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laSettimana SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO Anno CXIII - N. 44 - Una copia 1,10 - Domenica 17 novembre 2013 - (Esce il giovedì) RADIO KOLBE ROVIGO 91.2 e 94.5 la nostra radio RADIO KOLBE ROVIGO 91.2 e 94.5 la nostra radio Contiene I.P. EDITORIALE Il Delta guarda all’Unesco BRUNO CAPPATO In questi giorni si sono tenuti degli incontri per una valorizzazione del tutto parti- colare del Delta del Po: Parco Biosfera Unesco. La direzione che si è cominciato a seguire è quella interregionale visto che il Delta del Po è per una gran parte rodigino e un’altra parte ferrarese. Un riconoscimento da par- te dell’Unesco per la preziosi- tà e la particolarità di questo ambiente potrebbe portare dei grandi benefici: un maggiore rispetto ambientale, una pro- mozione del paesaggio e con- seguentemente uno sviluppo del turismo ed un ritorno in termini anche economici per la popolazione residente ed an- che il territorio circostante. Già è stata una scelta for- tunata quella di collegare all’Unesco qualche tempo fa le nostre Dolomiti; si è visto che immediatamente è cresciuto l’interesse e l’apprezzamento per questa ricchezza ambien- tale del Trentino e del Veneto, anche se Belluno e Trento han- no voluto - con una certa di- scussione - essere considerate le città di riferimento. C’è dunque da sperare che da un lato venga fatto questo riconoscimento anche per il Delta e dall’altro non si impri- gionino le popolazioni residen- ti in vincoli così costringenti da impedire la libertà di iniziativa e di movimento. Questa preoccupazione negli incontri avvenuti a Por- to Viro e a Mesola è stata già affrontata e ci si è ripromessi – almeno dalle dichiarazioni dell’Assessore regionale Man- zato – di non imporre vincoli di questo tipo, assicurando nel contempo agli abitanti del Del- ta delle prospettive di promo- zione e progresso. La città di Ferrara e il suo Delta sono da tempo dichiarati un bene protetto dall’Unesco perché Ferrara è riconosciuta come «città rinascimentale» e, quasi di conseguenza, anche il suo territorio è stato inserito in questa motivazione. Il fatto la dice lunga sulla bravura e sulla intraprenden- za dei ferraresi. Il Delta nelle trasmissioni televisive passa in genere come “ferrarese” e noi che abbiamo nella provincia di Rovigo il territorio e lo spazio più grande, abbiamo in qual- che modo lasciato correre que- sto vezzo televisivo. Adesso, di fronte a questa nuova iniziati- va che valorizza l’ambiente del Delta con una specificità tutta particolare, quella della biosfe- ra, chi mi dice che saranno ri- conosciuti i confini e la parte di considerazione tutta polesana? Rientrare in una valutazione davvero equanime e rispettosa dei territori è un fatto che il Po- lesine dovrebbe preoccuparsi di avere. E’ vero che Rovigo non ha le grandezze strutturali ed ar- chitettoniche della città di Fer- rara, però ha una sua cultura, ha una sua storia e, soprattutto, la città di Adria è riconosciuta come un fulcro di influenze in secoli lontani. Abbiamo visto che gli incontri si sono fatti in luoghi e del Polesine e del Fer- rarese e già questo è un indice di equilibrio; speriamo che la forte intraprendenza dei fer- raresi non abbia a mettere in ombra la timida fisionomia dei polesani. E’ questo un tema che attiene alla bellezza dei luoghi alla loro particolare conforma- zione e speriamo che non ven- ga ad aggiungersi ad altre vec- chie, defatiganti problematiche che hanno angustiato le cro- nache in seguito alla decisione di collocare proprio in questo ambiente una grossa realtà in- dustriale come la Centrale di Porto Tolle. In buona sostanza è giusto avere un po’ di diffidenza per- ché noi polesani siamo abituati a considerarci un po’ marginali su tutto. Questa occasione po- trebbe - in un quadro pur in- terregionale - essere l’occasione buona perché Rovigo possa vantare la sua parte di bellezze nel suo territorio. Il compito è già chiaramen- te delle istituzioni e del mondo politico e sicuramente vi sarà buona disponibilità da parte di tutti e in ogni modo sarebbe importante che anche la popo- lazione in generale avvertisse la preziosità di questa valoriz- zazione. E’ quello che chiediamo, non per invidia del vicino ma per correttezza. Nomine del Clero Mons. Vescovo ha nominato arciprete di Fiesso Umberti- no il M.R. Don GIORGIO ZANFORLIN, trasferendolo dalla Parrocchia di Bergantino. TIFONE HAIYAN Filippine : emergenza umanitaria L’aiuto di Papa Francesco e l’impegno della Caritas pag. 13 pag. 17 Nella terza domenica di ogni mese, il Vescovo Lucio presenta una riflessione che ha lo scopo di permettere ai fedeli di partecipare alla S. Messa nello spirito della missione, cioè di riscoprire che la fede non va vissuta in maniera muta, privata e invisibile, ma va testimoniata e annunciata. Pagina 3 «POPOLO DI DIO IN MISSIONE» 1. Perché in missione? Quale missione? Intervista a Mons. G. Caberletti Proclamiamo insieme la stessa fede Giornata annuale di ringraziamento Incontro dei presbiteri con la Coldiretti Pag. 3 IV CONFERENZA SULLA SCUOLA E FORMAZIONE PROFESSIONALE Domenica 24 Novembre 2013 Gran Guardia - Piazza Brà Verona Ore 9.00-13.00 LA CHIESA PER LA SCUOLA NELLA COMUNITÀ Il Tifone Haiyan che ha colpito negli ultimi giorni le Filippine, ha lasciato dietro di sé, secondo fonti Caritas, decine di migliaia di morti, feriti, dispersi, probabilmente con numeri molto superiori alle stime attuali. Il disastro si configura pertanto come “un’emergenza umanitaria di massa”, di altissimo livello per devastazione e complessità, vista l’alta densità della popolazione e la vastità del territorio colpito. Moltissime regioni interne non sono ancora state raggiunte dai soccorritori, cosa che fa pensare e rafforza la probabilità che il numero delle vittime e l’entità dei danni siano destinati a crescere. Filippine «Desidero assicurare la mia vicinanza alle popolazioni delle Filippine e di quella regione, che sono state colpite da un tremendo tifone. Purtroppo le vittime sono molte e i danni enormi. Preghiamo per questi nostri fratelli e sorelle, e cerchiamo di far giungere ad essi anche il nostro aiuto concreto», ha detto domenica scorsa all’Angelus Papa Francesco. Pagina 18 Caritas diocesana

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La Settimana n. 44 del 17 novembre 2013

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la SettimanaSETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO Anno CXIII - N. 44 - Una copia € 1,10 - Domenica 17 novembre 2013 - (Esce il giovedì)

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Contiene I.P.

EDITORIALE

Il Delta guarda all’UnescoBruno Cappato

In questi giorni si sono tenuti degli incontri per una valorizzazione del tutto parti-colare del Delta del Po: Parco Biosfera Unesco. La direzione che si è cominciato a seguire è quella interregionale visto che il Delta del Po è per una gran parte rodigino e un’altra parte ferrarese.

Un riconoscimento da par-te dell’Unesco per la preziosi-tà e la particolarità di questo ambiente potrebbe portare dei grandi benefici: un maggiore rispetto ambientale, una pro-mozione del paesaggio e con-seguentemente uno sviluppo del turismo ed un ritorno in termini anche economici per la popolazione residente ed an-che il territorio circostante.

Già è stata una scelta for-tunata quella di collegare all’Unesco qualche tempo fa le nostre Dolomiti; si è visto che immediatamente è cresciuto l’interesse e l’apprezzamento per questa ricchezza ambien-tale del Trentino e del Veneto, anche se Belluno e Trento han-no voluto - con una certa di-scussione - essere considerate le città di riferimento.

C’è dunque da sperare che da un lato venga fatto questo riconoscimento anche per il Delta e dall’altro non si impri-gionino le popolazioni residen-ti in vincoli così costringenti da impedire la libertà di iniziativa e di movimento.

Questa preoccupazione negli incontri avvenuti a Por-to Viro e a Mesola è stata già affrontata e ci si è ripromessi – almeno dalle dichiarazioni dell’Assessore regionale Man-zato – di non imporre vincoli di questo tipo, assicurando nel contempo agli abitanti del Del-ta delle prospettive di promo-zione e progresso.

La città di Ferrara e il suo Delta sono da tempo dichiarati un bene protetto dall’Unesco perché Ferrara è riconosciuta come «città rinascimentale» e, quasi di conseguenza, anche il suo territorio è stato inserito in questa motivazione.

Il fatto la dice lunga sulla bravura e sulla intraprenden-za dei ferraresi. Il Delta nelle trasmissioni televisive passa in genere come “ferrarese” e noi

che abbiamo nella provincia di Rovigo il territorio e lo spazio più grande, abbiamo in qual-che modo lasciato correre que-sto vezzo televisivo. Adesso, di fronte a questa nuova iniziati-va che valorizza l’ambiente del Delta con una specificità tutta particolare, quella della biosfe-ra, chi mi dice che saranno ri-conosciuti i confini e la parte di considerazione tutta polesana? Rientrare in una valutazione davvero equanime e rispettosa dei territori è un fatto che il Po-lesine dovrebbe preoccuparsi di avere.

E’ vero che Rovigo non ha le grandezze strutturali ed ar-chitettoniche della città di Fer-rara, però ha una sua cultura, ha una sua storia e, soprattutto, la città di Adria è riconosciuta come un fulcro di influenze in secoli lontani. Abbiamo visto che gli incontri si sono fatti in luoghi e del Polesine e del Fer-rarese e già questo è un indice di equilibrio; speriamo che la forte intraprendenza dei fer-raresi non abbia a mettere in ombra la timida fisionomia dei polesani. E’ questo un tema che attiene alla bellezza dei luoghi alla loro particolare conforma-zione e speriamo che non ven-ga ad aggiungersi ad altre vec-chie, defatiganti problematiche che hanno angustiato le cro-nache in seguito alla decisione di collocare proprio in questo ambiente una grossa realtà in-dustriale come la Centrale di Porto Tolle.

In buona sostanza è giusto avere un po’ di diffidenza per-ché noi polesani siamo abituati a considerarci un po’ marginali su tutto. Questa occasione po-trebbe - in un quadro pur in-terregionale - essere l’occasione buona perché Rovigo possa vantare la sua parte di bellezze nel suo territorio.

Il compito è già chiaramen-te delle istituzioni e del mondo politico e sicuramente vi sarà buona disponibilità da parte di tutti e in ogni modo sarebbe importante che anche la popo-lazione in generale avvertisse la preziosità di questa valoriz-zazione.

E’ quello che chiediamo, non per invidia del vicino ma per correttezza.

Nomine del CleroMons. Vescovo ha nominato arciprete di Fiesso Umberti-

no il M.R. Don GIORGIO ZANFORLIN, trasferendolo dalla Parrocchia di Bergantino.

Tifone Haiyan

Filippine : emergenza umanitariaL’aiuto di Papa Francesco e l’impegno della Caritas

pag. 13 pag. 17

Nella terza domenica di ogni mese, il Vescovo Lucio presenta una riflessione che ha lo scopo di permettere ai fedeli di partecipare alla S. Messa nello spirito della missione, cioè di riscoprire che la fede non va vissuta in maniera muta, privata e invisibile, ma va testimoniata e annunciata.

Pagina 3

«PoPoLo Di Dio in MiSSione»1. Perché in missione? Quale missione?

Intervista aMons. G. CaberlettiProclamiamo insiemela stessa fede

Giornata annualedi ringraziamento

Incontrodei presbitericon la Coldiretti

Pag. 3IV CONFERENZA SULLA SCUOLAE FORMAZIONE PROFESSIONALE

ore 9.00Saluto: S.E. Mons. Giuseppe ZENTI, Vescovo di Verona e delle Autorità

Presentazione: S.E. Mons. Adriano TESSAROLLODelegato CET Scuola Educazione Università

Consegna “Appello”

On. Alberto GIORGETTI Sottosegretario all'economiaprof. Stefano QUAGLIA Dirigente UST-XII-Veronadon Maurizio VIVIANI direttore UNESU-Roma

ZAIA On. LUCA Presidente della Regione VenetoSERRACCHIANI DEBORA Presidente del Friuli Venezia GiuliaUGO ANGELO ROSSI Presidente della Provincia Autonoma di Trento

On. ENRICO LETTA Presidente del Consiglio

Conclusioni: S.E. Mons. FRANCESCO MORAGLIA Patriarca di Venezia e Presidente CET

Ore 11.00Marcia per la città

Ore 12.00S. Messa in Cattedrale presieduta da S.E. Mons. Giuseppe ZENTI, Vescovo di Verona

Domenica 24 Novembre 2013Gran Guardia - Piazza Brà Verona

Ore 9.00-13.00

Programma

IV CONFERENZA SULLA SCUOLA promuovono

CONFERENZA EPISCOPALE TRIVENETO

Informazioni utili: d. Edmondo Lanciarotta mail:[email protected] cell: 348 5607760

E FORMAZIONE PROFESSIONALE

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LA CHIESA PER LA SCUOLANELLA COMUNITÀ

FISM, FIDAE, AGESC, CdO, CONFAP, FORMA Veneto, MSC, AGIDAE, AIMC, UCIIM, AGE, MSAC, CISM, USMI

e FESTIVAL DOTTRINA SOCIALE

FEDERAZIONE ISTITUTI DI ATTIVITÀ EDUCATIVE

Il Tifone Haiyan che ha colpito negli ultimi giorni le Filippine, ha lasciato dietro di sé,

secondo fonti Caritas, decine di migliaia di morti, feriti, dispersi, probabilmente con

numeri molto superiori alle stime attuali. Il disastro si configura pertanto come

“un’emergenza umanitaria di massa”, di altissimo livello per devastazione e complessità, vista l’alta densità della

popolazione e la vastità del territorio colpito. Moltissime regioni interne non sono ancora

state raggiunte dai soccorritori, cosa che fa pensare e rafforza la probabilità che il

numero delle vittime e l’entità dei danni siano destinati a crescere.

Filippine «Desidero assicurare la mia

vicinanza alle popolazioni delle Filippine e di quella regione, che sono state colpite da un tremendo tifone. Purtroppo le vittime

sono molte e i danni enormi. Preghiamo per questi nostri fratelli e sorelle, e cerchiamo

di far giungere ad essi anche il nostro aiuto concreto», ha detto domenica scorsa

all’Angelus Papa Francesco.

Pagina 18 Caritas diocesana

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Le Claustrali sono quelle persone che vivono nei mona-steri di clausura e impegnano le loro giornate nella preghiera per il mondo e il lavoro per guada-gnarsi il pane quotidiano. Dio al primo posto da conoscere e da amare, da servire nella carità e nella preghiera per far scende-re sul mondo la misericordia di Dio.

Quella dei monasteri è una vita che affascina, che avvince e coinvolge: soli con Dio, soli per Dio, soli in Dio. E’ un volare alto la vita in monastero. Dio è, non tanto il centro, quanto piuttosto il tutto del monastero. In Lui il giorno e la notte, la sosta e i pasti e la vita in comune. Dio contem-plato, adorato, invocato, perce-pito fianco a fianco, insomma Dio punto di riferimento di ogni pensiero e azione.

Dio respirato con l’aria, con-templato non solo con l’anima e gli occhi del corpo, ma pure in una visione della vita che anti-cipa nel quotidiano, quello che saremo nell’eterno. Veramente visitando anche uno solo di questi spazi si prova la gioia del mondo di Dio, del mondo che verrà. Tutto – anche la pietra antica – parla del bello, dell’au-tenticamente vero. Le cose, gli animali, i fiori, i ritmi tutto aiuta a pensare alto, ad inoltrare l’ani-mo nell’infinito. Non è magia, non è incantesimo. E’ cogliere il messaggio che emana, quasi de-licato profumo, dal vivere duro e sereno, da loro che del mona-stero sono “le residenti”. C’è an-che un senso di dolcezza che ti prende e ti induce ad abbassare la voce e spesso a non dire nul-la, per permettere al tuo volto di

far esplodere la gioia che stai provando e che gusti. Ha persino un altro ritmo il tem-po cadenzato dalla campana che invita agli appuntamenti della preghiera e della vita co-munitaria.

La stessa meridiana che se-gna silenziosamente le ore del giorno, sembra voglia rallentare i tuoi passi lungo il viale racchiu-so dai filari di pini, e il tempo che hai in cuore come in corsa veloce: “Fugit tempus”! Lassù immobile, leggi quasi meravi-gliato: “Nulla senza il sole sono io / nulla sei tu senza Dio!” I rintocchi del mezzo dì invitano alla preghiera nella cappella e ti accodi agli altri che come te, sono venuti a “veder pregare” le claustrali. La dolce melodia ti incanta e ti fa trovare con le ginocchia piegate e le mani congiunte. Con la loro anche la tua preghiera sale al Signore:

rendi grazie per quel momento di metà giornata. Le Claustrali sono di là dalla grata, le loro fi-gure si muovono lente e le vedi già luminose dello splendore di Dio. Hai sperimentato anche tu che la preghiera ti ha fatto sentire vicino a Dio. Le Oranti sono in attesa di aiutare a farci sentire vicino a Dio. E quando la Cappella non accoglie nessuno sono esse a far scendere Dio tra gli uomini, per aiutarli ad avere la nostalgia del Cielo.

Nei due monasteri della nostra Città, le Claustrali ogni giorno domandano a Dio di dare aiuto a noi poveri e distratti uomini che non sempre sentono il bisogno di aver Dio vicino.

AG

2 la Settimana domenica 17 novembre 2013comunità

La Parola... famiglia, giovani e poveriMentre alcuni par-

lavano del tempio e delle belle pietre e dei doni vo-tivi che lo adornavano, Gesù disse: «Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?». Rispose: «Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: “Sono io” e: “Il tempo è prossimo”; non seguiteli. Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine».

Poi disse loro: «Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, conse-gnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trasci-nandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Questo vi darà occasione di ren-der testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai pa-renti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime.

C’è una crisi annunciata che non può aspettarsi ammortizzatori né dalla fami-glia né dai giovani: “Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici...”. Sarà una crisi totale e universale: “Non resterà pietra su pietra che non ven-ga distrutta... Si solleverà popolo contro popolo e vi saranno terremoti, carestie e

pestilenze... Sarete traditi e odiati da tut-ti...”

Povertà assoluta, miseria e fine del mondo. Che senso può avere la fede che Gesù propone: “Guardate di non lasciar-vi ingannare, non vi terrorizzate...Vi darà occasione di rendere testimonianza... Io vi darò lingua e sapienza... Nemmeno un ca-pello del vostro capo perirà... Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime”?

Occorre concentrarsi su due poli: “Io vi darò” e “Salverete le vostre anime”. Solo da Gesù c’è da aspettarsi salvezza e una salvezza che privilegia l’anima, il futuro definitivo.

Luca si sforza di distinguere gli av-

venimenti storici dai segni della fine: i pri-mi riguardano la sto-ria in corso; i secondi sono un annuncio alla comunità ecclesiale a non ritenere la fine del mondo imminente. Il

discorso avviene nel tempio dove Gesù ormai, da vero Maestro d’Israele, s’intrat-tiene durante il giorno; i destinatari sono i discepoli in generale.

Osservando il tempio, alcuni ne am-mirano la costruzione in belle pietre squa-drate dagli esperti di Erode il Grande, l’ab-bondanza e la ricchezza dei doni votivi. La parola “pietra” ha un ruolo centrale: consente il passaggio dal discorso ameno a quello serio, inatteso per l’ascoltatore. La domanda è piena di apprensione e di pau-ra per una morte imminente. Il Maestro chiarisca il suo pensiero e indichi i segni premonitori, sicché nessuno sia colto d’im-provviso. Solo in Gesù va riconosciuto il vero Messia.

Dalla vaghezza dell’apocalittica alla concretezza dei fatti. A causa del nome del Signore, i discepoli saranno condotti innanzi ai tribunali, alle sinagoghe, ai re, nelle prigioni. Luca vuole richiamare la Chiesa a capire che le persecuzioni le ap-partengono. Inoltre desidera inculcare fi-ducia a una comunità sotto pressione: una esortazione alla gioia della testimonianza, verso la croce. Gesù stesso interverrà a loro favore, si ricorderà di loro in quel momen-to: lui, il Risorto, darà sapienza per argo-mentare sì che nessun avversario potrà controbattere.

Nel Vangelo di Luca il discorso ci è pre-sentato come un solenne e drammatico ad-dio di Gesù al suo popolo: è un arrivederci e un appello alla speranza nella fede.

d. Dante

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario - C

I segniLuca 21, 5-19

Quando, per dare speranza agli uomini del nostro tempo, si afferma l’esigenza per noi cristiani di una fede vissuta e testimoniata, non vogliamo sottintendere mancanza di ri-spetto per il mondo contem-poraneo e i suoi valori umani. È questa una delle novità mag-giori del Vaticano II che non si trova in nessuno dei precedenti concili ecumenici.

La condanna degli errori del mondo rimane, perché è un doveroso esercizio di carità nella verità, ma vi è tanta com-prensione materna nella Chiesa verso gli erranti. Soprattutto non vi è sfiducia nelle aspirazioni del mondo al bene, al bello e al vero. Sono desideri che Dio stesso ha seminato nel cuore di ogni uomo e che vengono salvati ed esaltati dalla fede sincera in Dio.

Proprio nella costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, Gaudium et spes, i Padri conciliari hanno nella parte terza trattato della fede come pegno di speranza, additan-do il sacramento in cui “degli elementi naturali coltivati dall’uomo vengono tramutati nel Corpo e nel Sangue glorioso” del Signore, con l’esaltante prospettiva ultraterrena dell’eternità. Il destino sopran-naturale dell’uomo non annulla né umilia, bensì esalta quanto c’è di buono nell’uomo su questa terra ed eleva a perfezione nel mi-stero pasquale l’attività umana.

Così recita, in questo numero 38 del documento, il Concilio: “Cristo tuttora opera nel cuore degli uomini con la virtù del suo Spirito, non solo suscitando il desiderio del mondo futuro, ma perciò stesso anche ispirando, purificando e fortificando quei generosi propositi con i quali la famiglia degli uomini cerca di rendere più umana la propria vita e di sottomettere a questo fine tutta la terra”.

E’ questa oggi la nostra realtà di cristiani? Per fortuna spes-so sì, ma non sempre. E perciò la necessità di rievangelizzare la fede. C’è ancora tanta parte del popolo cristiano, battezzato e plu-risacramentato, in cui prevale il distacco tra fede e vita cristiana. Alcuni pensano che la prospettiva della vita eterna li esoneri dal compiere i propri doveri terreni; per altri la vita religiosa consiste soltanto in atti di culto e in qualche dovere morale. Perciò questi altri si immergono negli affari della terra a prescindere dalla fede. Sbagliano sia gli uni che gli altri.

La fede ci obbliga ancora di più a compiere i nostri doveri ter-reni, secondo la vocazione cui ciascuno è chiamato. E gli affari del-la terra non sono estranei a un retto modo di vita cristianamente ispirato. Non si può mettere la vita religiosa da una parte e l’eser-cizio delle attività professionali e socioeconomiche dall’altra.

Nel numero 43 del capitolo IV la Gaudium et spes afferma espressamente: “Il cristiano che trascura i suoi impegni temporali, tra-scura i suoi doveri verso il prossimo, anzi verso Dio stesso, e mette in pe-ricolo la propria salvezza eterna”. La vita cristiana richiede la sintesi dei valori, che poggia sul Vangelo stesso (Matteo 23, 3-28): “Essi dicono e non fanno...guai a voi, scribi e farisei ipocriti... Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti...”.

È la sintesi che ha alimentato l’esistenza cristiana di tanti laici santi a tutta la nuova schiera di testimoni della fede nella nostra società secolarizzata. Il Concilio fa appello proprio al modo di vi-vere e testimoniare la fede cristiana da parte delle molteplici cate-gorie di laici, impegnati nell’esercizio delle realtà temporali, non esclusa certamente l’attività politica, come campo di propria spet-tanza, anche se non esclusivo, per “iscrivere la legge divina nella vita della città terrena”, assumendo essi stessi le proprie responsabilità.

Una conferma di tutto questo viene dalla Propositio 19 del Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione: “Il magistero papale, nella sua dottrina sociale, ha mostrato i legami teologi-ci, antropologici ed educativi che esistono tra evangelizzazione, da una parte, e lo sviluppo e la libertà sia della persona sia della società, dall’altra. Non è possibile pensare alla nuova evangeliz-zazione senza l’annuncio della piena liberazione da tutto ciò che opprime la persona umana, cioè il peccato e le sue conseguenze. Senza un serio impegno per la vita, la giustizia e il cambiamento delle situazioni che generano povertà ed esclusione (cf. Sollicitudo rei socialis, n. 36) non può esservi progresso. Questo è particolar-mente vero di fronte alle sfide poste dalla globalizzazione”.

D. Dante Bellinati

Anno della Fede

Il Concilio Vaticano IIe la nuova evangelizzazione

Curia Vescovile - Ufficio EconomatoAvviso ai Sacerdoti

Si avvisano i Reverendissimi sacerdoti che il 30 novembre p.v.. scade il termine per il versamento del 2° acconto IRPEF (sacerdoti) e IRES (Enti/Parrocchie)

Si prega di passare a ritirare il modello F24 per il versamen-to a partire dal prossimo 18 novembre.

Ufficio LiturgicoAvviso

Ai Rev. Parroci e Rettori di ChieseSi fa presente che dalla 1° domenica di Avvento 2010 sono

obbligatori per uso liturgico i nuovi lezionari; si ricorda che dal 2 novembre 2011 è obbligatorio l’uso del nuovo Rito delle Esequie.

Si ricorda altresì che presso la Curia Vescovile si può ri-tirare da lunedì 25 novembre il foglio con la 2° lettura per la solennità dell’Immacolata di quest’anno (confronta calendario liturgico).

Avviso ai parroci, sacerdoti, religiosi/e

Calendario liturgico 2013-2014

Si comunica che, presso l’Ufficio Amministrativo della Curia Vescovile di Rovigo, è disponibile, al prezzo di € 20.00, il CALENDARIO LITURGICO 2013-2014, unitamente alle “Indicazioni Generali” e all’elenco dei presbiteri deceduti negli ultimi 50 anni.

Domenica 17 novembre: Ore 9.00 - Melara: celebra la S. Messa ed amministra il sacramen-to della Cresima. Ore 11.00 - Crespino: celebra la S. Messa con i coltivatori della terra nella 63ª Giornata del Ringraziamento. Ore 17.00 - Rasa: celebra la S. Messa ed amministra il sa-cramento della Cresima.Martedì 19 novembre: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udienza.

Mercoledì 20 novembre: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udienza. Ore 21.00 - Baruchella: partecipa alla riunione del Consiglio Pastorale Vicariale di Badia-Trecenta.Giovedì 21 novembre: Ore 10.00 - Caviola (Belluno): presiede la celebrazione della S. Messa nella festa della B.V. della Salute.Venerdì 22 novembre: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udienza. Ore 21.00 - Baricetta: presiede la celebrazione della S. Messa nella festa di S. Cecilia, con la partecipazione delle Corali del Basso Polesine.Sabato 23 novembre: Ore 10.30 - Badia: partecipa al Congresso provinciale del Movimento Cristiano dei Lavoratori (MCL). Ore 18.00 - Grignano: celebra la S. Messa e amministra il sacramento della Cresima.Domenica 17 novembre: Ore 9.30 - Lendinara, S. Biagio: celebra la S. Messa ed amministra il sacramento della Cresima. Ore 11.15 - Lendinara, S. Sofia: celebra la S. Messa ed amministra il sacra-mento della Cresima. Ore 16.00 - Rovigo, Concattedrale (Duomo): conclude l’Anno della Fede con la S. Messa, celebrata con tutti i presbiteri, e conferisce l’Ordine del diaconato permanente a Guglielmo Zampollo di Boara Polesine.

Attività del Vescovo

Anno della Fede

3

DOMENICA XXXII DEL TEMPO ORDINARIO 10 novembre 2013

Per tutti i Battezzati,perché in questo Anno della fedecomprendano sempre più che la chiamata alla salvezzae rivoltà dal Signore Gesù ad ogni creatura umana, preghiamo.

Ci sa-zie-re-mo, Si-gno-re, con-tem-plan-do il tuo vol-to.

DOMENICA XXXIII DEL TEMPO ORDINARIO 17 novembre 2013

Vie - ni, Si - gno - re, a giu-di-ca-reil mon- do.

Per tutti noi,chiamati a far divampare la scintilla divina ricevuta nel Battesimo:l’ Anno della fede infonda in ciascuno rinnovato entusiasmoper cooperare alla missione salvifica di Gesù, preghiamo.

Per noi qui presenti e per la nostra Comunità,perché l’Anno della fede che oggi si concludelasci una traccia profonda nella nostra vita, preghiamo.

SOLENNITÀ DI CRISTO RE DELL’UNIVERSO 24 novembre 2013

21 novembre 2013

Giornata delle claustralio “pro Orantibus”

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Le Chiese del Triveneto per la scuola nella comu-nità desiderano continuare il cammino intrapreso in questi anni proponendo la IV Conferenza sulla base della Costituzione Italiana e della Dottrina Sociale del-la Chiesa, per evidenziare la fecondità e preziosità del sistema educativo di istruzione e di formazione, dall’Infanzia alle Superiori ai Centri di Formazione Professionale, presente nel nostro territorio per il bene di tutti.

Questo incontro, che conclude il Festival della Dottrina Sociale, è anche in vista della grande manife-stazione di popolo promos-sa dalla CEI “La Chiesa per la scuola” il 10 maggio 2014 in piazza S. Pietro a Roma con la presenza di Papa Francesco. Oggi la situazio-ne è particolarmente diffi-cile per le Scuole Paritarie e i Centri di Formazione Professionale a causa sia dei continui drastici tagli dei contributi, sia per i sem-pre più lunghi ritardi delle parziali erogazioni a fronte di un evidente risparmio significativo alle casse pub-bliche. Urge individuare insieme con i responsabili risposte politiche concrete ed adeguate in modo da evitare il rischio sempre più prossimo del collasso di tutto il sistema di istruzio-ne e di formazione del no-stro territorio, fondato sui principi della sussidiarietà, autonomia, libertà. Tutte le scuole, Pubbliche Statali e Pubbliche Paritarie, e i Centri di Formazione Professionale, vanno so-stenute e valorizzate con l’impiego di tutte le forze necessarie affinché possa-no svolgere l’indispensa-bile ruolo educativo a loro affidato. La Chiesa è per la Scuola, per tutta la Scuola, perché la Scuola fa parte del bene comune.

“la scuola è uno degli ambienti educativi in cui si cresce per imparare a vive-re, per diventare uomini e donne adulti e maturi, ca-paci di camminare, di per-correre la strada della vita.” (Papa Francesco)

“La scuola va valorizza-ta, rinnovata e sostenuta e noi siamo persuasi che solo una società che le dà il giu-sto valore, promuovendola e sostenendola, può guar-dare con fiducia al futuro. La chiesa è per la scuola, perché interessata ad una formazione integrale e ar-monica dell’individuo. Essa che ha come compito specifico l’annuncio del Vangelo e la crescita dei cre-denti verso la pienezza del-la grazia, è al tempo stesso ‘intimamente solidale con il genere umano e con la storia’(GS,1), e per questo fa sua la questione delicata e fondamentale dell’edu-cazione.” (Bagnasco Card.Angelo, 3 maggio 2013, Roma)

La Scuola in generale oggi vive una situazione difficile, quella paritaria in particolare. Da sempre la Chiesa ha collaborato in vario modo all’educazione delle giovani generazioni. Anche le Scuole paritarie di ogni ordine e grado, ricono-sciute e abilitate a svolgere tale servizio scolastico, han-

no offerto e stanno offrendo al Servizio Scolastico nazio-nale e regionale, in collabo-razione e non in concorren-za con la Scuola statale, un servizio di qualità, che per lo Stato rappresenta anche un notevole risparmio econo-mico, sia per quanto riguar-da il personale che i locali delle Scuole. (dalla “Lettera ai politici”, dei Vescovi del Triveneto 2.8.2011)

Info Utili Percorso della Marcia: Piazza Brà, Liston, Via Oberdan, Corso Portoni

Borsari, Via Gar iba ld i , Via Pacifico, D u o m o . Indicazione per il par-c h e g g i o : P u l m a n : carico e scarico mo-mentaneo, Porta Nuova Auto: zona Fiera, con servizio navetta oppure in città Per ulte-riori informazioni rivol-

gersi a Vicentini Davide 347.2388190 [email protected]

3la Settimanadomenica 17 novembre 2013 attualità

Nella terza domenica di ogni mese, i sacerdoti sono pregati di far partecipare i fedeli alla S. Messa nello spirito della missio-ne, cioè a far riscoprire loro che la fede non va vissuta in manie-ra muta, privata e invisibile, ma va testimoniata e annunciata.

A questo scopo il Vescovo Lucio invita i sacerdoti ad offrire ai fedeli, con l’omelia che faranno durante le Sante Messe di questa terza do-menica del mese di novembre, la seguente rifles-sione.

Con il Vangelo di oggi (Lc 21,5-19) Gesù vuole scuoterci, usan-do il linguaggio apocalittico del suo tempo, per-ché perseveria-mo nel fare il bene e viviamo con coerenza il Vangelo, nono-stante il dilagare del male, del se-colarismo e del-la stanchezza. Il Vangelo ci offre tre messaggi.

1. La storia e il mondo non sono in balìa di un destino cieco o di fato oscuro, ma sono nel-le mani di Dio. Dio sta condu-cendo il mondo e la storia verso il suo compi-mento, verso la sua meta. Verrà il giorno in cui Dio metterà a tacere i superbi, i prepotenti, gli ingiusti, e farà sorgere sui giusti, sui poveri, sui diseredati “il sole di giustizia”. Gesù non annuncia la fine del mondo, ma lascia presagire il fine del mondo, il suo futuro definitivo: un mondo più giusto, più fraterno e più solidale, dove regna la giusti-zia, la fraternità e la pace.

2. Gesù chiama i suoi discepoli – e oggi noi – a collaborare con lui nella costruzione di questo mondo nuovo, anche se questo compor-ta la contestazione, il linciaggio morale, l’ incomprensione perfino delle persone care. Saranno accu-sati di essere degli “integralisti”, perché difendono la vita, la fami-glia, il diritto di professare pubbli-camente la propria fede. Ma non soccomberanno: “Nemmeno un ca-pello del vostro capo perirà”. Il bene che essi compiono non andrà per-duto, anche se a volte esso appare insufficiente e inefficace.

3. Oggi Gesù chiede anche a noi tre atteggiamenti di fondo:

1) il coraggio di testimoniare la fede ed i valori cristiani a testa alta. Gesù ci darà “lingua e sapienza a cui gli avversari non potranno resistere né controbattere” (Lc 21,16);

2) la perseveranza nella vita cri-stiana, nonostante la stanchezza e la tentazione di lasciarsi omologa-re, adattare all’opinione dominan-te; nulla di buono va perduto;

3) l’impegno quotidiano nel com-pimento del proprio dovere, senza la-sciarsi tentare da fanatismi disor-dinati. S. Paolo ci dice: “Mangiate il vostro pane, lavorando in pace” (2 Ts 3,12).

Questo invito a testimoniare la nostra fede, con la vita e la parola, il Signore c’è l’ha rinnovato con l’Anno della fede, indetto dal papa Benedetto XVI e iniziato l’11 otto-bre 2012.

Indicendo questo Anno della fede il papa Benedetto XVI ci ha invitati a ravvivare la nostra fede

e a “riscoprire la gioia di essere amati da Dio”. Ma ci ha invitati anche a “ritrovare l’entusiasmo di comunica-re la fede” e ad annunciare l’amore di Dio con fierezza e con gioia, an-che ai non credenti e ai non pra-ticanti.

Noi cristiani, mediante il bat-tesimo e la cresi-ma, siamo “unti”, consacrati, cioè “destinati a un compito di interesse pubblico”: portare a tutte le persone che incontriamo l’annuncio dell’ amore di Dio, con la testimonianza della vita e con la parola. Non siamo cristiani per noi, ma per rinnovare la nostra società con la testimo-nianza cristiana e l’annuncio espli-

cito del Vangelo e per ridare fondamento cri-stiano ai valori della vita, del-la libertà, della fraternità, della solidarietà.

E’ Cristo che ha affidato a noi credenti il grande compito di annunciare il Vangelo a tut-te le genti e di introdurle nel-la vita di Dio: “Andate e am-maestrate tutte le nazioni, bat-tezzandole nel nome del Padre

e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tut-to ciò che vi ho comandato” (Mt 28,18-20).

Il papa Paolo VI ci ricorda che “evangelizzare è la grazia e la vo-cazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare” (EN 14). Anzi, “la missione riguarda tutti i cristiani, tutte le diocesi e parroc-chie, le istituzioni e associazioni ecclesiali” (RM 2).

“Il Signore chiama sempre a uscire da se stessi, a condividere con gli altri i beni che abbiamo, co-minciando da quello più prezioso che è la fede” (RM 49). L’impegno missionario, rivolto al proprio ambiente e al mondo intero, con la testimonianza e con la parola, è indice della nostra fede in Cristo. Del resto, “la fede si rafforza donan-dola” (RM 2).

Il momento storico attuale, se per certi aspetti è problematico per l’annuncio cristiano, per altri motivi è anche un tempo favore-vole. Anche se talvolta in forme strane, l’uomo d’oggi manifesta un’inquietudine e un ricerca di senso che attende risposta.

Dobbiamo cogliere, interpreta-re e purificare questa ricerca, che sta riemergendo nelle coscienze, e rispondere ad essa mediante un rinnovato annuncio del Vangelo.

L’annuncio deve essere corag-gioso e franco, ma anche umile: la ve rità, che abbiamo ricevuto in dono, non è un vanto per noi, ma è una re sponsabilità.

Chiediamo al Signore che ci aiuti a svolgere bene questa mis-sione, questo servizio. Ci sugge-risce questa invocazione anche la preghiera con cui abbiamo inizia-to questa Santa Messa:

“Il tuo aiuto, Signore, ci renda sempre lieti nel tuo servizio, perché solo nella dedizione a te, fonte di ogni bene, possiamo avere felicità piena e duratura”.

+ Lucio Soravito, vescovo

Verona - Autorità civili e religiose di primo piano

La Chiesa per la scuolaConvegno domenica 24 Novembre 2013 alla Gran Guardia in Piazza Brà

dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e marcia per le vie della città scaligera

ore 9.00Saluto: S.E. Mons. Giuseppe ZENTI, Vescovo di Verona e delle Autorità

Presentazione: S.E. Mons. Adriano TESSAROLLODelegato CET Scuola Educazione Università

Consegna “Appello”

On. Alberto GIORGETTI Sottosegretario all'economiaprof. Stefano QUAGLIA Dirigente UST-XII-Veronadon Maurizio VIVIANI direttore UNESU-Roma

ZAIA On. LUCA Presidente della Regione VenetoSERRACCHIANI DEBORA Presidente del Friuli Venezia GiuliaUGO ANGELO ROSSI Presidente della Provincia Autonoma di Trento

On. ENRICO LETTA Presidente del Consiglio

Conclusioni: S.E. Mons. FRANCESCO MORAGLIA Patriarca di Venezia e Presidente CET

Ore 11.00Marcia per la città

Ore 12.00S. Messa in Cattedrale presieduta da S.E. Mons. Giuseppe ZENTI, Vescovo di Verona

Domenica 24 Novembre 2013Gran Guardia - Piazza Brà Verona

Ore 9.00-13.00

Programma

IV CONFERENZA SULLA SCUOLA promuovono

CONFERENZA EPISCOPALE TRIVENETO

Informazioni utili: d. Edmondo Lanciarotta mail:[email protected] cell: 348 5607760

E FORMAZIONE PROFESSIONALE

imag

inew

ebp

roje

ct@

db

-ser

vice

.org

LA CHIESA PER LA SCUOLANELLA COMUNITÀ

FISM, FIDAE, AGESC, CdO, CONFAP, FORMA Veneto, MSC, AGIDAE, AIMC, UCIIM, AGE, MSAC, CISM, USMI

e FESTIVAL DOTTRINA SOCIALE

FEDERAZIONE ISTITUTI DI ATTIVITÀ EDUCATIVE

Riflessione del Vescovo Lucio

Popolo di Dio in missione1. Perchè in missione? Quale missione?

ore 9.00Saluto: S.E. Mons. Giuseppe ZENTI, Vescovo di Verona e delle Autorità

Presentazione: S.E. Mons. Adriano TESSAROLLODelegato CET Scuola Educazione Università

Consegna “Appello”

On. Alberto GIORGETTI Sottosegretario all'economiaprof. Stefano QUAGLIA Dirigente UST-XII-Veronadon Maurizio VIVIANI direttore UNESU-Roma

ZAIA On. LUCA Presidente della Regione VenetoSERRACCHIANI DEBORA Presidente del Friuli Venezia GiuliaUGO ANGELO ROSSI Presidente della Provincia Autonoma di Trento

On. ENRICO LETTA Presidente del Consiglio

Conclusioni: S.E. Mons. FRANCESCO MORAGLIA Patriarca di Venezia e Presidente CET

Ore 11.00Marcia per la città

Ore 12.00S. Messa in Cattedrale presieduta da S.E. Mons. Giuseppe ZENTI, Vescovo di Verona

Domenica 24 Novembre 2013Gran Guardia - Piazza Brà Verona

Ore 9.00-13.00

Programma

IV CONFERENZA SULLA SCUOLA promuovono

CONFERENZA EPISCOPALE TRIVENETO

Informazioni utili: d. Edmondo Lanciarotta mail:[email protected] cell: 348 5607760

E FORMAZIONE PROFESSIONALE

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inew

ebp

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ct@

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-ser

vice

.org

LA CHIESA PER LA SCUOLANELLA COMUNITÀ

FISM, FIDAE, AGESC, CdO, CONFAP, FORMA Veneto, MSC, AGIDAE, AIMC, UCIIM, AGE, MSAC, CISM, USMI

e FESTIVAL DOTTRINA SOCIALE

FEDERAZIONE ISTITUTI DI ATTIVITÀ EDUCATIVE

Per maggiori informazioni: don Christian Malanchin (responsabile percorsi per persone separate e divorziate) 338-1031652 oppure ppaass ttoorraa ll ee sseeppaarraa tt ii .. aa ll ttooppoo ll eess ii nnee@@ggmmaa ii ll .. ccoomm

DUE SERATE DI CONFRONTO PER RIFLETTERE SUL VISSUTO DELLE FAMIGLIE SEPARATE E LA

MISSIONE CHE CHIESA E COMUNITA’ CIVILE POSSONO SVOLGERE PER LORO.

“Vivere la separazione e il divorzio oggi.

Fuori o dentro la comunità?”

Interviene il dott. Ernesto Emanuele, fondatore e Presidente Nazionale dell'Associazione delle Famiglie Separate Cristiane ONLUS di Milano. Introduce Claudio Brusemini, assessore alle Politiche Sociali del comune di Badia Polesine.

Sabato 9 Novembre ore 21.00

Sala Soffiantini dell’Abbazia Vangadizza Badia Polesine (RO)

“Separazione e divorzio dei genitori: emozioni e bisogni dei figli.”

Interviene la dott.ssa Daniela Pipinato, pedagogista e psicologa di Padova, esperta in mediazione familiare e gruppi di parola per bambini di genitori separati. Introduce Barbara Bernardoni, assessore alle Politiche Sociali del comune di Castelmassa.

Venerdì 15 Novembre ore 21.00

Sala Consigliare Comunale Castelmassa (RO)

Soluzioni IT

Durante le due serate saranno presentati anche i percorsi che la Pastorale della Famiglia dell’Alto Polesine offre alle persone che stanno vivendo la separazione o il divorzio. In parallelo verrà presentato il nuovo progetto di “Incontri espressivi” rivolti ai figli di genitori separati e divorziati.

_______________________________

Gli incontri sono aperti e rivolti a tutti, in particolare ai genitori, a figure professionali come insegnanti ed educatori, e ad operatori e volontari che a vario titolo operano con famiglie e minori.

Servizio di Pastorale della Famiglia Alto Polesine

Pastorale dei separati e divorziati

Con il patrocinio di:

Comune di Badia Polesine Assessorato alle Politiche Sociali

FFaammiigglliiee ddiivviissee,, CChhiieessaa ee CCoommuunniittàà cciivviillee

Comune di Castelmassa

Assessorato alle Politiche Sociali

Per maggiori informazioni: don Christian Malanchin (responsabile percorsi per persone separate e divorziate) 338-1031652 oppure ppaass ttoorraa ll ee sseeppaarraa tt ii .. aa ll ttooppoo ll eess ii nnee@@ggmmaa ii ll .. ccoomm

DUE SERATE DI CONFRONTO PER RIFLETTERE SUL VISSUTO DELLE FAMIGLIE SEPARATE E LA

MISSIONE CHE CHIESA E COMUNITA’ CIVILE POSSONO SVOLGERE PER LORO.

“Vivere la separazione e il divorzio oggi.

Fuori o dentro la comunità?”

Interviene il dott. Ernesto Emanuele, fondatore e Presidente Nazionale dell'Associazione delle Famiglie Separate Cristiane ONLUS di Milano. Introduce Claudio Brusemini, assessore alle Politiche Sociali del comune di Badia Polesine.

Sabato 9 Novembre ore 21.00

Sala Soffiantini dell’Abbazia Vangadizza Badia Polesine (RO)

“Separazione e divorzio dei genitori: emozioni e bisogni dei figli.”

Interviene la dott.ssa Daniela Pipinato, pedagogista e psicologa di Padova, esperta in mediazione familiare e gruppi di parola per bambini di genitori separati. Introduce Barbara Bernardoni, assessore alle Politiche Sociali del comune di Castelmassa.

Venerdì 15 Novembre ore 21.00

Sala Consigliare Comunale Castelmassa (RO)

Soluzioni IT

Durante le due serate saranno presentati anche i percorsi che la Pastorale della Famiglia dell’Alto Polesine offre alle persone che stanno vivendo la separazione o il divorzio. In parallelo verrà presentato il nuovo progetto di “Incontri espressivi” rivolti ai figli di genitori separati e divorziati.

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Gli incontri sono aperti e rivolti a tutti, in particolare ai genitori, a figure professionali come insegnanti ed educatori, e ad operatori e volontari che a vario titolo operano con famiglie e minori.

Servizio di Pastorale della Famiglia Alto Polesine

Pastorale dei separati e divorziati

Con il patrocinio di:

Comune di Badia Polesine Assessorato alle Politiche Sociali

FFaammiigglliiee ddiivviissee,, CChhiieessaa ee CCoommuunniittàà cciivviillee

Comune di Castelmassa

Assessorato alle Politiche Sociali

Per maggiori informazioni: don Christian Malanchin (responsabile percorsi per persone separate e divorziate) 338-1031652 oppure ppaass ttoorraa ll ee sseeppaarraa tt ii .. aa ll ttooppoo ll eess ii nnee@@ggmmaa ii ll .. ccoomm

DUE SERATE DI CONFRONTO PER RIFLETTERE SUL VISSUTO DELLE FAMIGLIE SEPARATE E LA

MISSIONE CHE CHIESA E COMUNITA’ CIVILE POSSONO SVOLGERE PER LORO.

“Vivere la separazione e il divorzio oggi.

Fuori o dentro la comunità?”

Interviene il dott. Ernesto Emanuele, fondatore e Presidente Nazionale dell'Associazione delle Famiglie Separate Cristiane ONLUS di Milano. Introduce Claudio Brusemini, assessore alle Politiche Sociali del comune di Badia Polesine.

Sabato 9 Novembre ore 21.00

Sala Soffiantini dell’Abbazia Vangadizza Badia Polesine (RO)

“Separazione e divorzio dei genitori: emozioni e bisogni dei figli.”

Interviene la dott.ssa Daniela Pipinato, pedagogista e psicologa di Padova, esperta in mediazione familiare e gruppi di parola per bambini di genitori separati. Introduce Barbara Bernardoni, assessore alle Politiche Sociali del comune di Castelmassa.

Venerdì 15 Novembre ore 21.00

Sala Consigliare Comunale Castelmassa (RO)

Soluzioni IT

Durante le due serate saranno presentati anche i percorsi che la Pastorale della Famiglia dell’Alto Polesine offre alle persone che stanno vivendo la separazione o il divorzio. In parallelo verrà presentato il nuovo progetto di “Incontri espressivi” rivolti ai figli di genitori separati e divorziati.

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Gli incontri sono aperti e rivolti a tutti, in particolare ai genitori, a figure professionali come insegnanti ed educatori, e ad operatori e volontari che a vario titolo operano con famiglie e minori.

Servizio di Pastorale della Famiglia Alto Polesine

Pastorale dei separati e divorziati

Con il patrocinio di:

Comune di Badia Polesine Assessorato alle Politiche Sociali

FFaammiigglliiee ddiivviissee,, CChhiieessaa ee CCoommuunniittàà cciivviillee

Comune di Castelmassa

Assessorato alle Politiche Sociali

Rovigo - Centro Servizio per il Volontariato

Una ricerca per misurare l’impatto sociale del volontariato

Specialmente in tempi di crisi, le associa-zioni sono chiamate a migliorare l'efficienza dei loro interventi e ottimizzare l'uso delle risorse. E' essenziale "misurare" gli effetti reali delle attività sul territorio e sui benefi-ciari, per poterne rendere conto a sostenitori, donatori, istituzioni. Il Centro di servizio per il volontariato di Rovigo, in collabora-zione con la Fondazione Zancan di Padova, ha condotto anche quest'anno una ricerca sull'impatto sociale dei progetti delle asso-ciazioni, valutando nello specifico i progetti che hanno ricevuto un sostegno economico dal Centro. Il rapporto "La valutazione di impatto della progettazione sociale del vo-lontariato", che illustra i risultati della ricer-ca, sarà presentato venerdì 22 novembre, alle

17, nella sede della Fondazione Cariparo, in piazza Vittorio Emanuele II a Rovigo. La ri-cerca ha coinvolto le associazioni, i loro uten-ti e alcuni testimoni privilegiati del territorio, per raccogliere dati sugli effetti prodotti dai progetti delle associazioni. L'obiettivo è po-ter certificare come sono state utilizzate le risorse economiche e con quali esiti. Il rap-porto sarà illustrato da Tiziano Vecchiato, di-rettore scientifico della Fondazione Zancan. Ne discutono Francesco Musco, docente del-lo Iuav di Venezia, e Giovanni Carrosio, do-cente dell'Università di Trieste. Al termine, confronto e dibattito con istituzioni e asso-ciazioni. A tutti i partecipanti sarà distribuita copia del report 2013, che sarà poi scaricabile anche dal sito www.csvrovigo.it.

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4 la Settimana domenica 17 novembre 2013società

Direttore responsabileBRUNO CAPPATO

Direzione e reDazione: Rovigo, via Sichirollo, 74 - tel. 0425.34534fax 0425.30608 - e-mail: [email protected]@lasettimana.ro.it - www.lasettimana.ro.itTipografia: Think Adv srl - via Levà,32 - 35026 Conselve (Pd)Registrazione al Tribunale di Rovigo, decreto del 28 maggio 1948 al n. 6 del registro periodici.Abbonamenti 2013: Annuale ordinario per il 2013 E 47, semestrale E 28; per l’estero E 150; Amico E 100 - c.c.p. n. 6253430 - via Si-chirollo, 74 - 45100 Rovigo - N. ROC 7848CoDiCi iban:• CassadiRisparmiodiFerraraSedediRovigo: IT65H0615512200000000009277• Uff.PostaleRovigo:IT07R0760112200000006253430

amminisTrazione e pubbliCiTà: via Sichirollo, 74, 45100 Rovigo; conto cor-rente postale n.6253430 - tel. 0425.34534 - Tariffe: Pubblicità com-merciale a modulo (mm. 43,5x40) BN E 14; Colori E 28; Economici E 0,16aparola.Finanziari,legali,sentenze,ecceteraE 0,31 per mm. per col. Anniversari: E 0,31 per mm. per col. Manchettes in prima pagina E 50 cadauna; in ultima pagina E 35 cadauna. speDizione: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale-D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Rovigo. La Testata La Settimana fruisce dei contributi statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 250.

ASSoCIATo

UnIoneSTAMPAPERIoDICAITALIANA

FedeRazIoneITalIanaSETTIMANALI CATToLICI

Da giuspubblicista che da decenni dedica un’at-tenzione non marginale alle tematiche delle auto-nomie territoriali, sento il dovere di portare a cono-scenza della Commissione Affari istituzionali della Camera le principali ragio-ni di perplessità in ordine al ddl 1542, distinguendo rilievi critici di carattere generale (relativi al qua-dro e al metodo con cui si è avviata questa iniziativa governativa) da appunti più specifici su alcune sue proposte.

Nel complesso, nono-stante la proposta abbia un’apparenza di organicità per struttura e numero de-gli articoli, si tratta sostan-zialmente di una ipotesi di “legge tampone”, che si aggiunge ai molteplici interventi erratici, occasionali e approssimativi, della XVI legi-slatura in materia di enti locali, per lo più frutto della “legisla-zione della crisi”, e non certo di un approccio sistematico volto a realizzare, in base ad una Carta delle autonomie, il disegno di semplificazione amministrativa e di valorizzazione delle auto-nomie locali prefigurato dalla riforma costituzionale del 2001, tuttora di fatto inattuata.

Una “legge tampone” resa necessaria dall’esigenza di fare in qualche modo fronte alla sequenza sconcertante di inter-venti o proposte, spesso diso-mogenee, specie sulle Province: bersaglio da qualche anno di una furia iconoclasta, alimen-tata da campagne di stampa spesso disinformate e fuorvian-ti, che hanno indotto via via a ipotizzarne lo svuotamento di funzioni, o la soppressione o la riduzione di numero o il riordi-no a livello nazionale o la loro regionalizzazione.

L’effetto complessivo, che il ddl 1542 contribuisce ad au-mentare, è di grande confusio-ne e disorientamento, con un disagio crescente non solo per gli studiosi, ma anzitutto per gli amministratori e gli operatori coinvolti in questa temperie, in questo diluvio di innovazioni, spesso destinate ad avere vita assai breve, senza una tenuta ordinamentale, anche perché annegate dentro provvedimenti finanziari volti a ridurre in qual-che modo i costi della politica e delle istituzioni.

Una “legge tampone” che è, al tempo stesso, un interven-to per molti aspetti provvisorio e transitorio, una sorta di legge ponte, in attesa che possa essere approvata la riforma costituzio-nale, sempre frutto di iniziativa governativa (“Abolizione del-le Province”), il cui obiettivo peraltro non appare del tutto chiaro perché nell’articolato ci si limita a sopprimere le Province o il riferimento alle Province in Costituzione, mentre nella rela-zione si profila anche un’ipotesi peraltro confusa, di regionaliz-zazione dell’ente intermedio provinciale.

In ogni caso, con la proposta governativa in esame si rinuncia con tutta evidenza a dare final-mente attuazione organica e co-erente alla Costituzione vigente sul versante degli enti locali: ossia non si immagina di prov-vedere alla definizione delle funzioni fondamentali e le altre funzioni di Comuni, Province e Città metropolitane come vor-rebbero gli artt. 117 e 118 Cost., punto di partenza ineludibile per poter riorganizzare e sem-plificare tutta l’amministra-zione locale, in base ai tre ben noti principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza, che vengono sì richiamati, ma risultano di fatto poco applicati anzi emarginati nelle soluzioni dell’articolato.

Viene, cioè, meno un’altra volta la possibilità di dar corpo a quell’autentica innovazione e semplificazione del sistema amministrativo prefigurato dal nuovo Titolo V, in coerenza col fondamentale principio autono-mistico dell’articolo 5, da cui do-vrebbe scaturire lo spostamento del baricentro amministrativo di tutto il sistema sui due livel-li locali – Comuni e Province o Città metropolitane – , con la valorizzazione più ampia possi-bile di autonomie responsabili, in sintonia con le scelte di fon-do operate dai costituenti sulla Repubblica delle autonomie, riqualificando nel contempo la Regione come soggetto con un ruolo essenzialmente legislativo e programmatorio, rafforzato con la riforma del 2001, sia pur con qualche chiaroscuro nel ri-parto della potestà legislativa tra Stato e Regioni.

Così la sussidiarietà viene fraintesa in senso ascensio-nale per legittimare funzioni amministrative in capo allo Stato e alle Regioni, piuttosto che per decentrare il sistema, partendo dalle funzioni allo-cabili a livello comunale, eli-minando le sovrapposizioni, riducendo o sopprimendo gli enti strumentali subregionali/locali (come indicato anche di recente dalla giurisprudenza costituzionale).

Così l’autonomia e la respon-

sabilità finanziaria, stretta-mente connessa a quella politico-amministrativa, viene quasi del tutto sacri-ficata ad un malinteso co-ordinamento della finanza pubblica, in base al quale le autonomie sono mere destinatarie, anzi “in ba-lia”, delle decisioni finan-ziarie del centro (tanto più dopo che si è emarginato quel poco di federalismo fiscale che era stato avvia-to con la legge n. 42, peral-tro partita male, in assenza del previo riassetto delle funzioni e della definizio-ne nazionale dei livelli es-senziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali); le uniche autono-mie in grado, in qualche modo, di difendersi sono quelle speciali che godono di un regime finanziario

– spesso peraltro privilegiato – sancito con norme di grado co-stituzionale.

In sostanza, sembra allonta-narsi sempre più la prospettiva di quella Carta delle autonomie, per la quale – dopo la legge La Loggia n. 131/03 – aveva-no elaborato proposte sia la Commissione Vari, sia poi i vari progetti governativi e parla-mentari della XIV e XV legisla-tura, in parte ripresi all’inizio della XVI (ma poi abbandonati), che si fondavano anzitutto sulla chiarificazione del riparto delle funzioni locali di prossimità e di area vasta, con connesse risor-se finanziarie e con elementi di garanzia dell’autonomia comu-nale e provinciale, in sintonia con la Carta europea dell’au-tonomia locale del 1985 e la di-chiarazione di Valencia del 2007 sull’innovazione istituzionale e il buon governo locale.

Si consolidano, invece, orientamenti che – in nome di malintese semplificazioni isti-tuzionali e riduzione di costi (spesso solo apparenti) – rinun-ciano ad affrontare i nodi veri della semplificazione istituzio-nale e dei risparmi, che potreb-bero certamente derivare, in modo assai consistente, proprio da un coerente e ordinato rias-setto delle funzioni pubbliche come prefigurato nell’art. 118, accompagnato da un drastico ridimensionamento delle va-rie migliaia di enti e soggetti strumentali, pubblici e privati, operanti a livello subregionale e locale.

Un’ulteriore osservazione (generale) riguarda la totale gratuità degli incarichi di chi sia chiamato a far parte sia degli organi delle Unioni di Comuni, sia di quelli delle Province e del-le stesse Città metropolitane: si tratta di una scelta demagogica, per nulla giustificata dalla poca importanza dei compiti assai ri-levanti affidati a questi organi, per cui ne può sostanzialmente derivare un disincentivo per l’impegno amministrativo, se non un aumento dei problemi di corruzione nelle amministra-zioni locali.

Gian Candido De Martin

Era il tramonto del 5 ago-sto 1952, una di quelle giornate torride d’inferno. Dall’acqua limacciosa e maleodorante del-lo scolo Vespara affiorava una mano di bambina. Poco lonta-no, sull’erba della Campagna Grande dei Valier, una bicicletta. Si capì subito che non era stata una disgrazia. Strangolata, la te-sta quasi spiccata dal tronco con il volto nel fango, il corpo mar-toriato dagli spini e la violenza subita dopo la morte. Quella mano era di Maria Abino, tredi-ci anni, la figlia di Pasquale e di Aida Piombo, due giovani con-tadini con altri due figli.

Maria - un fuscello ancora di bambina - buona, sempre disponibile e ubbidiente, timi-da e seria, ogni giorno portava all’asilo di Borsea i fratellini Mario e Milena e poi andava a riprenderli. Percorreva quel sentiero fra distese di grano e papaveri, canapa e granoturco, due, quattro volte al giorno. Era una scorciatoia di un chilome-tro per andare a scuola, a bot-tega, in chiesa o dalla maestra Maria Pellegrini, una sarta che insegnava a Maria il mestiere che avrebbe voluto fare.

- Diceva sempre sì, non si ribellava mai agli ordini di mia madre – ricorda Milena. Se la sarta le dava la mancia, usava i soldi per la famiglia mai per sé. Milena mi mostra le pagelle, il ricordo della Cresima, la foto; mi parla della sua maestra. Era brava a scuola, avrebbe potuto continuare gli studi, ma a lei piaceva cucire.

Torno per la ciclabile ormai buia, dileguate le ultime pen-nellate rosse del cielo. Penso a Maria: sì, era stata un angelo in terra. Quel 5 agosto Maria era andata dallo zio Sante Spada per prendere della carne e dal droghiere per un pacco di lisci-via. Aveva una sporta fatta con ritagli di pelle, tipica di quegli anni in cui non si buttava nulla. Aveva una borraccia per attin-gere acqua potabile alla pompa. Era partita verso le ore 13 e alle 14 era già sulla via del ritorno. Alla fontana incontra l’amica Nelda Filippi, 17 anni. Scambia con lei le ultime parole e l’ulti-mo sorriso, poi attraversa le due passerelle sugli scoli Borsea e Vespara. Davanti a lei la carreg-giata diritta verso casa, fra due campi di canapa, a destra una grande macchia di robinie, dai grappoli bianchi e aromatici in primavera, ma dai rami spinosi. E’ qui che Maria verrà trovata, prona a mezz’acqua, in un nu-golo di zanzare impazzite.

E’ una storia simile a tante dei giorni nostri, che sarebbe finita in tutte le trasmissioni televisive, ma che allora venne riportata da molte testate. A ri-leggere gli articoli di quei giorni si rimane però sconcertati dallo scenario ben diverso dall’attu-le. Giornalisti che erano scritto-ri-poeti come Lauro Bergamo; fotografi-pittori come Giuseppe Giulianelli. C’è una foto, simile a un quadro di genere, che ri-trae la madre, 35 anni, mentre stringe fra le mani il suo vol-to di dolore, minuto quasi di bambina, il lume a petrolio, la candela accesa, perché ancora non era arrivata la luce elettrica. Una giustizia funzionante che la sera del delitto aveva già ferma-to cinquanta persone sospette e note per pedofilia in zona, fra le quali il colpevole. Scopro con sorpresa che le indagini ven-nero condotte da un giovane sostituto procuratore, Michele Coiro, che veniva a Crespino con la Topolino e che dormiva al bar sport della Renata, poiché era fidanzato con mia cugina Loredana Dall’Occo. Sarebbe diventato procuratore della

Repubblica a Roma. Fu un fatto che sconvolse il Polesine che ri-tornava a vivere dopo l’alluvio-ne del ’51. Ricordo che la mam-ma ci leggeva gli articoli perché stessimo attente e fino agli ulti-mi anni di vita ci raccontò della sua nonna che l’accompagnava a scuola lungo la Valdimezzo per proteggerla da un pedofilo. La bisnonna Maria, donna terri-bile, aveva minacciato quell’uo-mo: gli avrebbe tagliato il collo con la roncola se avesse tocca-to la sua nipotina (at taj al col con la curtlina – gli ripeteva). Lo sentiamo tutti i giorni, me lo hanno raccontato amici che hanno subito violenza: queste storie lasciano tracce indelebili.

Fu un fatto che sconvolse an-che la Diocesi. Erano altri tempi e tutto venne messo a tacere. Era allora parroco di Borsea don Giuseppe Astori e vesco-vo monsignor Guido Maria Mazzocco. L’assassino, Antonio Bianchi, 27 anni, alto un metro e novanta, sciancato, figlio di ric-chi proprietari terrieri di Borsea molto vicini alla parrocchia, era maestro di dottrina a Borsea. Evidentemente riscuoteva la fiducia del parroco, anche se le sue tendenze erano note nella frazione. Tre ragazzine, fra le quali Maria, l’anno prima, era-no fuggite davanti all’offerta di caramelle, di una collana e di mille lire da parte del Bianchi.

Il Vescovo si recò a casa degli Abino e offerse per i due bambini un posto in un collegio

ma i genitori rifiutarono. Anche Maria Bolognesi, quasi 28 anni, andò in bicicletta a trovare la madre di Maria e consegnò del denaro. Un episodio significati-vo che mi ha raccontato Milena, ancora sconosciuto ai biografi della Beata.

Il Bianchi confessò dopo due giorni le atrocità commes-se. Determinante fu la testimo-nianza di una cugina suora che lo aveva visto sconvolto cam-biarsi d’abito e che depose al processo a porte chiuse. Il pro-cesso si tenne nel 1955. La foto Zambon-Correggioli ritrae la folla che invase via Verdi fino alla Rotonda, all’esterno del tri-bunale, in attesa di entrare e di sapere. Bianchi fu condannato a trent’anni e gli fu riconosciuta la semi-infermità mentale.

Maria riposa in una cappel-la del cimitero di Borsea. Milena ora è una dolce signora che abi-ta sulla sinistra dell’Adigetto, poco lontano dall’oratorio di San Sisto. Forse pochi sanno che è sorella di Maria, ma tutti si fermano ad ammirare i fiori del suo giardino, più simile a un orto botanico, dove crescono fiori di ogni specie e splendide corolle di ibisco. Milena dona piantine e semi a chi glieli chie-de ma i fiori più belli sono ogni giorno per Maria, per quella so-rellina buona e santa che lei si porta nel cuore con un dolore mai sopito. [Riproduzione ri-servata]

Graziella Andreotti

SAE - Gruppo di Rovigo

Condividere e annunciare la Parola

Calendario Attività 2013/2014Appuntamenti mensiliRovigo via Alberto Mario,36 - ore 16.30Lunedì 25 novembre - Introduzione ai VangeliLunedì 16 dicembre - Vangelo di Giovanni - I dialoghiLunedì 24 febbraio - Vangelo di Giovanni - I segniLunedì 24 marzo - Vangelo di Giovanni - “Io sono”: rivelazio-ne di GesùLunedì 14 aprile - Lettura di un Documento EcumenicoLunedì 25 maggio - Incontro di Preghiera

Il S.A.E. (Segretariato Attività Ecumeniche) è un movimen-•to interconfessionale di laici per l’ecumenismo e il dialogo ebraico-cristiano. È nato a Venezia nel 1947 per iniziativa di Maria Vingiani, sua attuale Presidente emerita. La sede nazio-nale è a Milano in Piazza S. Eufemia n. 2. Tel.: 02878569 - Fax: 0286465295 [email protected] - www.saenotizie.itIl S.A.E. è soggetto accreditato dal Ministero dell’istruzione •per la formazione del personale della scuola (D.M. 177/2000 e D.M. 26/7/2007 prot. n. 15325)Dal 2006 è nato a Rovigo un “gruppo SAE” interconfessio-•nale che si riunisce una volta al mese, di lunedì, in Via Al-berto Mario n. 36, presso le Missionarie della Redenzione.L’attività del gruppo vuole favorire l’esperienza del dialogo •e il servizio di formazione ecumenica.Responsabile del gruppo SAE è la Dott.ssa Alessandra Mo-•retto tel. 0425 28122.

Come un tuffo al cuore…Furtive lacrime sgorgano

dal cuore affrantodal lutto. Incubo …

evento indimenticabile, ferita che non si rimargina.E’ l’amore che si rinnova

in un ripetersi di affettuosi pensieri

rievocazioni di esperienze vissute insieme all’amato defunto,

come sentore di un’apnea sempre latente.

Paola Besola

Novembre 2013

Il Disegno di Legge Del Rio/2

Basta confusione e disorientamentoOccorre innanzitutto definire le funzioni

Uccisa nel 1952 a 13 anni nelle campagne di Borsea

Maria Abino, la Goretti del PolesineLa beata Maria Bolognesi confortò la madre

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5la Settimanadomenica 17 novembre 2013 polesine

Credo che tutti quelli che lo hanno incontrato ricordi-no la sua gioiosa briosità e la voglia di stare assieme per comunicare!

Don Edgardo era nato a Guarda Veneta il 13 novem-bre 1946 da Rufino ed Elide Tenan. La sua era una fami-glia di cristiani, lavoratori nella terra nella profonda campagna mediopolesana. Credo che sia proprio stata la sua terra a dargli quel senso di gioia che esprimeva sem-pre.

Nel Seminario diocesano percorse tutta la sua forma-zione per divenire sacerdote. Il 21 giugno 1969, nel Tempio Cittadino della Rotonda per la preghiera e l’imposizio-ne delle mani di S.E. Robero Carniello vescovo ausiliare di Concordia diveniva diacono.

PreteIl 27 giugno 1970, nel-

la centralissima chiesa dei SS. Francesco e Giustina di Rovigo, S.E. mons. Giovanni Mocellini lo ordinava prete assieme ad altri sette com-pagni di viaggio. Con essi sempre tenne viva l’amicizia. A Selva, sua parrocchia, fu fe-sta straordinaria la sua prima Messa solenne.

Porta la data del 15 set-tembre 1970 la nomina a Cappellano di Canaro: Don Mario Raule l’accolse festo-samente e la comunità an-cora di più. La Liturgia, la Catechesi, i giovani, la sala della Comunità furono da Lui bene usati sulla scia del suo Parroco. Sono stati anni felici e laboriosi quelli di Canaro. Dall’aprile 1974 i Superiori lo mettono a disposizione dell’Ordinario Militare per la

funzione di cappellano mili-tare. Agli inizi del 1975 vie-ne nominato Vicerettore del Collegio Vescovile Angelo Custode con il Preside e Rettore Mons. Frison. Al Collegio si fa notare per la sua capacità si stare con i giovani. Il 6 aprile 1983 gli arrivava la nomina a Cappellano della Caserma Polesine di Rovigo. Qui si impegnava per la ca-techesi alle giovani leve della Guardia di Finanza in pre-parazione alla Cresima e al matrimonio. Si distinse anche

per i Pellegrinaggi Militari a Lourdes. Il 1 settembre 1997 l’Ordinario Militare lo trasferiva a Bologna via De Marchi, 2. Ebbe la stima dei Superiori e fu annoverato tra i Cappellani del Papa.

Il ritorno in PolesineGli acciacchi lo limitavano

nella sua attività e decideva di tornare in Polesine. La malat-tia non gli dava tregua e dopo un periodo in famiglia, inizia-va il suo calvario: l’Ospedale S. Maria della Misericordia,

poi il Policlinico, poi l’assi-stenza domiciliare ed infine Casa S. Antonio di Trecenta. Qui aveva avuto vari miglio-ramenti.

Domenica alle 7.30 chiu-deva la sua giornata terrena. La notizia si diffondeva mol-to in fretta suscitando parte-cipazione al dolore.

La sua personalitàE’ sempre difficile rac-

chiudere in poche righe la ric-chezza di una persona e di un sacerdote. Mi pare che Don Edgardo si possa racchiudere con l’espressione era un prete dalla gioiosa fiducia in Dio e nel prossimo”! Era stato prepara-to a questo dagli Educatori del Seminario Diocesano, e prima ancora dai Sacerdoti in parrocchia, non ultimo Don Camillo Colognesi, e in fa-miglia da mamma Elide e da papà Rufino. Ed il segreto era la fedeltà alla preghiera ed ai sacramenti.

Colpiva la sua capacità di animare i giovani, sia in parrocchia a Canaro, sia al Collegio che tra i Militari. Tra noi sacerdoti sapeva sempre metterci in perfetto clima di amicizia e ci ricordava i mo-menti comuni felici.

Quel suo sguardoEra il 29 settembre scorso,

festa di San Michele, quan-do lo vidi per l’ultima volta. Muoveva solo gli occhi e me li teneva fissi, anche quan-do fedi cenno di uscire! Ora, sono certo, che purificato dal-la sofferenza, tiene nel Dio che rende perenne la giovi-nezza i suoi occhi buoni e se-reni, godendo del premio del servo fedele!

AG

Una partecipazione di gente delle grandi occasioni, per l’abbraccio a don Edgardo! Non solo il folto gruppo de-gli uomini della Guardia di Finanza, ma soprattutto gente, la nostra gente di sempre da Selva, da Guarda Veneta, da Pontecchio, quasi una riunione di fa-miglia della Comunità credente di San Lorenzo di Selva, o un convegno di ex allievi del Collegio Vescovile.

Semplice e solenneUn rito tanto semplice quanto solen-

ne! Il Vescovo S.E. Mons. Lucio attorniato dai diaconi, dagli alunni del Seminario, e da quaranta Preti tra cui alcuni cap-pellani della Finanza, provenienti da tutta Italia e il loro Responsabile per la Pastorale.

Anche i canti assembleari davano alla celebrazione quel senso di viva partecipazione dei giorno del Signore. Tra i fiori il labaro del Corpo Nazionale della Finanza, il picchetto in armi e al centro la bara con un grande Cristo, il libro dei Vangeli ed un fascio di fiori bianchi.

Devozione e fedeDevozione e fede sono le due

parole che ben traducono l’at-mosfera del rito Eucaristico per Don Edgardo. Ciascuno sentiva che non poteva barare: quel prete ha creduto, ha amato, ha seguito Cristo e lo ha fatto sentire a quan-ti lo hanno avvicinato.

L’omelia del Vescovo“La morte è un evento carico

di mistero; essa fa paura a tutti, ha esordito il Vescovo, ma la parola di Dio ci conforta e ci assicura che non viene ad azzerare la vita, ma introduce nella comunione piena e definitiva con Dio, se siamo vissuti

uniti a Lui. Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio … i fedeli nell’amore rimarran-no presso di Lui (Sap 3,1-9) Don Edgardo è stato uomo giusto, un sacerdote buono caratterizzato da una gioiosa fiducia in Dio … siamo certi che il Signore l’acco-glierà nella sua casa: “le anime dei giusti sono nelle mani di Dio”.

Rifacendosi a San Paolo, ha afferma-to che Don Stellin intimamente unito al Signore con il Battesimo e con il sacerdo-zio e nella missione sacerdotale, è tra co-loro per i quali Gesù ha pregato il Padre: “Padre voglio che quelli che mi hai dato siano anche essi con me … ”. Gesù ha fat-to conoscere l’amore del Padre anche a Don Edgardo e don Edgardo l’ha fatto conoscere alle persone che gli sono state affidate. Ora egli è partecipe dell’amore con cui il Padre ha amato Gesù. Con felici espressioni il

nostro Vescovo ha riassunto la vita di Don Stellin, della sua testimonianza sa-cerdotale, del suo impegno nella Chiesa nostra e tra gli uomini della Guardia di Finanza, ed ha affermato: “è rimasto tra i militari … con affetto fraterno e con amore fedele. Questi gli hanno voluto bene e hanno ricambiato il suo servizio con affetto … ne è prova tangibile, la loro folta presenza oggi”.

La preghiera del finanzierePrima del commiato un militare ha

recitato la preghiera dei finanzieri d’Ita-lia ed il Cappellano capo responsabi-le ha tracciato l’opera di Don Edgardo tra i militari esaltandone la generosità e l’abnegazione ed ha ricordato che an-che quando aveva terminato il servizio, continuava a mantenere i legami con loro. Il Cappellano capo ha ringraziato

la Chiesa di Adria–Rovigo e il Vescovo per il dono del servizio di Don Stellin. Un grande ap-plauso ha sottolineato il momen-to, che s’apprestava a chiudere il rito funebre.

Il congedo liturgicoLe preghiere ed i canti nella

melodia gregoriana hanno carat-terizzato questo momento, segui-to con devozione. Al canto della Salve Regina, omaggio a Maria “Regina della pace”, il lungo corteo dei sacerdoti s’avviava all’uscita. La gente faceva ressa al corteo e cercava di toccare la bara porta-ta a spalle da sei finanzieri. Sul sacrato del Duomo un picchetto rendeva alla salma l’omaggio dell’arma della Finanza. Infine l’ultima preghiera del Vescovo. La salma accompagnata dal Vicario Generale s’avviava verso il cimitero ove attenderà il giorno della resurrezione finale.

AG

Ceregnano

Festa FamiglieD o m e n i c a

17 Novembre a Ceregnano a partire dalle 8.45 si svol-gerà la festa delle famiglie della vica-ria di Villadose che comprende le par-rocchie di Villadose, Ceregnano, San Martino di Venezze, Gavello, Cambio, Canale, Lama Polesine, Pezzoli e Beverare.

Lo slogan è “Famiglie insie-me e perché no. Ricar ichiamoci” con l’intento di dare l’impulso per partire con le diverse attivi-tà dei singoli gruppi famiglie, delle famiglie della vicaria e anche partecipando ai numerosi appuntamenti programmati a livello diocesano.

La mattinata sarà animata con giochi e momenti di rifles-sione fino alle 11 quando il gruppo parteciperà alla messa ce-lebrata dal parroco don Piero Mandruzzato e animata dalla corale.

La festa si concluderà con l’aperitivo “Aperimessa” prima di pranzo.

(m.p.)

Villadose

Corso per fidanzatiInizio il 17 novembre

Domenica 17 no-vembre alle 15 in cen-tro Mons. Maragno si svolgerà il primo incontro del Percorso per fidanzati 2013 e 2014. Il corso è rivolto a tutti i fidanzati della Vicaria di Villadose, che comprende le par-rocchie di Villadose, Cambio, Ceregnano, Canale, Lama, Pezzoli, Gavello, San Martino e Beverare, che intendo-no sposarsi secondo il rito cristiano.

Il corso è condot-to dalle coppie del gruppo famiglie di Villadose seguite dal parroco don Carlo Marcello.

Sono previsti sei incontri in cui verranno affrontati i temi della comunicazione, della quotidianità, della famiglia, spiri-tualità della coppia e sacramento del matrimonio cristiano.

(m.p.)

Per informazioni: Stefania Poletto (mail: [email protected])

PARROCCHIA DI SAN MARTINO VESCOVOCEREGNANO

VICARIA DI VILLADOSE

FAMIGLIE INSIEME... E PERCHÉ NO?

Programma: 8.45 Accoglienza Teatro Parrocchiale 9.15 Presentazione 9.30 Gioco10.00 Rifl essione11.00 S. Messa12.00 Aperitivo (APERI-MESSA) È previsto servizio di animazione per i bambini

FESTA DELLE FAMIGLIEDELLA VICARIA

domenica 17 Novembre 2013Ceregnano

RICARICHIAMOCI!

Per informazioni:Parrocchia di Villadose - via Umberto I, 52tel. 0425/405232e-mail: [email protected] Concreto tel. 340/7306381mail: [email protected] iscrizione: 10 euro a coppia

VICARIA DI VILLADOSE

Primo incontroDOMENICA 17 NOVEMBRE 2013

Ore 15-18.30

Parrocchia di VilladoseSala Van Thuan

presso il Centro Mons. Maragno

... gli voglio fare un aiuto che gli sia simile”

Genesi

PERCORSO PER FIDANZATI 2013

“Non è bene chel’uomo sia solo...

Rovigo

Il laboratorio Procaccini 14La presentazione

Sabato 16 novem-bre alle ore 17.30 alla bottega solidale “La Fionda di Davide”, in via della Tecnica, 10 a Rovigo, incontro con Consuelo Granda e presentazione degli abiti prodotti dalla cooperativa socia-le “Il laboratorio di Procaccini 14”.

Consuelo Granda è la presidente del-la cooperativa. Il Laboratorio di Sartoria di Procaccini Quattordici coin-volge persone con problemi psichici ed è specializzato nella realizzazione di abiti da donna su misura e tailleurs. Si tratta di abiti veramente unici, frutto della competenza, fantasia e creatività degli stilisti.

Vi aspettiamo

A Casa S. Antonio di Trecenta

Ricordo di mons. Edgardo StellinIl funerale in Duomo a Rovigo

Nel Duomo cittadino

L’abbraccio dei Finanzieri e della DiocesiIl rito presieduto dal Vescovo

All’alba di domenica10 novembre 2013

chiudeva la giornata terrena

Mons. Edgardo StellinCappellano militare emerito

di anni 66l’annuncia S.E. il Vescovo

Unitamente al Presbiterio di Adria – Rovigo,all’Ordinariato militare,

alla Mamma ed al Fratello.Chiede la preghiera

per l’anima del laborioso sacerdoteche per 43 anni

ha servito Dio, la Chiesa ed i fratelli.La Liturgia funebre

sarà oggimartedì 12 novembre alle ore 15.00

a Rovigo in Duomo.

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6 la Settimana domenica 17 novembre 2013polesine

Diocesi di Adria - Rovigo Ufficio Diocesano per la Pastorale SocialeScuola di Formazione Anno 2013 - 2014

Corso di Formazione all’impegno sociale e politicoCentro Giovanile S.Giovanni

Bosco - Giovedì 18.00 - 20.00In collaborazione con L’Osser-

vatorio Internazionale sulla Dottri-na Sociale della Chiesa “Card. Van Thuan” e la Fondazione Lanza di Padova - Con il Patrocinio dell’Am-ministrazione Comunale della Città di Rovigo - Con il Patrocinio dell’Amministrazione Provinciale di Rovigo Con il Patrocinio della Camera di Commercio di Rovigo

*Tutti gli altri incontri si svolge-

ranno presso il Centro Giovanile S.G. Don Bosco, in Viale Marconi, 5 a Rovigo

*21 Novembre ore 18.00 Prof.

Don Gianluca Guerzoni - Docente di Teologia Morale - Collabora con l’Osservatorio Internazionale “Card. Van Thuan”

Il ruolo pubblico della fede cristiana: gli umanesimi senza Cristo si trasforma-no in ideologie

5 Dicembre ore 18.00 Mons. Lu-cio Soravito De Franceschi - Vesco-vo di Adria - Rovigo - Già docente di Teologia Pastorale e Catechetica

Il senso cristiano della vita o la “vita buona” del Vangelo

6 Febbraio 2014 Prof. Simone Morandini - Docente di Matema-tica, Fisica e Teologia Ecumenica. Collabora con la Fondazione Lanza Per una nuova convivenza civile: il con-tributo dei Cristiani

20 Febbraio 2014 Dott. Matteo Mascia - coordinatore del “Progetto Etica e politiche ambientali” della Fondazione Lanza.

Strumenti e pratiche per un civismo attivo in ambito economico, sociale e ambientale.

www.bancoalimentare.it

Condividere i bisogni per condividere il senso della vita

«La vita umana, la persona non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare, specie se è povera […]. Il consumismo ci ha indotti ad abituarci al superfluo e allo spreco quotidiano di cibo, al quale talvolta non siamo più in grado di dare il giusto valore, che va ben al di là dei meri parametri economici. […] Invito tutti a riflettere sul problema della perdita e dello spreco del cibo per individuare vie e modi che, affrontando seriamente tale problematica, siano veicolo di solidarietà e di condivisione con i più bisognosi. […] quando il cibo viene condiviso in modo equo, con solidarietà, nessuno è privo del necessario, ogni comunità può andare incontro ai bisogni dei più poveri».(Papa Francesco, Udienza Generale del 5 giugno 2013)

Raccogliendo l’appello del Papa, invitiamo tutti a partecipare alla Colletta Alimentare per educarci a quanto da Lui proposto.

17ª Giornata Nazionale della

Colletta Alimentare 2013

www.bancoalimentare.it

Si sono celebrati nel Duo-mo cittadino, lunedì 11 c.m., presieduti dall’Arciprete mons. Carlo Santato, i riti funebri per l’insegnante Giuseppina Mele-ga vedova Billi. Aveva oltre 92 anni la maestra Melega e per mezzo secolo aveva insegnato a leggere e a scrivere e a far di conti, a generazioni di ragazzi.

Iniziò ad insegnare nello splendido Delta del nostro Po, e via via si era avvicinata a Rovi-go, sostando prima a Grignano e poi concludendo al Tintoretto nel quartiere Commenda.

Era una educatrice nata ed alla tenerezza univa anche la capacità di dirigente, per cui per più decenni ricoprì il servi-zio di capogruppo. Per sottoli-neare la sua decisionalità la si

chiamava “il Capogruppo”, ma era sempre capace di sostenere ragioni e diritti di Colleghe e alunni.

Molti dei sacerdoti e dei cit-tadini la ricordano come la fi-glia dell’infermiere Marcello. E da papà Marcello ebbe la capa-cità di aiutare e sostenere i più deboli. Era una cattolica e non lo nascondeva, ma non ha mai voluto imporre la sua visione della realtà.

Trovò in Francesco Billi l’uomo dei suoi ideali, con cui visse una vita serena che per Maririta fu lo spazio ideale per crescere. E pure negli anni del-la pensione non rallentò la sua vicinanza ai più deboli. Lascia un vuoto non solo per la past-president del C.I.F la figlia Ma-

ririta, il Genero e l’adorato ni-pote Joachin, ma pure per tanti degli amici.

Anche gli amici de “la Set-timana “ esprimono alla fami-glia Andretto - Billi le condo-glianze e la partecipazione al dolore.

La scuola dell’Infanzia S. Teresa del Bambin Gesù, nell’ambito del progetto educativo-didattico 2013/14 “ Natura…avventura meravi-gliosa” per valorizzare un ele-mento molto rappresentativo della stagione dell’autunno, il giorno 10 novembre 2013 ha organizzato un’allegra casta-gnata!

Con canzoncine e giochi ai quali hanno partecipato anche i papà e le mamme, i bambini hanno animato il po-meriggio gustando alla fine le tanto amate caldarroste.

Ed è inesprimibile la soddisfazione e la gratifica-zione provate dai piccoli nel ricevere la marea di applau-si attestante l’ottima riuscita della festa. Così è terminata questa esperienza che eviden-zia l’importanza di quando l’istituzione scolastica si apre alle famiglie, non solo per far sentire ai bambini che i genitori li se-guono, li osservano nelle loro attività, ma anche per creare si-tuazioni di incontro e di scambio.

Alle spalle un grande lavoro di squadra!!!! Un grazie al Presi-dente della scuola don Fabio

per il saluto rivolto ai presen-ti, al gruppo della Raganella

per aver tagliato e arrostito le castagne, ai rappresentanti di sezione ed al personale della scuola che hanno aiutato ad organizzare questa bella ma-nifestazione e tutte le persone che sono intervenute dimo-strandoci la loro vicinanza! Grazie di cuore a tutti!

Nata a Campo S. Mar-tino il 7 marzo 1923, era entrata in monastero a Ro-vigo il 16 luglio 1948, a 25 anni. Dopo il tempo del probandato Rita Gambato vestiva l’abito della novizia e assumeva il nome di suor Maria Carmela, era il 19 lu-glio 1949. Dopo il noviziato emise nelle mani di Mons Guido M. Mazzocco i voti, il 19 giugno 1951. Cinque anni più tardi diventava per sempre claustrale nella Congregazione delle An-celle della SS. Trinità. Gli anni della giovinezza al paese l’avevano preparata alla vita impegnativa nel monastero.

Avesa e RomaA Rovigo le giornate

erano cadenzate dalla pre-ghiera e dal lavoro. Nel 1980 la Comunità le domandò di passare a vita attiva nella casa di Avesa (VR), ove rimase fino al 1991. Qui si impegnava ad educare i bimbi e le giovani alla vita cristiana.

Passata nella casa di Roma donava la sua attività alla assistenza alle Consorelle. Passata l’opera alla “Charis”, suor M. Carmela rientrava a Rovigo e nella vita claustrale ritrovava la generosità della giovinezza.

Negli ultimi tempi accettò di fermarsi, per vivere la sta-gione della sofferenza. Dal 2 novembre u.s. fu ricoverata all’ospedale cittadino e saba-to 8 novembre, alle 10.30 del mattino chiudeva la sua non breve giornata terrena.

Il commiato liturgicoLunedì 11 novembre nella

Cappella della Congregazio-ne la celebrazione della litur-gia funebre. I

l Delegato della Vita con-sacrata presiedeva il rito con accanto Mons. Diego cap-pellano della Casa, mons. Giuseppe De Stefani, mons. Lino Sacchetto, Don Marino Zordan, Don Daniele Spadon, padre Mario Gallian, e il dia-con Lorenzo Realdon. All’ini-zio il celebrante ha portato le espressione di partecipazione al lutto di Mons. Vescovo alla Congregazione, alla Sorella ed al Fratello della defunta ed ha assicurato la preghiera di suffragio. Con le Consorelle erano a fare corona alla salma numerosi amici e parenti.

L’omelia del DelegatoDon Gianni ha sotto-

lineato la presenza del Si-gnore nell’ordinarietà della vita della Claustrale, il suo dialogare con Dio per inter-cedere per la Città, la Chie-sa ed il mondo, rendendo la vita della claustrale una antenna sull’intero cosmo, per renderlo meno indegno dell’uomo e più gradito a Dio. Ha poi sottolineato come suor M. Carmela ab-bia condiviso la sua vita con i fratelli nell’impegno attivo di Avesa e di Roma. Prima del Congedo la Sorella della Defunta ha espresso il grazie della fa-miglia e la gran voglia di vivere che aveva la Sorella Claustrale e il dolore per il distacco. Con il canto della

Salve Regina si è conclusa la Liturgia. La salma è stata se-polta nel cimitero cittadino in attesa della resurrezione. AG

Rovigo - Ancelle della Trinità

Ricordo di suor M. Carmela GambatoUna lunga esperienza di vita claustrale

Parrocchia San Vigilio - Scuola dell’Infanzia S. Teresa del Bambin Gesù

Allegra castagnataFesta di bambini e genitori nella famiglia della materna

Rovigo

Esimia figura di educatriceE’ morta la Maestra Melega

rovigo 91.2 e 94.5

KOLBE

Jacopo Mercuriati 3°D

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7la Settimanadomenica 17 novembre 2013 polesine

Continuiamo la riflessione sul laicato inizia-ta sul numero della scorsa settimana, per sotto-lineare quanto la formazione teologica dei laici sia un tema particolarmente significativo per la missione della Chiesa nel contesto della cultura contemporanea.

Nell’esortazione apostolica Christifideles laici che papa Giovanni Paolo II scrisse come frutto del Sinodo dei vescovi del 1987, dal tema “Vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo”, al n. 57 leggiamo: «La formazione dei fedeli laici va posta tra le priorità della diocesi e va collocata nei programmi di azione pastorale in modo che tutti gli sforzi della comunità (sacerdoti, laici e religiosi) convergano a questo fine». E, fra le urgenze re-lative agli aspetti dell’itinerario formativo, dopo la necessaria insistenza sulla dimensione spiri-tuale fondamentale, l’esortazione indica a chiare lettere la necessità della formazione teologica: «Sempre più urgente si rivela oggi la formazione dottrinale dei fedeli laici, non solo per il naturale dinamismo di approfondimento della loro fede, ma anche per l’esigenza di “rendere ragione del-la speranza” che è in loro di fronte al mondo e ai suoi gravi e complessi problemi”» (n. 60).

Nella Costituzione Lumen Gentium, cap. II, paragrafo 12, si legge: “Lo Spirito Santo dispen-sa tra i fedeli di ogni ordine grazie speciali con le quali li rende atti e pronti ad assumersi varie opere o uffici utili al rinnovamento e alla mag-

giore espansione della Chiesa.Il decreto Ad Gentes del CVII, sull’attività

missionaria della Chiesa,afferma: “Essendo la Chiesa tutta missionaria, essendo l’opera evan-gelizzatrice dovere fondamentale del Popolo di Dio il Sacro Concilio invita tutti i fedeli ad un pro-fondo rinnovamento interiore, affinché avendo una viva coscienza della propria responsabilità in ordine alla diffusione del Vangelo prendano la loro parte nell’opera missionaria presso le genti. Tutti i fedeli - continua - come membra del Cri-sto vivente a cui sono stati incorporati e assimi-lati mediante il Battesimo, la Cresima e l’Euca-ristia, hanno lo stretto obbligo di cooperare alla espansione e alla dilatazione del Suo Corpo sì da portarlo il più presto possibile alla sua pienezza. Pertanto tutti i figli della Chiesa devono avere viva coscienza della loro responsabilità di fronte al mondo, devono coltivare in se stessi una spiri-tualità veramente cattolica, devono spendere le loro forze nell’opera di evangelizzazione” (Ad Gentes, cap. VI, nn. 35-36).

Quanto riportato è per chiarire come tra evangelizzazione, compito che compete a tutti i fedeli, e formazione teologia vi sia un nesso necessario e strettissimo, in quanto quest’ultima permette un adeguato approfondimento della verità rivelata che consente di evangelizzare in modo appropriato.

(continua)

Notizie dalla Scuola di Teologia

La missione del laicato

A Bellombra si ricorda in questi giorni l’amabile e cara figura di Don Nicola Malerba. Sono state predi-sposte diverse iniziative a cominciare da una mostra nei locali della Scuola Ma-terna con tutta una serie di ricordi del Parroco che fu come un padre per tut-ti nei suoi 50 anni di vita passati a Bellombra.

Sono trascorsi 30 anni dalla scomparsa ma il ri-cordo di lui è sempre vivo e presente. Basta andare in questo piccolo paese del-la campagna adriese per capire che c’è stata un’im-pronta particolare lasciata dalla sua testimonianza sacerdotale e umana. Sem-bra che tutto il paese senta ancora adesso mons. Nicola Malerba come un parente, come un familiare. Anche chi non lo ha conosciuto accoglie in sé come il riverbero della sua presenza, del suo ricor-do.

Le celebrazioni sono sta-te aperte dalla Compagnia teatrale “El Tambarelo” sa-bato 9 novembre. Venerdì 15 novembre sempre nel teatro

parrocchiale si avvicende-ranno varie voci che ricor-deranno il sacerdote e la sua testimonianza di paternità spirituale.

Si passa sabato e domeni-ca nella chiesa parrocchiale. Al sabato - il 16 novembre - ci sarà un concerto di cori colle-gato al coro della parrocchia.

Domenica 17 dicembre sarà presente il Vicario Gene-

rale mons. Claudio Gatti a presiedere una celebra-zione eucaristica che avrà come concelebranti i sacer-doti originari di Bellombra e i parroci emeriti.

In seno all’assemblea saranno presenti anche la religiose originarie di questo paese che ha cono-sciuto una storia feconda di azione e di servizio da parte delle suore alla co-munità parrocchiale.

Dopo la solenne ce-lebrazione eucaristica ci sarà il pranzo comunitario nelle strutture del centro parrocchiale.

Nel pomeriggio ci si porterà poi a Castelnovo Bariano, paese di origine di mons. Malerba, per un

omaggio ed una preghiera sulla tomba dell’amato sacer-dote.

Il programma di tutte le iniziative è stato presentato insieme ad un ricordo/in-tervista dall’attuale parroco don Maurizio Savella con un dèpliant dal titolo: “Don Ni-cola e la bellezza di Dio”.

Don Maurizio scrive così: “Può sembrare un titolo stra-no, ma mi è venuto in mente pensando a don Nicola che per 50 anni nella nostra co-munità ha testimoniato pri-ma con i fatti che con le paro-le la grandezza e la bellezza di Dio, quindi il suo fascino che attira a lui e ci sprona a seguirlo.

Non a caso quanti laici cristiani, quanti preti e suore si sono formati nel periodo in cui è stato qui e queste persone hanno scoperto la loro vocazione specifica ani-mati da questo grande prete. E da quando sono con voi a Bellombra, parlando con don Graziano, suo successore e con don Antonio mio prede-cessore, sono rimasto con-vinto di quanto, in questi 30 anni, si è beneficiato della sua semina e della sua testimo-nianza”.

E poi la gratitudine: “Gra-zie don Nicola, dal paradiso preghi per la sua e nostra comunità cristiana affinché sappiamo continuare la sua missione di testimoniare la bellezza di Dio, l’unica che può veramente salvare il mondo”.

Chi ha conosciuto don Nicola Malerba non può non ricordare il suo stile pacato e la sua figura distinta, quasi aristocratica. Vestiva quel-la sciarpa bianca e portava l’anello al dito; erano segni del tutto insoliti in un prete di una certa età. Nel presbi-terio, anche chi non era stato a celebrare a Bellombra iden-tificava quella comunità con lui costituendo di fatto una sorta di sodalizio spirituale che la diocesi avvertiva come stabile e naturale. Parlando con i preti nati lì avevi sem-pre il senso di una devozione filiale; andando a parlare con la gente di Bellombra avverti che don Nicola ha costruito una cultura fatta di cristiane-simo, di vangelo, di amore a Cristo Signore.

Tutto lo fa intendere an-che perché quando lo si in-contrava aveva sempre con discrezione e vero rispetto, una testimonianza da offrire. Quando a Castelnovo morì il fratello Edoardo, lui venne in Alto Polesine, e proprio con questa sua semplicità e natu-ralezza - accanto alle spoglie mortali del fratello - fece per i presenti una catechesi sul-la vita eterna e sul cammino dell’uomo.

b.c.

Interviste

Così ricordo don NicolaRiprendiamo due brevi passaggi di una intervista fatta

dal giornale parrocchiale Bell’ombra sulla figura di don Ni-cola Malerba; gli intervistati sono Vittorio Andreolli e Lidia Parmegian. Al primo viene posta una domanda sulle voca-zioni e risponde: «Era orgoglioso dei “suoi” preti e delle vo-cazioni religiose nate in Parrocchia durante il suo ministero; non meno lo era per i “suoi” laici operanti nelle associazio-ni ecclesiali, tanto da non lasciarsi mai sfuggire occasione per valorizzare il loro lavoro nel difficile compito di essere esempio per tutti mediante una spiritualità viva. Difficoltà, incomprensione, scoraggiamento non mancavano ma don Nicola, confermando fiducia nei suoi parrocchiani, sprona-va ad andare avanti dicendo: “Non fatevi prendere dalla delusione e non pretendete di raccogliere subito i frutti del vostro lavoro; a voi spetta di seminare e, dov’è possibile, seminare sodo perché i frutti verranno.., e, con l’aiuto del Signore, anche abbondanti”.»

Poi una parola sulla “grande eredità pastorale” lasciata da don Nicola: «Credo resti ancora a noi il dovere di con-tinuare a testimoniare il tanto che egli ci ha lasciato, tra-smettendo ad altri questa innegabile ricchezza facendo si che tale insegnamento non vada disperso, come non lo è stato in tutti questi anni. Grazie ai successori di don Nicola che ancora oggi riconoscono l’impronta inconfondibile e le caratteristiche della guida di questa Comunità del loro pre-decessore, posso affermare che si è davvero continuato a lavorare nel solco da lui tracciato. Si sono così realizzate le sue parole profetiche: “Tu semina e vedrai che i frutti a loro volta verranno!”».

A Lidia Parmegian viene chiesta una testimonianza su quali aspetti maggiormente ricorda: «E’ stato un bravo sacerdote. Pensando a lui, per prima cosa mi vengono in mente le sue visite il venerdì, quando veniva a portare la Comunione a mio marito ammalato; in particolare ricordo un momento in cui lo dovevo medicare e, non volendo far star male il sacerdote, gli chiesi di voltarsi. A un certo punto si volle rigirare per comprendere meglio ciò che comporta-va la malattia; quando, poi, se ne andò era profondamente commosso. Fu mio marito a farmelo notare: “Hai visto che aveva le lacrime agli occhi?”.Questa era la sua grande cari-ca di umanità».

Una domanda poi sullo stile pastorale di don Nicola; Com’era con gli adulti?: «Iniziava per primo a far battute, gli piaceva scherzare spesso; non metteva, perciò, soggezio-ne, anzi invitava ad aver confidenza e fiducia nel parroco, a condividere con lui non solo le gioie ma anche e soprattutto le situazioni di necessità personali o familiari. In certi mo-menti esigeva ascolto attento, soprattutto durante la Santa Messa e diceva: “Uno che va in chiesa deve ascoltare per poi mettere in pratica in famiglia”. Agli incontri dell’Azio-ne Cattolica ci spronava a stare uniti perché “la Comunità parrocchiale è la famiglia di tutti”. Ci ha insegnato ad amar-la; per questo ho un amore grande per la Parrocchia e per i diversi parroci che l’hanno guidata! Aveva attenzione spe-ciale per i poveri e spesso affermava: “Aiutate i poveri!”».

L’ultima domanda riguarda don Nicola e la vocazione della figlia dell’intervistata suor Ilaria: «Giulietta (questo era il suo nome prima della professione religiosa) andava alla S. Messa tutte le mattine. Un giorno tornando escla-mò: “Vado a Vercelli”. Le chiesi: “A cosa fare?”. Mi rispose: “Come aspirantina e per studiare”. Don Nicola con la te nerezza del Pastore di questa comunità e con la consueta sollecitudine volle unirsi alla nostra famiglia nell’accompa-gnarla a Vercelli e nel presentarla personalmente alla Co-munità delle suore di Santa Maria di Loreto.

E’ con molta gioia e entusia-smo che in due scaglioni, chi il 17 e chi il 24 novembre,i com-ponenti dell’As-sociazione “Un sorriso per la vita” Bertaglia Milvia, D’Andrea Stefano, Migliori Guido, Crepaldi Delfina, Valandro Egidio e nuovi amici incontrati durante il loro percorso di vita, Zoppellaro Ma-ria Luisa, Corona Michele e Garbo Maria Patrizia, sono pronti a par-tire per la loro se-sta missione.

Come consuetudine, or-mai da anni, arrivati sul posto provvederanno a comprare beni di prima necessità come riso, farina, zucchero, fagioli, ecc., materiale sanitario, mate-riale didattico e vestiario por-tato direttamente nelle proprie valigie per poi essere donato in prima persona alle due scuole e ai tre orfanotrofi che gli stessi sostengono con i propri aiuti e con le loro forze.

Da 2 anni il loro progetto per costruire un orfanotrofio proprio di sana pianta in lo-calità Marereni di Malindi, è ormai a buon punto. Termi-nata per ora la costruzione in muratura e finito altresì il tetto, per questa nuova mis-sione oltre a provvedere agli altri istituti per gli usuali aiuti, hanno come scopo per il loro progetto di comprare tutto il materiale elettrico per la co-struzione dell’impianto di il-luminazione.

E’con molto entusiasmo che, dopo un lungo dialogo e visto l’interesse per l’inizia-tiva svolta dall’Associazione, che domenica 10 novembre il parroco di Bottrighe Don Antonio Cappato ha voluto dedicare ai volontari che par-tiranno per la loro missione una messa per la benedizione della loro partenza e per met-

tere a conoscenza tutta la co-munità Bottrighese e non, per la loro bellissima opera.

Oltre ai vari aiuti raccolti durante l’anno, sempre nella giornata di domenica al ter-mine della santa messa, dopo aver allestito un mercatino con articoli fatti e realizzati direttamente dai volontari, è con enorme gioia che gli stessi

hanno raccolto una cospicua somma da devolvere sempre al loro progetto.

“Se riusciamo a fare tutto ciò è solo grazie al sostegno e alla volontà di chi crede in quello che facciamo e ci dà la forza per andare avanti” di-cono i componenti dell’asso-ciazione….per cui, un grazie infinito a tutti.

Bottrighe

Pronti a partire per il KeniaSesta missione benefica a sostegno di alcuni orfanatrofi e scuole.

Il saluto e la benedizione del Parroco e la partecipazione della comunità

Bellombra ricorda mons. Nicola Malerba

Pastore e padre per 50 anniIniziative e celebrazioni a 30 anni dalla morte

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polesinela Settimana domenica 17 novembre 2013

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Rovigo San Bortolo - Le “40 ORE”In preparazione alla solennità di Cristo Re dell’universo e per

ringraziare dell’Anno Liturgico che con la solennità di Cristo si conclude, nella parrocchia cittadina di San Bortolo si svolgono le “40 ORE”, o come si chiamano adesso la solenne adorazione prolungata! Mercoledì 20 c.m. l’Esposizione dell’Eucaristia sarà dalle ore 21.00 alle ore 22.00. Giovedì 21 e venerdì 22 invece dalle ore 15.00 alle ore 18.00.Lusia - “Solenne Quarantore”

Nei giorni di giovedì 21, venerdì 22 e sabato 23 novembre si tengono nella parrocchia dei SS Vito Modesto di Lusia, le solenni Quarantore. Saranno aperte giovedì con la celebrazione dell’Eu-caristia alle ore 15.00, seguita dalla solenne esposizione del sa-cramento. Alle ore 16.00 inizieranno i turni di gruppi di famiglie. Venerdì 22 e sabato 23 novembre i turni inizieranno dalle ore 9.00 alle ore 11.00 e nel pomeriggio dalle 15.00 alle 18.00. La chiu-sura solenne sarà domenica 24 alle ore 9.00 con la celebrazione dell’Eucaristia seguita dalla “coronazione di Cristo Re”!Rovigo S. Maria delle RoseLa castagnata di San Martino

E’ stato il circolo parrocchiale “Rodon” ad organizzare per la serata dell’11 novembre la cena con la “castagnata” tradizionale. Dopo il caratteristico menù del “mussetto con la polenta” sono state distribuite le caldarroste innaffiate dal buon vino del nostro Polesine, che ha soddisfatto tanto i numerosi soci del Circolo che hanno riempito lo spazio del “capannone” e che ha regalato a tutti una serata in … allegria.21 novembre - La Madonna della “Salute”

Sono numerose le chiesette dei rioni dedicate alla “Madonna della Salute!” Eccone alcune: Badia Polesine, Baricetta, Calto, Canalnovo, Canaro, Costa, Fiesso, Gavello, Guarda Veneta, Lendinara San Biagio, Polesella, Pontecchio, San Bellino Cà Moro, Villafora, Villamarzana all’”Anconetta”e altre. Il 21 no-vembre fanno della vera festa. Al grazioso oratorio che sorge sulla strada che da Pontecchio porta a Guarda, le celebrazioni si susseguono per granparte della giornata. La Liturgia denomina questa festa così: “Presentazione al tempio della Beata Vergine”. La festa esterna è legata alla cessazione della pestilenza che aveva colpito la città lagunare. E i numerosi proprietari veneziani, che in Polesine avevano grossi appezzamenti di terreno si univano ai concittadini rimasti in Città. Alla nostra gente poco importa di Venezia e dei veneziani e in quel giorno fa festa la Madre di Gesù che è la nostra salvezza dell’anima e del corpo.“22 novembre”” - S. Cecilia

S. Cecilia è la patrona delle corali parrocchiali e per venerdì 22 novembre sono numerosi i gruppi canori che fanno il ser-vizio di animazione del canto nelle celebrazioni, che si appre-stano a celebrare la Patrona. Lo fanno con il solennizzare con il canto l’Eucaristia della festa della Santa e … poi la continuano in un momento di cordiale convivialità. E’ veramente esem-plare spesso il loro servizio nelle messe domenicali! Sanno infatti che non stanno eseguendo in uno spettacolo teatrale, ma elevando a Dio la preghiera in canto e aiutando i fratelli presenti a fare altrettanto!25 novembre - S. Caterina d’Alessandria

C’è un grazioso centro alla periferia di Rovigo che porta il nome di Roverdicrè! E’ tagliato in due dall’Adigetto e da ambo le parti è aperto alla campagna. Dalla parte di Rovigo è quasi con-giunto alla città. La sua gente lavora nel capoluogo e a Roverdicrè va per dormire e avere casa. In paese vi è anche una antica chie-sa, con tanta storia e tanta vita. La chiesa di Roverdicrè è dedi-cata a S. Caterina di Alessandia, la ragazza martirizzata con la ruota dentata. Essa è universalmente riconosciuta come patro-na degli universitari. La chiesa di Roverdicrè è stata consacra-ta dall’Arcivescovo di Ferrara il Beato Giovanni da Tossignano. Di Roverdicrè ha scritto una piacevole storia il preside Braggion che a Roverdicrè risiedeva! In tempi passati il paese fu più volte conteso sia dalla Città di Rovigo, che dai monaci che avevano un monastero a Costa. Contese che più volte per essere risolte si dovette ricorrere ad arbitraggi di oltre … confine.

19 novembre 2013

Ricordo di don Fabio BertoAd un anno dalla morte

Aveva 72 anni l’arciprete di Concadirame quando chiuse in un letto del S. Maria della Misericordia, la sua giornata terrena. Don Fabio Berto era nato ad Adria il 12 luglio 1940. Dal 1° settembre 2007 era giun-to nella comunità di S. Maria del Rosario, ma la sua vita di sacerdote l’aveva vissuta tut-ta a Rovigo ed in Commenda: Direttore spirituale del C.A.P. S.G. Bosco, cappellano nel-la parrocchia della Madonna Pellegrina, Direttore del setti-manale diocesano, assistente del M.A.C., Consulente eccle-siastico del C.T.G. Delegato vescovile per la erigenda parrocchia e poi parroco di S. Maria delle Rose. Arrivato da Adria a Rovigo, aveva vissuto la sua giovinezza in S. Bortolo e in quella parrocchia aveva celebrato la sua prima messa solenne e con mons. Giuseppe Peretto muove i primi passi nella pastorale: la Liturgia, la Catechesi, la pastorale degli anziani e la cultura.

In CommendaSi inserisce bene nella

Commenda: l’incontro con i giovani del Centro addestra-mento gli apre il mondo del la-voro e ai suoi problemi. In par-rocchia del Cuore Immacolato che ha le caratteristiche ben definite sin dal suo nascere:

don Fabio è ben preparato, tro-va il suo ambiente: i giovani, la catechesi, il canto, la Liturgia. In Commenda si fa conoscere anche come forbito scrittore. Gli viene affidata la direzione del settimanale diocesano, il MAC e il CTG. Infine il passo definitivo: erigere e poi reggere una nuova comunità parroc-chiale. Si chiamerà “S. Maria delle Rose” per volontà dell’al-lora Vicario Generale mons. Fortunato Giavarini che vi vede un parallelo con Firenze città del fiore e Rovigo città delle rose.

A S. Maria delle RoseIl 22 maggio 1977 può ce-

lebrare all’aperto la Messa al centro del territorio della nuo-va comunità. Ha trovato acqui-stato il terreno per la chiesa e le

opere. Ha affittato un appar-tamento che condivide con la Cappella, le aule della cateche-si e degli incontri. La Comunità cresce, e cresce il senso comu-nitario, crescono le presenze, gli incontri, le realizzazioni: dal garage al “salone, dal salone” al prefabbricato e da questo alle opere parrocchiali, ove trovano collocazione la canonica, le aule della catechesi e degli incontri, e nella sala della comunità, la chiesa e nel terreno rimasto il campo per i giovanissimi ed il prefabbricato diviene spazio prezioso per tante iniziative.

La pastoraleE’ figlio delle sue origini! La

catechesi e la Liturgia, i sussidi preparati di notte da Lui, la co-rale curata da Lui, il foglio setti-manale opera sua, l’Azione cat-tolica, la Caritas, i chierichetti. In tutto questo lo caratterizza la sua capacità di assecondare le proposte dei parrocchiani.

Due pretiNei punti fermi della pre-

ghiera, ha la domanda a Dio di vocazioni. Lo fa con costanza. Alla fine ha la gioia di accom-pagnare all’altare don Matteo e don Piero.

Tanti … sposiCura personalmente le gio-

vani coppie e quasi le accom-pagna per mano! Qui la lista è tanto lunga. Certo non ha rea-lizzato tutto, ma tanto!

L’ultima faticaCon costante perseveranza

curò e diresse il settimanale la “Messa festiva” e nei tem-pi degli acciacchi, preparò e pubblicò “Prega e contempla” per una recita meditata del S. Rosario con i tipi di AB editore che ebbe ben tre edizioni, lui vivente E gli apprezzamenti del card. Farina.

Don Mario la gente del quartiere

Il 19 novembre la gente del-la parrocchia si ritroverà per partecipare all’Eucaristia di suffragio e don Mario Ferrari che gli è succeduto in S. Maria delle Rose, scoprirà domenica 24 novembre alla Messa delle ore 10.30 una targa a ricordo riconoscente del primo Parroco di S. Maria delle Rose.

Sono certo …Sono certo di aver solo fatto

qualche cenno su don Fabio, come sono certo che ha avuto scelte non sempre facili, ma tutti, senza eccezione, abbia-mo la convinzione che è stato un prete buono che ha servito Dio e il suo popolo che vive in Commenda Est, in S. Maria delle Rose, in quello spazio che è stato prelevato dall’antica parrocchia dei Santi Francesco e Giustina, in cui ha conserva-to la fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa.

Don Gianni

Buso

“Credo in Dio”Catechesi sul “Credo”

Avrà inizio sabato 16 novembre alle ore 19.45 dopo la Messa vespertina, nella chiesa parrocchiale la prima delle tre serie di catechesi sul “Credo”. A condurla l’arciprete padre Mario Gallian.

Egli si propone sulla scia del Catechismo della Chiesa Cattolica di esporre la dottrina della Chiesa per approfondire in quanti vi partecipano, la loro adesione a Dio e farla divenire forza per realizzare la vita buona del Vangelo.

Il cammino della catechesi sul Credo consta di tre tappe: l’attuale sul Padre, una seconda su Gesù Cristo in preparazione al Natale e la terza dopo la Epifania sullo Spirito Santo.

Scrive padre Gallian sul pieghevole: “la nostra professione di fede incomincia con Dio perché Dio è il primo e l’ultimo (Is 44,6), il Principio e la Fine di tutto. Il Credo incomincia con Dio Padre, perché il Padre è la prima Persona divina della santissima Trinità; il nostro simbolo incomincia con la creazione del cielo e della terra, perché la creazione è l’inizio e il fondamento di tutte le opere di Dio”.

Ecco il calendario degli incontri e delle tematiche trattate:16 novembre: “Io credo in Dio” (Compendio del C.C.C. nn° 36 – 43)23 novembre: “Il Padre” (nn° 44 – 49)30 novembre: “L’Onnipotente il Creatore” (nn°50 – 58)7 dicembre: “Il cielo e la terra” (nn°59 – 64)14 dicembre: “L’uomo e la caduta” (nn° 65 – 78).

Padre Gallian indica come testo di riferimento il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica.

AG

Domenica 10 novembre, la comunità di Salara si è stret-ta attorno a Don Benedetto Ghinello, per salutarlo e rin-graziarlo per i 14 anni in cui l’ha servita e guidata con sol-lecitudine e premura.

Come ricordato nella let-tera inviata dal Vescovo Lucio Soravito alla comunità, e letta da Don Giancarlo Crepaldi, in questi anni Don Benedetto ha condiviso gioie e dolori della comunità, impegnandosi per il bene delle anime e anche per il decoro delle opere parrocchia-li, in primis la Chiesa.

Ora le condizioni di salute non gli permettono più di svol-gere con le necessarie energie e forze il servizio di parroco per cui, il vescovo ha accolto la sua richiesta di rimettere il manda-to nelle sue mano.

Sempre in questa lettera, c’è il passaggio ufficiale di con-segne da don Benedetto a Don Giancarlo, così come scritto dal Vescovo Lucio “La comu-nità di Salara, è stata ora affida-ta alla guida di Mons. Giancarlo Crepaldi, arciprete di Ficarolo, che con la collaborazione di Don Shinod (Don Luca), e don Mario cercherà di offrire ciò che necessita al bene delle anime e all’edificazio-ne del Popolo di Dio cercando di far crescere la collaborazione tra le comunità”.

Nella sua omelia, Don Benedetto ha ricordato i 14 anni passati insieme, anni tra-scorsi nella fatica, nel lavoro quotidiano, nel riorganizzare gli ambienti parrocchiali, par-ticolarmente la Chiesa. Don Benedetto ha ricordato la pau-ra e il dispiacere causato dal terremoto, la sua malattia che gli impedisce il suo ritorno sta-bile nella parrocchia di Salara.

A conclusione Don Benedetto ha detto: “In questo momento stiamo vivendo un gior-no carico di cordialità, di amicizia, di emozioni, mi sento in dovere di ringraziarvi per tutto quello che avete fatto per me e di chiedervi perdono se non sempre ho potuto

soddisfare le vostre richieste, so-prattutto nel portare avanti l’at-tività parrocchiale. Grazie della vostra amicizia dimostratami in questi ultimi mesi. Di nuovo vi chiedo perdono, vi ringrazio e vi saluto cordialmente”

Prima della benedizione finale sono poi intervenuti il vice presidente del Consiglio Pastorale e il Sindaco Andrea Prandini che hanno ringraziato Don Benedetto ringraziandolo a nome di tutta la comunità, ed elencando i motivi per cui la comunità di Salara non potrà dimenticare Don Benedetto:

- Non possiamo dimen-ticare la cura e la dedizione con cui preparava e celebrava l’Eucaristia, dalla semplice e raccolta messa feriale, all’am-ministrazione dei sacramen-ti, in particolar modo quelli dell’iniziazione cristiana che vedevano i bambini e ragazzi

sempre protagonisti attivi del-la celebrazione. Celebrazioni che sapevano coinvolgere ed emozionare tutti i presenti.

- Non possiamo la sua ferma guida ed insegnamen-to pastorale e morale verso tutti i gruppi parrocchiali, ed in particolare con il Consiglio Pastorale, con il gruppo dei catechisti, con gli animatori; gruppi di cui ha sempre soste-nuto le attività, promosso la crescita spirituale ed umana di chi ne ha fatto parte.

- Non possiamo dimenti-care il suo impegno continuo e instancabile, profuso per: la manutenzione, il restauro, il decoro, la messa a norma della Chiesa parrocchiale, della ca-nonica, e di tutti i locali parroc-chiali. Tra tutti i lavori, quello che ha reso la comunità e don Benedetto più orgogliosi è il restauro della Chiesa parroc-

chiale di San Valentino, tanto faticosamente realizzato e così brutalmente ferito dal terremo-to del maggio 2012. Un evento che ha ferito l’edificio ma ancor di più don Benedetto che tanto ha dato per il suo restauro.

- Non possiamo dimenti-carlo per essere stato vicino a noi, per essere stato la nostra guida e il punto di riferimento, per le parole che ha saputo dir-ci nei momenti gioia e soprat-tutto in quelli tristi e difficili in cui il dolore mette a prova la nostra fede.

Non possiamo dimenti-carci di Don Benedetto, della sua semplicità, della sua de-terminazione, dell’umile ope-raio chiamato alla vigna del Signore, lo porteremo sempre nei nostri cuori e nelle nostre preghiere.

A nome di tutta la comuni-tà, Don Giancarlo e il Consiglio Pastorale hanno poi regalato a Don Benedetto, una formella di vetro raffigurante la faccia-ta della Chiesa parrocchiale, lavorata con la tecnica del vetro sabbiato dagli artigiani della vetreria Tomanin di San Bellino.

Anche l’amministrazione Comunale, l’Avis Comunale ed i catechisti hanno voluto fare alcuni regali a Don Benedetto, in segno della riconoscenza, per non dimenticare-ci di que-sto legame che ci ha unito per 14 anni.

Al termine della celebra-zione Eucaristica, la giornata di festa e proseguita presso il ristorante “Nuova Padus” dove circa una settantina tra: parrocchiani, parenti di Don Benedetto hanno pranzato assieme, ringraziando nuova-mente Don Benedetto ed au-gurandogli di poter continua-re a rendersi utile nei servizi pastorali che potrà affrontare relativamente alle sue condi-zioni di salute.

Matteo TegazziniIl Vicepresidente

del Consiglio Pastorale

Salara - 14 anni di grande amore alla comunità cristiana

Grazie, don Benedetto!L’affetto della comunità parrocchiale

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9la Settimanadomenica 17 novembre 2013 polesine

Negli anni ’90, al termine del corso d’esercizi spirituali per i vescovi, l’allora direttore di “Villa Immacolata” (Tor-reglia) ne vide uno assorto in preghiera. Si avvicinò con delicatezza e sana curiosità e vide che era proprio Mons. Martino Gomiero nostro Ve-scovo di cui, il prossimo 20 c.m., ricorre l’anniversario della piissima morte.

“Sto facendo la visita pa-storale – disse – e vado a in-contrare i miei preti e prego per loro per incoraggiarli, per sostenerli e dar loro coraggio per affrontare le tante diffi-coltà che trovano nella loro azione pastorale”. Era il dono più bello che assicurava al suo clero.

Un’altra immagine emble-matica è quella che tutti pos-sono osservare ancora oggi. Nel cimitero di Castelnovo di Teolo, entrando, un po’ avanti, sulla sinistra, si vede una sem-plicissima tomba nella terra nuda, una croce di legno, una foto in veste nera, il nome e le date di nascita e morte: questa l’umile sepoltura del Vescovo Martino.

La prima icona, o imma-gine, è quanto mai indicativa di uno stile e di una profonda spiritualità. È stato tra noi, questo Pastore giunto in Pole-sine da una breve esperienza in terra laziale, un vescovo orante. Il suo portamento devoto non era certamente ostentazione: era segno d’uno spirito profondo e vivamen-te unito a Dio. Egli sapeva e voleva far comprendere che l’anima di ogni apostolato è un’autentica vita interiore. Egli predicava con i fatti che il tralcio porta molto frutto, e non si riduce a lussureggiante fogliame, se resta vivacemen-te attaccato alla Vite. Questa robusta spiritualità, che si vedeva trasparire dallo stile del celebrare, dall’attardarsi in preghiera, dal conversare spontaneamente animato dal senso vivo della presenza di Dio, diventava la forza e l’in-coraggiamento per sostenere un impegno di condottiero cui, penso, non si sentiva partico-larmente incline. Certamente un vescovo non è soltanto tale quando, sull’altare, attornia-to da presbiteri, diaconi e dal popolo di Dio, celebra i Divini Misteri. In questa solenne epi-fania di Chiesa egli esprime il punto più alto, pone in essere la fonte e il culmine della vita di ogni chiesa. Ma è chiaro, solare, tra la fonte e il verti-

ce c’è tutta l’azione pa-storale che un vesco-vo, con la sua chiesa, è chiamato ad esprime-re. Oggi si è complicato tutto, tutto risulta parti-colarmente complesso e c’è bisogno di riflessio-ne attenta per scelte impegnati-ve e deter-minanti il cammino di una diocesi. In questo e per questo fu non poco criticato e discusso, non soltanto dai preti. Sembrava che non ci fosse una bussola, la nostra chiesa appariva una nave senza nocchiero. Eppu-re, se si fosse stati più attenti alla personalità del Vescovo, alla sua sensibilità pastorale e alla sua del icatez-za d’animo si sarebbe c o m p r e -so meglio l’uomo di Dio, il pastore, a suo modo, attento e sollecito a suo modo dei pastori e del suo gregge. Ai suoi preti, come ricordato sopra, garantiva innanzi tutto il dono della preghiera, quasi come un nuovo Mosè, che sul monte invoca per i confratelli luce, sostegno e aiuto.

Un dono discreto, umile ma preziosissimo, che nessu-no può contare. Dovremmo tutti ricordare che, come di-ceva il compianto Don Oreste Benzi, per “stare in piedi bi-sogna mettersi in ginocchio”. Se questo, per esempio, por-tasse tutti a celebrare la San-ta Liturgia, in tutti i suoi atti, “scientemente, devotamente e fruttuosamente”, porrem-mo le basi d’una pastorale più viva e più produttiva di opere di bene e di irradiazione gio-iosa dell’evangelo del Signore Gesù.

E non è soltanto la pre-ghiera liturgica da curare di più e da celebrare con intensi-tà e verità, perché sia sempre immagine autentica di chiesa orante. Tutte le altre forme di devozione, da quelle più tra-dizionali e popolari ad altre più specifiche, andrebbero curate, “evangelizzate”, se

necessario, e promesse affinché in ogni comu-nità sia sem-pre accesa la lode be-nedicente, la supplica, l’invocazio-ne di per-dono e la richiesta di aiuto al Pa-dre di ogni misericor-dia. Penso che nel ve-scovo Mar-tino, l’inten-sità di vita interiore si esprimesse

anche in quelle opere di mi-sericordia che, a suo tempo, fecero luminoso il pontificato del beato Giovanni XXIII, e che la più bella tradizione ci ha regalato. Quante case di ri-poso, quante scuole materne, quanti ospedali hanno visto la visita discreta e rasserenante

del vesco-vo; le paro-le sembra-no sempre uguali ma l’ intensità dell’amore

evangelico era sempre nuova. Per riandare al celebre episo-dio evangelico, questo atteg-giamento di Maria dell’epi-scopato di mons. Martino può completare e rendere più armonico uno stile che pare rendere maggiormente visibi-le l’attivismo di Marta. L’altra immagine, che ci ripresenta la semplicità evangelica della sua tomba, ci raccomanda una virtù tanto celebrata e così poco praticata che è l’umiltà.

Oggi in particolare, tutti vogliono apparire, tutti sono bramosi di far scena. Avvolti come siamo da innumerevoli messaggi e proposte dei mez-zi di comunicazione, ci tro-viamo a giocare anche noi ad essere personaggi da piccolo schermo, a cercare un di più di attuale visibilità.

L’umiltà ci rende graditi a Dio che, invece, resiste ai su-perbi. L’umiltà ci colloca nei giusti rapporti con Dio, fonte di ogni bene, ci spinge a ri-conoscere che i talenti di cui siamo portatori sono dono dell’Altissimo, che questi doni si evidenziano e si moltiplica-no nel trafficarli e nel farne oc-casione per rendere gloria alla Fonte prima e per farne uno

strumento di servizio ai fra-telli. L’umiltà ci spinge a rico-noscere i doni che sono negli altri, a gioire del bene altrui, a collaborare con tutti perché possano esprimersi in pie-nezza ed essere così di aiuto all’intera comunità. L’umiltà di Mons. Martino traspariva da tutto il suo modo d’essere e di fare e dalle modalità con cui si accostava alle persone. Alle volte poteva sembrare quasi a voler nascondere i talenti che pur aveva in ab-bondanza. In fondo, la sua “carriera” dimostrava distinta qualità naturali e una genuina spiritualità affinata dall’otti-ma educazione e formazione ricevute. Ma questa virtù non è mai troppa e, per quanto sia praticata, non riesce ad assi-curare il pareggio con le infi-nite manifestazioni di tronfio e stupido orgoglio che recano tanti malanni ai singoli e alle comunità. Questa virtù svela anche un significato preziosis-simo per le Comunità. Evitare vuoti orgogli di gruppo o di chiesa, ricordarci che quello che siamo e abbiamo ricevu-to è tutto grazia, che il nostro Signore si è umiliato sino alla morte di croce rende ogni co-munità più evangelica, spec-chio un po’ più convincente dell’Unico Signore.

Questo atteggiamento di spirito garantisce anche ai sin-goli, come è stato nel vescovo Martino, e alle comunità un sereno stato d’animo, una ca-pacità più sicura di affrontare i problemi, una forza maggio-re nel sopportare le croci.

Ed anche a Mons. Martino queste non sono mancate per i problemi che travagliano un po’ tutti ed anche perché talvolta, pensandolo debole, si era meno attenti e rispet-tosi. Tutto egli ha sopportato in silenzio e umiltà facendosi anche così segno del Pastore che dà se stesso per le sue pe-corelle.

È doveroso ricordare per pregare per lui, ammesso che ne abbia bisogno, in ogni caso pregare per noi affinché la lezione di umile e fervorosa adesione al Signore che egli ci ha lasciato sia accolta con ferma decisione. Così la no-stra Comunità diocesana sarà sempre di più una chiesa che si fida soltanto del suo Signo-re, che annunzia con gioioso entusiasmo il suo Vangelo e che testimonia, soprattutto verso i più lontani, l’infinita carità di Cristo Signore.

Don Vittorio De Stefani

Anniversario della morte

Una spiritualità profondaRicordo del Vescovo Martino Gomiero

Giovedì 21 novembre alle ore 18,30 in Cattedrale ad Adria, verrà celebrata una Messa di suffragio per il Vescovo Mons. Martino Gomiero

La situazione sfratti è sem-pre più drammatica. Lo ha co-municato l’assessore ai Servizi Sociali Antonio Saccardin, illu-strando un contesto veramente preoccupante.

In 24 mesi sono stati ese-guiti 62 sfratti, con il coinvolgi-mento di 84 minori e 7 anziani. Di questi 40 riguardano fami-glie immigrate e 22 famiglie italiane.

“Il futuro non è sicuramen-te roseo, ha spiegato Saccardin, e stiamo cercando di trovare delle strade da percorrere per tamponare la situazione nei prossimi due-tre anni, con la speranza che la forte crisi del Paese passi, o quantomeno, si attenui.

Per questo sono stato dal prefetto e ho interpellato il pre-sidente dell’Ater. L’Ater ha in-fatti, degli alloggi che non sono dentro la programmazione annuale, per i quali si potreb-be fare una convenzione con il Comune, per la sistemazione di alcune abitazioni e una com-pensazione dell’esborso con gli affitti.

Il Comune destinerà dieci-mila euro, ricavati dalla desti-nazione del 5 per mille, altri 25 mila li metterà la Fondazione

Cariparo e, in questo modo sarà possibile sistemare 7-8 al-loggi. Un’altra decina è in fase di sistemazione e poi mi rivol-gerò anche all’assessore regio-nale Giorgetti, per verificare se può dare un aiuto.

Nel frattempo delle 62 fa-miglie, siamo riuscite a siste-marne 11 che erano posti in graduatoria alloggi parcheggio o Ater, 5-6 sono rientrati nel Pa-ese d’origine, una ventina sono ospitati temporaneamente nel-le strutture di accoglienza o in bred&breakfast e 25-26 hanno trovato soluzioni proprie più o meno stabili, per altre 4-5 stia-mo tentando con i proprietari di prolungare l’affitto per 3-4 mesi.

E’ comunque – ha conclu-so Saccardin -, una situazione sempre più complicata, che mi fa veramente soffrire, ser-virebbe una politica della casa a livello nazionale. La povertà è in continuo aumento, basta pensare che in 10 mesi, ho in-contrato 146 persone che non avevano mai contattato i servi-zi sociali. Colgo l’occasione per ringraziare tutte le associazioni di volontariato e le parrocchie, per il lo fondamentale e pre-zioso lavoro”.

A Torreglia per “per contemplare il volto di Cristo”

Esercizi spirituali per i preti della Diocesi Guidati dal Vescovo emerito Mons. Renato Corti

E’ stato un bel cam-mino di preghiera e di intensa meditazione il Corso di Esercizi Spi-rituali proposto anche quest’anno per i preti della diocesi dal 4 all’8 novembre a Torreglia ospiti nella accoglien-te Casa di Spiritualità “S. Cuore”.

Abbiamo avuto il dono di avere tra noi – come guida – Mons. Renato Corti, già ve-scovo di Novara e per 11 anni ausiliario del Card. Martini. Le 10 meditazioni suggerite hanno avuto come tema “il tuo volto, Signore io cerco” (dal salmo 26).

La vita del prete oggi più mai è chiamata a nutrirsi di contemplazione dentro il cam-

mino del ministero pastorale carico di sfide.

Il relatore ha spesso pro-vocato noi sacerdoti a lasciar-si guidare da una spiritualità incarnata che dà profondità alla missione.

In un clima di preghiera il

Vescovo Renato ha invitato a comunicare la propria espe-rienza interiore sia al mattino con il commento all’ufficio delle letture sia alla sera con il rosario meditato insieme.

Accanto alla Parola di Dio ci ha accompagnato la esorta-

zione del dopo-Giu-bileo di Papa Gio-vanni Paolo la “Novo Millennio ineunte” una vera scuola di contemplazione e di comunione. Sono emerse pure alcune proposte per i sacer-doti come lasciarsi guidare da una vera “Regola di Vita” come pure una Paro-la Guida che illumini e accompagni la gior-nata del presbitero.

E’ stato veramente un bel cammino con tanta serenità nel cuore! Un grazie since-ro al Vescovo Lucio che ha condiviso da buon pastore e discepolo, a don Oddone e a chi ha guidato la preghiera e la liturgia.

Conclusa con successo la set-tima edizione delle Voci del Po-lesine, il presidente dell’Associa-zione culturale ‘Renzo Barbujani’, Arnaldo Pavarin, intende riper-correre il cammino dell’evento, ringraziando le tante persone che hanno partecipato con entusia-smo alla manifestazione.

“È stata una rassegna mol-to importante e significativa, un percorso finalizzato a conoscere meglio la nostra storia e i suoi il-lustri personaggi, attraverso azio-ni condivise con molti partner”. E proprio il grande appoggio ricevuto dalla realtà rodigina spinge il presidente Pavarin ad un ringraziamento sincero. “Desidero rin-graziare l’Accademia dei Concordi, il Comune e la Provincia di Rovigo per il loro aiuto. E anche la Fondazione Cassa di Rispar-mio, determinante per la realizzazione dell’evento”. Per la prima volta da quando è nata la rassegna, protagoniste delle Voci del Polesine, sono state quattro donne: Jole Petrowna Bellonzi in Mi-gliorini, Jessie White Mario, Adalgisa Calzavarini e Argia Casti-glioni Vitalis. Una scelta voluta dal presidente Pavarin e condivisa con entusiasmo dall’associazione Barbujani. “È un periodo delica-to per la figura femminile – afferma il presidente -, così abbiamo deciso di raccontare la vita e le opere di quattro donne straordi-narie per il nostro Polesine. Un piccolo gesto per far conoscere la vita di personaggi forse ancora poco noti, ma che hanno regalato molto al nostro territorio”. La rassegna coordinata da Eva Gran-di, presidente della commissione Pari Opportunità, ha conosciuto un confortante successo di pubblico, fotografato dalla tantissima gente che, ad ogni appuntamento, ha affollato Sala Oliva dell’Ac-cademia dei Concordi di Rovigo. “Per questo ringrazio i relatori che, con grande impegno, hanno delineato le figure dei quattro personaggi scelti per la rassegna, trasmettendone le emozioni. Ed oltre a loro, il numeroso pubblico che ci ha accompagnato in que-sta settima edizione delle Voci del Polesine”.

Diocesi di Adria - Rovigo Ufficio fAmigliA DiocesAno

Calendario 2013-2014Sabato 26 ottobre 2013, ore 21.00Centro Don Bosco - RovigoTema: educazione dei figliRelatore: Dr. Ezio Aceti

Sabato 16 novembre 2013, ore 9.30Centro Don Bosco - Rovigoincontro studenti scuole superiori(Tema: comunicazione)Relatore: Dr. Luca Lazzarini

Sabato 30 novembre 2013, ore 21.00Centro Don Bosco - RovigoTema: la figura del padreRelatore: Dr. Gigi Avanti

Sabato 23 novembre 2013, ore 21.00-22.00in varie Chiese Parrocchialiserata di preghiera per le famiglie

Sabato 18 gennaio 2014, ore 21.00Centro Don Bosco - RovigoDivina commedia: “inferno - canti i e ii”Relatore: Dr. G. Vivaldelli

Sabato 25 gennaio 2014, ore 21.00Centro Don Bosco - Rovigosintesi: in dialogo con i relatoriRelatori: Dr. Gigi Avanti e Dr. Ezio Aceti

Sabato 8 febbraio 2014, ore 21.00Centro Don Bosco - RovigoDivina commedia: “inferno - canti iii e V”Relatore: Dr. G. Vivaldelli

Venerdì 21 febbraio 2014, ore 9.30Centro Don Bosco - Rovigoincontro studenti scuole superiori (Tema: dipendenze)Relatore: Dr. Luigi Gallimberti

Domenica 23 febbraio 2014, ore 9.30-17.00oAsi familiare

Diocesi di Adria - Rovigo Ufficio fAmigliA DiocesAno

Calendario 2013-2014Sabato 26 ottobre 2013, ore 21.00Centro Don Bosco - RovigoTema: educazione dei figliRelatore: Dr. Ezio Aceti

Sabato 16 novembre 2013, ore 9.30Centro Don Bosco - Rovigoincontro studenti scuole superiori(Tema: comunicazione)Relatore: Dr. Luca Lazzarini

Sabato 30 novembre 2013, ore 21.00Centro Don Bosco - RovigoTema: la figura del padreRelatore: Dr. Gigi Avanti

Sabato 23 novembre 2013, ore 21.00-22.00in varie Chiese Parrocchialiserata di preghiera per le famiglie

Sabato 18 gennaio 2014, ore 21.00Centro Don Bosco - RovigoDivina commedia: “inferno - canti i e ii”Relatore: Dr. G. Vivaldelli

Sabato 25 gennaio 2014, ore 21.00Centro Don Bosco - Rovigosintesi: in dialogo con i relatoriRelatori: Dr. Gigi Avanti e Dr. Ezio Aceti

Sabato 8 febbraio 2014, ore 21.00Centro Don Bosco - RovigoDivina commedia: “inferno - canti iii e V”Relatore: Dr. G. Vivaldelli

Venerdì 21 febbraio 2014, ore 9.30Centro Don Bosco - Rovigoincontro studenti scuole superiori (Tema: dipendenze)Relatore: Dr. Luigi Gallimberti

Domenica 23 febbraio 2014, ore 9.30-17.00oAsi familiare

Per informazioniUfficio Familiare Diocesano

Via Sichirollo, 18 - Rovigo- tel. 0425.209621

Consultorio Familiare DiocesanoVia Pascoli, 51A - Rovigo- tel. 0425.422500

Sabato 8 marzo 2014, ore 21.00Centro Don Bosco - RovigoDivina commedia: “inferno - canto XXVi”Relatore: Dr. G. Vivaldelli

Sabato 5 - Domenica 6 aprile 2014Seminario Vescovile - Rovigocorso spiritualità coniugale:“il Profeta elia: fuoco e silenzio”Relatore: Dr. G. Vivaldelli

Aprile 2014 (data da definire), ore 9.30-12.00Centro Don Bosco - Rovigoincontro studenti scuole superioriRelatore: Don Ciotti o Prof. Pietro Lombardo

Lunedì 2 giugno 2014 - Rovigofesta famiglie

1a o 2a settimana agosto 2014 - da definirefamiglie in… vacanza 14!

Percorsi Ufficio Familiare DiocesanoItinerari per separati e risposatiCorso per animatori di pastorale famigliarePercorsi delle coppie che si preparanoal sacramento del matrimonioPercorsi di iniziazione cristianaportati avanti con la responsabilità dei genitori

Percorsi Consultorio Familiare DiocesanoPercorso per adolescentidi educazione alla vita affettivaPercorsi sulla comunicazione di coppiaper fidanzati e per sposiPercorsi per coppie senza figliCorsi formativi e consulenza di coppia sui metodi naturali

Rovigo - Palazzo Nodari

Sfratti sempre più in aumentoL’assessore Saccardin: “la situazione è drammatica”

Rovigo

Successo della rassegna “Voci del Polesine”

Il presidente della Barbujani, Arnaldo Pavarin, ringrazia

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10 la Settimana domenica 17 novembre 2013specialeDomenica 24 novembre in Duomo il Vescovo Lucio ordina diacono permanente Guglielmo Zampollo

Un ministero da assolvere con umiltàLa storia della vocazione di Mino che diventa diacono nel giorno che conclude l’Anno della Fede

Domenica 24 novembre 2013, nel Duomo concattedra-le di Rovigo il Vescovo Lucio ordinerà diacono permanente Guglielmo Zampollo, per tutti Mino. Guglielmo ha iniziato il cammino di formazione Teolo-gica, spirituale e pastorale con altri quattro amici, Benedetto, Settimio, Marco, Alfredo, tre di loro sono stati già ordinati diaconi permanenti. Si tratta di persone sposate e genitori, che svolgono la loro profes-sione in vari ambiti, chi nella finanza chi nella scuola e nei mezzi della comunicazione, chi nella salvaguardia dei beni ecclesiastici. Nella Diocesi di Adria-Rovigo è questa la pri-ma esperienza del diaconato permanente.

Mino, da ventinove anni è sposato con Cristina, genitori di quattro figli: Teresa, Carlo, Rita e Miriam; con la sua famiglia vive nel-la comunità di Boara Polesine e svolge la sua professione pres-so l’Agenzia delle Entrate. Con la mo-glie Cristina fa parte dell’equipe dell’Uffi-cio Famiglia Diocesa-no.

Abbiamo chiesto a Mino di raccontarci la sua testimonianza.

D - Domenica 24 novembre il Ve-scovo Lucio la ordinerà diaco-no permanente, un traguardo che giunge dopo un cammino impe-gnativo di forma-zione teologica, culturale, pastorale e spirituale. Con la sua famiglia come sta vivendo questo momento così importante della sua vita?R - A volte si ha l’impres-

sione che la vita sia tutta una corsa e di essere perennemen-te impegnati in mille cose da fare e, qualche volta, è proprio così. In questo periodo anche per me e la mia famiglia c’è il rischio di lasciarsi prendere da mille preoccupazioni umane e così – come Marta – perdere il senso di ciò che si sta facendo e, soprattutto, per chi lo si sta facendo; cioè c’è il forte rischio di dimenticarsi di ciò che ha un

valore eterno e che la vita è un cammino verso Dio. Pertanto, il nostro sforzo maggiore at-tualmente è quello di prendere sempre più coscienza di cosa voglia dire per noi essere una ‘famiglia diaconale’, una fami-glia che sa voler bene e sa fare il bene.

D - Cosa vuol dire per lei oggi essere ordinato dia-cono permanente?R - Qualche volta, pen-

sandoci, ho avuto come la sensazione che mi ‘mancasse l’aria’, con il rischio di lasciar-mi sopraffare dalla grandezza di questo ministero, che, per quanto mi riguarda, consiste in una vocazione (quella diacona-

le) nella vocazione (quella ma-trimoniale). Nel tempo ho pre-so consapevolezza che il diaco-nato, come ogni sacramento, è conferito indipendentemente dalla santità e dalla grandezza morale di chi lo riceve; pertan-to, nonostante il peso della mia debolezza, della mia fragilità e del mio peccato, pur sentendo-mi indegno di riceverlo, credo fermamente che Dio sceglie proprio le persone in apparen-za meno adatte per manifesta-re la Sua potenza. Come scrive san Paolo “quando sono debo-le, è allora che sono forte” e an-cora: “Tutto posso in colui che mi dà la forza”; anch’io riesco a vincere il mio senso di ina-deguatezza abbandonandomi con fiducia in Dio, perché è Lui che rende fecondo ciò che è

sterile, fa parlare i muti e fa vedere i ciechi. Personalmente, posso affermare di avere un ardente desiderio di vivere il diaconato con un cuore traboccante di umile amore a Gesù, affidandomi allo Spi-rito Santo e chiedendo l’intercessione di Maria Santissima. Natural-mente non manca il sostegno tangibile di Cristina, mia moglie, che condivide con me questo ministero; non manca nemmeno il supporto dei miei figli (Teresa, Carlo, Rita e Miriam) e pure quello di tante persone che, nel tempo, hanno di-mostrato la loro sincera amicizia nei miei con-fronti.

D - Come è maturata que-sta sua scelta? R - La scelta appartiene a

Dio, è Lui che chiama. La mia è una libera risposta a que-sta chiamata. Per farla breve, direi che per la prima volta circa quindici anni fa, ascol-tando una trasmissione radio-fonica sul diaconato, ho avuto un sussulto interiore che non saprei meglio definire e poi più niente. Poco meno di die-ci anni fa una religiosa mi ha scosso invitandomi a prendere sul serio l’idea del diaconato permanente. Infine, circa sette anni fa, il mio confessore mi ha chiesto se avevo mai pensato al diaconato permanente; da quel

momento è iniziato tutto un cammino – condiviso dalla mia famiglia e, in particolare, da mia moglie – di presa di coscienza e di preparazione teolo-gica, culturale, pa-storale e spirituale (iscrizione all’uni-versità, incontri formativi e i ritiri spirituali periodici, ecc.). E così siamo arrivati ad oggi e, a Dio piacendo, sia-mo ormai prossimi all’ordinazione…D - In questo mo-mento a chi sente di dover dire gra-zie per il traguardo raggiunto?

R - Una persona merita molto più di un ringraziamento ed è Cristina, mia moglie, veramente ha condiviso ogni istante di questo ‘nostro’ percorso; però ci sono tante persone da ringra-ziare e se facessi l’elenco qualcuna senz’altro la di-menticherei. Vera-mente ho trovato disponibilità da

parte di tante persone che si sono date da fare, anche ulti-mamente per preparare questo evento; tante ‘Marta’ ma anche tante ‘Maria’, che nel silenzio hanno pregato e pregano per me. Ognuno vorrei ricordare e ringraziare personalmente, non potendolo fare, con infini-ta gratitudine assicuro a tutti la mia preghiera.

D - Mino, lei ha iniziato il cammino di formazione in compagnia di altri cinque amici, tre dei quali sono già stati ordinati diaconi permanenti, ripensando al vostro cammino cosa sente di poter dire a questi fratelli?R - Ritengo questo ministe-

ro ordinato non sia stato ancora ben compreso; pertanto, facil-mente si possono incontrare fraintendimenti e incompren-sioni, un po’ in tutti gli ambi-ti. A mio avviso ci vuole tanta pazienza con sé stessi e con le persone che di volta in volta condividono il cammino con noi. Ci vuole quella pazienza che lascia il tempo a noi e agli altri di maturare, perché ognu-no ha i suoi tempi e suoi modi e ci vuole rispetto per ognuno; d’altra parte anche Dio fa così con ciascuno di noi, basta ricor-dare la parabola del ‘figliol pro-digo’. Bisogna cercare di con-vincere tutti con un servizio che si esprime nella carità; diceva bene S. Giovanni della Croce: “Dove non trovi amore, semina amore e raccoglierai amore”.

D - Pensando al futuro in quali realtà lei desidera poter vivere il suo servizio di diacono permanente?

R - Un’idea precisa non ce l’ho, confido nell’azione dello Spirito Santo; ho la speranza ‘cristiana’ che sarà Lui a illumi-nare su quale servizio possa es-sere il più indicato per me e per la mia famiglia. In effetti, ogni ministero è per l’edificazione del corpo del Signore ed ha ri-ferimento alla Parola ed all’Eu-caristia, che è fulcro di tutta la vita della Chiesa, espressione suprema della carità di Cri-sto; offrirsi ogni giorno com-pletamente a Dio, nel servizio dell’altare; essere, nella casa del Padre, di esempio a tutti con un comportamento serio e rispettoso ed avere un sincero amore per il corpo mistico di Cristo, in particolare operando per i più deboli e gli ammala-ti… Quando prego, non chie-do tanto in quale realtà vivere il mio sevizio, ma piuttosto l’umiltà e la semplicità di Ma-ria santissima per essere docile all’azione dello Spirito Santo e acquisire le doti spirituali e le virtù necessarie per assolvere questo ministero qualunque sarà il servizio particolare da esercitare nella concreta realtà in cui sarò ‘mandato’.

D - La sua ordinazione diaconale coincide con la chiusura dell’Anno della Fede, questa coincidenza, non certo casuale cosa si-gnifica per lei?R - Riscoprire che Gesù

è il punto di partenza, è il centro ed è il punto di arrivo dell’umanità nuova, di ogni uomo che è stato immerso, con il battesimo, nel mistero pasquale: “Egli è morto per noi perché, sia che vegliamo

sia che dormiamo, viviamo insieme con lui” . L’esempio umano più grande nella Sacra Scrittura ci viene da Abramo, nostro padre nella fede, che si è completamente affidato a Dio; analogamente, ogni cristiano, con identica fede deve affidar-si a Dio. La fede è, prima di tutto, obbedienza nell’amore; è accoglimento incondizionato della Parola di Dio, consenso all’attività di Dio in noi, atto di povertà spirituale che fa agire l’uomo secondo gli imperativi dello Spirito Santo. La visione di fede porta a giudicare tutto in modo soprannaturale, con sguardo di eternità, a dare una dimensione escatologica al proprio modo di pensare. San Josemaría Escrivá de Balaguer affermava che il cristiano deve essere alter Christus, ipse Chri-stus, un altro Cristo e lo stesso Cristo: il punto di partenza è l’identificazione sacramentale con Cristo nel Battesimo, dove la persona diventa un altro Cristo, ma questa identifica-zione iniziale deve spingersi fino a raggiungere la piena identificazione con Cristo quaggiù in terra. Per arrivare alla piena identificazione con Cristo bisogna contemplare la sua vita, per questo dobbiamo meditare la storia di Cristo per conoscerne i minimi particolari e avvicinarci il più possibile a Lui. Questa, in sintesi, è la mia riflessione a chiusura di questo anno della fede; vuole essere uno stimolo, prima di tutto per me, ma è rivolto a chiunque voglia vivere una vita autenti-camente cristiana.

Settimio Rigolin

Paramenti Vasi sacri

Candelabri

Quadri Icone

Presepi Vesti talari

Restauro Vasi sacried Arredi

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Un grande evento sem-pre nuovo, attuale e ricco di emozioni, di spettacoli, aspetti storici, culturali, artistici, così si può definire la XII edizione de “Le Giornate della Car-boneria”, che si sono svolte a Fratta Polesine da venerdì 8 a domenica 10 novembre 2013. L’iniziativa supera di molto i confini del Polesine e del suo territorio, una manifestazione ben riuscita, di grande succes-so e coinvolgimento di pub-blico che ha partecipato a vari momenti della manifestazione, completamente allestita con il coinvolgimento di ragazzi, giovani e adulti di Fratta che da tempo hanno lavorato per realizzare l’evento, guidati dalla mano sapiente del bravo regista Adriano Farinelli con la collaborazione di Maria Selene

Farinelli per i costumi, nelle vesti di attori, comparse, per-sonaggi vari. Unico intralcio il maltempo di domenica pome-riggio che ha costretto registi e attori a ridimensionare i tempi di rappresentazione.

L’iniziativa è stata orga-nizzata dal Comune di Fratta Polesine con il sostegno della Provincia di Rovigo, la Re-gione Veneto, la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e dalla generosa col-laborazione di altri enti e realtà di Fratta. Tra i vari momenti particolarmente emozionante il banchetto carbonaro organiz-zato nelle serate di venerdì e sabato presso il Salone d’onore di Villa Molin ora Avezzù, tra il numeroso pubblico anche molte autorità, civili e militarti, tra queste il sindaco di Fratta

Polesine e il Prefetto di Rovigo, rappresentanti delle istituzio-ni e del mondo della cultura. Il sindaco, dottoressa Tiziana Virgili, nel rivolgere il saluto ha sottolineato il valore culturale e storico dell’evento, che ha vi-sto coinvolto tutto il paese che in modi diversi ha contribuito alla realizzazione della manife-stazione. Una cena tutta specia-le e nello stesso temo “commo-vente”, con menù d’epoca e la rievocazione storica dell’arre-sto dei giovani Carbonari del-la Fratta e di altre località del Polesine.

Sia durante il banchetto come nella manifestazione che si è svolta nella piazza di Fratta dove si trova il monumento ai Carbonari, si è voluto rappre-sentare gli eventi che hanno caratterizzato il paese di Fratta

nel 1818 nel periodo della Car-boneria sotto la dominazione austro-ungarica, e cioè la rie-vocazione storica della festa di San Martino, che ha visto la cittadina di Fratta in festa, tra danze, musicisti, claon, spet-tacoli di burattini, venditori di dolciumi e castagne.

Da sottolineare i due incon-tri di carattere storico e cultura-le, venerdì 8 novembre presso la Sala Consiliare del Comune di Fratta la professoressa Lo-dovica Muterle ha parlato di: “Viaggio nell’archivio storico di Fratta Polesine per rivivere,

attraverso gli atti, la Carbone-ria del 1800”. Altro momento importante sabato 9 novembre presso la Casa Museo Giaco-mo Matteotti con il Convegno

dal titolo: “Dalla Carboneria a Giacomo Matteotti un ideale comune di libertà”; relatore il dottor Leonardo Raito.

Settimio Rigolin

11la Settimanadomenica 17 novembre 2013 polesine

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Fratta Polesine

Una storia che riviveLe Giornate della Carboneria

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i concerti

12 la Settimana domenica 17 novembre 2013polesine

XI edizione della ras-segna “Antichi Organi Del Polesine”, in memo-ria del celebre organaro Gaetano Callido (1727 – 1813). Si tratta di una serie di concerti d’or-gano che si inseriscono nel circuito Regionale “Cantantibus Organis”. Progetto ideato da Asolo Musica – Veneto Musica con il sostegno di: Regione Veneto, Ministero dei beni e delle attività culturali, Provincia di Rovigo e i Comuni di Adria, Ariano Polesine, Costa di Rovigo, Giacciano con Baruchella, Guarda Veneta, Lendinara, Loreo, Porto Viro, Porto Tolle, Rovigo, S. Bellino e Villanova Marchesana.

Sabato 9 novembre ha avuto luogo il concerto d’or-gano a Costa di Rovigo, all’or-gano Gaetano C a l l i d o , op.189, 1782, della chiesa di san Rocco la prof. Paola Chiarion.

Ad aprire la serata il sa-luto del parro-co Don Daniele Bragante che, dopo aver espresso viva soddisfazione per la presenza del pubblico, ha ringraziato gli organizzatori del concerto e ha sottolineato come tutti noi viviamo giorna-te frenetiche e questa serata di musica rappre-senta un’occasione per fermarsi ad ascoltare e riflettere.

A rappresentare l’amministrazione co-munale era presente l’assessore alla cultura Moira Ferrari.

L’organista Paola Chiarion ha dettagliata-mente spiegato il programma della serata ese-guito e ha esaltato l’organo, sottolineando che si tratta di un magnifico strumento di Gaetano Callido dal suono inimitabile.

L’apertura e la chiusura della serata con le musiche di Johann Sebastian Bach, che “ra-pito” dalla musica di Antonio Vivaldi, volle trascriverne interi concerti per strumenti a lui cari. A seguire la ricerca timbrica della melo-dia delle due Toccate di Bernardo Pasquini (1637-1710), di Domenico Zipoli (1688-1726), Giovanni Battista Cervellini 1735-1801). Coinvolgimento assoluto del pubblico duran-te l’intero concerto e applausi scroscianti alla fine di ciascuno dei brani eseguiti.

Abbiamo rivolto alcune domande alla prof. Paola Chiarion

D - Prof.ssa, mi permetto di dire che è raro vedere esibirsi in un concerto d’or-gano una signora. Lei a tal proposito cosa può dire?R - Effettivamente, nel passato, questo

strumento era quasi esclusivamente riservato agli uomini. Nel servizio liturgico le donne non erano ammesse; ora, con una maggiore apertura della Chiesa al ruolo sociale della donna, le cose sono cambiate e quindi è più facile trovare delle organiste.

Anche nel settore concertistico, vi è una maggior presenza delle organiste donne; dobbiamo ricordare però che anche nel pas-sato non lontano abbiamo esempi di celebri concertiste di pianoforte e di organo, voglio ricordare in particolare, Fanny Mendelssohn, le sorelle Boulanger e la grande Marie Claire Alain, scomparsa lo scorso febbraio.

D - Posso aggiungere che ancora oggi l’organo appare uno strumento princi-palmente di dominio maschile. Perché?R - L’organo rispetto al pianoforte risulta

più imperioso e austero anche perché, in certe esecuzioni, richiede una notevole forza fisica. Tradizionalmente, la donna appare più predi-sposta ad uno strumento come il pianoforte.

Però, dalla mia esperienza personale, sin da bambina, sono rimasta attratta da ambe-

due gli strumenti e per questo continuo la doppia attività di pianista, soprat-tutto in duo col violinista Elio Orio, e organista so-lista, un’attività che fanno del resto alcuni colleghi che stimo molto.

Questo doppio ruolo non è inconciliabile, richie-de solo una certa maturità musicale. Ogni giorno cer-co di mantenere la buona abitudine di dedicare al mattino alcune ore alla tecnica pianistica, perché questo mi permette di af-frontare con facilità anche il più arduo repertorio or-ganistico e cameristico.

D - Lei è docente presso il Conservatorio. Le chiedo,

dal suo osser-vatorio, se lo studio dell’or-gano interessa in ugual modo i ragazzi e le ragazze. Sono molti gli allie-vi?

R - Quale docente di pia-noforte, pos-so confessare che la mag-gior parte dei ragazzi/e è orientata prin-cipalmente a questo stru-mento perché

esso appare inizialmente più semplice e ge-neroso nel regalare in poco tempo una certa soddisfazione, mentre l’organo, per la sua notevole complessità, richiede sin dall’inizio una certa maturità musicale e interpretativa. Per questo non è raro trovare organisti diplo-mati anche in pianoforte.

Certo, esistono anche delle eccezioni di giovanissimi che, per loro scelta, intraprendo-no sin da piccoli, con serietà e grande tenacia, gli studi organistici.

D - Lei è organista titolare presso il Tempio de “La Rotonda” di Rovigo e presso il Duomo Concattedrale di Rovigo. Cosa vuol dire oggi ricoprire questo ruolo?R - Nelle mia attività musicale devo coor-

dinare molti impegni…ma lo faccio con una grande passione, sin da bambina, e perciò tut-to mi risulta molto piacevole.

Svolgere il servizio organistico alla Rotonda ed al Duomo di Rovigo, (consi-derando che suono anche nella mia Chiesa Parrocchiale e a volte anche alla Chiesa di San Francesco), mi impegna notevolmente i fine settimana, a parte quando mi trovo fuori città per l’attività concertistica.

Fare il servizio liturgico non mi pesa af-fatto: per me è una scelta legata alla mia fede cristiana.

Come cattolica, sento il gradito dovere di servire la casa di Dio attraverso il dono che Egli mi ha dato.

D - Un suo giudizio riguardo l’organo Callido della chiesa di Costiola di Costa.R - L’organo di Costiola, a Costa di Rovigo,

è un magnifico strumento di Gaetano Callido dal suono inimitabile, tipico degli strumen-ti di questo costruttore. Si nota la cura nella scelta della stagionatura delle parti lignee, come della lavorazione delle canne. Questi tipi di strumenti sono delicatissimi ai cambi di temperatura, come fossero piccoli cantan-ti…sembrano vivi e perciò sensibilissimi al tocco. Richiedono una “presa” del dito assai particolare.

Per questo, quando tengo un concerto con questi strumenti, cerco di evitare lo studio nell’organo moderno che richiede una tecnica manuale molto differente, direi, in alcuni casi, già più vicina a quella del pianoforte, ovvero più solida.

Settimio Rigolin

Nella foto in alto la m.a Paola Chiarion e in basso il Parroco don Daniele Bragante e l'Assessore Moira Ferrari.

Domenica 10 novembre 2012 ha avuto luogo il setti-mo concerto d’organo pres-so la Chiesa Arcipretale di S. Nicolò Vescovo di Ca’ Venier, all’organo Giacomo Bazzani, 1887 il maestro organista Graziano Nicolasi. Si tratta del-la rassegna Antichi Organi del Polesine, progetto ideato da Asolo Musica – Veneto Musica. Ad aprire la serata i saluti del parroco Don Michele Mariotto che ha ringraziato gli organiz-zatori del concerto per aver scelto la chiesa di Arcipretale di San Nicolò Vescovo. A rap-presentare l’am-ministrazione comunale era presente l’asses-sore alla cultu-ra del comune di Porto Tolle Leonarda Ielasi. L’assessore ha esaltato il valore di questa mani-festazione così importante in quanto valorizza gli organi storici che si trovano nelle chiese del terri-torio. Il maestro Graziano Nicolasi ha dettaglia-tamente spiegato il programma da lui eseguito e ha esaltato l’organo, sottolineando che si presenta come un pregevolissimo strumento, il repertorio eseguito dal M° Nicolasi durante la serata è stato scelto per esaltare pienamente le caratteristiche del prezioso strumento. La tradizione organaria ita-liana si presenta alle soglie del sei-settecento ricca di esperienza, di organari illustri e di strumenti di pregevole fattura imperniati per lo più sui timbri classici dell’organo italiano. Anche lo strumen-to costruito da Giacomo Bazzani e ben custodito nella Chiesa Arcipretale di S. Nicolò Vescovo a Cà’ Venier nel comune di Porto Tolle rientra in questa logica costruttiva.

A conclusione della serata abbiamo rivolto al-cune domande all’organista Nicolasi

D - Maestro, cosa significa per lei poter esi-birsi in un concerto d’organo?R - Esibirmi in concerto lo vedo come un’op-

portunità culturale: cioè la possibilità di trasmet-tere all’ascoltatore quel bagaglio di conoscenze apprese durante gli studi musicali che spesso ri-mangono a livello personale. Nel concerto, invece, queste conoscenze vengono, per così dire, spiegate al pubblico mediante la messa in opera delle musi-che. Inoltre è un modo per valorizzare ed avvicina-re alla conoscenza di organi che spesso giacciono muti e pieni di polvere. Si ha la possibilità di far sentire i vari suoni (registri) dell’organo che maga-ri non vengono mai usati o usati in modo inappro-priato se non c’è un organista preparato. Suonare in concerto è anche una possibilità che viene data

alla comunità parrocchiale che dispone di un organo, spesso antico, per invogliare ed avvi-cinare magari qualche giova-ne allo studio e alla pratica di questo strumento difficile ma affascinante e mistico.D - Maestro cosa ne pensa di questi antichi e storici stru-menti quali sono gli organi, molti di questi abbandonati nelle chiese?

R - Penso che dovrebbero essere più valorizzati anche all’interno della liturgia della chiesa oltre che in concerti ed

elevazioni spiri-tuali. Infatti pos-sono essere, e lo sono, veicolo di cultura musica-le, ma sono pur sempre colloca-ti in un luogo dove la preghie-ra deve essere al primo posto. E la preghiera in musica e con la

musica è la più significativa e bella. Una comuni-tà parrocchiale dovrebbe quasi esigerla per essere più unita e più viva.

D - Lei ritiene sia ancora necessario l’uso dell’organo a canne, l’organo tradizionale nella liturgia?R - La Costituzione Conciliare Sacrosantum

Concilium al n°120 ricorda espressamente che l’organo a canne è “uno strumento musicale da tenere in grande onore in quanto, per tradizione, il suo suono è in grado di aggiungere un notevole splendore alle cele-brazioni della Chiesa e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle cose celesti”. Mi sembra chiaro come la Chiesa onora ed desideri incrementare l’uso e la costruzione di organi a canne anche nuovi, dove è possibile. Il problema è individuare e trovare or-ganisti preparati, soprattutto in ambito liturgico, che sappiano entrare e vivere le celebrazioni della Chiesa. Lo strumento verrà di conseguenza, dal desiderio di celebrare bene in spirito e verità.

D - Cosa può dire riguardo dell’organo di Ca’ Venier?R - Direi che l’organo Bazzani di Ca’ Venier è

stato ben restaurato ed è in un buon stato di con-servazione. Non saprei dire se è usato molto o poco. Spero non venga utilizzato solo per concerti perché tradirebbe il suo ruolo primario che è quel-lo di essere strumento per dar gloria a Dio e per santificare i fedeli che lo ascoltano con gioia e de-vozione. S.R.

Nelle foto in alto l'organista Graziano Nicolasi e sotto l'Assessore alla cultura del comu-ne di Porto Tolle Leonarda Ielasi e il parroco Don Michele Mariotto.

Concerto a Costa di Rovigo nella Chiesa di San Rocco

La musica per la gloria di Dio Intervista alla M.a Paola Chiarion

Ca' Venier - Chiesa di San Nicolò

organo a canne e preghieraIntervista al M.o Graziano Nicolasi

Sabato 16 novembre 2013 alle ore 21.00 con-certo d’organo nella chiesa di san Bartolomeo di Porto Viro (Rovigo). All’Organo Gaetano Callido, op. 236, 1787 il maestro Matteo Venturini. Si trat-ta della rassegna Antichi Organi del Polesine, progetto ideato da Asolo Musica – Veneto Musica. Matteo Venturini, diploma in Organo, Composizione Organistica e Composizione, ha perfezionato gli studi presso la Musikhochschule di Freiburg im Breisgau – Germania sotto la guida di Klemens Schnorr ed il Diploma Post – Gradum “cum laude”. Ha conseguito, con il massimo dei voti, il Diploma Accademico di Secondo Livello in Organo presso il Conservatorio di Musica “Francesco Morlacchi” di Perugia. Ha inciso di-versi cd per OnClassical, E-Plus, EMArecords, Fugatto e Brillant Classic, ha pubblicato proprie composizioni e revisioni di musica corale ed or-ganistica per conto delle case editrici Carrara ed Eurarte ed ha effettuato registrazioni per Radio3, Radio Vaticana, la Radio Nazionale Croata e la ra-dio tedesca Südwestrundfunk. È organista nella Chiesa dei SS. Jacopo e Lucia e nella Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Genesio in San Miniato – Pisa, direttore artistico del Festival Organistico Internazionale “Silio Taddei” di Livorno, docente

ospite per i corsi di perfezionamento dell’Accade-mia “Organistas de México” di Città del Messico, docente di Organo e Composizione Organistica e Teoria e Solfeggio alla Scuola di Musica “Giuseppe Bonamici” di Pisa. L’ organo della chiesa di Porto Viro è costruito da Gaetano Callido nel 1787 op. 236 è collocato in cantoria sopra la porta d’ingres-so. Restaurato dalla ditta “Fratelli Ruffatti” nel 1999.

Programma del concerto Georg Friedrich Händel (1685-1759) Ouverture

all’«Occasional Oratorio» HWV 62: Grave - Allegro - Adagio - Marche; Georg Muffat (1653-1704) Dall‘“Apparatus musico – organisticus” (1690): Toccata nona; Johann Caspar Kerll (1627-1693) Capriccio sopra il cucù; Dieterich Buxtehude (1637-1707) Toccata in G BuxWV 165; Da un manoscritto custodito nella Biblioteca del Seminario Vescovile di San Miniato – Pisa: - Giuseppe Buccioni (Firenze, 1758 – ivi, 1830) Offertorio; - Anonimo (sec. XVIII) Elevazione - Disma Ugolini (Firenze, 1755 – ivi, 1828) Rondò per Postcommunio; - Pasquale Anfossi (Taggia, Imperia, 1727 – Roma, 1797) Sinfonia per Organo - Antonio Botti (attivo prima del 1776) Postcommunio; Giovanni Morandi (1777 – 1856) Sinfonia in re S.R.

Porto Viro

Concerto d’organocon il m.o Matteo Venturini

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L’Anno della Fede visto e vissuto da chi, sacerdote, si ritrova a svolgere il suo ser-vizio a Roma, al centro della cristianità. In questa nostra intervista parliamo dell’An-no della Fede con mons. Giordano Caberletti, sacer-dote del Presbiterio diocesa-no, Prelato Uditore della Rota Romana. Il Settimanale dio-cesano in questo anno ogni settimana ha offerto ai suoi lettori testimonianze, intervi-ste e articoli al fine di aiutare i propri lettori a riflettere sul grande dono della Fede.

D - Monsignore, lei si trova a Roma, a due passi dalla basilica di san Pie-tro, dove svolge il suo ministero di sacerdote presso la Rota Romana, e come docente presso l’Università del Late-rano. Le chiedo un suo pensiero riguardo all’An-no della Fede che sta per concludersi.R - Sono a disagio per il

tema della intervista; mi sem-bra siano molto più compe-tenti e preparati i parroci che nella parrocchie vivono un cammino di fede e di forma-zione cristiana e, a tal propo-sito, sono state molte le ini-ziative in questo Anno della Fede: momenti di preghiera, di adorazione, incontri, rifles-sioni e così via; in particolare si sono vissuti momenti di adorazione eucaristica, per-ché la fede si esprime proprio nel mettersi in ginocchio da-vanti al Signore, adorandolo e dichiarando tutto il nostro amore a Gesù.

Vivendo il mio servizio a Roma presso la Rota Romana e nell’insegnamento, ho avu-to modo di partecipare ogni mese ad un ritiro per sacer-doti. In questo anno la rifles-sione è stata rivolta proprio al tema della fede; ci sono stati poi i grandi eventi che - per chi è a Roma - è stato possibi-le vivere più da vicino.

D - Come definire il sen-so di questo Anno della Fede?R - Mi sembra che il sen-

so di questo Anno della Fede voluto da Papa Benedetto XVI sia anzitutto di ravvi-

vare la fede. A tal proposito il Papa ha voluto ricordare pro-prio in questo anno un grande evento che ha segnato la Chie-sa, il cinquante-simo anniversa-rio del Concilio Vaticano II. L’11 di ottobre 2012 ho partecipato in Piazza San Pietro alla fiac-colata di inizio dell’Anno della Fede e in ricordo dell’inizio del Concilio. E’ sta-ta un’esperien-za molto bella, forte. Proprio il Concilio Vatica-no II è stato ed è anche oggi una grande scuola per ravvivare la fede, basti pensare alle tre Co-stituzioni: la “Dei Verbum”, la “Sacrosanctum Concilium” e la “Gaudium e spes”, pos-sono esserci di grande utilità per rendere la nostra fede più viva e matura.

“Dei Verbum”, la Costi-tuzione sulla Parola di Dio, dalla parola del Signore vie-ne sempre nuova luce, quello che conta non è solo il sapere ma la sapienza che viene a noi meditando la sua paro-la. La “Sacrosanctum Conci-lium” riguardante la Liturgia, il nutrimento spirituale della nostra fede è l’eucaristia, e la “Gaudium e spes”, che ci invita ad accogliere e inter-pretare i segni dei tempi. In tutto questo è necessario es-sere animati da uno spirito di fede e da un senso di fede per intravedere nella storia uma-na il passaggio del Signore. Perciò non una fede statica, stanca, ma dinamica che non vuol dire l’inquietudine di chi è insicuro, ma il desiderio, l’impegno per un di più per vedere il volto del Signore.

D - Cosa dire dei pelle-grini giunti a Roma in questo anno?R - E’ bello vedere a Roma,

centro della cristianità, mi-gliaia e migliaia di pellegri-

ni; indub-b i a m e n t e l ’elezione di Papa Francesco ha portato ondate di pellegrini, il pelle-grinaggio a Roma vuole esse-re proprio motivo di crescita in-teriore, un andare in avanti, in altre parole un rav-vivare la nostra fede.

D - Altri aspetti che ci giungono da questo anno?R - Un secondo aspetto

che ci viene dall’anno del-la Fede mi sembra di poter dire che è quello dell’unità, del desiderio di cammina-re insieme uniti nel segno della fede. Papa Benedetto nell’Anno della Fede ha vo-luto non solo ricordare il cin-quantesimo anniversario del Concilio Vaticano II ma an-che il ventesimo anniversario del Catechismo della Chiesa Cattolica che è una miniera per poter crescere, matura-re nella fede. Da osservare che tutti i temi riguardanti la fede sono espressi con un linguaggio bello, attuale, con riferimenti alla Sacra Scrittu-ra, ai Padri della Chiesa, ai testimoni della fede, ai santi; in tutto questo il Catechismo della Chiesa Cattolica è uno strumento preziosissimo per crescere nella fede. Ma tut-to ciò non basta è necessario fare esperienza di un popo-lo che proclama insieme la stessa fede, l’atto di fede è si personale ma anche comu-nitario, perché il dono della fede lo abbiamo ricevuto da e nella Chiesa e lo facciamo crescere proprio restando uniti nella stessa fede. Sono rimasto colpito la sera della elezione di Papa Francesco, nel vivere quel momento di profondo silenzio nel quale il Papa invitava tutti a pregare e chiedere al Signore di benedi-re il nuovo vescovo di Roma. La fede unisce, e in questo

anno della fede molte sono le testimonianze al riguardo, nelle parrocchie, nel-la Diocesi molti sono stati i mo-menti nei quali ci si è sentiti co-munità, cammi-nando insieme e vivendo proprio questa esperien-za nel silenzio della preghiera.

D - Oggi come poter annuncia-re la fede?

R - Annun-ciare la fede, questo termine lo preferisco, an-che se molti usa-no la frase tra-smettere la fede. Annunciare mi

sembra che rispetti la libertà di chi ascol-ta, mostra il coraggio di chi te-stimonia e p ro c l a m a la propria fede, an-nunciare la fede con la freschezza dei gesti comuni e qui com-prendiamo

il gesto di Papa Benedetto che si pone in disparte per dire a noi tutti: io sono arri-vato fin qui; in questo modo ci ha insegnato la parola più autorevole del suo alto Magi-stero, l’umiltà. Comprendia-mo quel suo gesto non come una rinuncia ma piuttosto un consegnare se stesso al Signo-re, alla sua volontà, nel silen-zio della sua coscienza.

Papa Francesco ci insegna la spontaneità con i suoi ge-sti così semplici ma profondi, inizia la sua giornata come tutti i sacerdoti, celebrando l’eucaristia, così ci insegna che vivere la fede è immer-gersi nel Signore, nella sua parola, e viverla poi nella nostra quotidianità, nella nostra esperienza. Ho avuto la grazia di partecipare ad una celebrazione eucaristica del mattino, con i confratelli sacerdoti e il personale della Rota Romana; veramente la sua parola ti riporta alla con-cretezza della vita.

D - Pensando al mondo universitario, cosa dire di questo Anno della Fede?R - Nell’Università La-

teranense, nella quale ho il dono di insegnare, il nostro Rettore ha raccomandato a noi docenti, sacerdoti e laici, di essere autentici testimoni della fede.

D - E riguardo alla vita matrimoniale cosa si può osservare?R - Nella mia esperien-

za di giudice posso dire che nella maggior parte dei casi dopo aver vissuto esperienze difficili, storie drammatiche, spesso laceranti, c’è il deside-

rio di poter vivere una fede rinnovata, convinta.

Mi sembra di poter dire che riguardo al fallimento di una vita matrimoniale, ritrovare la fede spesso aiu-ta a comprendere gli errori. Dobbiamo riconoscere che è molto importante preparare i giovani, i futuri sposi, a vive-re nella fede il sacramento del matrimonio.

Una fede immatura of-fusca il valore del matrimo-nio. E’ necessario un grande impegno affinché coloro che celebrano il matrimonio, cioè gli sposi, siano coscienti mi-nistri del sacramento. E’ per-ciò necessario promuovere un cammino di catecumenato ed inoltre offrire un’adeguata preparazione per essere edu-catori nella fede dei propri figli.

D - E riguardo al tema del-la catechesi, cosa dire?R - Ci sono catechisti ge-

nerosi ma purtroppo spesso immaturi, che percepiscono la presenza del parroco come un ostacolo; non compren-dendo che lui è il primo re-sponsabile della evangeliz-zazione, nel rendere consa-pevoli i genitori, gli educatori della loro grande responsabi-lità. E’ un cammino non facile ma necessario; il catechismo può quindi rappresentare per il parroco una opportunità di incontro con i genitori. Siamo noi sacerdoti che dobbiamo fare il primo passo per avvici-nare i genitori, ed è questa la pastorale che ci sta insegnan-do Papa Francesco. L’Anno della fede dovrebbe aver dato questa dimensione: una fede che ci orienta al senso giusto della storia in un cammino verso la bellezza della vita eterna di cui nessun uomo

può appropriarsi, ma che è dono di Dio.

Mi piace sottolineare il momento della conclusione dell’Anno della Fede, dome-nica 24 novembre 2013, solen-nità di Cristo Re, un Re che serve l’uomo e tutto il creato. E’ bello perché la fede è capa-ce di riportare tutti alla giusta dimensione, sia l’uomo che il creato.

D - E riguardo al dopo dell’Anno della Fede cosa pensare?R - Papa Francesco ci

orienta verso il Sinodo della famiglia; è questo un gesto molto importante perché tut-to il popolo di Dio è coinvolto ad accogliere e comprendere le domande fondamentali e proporre le risposte; in que-sta dimensione mi piace con-cludere con una espressione molto bella di Madre Maria Oliva Bonaldo, Fondatrice della Congregazione delle Figlie della Chiesa, che fu in Rovigo e nella Diocesi una presenza bella e importante: “La Vita della Chiesa è una Pentecoste continua, un’effu-sione ininterrotta dello Spiri-to di Sapienza e d’Intelletto, dello Spirito di Consiglio e di Fortezza, dello Spirito di Scienza e di Pietà e lo Spirito del Timor del Signore la riem-pie”.

Penso che questo anno della fede voluto da Papa Be-nedetto e continuato da Papa Francesco sia veramente una occasione per non seguire lo spirito del mondo, oggi senza speranza e immerso nel pes-simismo, ma di seguire ve-ramente lo spirito della fede, che ci chiede di annunciare ad ogni uomo il grande mes-saggio del Vangelo di Gesù.

Settimio Rigolin

13la Settimanadomenica 17 novembre 2013 polesine

Intervista a mons. Giordano Caberletti

Proclamiamo insieme la stessa fedeIl valore della fede in tutta la vasta esperienza della Chiesa chiamata a testimoniarla e a trasmetterla

Parrocchia di San Bellino v.m.

Andiamo Pellegrinia San Bellino

3° Anno post-sinodale 2013-2014 “Popolo di Dio in Missione”

Calendario pellegrinaggi vicarialisabato 16 novembre: Parrocchia di S. Bellino, ore 17.00domenica 17: Parrocchia di S. Bellino, ore 17.00lunedì 18: Vicaria di Adria-Ariano, ore 17.00martedì 19: Vicaria di Villadose, ore 17.00mercoledì 20: Vicaria di Crespino-Polesella, ore 17.00giovedì 21: Vicarie di Stienta, Castelmassa e Badia-Trecenta, ore 17.00venerdì 22: Vicaria di Rovigo, ore 17.00sabato 23: Celebrazione Penitenziale, ore 17.00; Liturgia della Parola per Giovani e Famiglie della Vicaria di Lendinara-S.Bellino presieduta dal Vescovo, nell’anniversario dei Beati Beltrame-Quattrocchi, ore 21.00.domenica 24: Cristo Re, Parrocchia di S. Bellino e pellegrini, ore 16.00; Concerto d’organo, organizza “Asolo Musica” ore 21.00.lunedì 25: Vicaria di Lendinara-S.Bellino, ore 17.00martedì 26 novembre - Solennità di San Bellino: ore 9,00 Ce-lebrazione Eucaristica; ore 9,30 Ritiro per i Sacerdoti presso l’Oratorio Parrocchiale; ore 11,00 Solenne Celebrazione presie-duta dal Vescovo Luciio; ore 17,00 Celebrazione Eucaristica.

Note organizzative:Pellegrinaggi Vicariali e Festa di S. Bellino i sacerdoti portino

il camice. Nei giorni della Novena alle ore 16.30 S. Rosario e pos-sibilità di confessarsi. In occasione della Novena, si dia il nome dei sacerdoti partecipanti al pranzo del 26 novembre: è un momento prezioso di convivialità e cordialità.

Ai Parroci: Partecipate e fate partecipare: è dal nostro entusia-smo che dipende l’entusiasmo dei fedeli.

Avviso ai RR. Parroci

Archivi parrocchialiDomande di contributo alla FondazioneCassa di Risparmio di Padova e Rovigo

per la valorizzazione degli Archivi ParrocchialiSi ricorda ai RR. Parroci che qualora intendessero avvia-

re domande di contributo alla Fondazione Cassa di Rispar-mio di Padova e Rovigo per la valorizzazione degli Archi-vi Parrocchiali, tali interventi dovranno preventivamente essere comunicati all’Archivio Diocesano (trasmettendo copia del progetto per la verifica della congruità tecnico-scientifica e la necessaria approvazione), tramite il numero telefonico 0425.360648, oppure l’indirizzo e-mail [email protected].

L’Archivio Diocesano, inoltre, informa che è in fase di avvio, sempre in collaborazione con la suddetta Fondazio-ne, un progetto conoscitivo complessivo per la mappatura e l’inventariazione di tutti gli archivi parrocchiali della Dio-cesi di Adria-Rovigo.

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Alle 9.30 di venerdì 1 no-vembre l’ambiente tranquillo e silenzioso di Villa Concor-dia è tornato a riempirsi delle voci di noi ragazzi, che dopo l’esperienza dei campi estivi missionari abbiamo deciso con entusiasmo di prendere parte anche a questo piccolo campo invernale, realizzato nel fine settimana tra il 1 e 2 novembre approfittando della pausa sco-lastica. Insieme a noi “veterani” di Teolo, hanno preso parte al campo anche altri amici curio-si di provare quest’esperienza. Eravamo una ventina di ra-gazzi e ragazze tra i dodici e i quindici anni, guidati da cinque animatori: Francesco, Riccardo, Filippo, Valentina, Annamaria e ovviamente le sorelle missiona-rie. Al mattino, dopo essere ar-rivati, siamo andati a messa in paese dato che era il giorno dei santi. Successivamente, abbia-mo pranzato, ed il clima era già di festa e allegria, grazie anche alla bellissima e calda giornata di sole che aveva messo tutti di buon umore. Dopo aver man-giato, ci siamo recati in cappella per un momento di riflessione sulle beatitudini e sui santi, per conoscere meglio questi famosi personaggi molto importanti nella nostra cultura religiosa. Successivamente ci hanno di-stribuito dei fiammiferi: dove-vamo accenderli e raccontare la nostra esperienza ai campi mis-sionari finché la fiamma non si spegneva. Giulia missionaria e le altre sorelle poi ci hanno ri-cordato di come sia importante ogni tanto “staccarci” dai cellu-lari e dalla vita frenetica di ogni giorno per prendersi un po’ di tempo, ascoltare gli altri, aiutar-li e ascoltare noi stessi. Alla fine dell’attività siamo usciti tutti insieme a giocare a pallavolo, lasciando la cappella riecheg-giante ancora delle nostre voci e dell’odore di fumo. Dopo un po’ di tè bollente, gli animatori ci hanno suddivisi in quattro squadre guidate da me, Serena, Michael e Kevin: siamo partiti alla ricerca degli enigmi spar-pagliati per Villa Concordia, in-seguiti dai pirati e da Mr.Gibbs (successivamente soprannomi-nato Mr. Fox per il berretto a forma di volpe). Un gioco di-vertente ed una sfida all’ultimo sangue, di cui ricorderò sempre le corse su e giù per il parco con la torcia in mano. La serata si è conclusa con una cena convi-viale e dei giochi nella sala at-tigua alla cappella: la tombola dei santi, e infine il gioco della cipolla, molto temuto da noi ragazzi per le sue penitenze im-barazzanti ed esilaranti. Dopo una preghiera, siamo andati a dormire senza smettere di ride-

re in compagnia. L’entusiasmo della serata si è protratto anche durante la notte (ne è testimone la povera Giulia missionaria!) e qualche inconveniente tecnico: so di parlare per tutti quando dico che abbiamo trascorso una notte sì movimentata, ma anche allegra e piacevole.

Al mattino, la sala da pran-zo di Villa Concordia si è subi-to riempita del profumo del tè, dei biscotti e della cioccolata, per caricarsi un po’ ed elimi-nare i postumi della nottata. Dopo colazione ci siamo recati in cappella per ricordare con la preghiera i nostri defunti, in onore della giornata dei morti. Abbiamo cominciato le attività leggendo una lettera di S.Paolo e discutendo con gli altri su quello che ci aveva colpito di più delle sue parole: abbiamo realizzato che chi è in Cristo Gesù non deve temere la morte, facendoci riflettere sullo spirito che ci libera dal male e dai pec-cati. A turno ognuno di noi ha scritto quello che più l’aveva colpito dalle parole di S.Paolo e l’ha letto agli altri, componendo poi un cartellone. Successiva-mente, abbiamo visto un film: racconta la storia di Lorenzo, un ragazzo emarginato dagli altri con un difficile rapporto con la famiglia e la sorellastra, Olivia: quest’ultima è tossico-dipendente e senza una casa, così va ad abitare in cantina con Lorenzo che si è rinchiuso lì per non andare in settimana bianca. Col tempo i due fratelli impara-no a sopportarsi a vicenda e al termine della settimana escono dalla cantina insieme, più uniti

di prima. Dopo il pranzo ci sia-mo nuovamente suddivisi in gruppi, ognuno guidato da un diverso animatore, per riflettere insieme sulla visione del film. Ne sono uscite emozioni con-trastanti: sia la felicità per il fatto che i due fratelli sono riusciti a chiarirsi, sia un po’ di paura nel momento in cui Olivia entrava in astinenza dalla droga o quan-do Lorenzo si isolava dagli altri compagni. Allo stesso tempo il film è stato un invito per noi a non assumere sostanze, perché, come diceva Olivia, “quando

ti droghi sei indifferente, e non provi più emozioni”. Al termi-ne di questo, dopo l’ultima sfi-da a pallavolo e l’ultima meren-da tutti insieme, Riccardo ci ha insegnato un balletto divertente e infine ci siamo suddivisi in squadre per l’ultimo gioco.

Purtroppo, è giunto il mo-mento dei saluti, arrivato trop-po in fretta per i nostri gusti. In tutta velocità le valigie erano pronte ed alle cinque e mezza, dopo esserci salutati, noi ragaz-zi eravamo già in viaggio ver-so casa. È stata un’esperienza bellissima, in questi due giorni sono regnate la gioia, la condi-visione e anche il divertimento: nessuno voleva più tornare a casa, tanto che noi ragazzi ab-biamo supplicato gli animatori di allungare la durata dei campi missionari. Questo campo è sta-to per me una piccola pausa dal-la vita quotidiana, un’occasione per conoscere nuove persone ma soprattutto per divertirmi; perché se qualcuno mi chiede a cosa associo la parola “Teolo” io rispondo subito: a divertimento sfrenato! Che dire ancora?

Questo mini-campo mi ha fatto venire ancora più vo-glia che sia luglio per ritornare nuovamente a Villa Concordia, sempre in un clima familiare in cui c’è armonia tra divertimen-to e preghiera. Infine, vorrei ringraziare gli animatori e le missionarie per tutti i giochi e le attività interessanti che ci pro-pongono, sempre nuove ogni giorno, e per la pazienza che riservano nei confronti di noi ragazzi (ce ne vuole davvero tanta…) Betta

14 la Settimana domenica 17 novembre 2013missioni

I nostri missionari ci scrivono da...

Brasile, popoli diversi e una sola casa

Pur essendo il Brasile odierno un paese nato da un crogiu-olo di razze: gli indigeni, gli africani e gli europei, esso non è esente dai problemi di integrazione tra popoli, culture e reli-gioni. Il vasto fenomeno delle migrazioni costituisce, sempre più, una importante componente della crescente interdipen-denza tra Stati e Nazioni e concorre, in modo stretto, a quella globalizzazione che ha aperto i mercati ma non le frontiere. Ha spezzato le barriere per la circolazione delle informazioni e dei capitali ma va a rilento nel definire regole certe per la circolazione delle persone.

Le migrazioni, oggi, costituiscono il maggior movimento umano di tutti i tempi e coinvolgono ben 200 milioni di per-sone. In questi ultimi decenni il fenomeno si è fatto strutturale e costituisce un problema sempre più complesso dal punto di vista sociale, politico, culturale, economico e, per quanto ri-guarda le chiese, anche pastorale.

Il documento dei Vescovi dell’America Latina, riuniti nella città di Aparecida, in Brasile, nel maggio 2007, entra nella re-altà con queste parole: “milioni di persone migrano dentro e fuori i rispettivi paesi; le cause sono le più diverse e sono legate alla situa-zione economica, alle varie forme di violenza, alla povertà e alla man-canza di op-p o r t u n i t à per lo svi-luppo pro-fessionale”.

Quanti m i g r a n -ti hanno sofferto a causa della v io lenza , d e l l ’ a b -bandono e dello sfrut-tamento?

Quanti non hanno vissuto sensazioni di paura, solitudine, insicurezza, emarginazione e discriminazioni di ogni genere?

Quanti non sono stati vittime di propagande ingannevoli, sfruttamento nel lavoro e violenza sessuale?

Non lontano dalla nostra parrocchia possiamo accompa-gnare la triste realtà delle lavoratrici e lavoratori che si recano alle piantagioni di caffé, cotone o canna da zucchero per lavori stagionali. Nonostante cominci a muoversi qualcosa dal pun-to di vista della giustizia del lavoro, ci sono ancora denunce di situazioni pesanti che colpiscono soprattutto le donne e i minori.

Molti dei nostri giovani, costretti a recarsi nelle metropo-li per mancanza di lavoro nelle nostre parrocchie, subiscono ogni tipo di umiliazione e sono preda facile di gruppi organiz-zati di banditi o di trafficanti di droga.

Ho già visto mamme disperate recarsi a visitare figli in pri-gione a San Paolo del Brasile e altre che sono andate a pren-dere i corpi dei loro figli, uccisi dalla violenza, per seppellirli vicino a casa. Quante famiglie che si sono dovute dividere a causa del lavoro si sono ritrovate in pochi anni disintegrate per mancanza di appoggio! Altri migranti, fuggendo dalle guerre, lasciano tutto e sono costrette a vivere in condizioni disperate e indegne.

Non dimentichiamo i migranti che fuggono dai disastri na-turali (siccità, terremoti, alluvioni e altri) e quelli che sono stati spostati dalle loro case e dai loro villaggi a causa delle grandi opere, come le enormi dighe idroelettriche. Senza parlare delle sofferenze dei popoli indigeni che vengono allontanati, in va-ria forma, dalle terre e foreste dove abitavano da secoli.

Lo stesso documento dei Vescovi, redatto ad Aparecida, ag-giunge: “La situazione precaria di tanti migranti, dovrebbe provocare la solidarietà di tutti. Al contrario essa provoca paura e timore in mol-ti che considera-no i migranti come un peso, come una mi-naccia”. Papa Francesco ha avuto parole chiare sull’ar-gomento. La vera pace sarà edificata solo sulla giustizia.

Don Gabriele

Famiglia Missionaria della Redenzione

AppuntamentiIncontro di evangelizzazione

Sabato 16 novembre 2013 (dalle ore17,30 alle 19,30) “PAR-ROCCHIA: casa per pochi o per tutti?”, Relazione di Don Antonio Chiereghin, Parroco nella Parrocchia “Buon Pasto-re” di Sottomarina di Chioggia (VE) e Docente di Pastorale I nella SFT della diocesi di Adria-Rovigo.

Lavoro di gruppo… Lavoro di gruppo - confronto di at-teggiamenti e scelte di fronte alle diverse situazioni di vita.

Ore 19.30 S. Messa e cena di fraternità (dare l’adesione)

Ragazzi e genitori dei campi(10-12 anni)

Il 24 novembre 2013 dalle ore 15.30 alle 18.00

incontro dei ragazzi e genitori dei campi.

Tutti gli incontri avranno luogo presso Casa “Regina delle Missioni” di Via A. Mario n. 36 – a Rovigo – tel. 042523806.

Villa Concordia di Teolo

Cristiani, santi di periferia. OK!Mini-campo invernale dei ragazzi missionari

Padre Puttinato da Khartoum

Messaggioper il Natale 2013

Carissimi,Come il Papa anche il Papino

(così mi chiamano qui a Khartoum storpiando il mio nome Beppino) spedisce i suoi messaggi settimane prima di una celebrazione. Quindi questo è il mio messaggio di Nata-le 2013. Lo spionaggio dei governi non dovrebbe crearci problemi se – come ci ha fatto capire Papa Fran-cesco – il nostro interesse è il Regno di Dio, che sicuramente cresce in tutto il mondo, anche in Sudan. La televisione e la radio vi informano sufficientemente – penso – sulla situazione socio-politica in questo Paese. La Chiesa qui, in seguito alla separazione del Sud, è ridotta numericamente ai minimi termini, ma è viva e vivace.

Al Collegio Comboni, alla domenica, ci sono quattro Mes-se, due in arabo e due in inglese. Due cori, uno in inglese e uno in arabo, nonostante la mia omelia di 5-7 minuti, portano le celebrazioni a un’ora e un quarto, e con altri celebranti anche ad un’ora e mezza. E ciascun coro è presente a due Messe! Gli studenti del Collegio, l’anno scorso, dopo la separazione del Sud, non sono diminuiti, e quest’anno i nuovi iscritti sono più numerosi dell’anno scorso. Purtroppo aumenta anche il nu-mero di quelli che non possono pagare le rette complete. La mia salute di ottantenne rimane buona, ma il mio successore designato è quasi pronto a prendere il mio posto (ha bisogno di un’altro anno per completare i suoi studi). Il 2013 è stato un po’ difficile per noi, probabilmente anche per voi. Speriamo e auguriamoci che il 2014 sia migliore. Buon Natale. Suppongo che gradiate alcuni dettagli sul Collegio, al quale limito la mia presenza e la mia attività, dati i miei ottant’anni compiuti. Le periferie, alle quali Papa Francesco ci manda, vengono qui, al mio ufficio, che è aperto a tutti.

PROGRAMMI:1. Scienze del computer; 2. Educazione e Studi Religiosi, per la formazione di maestri di religione cristiana; 3. Contabilità; 4. Amministrazione finanziaria; 5. Lingua e Letteratura inglese; 6. Corsi brevi di lingua inglese, di italiano, di spagnolo, di ara-bo, e delle prime conoscenze del computer.

STUDENTI a livello universitario:Laureati, dal 2005 a novembre 2013: 479; Nel mezzo degli stu-di: 379; Matricole: 271. Totale dei frequentanti: 650.Sudanesi: 55% - Sud Sudanesi: 20% - Non Sudanesi: 25%.Ragazze: 35% - Giovanotti; 65%.Cristiani: 60% - Musulmani: 40%.Un caro saluto. Padre Beppe

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domenica 17 novembre 2013 la Settimana

15radio kolbeRovigo e Provincia 91.200 mhz Rovigo città 94.500 mhz Lendinara 98.400 mhz Canda 98.700 mhz Ficarolo 98.500 mhz

Radio Volontariato - Una ragazza di Adria e una ragazza spagnola

Giulia e Marina a sostegno dei senza dimora Ci raccontano la loro esperienza di volontariato presso l’asilo notturno

Tutto è iniziato un giorno come gli altri, mentre Franco tornava dal lavoro, lungo una strada di campagna.

Solo che quel giorno si è trovato davanti un affasci-nante tramonto. Tanto affa-scinante da fargli decidere di accostare la sua automobile per fermarsi ad ammirarlo. Solo con se stesso.

Questo succedeva quat-tordici anni fa. L’incontro con quel tramonto è stato anche il suo incontro con la poesia. E da allora non l’ha più lasciata.

A “Ritratto d’autore”, ru-brica condotta da don Bruno, Franco Callegaro incontrerà invece gli ascoltatori della nostra radio.

Il poeta adriese in questi quattordici anni di poesie e di tramonti, ha già ottenuto importanti riconoscimenti anche a livello nazionale e l’intervista sarà così l’occa-sione per conoscere lui e le sue opere, anche se molti già le conoscono. Intervista che comincia proprio da quel giorno, da quel tramonto emozionante, come mai ne aveva visti o forse nel modo che mai li aveva visti: «In quel momento mi passa-va nella testa una frase: mi mancheranno…” e mi riferi-vo a quelle emozioni che sta-vo provando nel vedere quel tramonto e pensavo che mi sarebbero mancate. Così ho preso l’agenda e ho scritto due versi: “mi mancheran-no gli infuocati tramonti” e poi l’ho lasciata lì. Mai ave-

vo scritto poesie in vita mia fino ad allora. Poi un’altra sera lungo la stessa strada, mentre c’era un presagio di temporale mi sono fermato a guardare un salice pian-

gente mosso dal vento ed ho scritto degli altri versi. Ne è uscita così una poesia. L’ho terminata e l’ho fatta legge-re ad alcuni amici. Mi hanno fatto diversi apprezzamenti ed anche incoraggiamenti.

Poi ho avuto l’idea che io sarei stato un granello di polvere. L’ho appesa in ca-mera ed un giorno il mio me-dico di base la lesse e mi fece anche i complimenti». Poi ne ha scritto una sul Delta del Po ed è arrivato il primo premio.

Tra le sue pubblicazioni, ci sono “L’extraterrestre” e “Foglie di carta”. Durante la puntata don Bruno e Franco regaleranno agli ascoltato-ri della radio il piacere di ascoltare alcune poesie tratte da queste opere.

r. g.

Dante Cerati nella sua rubri-ca Librando, questa settima-na ci porta alla scoperta del libro di Nadia Boccacci, pub-blicato da Butterfly Edizioni. Si tratta di un romanzo che ha per protagonista Gemma una ragazza che vive le sue giornate circondata dai colo-ri che la sua mente e il suo cuore le fanno vedere. Grigio per le giornate piene di dubbi, di tristezza, di un velo che oscura la gioia e la fa sprofondare in un limbo da odiare con tutte le sue forze. Rosso quando l’amore giun-ge ad alleviare le pene di un cuore che non ne può più di battere al rallentatore. Arancione quando la gioia

prevale, blu come la notte più oscura. Librando è in onda il lune-dì alle 17.05, il giovedì alle 11.00 ed il sabato alle 17.40

Nessun ospite ma sempre tan-ta allegria nella nona puntata di “Polesine coast to coast”, la rubrica dedicata al pubblico più giovane della nostra ra-dio. Thomas, Alberto, Enrico

e Davide fanno un resoconto delle prime nove puntate. In onda ogni martedì alle 10.00, il mercoledì alle 21.15, il giovedì alle 17.05 e il vener-dì alle 22.30

Le nostre rubricheLUNEDI

10.00 “La Vergine Maria e la nuova evangelizzazione” a cura del Centro Mariano; 11.00 “Insieme per prega-re” a cura dell’Apostolato della Preghiera con Anna Cecchetto; 11.30 “Con gli ultimi” a cura di Giovanni Dainese; 17.05 “Librando, libri in volo” con Dante Cerati; 18.20 “Ponte Radio”, a cura di Roberto Giannese; 21.15 “Radio Volontariato” a cura del Centro Servizi di Volontariato di Rovigo, con Francesco Casoni.

MARTEDI 10.00 “Polesine Coast to

coast” con Thomas Paparella, Alberto Boldrini, Enrico De Stefani e Davide Trevisan; 11.00 “ArabRovigo” rubrica interculturale a cura dell’as-sociazione Casa Marocco, in studio Dounia e Valentina; 17.05 “La Vergine Maria e la nuova evangelizzazione”; 18.20 “Ritratto d’autore” a cura di don Bruno; 21.30 “Ponte Radio” ;

MERCOLEDI10.00 “Insieme per pre-

gare”; 11.00 “Ritratto d’au-tore”; 17.05 “Sulle aldi di Maria Bolognesi”; 18.20 “Con gli ultimi” a cura di Giovanni Dainese; 21.15 “Polesine Coast to coast”;

GIOVEDI 10.00 “Voce Francescana” a

cura del Ordine Francescano Secolare del Polesine;

11.00 “Librando, libri in volo” con Dante Cerati; 17.05 “Polesine coast to coast” 18.20 “Radio Volontariato” a cura del CSV di Rovigo;

21.30 “ArabRovigo” rubrica interculturale a cura dell’as-sociazione Casa Marocco

VENERDI 10.00 “La Vergine Maria

e la nuova evangelizzazione” a cura del Centro Mariano; 11.00 “Radio Volontariato” ; 17.05 “ArabRovigo” a cura dell’Associazione Casa Marocco; 18.20 “Ponte Radio”, 21.30 “Per un pugno di film” a cura di Simone Muraro; 22.30 “Polesine coast to coast”;

SABATO 10.00 “Voce Francescana”

11.00 “Ritratto d’autore”; 17.05 “Insieme per prega-re”; 17.40 “Librando” 18.20 “Buona Domenica”, riflessioni e commenti per la domenica a cura di Don Bruno; 21.30 “Per un pugno di film” ;

DOMENICA 10.00 “Insieme per prega-

re”; 11.00 “Voce Francescana”; 17.30 “Per un pugno di film”; 18.20 “Buona Domenica” a cura di don Bruno;

DAL LUNEDI’ AL VENERDI’ 9.30 e 20.45 “Dall’alba

al tramonto”, a cura di don Bruno Cappato;

8.30, 12.10, 20.00, 23.00 “La radio informa” con Roberto Giannese;

19.00 Santa Messa in di-retta dal Duomo di Rovigo;

12.15 e 20.15 “Rassegna stampa ecclesiale” a cura di Enzo Costa.

22.00 Preghiera della sera.

In onda il martedì alle 18.20, il mercoledì alle 11.00 e il sabato alle 11.00

Due esperienze di volon-tariato diverse ma per la stes-sa associazione. Le ospiti della puntata di Radio Volontariato per il mese di novembre sono Giulia Rociola e Marina Puyol che prestano servizio presso l’Arcisolidarietà di Rovigo. «Arcisolidarietà – ha detto Giulia – è una associazione che si occupa di persone sen-za fissa dimora e anche di persone che sono arrivate in Italia a seguito dell’emergen-za nord-Africa. Ha un asilo notturno a cui le persone che si trovano in difficoltà econo-mica ma anche di relazione, difficoltà affettive, possono rivolgersi. Possono trovare ospitalità dalle ore 20 (duran-te il periodo invernale e dalle 21 nel periodo estivo) e pos-sono rimare per la notte fino alle 7 della mattina, orario in cui noi volontarie andiamo per preparare le colazioni».

Un ruolo importante dun-que, quello di questa associa-zione in un momento di diffi-coltà per tutti e dove i poveri hanno il volto del tuo vicino di casa: «io anche se studio temi sociali, quando sono ar-rivata, la prima sera nella mia mente avevo il classico ste-reotipo della persona vestita di stracci, che puzza, con la barba incolta e che magari ha

anche bevuto ed invece poi ho visto arrivare queste per-sone vestite più o meno come me, curate, con la loro valigia del lavoro. Questa cosa mi ha stupito molto. Sono persone speciali perché in realtà sono loro che ti accolgono e cer-cano di farti entrare nel loro mondo, di farti capire il per-ché si trovano in quelle con-dizioni e quindi capisci che se uno è lì non è perché è povero ma perché si sono verificate determinate circostanze e ti fanno capire che veramente è un attimo trovarsi in quel-

le condizioni. Quindi sono persone che ti fanno sentire a casa anche se una casa in real-tà non è».

Giulia oltre a fare volonta-riato con Arcisolidarietà svol-ge servizio presso l’associa-zione Emmaus. E consiglia questa esperienza anche ad altri giovani: «io sto parlan-do tanto anche con gli amici perché voglio combattere queste barriere che ci fanno considerare la persona senza fissa dimora come una per-sona alla quale bisogna solo dare, una persona inferiore

a noi. Anzitutto non ci sono solo immigrati ma ci sono anche italiani, quindi uomini che hanno un grosso bagaglio culturale con cui puoi anche parlare di temi attuali e que-sto rende ancora più difficile la loro situazione perché sono consapevoli di ciò che hanno perso e della strada che do-vranno percorre. Una cosa a cui loro manca tantissimo per esempio e che noi diamo per scontata è quella di avere un loro bagno. Tutti abbiamo bi-sogno di un luogo intimo che ci aspetta».

Il 13 novembre alle 18.00 presso il CSV si farà un in-contro con i giovani per pre-sentare un progetto di vo-lontariato di Arcisolidarietà: «Proponiamo questo percor-so ai giovani perché pensia-mo che entrando in relazione con gli altri, specialmente con chi ha bisogno, li faccia cre-scere».

Marina invece è arrivata dalla Spagna proprio per fare volontariato in Italia: «Ho fi-nito i miei studi di Interazione Sociale in Spagna e mi sono specializzata nell’aiuto di persone senza fissa dimora. Purtroppo in Spagna non ci sono molte opportunità di esperienza di lavoro, neanche come volontariato. Ho trova-

to questo progetto a Rovigo ed ho visto che c’è una bella esperienza per uscire dalla Spagna e conoscere altre ma-niere di lavorare. Sono arriva-ta a giugno. Il volontariato, in Italia, premettendo che ho visto solo la mia associazione, rispetto alla Spagna si distin-gue per il fatto che in Spagna i servizi ai senza fissa dimora sono affidati specialmente a professionisti mentre in Italia sono gestiti da associazioni di volontariato».

Di positivo a Rovigo se-condo Marina: «c’è il fatto che essendo una piccola città, con tante strutture per aiutare le persone senza fissa dimora. Ed essere una città piccola permette di conoscere tutti e creare una buona rete di lavo-ro e di aiutare meglio le per-sone».

R o b e r t o GianneseQuando?

Ritratto d’autore - E’ ospite Franco Callegaro

Quando scrivere poesie è un destinoIl poeta adriese ripercorre il suo cammino di autore

Librando - con Dante Cerati

I colori che ho dentroIntervista a Nadia Boccacci

Polesine coast to coast

In onda la nona puntata

Quando?

Radio Volontariato è in onda ogni lunedì alle 21.15, ogni giovedì alle 18.20 e il venerdì alle 11.00.

Nella foto accanto, da sini-stra a destra, Giulia, Francesco e Marina

Nella foto qui sopra un mo-mento dell’intervista, qui a fian-co Franco Callegaro

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16 la Settimana domenica 17 novembre 2013rubriche

AdriaAdria-Cattedrale: Festive 7.30 - 9.15 - 10.30 - 12.00 - 18.30; Feriali: 7.30 - 9.00 - 18.30; Prefestiva 19.00.Casa di Riposo: 16.30.Divin Lavoratore: Festive: 9.30 - 11.30 - 18.00; Feriale 18.00; Prefe-stiva 18.00.Tomba: Festive: 8.00 - 9.30 - 11.30 - 19.00; Feriale: 8.00 - 18.30; Prefe-stiva: 19.00.S. Vigilio: Festive: 8.00 - 10.00; Prefestive: 18.00.

Rovigo

Duomo Concattedrale: Festive: 8.30 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feria-li: 8.00 - 10.00 - 19.00SS. Francesco e Giustina: Festi-ve: 10.00 - Per i cattolici anglofoni 11.00 (Chiesa del Cristo) - 11.30 - 18.30 - Feriali: 18.30 (Chiesa del Cristo, tranne al sabato)Rovigo Commenda: Festive: 8.00 - 10.00 - 11.30 - 18.00 - Feria-li: 7.00 - 18.00Maria SS.ma Madre di Dio (delle Rose): Festive: 8.30 - 10.30

- 12.00 - 18.30 - Feriali: 8.30 - 18.30S. Bartolomeo Apostolo: Festi-ve: 8.00 - 10.00 (Iras - infermeria ore 10.00) - 12.00 - 18.00 - Feriali: 8.30 - 18.00 (Iras - Casa soggior-no sabato ore 16.45)S. Pio X: Festive: 8.30 - 10 - 11.30 - 17. Prefestiva: 17 - Feriali: 8.30 (al mercoledì alle 17).S. Antonio: Festive: 10.00 in Casa Serena - 11.00 - 18.30 - Pre-festiva: 18.30 - Feriale 18.30. Tempio “La Rotonda”: Festiva: 10.30 - Feriale: 9.00Centro Mariano: Festiva: 10.00 - Feriale: 7.30S. Domenico: Festive: 9.00 - 11.00 - 18.00 - Feriali: 8.00 - 18.30. Cappuccini: Domenicale e festi-vo: ore 7.30 - 9.00 - 11.00 - 17.00 Prefestiva: ore 17.00 - Feriale: ore 9.00 - 17.00.S. Rita: Festiva: 10.00 - Feriale: 18.00 (solo al Sabato)Carmelo della Trasfigurazione: Festiva: 8.00 - Feriale: 7.30.Ancelle della SS.ma Trinità: Fe-stiva 8.30 - Feriale: 7.30.

Orari Sante Messe

Come Francescoimitiamo la Vergine Maria

Per San Francesco l’amore alla Madonna viene espresso in modo speciale nella sua imitazione, parti-colarmente nell’imitazione della sua povertà. Scrive a Santa Chiara: “Voglio segui-re la vita e la povertà dell’al-tissimo Signor nostro Gesù Cristo e della sua santissima Madre” (FF140). Nella Lette-ra ai Fedeli, parlando di cristo ricorda: “Egli essendo ricco più di ogni altro essere, vol-le tuttavia scegliere, insieme alla sua madre beatissima, la povertà” (FF182); e ai fra-ti: “E’ sull’esempio di lui e della sua madre santissima che noi abbiamo scelto la via della vera povertà” (FF1547). San Bonaventura, a questo proposito, sottolinea: “Spesso ri-chiamava alla mente, piangendo, la povertà di cristo e della Madre sua, e affermava che questa è la regina delle virtù, perché la si vede brillare così fulgidamente, più di tutte le altre, nel Re dei re, e nella Regina sua madre” (FF1118). Ad un frate che aveva parlato male di un povero, dice: “Quando vedi un povero, fratello, ti è messo innanzi lo specchio del Signore e della sua Madre povera” (672). Quando il suo vica-rio lo invita a trattenere parte dei beni dei nuovi arrivati, per venire incontro alle necessità dei frati, egli afferma: “Spoglia l’altare della Vergine e portane via i vari arredi, se non potrai soddisfare diversamente le esigenze di chi ha bisogno. Cre-dimi, le sarà più caro che si sia osservato il vangelo del Figlio suo e nudo il suo altare piuttosto che vedere l’altare osato e disprezzato il Figlio. Il Signore manderà poi chi possa resti-tuire alla madre quanto ci ha dato in prestito” (FF1123). La nostra Regola indica alcuni aspetti della vita di Maria e delle sue virtù particolarmente degni d’imitazione. Si possono in-dividuare alcune virtù sottolineate dalla Regola.

L’incondizionata disponibilità di Maria, umile serva. Maria è quella che per prima ha vissuto la minorità davanti a Dio e nel servizio dei fratelli. La sua vita è lode a Dio che ha guardato l’umiltà della sua serva. Seguendo la tradizione dei Padri, la Costituzione Lumen Gentium e l’Enciclica Redem-ptoris Mater sottolineano l’obbedienza della fede e la fedeltà di Maria. “A Dio che rivela è dovuta l’obbedienza della fede con la quale l’uomo si abbandona a Dio tutto intero libera-mente (Dei Verbum 5)In Maria questa disposizione fu perfet-ta, dal momento in cui disse all’angelo: “Ecco l’Ancella del

Signore, si faccia in me secondo la tua parola”, sino alla cro-ce. La Madonna nel mistero dell’Incarnazione, la Vergine del “Sì” è stata scelta come patrona della Gioventù Francescana. Durante la predicazione di Cristo, dice il Concilio, “raccolse le parole con le quali il Figlio, esaltando il regno al di sopra dei rapporti e dei vincoli della carne, proclamò beati quelli che ascoltano e custodiscono la parola di Dio, come essa fe-delmente faceva” (LG 58).

Fedeltà alla vocazione I francescani secolari possono im-parare da Maria la disponibilità ad ascoltare la voce dello Spirito, la fedeltà alla vocazione, specialmente nei momenti in cui il cammino si fa oscuro, il saper far tesoro delle parole di Dio, anche quando non si capiscono, in attesa che un gior-no diventino chiare come è capitato nella vita di Maria. Nella vita d’ogni giorno c’è la permanente opportunità di vivere la beatitudine di quelli “che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”.

Maria accanto a cristo Gesù a Betlemme e sul Calvario. L’articolo 11 della Regola ha inizio con queste parole che s’ispirano alla Lettera a tutti i Fedeli. “Cristo, fiducioso nel Padre, scelse per sé e per la sua Madre una vita povera e umile”. La povertà e l’umiltà di Maria, la madonna povera, inseparabilmente unita al suo Figlio è un tema che ricorre spesso in san Francesco. La vita evangelica è seguire e imi-tare il Cristo povero e crocifisso. Francesco contempla Maria accanto a Cristo Gesù a Betlemme e sul Calvario. Con Maria s’illumina tutto il panorama delle beatitudini.

In famiglia intorno a Maria. Alla fraternità, come comu-nità ecclesiale, conviene tenere davanti agli occhi gli Apostoli riuniti nel Cenacolo intorno a Maria. Le riunioni e le attivi-tà apostoliche si svolgono sotto la sua protezione, garanzia di fecondità spirituale. Ricordiamo l’esempio di Francesco e dei suoi frati riuniti sotto lo sguardo della Madonna, a Santa Maria degli Angeli. La presenza materna di Maria crea da se stessa ambiente di famiglia e clima di fiducia. Ecco la vera devozione a Maria: amare, seguire, conformarsi a Cristo me-diante l’esempio e l’intercessione di Maria.

Fiduciosa e cosciente preghiera. L’amore e la fiducia si esprimono in forma di preghiere e di inni di lode. Nel rito del-la professione viene accennato il ricorso alla Madonna, come preghiera abituale, per vivere e perseverare nella vocazione: “La grazia dello Spirito Santo, l’intercessione della Beata Ver-gine Maria e di san Francesco, e la fraterna comunione mi siano sempre di aiuto, affinché raggiunga la perfezione della carità”. Preghiera fiduciosa, quindi, in un contesto di vita di orazione e di vita fraterna. Rimaniamo osservanti anche alle esortazioni del Magistero della Chiesa sia a quanto scrive nel-la Marialis Cultus Paolo VI, che la materna sollecitudine di Maria s’interessa degli aspetti personali e sociali, sia alle pa-role di Giovanni Paolo II che nelle molteplici preoccupazioni dell’uomo invoca l’antica antifona:; “Santa Madre di Dio, non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova”.

Francesca Magon

- CHE COS’È IL CENTRO DI AIUTO ALLA VITA?E’ un servizio di volontariato a disposizione della donna che si trova in difficoltà a causa di una maternità difficile.- CHI PUÒ RIVOLGERSI AL CENTRO AIUTO ALLA VITA?Ogni donna in una situazione difficile per la sua maternità: la ragazza non sposata che attende un figlio; la donna già madre che aspetta un altro bambino e ha bisogno di aiuto; ogni

donna che ha paura di un figlio, che non riesce ad accettarlo che lo sente come un problema- CHI C’È AL CENTRO AIUTO ALLA VITA? Una donna che ti capisce, e ti offre la sua amicizia. Volontari qualificati per darti un aiuto, un consiglio, ospitalità, informazioni sui tuoi diritti e sui diritti del bambino. Se ne hai bisogno puoi trovare aiuti domestici di emergenza e famiglie amiche da cui avere ospitalità.

ROVIGO• -VicoloCAMPANA,1TEL.042527779Orari:LunedìeMartedì16-18;Mercoledì10-12;Venerdì10-12

ADRIA• -P.ttaCAMPANILE,11TEL.0426900040Orari:Martedì,MercoledìeGiovedìdalleore9.30alle11.30

TRECENTA•C/OOSPEDALESANLUCAtuttiiMercoledìdalleore9,30alle11,30

C/OTORRECIVICAPiazzaGaribaldi-TrecentailGiovedìdalleore15alle17

C/OUfficioEPACA–ViaG.Garibaldi•CASTELMASSA -2°Mercoledìdiognimesedalleore15alle17

CentrodiRaccoltaExScuolediRunzi–•BagnolodiPo-2°Domenicaeultimadiognimesedalleore15alle17

S.O.S.VITANUMEROVERDE800.813000

Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita

ma superando le difficoltà

Novembre concede il primo respiro nella lunga tirata dell’annata agraria 2012-2013. La chiude e apre alla nuova. Da affrontare i rinnovi contrattuali nelle affittanze e le altre incombenze previste nello scadenziario mentre nei campi è il momento delle manutenzioni a comin-ciare dalla viabilità per continuare nei fabbricati e rustici, nelle attrezzature per finire alla rete scolante aziendale. Deve essere efficiente per smaltire le precipitazioni: novembre detiene la pal-ma delle quantità.

Un respiro corto perché la gestio-ne dell’impresa deve fare i conti con il mercato al momento dell’esitazione del-le produzioni. Gli esperti continuano a parlare di “volatilità” dei prezzi all’ori-gine, un termine preso a prestito dal fenomeno fisico con il quale le sostanze liquide e solide passano direttamente allo stato di vapore in determinate con-dizioni. Al fenomeno non sfuggono i prodotti dei campi non con la loro eva-porazione fisica ma con quella dell’al-ternanza dei prezzi fra minimi e massi-mi, con la “forbice” che si apre a dismi-sura, manovrata non si sa bene da chi o

meglio lo si sa se si considera il mondo un tutt’uno immerso nel processo della globalizzazione nel quale, a vario titolo, saremmo tutti responsabili. Difficile, se non impossibile, farsene un’idea.

Se ne è discusso recentemente alla FAO a Roma (Agenzia dell’ONU per l’Agricoltura e Alimentazione) dove i ministri dell’agricoltura di trenta Pae-si hanno trattato della formazione dei prezzi degli alimentari a livello mon-diale. Il confronto fra la disponibilità

dei cereali (l’asse portante che assicura il cibo) e la domanda ora pare abbastan-za in equilibrio dopo la caduta del 20 per cento dei loro prezzi rispetto all’an-no scorso ma, si è detto a Roma: atten-zione, basta un imprevisto di qualsiasi origine- meteorologica, sanitario, politi-co di notevole portata- a far scatenare la speculazione.

Torniamo a casa nostra sul com-parto ortofrutta. Confagricoltura, sulla base delle elaborazioni ISTAT ad otto-bre 2013- evidenzia un sensibile calo dei prezzi al consumo della frutta e verdura, mentre Coldiretti denuncia scandaloso il prezzo del radicchio rosso battuto all’asta al mercato di Rosolina: 5 centesimi lordi al kg. Detratte le spese relative al conferimento, al produttore restano meno di quattro centesimi al kg dove per produrlo ne occorrono, in me-dia, 25. Perdita secca: 21 centesimi. Nei negozi il consumatore lo paga da 0,99 a 2,5 Euro.

Qualcosa non funziona, e non da adesso, nella filiera e questo origina vo-latilità.

Orazio Cappellari

In campagna

Il respiro di novembre

Taunotizie

angolo francescanoa cura dell’Ordine Francescano Secolare del Polesine

Farmacie di turnoFarmacie di Turno notturno e diurno a Rovigo

nella settimana dal 17 al 23 novembre 2013

Domenica 17 - Sant’Ilario, Viale Gramsci, 34 Rovigo.Lunedì 18 - S. Pio X Via Amendola,15 Rovigo.Martedì 19 - Rhodigium S.A.S, Via Umberto I, 44 Rovigo.Mercoledì 20 - Tre Mori, Via Zanella, 14 Rovigo; Comunale n. 2 San Apollinare.Giovedì 21 - Centrale, P.zza V. Emanuele II, 17 Rovigo; “La Fenice”, Via Meucci, 2/4 Boara Pisani.Venerdì 22 - Comunale n. 1 Via Badaloni, 47 Rovigo; dr. Lo Curzio, Sarzano.Sabato 23 - S. Bortolo, P.zza S.Bartolomeo, 28 Rovigo; S. Giovanni - Grignano Polesine; pomeriggio: S. Pio X Via Amendola,15 Rovigo.

Rovigo - Centro Francescano d’Ascolto

A scuola di libertàLe scuole imparano a conoscere il carcereIl 15 novembre è stata indetta la prima Giornata Nazionale de-

dicata a un progetto che vuole far incontrare il carcere e la scuola “A scuola di libertà. Le scuole imparano a conoscere il carcere”, organiz-zata dalla Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia. Per Rovigo l’iniziativa è promossa dal Centro Francescano di Ascolto e si terrà presso l’Istituto per ragionieri “De Amicis” venerdì 22 novembre con la presenza di don Ettore Cannavera, cappellano dell’Istituto Mino-rile di Quartucciu (Ca), fondatore e responsabile della Comunità di accoglienza “La Collina” di Perdiana (Ca), e del direttore del Centro Livio Ferrari, assieme all’insegnante Vincenza Candiloro.

“La scuola e il carcere, due mondi che il 15 novembre prossimo avranno l’occasione di conoscersi e confrontarsi – recita il comunica-to – per riflettere insieme sul sottile confine fra trasgressione e illega-lità, sui comportamenti a rischio, sulla violenza che si nasconde den-tro ognuno di noi. Ma che cosa ci può raccontare sulla libertà chi ne è stato privato perché ha commesso un reato? E che cosa ci possono insegnare tutti quei volontari, che entrano ogni giorno nelle carceri italiane per contribuire a renderle più “civili” e meno “lontane” dalle città? Ci possono insegnare: a) Che per apprezzare davvero la libertà è importante capire che può capitare di perderla per errori, per leg-gerezza, per scarso rispetto degli altri. Ma chi l’ha persa deve avere la possibilità di riconquistarla scontando una pena rispettosa della dignità delle persone. b) Che in carcere ci sono persone, e non “reati che camminano”. c) Che il carcere è meno lontano dalle nostre vite di quello che immaginiamo, perché il reato non è sempre frutto di una scelta, e noi esseri umani, tutti, possiamo scivolare in comportamenti aggressivi e violenti e finire per “passare dall’altra parte”. d) Che le pene non devono essere necessariamente carcere, perché la certezza della pena significa scontare una pena che può essere anche fatta non “di galera”, ma che, come dice la nostra Costituzione, deve “tendere alla rieducazione”. Una pena costruttiva, che accompagni le perso-ne in un percorso di responsabilizzazione rispetto al loro reato. e) Che parlare di pene umane, che abbiano un senso e che non abbiano come scopo di “rispondere al male con altrettanto male” significa rispettare di più anche le vittime. Perché per chi subisce un reato e per la società è più importante che l’autore di quel reato sia consape-vole del male fatto e cerchi di riparare il danno creato, piuttosto che “marcisca in galera” senza neppure rendersi conto delle sofferenze provocate. f) Che investire sul reinserimento delle persone detenute significa investire sulla sicurezza della società.

Il 15 novembre, nelle scuole di tante città, si parlerà in modo nuo-vo di carcere, di pene, di giustizia, cercando di sconfiggere luoghi comuni e pregiudizi.

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“ A b b i a -mo bisogno di grano per m a n g i a r e , vendere e guadagnare, ma anche di papaveri, che non pesano sul mercato, ma ci danno la bellezza e ci stimolano ad operare per il bene comune”. Un’immagine poetica, che ben sintetizza l’at-tuale modello di agricoltura, quella usata da Stefano Masini, responsabile dell’Area ambien-te della Coldiretti nazionale, intervenuto martedì scorso a Ceregnano. L’occasione è stato l’annuale convegno formativo dedicato al clero polesano, an-che in preparazione della Gior-nata del ringraziamento, orga-nizzato da Coldiretti Rovigo, in collaborazione con Cariveneto ed Agriventure.

“Un’agricoltura in bilico tra difesa della biodiversità e del made in Italy e la tentazione del biotec”, era il tema dell’assem-blea, che ha impegnato una cin-quantina di persone tra parroci di varie provenienze e dirigenze Coldiretti e che si è svolto alla sala riunioni del ristorante Ca’ Rosa di Ceregnano. Gli inter-venti dei relatori, preceduti da una preghiera assembleare di-retta dal consigliere ecclesiastico don Carlo Marcello, hanno ruo-tato sul rapporto uomo, natura e conservazione della vita.

Nell’ordine, il vescovo Lu-cio Soravito de Franceschi si è soffermato sulle potenzialità del settore primario per risolvere la crisi: “La natura non è un pro-dotto del caos, - ha detto – ma un dono di Dio, con cui siamo chiamati a collaborare col lavo-ro agricolo. Multifunzionalità dell’impresa, qualità della pro-duzione, rapporti migliorati tra produttori e consumatori sono strade indicate dalla Cei in vari documenti ufficiali”.

Il collegamento stretto tra economia e socialità che distin-gue la Coldiretti da altre orga-nizzazioni di settore, è stato illustrato da don Paolo Bonetti, consigliere ecclesiastico nazio-nale di Coldiretti, per la prima volta in Polesine: “Nello statuto di Coldiretti – ha spiegato – c’è scritto che l’azione è ispirata ai principi della scuola sociale cri-stiana, che significa che gli ideali di centralità della persona, della famiglia, della giustizia, della democrazia e della solidarietà,

sono inscindibili dalla politi-ca economica della Coldiretti, come riteneva il fondatore Pa-olo Bonomi, il quale ha chiesto alla santa sede di avere all’in-terno dell’organizzazione un sacerdote che consigliasse verso quei principi: è così che nel 1951 è stato nominato il primo con-sigliere ecclesiastico. L’impresa agricola – ha affermato don Pa-olo – non è solo un luogo di pro-duzione, ma di relazione: con la natura, con gli altri e con Dio. Se crescono le relazioni, cresce la costruzione della comunità e viene custodita la vita, cioè la fertilità della terra, che va tra-smessa, non manomessa”.

La riflessione specifica sulla biodiversità è stata fatta da Ste-fano Masini che ha detto: “Gli agricoltori nel tempo hanno sempre differenziato le specie utilizzate, perché permetteva di produrre in diverse stagioni e supplire ai momenti di care-stia. L’estrema varietà dei nostri territori è l’agricoltura che cono-sciamo oggi”. Lo scambio dei semi è una pratica millenaria, ma l’avvento delle biotecnologie vorrebbe interromperla. “Dietro gli Ogm – ha chiarito Masini – c’è lo sforzo per monopolizzare alcune sementi. Tant’è vero che nei paesi del sud del mondo, dove c’è maggiore produzione di Ogm, c’è anche chi patisce la fame, come in India. L’Ogm è solo una merce, che entra nella logica del profitto ed è sottratta a qualunque ragione di benesse-re collettivo”.

Le conclusioni del presiden-te di Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo, provocate anche dalle domande e dagli interventi del-la sala, hanno toccato svariati argomenti, dalla globalizzazio-ne delle produzioni agricole, alla battaglia contro i mega im-pianti fotovoltaici a terra ed i mega impianti a biogas, la crisi della politica che dovrebbe deci-dere anche in campo agricolo, il percorso di Coldiretti per divul-gare un modello nuovo di agri-coltura eco-compatibile e bio-sostenibile. “Fino a 20 anni fa gli imprenditori agricoli erano

visti come gli inquinatori della natura – ha ricordato Giuriolo. – Negli anni ’70 con l’avvento dei fertilizzanti chimici e dei fitofar-maci, gli studiosi ci indicavano la produttività come strada maestra. Adesso non è più così. Abbiamo fatto un percorso di consapevolezza del valore del nostro lavoro e siamo riusciti anche a comunicarlo fuori da noi. Oggi noi imprenditori agri-coli, che lavoriamo nel quotidia-no a contatto con la terra, siamo noi per primi a volerla preser-vare e custodire. Le colture si associano alla cultura, cioè non esistono senza il fatto culturale del lavoro dell’uomo, il quale ha il limite del bene comune, della sicurezza alimentare, della sa-lute come benessere, altrimenti diventa distruttivo per tutti”.

17la Settimanadomenica 17 novembre 2013 cultura

Da Bergoglio un “pressan-te appello” per diffondere stili di vita sostenibili che promuovano la piena rea-lizzazione della persona.Card. Coccopalmerio (presidente Pontificio Consiglio Testi legislati-vi): “C’è incompatibilità tra il non amore per gli altri e la partecipazione all’Eucarestia”.

Scienziati e operatori dell’informazione paladini di un nuovo modo di vivere, consumare e concepire il rap-porto tra economia e natura. È il monito di Papa Francesco che è tornato sul tema della responsabilità degli opinion maker e i decisori politici per orientare l’opinione pubblica verso stili di vita che riduca-no il proprio impatto sugli ecosistemi. Occasione, il suo messaggio inviato al X Forum internazionale Greenaccord dell’Informazione per la sal-vaguardia della Natura che si chiude oggi a Napoli.

In particolare, il Pontefice rivolge un “un pressante ap-pello a scienziati e giornalisti affinché contribuiscano a sen-sibilizzare le istituzioni politi-che e i cittadini perché si dif-fondano stili di vita sostenibili sul piano umano ed ecologico e si adoperino affinché il siste-ma economico non sia orienta-to al consumo delle risorse di natura e di esseri umani, ma

promuova la piena realizza-zione di ogni persona e l’au-tentico sviluppo del Creato”.

A portarlo alla platea degli oltre cento giornalisti specializzati in ambiente pro-venienti da tutto il mondo, il presidente del Pontificio Consiglio per i Testi le-gislativi, card. Francesco Coccopalmeriointervenuto stamattina, insieme al sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. “La spiritualità che Papa Francesco ha portato in modo vivo e convinto – commenta il card. Coccopalmerio – è la radice per rinnovare la nostra attenzione verso il Creato. Francesco parla di una Chiesa povera per i poveri: la sobrie-tà di vita di coloro che si pro-fessano seguaci di Gesù deve portare anche al rispetto delle cose e del patrimonio natura-le”.

Infine, Coccopalmerio torna sulle dichiarazioni dell’Arcivescovo di Napoli, card. Sepe che, in apertura del Forum mercoledì scorso, pro-pose di vietare la comunione a chi inquina.

“Una presa di posizio-ne molto corretta” secondo Coccopalmerio. “Chi inqui-na rovina le persone e le cose create da Dio. Porta un attac-co ai diritti degli altri e quindi un’aggressione all’amore per gli altri. C’è incompatibilità tra il non amore per gli altri e la partecipazione all’Eucarestia”.

In quattro giorni, sei sessioni di lavoro e l’intervento di tren-ta relatori di caratura interna-zionale, il Forum di giornali-smo ambientale Greenaccord

ha approfondito i vari aspetti del problema di una corretta gestione dei rifiuti e del loro impatto sull’ambiente e sul benessere umano.

È stato un momento carico di emozioni quello dell’inaugurazione dell’opera “Christus” realizzata e dona-ta dalla giovane Alessandra Varolo alla Parrocchia in oc-casione delle celebrazioni per il patrono San Leonardo Abate il 6 novembre.

La presentazione dell’ope-ra che è stata collocata nel-la sala congressi del centro Ricreativo Giovanile ha visto una numerosa partecipazio-ne da parte della comunità. “Alessandra - ha spiegato il parroco don Carlo Marcello - ha desiderato regalare quest’opera alla sua comuni-tà. Si tratta di un volto che raf-figura Gesù, inciso sul legno. Un lavoro, a mio modesto pa-rere, di notevole portata dal punto di vista tecnico”.

Visibilmente commossa Alessandra Varolo ha spiega-to: “Questa è la mia idea del volto di Cristo.

Nasce unicamente da me, non è un’immagine di inter-net, l’ho trovato dentro di me dopo aver abbozzato nume-rosi schizzi, l’ho disegnato in un pomeriggio quasi come se ogni tratto fosse una carez-za”.

Realizzato a Vienna, il la-voro è il frutto di una ricerca costante mediante l’atteggia-mento di discussione del sé nei confronti dell’immagine. Fin dalle sue prime opere, Alessandra Varolo, nata a Rovigo, cresciuta a Villadose e attiva ora fra Vienna e Venezia dove vive e lavora, focalizza il tema della sua ri-cerca artistica.

Alessandra Varolo ha esposto alla prima Biennale d’Arte internazionale pres-so il Palazzo della Cultura

di Noicattaro in provincia di Bari, alla galleria The Rag fac-tory di Brick Lane a Londra, in numerose collettive e par-tecipazioni grafiche.

Presente anche il sindaco Gino Alessio che nel congra-tularsi con l’artista ha ricor-dato il nonno Nini Marega, recentemente scomparso e che per molti anni aveva pre-

stato servizio come sacresta-no in parrocchia.

“Sono molto contento - ha detto Alessio - che Alessandra abbia regalato questa bellissi-ma opera alla sua comunità che può ancora una volta vantare di dare i natali a per-sone di valore e di altissima professionalità”.

Mirian Pozzato

Villadose

Emozione per l’inaugurazionedel “Christus”

Di Alessandra Varolo per San Leonardo

Napoli - Il Pontefice interviene con un messaggio al X Forum internazionale Greenaccord

Informazione per la Salvaguardia della NaturaPapa Francesco: scienziati e giornalisti lavorino per un sistema che non consumi Natura e Uomo

Ceregnano - Convegno Coldiretti

Biodiversità, la ricchezza dell’agricoltura modernaColdiretti riunisce i sacerdoti polesani parlando di terra e cibo di qualità

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18 la Settimana domenica 17 novembre 2013caritas!!

Tutti figli dell’Altissimo!Noi siamo tutti figli dell'Altissimo. Tutti. Il più povero, il più ripugnante, un neonato, un vecchio decrepito, l'essere umano meno intelligente, il più abietto, un idiota, un pazzo, un peccatore, il più grande peccatore, il più ignorante, l'ultimo degli uomini, quello che ripugna moralmente e fisicamente è un figlio di Dio, un figlio dell'Altissimo.!“Tutti figli dell'Altissimo”, lo ha detto Charles de Foucauld, un personaggio decisamente intrigante, interessante, meraviglioso. Tutti siamo figli dell'Altissimo. Non uno, non alcuni, nemmeno pochi o molti, ma tutti. In un mondo in cui ognuno pensa per se, o per i “suoi”, è meraviglioso sentir parlare di “Tutti”. Se tutti sono figli del Padre lo sono anche b”io”. E' meraviglioso. Per quanto ci sentiamo piccoli fragili, poca cosa agli occhi dl mondo, è meraviglioso sentirsi parte di qualcosa, di una famiglia. E' meraviglioso sapere che abbiamo un Padre che ci cerca, anche quando noi siamo stati proprio dei figli bravi e buoni. Anzi abbiamo un Padre che ci cerca spesso proprio perché non siamo stati bravi e buoni, e quindi siamo più bisognosi del suo amore dei figli giusti, bravi, perfetti.!Ma se siamo tutti figli significa che siamo anche fratelli. Charles de Faucauld afferma: “Amiamo ogni uomo perché è nostro fratello e perché Dio vuole che lo consideriamo e lo amiamo tenerissimamente come tale, perché egli è il figlio di Dio beneamato e adorato e perché è costato il sangue di nostro Signore, amato da Dio fino a dare per lui suo Figlio. Stimiamo, amiamo dal profondo del cuore ogni uomo in vista di Dio, nostro Padre comune”.!Amare, non è facile. E' più facile scappare, nascondersi, anche in un deserto. E' più facile parlare a Dio che amare i suoi figli e i nostri fratelli.!

Paolo Andreoletti

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PRIMO PIANO - L’azione della Caritas sul posto. Stanziati 100.000 euro da Caritas Italiana per i primi interventi!

Tifone Haiyan: nelle Filippine un'emergenza umanitaria.Il Tifone Haiyan che ha colpito negli ultimi giorni le Filippine, ha lasciato dietro di sé, secondo fonti Caritas, decine di migliaia di morti, feriti, dispersi, probabilmente con numeri molto superiori alle stime attuali. Il disastro si configura pertanto come “un’emergenza umanitaria di massa”, di altissimo livello per devastazione e complessità, vista l’alta densità della popolazione e la vastità del territorio colpito. Moltissime regioni interne non sono ancora state raggiunte dai soccorritori, cosa che fa pensare e rafforza la probabilità che il numero delle vittime e l’entità dei danni siano destinati a crescere. «Desidero assicurare la mia vicinanza alle popolazioni delle Filippine e di quella regione, che sono state colpite da un tremendo tifone. Purtroppo le vittime sono molte e i danni enormi. Preghiamo per questi nostri fratelli e sorelle, e cerchiamo di far giungere ad essi anche il nostro aiuto concreto», ha detto domenica scorsa all'Angelus Papa Francesco. All'appello lanciato da Papa Francesco, ha prontamente risposto Caritas Italiana che ha messo a disposizione 100.000 euro attivando una raccolta fondi a sostegno degli interventi Caritas nelle zone colpite. La Presidenza della Cei ha stanziato tre milioni di euro dai fondi derivanti dall’otto per mille, da destinarsi alla prima emergenza, sottolineando l'attivazione di

Caritas Italiana e le parole del Direttore don Francesco Soddu, circa «l’importanza di un aiuto concreto e immediato». La situazione La regione centrale delle Filippine, il gruppo di grandi isole “Visayas”, già recentemente colpita da un grave terremoto nell’isola di Bohol, è storicamente quella più a rischio sia dal punto di vista della vulnerabilità alle frequenti tempeste tropicali, sia per la scarsa qualità delle abitazioni. Il devastante tifone Haiyan, chiamato localmente Yolanda e definito una tempesta “killer”, ha colpito proprio le isole più povere del gruppo delle Visayas, quelle meno raggiungibili anche logisticamente, Samar in particolare e Leyte. Più di 4 milioni di persone avrebbero perso tutto, dovendo abbandonare le proprie case distrutte e rifugiandosi in ripari di fortuna. Oltre ai drammi vissuti dalla popolazione, i danni al le infrastrut ture sarebbero incalcolabili: numerose frane hanno, infatti, distrutto linee elettriche e strade, manca l’acqua potabile in numerose provincie, le comunicazioni sono completamente interrotte in ampie porzioni di territorio. «La situazione è assolutamente caotica» ha confermato al telefono Fr. Edwin Gariguez, direttore di Caritas Filippine (NASSA), durante una teleconferenza organizzata per fare il punto della situazione. «Si tratta di una catastrofe che ha colpito tutta la parte

centrale del paese, e la s i t u a z i o n e p e g g i o r e è quella delle piccole isole che si trovano sulla rotta del ciclone, con cui è difficile m e t t e r s i i n c o n t a t t o » . «Attualmente, i bisogni più urgenti sono quelli di cibo, a c q u a e medicine - ha continuato Fr. E d w i n – e n e l l e parrocchie è già iniziata la

distribuzione degli aiuti. Nelle zone colpite la maggior par te del le case sono completamente distrutte e la gente vaga senza meta alla ricerca di un riparo. I cadaveri delle vittime della furia del ciclone sono dappertutto, e si fatica anche soltanto a contarli». L'azione Caritas La sede Caritas a Manila è diventato un centro operativo dove 250 volontari sono al lavoro per confezionare pacchi con generi alimentari (soprattutto riso e farina) che vengono poi distribuiti alle famiglie di Leyte. Nelle prossime settimane si prevede di raggiungere con 20.000 pacchi di alimenti altrettante famiglie nelle 9 zone più colpite. In collaborazione con il CRS della rete Caritas sono già stati distribuiti aiuti, in particolare tende, a 18.000 famiglie sfollate nella zona di Cebu City ed è stato messo a punto un piano di interventi in favore di 100.000 famiglie, 500.000 persone, che prevede alloggi, di emergenza e permanenti, distribuzione di acqua, prodotti per l’igiene, attrezzature per la cucina e generi non alimentari di prima necessità. Inoltre si coinvolgeranno le comunità locali nella pulizia e nella rimozione delle macerie dalle aree colpite. Ad ogni famiglia vengono consegnati: un kit con 1 materasso matrimoniale, 3 coperte, una torcia con batterie; prodotti per l’igiene (10 saponette da 135 g, 3 pezzi da 480 g di sapone da bucato, 5 spazzolini, 2 tubetti di dentifricio da 150 ml, 2 pacchi di salviette igieniche, 3 asciugamani); una tanica con rubinetto con 20 litri di acqua; un secchio con coperchio da 16 litri; un kit per cucina (5 cucchiai, 5 forchette, 5 piatti e 5 bicchieri in plastica, 1 pentola). Caritas Italiana nel sollecitare tutti alla solidarietà, invita in particolare le Caritas diocesane a rilanciare l’appello per la raccolta fondi (e non di materiale) e a tenersi in stretto coordinamento con Caritas Italiana per garantire la massima efficacia degli aiuti. Caritas Italiana è attiva da decenni nelle Filippine, in particolare nell’ambito delle ricorrenti emergenze naturali, come terremoti, alluvioni, frane, tempeste e tifoni tropicali. L’intervento si realizza a supporto di Caritas Filippine e in collaborazione con altre realtà locali, lavorando anche nella ricostruzione e nelle fasi successive.

L'offerta in denaro è una delle forme attraverso cui esprimere prossimità verso i fratelli e le sorelle nel bisogno. Può essere l'inizio di un coinvolgimento verso i poveri che diventa carità vera. Hanno scritto i nostri Vescovi: «Accogliere il povero, il malato, lo straniero, il carcerato è infatti fargli spazio nel proprio tempo, nella propria casa, nelle proprie

amicizie, nella propria città e nelle proprie leggi. La carità è molto più impegnativa di una beneficenza occasionale: la prima coinvolge e crea un legame, la seconda si accontenta di un gesto». (ETC n. 39). A coloro che si fidano della Caritas Italiana e consegnano ad essa un'offerta in atteggiamento di condivisione verso le tante povertà dell'Italia e del mondo,

l'augurio di fare il passaggio dalla beneficenza alla condivisione. ATTENZIONE: Caritas Italiana non effettua alcuna raccolta diretta, né manda in giro propri operatori per questi scopi. !Le offerte possono essere inoltrate alla Caritas Italiana tramite i canali del box a sinistra.

Come contribuire

ContattarciSede: Orari:

Via Giacomo Sichirollo n. 58 - 45100 Rovigo Lun-Ven 9:00-13:30 e 14:30-17:00 Sab 9:00-12:00

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Contribuire C/C intestato a Caritas diocesana di Adria RovigoRovigoBanca, Rovigo, Corso del Popolo C/C - 012000023103 •IBAN: IT23 H089 8612 2000 1200 0023 103

Contribuire C/C intestato a Sant’Andrea Apostolo della Carita’Banca Prossima, Milano. P.zza P. Ferrari 10 C/C - 10000 0017778 •IBAN: IT 46 T 03359 01600 10000 0017778

Erogazioni liberali a Sant’Andrea Apostolo della Carità ONLUS

Le donazioni sono detraibili ai fini fiscali.

In BachecaPoliambulatorio “Casa Sant’Andrea”

Modalità e criteri di accesso

✓ Il poliambulatorio è un servizio rivolto a tutte le persone che per diverse ragioni non hanno accesso al “medico di base” ✓ Le visite si effettuano esclusivamente su prenotazione ✓ La prenotazione è gestita dal Centro di Ascolto diocesano (lunedì-venerdì dalle ore 9:00 alle 13:00; tel. 0039 0425 23450)

Ambulatorio di medicina generale Lunedì ore 14:30 - 17:00

Ambulatorio dentistico Lunedì, ore 09:00 - 17:00, Mercoledì e Giovedì ore 14:30 - 17:00

Diario • 17 novembre, Crespino (RO), messa Ass. Coldiretti per premio

S.Martino • 20 novembre, Adria (RO), messa di avvio esperienza NewGP2. • 21 novembre, Rovigo, incontro con direttore Sociale ULSS18

Bonifico Bancario • Banca Popolare Etica - Via Parigi 17, Roma

Codice IBAN: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113 Codice BIC/SWIFT: CCRTIT2T84A

• UniCredit - Via Taranto 49, Roma Codice IBAN: IT88 U020 0805 2060 0001 1063 119 Codice BIC/SWIFT : UNCRITM1707

• Banca Prossima - Piazza della Libertà 13, Roma Codice IBAN: IT06 A033 5901 6001 0000 0012 474 Codice BIC/SWIFT: BCITITMX

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Codice BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX

Versamenti su C/C postale numero 347013 intestato a: CARITAS ITALIANA, Via

Aurelia 796 – 00165 Roma

Oppure tramite la Caritas diocesana C/C presso RovigoBanca intestato a Caritas diocesana di Adria Rovigo •Codice IBAN: IT23 H089 8612 2000 1200 0023 103

PER TUTTI CAUSALE: Filippine Per informazioni su deducibilità e detraibilità: vedi sito

Caritas Italiana http://www.caritas.it/home_page/come_contribuire/00000041_Come_contribuire.html

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19la Settimanadomenica 17 novembre 2013 polesine

Lettere & opinioniE la famiglia?

Sono un affezionato lettore della Settimana e vi scrivo perché sono rimasto colpito dal titolo di un articolo, riportato in ultima pagina del numero 43 di Domenica 10 Novembre 2013.

L’articolo in questione, avente per titolo “A.A.A. Cercasi cop-pie di fidanzati e Conviventi per un cammino sulla comunicazio-ne” mi ha colpito proprio perchè mette sullo stesso identico piano le coppie che cristianamente e in castità, senza convivere, si prepa-rano al Sacramento del Matrimonio, con quelle che pubblicamen-te vivono la loro vita sentimentale e sessuale come coppie di fatto, senza preoccuparsi di quello che dice il catechismo della chiesa cattolica a proposito e trasgredendo così il sesto comandamento.

Mi sono stupito ancor di più quando ho letto, nel sito della Diocesi, che voi fate riferimento al Magistero della Chiesa, cito: “L’elemento caratterizzante è l’ispirazione cristiana che fa riferi-mento, nelle esigenze e nelle motivazioni del servizio, al magiste-ro della Chiesa sulla persona, sulla vita, sulla sessualità, sul matri-monio e sulla famiglia”.

Il magistero della Chiesa non mi sembra che affronti il proble-ma delle convivenze come leggo nel vostro programma, cioè con-siderandole, anche se implicitamente, un’alternativa al matrimo-nio. Basta leggere cosa dice il documento “Famiglia, matrimonio e unioni di fatto” del Pontificio consiglio per la famiglia oppure leg-gere il Catechismo della Chiesa Cattolica al numero 2390-2391. Vi scrivo come Padre, preoccupato perché la deriva a cui è soggetto il Sacramento del Matrimonio negli ultimi anni coinvolgerà anche i miei e i nostri figli. Dobbiamo porre un freno alle convivenze e raccontare la Verità ai giovani, per il loro bene.

Lettera firmata

Sicuramente il titolo citato poteva dare adito a queste op-portune riflessioni del lettore che devono indurre noi a fare più attenzione perché non si faccia confusione in una materia così delicata e importante.

Non ci sono dubbi però sulla sostanza del discorso: il Sino-do diocesano - nel testo delle Costituzioni - tratta con chiarezza il tema e al capitolo 18 parla delle “Famiglie cellule della socie-tà” e al capitolo successivo parla delle «situazioni irregolari». Questo perché l’istituto della famiglia non è certamente in di-scussione ed anzi - in questo tempo - occorre fare chiarezza. E’ anche vero che la comunità cristiana deve rivolgersi a tutte le eventuali situazioni per orientare a scelte che difendono la in-dissolubilità del matrimonio con tutto quello che ne consegue sul piano degli affetti e della educazione dei figli. La chiesa è madre e non può non dare un aiuto alle situazioni difficili o ir-regolari. In particolare la iniziativa alla quale faceva riferimento lo scritto citato riguarda in modo specifico il Consultorio dio-cesano familiare che ha nella sua principale finalità, l’impegno di educare e di aiutare le coppie orientandole al bene della vita familiare.

d. Bruno Cappato

Le case sono adornate con ghirlande di rami di pino, le piazze ospitano splendidi alberi natalizi, e tutte le finestre e le vetri-ne sono arricchite con tipiche decorazioni tirolesi fatte di stelle di paglia, angioletti intagliati nel legno, pigne dorate e com-posizioni di fiori e spezie al profumo di cannella e chiodi di garofano. Le stradine si trasformano in un trionfo di colori e profu-mi di dolci natalizi. Il periodo dell’avvento è molto sentito dalla popolazione locale e viene festeggiato con usanze e tradizioni che affascinano sia i grandi che i piccini.

In ogni casa della regione viene prepa-rata l’Adventkranz, una corona di rami di pino con 4 candele che simboleggiano le 4 settimane che mancano alla nascita di Gesù.

Un’ altra usanza tipica del periodo che precede il Natale consiste nel preparare i biscotti in casa. Contadine, dottoresse o donne ma-nager: non c’è quasi nessuna donna che non prepari almeno qual-che tipo di biscotti di Natale. Spezie, marzapane, ostie, frutta secca, canditi e glassa di cioccolato. Ognuno ha la sua ricetta preferita per preparare biscotti diversi come i Vanillekipferl, squisiti cornetti alla vaniglia, oppure i tipici frollini di Linz con il ripieno di marmellata, i baci al cocco, gli speculoos o ancora i biscotti di pan pepato. Le cuoche più esperte si cimentano anche nella preparazione del tipico Zelten tirolese o dello Stollen, dolci tipici natalizi.

Molto sentita è anche la festa di San Nicola (Nikolaus). Alla vigi-lia del santo, il 5 dicembre, si usa fare piccoli doni, soprattutto dolci nascosti nelle calze. In varie località “San Nicola” fa il suo ingresso nel centro storico seguito dalla banda, vestito da vescovo, e portan-do un enorme sacco di regali che distribuisce ai presenti. Il santo è accompagnato da una schiera di angioletti e da alcuni Krampus, diavoli con catene e bacchette che “puniscono” i bambini che non sono stati bravi durante l’anno. Sono feste che vengono tramandate da secoli e tutta la gente vi partecipa con gioia.

Nei tre giovedì che precedono il Natale (i cosiddetti Klöpfel-nächte) nella regione del Tiroler Unterland si riceve la visita degli Anklöpfler, un gruppo di uomini che, vestiti da pastori, annuncia-no con canti la nascita di Gesù. Gli uomini vanno di casa in casa, bussano alle porte e intonano i canti con l’accompagnamento dei tipici strumenti musicali. I canti vengono tramandati di generazio-ne in generazione. Come ringraziamento per la loro esibizione gli Anklöpfler ricevono almeno una tazza di vin brulé o di tè, dei bi-scotti di Natale o un piccolo spuntino. Questa usanza risale al XV secolo ed è stata dichiarata dall’Unesco un bene immateriale del Patrimonio dell’Umanità.

I mercatini di Natale e dell’Avvento sono una tradizione alpi-na. È la genuinità di questa tradizione e usanza alpina che li rende

così speciali. Chi fosse interessato ai mer-catini in Tirolo, non deve lasciarsi sfuggi-re quelli di “Avvento in Tirolo”. Da non perdere quelli di Hall in Tirol, Innsbruck, Kufstein, Lienz, Mayrhofen e Rattenberg. Tutti i membri del gruppo sono certificati: vi sono severi criteri che ogni mercatino deve rispettare per garantire ovunque ai visitatori un ambiente ricco di atmosfera, i massimi standard igienici e un program-ma variegato per grandi e piccini. Inoltre, grazie a questo gruppo si possono sfruttare anche interessanti offerte forfait per goder-si il periodo dell’Avvento in Tirolo per al-

cuni giorni. Suggestivo è il mercatino di Seefeld con sue le baite in legno decorate con cura in stile blockhaus, invita a fare due passi e a trascorrere momenti piacevoli nella zona pedonale di Seefeld. Gli ospiti troveranno tutto ciò che è autentico e genuino come gustose prelibatezze, oggetti artigianali regionali o musica della formazione dei fiati di Seefeld. I bambini potranno realizzare decorazioni na-talizie e regali presso l’angolo del bricolage o scrivere una letterina a Gesù Bambino presso l’Ufficio Postale degli Angioletti. In parti-colare, consigliamo di combinare una visita al mercatino di Natale di Seefeld con una visita alle cappelle della Leutasch, che è da anni una tappa fissa del programma dell’Avvento dell’Olympiaregion. Durante il periodo dell’Avvento si organizzano escursioni con le fiaccole in visita alle diverse cappelle della Leutasch accompagnati da Bantl Hansi, un oriundo della Leutasch, e da sua moglie Monika, che raccontano la storia delle cappelle. (www.seefeld.com)

Quest’inverno la compagnia di navigazione dell’ Achensee per la prima volta organizza un giro prenatalizio sul lago. Il primo sabato dell’Avvento il battello parte da Pertisau e tocca dapprima uno di quattro moli romanticamente illuminati, dai quali gli ospiti vengono accolti con melodie natalizie e un’incantevole atmosfera. Ogni fine settimana il battello a vapore “Stadt Innsbruck” tocca un altro molo, che al suo arrivo risplende alla luce della cometa di Na-tale. Sul ponte del battello si può passeggiare attraverso un piccolo mercatino di Natale che offre specialità natalizie, oggetti realizzati a mano e vin brulé, sempre regalando una vista meravigliosa sul lago Achensee in versione invernale. (www.achensee.info e www.tirol-schiffahrt.at)

Oltre al Mercatino di Natale nel centro storico, Imst presenta an-che un percorso di presepi che dal 22 novembre 2013 al 6 gennaio 2014 riprenderà in forma moderna un’antica usanza tirolese, ovvero quella di visitare i presepi. Un giro attraverso la cittadina innevata conduce a 24 luoghi selezionati, dove verranno presentati all’aperto particolari esempi di artigianato del presepio tirolese.

Per informazioni: www.tirolo.com

Cartoline di viaggio Donato Sinigaglia

La magia dell’Avvento in Tirolo

Lettera ad un amicoCaro Edgardo, sono Gianni Osti di Bosaro, ma che scherzo mi

hai fatto? Proprio oggi - nel pomeriggio - dovevo venirti a trovare; ti avevo cercato da un po’ di tempo e l’altra settimana ero stato a Guarda Veneta dai tuoi parenti.

Dopo pranzo era già deciso sarei venuto da te presso la casa guanelliana di S. Antonio a Trecenta; volevo tanto vederti e ricor-dare i bei tempi e quando venivi a trovare tua zia Iolanda a Bosa-ro. La notizia l’ho letta questa mattina andando a prendere le siga-rette. Era sulla locandina esposta proprio come hai meritato tu.

Ti ricordi, Edgardo, quel film sulla II guerra mondiale girato a Selva di Crespino con gli esterni girati sul fiume Po? Da quel tuo primo film è nata la Sterazzo Film a significare Stellin/Ste – Raz-zolin/Razzo erano le vostre due iniziali quelle tue e quelle del tuo compagno di seminario Razzolin. Lì ho imparato il trucco delle bombe, fatto con la calce, la pugnalata fatta a tratti ecc.

Giorni fa avevo chiesto al sig. Oscar Tosini il teatro di Bosaro per proiettare il film e lui era favorevole e ci saresti stato anche tu e pure i ragazzi che l’hanno interpretato. Io, caro amico Edgardo, non sapevo più nulla di te da diverso tempo e visto che il Parroco di Bosaro era stato spostato all’Ospedale Civile di Rovigo, avevo subito pensato che venissi tu al suo posto e pure di questo volevo parlarti. Io, caro Edgardo, sono in pensione da diverso tempo e cerco come posso di aiutare il prossimo come faceva il mio grande padre, anche se come lui non arriverò mai.

Ora collaboro con la parrocchia di Borsea al Centro di Ascolto e cerchiamo con don Silvio ed alcuni volontari di aiutare i poveri più bisognosi, fino a quando la santa provvidenza ci aiuta a dar loro alimentari, vestiario ecc.

Vedi Edgardo, questo parroco ama i giovani come li amavi tu ed intorno a sé ha gente di tutti i tipi e come te è molto buono e simpatico.

Ora che sei lassù in cielo, se incontri mio padre e mia madre dà loro un grande bacio da parte mia.

Tuo grande amico Gianni Osti

24 novembre 2013Pellegrinaggio a piediRovigo-San Bellino

… mentre parlavano e discutevano, Gesù si avvicinò e si mise a camminare con loro (Luca 24,15-16)

Programma: ore 8,15 Ritrovo in piazza dei Cappuccini a Rovigo; ore 8,30 Benedizione e partenza; ore 11,30 Sosta a Co-sta di Rovigo; ore 13,30 Sosta a Fratta; ore 15,30 Arrivo a S. Bel-lino; ore 16,00 Santa Messa in Basilica.

Per informazioni tel. Francesco 347 0504405 – Lorenzo 347 6633954.

Il seno, a due dita dal cuore ed il tumore che con la prevenzio-ne si può sconfiggere è stato questo, l’obiettivo dell’ottobre rosa giunto quest’anno alla quarta edizione.

La storia di Chiara ed un resoconto del rapporto delle visite senologiche effettuate nel mese di ottobre dai medici del comitato scientifico dell’Andos di Rovigo sono state il tema dell’incontro svoltosi sabato, nella sala consiliare di Palazzo Celio. L’Assessore provinciale alle Politiche Sociali, Marinella Mantovani ha intro-dotto i lavori sottolineando che ‘Donne…il seno di poi…’ è un’ini-ziativa partita quattro anni fa con la collaborazione di Andos, Lilt ed Aziende sanitarie ed ha avuto un pieno riscontro nel territorio. Ed ecco la storia di Chiara raccontata, con sentimento da Irene Lissandrin direttore di Rovigooggi.

Chiara è una giovane di 37 anni, sta aspettando un figlio, a volte accusa un malessere ma non ci fa caso, presa dalla felicità di aspettare un bimbo. Ma all’ottavo mese oltre al parto cesareo do-vrà anche asportare un seno. Il figlio Angelo è nato e tutto procede ma poi i sintomi anche nell’altro seno questa volta però, il male sembra non lasciare speranze. “E’ stato come trovarsi nel mare in burrasca, la disperazione e, come un naufrago nella tempesta mi sono aggrappata agli scogli ossia alla fede ed agli affetti familiari. Un po’ alla volta poi, la burrasca è passata, il mare si è calmato ed è diventato verde. La mia vita è stata un’esperienza dolorosa che mi ha fatto scoprire valori dati per scontati…Ma dall’interno sono uscite le forze per lottare, la malattia non sempre rende la vita incerta, ma fa riflettere sull’incertezza.” Sono le parole di Chiara attraverso la dolce voce di Irene Lissandrin, ora Chiara ha più di quarant’anni ed ha sconfitto la malattia.

L’assessore Marinella Mantovani visibilmente toccata dal rac-conto ha affermato: “Il racconto di Chiara ci ha portato dentro a quello che hanno le donne malate” ed ha passato la parola ai dati con il dottor Fabio De Grandis chirurgo senologo che ha subito precisato che le attività dell’ottobre rosa si protrarranno anche nei prossimi mesi. Dal 2011 ad oggi ci sono punti di attività di preven-zione a Rovigo, S. Maria di Occhiobello, Rosolina e quest’anno anche Porto Viro. Nei quattro sabati di ottobre sono state visita-te nell’ambulatorio messo a disposizione da Rovigo Medica, 100 persone con età media compresa tra 30 e 49 anni e non sono sta-te riscontrate tipologie neoplastiche, un 5-6% è la percentuale di indagini di approfondimento e sono state viste anche due extra comunitarie.

La dottoressa Giovanna Pastore nell’ambulatorio di Rosolina ha rendicontato per l’ottobre rosa, l’esame di 78 donne di età com-prese: 31- 40, 41-60, 61-70 e nessun riscontro di neoplasia.

Il dottor Francesco Pellegrini ad Occhiobello ha riportato che nei 4 giovedi pomeriggio di ottobre ci sono state 27 visite prenota-te di età compresa tra 19 e 64 anni.

La prevenzione, la volontà di vivere, il credere nei valori della vita.

Stefania Sgardiolo

Sono state ampiamente appagate le aspettative del numeroso e raffinato pubblico presente nella suggestiva sala del Circolo Unione del Teatro Comunale di Adria in occasione del terzo appuntamento di musica classica promosso dalla Associazione Società Concerto A. Buzzolla nel ciclo della stagione concertistica “Manifestazioni Au-tunnali”. In programma la Sonata per pianoforte e violoncello op.5 nn1 di L.Van Beethoven e la Sonata per e pianoforte e violoncello in mi minore op. 38 di J.Brahms. In queste sonate il pianoforte e il violoncello sono entrambi protagonisti e i due strumenti intessono tra loro relazioni finemente calibrate , ora emergendo come solisti ora fondendosi ed integrandosi in un continuo di variare di situazioni musicali. Tratta-si di pagine di grande respiro e di rara bellezza il cui ascolto condu-ce l’animo umano ad “ aprirsi al Bene e al Bello”.

Interpreti : il tredicenne Luca Giovannini (violoncello), vinci-tore di numerosi concorsi tra cui il “Crescendo” di Firenze. Allievo del M° Luca Simoncini, presente in sala, docente presso il Conser-vatorio “F.Venezze” di Rovigo; Davide Furlanetto (pianoforte) di-plomatosi presso il Conservatorio “Monteverdi” di Bolzano lavora da diversi anni presso il Conservato “F.Venezze” di Rovigo e come insegnante presso il Conservatorio “Pollini” di Padova. Il violon-cello di Giovannini ha saputo coniugare dolcezza, virtuosismo, musicalità e poesia mirabilmente sorretto, con raffinata eleganza ed intenso sentimento, dal pianoforte di Davide Furlanetto. Ciò che colpisce di questo concerto, oltre alla bellezza delle musiche esegui-te, è senz’altro la freschezza esecutiva che il violoncellista Luca Gio-vannini e il pianista Davide Furlanetto hanno saputo trasmettere. Il brio, l’invenzione, il calore, la passione che caratterizzano queste pagine musicali sembrano procedere dalla partitura all’ascoltatore in virtù dell’ottima capacità interpretativa degli artisti lungamente applauditi dal pubblico.

Antonio Stoppa

Adria

Musica classicaCon il “Buzzolla”

Bilancio dell’«Ottobre rosa»

Donne... il seno di poi...

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