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Un prete consumato dall’Amore

Da umili origini

Don Francesco Maria Vassallo nasce a San Severo (FG) il 23 aprile 1925, da Nazario e da Mattia Capone, secondo di sei figli: una prima figlia muore piccolina, Francesco è il secondogenito, poi Giuseppina, Flora, Alfonso e Antonio. Il 3 giugno viene battezzato in San Severo nella chiesa parrocchiale di San Nicola.Le condizioni economiche della famiglia sono modeste. Il papà è un abile barilaio e la mamma casalinga.I genitori sono molto religiosi, frequentano la Messa domenicale ed educano anche i figli alla preghiera quotidiana. All’ora del pranzo si recita “L’Angelus”.Trascorre l’infanzia in via Soccorso, poi la famiglia si trasferisce in Piazza S. Francesco. Qui vive l’adolescenza, la giovinezza e anche un periodo da giovane prete.Francesco frequenta la scuola elementare “E. De Amicis”.È molto ubbidiente e rispettoso nei confronti dei genitori e particolarmente attento ai consigli della mamma.In casa legge molto o prega. Contrariamente ai suoi coetanei, non è molto legato al gioco: assiste alla catechesi e frequenta la Messa insieme a tutta la famiglia.È in questo contesto che nasce la vocazione del futuro don Francesco Maria Vassallo.

Mattia Capone, la mamma

«Voglio essere Missionario»

Racconta la sorella Flora:«Quando Francesco aveva 12 anni, ogni mattina, prima di andare a scuola, passava per la chiesa di S. Giovanni Battista e lì si fermava a pregare e… piangeva. Il parroco, che lo vedeva tutte le mattine, un giorno avvicinandosi gli chiese: “Perché piangi?” E lui rispose: “Voglio essere missionario, ma mio padre non vuole firmare”. Il parroco, di cui non ricordo il nome, disse allora: “Non preoccuparti, parlerò io ai tuoi genitori e tu sarai prete”. Così andò dai nostri genitori, ma mio padre era ancora restio. Egli infatti diceva: “Mai tu andrai lontano per essere missionario. Io non firmerò perché tu sei il figlio mio più grande. E poi, ci vogliono i soldi per farti entrare in seminario”. Ma il parroco lo rassicurò: “Non preoccuparti dei soldi, troveremo dei benefattori”. Così avvenne, solo che invece di diventare missionario, Francesco entrò in Seminario minore. Quando andavamo al parlatorio la domenica per noi era festa. Molte volte mi faceva salire ai piani dove c’era la scuola e mi diceva “Guarda Flora, è qui che apprendo tutto ciò che sempre di più mi conferma che un giorno io sarò prete”».

Nazario Vassallo, il papà

«Fammi pane per tutti»

Dal 1940 al 1943, Francesco Maria Vassallo frequenta i tre anni di liceo al Pontificio Seminario Regionale di Benevento e, successivamente, dal 1944 al 1948 studia a Napoli, sulla collina di Posillipo, presso la Pontificia Facoltà Teologica dei padri Gesuiti, conseguendo la Licenza in Teologia.Il 10 ottobre del 1948 è ordinato sacerdote nella cattedrale di San Severo da monsignor Francesco Orlando.Da seminarista, probabilmente nel febbraio del 1948, in visita al santuario di Pompei scrive: «Ho sognato questo giorno come nessun giovane può sognare

il giorno del suo sposalizio e lo vivo come nessun giovane può vivere quello delle sue nozze… E nel cuore mi canta una gioia mai provata, mi sorride una visione, rare volte potuta immaginare, così divina, così piena d’incanto, così riposante. Che vale la vita, se per me vivere non è Gesù Cristo; che vale l’amore, se oggetto non ne è la Vergine? O Mamma del mio cuore, innamorami sempre più della purezza dell’Ostia. Fammi buono, tanto buono […] fammi pane per tutti quelli che di me vogliono mangiare a piacimento. Che non dica mai di no a nessuno, quando la Gloria di Dio non esiga il contrario».Fin dall’inizio della sua consacrazione don Francesco ha, dunque, chiaro il suo programma di vita: essere cosciente di non appartenersi, di essere tutto di Cristo, sentirsi tutto di e per Cristo.Seminarista del Seminario Minore

«Sono divenuto sacerdote per i poveri»

Nel 1949 svolge attività di Prefetto di disciplina nel Seminario Minore in San Severo.Dal 1950 al 1954 è Vicario cooperatore presso la parrocchia di Maria SS. della Libera in San Severo.Fin dall’inizio del suo ministero, don Francesco, a contatto diretto con le famiglie, progetta le prime esperienze della fondazione del Cenacolo, che si sono concretizzate meglio nel 1954 e negli anni successivi.Le testimonianze di persone che lo hanno conosciuto in quegli anni lo descrivono come un uomo di preghiera, amante del silenzio, che vive la presenza di Dio. Alle ragazze di Azione Cattolica che, oltre alla preghiera e all’apostolato, fanno le pulizie in parrocchia, don Francesco raccomanda il silenzio per conservare il raccoglimento e ogni tanto le chiama alla balaustra per pregare, perchè: «Questo è il posto degli angeli. Si metta qui a pregare». Don Francesco vive con sobrietà, non ricerca mai l’onore, la ricchezza. Si accontenta del necessario. È instancabile nel servire i poveri. Al padre che si preoccupa di lui risponderà: «Papà non dirmi questo perché non mi fermerò mai, sono divenuto sacerdote per i poveri». Seminarista del Seminario Maggiore

Parroco e guida d’anime

Dal 1954 al 1959 è Vicario cooperatore presso la parrocchia di San Severino in San Severo. In questi anni, attraverso il suo servizio pastorale di direttore spirituale di anime generose e disponibili alla consacrazione verginale, don Francesco

attualizza il piano progettuale della sua fondazione, promuovendo e incoraggiando la vocazione alla santità, che è di tutti, anche se diverse possono essere le singole vocazioni. Sono i primi anni di ministero pastorale, in cui don Francesco viene riconosciuto e ricercato quale uomo di preghiera, apostolo della penitenza e illuminato direttore spirituale. È in questo periodo, infatti, che egli comincia a riunire un gruppo di ragazze.Parla dell’amore a Dio, dello spirito di preghiera, dell’adorazione a Gesù sacramentato. Invita a essere sempre sorridenti per dare la gioia agli altri, a coltivare l’ardore missionario per portare Gesù alle anime. Conduce per mano alla contemplazione del volto di Cristo e all’amore per la Trinità. Inculca la devozione a Maria. La sua spiritualità evidenzia la sua indole contemplativa fortemente impregnata degli scritti e della spiritualità di Don Francesco, parroco,

nel corso della benedizione delle famiglie

Giovanni della Croce e Teresa d’Avila e da figure di santità del calibro di Francesco d’Assisi, Francesco di Sales, Giovanna Francesca de Chantal, Ignazio di Loyola, del Santo Curato d’Ars, Alfonso Maria de’ Liguori, Teresa del Bambino Gesù.Dal settembre 1959 al settembre 1961 esercita il ministero di padre spirituale dei chierici del Liceo nel Pontificio Seminario Regionale di Salerno. Scrive don Raffaele Ciliento, vicerettore in quegli anni: «Ricordo che egli era contento di questa sua nuova collocazione. Viveva di preghiera, di raccoglimento, di intimità con il Signore». Dal 1962 frequenta a Roma il biennio di pastorale presso la Pontificia Università Lateranense, conseguendo il 29 maggio il Diploma di Perito in scienze pastorali con specializzazione in catechetica. Dal 1963 al 1981, anno della sua morte, don Francesco è a Torremaggiore, prima come Vicario cooperatore presso il Santuario parrocchiale di Maria SS. della Fontana e poi dall’11 aprile 1966 come parroco.Sono anni di fervente attività pastorale e vita spirituale, vive il suo ministero sacerdotale senza mezze misure.

Santuario-Parrocchia "Maria SS. della Fontana", durante una omelia

Dall’altare alla strada: il Movimento Missionario Cenacolisti

L’inizio ufficiale di quello che è oggi il Movimento Missionario Cenacolisti, fondato da don Francesco, si può ricondurre al periodo in cui è parroco di Maria SS. della Fontana.In questi anni, infatti, percepisce la fine della cristianità e la necessità di quella che il papa Giovanni Paolo II avrebbe poi chiamato “Nuova Evangelizzazione”. Poco alla volta si forma un “Movimento Cenacolista” che mette la parrocchia in uno stato di missione ispirandosi alla Chiesa del Cenacolo del giorno di Pentecoste.Il Movimento si propone di vivere e di irradiare ai fratelli i misteri del Cenacolo, perché tutti facciano l'esperienza viva della Pentecoste e perché ogni ambiente diventi un piccolo Cenacolo nel quale:

• come Maria e gli apostoli, nell'attesa della Pentecoste, si viva la dimensione del silenzio, della preghiera e della contemplazione;

• come gli apostoli si viva in vista dell'annuncio della Parola di Dio;• come la comunità della Chiesa delle origini si viva, avendo un cuor solo

e un’anima sola, la testimonianza parlante della carità di Cristo nello Spirito Santo per la Gloria del Padre.

Il carisma del Movimento si ispira ad Atti 6,2b-4: «Non è giusto che noi trascuriamo la Parola di Dio per il servizio alle mense [...], noi invece ci dedicheremo alla preghiera e all’annuncio della Parola».II Movimento Missionario Cenacolisti, oggi Associazione Pubblica di Fedeli eretta il 20 luglio 1995 da Mons. Silvio Cesare Bonicelli, è formato dall’Associazione Cenacolisti, dalla Comunità Missionari/e del Cenacolo e dalla Comunità Preti del Cenacolo.L’impegno di don Francesco ha diverse priorità, tra le quali spiccano quella di “raggiungere i lontani”, attraverso esperienze pastorali che ne fanno un pioniere dalle intuizioni originali in un settore nevralgico che è l’evangelizzazione degli adulti, e quella della santificazione delle famiglie.

Su queste necessità egli concentra la sua inventiva e creatività pastorale che lo portano a battere la strada di nuove e sconosciute modalità e strumenti per l’evangelizzazione. Nel ricordo di chi lo ha frequentato in quegli anni, don Francesco ha mente e occhi per tutti e per tutto; aggiornatissimo sulle evoluzioni socio-economiche che investono l’Italia e il mondo, sa incarnare l’esigenza del Vangelo nelle vicissitudini umane, non accontentandosi di parlare ai suoi parrocchiani, ma andando nelle case e nei quartieri, facendo la missione negli ospedali e nelle scuole, usando altoparlanti per le strade, aprendo la stazione radiofonica “Radio Missione Cenacolista”, utilizzando i “fogli di evangelizzazione” per stimolare riflessioni, domande e risposte sulla fede, la vita, la storia.

Icona simbolo del Movimento Missionario Cenacolisti

«Non faceva: era sacerdote!»

Don Francesco Vassallo muore il 26 gennaio 1981 in una camera dell’ospedale San Giacomo in Torremaggiore (Foggia).Le esequie vengono celebrate nel santuario di Maria SS. della Fontana. È presente una grande folla di fedeli e moltissimi sacerdoti.La Santa Messa viene presieduta dal Vescovo, Mons. Angelo Criscito che nell’omelia, tra l’altro, afferma: «Don Francesco era sacerdote, non faceva il sacerdote». Così scrive una fedele il giorno della sua morte all’allora vescovo Mons. Criscito: «Don Francesco non è più tra noi. Non possiamo ignorare che era un grande sacerdote eminentemente, tipicamente religioso, mistico, paziente, generoso, obbediente fino all’eroismo… Sacerdote esemplare. Santo, nel vero senso della parola e tanto ma tanto umile». (Persico Di Battista, 26 gennaio 1981).Il 10 ottobre del 2006, nel venticinquennale della morte, i resti mortali di don Francesco Maria Vassallo vengono trasferiti, dal cimitero di Torremaggiore, accompagnati da una folla di fedeli e dalle autorità religiose, civili e militari nella cappella del Cenacolo San Giuseppe, sede del Movimento Missionario Cenacolisti. Di don Francesco Vassallo si conservano numerosissimi scritti autografi, contenenti meditazioni, riflessioni, omelie, annotazioni su temi pastorali e teologici e un abbondante epistolario. La tomba del Servo di Dio

don Francesco Maria Vassallo

L’Inchiesta diocesana

Il 26 maggio 2018 nella parrocchia – santuario di "Maria SS. della Fontana", in Torremaggiore (Foggia), il Vescovo della Diocesi di San Severo (Foggia), Mons. Giovanni Checchinato ha insediato il Tribunale Ecclesiastico per l’Inchiesta Diocesana su vita, virtù e fama di santità e dei segni del Servo di Dio, Francesco Maria Vassallo.

Preghiera per la Beatificazione del Servo di Dio Don Francesco Maria Vassallo

Padre Misericordioso, Tu hai chiamato don Francesco Maria Vassalloa offrirsi Ostia nelle Tue mani.

Nell’intimità del Cenacolo, il Vento dello Spirito ha riempito la sua vita, modellandolo Discepolo

appassionato della Parola e Apostolo inquieto della Nuova Evangelizzazione.Ha fatto della sua carne la dimora del Verbo,

fondando il Movimento Missionario Cenacolisti perché ogni uomo potesse fare l’esperienza viva della Pentecoste.

Ti preghiamo umilmente, o Padre: degnati di glorificarlo anche qui in terra e, per sua intercessione, accordaci la grazia…

che, fiduciosi, Ti chiediamo, in unione con Maria, Maestra delle anime.

Per Cristo, nostro Signore. Amen.

Gloria al Padre…

+ Giovanni Checchinato, Vescovo di San Severo

Per richieste di materiale, libri e segnalazioni di presunte guarigioni e miracoli scrivere a: Postulazione Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Mons. Francesco Maria VassalloMovimento Missionario Cenacolisti - Via Don Tommaso Leccisotti, 9 - 71017 Torremaggiore (FG)Tel e Fax :0882 394365 - email: [email protected] Facebook: Movimento Missionario cenacolistic.c.postale n. 1042035749 - intestato a: Postulazione causa beatificazione e canonizzazione Servo di Dio don Francesco Maria VassalloPer pregare sulla tomba del Servo di Dio don Francesco Maria Vassallo, contattare direttamente il Movimento Missionario Cenacolisti