Una rete contro la malnutrizione infantile in Burkina...
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Una rete contro
la malnutrizione infantile
in Burkina Faso
“Lotta alla malnutrizione infantile, promuovendo la collaborazione sinergica tra i
servizi sanitari nazionali e le comunità locali "
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1. contesto e giustificazione
1.1.1 contesto generale
La situazione nutrizionale in Burkina Faso è caratterizzata da tassi elevati di malnutrizione
cronica che si traduce in una endemicità stessa della malnutrizione, dell'anemia, dei disturbi
causati da carenza di iodio e di vitamine. I bambini al di sotto dei 5 anni e le donne in età fertile
sono i gruppi più vulnerabili. Sulla base di recenti studi pubblicati dalla Banca Mondiale e
Organizzazione Mondiale della Sanità, il profilo sanitario del Burkina Faso è risultato uno tra i più
poveri di tutta l’Africa occidentale.
Agli elevati indici relativi alla mortalità infantile, giovanile (219‰) e mortalità materna (484 per
100.000 nati vivi), negli ultimi anni si è aggiunta anche la preoccupante diffusione dell’HIV/AIDS
(stimata in circa il 7%), che pone il Burkina Faso fra i paesi più colpiti della sub-regione. Se la
mortalità infantile è rimasta costante nel corso dell’ultimo decennio, la mortalità giovanile è
cresciuta soprattutto fra la popolazione rurale, passando dal 192‰ al 214‰. Il rischio di morte
fra 0 e 5 anni è rimasto pressoché invariato in ambito urbano, mentre in ambito rurale, dove
vive l’80% del totale degli abitanti del Burkina Faso e il 95% della popolazione povera, la
mortalità giovanile è invece aumentata in maniera significativa.
Il tasso di mortalità neonatale e infantile in Burkina Faso è molto alto: pari al 129‰ (2010).
La malnutrizione è causa diretta o indiretta del 35% dei decessi di neonati e bambini. Secondo
l’Inchiesta Nazionale della Nutrizione 2012, l’incidenza della malnutrizione acuta (MA) è del
10.9%, superiore alla soglia d’urgenza del 10% stabilita dall’OMS. Il tasso di incidenza della
malnutrizione cronica (MC) è del 33%. L’88% dei bambini di età compresa tra i 6-59 mesi sono
anemici. Ciò significa che il corretto sviluppo psicofisico di oltre un milione di bambini con meno
di 5 anni è irrimediabilmente compromesso, con conseguenze gravissime a livello individuale,
familiare e sociale. La rilevanza del progetto è diretta rispetto a due ordini di necessità del
contesto di intervento: 1) aumento della prossimità dei servizi di prevenzione e cura della
malnutrizione infantile per le comunità rurali con minor accesso al sistema sanitario; 2) aumento
del tasso di copertura di tali servizi.
L’analfabetismo diffuso, soprattutto in ambito rurale (stima che oltre l’85% delle donne con
più di dieci anni non sappia leggere e scrivere) si traduce naturalmente in una conseguente
scarsa conoscenza dei più semplici concetti relativi all’igiene e alla salute con le conseguenze
facilmente desumibili che ciò comporta a livello personale, famigliare e sociale. Un cambiamento
generalizzato dei comportamenti in ambito sanitario deve quindi passare necessariamente anche
attraverso l’implementazione di campagne di alfabetizzazione che consentano di incrementare il
livello di accesso alle informazioni.
Oltre a questi fattori, alcune caratteristiche sociali e culturali burkinabé contribuiscono ad
influenzare i comportamenti familiari e individuali. La difficile situazione delle donne e la
problematicità connesse ad alcuni costumi, quali i matrimoni precoci, le escissioni (71%), le
evirazioni e alcune interdizioni alimentari, pregiudicano in maniera sostanziale la salute delle
donne e dei minori.
Le principali cause di morbilità e mortalità infantile nel paese sono costituite da malattie quali
la malaria, origine di oltre un terzo delle morti infantili, le malattie diarroiche (12%) la infezioni
respiratorie acute (11%). L’associazione di queste malattie ad un elevato livello di
malnutrizione (33% di insufficienza ponderale), le ricorrenti epidemie di morbillo e meningite
celebro-spianale. Nei bambini di meno di 5 anni le prevalenze della malnutrizione acuta
(emaciazione o magrezza), della malnutrizione cronica (ritardo nella crescita) e dell'insufficienza
ponderale (dovuta alla malnutrizione globale cioè alla coesistenza della malnutrizione acuta e
cronica) restano elevate. Nel 2010 queste prevalenze erano del 10,5% (di cui 1,4 % in forma
severa) per la malnutrizione acuta, del 28,8% (di cui 8,9 % in forma severa) per la malnutrizione
cronica e del 31,4 % (di cui 7,3% in forma severa) per l'insufficienza ponderale (Inchiesta
nazionale SMART 2010, Direzione della Nutrizione).
Per quanto riguarda le donne, il deficit energetico che si manifesta attraverso la magrezza è
dovuto ad una sotto-alimentazione cronica che tocca il 21% delle donne in età fertile (EDS,
2010). Questa sotto-alimentazione è la causa diretta dell’elevato tasso di nascite di bambini a
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loro volta caratterizzati da un peso alla nascita inferiore alla norma (18% dei bambini nati vivi).
Le carenze nutrizionali più frequenti in Burkina Faso sono le anemie causate dalla carenza di
ferro, le carenze di vitamina A e di iodio (EDS, 2012).
Tra i fattori che possono spiegare le cause dello stato nutrizionale prevalente nel paese di
intervento, possiamo citare:
Apporto alimentare inadeguato (carenza energetica cronica del regime alimentare nell'adulto
e una alimentazione inadatta nei bambini)
La prevalenza elevata di malattie infettive e parassitarie tra le quali il paludismo, le infezioni
respiratorie, le diarree, le parassitosi intestinali, ma anche malattie evitabili attraverso la
vaccinazione come il morbillo
L'insufficienza della sicurezza alimentare nelle famiglie
L'inadeguatezza dei servizi sanitari (scarsa accessibilità geografica e finanziaria e scarsa
accettabilità culturale delle cure)
Altri fattori che spiegano l’allarmante situazione di malnutrizione endemica esistente sono invece
di ordine più socio-culturale e legati, ad esempio, al debole tasso di scolarizzazione - in
particolare femminile - che causa una persistenza di abitudini alimentari errate e spesso
caratterizzate da divieti e restrizioni che fanno parte delle tradizioni locali e rivolte, in particolare,
a donne e bambini (EDS 2003, PNDS 2001-2010).
Il progetto intende pertanto promuovere e rafforzare le attività di lotta alla povertà e, in
particolare, di lotta alla malnutrizione nelle Regioni Cascades e Sud-Ouest implementando in
queste zone un programma di intervento che ha dato ottimi risultati nel recente passato, e grazie
al quale il soggetto proponente, ProgettoMondo Mlal, ha ottenuto il riconoscimento e l’encomio
delle autorità sanitarie nazionali e dell’UNICEF. L’azione può inoltre contare su un quadro politico
normativo favorevole. In Burkina Faso è in vigore il Piano Strategico per la Nutrizione (PNS)
2010-2015 e un Piano per il Trattamento Integrato della Malnutrizione Acuta (PCIMA). Le
provincie di intervento sono state identificate in base delle priorità geografiche di questo piano.
Il tema “nutrizione” è inoltre una delle priorità principali anche della Strategia di Crescita
Accelerata e di Sviluppo Sostenibile (SCADD 2015-2020), del Piano Nazionale di Sviluppo
Sanitario (PNDS) e nel Piano di Sviluppo Strategico dell’Educazione di Base (PDSEB 2011-2020).
L’inserimento dell’intervento in questo quadro politico normativo è garantito dalla partnership
con le Direzioni Regionali della Salute di Sud Ouest e Cascades e la collaborazione che da anni
ProgettoMondo Mlal ha stretto con UNICEF, ente responsabile dell’implementazione del Piano
Nazionale Salute per conto del governo burkinabé per ciò che concerne la lotta alla malnutrizione
materno - infantile.
1.1.2 beneficiari e contesto specifico
Nella Regione di Cascades il progetto interviene nei distretti sanitari di Mangodara e Sindou e
Banfora. Il distretto sanitario di Mangodara conta 201.536 abitanti e 12 presidi sanitari pubblici
funzionanti. Il 60.8% della popolazione risiede quindi a oltre 10 km di distanza dal più vicino
centro medico di prima assistenza. Mangodara è un distretto sanitario di recente creazione
(2007) che non dispone ancora di un CMA (Centro Medico con Antenna Chirurgica). Coloro i quali
necessitano di un intervento devono quindi fare riferimento all’ospedale di Banfora, situato a più
di 100 km di distanza. Nel periodo delle piogge la maggior parte dei villaggi permane isolato e i
problemi legati agli spostamenti e alle comunicazioni si amplificano ulteriormente costringendo
la popolazione all’isolamento. Il distretto sanitario di Sindou ha come bacino una popolazione di
circa 147.477 abitanti. è composto da 29 CSPS (Centri sanitari di base). Nel distretto è presente
un piccolo centro operatorio CMA (Centro Medico con Antenna Chirurgica) che permette di
realizzare interventi chirurgici 'semplici', ma per interventi più complessi è necessario rivolgersi
all'ospedale di Banfora, che dista 50 km. Infine, per quanto riguarda il distretto sanitario di
Banfora conta 88 villaggi del totale di 275 villaggi amministrativi attualmente presenti nell’intera
regione di Cascades. La popolazione totale del distretto ammonta a 312.923 persone (dati 2012).
Nella Regione di Sud-Ouest il progetto interviene nel distretto sanitario di Dièbougou. Il
distretto conta 120.331 abitanti e sono presenti 17 CSPS (Centri Sanitari). Anche qui è presente
un piccolo centro operatorio, ma vale lo stesso principio di Sindou: infatti l'ospedale più vicino è
quello di Gaoua, che dista 75 km.
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Il progetto ha quindi
come obiettivo
principale il
coinvolgimento come
beneficiari delle madri e
i bambini, ossia i
soggetti maggiormente
a rischio di
malnutrizione, di 50
villaggi rurali della
Regione di Cascades e
Sud Ouest che
presentano una
dimensione critica del
problema nutrizionale,
in particolare infantile.
Le attività di
prevenzione della
malnutrizione saranno
svolte in 15 villaggi del
Distretto Sanitario di Diebougou, 15 villaggi del Distretto Sanitario di Sindou, 10 villaggi del
Distretto Sanitario di Mangodara e 10 villaggi del Distretto Sanitario di Banfora. I villaggi
vengono identificati in collaborazione con i distretti e le direzioni sanitarie regionali seguendo i
seguenti criteri di valutazione: la distanza media dal più vicino Centro Sanitario di Base e la
numerosità della popolazione.
Saranno dunque scelti quei villaggi che sono più lontani dai centri sanitari (più di 5 km) e che
abbiamo una popolazione minima di 1500 abitanti. Sulla base di questi criteri, si conta di
coinvolgere almeno 12.000 tra bambini e donne-madri nelle attività promosse nella Regione
di Cascades. Per quanto riguarda le attività di sensibilizzazione e in particolare con il teatro forum
si conta di coinvolgere almeno 25.000 persone.
Inoltre, il progetto prevede un coinvolgimento diretto di cosiddette persone risorsa, destinatarie
di azioni formative e di supporto, che costituiranno un fattore determinante di sostenibilità futura
dell’intervento e per la rottura del circolo vizioso della malnutrizione:
150 animatrici delle 50 CEN implementate nell’ambito del progetto, che oltre a gestire le
cellule di educazione nutrizionale, si occuperanno del controllo della crescita nutrizionale dei
bambini, della sensibilizzazione delle madri, delle dimostrazioni culinarie, delle attività di
educazione nutrizionale delle popolazioni, del censimento dei bambini e della presa a carico
comunitaria dei bambini malnutriti;
Almeno 250 persone dei Comitati Nutrizionali di Villaggio (CVN), che si occuperanno di
vegliare sulla buona gestione dei CEN (stoccaggio alimenti, corretta gestione nelle
dimostrazioni culinarie, puntualità nella realizzazione delle attività);
4 Distretti sanitari che si adopereranno per mettere a sistema nei loro distretti il sistema
comunitario della presa a carico dei bambini malnutriti e del controllo comunitario delle
vaccinazioni;
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1.1.3 origine del progetto
L’intervento che si presenta in questa sede costituisce un lotto funzionale per il quale non sono
stati richiesti finanziamenti ad altri donatori. Esso concorre alla realizzazione di un intervento
straordinario di lotta alla malnutrizione infantile più ampio che ProgettoMondo Mlal sta portando
avanti in Burkina Faso con il supporto di diversi enti finanziatori, quali ad esempio: Unicef,
Regione Veneto, Ministero Affari Esteri, ecc. Gli interventi realizzati o in corso di realizzazione
sono tra loro complementari sia sul piano geografico, che su quello tematico, in modo da
amplificare l’impatto e le ricadute generate da ciascuno di essi e concorrere alla realizzazione
del programma strategico pluriennale in ambito socio-sanitario per il Burkina Faso formalmente
perseguito dell’organizzazione.
Tra maggio 2009 e settembre 2013, ProgettoMondo Mlal (PMM) ha realizzato un progetto di lotta
alla malnutrizione infantile nella Regione di Cascades, in partnership con UNICEF e la Direzione
Regionale della Salute. A fine progetto, il tasso di copertura del trattamento dei bambini affetti
da Malnutrizione Acuta (MA) è risultato pari a 57.96% contro l’iniziale 28.4% del 2009. Tra il
2008 al 2012, l’incidenza della MA nella Regione di Cascades è scesa dal 14.7% al 6.4%, unica
nel paese a registrare un calo così marcato. Questi risultati hanno convinto i partner ad estendere
l’intervento tanto sul piano geografico, estendendo la zona di intervento anche a nuovi villaggi
non coinvolti nell’ambito di precedenti interventi, quanto a livello tematico, introducendo una
componente importante di lotta alla Malnutrizione Cronica. PMM opera nella regione del Sud
Ouest dal 2011 con un progetto cofinanziato dall’Unione Europea nel settore dell’accesso
all’acqua potabile e promozione dell’igiene pubblica, in partnership con l’organizzazione italiana
CISV e in cui PMM ha curato tutta la parte di costruzione di latrine scolastiche e educazione
comunitaria in tema di igiene e salute.
Va infine precisato che PMM è stato ufficialmente investito da Unicef dell’incarico di ente
attuatore del Piano Nazionale Salute per la regione di Cascades. È’ inoltre Ong “RENCAP” (ossia
ente preposto al rafforzamento delle capacità di enti locali in tema sanitario) per la regione di
Hauts-Bassins, nell’ambito del Programma di Appoggio allo Sviluppo Sanitario (PADS) promosso
dal Governo del Burkina Faso.
La concentrazione geografica degli interventi in tre Dipartimenti limitrofi, Hauts Bassins,
Cascades e Sud–Ouest, unitamente alla concezione di azioni complementari che intervengono,
attraverso dinamiche di rete, nell’ambito della lotta alla malnutrizione, sicurezza alimentare e
sviluppo rurale, accesso alle risorse idriche ed educazione e sensibilizzazione socio-sanitaria; ciò
ha permesso a ProgettoMondo Mlal di ottenere risultati importanti e universalmente riconosciuti
che ci inducono a continuare con questa strategia improntata ad un approccio integrato e
sistemico di programma in cui ogni singola azione e iniziativa promossa concorre alla
realizzazione di un programma più ampio.
1.1.4 partner locale
Sono partner locali: il Ministero della sanità Burkinabè, la Direzione Regionale Sanitaria di
Sud-Ouest con cui l'ONG ProgettoMondo Mlal lavora in partenariato per la realizzazione di
progetti socio-sanitari integrati e di accesso alle risorse idriche dal 2011. Essa è competente per
l’amministrazione del sistema sanitario pubblico a livello regionale. Collaborerà con PMM nella
realizzazione delle attività di formazione del personale sanitario mettendo a disposizione propri
medici e i nutrizionisti per la realizzazione delle attività di sensibilizzazione e formazione nei
villaggi. Il terzo partner locale è la Direzione Regionale Sanitaria di Cascades con cui l'ONG
ProgettoMondo Mlal lavora in partenariato per la realizzazione di progetti sanitari integrati dal
2004. Il suo sostegno al progetto è indispensabile per garantire il coinvolgimento e la
collaborazione del personale dei singoli distretti sanitari, per le attività di formazione e
sensibilizzazione previste nell’ambito del progetto per le quali, come nel caso della Direzione di
Sud Ouest, si impegna a mettere a disposizione medici e nutrizionisti a supporto del personale
previsto dal progetto. Il supporto del Ministero della Salute è indispensabile anche per
l’accompagnamento delle attività di monitoring e screening previste in modo da garantire una
progressiva autonomizzazione del personale dei singoli distretti sanitari e costruire insieme la
strategia di sostenibilità per l’accompagnamento delle attività di presa a carico comunitaria che
le autorità sanitarie locali dovranno comunque sempre accompagnare una volta ultimato il
progetto oltre a garantirne la trasferibilità a livello nazionale.
2. indicazione delle strategia e degli obiettivi
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In un contesto caratterizzato da risorse scarse, il miglioramento delle condizioni di salute passa
inevitabilmente per un aumento delle capacità endogene di resilienza delle comunità agli stress
sanitari cui sono sottoposte. Per esprimere il massimo delle loro potenzialità, queste capacità
devono far sistema con il sistema pubblico così da moltiplicare gli effetti e l’efficacia dei servizi.
La strategia verte quindi sulla promozione di un sistema integrato pubblico-comunitario di
prevenzione e trattamento della malnutrizione infantile, ispirato ai principi dell’epidemiologia
comunitaria. Nell’attuale processo di decentramento in materia di salute, ciò implica il
rafforzamento delle capacità istituzionali dei comuni e dei Comitati di Sviluppo di Villaggio (CDV).
Allo stesso modo richiede il consolidamento dei meccanismi di raccordo con le istanze
amministrative sanitarie distrettuali e regionali. Con un approccio strategico così articolato si
intende contribuire al miglioramento della salute dei bambini da 0 a 5 anni in Burkina Faso. Nello
specifico si intende avere un impatto diretto in termini di riduzione dei tassi di malnutrizione dei
bambini con meno di 5 anni di età nelle comunità rurali della Provincia Bougouriba, Regione di
Sud Ouest, della Provincia di Léraba e Comoé, nella Regione di Cascades, mediante un approccio
integrato che combina misure di resilienza a livello comunitario con azioni di sistema nel quadro
del processo di decentramento amministrativo in atto. Il progetto intende quindi contribuire alla
lotta alla malnutrizione in Burkina, promuovendo dinamiche sinergiche tra le comunità e i servizi
sanitari nella Regione di Cascades e Sud-Ouest.
L'esperienza dimostra in effetti che il sistema sanitario da solo non è sufficiente a rispondere ai
problemi di salute delle popolazioni. Il numero insufficiente di personale medico e paramedico in
relazione alla domanda potenziale, l’incapacità del sistema sanitario nazionale di assicurare una
copertura adeguata del territorio e, conseguentemente, le enormi distanze esistenti tra il
beneficiario del sistema salute e il nucleo sanitario più prossimo (un centro sanitario ha un raggio
di copertura di circa 50 km) sono le principali evidenze di questa incapacità, peraltro riconosciuta
dallo stesso sistema sanitario burkinabé che per questa ragione collabora attivamente con le
organizzazioni non governative e le agenzie internazionali per supplire a queste mancanze. Nello
specifico, in relazione al problema nutrizionale è quindi importante che già a livello comunitario
i bambini possano essere presi a carico e inseriti in un percorso di recupero
nutrizionale in modo da limitare l’incidenza delle fasi acute e gravi della malnutrizione.
Un’azione che preveda interventi diretti di lotta alla malnutrizione e al tempo stesso di
prevenzione realizzata a livello capillare sul territorio attraverso attività di educazione,
informazione e comunicazione quale quelle promosse nell’ambito del presente progetto hanno il
vantaggio di promuovere dinamiche di cambiamento positivo. In Burkina Faso, difatti, la
malnutrizione è spesso il frutto non tanto di una carenza di alimenti, quanto piuttosto di
paradigmi socio-culturali relativi al cibo e di una sostanziale ignoranza da parte delle madri in
relazione alle tecniche di preparazione degli alimenti e i prodotti che possono favorire una
crescita sana dei propri figli a partire dal 6° mese di età (ossia quando si conclude la fase di
svezzamento).
La strategia prevede di accompagnare, ad azioni di attenzione diretta realizzate attraverso le
visite di screening promosse in ciascun villaggio con cadenza trimestrale e realizzate in
collaborazione con le autorità sanitarie regionali competenti, l’implementazione di azioni di
prevenzione e sensibilizzazione. Si conta di costituire delle cosiddette Cellule di Educazione
Nutrizionale (CEN) che possano permettere di raggiungere il numero più alto di madri possibile
(soprattutto nei villaggi più lontani dai centri sanitari di base) affinché siano formate e
sensibilizzate ad una alimentazione corretta e in relazione ai benefici derivanti per i minori
dall’allattamento materno fino ai sei mesi di vita del bambino. Il coinvolgimento diretto del
sistema sanitario nazionale nelle attività di progetto è appositamente concepito quale strategia
attraverso la quale garantire, sin dal principio, la sostenibilità del progetto in modo da
istituzionalizzare con il tempo protocolli medici di intervento sino ad ora inesistenti.
Obiettivo Generale: Contribuire alla riduzione della malnutrizione in Burkina Faso,
promuovendo un rapporto sinergico tra le comunità e i servizi sanitari e una rete
nazionale delle Organizzazioni sociali sanitarie di base.
Obiettivo Specifico: Ridurre il livello di incidenza della malnutrizione infantile
promuovendo la presa in carico del problema a livello comunitario, nonché interventi
mirati a carattere preventivo per il miglioramento delle condizioni socio-sanitarie
delle famiglie beneficiarie nella Regione di Cascades e Sud Ouest.
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Le attività saranno realizzate in stretta collaborazione e coordinamento con le autorità dei
Distretti Sanitari di Sindou, di Mangodara, Banfora e Diebougou, prevedendo meccanismi di
promozione della partecipazione attiva della popolazione beneficiaria in tutte le fasi di attuazione.
Il monitoraggio relativo al raggiungimento degli obiettivi e risultati del progetto è garantito dalla
presenza costante di personale di ProgettoMondo Mlal in loco. Il progetto sarà gestito mediante
un accordo quadro tra le parti interessate in cui verrà usata una matrice di monitoraggio con
cadenza trimestrale per monitorare:
➢ Andamento degli indicatori di processo che verranno stabiliti ad inizio progetto e monitorati
attraverso verbali di riunioni, liste di controllo, interviste, registro dei corsi, relazioni di
missione e mezzi di verifica.
➢ Le criticità emerse nel periodo interessato.
➢ Le azioni correttive opportune per risolvere le sopra citate criticità, con la ridefinizione,
quando opportuno, degli indicatori di processo.
3. risultati attesi
L'intervento previsto
si giustifica per il fatto
che la zona geografica
beneficiata presenta
livelli di malnutrizione
critici che richiedono
un intervento
immediato che sia al
tempo stesso
sostenibile nel tempo.
Il problema della
malnutrizione in
Burkina Faso è infatti
un problema che
fonda le proprie radici
innanzitutto su una
diseguale
distribuzione del
reddito e
sull'ignoranza delle
madri in relazione agli apporti alimentari necessari alla crescita infantile. Il presente progetto
interviene pertanto attraverso azioni mirate di risposta e prevenzione volte a ridurre il livello
di incidenza della malnutrizione.
Il successo dell’intervento e il raggiungimento degli obiettivi previsti e del risultato atteso è
garantito dalla positiva esperienza maturata dal soggetto proponente in Burkina Faso in
interventi di lotta alla malnutrizione e sostegno al rafforzamento del sistema sanitario nazionale,
nonché dalla conoscenza del territorio e dal radicamento in esso. ProgettoMondo Mlal è presente
nella regione Cascades dal 2003 e in quella di Sud Ouest dal 2011, dunque conosce bene il
territorio di riferimento ed ha già un rapporto consolidato con le istituzioni locali e con le
rappresentanze del Ministero della Salute con cui esiste un rapporto di stretta collaborazione e
fiducia reciproca.
Il raggiungimento dell’obiettivo specifico previsto è quindi subordinato all’implementazione dei
seguenti risultati attesi:
Il progetto prevede l’attivazione di un sistema di controllo permanente della crescita in 50
villaggi siti nella regione di Cascades e Sud-Ouest: 15 villaggi del Distretto Sanitario di
Diebougou, 15 villaggi del Distretto Sanitario di Sindou, 10 villaggi del Distretto Sanitario di
Mangodara e 10 villaggi del Distretto Sanitario di Banfora, grazie alla creazione di altrettante
Cellule di Educazione Nutrizionale (CEN). Le Cellule di Educazione Nutrizionale sono gruppi
Risultato Atteso n.1: Un sistema di controllo permanente della crescita per i bambini
censiti nell'area di intervento è attivo e funzionante
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organizzati a livello comunitario sensibilizzati e formati sul tema della Sicurezza Alimentare e
Nutrizionale il cui compito è quello di fungere da promotori di azioni dirette di lotta alla
malnutrizione e di agenti replicatori presso gli altri membri della comunità, diffondendo
informazioni utili relative al consumo e approvvigionamento biologico degli alimenti, le pratiche
di igiene nella produzione, manipolazione e trasformazione degli stessi, la prevenzione e il
trattamento della malnutrizione materno - infantile, il monitoraggio comunitario e
l’individuazione dei possibili casi di denutrizione grave ed acuta, la promozione dell’allattamento
come misura di prevenzione della denutrizione infantile.
Sulla base dell’esperienza già in altre zone, simili per tipologia di problematiche e bisogni della
popolazione, è provato che la creazione di Cellule di Educazione Nutrizionale (CEN) in un contesto
a base comunitaria quale quello del Burkina Faso permette di raggiungere un numero elevato di
famiglie, moltiplicando gli effetti positivi diretti generati dell’azione progettuale. Ciò risulta tanto
più importante in questi contesti in cui non esiste una copertura sanitaria efficace e
geograficamente prossima alla popolazione e in cui le azioni in materia di prevenzione e contrasto
della malnutrizione sono estremamente limitate. Le Cellule di Educazione Nutrizionale sono di
fondamentale importanza sul piano dell’attenzione diretta ai casi di denutrizione, e anche
sul piano della prevenzione, garantendo in questo senso risultati di lungo periodo. In particolare,
l’azione prevede la presa a carico a livello comunitario dei casi di malnutrizione moderata e acuta
che non prevedono complicazioni particolari e attraverso la referenza dei casi più gravi alle
strutture del sistema sanitario nazionale geograficamente competenti. Questo sistema di
controllo comunitario si fonda essenzialmente sulla formazione di promotori – volontari prescelti
tra la popolazione beneficiaria sulla base di diversi parametri quali, ad esempio, il livello di
alfabetizzazione, la motivazione personale e reale interesse per il progetto e per le attività da
esso implementate, spirito civico e attivismo pregresso a livello comunitario. Ogni sessione
formativa avrà durata di almeno 5 giorni. Le promotrici/promotori formati parteciperanno e
contribuiranno attivamente inoltre alla realizzazione di un censimento relativo alla situazione
nutrizionale dei bambini di età compresa tra i 6 e 59 mesi promosso in tutti i villaggi presenti
all’interno dell’area di progetto e agli screening trimestrali realizzati dai medici e infermieri
contrattati nell’ambito del progetto per valutare l’evoluzione della situazione nutrizionale nelle
zone di intervento.
L’approccio metodologico adottato nelle attività di screening e controllo comunitario si fonda sui
principi dell’Epidemiologia Comunitaria (EPICOM). L’EPICOM permette di avere un controllo
sistematico di quel che avviene all'interno di ciascuna comunità (villaggi, quartieri, gruppi
culturali, ecc.). Le facilitatrici/promotrici formate, sotto la supervisione e l’accompagnamento del
personale tecnico di progetto, avranno infatti il compito di lavorare con i leaders comunitari e le
altre istituzioni ed autorità locali riconosciute al fine di organizzare il lavoro di monitoraggio
regolare e periodico dei casi di morbi-mortalità infantile (l’osservazione e la raccolta delle
esperienze di vita permette di monitorare se esistono epidemie in atto e casi di denutrizione
grave e acuta a livello comunitario e, nell’eventualità, attivare i meccanismi di risposta rapida
previsti dal protocollo di attenzione diretta definito in collaborazione con le competenti autorità
sanitarie regionali e nazionali): si tratta dei cosiddetti eventi sentinella che, se riconosciuti in
tempo, permettono di agire tempestivamente circoscrivendo l’entità dell’emergenza.
Le madri spesso non riconoscono i sintomi connessi alla malnutrizione infantile, riconducendoli
a malesseri temporanei per la cui cura sovente si ricorre ai metodi della medicina tradizionale.
La conseguenza diretta di questo stato di cose è spesso l’aggravarsi dei sintomi e nei casi più
estremi la morte del bambino. Le facilitatrici/promotrici formate hanno quindi a loro carico il
coordinamento delle attività svolte a livello comunitario in materia di lotta alla malnutrizione,
nonché la responsabilità di vegliare sulla corretta applicazione dei sistemi di referenza e contro-
referenza stabiliti in collaborazione con le autorità sanitarie regionali e distrettuali.
Attraverso il lavoro di sensibilizzazione svolto sul territorio dalle cosiddette animatrici di cellula
(3 per ogni CEN) si conta di raggiungere all’incirca l’80% delle donne madri di bambini tra i 0 e
i 59 mesi di età. Le animatrici, accompagnate e supportate dal personale di progetto, saranno
responsabili di sensibilizzare la popolazione, in particolare le madri, sui benefici derivanti
dall’allattamento materno nei bambini di età compresa tra i 0 e i 6 mesi; si faranno carico del
compito di realizzare dimostrazioni culinarie rivolte alla popolazione sulla preparazione di pappe
e alimenti ad alto valore energetico attraverso l’utilizzo di prodotti comunemente presenti sul
mercato locale, di facile reperibilità e a prezzi convenienti, che verranno distribuiti tra la
popolazione.
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Per raggiungere il maggior numero di persone (in particolare donne) ci si avvarrà, tra gli altri,
anche di metodi educativi e formativi alternativi quale, ad esempio, il teatro forum. Il teatro
forum è attualmente il metodo di sensibilizzazione più praticato e che ha più successo in Burkina
Faso in quanto comunica alla popolazione utilizzando un linguaggio ludico che non annoia, ma
anzi coinvolge e attira l’interesse di tutti i membri della comunità. Si conta di realizzare una
seduta di teatro forum sulla prevenzione della malnutrizione in ciascuno dei 50 villaggi nei quali
verrà creata una Cellula di Educazione Nutrizionale.
Oltre alla costituzione delle CEN, l’intervento promuove anche meccanismi per il controllo
comunitario dello stato vaccinale dei bambini di età compresa tra 0 e 11 mesi. Dette attività
sono svolte grazie alla collaborazione tra le animatrici CEN. Essi si occuperanno di verificare che
tutti i bambini di ciascun villaggio vengano effettivamente vaccinati secondo il calendario previsto
e, qualora ci dovesse essere qualche defezione, di contattare immediatamente i genitori del
bambino per comprenderne le cause e supportarli affinché essi procedano a realizzare al più
presto la vaccinazione prevista.
Questo secondo risultato nasce dai positivi risultati ottenuti da ProgettoMondo Mlal nella lotta
alla malnutrizione infantile, riconosciuti dal Ministero della Sanità Burkinabè che, pertanto, ha
assegnato all’organizzazione la gestione nazionale del coinvolgimento delle comunità locali nella
lotta alla malaria denominato Programma Paludismo. Il programma si estende in tutte le 13
regioni del paese (ovvero in ciascuna delle 45 province e nella maggior parte dei 351
dipartimenti, equivalenti a comuni). Tale programma prevede diverse componenti ed attività,
tra cui la lotta anti-vettoriale, l’informazione, l’educazione e la comunicazione per il cambiamento
di comportamento che si realizzano attraverso dibattiti, proiezione di film e la realizzazione di
spettacoli teatrali nei villaggi, oltre a comunicazioni radiofoniche (con oltre 50 emittenti locali
coinvolte). Per realizzare tutto ciò ProgettoMondo Mlal (PMM) si avvale della partnership di oltre
250 Organizzazioni della società civile a Base Comunitaria (OBC), con le quali sono stati
sottoscritti una convenzione, un protocollo programmatico ed un piano di monitoraggio e
valutazione.
Nella prospettiva della valorizzazione di questa rete, ancora potenziale, si intende procedere alla
creazione di un portale telematico e ad una piattaforma virtuale al fine di poter permettere
l’attuazione di:
• una comunicazione lineare trasparente, attraverso mezzi testuali e multimediali gestiti
dall’ente di coordinamento PMM ed indirizzati simultaneamente a tutte le OBC dotate
di accesso internet, mediante browser fissi o applicazioni mobili;
• una comunicazione circolare tra le stesse OBC, che in qualità di membri accreditati
alla community potranno accrescere lo scambio tra loro, condividere esperienze ed
instaurare relazioni di auto-mutuo aiuto, anche di tipo pratico e non solo a livello
informativo;
• una comunicazione aperta a tutti, capace di sensibilizzare ed informare chiunque e di
attirare nuovi Partner Tecnici e Finanziari (PTF).
Risultato Atteso n.2: Creazione di un portale telematico e di una piattaforma virtuale
per Organizzazioni della società civile a Base Comunitaria attive in Burkina Faso
nella lotta contro malaria, tubercolosi e HIV-AIDS
10
4. modalità di esecuzione
4.1 metodologie di riferimento
La metodologia di
intervento utilizzata si
baserà sull’approccio
EPICOM.
L’Epidemiologia
Comunitaria (EPICOM) è
una metodologia
specifica e rigorosa che
ha come obiettivo quello
di favorire il
cambiamento di
paradigma nel rapporto
tra il sistema sanitario e
i pazienti: le popolazioni
da “oggetto” di
conoscenza, vengono
approcciate come
“soggetti” di diritto in
materia sanitaria. Essa
mette in luce come la
sanità sia al centro della problematica dello sviluppo e degli aspetti chiave della povertà. Non
solo la povertà porta ad un cattivo stato di salute, ma anche un cattivo stato di salute contribuisce
al radicamento ulteriore delle condizioni di povertà. Fattori quali l’analfabetismo, l’accesso
all’acqua potabile, la mancanza di servizi di controllo delle nascite, alcune pratiche radicate nel
nucleo familiare, i prezzi degli alimenti e la loro accessibilità, lo scarso accesso ai programmi di
sanità preventiva e alle cure sanitarie di base, influenzano in maniera decisiva lo stato di salute
della popolazione, ed in particolare dei gruppi maggiormente svantaggiati. Allo stesso tempo, lo
stato di salute, la malnutrizione, la forte fecondità, contribuiscono in maniera decisiva alla
diminuzione della produttività del nucleo familiare, alla diminuzione del reddito, e all’aumento
delle spese sanitarie. Naturalmente, altri aspetti di carattere più generale, quali lo sviluppo
umano, la qualità della vita, la sicurezza finanziaria, fisica e psichica, la partecipazione agli
aspetti chiave della vita sociale, devono essere presi in considerazione per meglio comprendere
il rapporto fra povertà e sanità. L’approccio dell’Epidemiologia Comunitaria, tenendo in
considerazione tutti questi elementi, si propone di favorire lo scambio delle informazione tra
personale sanitario e la popolazione e tra la popolazione stessa, in modo che siano gli stessi
beneficiari del sistema salute le principali sentinelle di allarme contro la diffusione di malattie o
pratiche potenzialmente pericolose per la salute. Attraverso la creazione di reti di sorveglianza
epidemiologica e di controllo delle malattie a livello comunitario, è possibile favorire la
mobilitazione e partecipazione della comunità, nonché una sua maggiore autonomia nella
gestione dei problemi di tipo sanitario. Essa si basa quindi su una sorta di collettivizzazione della
gestione del rischio e sull’assunzione di responsabilità di tutta la comunità nel monitorare lo stato
di benessere o malessere dei suoi membri. In pratica tutto l’intervento si basa su una
metodologia di intervento improntata al cosiddetto “Capacity Development”. Lo sviluppo delle
capacità degli attori socio comunitari prevede un approccio integrato basato sulla sequenza
awareness raising/capacity building/empowerment. La prima azione (awareness raising) serve
per aumentare la soglia di attenzione e la sensibilità del target (es. le donne dei villaggi) rispetto
al problema rendendolo pertanto più sensibile alle successive proposte informative e formative
sul problema (capacity building). Grazie alle competenze acquisite attraverso tutto il pacchetto
formativo previsto, il target sarà in grado di promuovere esercizi di cittadinanza attiva
(empowerment) per la gestione del problema stesso.
L’intervento si caratterizza infine per un elevato potenziale in termini di scalabilità/replicabilità,
prevedendo la progressiva estensione territoriale dei servizi di prevenzione e cura della
malnutrizione. Il meccanismo si basa su una azione iniziale di rafforzamento delle capacità
dell’intera piramide del sistema sanitario pubblico regionale, con particolare riferimento al livello
11
più decentrato: i distretti sanitari e le strutture che rispondono alla loro responsabilità come, ad
esempio, i CSPS (Centri Sanitari di Base). Questi presidi territoriali si faranno carico
dell’accompagnamento di un primo nucleo di nuove CEN fino al raggiungimento da parte loro di
una buona autonomia; a quel punto potrà essere attivato un secondo gruppo di CEN che seguirà
lo stesso percorso, seguito da ulteriori gruppi, fino al raggiungimento della copertura territoriale
prefissata. Grazie a questa strategia di intervento per “propagazione”progressiva, PMM ha potuto
ottenere risultati tangibili molto incoraggianti come, ad esempio, l’aumento del tasso di copertura
dei bambini affetti da MA nella Regione di Cascades che tra il 2009 e il 2012 è aumentato del
29,56%. Ciò ha consentito di contribuire alla sostanziale riduzione dell’incidenza della MA a livello
regionale, scesa dell’8,2% tra il 2008-2012.
Le principali cause e fattori che favoriscono la malnutrizione sono riferibili a quelle già citate
in relazione alla condizione del paese nel suo complesso, ovvero: apporto alimentare inadeguato,
prevalenza di malattie infettive e parassitarie (tra cui alcune evitabili attraverso le vaccinazioni
infantili), insufficienza della sicurezza alimentare delle famiglie e inadeguatezza dei servizi
sanitari.
La dieta familiare è costituita essenzialmente da pasta di mais e non tiene perciò conto delle
necessità nutrizionali dei bambini. Lo svezzamento è generalmente realizzato in maniera non
corretta, generando fenomeni di malnutrizione moderata e, nei casi più gravi, malnutrizione
acuta non sempre riconosciute in tempo dalla famiglia. Le credenze popolari diffuse e molto
radicate, soprattutto a livello rurale, aggravano ulteriormente questo stato di cose. Esiste ad
esempio una convinzione diffusa secondo la quale il latte materno sia dannoso per il neonato nel
caso in cui la madre sia nuovamente incinta. In un paese in cui le donne hanno gravidanze molto
ravvicinate ciò significa privare i molti neonati di un apporto nutritivo importante quale quello
offerto dal latte materno. Sovente accade quindi che, nel caso in cui la madre è nuovamente
gravida, si anticipi lo svezzamento del neonato in un’età in cui il suo organismo non è ancora in
grado di digerire la pasta di mais, il pasto principale della famiglia rurale. Altre credenze
normalmente diffuse sono quelle che considerano la malnutrizione del bambino come legata al
fatto che la madre durante la gravidanza ha visto una rana e dunque il bambino sin dalla nascita
è affetto dalla “malattia della rana”. Queste credenze popolari che, per chi non conosce la realtà
del paese possono far sorridere e sembrare incredibili, considerano la malattia come un evento
ineluttabile e per questo di per sé non curabile. Ciò spiega perché i bambini non siano sottoposti
a visita medica né adeguatamente trattati con cure appropriate. Le credenze popolari vietano
inoltre ai bambini e alle donne in gravidanza di consumare certi alimenti come ad esempio l'uovo
e la carne di selvaggina (che è facilmente disponibile nelle zone del progetto), privando entrambi
i gruppi di apporti nutritivi in proteine fondamentali.
Le Regioni di Cascades e Sud Ouest, pur essendo tra le zone più fertili del paese e con una
maggiore pluviometria, sono anche tra quelle che presentano tassi di malnutrizione elevati. Ciò
testimonia come l’insicurezza alimentare non sia legata al solo aspetto produttivo, ma come sia
fortemente dipendente anche da fattori di tipo socio-culturale, spesso ignorati e che invece
possono risultare determinanti nelle strategie di lotta alla malnutrizione. La produzione agricola
locale assicura teoricamente una buona copertura al fabbisogno nutrizionale della popolazione.
Le cause della malnutrizione sono quindi legate a errate pratiche di nutrizione dei
neonati/bambini uniti a problemi di igiene. La non adozione dell’allattamento esclusivo nei primi
mesi di vita, espone il neonato a diarrea, compromettendone la crescita. Stessa cosa vale per
pratiche di svezzamento errate o per la somministrazione di una alimentazione complementare
inadeguata (6 - 23 mesi). Queste pratiche sono spesso basate su tabù alimentari socioculturali
e resistono alle semplici azioni informative delle campagne di prevenzione sanitaria.
I casi di Malnutrizione Cronica (MC) normalmente non vengono rilevati se non quando la
situazione è conclamata, cioè quando il danno è oramai irrecuperabile. Anche i casi di
Malnutrizione Acuta-Moderata (MAM) vengono scarsamente rilevati nelle comunità; essi tendono
quindi a degenerare. In questo caso esiste però un problema di accesso ai servizi della salute:
trattasi di barriere fisiche legate alla distanza, barriere culturali legate alla corretta
somministrazione del trattamento, barriere economiche dovute al fatto che non tutti i CSPS
(Centri di Salute e di Promozione Sociale) dispongono in maniera continuativa degli alimenti
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terapeutici. Le barriere aumentano nei casi di Malnutrizione Acuta - Severa (MAS) con
complicazioni che richiedono costosi trasferimenti presso il CREN (Centro di Recupero ed
Educazione Nutrizionale) più vicino.
Questi aspetti culturali dimostrano come sia importante intervenire a livello comunitario
anche attraverso interventi di sensibilizzazione e di educazione alimentare. L’approccio
comunitario è inoltre uno straordinario alleato nella lotta alla malnutrizione per supplire
alle inefficienze del sistema sanitario nazionale tanto in senso preventivo, quanto in
relazione alle dinamiche di risposta rapida alle emergenze.
Descrizione dell'intervento
A1: Formazione di 150 animatrici comunitarie per le 50 nuove CEN create
Le cellule di educazione nutrizionale sono gestite dalle animatrici, donne identificate dalle
comunità e formate dall'equipe medica di ProgettoMondo Mlal. Lavoreranno in collaborazione
con i centri sanitari e si occuperanno sia delle dimostrazioni culinarie, sia dell’educazione delle
madri alla preparazione degli alimenti necessari alla crescita dei propri figli. Allo scopo, si prevede
la formazione di piccoli gruppi di donne in ogni villaggio in cui si interviene, le quali avranno
l’incarico di fungere da agenti replicatori delle conoscenze acquisite trasmettendole ad altre
donne e assicurando così la diffusione del sapere. Saranno formate 3 animatrici per ciascuna
delle 50 CEN, per un totale di 150 animatrici, in quattro sessioni della durata di 5 giorni ciascuna.
I contenuti della formazione sono elaborati dall'equipe medica di ProgettoMondo Mlal
(coordinatore medico, esperto in igiene e salute e infermiere) e prevedono sessioni specifiche
inerenti le seguenti tematiche: conoscenza dei tipi di malnutrizione e loro manifestazione clinica;
conoscenza del tipo di alimentazione e apporto calorico necessario ad una sana crescita dei
bambini; elaborazione di menu a base di alimenti locali ad elevato potenziale energetico
nutritivo; strategie di comunicazione; misurazione del peso e degli indicatori di crescita dei
bambini: come effettuare il controllo della crescita. ProgettoMondo Mlal già da qualche anno ha
elaborato un manuale idoneo anche a uso di donne semi-analfabete che sarà quindi pubblicato
e messo a disposizione delle animatrici che potranno quindi disporre di una utile dispensa con la
quale approfondire i concetti appresi durante la formazione diretta.
A2: Costituzione e equipaggiamento delle 50 CEN con kit di materiali culinari
Un kit di materiale culinario e un sacco di mais e altri prodotti locali per le prime dimostrazioni
saranno fornite a ciascuna CEN. Successivamente attraverso un intervento di sensibilizzazione
gli alimenti necessari alle dimostrazioni saranno stoccati dalle comunità come loro contributo alla
prevenzione della malnutrizione nei proprio villaggi. Detto sistema è già stato sperimentato con
successo in altre zone del paese e continua a tutt’oggi a funzionare in maniera proficua. Ciascuna
animatrice sarà dotata inoltre di un flanellografo per la realizzazione delle attività di
sensibilizzazione. Il flanellografo è uno strumento di supporto alle sessioni di educazione e
comunicazione comunitaria che permette attraverso l’uso di pannelli esplicativi in feltro e
immagini esplicative da attaccare al pannello stesso di rendere immediatamente visibile alla
popolazione quanto sta accadendo sul piano nutrizionale e vaccinale in una data comunità. Le
immagini permettono di censire e rendere visibili i casi di morte, di abbandono, di malnutrizione
e tipo di malnutrizione. L'uso di questo strumento e il ricorso alla spiegazione visiva per una
popolazione che nella maggior parte dei casi è analfabeta permette dunque di rendere visibile
alla comunità ciò che sta accadendo a livello comunitario inducendo una riflessione relativa alle
possibili misure di risposta da mettere in campo per limitare l’incidenza dei casi di morbo-
mortalità infantile e adulta. Le CEN organizzeranno in ogni villaggio, con cadenza mensile, un
incontro di sensibilizzazione con le mamme e partorienti sulle buone pratiche riguardanti la
salute, l’igiene e la nutrizione dei bambini. I messaggi trasmessi saranno rafforzati e diffusi ad
un pubblico più ampio anche attraverso spettacoli di teatro forum (vedi A10) con sceneggiature
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tratte dalla vita quotidiana e interazione diretta con gli spettatori su le buone e cattive pratiche
rappresentate.
A3: Costituzione di un Comitato di Villaggio sulla Nutrizione in ciascun dei 50 villaggi
identificati per le CEN
I Comitati - integrati da cosiddette persone risorsa - hanno il compito di seguire e accompagnare
le attività realizzate dalle CEN (Cellule di educazione nutrizionale). I CVN saranno costituiti in via
indicativa da:
le animatrici comunitarie formate nell’ambito del progetto
Un rappresentante del direttivo distrettuale del sistema sanitario nazionale
Un rappresentante a livello locale del programma di vaccinazioni promosso dal Ministero della
Salute burkinabé
L’ostetrica di villaggio laddove esista
Un rappresentante del CSPS (Cento Sanitario di Promozione Sociale) di riferimento
Ogni comunità può comunque modificare la composizione del comitato per permettere una
maggiore efficacia. Il Comitato deve assicurare la gestione delle risorse allocate dalle comunità
in fatto di nutrizione (stoccaggio viveri, ad esempio), organizzare l'approvvigionamento degli
ingredienti necessari per le dimostrazioni culinarie che vengono effettuate dalle CEN durante le
sedute di educazione sanitaria. Un presidente di sesso femminile sarà individuato da ogni
Comitato tra le donne che ne fanno parte. Il progetto fornirà lo stock iniziale di materiali
necessari alla fornitura dei pasti in occasione delle sessioni dimostrative, dopodiché sarà cura
del CVN stesso raccogliere tra i membri del villaggio il piccolo contributo necessario per rifornire
periodicamente gli stock per le sessioni di sensibilizzazione.
L’équipe del progetto organizzerà una riunione in ogni villaggio (50 in totale) per l’attivazione
dei Comitati di Villaggio per la Nutrizione (CVN), identificando i componenti e socializzando i vari
compiti nelle attività di screening e monitoraggio. Una volta costituiti i CVN, verrà organizzata
un secondo incontro con i membri dei CVD eletti per una tre giorni di formazione il cui obiettivo
è quello di responsabilizzare e organizzare le comunità sui 3 pilastri previsti nel protocollo del
Piano Strategico sulla Nutrizione (PNS): educazione alla malnutrizione e corretta alimentazione
del neonato/bambino, educazione all’igiene, diversificazione alimentare.
A4: Censimento dei bambini per fasce d'età (0-23 mesi e 24-59 mesi)
Dopo una riunione preliminare con i membri delle CEN, i Comitati di Sviluppo dei Villaggi (CVD),
i consiglieri municipali e gli agenti comunitari per la suddivisione delle rispettive responsabilità,
ruoli e competenze; si procede al censimento, villaggio per villaggio, dei gruppi target: bambini
0-23 mesi e bambini 24-59 mesi. Da questa attività di censimento potranno comunque essere
raccolte anche alte importanti informazioni come ad esempio il numero di donne incinta, donne
allattanti 0-5 mesi, donne allattanti 6-23 mesi che aiuteranno le animatrici delle CEN a meglio
programmare la cadenza delle attività di sensibilizzazione in relazione al reale bisogno del
territorio.
Questa attività è svolta dalle animatrici CEN con il sistema porta a porta. E’ fornito un kit per il
censimento dei bambini costituito da un quaderno, una penna e una borsa. E’ inoltre fornito un
rimborso spese per lo spostamento nelle zone più lontane. L'attività di censimento è
estremamente importante perché permette di sapere quanti bambini da 0 a 5 anni ci sono in
una data zona e facilita dunque il controllo nel tempo del loro stato di salute nutrizionale.
Permette inoltre di “cercare” un bambino coinvolto nel programma di recupero nutrizionale che
non presenta più agli incontri programmi dalle CEN con le madri. Il sistema utilizzato è quello
del porta a porta per permettere di ridurre al minimo il numero dei bambini di un villaggio non
censiti, ovvero che sfuggono al censimento. Tutto è registrato sul quaderno in modo che gli
agenti sanitari in supervisione possono consultarlo e sapere cosa succede nella loro zona di
pertinenza ed intervenire qualora ci siano casi di malnutrizione grave.
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A5: Screening trimestrale del MUAC (Mid Upper Arm Circumference) nei bambini tra i
6 a 59 mesi di età nei 50 villaggi in cui sono presenti le CEN
Il MUAC è una sorta di
braccialetto a tre colori
(verde, giallo, rosso)
che permette la
misurazione del
perimetro brachiale e
l'individuazione dei casi
di malnutrizione e la
loro potenziale gravità.
L'uso dei colori
permette anche ad una
persona analfabeta di
comprendere lo stato
di salute nutrizionale di
un bambino: il verde
sta per una situazione
di normalità del
bambino; il giallo
designa una
malnutrizione
moderata; il rosso una
malnutrizione acuta e
severa. L'attività sarà svolta dalle animatrici sotto la supervisione dei due infermieri (l’infermiere
del progetto e uno del CSPS locale o designato dalle autorità del Distretto Sanitario del territorio)
e i tre animatori che il progetto intende reclutare per lo svolgimento delle attività di animazione
comunitaria. Le uscite saranno periodicamente accompagnate anche dal coordinatore medico il
cui compito sarà quello di monitorare l’attività e dai responsabili della direzione regionale o
distrettuale della salute come parte del programma di capacity building e definizione partecipata
di un sistema di referenza e contro referenza per il territorio.
Una volta effettuato lo screening i dati vengono riportati sul quaderno delle animatrici. Lo
screening di base permette di conoscere la situazione del bambino al momento del censimento,
i successivi screening permettono di vedere la sua curva di crescita e sapere, in caso di accertata
malnutrizione, se il bambino è migliorato o peggiorato nel decorso della malattia.
Nel corso delle attività di censimento, le madri di bambini affetti da Malnutrizione Acuta Moderata
(MAM) saranno invitate a partecipare a sessioni settimanali di formazione per la preparazione di
pappette arricchite (recupero nutrizionale). Le CEN indirizzeranno le mamme di bambini affetti
da Malnutrizione Acuta Severa (MAS) ai Centri Sanitari di Promozione Sociale (CSP)S,
supportandole nella somministrazione della terapia prescritta, tramite visite a domicilio. Nel caso
di MAS con complicazioni mediche, il servizio prevede il trasferimento del bambino presso il CREN
(Centro di Recupero ed Educazione Nutrizionale) più vicino.
Sarà cura di ciascun CVN organizzare in ciascun villaggio un sistema comunitario di trasporto,
ad esempio accantonando una quota parte del contributo garantito da ciascun membro del
villaggio per il rimborso spese (benzina) a favore di chi mette a disposizione un mezzo di
trasporto per il trasferimento del malato.
A6: Visite domiciliari per la ricerca dei bambini malnutriti che non partecipano più
inesplicabilmente ai programmi di recupero nutrizionale
I bambini persi di vista, sono bambini coinvolti nel programma di recupero nutrizionale
comunitario che non frequentano più le attività delle CEN. In effetti una delle attività delle
animatrici CEN è di verificare che tutti bambini seguano il programma di recupero nutrizionale e
qualora si dia il caso, cercare di capire le ragioni per cui essi non si presentano più agli incontri,
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cercarli (sul registro ci sono tutte le indicazioni per rintracciarlo) e investigare sul perché
dell'abbandono.
A7: Realizzazione di dimostrazioni culinarie e sensibilizzazione delle madri ad una
corretta alimentazione a beneficio dei loro figli
Questa attività è svolta dalle animatrici CEN e consiste nel preparare delle pappe adatte allo
svezzamento e/o all'alimentazione adeguata dei bambini già svezzati. Alle dimostrazioni
partecipano le mamme in generale e le mamme di bambini malnutriti in particolare. Alla fine
della dimostrazione, la pappa che è stata preparata viene distribuita tra i bambini presenti.
L'occasione è importante per ricordare alle mamme quali cibi sono importanti per la crescita dei
bambini e per sensibilizzare le mamme dei bambini di età compresa tra 0 e 6 mesi
dell'importanza del latte materno in forma esclusiva durante questo periodo della vita del
neonato. Questa informazione non è di poco conto se si considera che tradizionalmente sin dalla
nascita ai bambini vengono offerti, in complemento al latte, infusi di erbe locali. Considerando
che la maggior parte delle fonti di approvvigionamento idrico esistenti a livello di villaggio sono
insalubri, diventa questa una azione di sensibilizzazione fondamentale che già da sola potrebbe
contribuire a ridurre la mortalità infantile del 50%. L’acqua, soprattutto in corpicini
estremamente fragili quali quelli dei neonati, è un veicolo di malattie parassitarie e diarroiche
che, se colpiscono un organismo già debilitato dalla malnutrizione, può trasformarsi in un veleno
potenzialmente mortale. Una volta completata la fase di identificazione e formazione delle
animatrici delle CEN (8° mese), questa attività sarà portata avanti con cadenza mensile. Questa
attività ha un valore di sensibilizzazione della comunità sul pericolo della malnutrizione e quindi
serve per intervenire preventivamente. Laddove invece attraverso il censimento (A4) e screening
(A7) si evidenzino casi di malnutrizione acuta moderata, le animatrici di CEN provvederanno ad
attivare un programma di recupero nutrizionale con cadenza settimanale con dimostrazioni
pratiche relative alla preparazione di pappette arricchite e somministrazione diretta dell’alimento
al neonato malnutrito come parte della terapia.
A.8: Attività di Teatro Forum
Una seduta di teatro forum sulla prevenzione della malnutrizione viene realizzata in ciascuno dei
50 villaggi in cui si prevede l’organizzazione di una CEN. Il teatro forum, ispirato al metodo del
teatro dell'oppresso, è attualmente il metodo di sensibilizzazione più praticato e di maggior
impatto in Burkina Faso. E’ in grado di raggiungere direttamente (come partecipanti) e
indirettamente (come scia di discussione che si attiva nelle comunità) una diffusa parte della
popolazione. Il Teatro Dell’Oppresso (TDO) è un insieme dinamico di tecniche ludico teatrali che
permette di porre in scena le situazioni oppressive del nostro quotidiano, per analizzarle e
cercare collettivamente come farle evolvere. Queste tecniche si rivelano molto efficiente per
lavorare in diversi ambiti: educazione, sociale, sanità, ambiente ecc.. La tecnica che permette di
raggiungere più persone e stimolare di più il cambiamento è quella del Teatro Forum. Nel Teatro
Forum gli spettatori possono intervenire nella scena per provare il cambiamento e scoprire le
conseguenze di ogni azione. E' un metodo teatrale inventato e sviluppato da Augusto Boal negli
anni '60, prima in Brasile e poi in Europa, e ora diffuso in tutto il mondo, che usa il teatro come
linguaggio, come mezzo di conoscenza e trasformazione della realtà interiore, relazionale e
sociale. E' un teatro che rende attivo il pubblico e serve ai gruppi di "spett-attori" per esplorare,
mettere in scena, analizzare e trasformare la realtà che essi stessi vivono. Consiste
essenzialmente nell'uso del linguaggio teatrale diffuso, nell'uso dello spazio estetico e delle sue
proprietà gnoseologiche, per avviare processi collettivi di coscientizzazione, cioè di cambiamento
personale e sociale. In altre parole si propone lo sviluppo della teatralità umana al fine di
analizzare e trasformare le situazioni di disagio, malessere, conflitto, oppressione, ecc. Il TdO si
compone di diverse tecniche che hanno il fine di rendere l'uomo protagonista dell'azione
drammatica per allenarlo a essere protagonista della propria vita "insieme" ai suoi simili. E’ una
tecnica di informazione e comunicazione di massa che rompe con i tradizionali metodi educativi
per rendere la partecipazione del pubblico più attivo. Si svolge in tre fasi: 1) Presentazione della
pièce teatrale dagli attori (prima della rappresentazione); 2) Analisi della sequenza e commenti
sugli atteggiamenti dei personaggi rappresentati dagli attori (dopo la rappresentazione); 3)
Domande e risposte con l’ausilio di esperti. Gli "spett-attori" sono chiamati ad intervenire e
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cercare soluzioni, sostituendosi agli attori. Si tratta di una forma di teatro che si offre come
strumento di liberazione, personale e collettivo; che è d’incitamento alla creatività e che si
stimola con l’emozione e con il divertimento. Un infermiere del progetto parteciperà ad ogni
seduta per rispondere in modo pertinente alle domande delle popolazioni (fase tre).
Risultato 2:
B. 01: Creazione di una di un portale telematico e di una piattaforma virtuale per
Organizzazioni della società civile a Base Comunitaria attive in Burkina Faso nella lotta
contro malaria, tubercolosi e HIV-AIDS
Costruzione di una pagina web e un blog dedicato: la prima funzione del servizio virtuale
di rete è quella di permettere uno scambio di informazioni rapido, attraverso una comunicazione
efficiente e chiara, uniforme e trasparente. La creazione di un servizio web potrà inoltre
imprimere un’accelerazione qualitativa e quantitativa al Programma Paludismo in quanto, in una
particolare area riservata alle Organizzazioni sanitare di base comunitaria (OBC) accreditate,
potranno avvenire scambi di diverso materiale inerente:
- l’informazione alle OBC (es. incontri zonali, allerte, partecipazione a cluster groups, etc.)
- la loro formazione (es. schede/articoli specifici di epidemiologia comunitaria, prevenzione
e cura)
- la loro attività nei villaggi (nuovi tool kits che potranno aumentare le loro capacità di
comunicazione informatica e mediatica)
- la reportistica delle loro analisi di terreno ed attività (per un miglior monitoraggio e
valutazione).
L’impostazione dei sistemi interattivi intende mantenere tuttavia una precisa disciplina ed ordine,
definendo anche dei limiti di comunicazione. In un’area FAQ, risposte da parte di PMM alle
Frequent Asked Questions saranno offerte anche a beneficio delle OBC meno attive.
Armonizzazione delle condizioni tecnologiche delle singole OBC. Ovvero la promozione e
la messa in campo di strumenti (es: garantire tecnologie basiche per ciascuna OBC) per una
“comunicazione circolare” tra OBC. L’integrazione di link tra la pagina web di riferimento ed altri
social network Facebook per ciascuna OBC) potrebbe essere estremamente utile, sia per
l’autonoma risoluzione di problemi organizzativi tra OBC, sia per la creazione di un ambiente tra
loro stimolante ed arricchente, fondato sull’emulazione e la voglia di migliorarsi cogliendo il
meglio dagli altri (benchmark).
Costruzione e condivisione dei contenuti da divulgare attraverso la piattaforma
informatica.
La terza funzione della pagina web riguarda la sperimentazione di una campagna informativa su
tematiche sanitarie, la presentazione di informazioni generali sugli stakeholders coinvolti e sulle
tematiche trattate nelle aree ad accesso libero a tutti gli utenti internet.
Questa sperimentazione avrà come obiettivo quello di accrescere il senso di ownership delle OBC
e promuovere il protagonismo locale in un’importante sfida nazionale. Quest’ultimo aspetto
risulta di fondamentale importanza per lo stesso Ministero della Salute che vede nella piattaforma
uno strumento per consentire una più efficace applicazione delle proprie politiche sanitarie.
Nello specifico le attività previste a breve termine (entro giugno 2018)
- Allestimento del sito web
- N. 90 incontri provinciali (n. 2 x 45 province), per presentazione progetto alle 252 OBC
e loro formazione.
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- Costruzione della rete con identificazione dei referenti per ogni OBC, referenti locali,
provinciali e regionali.
- Avvio gruppo di lavoro per definizione dei contenuti da promuovere via web e
condivisione di un programma di lavoro della rete nazionale.