UNITÀ Psicologia: che OS TUDIA COME...tica nella cura dei disturbi psichici. Lezione 1 - Che cosa...

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1 LEZIONE 1 Che cosa studia la psicologia? LEZIONE 2 Come lavorano gli psicologi 1. Come è nata la psicologia scientifica? 2. Perché la psicologia è utile? 3. Perché la psicologia è una scienza? 4. Quali sono le caratteristiche dell’osservazione in psicologia? 5. Quali tipi di intervista usa lo psicologo? 6. Quali tipi di questionari si usano in psicologia? 7. Come si svolge il colloquio in psicologia? 8. Quali sono i test usati dagli psicologi? 9. Come si fa un esperimento in psicologia? 1 UNITÀ Psicologia: che COSA STUDIA e COME romeocane1/Istock Nuclei tematici

Transcript of UNITÀ Psicologia: che OS TUDIA COME...tica nella cura dei disturbi psichici. Lezione 1 - Che cosa...

  • 1

    LEZIONE 1

    Che cosa studiala psicologia?

    LEZIONE 2

    Come lavoranogli psicologi

    1. Come è nata la psicologia scientifica?2. Perché la psicologia è utile?

    3. Perché la psicologia è una scienza?4. Quali sono le caratteristiche dell’osservazione

    in psicologia?5. Quali tipi di intervista usa lo psicologo?6. Quali tipi di questionari si usano in psicologia?7. Come si svolge il colloquio in psicologia?8. Quali sono i test usati dagli psicologi?9. Come si fa un esperimento in psicologia?

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  • 2 Unità 1 - Psicologia: che cosa studia e come

    Lezione

    1 Definiamo la psicologiaLa psicologia può essere di grande utilità per comprendere diversi aspettidella vita quotidiana. Per esempio, grazie alla psicologia sappiamo per-ché possiamo ricordarci con precisione quello che è successo in una certagiornata dell’estate scorsa, ma non dove abbiamo messo il biglietto deltreno appena timbrato oppure perché il timore di un brutto voto non ciha impedito di rimandare lo studio a oltranza, ma a un certo punto il desi-derio di “farcela” ha moltiplicato all’ennesima potenza il nostro impegno,consentendoci di raggiungere risultati migliori di quelli sperati.

    La psicologia è una scienza umana dalle origini antiche, come attestala derivazione greca del termine da psyché, “anima”, e logos, “discorso”. Leprime forme di ricerca psicologica risalgono alla riflessione greca filosofi-ca e medica, anche se essa si costituisce come scienza autonoma a partire

    Che cosa studia la psicologia?

    Per iniziare

    Abbiamo bisogno di metodoOgnuno di noi ha un’idea di quali possano essere lesituazioni di rischio per la sicurezza stradale, ma sein qualità di psicologi dovessimo condurre una cam-pagna di sensibilizzazione sulle conseguenze negativedell’uso dello smartphone durante la guida, potrem-mo fare affidamento su tali impressioni? La rispostaè inevitabilmente negativa. Occorrono evidenze, datiquantificabili e metodi di ricerca controllati, a maggiorragione di fronte a un fenomeno tanto complesso cherichiede la messa in campo di diversi strumenti di in-dagine. In altre parole, da veri psicologi dovremmo im-piegare un ampio ventaglio di “attrezzi”, consapevolidelle loro specificità.E allora quali sono le “regole” che guidano la ricercapsicologica? Come si mette a punto un esperimento inlaboratorio? Che cosa serve per ideare un questiona-rio, un test psicologico o riconoscere l’efficacia di unaterapia?

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    ckCome è nata la

    psicologia scientifica?

    PsicologiaScienza sperimentale chesi propone di comprenderee spiegare la natura e ilfunzionamento dei processidella mente e del compor-tamento umano, allo scopodi riconoscerli, interpre-tarli e prevederli nella vitaquotidiana; essa si proponeanche una finalità terapeu-tica nella cura dei disturbipsichici.

  • 3Lezione 1 - Che cosa studia la psicologia?

    dalla seconda metà dell’Ottocento. Suo oggetto di studio sono i compor-tamenti umani e i processi psichici che li rendono possibili (o che da essisi possono inferire).

    Il campo di indagine della psicologia è davvero esteso, perché compren-de tutti i tipi di processi psichici sia quelli che riguardano la conoscenza siaquelli che concernono le emozioni e le relazioni con gli altri. Le numerosecorrenti che si sono sviluppate nel corso dell’Ottocento e del Novecentohanno dedicato la loro attenzione ad aspetti specifici del mondo psichico,utilizzando particolari metodi di indagine e formulando teorie talvoltaanche diverse le une dalle altre. In effetti nell’indagine psicologica la cor-relazione tra finalità, metodi e oggetto di ricerca è molto stretta. Una ri-cognizione sulle prime scuole della psicologia può aiutare a mettere ordi-ne tra le conoscenze già acquisite.

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    La psicologia

    scienza umana

    attraverso metodi scientifici

    studia i processi psichici e

    i comportamenti umani

    PSICOLOGIA

  • 4 Unità 1 - Psicologia: che cosa studia e come

    2 Lo studio della menteFacciamo un salto indietro nel tempo alle prime scuole di psicologia, aimetodi impiegati e all’ambito di studio di volta in volta approfondito.

    Attraverso l’introspezioneI primi ricercatori hanno cercato di capire che cosa succede dentro la men-te, scomponendo i processi psichici più complessi nei loro elementi semplici.I nomi più importanti di questo indirizzo della psicologia sono:• Wilhelm Wundt (1832-1920), fondatore nel 1879 del primo laboratorio

    sperimentale di psicologia a Lipsia, dove studia l’esperienza immediatadella mente attraverso la tecnica della introspezione;

    • Edward B. Titchener (1867-1927), fondatore di una delle prime scuole dipsicologia americane, lo strutturalismo, un modello teorico che riportal’attività della mente a elementi semplici di base (sensazioni, percezionie affetti) che uniti tra loro danno luogo ai processi psichici complessi eutilizza come metodo di indagine l’introspezione;

    • William James (1842-1910), che, sulla scia dell’evoluzionismo darwinia-no, considera i processi psichici sotto l’aspetto funzionale, ossia comemezzi mediante i quali l’organismo umano si adatta all’ambiente fisicoe sociale. Dalla sua ricerca prende avvio la corrente del funzionalismo,che imprimerà grande slancio anche alla pedagogia con l’esperienza dellaScuola di Chicago di John Dewey (1859-1952).

    Attraverso il comportamentoAccanto agli studiosi che si propongono di studiare che cosa accade nellamente, altri ricercatori concentrano il loro interesse sul comportamen-to visibile, ritenendo impossibile prendere a oggetto della loro indaginei processi psichici che non sono manifesti e che, pertanto, non possonoessere osservati direttamente. Questo grande filone della psicologia deiprimi dei Novecento prende il nome di comportamentismo e ha tra i suoiprincipali esponenti:• Ivan Pavlov (1849-1936), che studia i riflessi condizionati e getta le basi

    per gli studi sull’apprendimento per condizionamento, poi ripresi e ap-profonditi nell’ambito del comportamentismo;

    • John B. Watson (1878-1958), fondatore del comportamentismo, cheattraverso un metodo oggettivo basato sull’osservazione del compor-tamento, senza alcun riferimento alla coscienza e ai suoi contenuti “pri-vati”, si propone di prevedere e controllare le condotte umane;

    • Burrhus F. Skinner (1904-1990), che attraverso numerosi esperimentiapprofondisce l’apprendimento per condizionamento operante.

    Attraverso l’analisi e l’elaborazione delle informazioniPer un lungo periodo il comportamentismo domina la scena della psico-logia scientifica contrapponendosi alla psicoanalisi, considerata dai suoi

    Riflessi condizionatiRisposte comportamentaliassunte in base a deter-minati stimoli (come nelcelebre caso del cane cheimpara a salivare in rispo-sta a uno stimolo sonoroche è stato associato piùvolte poco prima dellapresentazione del cibo).

  • 5Lezione 1 - Che cosa studia la psicologia?

    detrattori più una visione filosofica della psiche umana che una scienza.Nella prima metà del Novecento, la comprensione dei processi psichici habattuto anche altre strade, come quelle percorse dalla Gestalt a opera diMax Wertheimer (1880-1943), che ne è considerato il caposcuola. Il termi-ne Gestalt in tedesco significa “forma”, “figura” e indica il principio secon-do il quale l’esperienza psichica non è un’unione di elementi (parti piccolein cui si scompongono i vari processi), ma un tutto organizzato attraversoschemi innati, perfezionati poi con l’esperienza e dotati di una propriastruttura interna fornita di senso. Secondo questa corrente la percezione,l’apprendimento, la memoria e il pensiero sono funzioni psichiche unita-rie che producono esperienze non ulteriormente scindibili, in contrappo-sizione allo strutturalismo di Wundt intento a scoprire “l’atomo mentale”.

    Nel corso del Novecento si sviluppa un altro filone della ricerca psicolo-gica, chiamato cognitivismo e incentrato sullo studio dell’intelligenza. Ilprimo a occuparsene è stato Jean Piaget (1896-1980), che ha approfonditolo studio dello sviluppo della mente, in particolare gli stadi attraverso cuisi forma l’intelligenza dalla nascita all’adolescenza. Nella stessa scuola, lopsicologo statunitense di origine tedesca Ulric Neisser (1928-2012) propo-ne negli anni Sessanta il modello HIP (Human Information Processing), checonsidera la mente umana simile a un elaboratore di informazioni ( T3La nascita del cognitivismo di U. Neisser). Gli individui apprendono e cono-scono il mondo attraverso funzioni mentali (come l’attenzione, la perce-zione, la memoria, il pensiero) che rielaborano in modo attivo le informa-zioni provenienti dagli stimoli ambientali. In modo simile a un computer,la mente trasforma, riduce, immagazzina, recupera tutti gli stimoli (input)che arrivano dai vari apparati sensoriali. Le risposte in uscita che seguonoa queste complesse operazioni mentali (output) sono per la maggior parteconsapevoli e attengono a risposte volontarie piuttosto che involontarie.Secondo la prospettiva cognitivista il soggetto non è passivo di fronte aglistimoli, ma procede alla ricerca attiva e selettiva di informazioni funzio-nali ai suoi bisogni e interessi.

    La psicologia: oggetto e metodo

    comportamento analisi e

    rielaborazione delle

    informazioni

    introspezione

    STUDIODELLA MENTE

    Feodora Chiosea/iStock

  • 6 Unità 1 - Psicologia: che cosa studia e come

    3 La psicologia tra teoria e praticaLa ricerca psicologica non si propone solamente di comprendere le dinami-che della psiche umana, ma anche di utilizzare le teorie formulate per finalitàconcrete. Un versante fondamentale della psicologia consiste proprio nelle sueapplicazioni pratiche (Dal punto di vista della storia La psicoanalisi e i tota-litarismi del Novecento).

    La psicoanalisiLavorano in questa direzione gli studiosi che si sono interessati della vitapsichica dell’uomo a scopo terapeutico per guarire le patologie della men-te, fra i quali Sigmund Freud (1856-1939), considerato il padre della psi-coanalisi. Grazie anche alle riflessioni e agli studi del medico psichiatraaustriaco Joseph Breuer (1842-1925), Freud scopre la dimensione inconsciadella psiche, mostrando che l’Io non coincide né con la coscienza né con laconsapevolezza, ma deve fare i conti anche con parti di sé inconsapevoli,che svolgono un ruolo fondamentale nel determinare i comportamentie nello strutturare l’insieme della personalità ( T1 La scoperta dell’in-conscio di S. Freud; T2, Inconscio e nevrosi tra teoria e pratica di S. Freud).L’inconscio è una richiesta della psiche di cui non si è consapevoli, se nonattraverso particolari momenti di analisi introspettiva e durante espe-rienze come i lapsus, gli atti mancati e i sogni. A conflitti inconsci internialla psiche sono riconducibili diversi fenomeni patologici, come l’isteria,che lo psicoanalista può comprendere e aiutare a risolvere.

    Le “scoperte” fatte da Freud a proposito di traumi e conflitti irrisolti loinducono a riformulare e modificare nel corso degli anni le proprie teo-rie (gli eventi legati alla Prima guerra mondiale, per esempio, portano lostudioso a ritenere che esista nell’essere umano una pulsione distruttiva).Ciò mostra un aspetto caratteristico della psicologia applicata: essa non èun’acritica applicazione delle teorie, ma contribuisce in modo effettivo alprogredire delle conoscenze teoriche. Nelle ricerche di psicodiagnostica

    NUCLEO 2

    Perché la psicologiaè utile?

    Lapsus

    Dal latino”scivolato”, indicauna distrazione, un erroreinvolontario nel parlareo nello scrivere; lapsusfreudiano, quello, dovutoa intenzioni inconsce, cheesprime tendenze oppostea quanto si sarebbe dovutoscrivere o dire.

    Il flusso di coscienzaNel 1890 lo studioso WilliamJames pubblica una volumi-nosa opera intitolata Principidi psicologia, il primo saggio incontesto statunitense dedicatoalla psicologia. In quest’operaJames introduce il concetto di“flusso di coscienza” (stream ofconsciousness), per sottolineare

    che la coscienza non è un con-tenitore di elementi slegati traloro, quanto piuttosto un flussocontinuo.

    J A quale corrente o scuolapsicologica si contrappo-ne James, avanzando que-sta visione della coscienza?Confronta la tua risposta conquella dei tuoi compagni.

    LE PAROLE

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  • 7Lezione 1 - Che cosa studia la psicologia?

    o psicologia clinica – discipline dedicate all’individuazione e alla cura deidisturbi psichici – risulta particolarmente difficile separare l’elaborazionedei principi teorici dalla loro applicazione pratica, tanto esse sono intrec-ciate tra loro.

    La psicologia applicataNel corso del Novecento la psicologia applicata si è estesa a diversi settori,offrendo consulenze utili per l’orientamento professionale (psicologia dellavoro), nel corso dei procedimenti giudiziari (psicologia giuridica) o perun’organizzazione del lavoro più razionale.

    Un celebre studio di psicologia applicata è stato svolto negli anni Ventidel secolo scorso nell’industrializzata società statunitense. I ricercatori dellaHarvard Business School di Chicago, sotto la guida di Elton Mayo (1880-1949) e Fritz Roethlisberger (1898-1974), hanno osservato per molto tempole operaie della Western Electric Company di Hawthorne, per suggerirequali modifiche effettuare in azienda al fine di aumentarne la produttività.

    Dopo aver introdotto diversi cambiamenti nell’ambiente di lavoro (au-mento dell’illuminazione, nuovi spazi, orari di lavoro e pause diversi), glistudiosi hanno constatato che nessuno di essi singolarmente preso potevaessere considerato generatore di produttività. Le operaie, a dire il vero,avevano migliorato le loro prestazioni, ma questo effetto non era ricon-ducibile tanto alle variabili intenzionalmente manipolate dai ricercatori,quanto a un elemento che inizialmente non era stato preso in considera-zione: ricevere la considerazione degli sperimentatori e sentirsi protagoni-sti di un esperimento. Mayo e i suoi collaboratori hanno così scoperto cheporre al centro dell’attenzione i lavoratori li gratificava e li incentivava aprodurre di più.

    Il cosiddetto “effetto Hawthorne” ha avuto importanti ricadute nelmondo aziendale, mettendo in luce l’importanza dei fattori psicologici perl’andamento della produttività.

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    PSICOLOGIAAPPLICATA

    L’oggetto della psicologia applicata

    finalità concrete benessere delle persone

    (singoli individui

    e collettività)

    ambiti specifici

    (come psicologia clinica,

    psicologia del lavoro)

  • 8 Unità 1 - Psicologia: che cosa studia e come

    Dal punto di vista della storia

    La psicoanalisi e i totalitarismi del NovecentoLa ricerca psicologica applicata ha esercitato,e continua a esercitare, un grande rilievo poli-tico e sociale nella società contemporanea. Ilrapporto tra psicologia e regimi totalitari delNovecento (fascista, nazista, sovietico) rivelatutta la complessità e l’ambivalenza di questainfluenza. Infatti, per un verso la libera ricercapsicologica è stata osteggiata dai regimi dellaprima metà del Novecento, in quanto forieradi strumenti di conoscenza e di giudizio criti-co; per altro verso, dagli stessi regimi diverseconoscenze psicologiche sono state messe aservizio della propaganda politica per crearee consolidare il consenso all’interno della po-polazione.

    A servizio della propaganda

    Per fare un esempio, Joseph Goebbels, mini-stro della propaganda nel Terzo Reich di Hit-ler, mette a frutto formule di matrice compor-tamentista basate sulla ripetizione continuadi stimoli verbali nelle varie campagne pro-pagandistiche a sostegno del regime. Notizieincomplete o false vengono propugnate inmodo insistente sotto forma di slogan, come:il futuro “radioso” della Germania, il pericolodelle “orde asiatiche”, la crudeltà degli Alleatiche pretendono una “resa incondizionata”, le“armi miracolose” e così via. La ripetizione

    dello stimolo verbale sotto forma di slogancondiziona gli ascoltatori che, con il tempo, liapprendono e li considerano “veri”.

    La messa al bando

    Nonostante alcune teorie psicologiche ven-gano adoperate esplicitamente, o talvoltaimplicitamente, i regimi totalitari ne ostaco-lano apertamente la diffusione. Quando nel1933 Hitler sale al potere in Germania, ini-zia la discriminazione verso gli ebrei e ogniattività ebraica viene messa fuori legge. Diconseguenza anche la psicoanalisi di Freud,di origine ebraica, e la psicologia individualedi Alfred Adler, ex seguace dello stesso Freud,vengono messe al bando. In Germania ven-gono chiuse tutte le istituzioni e ritirate dallacircolazione le riviste scientifiche collegateagli psicoanalisti. Fin dai primi anni del regi-me nazista, molti amici premono su Freud,ormai anziano e gravemente malato, perchéabbandoni Vienna. Solamente nel 1938, in se-guito all’invasione tedesca dell’Austria, Freudinsieme alla figlia Anna parte per Londra,dove muore l’anno successivo.

    Una volta occupata Vienna, i nazisti distrug-gono, come già in Germania, tutti i libri diFreud e di Adler, e chiudono le rispettive So-cietà di Psicoanalisi e di Psicologia individuale.

    Photo12/Ann Ronan Picture Library/Alamy INTERFOTO / History/Alamy

  • 9Lezione 1 - Che cosa studia la psicologia?

    4 I campi di applicazionedella psicologia contemporanea

    Attualmente la psicologia pare radicata in ogni ambito della società: neiservizi sociali, negli uffici delle risorse umane, nelle rubriche dei giornali,nelle scuole, nei programmi televisivi e nei siti Internet (esistono anche“psicologi online”). Ma già agli inizi del Novecento sono sorte ricerche insettori più specifici accanto alla psicologia generale, chiamata “psicologiacognitiva” e incentrata sullo studio delle funzioni psicologiche di base e,in particolare, dei processi cognitivi.

    Sono molteplici le prospettive che si aprono davanti a chi vuole intra-prendere il corso di studi in psicologia.• La psicologia sociale, nata dall’unione di psicologia generale e sociolo-

    gia, studia la mente umana calata nella vita sociale. Uno dei suoi mas-simi esponenti, Gordon Allport (1897-1967), si prefigge di comprendereil modo in cui pensiero, sentimento e comportamento degli individuisiano influenzati dalla presenza degli altri esseri umani (sia effettiva-mente sia potenzialmente).

    • La psicologia dell’età evolutiva guarda allo sviluppo e alla maturazio-ne delle funzioni psichiche in rapporto alla crescita e alle trasforma-zioni biologiche dell’organismo, studiando le trasformazioni psichichedalla nascita alla maturità. Più recentemente, la psicologia del ciclodi vita e la psicologia dell’arco di vita hanno esteso il campo di inda-gine all’intero corso dell’esistenza umana. Attualmente si preferiscedefinire quest’area scientifica come psicologia dello sviluppo, proprioper sottolineare come la crescita e il cambiamento psichico non si esau-riscano al raggiungimento della maturità, ma perdurino tutta la vita.

    • La psicologia della personalità si occupa di come le diverse funzio-ni psichiche si addensino e si compattino in strutture di personalitàparticolari e qualitativamente diverse le une dalle altre. In pratica perquali caratteristiche peculiari le persone si differenziano tra loro.

    • La psicologia della comunicazione prende in esame il complesso fe-nomeno della trasmissione e condivisione dei messaggi che, secondol’orientamento del Mental Research Institute di Palo Alto in California,riguarda ogni comportamento, poiché tutte le condotte sono comuni-cative e “non si può non comunicare”.

    • La psicologia dell’educazione si occupa delle dinamiche dei gruppi diapprendimento (come una classe), delle motivazioni e delle strategiecognitive implicate nei processi di formazione.

    • La psicologia del lavoro prende in esame temi come l’orientamentoprofessionale, le motivazioni che sostengono l’impegno lavorativo, laselezione del personale, la formazione. Questo settore di ricerca ha rice-vuto impulso dagli studi di Elton Mayo sulle relazioni all’interno deigruppi di lavoratori nelle fabbriche.

    Alex_Po/IStock

  • 10 Unità 1 - Psicologia: che cosa studia e come

    • La psicologia clinica nasce dall’interesse degli studiosi per la compren-sione e la cura del disagio psichico, le forme di difficoltà cognitive,emotive e relazionali; essa si sviluppa in due diversi approcci: la ricercapsicoterapica e la ricerca psicometrica. La prima, la ricerca psicotera-pica, studia le diverse metodologie che vengono utilizzate per affron-tare la cura del disagio psichico; la seconda, la ricerca psicometrica, siconcentra sulla messa a punto degli strumenti diagnostici che aiutanolo psicologo clinico nel suo lavoro di osservazione, ricerca e intervento.

    • La psicologia ambientale e dei comportamenti ecologici è nata allafine degli anni Sessanta del Novecento e studia il rapporto tra individuie ambiente, ossia prende in esame le reazioni psicologiche dei soggettiagli ambienti fisici, naturali o artificiali.

    Le specializzazioni della psicologia

    CAMPO DI APPLICAZIONE OGGETTO DI STUDIO

    Campo di applicazione Studio dei processi cognitivi (percezione, apprendimento, memoria), delleemozioni, delle motivazioni, dei bisogni, delle relazioni

    Psicologia generale(o sperimentale, o cognitiva)

    Studio dei processi cognitivi (percezione, apprendimento, memoria), delleemozioni, delle motivazioni, dei bisogni, delle relazioni

    Psicologia sociale Studio delle influenze subite dagli individui dalla presenza degli altri esseriumani

    Psicologia dell’età evolutivaPsicologia dello sviluppo

    Studio della maturazione delle funzioni psichiche in rapporto alla crescita ealle trasformazioni biologiche dell’organismo durante tutto il ciclo o arco divita

    Psicologia della personalità Studio delle differenze individuali in relazione allo sviluppo della personalità

    Psicologia della comunica-zione

    Studio delle modalità con le quali gli individui comunicano tra loro

    Psicologia dell’educazione Studio delle modalità dell’apprendimento scolastico

    Psicologia del lavoro Studi relativi all’orientamento e alla formazione professionale

    Psicologia clinica Studio del disagio psichico, messa a punto di tecniche psicoterapiche per lasua cura e di tecniche psicometriche per la misurazione delle caratteristichepsichiche individuali

    Psicologia ambientale e deicomportamenti ecologici

    Studio del rapporto tra individui e ambiente

  • 11Verifica lezione 1

    Verifica lezione 1

    1) VERO/FALSO Indica se le affermazioni sono vere o false

    A. La psicologia generale oggi viene chiamata psicologia cognitiva V F

    B. Nella psicologia teoria e pratica sono in stretto rapporto V F

    C. La psicologia sociale è un ambito che nasce a cavallo tra psicologia e sociologia V F

    D. Il fondatore della psicologia del lavoro è Gordon Allport V F

    2) SCELTA MULTIPLA Individua la risposta corretta

    A. La psicologia studia

    1 l’individuo inserito nella società

    2 i soli processi inconsci

    3 tutti i processi mentali dell’individuo

    4 soltanto i metodi di cura dei disturbimentali

    B. Uno dei maggiori rappresentanti delcomportamentismo è stato

    1 Piaget

    2 Skinner

    3 Freud

    4 Wertheimer

    C. Neisser ritiene che

    1 nella mente siano importantisoprattutto i processi inconsci

    2 la mente sia sempre attiva

    3 la psiche debba essere scomposta inatomi costitutivi

    4 non possa essere conosciuta la mente,ma solo il comportamento manifesto

    D. La psicologia dello sviluppo ritiene che losviluppo cognitivo riguardi

    1 tutto l’arco o ciclo di vita

    2 i primissimi mesi di vita

    3 i primi anni fino all’adolescenza

    4 gli anni della maturità

    3) LESSICO Spiega il significato delle espressioni

    A. Inconscio

    B. Psicologia cognitiva

    4) DOMANDE APERTE Rispondi alle domande in 3-4 righe al massimo

    A. Come si può definire la psicologia moderna?

    B. Quali sono gli aspetti e gli autori fondamentali del comportamentismo?

    C. Di che cosa si occupa la psicologia della personalità?

  • 12 Unità 1 - Psicologia: che cosa studia e come

    Lezione

    1 La ricerca scientifica in psicologiae l’attendibilità dei dati

    Secondo un detto comune la prima impressione è “quella che conta”, ma è as-sennato assegnare fiducia alle persone dopo un solo sguardo? Un’altra praticafrequente è ripetere un comportamento che “ha portato bene” in situazionisimili (per esempio avere con sé un oggetto ritenuto portafortuna) per goder-ne i benefici effetti, ma davvero è possibile fugare in questo modo eventualiesiti negativi? È anche opinione diffusa che professionisti burberi e poco affa-bili siano particolarmente validi nelle loro prestazioni, ma su che cosa poggiaquesta correlazione?

    Molti comportamenti della vita quotidiana sono legati a convinzioni fonda-te su “conoscenze” largamente condivise e assunte come vere, senza tuttaviaessere state esaminate o sottoposte a controllo. La ricerca psicologica è molto

    Come lavorano gli psicologiPer iniziare

    Quanto siamo conformisti?L’essere umano ha il bisogno psicologico di metterein atto comportamenti ed esprimere punti di vistacondivisi, in altre parole di trovare il consenso dellamaggioranza. Negli anni Cinquanta del secolo scor-so lo psicologo Solomon Asch ha dimostrato la ten-denza al conformismo sociale con un esperimentosui giudizi percettivi diventato molto famoso. Ingruppi di otto studenti ciascuno, i partecipanti ave-vano il compito di stimare la lunghezza di tre lineedisegnate su cartoncini e indicare quale avesse lastessa lunghezza di un’altra collocata a sinistra, indisparte. In realtà, soltanto uno solo degli studentiera un vero e proprio soggetto sperimentale (unasorta di “studente cavia”), gli altri erano “attori”istruiti dallo sperimentatore a dare intenzionalmen-te la risposta sbagliata su molte prove (12 prove su18). Inizialmente, le risposte corrispondevano allarealtà; quando però gli attori cominciarono a pro-nunciare ad alta voce risposte palesemente sbaglia-

    te, anche gli studenti-cavia dei vari gruppi si adegua-vano al giudizio unanime di coloro che lo avevanopreceduto, per non apparire “diversi”. Al terminedell’esperimento, un terzo delle risposte date daisoggetti sperimentali corrispondeva ai giudizi dellamaggioranza “manipolata” e non alla realtà.

    William Brooks/Alamy

    2

    NUCLEO 3

    Perché lapsicologia è

    una scienza?

  • 13Lezione 2 - Come lavorano gli psicologi

    distante da queste posizioni del “senso comune”, e differisce dalla psicologiaingenua per il suo carattere di scientificità.

    La ricerca empirico-sperimentaleLa psicologia deve il suo carattere di scientificità all’applicazione di una meto-dologia di ricerca empirica e sperimentale. I due termini, empirico e speri-mentale, hanno significati peculiari:• con il termine empirico (dal greco empeiría, che significa “esperienza”) s’in-

    tende l’osservazione e la raccolta di dati che provengono dall’esperienzadiretta;

    • con l’aggettivo sperimentale si segnala che durante la realizzazione dellaricerca vengono svolti esperimenti, in cui il ricercatore riproduce in modoartificiale e controllato l’esperienza da osservare.

    Per “ricerca empirica” s’intende una raccolta di dati osservabili e misurabili,svolta attraverso procedimenti rigorosi, logici e sistematici, a partire da un’i-potesi, che al termine dell’indagine viene convalidata o confutata sulla basedei riscontri oggettivi.

    Il ricercatore nel corso del suo lavoro compiediversi passaggi: innanzitutto, osserva, riflette,ragiona su un dato fenomeno; successivamente,decide come procedere per studiarlo e quindiquali metodi utilizzare, seguendo criteri di ap-plicazione sistematici e ben definiti. Quando ifenomeni in esame lo consentono, mette a pun-to un esperimento in cui, partendo da un’ipo-tesi, modifica parte della realtà per valutarne leconseguenze e in tal modo confermare o inva-lidare l’ipotesi iniziale. Infine, trae le sue con-clusioni teoriche, dopo aver rielaborato e ana-lizzato i dati.

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    Le tappe della ricerca empirico-sperimentale

    osservazioni definizione

    del problema

    formulazione

    di una ipotesi

    verifica

    dell’ipotesi

    conferma

    dell’ipotesi

    elaborazione

    di una teoria

    pubblicazione

    dei risultati

    RICERCA EMPIRICO-SPERIMENTALE

  • 14 Unità 1 - Psicologia: che cosa studia e come

    Il problema della validità

    Come si fa a essere certi che una ricerca spe-rimentale sia solida e conduca a risultati rile-vanti per la comunità scientifica? Una ricercaempirico-sperimentale per essere tale deveessere valida, ossia fornire esiti affidabili talida sostenere una teoria.

    Nella ricerca psicologica la validità di unesperimento è, tuttavia, un concetto ampio,che si declina in quattro aspetti distinti efondamentali: la validità interna, la validitàesterna, la validità statistica e la validità dicostrutto.

    • La validità interna si riferisce al rigore con cui sono stati condotti l’in-dagine o l’esperimento e all’attendibilità dei risultati ottenuti, per lomeno nello specifico ambito di quella ricerca. Questo tipo di validitàconsidera soprattutto la procedura della ricerca, che deve essere pun-tuale e rigorosa in tutte le fasi. Se nell’esperimento osservato notiamoche gli effetti riscontrati sono riconducibili a fattori diversi da quelli ipo-tizzati, allora dobbiamo ammettere che il nostro studio non ha validitàinterna ( Focus Effetto dello sperimentatore).

    • La validità esterna si riferisce alla possibilità di estendere i risultati ot-tenuti nella ricerca ad altre situazioni simili. In tal caso anche in conte-sti diversi si presenteranno gli stessi risultati. Se però il campione cheabbiamo selezionato è particolarmente ristretto, difficilmente potremoattenderci esiti uguali in altri casi e la nostra ricerca sarebbe priva divalidità esterna.

    • Nella validità statistica entra in gioco la matematica, che occupa unposto importante nella scienza, perché aiuta a ordinare i dati e a inter-pretarli. Se sottoponiamo i dati della nostra ricerca a procedure di infe-renza statistica, possiamo essere sicuri che la relazione tra causa-effettoche abbiamo individuato non sia dovuta al caso.

    • La validità di costrutto prende in considerazione l’ipotesi da cui muo-ve lo sperimentatore. Prima di impegnarsi in un lavoro è bene che ilricercatore dia una giustificazione delle ipotesi di partenza, anche allaluce di indagini già effettuate in altre situazioni e teorie precedenti. Sel’ipotesi non trova riscontro, tutto l’impianto della ricerca può esseremesso in discussione. Per fare un esempio, se per rilevare la presenza diun fenomeno vengono assunti indicatori inadeguati (come considerarequale unico indicatore dello stato di agitazione un’elevata loquacità),l’intero costrutto della ricerca non è valido.

    La ricerca in psicologia si avvale di diversi metodi di indagine, alcuni deiquali sono comuni anche ad altre scienze umane, come la sociologia, l’an-tropologia e la pedagogia, anche se ciascuna di esse li adotta per scopidiversi. Nelle scienze umane, e in particolare in psicologia, non esiste un

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  • 15Lezione 2 - Come lavorano gli psicologi

    metodo in assoluto migliore di altri, tant’è che un metodo può essere pre-feribile in relazione a un oggetto di studio, ma risultare inadeguato in altricasi. Attualmente la ricerca scientifica in psicologia tende a combinareall’interno di uno stesso procedimento più metodi tra loro complementa-ri per analizzare uno stesso fenomeno da più angolature.

    Quali sono, allora, i metodi ricerca a disposizione di uno psicologo? Os-servazione, intervista, questionario, colloquio clinico, test, esperi-mento.

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    Gli ambiti di validità di una ricerca

    attendibilità

    della ricerca

    svolta

    estendibilità

    della ricerca

    controllo della

    variabilità

    dovuta al caso

    correttezza

    dell’ipotesi

    validità

    interna

    validità

    esterna

    validità

    statistica

    validità di

    costrutto

  • 16 Unità 1 - Psicologia: che cosa studia e come

    Effetto dello sperimentatoreLe minacce che incombono sulla validità in-terna di una ricerca sono numerose: lo studio-so deve guardarsi da imprevisti esterni (comeun’improvvisa interruzione di corrente elet-trica durante lo svolgimento di un test), daerrori nella scelta dei partecipanti e anchedall’influenza esercitata dallo sperimentato-re stesso. Senza accorgersene, infatti, le sueaspettative possono orientare il comporta-mento dei soggetti sperimentali.

    Il cavallo intelligente

    Nei primi anni del Novecento un cavallo dinome Hans era diventato famoso per saper fardi conto; scandiva a suon di zoccolo i numeriche componevano il risultato dell’operazionearitmetica svolta. Lo psicologo Oskar Pfungstsi chiese come fosse possibile e, dopo aver stu-diato il caso, arrivò alla conclusione che era ilsuo padrone a fornirgli suggerimenti attraver-so stimoli visivi e sonori trasmessi in modo nonintenzionale (un’inclinazione del capo, un cer-to sguardo e così via). Infatti, quando colui cheinterrogava Hans non conosceva le risposte, ilcavallo non era in grado di dare il risultato.

    L’effetto Rosenthal

    L’influenza esercitata dall’osservatore sulleprestazioni di colui che viene osservato pren-de il nome di “effetto Rosenthal”. Per qualemotivo? Gli psicologi Robert Rosenthal eLenore Jacobson hanno studiato l’influenzaesercitata dagli osservatori-valutatori, con leloro interazioni, sui soggetti osservati-valu-tati. Nel 1968 hanno condotto un esperimen-to nella Oak School, una scuola elementaredegli Stati Uniti in California, per verificarecome gli insegnanti con il loro comportamen-to, anche non intenzionale, condizionassero

    il successo scolastico degli studenti mettendoin atto interventi diversificati in forza delleaspettative nutrite nei loro confronti.

    L’esperimento di Rosenthal eJacobson

    I ricercatori indicarono alle maestre una listadi venti alunni che, sulla base dei risultati diun test precedentemente svolto, erano risul-tati iperdotati. In realtà i bambini erano statiscelti a caso e non costituivano un gruppo di“piccoli geni”. Tuttavia le maestre, convintedi trovarsi di fronte a bambini eccezionali, sicomportarono nei loro confronti in modo dif-ferente, per esempio rendendoli destinatari dimaggiori attenzioni. Più motivati e desiderosidi riuscire, dopo sei mesi, i venti alunni otten-nero prestazioni scolastiche elevate. L’esperi-mento mostra che la considerazione di cuisono stati investiti gli studenti li ha trasforma-ti da alunni “normali” ad alunni particolar-mente abili e capaci.

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    FOCUS

  • Quali sono le caratteristichedell’osservazione inpsicologia?

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    17Lezione 2 - Come lavorano gli psicologi

    2 L’osservazioneL’osservazione è il metodo di ricerca per eccellenza di ogni ricercatorescientifico. La psicologia condivide questo metodo con le altre scienzeumane e con le scienze naturali. In modo simile a un geologo che osservala sequenza di emissioni gassose di un vulcano, uno psicologo è in gradodi osservare e di cogliere gli elementi salienti del comportamento umano(azioni, atteggiamenti, parole).

    Immaginiamo di voler svolgere una ricercasul comportamento dei bambini al secondoanno della scuola d’infanzia. Per condurre untale studio decidiamo di osservare i piccoli nelloro ambiente naturale. Dopo aver individuatoil fenomeno su cui concentrarci, abbiamo bi-sogno di raccogliere quante più informazionipossibili. A tale scopo non possiamo limitarcia guardare che cosa succede (osservazione oc-casionale), ma dobbiamo saper “vedere”, cioècogliere aspetti veramente significativi. È pos-sibile condurre un’osservazione scientifica accurata, completa, riducendoal minimo le interferenze soggettive attraverso una procedura di osserva-zione rigorosa e sistematica, all’interno di un ambiente scientifico, uti-lizzando cioè strumenti concreti (come le trascrizioni dei dati osservati) oconcettuali (categorie scientifiche) che “orientano” l’osservazione.

    Modalità dell’osservazione scientificaNella ricerca psicologica esistono due forme di osservazione scientifica: l’os-servazione naturalistica e l’osservazione partecipante.• Nell’osservazione naturalistica il ricercatore, muovendo da un’ipotesi

    nella quale sono contemplati l’oggetto e lo scopo della ricerca, osserva tut-to quello che accade durante un certo intervallo di tempo, “naturalmente”,cioè senza nessun filtro o schema predisposto. Annota i comportamenti diuna persona o di gruppo così come si presentano e mantiene una posizio-ne quanto più possibile distaccata.

    • Nell’osservazione partecipante, molto usata anche nella ricerca antropo-logica ( Antropologia Unità 1 Antropologia: che cosa studia e come), l’osser-vatore è direttamente coinvolto nella situazione oggetto di studio e inte-ragisce con il gruppo o la persona che sta osservando.

    Se vogliamo osservare un gruppo di bambini durante i momenti di pausadalle attività didattiche, in assenza dell’insegnante, per valutarne comporta-menti e attività, preferiremo l’osservazione naturalistica e ci collocheremo inun angolo appartato dell’aula. Diversamente, quando il ricercatore utilizzal’osservazione partecipante è parte integrante della situazione che sta stu-diando e si fonde con essa: formula domande ai soggetti osservati, partecipaalle loro attività, si colloca vicino a loro e così via.

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  • 18 Unità 1 - Psicologia: che cosa studia e come

    Le regole per l’osservazione scientificaIn entrambe le situazioni (naturalistica o partecipante) lo studioso che sipropone di svolgere un’osservazione deve soddisfare alcuni requisiti: sele-zionare il metodo di osservazione più adatto all’oggetto di studio, essereneutrale e oggettivo, e registrare i dati nel modo più efficace.

    Il momento della scelta tra i due metodi di osservazione dipende siadall’oggetto della ricerca sia dal tipo di dati che si intendono ricavare: studia-re i comportamenti dei bambini in un tempo prolungato, per esempio, è bendiverso dal valutare la reazione dei passanti di fronte a un cartellone pubbli-citario particolarmente bizzarro.

    Nell’osservazione scientifica è fonda-mentale la neutralità dell’osservatore.Il ricercatore, infatti, deve tenere a frenola tendenza naturale a “filtrare” gli eventiattraverso le proprie convinzioni e sim-patie. Per continuare con l’esempio pre-cedente, il ricercatore può provare simpa-tia per i membri più vivaci del gruppo dibambini, ma non per questo può sottova-lutare eventuali comportamenti aggressi-vi. Solo se ha un’adeguata consapevolez-

    za dell’errore di soggettività e di distorsione dei dati, il ricercatore puòottenere dati il più possibile oggettivi.

    Per quanto riguarda la registrazione dei dati, lo studioso, dopo averosservato il fenomeno o l’evento, stende un resoconto nel quale annotatutto quello che ha visto in rapporto agli obiettivi della ricerca. Prendereappunti durante l’osservazione può essere utile, ma rischia di essere causadi disturbo per chi viene osservato. Probabilmente proveremmo una sen-sazione di disagio se qualcuno prendesse appunti mentre stiamo scher-zando con i compagni di classe e saremmo indotti a comportarci in mododiverso dal solito.

    Per registrare i dati con rapidità è utile, prima dell’osservazione, predi-sporre una checklist, ossia una griglia di osservazione nella quale vengo-no elencati i comportamenti possibili. In questo è sufficiente apporre unacrocetta vicino alla voce corrispondente al comportamento osservato.

    Un esempio è lo schema di osservazioneelaborato da Robert F. Bales (1916-2004)nell’Università di Harvard per lo studiodelle interazioni sociali nei gruppi ( Fo-cus Bales e il sistema di osservazione del com-portamento). Altri strumenti utili all’osser-vazione sono registrazioni e telecamere,anche se va tenuto conto che la loro pre-senza può influenzare il comportamentodelle persone osservate.

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  • 19Lezione 2 - Come lavorano gli psicologi

    Il protocollo dell’osservazioneL’osservazione può variare per ampiezza dell’oggetto (una persona, ungruppo ristretto, un gruppo numeroso ecc.) e del periodo (ore, giorni, mesi)a seconda dell’obiettivo della ricerca e del piano di osservazione stabilito.Ampiezza dell’oggetto, tecnica di registrazione dei dati, tempi prestabiliticostituiscono i criteri di un protocollo di osservazione la cui definizione ri-gorosa permette di standardizzare il procedimento, ossia di renderlo appli-cabile e replicabile anche in più situazioni e da parte di osservatori diversi.

    Un elevato grado di standardizzazione di un protocollo osservativoconsente di ottenere dati più oggettivi, poiché permette un maggior con-trollo sull’interpretazione dei comportamenti e offre la possibilità di met-tere a confronto molti elementi.

    Caratteristiche del procedimento di osservazione

    neutralità

    dell’osservatore

    ampiezza

    dell’oggetto

    e della durata

    dell’osservazione

    modalità

    di osservazione

    naturale o

    partecipata

    registrazione

    dei dati

    appunti, checklist,

    resoconto, uso di

    registratori e

    telecamere

    standardizzazione

    del procedimento

    PROCEDIMENTO

    DI OSSERVAZIONE

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  • 20 Unità 1 - Psicologia: che cosa studia e come

    FOCUS

    Bales e il sistema di osservazionedel comportamentoRobert F. Bales si laurea in psicologia socialenel 1944 all’Università di Harvard, dove con-duce numerose ricerche sulle interazioni e lacomunicazione nei piccoli gruppi. Negli anniCinquanta elabora e sperimenta un sistemastrutturato di osservazione denominato IPA(Interaction Process Analysis).

    Attività strumentali ed espressive

    Bales ritiene che negli individui che interagi-scono in un gruppo di lavoro siano presentidue processi psichici simultanei: uno di tipostrumentale, diretto al compito da svolgere,l’altro di tipo espressivo, riferito alle emo-zioni che ognuno sperimenta nei riguardi delgruppo. Per quanto riguarda il compito dasvolgere, Bales individua nel gruppo il rischiodi azioni conflittuali che possono ostacolareil lavoro a danno di azioni invece che tendo-no verso la sua realizzazione. In riferimentoinvece all’aspetto emozionale, prende in con-siderazione quelle reazioni che nel comples-so tendono ad agevolare il lavoro oppure a

    ostacolarlo. Lo studioso ritiene, inoltre, che ilgruppo svolga il suo compito passando attra-verso tre fasi salienti: l’orientamento, la valu-tazione e il controllo.

    La griglia di osservazione

    A partire da queste riflessioni, elaborate os-servando numerosi gruppi di lavoro speri-mentali, Bales mette a punto una griglia diosservazione altamente standardizzata: inessa il comportamento del singolo all’inter-no del gruppo è suddiviso in dodici possibilicategorie di azioni, sei delle quali riguardanoattività rivolte al compito, mentre le altre seiriguardano attività espressive rivolte al grup-po. Con questo strumento è possibile analiz-zare in dettaglio che cosa fa l’individuo,come interagisce e verso quale altro mem-bro del gruppo è prevalentemente orientatoun determinato tipo di azione. Al terminedell’osservazione, si contano i comporta-menti codificati nella griglia e si ottiene unprofilo individuale dell’interazione.

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  • Quali tipi di intervistausa lo psicologo?

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    21Lezione 2 - Come lavorano gli psicologi

    3 L’intervistaL’intervista è un metodo d’indagine utilizzato anche in ambito non scien-tifico (per esempio, nel giornalismo) e consiste in un colloquio tra duepersone, l’intervistatore e l’intervistato, durante il quale il primo sotto-pone al secondo una serie di domande su un argomento d’interesse per laricerca.

    Nelle scienze umane, e quindi anche in psicologia, l’intervista è impie-gata sia in indagini esplorative, per descrivere le opinioni delle personesu un fenomeno o argomento d’interesse generale, sia in ricerche inter-pretative, per comprendere modalità e cause di un fenomeno (a partiredalla ricostruzione che ne fanno gli intervistati).

    Nella ricerca psicologica si distinguono diversi tipi di interviste in basealla formulazione delle domande, alla conduzione del colloquio e alla re-gistrazione delle risposte.

    I tipi di intervistaIn rapporto al modo con cui sono poste le domande, l’intervista si distin-gue in strutturata, semistrutturata, non strutturata.• Nell’intervista strutturata l’intervistatore ha predisposto una serie di

    domande che sottopone all’intervistato nell’ordine in cui sono state ap-prontate, senza nessuna variazione.

    • Nell’intervista semistrutturata, invece, alle domande preordinateil ricercatore può aggiungerne altre per approfondire alcuni aspettidell’indagine.

    • Nell’intervista non strutturata l’intervistatore segue un piano d’in-dagine, ma non domande predefinite. Troviamo un esempio di questametodologia nelle interviste biografiche con cui il ricercatore racco-glie storie di vita e ricostruisce un evento o l’intera vita dell’intervi-stato. L’intervistatore si lascia guidare dall’intuito e adatta le propriedomande al racconto dell’intervistato.

    La conduzione dell’intervistaPer quanto riguarda il modo di conduzione, l’intervista può essere di-rettiva se l’intervistatore segue un rigido protocollo che non ammettederoghe, cerca di mantenere il colloquio con l’intervistato solo sugli argo-menti di pertinenza della ricerca e censura eventuali digressioni.

    L’intervista è invece non direttiva se l’intervistatore accetta che l’in-tervistato si discosti dall’argomento, seguendo il filo del discorso. In en-trambi i casi, il ricercatore non deve intervenire manifestando il propriopensiero, ma restare neutrale per non condizionare le risposte. Deve tutta-via essere in grado di superare eventuali forme di reticenza (per esempio,valorizzando il contributo che l’intervistato può fornire alla ricerca).

    L’intervista inoltre può essere oggettiva o soggettiva: su un determina-to argomento, il ricercatore può chiedere all’intervistato di riferire come

    :lvcandy/Istock

  • 22 Unità 1 - Psicologia: che cosa studia e come

    stanno i fatti nella realtà (posizione oggettiva), oppure di dire che cosa nepensa, quali sono le sue idee e le sue emozioni in rapporto all’argomento(posizione soggettiva).

    Per esempio, possiamo chiedere al nostro intervistato quante voltemangia al giorno, con chi mangia, quante volte mangia un determinatoalimento (posizione oggettiva), oppure che cosa pensa delle diete, se hauno stile alimentare e quale importanza attribuisce a una corretta alimen-tazione (posizione soggettiva).

    Le modalità di registrazioneIn rapporto al modo con cui sono registrate le risposte, l’intervista prevedeche l’intervistatore prenda nota delle risposte dell’intervistato. La scelta del-lo strumento (bloc-notes, registratore, telecamera) deve essere valutata conattenzione. Lo strumento selezionato, infatti, non deve essere di intralcio némettere a disagio l’intervistato. Per questa ragione è importante che l’inter-vistatore sia flessibile e sappia adattarsi alle esigenze delle persone.

    Il rigore scientificoDurante l’intervista può accadere che le convinzioni o i desideri personali in-fluenzino tanto l’intervistatore quanto l’intervistato. Il primo, tramite il tonodella voce, l’atteggiamento o l’espressione del viso, può indurre nel secondola risposta che desidera ricevere. A sua volta l’intervistato può fornire rispostenon veritiere, nell’inconscio desiderio di offrire una miglior immagine disé, soprattutto quando ritiene di cogliere la risposta che l’intervistatore pre-ferisce (un meccanismo che in psicologia è definito desiderabilità sociale).

    Per questo le interviste dei ricercatori devono presentare un rigore scien-tifico che è il risultato di un processo di standardizzazione. Esso consistenella definizione a priori sia dell’argomento dell’intervista sia della struttu-razione (intervista strutturata, semistrutturata, non strutturata), della con-duzione (direttiva, non direttiva), nonché della posizione dell’intervistato(oggettiva, soggettiva). Da molte interviste standardizzate è possibile ricava-re dati conoscitivi attendibili e valutabili. Pertanto, anche un metodo quali-tativo, come l’intervista, e non quantitativo, come per esempio un questio-nario a risposte chiuse, deve rispondere a precisi criteri di rigorosità.

    Gli elementi dell’intervista

    modalità dell’intervista

    strutturata,

    semistrutturata,

    non strutturata

    modalità di conduzione

    direttiva/non direttiva,

    oggettiva/soggettiva

    modalità di registrazione

    appunti, registrazione,

    filmato

    UN’INTERVISTA ÈCARATTERIZZATA DA

  • Quali tipi di questionario siusano in psicologia?

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    23Lezione 2 - Come lavorano gli psicologi

    BrAt82/iStock

    L’“etichetta” del buon intervistatoreL’intervista – qualunque sia la sua tipologia – sipresenta come uno strumento di ricerca moltoflessibile che offre indiscutibili vantaggi allostudioso, non da ultimo quello di poter rifor-mulare la domanda, evitare la composizionescritta e poter osservare aspetti della co-municazione non verbale dell’intervi-stato. Tuttavia ha dei limiti.

    J Quando utilizzare l’intervista diven-ta svantaggioso per il ricercatore?Quali sono gli errori da evitare peressere un “buon” intervistatore?Confronta la tua risposta con quel-la del tuo compagno di banco.

    LA RICERCA

    4 Il questionarioIl questionario è uno strumento di ricerca utilizzato soprattutto in in-chieste e sondaggi, per acquisire determinate informazioni da un cam-pione composto da un grande numero di persone. Esso è costituito dauna sequenza di domande a cui l’intervistato deve rispondere per iscritto.Le risposte date vengono raccolte e valutate dal ricercatore. Allo studiosospetta altresì il compito di formulare i quesiti e somministrarli.

    Caratteristiche e tipi di questionarioIl ricercatore che crea un questionario deve attenersi ai criteri di chiarezzae neutralità, formulando domande concise, semplici, univoche e non ten-denziose (senza cioè orientare la risposta dell’intervistato).

    Le domande possono essere aperte o chiuse. Nelle prime il soggetto èinvitato a scrivere la risposta che liberamente decide di dare, nelle secondedeve scegliere tra una serie di possibili risposte già definite. Per esempio,per svolgere un’indagine sul livello di ansia presente nei ragazzi a scuola,nel caso di domanda aperta, il ricercatore può limitarsi a chiedere: “qualiemozioni provi quando sei a scuola?”. Nel caso di risposta chiusa, invece,può predisporre risposte alternative del tipo “sì-no” oppure “vero-falso”.In questo caso la domanda potrebbe essere formulata così: “Quando titrovi a scuola, provi spesso una sensazione di ansia?”.

    Il ricercatore può anche predisporre una lista di situazioni ansiogene,chiedendo ai ragazzi in quali circostanze provano ansia. In questo caso

  • 24 Unità 1 - Psicologia: che cosa studia e come

    sarà possibile anche prevedere più di una risposta. Un ulteriore approfon-dimento consisterà nel chiedere ai ragazzi di graduare la risposta attraver-so l’autovalutazione (in modo da quantificare il grado di ansia da 0 a 10).

    La tecnica a imbutoLa “costruzione” di un questionario è un’attività complessa e rappresentail momento più delicato di questo metodo di ricerca. Occorre fare in modoche le domande siano chiare e comprensibili, che si possano affrontarein un tempo contenuto e non siano eccessivamente stancanti. Infatti, sedomande complesse venissero collocate all’inizio del questionario, il de-stinatario si potrebbe scoraggiare.

    La tecnica a imbuto serve proprio a evitare questo pericolo: prima ven-gono proposte domande poco impegnative e generiche (come i dati ana-grafici), poi via via vengono introdotte richieste più specifiche e coinvol-genti (come la richiesta di esprimere opinioni che implicano una presa diposizione riguardo a un argomento). Verso la fine del questionario, poi,vengono poste le domande più superficiali, quando la soglia di attenzionedel soggetto che lo compila si è abbassata.

    Per evitare che la compilazione del questionario venga fatta a caso, moltoutili sono le “domande filtro”, cioè quelle domande che “filtrano “gli intervi-stati in modo tale che le risposte che daranno possano essere pertinenti, coe-renti cioè con l’oggetto indagato. Per esempio se le persone intervistate nonsono andate al cinema è inutile che rispondano a domande sulla proiezione diun film, sulla sala o su altri servizi o contenuti. In questa maniera gli intervi-stati possono venire indirizzati ad altre parti del questionario.

    5 Il colloquio clinicoApparentemente simile all’intervista, ma in realtà dotato di una sua speci-ficità, il colloquio clinico è un altro metodo di ricerca psicologica, moltonoto nell’immaginario comune e forse anche più vicino all’esperienza di-retta avuta con figure professionali di ambito psicologico.

    I momenti del colloquioQuesto metodo deve il suo nome al fatto che è un dialogo tra uno psico-logo (psicoterapeuta o psichiatra) e un paziente (una persona che in quelmomento manifesta una richiesta di aiuto), che si svolge all’interno di uncontesto clinico, determinato cioè dalla particolare condizione di malat-tia o di disagio in cui può venire a trovarsi una persona.

    Durante il colloquio clinico, l’obiettivo dello psicologo è definito daltipo di richiesta posta dall’intervistato. Può, così, riguardare la valutazio-ne di un disturbo mentale o del comportamento o della personalità delsoggetto e in questo caso viene definito colloquio diagnostico.

    Esso si compone di due momenti. Il primo momento è l’anamnesi, os-

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    Come si svolgeil colloquio

    in psicologia?

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    PsichiatraMedico che può predispor-re una terapia a base difarmaci oltre a una psico-terapia dialogica.

  • 25Lezione 2 - Come lavorano gli psicologi

    sia la ricostruzione della storia del soggetto, del suo contesto di vita fami-liare e sociale e degli inizi del disturbo. Il secondo è l’intervista clinicavera e propria, durante la quale lo psicologo approfondisce la condizione eil disagio presentato allo stato attuale.

    Le finalitàSe, una volta approfondite le cause del disturbo e compiuta una diagnosi,il paziente chiede aiuto per la cura, allora il colloquio clinico diventa uncolloquio psicoterapeutico. Lo scopo di questo tipo di colloquio è curareil disturbo, non con i farmaci ma attraverso un rapporto dialogico cheprocederà e si manterrà per un determinato tempo.

    Oltre alla diagnosi e alla terapia, il colloquio clinico viene adottato an-che in situazioni meno problematiche, legate a particolari momenti dellavita, per esempio avere una guida nell’orientamento scolastico e profes-sionale. In questo caso si parla, più propriamente, di counseling.

    Qualsiasi sia il contesto in cui si svolge, ilcolloquio clinico si distingue dall’intervistaperché non è standardizzabile: non si può in-fatti decidere in anticipo quali domande fare,in quale ordine presentarle, né come condur-re il colloquio o quale posizione preferire. Ilcolloquio clinico procede in modo libero eimprevedibile, perché il fine primario dellopsicologo non è la ricerca di dati scientifici,ma la risposta alla richiesta del soggetto (didiagnosi, cura o consulenza).

    Nonostante la sua prioritaria finalità terapeutica, il colloquio clinico èutile anche alla ricerca teorica: è proprio dai colloqui con i suoi pazientiche il medico Sigmund Freud intuì il valore dell’inconscio nei disturbimentali e comportamentali. Dal colloquio clinico il ricercatore può trar-re idee, ipotesi e suggestioni, che per essere tradotte in teorie richiedonoperò un impianto di ricerca scientifico.

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    Caratteri e finalità del colloquio clinico

    COLLOQUIO CLINICO

    counseling

    colloquio

    psicoterapeutico

    diagnosi

    intervista clinica

    anamnesi

    Counseling

    Attività professionale,comparsa negli Stati Uniti

    agli inizi del Novecento,volta a orientare, sosteneree sviluppare le potenzialitàdel soggetto, promuovendogli atteggiamenti attivi allo

    scopo di aiutarlo a prenderedecisioni e a sviluppare rela-zioni interpersonali in ambitiquali la famiglia, la scuola, il

    lavoro.

  • 26 Unità 1 - Psicologia: che cosa studia e come

    6 Il testUn altro metodo di ricerca psicologica è il test. In ambito scientifico esisteuna grande varietà di test: per verificare l’efficacia di un macchinario, perprovare lo stato delle conoscenze di un soggetto su un argomento, per in-dividuare intolleranze o allergie, per controllare il livello di inquinamentodell’acqua e molti altri ancora. I test impiegati in psicologia condividono al-cuni aspetti con tutti i casi citati, ma hanno anche caratteristiche specifiche.

    Il testing psicologico è una procedura di misurazione e valutazione chesi propone di delineare un quadro di riferimento di alcune proprietà,comportamenti e abilità dei soggetti utile per fare previsioni, intraprende-re delle scelte e definire percorsi futuri: esistono così test per l’orientamen-to professionale, per la valutazione delle abilità cognitive, per la diagnosipsicologica, per misurare l’efficacia di una metodologia, per fare solo alcu-ni esempi. Il test, chiamato anche reattivo mentale, è costituito da undispositivo di varia natura (figura-stimolo, disegni, quesiti, performance,situazioni-stimolo), costruito mediante procedure rigorose molto stan-dardizzate, grazie alle quali il ricercatore conosce, misura e valuta alcunecaratteristiche del soggetto in esame.

    Il metodo dei testIl test è un metodo indiretto di rilevazione, perché consente di acquisireinformazioni senza rivolgere domande dirette all’interessato, e inferen-ziale, perché a partire dalle risposte del soggetto è possibile desumerealtre caratteristiche non percepite, ma correlate alle risposte o alle presta-zioni offerte. Esso è un procedimento che consente di effettuare misuresulle prestazioni dei soggetti e risalire così a determinate loro proprietà.

    Le misure effettuate dai test, per essere attendibili, devono rispondereai requisiti di obiettività e standardizzazione. Il primo requisito com-porta che la soggettività dell’esaminatore non deve interferire nel proces-so di valutazione e che, di conseguenza, sperimentatori diversi ottengono

    risultati uguali o molto simili sommini-strando un dato test in momenti separa-ti allo stesso soggetto. Il secondo aspetto,quello della standardizzazione, si riferiscealla conformità delle prove (la loro costru-zione, somministrazione e valutazione) acriteri omogenei e uniformi. Per fare unesempio concreto, un test standardizza-to consente di ottenere lo stesso risultatoalla misurazione delle abilità mentali di unbambino di 8 anni anche dopo un certo pe-riodo di tempo, in assenza, però, di eventiparticolari che possano aver modificato lefunzionalità dello stesso bambino.

    Quali sonoi test usati

    dagli psicologi?

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  • 27Lezione 2 - Come lavorano gli psicologi

    Inoltre un test deve essere adeguatamente sensibile, ossia capace di in-tercettare le differenze tra i soggetti rispetto alla caratteristica presa inconsiderazione, utilizzando un ventaglio di punteggi e di valutazioni cor-rispondenti sufficientemente diversificato.

    Quando si usaQuesto metodo è particolarmente utile perottenere informazioni in poco tempo. Perconoscere la struttura della personalità diun individuo, lo psicologo che usa i test ri-esce a raccogliere molti dati in tempi con-tenuti, disponendo di un vasto materialeinformativo che attraverso l’osservazioneo il colloquio clinico non avrebbe potutoottenere con la stessa rapidità.

    Cionondimeno, i test non possono sostituirsi al lavoro dello psicologoné possono essere considerati risolutivi di tutte le problematiche, tant’èche i dati emersi dal test di per sé non forniscono un quadro del soggetto,che è invece il frutto della rielaborazione e dell’interpretazione da partedello specialista. I test dunque vanno considerati strumenti conoscitivi icui risultati devono essere confrontati con quelli ottenuti con altri metodi.

    I tipi di testIn base al procedimento usato e alla funzione psichica si possono distin-guere vari tipi di test.

    Facendo riferimento al procedimento, possiamo classificare i test in:• test carta e matita, che consistono in prove pratiche attraverso disegni,

    questionari o inventari a cui il soggetto deve rispondere usando foglie matite; ne sono esempi il Minnesota Multiphatic Personality Inventory(MMPI2), il California Psychological Inventory (CBI), il Big Five Question-naire (BFQ), oppure Le Matrici Progressive di Raven;

    • test proiettivi, che sono situazioni o figure-stimolo che richiedono alsoggetto un’interpretazione personale a partire da determinati input in-definiti; ne sono un esempio le macchie di Rorschach oppure il TematicApperception Test (TAT) ( Focus Le “macchie” di Rorschach);

    • test di performance, che prevedono prestazioni cognitive o prove diabilità che il soggetto deve fornire per essere valutato rispetto a una opiù specifiche funzioni.

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  • 28 Unità 1 - Psicologia: che cosa studia e come

    Con riferimento alle funzioni psichiche che consentono di indagare, itest si distinguono in:• test di intelligenza, che valutano le abilità cognitive e prestazionali re-

    lative all’intelligenza e al rapporto tra età mentale o prestazionale edetà cronologica. Mediante questi test è possibile definire il quozientedi intelligenza (Q.I.) di un soggetto. Uno strumento diagnostico moltousato per determinare il Q.I. è la Wechsler Adult Intelligence Scale (WAIS),una scala che porta a due punteggi distinti (verbale e di performance)che determinano poi il punteggio totale;

    • test di personalità, strumenti articolati che si propongono di valutarela personalità di un soggetto, chiedendogli di esprimersi sui propri sin-tomi o sul comportamento che è solito tenere o terrebbe in determinatecircostanze. Questa rappresenta probabilmente la variabile psicologicacaratterizzata dal maggior grado di complessità, perché in essa s’intrec-ciano conoscenze, comportamenti, motivazioni, emozioni, sentimentiche, nel loro insieme, creano un ben definito pattern o struttura dipersonalità;

    • test di abilità specifiche, che si propongono di misurare le capacitàdegli individui in specifici e svariati ambiti, per esempio, il Test TPV– Percezione visiva e integrazione visuo-motoria, che è un test di abilitàdi visualizzazione spaziale, oppure i test di profitto che permettono divalutare il possesso e il livello di abilità o contenuti acquisiti in seguitoa un processo di apprendimento o formazione;

    • test attitudinali, realizzati dalla psicologia del lavoro, che sono ampia-mente utilizzati nella selezione del personale, per anticipare dati circala predisposizione e l’idoneità di un individuo a un’attività lavorativafutura per la quale non ha ancora ricevuto una formazione;

    • test neuropsicologici, che valutano le funzioni cognitive come la me-moria, le abilità visuo-spaziali, l’attenzione, il linguaggio, la capacità diastrazione e altro, quando si sospetta una condizione di disturbo provo-cata dall’invecchiamento o da un danno cerebrale.

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