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un’opera 2011 per il castello

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un’opera 2011

per il castello

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un’opera per il castello 2011 I edizione Questo lo saprei fare anch’io.

Il contemporaneo ricerca il suo

pubblico

Napoli, Castel Sant’Elmo12 maggio - 4 giugno 2012

mostra e catalogo a cura di Angela Tecce e Claudia Borrelli

mostra promossa da

Direzione Generale per ilPaesaggio, le Belle Arti,l’Architettura e l’Artecontemporanee-ServizioArchitettura e Artecontemporanee (PaBAAC)Direttore GeneraleMaddalena RagniDirettore del ServizioMaria Grazia Bellisario

Soprintendenza Speciale per ilPatrimonio Storico, Artistico edEtnoantropologico e per il PoloMuseale della città di NapoliSoprintendenteFabrizio VonaDirettore di Castel Sant’ElmoAngela Tecce

comitato organizzativo Claudia BorrelliFernanda CapobiancoBrigitte DapràKatia FiorentinoPatrizia Piscitellocon la collaborazione diLuciana Berti

ufficio stampaSoprintendenza, Simona GoliaCivita Servizi, Barbara Izzo con Arianna Diana

ufficio amministrativoVittorio BrunelliAntonio Maffei

ufficio gare e contrattiAnna PalmieriGiuseppe Troso

ufficio tecnicoGiosuè De AngelisGiuseppe PostiglioneGennaro Utech

coordinamento dei serviziVittorio PirozziFrancesco Varriale

coordinatore informatico Gabriella Pennasilico

supporto tecnico organizzativo

allestimento

si ringrazia per la consulenzatecnicaAlexander Zaske

tecnologie

fotografie dell’opera ‘Anastatica sensibile’Daniele D’Ari

editoria e comunicazione

videoGuido Acampa per Pejskitchen

museo associato

Associazione Musei d’ArteContemporanea Italiani

servizi museali

servizi didattici

si ringraziano per lacollaborazioneUmberto Bile, Michela Candela,Emanuela Garrone, Dino Morra,Chiara Pirozzi, Maurizio Siniscalco

si ringrazia il personale tutto di Castel Sant’Elmo

Il catalogo e il video sono statirealizzati grazie al contributo diGianfranco D’Amato e MonicaCoretti e di Massimo Moschinie Olimpia Fischetti

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀCULTURALI

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giuria Angela Tecce direttore CastelSant’Elmo, Responsabile del procedimento con funzionedi PresidenteMaria Grazia Bellisario direttoredel Servizio Architettura e Artecontemporanee - DirezioneGenerale PaBAACKatia Fiorentino funzionarioSoprintendenza per il PSAE e peril Polo Museale della città diNapoli presso Castel Sant’ElmoGiovanna Cassese direttoredell’Accademia di Belle Arti di NapoliStefania Zuliani dipartimento di Scienze del PatrimonioCulturale, Università degli Studidi SalernoCataldo Colella esperto artepubblicaLuigi Ratclif segretarioAssociazione Giovani ArtistiItalianiDaniela Lancioni curatore seniorPalazzo delle Esposizioni di RomaOlga Scotto di Vettimo criticod’arteGuglielmo Grilli gallerista

segreteria organizzativaClaudia BorrelliGabriella Poppiti

supporto tecnico-amministrativo diMichele Colavito

webmasterGabriella Pennasilico

fotografie del sitoLuciano BasagniAntonio D’Antonio

vincitoreDaniela Di Maro Anastatica sensibile

i dieci finalistiAlessio Ballerini/PietroRiparbelli, Castle SoundGiulia Beretta/FrancescaBorrelli/Silvia Lacatena,AltaleneFabrizio Cotognini,Migrazione/ImmigrazioneGiulio Delvè, Cambiamento di paradigma Francesco Fossati, Follow me,without exception menzionespecialeMichele Giangrande, ArcaDomenico Antonio Mancini, 30 22 8070Mariagrazia Pontorno, Iguardiani del castelloAntonella Raio, The BridgeCristiano Tassinari, “26 letters”

con il contributo di

L’opera Anastatica sensibile è stata realizzata con la collaborazione tecnica di

Diego Bernini, Simone Bonetti,Francesco Tisato, SoftwareArchitecture Lab-Dipartimentodi Informatica, Sistemistica e Comunicazione-Universitàdegli Studi di Milano-Bicocca

sponsor tecnici

i negozi del gioco creativo

Elettrovalvole per fluidi industriali

Lavorazione plexiglass

Forniture industriali di materialeplastico

Si ringrazia Città del Sole per lafornitura delle Rose di Jericho(Selaginella lepidophylla),ACL, per la fornitura delleelettrovalvole, Europlexiglass,per la realizzazione dei supportiin plexiglass e Milgom per lafornitura dei tubi in pvcSi ringrazia inoltre la DeltaElettronica di Milano

Un ringraziamento speciale adEnzo Calibè per il suofondamentale e preziosissimoaiuto, a Valente Serra delCentro dell’Immagine di Milanoper la disponibilità e il supportotecnico e morale e allaprofessionalità e l’impegno diDiego Bernini e Simone Bonetti

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daniela di maro anastatica sensibileopera vincitrice

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sommario

6 presentazionefabrizio vona

8 introduzionemaria grazia bellisario

10 un’opera per il castello 2011angela tecce13 la giuriamaria grazia bellisario, giovanna cassese, cataldo colella, katia fiorentino, memmo grilli, daniela lancioni, luigi ratclif, olga scottodi vettimo, stefania zuliani25 daniela di maro anastaticasensibileclaudia borrelli32 progetti

42 artisti

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6 PRESENTAZIONE

La Soprintendenza per i Beni Artistici, Storici ed Etnoantropologici e per il Polo Museale della cittàdi Napoli, che dirigo da qualche mese, ha una lunga tradizione di rapporti con gli artisticontemporanei, parlo specificamente di artisti e non di arte per sottolinearne un aspetto cheritengo particolarmente significativo. Il primo ‘contatto’ tra la Soprintendenza napoletana e laricerca contemporanea è avvenuta nelle sale di Villa Pignatelli, ve ne sono testimonianze anchefotografiche nel ‘Museo del ’900’ a Castel Sant’Elmo, dove alla fine degli anni Settanta e nei primianni Ottanta espongono artisti come Mario Merz, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, RobertRauschenberg, Jannis Kounellis, Pier Paolo Calzolari oltre ai ‘napoletani’ Renato Barisani, CarloAlfano, Domenico Spinosa, Gianni Pisani, Mimmo Iodice. Nel 1979 – grazie a Raffaello Causa –Alberto Burri venne ospitato al Museo di Capodimonte realizzando lo stupefacente Grande Crettonero. Il rapporto con gli artisti si è intensificato negli anni. Nicola Spinosa, subentrato a Causa,mise a disposizione di artisti di livello internazionale il Salone dei Camuccini e le opere da lorocreate per quello spazio particolare formano parte della sezione d’arte contemporanea dellostesso Museo, i nomi sono ormai ben noti: Buren, Kounellis, Merz, Warhol, Sol LeWitt, De Dominicis,Beuys sono solo i primi che vengono alla mente. La caratteristica dell’atteggiamento della Soprin-tendenza napoletana verso la creatività contemporanea mi sembra stia proprio qui, nel rapportopersonale, diretto che gli artisti hanno avuto con i luoghi, le persone, la storia di Napoli e la suavicenda artistica. Negli anni le mostre di arte contemporanea e la collezione si sono arricchite dinomi e opere di tipo diverso, ma l’attenzione a mantenere saldo e ‘vivo’ il legame tra artista eMuseo, che è anche un rapporto di persone, emozioni, scambio reciproco, non è cessato, si èinvece intensificato. Castel Sant’Elmo da molti anni, sotto la direzione di Angela Tecce, dedica buona parte delle sueiniziative alla documentazione, alla testimonianza e alla promozione – mi si passi questo terminenel suo senso meno ‘commerciale’ e pubblicitario – della ricerca artistica contemporanea. Primale mostre della serie che ha permesso la nascita di opere site-specific di Bruna Esposito, EugenioGiliberti, Sabrina Mezzaqui, Melita Rotondo, Sergio Fermariello, Giancarlo Neri, cui si sonoaggiunte, per l’importanza che il Castello ha assunto nella scena napoletana e nazionale, ilgrande Sant’Elmo di Mimmo Paladino e la nascita di ’900 a Napoli. Per un museo in progress chepuò essere a ben diritto definita una iniziativa che la città attendeva da almeno un secolo, e nonesiste migliore testimonianza di quanto pesasse questa mancanza della prontezza con la quale i

fabrizio vonasoprintendente per i beni artistici, storici ed etnoantropologici e per il polo museale della città di napoli

presentazione

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FABRIZIO VONA 7

collezionisti, gli artisti e i loro eredi hanno donato o lasciato in comodato a lungo termine alMuseo opere fondamentali per la storia dell’arte del Novecento a Napoli. Oggi, con il fondamentale contributo del Ministero per i Beni Culturali e ambientali, in particolaredel Servizio Arte e Architettura Contemporanee, diretto da Maria Grazia Bellisario, Castel Sant’Elmo,sempre grazie all’impegno della direttrice, ha rilanciato il suo ruolo, bandendo un concorso pergiovani artisti, il premio Un’opera per il Castello.Per chi ha memoria del ruolo che i concorsi hanno svolto nella storia, in particolare nell’Italia del do-poguerra, sarà facile capire qual è il peso e l’ambizione di una iniziativa di questo genere. Comeaccadeva nel nostro Paese, appena emerso dal conflitto mondiale e alla ricerca di una nuovaidentità, anche attraverso l’appello a tutti coloro che volevano creare linguaggi espressivi diversi,così oggi, da Napoli, si cerca una via d’uscita a una situazione di crisi e di rischio di una nuova emar-ginazione dalla scena internazionale. Le cause sono molteplici e troppo note perché debba ricordarle,solo mi preme dire che anche attraverso un concorso d’arte si può cercare una risposta e unaalternativa per quei giovani che si interrogano sul proprio futuro di artisti, o anche solo di persone.Un premio non è solo un premio, vorrei aggiungere, non vuole soltanto premiare ‘il migliore’,vuole agitare le acque, magari suscitare polemiche, riunire attorno a un tavolo ‘esperti’ chediscutano e scelgano, chiamare i giovani artisti a misurarsi su un terreno creativo; segnala unbisogno, una strada, una speranza, non è tanto una risposta, ma piuttosto una nuova domandache apre nuovi spazi.

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8 INTRODUZIONE

È oramai diffusa e condivisa la consapevolezza che lo sviluppo economico e sociale del Paese,nonché l’attrattività dei nostri territori – fortemente connessa alla qualità dell’offerta culturale –debbano misurarsi con le nuove opportunità proposte alle giovani generazioni, per favorirnel’ingresso nel mercato del lavoro e per accrescere la qualità complessiva delle espressioni culturali.La promozione ed il sostegno alla produzione artistica contemporanea vede dunque impegnatala Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte contemporanee delMinistero per i Beni e le Attività Culturali, attraverso il Servizio Architettura e Arte contemporanee,in affiancamento e in stretta collaborazione con gli altri istituti, in azioni che contribuiscano inparticolare al sostegno dei giovani talenti. In quest’ottica, già da qualche anno, nel Piano dell’arte contemporanea – il principale strumentoche la Direzione ha a disposizione per promuovere l’incremento del patrimonio statale di artecontemporanea – figura uno specifico ambito proprio dedicato a sostenere, anche tramite bandidi concorso pubblici, la produzione giovanile in tutte le discipline artistiche e nei percorsi diformazione e conoscenza che le caratterizzano. È prevista, in particolare, per quel che riguarda learti figurative, la possibilità di presentare progetti e realizzare opere di qualità con la garanzia diuna valutazione qualificata effettuata da commissioni di alto livello scientifico, in grado disegnalare, individuare e premiare i più meritevoli.Una significativa iniziativa, che pone le attività del Ministero in tema di contemporaneo nel solcodella direttrice sopra delineata, è specificamente l’edizione 2011, la prima, del concorso Un’opera peril Castello, bandito dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologicoe per il Polo Museale della città di Napoli, promosso con il sostegno ed il diretto coinvolgimento delServizio Architettura e Arte contemporanee, che, proprio per le sue finalità, ne ha fatto una dellepiù significative iniziative concorsuali finanziate nell’ambito del Piano dell’arte contemporanea.Le nuove forme di comunicazione, rivolte ad pubblico sempre più ampio, possono trovare nell’artecontemporanea tematiche e problemi che lo coinvolgono nel presente. Opere d’arte dei nostrigiorni che parlino la lingua dell’attualità e che utilizzino al meglio la sua capacità di comunicare.In questo senso, il concorso Un’opera per il Castello costituisce un’esperienza particolarmente si-gnificativa: la scelta di aprire il premio alla pluralità dei media e alle nuove tecnologie utilizzatenella produzione artistica consente agli artisti di usare tecniche espressive in sintonia con leesperienze attuali anche di giovani fruitori.

maria grazia bellisariodirettore del servizio architettura e arte contemporaneedirezione generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee, ministero per i beni e le attività culturali

introduzione

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MARIA GRAZIA BELLISARIO 9

La scelta di inserire il concorso tra le priorità in tema di contemporaneo si pone in continuità conle iniziative avviate anche a livello centrale, che intendono offrire a giovani artisti italiani occasionidi visibilità e opportunità concrete per la realizzazione del proprio progetto. Nello specifico, iltema scelto per questa edizione, Questo lo saprei fare anch’io. Il contemporaneo ricerca il suopubblico, cerca di coniugare una duplice esigenza: da un lato, far emergere, da parte di giovaniartisti, il frutto di una riflessione originale sull’arte contemporanea e quindi fornire ad essi unospazio prestigioso in cui mostrare la propria creatività, dall’altro lato, consentire ad un’ampiafascia di pubblico, anche non esperto, di avvicinarsi alle tematiche del contemporaneo. La largaadesione al Premio e la qualità delle proposte artistiche ha reso complesso e al tempo stessomolto elaborato il lavoro della commissione. La decisione finale ha premiato capacità, ricerca ecreatività di una giovane donna che avrà la soddisfazione di vedere realizzato il suo progetto inuna sede museale così ricca di storia. Ha trovato conferma inoltre, l’elevata capacità professionale e la passione dimostrate da AngelaTecce – direttrice e promotrice del Museo del Novecento, prova di assoluta eccellenza del suotalento – che ha fortemente creduto e voluto questa iniziativa. Conferma altresì il ruolo di rilievosostenuto dal Polo Museale napoletano, oggi affidato alla sapiente cura del soprintendenteFabrizio Vona, sicuramente tra gli Istituti MiBAC che a livello nazionale ed europeo contribuiscono,in stretta sinergia e complementarietà con la Direzione Generale PaBAAC, ad accrescere l’interesseverso le tematiche del contemporaneo e a qualificare il dibattito, sempre vivo ed animato e nonprivo di spunti, spesso critici, di riflessione, anche su scala internazionale.Non posso dunque che confermare l’impegno della Direzione e quello mio personale a mantenereviva l’attenzione e proseguire nell’opera di promozione, supporto e sostegno ad iniziative diquesta portata, pur consapevole della problematica scarsa disponibilità di risorse a disposizionedel Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ma nella convinzione che lo sforzo congiunto di piùattori istituzionali e, più in generale, delle diverse espressioni del sistema della cultura, non possache portare a livelli di eccellenza la produzione artistica contemporanea di questo Paese.

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10 UN’OPERA PER IL CASTELLO 2011

Anastatica sensibile è il titolo dell’opera di Daniela Di Maro che ha vinto il premio Un’opera per ilcastello 2011. “Anastatica” è il nome della pianta conosciuta come Rosa di Gerico, che ha laspecificità di disidratarsi e di rivivere se riceve acqua; il nome deriva infatti dal greco ανάστασιςche vuol dire resurrezione e mi piace sottolineare il suo valore simbolico e beneaugurante, sia perla giovane artista che per la giovane critica, Claudia Borrelli, cui è affidato il testo introduttivosull’opera, ma anche per il Museo e per l’arte.Vorrei però esprimere alcune notazioni generali sul progetto della vincitrice e sugli altri presentati.L’arte come dice Jean-Luc Nancy “è questo prodursi di forme che offrono una possibilità di mondo,laddove il mondo comune, se non è privo di significati, è comunque limitato a significati prestabilitie ripetuti in maniera indefinita come quelli elementari (vivere, sopravvivere, guadagnare, morire,fare o produrre qualcosa, fabbricare un oggetto, compiere uno scambio, avere dei figli, imparare,dimenticare ecc.) a che cosa può aprirsi il mondo? Ad altre possibilità di mondi: è l’arte a rivelareogni volta il mondo a se stesso, alla sua possibilità che dischiude un senso, mentre invece il sensostabilito è chiuso” [Jean-Luc Nancy, L’arte oggi, in Del Contemporaneo. Saggi su arte e tempo,Mondadori, Milano 2007].Bene! Il mondo che ci svela Daniela Di Maro è il regno della bellezza, un mondo ordinato esensibile che reagisce agli stimoli esterni generando un senso poetico dell’esistere, del guardare,dell’ascoltare, del risorgere…Anche i “mondi” (voglio continuare a definirli così, invece che “opere”) progettati dagli altri artistiche hanno partecipato al concorso erano mondi che aprivano nuove prospettive nel nostro mododi percepire lo spazio e il tempo del nostro esistere e anche del luogo espositivo, come era statoloro richiesto. Il tempo storico di cui è stato teatro il castello, sede di avvenimenti della rivoluzionenapoletana del 1799, riattualizzato in 30 22 8070 di Domenico Antonio Mancini; la scansionetemporale e spaziale dei suoni per Castle Sound di Alessio Ballerini e Pietro Riparbelli; la dimensionedi uno spazio immaginato nelle Altalene del trio Giulia Beretta, Francesca Borrelli e Silvia Lacatenaper sondare tutte le possibilità estetiche e ludiche ‘altre’ rispetto alla natura catafratta e difensivadel castello, tramutato in un paesaggio connotato dai segni e dai colori di altalene costruite per ilpiacere dell’occhio, dello spirito e del corpo; le azioni degli uomini che divengono tracce dotate diautonoma qualità estetica nel lavoro Cambiamento di paradigma di Giulio Delvè o ancoral’impegno etico ed estetico dei lavori Migrazione\Immigrazione di Fabrizio Cotognini, Follow me,

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angela tecce

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ANGELA TECCE 11

without exception (menzione speciale della giuria) di Francesco Fossati, The Bridge di AntonellaRaio e “26 letters” di Cristiano Tassinari; oltre alle proposizioni poetiche e narrative per guardare efruire della fortezza in modo differente nei progetti Arca di Michele Giangrande e I guardiani delcastello di Mariagrazia Pontorno.Nella recente proliferazione dei musei d’arte contemporanea, che stanno vivendo proprio in questomomento una fase generale di crisi e, per di alcuni di essi, addirittura di chiusura, potrebbe sembrareinopportuno riflettere ancora sulla funzione del museo, sul suo rapporto con la produzione creativae con il pubblico. Eppure l’esperienza di questa prima edizione del concorso per giovani artisti, invitatia pensare un’opera per Castel Sant’Elmo, è stata illuminante. Allargare l’offerta espositiva e, soprattutto, offrire uno spazio privilegiato per le sperimentazioniattuali sembra essere una vocazione direi ineluttabile per un complesso monumentale così peculiarecome Castel Sant’Elmo che da un lato ospita la collezione permanente ’900 a Napoli. Per un museo inprogress, dall’altro è da molti anni il luogo predestinato di artisti che con il monumento, caratterizzatodall’imponenza spettacolare della sua mole tufacea, hanno dialogato creando e allestendo operesite specific. Ma del Castello bisogna ancora ricordare la sua vocazione quale sede di concerti, di ma-nifestazioni musicali e spettacolari soprattutto indirizzate ai giovani, che ne costituiscono il pubblicopiù numeroso e fedele… e poi tante e tante altre cose ancora, non ultime proprio la sua labirinticagrandezza e il panorama che offre della città, del mare con le sue isole, della campania felix e dellemontagne che le fanno da sfondo.Nel 1970 Daniel Buren, a New York, nell’austero clima creativo di quegli anni, dedicati alla riflessioneconcettuale, così definiva il dispositivo museale, “Luogo privilegiato dal triplice ruolo: 1. Estetico… 2.Economico… 3. Mistico...” [l’intervento è ripubblicato in Le funzioni del Museo, a cura di StefanoChiodi, Le lettere, Firenze 2009]. L’enumerazione di queste tre valenze del contenitore: la sua funzionedi “cornice” dell’opera d’arte, il costituire il riconoscimento del suo valore commerciale ed esserneinfine la sua consacrazione, costituisce uno schema ideologico che, a distanza di alcuni decenni,appare in parte profondamente mutato ma anche conservare qualche elemento di attualità. Sono intervenuti negli anni elementi di trasformazione radicale, uno fra tutti – ma particolarmentepresente alla coscienza del pubblico dell’arte – la nascita di contesti architettonici che sono essistessi oggetto estetico, e materializzano la prima funzione enumerata da Buren attraversol’ipertrofia progettuale e l’unicità dell’ideazione; doti che, nel nostro caso, sono già connaturate aun luogo così fortemente connotato come l’immenso forte spagnolo a pianta stellare. La questione del “valore” economico si è invece in qualche modo ribaltata: la committenza pubblica o,come in questo caso, un premio, più che puntare sul valore mercantile dell’opera si pone come un canaleproduttivo diverso, anche alternativo, a quello del mercato, garantendo all’ideazione artistica un piano disperimentazione specifico che genera un valore aggiunto a quello dell’opera, in particolare quandoquesta possibilità è offerta a giovani artisti, come testimoniano molti dei premi oggi tornati in auge.Infine il concetto di “mistico” richiama senza dubbio alla mente la questione benjaminianadell’aura, vexata quaestio che oggi appare più che altro come un monito per gli artisti e per noiaddetti ai lavori e chiama in causa una necessaria assunzione di responsabilità sull’esigenza eticadel senso di fare arte, in particolare in un luogo pubblico. Per schematizzare, e focalizzarel’attenzione sul concorso, che già raggiunge il traguardo della prima opera realizzata, della

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12 UN’OPERA PER IL CASTELLO 2011

costituzione di un archivio dei progetti degli artisti selezionati e di quelli solo presentati, e che civede in procinto di bandire la seconda edizione, va detto che le problematiche teoriche in camposono state varie e molteplici. Prima di tutto la scelta del tema e la sua declinazione da parte degliartisti è apparso un elemento, non solo a noi organizzatori ma anche all’opinione pubblica e alnovero dei giurati, ancora capace di affrontate un confronto dialettico, tutt’altro che anacronisticoo disallineato al dibattito attuale.Questo lo saprei fare anch’io. Il contemporaneo ricerca il suo pubblico poteva far pensare (e in qualchecaso, fortunatamente raro, tale è apparso ai poveri di spirito) una riproposizione dell’antico refrain:ma questa è arte? Oppure suscitare, giustamente, proposte e aspettative legate all’urgenza di unafunzione e di conseguenza richiedere un orientamento tra le tante istanze possibili, da quellapuramente estetica della relazione con il luogo espositivo e con la sua storia a quella ludica dianimazione e partecipazione del pubblico, a quella più politicamente legata al significato socialedell’opera. Tutte sollecitazioni che convivevano sia nelle proposte pervenute che nei giudizi deicomponenti la giuria che, con senso di responsabilità, correlato ai rispettivi ruoli e posizioni nelmondo dell’arte, hanno avuto il difficile compito di decidere quale opera dovesse essere realizzata,come prevedeva il premio, e quali progetti andassero inseriti nella graduatoria dei finalisti.L’iniziativa ha consentito la manifestazione di una gamma di posizioni, che, pur avendo trovatoalla fine un felice punto d’incontro, hanno espresso con vivacità quanto la questione del ruolo delmuseo sia urgente e carica di senso produttivo. Di ciò si è voluta lasciare una traccia tangibile neibrevi interventi richiesti ai partecipanti, che hanno risposto generosamente all’invito a rifletteresu alcuni argomenti.Dal punto di vista della committenza ci sembrano raggiunti gli obbiettivi fondamentali che ci si eraprefissi, la presenza di una fetta di storia del secolo appena passato nel ’900 a Napoli. Per un museoin progress, cristallizzata entro i limiti cronologici autoimposti – pure se storicamente ben fondati,visto che vanno dall’inizio di una stagione ‘futurista’, nel 1910, alla definizione del movimento dellaTransavanguardia e alla nascita della collezione Terraemotus nel 1980, per stare solo alle ragionidell’arte – richiede sicuramente approfondimenti e ampliamenti, ma frattanto l’apertura alla linfadella creatività giovanile poteva funzionare come benefico correttivo prospettico. Senza contare chein un momento di così forte crisi economica un investimento sulla formazione giovanile apparemodello esemplare di lavoro che punta più all’ampliamento degli attori che a operazioni patinate. È quanto prevede il piano dell’arte contemporanea del nostro Ministero per i Beni Culturali e am-bientali – senza il quale questo premio non esisterebbe – elaborato dal Servizio Architettura eArte Contemporanee diretto da Grazia Bellisario, della quale è ormai risaputo l’impegno e lapassione nel creare sinergie istituzionali in grado di far nascere opportunità di crescita, studio econoscenza del nostro patrimonio artistico, architettonico e paesaggistico contemporaneo. Un ulteriore raggiungimento, da non sottovalutare, è stata la possibilità di formazione e ilconseguente lavoro offerto alla giovane curatrice, ai tecnici e agli operatori del settore. Infine,l’aspirazione è che Castel Sant’Elmo possa diventare sempre più una palestra di dibattito vivo eaperto sull’arte, annullando le distinzioni ormai desuete tra storia dell’arte e contemporaneità inun fluire creativo che è la vera, complessa essenza del nostro tempo.

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