Un famoso barman fa tappa al Monastero di Vallombrosa ...armadietto... · In basso, a sinistra,...

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1 SETTEMBRE t r a v e l c a r n e t . i t t r a v e l c a r n e t . i t Un famoso barman fa tappa al Monastero di Vallombrosa (Firenze) ...Ovvero: l’uso benefico delle piante officinali Le vacanze estive, che io in- tendo come vero momento di conclusione dell’anno, e quindi il vero momento per tirare le conclusioni di un anno passato appunto, sono state l’occasione per scegliere un luogo di “villeg- giatura” ma più che altro di rif- lessione, d’altri tempi, in tutti i sensi. D’altri tempi, perché il luogo scelto è Vallombrosa, meta tur- istica in auge dalla meta dell’ot- tocento circa fino alla metà del novecento, momento in cui il Trentino Alto Adige veniva an- nesso definitivamente all’Italia e gli amanti della montagna si L'armadietto di Max D’Addezio spostano verso nord. Vallom- brosa, a circa 20 km da Firenze, è rimasta meta di un turismo della domenica e nei mesi di luglio e agosto, meta di persone che necessitano di un estremo riposo in totale riservatezza. Più precisamente Vallombrosa è la sede del monastero benedet- tino omonimo, dove solo nei mesi estivi si organizzano degli incontri (non più di quattro in una stagione) sul canto gregori- ano, o più semplicemente incon- tri di spiritualità, per chi ha bisogno di un’immersione totale nella preghiera, o come quello che ho fatto io, un corso di er- boristeria e botanica chiamato “Erbe e Salute”. Ne nascono discussioni filoso- fiche ovviamente, si analizzano gli aspetti scientifici in senso erboris- tico, ma ne scaturiscono anche tanti consigli pratici, ovviamente, che le nostre amiche piante ci danno, se sappiamo coglierli. L’armadietto erboristico altro non è se non un piccolo vade- mecum su come rimediare ai piccoli “fastidi” della vita quo- tidiana, grazie alle proprietà delle erbe officinali. Per esempio, chi non si è mai scottato in cucina mentre pensa

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1SETTEMBREt r a v e l c a r n e t . i t t r a v e l c a r n e t . i t

Un famoso barman fa tappa al Monastero di Vallombrosa (Firenze)

...Ovvero: l’uso benefico delle piante officinali

Le vacanze estive, che io in-tendo come vero momento diconclusione dell’anno, e quindiil vero momento per tirare leconclusioni di un anno passatoappunto, sono state l’occasioneper scegliere un luogo di “villeg-giatura” ma più che altro di rif-lessione, d’altri tempi, in tutti isensi.D’altri tempi, perché il luogoscelto è Vallombrosa, meta tur-istica in auge dalla meta dell’ot-tocento circa fino alla metà delnovecento, momento in cui ilTrentino Alto Adige veniva an-nesso definitivamente all’Italia egli amanti della montagna si

L'armadiettodi Max D’Addezio

spostano verso nord. Vallom-brosa, a circa 20 km da Firenze,è rimasta meta di un turismodella domenica e nei mesi diluglio e agosto, meta di personeche necessitano di un estremoriposo in totale riservatezza.Più precisamente Vallombrosa èla sede del monastero benedet-tino omonimo, dove solo neimesi estivi si organizzano degliincontri (non più di quattro inuna stagione) sul canto gregori-ano, o più semplicemente incon-tri di spiritualità, per chi habisogno di un’immersione totalenella preghiera, o come quelloche ho fatto io, un corso di er-

boristeria e botanica chiamato“Erbe e Salute”.Ne nascono discussioni filoso-fiche ovviamente, si analizzano gliaspetti scientifici in senso erboris-tico, ma ne scaturiscono anchetanti consigli pratici, ovviamente,che le nostre amiche piante cidanno, se sappiamo coglierli.L’armadietto erboristico altronon è se non un piccolo vade-mecum su come rimediare aipiccoli “fastidi” della vita quo-tidiana, grazie alle proprietàdelle erbe officinali.

Per esempio, chi non si è maiscottato in cucina mentre pensa

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In alto, il campanile medievale dell'Abbazia. Sopra, a sinistra, l'ingresso all'Abbazia; a destra, il grande focolare concappavesagonale della cucina dell'Abbazia.Nella pagina precedente, Veduta dall’alto del complesso abbaziale dei monacibenedettini di Vallombrosa (fotografie Massimo D'Addezio).

Da Rousseau a l la V ia Romea

a Lucullo?Bene, in questi casi avere l’“oliodel ciancolino” o d’iperico aportata di mano è fondamentale

per le caratteristiche dell’iperico,appunto, nel lenire le bruciaturee favorire la ricrescita dell’epi-dermide, nel caso in cui venga

una vescica, che scoppiandoporta via una strato sottile dipelle. Come agire: mettere subito la

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parte scottata sotto l’acquafredda o applicare del ghiaccioo una borsa del ghiaccio, cheriducono l’infiammazione, poicominciare con le applicazionedell’olio che a sua volta si ot-tiene mettendo le sommità del-l’iperico, raccolte mai in pienogiorno (o più semplicementecomprate in erboristeria), invasetto fino all’orlo e poi col-marlo con dell’olio d’oliva. Las-ciarlo per un mese in pieno solee con il coperchio non comple-tamente chiuso per permetterel’evaporazione dell’acqua. Dopoun mese, il nostro olio del cian-colino sarà pronto per essereutilizzato come unguento. Evisto che ci siamo è giustosapere che l’iperico decotto(leggasi tisana) è ottimo anche

per i bronchi, o preso come tin-tura è un buon rimedio per lacircolazione sanguigna comefluidificante.Il bambino non dorme o è irre-quieto? Un decotto di fiori ditiglio al posto della classicacamomilla (di cui va approfon-dita la conoscenza) 2 volte algiorno, tranquillizza il pargoloe tutta la vita della famiglia. Lacamomilla (fiore e due cen-timetri di gambo essiccati manon vecchi), in verità non an-drebbe mai lasciata in fusioneper più di tre o quattro minuti,per ottenere la bevanda dalclassico sapore floreale, ma sisappia che l’effetto rilassante èblando rispetto al tiglio e che selasciata troppo in infusione di-venta un eccitante (effetto

paradosso), provare percredere!

Con questo caldo è difficile pen-sare al freddo ed ai suoimalanni, ma prevenire è meglioche curare, vero credo dell’er-borista e delle persone che cre-dono nel potere taumaturgicodelle piante, quindi sappiate cheper prevenire i primi raffreddorio quei sintomi febbrili prein-fluenzali, l’olio essenziale ditimo è il toccasana da consider-are amico. Nell’opera di preven-zione, con l’avventodell’autunno inoltrato si puòconsiderare la sua assunzionemettendone alcune gocce su diun cucchiaio di zucchero o du-rante il manifestarsi dei sintomicon fumetti caldi.

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L ’ a rmad ie t to

In alto la storica bibilioteca (foto Massimo D’Addezio). Al centro, a sinistra, fiori e olio di iperico (foto cure-naturali.it); a destra, decotto difiori di iperico (foto Herberia del Corso).In basso, a sinistra, semi di finocchio selvatico dell'Azienda Agricola Nicolino diCamporeale (foto Azienda Nicolino); a destra, fioritura di arnica (foto cure-naturali.it).Nella pagina precedente, la Riserva Naturale Biogenetica Statale di Vallombrosa (fotoMassimo D'Addezio).

Vogliamo digerire meglio? Semidi finocchio prima e dopo ipasti e il nostro stomachino ciringrazierà secernendo la quan-tità ideale di succhi gastrici, attialla funzione digestiva. Nei ris-toranti indiani è uso, alla finedei pasti, offrire i semi di finoc-chio mischiati con delle piccolecaramelline di zucchero: lasaggezza dell’erboristeria è ilvero globalismo.

Abbiamo sbattuto un braccio eci è venuto un livido, un ecchi-mosi? Si ricorre alla tintura diarnica, che passata sulla parteemaciata, richiamando sangue,aiuta la dispersione della parteematica pesta (funzione rube-facente).

Ovviamente, la prima cosa cheserve è una buona e vera er-boristeria, dove è possibile rivol-gersi per le tinture, gli oliessenziali o le erbe essiccate peri decotti, ricordando che labontà delle erbe officinali si puòverificare molto semplicementeodorandole, e se non rilascianoprofumi vuol dire che sonotroppo vecchie. È utile anchedire che un erborista (come ifarmacisti d’altronde) non pos-sono fare diagnosi, ma solo met-tersi al nostro servizio perpreparare o semplicementevendere degli ingredienti. Ul-timo, ma non ultimo, è il con-siglio di non trasformarsi instregoni, lasciando la compo-sizione di tisane o la raccolta neiboschi delle erbe a chi leconosce, per non incappare inspiacevoli incidenti come gliavvelenamenti.Salute e prosperità!