Unar rassegna stampa 31 agosto 2015

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Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le Pari Opportunità Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali Rassegna Stampa MONITORAGGIO E APPROFONDIMENTO DEI FENOMENI DISCRIMINATORI NEI MEDIA E SUL WEB Anno IV Roma, 31 Agosto 2015

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Transcript of Unar rassegna stampa 31 agosto 2015

Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le Pari Opportunità Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali

Rassegna Stampa

MONI TOR AGGIO E APPROFONDIMENTO

D EI FENOMENI DI SCRI MINATORI NEI MEDI A E SUL WEB

Anno IV

Roma, 31 Agosto 2015

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Anno IV

31 Agosto 2015

A cura di:

Fernando Fracassi

(Resp. Comunicazione

Contact-Center)

In collaborazione con:

Francesca Cerquozzi

Monica D’Arcangelis

Alessandro Tudino

Se vuoi segnalarci delle

iniziative scriv i a:

[email protected]

UNAR—Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali - ANNO IV - 31 Agosto 2015

Design: Fernando Fracassi

Rassegna Stampa MONITORAGGI O E APPROFONDIMENTO

DEI FENOMENI DIS CRI MI NATORI NEI MEDI A E SU L WEB

«OTTAVO SACRAMENTO», AL VIA L’INCLUSIONE SOCIALE E LA

RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE

REGGIO CALABRIA – Ricostruire una città par-

tendo dagli “ultimi” e dalla riqualificazione delle

periferie. Questo l’obiettivo del progetto

“L’Ottavo Sacramento”, presentato dall’Asses-

sorato alle Politiche Sociali del Comune di Reg-

gio Calabria, vincitore di un bando del Diparti-

mento delle Pari Opportunità della Presidenza

del Consiglio dei Ministri, dedicato all’inclusione

sociale delle persone a rischio di discriminazio-

ne razziale. Un progetto sperimentale che, co-

me spiegato dall’assessore Giuseppe Marino,

«mira al recupero umano e sociale delle perife-

rie». E che arriva non a caso nel 25° anniver-

sario della morte di don Italo Calabrò, prete

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degli ultimi mai dimenticato, a cui il nome del proget-

to è ispirato.

L’OTTAVO SACRAMENTO NEL QUARTIERE-

GHETTO DI ARGHILLA’

Per Don Italo l’“ottavo sacramento” erano i poveri. E

la povertà a Reggio Calabria vive e prolifica soprattut-

to nel quartiere-ghetto di Arghillà. Nella scorsa prima-

vera Arghillà ha fatto da sfondo alla giornata mondiale

contro il razzismo promossa dall’Unar. Per l’occasione

lo street artist di Caltanissetta Maurizio Giulio Gebbia,

in arte Rosk, aveva realizzato un murales di 200 mq

in verticale con raffigurata una Madonna Nera. La

“madre di Arghillà”, è stata battezzata. Lei che, dalla

parete di una palazzina popolare, oggi osserva e pro-

tegge la comunità multietnica del quartiere. Circa 6

mila persone tra nuclei familiari autoctoni, rumeni,

albanesi, rom e migranti irregolari.

INCLUSIONE SOCIALE, AVVIAMENTO AL LAVO-

RO, RIQUALIFICAZIONE

Il progetto “L’Ottavo Sacramento” «è la naturale evo-

luzione della giornata contro il razzismo» ha spiegato

l’assessore Marino. Il programma prevede la messa in

atto di azioni volte allo sviluppo sociale e lavorativo

delle periferie. Tra queste l’istituzione di un centro di

prossimità «in cui realizzare assistenza sociosanitaria

di base e ospitare iniziative socioculturali». La creazio-

ne di orti sociali e aree di gioco per i bambini per svi-

luppare «una visione urbana di quartiere improntata

alla bellezza». Poi, percorsi di autorealizzazione e av-

viamento al lavoro dedicati soprattutto a giovani e

donne di diverse etnie, «favorendo percorsi di aggre-

gazione e realizzazione di cooperative e imprese so-

ciali». Il progetto partirà a Settembre 2015 e si con-

cluderà ad Agosto 2016 e si avvarrà della collabora-

zione di numerosi partner: le associazioni Libera, Il

Tralcio, Agape, Cereso, Opera Nomadi, il Centro Gio-

vanile don Italo Calabrò, la cooperativa Sole Insieme,

la parrocchia di Arghillà e la locale casa circondariale.

«SINERGIA E RESPONSABILITA’ PER RISPON-

DERE A CHI ALIMENTA LA PAURA»

«Come diceva don Calabrò, quando sei di fronte ad

una chiamata non puoi tirarti indietro. Il caso di Ar-

ghillà non rappresenta un’emergenza ma una condi-

zione oramai strutturale» ha dichiarato il sindaco Giu-

seppe Falcomatà. A lui ha fatto eco la consigliera della

Presidenza del Consiglio dei Ministri Giovanna Martelli:

«E’ il segno tangibile che il mondo è in grande movi-

mento. E’ nostro dovere quindi attrezzarci in maniera

sinergica e con responsabilità per rispondere a chi in-

vece alimenta la paura». «Fornire strumenti adatti –

ha poi proseguito -per favorire il riscatto sociale vuol

dire credere nella comunità. La ripresa del paese pas-

sa dalla sinergia con chi conosce bene i territori, come

associazioni, cooperative o parrocchie. Un insieme per

costruire un dialogo che tenga conto di tutti i punti di

vista. L’ascolto è il nostro punto di forza».

(Fonte http://sociale.corriere.it/)

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COPPIA UCCISA A PALAGONIA, LA FIGLIA ACCUSA LO STATO: "RENZI VENGA QUI E MI

SPIEGHI"

"Renzi venga qui e mi spieghi, mi dia delle risposte,

delle sue scuse non so che farmene, i miei genitori

sono morti, è anche colpa dello Stato". Lo ha detto

Rosita Solano, una delle figlie di Vincenzo Solano e

Mercedes Ibanez, i coniugi uccisi nella loro villetta di

Palagonia, nel Catanese. In relazione al delitto è stato

fermato un ivoriano che era ospitato nel Cara di Mine-

o: l'uomo aveva addosso i vestiti della vittima, e nel

borsone nascondeva un cellulare e un pc rubati dalla

villetta di Palagonia.

"Il governo italiano, il popolo italiano è messo in balia

di tutta questa gente - ha aggiunto - perchè non fan-

no altro che accogliere, accogliere ma non si accoglie

per accogliere. Vengono qui a rubare, ad ammazzare.

Il governo, i ministri chi lo sa, prendono soldi in cam-

bio di questi umani e poi rimangono in Italia, a fare

che cosa? Ad essere accolti nei centri di accoglienza

dove sputano sul piatto che gli si viene dato? Vengo-

no a maltrattare le persone che li ospitano? Vogliono

questo, vogliono quello...".

"Non dovevano morire così, ammazzati. Per che cosa?

Per due cellulari, per una telecamera, per un compu-

ter? No... mio padre non aveva niente, nè cassaforte,

nè niente. Ma anche se l'avesse avuta, se la portava-

no, li lasciavano legati, imbavagliati, ma vivi. E invece

no: cosa avevano fatto questi poverini? Una vita di

sacrifici per costruirsi una casa. Adesso che l'avevano

finita se la potevano godere e invece no...".

Il nipote: "Non so cosa succederà nei prossimi

giorni". Parole indignate ma anche allarmanti da par-

te di un altro familiare: "Hanno creato un odio ades-

so... Se prima c'era un qualcosa di sopportabile, da

quello che mi hanno detto i miei paesani, hanno crea-

to un paese di razzismo dove cosa potrebbe succede-

re nei prossimi giorni non lo so...". Lo ha detto Fran-

cesco, il nipote materno dei coniugi Solano-Ibanez,

uccisi brutalmente a Palagonia. In relazione al delitto

è stato fermato un ivoriano 18enne, ospitato nel Cara

di Mineo e adesso recluso in carcere. "So che Renzi e

Alfano senza la certezza della pena hanno creato un

sentimento di razzismo nei confronti di queste perso-

ne - ha detto ancora Francesco - E se tutto questo

sfociasse in una 'guerra civile'...? Renzi e Alfano do-

vrebbero provvedere al più presto a tamponare la

cosa rapidamente perché se no non so come andrà a

finire".

Il direttore del Cara di Mineo: "Siamo tutti scon-

volti". "Se è stato lui è una tragedia nella tragedia,

per le persone uccise e per l'integrazione: siamo tutti

sconvolti". Così il direttore del Cara di Mineo, Seba-

stiano Maccarrone, sul fermo di un ospite del centro,

l'ivoriano di 18 anni, per il duplice omicidio di Palago-

nia. "Ho parlato con alcuni migranti - aggiunge - e

tutti si sono dissociati dall'accaduto, se è stato lui. Per

Fermato l'ivoriano: aveva i pantaloni della vittima sporchi di sangue. Rosita

Solano attacca il governo: "Non dovevano morire così, per due cellulari". Il

nipote: "Razzismo, non so cosa accadrà nei prossimi giorni"

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l'efferato delitto e perché per un piccolo passo avanti

che facciamo per l'integrazione ne abbiamo fatti dieci

indietro".

Le indagini proseguono, fermato l'ivoriano. La

polizia ha fermato, perché sospettato di aver ucciso

ieri la coppia di coniugi in un'abitazione di Palagonia,

nel catanese, forse durante una rapina, il migrante

ivoriano Kamara Mamadou, 18 anni, ospite del Cara

di Mineo, che era stato trovato in possesso di un tele-

fono cellulare rubato e con indosso abiti riconducibili

al 68enne ucciso. Gli investigatori della squadra mobi-

le etnea hanno individuato tracce di sangue sui panta-

loni indossati dall'ivoriano che apparterrebbero al

pensionato, morto dissanguato dopo un taglio alla

gola, mentre la donna, 70enne di origine spagnola,

era stata trovata senza vita in strada, in corrispon-

denza del balcone di casa da dove si sospetta sia sta-

ta scaraventata. Nella casa teatro dell'omicidio sono

stati fatti controlli con il luminol e cercate impronte

digitali, tracce di Dna e impronte. Accertamenti sono

stati eseguiti anche sul cellulare rubato alla vittima

durante la rapina in casa e quello del fermato. Ma si

cercano anche potenziali complici: gli investigatori

ritengono probabile che il giovane ivoriano non abbia

agito da solo. La richiesta di convalida del fermo del

diciottenne ivoriano sarà presentata entro

stasera dalla Procura di Caltagirone.Il Gip fisserà l'u-

dienza probabilmente per domani. Intanto sempre

oggi è prevista l'autopsia sui corpi delle vittime dispo-

ste dal procuratore capo Giuseppe Verzera. Comitato

per l'ordine e la sicurezza pubblica riunito oggi dal

prefetto di Catania Maria Guia Federico, con la parte-

cipazione del sindaco di Palagonia Valerio Marletta.

(fonte http://palermo.repubblica.it)

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ALLIEVI, INSULTI RAZZISTI ALL’ARBITRO: «CHE CAVOLO FISCHI NEGRO DI M...»

P rimo grave episodio razzista nei confronti di un

arbitro della nuova stagione: è accaduto in una

partita Allievi disputata a Treviso durante Belluno-Real

Martellago, giocata martedì sera al campo di Sant’An-

gelo, dove si disputa il torneo regionale della catego-

ria Allievi (under 16). Ha coinvolto un giocatore dei

bellunesi. A 4’ dalla fine della partita, che il Belluno

stava vincendo 3-1 (sarà poi anche il risultato finale),

dopo che l’arbitro aveva fischiato una punizione scatta

il cartellino rosso nei confronti del giovane Allievo gial-

loblù.

Motivo? Una frase offensiva: «Che ca... fischi negro di

m...» avrebbe detto il ragazzo. A quel punto l’arbitro

Samuele Cestaro Rajiv, 20 anni, di nazionalità india-

na, residente aPreganziol e da 2 anni alla sezione di

Treviso, ha estratto il rosso. Il motivo dell’espulsione

ha sorpreso lo staff del Belluno e anche ieri il respon-

sabile del settore giovanile,Ivan Da Riz, ovviamente a

conoscenza dell’episodio, cadeva dalle nuvole: «A noi

non risulta sia stata pronunciata quella frase. Anzi, se

ne avessimo avuto conferma (e anche gli avversari

non l’hanno fatto), saremmo stati i primi a intervenire

nei confronti del ragazzo». Che nega di avere pronun-

ciato parole infamanti: l’arbitro avrebbe quindi frainte-

so.

Il giovane calciatore - è del 1999 - per ora dovrebbe

andare incontro a una squalifica fino alla conclusione

del torneo (prevista il 10 settembre), poi però rischia

sanzioni più pesanti quando la vicenda sarà esaminata

dal giudice sportivo della Delegazione Figc (la Feder-

calcio) di Treviso, cui spetta stabilire la sentenza defi-

nitiva.

LA DIFESA - Mirko Dal Farra è l’allenatore della squa-

dra Allievi del Belluno e martedì sera era vicino all’a-

zione da cui è nato l’episodio dei presunti insulti razzi-

sti: «C’è stato un fallo di gioco, duro, ma i ragazzi

coinvolti nello scontro si sono chiariti e la situazione si

è calmata subito. Proprio per questo a quel punto io

mi sono girato. Ho chiesto a lui e agli avversari cosa

fosse accaduto, ma lui si è limitato a dirmi "l’arbitro

ha capito che gli ho detto qualcosa", quelli del Martel-

lago invece non avevano sentito nulla». Al termine

della partita Dal Farra ha chiesto spiegazioni all’arbi-

tro, «che mi ha riferito l’insulto razzista, aggiungendo

"e poi avete vinto la partita"».

Ma cosa sia accaduto veramente in quel confronto

ravvicinato tra giocatori e arbitro, «lo sanno solo il

direttore di gara, il ragazzo e l’avversario con cui si

era affrontato», ammette l’allenatore.

(fonte http://www.ilgazzettino.it)

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50MILA FIRME CONTRO LE DICHIARAZIONI RAZZISTE DI BUONANNO. IL LEGHISTA

REPLICA: “SIETE DEI FANCAZZISTI”

C inquantamila firme. Questo, in soli due giorni, lo

straordinario risultato della raccolta di firme lan-

ciata dal direttore di Articolo21 Stefano Corradino sul

sitoChange.org per chiedere che il parlamento europe-

o intervenga formalmente per stigmatizzare le recenti

dichiarazioni del leghista Gianluca Buonanno (nella

foto)europarlamentare della Lega Nord e sindaco di

Borgo Sesia (Vercelli) rilasciate in un’intervista al sito

affaritaliani.it: “Se e quando arriveranno dei clandesti-

ni dalle mie parti metterò il filo spinato carico di ener-

gia elettrica intorno al perimetro del territorio del mio

Comune per non farli entrare. Esattamente come si fa

con i cinghiali, filo spinato con l’energia elettrica”.

Non si è fatta attendere la reazione diBuonanno che

ha risposto con il solito linguaggio oxfordiano: “siete

dei fancazzisti”, sbagliando tra l’altro bersaglio: l’euro-

deputato della Lega se l’è presa con gli animatori della

piattaforma Change.org che come tutti sanno (tutti

tranne lui) non lancia petizioni ma ospita quelle pre-

sentate dai singoli cittadini.

Buonanno poi incalza con un moto di orgoglio:

“quando farò l’elenco di tutti gli stranieri che ho aiuta-

to in questi anni, queste persone (riferendosi al pro-

motore della petizione, ndr)dovranno rintanarsi sui

monti come le caprette. Farò l’elenco e poi vediamo

chi è il razzista. Questi parlano ma non fanno un tubo,

al contrario io rispondo con i fatti”.

“Mentre restiamo nella trepidante attesa di conoscere

le imprese umanitarie che lo hanno contraddistinto –

controreplica Stefano Corradino – anche noi ci attenia-

mo ai fatti: e cioè all’elenco sterminato di dichiarazioni

razziste di cui Buonanno è stato protagonista in questi

anni (in bella compagnia con altri galantuomini leghi-

sti). E ribadiamo che proporre “il filo spinato elettrifi-

cato per i clandestini” non è né una battuta né un’af-

fermazione che attiene alla libertà di espressione ma è

un reato di istigazione compiuto da un rappresentante

delle istituzioni. Ed è un fulgido e triste esempio di

quell'”hate speech” – Buonanno se lo faccia tradurre –

che l’Associazione Carta di Roma insieme ad altre or-

ganizzazioni della società civile tra cui Articolo21 sta

combattendo: il linguaggio dell’odio”. “Per questo –

conclude Corradino – proseguiamo con la nostra rac-

colta di firme, ringraziando tutti coloro che l’hanno fin

d’ora sottoscritta e i tanti che ancora lo faranno per

testimoniare il loro netto rifiuto di linguaggi e pratiche

razziste. Nella petizione chiediamo al presidente del

gruppo Enf del Parlamento europeo di espellere Buo-

nanno e ai vertici del Parlamento europeo, soprattutto

in questa fase di emergenza internazionale per il

dramma dei profughi, di individuare le opportune mi-

sure e sanzioni contro l’eurodeputato. Il razzismo e

l’odio per le diversità non possono albergare tra i ban-

chi della principale istituzione europea”.

Firmiamo la petizione #buonannosetenevai su Chan-

ge.org

(fonte http://www.articolo21.org)

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NOTIZIE FALSE PER GUADAGNARE DI PIÙ ACCUSATO DI ISTIGAZIONE AL RAZZISMO

P er aumentare i guadagni del suo sito web pub-

blicava notizie di crimini compiuti da persone

extracomunitarie a danno di cittadini italiani. Ma era-

notutte inventate. La polizia postale del compartimen-

to Sicilia orientale ha denunciato uno studente di 20

anni residente in provincia di Caltanissetta, e finora

incensurato.

Il giovane, secondo quanto riferito dalle forze dell'or-

dine, ha detto non avere risentimenti nei confronti di

persone di nazionalità non italiana. La sua intenzione

sarebbe stata guadagnare di più attraverso il sito che

gestiva. Il piano messo in atto prevedeva la pubblica-

zione di notizie false, su di un tema particolarmente

seguito e sentito dall'opinione pubblica, che riprese da

altri blog e sui social network avrebbero aumentato i

clic sul sito. E di conseguenza anche i ricavi garantiti

dai banner pubblicitari che lo spazio web ospitava.

Le indagini sono state avviate a seguito della segnala-

zione di un giornalista di un quotidiano locale. Lo stu-

dente si trova adesso in libertà con l'accusa di istiga-

zione alla discriminazione razziale.

(fonte http://meridionews.it)

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La polizia postale ha denunciato un 20enne residente a Caltanis-

setta. Sul suo sito web scriveva di crimini compiuti da persone e-

xtracomunitarie a danno di cittadini italiani. Ma non c'era nulla di

vero

CGIL, LAVORO GRATIS IMMIGRATI? RAZZISMO

"I n una terra come quella pugliese, martoriata da fenomeni di caporalato, sottosalario,

lavoro nero fino a giungere a forme di vero schiavismo, come le cronache di questi

giorni hanno dimostrato, a Bari istituzionalizziamo il lavoro 'a gratis'. Siamo al razzismo istitu-

zionale!". Così il segretario della Cgil Bari, Pino Gesmundo, critica la proposta del sindaco di

Bari, Antonio Decaro (Pd), di impiegare migranti del Cara in lavori di manutenzione del verde

pubblico e di pulizia delle piazze

(Fonte http://www.ansa.it )

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NON SONO ACCETTABILI LE ACCUSE DI XENOFOBIA O RAZZISMO RIVOLTE

AGLI ITALIANI

L 'Europa sta diventando xenofoba

L'incapacità assoluta dei governi nazionali e della

Comunità Europea di trovare soluzioni per gestire con

un minimo di efficacia gli imponenti flussi migratori-

verso l'Europa, sta creando nelle popolazioni europee

comportamenti, definiti da talune fonti politiche come

xenofobi. Ladefinizione è volutamente esagerata e

tende a nascondere un ormai evidente dato di fatto:

la politica dell'accoglienza ha provocato in alcune aree

italiane ma non solo, un evidente degrado nelle condi-

zioni di vita dei residenti.

La differenza tra xenofobia e razzismo

Conosciamo, prima di tutto, le definizioni dei due fe-

nomeni, così come descritti sull'enciclopedia Treccani.

La xenofobia è definita come un sentimento di avver-

sione generica e indiscriminata per gli stranieri e per

ciò che è straniero, che si manifesta in atteggiamenti

e azioni d’insofferenza e ostilità verso le usanze, la

cultura e gli abitanti stessi di altri Paesi. Il razzismo,

invece, è identificato come una concezione fondata

sul presupposto che esistano razze umane biologica-

mente e storicamente superiori ad altre razze.

Parole come quelle della cancelliera Angela Merkel e

del presidente franceseFrançois Hollande, rivolte alla

Grecia e all'Italia per sollecitarle a creare nuovi centri

di registrazione, sono inaccettabili; c'è voluta la sco-

perta di 70 cadaveri, trovati in un cassone di un Tir

abbandonato in autostrada vicino a Vienna, e l'emer-

Gli imponenti flussi migratori che interessano il nostro Paese alimentano

comportamenti che non è corretto definire razzisti o xenofobi.

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genza dei flussi migratori nei Balcani per far fare alla

Merkel una giravolta di 180 gradi. Pochi giornali italia-

ni hanno però riferito un dato sulla situazione in Ger-

mania; secondo il loro ministero dell'Interno, sono

stati 200 gli attacchi contro i centri di accoglienza nei

primi sei mesi del 2015.

Manifestazioni contro l'immigrazione clandestina si

sono avute anche in Italia: le più clamorose sono sta-

te quelle dei residenti a Casale San Nicola vicino Ro-

ma, la fiaccolata di Padova contro gli immigrati, i gra-

vi disordini di Rosarno, la manifestazione a Baganzola

(Parma) contro l'apertura di un centro di accoglienza,

la manifestazione organizzata dalla Lega a Milano

contro l'immigrazione clandestina; secondo un son-

daggio condotto dall'Istituto IXE', le misure di sicurez-

za prese per combattere l'immigrazione clandestina e

il terrorismo non piacciono agli italiani ed hanno por-

tato ad una significativa perdita di consensi per Mat-

teo Renzi, per Angelino Alfano e per il governo stesso.

Aumentano per contro i consensi per Matteo Salvini,

la Lega Nord ed il Movimento5S.

È una mistificazione bollare questi movimenti come

xenofobi

Premesso che, in base alle definizioni di cui sopra,

sbagliano completamente quelli che definiscono razzi-

sti coloro che manifestano contro l'immigrazione clan-

destina, è certamente anche esagerato definirli xeno-

fobi, escludendo ovviamente gli interventi delle frange

di estrema destra. È una comprensibile speranza u-

mana quella di poter difendere ciò che si è costruito

magari con anni di lavoro, sacrifici e corretti compor-

tamenti civici; cosa c’è di male nel desiderare di vive-

re in un Paese sicuro, pulito, nel rispetto della leggi e

della cultura nazionale? Si dice che l’Europa è ricca e

deve aiutare chi vive in Paesi poveri e lacerati dalle

guerre; non è tollerando un’immigrazione epocale che

si risolvono questi problemi. Il difetto dell’Europa e

dell’ONU sta proprio nella loro incapacità di pacificare

i Paesi in guerra e di sviluppare localmente quelli più

poveri. Non bisogna essere dei maghi per capire che

l’Europa non sarà in grado di fornire a tutti un ricove-

ro un posto di lavoro ed un’assistenza sanitaria; cosa

succederà quando la massa di questi diseredati sarà

tale da sovrastare qualunque intervento di pubblica

sicurezza?

(fonte http://it.blastingnews.com/

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BAMBINO DISABILE BUTTATO FUORI DALL'ALBERGO PERCHÈ RIDE TROPPO

I Diritti fondamentali dell'uomo e le norme costitu-

zionali calpestate senza pudore. Proposta querela

e danni biologico esistenziali dai genitori. Erano 4 anni

che si recavano in questo hotel, il 'Bellevue' di Pesaro

e si erano sempre trovati bene. I titolari conoscevano

il problema di Giorgio, sino all'arrivo della sostituta

della proprietaria con la quale non c'erano mai stati

problemi. Quest'anno purtroppo è giunta la Signora

Marilena, una donna dai modi rudi, freddi very 'bad

mannered'. Una che sbatte le porte e dà la colpa alle

correnti d'aria, che urla ma contemporaneamente

sembra affetta daiperacusia. Il ragazzino ha il "difetto"

di essere allegro. Non è pericoloso nè per sé né per gli

altri. Non è piaciuto da subito a questa novella

'Signorina Rottermeier' (personaggio centrale nel ro-

manzo Johanna Spyri poi divenuto il famoso cartone

animato Heidi).

Dopo una sola notte di permanenza, la signora Marile-

na alle 8 di mattina si è anche permessa di entrare

senza bussare alla porta della camera della famigliola.

Ha osato chiedere ad una donna che si occupa delle

pulizie di aprire la porta col 'passe-partout'. Stavano

ancora tutti dormendo, indossavano ancora la camicia

da notte e il pigiama.

Con un fare aggressivo minaccia perentoriamente che

se il bambino avesse ancora disturbato i clienti, se ne

sarebbe dovuto andare. Il giorno dopo Giorgio, ballan-

do e giocando, ha fatto amicizia con tante ragazzine

della sua età e a fine serata era talmente stanco da

addormentarsi alle 21:30. Il giorno la madre viene

richiamata alla 'reception' dovendosi sorbire una ulu-

lante ed incontrollata Sig.ra Marilena che esordisce

con frasi brutali: "Signora, i nostri clienti non gradi-

scono un problema come quello di suo figlio. Ci sono

bambini, anziani si intimidiscono. Qui non può stare! È

handicappato!"

La feroce donna non ha neppure circostanziato l'accu-

sa, le ore, il tipo di disturbo. Non ha voluto sentire

ragioni, azzittendo e sbraitando frasi senza senso logi-

co, la povera madre. Le viene presentata la fattura al

che la mamma di Giorgio chiede che venga scritto il

motivo per cui lei e la famiglia se ne sarebbero dovuti

andare. La Sig.ra Marilena e il direttore si sono rifiuta-

ti. Qualcuno dovrebbe spiegare a questi individui che

nessuno dei clienti di un qualunque hotel sa di per

certo cosa la vita abbia in serbo per loro. Chissà se

alla Sig.ra capitasse un incidente irreversibile cambie-

rebbe la visione distorta e cinica dell'esistenza? Po-

trebbe sgomentare i bambini!

Un handicappato è comunque un essere umano. Ci

sono centinaia di associazioni animaliste, persone che

farebbero a pugni se vedessero il padrone di un gatto

o di un cane abbandonare la propria bestiola per stra-

da (e su questo saremmo anche d'accordo) ma i di-

versamente abili sono da sempre ghettizzati, evitati.

Per loro non c'e' giustizia, equità. Questa è ipocrisia. Il

peggio della meschinità mostrata dai due del

"Bellevue" ha dovuto ulteriormente palesarsi. La ma-

dre ha chiamato l'ufficio turismo raccontando il pro-

prio problema e a loro volta, le signorine addette,

hanno contattato i due miseri geliofobici per chiedere

la loro versione. Se ne è evinto che secondo la signora

il bambino non era mai stato ospite dell'albergo. Una

bugia così vile che non ha bisogno di commenti. È sta-

ta presentata querela per discriminazione e danno

morale perché il bambino ha voluto andarsene e tor-

nare a casa piangendo disperatamente. Tornerà rin-

chiuso nella sua cameretta, dove nessuno potrà più

offenderlo.

(fonte http://it.blastingnews.com/)

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Disabilità

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Disabili gay e lesbiche, un "salto" contro la doppia discriminazione

S i chiama Jump (salto), il gruppo che da qualche

mese si riunisce al Cassero Lgbt Center di Bolo-

gna per parlare di omosessualità e disabilità. Il balzo

che i 4 disabili, fondatori del gruppo, hanno deciso di

compiere è contro la doppia discriminazione di cui so-

no spesso vittime le persone disabili Lgbt. E per farlo

hanno deciso di organizzare una serie d’incontri in cui

affrontare il tema dell’affettività. Attraverso la proie-

zione di film e con alcuni dibattiti pubblici, in cui inter-

verranno psicoterapeuti ed esperti della sfera emoti-

va, i ragazzi sperano di coinvolgere quelle persone

che ancora oggi preferiscono nascondersi per paura di

essere giudicate e ghettizzate, aiutandole così a supe-

rare i propri limiti e a non preoccuparsi del giudizio

degli altri. “Il primo passo per battere le discriminazio-

ni è non nascondersi – dice Lisa del gruppo Jump – e

ritrovarsi insieme ad altre persone è uno stimolo per-

ché non sentirsi soli”.

I 4 fondatori, 2 ragazzi e 2 ragazze con diversi tipi di

disabilità, si sono incontrati grazie a Jonathan Mastel-

lari, attivista del Cassero Lgbt center di Bologna, che

ha dato una mano a Pierluigi Lenzi, il referente di

Jump, a organizzare le prime riunioni. L’ultima a esse-

re entrata a far parte del progetto Jump è proprio Li-

sa, una ragazza cieca di 32 anni che da 5 vive e lavo-

ra a Bologna. “Ho deciso di partecipare alle riunioni di

Jump perché credo sia importante non solo parlare tra

di noi delle nostre vite e delle nostre paure – racconta

– ma anche per far conoscere fuori dai nostri incontri

una realtà di cui si parla poco come quella dell’omo-

sessualità tra persone disabili”.

Lo scopo del gruppo è quello di creare una rete che

non si limiti soltanto alle persone che frequentano il

Cassero ma che esca fuori dalle mura di via don Min-

zoni per coinvolgere associazioni, cittadini e le stesse

istituzioni a combattere una battaglia di civiltà e supe-

rare i problemi che riguardano la vita di un disabile:

da quelli fisici come le barriere architettoniche a quelli

culturali legati in questo caso alla sfera dell’affettività

per una persona disabile Lgbt.

(fonte http://www.redattoresociale.it)

Quattro giovani disabili hanno creato un gruppo al Cassero Lgbt

center di Bologna per parlare di affettività e disabilità. L’obiettivo

è combattere la doppia discriminazione di cui spesso sono vitti-

me. “Uno stimolo per non sentirsi soli”

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