Una ricetta per progettare · per progettare Per la decorazione 250 ml di panna fresca da montare...

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Ecco la ricetta ideale per preparare un dolce veloce per la merenda del pomeriggio dei miei figli. Una ricetta per progettare Per la decorazione 250 ml di panna fresca da montare Ho scelto di cucinare un rotolo alla crema di cioccolato e nocciole. Ho dichiarato che il dolce realizzato servirà per la merenda dei miei figli: quindi un dolce relativamente semplice, goloso e veloce da cucinare. Proprio perché serve per una merenda pomeridiana in famiglia, ho deciso di non decorare il dolce con la panna. Un momento fondamentale nella stesura di un progetto per una attività da realizzare con la classe è definire chiaramente gli obiettivi che si intendono raggiungere, in base ai bisogni. Un’analisi dei bisogni espliciti e impliciti nasce sempre dall’osservazione attenta del contesto. Se gli obiettivi sono chiari, rispondo- no ai bisogni e la scelta dell’attività ècongruente con gli obiettivi, siamo nella direzione giusta per realizzare un’attività efficace. Progettare un’attività efficace è un momento di riflessione e scelte: non esiste un’attività efficace se non in relazione a obiettivi specifici, a chi è rivolta e ai bisogni che ha. Prima di iniziare mi assicuro di avere tutti gli ingredienti a disposizione. Anche se non è specificato nella ricetta, mi assicuro anche di avere ciotole, fruste etc. pulite e pronte da utilizzare. Predisporre materiali e setting è un passaggio fondamentale per lo svolgimento dell’attività. Mi devo assicurare di avere materiali per tutti e prevedere che tipo di setting mi serve perché l’attività sia svolta al meglio. Per esempio, una diversa disposizio- ne dei banchi già è un segnale che non stiamo svolgendo una classica “lezione” frontale: anche per il docente è un modo di ricordare che si sta passando da un tipo di trasmissione prevalentemente cognitiva ad una facilitazione priva di giudizio, che privilegia la narrazione di vissuti e emozioni. Altre premesse che non sono scritte nella ricetta: la cucina deve essere pulita, le superficie sgombre; inoltre devo avere voglia di fare un dolce; magari mentre cucino posso mettere un po’ di musica per rilassarmi. Un momento fondamentale per la riuscita dell’attività è l’apertura: una attivazione, un gioco di sblocco, la visione di un filmato possono creare il giusto clima di accoglienza, fiducia e interesse che favorisce l’ascolto, la partecipazione, l’empatia, la collaborazione. Per realizzare il rotolo mi occorrono circa 10 minuti di preparazione, 10 di cottura, 5 per assemblare il dolce, 15 minuti per farlo raffreddare. È importantissimo per la riuscita dell’attività calcolare bene i tempi di realizza- zione: le attività in gruppo o sottogruppi hanno il vantaggio di coinvolgere molto e tutti, ma proprio per questo spesso si protraggono più del previsto. Il rischio che si corre è di dover concludere velocemente l’attività, troncare discussioni, saltare passaggi fondamentali, non dare il tempo a chi è più timido di esprimersi. Se i tempi sono ristretti, semplificate l’attività o suddividetela in momenti diversi, per esempio assegnando attività preparatorie come lavori individuali in altre ore o a casa. La ricetta prevede di mescolare ingredienti differenti, con movimenti delicati, incorporare a filo o cucchiaio per cucchiaio. Un cuoco procede per piccoli passi e con attenzione. Il passaggio dal lavoro di gruppo al gruppo di lavoro ha bisogno di tempi lunghi. Prediligete, specialmente all’inizio, gruppi piccoli, con ruoli assegnati ben definiti. Il cooperative learning ci ricorda che il primo gruppo di lavoro è la coppia. Se l’attività prevede sottogruppi, spesso ci chiediamo come comporli: per competenze? Dividendo gli elementi più problematici? Non esiste una risposta univoca. Tuttavia il suggerimento principale è di formare gruppi eterogenei. Formare coppie o gruppi in modo casuale che lavorino insieme per tempi limitati, è una strategia utile se si vuole creare clima di accettazione reciproca e favorire l’interazione tra tutti. Il dolce deve cuocere circa 10 minuti: si consiglia di curare il forno affinché la pasta non risulti troppo biscottata. Non basta una buona ricetta per fare un buon dolce, ma occorre un cuoco capace. Il docente, che nelle attività di educazione socio-affettiva riveste il ruolo di facilitatore, osserva costantemente e monitora la ‘temperatura’ del clima relazionale della classe: l’efficacia del progetto non dipende dall’aver eseguito tutti i passaggi, quanto dall’essere riusciti a cogliere e accogliere le dinamiche relazionali portate dal gruppo classe e dai singoli alunni. Tra le altre cose non scritte, c’è l’importanza di mantenere le superfici della cucina pulite e sufficiente-mente ordinate durante l’esecuzione della ricetta. Le attività di educazione emotiva richiedono ai ragazzi di comuni- care e partecipare: questo può generare rumore e confusione ed è sintomo che l’attività sta funzionando. Tuttavia, è importante ricordare agli alunni l’ascolto e l’attenzione reciproca, il non giudizio, il rispetto dei turni di comunicazione. In caso di troppa confusione e non rispetto delle regole, si può interrompere l’attività per ritrovare il clima favorevole allo scambio. La ricetta ha un procedimento preciso da leggere attentamente prima di iniziare a cucinare. Prima di proporre un lavoro di gruppo, è necessario impiegare un tempo adeguato ad esplicitare le consegne e partire quando sono chiare a tutti. Non è un tempo perso, ma un tempo che permette all’attività di svolgersi in modo sereno. Nella ricetta a un certo punto ci viene chiesto di montare a neve ben ferma gli albumi. Abbiamo esplicitato cosa significa o lo diamo per scontato? Spesso nelle nostre attività di gruppo diamo per scontate le competenze relazionali che ci aspettiamo che i ragazzi mettano in gioco per creare un’interdipendenza positiva. Le competenze di convivenza civile o life skills non sono mai da dare per scontate. Ai ragazzi vanno esplicitati gli obiettivi relazionali che ci aspettiamo che raggiugano: non sono un prerequisito per l’attività di gruppo, ma -come tutti gli apprendimenti- si ottengono se ci si lavora costantemente e si esercitano quotidianamente. Il nostro stesso modo di comunicare, condurre le attività e metterci in gioco fa da modello relazionale per i ragazzi. La ricetta si conclude quando il dolce viene servito in tavola, tagliato a fette. I ragazzi imparano facendo e partecipando: il processo è più importante del prodotto finale, ma se c’è la possibilità, è stimolante valorizzare ciò che si è prodotto nell’attività e mostrarlo ad altri gruppi o altre classi, docenti, genitori. Ma alla fine il rotolo era buono? È stato mangiato volentieri? Era la scelta giusta per la merenda? Ho incontrato difficoltà nel realizzarlo? Una fase importante del progetto è la verifica, che il docente deve assolutamente fare già con la classe (autovalutazione). La verifica e valutazione va fatta anche se l’attività è andata bene, proprio per evidenziare le buone prassi da ripetere: cosa abbiamo imparato? Quali competenze abbiamo messo in gioco? Se invece ci sono state criticità, come in una ricetta, ricordiamo che può succedere che non tutto vada bene al primo colpo: dobbiamo pensare che i cambiamenti si vedono nel lungo periodo e conside- rare le criticità come opportunità di conoscere meglio la classe, le relazioni e i bisogni su cui lavorare nel futuro. Le attività di prevenzione e promozione vanno proposti con la consapevolezza che sono progetti complessi e vedono molti attori in gioco (docenti, genitori, l’ambiente socio-culturale, il territorio e non ultimi i ragazzi stessi): ognuno concorre a favorire (o ostacolare) il cambiamento. Ma la parte che può fare ognuno non è sostituibile. 3 5 6 7 8 9 10 11 Ingredienti 3 uova 120 g di zucchero 60 g di farina 60 g di fecola 60 g di olio di mais 1/2 bustina di lievito Rotolo goloso Per la crema crema spalmabile alla nocciola e cioccolato 40’ 1 2 Quando si è raffreddato, ricoprire con panna montata. Servite tagliato a fette. 4 Separare i tuorli dagli albumi e montare a neve ben ferma questi ultimi. Procedimento Procedimento Montare a lungo i tuorli con lo zucchero; sempre sbattendo con le fruste, aggiungere l'olio a filo, quindi la farina e la fecola poco per volta; aggiungere il lievito Incorporare gli albumi montati a neve con movimenti delicati dall’alto verso il basso. Stendere il composto sulla placca da forno ricoperta di carta forno e cuocere in forno statico a circa 180 gradi per circa 10 minuti: guardate il dolce mentre cuoce e non appena la superficie si colora, estrarre dal forno. Disporre il dolce su un piano e spalmarlo velocemente di crema alla nocciola e cioccolato. Aiutandovi con la carta forno arrotolate il dolce: partite facendo una prima piega bene stretta e staccando delicatamente la carta forno, fino ad arrotolarlo completamente. Richiudetelo con la carta forno per tenerlo in forma. “Si cucina sempre pensando a qualcuno, altrimenti stai solo preparando da mangiare”. Il docente facilitatore ha un ruolo centrale non solo nello svolgimento dell’attività, ma nella quotidianità. Si mette in gioco ed è disponibile alla formazione, arricchendo le sue conoscenze specifiche e competenze comunicative e relazionali. Ma soprattutto mette sempre al centro i bambini e i ragazzi e riconosce, attiva, orienta con fiducia le risorse dei ragazzi. E il cuoco? CORSO ONLINE CYBERBULLISMO ED EDUCAZIONE AL DIGITALE

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Ecco la ricetta ideale per preparare un dolce veloce per la merenda del pomeriggio dei miei figli.

Una ricetta per progettare

Per la decorazione250 ml di panna fresca da montare

Ho scelto di cucinare un rotolo alla crema di cioccolato e nocciole. Ho dichiarato che il dolce realizzato servirà per la merenda dei miei figli: quindi un dolce relativamente semplice, goloso e veloce da cucinare. Proprio perché serve per una merenda pomeridiana in famiglia, ho deciso di non decorare il dolce con la panna. Un momento fondamentale nella stesura di un progetto per una attività da realizzare con la classe è definire chiaramente gli obiettivi che si intendono raggiungere, in base ai bisogni. Un’analisi dei bisogni espliciti e impliciti nasce sempre dall’osservazione attenta del contesto. Se gli obiettivi sono chiari, rispondo-no ai bisogni e la scelta dell’attività ècongruente con gli obiettivi, siamo nella direzione giusta per realizzare un’attività efficace. Progettare un’attività efficace è un momento di riflessione e scelte: non esiste un’attività efficace se non in relazione a obiettivi specifici, a chi è rivolta e ai bisogni che ha.

Prima di iniziare mi assicuro di avere tutti gli ingredienti a disposizione. Anche se non è specificato nella ricetta, mi assicuro anche di avere ciotole, fruste etc. pulite e pronte da utilizzare. Predisporre materiali e setting è un passaggio fondamentale per lo svolgimento dell’attività. Mi devo assicurare di avere materiali per tutti e prevedere che tipo di setting mi serve perché l’attività sia svolta al meglio. Per esempio, una diversa disposizio-ne dei banchi già è un segnale che non stiamo svolgendo una classica “lezione” frontale: anche per il docente è un modo di ricordare che si sta passando da un tipo di trasmissione prevalentemente cognitiva ad una facilitazione priva di giudizio, che privilegia la narrazione di vissuti e emozioni.

Altre premesse che non sono scritte nella ricetta: la cucina deve essere pulita, le superficie sgombre; inoltre devo avere voglia di fare un dolce; magari mentre cucino posso mettere un po’ di musica per rilassarmi.Un momento fondamentale per la riuscita dell’attività è l’apertura: una attivazione, un gioco di sblocco, la visione di un filmato possono creare il giusto clima di accoglienza, fiducia e interesse che favorisce l’ascolto, la partecipazione, l’empatia, la collaborazione.

Per realizzare il rotolo mi occorrono circa 10 minuti di preparazione, 10 di cottura, 5 per assemblare il dolce, 15 minuti per farlo raffreddare. È importantissimo per la riuscita dell’attività calcolare bene i tempi di realizza-zione: le attività in gruppo o sottogruppi hanno il vantaggio di coinvolgere molto e tutti, ma proprio per questo spesso si protraggono più del previsto. Il rischio che si corre è di dover concludere velocemente l’attività,troncare discussioni, saltare passaggi fondamentali, non dare il tempo a chi è più timido di esprimersi. Se i tempi sono ristretti, semplificate l’attività o suddividetela in momenti diversi, per esempio assegnando attività preparatorie come lavori individuali in altre ore o a casa.

La ricetta prevede di mescolare ingredienti differenti, con movimenti delicati, incorporare a filo o cucchiaio per cucchiaio. Un cuoco procede per piccoli passi e con attenzione. Il passaggio dal lavoro di gruppo al gruppo di lavoro ha bisogno di tempi lunghi. Prediligete, specialmente all’inizio, gruppi piccoli, con ruoli assegnati ben definiti. Il cooperative learning ci ricorda che il primo gruppo di lavoro è la coppia. Se l’attività prevede sottogruppi, spesso ci chiediamo come comporli: per competenze? Dividendo gli elementi più problematici? Non esiste una risposta univoca. Tuttavia il suggerimento principale è di formare gruppi eterogenei. Formare coppie o gruppi in modo casuale che lavorino insieme per tempi limitati, è una strategia utile se si vuole creare clima di accettazione reciproca e favorire l’interazione tra tutti.

Il dolce deve cuocere circa 10 minuti: si consiglia di curare il forno affinché la pasta non risulti troppo biscottata. Non basta una buona ricetta per fare un buon dolce, ma occorre un cuoco capace. Il docente, che nelle attività di educazione socio-affettiva riveste il ruolo di facilitatore, osserva costantemente e monitora la ‘temperatura’ del clima relazionale della classe: l’efficacia del progetto non dipende dall’aver eseguito tutti i passaggi, quanto dall’essere riusciti a cogliere e accogliere le dinamiche relazionali portate dal gruppo classe e dai singoli alunni.

Tra le altre cose non scritte, c’è l’importanza di mantenere le superfici della cucina pulite e sufficiente-mente ordinate durante l’esecuzione della ricetta. Le attività di educazione emotiva richiedono ai ragazzi di comuni-care e partecipare: questo può generare rumore e confusione ed è sintomo che l’attività sta funzionando. Tuttavia, è importante ricordare agli alunni l’ascolto e l’attenzione reciproca, il non giudizio, il rispetto dei turni di comunicazione. In caso di troppa confusione e non rispetto delle regole, si può interrompere l’attività per ritrovare il clima favorevole allo scambio.

La ricetta ha un procedimento preciso da leggere attentamente prima di iniziare a cucinare. Prima di proporre un lavoro di gruppo, è necessario impiegare un tempo adeguato ad esplicitare le consegne e partire quando sono chiare a tutti. Non è un tempo perso, ma un tempo che permette all’attività di svolgersi in modo sereno.

Nella ricetta a un certo punto ci viene chiesto di montare a neve ben ferma gli albumi. Abbiamo esplicitato cosa significa o lo diamo per scontato? Spesso nelle nostre attività di gruppo diamo per scontate le competenze relazionali che ci aspettiamo che i ragazzi mettano in gioco per creare un’interdipendenza positiva. Le competenze di convivenza civile o life skills non sono mai da dare per scontate. Ai ragazzi vanno esplicitati gli obiettivi relazionali che ci aspettiamo che raggiugano: non sono un prerequisito per l’attività di gruppo, ma -come tutti gli apprendimenti- si ottengono se ci si lavora costantemente e si esercitano quotidianamente. Il nostro stesso modo di comunicare, condurre le attività e metterci in gioco fa da modello relazionale per i ragazzi.

La ricetta si conclude quando il dolce viene servito in tavola, tagliato a fette. I ragazzi imparano facendo e partecipando: il processo è più importante del prodotto finale, ma se c’è la possibilità, è stimolante valorizzare ciò che si è prodotto nell’attività e mostrarlo ad altri gruppi o altre classi, docenti, genitori.

Ma alla fine il rotolo era buono? È stato mangiato volentieri? Era la scelta giusta per la merenda? Ho incontrato difficoltà nel realizzarlo? Una fase importante del progetto è la verifica, che il docente deve assolutamente fare già con la classe (autovalutazione). La verifica e valutazione va fatta anche se l’attività è andata bene, proprio per evidenziare le buone prassi da ripetere: cosa abbiamo imparato? Quali competenze abbiamo messo in gioco? Se invece ci sono state criticità, come in una ricetta, ricordiamo che può succedere che non tutto vada bene al primo colpo: dobbiamo pensare che i cambiamenti si vedono nel lungo periodo e conside-rare le criticità come opportunità di conoscere meglio la classe, le relazioni e i bisogni su cui lavorare nel futuro. Le attività di prevenzione e promozione vanno proposti con la consapevolezza che sono progetti complessi e vedono molti attori in gioco (docenti, genitori, l’ambiente socio-culturale, il territorio e non ultimi i ragazzi stessi): ognuno concorre a favorire (o ostacolare) il cambiamento. Ma la parte che può fare ognuno non è sostituibile.

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Ingredienti3 uova120 g di zucchero60 g di farina

60 g di fecola60 g di olio di mais1/2 bustina di lievito

Rotolo goloso

Per la cremacrema spalmabile allanocciola e cioccolato

40’

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Quando si è raffreddato, ricoprire con panna montata. Servite tagliato a fette.

4Separare i tuorli dagli albumi e montare a neve ben ferma questi ultimi.

ProcedimentoProcedimento

Montare a lungo i tuorli con lo zucchero; sempre sbattendo con le fruste, aggiungere l'olio a filo, quindi la farina e la fecola poco per volta; aggiungere il lievito

Incorporare gli albumi montati a neve con movimenti delicati dall’alto verso il basso.

Stendere il composto sulla placca da forno ricoperta di carta forno e cuocere in forno statico a circa 180 gradi per circa 10 minuti: guardate il dolce mentre cuoce e non appena la superficie si colora, estrarre dal forno.

Disporre il dolce su un piano e spalmarlo velocemente di crema alla nocciola e cioccolato.

Aiutandovi con la carta forno arrotolate il dolce: partite facendo una prima piega bene stretta e staccando delicatamente la carta forno, fino ad arrotolarlo completamente.

Richiudetelo con la carta forno per tenerlo in forma.

“Si cucina sempre pensando a qualcuno, altrimenti stai solo preparando da mangiare”. Il docente facilitatore ha un ruolo centralenon solo nello svolgimento dell’attività, ma nella quotidianità. Si mette in gioco ed è disponibile alla formazione, arricchendo le sue conoscenze specifiche e competenze comunicative e relazionali. Ma soprattutto mette sempre al centro i bambini e i ragazzi e riconosce, attiva, orienta con fiducia le risorse dei ragazzi.

E il cuoco?

CORSO ONLINECYBERBULLISMO ED EDUCAZIONE AL DIGITALE