Una concezione dinamica dell’impresa - Moodle@Units · 2020-02-20 · Una concezione dinamica...
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Una concezionedinamica dell’impresaLezione 2
Una concezione dinamicadell’impresa Nella teoria economica classica le imprese:
Hanno dimensioni minime
Competono con molti concorrenti
Da sole non possono influire sul prezzo di mercato
Agiscono razionalmente ed efficientemente in contesto di completezzainformativa
E’ bene adottare una concezione dinamica dell’impresa per una migliorcaratterizzazione spazio-temporale approccio intrinsecamentestorico
Si tratteranno ora alcuni degli autori che maggiormente hanno contribuitoa una teoria dell’impresa dinamica, storica ed evolutiva
Werner Sombart(1863-1941)
Cos’è il capitalismo?
“un’organizzazione economica discambio, in cui collaborano, uniti dalmercato, due diversi gruppi dipopolazione, i proprietari dei mezzi diproduzione, che contemporaneamentehanno la direzione e costituiscono isoggetti economici, e i lavoratorinullatenenti (come oggetti economici);tale organizzazione è dominata dalprincipio del profitto e dal razionalismoeconomico”
Sombart
In questo sistema si afferma lo spirito capitalista: il risultato del passaggio: Dallo spirito dell’intrapresa (lo spirito di potere e conquista, l’origine e la forza
motrice del sistema capitalistico) Allo spirito borghese (la razionalità, l’ordine e lo spirito conservatore)
Lo scopo dell’impresa è il conseguimento di profitti attraverso la stipula dicontratti e quindi l’aumento del capitale Il capitale è quindi la somma dei valori di scambio che costituisce il fondamento
reale di un’impresa Inizia e finisce sotto forma di denaro, mentre nelle fasi intermedie si presenta
sotto forma di merci o mezzi di produzione
L’imprenditore svolge funzioni organizzative, commerciali econtabili/amministrative
Sombart
Individua tre idealtipi imprenditoriali, che rappresentano Da un lato fasi successive dello sviluppo economico
Dall’altro «gradi di un processo di deconcretizzazione dell’attività imprenditoriale
1) il tecnico 2) il commerciante 3) il finanziere Nella fase del capitalismo maturo (contemporaneo a Sombart) in realtà
queste tre caratteristiche coesistono
Sombart
Il tecnico Si muove nel marcato del lavoro
È un imprenditore innovatore che all’inventivaaggiunge la capacità organizzativa
L’esempio è Werner Siemens (1816-92) che, con losviluppo del principio dinamo-elettrico, crea il primoveicolo su rotaia mosso da elettricità
Sombart
Il commerciante L’ambito di riferimento è il mercato dei
prodotti
«il commerciante ideale è colui che creai bisogni per i quali […] produce i mezzi disoddisfacimento»
L’esempio è Emil Rathenau (1938-1915)fondatore della Allgemeine Elektrizität-Gesellshaft (Aeg)
Sombart
Il finanziere L’ambito di riferimento è il mercato dei
capitali
Il suo obiettivo è «realizzare nuovefondazioni, fusioni, cartelli»
Cerca di servirsi dell’autorità statale perguadagnare posizioni di monopolio
Un esempio è Hugo Stinnes (1870-1924),imprenditore dei cartelli siderurgici
Sombart
Sombart nota che nel capitalismo maturo all’imprenditore tradizionale sisostituisce un’organizzazione complessa caratterizzata da:
1) Distacco della funzione imprenditoriale dalla proprietà 2) progressiva specializzazione dell’attività produttiva
3) integrazione fra attività produttiva e attività finanziaria
Adolf A. Berle (1895-1971) & GardinerC. Means(1896-1988)
Berle & Means Il contesto economico degli USA negli ultimi decenni dell’Ottocento: Processo di ristrutturazione e razionalizzazione del sistema economico e
imprenditoriale corporate reconstruction of capitalism Emerge il c.d. big business caratterizzato da grandi corporations
Società anonime gestite da gerarchie manageriali
Critiche da osservatori contemporanei come Thorstein Veblen (1857-1929)che accusa finanza, burocrazie manageriali e oligopoli di manipolare ilmercato e inquinare il progresso industriale ai danni della società nel suocomplesso Mette in opposizione «finanza» e «industria» Provocatoriamente si chiede «a cosa serve l’imprenditore?» (inteso come
finanziatore) Auspica che la direzione delle aziende e della società passi dai «banchieri» agli
«ingegneri»
Berle & Means
In The modern corporation and private property (1932) notano che: Nel 1930 negli USA 200 grandi corporation controllano metà della
patrimonializzazione delle società e introitano il 43,2% del reddito (escluse lebanche)
2/3 della ricchezza industriale è passata da proprietà individuale e grandisocietà
Le grandi società erano possedute da migliaia di azionisti (direttamente oattraverso fondi pensionistici e assicurativi)
Separazione tra proprietà e controllo delle imprese: Proprietà parcellizzata in molti azionisti; controllo nelle mani di pochi manager Erano necessarie nuove forme di organizzazione economica e nuove regole per
garantire una democrazia industriale
Berle & Means
Modalità di separazione tra proprietà e controllo:
1) controllo di maggioranza (esclude la minoranza dei proprietari)
2) controllo di minoranza (esclude la maggioranza dei proprietari)
3) controllo degli amministratori Corrisponde alla public company, in cui in proprietari vengono esclusi
Possibile divergenza di interessi tra azionisti e manager
Ronald Coase (1910-2013) Premessa: solo in ambiente concorrenziale
(costi di negoziazione nulli) l’impresa“neoclassica” è una soluzione efficiente
Nella realtà questi costi esistono
Coase li chiama transaction costs: costi diimpiego dei meccanismi di mercati
L’impresa emerge quando internalizzandoI costi è più efficiente del mercato
La dimensione dell’impresa è determinatedall’uguaglianza tra costo diorganizzazione della transazione e costodella sua effettuazione sul mercato
Coase Mercato e impresa sono «metodi alternativi di coordinamento della
produzione» L’utilizzo del mercato ha dei costi:
Determinare gli attori coinvolti
Recuperare informazioni Condurre trattative Stendere contratti
Monitorare il loro rispetto
Attraverso l’istituzione-impresa, si internalizzano le negoziazioni, si allocanole risorse in via gerarchica e si riducono i costi di transazione
Le dimensioni dell’impresa crescono quando transazioni, chealternativamente potrebbero assumere la forma di scambi di mercato,vengono organizzate all’interno dell’impresa
Coase
Perché esiste il mercato? Perché non c’è solo un’unica grande impresa?
1) al crescere della scala d’impresa, si verificano rendimenti decrescentidella funzione imprenditoriale aumentano costi di organizzazione
2) l’aumento delle transazioni non consente un’allocazione ottimale dellerisorse
3) la piccola impresa può avere altri vantaggi superiori alla grande impresa
Si tratta di una teoria dell’equilibrio mobile: analizza gli effetti delcambiamento di costi organizzativi e costi di transazione spiegal’espansione o la contrazione di un’impresa
Edith Tilton Penrose(1914-96) Cos’è l’impresa?
Un insieme di risorse – materiali e umane– coordinate da un’organizzazioneamministrativa allo scopo di produrrebeni e servizi da vendere sul mercato incambio di un profitto
A rendere unica un’impresa èl’eterogenità di servizi che queste risorseconsentono di offrire
Penrose
Le risorse umane (in particolare quelle manageriali) Sono il frutto dell’accumulazione di competenze e conoscenze
Sono idiosincratiche, non acquisibili sul mercato
Sono fondamentali per pianificare la crescita dell’impresa Attuazione: processi di apprendimento aumentano esperienza e conoscenza
da una parte aumenta l’efficienza nell’utilizzo delle risorse, dall’altra questestesse risorse consentono di sviluppare ulteriori servizi
Completamento: si liberano risorse impiegate creando una situazione didisequilibrio temporaneo esistono sempre risorse inutilizzate
Penrose Per le imprese dinamiche queste risorse sono un incentivo a innovare ed
espandersi e una fonte di vantaggio competitivo La teoria della crescita dell’impresa è «essenzialmente un’indagine
sull’evolversi delle opportunità di produzione delle imprese» La crescita «è governata dall’interazione dinamica e creativa» tra risorse
produttive e opportunità di mercato
L’imprenditore è fondamentale perché interpreta le informazionidall’ambiente esterno e può procedere alla diversificazione
La diversificazione è anche fonte di limiti alla crescita dell’impresa: Conoscenze, competenze e servizi maturati in un settore non sempre possono
essere estese ad altri settori
E’ fondamentale sviluppare e proteggere il proprio nucleo di attività di base
Alfred D. ChandlerJr (1918-2007) Campo di studio: le corporations,
soprattutto quelle americane
Innovazione è il motore delcambiamento
Tuttavia il regista non è piùl’imprenditore, ma la gerarchiamanageriale Individua le strategie adatte alla
crescita dell’impresa
Adegua le strutture dell’impresaa quelle strategie
Chandler In Strategy and Structure (1962) delinea la sua tesi fondamentale Strategia: pianificazione di obiettivi di lungo periodo, criteri d’azione e
allocazione di risorse Struttura: organizzazione deputata ad amministrare attività e risorse
dell’impresa (uffici, funzioni, dipartimenti, etc) che comprende: Canali di autorità e comunicazione fra uffici e funzionari Informazioni e dati che percorrono questi canali
La struttura dipende dalla strategia: Strutture complesse sono la conseguenza della concatenazione di diverse
strategie, in particolare quelle di: Integrazione verticale: assunzione di nuove funzioni a livello produttivo,
finanziario, commerciale Diversificazione: sviluppo nuove linee di prodotto
Chandler Inefficienza dipende da mancato adeguamento delle strutture alle strategie
I responsabili sono i manager (assorbiti da attività di routine o impegnati adifendere posizioni di privilegio)
In The Visible Hand (1976) varca i confini americani e propone un’analisicomparata dei sistemi d’impresa in USA ed Europa
In Scale and Scope (1990) introduce il concetto di first mover: Imprese che per prime colgono le opportunità create dalle innovazioni della
Seconda Rivoluzione Industriale
Competono in settori ad alta intensità di capitale
Operano con grandi impianti sfruttando economie di scala e di scopo
Effettuano il necessario triplice investimento (produzione, distribuzione eorganizzazione)
Raggiungono posizioni dominanti e le mantengono per decenni
Michael E. Porter(1947)
Chandler influenza il lavoro degli studiosi dimanagement che adottano un approcciostrategico alla gestione dell’impresa
Efficienza dinamica dell’impresa: capacità dirapportare scelte e comportamentiall’ambiente esterno
Il comportamento strategico consiste nellacapacità di modificare l’ambiente esterno,valorizzando risorse e competenze distintivedell’azienda e assicurandosi così un vantaggiocompetitivo
Porter Una strategia competitive mira alla ricercar di
una posizione competitive in un ambienteconcorrenziale
5 forze influenzano la concorrenza:
1) minaccia di nuovi entranti che dipende dallapresenza di barriere all’entrata (economie discala, differenziazione del prodotto, etc)
2) potere contrattuale dei fornitori che determinaI costi d’acquisto
3) potere contrattuale degli acquirenti chedetermina I prezzi di vendita
4)minaccia di prodotti/servizi sostitutivi
5) posizionamento dei concorrenti
Porter
Tipologia di strategie: Difensive (non spostano gli equilibri del mercato e non danno vantaggi
competitivi)
D’attacco
A lungo termine
Tipologie di vantaggio competitivo: Costi bassi
Differenziazione
Porter Vantaggi competitive e ambiente
competitivo di riferimentodeterminano 3 strategie di base:
Leadership di costo Differenziazione: essere l’unico
produttore riguardo certecaratteristiche del proprio settore
Focalizzazione: scelta di unsegmento del settore in cui si èleader per vantaggio di costo odifferenziazione
Oliver E. Williamson(1932) Riprende Coase per spiegare l’alternative
tra gerarchie e mercati attraverso i costi ditransazione
Il primo concetto da cui parte è quello dellarazionalità limitata che si contrappone a razionalità forte della teoria neoclassica
razionalità debole delle teorie evolutive edella scuola austriaca
Ammette la razionalità nelle intenzioni, mane limita il portato nei fatti
Williamson
Il secondo concetto è quello di opportunismo (perseguimento dei propriinteressi anche attraverso l’inganno) che può avere origine da: Adverse selection: diffusione di informazioni selezionate o distorte (es. un
venditore di auto usate conosce la qualità di ciò che vende, ma potrebbenasconderla al compratore)
Moral hazard: promessa di una condotta futura che non verrà rispettata (unassicurato che non adotta comportamenti corretti per diminuire il rischio diincidenti)
Transazioni diverse richiedono forme di governo diverse anche a causedelle assunzioni comportamentali di cui si è detto
Williamson
In particolare le imprese diventano necessarie quando ricorrono questesituazioni:
Specificità delle risorse: le transazioni hanno caratteristiche idiosincraticherispetto a investimenti, capitale umano, etc
Incertezza derivante da fattori esogeni e comportamento degli attoricoinvolti
Frequenza ricorrente delle transazioni che permette di recuperare i costidelle strutture specializzate create per governarle
In altre parole, razionalità limitata e opportunismo rendono menovantaggioso il ricorso al mercato a favore di strutture di governospecializzate che riducono i costi di transazione: Scelta di internalizzazione (make) o esternalizzazione (buy) della transazione
La teoria evolutiva dell’impresa
Richard Nelson (1930) Sidney Winter (1935)
La teoria evolutiva dell’impresa
Le imprese sono il soggetto principale del cambiamento tecnologico
L’innovazione è il «risultato probabilistico delle diverse strategie di ricerca esviluppo delle imprese»
Il concetto di routine è alla base del loro ragionamento: Conoscenze tacite alla base delle attività d’impresa, sono frutto delle esperienze
passate
Il potenziale innovativo dipende dalla capacità di cambiare le routine
È delimitato esogenamente da regimi tecnologici che ruotano attorno adeterminate traiettorie: alla base di una tecnologia ci sono dei principi scientificiche delimitano le future strategie di ricerca
La teoria evolutiva dell’impresa
Il progresso tecnico ha duplice natura: Continuo quando si svolge entro un determinato regime tecnologico; si tratta di
piccole innovazione e miglioramenti incrementali di carattere cumulativo
Discontinuo quando si passa da un regime tecnologico a un altro o si esaurisceuna traiettoria tecnologica e se ne apre un’altra
Per capire la dinamica concorrenziale è necessario considerare: Il comportamento degli attori in condizioni di incompletezza di informazioni e
Le modalità con cui le imprese implementano le proprie specifiche routine ecapacità
Teoria di impresa e storiad’impresa: terreni di incontro
Nell’ambito della teoriaevolutiva dell’impresa gioca unruolo fondamentale il concettodi path dependence Un processo path dependent è
quello in cui l’esito finale èinfluenzato in manieradeterminante da eventi remoti,anche di tipo casuale o nonsistemico
Un esempio è il caso QWERTY
Teoria di impresa e storia d’impresa:terreni di incontro Sequenza di tasti pensata per evitare l’accavallamento di tasti nelle
macchine da scrivere
Politica di marketing della Remington consente di venderne migliaia
I dattilografi iniziano a formarsi su questo tipo di tastiera
QWERTY diventa lo standard anche se ci sono disposizioni di tasti piùefficienti
Si tratta di un percorso evolutivo «incastrato» (locked-in) in una tecnologiasubottimale, ma autoimplementativo per l’irreversibilità degli investimenti incapitale umano
Teoria di impresa e storia d’impresa:terreni di incontro Un secondo ambito riguarda la dicotomia mercato/gerarchia
Ricerche storiche e sociologiche hanno dimostrato che è più corretto parlare dicontinuum di situazioni in cui coesistono diverse forme di organizzazione
Un Terzo ambito riguarda la centralità della grande impresa La grande impresa che supera la selezione di mercato dopo l’affermazione di un
paradigma tecnologico potrebbe incorrere in difficoltà di cambiamentoorganizzativo (inertia hypothesis)
I caratteri organizzativi originali restano impressi nelle organizzazioni che possonoprocedere, almeno nel breve/medio periodo solo a cambiamenti adattativi
Sintesi della lezione
Autore/i FocusSombart Spirito capitalistico e passaggio a organizzazioni più
complesseBerle & Means Separazione proprietà/controllo e public companyCoase Costi di transazione e raggio d’azione dell’impresaPenrose Risorse umane e crescita dell’impresaChandler Struttura e strategia, first mover e triplice investimentoPorter Vantaggio competitivo e 5 forze della concorrenzaWilliamson Gerarchie e mercatoTeoria evolutiva dell’impresa(Nelson & Winter)
Routine e paradigmi tecnologici
Bibliografia
P.A. Toninelli, Storia d’impresa, Bologna, Il Mulino, 2012, II edizione: capitoloI, paragrafo 2.
Per approfondimenti: G. Berta, L’imprenditore: un enigma tra economia e storia, Venezia, Marsilio,
2004: capitolo 3
G. Berta, L’enigma dell’imprenditore (e il destino dell’impresa), Bologna, IlMulino, 2018: capitolo 3