Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono...

35
Cos'è il diritto del lavoro? Il diritto del lavoro definisce i diritti e i doveri dei lavoratori e dei datori di lavoro. A livello dell'UE, il diritto del lavoro disciplina due grandi settori: Condizioni di lavoro - orario di lavoro, lavoro a tempo parziale e a termine, distacco dei lavoratori; Informazione e consultazione dei lavoratori - licenziamenti collettivi, trasferimenti di imprese, ecc. Come funziona? L'UE e il diritto del lavoro Negli ultimi decenni le politiche dell'UE hanno cercato di: Conseguire elevati livelli di occupazione e protezione sociale; Migliorare le condizioni di vita e di lavoro; Tutelare la coesione sociale. L'UE mira a promuovere il progresso sociale e a migliorare le condizioni di vita e lavoro della popolazione europea con politiche pubbliche specifiche. Sul tema dei diritti dei lavoratori le politiche europee di occupazione, affari sociali e inclusione riguardano quelle competenze proprie degli stati membri che hanno come obiettivi la sicurezza sul e del lavoro, la tutela dei diritti di ogni lavoratore, l’inclusione sul mercato lavorativo indipendentemente dal genere e dall’handicap, la formazione delle nuove generazioni e la tutela dei lavoratori uscenti. Sin dal trattato di Roma del 1957, che istituisce la Comunità economica europea (TCEE), che si basa su quattro libertà fondamentali: libera circolazione delle persone, dei servizi, delle merci e dei capitali, l’Europa inizia a considerare la legislazione in materia lavorativa e della tutela dei lavoratori ,un argomento, si spinoso, ma fondamentale per la cooperazione tra membri. Dal 1957, la politica europea in materia di occupazione vede un reale evolversi , sia in seno ai trattati istitutivi che in documenti “secondari” . Nel Trattato di Amsterdam, che modifica il trattato sull'Unione Europea, i

Transcript of Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono...

Page 1: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

Cos'è il diritto del lavoro?

Il diritto del lavoro definisce i diritti e i doveri dei lavoratori e dei datori di lavoro.A livello dell'UE, il diritto del lavoro disciplina due grandi settori:

Condizioni di lavoro - orario di lavoro, lavoro a tempo parziale e a termine, distacco dei lavoratori;

Informazione e consultazione dei lavoratori - licenziamenti collettivi, trasferimenti di imprese, ecc.

Come funziona?L'UE e il diritto del lavoroNegli ultimi decenni le politiche dell'UE hanno cercato di:

Conseguire elevati livelli di occupazione e protezione sociale; Migliorare le condizioni di vita e di lavoro; Tutelare la coesione sociale.

L'UE mira a promuovere il progresso sociale e a migliorare le condizioni di vita e lavoro della popolazione europea con politiche pubbliche specifiche. Sul tema dei diritti dei lavoratori le politiche europee di occupazione, affari sociali e inclusione riguardano quelle competenze proprie degli stati membri che hanno come obiettivi la sicurezza sul e del lavoro, la tutela dei diritti di ogni lavoratore, l’inclusione sul mercato lavorativo indipendentemente dal genere e dall’handicap, la formazione delle nuove generazioni e la tutela dei lavoratori uscenti. Sin dal trattato di Roma del 1957, che istituisce la Comunità economica europea (TCEE), che si basa su quattro libertà fondamentali: libera circolazione delle persone, dei servizi, delle merci e dei capitali, l’Europa inizia a considerare la legislazione in materia lavorativa e della tutela dei lavoratori ,un argomento, si spinoso, ma fondamentale per la cooperazione tra membri. Dal 1957, la politica europea in materia di occupazione vede un reale evolversi , sia in seno ai trattati istitutivi che in documenti “secondari” . Nel Trattato di Amsterdam, che modifica il trattato sull'Unione Europea, i trattati che istituiscono le Comunità Europee e alcuni atti connessi, ritroviamo che :

L’articolo B è sostituito dal testo seguente:«Articolo B - L’Unione si prefigge i seguenti obiettivi:

Promuovere un progresso economico e sociale e un elevato livello di occupazione e pervenire a uno sviluppo equilibrato e sostenibile, in particolare mediante la creazione di uno spazio senza frontiere interne, il rafforzamento della coesione economica e sociale e l’instaurazione di un’unione economica e monetaria che comporti a termine una moneta unica, in conformità delle disposizioni del presente trattato;

Affermare la sua identità sulla scena internazionale, in particolare mediante l’attuazione di una politica estera e di sicurezza comune, ivi compresa la definizione progressiva di una politica di difesa comune, che potrebbe condurre ad una difesa comune, a norma delle disposizioni dell’articolo J.7;

Rafforzare la tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini dei suoi Stati membri mediante l’istituzione di una cittadinanza dell’Unione;

Conservare e sviluppare l’Unione quale spazio di libertà, sicurezza e giustizia in cui sia assicurata la libera circolazione delle persone insieme a misure appropriate per quanto

Page 2: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

concerne i controlli alle frontiere esterne, l’asilo, l’immigrazione, la prevenzione della criminalità e la lotta contro quest’ultima;

Mantenere integralmente l’acquis comunitario e svilupparlo al fine di valutare in quale misura si renda necessario rivedere le politiche e le forme di cooperazione instaurate dal presente trattato allo scopo di garantire l’efficacia dei meccanismi e delle istituzioni comunitarie.

Gli obiettivi dell’Unione saranno perseguiti conformemente alle disposizioni del presente trattato, alle condizioni e secondo il ritmo ivi fissati, nel rispetto del principio di sussidiarietà definito all’articolo 3 B del trattato che istituisce la Comunità europea.»

Infatti, secondo il trattato di Amsterdam, la politica di occupazione, affari sociali e inclusione è una “politica pubblica di sicurezza sociale, diritti sul posto di lavoro, formazione, competenze e imprenditorialità nel rispetto dei principi garantiti dall’odierno pilastro europeo dei diritti sociali”. Il pilastro europeo dei diritti sociali mira a definire nuovi e più efficaci diritti (20 punti peculiari) per i cittadini racchiusi in tre categorie principali:

• Pari opportunità e accesso al mercato del lavoro(Istruzione, formazione e apprendimento permanente; Parità di genere; Pari opportunità; Sostegno attivo all'occupazione);

• Condizioni di lavoro eque(Occupazione flessibile e sicura; Retribuzioni; Informazioni sulle condizioni di lavoro e sulla protezione in caso di licenziamento; Dialogo sociale e coinvolgimento dei lavoratori; Equilibrio tra attività professionale e vita familiare; Ambiente di lavoro sano, sicuro e adeguato e protezione dei dati);

• Protezione sociale e inclusione(Assistenza all'infanzia e sostegno ai minori; Protezione sociale; Prestazioni di disoccupazione; Reddito minimo; Reddito e pensioni di vecchiaia; Assistenza sanitaria; Inclusione delle persone con disabilità; Assistenza a lungo termine; Alloggi e assistenza per i senzatetto; Accesso ai servizi essenziali)

Come richiesto dal presidente Juncker, nel suo discorso sullo stato dell'Unione il 13 settembre 2017, il pilastro europeo dei diritti sociali è stato proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione europea al Vertice sociale per l'occupazione e la crescita a Göteborg il 17 novembre 2017. Questa proclamazione riflette il sostegno unanime di tutte le istituzioni dell'UE per i principi e i diritti nell'ambito del Pilastro. <<Oggi ci impegniamo per realizzare 20 principi e diritti che spaziano dal diritto a un'equa retribuzione al diritto all’assistenza sanitaria; dall'apprendimento permanente e una migliore conciliazione tra vita professionale e vita privata alla parità di genere e il reddito minimo: con il pilastro europeo dei diritti sociali, l’UE si batte per i diritti dei cittadini in un mondo in rapido cambiamento.>>

Le competenze della politica di occupazione, affari sociali e inclusione evolvono contestualmente da quei principi che dal trattato del 1992, Articolo B: ”L’Unione si prefigge i seguenti obiettivi: promuovere un progresso economico e sociale equilibrato e sostenibile, segnatamente mediante la creazione di uno spazio senza frontiere interne, il rafforzamento

Page 3: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

della coesione economica e sociale e l’instaurazione di un’unione economica e monetaria che comporti a termine una moneta unica, in conformità delle disposizioni del presente”, vengono riadattati al nuovo panorama europeo, ampliato nei confini dai paesi dell’Ex- Jugoslavia ed Ex-U.R.S.S, e che nel trattato del 1997, entrato in vigore nel 1999, hanno finalmente un largo margine di azione e un profondo impatto sociale ed economico. La corretta legislazione nei paesi dell’UE segue una strategia europea per l'occupazione che risale al 1997, quando gli Stati membri dell'UE decisero di fissare un insieme di obiettivi comuni per la politica del lavoro. Si pone come obiettivo principale quello di creare più posti di lavoro e impieghi più qualificati in tutta l'Unione europea(eu-28,EA-19 e SEE).Al giorno d’oggi è l’Articolo 145 (TFUE - ex articolo 125 del TCE) a decretare le basi per i Diritti dei lavoratori. Le norme europee stabiliscono limiti all'orario di lavoro, combattono le discriminazioni sul lavoro, prevedono condizioni di lavoro più sicure e garantiscono indennizzi in caso di infortunio sul lavoro.“Gli Stati membri e l'Unione, in base al presente titolo, si adoperano per sviluppare una strategia coordinata a favore dell'occupazione, e in particolare a favore della promozione di una forza lavoro competente, qualificata, adattabile e di mercati del lavoro in grado di rispondere ai mutamenti economici, al fine di realizzare gli obiettivi di cui all'articolo 3 del trattato sull'Unione europea.” (art. 145).Per quanto riguarda le gestione anno per anno, la Commissione, in questo caso il Team di Marianne Thyssen, pubblica i suoi piani (piano strategico) per le attività future e le relazioni su quelle realizzate, durante il ciclo annuale di pianificazione e programmazione strategica. Nel quadro del piano strategico, ogni servizio della Commissione europea dispone di un piano di gestione per l’anno seguente, che descrive le rispettive azioni, individuate in base alle priorità e agli obiettivi strategici della Commissione, e che inoltre consente ai dirigenti del servizio di pianificare, seguire e riferire su tutte le attività, le risorse e le esigenze in termini di personale. Rientra nella strategia Europa 2020 per la crescita e viene attuata tramite il semestre europeo, un processo annuale che promuove lo stretto coordinamento delle politiche tra gli Stati membri dell'UE e le istituzioni europee. In particolare, l'attuazione della strategia - sostenuta dall'attività del comitato per l'occupazione - interessa le seguenti quattro tappe del semestre europeo:

Gli orientamenti per l'occupazione - le priorità e gli obiettivi comuni per le politiche del lavoro, proposti dalla Commissione, convenuti dai singoli governi e adottati dal Consiglio dell'UE;

La relazione comune sull'occupazione - prende in esame la situazione del lavoro in Europa, l'attuazione degli orientamenti per l'occupazione e il quadro di valutazione dei principali indicatori occupazionali e sociali. Viene pubblicata dalla Commissione e adottata dal Consiglio dell'UE;

I programmi nazionali di riforma - presentati dai governi nazionali e analizzati dalla Commissione tenendo conto degli obiettivi della strategia 2020 (grafico 2a e 2b);

le relazioni nazionali - analizzano le politiche economiche degli Stati membri.

Page 4: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

La Commissione le pubblica dopo aver valutato i programmi nazionali di riforma e formula le raccomandazioni specifiche per paese.

La figura 2a mostra che a spiegare il gap negativo di PIL in termini di livello contribuisce prevalentemente la bassa produttività del lavoro per la quale l’Italia presenta livelli inferiori alla media in tutte le sotto–componenti. Al contrario, il livello di utilizzazione del lavoro è migliore che nella media europea, tuttavia questo ‘vantaggio’ è spiegato prevalentemente dal maggior numero di ore lavorate. Si riscontrano pertanto divari negativi per tutte le altre variabili che riguardano il mercato del lavoro. In particolare i tassi di partecipazione delle categorie di lavoratori più ‘deboli’ (giovani, donne e anziani). L’aspetto demografico, che pure giova a sfavore in termini di proiezioni, nel recente passato al momento non ha avuto un impatto rilevante se raffrontato agli altri paesi europei. La figura 2b segnala le tendenze del periodo 2001–2006 mostrando quali componenti del PIL hanno favorito una chiusura e quali un aumento del divario di PIL pro–capite reale nei confronti della media EU–15. Questi ultimi fattori, nell’insieme hanno prevalso, giacché il PIL italiano è cresciuto in media 0,9 punti percentuali per anno in meno. Hanno pesato sull’aumento del divario sia la componente demografica che la performance della produttività. Si segnala un fortissimo divario negativo tra il comportamento della produttività totale di fattori in Italia e quella nel resto d’Europa. Il capitale deepening (intensità del fattore capitale) è cresciuto ad un

Page 5: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

tasso inferiore rispetto a quello medio europeo, e continua ad essere il più basso d’Europa. Inoltre, l’utilizzo del capitale come fattore produttivo in Italia ha mostrato una tendenza alla contrazione. Riguardo alla qualità del lavoro, misurata dal livello iniziale di istruzione della forza lavoro, si riscontra qualche progresso. Sono invece diversi i segnali positivi provenienti dal mercato del lavoro, dove il gap negativo per il tasso di partecipazione delle donne si è ridotto e il tasso di disoccupazione ha registrato una rilevante caduta. Tali progressi sono stati parzialmente spiazzati dalla contrazione delle ore medie lavorate per persona occupata, che – seppure ancora superiori alla media EU– 15 in termini assoluti – nel periodo considerato sono cresciute meno che nel resto d’Europa. Il tasso di partecipazione dei lavoratori in età avanzata è cresciuta in linea con la media EU–15. Al contrario, il maggior deterioramento del tasso di partecipazione giovanile ha allontanato ulteriormente il livello italiano dal valore medio europeo.

Entro il 2020 l’UE intende ottenere, tramite “La strategia Europa 2020”, il programma dell’UE per la crescita e l’occupazione per il decennio in corso che mette l'accento su una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva come mezzo per superare le carenze strutturali dell’economia europea, migliorarne la competitività e la produttività e favorire l’affermarsi di un’economia di mercato sociale sostenibile:

1. Un tasso di occupazione del 75% fra la popolazione in età lavorativa (20-64 anni);2. Un tasso di abbandono scolastico inferiore al 10%;3. La partecipazione del 40% dei giovani a programmi di istruzione superiore o formazione

professionale equivalente;4. 20 milioni di persone in meno a rischio o in situazione di povertà ed emarginazione sociale.

Le caratteristiche di questi punti chiave della strategia Europa 2020 sono l’interconnessione e la reciproca utilità, di fatti :

Un'istruzione migliore giova alle prospettive professionali e contribuisce a ridurre la povertà;

Il programma di ricerca e sviluppo, l'innovazione e un uso più efficiente dell’energia ci rendono più competitivi e creano nuovi posti di lavoro;

Investire nelle tecnologie pulite serve a combattere i cambiamenti climatici e contemporaneamente a creare nuove opportunità commerciali e di lavoro.

Sono tradotti in obiettivi nazionali in modo da consentire a ciascun paese dell'UE di verificare i propri progressi rispetto ai singoli obiettivi.Non vi è una ripartizione dei compiti perché si tratta di obiettivi comuni a tutti i paesi dell'UE da conseguire insieme attraverso interventi a livello sia nazionale che europeo ma vi è uno stretto controllo al fine di garantire il funzionamento e l’applicazione di tali obiettivi. Infatti Nel 2014-2015 la Commissione ha effettuato una revisione intermedia della strategia Europa 2020. Dalla consultazione pubblica organizzata in tale ambito è risultato che la strategia viene tuttora considerata uno strumento adeguato per promuovere l’occupazione e la crescita. Alla luce di tale revisione, la Commissione ha deciso di continuare a portare avanti la strategia verificandola e

Page 6: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

attuandola attraverso un processo noto come il "semestre europeo" e in virtù di questi periodici controlli, l'UE ha messo a punto una serie di iniziative per garantire che le competenze e qualifiche richieste, che cambiano nel tempo, vengano rispettate:

1. Sviluppare le competenze necessarie;2. Gestire la disponibilità delle competenze richieste per prevenire carenze e squilibri;3. Agevolare il riconoscimento delle qualifiche all'estero, così da permettere ai cittadini di

vivere, studiare e lavorare in qualsiasi paese europeo.

Nel 2016 l'Unione europea ha creato il Centro di competenza europeo per le politiche in materia di diritto del lavoro, occupazione e mercato del lavoro. Il centro si occupa degli aspetti giuridici, normativi, economici e politici dell'occupazione e dei mercati del lavoro, incluse le riforme nei 28 Stati membri, nei paesi dello Spazio economico europeo (SEE) e nei paesi candidati effettivi e potenziali che possono partecipare all'asse Progress del programma dell'Unione europea per l'occupazione e l'innovazione sociale.Dalla prospettiva del diritto del lavoro gli obiettivi del Centro di competenza europeo sono, tra l'altro:

1. Assistere la Commissione nel suo ruolo di garantire la corretta applicazione del diritto dell'UE in tutti gli Stati membri e monitorare le riforme della legislazione del lavoro nell'ambito del processo del semestre europeo e nel contesto della strategia UE 2020;

2. Rafforzare la capacità della Commissione di anticipare questioni che potrebbero derivare dall'applicazione delle direttive dell'UE, nonché analizzare eventuali questioni giuridiche e l'impatto delle sentenze della Corte di giustizia europea;

3. Accrescere la consapevolezza e incoraggiare il dibattito pubblico su questioni d'attualità riguardanti il diritto del lavoro e la legislazione dell'UE.

Ma chi sono gli attori che concorrono alla garanzia di competenze in materia di occupazione e affari sociali? Commissione Europea e Stati membri.Nel settore dell'occupazione, degli affari sociali e dell'inclusione, la responsabilità politica è ripartita tra l'UE e i paesi membri. La Commissione europea:

Coordina e monitora le politiche nazionali; Promuove la condivisione di buone pratiche in campi quali l'occupazione, la povertà e

l'esclusione sociale e le pensioni; Adotta le disposizioni legislative e ne verifica l'applicazione in settori quali i diritti sul

posto di lavoro e il coordinamento dei regimi di sicurezza sociale.

Ed è verificando il recepimento nella legislazione nazionale delle direttive europee, mediante un controllo sistematico, che la Commissione, che garantisce la corretta applicazione, se ritiene che un paese dell'UE non abbia recepito correttamente un direttiva, può decidere di avviare una procedura d'infrazione. In tal modo garantisce che tutti i diritti previsti dalle direttive figurino nella legislazione nazionale. Tuttavia, la Commissione non può risolvere i problemi di singoli cittadini (risarcire un danno o rimediare ad un'ingiustizia), perché ciò spetta alle autorità nazionali competenti. Si è coperti dalla legislazione di un paese alla volta, per cui i contributi

Page 7: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

vanno versati in un solo paese. La decisione sulla legislazione applicabile spetta agli enti previdenziali e non al cittadino interessato, ma deve, in ogni paese attenersi a queste linee guida:

Gli stranieri hanno gli stessi diritti e doveri dei cittadini del paese in cui sono assicurati. Si tratta del cosiddetto principio della parità di trattamento o non discriminazione.

Quando si richiede una prestazione, vengono eventualmente presi in considerazione i precedenti periodi di assicurazione, lavoro o soggiorno in altri paesi.

Se si ha diritto ad una prestazione in denaro da un paese, in genere la si riceve anche se si vive in un altro paese. È il cosiddetto principio della esportabilità.

La Commissione europea collabora, inoltre, con organizzazioni internazionali e con i paesi extra UE al fine di:

Promuovere lo sviluppo sociale al di là dei confini dell'UE; Promuovere una globalizzazione equa che massimizzi i vantaggi e riduca al minimo i costi

per tutti; Promuovere politiche efficaci per far sì che il progresso economico e quello sociale vadano

di pari passo; Scambiare buone pratiche; Aiutare i paesi candidati e potenziali candidati a prepararsi in vista di un'adesione all'UE.

Poiché l’applicazione delle normative viene rimessa agli stati membri, l’Unione europea prevede regole comuni per tutelare i diritti previdenziali dei cittadini che si spostano all'interno dell'Europa (28 paesi dell'UE - punto inter. UK) + Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera (norma particolare sul trattamento con gli affari sciali in Svizzera). Il coordinamento dei regimi di sicurezza sociale non mira a sostituire i sistemi nazionali con uno europeo. Tutti i paesi sono liberi di decidere chi assicurare nell'ambito della loro legislazione, quali prestazioni erogare e a quali condizioni.

A chi si applicano queste regole?

Ai cittadini dei paesi dell'UE, nonché Islanda, Liechtenstein, Norvegia o Svizzera che sono o sono stati assicurati in uno di questi paesi e ai loro familiari.

Ad apolidi o rifugiati che soggiornano nell'UE o in Islanda, Liechtenstein, Norvegia o Svizzera, che sono o sono stati assicurati in uno di questi paesi, e ai loro familiari.

A cittadini di paesi extra UE, che soggiornano legalmente nel territorio dell'UE e si spostano all'interno di questi paesi, nonché ai loro familiari.

Per garantire una corretta applicazione delle norme a tutti esiste la rete EURES che ha lo scopo di fornire servizi ai lavoratori e ai datori di lavoro nonché a tutti i cittadini che desiderano avvalersi del principio della libera circolazione delle persone. I servizi prestati sono di tre tipi: informazione, consulenza e assunzione/collocamento (incontro domanda/offerta).EURES dispone di una rete di più di 850 consulenti EURES che ogni giorno sono in contatto con persone alla ricerca di un impiego e datori di lavori in tutta Europa. (in Italia manca un appoggio alla rete). EURES ha un ruolo particolarmente importante da svolgere nelle regioni europee transfrontaliere, rispondendo alle esigenze di informazione e aiutando a risolvere tutti i problemi legati al pendolarismo transfrontaliero che possono toccare lavoratori e datori di lavoro. Istituita

Page 8: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

nel 1993, EURES è una rete di cooperazione che collega la Commissione europea e i servizi pubblici per l'impiego dei paesi appartenenti allo Spazio economico europeo (i paesi dell’UE più la Norvegia, Islanda e Lichtenstein), la Svizzera e altre organizzazioni partner. Le risorse congiunte dei membri EURES e delle organizzazioni partner fornisce una base solida che permette alla rete EURES di offrire servizi di qualità elevata a lavoratori e datori di lavoro. I servizi pubblici per l'impiego (SPI) dell'UE/SEE, tramite una rete di più di 5.000 uffici di collocamento locali con più di 100.000 addetti, offrono i loro servizi a chi cerca lavoro e ai datori di lavoro. Anche se diversamente strutturati in ciascun paese, tutti i servizi pubblici per l'impiego condividono lo stesso compito fondamentale: favorire l'incontro della domanda e dell'offerta sul mercato del lavoro fornendo servizi d'informazione, di mediazione e di sostegno attivo.

- I servizi pubblici per l'impiego facilitano l'accesso al mercato del lavoro a livello locale, nazionale ed europeo a chi cerca lavoro, ai datori di lavoro e alle società specializzate nella ricerca di personale. A questo scopo, forniscono informazioni complete e dettagliate sui posti disponibili, su chi cerca lavoro e su ogni altra questione pertinente. Essi offrono anche un'ampia gamma di servizi attivi di assistenza per la ricerca di lavoro e l'assunzione di personale.- Quando non sono disponibili posti sufficienti perché ogni disoccupato possa trovare un lavoro immediatamente e/o le qualifiche di chi cerca lavoro non corrispondono alla domanda o se la ricerca di lavoro è resa difficile da altri problemi, i servizi pubblici per l'impiego offrono servizi più completi, corrispondenti alle esigenze individuali. L'assistenza prestata dai servizi pubblici per l'impiego facilita la ricerca di un posto di lavoro adeguato; chi cerca lavoro è da parte sua incoraggiato ad impegnarsi seriamente per trovare un'occupazione.- Alle imprese viene offerta una serie di servizi di qualità, destinati ad agevolare l'incontro tra la loro domanda e l'offerta del mercato del lavoro. Fornendo questi servizi alle imprese, i servizi pubblici per l'impiego cooperano con i datori di lavoro per raggiungere l'obiettivo economico e sociale dell'integrazione dei lavoratori nel mercato del lavoro.

Quali paesi fanno parte dello Spazio economico europeo (SEE)?

Il SEE include i 28 paesi dell'Unione europea (L'Unione europea è composta da 28 paesi: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Regno Unito(BREXIT), Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria.), più Islanda, Liechtenstein e Norvegia(EFTA). L'UE e i paesi membri stanno collaborando per coordinare i regimi di sicurezza sociale, in modo da consentire ai lavoratori di percepire la pensione e beneficiare delle prestazioni sociali anche quando cambiano occupazione e lavorano in diversi paesi dell'Unione. EURES, la rete europea dei servizi per l'impiego, facilita l'assunzione di personale di altri paesi europei e la possibilità di lavorare all'estero.Quando parliamo di stati membri bisogna fare una distinzione tra gli EA-19: L'area dell'euro, che comprende gli Stati membri dell'Unione europea (UE) che hanno adottato l'euro come moneta comune. È iniziata nel gennaio 1999 con 11 paesi e si è espansa attraverso una serie di allargamenti a 19 paesi, finora. I dati relativi all'area dell'euro di Eurostat possono fare riferimento a una composizione fissa del paese (EA-15, EA-16, EA-17 ...) o a una composizione di un paese fluttuante (EA). Nella composizione del paese fluttuante (EA), i dati di un anno specifico si riferiscono sempre alla composizione del paese dell'area

Page 9: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

dell'euro di quell'anno. Nella composizione del paese fisso, i valori di tutti gli anni si riferiscono allo stesso elenco di paesi.

Belgium (BE) Germany (DE) Estonia (EE)

Ireland (IE) Greece (EL) Spain (ES)

France (FR) Italy (IT) Cyprus (CY)

Latvia (LV) Lithuania (LT) Luxembourg (LU)

Malta (MT) Netherlands (NL) Austria (AT)

Portugal (PT) Slovenia (SI) Slovakia (SK)

Finland (FI)

E gli EU-28:

Per i fondi strutturali a sostegno di ciascun stato membro si fa riferimento al trattato sul funzionamento dell’unione europea e, in particolare, si origina il tutto dall’articolo 6: Azioni di sostegno (articolo 6 TFUE). Nell’esercizio della sua azione di sostegno, l’Unione interviene unicamente con misure di coordinamento o di completamento dell’azione degli Stati membri. Nei settori per i quali è prevista un’azione di sostegno dell’UE non può aver luogo in nessun caso un’armonizzazione delle disposizioni legislative nazionali (articolo 2, paragrafo 5, TFUE). La responsabilità per la forma giuridica adottata rimane pertanto in capo agli Stati membri, che godono così di una considerevole libertà di azione. I settori in cui si svolge tale azione sono i seguenti: tutela e miglioramento della salute umana, industria, cultura, turismo, istruzione, gioventù e sport,

Page 10: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

formazione professionale, protezione civile e cooperazione amministrativa. Gli Stati membri riconoscono espressamente che le misure assunte a livello nazionale nell’ambito delle politiche economiche e occupazionali devono essere coordinate a livello di Unione.

Ed è, partendo da questo articolo che la Commissione europea effettua una revisione paritaria delle attività condotte dagli Stati membri per garantire una corretta partizione dei fondi. È nel periodo 2013-2014, in merito alla responsabilità sociale delle imprese, che sono state organizzate ben 7 riunioni, ciascuna con 4 paesi, per consentire agli Stati membri di comprendere meglio le rispettive politiche in questo campo e scambiarsi informazioni. L'esercizio ha inoltre consentito alla Commissione di aggiornare i propri dati e di esaminare tematiche comuni e specifiche ai singoli paesi, ha aggiornato il compendio delle politiche e attività condotte dagli Stati membri nel campo della responsabilità sociale delle imprese. L'ultimo compendio risale al 2011. Questa edizione fa seguito alla revisione paritaria condotta nel periodo 2013-2014 in collaborazione con gli Stati membri. Il compendio è suddiviso per temi e illustra le priorità comuni su scala europea.

Finanziamenti

La Commissione europea eroga fondi per progetti riguardanti l'occupazione, gli affari sociali e l'integrazione mediante i seguenti programmi:

Fondo sociale europeo (FSE); Programma dell’UE per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI); Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG); Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD).

Il Fondo sociale europeo (FSE) è il principale strumento utilizzato dall’UE per sostenere l'occupazione, aiutare i cittadini a trovare posti di lavoro migliori e assicurare opportunità lavorative più eque per tutti. A questo fine, l’FSE investe nel capitale umano dell’Europa: i lavoratori, i giovani e chi è alla ricerca di un lavoro. Grazie a una dotazione di 10 miliardi di euro l’anno, l’FSE aumenta le prospettive occupazionali di milioni di cittadini europei, prestando particolare attenzione a chi incontra maggiori difficoltà a trovare lavoro.L’Unione europea si è impegnata a creare nuovi e migliori posti di lavoro e a realizzare una società inclusiva. Tali obiettivi sono al centro della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva nell’UE. L’attuale crisi economica rende questa sfida ancora più ambiziosa. L'FSE sta rivestendo un ruolo importante per il raggiungimento degli obiettivi dell'Europa e per l'attenuazione degli effetti della crisi, in particolare l'aumento dei livelli di disoccupazione e povertà. La Commissione europea e gli Stati membri dell’UE stabiliscono congiuntamente le priorità dell’FSE e le modalità di assegnazione delle sue risorse. Una di queste priorità consiste nella promozione dell’adattabilità dei lavoratori e delle imprese, grazie allo sviluppo, rispettivamente, di nuove competenze e nuovi metodi di lavoro. Altre riguardano invece il miglioramento dell'accesso all'occupazione essendo volte ad aiutare i giovani nella transizione dal mondo della scuola a quello del lavoro oppure a impartire formazione ai disoccupati scarsamente qualificati per migliorarne le prospettive occupazionali. La formazione professionale e l’apprendimento permanente, che consentono ai cittadini di ottenere nuove competenze, costituiscono una parte significativa di molti progetti dell’FSE. Mediante un’altra priorità si intende poi aiutare le persone appartenenti a gruppi svantaggiati a trovare lavoro: l’attenzione

Page 11: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

loro riservata rientra negli obiettivi di promozione dell'inclusione sociale ed è un segno di quanto sia importante il ruolo svolto dall'occupazione nel favorire l'integrazione dei cittadini nella società e nella vita quotidiana. La crisi finanziaria ha spinto a moltiplicare gli sforzi profusi per consentire ai cittadini di mantenere il proprio lavoro o, nel caso lo abbiano perduto, per aiutarli a trovarne al più presto uno nuovo.Progetti per le personeL'FSE non è un ufficio di collocamento e non pubblica offerte di lavoro, ma finanzia decine di migliaia di progetti locali, regionali e nazionali in materia di occupazione in tutta Europa, partendo dai piccoli progetti gestiti da associazioni benefiche locali per aiutare i disabili a trovare un posto di lavoro idoneo fino ad arrivare ai progetti di portata nazionale per promuovere la formazione professionale presso l’intera popolazione.I progetti dell'FSE variano significativamente per natura, dimensioni e portata e si rivolgono a una rosa variegata di gruppi: alcuni sono destinati ai sistemi di istruzione, agli insegnanti e agli scolari, altri si rivolgono ai disoccupati giovani e meno giovani, mentre altri ancora sono pensati per gli aspiranti imprenditori in ogni campo. Il Fondo sociale europeo, in poche parole, si concentra sulle persone.Contro la discriminazioneAlcuni gruppi della nostra società devono combattere contro la discriminazione nella ricerca di un'occupazione e sul luogo di lavoro. Tra questi ci sono le donne, i lavoratori anziani, le persone appartenenti a minoranze etniche e gli immigrati. Per aiutare queste e altre persone discriminate, i progetti FSE promuovono misure di inclusione attiva che le accompagnano passo dopo passo verso l’inserimento nel mondo del lavoro.Esempi di progettiFermo restando che la maggior parte dei disoccupati ha soltanto bisogno di acquisire nuove competenze o di svolgere un periodo di tirocinio, le persone più svantaggiate potrebbero necessitare di un aiuto più consistente. Questo può essere fornito anche sotto forma di “percorsi integrati al lavoro”, ovvero di un sostegno personale su misura che accompagni queste persone fino all'ottenimento di un impiego o sia in grado di migliorarne le condizioni di vita. L’orientamento iniziale basato su esigenze e aspirazioni individuali può essere seguito da un aiuto mirato all'acquisizione delle competenze necessarie e da una fase di accompagnamento nella ricerca di un’occupazione e nel processo di candidatura. Una volta ottenuto l’impiego, viene anche offerto sostegno, spesso in collaborazione con il datore di lavoro. Nel processo può essere inoltre incluso il miglioramento dell’accesso ai servizi sociali e sanitari e all’assistenza all’infanzia. Sono molti i progetti FSE che utilizzano già questo tipo di misure di “inclusione attiva”. Numerosi progetti FSE sono volti a combattere la discriminazione che talune persone si trovano ad affrontare nella ricerca di un'occupazione e sul luogo di lavoro. Tra le attività programmate troviamo la creazione di percorsi per la riammissione e la reintegrazione nel mondo del lavoro dedicati ai gruppi discriminati, ad esempio nell’ambito di progetti che collaborano con i datori di lavoro per identificare le opportunità occupazionali per le donne con figli piccoli. Altri progetti sono invece incentrati sulla creazione di una cultura della diversità sul luogo di lavoro per sensibilizzare e combattere la discriminazione. Ad esempio, sono previste visite e workshop con la partecipazione da una parte di giovani immigrati disoccupati e dall’altra della polizia e dei vigili del fuoco locali al fine di incoraggiare i primi a considerare una carriera nei servizi pubblici. I progetti FSE aiutano moltissime persone alle prese con ostacoli e

Page 12: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

discriminazioni: neomamme che cercano di rientrare nel mondo del lavoro dopo il parto, ma i cui obblighi verso i figli sono malvisti dai datori di lavoro; lavoratori anziani altamente qualificati che vengono scavalcati nelle gerarchie interne da colleghi più giovani; immigrati discriminati dai datori di lavoro, potenziali o effettivi, e dai colleghi; persone affette da malattie croniche; ex detenuti. Questi sono soltanto alcuni esempi di gruppi di persone colpite da discriminazione sul mercato del lavoro in varie fasi, che cerchino di essere assunte, di mantenere il posto o di ottenere una promozione.Due esempi di progetti nel nostro paese sono :Una rete verde per i giovani

Un futuro nell'economia verde ed in quella del mare per i giovani della Liguria grazie a 'Il Golfo fa rete', un progetto formativo e di inserimento nel mercato del lavoro che ha il duplice obiettivo di ridurre la disoccupazione giovanile e di tutelare e valorizzare il territorio e l'ambiente. Forte di due settori di azione, 'Il Golfo fa rete nel blu' e 'Il Golfo fa rete nel verde', e di 11 diversi percorsi formativi, il progetto, interamente finanziato dal Fondo Sociale Europeo, ha permesso a 149 giovani tra i 17 ed i 34 anni di acquisire competenze teoriche e quindi pratiche in varie filiere, dalla nautica da porto alla conservazione e alla stabilizzazione del suolo, dalla cantieristica navale alla riqualificazione edilizia a fini energetici. 11 percorsi scelti sulla base di un'analisi del mercato del lavoro ligure nell’economia verde e nell’economia del mare e che terminano con azioni di accompagnamento all'inserimento lavorativo e all'avvio di attività di lavoro autonomo. Il progetto prevede infatti aiuti all'occupazione con bonus destinati elle imprese che assumono i giovani che partecipano ai percorsi formativi, servizi di consulenza e di accompagnamento per lo start up di imprese e attività di tutoraggio. Il 'Golfo fa rete' nasce partendo dalla specificità del territorio di La Spezia ed al suo porto, uno dei principali scali commerciali italiani, ma con la vocazione di inventare un modello di formazione ed occupazione verde da esportare in tutta Europa.Una via contro la violenza

'Senza più Paura', il modello creato dalla Regione Piemonte e sviluppato principalmente grazie ai fondi comunitari, è riuscito in due anni, tra il 2012 ed il 2014, a strappare 311 donne dalla violenza domestica, dalla tratta e dalla prostituzione. “.. la cosa importante è sentirsi amati quando arrivi da una situazione dove hai perso completamente l’autostima non hai più rispetto di te stessa, ti senti un niente. Incontrare persone che ti sorridono che ti prendono per mano vuol dire ok, allora ce la posso fare, ho ancora delle potenzialità. sono ancora qualcuno.” Donne vittime di abusi (217 vittime di violenza e 94 di tratta e grave sfruttamento, tra italiane, comunitarie ed extracomunitarie) hanno potuto rifarsi una vita grazie a questo programma. Accoglienza personalizzata, assistenza e sicurezza, orientamento, inserimento lavorativo ed autonomia, sono i punti cardine del percorso, che raccoglie 17 diversi progetti e sfrutta la rete di aiuto, le competenze ed il sostegno di 122 tra associazioni ed enti locali.

Programma dell’UE per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI)

Il programma per l'occupazione e l'innovazione sociale (EaSI) è uno strumento finanziario europeo che punta a promuovere un elevato livello di occupazione sostenibile e di qualità, garantire una protezione sociale adeguata e dignitosa, combattere l'emarginazione e la povertà e migliorare le condizioni di lavoro. Il programma è gestito direttamente dalla Commissione

Page 13: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

europea. Riunisce tre programmi dell'UE gestiti separatamente tra il 2007 e il 2013: PROGRESS, EURES e Progress Microfinance.Dal gennaio 2014 questi tre programmi formano i tre assi del programma EaSI. Sostengono in particolare:

La modernizzazione delle politiche sociali e del lavoro con l'asse PROGRESS (61% della dotazione totale). L'asse PROGRESS del programma EaSI aiuta l'UE e i paesi che ne fanno parte a migliorare le loro politiche in tre ambiti tematici:

1. Occupazione, in particolare la lotta alla disoccupazione giovanile;2. Protezione sociale e integrazione, nonché riduzione e prevenzione della povertà;3. Condizioni di lavoro.

La mobilità professionale con l'asse EURES (18% della dotazione totale); L'accesso a microfinanziamenti e all'imprenditoria sociale con l'asse microfinanziamenti e

imprenditoria sociale (21% della dotazione totale). L'asse "Microfinanziamenti e imprenditoria sociale" (MF/SE) sostiene azioni di due sezioni tematiche:

1. Microcrediti e microprestiti a favore delle categorie vulnerabili e delle microimprese;2. Imprenditoria sociale. La garanzia EaSI ha già messo a disposizione degli erogatori di microcrediti

e investitori nelle imprese sociali 96 milioni di euro per consentire loro di rivolgersi a imprenditori che altrimenti non sarebbero in grado di finanziare per considerazioni legate al rischio.Obiettivi di EaSI:Con una dotazione complessiva per il periodo 2014-2020 è di 919.469.000 euro in prezzi 2013, il fondo si prefigge di:

Rafforzare l'adesione agli obiettivi dell'UE e il coordinamento degli interventi a livello europeo e nazionale nei settori dell'occupazione, degli affari sociali e dell'integrazione.

Sostenere la definizione di adeguati sistemi di protezione sociale e valide politiche per il mercato del lavoro.

Modernizzare la legislazione europea e garantirne l'effettiva applicazione. Promuovere la mobilità geografica e accrescere le possibilità di impiego sviluppando un

mercato del lavoro aperto. Migliorare la disponibilità e l'accessibilità di microfinanziamenti a favore delle categorie

vulnerabili e delle microimprese, nonché facilitare l'accesso delle imprese sociali ai finanziamenti.

A tal fine, il programma si propone di:

Prestare un'attenzione particolare alle categorie vulnerabili, come i giovani; Promuovere la parità tra uomini e donne; Combattere le discriminazioni; Promuovere un elevato livello di occupazione sostenibile e di qualità; Garantire una protezione sociale adeguata e dignitosa; Combattere la disoccupazione di lunga durata; Lottare contro la povertà e l'emarginazione.

Page 14: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG)

Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione offre un sostegno a coloro che hanno perso il lavoro a seguito di importanti mutamenti strutturali del commercio mondiale dovuti alla globalizzazione, ad esempio in caso di chiusura di un'impresa o delocalizzazione di una produzione in un paese extra UE, oppure a seguito della crisi economica e finanziaria mondiale. Il FEG dispone di una dotazione annua massima di 150 milioni di euro per il periodo 2014-2020 e può finanziare fino al 60% del costo di progetti destinati ad aiutare i lavoratori in esubero a trovare un altro impiego o avviare una propria attività. In linea di massima, il Fondo può intervenire soltanto in caso di oltre 500 esuberi da parte di un'unica impresa (inclusi i suoi fornitori e produttori a valle), oppure di un elevato numero di esuberi in un determinato settore o in regioni confinanti.I casi che prevedono un intervento del FEG vengono gestiti ed attuati dalle amministrazioni nazionali e regionali. Ogni progetto ha una durata di 2 anni.Quale sostegno può offrire il FEG?Il FEG può cofinanziare progetti comprendenti misure quali:

Assistenza nella ricerca di un impiego; Orientamento professionale; Istruzione, formazione e riqualificazione; Guida e tutoraggio; Imprenditorialità e creazione di nuove aziende.

Può anche fornire indennità per la formazione, mobilità/ricollocamento e di sussistenza. Il FEG non finanzia misure di protezione sociale, come pensioni o indennità di disoccupazione. Possono beneficiare dei progetti FEG singoli lavoratori in esubero. Nel periodo 2014-2020 sono inclusi anche i lavoratori autonomi, temporanei e a tempo determinato. Fino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio o formazione nelle regioni ad elevato tasso di disoccupazione giovanile, in numero pari a quello dei lavoratori che in tali regioni ottengono un sostegno. Il FEG non può essere utilizzato per mantenere in vita un'impresa o per sostenerne l'ammodernamento o l'adeguamento strutturale.Cosa distingue il FEG dai fondi strutturali e d'investimento dell'UE?I fondi strutturali e d'investimento dell'UE e, in particolare il Fondo sociale europeo, si pongono in una prospettiva più strategica e a lungo termine, anticipando e gestendo l'impatto sociale e il cambiamento industriale con misure come l'apprendimento permanente. Il FEG offre ai lavoratori un sostegno individuale e limitato nel tempo.

Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD)

Il Fondo sostiene gli interventi promossi dai paesi dell'UE per fornire agli indigenti un'assistenza materiale, tra cui generi alimentari, abiti e altri articoli essenziali per uso personale, come scarpe, sapone e shampoo. L'assistenza deve andare di pari passo con misure d'integrazione sociale, come iniziative di orientamento e sostegno per aiutare le persone a uscire dalla povertà. Le autorità nazionali possono sostenere anche l'assistenza non materiale agli indigenti per aiutarli a inserirsi meglio nella società.Come funziona il FEAD?

Page 15: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

La Commissione approva i programmi nazionali per il periodo 2014-2020, sulla cui base le autorità nazionali adottano le singole decisioni che portano all'erogazione dell'assistenza mediante organizzazioni partner (spesso non governative). Un approccio analogo è già in uso per i fondi di coesione. I paesi dell'UE possono scegliere il tipo di assistenza (generi alimentari o assistenza materiale di base, oppure una combinazione di entrambi) che desiderano prestare, a seconda della propria situazione, e come ottenere e distribuire gli articoli. Le autorità nazionali possono sia acquistare direttamente il cibo e i beni e fornirli alle organizzazioni partner, oppure finanziare le organizzazioni affinché provvedano agli acquisti. In quest'ultimo caso, le organizzazioni partner possono distribuire direttamente il cibo e i beni, oppure chiedere aiuto ad altre organizzazioni.Come vengono selezionate le organizzazioni partner?Le organizzazioni partner sono enti pubblici oppure organizzazioni non governative selezionate dalle autorità nazionali sulla base di criteri oggettivi e trasparenti definiti a livello nazionale. In termini reali, per il periodo 2014-2020 sono stati stanziati per il FEAD oltre 3,8 miliardi di euro. Inoltre, i paesi dell'UE sono tenuti a contribuire al rispettivo programma nella misura di almeno il 15% mediante cofinanziamenti nazionali.In che misura il FEAD integra il Fondo sociale europeo (FSE)?Il sostegno del FEAD aiuta le persone a compiere i primi passi per uscire dalla povertà e dall'emarginazione. Aiuta gli indigenti rispondendo ai loro bisogni primari, una condizione essenziale perché possano riuscire ad ottenere un lavoro o seguire un corso di formazione come quelli sostenuti dal FSE.Intermediari finanziari nell'ambito dello strumento di microfinanza Progress e del programma EaSI:

Verde: paesi con intermediari finanziari

Blu: paesi attualmente senza intermediari finanziari

Grigio: paesi non partecipanti e/o non ammissibili

ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALEPunto focale, nelle politiche dell’occupazione, è l’interesse per istruzione e formazione . I paesi dell'UE sono responsabili dei propri sistemi educativi e formativi. L'UE ha una funzione di supporto. Con il processo di Copenaghen i paesi europei (compresi tutti gli Stati membri

Page 16: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

dell'UE), i sindacati e i datori di lavoro collaborano per migliorare la formazione professionale e didattica. Un risultato di questa collaborazione è il sistema europeo dei crediti e la rete per la garanzia della qualità, che aiutano a studiare e lavorare all'estero. Il processo di Bologna e lo Spazio europeo dell'istruzione superiore intendono agevolare i trasferimenti fra i sistemi di istruzione europei promuovendo il riconoscimento reciproco dei periodi di studio, qualifiche comparabili e standard qualitativi uniformi.Il processo di Copenaghen è parte integrante dell’insieme di norme strategiche su istruzione e formazione e mira a contribuire al raggiungimento degli obiettivi relativi all’istruzione della strategia Europa 2020.Il processo prevede:

1. Una dimensione politica che mira a stabilire obiettivi europei comuni e a riformare i sistemi nazionali di Istruzione e Formazione Professionale;

2. Lo sviluppo di quadri e strumenti europei comuni in grado di aumentare la trasparenza e la qualità delle competenze e delle qualifiche, e di incrementare la mobilità;

3. Una cooperazione volta a incentivare l’apprendimento reciproco a livello europeo e a coinvolgere tutte le parti interessate rilevanti a livello nazionale.

La revisione al processo ha riscontrato che questi ultimi risultati hanno aiutato sia l’Unione europea che i paesi candidati a focalizzarsi e ad attuare le riforme. Sono state stabilite cinque aree prioritarie per il 2015-2020:

1. Promuovere l’apprendimento basato sul lavoro in tutte le sue forme;2. Sviluppare ulteriormente i meccanismi di garanzia della qualità nell’IFP in linea con la

raccomandazione sulla garanzia della qualità europea nell’IFP;3. Migliorare l’accesso all’IFP e alle qualifiche per tutti attraverso sistemi più flessibili e

permeabili;4. Rafforzare ulteriormente le competenze chiave nei piani di studi dell’IFP e fornire

opportunità più efficaci per acquisire o sviluppare tali competenze attraverso l’IFP iniziale e continua;

5. Introdurre approcci sistematici e opportunità per lo sviluppo professionale iniziale e continuo degli insegnanti, dei formatori e dei tutor di IFP, in contesti sia scolastici sia lavorativi.

Per quanto riguarda le istituzioni delle scuole superiori è Il processo di Bologna, uno sforzo collettivo di amministrazioni pubbliche, università, insegnanti e studenti, insieme ad associazioni di categoria, datori di lavoro, agenzie per la certificazione della qualità, organizzazioni internazionali ed istituzioni, compresa la Commissione europea, a delineare i punti da seguire:

Introdurre un sistema articolato in tre cicli (laurea/laurea magistrale/dottorato di ricerca);

Rafforzare la certificazione della qualità; Agevolare il riconoscimento delle qualifiche e dei periodi di studio.

Page 17: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

Perché serve?La presenza in Europa di sistemi di istruzione e formazione molto diversi tra loro ha pressoché impedito ai cittadini europei di utilizzare le qualifiche acquisite in un paese per svolgere un lavoro o seguire un corso di formazione in un altro. Una maggiore compatibilità tra i sistemi educativi consente a studenti e lavoratori di spostarsi più facilmente all'interno dell'Europa. Al tempo stesso, le riforme introdotte dal processo di Bologna contribuiscono a rendere gli istituti e atenei europei più competitivi e attraenti per il resto del mondo. Il processo di Bologna sostiene anche la modernizzazione dei sistemi di istruzione e formazione affinché possano rispondere meglio alle esigenze di un mercato del lavoro in continua evoluzione. Si tratta di un aspetto importante, dato che la percentuale dei posti di lavoro che richiedono qualifiche elevate sta crescendo, come pure la domanda di innovazione e imprenditorialità

SICUREZZA SOCIALELa libera circolazione dei lavoratori è un principio fondamentale dell'UE, sancito dall'articolo 45 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea e ulteriormente precisato dal diritto derivato e dalla giurisprudenza della Corte di giustizia europea. I cittadini dell'UE hanno il diritto di:

Cercare lavoro in un altro paese dell'UE; Lavorare in tale paese senza bisogno di un permesso di lavoro; Vivere in questo paese per motivi di lavoro; Restarvi anche quando l'attività professionale è giunta a termine; Godere della parità di trattamento rispetto ai cittadini nazionali per quanto riguarda

l'accesso al lavoro, le condizioni di lavoro, nonché qualsiasi altro beneficio sociale e fiscale.

I cittadini dell'UE possono anche chiedere il trasferimento di alcuni tipi di copertura sanitaria e previdenziale verso il paese in cui si trasferiscono per motivi professionali. La libera circolazione dei lavoratori si applica anche, in linea di massima, ai paesi dello Spazio economico europeo: Islanda, Liechtenstein e Norvegia. Per alcuni mestieri è inoltre possibile

Page 18: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

chiedere il riconoscimento delle qualifiche professionali, sempre in virtù delle normative precedentemente viste su “istruzione e formazione professionale”. Le norme europee sul coordinamento dei regimi di sicurezza sociale servono a tutelare i diritti delle persone che si spostano all'interno dell'UE e dell'Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.Chi può godere di questa libertà?

Le persone in cerca di lavoro, vale a dire i cittadini dell'UE che si spostano in un altro paese europeo per cercare un impiego (a determinate condizioni);

I cittadini dell'UE che lavorano in un altro paese europeo; I cittadini dell'UE che ritornano nel paese di origine dopo aver lavorato all'estero; I loro familiari.

I diritti possono differire leggermente per i lavoratori autonomi, gli studenti, i pensionati e le persone inattive ma devono attenersi alle linee guida di coordinamento fra stati membri, stati extra UE e UE.Un numero maggiore di persone può beneficiare della normativa sul coordinamento, che non riguarda più soltanto i lavoratori e le loro famiglie, ma anche coloro che sono momentaneamente senza lavoro, o non ancora occupati o che non lavorano più. Dal 1° maggio 2010, Regolamento (CEE) n. 1408/71 del Consiglio, del 14 giugno 1971, relativo all’applicazione dei regimi di sicurezza sociale ai lavoratori subordinati, ai lavoratori autonomi e ai loro familiari che si spostano all’interno della Comunità, è stato sostituito dal regolamento n. 883/2004 per i cittadini dell'Unione europea. Continua invece ad applicarsi in Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera fintanto che gli accordi con lo Spazio economico europeo (SEE) e con la Svizzera non saranno modificati, nonché ai cittadini dei paesi extra UE residenti nel territorio dell'UE fino a quando il Consiglio non concorderà un'estensione della nuova normativa.Ma, oltre il caso della svizzera, non tutti gli stati membri adottano omogeneamente le stesse politiche in ambito di occupazione, sia per governi strutturalmente diversi sia per alcune restrizioni amministrative dovute al momento storico in cui si trovano. Esistono restrizioni per motivi politici e di sicurezza pubblica, salute pubblica e lavoro nel settore pubblico. Tuttavia, gli stati membri :

Non possono limitare la libertà di viaggiare, ma soltanto il diritto di lavorare in un altro paese come lavoratore dipendente.

Per i primi due anni successivi all'adesione l'accesso al mercato del lavoro dei paesi già appartenenti all'UE dipende dalla legislazione e politica nazionale di questi ultimi, che possono eventualmente esigere un permesso di lavoro. Se un paese desidera prorogare le restrizioni per un ulteriore periodo di tre anni, deve informarne la Commissione entro la fine dei primi due anni.

Successivamente il paese può continuare ad applicarle per altri due anni se notifica alla Commissione gravi perturbazioni del proprio mercato del lavoro; le restrizioni non possono comunque superare un periodo massimo di sette anni.

I lavoratori soggetti a restrizioni nazionali devono avere la precedenza rispetto a quelli dei paesi extra UE.

Page 19: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

Una volta legalmente assunto in un altro paese dell'UE, un lavoratore ha diritto alla parità di trattamento rispetto ai cittadini nazionali.

I paesi i cui cittadini sono soggetti a restrizioni possono imporre restrizioni analoghe ai lavoratori del paese che le prevede.

Prendiamo in esame la Croazia, che ha aderito all'UE il 1° luglio 2013 ed è soggetta a restrizioni temporanee. In Austria, Paesi Bassi, Slovenia e Regno Unito vigono attualmente restrizioni transitorie per regolare l'accesso dei lavoratori croati al mercato del lavoro. Ciò significa che tali Stati membri continuano ad applicare la legislazione nazionale per regolare l'accesso e possono imporre un permesso di lavoro. La Croazia applica restrizioni equivalenti ai lavoratori di questi paesi. Ai sensi dell'atto di adesione del 2011, i 27 Stati membri dell'UE possono limitare temporaneamente l'accesso dei lavoratori croati ai rispettivi mercati del lavoro.Prima fase: 1° luglio 2013 - 30 giugno 2015:L'accesso era disciplinato dalla legislazione nazionale degli altri Stati membri. 13 di questi hanno introdotto restrizioni (AT, BE, CY, FR, DE, EL, IT, LU, MT, NL, ES, SI e UK). I restanti paesi hanno deciso di applicare pienamente le norme europee sulla libera circolazione ai lavoratori croati.Seconda fase: 1° luglio 2015 - 30 giugno 2018 :Gli Stati membri possono mantenere le restrizioni previa notifica alla Commissione europea. Austria, Paesi Bassi, Slovenia, Malta e Regno Unito hanno inviato una tale notifica. Attualmente le restrizioni si applicano solo in questi Stati membri, ad eccezione di Malta, che le ha eliminate il 26 gennaio 2018.Terza fase: 1° luglio 2018 - 30 giugno 2020:Nell'ultima fase gli Stati membri possono applicare restrizioni soltanto se si manifestano, o rischiano di manifestarsi, forti squilibri sul rispettivo mercato del lavoro.

Cittadini extra UEI cittadini europei possono recarsi in un altro paese dell'UE per svolgervi un'attività professionale, senza bisogno di un permesso di lavoro. Anche i cittadini non europei possono avere il diritto di lavorare in un paese dell'UE e godere delle stesse condizioni di lavoro dei cittadini europei. La loro situazione varia in funzione del loro status di familiare di un cittadino UE e della loro nazionalità.Islanda, Liechtenstein e NorvegiaSebbene questi paesi non siano membri dell'Unione europea, i loro cittadini possono lavorare nell'UE alle stesse condizioni dei cittadini degli Stati membri. Islanda, Liechtenstein e Norvegia appartengono infatti allo Spazio economico europeo. Il Liechtenstein impone dei contingenti che limitano il numero delle persone che possono vivere e lavorare sul suo territorio. Questo sistema si applica ai cittadini di tutti i paesi dell'UE, della Norvegia e dell'Islanda.SvizzeraIn base all'accordo UE-Svizzera sulla libera circolazione delle persone i cittadini svizzeri hanno la facoltà di vivere e lavorare nell'UE. Quasi tutti i cittadini dell’UE non hanno bisogno

Page 20: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

di un permesso di lavoro per lavorare in Svizzera. Fanno eccezione i cittadini provenienti da Croazia, che devono invece ottenerne uno. TurchiaIl diritto dei cittadini turchi di lavorare in un paese dell'UE dipende esclusivamente dalla legislazione del paese europeo interessato.Tuttavia, i lavoratori turchi che sono legalmente occupati in un paese dell'UE e inseriti nel regolare mercato del lavoro hanno i seguenti diritti:

Dopo un anno di lavoro legale hanno diritto al rinnovo del permesso di lavoro presso lo stesso datore di lavoro, se un impiego è disponibile.

Dopo tre anni di lavoro legale possono cambiare datore di lavoro e rispondere a qualsiasi altra offerta che comporti mansioni analoghe.

Dopo quattro anni di lavoro legale possono accedere liberamente a qualsiasi occupazione retribuita nel paese interessato.

I cittadini turchi che lavorano legalmente in un paese dell'UE hanno inoltre diritto alle stesse condizioni di lavoro dei cittadini di quel paese.

Altri paesi che hanno concluso un accordo con l'UEI cittadini dei seguenti paesi che lavorano legalmente in uno Stato membro dell'Unione europea hanno diritto alle stesse condizioni di lavoro dei cittadini del paese d'accoglienza:

Algeria, Marocco, Tunisia Russia Albania, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Montenegro Andorra, San Marino i 79 paesi del gruppo di Stati dell'Africa, Caraibi e Pacifico.

Paesi che non hanno concluso accordi:

Per i cittadini degli altri paesi - quelli cioè che non hanno concluso un accordo con l'UE - il diritto di lavorare in un paese europeo dipende dalle leggi nazionali, a meno che non siano familiari di un cittadino UE.Tuttavia, per i lavoratori provenienti da paesi non europei, la normativa dell'UE disciplina le seguenti materie:

Diritti dei cittadini extra UE che risiedono da molto tempo nell'UE; Diritto al ricongiungimento familiare; Ammissione di ricercatori non europei; Ammissione di studenti, alunni in scambio, tirocinanti non retribuiti e volontari; Diritti dei lavoratori altamente qualificati provenienti da paesi non europei (Carta blu

dell'UE); Le procedure semplificate d'ingresso e i diritti per tutti i lavoratori immigrati extra UE; Condizioni di ingresso e soggiorno per i lavoratori stagionali di paesi extra UE;

Page 21: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

Condizioni di ingresso e soggiorno per i cittadini extra UE nell'ambito di trasferimenti intrasocietari.

INTEGRAZIONE E INCLUSIONE

L'UE promuove la sicurezza sociale e l'integrazione erogando e coordinando finanziamenti per aiutare i paesi membri a investire nelle persone - in settori come l'assistenza all'infanzia, l'assistenza sanitaria, la formazione, l'accessibilità delle infrastrutture, l'orientamento nella ricerca di un lavoro - nonché a riformare i loro sistemi di sicurezza sociale.

L’Inclusione è uno dei temi cruciali dell’unione europea. Di inclusione si parla in ogni politica, sia essa trattante di affari esteri o interni, migrazione o economia. Non importa il tema di cui si discute, l’inclusione si ritrova sempre come base di partenza. Ma qui, oggi, ci soffermeremo sull’importanza dell’inclusione all’interno dei paesi europei e quindi in politiche di occupazione (lavoro, sicurezza sul lavoro, uguaglianza salariale e contrattuale di genere) e Affari Sociali (discriminazione, disabilità, igiene e salute, lotta alla povertà)

Protezione socialeI sistemi di protezione sociale sono progettati per fornire protezione contro i rischi e le esigenze associati a:

disoccupazione, responsabilità genitoriali, malattia e assistenza sanitaria, invalidità, perdita di un coniuge o genitore, vecchiaia, alloggio, esclusione sociale.

Il principale quadro politico nel campo della protezione sociale dell'UE è, come abbiamo precedentemente affermato, la strategia Europa 2020 e il metodo aperto di coordinamento

Page 22: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

per la protezione sociale e l'inclusione sociale (OMC sociale), che mira a promuovere la coesione sociale e l'uguaglianza attraverso una protezione sociale adeguata, accessibile e finanziariamente sostenibile a sistemi e politiche di inclusione sociale. Attraverso l'OMC sociale - e in collaborazione con il Comitato per la protezione sociale - l'UE fornisce un quadro per lo sviluppo di strategie nazionali per la protezione sociale e gli investimenti sociali, nonché per il coordinamento delle politiche tra i paesi dell'UE su questioni relative a:

povertà e esclusione sociale, assistenza sanitaria, assistenza a lungo termine, pensioni.

Persone con disabilità

L'UE promuove l'inserimento attivo e la piena partecipazione dei portatori di handicap nella società, in linea con l'approccio che inquadra il tema delle disabilità nel contesto dei diritti umani. La disabilità è infatti una questione da affrontare nell'ambito dei diritti e non da lasciare alla discrezione dei singoli. Lo stesso approccio è al centro della Convenzione dell'ONU sui diritti delle persone con disabilità, alla quale l'Unione europea ha aderito. La strategia europea sulla disabilità 2010-2020 proposta dalla Commissione europea, adottata nel 2010, si rifà alla Convenzione tenendo conto dell'esperienza acquisita con il piano d'azione europeo per le persone con disabilità (2004-2010).I suoi obiettivi sono perseguiti intervenendo in otto settori prioritari:

1. Accessibilità: rendere beni e servizi accessibili alle persone disabili e promuovere il mercato dei dispositivi assistenziali.

2. Partecipazione: far sì che le persone disabili possano godere di tutti i vantaggi della cittadinanza europea; rimuovere gli ostacoli alla partecipazione in condizioni di parità alla vita pubblica e alle attività ricreative; promuovere l'erogazione di servizi locali di qualità.

3. Uguaglianza: combattere le discriminazioni fondate sulla disabilità e promuovere le pari opportunità.

4. Occupazione: aumentare significativamente la percentuale delle persone disabili occupate nel mercato del lavoro aperto. Rappresentano infatti un sesto della popolazione totale in età lavorativa dell'UE, ma il loro tasso di occupazione è proporzionalmente basso.

5. Istruzione e formazione: promuovere l'istruzione inclusiva e l'apprendimento permanente per gli allievi e gli studenti disabili. La parità di accesso ad un'istruzione di qualità e all'apprendimento permanente consente ai disabili di partecipare pienamente alla vita sociale e di migliorare la loro qualità di vita. La Commissione europea ha avviato diverse iniziative didattiche a favore dei disabili. Tra queste figurano l'istituzione dell'Agenzia europea per lo sviluppo dell'istruzione per alunni con esigenze speciali, nonché la costituzione di un gruppo di studio specifico sulle disabilità e l'apprendimento permanente.

Page 23: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

6. Protezione sociale: promuovere condizioni di vita dignitose, combattere la povertà e l'emarginazione.

7. Salute: promuovere la parità di accesso ai servizi sanitari e alle relative strutture.

8. Relazioni esterne: promuovere i diritti delle persone con disabilità nelle politiche di allargamento dell'UE e nei programmi internazionali di cooperazione allo sviluppo.

La Commissione sostiene anche la Rete accademica di esperti europei in disabilità (ANED), che le fornisce una serie di analisi delle situazioni, delle politiche e dei dati nazionali. La rete ANED gestisce anche lo strumento online che offre una panoramica degli interventi necessari negli Stati membri e nell'UE per mettere in atto la Convenzione dell'ONU sui diritti delle persone con disabilità. La creazione dello strumento rientra nell'elenco delle azioni (2010-2015) che accompagna la strategia europea sulla disabilità.“In Italia, manca un vero e proprio ente pubblico in grado di fornire attività di policy advice strategico di medio e lungo periodo”. Ma cos’è il policy advice? In Italia, il termine si traduce appunto con “ricerca strategica” e, a prescindere dal binomio di turno, si riferisce alla “consulenza scientifica e alla produzione di analisi e raccomandazioni di medio e lungo periodo per lo sviluppo di politiche pubbliche”.Come viene gestita e finanziata la protezione sociale statale?Il sistema di sicurezza sociale italiano è finanziato mediante i contributi versati dai lavoratori subordinati, dai datori di lavoro, dai lavoratori autonomi e dai liberi professionisti, nonché mediante la fiscalità generale.

Italia - Misure di inclusione sociale e di sostegno al reddito

Se il cittadino italiano non possiede risorse economiche sufficienti, può richiedere la concessione di prestazioni di tipo assistenziale volte a garantire i livelli minimi di sussistenza. Esempio di prestazione non contributiva erogata a livello nazionale dall'INPS: l'Assegno sociale. Si tratta di una prestazione di carattere assistenziale che ha sostituito la Pensione sociale dall’1.1.1996, prescinde del tutto dal versamento dei contributi e mi spetta se mi trovo in situazioni di indigenza. Prestazioni assistenziali di inclusione sociale promosse da Regioni e Comuni: a livello locale, tutte le Regioni e i Comuni attuano politiche di intervento di protezione sociale sul proprio territorio. Le norme, le tipologie ed i requisiti reddituali previsti per il diritto alle prestazioni che tutelano la mia situazione di indigenza variano da regione a regione, da comune a comune, in base alle risorse di bilancio di cui gli stessi dispongono. L'Assegno sociale non è soggetto a tassazione, non è reversibile ai familiari superstiti e non è esportabile. Pertanto, non può essermi erogato se risiedo all’estero. Il mio eventuale soggiorno all’estero di durata superiore a 30 giorni comporta la sospensione dell’assegno fino al mio rientro in Italia. La misura massima dell'Assegno sociale che spetta è determinata dalla differenza tra il limite di reddito fissato annualmente per legge ed il reddito dichiarato. Il Sostegno per l’Inclusione Sociale (SIA) è una prestazione in denaro pagata ogni due mesi il cui ammontare dipende dalla composizione del nucleo familiare del beneficiario. La domanda, presentata tramite il comune di residenza del richiedente, viene trattata dall’INPS che è anche responsabile del pagamento della prestazione.

Page 24: Unicalscienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale... · Web viewFino al 2017 possono beneficiare del FEG anche giovani che non hanno un impiego e non seguono corsi di studio

L'Assegno sociale e le altre prestazioni assistenziali, che hanno lo scopo di garantire le risorse minime agli indigenti, non sono esportabili, quindi esulano dal campo di applicazione oggettivo dei Regolamenti UE sul coordinamento della sicurezza sociale. A differenza del semplice assegno sociale italiano in Svizzera, la Costituzione federale svizzera pone il principio del diritto al sostegno in situazioni di bisogno per condurre un'esistenza dignitosa. L’assistenza sociale, ultima rete di sicurezza della protezione sociale, è di competenza dei ventisei cantoni. La sua attuazione è generalmente delegata ai comuni .Le raccomandazioni della Conferenza svizzera delle istituzioni dell'azione sociale (COSAS) contribuiscono tuttavia a una certa armonizzazione delle prestazioni. I cantoni possono trarne ispirazione. Le prestazioni previste dalla COSAS sono in particolare le seguenti:

Forfait per il mantenimento: prestazioni destinate a coprire le spese della vita quotidiana (alimentazione, abbigliamento, trasporti, ecc.) se avete una famiglia a basso reddito. Le spese di alloggio sono coperte separatamente.

Supplemento d'integrazione: tale prestazione a carattere incentivo può esservi versata se siete senza attività lucrativa ed avete particolari difficoltà di integrazione sociale o professionale.