Una voce tra i monti · Margherita era tanto esile e discreta - ciò non le impediva di essere...

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Il giornalino dell’Alta Val Corsaglia Una voce tra i monti Una voce tra i monti www.ekye.it MARZO 2019 - N. 1

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Il giornalino dell’Alta Val Corsaglia

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N. 1

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Le Comunitàdell’Alta Val Corsaglia

FontaneCorsaglia

Prà di Roburent

Una delle prove meno riconosciute, mapiù grandi, della millenaria sapienza dellaChiesa Cattolica sta nella sua divisione deitempi dell'anno liturgico: a quello Ordinario,infatti se ne alternano diversi. Uno dei prin-cipali, la Quaresima.

Prova di sapienza, dividere i tempi, perchèdi fatto significa dare, nei passaggi dall'unoall'altro, la possibilità ai cuori di scuotersi,di interrogarsi, magari di convertirsi. In ununico, indistinto, uniforme tempo, nulla cirichiamerebbe, nulla ci sveglierebbe, tutto sisuccederebbe identico. Invece in Avvento oin Quaresima, appunto, significa sentirsi direche qualcosa di diverso e di nuovo accadde,che i giorni assumono una tinta e un signifi-cato diverso.

Per esempio, quelli dopo il mercoledì delleceneri dovrebbero condurci alla gioia dellaPasqua attraverso un percorso di mortifica-zione e purificazione. E Dio sa se ne ab-biamo bisogno...

Quaresima può voler dire tempo diverso,tempo altro, stacco dalla normalità, tentativodi ritrovarsi e di migliorarsi.

Con marzo, legiornate si farannopiù lunghe e piùmiti, le avvisagliedella primavera,come ogni anno,già ci lambiscono econsolano. In quelpiù di luce, sarebbebello fare un po' diluce anche nellenostre vite, dentro le ombre più profonde deinostri cuori. una volta, aiutava il digiuno dalcibo. Oggi, forse, servirebbe aggiornareanche l'idea di digiuno. Tanto, chi più chimeno, siamo tutti perennemente a dieta, ocomunque attenti a ciò che mangiamo. Lasensibilità al cibo è un dato culturale inalie-nabile.

Meno attenti, temo, siamo rispetto ad altrebulimie, come quella della comunicazione.Penso alle tante parole dette o urlate, all'uti-lizzo del cellulare, della posta elettronica,dei social: siamo perennemente soggetti eoggetti dell'invio e della ricezione di parole,

QUARESIMA Il messaggio del Vescovo

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per lo più scritte, sovente inutili. Abbiamoperduto l'abitudine al silenzio. Siamo in con-tinua conversazione con il mondo, e nonsempre per scopi nobili e luminosi. Unchiacchericcio di fondo e a volte un po'opaco ci insidia e ci assedia.

Forse, il digiuno più opportuno per la Qua-resima che sta per iniziare sarebbe proprio ildigiuno da tutto ciò, secondo forme che

ognuno può inventare da sé. Certamente, ainostri cuori un poco di vero silenzio e di ri-flessione farebbe bene. Magari, proprio perritrovarsi, per ritrovare la propria verità da-vanti a Cristo, lungo il tempo particolaredella Quaresima, nel quale sarebbe bellis-simo iniziare davvero una vita nuova.

Buona Quaresima + Egidio Miragoli

Don Paolo Roà, continua a portare il servizio religioso. Lo ringraziamo ancora perla sua grande disponibilità. Chi avesse necessità di contattarlo: Tel. 348 93 28 832.

Per ordinare le SS. Messe: a FONTANE: Chiara Caramello 349 32 32 140;a CORSAGLIA: Anna Ferreri 348 91 34 581 - Roberta Dho 349 71 17 318.

• Domenica 7 aprile - ore 9,30(5ª di Quaresima): CORSAGLIA

• Domenica 14 aprile - ore 9,30(Le Palme): FONTANE

• Domenica 21 aprile(Pasqua di Resurrezione):ore 9,30 FONTANEore 16,00 CORSAGLIA

• Domenica 28 aprile - ore 9,30(2ª di Pasqua): CORSAGLIA

• Domenica 5 maggio - ore 9,30(3ª di Pasqua): FONTANE

• Domenica 12 maggio - ore 9,30(4ª di Pasqua): CORSAGLIA

• Domenica 19 maggio - ore 9,30(5ª di Pasqua): FONTANE

Celebrazioni Sante MesseCalendario dal 7 aprile 2019 al 30 giugno 2019

San BartolomeoFontane

Madonna della NeveCorsaglia

• Domenica 26 maggio - ore 9,30(6ª di Pasqua): CORSAGLIA

• Domenica 2 giugno - ore 9,30(Ascensione del Signore): FONTANE

• Domenica 9 giugno - ore 9,30(Pentecoste): CORSAGLIA

• Domenica 16 giugno(SS. Trinità):

ore 9,30 FONTANEore 16,00 PRÀ DI ROBURENT

• Domenica 23 giugno - ore 9,30(SS. Corpo e Sangue di Cristo):

CORSAGLIA

• Domenica 30 giugno - ore 9,30(13ª del Tempo Ordinario): FONTANE

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La notte di Natale è, per definizione, lanotte più magica dell'anno, quella in cuinulla è impossibile, quella in cui tutto puòsuccedere…

Ed ecco, allora, come per incanto, intra-vedersi delle piccole, fioche luci muoversidalla Serra e raggiungere la piazza con cal-ma, nel silenzio e nello stupore di chi è pre-sente…

Una simbolica, ma significativa rappre-sentazione della Natività, impersonata daibambini, ha così portato a Fontane il regalopiù bello: la luce della speranza, capace diilluminare i cuori, i volti ed i sorrisi…

Grazie quindi ad Emma, Tommaso, Gia-como, Lorenzo, Matteo, Mariarosa, Ludovico,Sveva e alle loro famiglie per averci fattotoccare con mano la “ Magia del Natale”!

La magia del Natale

Indovinami, indovinotu che leggi nel destinol'anno nuovo come sarà?Bello, brutto o metà e metà?Trovo stampato nei miei libroniche avrà di certo quattro stagioni,dodici mesi, ciascuno al suo posto,un carnevale e un ferragostoe il giorno dopo un lunedìsarà sempre un martedì.Di più però scritto non trovonel destino dell'anno nuovo.Per il resto anche quest'annosarà come gli uomini lo faranno.

Gianni Rodari

ANNO NUOVO

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Kose nosc-t reKose nosc-t re

ALL’OMBRA DELLA CROCE

FRA LE CULLE RINGRAZIAMENTO

• A Mondovì mamma Elisa e papà SimoneLanza, unitamente ai nonni Mario e Luciana, annunciano con gioia l’arrivodella piccola Cecilia.

A tutti gli auguri più affettuosi!

Per chiunque voglia inviare variazioni dell’indirizzo, segnalazioni o suggerimentiutili alla redazione per la stesura del nostro giornalino,

vi ricordiamo la nostra mail: [email protected]

In seguito ad una rovinosa e dolorosa ca-duta, voglio ringraziare chi mi ha soccorso,parenti, amici, conoscenti, che con telefo-nate messaggi e presenza, hanno cercatodi alleviare il mio grande dolore fisico.Grazie di cuore a tutti.

Milena Peirano

FORMENTONE Salvina ved. CARAMELLO

di anni 90 deceduta Mombasiglio

SICCARDI Fiorentina(Palmira) ved. DRAGONE

di anni 89 deceduta a Villanova M.vì

VINAI Mirella in BASSOdi anni 77

deceduta a Corsaglia

12 MaggioFesta della mammaAuguri!

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VINAI Maddalena ved. GIUSTA

di anni 88 deceduta a Deviglia - Montaldo

BORGHESE Caterinaved. ROSSIdi anni 82

deceduta a Roccaforte M.vì

SOMÀ Giuseppedi anni 87 deceduto a

Villanova M.vì

AUSENDA Romana (Rina) in APRILE

di anni 78 deceduta a Monza

CASTAGNINO Margheritaved. BAUDINO

di anni 93 deceduta a Chiusa Pesio

VINAI Maria Letiziaved. VINAIdi anni 91

deceduta a Margarita

LANZA Margheritaved. COSTANZO

di anni 91 deceduta a Frabosa Sott.

SOMÀ Marcodi anni 75 deceduto a

Villanova M.vì

GIAMPÀ Rosa in VINAIdi anni 61

deceduta a Cuneo

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BELMONDO Maria Teresa

di anni 77deceduta a Frabosa Sop.

PEIRANO Lilianadi anni 89

deceduta a Imperia

A tutti i famigliari giungano le condoglianze più sentite dagli amici della Val Corsaglia.

In ricordo di Margot

In ricordo di chi è andato avantiIn ricordo di chi è andato avanti

Quando Aldo mi ha telefonato per chie-dere se avrei ricordato Margherita sul bol-lettino ho risposto: “ci sto pensando” luinon poteva sapere quante volte avevogià iniziato a scrivere un pezzo che irri-mediabilmente finiva nel cestino perchénon ero mai soddisfatta.

Credo che il motivo di tutta questa miadifficoltà non sia solo legato al fatto chesto cercando le parole per salutare miasorella che non c'è più ma è quel retrogustoamaro che è rimasto dentro di me per ilmodo in cui se n'è andata, quel saporeacre che hanno le cose ingiuste, stonate,nelle quale può capitare di inciampare nelcorso della vita.

Ora sono qui seduta davanti a una suafoto che la ritrae mentre sta facendo quelloche le riusciva meglio: occuparsi degli al-tri.

L’immagine è del giorno del mio matri-monio anche in quell’occasione non haresistito e si è messa a servire l’aperitivo

agli invitati. Badare ai clienti del Ristorante, saperli

andar via soddisfatti era per lei fonte digrande soddisfazione. Anche in questiultimi anni quando in alcune ricorrenzeparticolari non la si faceva più servire atavola non si tratteneva, ad un certo puntodel servizio diceva: “faccio un giro in salaper chiedere a tutti come sta andando!”per poi tornare compiaciuta in cucina araccontare cosa le avevano detto.

In questi lunghissimi anni di attività si èoccupata di tanti avventori Valligiani e Vil-leggianti questi ultimi, per quanti fossero,li rammentava incredibilmente per nome,si ricordava i loro gusti, cosa gradivano dipiù, dove amavano sedere; quando poientrava qualche nuovo cliente con il suosguardo per certi versi severo si divertivaad inquadrarli, a studiarli riportando poi achi era in cucina i suoi pensieri e strap-pando spesso sorrisi per il risultato dellesue elucubrazioni!

ROATTINO Margheritaved. GRISERI

di anni 94 deceduta a Frabosa Sop.

BASSO Giovanni Battista

di anni 85 deceduto a Villanova M.vì

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Persona di non troppe parole e di nonesagerati sorrisi ma di grande sagacia, sidimostrava a volte inaspettatamente pun-gente, in certe occasioni, in maniera quasidisarmante se ne usciva con qualcheespressione colorita che riservava confare divertito a...pochi intimi. Sono certache qualcuno, al ricordo, ora stia sorri-dendo!

Una vita dedicata agli altri non solo sullavoro ma anche nella vita privata doveha accudito prima papà, poi mamma edinfine Carlo. Lunghi anni accanto a personeammalate per le quali si è risparmiatadavvero poco.

Ha amato molto la nostra famiglia edanche di più quella che ha creato con ilsuo adorato Charly; a volte la sua preoc-cupazione suonava quasi assillante maera lo scudo che lei alzava a protezionedelle persone a lei care.

Purtroppo il suo grande cuore ha ceduto,in maniera inaspettata quasi brusca, sca-gliandoci, con brutalità, in un dopo senzadi lei che ognuno di noi sta vivendo e cer-cando di superare aggrappandosi al suoricordo e, con maggiore forza alle coseche ci sono rimaste.

Rileggendo mi rendo conto che sonopoche righe e forse non rendono neppureil giusto omaggio alla mia Margot ma èora di chiudere ed ho scelto di farlo conalcune frasi di una meravigliosa canzonedi Ligabue:

«Quando tutte le parole sai che non ti servon piùquando sudi il tuo coraggio per non startene laggiùquando tiri in mezzo Dio o il destino o chissà cheche nessuno se lo spiega perché sia successo a te.......Quando indietro non si torna quando l'hai capito cheche la vita non è giusta come la vorresti tequando batte un po' di sole dove ci contavi un pòe la vita è un po' più forte del tuo dirle "ancora no"quando la ferita brucia la tua pelle si farà....Sopra il giorno di dolore che uno ha».

Roberta Dho

Margherita e Mirella, come Marta del Vangelo, generose e laboriose

Sorella morte – così la chiamava ilSanto di Assisi perché imparassimo adaccoglierla – non ci lascia mai in pace. Ul-timamente è venuta a prendersi due carepersone, figure caratteristiche della nostraValle, Margherita Dho e Mirella Vinai. Duefisionomie diverse, certo, com’è diversodagli altri ognuno di noi. Per fortuna il Si-gnore non ci ha fatti con lo stampo, macon una fantasia che non può essere chedivina. Ci avete mai pensato: che mono-tonia, che “barba” diremmo noi, se fos-

simo non originali, ma fotocopie!Margherita era tanto esile e discreta -

ciò non le impediva di essere talvolta diuna franchezza pungente - quanto Mirellaera rigogliosa ed espansiva. Mi riferiscoovviamente agli anni passati, quando am-bedue godevano di una certa salute esembravano instancabili, inesauribili.Ognuna di loro teneva un posto insostitui-bile sia nella propria famiglia che nella vitadel nostro piccolo paese cullato dal fluirecontinuo delle acque scese dai monti.

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Ciao Mammina,questa lettera è per te: è come se pun-

tassi lo sguardo verso le stelle e quellapiù bella riuscisse a splendere ancor dipiù perché nutrita dalla lucentezza diqueste parole.

Né io, né Andrea, né Papà avremmomai immaginato che il tuo ultimo giorno divita sarebbe arrivato così all’improvviso eche io oggi sarei stata qui a ricordare labella persona che sei, il tuo coraggio e latua determinazione, il tuo entusiasmo e latua forza, la tua grinta e la tua allegria,infine - ma non per importanza - la tuagenerosità e il tuo altruismo. Sei semprestata con me mamma, ogni momentodella nostra vita lo abbiamo condiviso e

vissuto a pieno anche se io da dieci anninon abitavo più in casa con te e oraqueste parole voglio scriverle perché daquel maledetto 13 febbraio mi manchi,davvero tanto e fa così male che certevolte credo di non farcela.

I tuoi valori, la tua interminabile forzad’animo e il tuo forte attaccamento allavita sono rimasti a Monza che mi regalasempre tante sorprese ma che adesso mirattrista e mi turba qui in questa città chetanto amavi e che non hai mai voluto la-sciare, sono proprio questi tuoi valori adessere rimasti nel mio cuore, ad avermireso quella che sono oggi, orgogliosadella sicurezza con cui affronto tutto e

Oriunde della Valle, Margherita e Mirellavi hanno trascorso tutta la vita. Non si po-teva venire a Corsaglia senza incontrarle,perché lì rimasero sempre, continuamenteintente ad accogliere e ad offrire, nell’esercizio della loro attività, il calore del-l’amicizia.

L’accoglienza spontanea e generosasembrava essere la loro occupazione, illoro mestiere, meglio ancora la loro co-mune vocazione. Per lunghi anni ho po-tuto anch’io, come tanti altri, beneficiaredella loro sincera e schietta attenzione.Non sono mai ripartito da Corsaglia senzaun dolce di Mirella – quanti ne ho divorati,e come si vede, negli anni giovanili! – ouna buona bottiglia e un salame dellacrota di Bastiano, insieme, ovviamente, aqualche richiesta di messe e di preghiereper i loro cari defunti.

L’ ultimo comune incontro con loro è av-venuto nella sala del “Ristorante Corsa-glia”, nell’ultima festa della Madonna delRosario, patrona della Parrocchia. Mirellacamminava a stento e si spostava con dif-

ficoltà, ma non aveva perso nulla dellasua grinta e del suo buon umore; Marghe-rita lasciava trasparire la sua sofferta no-stalgia per l’assenza di Carlo, l’amatosposo e il compagno fedele di tutta unavita. Poi, tutto è andato molto veloce-mente, nelle circostanze che sappiamo, equeste nostre due compaesane se nesono andate in punta di piedi, come senon volessero disturbare nessuno… Ep-pure, eravamo in tanti, tantissimi, nellasempre bella chiesa della Madonna dellaNeve, per dare loro l’ultimo cristiano sa-luto.

Care Margherita e Mirella, mi avetesempre fatto pensare a quella Marta di cuiparla il Vangelo, donna generosa, labo-riosa, intraprendente, che, a Betania, pae-sino appena più grosso di Corsaglia,accoglieva il Maestro con premurosa ospi-talità. Cosi siete state anche voi. Cosi ri-manete nel cuore ospitale di Dio. E nelnostro ricordo nostalgico, dolente, ma maiprivo di eterna speranza.

Don Jean-Pierre

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Ciao RinaDonna di mondo, come avrebbe detto

Totò il noto attore napoletano.Nata a Mentone in Francia, vissuta tra

Ventimiglia e Bordighera con lunghi periodia Fontane con la nonna Marietta e poisposa al suo vero Totò, si trasferisce aMonza.

Elegante quando doveva, simpatica ealla mano, legatissima alle sue origini,veniva a Fontane appena le era possibilee vi trascorreva lunghi periodi di vacanza.La vogliamo ricordare anche per la suaallegria e la sua disponibilità per aiutarcinelle feste paesane.

Memorabili le feste di Carnevale, i balliin piazza, i pigiama party e che dire della... satirica ballata di “Attenti al Lupo”. Pre-cisa e attenta cassiera alle feste di SanBartolomeo e al Banco di Beneficenza,trascinatrice ai giochi dei bambini... Tuttoquesto anche quando la salute ha comin-ciato a vacillare e lei con forza e coraggioa fianco di Totò, Andrea e Giada ha lottatofino all’ultimo con il pensiero di riposareper sempre nella sua amata Fontane, ecosì è stato!!!

Un abbraccio da tutti noi.

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fiera dei rapporti che ho costruito sia nellamia Monza, che da quando mi sono tra-sferita a Fossano. Sai Mamy, c’è un motivoper cui non ti voglio dire che mi manchi:la verità è che non sei mai andata via.Ionon ho ancora la reale percezione che tunon ci sei più, bensì ho la convinzioneche tu ti sia semplicemente allontanataper un po’, come quando con papà anda-vate a farvi le cure termali oppure qualcheviaggetto, per cui io mi aspetto che torni.Ecco perché voglio dirti grazie: certe voltesento un tale vuoto dentro che mi porta aripensare a tutti i nostri momenti trascorsi:le nostre litigate, le nostre passeggiate abraccetto e quando per scherzare ti pren-devo in giro per una parola o un’espres-sione che non riuscivi a pronunciare cor-rettamente, ma sono proprio i ricordi acolmare questo vuoto ed è proprio la tuafigura a darmi la forza e a infondermi quelcoraggio che talvolta mi perdo per strada.Adesso sei lassù, tra il cielo e le montagneche circondano Fontane che tu così tantoamavi e non perdevi occasione per tor-narci… ogni volta che potevi… li ritrovavila tua dimensione e parevi davvero starebene nonostante la malattia probabilmente

perché eri sempre circondata dall’affettodi molte persone che ti hanno voluto dav-vero bene e si sono prodigate per teanche quando tu già non c’eri più. Tiprego mamma, illumina il mio cuore, quellodi Andrea e di Papà, abbraccialo e nutrilocon la tua potente luce, dacci la forza dicontinuare il nostro percorso di vita espianaci la strada per ritrovare la nostrafonte di ossigeno nonostante il macignoche dobbiamo sopportare per averti persacosì velocemente.

Certi dolori non passano, a certi valorici si abitua e certe volte neanche abituarsibasta.

Perdonami mamy per queste lacrimeche continuano a scendere sul mio visoanche mentre ti sto scrivendo e perdonamise i tuoi ultimi sorrisi e le tue ultime racco-mandazioni non mi hanno evitato questatristezza infinita… è che oggi sento piùforte il bisogno di abbracciarti o di telefonarticome spesso facevo e, invece, posso starqui soltanto a scriverti e a immaginare dite. Ma sono sicura che adesso stai bene!

Con infinito amoreGiada

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Carissimo Marco,dopo breve malattia te ne sei andato la-

sciando nel cuore di tutti coloro che tihanno conosciuto un ricordo indelebile.

Eri una persona semplice che sapevafarsi voler bene da chiunque. Per oltretrent’anni sei stato ospite presso la Casadi Riposo “Don Rossi” dove per tantotempo hai svolto la delicata mansione diportinaio con solerzia, attenzione e anchediscrezione. Suonava il campanello e tueri li pronto ad aprire, ad indicare doveandare… della Casa conoscevi tutto etutti perché era diventata la tua famigliad’adozione.. Con la mente torno indietroai tempi in cui con papà Matteo prendevila corriera di Giuanot per venire su a Fon-tane, passavi ai Revelli per andare all’Ubèa trovare zio Gep e famiglia. Quante volteci siamo incontrati, salutavi tutti con unasimpatia particolare che sgorgava dal cuo-re. Anche negli anni più recenti ti faceviaccompagnare da Marita fin lassù per ungiro in paese e soprattutto per una visitaal cimitero dove riposano tanti di coloroche un tempo avevi conosciuto.

Una memoria ferrea la tua nel ricordare

volti e nomi, da invidiare! Eri uno di noinonostante le distanze geografiche, chie-devi sempre notizie di questo e di quellopuntando le mani e il mento sul bastone,scrutando l’interlocutore e scuotendo leg-germente la testa consapevole forse chela realtà del paese, di tuo papà ormai,purtroppo, era ben diversa dai tempi incui eri solito andare. Hai avuto la fortunadi avere al tuo fianco due angeli custodiche mai ti hanno abbandonato: Matteo eMarita. Il primo il Signore l’ha voluto conse anni fa, la seconda ti è sempre statavicino con affetto fino alla fine, ti haaccudito come un figlio insieme alla suafamiglia. Pensando a questo mi viene inmente la Parabola del Buon Samaritano,una pagina di Vangelo vissuta quotidia-namente si può dire, al tuo fianco. Marcoora che hai riabbracciato mamma, papà ei tuoi cari ricordati di noi, volgi il tuosguardo quaggiù e intercedi anche per ilnostro piccolo paese di montagna che haitanto amato e sempre ricordato! Non ti di-menticheremo.

P.

Le nostre copertineLe copertine di questa serie di bollettini, vo-gliono essere un “omaggio” ai pittori chehanno amato la nostra valle e che ne hannoimmortalato, sulle loro tele, i panorami e gliangoli più caratteristici.La loro produzione è molto vasta, noi abbiamoscelto alcuni tra i loro dipinti.Siamo loro riconoscenti per aver aderito esupportato la nostra iniziativa.Vogliamo quindi ringraziare:Francesco Russo Burot e Gianni Vignache ci hanno omaggiato con le loro opere ei famigliari di Arnaldo Colombatto e DarioLiboà per averci concesso di pubblicarle.

Ass. culturale “E Kyé”

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A CURA DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE “E KYÉ”

La sc-pe§£ntzaLai la sc-peřōntza ina gran virtùfacia a posc-ta për tiř$ sue mour£l da kla gentki veg l'avnì piteusc-t zënřent.

La sc-peřōntza it dà ina manpër ruvř$ da ënkeu a adman:ou ialou le neubie ënt ou te ciel?Sc-peřa, adman tout ou sré pì bel.

A kou ciusc d’eiba bouv§iagià sc-burì a ou sc-loung dla via,ou fè sc-peř$ ke daitzia keiki dìl’uvern ou scib bele fnì!

E ke adman, ënk$ ben ënscious,oui sc-ciop la p§im fesc-touskoun fiou, kōnt, koulou§ e vokoun ōřia cëppa e proufum$.

Alouřa la neubia, për ou te ben,pok a la vota is dřeub a ou sřene la sc- peřōntza, virtù benedia,pařei i gōgna la soua partia!

La speranzaÈ la speranza una gran virtùfatta apposta per tirar suil morale di quella genteche vede l'avvenire piuttosto grigio.

La speranza ti dà una manoper arrivare da oggi a domani:ci sono nebbie nel tuo cielo?Spera: domani sarà tutto più bello.

Quel cespo d’erba infreddolita,già sbocciata lungo la via,ti fa sperare che, fra qualche giornol’inverno sia belle che finito!

E che domani, ancora ben timidaesploda la primavera festosacon fiori, canti, colori e voli,con aria tiepida e profumata.

Allora la nebbia, per il tuo benesserepoco alla volta, si apre al serenoe la speranza, benedetta virtù,vince così la sua partita!

Lucia Vinai

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...La mia “carriera militare” ebbe inizio a23 anni, partito nel 1938, dopo due visite ri-vedibili, assegnato al 7° Reggimento Arti-glieria a Cuneo, fui mandato a Dronero e inseguito al Colle della Lombarda per eserci-tazioni.

Nel 1939 si cominciava a parlare di guerra,vennero organizzati dei turni di guardia delladurata di un mese su al Colle della Lombarda,a me toccò gennaio-febbraio.

Nel giugno del 1940, scoppiata la guerra,venni trasferito sopra ai Bagni di Vinadio inValle Stura, al lago di San Bernolfo, rimasilì per la durata della guerra con la Francia,circa 7-8 giorni.

In seguito fui trasferito con il treno a Po-stumia, sul confine con la Jugoslavia, doverimasi per tutta l'estate del 1940.

In autunno tornai a Demonte, nel frattempoera in atto la guerra d'Africa dove l'Italiaperse tutto.

Dopo un mese in caserma, venni mandatoa Cremona, dove restai per venti giorniprima di partire per l'Albania, già occupatain precedenza dall'Italia, dove si combattevacontro la Grecia.

In un primo momento le truppe italianevennero respinte, poi vinsero.

La guerra durò da novembre ad aprile, lecondizioni di vita erano disastrose, eravamonel fango, i viveri erano scarsi. Dopo lavittoria una parte dell'esercito venne rimpa-triata. Io fui mandato in Grecia (foto) a pre-sidiare e venni destinato al Comando diPiazza Atene.

Qui le condizioni di vita erano migliori, la

paga era abbastanza buona, si potevano man-dare dei soldi a casa, io venni nominato ser-gente maggiore.

In sette anni e tre mesi ottenni quattro li-cenze, la prima da Vinadio di 12 giorni. Laseconda dai Bagni di Vinadio con licenzaagricola di 60 + 20 giorni con la proroga nel1939. La terza dalla Grecia di 30 giorni piùil viaggio. Raggiunsi l'Italia su una barca dinome “Piemonte”, rientrai per la vigilia diNatale, ad un certo punto suonò l'allarmeper circa mezz'ora, dicevano che c'era unsommergibile anglo-americano che stava perattaccare, ma non accadde nulla. La quartalicenza, sempre dalla Grecia, fu di 30 giornipiù il viaggio, in aereo tedesco, ero l'unicosoldato in mezzo a civili, da Tatoi arrivammo

Testimonianza raccolta dai nipoti Anna, Chiara e Marco Vinai

Ricordare è un dovere e noi, per non dimenticare, pubblichiamo volentieri la testimonianza di Matteo Vinai (Mate§in dla F§era) 1915-2011

Sette anni della vita di nostro nonno1938-1945

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a Bari, era la primavera del 1943, ritornai intreno, con una viadotta diretta per la Grecia,che partiva da Mestre. Questa fu la miaultima “vacanza”.

Una delle situazioni più brutte in cui misono trovato fu durante il viaggio dall'Albaniaverso la Grecia: a bordo di un trattore cherimorchiava un cannone, l'autista, nel tentativodi un sorpasso, frenò di colpo e il peso delcannone spinse il trattore in una scarpata,per fortuna non si capovolse ( sarebbe statala morte per tutti). Venni messo in punizioneper cinque giorni dal Capitano Aghisi e dalCap. Bresciano, perchè come sergente mag-giore non avrei dovuto consentire il sorpas-so.

IL VIAGGIO VERSO NEUMUNSTERE LA PRIGIONIA

Quando si ebbe notizia dell' armistiziodell' 8 settembre 1943, il capitano ci spiegòla situazione, raccomandando di stare insiemeal gruppo: prima o dopo, tanto o poco qual-cuno avrebbe provveduto, a uno solo, nessunoavrebbe pensato.

In seguito i tedeschi ci chiesero di deporrele armi e fummo fatti prigionieri, caricati suun treno in vagoni bestiame. Durante il viag-gio ci diedero qualche galletta (specie di fo-caccia dura) e della brodaglia. Non ci furonotentativi di fuga, perchè non si conoscevanoi nemici, la lingua, non si avevano cibo, ve-stiario e scarpe.

Dopo 8 giorni di viaggio, completamenteignari della nostra meta, giungemmo a Neu-munster, vicino ad Amburgo nella Germaniadel Nord, qui fummo divisi in diverse squadrecon: francesi, olandesi, belghi, russi.

All'arrivo nel campo, primi di tutti chia-marono gli ufficiali, poi i fascisti e in ultimoi soldati.

Era una zona di pianura, campi recintaticon filo spinato e guardie, c'era sempre lanebbia e faceva freddo. Si viveva in una ba-

racca di legno, con i letti a castello e duecoperte.

Le squadre di lavoro erano composte dacirca 70-80 persone, adibite al magazzinoviveri, ai lavori in campagna, sulla ferrovia,si lavorava dalle 7 del mattino alle 6 di sera,tutti i giorni tranne la domenica, giorno de-dicato alla pulizia personale e a togliere ipidocchi!

Tutte le sere dopo l'appello veniva tolta lacorrente e chiudevano i cancelli con lecatene. C'era un bidone per i bisogni. Ilmangiare era scarso: al mattino caffè (unabrodaglia nera), minestra di verdura,alla serauna fetta di pane. Un pane nero dovevabastare per sette persone, ma la squadra eradi circa 70-80 persone così le fette venivanosorteggiate.

Nel 1944 a molti venivano dei bubboni,forse a causa di mangiare sempre patate, ame ne vennero tre: uno sul collo (7-8 giorni),uno sotto l'ascella (un prigioniero medico loincise), il terzo sull'orecchio, venne tagliato:un dottore belga e un infermiere mi disseroche mi avrebbero operato. Venni messo suun lettino, mi posero sul viso un pannoumido e mi fecero contare fino a 13, mi ad-dormentai, al risveglio tutto era terminato.

Durante la prigionia si potevano mandaredelle cartoline con la scritta: “cric* - krieg (guerra)”, “ghefande* - gefangene (prigioniero)”.Altre parole utilizzate:arbait* - arbeiten (lavoro)raus* - raus (fuori)Kranc* - krank (ammalato)caput* - …………. (perdere)Kartoffel* - kartoffeln (patate)imerleste* - immer letzte (sei sempre l'ultimosveglia)Kaine* - nessunlazaret* - ……...(infermeria)rassia* - rasienen (fatti la barba)* termine pronunciato da nonno Matteo

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Gli ammalati venivano portati via e nonse ne sapeva più nulla.

Tra i tedeschi c'erano anche persone piùumane, uno in particolare, quando arrivavaun superiore che sorprendeva qualcuno anon lavorare, si assumeva la colpa, dicendoche era stato un suo ordine.

Uno de prigionieri, quando suonava l'al-larme, non cercava mai rifugio, ma rimanevanella sua branda. Alla fine della guerra dopoaver salutato tutti, tornò a casa da solo e nonse ne seppe più nulla.

A Natale del 1944 venne fatto un alberodove ognuno metteva qualcosa: una saponetta,una sigaretta, del pane, registrando un elencocon l'indicazione di quello che ognuno avevamesso e firmato da tutti.

Qui trovai due amici: Rastelli Dante, cheora abita a Rho, vicino a Milano, nato nel1917 e Priori Aldo di Cremona, morto nel1998. Come carissimi fratelli dividevamoogni cosa con amicizia.

Mai nessuno tentò di scappare.Durante i bombordamenti suonava l'allar-

me.Sempre nel 1944, verso i Santi, un pome-

riggio durante uno di questi bombardamenti,la baracca venne distrutta dal fuoco, ci ri-masero solo più i pantaloni strappati cheavevamo indosso.

Dopo andammo in un fabbricato con deifrancesi. Al mattino seguente Priori marcòvisita e quindi non si presentò al lavoro,andò sul luogo dove sorgeva la baracca e trale ceneri recuperò un anello che valevamezzo milione di dracme, acquistato insiemein Grecia, con il ricavato di coperte e pisto-le.

Quando la guerra fu terminata tagliammol'anello a metà con Priori.

I francesi che ci ospitavano erano moltocordiali, ci davano dei vestiti, non c'eranopiù le recinzioni, ma eravamo sempre sor-

vegliati.

FINE DEL CONFLITTO E RITORNO A CASA

I francesi avevano una radio e tramite lorosi avevano notizie della guerra che terminòl'8 maggio, ma già dai primi giorni di maggiosi vedevano i segnali della fine del conflitto:i soldati posavano le stellette e si vestivanoin borghese.

Non si doveva più lavorare, non c'eranopiù controlli, ma la grande distanza non per-metteva di andare via.

Arrivarono gli inglesi e gli americani, mail cibo era sempre fornito dai tedeschi, inbidoni caricati su un carro trainato da caval-li.

Gli inglesi non si interessavano di noi.Verso il 20 di agosto vennero organizzate

delle tradotte, gli italiani erano i più malvistida tutti. Venne data la precedenza ai russi,olandesi, francesi, belghi. Occorrevano circa4 giorni per il ritorno, al valico del Brennero,sul confine con l'Austria, le strade si divide-vano, ognuno per la propria destinazione, silasciavano gli amici.

Arrivai a Torino, poi Fossano, sostai peruna notte presso un centro di accoglienza ilvenerdì sera, il ponte sullo Stura era statodistrutto, si attraversava a piedi, poi in trenoda Breolungi a Mondovì, infine in biciclettafino a Fontane.

Fino al 1944 c'erano state delle corrispon-denze con la famiglia, dopo la metà del1944 più nessuna notizia.

Dopo 7 anni tornavo a casa, la mammanon c'era più, morta nel 1944, zio Luigi eraandato in Russia, dove si era rotto unagamba, rimpatriato, rimase in Veneto conAldo del Filun, Piero e Ugo. Poi insiemetornarono a casa: una vera sorpresa per tutti.Zia Rita era ancora a casa.

Il diario di Rastelli andò distrutto ma luilo riscrisse.

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Per il Bollettino

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a tutti i lettoriAuguri di

BBuuoonnaa PPaassqquuaa!!

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ENTRATERedditi fabbricati 6.040,00

Elemosine ordinarie in chiesa 4.606,00

Elemosine straordinarie in chiesa 2.000,00

Offerte raccolte a mano 8.145,00

Banco di beneficenza 1.575,00

TOTALE ENTRATE 22.366,00

Parrocchia S. Bartolomeo Fontane • Resoconto Anno 2018USCITEManutenzione (fabbricati, campane, impianti vari) 7.454,00Imposte 1.584,55Assicurazioni 960,00Energia elettrica 1.533,50Cera, fiori, materiali pulizia, ecc. 1.550,00Varie 592,00Uscite straordinarie 3.397,47

TOTALE USCITE 17.071,52

Rimanenza anno 2017 6.795,42

Entrate anno 2018 22.366,00

Totale entrate 29.161,42

Uscite anno 2018 17.071,52

Rimanenza anno 2018 12.089,90

ENTRATE

Off. matrimonio Bottero - Toscano 100,00Off. in suff. Mirella Basso 220,00Off. Corsaglia Mamino Paolo 200,00Off. Bottero Aragno (Rocca de’ Baldi) 100,00Rimborso ENEL Canonica Griseri 115,00Off. in suff. Nasi Carlo Dho Margherita 500,00Off. Pia Persona 60,00Off. in chiesa a Corsaglia 2.095,00Da Diocesi Mondovì 95,25Affitto da Telecom 1.480,00Off. San Rocco nominativa 600,00Off. San Rocco Lanza e Bottero 100,00Off. festa di San Rocco 340,58Off. Seccata nominativa 1.100,00

Totale 7.105,83

Parrocchia Corsaglia - Seccata - S. Rocco • Resoconto Anno 2018USCITEAbbonamento ECAT campane 256,20

Polizza Assicuraci 792,00

Acquisto ostie e candele 50,00

Pagamento TARI 271,00

ENEL totale (3 chiese e casa canonica) 1.840,65

Mondo Acqua 22,54

Pagamenti Agenzia Entrate 1.298,00

Spese Bancarie 248,90

Totale 4.779,29

Da parte del Consiglio PastoraleLa segretaria Roberta Dho

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