Una ricerca artistica senza fine

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PierLuigi Albini UNA RICERCA ARTISTICA SENZA FINE ATTUALITÀ DEL FUTURISMO Spunti interpretativi per una visita alla Mostra sul Futurismo Roma, Palazzo delle Esposizioni luglio 2001 revisione .pdf novembre 2010

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Preparazione alla visita di una mostra sul Futrismo

Transcript of Una ricerca artistica senza fine

PierLuigi Albini

UNA RICERCA ARTISTICA SENZA FINE

ATTUALITÀ DEL FUTURISMO

Spunti interpretativi per una visita alla Mostra sul Futurismo

Roma, Palazzo delle Esposizioni

luglio 2001

revisione .pdf novembre 2010

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Non aspettatevi, da questa

chiacchierata, una specie di pre-guida

alla Mostra sul Futurismo in corso al

palazzo delle Esposizioni di Roma.

Non l‟ho nemmeno vista, ancora.

Piuttosto, l'obiettivo di questa

iniziativa riguarda un certo modo di

vedere il fenomeno „Futurismo‟.

Cercheremo di individuare insieme

una chiave di lettura che – con l'aiuto

delle immagini che verranno

proiettate – ci dovrebbe permettere di

vedere poi la Mostra, avendo un‟idea

più precisa di dove si colloca il

Futurismo nelle vicende del

Novecento. Ma, soprattutto, quali

rapporti possiamo immaginare che ci

siano tra il futurismo e noi, visto che

tutto si può dire di questo movimento, ma non che non abbia avuto nipotini numerosi. E che, come

cercherò di dimostrare, ha anticipato temi e problemi che ci occupano intensamente anche oggi. Almeno,

questa è la mia lettura.

[tecnica ancora divisionista del dipinto]

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Umberto Boccioni: “Noi ci siamo chiamati i primitivi di una nuova sensibilità non completamente

trasformata, perché sentiamo alle volte in noi l‟incertezza dei primitivi nella ricerca del mezzo adeguato

per esprimerlo e lo stupore per lo spettacolo che ci circonda”. Dunque, una nuova sensibilità visiva,

un'estetica che ci faccia capire il mondo moderno. Una rivoluzione antropologica [questa è una parola

chiave che dobbiamo tenere in mente]: ossia il superamento dell'inadeguatezza del vecchio uomo e di

tutto il suo bagaglio mentale rispetto al mondo moderno; insomma, per i futuristi ci sarebbe una specie di

'ritardo evoluzionistico'

Il contesto: età del positivismo, del simbolismo (ritorno dello spiritualismo) e della reazione

idealista; delle innovazioni tecniche (fotografia, telefono, automobile, strade ferrate, aereo, fonografo

ecc.) …

[tecnica tra il divisionista e il pointillisme, ma

già ricerca della dinamicità]

La situazione in Italia (Italietta): le

condizioni sociali arretrate e il persistenza di

una struttura agricola, lo sviluppo

industriale tuttavia incipiente, specialmente

nel nordovest, il protezionismo, le imprese

coloniali, l'irredentismo. Caratteristiche

antiromane del futurismo (quello della Lega non è una gran novità). Il futurismo fu in

Italia una forma di reazione alla tradizione

di Roma e fu di moda in Italia fino al 1919

nel movimento vociano e futurista: il tema è

quello della lotta al burocratismo, e contro

la retorica tradizionale e accademica

(„uccidete il chiaro di Luna‟); AntiVenezia:

[che è poi, più o meno, come verrà

realizzata Porto Marghera]

atteggiamento antiromantico e

antiaccademico; perciò anche

AntiFirenze (Papini), e contro

l'economia del turismo (tutti

commercianti e albergatori),

vendiamo all'estero i beni culturali

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Mi sembrano temi di grandissima

attualità e di vivace discussione

Caratteri del

Futurismo: i debiti culturali

maggiori riguardano l'idealismo e il

pensiero negativo di Schopenhauer

(e il suo antifemminismo), il

superuomo di Nietzsche,

l'intuizionismo di Bergson, il

positivismo, più Herbert Spencer e,

alla lontana, anche Voltaire e

Rousseau, ma anche Gentile e il

pragmatismo di Henri James

(ripresi da Papini e Prezzolini con il

movimento fiorentino). Nel campo

dell'arte il debito (riconosciuto dai

futuristi) riguarda ovviamente gli

impressionisti, ma poi anche la scapigliatura milanese e il divisionismo …[tecnica]. Un po' troppo un

patchwork culturale. Un frullato non amalgamato di tendenze contraddittorie, tutte accolte e unificate

nell'individualismo che scardina i limiti imposti dalla cultura e dalla società, nel mito della giovinezza e

dell'opposizione violenta al passato. Per certi versi, ma solo per certi versi, una situazione che ricorda da

vicino l'attuale condizione postmoderna. Poi, un anticlericalismo violento, antivaticano e antipapista (che

si stempererà con il tempo).

Lo Zarathustra di Nietzsche, il

superuomo che dovrà nascere

per adeguarsi alla vita moderna,

superando l‟uomo del

classicismo e del cristianesimo,

sente però il disagio del

presente rifugiandosi

nell‟avvenire, cioè evadendo..

cerca, senza riuscirci fino in

fondo evidentemente, un

aggancio con la trasformazione

sociale. Invece il Futurismo è

stato anche un tentativo di

saldatura tra scientismo e

irrazionalismo: della loro

risoluzione in una sintesi più

alta: un'operazione secondo me

impossibile, destinata a

naufragare sempre ma che è di

nuovo attuale oggi.

[inquietudini culturali];

il tema della sperimentazione artistica permanente. Siamo alle radici dell'arte moderna: non è che prima

non ci fosse sperimentazione, ma nessun movimento ne aveva fatto l‟oggetto della propria arte, almeno

non al livello toccato dal Futurismo, se pensiamo all‟Impressionismo e al Divisionismo, cui il Futurismo

deve ovviamente molto. Il Novecento è stato un grande secolo per l'arte: non c'è mai stata prima un'epoca

così vivace e multiforme nella sperimentazione artistica.

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[dipinto dopo un

soggiorno, nel 1911, in

Francia; influenze cubiste:

un cavallo montato passa al

galoppo, in un paesaggio

moderno (tralicci);

elasticità=compenetrazione

delle cose, dello sguardo,

della memoria e della

velocità]

Quasi all'improvviso,

l'arte ha aperto tutte le

porte e le finestre della

rappresentazione, il

dentro e il fuori

dell'uomo, il sotto e il

sopra del mondo, il bello

e il brutto come

protagonisti estetici. Una

conquista progressiva di

tutti i possibili gradi di

libertà. All'origine di questa esplosione c'è la scienza, c'è la sua espansione progressiva e inarrestabile. E

c'è la prima avanguardia moderna: il Futurismo. D'altra parte, le arti non potevano più competere con la

fotografia sul piano della riproduzione della realtà e persino della sua interpretazione, perché anche la

fotografia si faceva arte. Le arti tradizionali sono state così costrette a passare dalla rappresentazione

dell'esterno e del concreto a quelle dell'interno e dell'astratto. (P. Odifreddi) Come è accaduto anche per

una parte importante della letteratura del Novecento. Pensiamo a Proust e a Joyce, ma anche a Kafka, e

non solo a loro, ovviamente.

Che cos‟è la

sperimentazione artistica?

Claudia Salaris: “il

movimento è la fucina in

cui il fare è privilegiato

rispetto all‟opera in sé, il

laboratorio è più

interessante del capolavoro

finito”. C'è qui un pizzico

di romanticismo o meglio

una sua evoluzione sul

piano sperimentale. Il

romanticismo privilegiava il

non-finito, lo sfumato, tutto

ciò che permetteva

all'immaginazione di

scatenarsi e quindi la non

definitività della forma, ma

la forma rimaneva quella

tradizionale, dell'imitazione

della natura esteriore delle

cose, rappresentata attraverso metafore. Il Futurismo tenta di andare oltre questa forma. Nel Manifesto dei

pittori futuristi si dice: “I pittori ci hanno sempre mostrato gli oggetti e le persone piazzati davanti. Noi

invece piazzeremo lo spettatore al centro del quadro”

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In che senso il Futurismo è

stato la prima avanguardia,

come si dice sempre? la

rottura antropologica, un

cambiamento di approccio

alla realtà, abbiamo prima

detto.

Insomma si tratta di una rottura estetica, dal confronto presente/passato si passa al

presente/confrontato con il futuro (intravisto): il modello non è più nel passato ma viene proiettato nel

futuro; (ricordiamo: per il classicismo il modello era l'antichità, per i romantici il Medioevo); questa

rottura non era una novità, la sua radice è nell'Illuminismo e nella questione degli antichi e dei moderni,

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che nel Settecento fece scorrere fiumi d'inchiostro e dove la risposta fu a favore dei secondi: ma il

Futurismo cerca di metterla in pratica;

l'uomo e la macchina (anticipazione dell'attuale estetica del cyborg, come si dice su una rivista

underground italiana che si definisce 'meccanico-scapigliata', Avatar, "Il cyborg è il punto di arrivo di un

cammino convergente tra uomo e macchina". Il Futurismo dichiarava: “Esaltiamo … l‟amore per la

macchina … Bisogna dunque preparare l‟imminente e inevitabile identificazione dell‟uomo col motore,

facilitando e perfezionando uno scambio incessante di intuizione, di ritmo, di istinto e di tipo non umano

… e meccanico, costruito per una velocità onnipresente”

Fedele Arari, scrittore futurista, aggiungeva: “Noi già sentiamo in questi primi esseri della

generazione futura, non solo l‟innegabile principio di vitalità ma anche un embrione di vitalismo e di

intelligenza meccanica, proiettate in essi dall‟inventore che le creò ma che diventano quasi autonome

appena la macchina comincia a muoversi ed operare per conto proprio sia pure sotto la guida e il freno

dell‟uomo. Noi abbiamo delle macchine parlanti, abbiamo delle vere macchine ragionanti quali sono le

calcolatrici pittorescamente definite „cervelli d‟acciaio‟. Chissà cosa avrebbe scritto nell'età dei computer

Ora, a livello estetico, anche se con illustri precedenti letterari, il cammino del cyborg è cominciato

proprio con il Futurismo.

Lo sviluppo del Futurismo: primo e secondo Futurismo; 1° a Milano (Diaghilev, il grande impresario

di balletti, Picasso, Cocteau, Goncharova); Roma 2° dopo la prima guerra mondiale, morte di Boccioni

e di Sant'Elia … Manifesto, L‟arte meccanica (Prampolini e altri, 1922)… qui sembra addirittura esserci

una delle radici della fantasy contemporanea come fusione di emozioni e di realtà [magia+tecnologia]…

Insisto su questo punto.

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Una mistica della meccanica,

come vedete; un po‟ da

baraccone e molto ingenua,

ma, come ho detto,

fortemente anticipatrice del

mito del cyborg che

attraversa tutto

l‟immaginario popolare

moderno]; Firenze, Torino

furono gli altri centri, e poi

ovunque (avanguardia di

massa); [da Boccioni =

drammatica tensione

esistenziale a Balla = gioiosa

inventività sempre rinnovata]

… Salaris: “I caratteri del

Futurismo romano [ma Balla

era torinese] si distinguono

da quelli del Futurismo

milanese – dove è più forte il

culto della modernità – per un più disteso senso ludico, ma anche per la mancanza di dogmatismo,

condizione, questa, che consente ai seguaci del movimento di convivere pacificamente con gli esponenti

di altre tendenze moderniste” (meno rigore o, se vogliamo, meno fanatismo, più adattabilità, o forse fu,

più semplicemente, una questione di inesistenza di un tessuto e di una cultura industriali a Roma).

Alcuni temi costanti dell’ispirazione futurista

Michelangiolesca; la

scultura è piccola, soluzione

geniale perché valorizza il

movimento e la leggerezza;

se fosse stata grande avrebbe

dato un senso di pesantezza,

di barocco] [Il rinvio teorico

qui è al Manifesto futurista

su pittura, suoni, odori]

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il dinamismo:

Boccioni nell‟estate del 1914,

mentre dipingeva il suo primo

grande quadro futurista scrive:

“Se potrò (e spero) l‟emozione

sarà data ricorrendo il meno

possibile agli oggetti che

l‟hanno suscitata. L‟ideale per

me sarebbe un pittore che

volendo dare il sonno non

corresse con la mente all‟essere

(uomo animale ecc.) che dorme,

ma potesse per mezzo di linee e

colori suscitare l‟idea del sonno,

cioè il sonno universale al di

fuori delle accidentalità di tempo

e di luogo” [questo è un punto

importante, da tenere a mente,

quando guardiamo un'opera futurista]

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I sentimenti: [treno un addio dinamico, lungo quanto un treno che parte, il sentimento si espande come il treno in movimento, si

mescola con la sua dinamica]

Boccioni: “dipingendo la pura sensazione, noi fermiamo l‟idea plastica prima che si localizzi in

un senso e si determini con una qualsiasi ripercussione sensoria (musica, poesia, pittura). Risaliamo fino

alla sensazione prima, universale che il nostro spirito già percepisce per la sintesi acutissima di tutti i

sensi in un unico universale che ci farà tornare attraverso la nostra millenaria complessità alla

semplicità primordiale. Noi vogliamo cioè che il soggetto si identifichi con l‟oggetto” (c‟è qui una

straordinaria anticipazione di tendenze culturali attuali, basti pensare a certi filoni NewAge).

Ancora i sentimenti: E c'è

anche un'anticipazione di tutte le

esperienza plastiche successive

nel „Manifesto per una

ricostruzione futurista

dell'universo‟, secondo cui la

costruzione materiale di un

complesso plastico deve

utilizzare: fili metallici, di

cotone, lana, seta, d'ogni

spessore, colorati. Vetri , specchi,

làmine metalliche, stagnole

colorate e tutte le sostanze

sgargiantissime. Congegni

meccanici, elettrotecnici;

musicali e rumoristi; liquidi

chimicamente luminosi di

colorazione variabile; molle;

leve; tubi, ecc. Insomma, una

sperimentazione totale della materia.

La simultaneità:

[il primo: una donna si

affaccia e la sua visione

della piazza circostante

divine tutt‟uno nel

vorticare della veduta; chi

guarda è al centro del

quadro e la raffigurazione

vorticosa esprime la non

staticità della scena; il

secondo: due donne]

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La città: [qui sopra] Russolo alla Galleria comunale d‟arte moderna di Roma, qui accanto: tocco divisionista,

influenza della pittura lombarda, un certo simbolismo nelle linee e nei colori; Fillia (Luigi Colombo),

scrive anche un romanzo di fantascienza „La vita di domani‟ nel 1925

Lo spazio:

Balla inizia anche in questo periodo le

ricerche plastiche utilizzando materiali

diversi, Prampolini muore nel 1956.

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La velocità:

[Balla, vortice, linee,

frecce, ali=velocità;

Benedetta, è a Capri? Il

motoscafo praticamente

non c‟è, se ne intuisce

l‟esistenza dagli effetti

della velocità,

splendido:

geometria+percezione

visiva modernissima]

La donna e la figura umana

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Inserisco questo tema collegandolo alla supposta mancanza di vocazione ritrattistica del futurismo,

secondo alcuni critici. Vedi Boccioni, sopra, vicino alla lettura cubista ed espressionista.

Tamara de Lempicka, tra cubismo e futurismo: episodio di Parigi, quando con Marinetti vogliono dare

fuoco al Louvre, ma i vigili hanno portato via la macchina di lei, in divieto di sosta, e l'infiammato

progetto fallisce. In una prima fase, la misoginia, l‟antifemmismo di Marinetti, un vero e proprio

disprezzo della donna furono espliciti, in quanto la donna era per lui l'incarnazione dell'amore romantico e

della debolezza. La sua bestia nera era Fogazzaro, se avete presente il clima lacrimoso delle sue eroine.

Ma la risposta a Marinetti viene da Valentine di Saint-Point, futurista anche lei e nipote di Victor Hugo,

che nel 1912 scrive un 'Manifesto della donna futurista‟ ["E' assurdo dividere l'umanità in donne e

uomini; essa è composta soltanto di femminilità e di mascolinità (...). Un individuo esclusivamente virile

non è altro che un bruto; un individuo esclusivamente femminile non è altro che una femmina (...). Ciò

che manca di più alle donne come agli uomini è la virilità (...)] e nel 1913 un „Manifesto futurista sulla

lussuria' contestando l'idea di una sessualità come sola attività di riproduzione della specie: "La Lussuria,

concepita fuor da ogni concetto morale e come elemento essenziale del dinamismo della vita, è una forza

….La Lussuria incita energie e scatena forze…" Insomma non è la Lussuria che annichila, ma il patetico,

le gelosie artificiali, la sentimentalità: "tutto l'istrionismo dell'amore". Intanto, sulla rivista Lacerba il

futurista Italo Tavolato scriveva articoli a favore delle prostitute, contro il matrimonio e la morale

sessuale corrente, scatenando scandali e polemiche a ripetizione. Un'arte dello scandalo verbale, di azione

[pensiamo agli attuali happenings] e di rappresentazione che - per inciso - il Futurismo ha insegnato a

tutta l'arte moderna.

Balla, in un ritorno al figurativo; Fillia, più languore, quasi erotica la composizione, cattolico, senso del peccato.

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Nella sua seconda fase il Futurismo propone: il divorzio libero, l‟abolizione dell‟autorizzazione

maritale, il libero amore, i figli di Stato, al fine di attuare una vera "democrazia futurista" di stampo

radicale e libertario. Poi, con il tempo, l'amore diventerà per Marinetti una manifestazione essenziale

della vita.

Oggi: Donna Haraway nel Manifesto cyborg: propone di pensare il nuovo femminismo insieme alla

tecnologia più avanzata, e propone di utilizzare la tecnologia come paradigma; l'idea che il soggetto

possa essere ripensato con la cibernetica, cioè su un modello impersonale, multiplo fatto di connessioni

costanti, è per lei un punto chiave per ripensare tutta la questione dei generi.

Le ambizioni politiche

Organizzazione (direzione nazionale e organizzazione territoriale), pensiero politico ed economico,

che balla tra l'esproprio generalizzato delle terre e la cooperazione capitale-lavoro, un nazionalismo

sfegato, il ruolo della guerra; il ruolo delle serate futuriste

ribellismo e nazionalismo; le nuove generazioni, non soltanto in Italia del resto, vedono nel

conflitto mondiale – che sollecitano, contrapponendosi così in senso nazionalistico

all‟internazionalismo socialista, posto tuttavia in notevole crisi dal conflitto stesso – un‟occasione

di rinnovamento rispetto all‟eredità culturale borghese: di rinnovamento culturale ma anche

sociale, sia pure senza la consapevolezza che ebbe Lenin della possibilità di utilizzazione del

conflitto ai fini della rivoluzione di classe; c'era però a Torino un filone quasi filoperaio e a Parma

filocomunista.

la mistica della guerra come “sola igiene del mondo”; attraverso essa passa il rinnovamento del mondo; i futuristi sono vagamente anarchici e socialisti, ma si oppongono subito poi al riformismo

non rivoluzionario del socialismo italiano. I due tempi e i due diversi giudizi di Gramsci:

Lunacharskij, Commissario alla cultura della Russia rivoluzionaria, al Congresso

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dell‟Internazionale del 1920 sostiene che in Italia esiste un intellettuale rivoluzionario:. Marinetti

…. E Gramsci scrive sull‟Ordine Nuovo del 5 gennaio 1921 un articolo dal titolo „Marinetti

rivoluzionario‟:

Nel 1922 in una lettera a Trockij Gramsci scrive che i 4/5 delle ventimila copie di Lacerba sono

vendute tra gli operai e che durante le manifestazioni dei futuristi questi erano spesso difesi da operai e a

Genova dai portuali. 2. Nei Quaderni dal carcere, nel passo in cui esamina il carattere non nazional-

popolare della letteratura italiana e il futurismo di Marinetti, scrive che il futurismo "ha urtato contro un

ostacolo: l'assenza di carattere dei loro protagonisti e le loro tendenze carnevalesche e pagliaccesche, da

piccoli borghesi scettici ed aridi … il popolo regionale era visto paternalisticamente dall'esterno, con

spirito disincantato, cosmopolitico, da turista in cerca di sensazioni forti e originali per la loro crudezza"

e in altri passi continua ad insistere sul carattere pagliaccesco di Papini e dei futuristi … vede il futurismo

come forma del romanticismo contemporaneo; un giudizio sprezzante. E' evidente che qui G. ha presente

l'esito politico disastroso del Futurismo, il suo identificarsi - sia pure con qualche sofferenza e contrasto -

nel fascismo.

la parabola di F. T. Marinetti: inserito nel Fascismo, ma attaccato continuamente dalla destra

conservatrice: attacco di Giuseppe Prezzolini nel 1923, il quale dice che il Futurismo non può

andare d‟accordo con il fascismo, e lo dice da fascista… Marinetti diventa Accademico d'Italia,

con tanto di feluca e di spadino… azioni contraddittorie di Marinetti: non è d‟accordo col

Concordato, col Patto d‟Acciaio, aiuta Parri, è contrario alle leggi razziali e così via. ma aderisce

alla fine alla Rsi, con la speranza che il fascismo torni allo spirito del diciannovismo [osservo che

certi comportamenti contraddittori degli intellettuali odierni, certi incredibili salti di campo e

cambio di posizioni, ricordano molto il marinettismo, che forse è proprio un vizio nazionale].

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Estensione del Futurismo

Un progetto globale e totale (scrivono un Manifesto sulla ricostruzione futurista dell‟universo…;

l‟intervento futurista è in tutti i campi possibili e immaginabili, dalle arti maggiori a quelle minori, dalle

scienze alle tecnologie, dalla politica alla sessuologia”; Salaris: “in questo voler cambiare con l‟arte non

solo il gusto ma proprio il vivere quotidiano, risiede una delle principali eredità del futurismo,

l‟imprinting da esso tramandato al dadaismo e al surrealismo” : l'arte come mutamento della realtà, oltre

la pittura e le arti plastiche.

• cinema

• architettura

Sant‟Elia e altri: oggi che

con la domotica la casa si

informatizza e diventa un

contenitore tecnologico;

Bauhaus, e razionalismo;

contraddizioni tra enunciati e

progetti: non leggerezza né

caducità.

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Come non registrare l‟assonanza di certe spunti visionari dell‟architettura futurista co le icone

della fantascienza e con alcuni esiti dell‟architettura contemporanea?

Nonostante il loro

anticlericalismo (ma Fillia era

un fervente cattolico), i futuristi

produssero anche una

architettura sacra.

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• fotografia

Boccioni era contrario

alla fotografia come arte.

Qui Balla mostra un

confronto tra pittura e

fotodinamica, cercando di

fare con concorrenza al

cinema e alla fotografia

• musica

Il futurismo elabora una

vera e propria teoria

musicale, che affermava

una cosa oggi data per

scontata: che esiste una

storia della percezione

uditiva e che un uomo

del Settecento avrebbe

respinto come

inascoltabile la musica

dei secoli successivi:

l'intonarumori:

esponenti di spicco:

Francesco Pratella,

Luigi Russolo, anche

pittore: i rumori della

vita quotidiana, ululati,

rombi, sibili, stropiccii,

ronzii (interesse di

Stravinskij; John Cage e

la sua musica concreta degli anni '60 debbono molto alla sperimentazione futurista).

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• moda

• design e

arredamento

Il rapporto arte-

industria era colto

dai futuristi soltanto

sotto il profilo del

rinnovamento

dell‟immaginazione

formale-strutturale

dei prodotti, ma

scavalcando il

momento di analisi

delle nuove

metodologie di

produzione, che

praticarono invece

sia il Vkutermas

sovietico sia il

Bauhaus tedesco. Ci

torneremo sopra;

comunque,

l‟influenza sullo stile e sul design ci fu..

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• pubblicità e

cartellonistica

• il collage

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• la

scenografia

• la danza

Severini,

particolare (vedi

mostra in corso a

Venezia sulla

danza, al

Guggenheim);

Severini soprattutto

a Parigi.

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• installazioni/padiglioni

• cucina

colori e sapori fantasiosi

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• tipografia

Da questa veloce carrellata possiamo convenire sul tramonto dello stile futurista, come tratto,

disegno, come interpretazione della realtà, nel senso di un'estetica che avvertiamo datata; quella

particolare associazione tra spirito geometrico-meccanico e violenza oggi ci respingono, anche se si

riproducono sotto altre forme.

Rapporto tra Futurismo e altri movimenti europei

Confronto/scontro con Cubisti e Francia

(Apollinaire, orfismo/ “pittura di stati

d‟animo”: presa di distanza dal cubismo di

Picasso, accusato “di tendenza alla

staticità e alla elaborazione formale

disgiunta da una rapporto emotivo reale-

ambientale; … “Una delle caratteristiche

che distinguono nettamente il Futurismo

dal Cubismo, e che per alcuni critici vale

come motivo di condanna o limitazione

per il movimento italiano, è l‟urgenza così

sentita dai Futuristi di andare oltre il

ristretto campo tradizionale delle arti

figurative, per creare un universo

totalmente nuovo” - soprattutto per quanto

riguarda Balla e il movimento romano, ma

Boccioni polemizzava molto prima con il

cubismo: questione della staticità.

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Unione sovietica

/costruttivismo, Vladimir

Majakoskij e lo splendore di

Kasimir Malevitch e del suo

Suprematismo: la corrente

pittorica che si è dedicata alla

ricerca dell‟assoluta purezza

di forma e di colore, come

"agire creativo liberato da

ogni finalità e funzionalità

oggettive". Poi il regime

sovietico gli impedì di

proseguire nelle sue ricerche

pittoriche, definendo le sue

opere „sterili ricerche di

laboratorio‟.

Germania, Inghilterra (il

vorticismo), Sud America,

Giappone (dopoguerra Gutai)

e altrove.

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Solo alcuni esempi dall’elenco appena fatto

E ancora: Feininger: scelto

perché con Klee, Kandiskij e

Jawlenskij fonda il gruppo dei

4 azzurri, nell‟ambito del

Bauhaus: esattezza geometrica

come ideale

Ma anche un filone della metafisica

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L‟Internazionale situazionista

(1957-1972) e il lettrismo

(derivato dall‟esperienza

futurista di parolibere).

L‟Internazionale situazionista ci tiene a differenziarsi dal

Futurismo, dal Surrealismo

e dal Dada, ma inaugura il

suo primo congresso con

una mostra sul Futurismo, e

esprime una linea di

intervento sia artistica che

sociale, proprio come il

Futurismo - teorizzando

l‟avvento della società dello

spettacolo egemonizzata dal

capitalismo Pur essendo

una piccola setta, arriva al

maggio parigino del 1968

facendo diventare parole

d‟ordine di massa le sue

elaborazioni: tipica quella dell‟ „immaginazione al potere‟, “Dopo aver degradato Essere in Avere, la

società dello spettacolo ha trasformato Avere in Apparire”. Quanto all'architettura e all'urbanistica, siamo

all‟incirca al programma futurista. La progettazione urbana di Constant - per quanto attaccato ed espulso

dai suoi correligionari - prevede città sospese con circolazione sopra e sotto il piano urbano, secondo un

modello che ricorda le città sospese di LeCorbusier e, prima ancora, dell‟architettura futurista. Tracce di

situazionismo si ritrovano oggi in frange politiche estremiste e anche in movimenti violenti.

astrattatismo e

astrattismo

geometrico, a partire

da Malevitch e anche

da Mondrian

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Con Lucio Fontana, il cui manifesto si richiama esplicitamente al Futurismo: "un miscuglio di

futurismo e surrealismo, un magma creativo non ancora raffreddato". Per capire il Manifesto dello

Spazialismo (anche questo movimento procede per Manifesti, secondo lo stile futurista) occorre rifarsi

esplicitamente alla situazione argentina dell'epoca (Lucio Fontana era argentino), al suo passaggio da una

società prevalentemente agraria ad una industriale e modernizzante. Non è un caso che Lo Spazialismo

attecchisce in Italia proprio nel secondo e più definitivo periodo di passaggio da una società fortemente

agricola ad una compiutamente industriale. E, infatti, nel Manifesto degli spazialisti (Fontana&C),

Mi chiedo se il cyberpunk non possa essere definito come neofuturismo], anche se c‟è un

movimento che si dichiara esplicitamente neofuturista.

Prampolini anticipò il concetto, oggi comune, di 'Matrice', ma riferito alla materia, come materia matrix,

laddove la letteratura cyberpunk (Gibson, in particolare), passata dal paradigma chimico-meccanico a

quello informatico, la riferirà naturalmente all'informazione, alle rete Internet. Ma c‟è anche la body art

che, con la sua estetica del brutto converge verso il cyborg.

Sicché alcune delle tendenze, anche cinematografiche, possono avere come ascendenza l‟esperienza

futurista, Claudia Salaris, ne documenta con precisione la possibilità.

Ma penso anche all‟Immediatismo di Hakim Bey: inventore delle T.A.Z (Zone temporaneamente

autonome): alcune tematiche care ai centri sociali, l‟estetica Hacker.

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C‟è o c‟è stato per esempio il movimento dei Programmatori futuristi di Paul Haerbeli, Bruce Karsch

e altri (tutti californiani), in cui si riduce l'obiettivo dei futuristi alla celebrazione della tecnologia

moderna e alla liberazione dell'arte dalla psicologia del passato e in cui si dettano i principi futuristi

applicabili alla programmazione informatica: Seguono poi una serie di principi e di specifiche tecniche da

applicare contro il predominio dei sistemi informatici ufficiali e commerciali. In qualche misura, una

cultura confinante e talvolta intrecciata al fenomeno hacker.

Influenze letterarie

All‟influenza delle parolibere futuriste sul lettrismo ho già detto: i precursori sono stati Mallarmé

e Jarry e, secondo alcuni, anche gli alessandrini, ma si corre un po‟ troppo indietro nel tempo.

Piuttosto, appare meglio motivata la discendenza ripetutamente analizzata dal secentismo italiano.

L’abolizione del culto della tradizione sia in poesia che nel linguaggio; rigetto della sintassi e delle parti

qualificative del discorso (avverbi e aggettivi); uso di parole senza legame sintattici e grammaticali tra di

loro; uso di elementi linguistici disparati: dialetti, neologismi, onomatopee di suoni meccanici e animali,

sono tutte caratteristiche della letteratura futurista (anche se non mancano prove del tutto tradizionali). Gli

scrittori futuristi maggiori o che ne hanno subito l‟influenza o che hanno aderito al movimento per un

periodo sono stati: Marinetti, Soffici, Palazzeschi, Papini, per un certo periodo, Luciano Folgore e altri,

ma il futurismo ha avutoanche una certa influenza su Pirandello, di cui Depero curò alcune messe in

scena. Ma anche Pound e Corrado Govoni

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Ma non bisogna dimenticare il Teatro e il tattilismo, i rapporti con Petrolini (le prime esperienze di

teatro futurista, scendendo tra e coinvolgendo gli spettatori, sono del 1913: “un labirinto di sensazioni

improntate alla più esasperata originalità e combinate in modi imprevedibili”: lo spettacolo era intitolato

"Oracoli. Il suono dell'acqua dice quello che pensi" e era organizzato in modo da coinvolgere tutti i

cinque sensi lungo un percorso individuale dentro una specie di labirinto: creazione e regia di Enrique

Vargas. Il teatro totale futurista di Marinetti del 1933: "Noi facciamo circolare gli spettatori intorno a

molti palcoscenici tondi su cui si svolgono simultaneamente azioni diverse con una vasta graduatoria di

intensità con una perfetta organizzazione collaborante di cinematografia, - radiofonia - tattilismo -

telefono - luce elettrica - luce neon".

Il secondo futurismo

C‟è ancora discussione sul come collegare il Primo con il Secondo futurismo (primo dopoguerra).

Alcuni negano la possibilità di un collegamento estetico, non apparendo sufficiente la continuità della

presenza e dell‟azione promozionale di Marinetti.

Tanto più che l‟esperienza nelle arti visive del secondo futurismo solo raramente esce dalla mediocrità e

da una stanca ripetitività che risente dell‟influenza bolza del regime dell‟epoca. Mi riferisco in particolare

all‟aeropittura, che però potrebbe essere considerata come una specie di Land Art in nuce sul versante di

una percezione mobile, con il sogno di chiudere dentro i 36° del cono visuale del quadro uno sguardo che

si muove a 360°.

In realtà, l‟affermazione del mezzo aereo stimola un nuovo modo di guardare il mondo dall‟alto e oggi,

quella esperienza estetica continua in qualche modo nella teorizzazioni di R. Notte sulla “razza stellare”.

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L'estetica

Sull‟estetica delle emozioni abbiamo già detto e visto … Facciamo parlare ancora Boccioni, nella

raccolta di saggi intitolata 'Pittura e scultura futuriste' …

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Solo molti anni dopo McLuhan parlerà di villaggio globale, mentre oggi si teorizza un‟estetica

della razza stellare. In effetti, la nostra rappresentazione cosciente e incosciente del mondo è cambiata

molto da quanto vediamo le foto della terra riprese dal satellite. Se vi chiedo di immaginare la terra come

pianeta, non vi viene subito in mente un'immagine ripresa dallo spazio? Pensate che sia la stessa che

l'umanità aveva quaranta anni fa?)… Sul cambiamento dell‟uomo prodotto dalla scienza, abbiamo già

molto insistito. Nella citazione proiettata non c‟è forse un‟anticipazione delle filosofie olistiche moderne

[il particolare è dentro il generale e deriva da quello] e quindi di molti filoni della New e Next Age? Ma

anche di filoni più seri del pensiero?

Un‟estetica del Brutto.

Cominciata già nell‟Ottocento

(si pensi a Baudelaire a ai

teorici dell‟estetica). Per i

futuristi, oltre a tutte le

dichiarazioni dei loro scritti e

alle loro opere, vediamo

Valentine de Saint-Point, la

quale sostiene che „è il bruto

[il brutto] che si deve proporre

a modello‟. "Noi sbrigammo

già il funerale grottesco della

Bellezza passatista

(romantica, simbolista e

decadente)" recita uno dei

tanti Manifesti sulla pittura

futurista, anche se cercava una

nuova Bellezza geometrica e

meccanica.

Un'elaborazione cominciata

nell‟Ottocento e portata avanti in tutto il Novecento, fino all‟estetica della Scuola di Francoforte, di

Adorno in particolare, secondo il quale: "il brutto appare superiore al bello ufficiale, in quanto

rappresenta quel tesoro di negatività dialettica che l'arte moderna deve rivendicare contro il bello

convenzionale". Insomma, il brutto è ciò che facendosi strada contro l‟ufficialità, il potere, il dominante,

si rovescerà nel suo contrario. È l'antigrazioso perché il Bello ufficiale è divenuto il grazioso. Così, il

Sublime si è incrociato con l'orrido, con l'inquietante, con l'innaturale, fino alle pratiche attuali della

letteratura pulp e splatter, dell'incrocio tra gotico e tecnologico nella letteratura fantastica a sfondo

ipertecnologico. “Il figlio della macchina, barbaro ed evoluto al tempo stesso, pensa in modo rapido,

analogico, laconico, ha un‟intelligenza visiva molto sviluppata, è veloce nel recepire e nel comunicare”,

è un altro passo futurista [non sembra la descrizione di un videogiocatore o di uno dei tanti eroi di certo

cinema moderno d‟avventura e di letteratura fantasy?] Lo spaesamento diviene l'effetto estetico

continuamente ricercato. Estetica del brutto non significa però assenza di rigore, di regole. Piuttosto le regole sono tutte interne all'opera, sono create quasi ex novo dall'artista. La pittura futurista è rigorosa,

mentre il Brutto, il vero Brutto, è ciò che è gratuitamente asimmetrico, il guazzabuglio, il fuori posto,

l'insensato. C'è una grammatica, un rigore - ripeto - interni all'opera che vanno rispettati, e che si

associano ad una capacità tecnica, ad un mestiere notevoli, come abbiamo potuto constatare dalle

immagini che abbiamo visto.

Un'estetica della meccanica, dell'elettricità e della velocità: si sente l'urgenza della grande

industria, anche se nel F. non ci poteva essere il respiro della grande industrializzazione nordeuropea e

americana, viste le condizioni ancora prevalentemente agrarie dell'Italia del tempo. Si trattava più un fatto

estetico, di un'anticipazione, appunto, che aveva alle spalle un retroterra nazionale ancora immaturo.

Forse proprio per questo possiamo apprezzare la carica visionaria del Futurismo, ma anche misurare, ad

esempio, la grande differenza tra la produzione artistica futurista e l'arte seriale inventata decenni dopo da

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Andy Warhol. [Campbell, Monroe ecc.] L'arte e l'oggettistica futurista rimangono nella sfera

dell'artigianato, dell'oggetto unico e irripetibile, non della serialità industriale, della potenza industriale.

Un riscontro di quanto sto

dicendo lo si può avere

nel confronto con il

Bauhaus. Si può scontare

la precocità e una certa

influenza Futurista anche

in questo campo (mi

riferisco al funzionalismo

in architettura, dove non

sono gli orpelli e i decori

a dettare la forma, ma la

funzione cui sono

destinate le costruzioni e

la natura del tutto nuova

dei materiali impiegati).

Insomma, il Futurismo

dimostra ciò che può una

fantasia liberata e

scatenata a partire dalla

tecnica, concepita non

come „altro da sé‟, ma

come parte integrante di vita, estensione e protesi dell‟uomo nell‟ambiente che lo circonda. Ci sono qui

in primi tentativi di una percezione totale, impegnando contemporaneamente, simultaneamente, più sensi.

Pensiamo di nuovo all‟esempio del teatro attuale di Vargas. Eppure, anche qui, mentre nella Bauhaus si

avverte il rigore e la razionalità della produzione industriale, un pensiero produttivo che si occupa non

solo dell' 'immaginare' ma anche della 'costruibilità', degli oggetti, i disegni di Sant'Elia e degli altri

conservano qualcosa dell'Art Nouveau e dell'artigiano.

Con tutto ciò, non

possiamo guardare gli

schizzi che ci sono rimasti

senza un vago senso di

inquietudine: quei volumi

massicci, eppure slanciati,

quelle soluzioni estetiche

verticali, quel collocare

all‟esterno degli edifici gli

ascensori, ci ricordano tante ambientazioni di città

del futuro immaginate nel

cinema, come nel caso

della città postmoderna di

Blade Runner, ma anche in

certa architettura di New

York degli anni '30. Ma,

soprattutto, un'influenza

futurista fortissima

sull'architettura del

realismo socialista.

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In conclusione, possiamo tranquillamente dire che il Futurismo e il Cubismo sono il Novecento.

Ma mentre il Cubismo ha influenzato tutta l‟arte moderna e contemporanea dal punto di vista della

sensibilità visiva, del modo di percepire le cose, il Futurismo ha tentato non solo un‟operazione estetica,

ma di estendere l‟estetica a tutta la realtà. E, salvo casi sporadici di ammissioni a mezza bocca degli

artisti, un po‟ vergognosi di questa pretesa dell‟arte di cambiare la realtà, in effetti questo filone ha

continuato ad attraversare tutta l‟arte contemporanea, ma anche il costume e quello che una volta veniva

chiamato „il gusto‟ di un‟epoca. E giunge oggi fino a noi attraverso mediazioni, reinterpretazioni, varianti

e rielaborazioni. Proprio oggi, mentre siamo presi di nuovo dal vecchio discorso hegeliano sulla „morte

dell‟arte‟ e mentre essa è ormai in affanno di due secoli sulla scienza.

Noi, che non sappiamo più dire se

l‟artista è davvero il premonitore

e l‟anticipatore di una sensibilità

futura, ma che stiamo ormai

scandagliando sperimentalmente

la fisiologia del processo creativo.

E che siamo passati - come storia

umana - dalla profezia teologica,

all'anticipazione artistica e, oggi,

alla previsione scientifica. Intanto,

ci opprime l‟inquietante

interrogativo del nostro rapporto

con la tecnica, che nei pensatori e

nella letteratura italiana – salvo

pochi casi, come Italo Calvino – è

stata marcata da un'ossessionante

tecnofobia, piuttosto che da uno

sforzo di comprensione. [Ah! La

pretesa e la prevalenza di una

cultura falsamente umanistica e

priva di educazione scientifica,

morta alla comprensione del

mondo prima ancora di nascere,

ma che parla, parla e scrive e

conta molto]. Come, di fronte ad

una tale palude, non avere

qualche indulgenza per le

esagerazioni e per l'estremismo

dei Futuristi? E come uscire da

quell'altra palude rappresentata dal postmodernismo – ancora di moda, anche se un po‟ in declino - in cui

Paperino e Monna Lisa hanno lo stesso valore? Oggi che registriamo una frequentazione delle macchine ormai diventate una seconda pelle e che ci apprestiamo a vestire di microchip, tanto da aggiornare gli

ingenui entusiasmi futuristi per l‟uomo-macchina nella promessa di un‟umanità-cyborg, di un dissolversi

o risolversi dell‟umanità nella realtà virtuale. "Indossando il mondo intero come una seconda pelle"

Perciò, interrogarsi sul Futurismo, vederne il percorso e le opere non può rispondere solo ad

un‟operazione di estetica e di storia dell‟arte, ma equivale a porsi la domanda: e ora, noi? Pensando ai

mille fili e temi che dal Futurismo si dipartono e che possiamo riassumere così.

Di fronte a tutto ciò che la civiltà moderna ha creato, di fronte alle sue tragedie e ai suoi splendori,

noi siamo adeguati? Sembra che non possiamo più permetterci l‟acritico ottimismo dei Futuristi. C‟è

stata troppa violenza nel Novecento. E troppa potenza. E un‟etica che ancora balbetta, ripetendo precetti

vecchi di troppi millenni.

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Ma se le intenzioni del Futurismo, partito da posizioni positiviste e materialiste e da molti pasticci

culturali, ebbero un esito spiritualista e politicamente reazionario, perché non interrogarsi su un possibile

itinerario diverso, e stare nello stesso tempo molto in guardia e combattere contro certe culture di ritorno?

Forse possiamo scortecciare il Futurismo e raccoglierne la parte vitale e accettabile, proprio oggi che i

cedimenti antiscientifici si fanno sempre più preoccupanti. Alcuni autori cominciano a prendere atto

(Terrosi), che le nuove tecnologie mettono a portata di mano il sogno futurista dell'opera totale, quello

cioè di unire in un unico processo estetico l'aspetto visivo, quello sonoro, la luce, il colore, la forma e

anche la generazione di nuovi significati sul mondo e del mondo. C'è in corso da qualche tempo una

ridefinizione dell'arte come operare creativo diffuso - proprio grazie alle nuove tecnologie; come volontà

democratizzante, di massa, tesa ad estendere l'operare estetico nella vita quotidiana. Per certi versi, l'esito

del postmoderno potrebbe essere proprio questo. Ma, questo, non era, appunto, il sogno futurista?

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Manifesto futurista PITTURA, SUONI, ODORI 11 agosto 1913, Carlo Carrà

CONTRO

1. Il volgarissimo trompe-l'oeil prospettico, giochetto degno tutt'al più di un accademico, tipo Leonardo, o di

un balordo scenografo per melodrammi veristi.

2. Il concetto dell'armonia coloristica, concetto e difetto caratteristico dei Francesi, che li costringe

fatalmente nel grazioso, nel genere Watteau, e perciò nell'abuso del celestino, del verdino, del violettino e

del roseo. Abbiamo già detto più volte quanto disprezziamo questa tendenza al femminile, al soave, al

tenero.

3. L'idealismo contemplativo, definito mimetismo sentimentale della natura apparente. Questo idealismo

contemplativo contamina le costruzioni pittoriche degl'impressionisti, come contaminava già quelle dei

loro predecessori Corot e Delacroix.

4. L'aneddoto e il particolarismo che (pure essendo, come reazione, un antidoto alla falsa costruzione

accademica) li trascina quasi sempre nella fotografia.

A FAVORE

1. I rossi, rooooosssssi roooooosssissssimi che griiiiiidano.

2. I verdi, non mai abbastanza verdi, veeeeerdiiiiiisssssimi, che striiiiiidono; i gialli non mai

abbastanza scoppianti; i gialloni-polenta; i gialli-zafferano; i gialli-ottoni. 3. Tutti i colori della velocità, della gioia, della baldoria, del carnevale più fantastico, dei fuochi

di artifizio, dei cafè-chantants e dei music-halls, tutti i colori in movimento sentiti nel tempo

e non nello spazio.

4. L'arabesco dinamico come l'unica realtà cresta dall'artista nel fondo della sua sensibilità.

5. L'urto di tutti gli angoli acuti, angoli della volontà. 6. Le linee oblique che cadono sull'animo dell'osservatore come tante saette dal cielo, e le linee

di profondità

7. La sfera,l'ellisse che turbina, il cono rovesciato, la spirale e tutte le forme dinamiche

8. La prospettiva ottenuta non come oggettivismo di distanza ma come compenetrazione soggettiva di forme velate o dure, morbide o taglienti.

9. Come soggetto universale e sola ragione d'essere del quadro, la significazione della sua

costruzione dinamica (insieme architetturale polifonico).

9. Il cono rovesciato (forma naturale dell'esplosione), il cilindro obliquo e il cono obliquo. 10. L'urto di due coni per gli apici (forma naturale della tromba marina) coni flettili o formati da

linee curve (salti di clown, danzatrici).

11. La linea a zig-zag e la linea ondulata.

12. Le curve elissoidi considerate come rette in movimento.

13. Le linee, i volumi e le luci considerati secondo il loro caratteristico grado d'incurvazione o di obliquità, determinato dallo stato d'animo del pittore.

14. Gli echi di linee e volumi in movimento.

15. Il complementarismo plastico (nella forma e nel colore) basato sulla legge dei contrasti

equivalenti e sull'urto dei colori più opposti dell'iride. 16. La continuità e la simultaneità delle trascendenze plastiche del regno minerale, del regno

vegetale, del regno animale, e del regno meccanico.

17. Gl'insiemi plastici astratti, cioè rispondenti non alle visioni ma alle sensazioni nate dai suoni,

dai rumori, dagli odori, e da tutte le forze sconosciute che ci avvolgono.

Sappiatelo dunque! Per ottenere questa pittura totale, che esige la cooperazione attiva di

tutti i sensi, pittura-stato d'animo plastico dell'universale, bisogna dipingere, come gli

ubriachi cantano e vomitano, suoni, rumori e odori!