraham Harold Maslow (Brooklyn 1908-California 1970) . Psicologo introduce nel 1954 (“Motivation and Personality”)il concetto di “scala di bisogni” conosciuta anche come " piramide di Maslow". Secondo Maslow, l’ evoluzione dell’uomo (ma anche delle organizzazioni), è simile ad una scala che parte dai bisogni più basilari, e sale verso bisogni più evoluti.
Bisogni fisiologici (fame, sete, ecc.);
Bisogni di salvezza, sicurezza e protezione;
Bisogni di appartenenza (affetto, identificazione);
Bisogni di stima, di prestigio, di successo;
Bisogni di realizzazione di sé (realizzando la propria identità
e le proprie aspettative).
Affinché possa emergere uno specifico bisogno che motivi il
comportamento, devono essere prima soddisfatti i bisogni
di grado inferiore a partire da quelli di base, quelli cioè
fisiologici che devono essere soddisfatti pena la
sopravvivenza stessa dell'individuo.
Qualora, tuttavia, un bisogno non riesca ad
essere soddisfatto l'individuo va incontro ad
una frustrazione e tende a ritornare alla
soddisfazione di bisogni gerarchicamente
inferiori. In alternativa può individuare degli
scopi vicarianti
Maslow ritiene che vi siano 5 categorie di bisogni e che esse siano organizzate in una gerarchia suddivisa in cinque differenti livelli, dai più elementari (necessari alla sopravvivenza dell'individuo) ai più complessi (di carattere sociale):
Va osservato, tuttavia, che negli esseri umani il rapporto tra bisogni e scopi rimane complesso anche nella soddisfazione di bisogni primari.
Ad esempio il bisogno di cibo potrà essere soddisfatto in maniera diversificata a seconda delle circostanze in cui questo si verifica, della sua intensità
Inoltre:
►Gli stessi bisogni possono essere soddisfatti da oggetti diversi
►Lo stesso oggetto può soddisfare bisogni diversi
►Lo stato emotivo influenza sia l’insorgenza che la soddisfazione di un bisogno e viceversa
►La cognizione influenza sia l’insorgenza che la soddisfazione di un bisogno e viceversa
►Due o più bisogni possono essere incompatibili e sviluppare un conflitto
►Se l’ipotalamo laterale di un ratto viene distrutto, esso smette di mangiare (afagia) e bere (adipsia) fino a morire.
►Se viene tenuto in vita riprenderà a nutrirsi solo di cibi con un buon sapore (Teitelbaum e Epstein, 1962)
► La stimolazione elettrica dell’ipotalamo laterale in un ratto sazio lo spinge a continuare a mangiare e bere di nuovo (Hoebel, 1971)
La motivazione sociale
►Una delle applicazioni più interessanti delle teorie sulla motivazione riguarda la socialità Che cosa ci spinge a stare con gli altri?
Che cosa ci provoca conflitti con gli altri?
Perché ci fa molto piacere sentirci parte di un gruppo?
Le risposte a queste domande provengono in gran parte dalle ricerche di psicologia sociale e in particolare quelle sulle dinamiche dei gruppi
I gruppi: dinamiche e leadership
La parola gruppo è frequente sia nel linguaggio
comune che in quello scientifico.
Tutte le scienze umane, dalla psicologia, alla
sociologia, alla antropologia culturale, fanno riferimento
alla nozione di gruppo per descrivere i fenomeni che
fanno parte della loro area di ricerca.
Così tale termine viene ad assumere significati diversi:
ad esempio gruppo può essere usato come sinonimo di
aggregato o di classe; si possono, infatti, "raggruppare"
gli individui in base a molteplici criteri come ad es. l'età,
il sesso, il censo, ecc.
I gruppi/ definizione
Nelle discipline psicologiche, invece, il gruppo rappresenta un insieme di persone che soddisfi le
seguenti condizioni:
• i rapporti tra i membri sono interdipendenti, cioè gli
atteggiamenti e i comportamenti di ciascun membro
hanno reciproca influenza
• i singoli membri si percepiscono come parte di un
gruppo.
!!! La prospettiva psicologica parte perciò
dall'interno : perché si possa parlare di gruppo psicologico occorre che sussista il
sentimento di appartenenza ad una entità
super-individuale
Tale vissuto soggettivo di appartenenza ad
un noi è l'angolo visuale proprio dello studio psicologico!!!
I gruppi/ definizione
-gruppi formali caratterizzati dal conseguimento di
compiti specifici e da regole di funzionamento
esplicite. I rapporti tra i componenti sono impersonali
e formali e l'individuo vi è coinvolto in veste specifica e
limitata in relazione ad un ruolo, ad es. amministrativo
o professionale
-gruppi informali tesi soprattutto a rispondere a bisogni
umani fondamentali sono contraddistinti dalla non
esplicitazione di norme e regole. Le persone sono
legate da rapporti stretti e personali, cosiddetti face to face, come nella famiglia, nel gruppo di amici, la
banda di adolescenti, etc.
I gruppi/ tipologie
•Gruppi formali ed informali non sono antitetici e
possono coesistere anche in uno stesso gruppo
•In genere, in una organizzazione i gruppi
informali si costituiscono, almeno in parte, in
conseguenza della struttura formale stessa
I gruppi/ tipologie
In particolare, il gruppo
risponde ad alcuni
bisogni, che,
richiamando la teoria dello sviluppo sequenziale di Maslow
si riferiscono ai livelli
appartenza, stima e
realizzazione
I gruppi/ funzioni
I gruppi rispondono non solo a bisogni individuali, ma
anche a bisogni propri della organizzazione per cui le
dinamiche psicologiche che intervengono in un gruppo
possono far coincidere oppure far confliggere il
raggiungimento dei diversi scopi.
Ad esempio, vincoli personali tra colleghi di lavoro
aiutano ad aumentare il morale di gruppo e quindi a
favorire la produttività di un’azienda o, al contrario, gruppi fortemente uniti possono ostacolare l'aumento
della produttività perché così richiesto dal codice del
gruppo informale
I gruppi/ funzioni
•Quando due o più individui hanno a che fare con lo
stesso problema tendono a trovare o a costruire i mezzi
atti a risolverlo
•A questo scopo il gruppo si struttura in modo più
preciso, dandosi norme, assegnando ruoli specifici ai
suoi membri ed organizzando una gerarchia di
posizioni al suo interno
•Ogni individuo fa così confluire entro la situazione
sociale non solo il suo vissuto psicologico ma anche il
suo modo di appartenere alla società con i suoi
standars valutativi e le sue norme.
I gruppi/ norme e ruoli
•Le norme che regolano la condotta dei membri
del gruppo hanno perciò la funzione di esplicitare
l'identità del gruppo, di garantire la sua
sopravvivenza e di rendere possibile la
risoluzione dei problemi cui il gruppo va incontro
•La esplicitazione di determinati valori e la
costituzione di alcuni set di norme sono un
momento obbligato allorché il gruppo passa dalla
primitiva fase di formazione ad una sua
strutturazione più stabile e duratura
I gruppi/ norme e ruoli
I valori e le norme del gruppo dipendono intimamente
dagli scopi e dai fini sui quali è fondato il gruppo.
•Per valori si intendono le credenze su quali beni o
quali comportamenti debbano essere considerati,
buoni e perseguibili e quali cattivi e indesiderabili
•Le norme, conseguenti ai valori del gruppo, indicano
modalità standardizzate di interazione tra i
componenti del gruppo; ad esse sono connesse
ricompense e punizioni derivanti rispettivamente
dall’adesione o dalla trasgressione delle stesse
I gruppi/ norme e ruoli
I membri di ogni gruppo, hanno percezione della forza
di pressione delle norme di gruppo sul comportamento
individuale
Si intende per coesione il prodotto delle forze che
agiscono su un individuo e lo spingono a rimanere nel
gruppo. Si tratta di un fenomeno complesso in parte
dipendente dalla tendenza a conformarsi alle norme
ed ai valori del gruppo in base al sistema di premi e
punizioni e in parte dipendente da quella che viene
chiamata attrazione del gruppo conseguente alla
capacità di soddisfare i bisogni degli individui.
I gruppi/ coesione e conformismo
Vi sono alcune condizioni che favoriscono un alto
grado di coesione di un gruppo:
•atmosfera di gruppo democratica in opposizione sia
a quella autoritaria che a quella laissez faire
•accentuazione di atteggiamenti e processi di
cooperazione invece che di competizione
le conseguenze sui membri di un gruppo con alto grado
di coesività, sembrano essere una maggiore attenzione
reciproca, una maggiore apertura al cambiamento e
alle influenze esterne, una maggiore cordialità e una
minore conflittualità
I gruppi/ coesione e conformismo
In ogni gruppo accanto alle forze
coesive stanno forze disgregative che
tendono a minare l'unità del gruppo;
più esattamente la coesione è un
fenomeno di equilibrio tra il naturale
conflitto tra forze aggreganti e
disgreganti
I gruppi/ coesione e conformismo
•La progressiva differenziazione di funzioni e dei ruoli
conseguenti agli scopi e alle norme del gruppo
caratterizzano tutte le relazioni interattive tra i membri, i
quali possono non essere consci della loro posizione nei
confronti degli altri, ma non possono fare a meno di essere
percepiti entro una posizione
•Ciascun membro di un gruppo si trova ad esercitare nei
confronti di altri membri del gruppo un determinato ruolo di
potere, (di decisione, di costrizione, di legittimazione, di
ricompensa o punizione) e ad esprimere un certo grado di
influenza (consiglio, esempio, etc.)
I gruppi/ la direzione e la guida dei
gruppi (leadership)
Ogni membro viene così ad assumere un determinato
status proporzionale alla intensità ed alla modalità con
cui determina l'andamento della vita del gruppo e
influenza il comportamento degli altri appartenenti al
gruppo
La capacita' di comandare un gruppo, di esercitare
un'egemonia su altri individui è detta leadership
I gruppi/ la direzione e la guida dei gruppi
(leadership)
Vari possono essere i modi e gli stili con cui la
leadership può esercitarsi.
II leader, infatti, non è una persona isolata dal resto
dei membri del gruppo: le motivazioni, gli
atteggiamenti, le attività del leader si stabiliscono e si
realizzano in una stretta interazione con le
motivazioni, gli atteggiamenti, le attività di ciascun
membro, cosi come esse si esprimono nell’ambito della struttura e dell’ atmosfera socioemotiva propria di ogni specifico gruppo.
I gruppi/ la direzione e la guida dei gruppi
(leadership)
Secondo Selznick (1949) funzione della leadership è
l’assunzione di decisioni critiche (non routinarie). La leadership è quindi un’attività creativa (e non adattiva) che si esplica in:
1) definizione della missione e del ruolo istituzionale
2) incorporazione istituzionale dello scopo 3) difesa dell’integrità istituzionale (tutela dei valori e
l’identità del gruppo)
4) composizione dei conflitti interni
I gruppi/ la direzione e la guida dei gruppi
(leadership)
Nelle organizzazioni la leadership è frequentemente
motivo di conflittualità:
• per la naturale lotta per la leadership
• per la sovrapposizione fra struttura formale e informale
e quindi leadership formale e informale
• per gli stili di comando adottati
• per il cambiamento delle regole di funzionamento delle
organizzazioni
I gruppi/ leadership e conflitto
Gli stili di leadership secondo R.Likert
1) autoritario-sfruttatorio
2) autoritario-benevolo (paternalistico)
3) consultivo
4) partecipativo di gruppo (democratico)
Passando dal 1° al 4° modello si registra un maggior
coinvolgimento dei dipendenti e risultati superiori.
I modelli autoritari riescono a raggiungere standard di
rendimento entro tempi più rapidi ma la curva di
rendimento tende a decrescere mentre quella connessa
all’adozione di modelli partecipativi al contrario si accresce nel tempo
I gruppi/ stili di leadership