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UNITRE - UNIVERSITA’ DELLE TRE SEDE DI COLLEFERRO Via Nobel, 1   00034  Colleferro (Roma)      www.unitre.info

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UNITRE ­ UNIVERSITA’ DELLE TRE SEDE DI COLLEFERRO

Via Nobel, 1   00034  Colleferro (Roma)      www.unitre.info

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Visione scientifica del mondo  – Emissione: 22marzo 2013. 

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Visione scientifica del mondo, ritorno alla realtà esoddisfacimento interiore

Giuseppe Torti

SINTESIVengono ripresi alcuni temi delineati nel progetto “Un percorso per la conoscenza” per introdurre, in modo conciso, l’incidenza che la nuova visione scientifica può avere sull’ansia di conoscenza dell’uomo   e   sulle   domande   che   da   sempre   pone   sulla   struttura   della   realtà   alla   ricerca   di soddisfacimento interiore e di significato.Viviamo in un’epoca in cui un profondo senso di spaesamento pervade credenti e non credenti soprattutto per il fatto che le strutture sociali, politiche ed economiche rivelano un crescente livello di provvisorietà. Per questo si fa ancora più impellente quel bisogno di certezze già insito nelle domande di senso e negli interrogativi sulle cose ultime che accompagna il cammino dell’uomo nel mondo .Ma il nostro tempo è anche caratterizzato, in modo assolutamente positivo, da un proliferare di specializzazioni mentre le singole scienze stanno adottando approcci multidisciplinari proprio per far fronte ai crescenti livelli di complessità della realtà.In questo sforzo di visione integrata sono coinvolte le scienze della vita e le neuroscienze che stanno studiando,   tra  l’altro,   il   trasferimento delle  informazioni  dall’ambiente cosmico a quello biologico e il modo di comunicare tra loro dei neuroni: attività che vedono i contributi di settori  specializzati   di  biochimica,   fisica,  anatomia,  biologia   molecolare,  fisiologia,  patologia  e immunologia  per comprendere il rapporto mente­corpo sotto una prospettiva unificante, basata sulla visione di una coscienza da investigare e comprendere in una chiave di interconnessione con il tutto. Gli   studi   dedicati   alla   conoscenza   del   cervello   e   della   mente   negli   ultimi   decenni   rivestono particolare interesse considerato che, qualunque cosa sia la realtà, essa non è nulla di diverso da ciò che percepiamo poiché tutto quanto possiamo conoscere è solo l’immagine che appare nella nostra coscienza. Appare pertanto praticabile una integrazione tra razionalità scientifica e filosofico­teologica proprio per veder progredire, in modo più armonico e concreto, la conoscenza dei molteplici aspetti del reale insieme alla riflessione sugli ineludibili temi etici ed esistenziali, cosa che non è avvenuta purtroppo in passato e di cui sono note le conseguenze.

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Colleferro, 22 marzo 2013Indice

1. L’universo scambia informazioni

2. La materia: una nuova interpretazione 

3. La materia­energia non basta più. L’Informazione

4. Il cervello, la mente, il senso comune

5. Dalla metafisica greca al nichilismo

6. Il presente non esiste

7. Informazione presente nel Big Bang

8. Ritorno alla realtà e benessere psicologico

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Visione scientifica del mondo, ritorno alla realtà esoddisfacimento interiore 1

Giuseppe Torti  2 

 1. L’universo scambia informazioni

L’universo   brulica  di   particelle   e   tramite   esse   la   Natura   sparge   senza   sosta informazioni in ogni angolo del cosmo. Pensiamo ad esempio alla  enorme quantità  di   fotoni  che arrivano dal  Sole e colpiscono le cose, rimbalzano su di esse ed arrivano sui nostri occhi: il cervello elabora l’informazione nei centri visivi e ci porta a  “vedere”  gli alberi,  le case,  le cose   del   mondo   con   le   loro   forme,   dimensioni,   colori     e   ci   permette   di apprezzarne il movimento più o meno rapido.Ma quella informazione arriva comunque, a prescindere dal fatto che noi siamo lì a riceverla poiché  la natura effettua continuamente misure e ne porta ovunque i risultati. Il processo non è ovviamente limitato al Sole poiché vediamo anche parti molto lontane dell’universo come stelle e galassie che, quando il  numero di fotoni è insufficiente, noi riusciamo a cogliere con i telescopi.L’informazione cosmica, quindi, esiste e viene veicolata da tutte le particelle di materia/energia   poiché   è   una   caratteristica   intrinseca   del   mondo,   serve   alla natura per mantenere aggiornato tutto ciò che esiste sui cambiamenti che ogni singola entità subisce in qualunque parte dell’universo si trovi. E’ come dire che l’universo colloquia con sé stesso.E tutto ciò a prescindere dall’uomo e dalla sua capacità di estrarre ed organizzare molte   di   quelle   informazioni   che   gli   consentono   di   conoscere   la   realtà   e   in definitiva di fare scienza.

2. La materia: una nuova interpretazione Quando un elettrone atomico riceve una quantità di energia sufficiente si sposta in   livello   più’   alto   e   da   lì   ritorna   allo   stato   precedente   restituendo   l’energia eccedente sotto forma di un fotone:  si tratta di uno scambio di  informazione per poter cambiare di stato. 

1  Questo scritto fa riferimento ad alcuni temi presentati nel quadro di sintesi di Un percorso per la  conoscenza,   un   progetto   di   questa   Unitre   riportato   nella   sezione  Biblioteca  del   sito http://www.unitre.info 

2 Docente del corso “Scienza e metafisica” presso l’Unitre di Colleferro

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E’  il  modo di  comunicare  tra  protoni  del  nucleo ed elettroni  periferici,  con un linguaggio   ben   preciso   tra   due   entità   vibranti   diverse:   noi   per   convenzione diciamo che hanno cariche elettriche opposte (positive e negative) e chiamiamo forza elettromagnetica questo scambio incessante.Ma anche i protoni del nucleo (tutti con carica positiva) comunicano tra di loro e si tengono uniti con un legame molto più resistente e stabile (forza nucleare forte) per dare origine ai vari elementi chimici che esistono in natura a seconda del numero di protoni coinvolti. Un legame talmente forte da vincere con facilità sulla forza elettromagnetica che vorrebbe allontanare i protoni  e impedire la formazione del nucleo.Allo  stesso modo un elettrone  ed  un  protone  si  scambiano   informazione per diventare   Idrogeno che non  è  un  elettrone e  nemmeno un protone poiché  è l’intercomunicazione che si   istaura   tra   i  due che  li   lega  in  una  relazione che fornisce loro le caratteristiche particolari che noi chiamiamo, appunto, atomo di Idrogeno. Ciò che chiamiamo acqua non è altro che un continuo fluire di Informazione fra due atomi di Idrogeno ed uno di Ossigeno che “colloquiano” e collaborano ma non perdono le loro caratteristiche individuali poiché c’è sempre modo di riportarli ad elementi  separati  cedendo alla  molecola di  acqua una precisa quantità  di energia. Di nuovo questo legame, l’acqua, non è Ossigeno e non è Idrogeno ma è un loro modo particolare di comunicare e rimanere legati, una loro tendenza naturale.E ciò vale per tutte le possibili aggregazioni che vedono gli elementi della scala periodica dar origine ai  più  svariati  composti  chimici,   inorganici o organici  che siano. Ogni   informazione   data   o   ricevuta   determina   una   trasformazione   ed   una trasformazione   avviene   ogni   volta   che   una   informazione   viene   scambiata:   a fronte  di  essa si  ha un nuovo stato o un  legame particolare  con cessione o acquisto di energia. La luce è il messaggero che mette a posto i conti.L’energia e l’informazione sono le due facce con cui l’universo si esprime e sono complementari:     l’energia fa  fare cose alle cose,  l’informazione dice alle cose cosa fare.Le particelle di materia usano bit, le unità minime di informazione, così che ogni singola   molecola,     ogni   atomo,   ogni   particella   elementare   registra   bit   di informazione e le interazioni tra questi frammenti di universo cambiano i rispettivi bit e provocano una nuova modifica dell’informazione e cosi via per dare origine a tutte le cose, inclusa la vita cosciente.Questo  portentoso  meccanismo si  applica  a   tutto   l’universo  che,  come visto, colloquia con le sue parti  soggette ad una pressione evolutiva che si rigenera istante per istante a seguito dello scambio di Informazione.

3. La materia­energia non basta più. L’Informazione

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Il punto è che la “materia” ha viepiù perso il suo ruolo di “sostanza” fondamentale del mondo: da sola non basta più, è necessario qualcos’altro che la integri e la superi, che dica alla materia cosa fare ed all’energia di sostenere tutti i processi di cambiamento della materia. Si sta imponendo in sostanza la ricerca mirata di un meccanismo fondamentale in  grado  di   regolare  gli   scambi   tra  materia   ed  energia  così   da   sostenere   la dinamica del cosmo e di pilotarne l’evoluzione ed i successivi livelli di ordine e di  organizzazione (nubi  cosmiche,  stelle,  galassie,  pianeti,   ...)   fino a coinvolgere atomi e molecole, apparentemente inerti, in quella cooperazione che ha portato alla comparsa dei primi organismi unicellulari e quindi della vita cosciente. Ed   è   proprio   l’emergere   di   questo   nuovo   concetto   di   Informazione   che caratterizza le ricerche più avanzate di questo periodo, dalla fisica alla biologia, alla   genetica,   alla   neurofisiologia   e   che   si   afferma   sempre   più   come denominatore comune nella comprensione della realtà in un’ottica unificante. Una visione in crescente sviluppo e che avrà un impatto notevole sulla conoscenza nei prossimi decenni visto che costituisce un importante terreno di dialogo e di collaborazione interdisciplinare.Tale  necessità  è   emersa  dapprima  nella   fisica   fondamentale  a   seguito   delle difficoltà incontrate nel comprendere la struttura fine del cosmo (spaziotempo) poi si  è  estesa anche alle scienze della vita ed ha contagiato anche  le discipline collaterali. Né poteva essere altrimenti visto che la vita, e in essa l’essere cosciente, gioca un ruolo fondamentale nelle relazioni privilegiate che intrattiene con il cosmo di cui è parte.

Come già detto, è proprio questo il modo più efficace di cogliere l’Informazione: un colloquio stretto e continuo dell’universo con le sue parti. Alcuni preferiscono dire che è l’universo che computa la sua evoluzione passo dopo passo. La Fisica di  oggi  ci  dice che di   fatto   l’intero universo  è  praticamente “vuoto”: siamo abituati a pensare allo spazio come vuoto e alla materia come solida, ma in realtà anche nella materia non c’è assolutamente nulla: essa è completamente insostanziale, immateriale.Pertanto ciò che si può dire sulla non sostanzialità della materia è che è come un pensiero o come una quantità elementare (bit) di informazione scambiata. La realtà universale è in pratica un sistema organizzato ed intercorrelato: le cose non   sono   costituite   da   altre   cose   ma   da   “entità”   vibranti   che   si   scambiano Informazione.Questa realtà, dunque, ci si manifesta per essere essa stessa, nella sua totalità, pura informazione. Ragione per cui, se la realtà è informazione, l’informazione è la realtà. La realtà non esisterebbe se non fosse anche informazione. Informazione   è,   dunque,   l’altro   nome   della   storia   universale   che   va   avanti inesorabilmente ed univocamente. Non è dunque solo la realtà ad essere informazione, ma, da un punto di vista dinamico, è l’informazione ad essere la realtà.

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4. Il cervello, la mente, il senso comuneDunque   non   sorprende   l’attuale   tendenza   di   studiare   la   coscienza   tramite l’informazione poiché  è  proprio  con  l’attività  mentale  che ci   ricolleghiamo alla realtà  ed al  mondo,  dato che è   fuor  di  dubbio che e’  nel  cervello  che viene elaborata l’informazione sensoriale che proviene dalle cose e pertanto la realtà, qualunque cosa sia, non è nulla di diverso da ciò che percepiamo poiché tutto quanto possiamo conoscere è solo ed esclusivamente “l’immagine” che appare nella nostra mente. Ma la comparsa degli stati mentali è ben lungi dall’essere compresa.Qual è il meccanismo che ci fa “vedere” e “sentire”? Cos’è che ci fa credere che ciò che la coscienza ci presenta non sia dentro di noi, ma fuori nello spazio e nel tempo? E’   questo   il   grande   mistero   della   mente   e   del   ruolo   svolto   dalle   particelle microscopiche   che   formano   i   neuroni   del   cervello   e   che   lavorano   in   modo invisibile e discreto all’interno della nostra testa organizzando, per  il   tramite di altre particelle della stessa natura, tutto ciò che proviene dall’esterno, cioè dalla realtà  universale fatta ancora delle stesse particelle: grazie a questo processo tanto sofisticato quanto nascosto “vediamo” le cose e “sentiamo” le emozioni.

Per rendersi conto della profondità del mistero occorre riflettere sul fatto che tutto ciò che riusciamo a percepire e comprendere della realtà “esterna” dipende dalla nostra mente che a sua volta dipende dal cervello che, come supporto materiale, è proprio un  pezzo di quella realtà esterna che investighiamo con la mente. Cioè osserviamo la realtà servendoci di un pezzo di quella realtà. Possiamo dire, in parole povere, che cercare la coscienza significa in fondo cercare ciò che sta cercando. Siamo pertanto in presenza di un vero e proprio circolo vizioso che costituisce il grande problema della mente che cerca di comprendere sé stessa, il cosiddetto “paradosso della spirale dell’Io”.

Secondo la fisica quantistica gli oggetti microscopici (atomi, elettroni, fotoni, etc.) non possiedono proprietà a priori rispetto all’osservazione nel senso che, prima della  misurazione,  si   trovano  in  "stati"   indeterminati  di  cui  non  è  dato sapere (indeterminazione ontologica). Dunque   la   realtà   non   può   essere   considerata   del   tutto   "oggettiva"   ed indipendente dall'osservazione in quanto l'osservatore è parte del sistema fisico osservato.In conclusione la realtà non esiste “là fuori” indipendentemente da chi la osserva. Ma gli   osservatori   siamo noi.   Il   che  sta  a  significare  che,  siccome  la  nostra visione   “quotidiana”   delle   cose     non   va   d'accordo   con   la   realtà   dei   quanti, dobbiamo convincerci che il “senso comune”, o anche il cosiddetto “buon senso”, non sia poi così buono e che le nostre idee sul mondo vanno alquanto riviste, specie in considerazione del fatto che è nelle dimensioni dell’infinitamente piccolo 

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che la natura tesse le trame di tutto ciò che esiste dando origine alle varie forme di vita fino al culmine della coscienza. Ed all’obiezione che le cose esistevano ben prima della comparsa dell’uomo si può facilmente replicare che è vero ma che non ha senso immaginarle, “vederle” con   le   categorie   umane,   poiché   ciò   che   chiamiamo  realtà  è   solo   ed esclusivamente   una   descrizione   squisitamente   umana   della   interazione   tra l’essere cosciente e la natura.

Tuttavia i concetti relativistici e quantistici, alquanto ostici e sconcertanti, risultano difficilmente divulgabili cosicché la nuova visione del mondo stenta a diffondersi anche presso le persone di cultura che continuano in pratica a rimanere ancorate a quella classica basata sul    senso comune e sulla separazione  tra soggetto osservante e oggetto osservato. Inoltre preconcetti e resistenze fanno sì che le conseguenze  filosofiche dei  nuovi  profili  della  natura  passino  sotto  silenzio  e talvolta siano addirittura osteggiate a dispetto dei notevoli successi della fisica attuale e delle innovazioni introdotte nella comprensione della vera natura della realtà,  un problema posto dalla  filosofia greca che si  è  protratto  fino ai  nostri giorni.

5. Dalla metafisica greca al nichilismoE’   noto   che   la   filosofia   greca   prende   l’avvio   proprio   quando   i   pensatori, considerando  insufficienti   le  spiegazioni   fornite  dal  mito,     iniziano a ragionare intorno a ciò che osservano e cercano di cogliere il senso della realtà in cui sono immersi con il solo aiuto della ragione (logos), e vanno alla ricerca di un principio primo (archè)  in grado di spiegare tutti   i   fenomeni che accadono in natura,  le realtà   particolari   sottoposte   al   divenire.  Un  principio   che  determina  quindi   la diversità delle cose ma che deve evidentemente rimanere sempre identico a sé stesso, immutabile.Ma, nel far questo, non pone il problema della differenza tra conoscenza della natura   (realtà   sensibile)  e  natura  stessa   (realtà   vera),   poiché   la   realtà   viene considerata indipendente dal soggetto che la investiga e la conosce. Con Platone nasce  la  metafisica  in quanto è   il  primo ad  introdurre,   tramite   il logos,   la  separazione  tra  un  mondo  naturale  e   fisico  ed uno  che  va  oltre   le apparenze sensibili,  che risulta  incorruttibile,   immutabile ed   eterno: “il  Mondo delle Idee”, dove risiedono le essenze delle cose, le “verità” da cui proviene la realtà.  Nel mondo fisico le cose sono fallaci, cambiano e si modificano mentre nell’altro sono le idee ad avere lo status di realtà e verità e costituiscono il fondamento ultimo. 

E’ così che si fa strada nei millenni successivi e si radica nella nostra mentalità quel modo di vedere le cose che poi diventerà il nostro senso comune che crede in una realtà oggettiva che esiste “al di là” ed indipendentemente da noi che la percepiamo e descriviamo: la tradizionale e familiare distinzione tra un soggetto che conosce ed un oggetto che è conosciuto.

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In era moderna, come noto, specialmente con Cartesio, Kant, Hegel e Nietzsche questo modo di vedere il mondo subisce forti trasformazioni che portano ad un progressivo   rafforzamento  dell’autonomia  della   ragione  umana  da  ogni   entità metafisica fino a far coincidere l’unica realtà possibile proprio con la ragione e addirittura  ritenere   falsa   l’esistenza di  qualsivoglia  essenza o   verità  ultima e quindi della conoscenza oggettiva stessa.In sintesi,  con  l’idealismo ed  il  nichilismo si   identifica  la realtà  con  la  ragione (logos):   il   mondo   è   una   nostra   rappresentazione   e,   in   quanto   tale,   non   è oggettivamente conoscibile. Siamo noi a dare un senso alle cose. Dunque  il   logos della  filosofia greca non può  dir  nulla sulla metafisica e sulla realtà “vera”. Il logos non svela il mondo ma gli conferisce un senso utile solo a noi stessi e la  metafisica diviene un’invenzione del logos così da venir dichiarata “morta” con i tutti i valori assoluti ad essa connessi.E’   così   che   anche   nella   scienza   si   diffondono   talune   persistenti   tendenze, ancorché minoritarie, ad attribuire alla ragione umana la capacità di ordinare ogni cosa per renderla a noi intelligibile e chiara così da rendere le leggi di natura e l’ordine che noi vediamo niente altro che la proiezione e l’oggettivizzazione del nostro logos. 3 

6. Il presente non esisteIn verità il primo colpo mortale al senso comune viene inferto dalla Relatività di Einstein, agli  inizi del ‘900, quando il concetto di tempo si fonde con quello di spazio e si prende atto del fatto che la velocità di propagazione dell’informazione è finita e di 300 mila chilometri al secondo, quella della luce.Dunque, occorre convincersi  che l’immagine della Terra di  duemila anni fa, ai tempi dell’impero romano, è  arrivata solo  in una piccola porzione della nostra Galassia   e   semplicemente   “non   esiste”   per   la   gran   parte   degli   ipotetici   suoi abitanti che stanno ancora vedendo il nostro pianeta come era svariate decine di migliaia di anni fa (vedi l’illustrazione della Via Lattea sul frontespizio). Lo stesso vale anche se  torniamo  indietro  alle  prime forme di  civiltà  storiche (circa 6.000 anni fa) quando gli uomini iniziavano quel lungo e tortuoso percorso che permetteva di accumulare la gran mole delle conoscenze attuali, visto che il  raggio della nostra Via Lattea è di circa 50.000 anni luce.Se poi usciamo dalla Galassia e ci trasferiamo nel vicino Ammasso della Vergine dobbiamo  convincerci     che   lì   stanno   vedendo  ancora   la  Terra   con  gli   ultimi dinosauri visto che distano da noi circa 65 milioni di anni luce.Se non basta, teniamo presente che vi sono galassie distanti oltre 13 miliardi di anni luce: le loro immagini, partite 13 miliardi di anni fa, ci giungono ora ma nel frattempo però devono essere molto cambiate, anzi potrebbero essersi fuse con altre galassie. Ma questo possiamo solo immaginarlo poiché lo sapremo solo in un futuro remoto di miliardi di anni.3   Vedi anche il  documento “Prospettive dall’immagine scientifica del mondo”,  para 3, sezione 

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Dunque, se non c’è  un “presente”  valido per  tutti  come si   fa a stabilire cosa effettivamente esiste?E   se   non   possiamo   stilare   l’elenco   delle   cose   esistenti   “qui”   ed   “ora”   come facciamo a farci un’idea della realtà?Ma il mondo è fatto così ed è per questo che diciamo che la realtà è il risultato di un modo squisitamente umano di relazionarsi con la natura.

7. Informazione presente nel Big BangE’ noto che l’universo è comparso circa 13,7 miliardi di anni fa.Dopo qualche centinaio di milioni di anni, come conseguenza della gravitazione e delle forze elettromagnetiche e nucleari, si sono formate le prime stelle e galassie secondo   precise   geometrie   ben   visibili   nelle   magnifiche   fotografie   dei   nostri telescopi, specie di quello orbitante Hubble.Per svariati miliardi di anni le prime stelle sono esplose spargendo nell’universo gli   elementi   chimici   fabbricati   al   loro   interno  dalle   reazioni   nucleari  mentre   è continuata   la   nascita   di   nuove   stelle   che   incessantemente   hanno   alimentato questo  processo  per  dotare   il   cosmo di   tutto  quanto  necessario  agli   sviluppi successivi. E’ avanzato così un ordine che preludeva all’appuntamento con la vita.  Un ordine gestito dall’Informazione presente nell’universo primordiale sin dai suoi primi istanti.I primi organismi unicellulari sono apparsi all’incirca 10 miliardi di anni dopo il Big Bang e sono evoluti con l’alternarsi di aggiustamenti, mutazioni ed estinzioni per oltre  3 miliardi  di  anni   fino  alla  comparsa,  alcuni  milioni  di  anni   fa,  dei  primi ominidi.Quindi, prima dell’apparire dell’essere più o meno cosciente la realtà già c’era, ben strutturata e molto simile a quella di oggi. Ma non ha senso chiedersi  cosa fosse allora o cosa sia oggi “effettivamente” (cioè la realtà in sé) poiché è solo l’uomo che se ne fa una “immagine” tipica ed esclusiva, frutto del suo peculiare interagire con la natura. Kant in qualche modo lo aveva anticipato ma la scienza di oggi ce ne fornisce una   visione   che   lascia   intravvedere   sviluppi   di   grande   rilevanza   visto   che l’Informazione è parte di quel “loop”,   di quel “circuito chiuso” cosmico che dà origine sia alle cose che alla coscienza che in qualche modo le rende manifeste.

8. Ritorno alla realtà e benessere psicologicoViviamo in un’epoca in cui un profondo senso di spaesamento pervade credenti e non   credenti   soprattutto   per   il   fatto   che   le   strutture   sociali,   politiche   ed economiche rivelano un crescente livello di provvisorietà. Per questo si fa ancora più impellente quel bisogno di certezze già insito nelle domande di senso e negli gli   interrogativi   sulle   cose   ultime   che   da   sempre   accompagna   il   cammino dell’uomo nel mondo.

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Pertanto,   allo   stato   attuale   delle   conoscenze,   non   deve   essere   trascurato l’impatto  della  nuova    visione  scientifica  del  mondo  sull’ansia  di   conoscenza dell’uomo, sul suo posto e sul suo ruolo nel cosmo, sull’esigenza di rispondere alle   fondamentali   domande   circa   la   struttura   della   realtà   alla   ricerca   di soddisfacimento interiore e di significato. Essa   porta   l’uomo   ad   un   aumento   della   consapevolezza   delle   cose   che   lo circondano e ad un indubbio arricchimento nel sentirsi parte di una realtà unica interconnessa. 

Ci   rendiamo  conto  che   la   realtà   infinitamente  grande  delle  galassie  e  quella infinitamente  piccola  dei  microorganismi  e  degli  atomi  sfugge alla  percezione della  nostra  mente  ma,  nel   contempo,   non  possiamo  non  ammettere  che   la “nostra” scienza ce ne fornisce una descrizione    rigorosa oltre che di  grande efficacia. La  qualcosa   ci   spinge  ad  approfondire   la   conoscenza  di   questa   fitta   rete  di  relazioni fra tutte le cose viventi e non viventi collegate in una trama unica, dalle particelle microscopiche alle stelle, dalle galassie all’uomo. Una matrice unitaria che non rivela tanto la presenza di  entità  individuali quanto una rete di mutue relazioni tra le varie parti del tutto .Dunque,   una   realtà   scientificamente   accertata   che   agisce   da   elemento   di riconciliazione  proprio   con   il   nostro  desiderio  di   conoscenza  e  con   la   nostra esperienza personale incline a stabilire un rapporto più armonioso con la natura, peraltro  mai  percepita   come del   tutto  estranea,   così   da  comprendere  meglio come   la   vecchia   immagine   di   un   mondo   esterno,   distinto   e   indipendente dall’osservatore, non sia in grado di rispondere ai bisogni psicologici dell’uomo alla ricerca della verità.

Si tratta in fin dei conti di una rasserenante e stupita contemplazione che apre le porte a nuove domande ed indagini su una natura che si rivela sempre più fonte di ispirazione positiva man mano che ne sveliamo i segreti. Uno   stupore   tuttavia   da   non   intendere   necessariamente   come   apertura   a qualcosa che la trascende quanto un assorto ed intimo compiacimento per ciò che si riesce a leggervi e ad intuirvi. Una ricerca che apre alla scienza ed all’uomo nuovi  scenari  sull’esistente cui seguono nuove interpretazioni e letture in termini di intelligibilità del mondo con il continuo affinamento della visione complessiva che alimenta la conquista senza sosta di porzioni successive prima intuite e poi svelate e, come tali, comprese ed assimilate.

Partendo dalle “verità” scientifiche raggiunte e dal rovesciamento dei paradigmi tradizionali,   diventa   pertanto   possibile   una   sorta   di   “ritorno   al   reale”,   una riflessione seria su una realtà trascurata per oltre due secoli a causa di ideologie filosofiche e politiche oltre che di preconcetti, barriere e conflitti di vario tipo che hanno  influenzato  le  culture ed  i  comportamenti   facendo crescere  il  senso di 

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impotenza dell’uomo davanti ad un mondo non conoscibile con la conseguenza che  l’impossibilità  di ammettere verità  assolute nel campo della conoscenza è stata   trasferita   a   quello   dell’etica   mettendone   in   discussione   i   principi irrinunciabili.

Come visto,   in  presenza di  una  filosofia  che annaspa e   tende sempre più  a rinchiudersi   in   sé   stessa,   il  XX secolo  vede  di   converso   il   consolidarsi  della rivoluzione quantistica che conduce ad una visione scientifica del  mondo che rende   possibile   un  ritorno   al   reale  da   intendere   soprattutto   come   ricerca   di fondamenti quanto più oggettivi e stabili.Una riflessione per cogliere in modo più concreto “come è” davvero il mondo nel tentativo di  rispondere alla domanda persistente di  “cosa sono” effettivamente realtà e verità. Per   questo  appare   ragionevole   concludere   che   la   nuova  visione  del  mondo, umano e materiale, può fornire un notevole supporto allo studio delle dinamiche interne dell'individuo e della  sua percezione della   realtà   in  vista  dell’equilibrio psicofisico e del soddisfacimento interiore.Originata   dall’Informazione,   la   pressione   evolutiva   opera   sull’intero   cosmo   e genera   nell’individuo   una   tensione   continua   alla   ricerca   di   nuovi   territori intellettuali da esplorare e limiti da superare verso il continuo rinnovamento di sé. E’ essenzialmente questa l’ansia inesauribile dell’uomo alla ricerca della verità.La sola potentissima macchina computazionale del cervello, che si avvale di 100 miliardi   di   neuroni   e   più   di   100.000   miliardi   di   sinapsi,   elabora   l’esperienza accumulata per simulare nuove situazioni ed opportunità spinta dalla necessità di alimentare istante dopo istante l’enorme flusso di calcolo diretto a supportare la mente che, a sua volta, genera conoscenza di cui si nutre in senso assoluto.

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