Una filosofia dell’esistenza

Punto di partenza di K. è una critica esplicita ad Hegel = rifiuto della filosofia come sistema della totalità del reale.

Interesse di K. è il singolo, unico oggetto reale, unico oggetto possibile di riflessione filosofica.

La sua è una filosofia esistenzialistica = l’unico oggetto possibile di riflessione filosofica e l’esistenza, ovvero l’insieme delle esperienze che l’uomo realizza nel mondo, nel periodo di tempo in cui e destinato a rimanerci.

Søren Kierkegaard nacque a Copenaghen nel 1813 e qui morì nel 1855. Si laureò in teologia e divenne pastore luterano. Seguì le lezioni di Schelling ma ne fu deluso. Ritiratosi a vita privata, pubblicò le sue opere più importanti: Aut Aut (1843); Timore e Tremore (1843); La malattia mortale (1845).

La possibilità e l’aut-autLa possibilità e la principale caratteristica dell’esistenza umana, nel senso che l’esistenza dell’uomo e un continuo realizzare delle possibilità.

In ogni situazione della nostra esistenza noi facciamo qualcosa che e solo una delle possibilità di scelta che abbiamo di fronte a noi.

Prevale pero la preoccupazione che la nostra scelta possa essere sbagliata = la possibilità di perdere tutto attraverso una scelta sbagliata.

Il sentimento dell’angoscia è quindi caratteristico della condizione umana, proprio perché avverte l’incertezza e l’indeterminatezza del futuro.

Gli stadi dell’esistenzaL’esistenza consiste nello scegliere tra i diversi possibili.La scelta tra le diverse possibilità si configura per K. come aut-aut

Per K. ci sono tre stadi dell’esistenza:1. La vita estetica 2. La vita etica 3. La vita religiosa

Il passaggio da uno stadio all’altro non è un progresso di carattere dialettico, un’evoluzione coerente e necessaria, come prevedeva la dialettica di Hegel.

È un salto assoluto, un’alternativa radicale, una rottura = aut-aut (dialettica qualitativa).

1. La vita estetica = il seduttore, Don Giovanni = attrazione verso i piaceri sensibili, l’uomo sceglie una condotta di vita tesa a soddisfare il piacere secondo una logica prettamente quantitativa. È un tipo di vita che incorre nella difficolta di dover continuamente mutare l’oggetto del godimento, per rinnovare senza sosta il piacere e non cadere nell’assuefazione.

2. La vita etica = l’uomo coniugato = uomo rispettose delle regole sociali, si assume un ruolo socialmente riconosciuto. Ma non basta, perché rimane la spinta pulsionale verso la ricerca di nuovi piaceri.

3. La vita religiosa = Dopo il fallimento dello stadio etico, l’unica speranza di salvezza è la dimensione dell’assolutamente altro, cioè Dio. L’unico modo per accostarsi a tale dimensione e la fede. La vita del credente però non e positiva, continuamente tesa a riflettere sulla miseria della condizione umana, sull’inferiorita dell’uomo nei confronti di Dio

Gli stadi dell’esistenza, tipi di vita

Angoscia e fedeAngoscia è sentimento dell’esistenza umana, nasce dalla consapevolezza dell’esistenza come possibilità e dal timore che si avveri la possibilità negativa.

La liberta umana fonda la possibilità del peccato (il primo fu Adamo), vera condanna per l’uomo, che cerca di sfuggirli con la vita etica (invano) e poi con la fede.

L’uomo vive una condizione contraddittoria: ha l’apparente privilegio della «liberta », condizione necessariamente legata all’individuo. Ma e proprio la liberta che lo fa vivere nell’angoscia.

Questa condizione inevitabilmente contraddittoria dell’esistenza umana viene chiamata da K. «malattia mortale»

La disperazione e la condizione emotiva dovuta alla consapevolezza di non poter sfuggire tale situazione.