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UNITRE UNIVERSITA’ DELLE TRE SEDE DI COLLEFERRO
Via Nobel, 1 00034 Colleferro (Roma) www.unitre.info
Unitre Colleferro
Visione scientifica del mondo – Emissione: 22marzo 2013.
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Visione scientifica del mondo, ritorno alla realtà esoddisfacimento interiore
Giuseppe Torti
SINTESIVengono ripresi alcuni temi delineati nel progetto “Un percorso per la conoscenza” per introdurre, in modo conciso, l’incidenza che la nuova visione scientifica può avere sull’ansia di conoscenza dell’uomo e sulle domande che da sempre pone sulla struttura della realtà alla ricerca di soddisfacimento interiore e di significato.Viviamo in un’epoca in cui un profondo senso di spaesamento pervade credenti e non credenti soprattutto per il fatto che le strutture sociali, politiche ed economiche rivelano un crescente livello di provvisorietà. Per questo si fa ancora più impellente quel bisogno di certezze già insito nelle domande di senso e negli interrogativi sulle cose ultime che accompagna il cammino dell’uomo nel mondo .Ma il nostro tempo è anche caratterizzato, in modo assolutamente positivo, da un proliferare di specializzazioni mentre le singole scienze stanno adottando approcci multidisciplinari proprio per far fronte ai crescenti livelli di complessità della realtà.In questo sforzo di visione integrata sono coinvolte le scienze della vita e le neuroscienze che stanno studiando, tra l’altro, il trasferimento delle informazioni dall’ambiente cosmico a quello biologico e il modo di comunicare tra loro dei neuroni: attività che vedono i contributi di settori specializzati di biochimica, fisica, anatomia, biologia molecolare, fisiologia, patologia e immunologia per comprendere il rapporto mentecorpo sotto una prospettiva unificante, basata sulla visione di una coscienza da investigare e comprendere in una chiave di interconnessione con il tutto. Gli studi dedicati alla conoscenza del cervello e della mente negli ultimi decenni rivestono particolare interesse considerato che, qualunque cosa sia la realtà, essa non è nulla di diverso da ciò che percepiamo poiché tutto quanto possiamo conoscere è solo l’immagine che appare nella nostra coscienza. Appare pertanto praticabile una integrazione tra razionalità scientifica e filosoficoteologica proprio per veder progredire, in modo più armonico e concreto, la conoscenza dei molteplici aspetti del reale insieme alla riflessione sugli ineludibili temi etici ed esistenziali, cosa che non è avvenuta purtroppo in passato e di cui sono note le conseguenze.
Unitre Colleferro
Colleferro, 22 marzo 2013Indice
1. L’universo scambia informazioni
2. La materia: una nuova interpretazione
3. La materiaenergia non basta più. L’Informazione
4. Il cervello, la mente, il senso comune
5. Dalla metafisica greca al nichilismo
6. Il presente non esiste
7. Informazione presente nel Big Bang
8. Ritorno alla realtà e benessere psicologico
Visione scientifica del mondo – Emissione: 22marzo 2013.
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Unitre Colleferro
Visione scientifica del mondo, ritorno alla realtà esoddisfacimento interiore 1
Giuseppe Torti 2
1. L’universo scambia informazioni
L’universo brulica di particelle e tramite esse la Natura sparge senza sosta informazioni in ogni angolo del cosmo. Pensiamo ad esempio alla enorme quantità di fotoni che arrivano dal Sole e colpiscono le cose, rimbalzano su di esse ed arrivano sui nostri occhi: il cervello elabora l’informazione nei centri visivi e ci porta a “vedere” gli alberi, le case, le cose del mondo con le loro forme, dimensioni, colori e ci permette di apprezzarne il movimento più o meno rapido.Ma quella informazione arriva comunque, a prescindere dal fatto che noi siamo lì a riceverla poiché la natura effettua continuamente misure e ne porta ovunque i risultati. Il processo non è ovviamente limitato al Sole poiché vediamo anche parti molto lontane dell’universo come stelle e galassie che, quando il numero di fotoni è insufficiente, noi riusciamo a cogliere con i telescopi.L’informazione cosmica, quindi, esiste e viene veicolata da tutte le particelle di materia/energia poiché è una caratteristica intrinseca del mondo, serve alla natura per mantenere aggiornato tutto ciò che esiste sui cambiamenti che ogni singola entità subisce in qualunque parte dell’universo si trovi. E’ come dire che l’universo colloquia con sé stesso.E tutto ciò a prescindere dall’uomo e dalla sua capacità di estrarre ed organizzare molte di quelle informazioni che gli consentono di conoscere la realtà e in definitiva di fare scienza.
2. La materia: una nuova interpretazione Quando un elettrone atomico riceve una quantità di energia sufficiente si sposta in livello più’ alto e da lì ritorna allo stato precedente restituendo l’energia eccedente sotto forma di un fotone: si tratta di uno scambio di informazione per poter cambiare di stato.
1 Questo scritto fa riferimento ad alcuni temi presentati nel quadro di sintesi di Un percorso per la conoscenza, un progetto di questa Unitre riportato nella sezione Biblioteca del sito http://www.unitre.info
2 Docente del corso “Scienza e metafisica” presso l’Unitre di Colleferro
Visione scientifica del mondo – Emissione: 22marzo 2013.
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E’ il modo di comunicare tra protoni del nucleo ed elettroni periferici, con un linguaggio ben preciso tra due entità vibranti diverse: noi per convenzione diciamo che hanno cariche elettriche opposte (positive e negative) e chiamiamo forza elettromagnetica questo scambio incessante.Ma anche i protoni del nucleo (tutti con carica positiva) comunicano tra di loro e si tengono uniti con un legame molto più resistente e stabile (forza nucleare forte) per dare origine ai vari elementi chimici che esistono in natura a seconda del numero di protoni coinvolti. Un legame talmente forte da vincere con facilità sulla forza elettromagnetica che vorrebbe allontanare i protoni e impedire la formazione del nucleo.Allo stesso modo un elettrone ed un protone si scambiano informazione per diventare Idrogeno che non è un elettrone e nemmeno un protone poiché è l’intercomunicazione che si istaura tra i due che li lega in una relazione che fornisce loro le caratteristiche particolari che noi chiamiamo, appunto, atomo di Idrogeno. Ciò che chiamiamo acqua non è altro che un continuo fluire di Informazione fra due atomi di Idrogeno ed uno di Ossigeno che “colloquiano” e collaborano ma non perdono le loro caratteristiche individuali poiché c’è sempre modo di riportarli ad elementi separati cedendo alla molecola di acqua una precisa quantità di energia. Di nuovo questo legame, l’acqua, non è Ossigeno e non è Idrogeno ma è un loro modo particolare di comunicare e rimanere legati, una loro tendenza naturale.E ciò vale per tutte le possibili aggregazioni che vedono gli elementi della scala periodica dar origine ai più svariati composti chimici, inorganici o organici che siano. Ogni informazione data o ricevuta determina una trasformazione ed una trasformazione avviene ogni volta che una informazione viene scambiata: a fronte di essa si ha un nuovo stato o un legame particolare con cessione o acquisto di energia. La luce è il messaggero che mette a posto i conti.L’energia e l’informazione sono le due facce con cui l’universo si esprime e sono complementari: l’energia fa fare cose alle cose, l’informazione dice alle cose cosa fare.Le particelle di materia usano bit, le unità minime di informazione, così che ogni singola molecola, ogni atomo, ogni particella elementare registra bit di informazione e le interazioni tra questi frammenti di universo cambiano i rispettivi bit e provocano una nuova modifica dell’informazione e cosi via per dare origine a tutte le cose, inclusa la vita cosciente.Questo portentoso meccanismo si applica a tutto l’universo che, come visto, colloquia con le sue parti soggette ad una pressione evolutiva che si rigenera istante per istante a seguito dello scambio di Informazione.
3. La materiaenergia non basta più. L’Informazione
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Il punto è che la “materia” ha viepiù perso il suo ruolo di “sostanza” fondamentale del mondo: da sola non basta più, è necessario qualcos’altro che la integri e la superi, che dica alla materia cosa fare ed all’energia di sostenere tutti i processi di cambiamento della materia. Si sta imponendo in sostanza la ricerca mirata di un meccanismo fondamentale in grado di regolare gli scambi tra materia ed energia così da sostenere la dinamica del cosmo e di pilotarne l’evoluzione ed i successivi livelli di ordine e di organizzazione (nubi cosmiche, stelle, galassie, pianeti, ...) fino a coinvolgere atomi e molecole, apparentemente inerti, in quella cooperazione che ha portato alla comparsa dei primi organismi unicellulari e quindi della vita cosciente. Ed è proprio l’emergere di questo nuovo concetto di Informazione che caratterizza le ricerche più avanzate di questo periodo, dalla fisica alla biologia, alla genetica, alla neurofisiologia e che si afferma sempre più come denominatore comune nella comprensione della realtà in un’ottica unificante. Una visione in crescente sviluppo e che avrà un impatto notevole sulla conoscenza nei prossimi decenni visto che costituisce un importante terreno di dialogo e di collaborazione interdisciplinare.Tale necessità è emersa dapprima nella fisica fondamentale a seguito delle difficoltà incontrate nel comprendere la struttura fine del cosmo (spaziotempo) poi si è estesa anche alle scienze della vita ed ha contagiato anche le discipline collaterali. Né poteva essere altrimenti visto che la vita, e in essa l’essere cosciente, gioca un ruolo fondamentale nelle relazioni privilegiate che intrattiene con il cosmo di cui è parte.
Come già detto, è proprio questo il modo più efficace di cogliere l’Informazione: un colloquio stretto e continuo dell’universo con le sue parti. Alcuni preferiscono dire che è l’universo che computa la sua evoluzione passo dopo passo. La Fisica di oggi ci dice che di fatto l’intero universo è praticamente “vuoto”: siamo abituati a pensare allo spazio come vuoto e alla materia come solida, ma in realtà anche nella materia non c’è assolutamente nulla: essa è completamente insostanziale, immateriale.Pertanto ciò che si può dire sulla non sostanzialità della materia è che è come un pensiero o come una quantità elementare (bit) di informazione scambiata. La realtà universale è in pratica un sistema organizzato ed intercorrelato: le cose non sono costituite da altre cose ma da “entità” vibranti che si scambiano Informazione.Questa realtà, dunque, ci si manifesta per essere essa stessa, nella sua totalità, pura informazione. Ragione per cui, se la realtà è informazione, l’informazione è la realtà. La realtà non esisterebbe se non fosse anche informazione. Informazione è, dunque, l’altro nome della storia universale che va avanti inesorabilmente ed univocamente. Non è dunque solo la realtà ad essere informazione, ma, da un punto di vista dinamico, è l’informazione ad essere la realtà.
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4. Il cervello, la mente, il senso comuneDunque non sorprende l’attuale tendenza di studiare la coscienza tramite l’informazione poiché è proprio con l’attività mentale che ci ricolleghiamo alla realtà ed al mondo, dato che è fuor di dubbio che e’ nel cervello che viene elaborata l’informazione sensoriale che proviene dalle cose e pertanto la realtà, qualunque cosa sia, non è nulla di diverso da ciò che percepiamo poiché tutto quanto possiamo conoscere è solo ed esclusivamente “l’immagine” che appare nella nostra mente. Ma la comparsa degli stati mentali è ben lungi dall’essere compresa.Qual è il meccanismo che ci fa “vedere” e “sentire”? Cos’è che ci fa credere che ciò che la coscienza ci presenta non sia dentro di noi, ma fuori nello spazio e nel tempo? E’ questo il grande mistero della mente e del ruolo svolto dalle particelle microscopiche che formano i neuroni del cervello e che lavorano in modo invisibile e discreto all’interno della nostra testa organizzando, per il tramite di altre particelle della stessa natura, tutto ciò che proviene dall’esterno, cioè dalla realtà universale fatta ancora delle stesse particelle: grazie a questo processo tanto sofisticato quanto nascosto “vediamo” le cose e “sentiamo” le emozioni.
Per rendersi conto della profondità del mistero occorre riflettere sul fatto che tutto ciò che riusciamo a percepire e comprendere della realtà “esterna” dipende dalla nostra mente che a sua volta dipende dal cervello che, come supporto materiale, è proprio un pezzo di quella realtà esterna che investighiamo con la mente. Cioè osserviamo la realtà servendoci di un pezzo di quella realtà. Possiamo dire, in parole povere, che cercare la coscienza significa in fondo cercare ciò che sta cercando. Siamo pertanto in presenza di un vero e proprio circolo vizioso che costituisce il grande problema della mente che cerca di comprendere sé stessa, il cosiddetto “paradosso della spirale dell’Io”.
Secondo la fisica quantistica gli oggetti microscopici (atomi, elettroni, fotoni, etc.) non possiedono proprietà a priori rispetto all’osservazione nel senso che, prima della misurazione, si trovano in "stati" indeterminati di cui non è dato sapere (indeterminazione ontologica). Dunque la realtà non può essere considerata del tutto "oggettiva" ed indipendente dall'osservazione in quanto l'osservatore è parte del sistema fisico osservato.In conclusione la realtà non esiste “là fuori” indipendentemente da chi la osserva. Ma gli osservatori siamo noi. Il che sta a significare che, siccome la nostra visione “quotidiana” delle cose non va d'accordo con la realtà dei quanti, dobbiamo convincerci che il “senso comune”, o anche il cosiddetto “buon senso”, non sia poi così buono e che le nostre idee sul mondo vanno alquanto riviste, specie in considerazione del fatto che è nelle dimensioni dell’infinitamente piccolo
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che la natura tesse le trame di tutto ciò che esiste dando origine alle varie forme di vita fino al culmine della coscienza. Ed all’obiezione che le cose esistevano ben prima della comparsa dell’uomo si può facilmente replicare che è vero ma che non ha senso immaginarle, “vederle” con le categorie umane, poiché ciò che chiamiamo realtà è solo ed esclusivamente una descrizione squisitamente umana della interazione tra l’essere cosciente e la natura.
Tuttavia i concetti relativistici e quantistici, alquanto ostici e sconcertanti, risultano difficilmente divulgabili cosicché la nuova visione del mondo stenta a diffondersi anche presso le persone di cultura che continuano in pratica a rimanere ancorate a quella classica basata sul senso comune e sulla separazione tra soggetto osservante e oggetto osservato. Inoltre preconcetti e resistenze fanno sì che le conseguenze filosofiche dei nuovi profili della natura passino sotto silenzio e talvolta siano addirittura osteggiate a dispetto dei notevoli successi della fisica attuale e delle innovazioni introdotte nella comprensione della vera natura della realtà, un problema posto dalla filosofia greca che si è protratto fino ai nostri giorni.
5. Dalla metafisica greca al nichilismoE’ noto che la filosofia greca prende l’avvio proprio quando i pensatori, considerando insufficienti le spiegazioni fornite dal mito, iniziano a ragionare intorno a ciò che osservano e cercano di cogliere il senso della realtà in cui sono immersi con il solo aiuto della ragione (logos), e vanno alla ricerca di un principio primo (archè) in grado di spiegare tutti i fenomeni che accadono in natura, le realtà particolari sottoposte al divenire. Un principio che determina quindi la diversità delle cose ma che deve evidentemente rimanere sempre identico a sé stesso, immutabile.Ma, nel far questo, non pone il problema della differenza tra conoscenza della natura (realtà sensibile) e natura stessa (realtà vera), poiché la realtà viene considerata indipendente dal soggetto che la investiga e la conosce. Con Platone nasce la metafisica in quanto è il primo ad introdurre, tramite il logos, la separazione tra un mondo naturale e fisico ed uno che va oltre le apparenze sensibili, che risulta incorruttibile, immutabile ed eterno: “il Mondo delle Idee”, dove risiedono le essenze delle cose, le “verità” da cui proviene la realtà. Nel mondo fisico le cose sono fallaci, cambiano e si modificano mentre nell’altro sono le idee ad avere lo status di realtà e verità e costituiscono il fondamento ultimo.
E’ così che si fa strada nei millenni successivi e si radica nella nostra mentalità quel modo di vedere le cose che poi diventerà il nostro senso comune che crede in una realtà oggettiva che esiste “al di là” ed indipendentemente da noi che la percepiamo e descriviamo: la tradizionale e familiare distinzione tra un soggetto che conosce ed un oggetto che è conosciuto.
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In era moderna, come noto, specialmente con Cartesio, Kant, Hegel e Nietzsche questo modo di vedere il mondo subisce forti trasformazioni che portano ad un progressivo rafforzamento dell’autonomia della ragione umana da ogni entità metafisica fino a far coincidere l’unica realtà possibile proprio con la ragione e addirittura ritenere falsa l’esistenza di qualsivoglia essenza o verità ultima e quindi della conoscenza oggettiva stessa.In sintesi, con l’idealismo ed il nichilismo si identifica la realtà con la ragione (logos): il mondo è una nostra rappresentazione e, in quanto tale, non è oggettivamente conoscibile. Siamo noi a dare un senso alle cose. Dunque il logos della filosofia greca non può dir nulla sulla metafisica e sulla realtà “vera”. Il logos non svela il mondo ma gli conferisce un senso utile solo a noi stessi e la metafisica diviene un’invenzione del logos così da venir dichiarata “morta” con i tutti i valori assoluti ad essa connessi.E’ così che anche nella scienza si diffondono talune persistenti tendenze, ancorché minoritarie, ad attribuire alla ragione umana la capacità di ordinare ogni cosa per renderla a noi intelligibile e chiara così da rendere le leggi di natura e l’ordine che noi vediamo niente altro che la proiezione e l’oggettivizzazione del nostro logos. 3
6. Il presente non esisteIn verità il primo colpo mortale al senso comune viene inferto dalla Relatività di Einstein, agli inizi del ‘900, quando il concetto di tempo si fonde con quello di spazio e si prende atto del fatto che la velocità di propagazione dell’informazione è finita e di 300 mila chilometri al secondo, quella della luce.Dunque, occorre convincersi che l’immagine della Terra di duemila anni fa, ai tempi dell’impero romano, è arrivata solo in una piccola porzione della nostra Galassia e semplicemente “non esiste” per la gran parte degli ipotetici suoi abitanti che stanno ancora vedendo il nostro pianeta come era svariate decine di migliaia di anni fa (vedi l’illustrazione della Via Lattea sul frontespizio). Lo stesso vale anche se torniamo indietro alle prime forme di civiltà storiche (circa 6.000 anni fa) quando gli uomini iniziavano quel lungo e tortuoso percorso che permetteva di accumulare la gran mole delle conoscenze attuali, visto che il raggio della nostra Via Lattea è di circa 50.000 anni luce.Se poi usciamo dalla Galassia e ci trasferiamo nel vicino Ammasso della Vergine dobbiamo convincerci che lì stanno vedendo ancora la Terra con gli ultimi dinosauri visto che distano da noi circa 65 milioni di anni luce.Se non basta, teniamo presente che vi sono galassie distanti oltre 13 miliardi di anni luce: le loro immagini, partite 13 miliardi di anni fa, ci giungono ora ma nel frattempo però devono essere molto cambiate, anzi potrebbero essersi fuse con altre galassie. Ma questo possiamo solo immaginarlo poiché lo sapremo solo in un futuro remoto di miliardi di anni.3 Vedi anche il documento “Prospettive dall’immagine scientifica del mondo”, para 3, sezione
Biblioteca del sito http://www.unitre.info
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Dunque, se non c’è un “presente” valido per tutti come si fa a stabilire cosa effettivamente esiste?E se non possiamo stilare l’elenco delle cose esistenti “qui” ed “ora” come facciamo a farci un’idea della realtà?Ma il mondo è fatto così ed è per questo che diciamo che la realtà è il risultato di un modo squisitamente umano di relazionarsi con la natura.
7. Informazione presente nel Big BangE’ noto che l’universo è comparso circa 13,7 miliardi di anni fa.Dopo qualche centinaio di milioni di anni, come conseguenza della gravitazione e delle forze elettromagnetiche e nucleari, si sono formate le prime stelle e galassie secondo precise geometrie ben visibili nelle magnifiche fotografie dei nostri telescopi, specie di quello orbitante Hubble.Per svariati miliardi di anni le prime stelle sono esplose spargendo nell’universo gli elementi chimici fabbricati al loro interno dalle reazioni nucleari mentre è continuata la nascita di nuove stelle che incessantemente hanno alimentato questo processo per dotare il cosmo di tutto quanto necessario agli sviluppi successivi. E’ avanzato così un ordine che preludeva all’appuntamento con la vita. Un ordine gestito dall’Informazione presente nell’universo primordiale sin dai suoi primi istanti.I primi organismi unicellulari sono apparsi all’incirca 10 miliardi di anni dopo il Big Bang e sono evoluti con l’alternarsi di aggiustamenti, mutazioni ed estinzioni per oltre 3 miliardi di anni fino alla comparsa, alcuni milioni di anni fa, dei primi ominidi.Quindi, prima dell’apparire dell’essere più o meno cosciente la realtà già c’era, ben strutturata e molto simile a quella di oggi. Ma non ha senso chiedersi cosa fosse allora o cosa sia oggi “effettivamente” (cioè la realtà in sé) poiché è solo l’uomo che se ne fa una “immagine” tipica ed esclusiva, frutto del suo peculiare interagire con la natura. Kant in qualche modo lo aveva anticipato ma la scienza di oggi ce ne fornisce una visione che lascia intravvedere sviluppi di grande rilevanza visto che l’Informazione è parte di quel “loop”, di quel “circuito chiuso” cosmico che dà origine sia alle cose che alla coscienza che in qualche modo le rende manifeste.
8. Ritorno alla realtà e benessere psicologicoViviamo in un’epoca in cui un profondo senso di spaesamento pervade credenti e non credenti soprattutto per il fatto che le strutture sociali, politiche ed economiche rivelano un crescente livello di provvisorietà. Per questo si fa ancora più impellente quel bisogno di certezze già insito nelle domande di senso e negli gli interrogativi sulle cose ultime che da sempre accompagna il cammino dell’uomo nel mondo.
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Pertanto, allo stato attuale delle conoscenze, non deve essere trascurato l’impatto della nuova visione scientifica del mondo sull’ansia di conoscenza dell’uomo, sul suo posto e sul suo ruolo nel cosmo, sull’esigenza di rispondere alle fondamentali domande circa la struttura della realtà alla ricerca di soddisfacimento interiore e di significato. Essa porta l’uomo ad un aumento della consapevolezza delle cose che lo circondano e ad un indubbio arricchimento nel sentirsi parte di una realtà unica interconnessa.
Ci rendiamo conto che la realtà infinitamente grande delle galassie e quella infinitamente piccola dei microorganismi e degli atomi sfugge alla percezione della nostra mente ma, nel contempo, non possiamo non ammettere che la “nostra” scienza ce ne fornisce una descrizione rigorosa oltre che di grande efficacia. La qualcosa ci spinge ad approfondire la conoscenza di questa fitta rete di relazioni fra tutte le cose viventi e non viventi collegate in una trama unica, dalle particelle microscopiche alle stelle, dalle galassie all’uomo. Una matrice unitaria che non rivela tanto la presenza di entità individuali quanto una rete di mutue relazioni tra le varie parti del tutto .Dunque, una realtà scientificamente accertata che agisce da elemento di riconciliazione proprio con il nostro desiderio di conoscenza e con la nostra esperienza personale incline a stabilire un rapporto più armonioso con la natura, peraltro mai percepita come del tutto estranea, così da comprendere meglio come la vecchia immagine di un mondo esterno, distinto e indipendente dall’osservatore, non sia in grado di rispondere ai bisogni psicologici dell’uomo alla ricerca della verità.
Si tratta in fin dei conti di una rasserenante e stupita contemplazione che apre le porte a nuove domande ed indagini su una natura che si rivela sempre più fonte di ispirazione positiva man mano che ne sveliamo i segreti. Uno stupore tuttavia da non intendere necessariamente come apertura a qualcosa che la trascende quanto un assorto ed intimo compiacimento per ciò che si riesce a leggervi e ad intuirvi. Una ricerca che apre alla scienza ed all’uomo nuovi scenari sull’esistente cui seguono nuove interpretazioni e letture in termini di intelligibilità del mondo con il continuo affinamento della visione complessiva che alimenta la conquista senza sosta di porzioni successive prima intuite e poi svelate e, come tali, comprese ed assimilate.
Partendo dalle “verità” scientifiche raggiunte e dal rovesciamento dei paradigmi tradizionali, diventa pertanto possibile una sorta di “ritorno al reale”, una riflessione seria su una realtà trascurata per oltre due secoli a causa di ideologie filosofiche e politiche oltre che di preconcetti, barriere e conflitti di vario tipo che hanno influenzato le culture ed i comportamenti facendo crescere il senso di
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impotenza dell’uomo davanti ad un mondo non conoscibile con la conseguenza che l’impossibilità di ammettere verità assolute nel campo della conoscenza è stata trasferita a quello dell’etica mettendone in discussione i principi irrinunciabili.
Come visto, in presenza di una filosofia che annaspa e tende sempre più a rinchiudersi in sé stessa, il XX secolo vede di converso il consolidarsi della rivoluzione quantistica che conduce ad una visione scientifica del mondo che rende possibile un ritorno al reale da intendere soprattutto come ricerca di fondamenti quanto più oggettivi e stabili.Una riflessione per cogliere in modo più concreto “come è” davvero il mondo nel tentativo di rispondere alla domanda persistente di “cosa sono” effettivamente realtà e verità. Per questo appare ragionevole concludere che la nuova visione del mondo, umano e materiale, può fornire un notevole supporto allo studio delle dinamiche interne dell'individuo e della sua percezione della realtà in vista dell’equilibrio psicofisico e del soddisfacimento interiore.Originata dall’Informazione, la pressione evolutiva opera sull’intero cosmo e genera nell’individuo una tensione continua alla ricerca di nuovi territori intellettuali da esplorare e limiti da superare verso il continuo rinnovamento di sé. E’ essenzialmente questa l’ansia inesauribile dell’uomo alla ricerca della verità.La sola potentissima macchina computazionale del cervello, che si avvale di 100 miliardi di neuroni e più di 100.000 miliardi di sinapsi, elabora l’esperienza accumulata per simulare nuove situazioni ed opportunità spinta dalla necessità di alimentare istante dopo istante l’enorme flusso di calcolo diretto a supportare la mente che, a sua volta, genera conoscenza di cui si nutre in senso assoluto.
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