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UNIONE EUROPEA Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l’Europa investe nelle zone rurali AAo Agricoltura Assessorato Agricoltura COMUNE DI FONTEGRECA COPERTINA FORESTE 2.indd 1 10/02/2014 9.54.04

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UNIONE EUROPEA

Fondo europeo agricolo

per lo sviluppo rurale:

l’Europa investe nelle zone rurali

AAo AgricolturaAssessorato Agricoltura

COMUNEDI

FONTEGRECA

L’ ARBORETO CLONALE DA SEME.IL FUTURO DELLA CIPRESSETA

DI FONTEGRECA

COPERTINA FORESTE 2.indd 1 10/02/2014 9.54.04

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Indice

Presentazione 3

Premessa 5

Storia della Cipresseta 7

Analisi della stazione «Bosco degli Zappini» 9

La Cipresseta e la ricerca 19

Arboreto clonale di cipresso per la produzione di seme d’elite 29

Attività svolte dal Corpo Forestale dello Stato - Ufficio per la Biodiversità nella Cipresseta e nell’Arboreto clonale da seme 37

Interventi futuri per la valorizzazione della cipresseta e dei prodotti dell’Arboreto da seme 42

Conclusioni 48

Normativa di riferimento 50

Allegato 1 - Le specie arboree ed arbusti presenti nel “Bosco degli Zappini” 52

Allegato 2 - Stato fitosanitario della Cipresseta 54

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Regione Campania - Assessorato AgricolturaDirezione Generale per le Politiche Agricole Alimentari e ForestaliUnità Operativa Dirigenziale «Foreste»

Coordinamento e indirizzo:Filippo DiascoFlora Della ValleDaniela Lombardo Salvatore Apuzzo

Redazione testi a cura di:Paolo Raddi Consiglio Nazionale Ricerche - Istituto per la Protezione delle Piante (Firenze)Roberto DantiConsiglio Nazionale Ricerche - Istituto per la Protezione delle Piante (Firenze)Antonio Zumbolo Corpo Forestale dello Stato - Ufficio Territoriale per la Biodiversità (Caserta) Antonio MontoroSindaco di FontegrecaMarco Fuscogià Responsabile Unità operativa Cypmed e MedcypreSalvatore Apuzzo Responsabile regionale «Materiali di Base e Arboreto da seme clonale di Fontegreca»

Foto di: Roberto PellaCorpo Forestale dello Stato - Ufficio Territoriale per la Biodiversità (Caserta)Roberto DantiConsiglio Nazionale Ricerche - Istituto per la Protezione delle Piante (Firenze)

Un ringraziamento particolare a Massimo Pieri, a Roberto Pella, a Vincenzo Di Lonardodell'IPP CNR e a tutti gli operai del Corpo forestale dello Stato e del Vivaio regionale diBaia e Latina che hanno curato l’allestimento dell’ Arboreto da seme di Fontegreca e diBaia e Latina.

Copertinaa cura di Francesco Basile

StampaLa stampa è stata realizzata nell’ambito delle attività di informazione previste dalla misura 111 delPSR Campania 2007/2013

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Presentazione

L'Assessore all'Agricoltura della Regione Campania, per soddisfare lacrescente richiesta di materiale di propagazione forestale autoctono “cer-tificato”, dovuta ai nuovi indirizzi della Politica Agricola Comunitaria, harealizzato un progetto teso ad individuare e iscrivere nel Libro Regionaledei Materiali di Base (LRMB), così come previsto dalla Direttiva1999/105/CE e del Decreto legislativo 386/2003, Materiali di base (Boschida seme) idonei alla raccolta di Materiali di propagazione delle più impor-tanti specie forestali autoctone campane, nonché, arrivare alla realizza-zione di una rete di Arboreti da seme.

Con il progetto “Produzioni vivaistiche forestali nelle strutture regionali– Individuazione di Materiali di Base” sono state poste le basi per la ricercae sperimentazione nel settore delle risorse genetiche forestali in Campa-nia. L’individuazione e caratterizzazione dei diversi boschi candidati, haportato, in primo luogo, all’iscrizione” nel Libro Regionale dei Materiali diBase di diversi boschi da seme tra cui la cipresseta sita nel Comune diFontegreca, meglio nota come “Bosco degli Zappini”, realtà unica in Italiaper la sua naturalità, estensione, rinnovazione naturale e vitalità.

Il Bosco degli Zappini, è stato oggetto di studi in diversi progetti europeiche hanno portato alla conclusione che, sui 70 ettari di cui è costituito, nonsono presenti piante colpite da cancro del cipresso, malattia ormai pre-sente in Italia, Grecia, Spagna, Francia, Portogallo e nei paesi dellasponda meridionale del mediterraneo. L’area su cui si estende la cipres-seta è stata classificata Riserva Naturale Biogenetica (RNB), Riserva Na-turale Orientata (RNO) ed infine inserita nel SIC 13 Matese-Casertano.

Per preservare questa importante realtà, questo Assessorato ha ela-borato il progetto “Conservazione e valorizzazione del Bosco degli Zappinidel Comune di Fontegreca – Costituzione di un arboreto da seme clonaleex D.Lvo 386/2003”, che ha visto la partecipazione di diversi Enti tra cui ilComune di Fontegreca gestore della Cipresseta, il Corpo forestale delloStato – Ufficio Territoriale della Biodiversità già impegnato nella tutela econservazione della Cipresseta, il Consiglio Nazionale delle Ricerche -Istituto per la Protezione delle Piante che ha messo a disposizione le se-lezioni scelte in cipresseta per costituire l’arboreto, ed altri enti, tra i qualila Comunità Montana del Matese e l’Ente Parco del Matese.

L’obiettivo principale del progetto è la costituzione del primo arboreto

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da seme realizzato in Campania e non solo, ed è il coronamento di un’at-tività iniziata cinque anni or sono dall’assessorato regionale all’agricolturacon il primo progetto per l’individuazione e la selezione dei Materiali dibase ai sensi della Direttiva 1999/105/CE e del D.Lvo 386/2003 “Attua-zione della direttiva 1999/105/CE relativa alla commercializzazione deimateriali forestali di moltiplicazione”.

On. Daniela NugnesAssessore all'Agricoltura della Regione Campania

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Premessa

“È una bella selva solo di alti, e folti cipressi…alberi sì grossi e grandida’ quali non poca utilità e comodità si cava, poiché vi si tagliano legni fuordi modo lunghi, larghi ed odoriferi.” Così descrive il “Bosco degli Zappini”di Fontegreca Gian Vincenzo Ciarlante, arciprete della cattedrale di Iser-nia, nell’opera “Memoria historica del Sannio” del 1644, mentre le primenotizie storiche sul sito risalgono addirittura al 1506. Il Bosco degli Zappinidunque ieri, oggi e domani…

L’importanza è dovuta al fatto che siamo di fronte a una formazioneassai interessante perché rappresenta l’unico esempio in Italia di un boscocostituito esclusivamente da individui della varietà “horizontalis”. La cipres-seta presenta molteplici peculiarità di elevato interesse scientifico. Ed èper queste sue caratteristiche che è stato possibile inserire, come argo-mento di interesse scientifico e pratico, lo studio del Bosco degli Zappiniin due progetti comunitari Interreg III B Medocc (Cypmed) “Les cyprès etleur polyvalence dans la réhabilitation de l’environnement et du paysageméditerranéen”(2000-2004); Interreg III C Medocc (Medcypre) “Utilisationdu cyprès dans la sauvegarde de l’économie rurale, de l’environnementet du paysage méditerranéen: prévention et gestion des risques natu-rels”(2004-2007). I risultati raggiunti con questi finanziamenti provenientidall’Unione Europea, hanno permesso al Bosco degli Zappini di riceverela connotazione di un bosco di pregio, autentico gioiello di inestimabile va-lore naturalistico del Parco Regionale del Matese. Una cipresseta “natu-ralizzata” per la sua origine e stabilità nei secoli, perché è costituita da solicipressi di tipo orizzontale, come quelli presenti nelle aree naturali in Gre-cia ed in Turchia, perché ha una rinnovazione consistente negli anni. Pertutte queste peculiari caratteristiche il cipresso di Fontegreca sta rive-stendo e suscitando un grande interesse scientifico, economico e sociale.Il risultato più eclatante e di valenza economica indiscussa è l’iscrizionenel luglio 2007 del Bosco degli Zappini nel Libro Regionale dei Materiali diBase (LRMB) (Decreto Dirigenziale n. 167 dell’ 11/07/2007 della RegioneCampania). Il raggiungimento di questo obiettivo, ha permesso di forma-lizzare una convenzione tra Comune di Fontegreca, Corpo forestale delloStato - Ufficio di Biodiversità di Caserta e Regione Campania per concre-tizzare quanto previsto nel richiamato decreto dirigenziale e cioè: selezionedelle Piante Madri superiori, costituzione di un arboreto clonale per la pro-

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duzione di seme, con annessa struttura per la raccolta e preparazione diseme da Piante madri “plus” e di un vivaio per la produzione di piantine dicipresso di origine “certificata e rintracciabile” per tutto il territorio nazio-nale, gestione diretta del Bosco degli Zappini con personale qualificato,apertura dell’infopoint del Parco regionale del Matese.

Il “Bosco degli Zappini” dunque è un raro ed unico esempio di cipres-seta in Italia meridionale per le sue caratteristiche botanico-selvicolturali.Crediamo doveroso il suo pieno recupero economico, sociale e naturali-stico basato su un’indagine scientifica e su una programmazione di inter-venti mirati per incrementare le conoscenze tecnico-scientifiche e storichesulla cipresseta al fine di garantire una “razionale” conservazione delladiversità genetica e per inserirla in un circuito turistico-scientifico.

La sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei visitatori sul valorescientifico ed economico della cipresseta garantisce un miglior monitorag-gio del territorio, ne aumenta la vivibilità e la sicurezza, ne favorisce il con-trollo sanitario e ne riduce il rischio di incendi e disastri e quindi garantisceun miglior controllo del territorio. Questo “insieme” rappresenta un obiettivostrategico per l’affermazione di un positivo rapporto con la natura, che uni-tamente al rispetto delle tradizioni, della cultura, della storia, della correttautilizzazione delle risorse socio-economiche, può tradursi in quello svi-luppo durevole da tutti auspicato.

Il Bosco degli Zappini: la comunità di Fontegreca si è prodigata ieri, stalavorando oggi e guarda al domani con l’arboreto clonale.

Antonio Montoro Marco FuscoSindaco del Comune di Fontegreca Già responsabile Unità operativa

Cypmed e Medcypre

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Storia della Cipresseta

In provincia di Caserta, alle falde del Matese, è localizzato un bosco dicipressi (Cupressus sempervirens) di notevole interesse naturalistico perle sue dimensioni (circa 70 ettari) e per la presenza esclusiva di cipressidi tipo “orizzontale” (rami inseriti perpendicolarmente al tronco) come siverifica nelle aree naturali del cipresso in Grecia ed in Turchia.

Al fine di accertare le origini della Cipresseta, diverse ricerche sonostate effettuate in ambiti circostanti presso gli archivi di comuni, chiese,le sedi del Corpo Forestale dello Stato, enti pubblici vari, ma sempre conesito negativo (Di Fusco N.P.,2001). Anche se non sono stati riscontratireperimenti storici su tale formazione, è plausibile affermare che la Cipres-seta in questione non sembra essere di origine spontanea a causa dellacircoscritta e ridotta superficie da essa attualmente occupata.

Un’ipotesi possibile vista l’architettura dei cipressi è che la Cipresseta siaun’area residua di un vasto popolamento che in tempi geologici occupavaun areale naturale dalla Turchia e Grecia fino all’Italia. Questa ipotesi inte-ressante dovrà essere verificata con studi sulla variabilità ed affinità geneticatra questa popolazione di Fontegreca e quelle naturali greche e turche.

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La più antica testimonianza documentata che attesta la Cipresseta diFontegreca è del 1506 (Usi civici di Fontegreca, ASC), dove viene speci-ficato che la Cipresseta non ha qualità difensive (terreno di solito recintatoda privati e non soggetto ad usi civici).

Altra citazione che evidenzia la peculiarità del Bosco degli Zappini èquella scritta nel 1644 da GianVincenzo Ciarlante, arciprete della catte-drale di Isernia, nell’opera “Memoria historica del Sannio”. L’arciprete scri-veva “nella terra di Fossaceca (precedente nome del Comune diFontegreca) è una bella selva solo d’alti e folti cipressi si grossi e grandida’ quali non poca utilità e comodità si cava, poiché si tagliano legni fuordi modo lunghi, larghi e odorosi”.

Ciarlante con poche parole aveva bene sintetizzato con precisione giàquattro secoli fa il valore economico ed ecologico del cipresso di questa zona.

Sull’origine di questa Cipresseta vi sono varie ipotesi e leggende. Lapiù antica leggenda parla di piante sacre poste, come era usanza deigreci e dei romani, ad ombreggiare le numerose sorgenti presenti in que-sto territorio.

Questa ipotesi potrebbe essere avvalorata dal nome del Comune “Fon-tegreca” con impianto di cipressi intorno alla fonte come tradizione greca,

La cipresseta di Fontegreca è strettamente legala alla chiesa di Santa Maria detta per l'ap-punto dei Cipressi, dove è custodita l'immagine della Madonna dei Cipressi che fu rinve-nuta, come vuole la leggenda, in una grotta, posta in luogo inaccessibile, nel bel mezzodella cipresseta.

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ma questo nome “Fontegreca” è stato dato al Comune solo negli anni ’30in sostituzione del nome Fossaceca, come indicato da Ciarlante.

Un’altra ipotesi è quella della lenta diffusione del cipresso verso sud delMonte Cervaro avvenuta nei secoli e favorita dalle particolari condizionipedologiche ed ambientali del territorio di Fontegreca e dalla gestione con-servativa del bosco da parte della proprietà e della cittadinanza.

Come credenza si ritiene che il nucleo originario della Cipresseta fossesituato intorno al vecchio cimitero di Fontegreca nei pressi del Santuariodella Madonna dei Cipressi. La diffusione ad andamento centrifugo irre-golare è reso evidente dalla presenza di alberi di cipresso d’età scalare, amano a mano che ci si allontana dal nucleo di origine.

Da informazioni assunte in loco e nel circondario matesino non risultache siano stati effettuati impianti artificiali di cipresso comune all’internodella Cipresseta. Fiorucci (2000) riferisce che nel 1950 si interessò dellaCipresseta per porre fine all’usanza dei locali di praticare forti spalcaturefino a far rimanere sulla cima del cipresso solo un piccolo pennacchio. Irami servivano allora sia per l’alimentazione del bestiame che per estrarrel’essenza (Oleum cupressi).

Lo stesso Fiorucci negli anni 60 si adoprò per fare inserire il Bosco degliZappini nel Libro Nazionale dei Boschi da Seme (LNBS) però senza suc-cesso. La Cipresseta è in continua anche se lenta espansione e si è diffusaanche nei territori limitrofi.

Analisi della stazione “Bosco degli Zappini”

Lo studio della stazione indicata come “ Bosco degli Zappini” (Comunedi Fontegreca, provincia di Caserta) vuole rappresentare un ulteriore ap-profondimento di questa interessante fitocenosi e vuole costituire la baseper nuove ricerche.

Si intende porre in evidenza le condizioni climatiche e pedologiche dellastazione, che influenzano l’insediamento e la sopravvivenza del cipressoe la sua crescita, oltre a determinarne la struttura e la dinamicità del po-polamento.

L’esame della stazione prende anche in considerazione le capacità dirinnovazione naturale del popolamento, la forma della chioma dominantedei cipressi nella stazione (tutti i cipressi appartengono al Cupressus sem-pervirens var. horizontalis), la presenza di sottobosco e di specie arboree,arbustive ed erbacee nella cipresseta.

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Localizzazione

Il fiume Sava, affluente di sinistra del Volturno, dopo un percorso sotter-raneo di oltre due chilometri, riappare in località Vallone San Pietro in unagola scavata fra grandi dirupi di natura calcarea e con versanti assai ripidi.

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Il dirupo di destra è chiamato Monte dei Cipressi e si presenta ricopertoda bosco misto. Dai 400 m s.l.m. in giù il cipresso è sempre più frequentee gradualmente arriva a costituire un bosco disetaneo, cioè costituito dapiante di diversa età a causa dell’annuale rinnovazione naturale.

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Sulla sponda sinistra sul lato occidentale da alcuni decenni si sta ri-scontrando una diffusione costante di cipressi, del tutto assenti negli anniaddietro (Di Fusco, 2001). Per questi motivi nel versante di sinistra il po-polamento di cipressi ha una densità inferiore a quella sulla sponda destra,ma in ottime condizioni vegetative.

Al nucleo centrale della cipresseta (circa 40 ettari) si deve aggiungereuna zona di transizione di circa 75 ettari. Nell’ultimo cinquantennio il ci-presso si sta diffondendo, anche se lentamente, lungo la Valle delle Con-che, situata ad occidente del Monte dei Cipressi, per le favorevolicondizioni del terreno e del microclima.

Anche se con qualche difficoltà il cipresso sta penetrando negli ex col-tivi abbandonati dall’agricoltura ed adiacenti alla Cipresseta. La diffu-sione del cipresso in questa zona è anche dovuta all’assenza di disturbiantropici. La cipresseta appartiene sia a proprietari privati che ad istitu-zioni pubbliche.Il Corpo forestale dello Stato UTB di Caserta ha presentato un progettonell'ambito del Life+Nature per la salvaguardia e valorizzazione del boscodegli Zappini.

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Caratteri ecologici

Clima

Il clima del territorio del Comune di Fontegreca è caratterizzato da in-verni miti e estati tendenzialmente calde (temperatura media mensile deimesi estivi oscilla da 25 a 30°C), con piogge abbondanti estive (150 mm).La piovosità media annua è di circa 1350 mm, con forti oscillazioni annuali(da 960 a 2100 mm). La piovosità mensile massima si registra nel periodoNovembre-Dicembre (circa 200 mm), mentre a Gennaio-Febbraio si aggirasui 150 mm. Nel periodo estivo le precipitazioni diminuiscono sensibilmente(60 mm a Giugno, 40 mm a Luglio e 60mm ad Agosto), ma queste pioggerisultano sufficienti per garantire un buon accrescimento estivo del cipresso.

Dalle osservazioni sulla vegetazione spontanea della Cipresseta, pos-siamo affermare che il Bosco degli Zappini si trova lungo una fascia di tran-sizione tra il limite superiore della zona del Lauretum freddo (Lauretumfascia fitoclimatica basale, più calda, caratterizzata dalla presenza dell’alloroe di altre specie mediterranee) e la soprastante zona del Castanetum caldo(Castanetum fascia fitoclimatica intermedia situata al di sopra del Lauretum)con piogge estive. L’analisi dei dati climatici, che mettono in evidenza unlungo periodo umido ed un’estate con piogge, indicano che l’ambiente dellaCipresseta è quello classico di transizione tra l’area mediterranea delle scle-rofille sempreverdi e quella propria delle latifoglie decidue.

Esposizione, geologia e litologia

Il Bosco degli Zappini è situato sulla Montagna dei Cipressi tra 330 edi 650 m s.l.m. La stazione ha pendenze medie rilevanti con oscillazioni dal35 al 100%. Queste ultime si incontrano soprattutto sui versanti solcati dalfiume Sava. Le esposizioni prevalenti della cipresseta sono quelle sud esud-est, mentre sul versante di sinistra della Sava sono ad ovest.

Dal punto di vista geologico è opportuno ricordare che la dorsale Fon-tegreca-Capriati è costituita da dolomie (rocce calcaree costituite da uncarbonato doppio di calcio e di magnesio), cristalline biancastre, da calcaridolomitici e da dolomie contenenti fossili. Queste rocce sono attribuite al-l’era del Triassico. Lo spessore dolomitico è considerevole e dell’ordine di400-500 m. Su questo complesso poggiano rocce conglomerate del Cre-taceo superiore. Il profilo termina con terreni miocenici. In conclusione, ilterritorio della cipresseta, più profondo e sviluppato dove la densità dei ci-

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pressi è maggiore, ha una matrice calcarea e può essere ascrivibile al tipo“terra rossa”.

La vegetazione boschiva è meno frequente sul suolo biancastro, piùsuperficiale e roccioso, povero di humus e sovente soggetto a dilavamentocon conseguente affioramento della sottostante matrice rocciosa.

Vegetazione

La cipresseta di Fontegreca è un bosco disetaneo, in parte puro ed inparte misto con altre specie. La cipresseta è costituita da piante di diversaetà, fatto questo che indica una buona rinnovazione annuale. La presenzadi cipressi di diverse dimensioni è una caratteristica costante in tutta la ci-presseta indipendentemente dal fatto che il cipresso vegeti su terreno su-perficiale e roccioso oppure sui terreni fertili lungo il Sava.

Come già detto, il Bosco degli Zappini può essere suddiviso in cipres-seta pura ed in cipresseta mista:• Cipresseta pura

In questa stazione la densità dei cipressi è molto elevata (fino a 4000cipressi ad ettaro) e ciò limita, insieme al suolo tendenzialmente super-ficiale, lo sviluppo di altre specie arboree ed arbustive.

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La rinnovazione naturale del cipresso è abbondante, costante neglianni, e con apprezzabili ritmi di crescita delle giovani piantine.Tutti i cipressi nella cipresseta appartengono al Cupressus sempervi-rens var. horizontalis con rami disposti perpendicolarmente al tronco,lunghi ed in genere di diametro ridotto. Questi cipressi di tipo orizzontalesono particolarmente adatti per la costituzione di impianti per la produ-zione di legname di pregio.

• Cipresseta mistaIn questa situazione al cipresso sempre di tipo orizzontale si associanospecie arboree ed arbustive. Queste specie associate sono più frequenti lungo il corso del Sava, chemitiga l’effetto dell’aridità estiva e favorisce la formazione di terreni al-luvionali fertili. In questa striscia di superficie boschiva tra l’alveo delfiume e le scoscese scarpate sono reperibili numerose specie erbacee,arbustive ed arboree.L’elenco e la loro illustrazione sono riportate nell’Allegato 1 e citate nelcapitolo “La cipresseta e la ricerca”.Dall’esame della composizione floristica associata alla cipresseta risultaun’abbondante presenza di specie di provenienza orientale, di latifogliedi origine sud-europea e di sclerofille mediterranee.

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Struttura del popolamento

De Rosa (1998) dalle osservazioni in bosco e dall’analisi della curva didistribuzione dei diametri afferma che in presenza di una cipresseta dise-tanea prevalgono le piante con tronco di medie o grandi dimensioni (mediadel diametro del tronco da 12 a 22 cm, piante alte oltre 22 m).

La struttura del popolamento è di tipo “verticale”. Possiamo ritenere chei cipressi siano distribuiti in tre strati di vegetazione:• superiore: è presente solo il cipresso;• intermedio: insieme al cipresso sono presenti matricine di roverella, pol-

loni di carpino orientale, leccio e carpino nero;• inferiore: insieme al cipresso si trova il ceduo misto.

Come già indicato, tutti i cipressi del Bosco degli Zappini presentanoun’architettura di tipo orizzontale, i giovani cipressi, spesso oppressi e so-vrastati, sono esili e slanciati. All’interno della stazione sono presenti gruppidi cipressi che crescono spesso sotto la chioma di cipressi adulti o nelloloro immediate vicinanze. Questi cipressi presentano una consanguineitàassai elevata tra loro, risultando mezzi-fratelli con la pianta madre in co-mune.

Può anche verificarsi intorno alla ceppaia un assembramento di giovanipiantine, perché i semi caduti dalla pianta madre e quelli trasportati dal-l’acqua delle piogge hanno trovato condizioni particolarmente favorevoliper la germinazione e crescita del semenzale.

Rinnovazione naturale

La rinnovazione naturale del cipresso nel Bosco degli Zappini è ab-bondante e costante negli anni.

Naturalmente, la rinnovazione dipende da vari fattori ambientali e daparticolari situazioni pedologiche. Infatti, la rinnovazione naturale è più ab-bondante nelle scarpate sassose, sui muri a secco, lungo i sentieri, neiluoghi aperti e soprattutto dove il terreno è mosso per qualsiasi ragione.La rinnovazione è scarsamente ostacolata dall’ombreggiamento dei ci-pressi ed addirittura vi è una marcata tendenza da parte dei semenzali acrescere in prossimità del tronco di questi cipressi adulti.

Un effetto negativo sulla rinnovazione del cipresso è dato invece dal-l’ombreggiamento delle latifoglie e dalla presenza di specie erbacee, men-tre il muschio non rappresenta un ostacolo per la rinnovazione.

Nella cipresseta pura, secondo De Rosa, si assiste ad un’abbondan-

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tissima rinnovazione in terreni fertili, infatti si contano oltre 17 mila piantinead ettaro.

In conclusione si può ritenere la cipresseta di Fontegreca una forma-zione ormai “naturalizzata” con un origine non ancora ben definita ma si-curamente assai remota nei secoli. Aspetti rilevanti e caratterizzanti lacipresseta sono: la dominanza totale della forma della chioma di tipo “oriz-zontale” e la rinnovazione naturale abbondante con semenzali sempre ecomunque con chioma di tipo “orizzontale”.

Inoltre, nel Bosco degli Zappini non sono stati reperiti cipressi affettida cancro del cipresso da Seiridium cardinale, malattia endemica nel ba-cino mediterraneo, mentre gli attacchi di insetti sono risultati presenti manon significativi.

L’apprezzamento per il cipresso da parte delle popolazioni del Mateseè dato dal fatto che questa specie è stata impiegata per vari usi costi-tuendo una fonte di reddito ed una valorizzazione ecologica dell’ambiente.

Recentemente (2007) la Regione Campania ha iscritto il Bosco degliZappini nel Libro Regionale dei Materiali di Base (LRMB) ed ha finanziatola costituzione di un Arboreto Clonale nel Comune di Fontegreca per laproduzione di seme d’élite di cipresso. L’Arboreto Clonale è stato già rea-lizzato nel 2010 con cloni di cipresso scelti in cipresseta e selezionati perla loro resistenza al cancro e per i loro ritmi di crescita.

E’ opportuno ricordare che sarà possibile produrre un seme d’élite, se-lezionato e tracciabile solo con una serie di ulteriori indagini sulla produ-zione quantitativa di seme, sulla presenza di semi pieni per pianta madree sulla loro relativa germinabilità, sull’incidenza di semi ottenuti per auto-fecondazione e di quelli derivati da polline esterni ai cloni presenti nell’Ar-boreto.

In conclusione, il lavoro di conservazione e valorizzazione del Boscodegli Zappini e dell’Arboreto Clonale non è affatto terminato.

È opportuno, fin da ora, programmare una serie di interventi tecnici escientifici per garantire un futuro ecologico alla cipresseta a livello inter-nazionale e nello stesso tempo per creare nuove opportunità di lavoro edi reddito alla popolazione del comprensorio del Matese.

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La Cipresseta e la ricerca

Come già descritto, la Cipresseta di Fontegreca ha una storia antica,mostra un perfetto adattamento alle condizioni pedoclimatiche della sta-zione con un’abbondante rinnovazione naturale, è costituita da circa140.000 cipressi su 70 ettari tutti con una forma della chioma di tipo “oriz-zontale”, come avviene esclusivamente nelle aree naturali greche e turche,non è stata rilevata la presenza di attacchi da Seiridium cardinale mentrei danni da insetti sono presenti ma trascurabili.

Dal 1999 ad oggi è stata costante l’iniziativa di istituzioni territoriali escientifiche prima italiane ed in seguito anche europee per fare emergerel’importanza naturalistica del Bosco degli Zappini in Europa. Sempre nel1999 fu stilata una convenzione tra il Comune di Fontegreca e l’Istituto perla Protezione delle Piante del CNR, che prevedeva soprattutto la realiz-zazione dell’inventario di tutti i cipressi per definire il loro stato sanitario.

In modo inatteso nessunapianta è risultata essere attac-cata dal cancro del cipresso.Questo risultato è veramentestraordinario perché il cancrodel cipresso è endemico e stadevastando le cipressete, gliimpianti forestali artificiali e lefasce frangivento in tutti i paesimediterranei con danni econo-mici ed ambientali ingenti.

Poiché questa malattia è giàpresente nel circondario di Fon-tegreca sui cipressi colonnari(Cupressus sempervirens var.pyramidalis) introdotti nel terri-torio del Comune e del ParcoRegionale del Matese per scopiornamentali, vi è il reale peri-colo di una penetrazione del

patogeno nella Cipresseta con danni consistenti alla vegetazione ed indi-retti sulla protezione del suolo dall’erosione.

Per scongiurare eventuali danni, la ricerca si è preoccupata delle pos-sibili minacce, che possono mettere in crisi la Cipresseta ed in collabora-

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zione con istituzioni locali e regionali é stata messa a punto una serie diiniziative riguardanti soprattutto:A. Monitoraggio ambientale;B. Valorizzazione della Cipresseta negli aspetti scientifici, socio-eco-

nomici e naturalistici.

A. Monitoraggio ambientaleNel 1999 l’IPP in collaborazione con il CFS UTB e la Comunità Montanadel Matese ha iniziato un inventario dell’esistente.

A.1 Stato fitosanitario della CipressetaPer quanto riguarda i cipressi del Bosco degli Zappini è stato effettuato ilcontrollo dello stato sanitario per monitorare l’attacco di patogeni ed insetti.La più devastante malattia, causata da Seiridium cardinale, del cipressoè risultata assente per i cipressi presi in esame. Relativamente agli attacchida insetti, è insignificante la presenza dell’afide del cipresso (Cinara cu-pressi)mentre è più significativo l’attacco del coleottero del cipresso (Phlo-eosinus aubei). I coni del cipresso sono stati controllati a campione peralmeno due motivi: sia perché la produzione di coni viene ridotta anche inmodo drastico da attacchi di tortricidi ed acari, da calcididi ed in modo mi-nore da altri insetti, sia perché alcuni di questi insetti sono responsabilidella diffusione del cancro aumentando la quantità di inoculo del patogeno.Nella Cipresseta è stata notata, oltre a quella frequente di Ph.aubei, lapresenza sui coni di Orsillus spp.L’osservazione che negli impianti artificiali di cipressi ornamentali del cir-condario di Fontegreca è presente il cancro del cipresso e che sia nellaCipresseta che ai margini della stessa vi sono cipressi di specie esotichespesso suscettibili al cancro, vi è un reale pericolo che il patogeno possavenire a contatto con i cipressi della Cipresseta. Per questo motivo è statodeciso di studiare il livello di resistenza della popolazione e dei singoli ci-pressi. Nel frattempo sono stati tenuti a Fontegreca due corsi di formazioneper addestrare il personale tecnico al riconoscimento dei parassiti più pe-ricolosi per il cipresso e di possibile introduzione nella Cipresseta.A questo proposito, nell’Allegato 2 di questo volume viene riportato lo statofitosanitario della Cipresseta e vengono descritti brevemente, ma in modoesaustivo, i parassiti che potrebbero danneggiare la stessa.

A.2 Specie arboree ed arbustive associate alla CipressetaIl Bosco degli Zappini è costituito da cipressi disetanei in parte in purezza

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ed in parte associato con altre specie arboree ed arbustive. La presenzadi piante disetanee nei 70 ettari è indice di una buona rinnovazione neglianni e su tutti i tipi di terreno della Cipresseta.

A.2.1 Cipresseta a prevalenza di cipressiIn questa situazione la densità dei cipressi è molto elevata (3000-4000 ci-pressi ad ettaro) e limita o impedisce lo sviluppo di altre specie arboreeed arbustive. La rinnovazione naturale del cipresso è abbondante ed i se-menzali presentano nei terreni migliori buoni ritmi di crescita. I cipressihanno tutti una chioma di tipo “orizzontale” e questa particolare caratteri-stica è garanzia di una buona produzione di legno di pregio.

A.2.2 Cipresseta mistaIn queste stazioni il cipresso è associato con specie di latifoglie mesoter-mofile:

Carpinella Carpinus orientalisRoverella Quercus pubescensOrniello Fraxinus ornusCarpino nero Ostrya carpinifoliaLeccio Quercus ilexCerro Quercus cerris

Salice Salix sppPioppo bianco Populus albaFico Ficus caricaGelso bianco Morus albaOlmo campestre Ulmus minorAcero campestre Acer campestreAcero trilobo Acer monspessulanumAcero napoletano Acer opalus var. obtusatumOlivo Olea europeaOntano napoletano Alnus cordata

Lungo il fiume Sava su terreno alluvionale e più fertile si assiste ad una mag-gior presenza di specie associate, che arricchiscono il valore naturalisticodella Cipresseta aumentando considerevolmente la diversità genetica.Oltre alle specie arboree su indicate, sono segnalate anche le seguenti:

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Come è stato messo in evidenza da Fiorucci alcune di queste specie sonodi origine artificiale o subspontanea oppure subnaturale diffuse spesso perdisseminazione dalle piante introdotte dall’uomo.Le specie associate di arbusti più frequenti nella Cipresseta possono es-sere considerate le seguenti:

A.2.3. Gli “inquinanti verdi” presenti in CipressetaSono state indicate in un inventario tutte le specie non autoctone, perchéè essenziale e fondamentale conoscere la presenza in Cipresseta di spe-cie di cipresso aliene compresa quella di Cupressus sempervirens var.pyramidalis. Il Comune di Fontegreca nell’ambito del progetto Interreg. IIIBMedOcc CypMed su sollecitazione dell’IPP commissionò all’agronomo DeBenedictis un rilievo capillare per segnalare soprattutto la presenza di Cu-pressus arizonica e Cupressus glabra ed esemplari di cipresso colonnaresul territorio della Cipresseta e di quelli limitrofi.I cipressi “esotici” devono essere eliminati immediatamente dalla Cipres-seta per non avere un inquinamento genetico, ovvero per impedire even-tuali contaminazioni della popolazione di cipressi di Fontegreca con pollineproveniente da queste piante “aliene” o da cipressi colonnari.

B. Valorizzazione della Cipresseta negli aspetti scientifici, socio-eco-nomici e naturalistici

B.1. Valutazione del livello di resistenza al cancro dei cipressi del Boscodegli ZappiniNella visita compiuta nel 1999 dal personale di ricerca dell’IPP è emerso,come già indicato precedentemente, che nessun cipresso risultava pre-sentare i sintomi del cancro causati da S.cardinale, malattia ormai ende-mica in tutti i paesi mediterranei.Le ipotesi,che possono spiegare l’assenza della malattia nella Cipresseta,sono tre:• la prima: i cipressi di Fontegreca possiedono una resistenza di base

(detta “di campo”) al cancro molto elevata;

Erba cornetta Coronilla emerusGinepro rosso Juniperus oxycedrusCisto Cistus incanusElicriso Melichrysum italicumGinestra odorosa Spartium junceum

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• la seconda: le condizioni pedoclimatiche della stazione sono tali da ren-dere difficile l’insediamento del patogeno e comunque impedire ognipossibile sviluppo della malattia;

• la terza: il S.cardinale, agente della malattia, non è ancora arrivato inCipresseta a contatto con i cipressi.

Il lavoro di ricerca per verificare queste tre ipotesi è stato particolarmentecomplesso, lungo ed oneroso, ma è fondamentale conoscere il livello di re-sistenza al cancro della popolazione di cipressi a Fontegreca. La ricerca intal senso è iniziata nel 1999, finanziata dall’IPP e dal Comune di Fonte-greca, che con una convenzione con l’IPP si è assunto l’onere di coprire lespese relative alla permanenza a Fontegreca del personale IPP. A dicembre1999 sono state scelte “random” 120 cipressi adulti seguendo le normeIUFRO (distanza tra le piante scelte almeno di 100 m per evitare cipressi“imparentati” tra loro, perché a causa della consistente rinnovazione natu-rale le piante intorno al cipresso adulto possono essere pieni fratelli o mezzifratelli). Da questi 120 cipressi sono state prelevate dalla parte più alta dellachioma 30 marze sufficienti per innestare in vivaio 24 semenzali ed averecirca 15 piante innestate per candidato. Dai cipressi che avevano ancheconi, questi sono stati raccolti e una volta aperti ne sono stati raccolti i semi.Le marze sono state innestate a dicembre 1999-gennaio 2000 a Pistoia,mentre i semi sono stati seminati a Maggio 2000 nelle serre sperimentalidell’IPP. Il lavoro di campionamento di cipressi è continuato nel dicembredel 2000 selezionando 80 candidati e nel dicembre del 2001 altri 50.Le piante innestate dopo 10 mesi dall’innesto venivano travasate in vasettidi 18 cm e dopo un anno di accrescimento in vivaio: 5 piante innestate percandidato sono state messe a dimora a Roselle (Grosseto) ed altre 5 aCannara (Perugia). I semenzali 2-0, derivati da 140 piante madri, sono statipiantati sempre nelle 2 località: 10 semenzali per candidato e per località.Dopo tre anni dall’impianto le 2500 piante innestate ed i 2800 semenzalisono stati inoculati artificialmente con micelio di S. cardinale dove il diame-tro del tronco raggiungeva la dimensione di 1 cm e sempre ad esposizionenord. È stato rilevato l’attecchimento dell’infezione e nel caso positivo laprogressione dell’infezione è stata seguita con due rilievi ogni anno. I rilievi ottenuti dalle infezioni artificiali con micelio del patogeno eliminanocon certezza l’ipotesi che il popolamento dei cipressi di Fontegreca pos-sieda un‘elevata resistenza di base al cancro. Infatti dalla prova di inocu-lazione delle 5 piante innestate per ognuno dei 250 candidati sia a Roselleche a Cannara è risultato che:

210 candidati sono suscettibili all’infezione 84,0%

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33 candidati presentano un comportamento intermedio 13,2%2 candidati resistenti al cancro 0,8%5 candidati non classificabili 2,0%

Ulteriori letture negli anni hanno messo in evidenza un leggero sposta-mento di alcuni candidati da intermedi a resistenti. Questi dati sono indi-cativi per dimostrare che il popolamento di Fontegreca presenta unapercentuale di candidati suscettibili al cancro, intermedi e resistenti deltutto simile a quella da noi riscontrata in altri popolamenti italiani, francesie greci (rispettivamente 85% suscettibili, 14% intermedi e 1% resistenti).Le prove di inoculazione di 20 semenzali per Pianta Madre hanno dato ri-sultati di più difficile interpretazione ed inficiati dal fatto che i semenzali ot-tenuti da seme prelevato su piante madri resistenti al cancro possonoderivare da polline proveniente da piante suscettibili al cancro che sonogeneralmente di gran lunga più numerose di quelle resistenti o interme-die. Questo ultimo fatto può alterare il giudizio sul livello di suscettibilità alcancro delle 140 piante madri considerate. Come consiglio è sempre op-portuno raccogliere i coni da piante madri resistenti al cancro anche se ot-tenuti per libera impollinazione. Occorre però tener presente che lapercentuale di semenzali resistenti al cancro ottenuti per libera impollina-zione da candidati resistenti è sempre notevolmente inferiore a quella disemenzali derivati da incroci intraspecifici controllati tra due candidati re-sistenti al cancro, che oscilla intorno al 17% di semenzali resistenti.Il risultato ottenuto dall’infezione artificiale indirizza sempre più verso lacostituzione di un Arboreto Clonale per la produzione di seme costituitoda candidati, quando possibile, che siano tutti resistenti al cancro e concaratteristiche morfofisiologiche “plus”.Inoltre, i risultati dell’infezione artificiale dei cipressi innestati sembranoconfermare l’ipotesi 3, secondo la quale il S.cardinale non sarebbe ancoragiunto a contatto con i cipressi del Bosco degli Zappini, mentre l’ipotesi 2,che prevede che l’insediamento e la progressione nei tessuti del patogenosiano ostacolate ed impedite dalle condizioni pedologiche e climatichedella stazione, è difficile da verificare, perché per una verifica seria occor-rerebbe introdurre l’inoculo del patogeno con infezioni artificiali di giovanipiante nella Cipresseta stessa.Per una valutazione scientifica della Cipresseta, è importante conoscere,oltre al livello di resistenza al cancro dei singoli candidati, come ognuno diquesti riesca a trasmettere alle discendenze caratteri come la resistenzaal cancro, l’adattabilità a certi ambienti, i ritmi di accrescimento, l’architet-

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tura e colore della chioma, la produzione di polline e di coni, e la tolleranzaa fattori esterni. Queste indagini genetiche possono essere condotte solocon incroci intraspecifici controllati ed impiegando idonei modelli di accop-piamento per stimare l’ereditabilità dei singoli caratteri, l’attitudine combi-natoria generale (GCA) e specifica (SCA) delle singole piante madri e lecorrelazioni tra i caratteri considerati. Queste indagini genetiche sono fa-vorite dalla presenza dell’Arboreto Clonale a Fontegreca, che rende piùsemplice e meno onerosa l’esecuzione di incroci intraspecifici.Da quanto esposto risulta evidente che queste ricerche hanno richiesto erichiederanno un notevole sforzo finanziario e di personale. I due progettiInterreg IIIB MedOcc CypMed e MedCypre hanno coperto finora le spesesostenute, ma adesso per portare a termine il lavoro iniziato è necessarioprogrammare un progetto di interventi finanziati da Enti locali e dalla Re-gione Campania.

B.2. Caratterizzazione genetica della popolazione di cipressi del Boscodegli ZappiniUna delle ipotesi sull’origine della Cipresseta è che essa potrebbe essereun’area residuale di una popolazione naturale di cipresso in passato moltopiù estesa dell’attuale area naturale confinata nei paesi orientali del Me-diterraneo. L’IPP, utilizzando le competenze in materia della dr.essa S. Fi-neschi ricercatrice IPP, ha inteso caratterizzare geneticamente lapopolazione di cipressi del Bosco degli Zappini mettendola a confrontocon le popolazioni naturali (4 greche e 7 turche) e con 11 popolazioni na-turalizzate italiane.Recentemente sono stati identificati ed ottimizzati marcatori molecolari nu-cleari (microsatelliti) per C.sempervirens, che permettono di quantificare ladiversità genetica in popolazioni naturali di cipresso e di identificare la pro-babile origine delle popolazioni italiane, compresa quella di Fontegreca, lacui introduzione in Italia è sicuramente antecedente al 1506 e quindi puòessere considerata tra le più antiche al di fuori dell’area naturale. E’ evidenteche le popolazioni naturalizzate in quanto introdotte dovranno mostrare al-meno un’assomiglianza genetica con una o più popolazioni naturali.I risultati hanno messo in evidenza alti livelli di diversità genetica nelle po-polazioni naturali (greche e turche) di C.sempervirens , mentre le popola-zioni italiane mostrano un livello di diversità genetica significatamene piùbasso a causa della loro origine probabilmente legata all’introduzione dimateriale limitato (poche piante o pochi semi trasferiti dall’area naturale).In questo studio sono stati identificati 3 gruppi di popolazioni di cipresso

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geneticamente distinti: il gruppo greco, il gruppo turco e il gruppo italiano.Tra le popolazioni italiane, quella di Fontegreca, sebbene appartenente al“cluster” italiano, risulta essere piuttosto differenziata dalle popolazioni na-turali e da quelle italiane.Uno studio successivo ha preso in considerazione un maggior numero dipopolazioni di cipresso. L’analisi spaziale della varianza molecolare haidentificato 5 gruppi di popolazioni distinti geneticamente:• Gruppo 1: Italia centro-nord• Gruppo 2: Sicilia• Gruppo 3: Fontegreca• Gruppo 4: Grecia e Turchia• Gruppo 5: Siria e Giordania Dai risultati ottenuti da questo studio, che rappresenta la prima analisi ge-netica su larga scala impiegando un set di microsatelliti nucleari come mar-catori finalizzata a valutare la diversità genetica di popolazioni sia naturaliche naturalizzate di cipresso, è risultato che il popolamento di Fontegrecarappresenta un estremo caso di devianza genetica seguito poi da un forteisolamento geografico. Come risulta da queste ricerche, che dovranno es-sere approfondite, il popolamento di cipressi di Fontegreca è diverso ge-neticamente dalle popolazioni naturalizzate italiane e da quelle naturali deipaesi meridionali del Mediterraneo.

Fig. 1 - Variabilità genetica dei popolamenti di cipresso mediterranei. Ogni cerchietto rappresentaun popolamento. I colori diversi indicano differenze genetiche.

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Questa indagine indica chiaramente che la Cipresseta di Fontegreca ha unvalore genetico “unico” tra le popolazioni esaminate, tale da giustificarel’iscrizione nel Libro Regionale dei Materiali di Base della Campania, av-venuta nel 2007. Sono ora necessari altri studi per conoscere “l’origine” delpopolamento di Fontegreca rispetto alle popolazioni naturali e se non si re-perisce una assomiglianza o connessione genetica tra la popolazione diFontegreca e le popolazioni naturali, può prendere consistenza l’ipotesi che“la Cipresseta di Fontegreca” sia un’area residuale di una vasta popola-zione naturale che in passato occupava un areale dalla Turchia all’Italia,area residuale che si è ulteriormente differenziata nei secoli per isolamentogeografico e per aver trovato condizioni pedoclimatiche ottimali.

B.3 Produzione di semeE’ noto che la maturazione del seme avviene nel cipresso comune dopocirca 18 mesi dall’impollinazione, ovvero generalmente in Ottobre. A Fon-tegreca la maturazione del seme e l’apertura dei coni e la relativa cadutadei semi sono anticipate di uno-due mesi, ovvero verso la fine di luglio. In-

POPOLAZIONE PAESE LATITUDINE LONGITUDINE1 Bolzano

Italia

11.35 46.492 Trento 11.12 46.073 Merano 11.18 46.654 Rovereto 11.04 45.885 Toblino 10.98 46.056 Riva del Garda 10.85 45.897 Arco 10.89 45.928 Bagno a Ripoli 11.32 43.759 Mondeggi 11.32 43.7510 Antella 11.32 43.7511 Fontegreca 14.19 41.4612 Aydin

Turchia

27.26 37.8713 Fethyie 29.12 36.6214 Kapitas 29.64 36.2015 Incircik 29.99 36.2416 Ulupnor 30.57 36.6017 Beskonak 31.21 37.1618 Altinkaya 31.10 36.9219 Anopoli

Grecia

24.02 35.5120 Therisson 23.99 35.3921 Skaphia 25.92 35.1522 Samos 26.98 37.78

Tab. 1 - Popolazioni di Cupressus sempervirens analizzate

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fatti, ad ottobre i coni risultano generalmente aperti ed i semi già dispersi.Questo forte anticipo della maturazione del seme, probabilmente dovutoall’esposizione della stazione ed al chiaro colore del terreno, ha indotto astudiare quale sia il momento migliore per la raccolta dei coni. In collabo-razione con la Comunità Montana del Matese e con il CFS UTB sono statiraccolti 100 coni da più piante madri ogni 15 giorni a partire dal 1° giugnofino all’apertura dei coni naturalmente. I coni sono stati conservati in sacchidi juta e poi fatti aprire in stufa a 35°C. Tutti i semi sono stati raccolti e pe-sati per conoscere la produzione di semi nei vari periodi. A maggio del-l’anno successivo campioni casuali di 1000 semi sono stati seminati in unletto di semina e verificata la relativa germinabilità a 28 e 42 giorni dopola semina. Da questa prova tecnica è emerso che il momento migliore perla raccolta, stabilito dal peso dei semi e dalla germinabilità, è a fine luglio.La prova ha un carattere particolarmente pratico, ma è indicativa ed utilenel caso che sia prevista una raccolta massale di coni direttamente in Ci-presseta e soprattutto nell’Arboreto Clonale, anche se in questo ultimocaso dovrà essere considerato che le condizioni della stazione sono no-tevolmente cambiate.

B.4 Il monitoraggio sanitario della Cipresseta ed il controllo della funzio-nalità delle piante nell’Arboreto Clonale devono essere programmati se-mestralmente per ridurre i danni di eventuali attacchi parassitari e quellida fattori abiotici di stress.

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Arboreto clonale di cipresso per la produzione di seme d’élite

Gli studi effettuati finora grazie a due progetti Interreg IIIB MedOcc, alleiniziative del Comune di Fontegreca, della Comunità Montana del Matese,del Corpo Forestale dello Stato - Ufficio Territoriale per la Biodiversità diCaserta, dell’Istituto per la Protezione delle Piante del CNR e della Re-gione Campania, hanno messo in evidenza che il Bosco degli Zappini hauna origine antica, è una realtà unica in Italia per la sua naturalità, perl’estensione, per la rinnovazione naturale abbondante e per la sua vitalità.

Questa nicchia ecologica di inestimabile valore naturalistico è costituitada cipressi disetanei, tutti con un’architettura della chioma di tipo “orizzon-tale” (Cupressus sempervirens var. horizontalis) ed esenti da cancro delcipresso.

Per questi indiscussi meriti la Cipresseta è Riserva Naturale Biogene-tica (RNB), Riserva Naturale Orientata (RNO), Sic 13 del Matese Caser-tano e recentemente (2007) è stata iscritta nel Libro Regionale deiMateriali di Base (LRMB) della Campania.

Questi meritati riconoscimenti dovranno impegnare sempre più le isti-tuzioni provinciali e regionali della Campania ad una serie di interventi:• per garantire la conservazione e la valorizzazione della variabilità ge-

netica della Cipresseta • per sensibilizzare i fruitori della Cipresseta sul valore socio-economico

ed ambientale promuovendo una gestione razionale ed ecosostenibiledella stessa.La recente introduzione nel LRMB comporta la stesura di un Piano plu-

riennale, che interessi i diversi Enti territoriali e di ricerca in modo da indi-viduare almeno a medio termine le attività tecnico-scientifiche da realizzareper lo sviluppo sia delle conoscenze scientifiche sull’Arboreto Clonale chedell’economia del circondario di Fontegreca.

La costituzione dell’Arboreto Clonale di cipresso e la sua valorizzazionebasata su studi di genetica di popolazione e sulla gestione prudente, sonostati l’oggetto della Convenzione stilata dalla Regione Campania con CFS-UTB, CNR-IPP e Comune di Fontegreca, nella quale è prevista anche lacollaborazione dell’Ente Parco del Matese e della Comunità Montana delMatese. L’obiettivo dell’Arboreto Clonale è di produrre seme di cipressod’élite certificato e con una certa tracciabilità.

L’Arboreto Clonale è possibile perché la ricerca ha acquisito cono-scenze sulla genetica e fisiologia del cipresso tali da costituire con suc-

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cesso arboreti clonali per la produzione su larga scala di seme d’élite.Sono disponibili, infatti, cloni di cipresso prelevati in Cipresseta e selezio-nati per la resistenza al cancro e per altri caratteri selvicolturali utili per ot-tenere piante adatte per impianti per la produzione di legname di pregio eper rimboschimenti protettivi delle risorse naturali (suolo, qualità dell’ac-qua, biodiversità).

Nel caso dell’Arboreto Clonale di Fontegreca, con materiale prelevatoesclusivamente tra i cipressi del Bosco degli Zappini, i 250 candidati ino-culati artificialmente con micelio di S.cardinale hanno disatteso le aspet-tative. Infatti, considerando che nessuno dei circa 140.000 cipressimostrava sintomi della malattia, si riteneva che la percentuale dei candidaticon comportamento “tollerante” al cancro (13,2%) e “resistente” (0,8%)fosse più alta. E’ noto che il carattere “resistenza al cancro” ha un’eredita-bilità relativamente bassa e che solo il 17% dei semenzali derivati da in-croci intraspecifici tra genitori entrambi resistenti al cancro sono risultatiresistenti.

Al contrario di quanto si è verificato nei test sulla resistenza al cancro,le discendenze per libera impollinazione hanno mostrato incoraggianti pro-spettive: ottimo accrescimento in fase giovanile e tutti i semenzali hannoun’ architettura della chioma di tipo “orizzontale”, come quella delle piantemadri.

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Uno degli obiettivi della Convenzione con la Regione Campania è diutilizzare le conoscenze scientifiche acquisite per ridurre i costi di produ-zione di seme nell’Arboreto Clonale, per ottenere un prodotto d’élite e trac-ciabile ed infine per promuovere occupazione.

L’Arboreto Clonale di Fontegreca è costituito da 30 cloni selezionati perdiversi caratteri selvicolturali e per la resistenza al cancro, è isolato da ogniimpollinazione estranea e programmato in modo da evitare o limitare alminimo seme da autofecondazione e gestito in modo da avere una pro-duzione di seme costante, a costi accettabili ed in sicurezza operativa.

I vantaggi economici e selvicolturali dell’impiego di un Arboreto Clonale sono:• l’utilizzo di piante selezionate per la loro resistenza al cancro e per altri

caratteri è garanzia per ottenere seme geneticamente superiore a quellocommerciale e capace di fornire semenzali adatti per le diverse funzioni;

• i cipressi in un Arboreto Clonale, come quello di Fontegreca in terrenoquasi pianeggiante, possono essere gestiti come le piante di un frutteto(irrigazione, concimazioni, etc.) favorendo l’entrata in produzione di pol-line e di fiori femminili verso i 4-5 anni (ed anche prima) dall’impianto;

• in un Arboreto Clonale è possibile la raccolta meccanica dei coni evi-tando, rispetto alla raccolta dei coni in bosco, spesso come succede aFontegreca in terreni difficili, rischi sul lavoro;

• infine i cipressi dell’Arboreto Clonale sono continuamente monitorati daun punto di vista sanitario, e possono facilitare studi per conoscere perogni candidato la percentuale di semi ottenuti per autofecondazione,quelli da incroci con altri candidati presenti nell’Arboreto e quelli conpolline alieno ovvero di cipressi esterni all’Arboreto.

Gli svantaggi sono relativamente pochi e controllabili. Per ridurre l’ef-fetto dell’autofecondazione (quando il polline di un clone feconda i fiorifemminili dello stesso clone) sui semi e sui relativi semenzali l’ArboretoClonale deve essere costituito da diverse ripetizioni (blocchi), possibil-mente distanti tra loro.

Ogni blocco deve avere una sola pianta innestata per ciascun clone inmodo da avere la massima distanza possibile tra le piante innestate dellostesso clone ed avere di conseguenza nelle discendenze un minore tassodi consanguineità.

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N° PROGRESSIVO IN ARBORETO

N° PIANTA MADRE

NUMERAZIONEPIANTE NEL BOSCO

DEGLI ZAPPINI1 3370 12 3371 23 3372 34 3375 65 3378 96 3379 107 3390 218 3393 249 3397 28

10 3404 3611 3409 4112 3410 4213 3411 4314 3413 4515 3422 5416 3430 6317 3432 6518 3443 7619 3444 7720 3445 7821 3460 9322 3479 11223 3485 11824 3487 12025 3599 15026 3606 15727 3618 16928 3640 19129 3642 19330 3649 200

Tab. 2 - I cloni selezionati sono indicati nell’Arboreto da 1 a 30 (1° colonna), ognuno é in-serito nel Registro delle Piante Madri dell’IPP (2° colonna) e riferito alla numerazione deicandidati scelti nel Bosco degli Zappini (3° colonna)

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Fig. 2 - Schema disegno sperimentale utilizzato per costituire l’arboreto clonale da seme

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A seguito dei risultati ottenuti nei test con inoculazione artificiale conmicelio del patogeno e nei test sull’accrescimento e funzionalità dellepiante a Roselle e Cannara, nel 2008 è stato deciso di scegliere per l’Ar-boreto Clonale 30 candidati che presentassero alcuni resistenza al cancroed altri valori intermedi di tolleranza, ma tutti con ritmi di accrescimentoconsiderevoli e con la forma della chioma di tipo “orizzontale”. Con il CFS-UTB sono stati presi accordi precisi di come sistemare il terreno, messo adisposizione dal Comune di Fontegreca. E’ stato elaborato un protocolloche prevedeva la costituzione di 9 ripetizioni a Fontegreca e 2 nel vivaio“Pino Amato” di Baia Latina gestito dalla Regione Campania.

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Queste due ripetizioni a Baia Latina hanno anche lo scopo di avere indue località lo stesso germoplasma e salvaguardarlo in caso ad esempiodi incendi.

È stata studiata la disposizione delle piante innestate in modo da cercaredi ridurre al minimo l’autofecondazione e di conseguenza la depressionedovuta alla consanguineità (“inbreeding depression”) nelle discendenze.

Da Pistoia, dove le piante sono state innestate, nel 2009 sono state tra-sferite nell’azienda sperimentale dell’IPP a Firenze ed invasate in vasettidi 18 cm. Nell’aprile-maggio 2010 tutte le piante sono state trasferite al vi-vaio Pino Amato di Baia Latina (CE). Le piante sono state messe a dimoranell’appezzamento messo a disposizione dal Comune di Fontegreca performare l’Arboreto clonale e presso il vivaio regionale “Pino Amato” a par-tire dal 7 settembre 2010.

La sopravvivenza dei cipressi innestati è stata quasi del 100%. Lepoche piante morte ed alcune con crisi di crescita sono state sostituite concipressi dello stesso clone.

Ogni pianta, semestralmente, è stata misurata in altezza ed in diametroa 30 cm da terra da personale del CFS - UTB. I rilievi hanno riguardatoanche la presenza di fiori maschili e femminili e eventuali attacchi paras-sitari.

L’Arboreto Clonale di Fontegreca è ancora in fase giovanile, ha iniziatosu alcuni candidati a produrre fiori maschili e femminili.

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Numerose sono le aspettative per questo Arboreto Clonale di cipresso,a nostra conoscenza primo esempio in Europa.

Dopo l’impianto dell’Arboreto, vi sono una serie di prove che vanno ese-guite, tra queste almeno quattro indagini da fare sui semi e candidati pre-senti per valutarne la consanguineità. Esse sono di seguito descritte indettaglio:• La prima riguarda studi sulla qualità del seme: determinazione della

percentuale di semi pieni, la loro germinabilità e la germinabilità sul to-tale dei semi.

• La seconda indagine serve a stabilire l’incidenza di semi derivati daauto fecondazione per ciascun candidato. Questo fattore è importanteperché incide negativamente sulla vitalità e crescita del semenzaleprima e poi della pianta.

• La terza è indispensabile per conoscere da quale dei 30 candidati pre-senti nell’Arboreto clonale arriva il polline. Queste indagini verranno ef-fettuate con l’ausilio del “paternity test” in modo da conoscere il genitorepadre e quindi conoscendo la disposizione dei candidati sarà possibilestabilire la distanza da dove può provenire il polline ancora vitale. Conquesti dati possiamo meglio definire il modello migliore per ridurre alminimo la consanguineità.

• La quarta indagine è programmata per valutare la percentuale di semiderivati da polline “estraneo” ai candidati dell’Arboreto Clonale di Fon-tegreca. Se tale incidenza si verificasse e fosse significativa, si do-vrebbe estendere la fascia di protezione intorno all’Arboreto Clonaleeliminando i cipressi in questa fascia allargata.

A seguito dei risultati ottenuti con le indagini su descritte ed altre previstedalla normativa, il seme derivante dall’arboreto clonale di Fontegreca potràessere classificato nella categoria Controllati (la più prestigiosa) ai sensidell’allegato VI del D.Lvo 386/2003. A regime, l’Arboreto Clonale di Fontegreca potrà fornire ai vivai forestaliitaliani e non solo, seme per impianti per la produzione di legname di pre-gio, per la protezione delle risorse naturali, per impianti utili contro l’ero-sione idrica ed eolica del suolo e contro incendi superficiali e per rinverdirele aree boschive distrutte dagli incendi.La costituzione di un vivaio per la produzione di piantine di cipresso persoddisfare le richieste delle istituzioni pubbliche e degli utilizzatori finali èauspicabile in modo da poter disporre di semenzali di origine garantita,per poter ottenere un reddito dalle vendite delle piante prodotte e nellostesso tempo creare posti di lavoro a Fontegreca.

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Attività svolte dal Corpo Forestale dello Stato - Ufficio per la Biodiversità nella Cipresseta e nell’Arboreto Clonale da seme

Attività svolte nell’ambito della cipresseta

Il Corpo forestale dello Stato già negli anni ‘90, prima dell’istituzione delParco Regionale del Matese, ha cercato di tutelare e proteggere questoscrigno di Biodiversità, tentando dapprima l’acquisto dell’intera area, cosanon andata a buon fine, ed in seguito percorrendo la strada della gestionedella stessa.

Dal 2007 la Cipresseta di Fontegreca è gestita dal Corpo forestale delloStato – Ufficio territoriale per la biodiversità di Caserta che, grazie ad unaccordo con il Comune di Fontegreca, ha posto in essere azioni rivolte amigliorare la conservazione e la valorizzazione di questo inestimabile pa-trimonio arboreo.

L’obiettivo è quello di salvaguardare la formazione forestale della ci-presseta, avente una superficie di circa 70 ettari ed ubicata sulle pendicidel massiccio del Matese.

L’area ricade nel perimetro del Parco Regionale del Matese, nel SIC IT8010013 “Matese casertano” e risulta contigua all’area ZPS IT8010026“Matese”.

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Si tratta di un consorzio forestale di Cupressus sempervirens var. hori-zontalis di estremo interesse sia dal punto di vista genetico che biogeo-grafico: la cipresseta infatti è una espressione di foresta montana diambiente paleo mediterraneo a clima aridissimo ed è stata riconosciuta“bosco da seme” regionale.In particolare gli obiettivi specifici, individuati dal C.F.S., sono i seguenti:• tutelare la formazione “Cipresseta di Fontegreca”, unico esempio in Ita-

lia meridionale di cipresseta naturalizzata di Cupressus sempervirensvar. horizontalis;

• tutelare la fauna prioritaria presente nell’area;• conservare gli habitat umidi di grande importanza (pozze, cascate) pre-

senti lungo le sponde del fiume Sava;• rimuovere gradualmente i rimboschimenti della specie alloctona Cu-pressus arizonica effettuati in passato;

• sensibilizzare la popolazione locale ed i turisti sul valore naturalistico eculturale della cipresseta di Fontegreca;

• realizzare il piano di gestione naturalistica della cipresseta;• sviluppare tecniche di conservazione “ex situ” dell’ecotipo del cipresso

di Fontegreca e realizzare un arboreto per la produzione di seme d’élite;• promuovere una fruizione leggera e sostenibile per consentire uno svi-

luppo locale durevole fondato sul turismo di qualità ;• prevedere interventi diffusi di messa in sicurezza del territorio, quali ri-

pristino di sentieri e prevenzione degli incendi boschivi.

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Durante il periodo di gestione, il Corpo forestale dello Stato, ha postoin essere le seguenti attività:• ripristino della sentieristica esistente, in quanto al momento dell’acqui-

sizione dell’area gli stradelli di servizio risultavano chiusi e non pratica-bili;

• interventi di sistemazione dei versanti con tecniche di ingegneria natu-ralistica;

• creazione delle fasce spezza fuoco lungo i confini della cipresseta, pertutelarla da eventuali incendi provenienti dalle zone limitrofe;

• abbattimento di specie alloctone potenzialmente pericolose per “l’inqui-namento” genetico del cipresso di Fontegreca;

• attività di Anti Incendio Boschivo, con operai forestali e mezzi dislocatiin zona nel periodo estivo;

• realizzazione di materiale didattico divulgativo al fine di diffondere laconoscenza della cipresseta;

• attività didattiche rivolte a scuole primarie e secondarie.Al fine di contenere i costi economici ed ambientali, per le attività di si-

stemazione idraulico-forestale, sono stati utilizzati materiali del posto, peresempio il legno derivante dall’abbattimento di specie alloctone ed il pie-trame rinvenuto in loco.

Attività svolte nell’ambito dell’Arboreto clonale da seme

Nel 2009 è stato firmato un protocollo d’intesa tra Regione Campania,Comune di Fontegreca, Corpo forestale dello Stato e Consiglio NazionaleRicerche - Istituto per la Protezione delle Piante, per la realizzazione di unarboreto sperimentale all’interno del territorio comunale secondo le dispo-sizioni del D.lgs 386/2003.Con un progetto sperimentale sono stati messia dimora alcuni cloni di cipresso di Fontegreca, selezionati dall’IPP-CNRper la resistenza al cancro del cipresso (Seiridium cardinale) e per carat-teristiche superiori, moltiplicati per innesto.

Tale impianto è stato realizzato allo scopo di raccogliere, con costi limi-tati, e mettere in commercio semi di qualità in grado di produrre cipressiresistenti al cancro e con una maggiore adattabilità e funzionalità, per sod-disfare le richieste di cipressi dell’Italia Centro-Meridionale.

Il terreno dove è stato realizzato detto arboreto è stato messo a dispo-sizione dal Comune di Fontegreca. Prima della piantumazione dei cloni dicipresso sono stati effettuati appositi lavori di preparazione e sistemazionedel fondo.

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Detti lavori sono consistiti nell’estirpazione, lungo i margini dell’appez-zamento di terreno, della Robinia pseudoacacia; nella sistemazione deimuretti a secco esistenti anche al fine di convogliare le acque meteoricheverso il torrente Sava; nella realizzazione di una staccionata in castagnolungo tutto il perimetro dell’area; nell’apposizione di tabellonistica con de-scrizione degli interventi.

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L’obiettivo è quello di inserire, come per la Cipresseta, l’arboreto clo-nale nel Libro regionale dei materiali di base della Campania.

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Interventi futuri per la valorizzazione della cipresseta e dei prodotti dell'Arboreto Clonale da seme

Le attività di ricerca e egli interventi effettuati dal 1999 ad oggi hannomesso in evidenza il valore naturalistico, sociale ed economico del boscodegli Zappini. I riconoscimenti per questa nicchia ecologica sono stati nu-merosi e di rilevante importanza (RNB, RNO, SIC 13 e recentemente l’in-serimento nel Libro Regionale dei Materiali di Base della RegioneCampania, oltre ad essere il soggetto portante di due progetti europei Cyp-Med e MedCypre).

Tuttavia, per inserire definitivamente la Cipresseta in un circuito inter-nazionale e soprattutto per una sua valorizzazione economica e naturali-stica sono necessari ulteriori interventi amministrativi e manageriali enaturalmente studi specifici sulla Cipresseta e sull’Arboreto Clonale costi-tuito a Fontegreca e presso il vivaio regionale di Baia Latina per la produ-zione di seme d’élite.

L’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania, ha stipulato unaConvenzione decennale per la costituzione di un Arboreto Clonale a Fon-tegreca con 30 cloni di cipresso selezionati per diversi caratteri morfofi-siologici. La costituzione dell’Arboreto è stata certamente un passoimportante sia perché tale Arboreto Clonale per la produzione di seme è ilprimo caso a livello europeo, sia perché l’impiego di 30 cloni selezionatinella Cipresseta garantisce il mantenimento della variabilità genetica, siaperché è stato possibile trasferire i risultati della ricerca direttamente incampo.

La lodevole iniziativa della Regione Campania non deve rimanere iso-lata. E’ necessario un ulteriore finanziamento di una Convenzione con du-rata almeno decennale, che preveda la collaborazione piena tra gli Entipubblici territoriali interessati alla salvaguardia della Cipresseta (RegioneCampania, Provincia di Caserta, Parco Regionale del Matese, ComunitàMontana del Matese, Comune di Fontegreca), le istituzioni nazionali(Corpo Forestale dello Stato - Ufficio Territoriale della Biodiversità di Ca-serta), i proprietari della Cipresseta ed infine l’Istituto per la Protezionedelle Piante del CNR.

La “nuova”Convenzione deve prevedere:• una collaborazione attiva tra le parti nel definire gli obiettivi generali e

specifici del programma;• la stesura di un programma dettagliato per la valorizzazione della Cipresseta

che assegni compiti specifici agli Enti partecipanti ed i relativi finanziamenti;

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• la messa a disposizione di personale tecnico e scientifico sufficienteper garantire negli anni una gestione coordinata nei tempi e nei modistabiliti dal programma.Il programma di interventi di ricerca per la caratterizzazione scientifica

e di interventi conservativi deve prendere in considerazione:A. la CipressetaB. l’Arboreto Clonale di cipressi

A. Interventi per la Cipresseta

A.1 Interventi tecnico-amministrativiIl CFS-UTB di Caserta ha presentato una domanda nell’ambito del Pro-getto europeo Life+Nature che prevede, tra l'altro, interventi per conser-vare la biodiversità, la produttività, la capacità di rigenerazione e la vitalitàdella Cipresseta in modo da garantire, ora ed in futuro, le sue funzioni eco-logiche, economiche e sociali a livello locale e nazionale.Le istituzioni pubbliche interessate, dovranno farsi carico di inventariare epoi eliminare tutte le specie “aliene”, soprattutto di cipresso, introdotte er-roneamente nella Cipresseta costituita da solo Cupressus sempervirensvar. horizontalis, compresi quindi anche tutti i cipressi piramidali impiegaticome piante ornamentali. Tenendo presente lo studio effettuato dal dr DeBenedictis nell’ambito del progetto CypMed e relative raccomandazioni,bisogna eliminare con un programma scalare negli anni, seguendo lenorme vigenti in materia forestale, tutti i cipressi argentati (Cupressus ari-zonica, C.glabra) presenti in rimboschimenti artificiali nelle zone limitrofealla Cipresseta, più precisamente nelle località: Colle La Falce 374 piante;Caselle 7 piante; Ianare 2404 piante; Costa Felice 3.356 piante; Sorienzola512 piante; Cesaunomo 54 piante.Il CFS-UTB potrebbe essere incaricato di gestire la Cipresseta con unavisione multifunzionale e predisporre il Bosco degli Zappini alla fruizionedegli utenti.A.2 Interventi di ricercaLa valutazione delle caratteristiche selvicolturali basata su piante innestatee su semenzali ottenuti da libera impollinazione è particolarmente inco-raggiante: l’accrescimento in altezza e diametro delle piante derivate dallaCipresseta è notevolmente superiore a quello di piante ottenute da semecommerciale o di piante innestate non di provenienza Fontegreca. Questocomportamento dovrà essere ulteriormente analizzato e confermato contest in varie località e su terreni di varia natura.

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Altro aspetto importante per la commercializzazione è che la forma dellachioma dei semenzali è di tipo “orizzontale”.La ricerca dovrà confermare o meno che la popolazione di cipresso di Fon-tegreca possegga un patrimonio genetico tale da garantire la trasmissionealle discendenze del carattere della chioma “ horizontalis” in modo domi-nante. Questa tesi verrà validata con incroci intraspecifici tra cipressi conchioma “ horizontalis” e quelli con chioma di tipo “pyramidalys”.E’ di grande interesse individuare nella cipresseta nuovi candidati che pre-sentino alti livelli di resistenza al cancro. I test finora effettuati hanno ri-guardato 250 candidati della Cipresseta e di questi solo lo 0,8% hamostrato resistenza al cancro e 13,2% una tolleranza alla malattia. Sa-rebbe opportuno avere una più larga base di candidati resistenti al cancro.Si propone di estendere i test ad altri 200 candidati. Inoltre, considerandoche uno dei principali impieghi dei cipressi (innestati o semenzali) di Fon-tegreca è l’impianto per la produzione di legno, l’IPP continuerà, in colla-borazione con l’IVALSA-CNR, ad effettuare test su alcuni candidatipromettenti per determinare la loro capacità produttiva e soprattutto laqualità del legname. L’analisi con marcatori molecolari, ha messo in evidenza consistenti livellidi diversità genetica nella popolazione di Fontegreca rispetto alle popola-zioni naturali greche e turche ed a quelle naturalizzate italiane. La popo-lazione di Fontegreca si differenzia da tutte le popolazioni esaminate.Un aspetto interessante da affrontare nelle nuove indagini è conoscere aquale popolamento naturale quello di Fontegreca sia assimilabile.Per la salvaguardia della Cipresseta è essenziale effettuare un controllosanitario semestrale sia per riconoscere l’eventuale agente patogeno tro-vato in Cipresseta, sia per valutare la sua pericolosità e nel caso positivocercare di eliminarne la diffusione con drastici interventi di bonifica.

A.3 Interventi socio-economiciFinora sono stati tenuti due corsi di formazione per migliorare le cono-scenze scientifiche e per indicare la gestione più idonea per la Cipresseta.L’addestramento del personale ha riguardato soprattutto le tecniche perla raccolta dei coni di cipresso, per la preparazione e la conservazione delseme. Sarebbe opportuno istruire personale per l’istituzione di una coo-perativa giovanile che potesse fornire ai visitatori , scolaresche comprese,un servizio di guida turistica alla Cipresseta. Inoltre con un programma adhoc è essenziale che le istituzioni pubbliche, soprattutto locali, sensibiliz-zino la gente sull’importanza economica e naturalistica del Bosco degli

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Zappini e sulla necessità di poter conservare la variabilità genetica dellaflora e della fauna oggi presenti in Cipresseta. La conservazione, la valorizzazione e la conoscenza della Cipresseta,possono essere un motore per promuovere il turismo naturalistico ed avereuna ricaduta economica non indifferente sulle attività lavorative e sul com-mercio.

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B. Interventi per l’Arboreto Clonale di Fontegreca

Il lavoro di ricerca da compiere nei prossimi anni per caratterizzare il semeraccolto in Arboreto è stato brevemente accennato precedentemente. Inparticolare sono previsti:

B.1 Studi per definire la qualità del seme Le indagini future dovranno prevedere la determinazione della qualità delseme da effettuarsi su campioni ripetuti di 200 semi ciascuno; di seguitosono riportate le varie determinazioni analitiche:• peso di 1000 semi per ogni clone in Arboreto;• percentuale di semi pieni (FS) riferita a tutti i semi (TS);• germinazione dei semi. Questa dovrà riguardare almeno i seguenti pa-

rametri:• GCF capacità germinativa dei semi pieni• GCT capacità germinativa calcolata sui semi totali• GV valore di germinazione. Questo parametro è calcolato conside-

rando la sommatoria di DGS (che è la velocità di germinazioneespressa dal numero cumulativo di semi germinati ogni giorno perN giorni) divisa per N e moltiplicata per 10xGCF (capacità germina-tiva dei semi pieni)

• MGT tempo medio di germinazione dei semi;

Dovrà essere presa in considerazione anche la “stratificazione” dei semia +2°C e 100% di umidità per 30 giorni. Anche se la stratificazione non èrisultata essere importante per la germinazione dei semi di C.sempervi-rens, questa ha un effetto positivo sulla “velocità di germinazione”.

B.2 Stima dell’incidenza dell’autofecondazioneAnche se la disposizione dei cloni nell’Arboreto Clonale è stata studiataper ridurre al minimo il rischio che il polline di un clone arrivi a fecondare ifiori femminili dello stesso clone (autofecondazione), è opportuno cono-scere quanti semi derivano da incrocio per autofecondazione e se vi sonocandidati che presentano percentuali più alte di altri. Tale percentuale di-pende, oltre naturalmente dalla vicinanza di piante dello stesso clone, dallacontemporaneità di fioritura maschile e femminile essendo il cipresso unapianta dioica (fiori maschili e femminili separati sulla stessa pianta) e dallalunghezza del periodo di fioritura e dalla recettività del polline da parte delfiore femminile. Questi caratteri fenologici dovranno essere seguiti atten-

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tamente negli anni, per tutti i 30 cloni e in tutte le ripetizione dell’Arboretoa Fontegreca e nel vivaio di Baia Latina.Risulta estremamente importante conoscere la percentuale di semi derivatida autofecondazione, perché il seme così derivato in genere produce se-menzali che presentano un ridotto accrescimento sia dell’apparato radicaleche della parte aerea con un funzionamento inferiore a quello delle pianteda incrocio (questa riduzione di funzionalità della piante è conosciuta come“inbreeding depression”). Per valutare la predetta incidenza, si opera pre-levando da ogni clone presente in Arboreto coni dalla parte più alta dellachioma per avere almeno un centinaio di semenzali. Ognuno dei 30 cloniin precedenza è stato caratterizzato da microsatelliti. Con il paternity testsui semenzali questi possono essere assegnati al gruppo incrocio esternoo al gruppo da autofecondazione. In questo modo è possibile stimare l’in-cidenza di autoimpollinazione sul seme per ogni clone.

B.3 Stima della distanza dalla quale può provenire il polline ancora vitaleNumerosi autori affermano che il polline di cipresso può raggiungere di-stanze considerevoli, ma finora non è stata accertata quale sia la distanzamassima perché il polline mantenga la sua vitalità, ovvero la capacita difecondare i fiori femminili. Questa “non” conoscenza genera incertezzasulla distanza minima tra due piante innestate dello stesso clone in un Ar-boreto per ridurre al minimo il rischio di consanguineità. Disponendo di unArboreto Clonale di cipresso allestito secondo un idoneo modello speri-mentale e basato su 9 ripetizioni come quello di Fontegreca, è possibileeffettuare una serie di studi per stabile quale possa essere la distanzamassima perché il polline possa mantenere la sua vitalità germinativa. I30 cloni sono già stati caratterizzati con microsatelliti. Come indicato nelpunto B.2 il centinaio di semenzali per ciascun clone vengono caratteriz-zati con “paternity test” in modo da conoscere il padre (fornitore di polline).In questo modo possiamo conoscere per ogni gruppo di mezzi fratelli (half-sibs), quanti sono derivati da autofecondazione (selfing), quanti di questidal polline di cipressi presenti nell’Arboreto Clonale, ed infine quanti se-menzali sono stati fecondati da polline esterno a quello dei 30 cloni.Inoltre, conoscendo la disposizione dei cloni nell’Arboreto e conoscendocon il paternity test il fornitore di polline (padre) non risulta difficile calcolarealmeno per l’Arboreto di Fontegreca quale sia la distanza massima dadove provenga il polline ancora vitale e capace di fecondare con successo.Queste informazioni servono per definire il modello più certo da seguireper la costituzione di un Arboreto Clonale di cipresso.

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Nel caso poi che si sia verificato un “ inquinamento verde” da parte di pollinedi cipressi esterni all’Arboreto si deve intervenire allargando la fascia di pro-tezione intorno all’Arboreto mediante l’abbattimento dei cipressi presenti.

Conclusioni

Malgrado che dal 1999 ad oggi la partecipazione delle istituzioni localialla gestione della Cipresseta siano state saltuarie e di scarsa rilevanza fi-nanziaria, grazie all’ostinazione del Comune di Fontegreca, agli interessiscientifici da parte dell’IPP-CNR ed alla partecipazione di strutture per la ge-stione della Cipresseta, sono stati ottenuti fondi europei con i due progettiCypMed e MedCypre e recentemente fondi regionali mediante la Conven-zione con la Regione Campania per la costituzione dell’Arboreto Clonale.Attualmente Fontegreca per la sua Cipresseta e per il suo Arboreto Clonaleè introdotta in un circuito nazionale ed europeo a carattere naturalistico.

Ma è ormai tempo di un impegno costante dal punto di vista finanziarioe di personale coinvolto da parte di Enti regionali, in quanto non è più pos-sibile portare avanti le numerose ricerche in essere per avere informazionitecnico scientifiche sulla Cipresseta e sull’Arboreto Clonale di Fontegreca.Tali conoscenze sono la base per ogni operazione razionale e per trasfor-mare i risultati ottenuti dai ricercatori e tecnici in ricadute economiche edambientali.

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Ammirevole è il tentativo, che tutti desideriamo abbia successo, daparte del CFS-UTB di Caserta di avere un finanziamento dal Progetto Eu-ropeo Life+Nature per acquistare il Bosco degli Zappini e per la sua valo-rizzazione naturalistica.

La conservazione, il recupero e la valorizzazione sia del Bosco degliZappini che dell’Arboreto Clonale dipendono dall’intervento delle istituzioniprovinciali campane e della Regione Campania, che devono impegnarsiper la salvaguardia di questo importante patrimonio.

Il futuro della Cipresseta e dell’Arboreto Clonale è strettamente legatoalla capacità di queste istituzioni d’organizzare una collaborazione attivatra Enti interessati alla valorizzazione della Cipresseta e dell’Arboreto Clo-nale, di farli operare insieme almeno a medio termine nell’ambito di unprogramma di lavoro ben definito e con finanziamenti certi nei tempi e neimodi, che assegni anche ad ogni Ente partecipante compiti precisi sia nellagestione del territorio che nella ricerca. Un programma gestionale e di ri-cerca è assolutamente necessario ed urgente per non disperdere i van-taggi derivati dai risultati finora ottenuti. Questi risultati sono numerosi edin prospettiva possono certamente tradursi in una serie di ricadute scien-tifiche, socio-economiche, occupazionali, ambientali e turistiche.

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Normativa di riferimento

In campo forestale, l’attività di raccolta, lavorazione e distribuzione deimateriale di propagazione è stata regolamentata da specifiche normativeeuropee e nazionali che nel tempo si sono evolute.

A livello europeo, la prima norma in materia è stata dettata dalla Diret-tiva 66/404/CEE del Consiglio del 14 giugno 1966 “Relativa alla commer-cializzazione dei materiali forestali di moltiplicazione”.

In seguito a questa direttiva, lo Stato italiano emanò la Legge n. 269del 16.05.1973 “Disciplina della produzione e del commercio di sementi epiante di rimboschimento” con la quale dal 1973 al 2003 la materia venneregolamentata. La legge, tra l’altro, previde l’istituzione, presso il Ministerodell’agricoltura e delle foreste, Direzione generale per l’economia montanae per le foreste, del Libro Nazionale dei Boschi da Seme (L.N.B.S.) in cuivennero catalogati oltre 140 boschi da seme di varie specie diffuse sututto il territorio nazionale. Inoltre, furono previste procedure, registrazionie certificazioni per garantire la tracciabilità del materiale forestale di pro-pagazione, dal momento della raccolta dei semi o altro materiale di pro-pagazione, fino alla fornitura delle piante.

Altre norme nazionali seguirono la legge 269/73, tra queste il D.M.15/11/1974 recante “Registro di carico e scarico riguardante i materiali fo-restali di propagazione destinati ai rimboschimenti”. Il D.M. 15/11/1974 re-cante “Modalità di raccolta delle sementi delle specie forestali destinate alrimboschimento”.

Con il Decreto del Presidente della Repubblica 10 maggio 1982, n.494, venne data attuazione alla Direttiva (CEE) n.75/445 relativa alla com-mercializzazione dei materiali forestali di moltiplicazione.

Con Decisione 1999/636/CE del 13 Settembre 1999 la Commissioneautorizzò gli Stati membri ad ammettere temporaneamente la commercia-lizzazione di materiali forestali di propagazione non rispondenti ai requisitiprescritti dalla direttiva 66/404/CEE del Consiglio.

Altra norma europea importante è la Direttiva 1999/105/CE del Consi-glio, del 22 dicembre 1999, relativa alla “commercializzazione dei materialiforestali di moltiplicazione”, recepita dallo Stato italiano con il Decreto le-gislativo 10 novembre 2003, n. 386 “attuazione della direttiva 1999/105/CErelativa alla commercializzazione dei materiali forestali di moltiplicazione”.

Il D.L.vo 10.11.2003 n. 386, rappresenta attualmente la normativa diriferimento in materia. Esso ha di fatto abrogato la legge 269/73 e intro-dotto, tra l’altro, una novità: l’individuazione da parte delle Regioni dei bo-

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schi da seme di interesse regionale, l’inserimento di nuove specie nel-l’elenco di quelle soggette alla legge e la certificazione più dettagliata deimateriali di propagazione.

La Regione Campania con D.G.R. n. 3113 del 28/06/2002, ad oggetto:Produzioni vivaistiche forestali nelle strutture regionali – Individuazione diMateriali di Base – ha approvato un progetto che ha determinato, tra l’altro,l’individuazione e l’iscrizione nel Libro Regionale dei Materiali di Base(LRMB), in conformità al dettato della Direttiva 1999/105/CE, di Materiali dibase (Boschi da seme) idonei alla raccolta di Materiali di propagazione dellepiù importanti specie forestali autoctone campane, nonché, la realizzazionedi una rete di Arboreti da seme, tra cui quello del Cipresso di Fontegreca.

Con la D.G.R. n.1228 del 10/07/2009 avente per oggetto: Conserva-zione e valorizzazione del Bosco degli Zappini del Comune di Fontegreca– Costituzione di un Arboreto Clonale da seme clonale ex D. Lvo 386/2003,è stato approvato il Progetto esecutivo che ha permesso di ottenere ilprimo Arboreto da seme in Campania, partendo da materiale di propaga-zione presente nella Cipresseta di Fontegreca a sua volta inserita nel LibroRegionale dei Materiali di Base nella categoria “Selezionato.”

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Ontano napoletano - Alnus cordata Acero trilobo - Acer monspessulanum

Leccio - Quercus ilex Cerro - Quercus cerris

Carpinella - Carpinus orientalis Roverella - Quercus pubescens

Orniello - Fraxinus ornus Carpino nero - Ostrya carpinifolia

ALLEGATO 1 LE SPECIE ARBOREE ED ARBUSTIVE PRESENTI NEL

BOSCO DEGLI ZAPPINI

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Pioppo bianco - Populus alba Acero campestre - Acer campestre

Olmo campestre varietà suberosa - Ulmus minor var. suberosa

Acero napoletano - Acer obtusatum Fico – Ficus carica

Salice bianco - Salix alba Gelso bianco - Morus alba

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ALLEGATO 2STATO FITOSANITARIO DELLA CIPRESSETA

Alcuni anni orsono (1999), ricercatori dell’Istituto per la Protezione dellePiante del CNR, che dal 1975 si stanno interessando del cipresso e deisuoi parassiti, hanno visi-tato il Bosco degli Zappini.La bellezza e la naturalitàdi questa stupenda cipres-seta hanno affascinatoanche loro che sono to-scani, che hanno unamore viscerale per il ci-presso, albero della vita,rustico e schietto. (fig.1)

Tutti i cipressi presentinel bosco sono stati esa-minati in modo accuratoper definirne lo stato sani-tario. Nessuna pianta dellastazione è risultata essereattaccata dal cancro del ci-presso, la temibile malattiacausata dal patogeno fun-gino denominato Seiridiumcardinale. Questo risultatoè eclatante perché il can-cro del cipresso è diffusoovunque e sta devastando le cipressete, gli impianti ornamentali e le fascefrangivento, in tutti i paesi del Mediterraneo. I danni arrecati da questo mi-croscopico fungo sono particolarmente severi in Toscana, dove il cipressoè presente in gran numero ed assume una notevole importanza paesag-gistica, ornamentale, storico-monumentale e selvicolturale. (fig. 2)

I ricercatori sono preoccupati che questa malattia, del resto già presentenel circondario di Fontegreca su cipressi colonnari (C. sempervirens var.pyramidalis), introdotti nel territorio del comune di Fontegreca e del ParcoRegionale del Matese per scopi ornamentali, possa penetrare nella cipres-seta e creare danni consistenti alla vegetazione. Inoltre è noto l’impattodistruttivo del cancro del cipresso, e la morte dei cipressi causata dalla

Fig.1 - Il cipresso colonizza naturalmente anche glisperoni rocciosi più acclivi.

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malattia può portare a una ridu-zione della copertura dei terreniche, perdendo rapidamente il lorocontenuto idrico durante i mesiestivi possono divenire aridi e ste-rili e quindi non più utilizzabili daaltre specie arboree ed arbustive.Per di più l’assenza di coperturavegetale conduce a fenomeni diruscellamento ed erosione super-ficiale con perdita di stabilità dellependici.

Fenomeni questi che potreb-bero innescarsi nella Cipresseta diFontegreca se l’inoculo del pato-geno venisse a contatto con i ci-pressi e le condizioni diventasserofavorevoli allo sviluppo epidemico

della malattia, come verificatosi negli anni passati in molte regioni del Me-diterraneo.

Per scongiurare il pericolo che il cancro del cipresso entri in cipresseta ènecessario un continuo e ripetuto monitoraggio. La segnalazione “precoce”della presenza della malattia in cipresseta e nelle zone circostanti può per-mettere interventi tempestivi per la sua eliminazione a costi limitati.

Per questo motivo, di seguito vengono riportate informazioni ed illustra-zioni esplicative sul cancro del cipresso in modo da agevolare l’identifica-zione dei sintomi causati dal parassita, per comprendere la suapotenzialità distruttiva e la sua capacità di diffusione e per attivare inter-venti tempestivi di bonifica.

Cancro corticale del Cipresso da Seiridium cardinale

Come indicato precedentemente il cancro del cipresso è una malattia ormaiendemica nel Bacino Mediterraneo. La sperimentazione ha evidenziato chel’85% dei cipressi derivati da seme è risultato più o meno suscettibile, il 14%ha comportamento intermedio e solo l’1% è resistente al cancro.La malattia è causata da un parassita fungino identificato per la prima voltain California nel 1928 su C. macrocarpa ed è stata segnalata in Italia nel1951 sempre su C. macrocarpa.

Fig. 2 - L’azione distruttiva del cancro sullechiome dei cipressi.

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Piante ospitiAppartengono tutte alla famiglia delle Cupressaceae. Le specie più colpitefanno parte dei generi Cupressus (soprattutto C. macrocarpa, C. semper-virens, C. arizonica, C. lusitanica), Thuja e Juniperus. E’ risultato moltosensibile al cancro anche l’ibrido x Cupressocyparis leylandii.

DistribuzioneDalla California la malattia si è diffusa lungo la fascia temperata, in tutte lezone di coltivazione del cipresso dei due emisferi e oggi può essere con-siderata pandemica (diffusa in tutto il mondo). (Fig.3)

Fig. 3 - Distribuzione dell’epidemia nel mondo e specie di cipresso interessate.

IdentificazioneI primi sintomi della malattia sono l’arrossamento e il disseccamento diporzioni più o meno ampie della chioma. Alla base dei getti disseccati èpossibile osservare un’area necrotica depressa e fessurata (il cancro) dallaquale generalmente fuoriesce resina. (Fig. 4)In primavera e in autunno è possibile osservare delle piccole pustole nere(0.5-1.5 mm) dette “acervuli”, i corpi fruttiferi del fungo che producono lespore (dette conidi) con cui il parassita si riproduce e diffonde. La tempe-ratura ottimale di sviluppo del micelio e la riproduzione del fungo è circa di25°C (Fig. 5, 6, 7).

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DiffusioneI conidi, trasportati dagli schizzi dell’acqua piovana, dal vento, dai roditori,dagli uccelli ecc., si depositano sulle cortecce dove è sufficiente la pre-senza di una piccola ferita per consentire loro di penetrare nei tessuti cor-ticali della pianta e dare inizio a un nuovo processo infettivo. Alcuni insetti(tra i quali i coleotteri Phloeosinus spp. e Laspeiresia cupressana) possonoassumere un ruolo attivo nella diffusione dei propaguli del fungo e nellatrasmissione della malattia soprattutto quando i cipressi colpiti raggiun-gono certe percentuali importanti (oltre il 20%).

DanniLa malattia causa il disseccamento progressivo della chioma, spesso a

Fig. 4 - sx: Emissione di resina dalla corteccia ne-crotizzata, interessata dall’infezione. dx: l’asportazione della scorza esterna evidenzia itessuti morti che appaiono di colore bruno e sonoimpregnati di resina.

Fig. 5 - sx Corpi fruttiferi (acer-vuli) sulla superficie necrotiz-zata. dx: conidi al microscopioottico.

Fig. 6 - Coloniadi Seiridium car-dinale cresciutain vitro su sub-strato artificiale.

Fig. 7 - sx e centro: esemplari compromessi dalla malattia. dx: risanamento di uncipresso con asportazione di un ramo attaccato dalla malattia.

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partire dall’alto, ed è particolarmente distruttiva laddove il cipresso è statoinserito artificialmente e non è in perfetto equilibrio con l’ambiente. Si pensialla quasi totale distruzione del C. macrocarpa nell’entroterra californiano,del C. sempervirens nell’isola di Eubea (Grecia) e all’elevata incidenzaraggiunta dalla malattia in alcune zone della Toscana (media 25%, conpunte di oltre il 50%). Altre specie di cipresso subiscono danni più o menorilevanti a seconda della loro suscettibilità e dell’ambiente nel quale sonoinserite.

ControlloNei boschi si consiglia l’abbattimento di tutte le piante infette e l’inceneri-mento rapido di tutto il materiale di risulta. Essendo la malattia un cancrodella corteccia, il legno non subisce alcun attacco e i tronchi di valore com-merciale possono essere utilizzati come legname da opera senza pericoloalcuno di diffusione della malattia, previa decorticazione. La bonifica sanitaria sarà tanto più efficace ed economica quanto prima siinterviene rispetto alla comparsa dei sintomi della malattia. In genere il ritardo negli interventi fa aumentare i costi e pregiudica il lorobuon esito.Non sono attualmente disponibili prodotti chimici per la lotta curativa. Lalotta preventiva viene effettuata in vivaio con Tiofanate Methyl e altri pro-dotti che agiscono per contatto, ma non può essere effettuata su pianteadulte, tanto meno in bosco per i costi eccessivi e per le difficoltà tecnichelegate all’esecuzione del trattamento. Il miglioramento genetico del cipresso per la resistenza al cancro è possi-bile ed alcune varietà sono state recentemente brevettate dall’IPP (Fig. 8e 9).

Fig. 8 - sx: ‘Bolgheri’; dx:‘Agrimed n. 1’, cloni di C. sempervirens brevettati dall’IPP-CNRper la resistenza al cancro del cipresso.

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Fig. 9 - sx ‘Italico’; dx ‘Mediterraneo’. Cloni di C. sempervirens brevettati nel 2004 per laresistenza al cancro dallì’IPP CNR.

Altre malattie, in genere sporadiche e di minore pericolosità, possono col-pire i cipressi, ma non sono state rilevate nella Cipresseta di Fontegrecae nelle aree limitrofe. E’ invece necessario segnalare alcuni insetti, che at-taccano in genere cipressi debilitati e talvolta sono vettori o diffusori delcancro del cipresso.

Insetti dannosi per il Cipresso

1. Afide del cipresso (Cinara cupressi)C. cupressi sviluppa le sue colonie sui rametti lignificati dei cipressi (nonoltre 1 cm di diametro) e, tramite il suo apparato boccale pungente-suc-chiante, sottrae linfa attraverso la corteccia. Quando andamenti climaticie stato nutrizionale delle piante ospiti sono favorevoli alla sua biologia,l’afide ha sviluppi massicci e rapidi nel periodo primaverile e le sue colonieriescono ad avvolgere a manicotto i rametti del cipresso, iniziando da quellipiù interni alla chioma (Fig. 10). Con l’innalzarsi delle temperature, già in maggio, non tardano a manife-starsi sulle chiome dei cipressi infestati arrossamenti repentini del fogliamedelle chiome in vasti settori. I seccumi si manifestano sotto forma di chiaz-zature o striature inframmezzate da fogliame esente da danno. I sintomisono più frequenti ed evidenti nei settori inferiori o medio-inferiori dellechiome (Fig. 11).

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La dannosità dell’afide scaturisce sia dalla incessante e prolungata sot-trazione di linfa che dalle sostanze tossiche immesse con la saliva nei tes-suti dell’ospite nel momento in cui si nutre. I cipressi più estesamente eintensamente parassitizzati in occasione di forti attacchi possono anchemorire. Più spesso la pronta capacità di ricaccio (il mettere nuovi germogli)del cipresso comune consente, in stagioni successive, un lento ripristinovegetativo con copertura dei rivestimenti fogliari danneggiati.

Esistono oggi molte sostanze chimicheefficaci nel controllo dell’afide del ci-presso: fosforganici e carbammati divecchia registrazione, piretroidi, pire-trine naturali e altri prodotti di originenaturale, insetticidi afidici di sintesidell’ultima generazione.Il successo nella lotta all’afide, che ri-chiede che sia raggiunto l’interno dellechiome ove iniziano a svilupparsi le co-lonie, è legato comunque alla tempesti-vità dell’intervento. Si riescono adevitare danni al cipresso solo qualora siintervenga al primo incrementarsi dellapopolazione della Cinara, all’uscitadall’inverno, quando inizia la fase ripro-duttiva. Interventi tardivi non impedi-scono affatto la comparsa dei seccumidi foglie e rametti. La presenza dell’afide non è stata ri-levata sulle piante della Cipresseta diFontegreca. L’attacco dell’afide è resomeno efficace sia per l’architettura deicipressi di tipo orizzontale che per lecondizioni climatiche in genere non fa-vorevoli al suo sviluppo.In cipressi ornamentali e su siepi nellevarie zone intorno a Fontegreca è statasegnalata la presenza di Cinara cupressi.Le specie di cipresso argentato (C. arizo-nica e C. glabra) sono particolarmentesuscettibili agli attacchi dell’afide.

Fig. 10 - Le colonie dell’afide avvolgonoa manicotto i rametti dei cipressi.

Fig. 11 - Arrossamenti sulla chioma cau-sati dall’azione dell’afide.

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2. Coleottero (Scolitide) del cipresso (Phloeosinus aubei)Il coleottero, dopo aver superato l’inverno allo stadio di adulto in galleriescavate nell’autunno precedente, in primavera (marzo-aprile) inizia a ri-prodursi (Fig. 12). La riproduzione avviene su cipressi in precarie condi-zioni di vegetazione, ma non ancora morti. Le femmine, dopo aver foratola corteccia dei tronchi e delle grosse branche, scavano delle gallerie “ma-terne” fra corteccia e legno, dove depongono le uova fecondate da cui sisviluppano le larve, che scavano gallerie nella corteccia e nella parteesterna dell’alburno (Fig 13). Completato lo sviluppo larvale nel mese diluglio, fanno la loro comparsa gli adulti che, dopo aver forato la corteccia,sciamano sui cipressi circostanti in buone condizioni vegetative (Fig. 14).Su questi, all’ascella dei rametti o lungo l’asse midollare dei getti, gli adultiscavano gallerie per procurarsi il cibo fresco necessario alla loro matura-zione sessuale (gallerie di maturazione) (Fig. 15). Dopo analoghe modalità

Fig. 12 - Esemplari del coleottero Phloeosi-nus aubei.

Fig. 13 - Gallerie materne e larvali scavatedal coleottero tra la corteccia e il legno.

3 mm

Fig. 14 - P. aubei si riproduce sui cipressideperienti e va a nutrirsi sui cipressi sani,su cui causa il disseccamenti.

Fig. 15 - Chioma di cipresso con i tipici ra-metti secchi e penduli in seguito all’azionedel coleottero che scava gallerie nutrizionali.

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di ovideposizione e di sviluppo larvale, una seconda generazione di adultisfarfalla in settembre e trascorrerà l’inverno nelle gallerie di maturazionein attesa della successiva primavera.L’escavazione di gallerie sottocorticali inibisce fortemente la possibilità direcupero vegetativo dei cipressi già debilitati da cause avverse favoren-done la morte. Lo Scolitide, inoltre, favorisce la trasmissione del cancrodel cipresso quando gli insetti adulti sciamano dalle piante infette da can-cro per andare a nutrirsi sui cipressi circostanti in buone condizioni vege-tative, trasferendo i conidi del fungo e facilitando l’instaurarsi dell’infezione.L’istituto per la Protezione delle Piante ha sperimentalmente osservato chein Toscana, in zone interessate dal cancro, il 3-4% delle gallerie nutrizionalidi P. aubei sono infettate da S. cardinale.Questi dati indicano l’importanzadel Phloeosinus aubei come vettore della malattia.Il metodo di controllo prevede l’eliminazione dei cipressi deperienti per ri-durre la presenza del substrato necessario al completamento della faseriproduttiva dell’insetto. Anche la scortecciatura dei tronchi tagliati e lasciatisul posto è una buona pratica contro la proliferazione del coleottero.

Fig. 16 - sx: rametto disseccato in corrispon-denza del punto d’inoculo in seguito all’av-vio del processo infettivo; centro: cancro sulfusto dopo circa un anno dall’inoculazione;dx: cancro attivo sul fusto dopo circa dueanni dall’inoculazione.

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Fig. 17 - Cancri in cui si osserva una reazione da parte della pianta che cerca di chiuderela lesione sul fusto.

La sperimentazione ha evidenziato che la maggior parte dei cipressi delbosco di Fontegreca (85%) sono suscettibili al cancro. Le foto n.16, 17,18 e 19 che seguono mostrano vistosi disseccamenti sulle chiome causatidall’inoculazione artificiale del fungo. E’ quindi importante evitare che lamalattia raggiunga la cipresseta.

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Fig. 19 - Cancri originatisi in seguito all’inoculazione artificiale sul fusto. Sono evidenti lespaccature, le deformazioni e l’emissione di resina. Quando il cancro si sviluppa intorno alfusto e uccide i tessuti lungo tutta la circonferenza, la parte di chioma soprastante si seccae muore.

Fig. 18 - Comportamento di candidati scelti nel Bosco degli Zappini all'inoculazione artifi-ciale con Seiridium cardinale