UN DISCORSO CHIARO SULL'ISPIRAZIONE DELLA BIBBIA E … Evoluzione settima parte 2013...

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1 7 Evoluzione - Settima parte - Conclusione - Edizione finale 7 ottobre (2013) UN DISCORSO CHIARO SULL'ISPIRAZIONE DELLA BIBBIA E SULL'EVOLUZIONE Ovvero riflessioni sulla creazione, l'estinzione dei dinosauri, l'origine dell'uomo, il diluvio ed il battesimo CONCLUSIONE UN DISCORSO CHIARO E PULITO Siamo alla fine del lungo viaggio! Quando ho iniziato a scrivere questa serie, avevo deciso di chiamarla "Un Discorso chiaro sull'ispirazione della Bibbia" e ho mantenuto tale titolo fino alla fine, ma mi è sembrato che sarebbe stato giusto d'aggiungere anche il termine "pulito", questo perché, quando uno scrive, di solito sta sempre bene attento di non urtare qualcuno e di piacere ad altri che lo stanno sostenendo, ma io non ho fatto così e ho evitato qualsiasi giro di parole o sotterfugi. In tale caso, il titolo di questo documento sarebbe stato così: "Un Discorso chiaro e pulito sull'ispirazione della Bibbia, ovvero riflessioni sulla creazione, l'estinzione dei dinosauri, l'origine dell'uomo, il diluvio ed il battesimo". Strada facendo, alcuni mi hanno chiesto la mia opinione sulle promesse che Dio avrebbe fatto ad Abramo, Isacco e Giacobbe escludendo quelli che già abitavano in Palestina; altri mi hanno chiesto la mia posizione sul modo come veniva trattata la donna nell’Antico Testamento, su certe decisioni infelici nei casi di stupro; tutti punti che hanno a che fare con l’ispirazione delle Sacre Scritture e così il discorso s’è notevolmente complicato, è andato ben oltre a quello che in origine mi prefiggevo di fare, ma credo d’avere risposto a tutto quello che mi era stato domandato. C’è voluto un po`di tempo, più tempo di quello che pensavo, ma alla fine ci sono riuscito. NON ABBIAMO MAI FINITO D’IMPARARE Concludendo questa serie di articoli, sette con la conclusione, possiamo dire che non abbiamo mai finito d'imparare e, se vogliamo essere utili alla società e nella predicazione del Vangelo, dobbiamo sempre aggiornarci e non essere troppo legati a certi schemi fissi del passato e all'Antico Testamento altrimenti non siamo più con Gesù. Si ricordi che certi eventi o leggi nell'Antico Testamento non

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7 Evoluzione - Settima parte - Conclusione - Edizione finale – 7 ottobre (2013)

UN DISCORSO CHIARO

SULL'ISPIRAZIONE DELLA BIBBIA

E SULL'EVOLUZIONE

Ovvero riflessioni sulla creazione, l'estinzione dei dinosauri,

l'origine dell'uomo, il diluvio ed il battesimo

CONCLUSIONE

UN DISCORSO CHIARO E PULITO

Siamo alla fine del lungo viaggio! Quando ho iniziato a scrivere questa serie, avevo deciso di

chiamarla "Un Discorso chiaro sull'ispirazione della Bibbia" e ho mantenuto tale titolo fino alla fine,

ma mi è sembrato che sarebbe stato giusto d'aggiungere anche il termine "pulito", questo perché,

quando uno scrive, di solito sta sempre bene attento di non urtare qualcuno e di piacere ad altri che lo

stanno sostenendo, ma io non ho fatto così e ho evitato qualsiasi giro di parole o sotterfugi.

In tale caso, il titolo di questo documento sarebbe stato così: "Un Discorso chiaro e pulito

sull'ispirazione della Bibbia, ovvero riflessioni sulla creazione, l'estinzione dei dinosauri, l'origine

dell'uomo, il diluvio ed il battesimo".

Strada facendo, alcuni mi hanno chiesto la mia opinione sulle promesse che Dio avrebbe fatto ad

Abramo, Isacco e Giacobbe escludendo quelli che già abitavano in Palestina; altri mi hanno chiesto la

mia posizione sul modo come veniva trattata la donna nell’Antico Testamento, su certe decisioni

infelici nei casi di stupro; tutti punti che hanno a che fare con l’ispirazione delle Sacre Scritture e così

il discorso s’è notevolmente complicato, è andato ben oltre a quello che in origine mi prefiggevo di

fare, ma credo d’avere risposto a tutto quello che mi era stato domandato. C’è voluto un po`di tempo,

più tempo di quello che pensavo, ma alla fine ci sono riuscito.

NON ABBIAMO MAI FINITO D’IMPARARE

Concludendo questa serie di articoli, sette con la conclusione, possiamo dire che non abbiamo mai

finito d'imparare e, se vogliamo essere utili alla società e nella predicazione del Vangelo, dobbiamo

sempre aggiornarci e non essere troppo legati a certi schemi fissi del passato e all'Antico Testamento

altrimenti non siamo più con Gesù. Si ricordi che certi eventi o leggi nell'Antico Testamento non

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avevano molto a che fare con Dio, ma erano semplicemente basati sulla leggenda di Gilgamesh e sul

codice di Hammurabi.

In questa serie d'articoli, io ho cercato di parlare chiaramente di alcuni passi difficili o contraddittori

o controproducenti per le Sacre Scritture, specialmente per l'Antico Testamento. L'ho fatto non con il

mero interesse d’attrarre l’attenzione nei miei riguardi, ma piuttosto per liberare i credenti da un certo

peso che é spesso difficile da portare o da giustificare. V’è questo problema soprattutto quando essi

sono accostati da certe persone sveglie o intelligenti che vogliono sapere di più e pongono tanti

perché ai quali può essere difficile di rispondere.

É risaputo che certe persone moderne ed emancipate, armate di ''tablet'', sono curiose ed anche un po'

smaliziate in merito a certe storielle vetero-testamentarie, che accettano difficilmente certe situazioni

o affermazioni così diverse o contrastanti dalla scienza e da quello che Gesù insegnava. In questo

modo, se non si cambia approccio nella nostra predicazione, si perdono molti nuovi contatti della

chiesa, soprattutto i giovani che sono più smaliziati e le persone di una certa cultura.

L’EVOLUZIONE CULTURALE

Per capire che esiste una evoluzione naturale delle varie specie a livello fisico, bisogna che uno prima

si renda conto che esiste una evoluzione o degenerazione culturale a livello psicologico. Questo

avviene nel modo di capire le altre culture, di dialogare e di affrontare i problemi.

È praticamente impossibile accettare l’evoluzione delle specie per un credente ultra conservatore,

circonciso nella carne ed astemio nella dieta, se non si è reso conto dell’evoluzione culturale che sta

accadendo attorno a lui, in quelli che giorno per giorno dialogano con lui.

Accettare l’evoluzione presuppone che egli non abbia che preconcetti, che la sua mente sia flessibile,

che rifiuti di lavori a compartimenti stagni, che non citi solo la Bibbia, ma che sappia mettere assieme

differenti discipline della conoscenza umana, come io ho cercato di fare in questa lunga ricerca.

Nell’intento di capire l’evoluzione, uno deve aprirsi ad altre frontiere anche se talvolta rischia

d’annoiare qualcuno o di sconfinare nel ridicolo.

IL CONFLITTO FRA CIRCONCISI ED INCIRCONCISI

Dopo che Gesù era già salito in cielo alla destra del Padre (Giov 20:17. Atti 7:56), vi era un certo

entusiasmo fra i nuovi convertiti (Atti 2:37-47), ma poi tale entusiasmo si attenuò, come accade

spesso, ed iniziarono o affiorarono i primi problemi fra i credenti (Atti 5:1-11). Ben presto, nella

chiesa del primo secolo si sviluppò un contrasto o un diverbio fra due gruppi ben definiti: i circoncisi

e gli incirconcisi, questo anche se entrambi i gruppi erano convertiti a Cristo.

I cristiani circoncisi di solito erano gli Ebrei, ed i cristiani incirconcisi di solito erano i Gentili (Atti

11:17-18). I cristiani circoncisi volevano imporre la circoncisione e certe tradizioni dell’Antico

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Testamento ai credenti d’origine gentile, mentre gli incirconcisi, o i Gentili che avevano creduto a

Cristo, volevano seguire solo il Vangelo e quindi iniziò lo scontro fra i due gruppi culturalmente

molto diversi (Atti 15:1-13).

La grande assemblea di Gerusalemme, fatta nel 50 d.C., circa, sembrava avere risolto il problema,

una volta per tutte (Atti 15:14-29), ma non fu così ed il problema si protrasse per lungo tempo

causando anche molta sofferenza fra certi credenti più esposti allo scontro.

In seguito, tale confronto divenne aspro al punto che Paolo scrisse: “Riguardo a voi, io ho questa

fiducia nel Signore, che non la penserete diversamente; ma colui che vi conturba ne porterà la pena,

chiunque egli sia. Quanto a me, fratelli, s’io predico ancora la circoncisione, perché sono ancora

perseguitato? Lo scandalo della croce sarebbe allora tolto via. Si facessero pur anche evirare quelli

che vi mettono sottosopra” (Gal 5:10-12).

A riguardo della sua opposizione alla circoncisione, Paolo scrisse: “Del resto, fratelli miei,

rallegratevi nel Signore. A me certo non è grave lo scrivervi le medesime cose, e per voi è sicuro.

Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli della mutilazione;

poiché i veri circoncisi siamo noi, che offriamo il nostro culto per mezzo dello Spirito di Dio, che ci

gloriamo in Cristo Gesù, e non ci confidiamo nella carne” (Filip 3:1-3).

Le cose oggi non sono molto cambiate; esiste anche ai nostri giorni un certo confronto fra circoncisi

ed incirconcisi. La differenza è che i circoncisi della chiesa oggi sono i fratelli americani ed gli

incirconcisi sono i fratelli Gentili come gli Italiani. Ai nostri giorni, i fratelli americani circoncisi

non impongono la circoncisione ai nuovi convertiti, ma dall’aspetto pratico è assai visibile il loro

attaccamento all’Antico Testamento, non solo nella circoncisione e l’osservanza del Giorno del

ringraziamento (Lev 23:39-44).

Qualcuno dovrebbe spiegarmi perché la grande maggioranza degli Europei, Indiani, Cinesi e

Giapponesi, non sente minimamente il bisogno di circoncidere subito i bambini come nascono per

ragione d’igiene o per prevenire le infezioni, mentre gli Americani in generale hanno questo grosso

problema, come gli Ebrei. Evidentemente, si tratta di qualcosa psicologicamente legato alla loro

implicita osservanza dell’Antico Testamento.

Non possiamo colpevolizzare tutti quelli che si fanno circoncidere e tutti quelli che celebrano il

Giorno del ringraziamento, naturalmente, Ci sono quelli 8che dicono di essere favorevoli alla

circoncisione solo per ragioni d’igiene e che festeggiamo il Giorno del Ringraziamento solo per

tradizione, ma di solito quelli che fanno certe cose, tipiche dell’Ebraismo, sono sentimentalmente

legati all’Antico Testamento più degli altri.

CIRCONCISIONE E BATTESIMO DEI NEONATI

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Non avendo alcun passo del Nuovo Testamento che li giustifichi, gli ultra conservatori continuano a

circoncidere i loro figli, dicendo che lo fanno solo per ragioni igieniche. Quindi il Vangelo sarebbe

meno igienico che l’Antico Testamento!

Sarebbe come se dei genitori cattolici, dopo avere compreso che versare delle gocce d’acqua fresca

sul capo del neonato, come fa il prete nella cerimonia del battesimo, non è il vero battesimo del

Vangelo, ma per giustificare tale tradizione, essi dicessero: Noi facciamo battezzare i nostri figli dal

prete, non per una ragione religiosa ma è pîù una festa in famiglia e l’acqua fresca li rende più sani.

Versando delle gocce d’acqua fresca sul capo del bambino è un modo per abituarlo ai cambiamenti

rapidi di temperatura, in tale modo preveniamo il raffreddore e la tosse, così difficilmente egli

prenderà la polmonite.

Vediamo quindi che quando alcuni vogliono fare qualcosa, anche se non è secondo il Vangelo o ch’é

esplicitamente condannata dal Vangelo, com’è il caso della circoncisione, il diavolo trova sempre

una buona ragione per giustificarla, come nel caso del battesimo per neonati.

LA BARRIERA DELL' EVOLUZIONE

Purtroppo, anche ai nostri giorni, i missionari americani, circoncisi nella carne ed astemi nella dieta,

assolutamente rifiutano la possibilità che ci sia stata un'evoluzione; essi continuano a credere che Dio

abbia creato ogni cosa, universo, terra, luna, animali ed esseri umani in solo sei giorni, circa 6000

anni fa. Tuttavia, questo é molto difficile da vendere agli Italiani dove nessuna scuola o università in

Italia insegna che l'universo ha solamente 6000 anni; questo eccetto la nostra Scuola Biblica di

Firenze, a Scandicci….. che non c'é più!!!

Dobbiamo riconoscere che la creazione non é avvenuta 6000 anni, che Dio non ha cercato di

imbrogliarci creando una terra che sembra vecchia anche se non lo è, ma che è stata creata miliardi di

anni prima e la creazione non è finita, essa continua ai nostri giorni, sotto i nostri occhi che sono

spesso distratti. Infatti, ogni anno spariscono delle specie, e grazie a Dio, delle nuove specie si

formano ed evolvono lentamente in altre forme, a secondo dell'ambiente dove si trovano e dei

pericoli che ogni giorno esse trovano. Questo senza contare quanti altri milioni di pianeti abitabili ci

possono essere nel nostro universo, o in qualcuno dei molti altri milioni o miliardi di universi!

Certi fratelli americani sono anche adesso assolutamente fermi sul principio dei 6 giorni creativi e dei

6000 anni di esistenza dell'universo, terra, luna ed esseri viventi. Togliere a certi fratelli americani

quei due punti é come togliere ai Cattolici ferventi l'autorità del Papa e la perpetua verginità della

Madonna o qualcosa del genere.

I DUE COMANDAMENTI ED IL PROLOGO

Secondo Gesù, l’Antico Testamento si può riassumere in due brevi comandamenti. Per metterlo alla

prova, uno dei Sadducei gli chiese quale fosse il grande comandamento: “E Gesù disse: Ama il

Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta la mente tua! Questo è il

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grande ed il primo comandamento. Il secondo, simile al primo, è: Ama il tuo prossimo come te

stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge ed i profeti” (Mat 22:37-40).

Se tutto l’Antico Testamento si poteva riassumere in soli due comandamenti, seguendo lo stesso

principio, possiamo dire che il prologo di Giovanni (Gio 1:1-5) riassume tutta la creazione e non

abbiamo bisogno di più. Quindi è del tutto inutile di fare discussioni inutili in quanto tempo avvenne

la creazione, perché anche ai nostri giorni appaiono delle nuove forme di vita e quindi la creazione è

ancora in atto.

LA CREAZIONE DI GENESI COME ARCHETIPO

Seguendo tale principio, possiamo dire che il racconto dei sei giorni della creazione in Genesi, si

tratta solo d’una frazione di tempo o dello scampolo di tempo della creazione che c’era prima e che

continua ad esserci anche ai nostri giorni, e che continuerà ad esserci nell’infinito, fino alla fine dei

tempi. La descrizione della creazione in Genesi è quindi solo l’archetipo o il prototipo o il

modello di quello che Dio ha sempre fatto e continuerà a fare senza essere limitato da alcuno

schema o dai giorni o dagli anni, sia anche da milioni di anni che da miliardi di anni.

Come Pietro dice: “Ma voi, diletti, non dimenticate quest’unica cosa, che per il Signore, un giorno è

come mille anni, e mille anni sono come un giorno” (2 Pie 3:8). Questo significa che, per Dio, il

tempo è infinito, non ha limiti, non ha inizio e non avrà mai fine perché Egli è Eterno!

I SEI GIORNI IGNORATI DA GESÙ

Su questo argomento possiamo naturalmente avere delle opinioni diverse, senza scomunicarci a

vicenda, ma rimane il fatto che i sei giorni della creazione (Gen 1) sono ignorati sia da Gesù che da

tutti gli autori del Nuovo Testamento.

Se il creazionismo fosse stato così importante per la fedeltà dottrinale per il cristiano, per

distinguere il vero credente dal liberale, di certo essi l’avrebbero menzionato e precisato che fu

fatto tutto letteralmente in sei giorni di 24 ore.

Paolo fa allusione indiretta alla creazione di Genesi in modo diverso, quando egli dice: “Egli (Dio)

che dà a tutti la vita, il fiato ed ogni cosa. Egli ha tratto da un solo tutte le nazioni degli uomini

perché abitino su tutta la faccia della terra, avendo determinato le epoche loro assegnate, e i confini

della loro abitazione” (Atti 17:25-26).

Noi sappiamo che, morendo, Gesù ha inchiodato la Legge alla croce (Col 2:14), che Dio ha tolto il

primo (testamento) per stabilire il secondo (testamento) (Ebr 10:9).

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Al contrario, gli ultra conservatori fanno il possibile per stabilire che i due testamenti vanno

assieme; essi cercano sempre di fare dei due un tutt’uno e quindi, per loro, Gesù Cristo è morto

invano.

Difatti, nel passato, cinquant’anni fa in Italia, si parlava sempre della Chiesa secondo il modello

del Nuovo Testamento, ma negli ultimi tempi nella Chiesa di Cristo in America si parla sempre

più della Chiesa della Bibbia ed un fratello che porta in tasca solo il Nuovo Testamento è

guardato con sospetto.

E SE LA VITA FOSSE VENUTA DALLO SPAZIO?

Alcuni giustamente affermano che la vita viene dallo spazio, che arrivò sulla terra miliardi di anni fa

attraverso le meteoriti, come una spora celeste o un seme extraterrestre. L’argomento è affascinante

ed anche molto complesso ma non si può escluderlo. Quindi, dell’origine della vita, quando come e

dove, non dovremmo mai farne una questione dottrinale. Su questo nella chiesa dovremmo essere

liberi di parlare, senza sentirci obbligati di arrivare ad una comprensione comune.

Per esempio: se Dio ha creato il nostro universo circa 13, 7 miliardi di anni fa e la vita sulla terra 4, 4

miliardi di anni fa, come affermano gli esperti, viene da chiederci che cosa Dio faceva prima?

Dormiva? In realtà Dio è sempre esistito (Ger 10:10) ed ha sempre creato, qui o altrove, e la vita è

sempre stata una delle sue manifestazioni o segni della Sua presenza, perché noi siamo Sua progenie

(Atti 17:28-29).

Se guardiamo l’universo o i molti universi, la terra è molto piccola. In paragone agli altri astri, la

terra non è che un granello di sabbia che vaga nell’infinito e noi siamo una infinita piccola parte

d’essa. Essendo così piccoli o minuscoli, noi dobbiamo accettare che anche quello che sappiamo e

che diamo per vero o che sentenziamo per sicuro potrebbe essere molto limitato. Quindi, dobbiamo

fare sempre attenzione a come parliamo e come citiamo certi versetti che a stento comprendiamo.

A causa di questo, noi non possiamo stabilire delle regole o dei limiti a Dio, a quello che Dio ha

creato o che sta creando. Tale soggetto dovrebbe essere un campo di riflessioni e di libera opinione,

mai di rifiuto o di scomunica!

ALCUNI ESEMPI DI EVOLUZIONE

Che l’evoluzione sia possibile lo si apprende in molti campi, non solo facendo dei grandi studi

sull’estinzione dei dinosauri o dei mammut, ma anche studiando le forme attuali di vita, quelle più

piccole o minuscole, delle quasi di solito non ci facciamo caso.

L’uso degli insetticidi nell’agricoltura uccide molti insetti ma anche causa delle mutazioni negli

insetti che sopravvivono al veleno, i quali cambiano di forma e di misura, diventano più resistenti

agli insetticidi e poi si moltiplicano più di prima. Per contenere il diffondersi degli insetti più

resistenti che sono una serie minaccia per i raccolti, gli agricoltori ricorrono spesso a degli insetticidi

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sempre più potenti, i quali a loro volta producono altri tipi di danni non meno deleteri come

l’inquinamento del suolo e lo sviluppo d’altri insetti più resistenti ai nuovi insetticidi.

Nella medicina, la scoperta degli antibiotici è stata salutare per fermare certe malattie e salvare molte

vite umane, ma in seguito si sono sviluppati altri microbi che sono resistenti agli antibiotici. Così

certe malattie come la tubercolosi che sembravano debellate per sempre stanno riaffiorando e stanno

divenendo adesso più perniciose che in precedenza.

Un altro esempio è dato dal virus dell’immunodeficienza umana detto comunemente AIDS o HIV, il

quale ha la caratteristica di cambiare continuamente.

In questi ultimi 30 anni il virus dell’AIDS si sta costantemente modificando o evolvendo, facendo

delle copie di se stesso, delle nuove copie che sono ogni volta leggermente differenti dalle precedenti

sia nella forma che nella grandezza, divenendo più resistenti alle nuove medicine o terapie, e così

sono sempre una minaccia al nostro sistema immunitario. A causa di questi continue cambiamenti o

evoluzioni è molto difficile fare un vaccino per prevenire l’AIDS.

PRINCIPALI OBIEZIONI ALL’EVOLUZIONE

Vi sono due obiezioni all’evoluzione che gli ultra conservatori circoncisi amano ripetere. La prima:

“Io non ho mai trovato delle pecore con le corna come le capre; si tratta di due mammiferi

apparentemente molto simili, ma sono due razze separate, create così. A delle pecore non

spunteranno mai le corna come alle capre!” La seconda: “Non succederà mai che a dei cavalli

spuntino delle ali per volare come gli uccelli; i cavalli sono stati creati per galoppare o tirare i carri ed

a dei cavalli non spunteranno mai le ali!”

Le pecore di solito non hanno le corna, ma in questa regola c’è l’eccezione delle pecore in Toscana

che hanno le corna. Io non so se le pecore in Toscana sono la sola eccezione al mondo, ma il fatto che

vi siano una razza di pecore con le corna, questa diversità apre la porta a molte altre possibilità.

Scientificamente parlando, non è possibile che ad un cavallo lentamente spuntino le ali, ma è più

facile che si estingua come è successo all’antico cavallo americano che si estinse molto prima che gli

Europei arrivassero in America, tuttavia è sempre possibile che ad un insetto spuntino o spariscano le

ali. Infatti, vi sono certi tipi d’insetti che in certe aree hanno le ali ed in altre gli stessi insetti sono

senza le ali. Evidentemente, l’ambiente influisce nella mutazione o nell’evoluzione degli esseri

viventi anche se noi non siamo sempre in grado di spiegarne la cause.

I grandi cambiamenti fisici non iniziano mai in un animale grande, già molto sviluppato o in un

mastodonte, ma negli esseri piccoli, a partire dagli microrganismi e dagli insetti. Infatti, vi sono

diversi tipi d’insetti alati, i quali, attraverso milioni di anni, possono evolvere e mantenere le ali,

come certi dinosauri alati. Vedi il caso del Archaeopteryx, il quale benché fosse un dinosauro, esso

aveva sia le piume che le ali come un grosso uccello anche se non era un uccello. É interessante

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notare che l’Archaeopteryx, invece d’avere due ali come un uccello ne aveva quattro come un insetto.

Quindi quello che appare impossibile adesso, attraverso l’evoluzione o le mutazioni, si può realizzare

in modi diversi, lentamente, in milioni di anni.

UNA CREAZIONE IMMAGINATA

Abbiamo visto che la creazione, così com'é presentata nella Genesi (Gen 1), é piuttosto semplicistica

e, secondo i dati forniti dagli ultra conservatori, basati sul tempo quando avrebbero vissuto i

patriarchi prima di generare il primo figlio, la creazione sarebbe avvenuta soltanto 4000 anni a.C.,

quindi solo 6000 anni fa, ma per noi tale creazione sarebbe molto tardiva rispetto a tutto quello che

già esisteva da milioni o miliardi di anni.

Quando parliamo delle meraviglie del creato, del numero infinito di galassie, dei miliardi di stelle

della Via Lattea, del nostro Sole, della Luna, del nostro mondo e di tutto quello che c’è in esso, noi

siamo di fronte a una realtà così grande che era completamente ignorata o solo sfiorata dai primi

redattori della Genesi e noi abbiamo il dovere di dirlo, di scriverlo, di raccontarlo, d’insegnarlo, di

spiegarlo, d’annunziarlo, di gridarlo anche dai tetti affinché i nostri fratelli in Cristo s’emancipino.

UNA COSMOGONIA ASSURDA

Quando parliamo correntemente di "firmamento", noi di solito intendiamo un insieme di stelle del

cielo, ma il termine ebraico utilizzato qui é "rakaiah" (Gen 1:7) che designa una cupola solida o una

volta resistente che sostiene il cielo e le acque superiori. Il termine firmamento che usiamo qui per

tradurre viene dal latino "firmamentun" che significa appunto "sostegno". Evidentemente, attraverso

il tempo, il significato delle parole cambia e noi rischiamo sempre di perdere il significato originario

delle parole di quando fu scritta la Genesi.

Al di sopra di tale grande cupola o enorme volta celeste, vi i sono i depositi della grandine e della

neve (Giob 38:22-23) e pure la riserva dell'acqua piovana o le anfore dell’acqua o gli otri dell’acqua

del cielo (Giob 38:37). In tale enorme volta solida, che potrebbe essere in calcestruzzo armato, vi

sono le cateratte del cielo (Gen 7:11; 8:2).

Abbiamo visto che Dio è assiso su tale cupola, una grande volta che sostiene il mare superiore e tutto

il resto. Si può quindi capire quello che dice il profeta: “Egli è colui che sta assiso sulla volta (ebraico

-hug) della terra, e gli abitanti d’essa sono per lui come locuste; egli distende i cieli come una

pergamena, e li spiega come una tenda per abitarvi” (Isa 40:20 o 22-23).

Io ho tradotto l’ebraico “hug” con volta, come fa la Marietti e molte altre versioni. Purtroppo, la

Luzzi riveduta traduce con “globo”, ma tale traduzione non è corretta come non l’è anche La Nuova

Diodati. Tali traduzioni danno l’impressione che a quel tempo, fra gli Ebrei, vi fosse già l’idea che la

terra fosse un globo o una sfera ma non è affatto vero. Si tratta d’un bugia bianca come molte altre.

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Traduce bene anche la traduzione dei Paolini: “Egli siede sopra la volta del mondo”. Quindi sopra la

terra c’è una volta, o una volta solida in cemento armato, e su tale volta, sostenuta da delle colonne è

assiso Dio”.

DIO NON È ASSISO SUL GLOBO MA SULLA CUPOLA

Abbiamo già visto che Dio non è assiso sul globo (Isa 40:22), come dicono certi missionari americani

e come appare nelle traduzioni Luzzi e Diodati, ma sulla volta celeste o cupola che si eleva sopra la

terra, come nella traduzione della Marietti, della Bibbia di Gerusalemme ed in molte altre traduzioni

in Francese ed in Inglese.

È più corretto dire che dal suo trono, in alto, oltre la volta celeste o cupola in calcestruzzo armato o

qualsiasi altro materiale solido, Dio è assiso (Isa 40:22), Delle volte, dal suo trono, Dio scaglierebbe i

fulmini o saette sui cattivi o sui peccatori in terra che a lui apparivano piccoli come delle locuste

(Giob 6:4; 36:29-33; 37:1-5; 38:35. Salm 18:13-15; 38:2; 144:6).

Questa almeno era la concezione di Dio e del mondo del tempo. Allora si supponeva che tutto veniva

da Dio e quindi anche le saette. Come il detto, “Non si muove foglia che Dio non voglia”, ma è

sbagliato vederci Dio in tutto quello che si muove o accade attorno a noi. Quelli che hanno questa

mentalità più che essere dei credenti sono dei fatalisti.

Possiamo comunque dire con Paolo: “Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di

quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento” (Rom 8:28).

UNA TERRA SOSTENUTA SOLO DA DELLE COLONNE

Secondo la cosmogonia del tempo, quella Babilonese, la terra era piatta, quadrata (Apo 7:1) e posata

su delle colonne (1 Sam 2:8. Giob 9:6). Dalle terra partivano anche delle colonne che sostenevano la

cupola del cielo o la volta celeste (Giob 26:11), sulla quale era assiso Dio (Isa 40:22).

La terra dunque era posata saldamente su delle colonne e nessuno non l'avrebbe mai smossa "Dio

s'avvolge di luce come una veste, dispone i cieli come una tenda (o padiglione). Egli costruisce (o

dispone) le sue alte stanze sull'acqua (l'acqua che si trova alto in cielo sostenuta dalla grande cupola).

Egli fa delle nubi il suo carro, vola sulle ali del vento. Fa dei venti i suoi araldi, delle fiamme di fuoco

i suoi ministri. Egli fondò la terra sui suoi fondamenti (o le colonne sulla quale posa), e non vacillerà,

non sarà mai smossa, in eterno" (Sal 104:2-5)

La terra era ritenuta piatta e sostenuta da delle colonne, tuttavia sotto di essa v'era il vuoto: "Le

ombre (o gli spettri dei morti) tremano di paura nell'acqua sottoterra, il mondo dei morti giace

scoperto di fronte a Dio; l'abisso non ha veli di fronte a Lui. Egli stende il cielo del nord (o

settentrione) sul nulla, tiene sospesa la terra sullo spazio vuoto" (Giob 26:5-7).

DOVE POSAVANO LE COLONNE DELLA TERRA?

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Evidentemente, al tempo dell'autore di Giobbe, c'era l'idea che le stelle non fossero degli astri simili

al Sole, ma che fossero degli esseri viventi, paragonabili ai figli di Dio (Giob 38:6-7). Vi era anche

l'idea che se uno fosse stato capace di andare ai confini o ai limiti della terra, dove il mondo finiva, e

fosse disceso, egli avrebbe visto le grandi colonne sulle quali appoggiava la terra o la grande pietra

dell'angolo sulla quale la terra appoggiava e avrebbe potuto ammirare il grande spazio vuoto.

Le colonne della terra o la pietra angolare della terra, apparentemente appoggiavano sul fondo del

grande abisso o del mare primordiale o una grande palude informe e vuota delle origini (Gen 1:2), ma

nessuno sapeva spiegare di più, che cosa c'era sotto. Ragione per la quale é detto: "Su che furono

poggiate le sue fondamenta, e chi ne pose la pietra angolare?" (Giob 38:6).

DELLE BUGIE BIANCHE

Gli ultra conservatori hanno fatto di Giob 26:7, un passo in prosa, il loro cavallo di battaglia per

dimostrare che, molti secoli avanti Cristo, l'autore del libro di Giobbe, ispirato da Dio, era già al

corrente che la terra é un globo che gira attorno al sole senza avere alcun sostegno, ma questo

contraddice tutto il contesto.

Infatti, Giobbe parla delle colonne che sostengono il cielo o la volta celeste o la grande cupola

portante (Giob 38:37) e parla della pietra angolare sulla quale posa la terra (Giobbe 38:6); una terra

che avrebbe delle fondamenta come un edifico in pietra (Giob 38:4-7) e quindi non sarebbe mai stata

smossa in perpetuo (Sal 104:5), mentre la terra si muove continuamente, attorno a sé stessa, attorno al

sole e attorno alla traiettoria della galassia nella quale si trova il nostro piccolissimo sistema solare

che naviga fra un infinito numero di galassie, nebule ecc…

Dobbiamo dire che dall'aspetto scientifico, astronomico e geologico, l'autore di Giobbe era un

conservatore o un conformista adeguato alla sua generazione; egli era un figlio del suo tempo e nulla

più. Quindi sbagliano quelli che vi vedono in Giobbe molto di più!

Noi sappiamo bene che, per torcere il significato d'un passaggio della Bibbia, basta isolarlo dal

suo contesto letterario e d'ignorare tutti gli altri versetti paralleli, ma fare così non é appropriato.

Quindi, non bisogna mai dire delle bugie bianche per incoraggiare gli altri a credere a quello che non

é vero. Non lo dobbiamo fare neppure per incoraggiare la gente a credere nella Bibbia. In poche

parole, Dio non ha bisogno d'una stampella.

UNA GIUSTIFICAZIONE CONTRO LA PROSA

Secondo gli ultra conservatori, non dobbiamo prendere alla lettera quello che dice Giobbe a riguardo

della concezione del mondo perché si tratta d'un libro poetico o in prosa. Se questo principio é valido,

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allora essi non dovrebbero utilizzare Giob 26:7 per dimostrare che l'autore credeva già che la terra

fosse un globo sospeso nello spazio o senza supporto.

In ogni caso, tale giustificazione ultra conservatrice non é valida perché le principali profezie

messianiche su Gesù sono tutte in prosa (Sal 2:1-2; 8;22; 22; 110:1; 118:22 Isa 9:5-6. 11:1-10; 28:16;

53. Gioe 2:28, 32. Zac 12:10. Mic 5:1-3). Sminuendo l'importanza della prosa, si negherebbero anche

le profezie sulla venuta di Gesù e, quindi, si distruggerebbe tutto.

NON PIÙ CHE IL CRISTO CROCIFISSO

Se citiamo a vanvera certi passi della Bibbia, rischiamo sempre di dire degli spropositi e ci

rimettiamo noi, non solo noi ma ci rimette la chiesa tutta intera perché facciamo scappare la gente,

ma invece se citiamo solo Gesù non sbagliamo mai.

A riguardo di questo, abbiamo già visto che Paolo dice: "Poiché mi proposi di non saper altro fra

voi, fuorché Cristo e lui crocifisso" (1 Cor 2:2). Questo, naturalmente, non significa appendere il

crocifisso in un luogo di culto o nella sala dove si riunisce il consiglio comunale o in quella del

tribunale o nell’aula d’una scuola o in una camera da letto, ma significa semplicemente avere il

Cristo che vive in noi (Gal 2:20).

SOPRATTUTTO IL CRISTO RISORTO

In realtà, Paolo non ha predicato solo il Cristo crocifisso, ma anche, e soprattutto, il Cristo risorto il

Cristo risorto che si è messo alla destra del Padre (1 Cor 15:24-28). Paolo aveva predicato che Cristo

è stato crocifisso in rispetto al passato, perché Gesù doveva inchiodare alla croce la vecchia legge o

l’Antico Testamento (Col 2:13-15) perché la legge colpevolizzava tutti senza dare alcuna speranza di

riscatto (Rom 7:14-25).

Gesù s’è abbassato, ha accettato d’essere umiliato fino alla croce (Filip 2:5-11), la peggiore delle

morti concepite dalla cattiveria umana, anche perché era scritto: “Maledetto l’uomo ch’è appeso al

legno” (Deu 21:25. Gal 3:13). Parlare di Cristo crocifisso aveva quindi un duplice significato e lo ha

ancora per noi che crediamo in Lui. Inoltre, Paolo ha predicato che Cristo è risorto in rispetto al

nostro futuro, per realizzare la nostra speranza, perché senza la risurrezione di Gesù non ci sarebbe

stata né salvezza e né futuro.

Infatti, a riguardo dell’importanza che ha la risurrezione di Cristo, Paolo scrive: “Or se si predica che

Cristo è risuscitato dai morti, come mai che alcuni fra voi dicono che non c’è risurrezione dei morti?

Ma se non v’è risurrezione dei morti, neppure Cristo è risuscitato; e se Cristo non è risuscitato,

vana dunque è la nostra predicazione, e vana pure è la vostra fede. E noi siamo anche trovati

falsi testimoni di Dio, poiché abbiamo testimoniato di Dio, ch’Egli ha risuscitato il Cristo; il quale

Egli non ha risuscitato, se è vero che i morti non risuscitano. Difatti se i morti non risuscitano,

neppure Cristo è risuscitato; e se Cristo non è risuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei

vostri peccati. Anche quelli che dormono in Cristo sono dunque periti. Se abbiamo sperato in

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Cristo per questa vita, noi siamo i più miserabili di tutti gli uomini. Ma ora Cristo è risuscitato

dai morti, primizia di quelli che dormono” (1 Cor 15:12-20).

Mi sono spesso chiesto quanto sarebbe più bello nelle chiese, più facile il dialogo

interconfessionale con gli altri credenti, se non giustificassimo niente di quello ch’è successo nel

passato, se ammettessimo tutto quello ch’è stato sbagliato o mal capito e se ci limitassimo tutti a

predicare solo Gesù Cristo, cioè a mettere in pratica i suoi insegnamenti.

Credere nella divinità di Cristo non é solo una mera definizione teologica o un punto da

dibattere in pubblico per dimostrare che abbiamo ragione o un motivo per scomunicare

qualcuno che si esprime in modo diverso, utilizzando altre definizioni o diverse formule, ma é

piuttosto una maniera di vivere gli insegnamenti di Gesù, giorno per giorno.

Certi missionari invece, sanno o danno per sicure troppe altre cose che non sono vere, che non

dovrebbero insegnare, che dovrebbero tacere, e come spesso accade, "il troppo stroppia".

QUANDO CESSIAMO DI ESSERE ESPERTI ESEGETI

Noi, nella Chiesa di Cristo, la ''sola vera chiesa'', apparentemente, siamo tutti esperti esegeti e siamo

all'avanguardia nello studio dell'ermeneutica; noi siamo sempre pronti a citare l'ebraico ed il greco

per correggere certi errori della Chiesa Cattolica, ma quando si tratta di correggere i nostri errori, o le

nostre tradizioni americane, allora improvvisamente diveniamo molto cauti, dimentichiamo che la

Bibbia é stata scritta in Ebraico ed in Greco.

In tal caso, non citiamo più i dizionari ed i lessici di ebraico e di greco; la linguistica non ci interessa

più, ma ricorriamo subito ai voluminosi commentari scritti in inglese che ci arrivano dall'America, i

quali di solito girano sempre attorno ai veri problemi senza dare delle risposte precise.

DINOSAURI, PLANCTON ED INSETTI, TUTTI IGNORATI

Nelle due versioni sulla creazione (Gen 1 e 2) non si parla mai dei dinosauri e s'ignora pure la

presenza del plancton nell'oceano e gli insetti della terra. Pertanto il plancton, fatto da molti tipi di

micro organismi, é parte essenziale della catena d'alimentazione per i pesci del mare, dai piccoli ai

grandi pesci. Si nutrono di plancton il grande Squalo Elefante o lo Squalo Balena, lungo 16-18 metri

ed anche la grande Balena, un mammifero dei mari, che può essere lungo 33 metri.

Lo stesso si dica degli insetti, dei quali ve ne sarebbero nel mondo circa 925000 specie. Gli insetti

sono alla base della catena d'alimentazione del mondo; senza insetti non ci sarebbe vita sulla terra e

noi stessi spariremmo.

C'é da dire che i dinosauri non sono menzionati perché, al tempo della creazione descritta in Genesi,

non esistevano più da circa 65 milioni di anni. Però il plancton del mare e gli insetti della terra

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esistevano anche allora! C'è da chiedersi: Perché sono stati ignorati? Probabilmente non sono stati

menzionati perché erano troppo piccoli. Eppure il plancton e gli insetti sono parte integrale della

catena dell'alimentazione. Non ci sarebbero pesci e balene nel mare senza plancton e sulla terra non

ci sarebbero animali, uccelli e rettili senza insetti.

Quindi, anche noi esseri umani indirettamente dipendiamo molto dagli insetti; dico questo anche se io

personalmente non sono fra quelli che mangiano insetti fritti che alcuni considerano un cibo

prelibato! Considerando che gli insetti si moltiplicano molto presto e produrre insetti non inquina la

terra, molti biologi vedono gli insetti come il nostro cibo per il futuro.

LA VERA ETÀ DELLE COSE

Non dobbiamo farci confondere dagli ultra conservatori quando affermano apoditticamente che tutto

fu fatto da Dio in 6 giorni, circa 6000 anni fa. L'universo nel quale viviamo esiste da circa 13,7

miliardi di anni e le prime tracce di vita sulla terra trovate pietrificate nelle rocce risalgono 4,4

miliardi di anni fa. I dinosauri dominavano la terra 230 milioni di anni fa e si estinsero 65 milioni di

anni fa quando apparvero anche i primi mammiferi. I primi uomini o primati umani apparvero 2,3

milioni di anni fa.

Non é possibile che i dinosauri siano stati creati al tempo dell’Adamo ed Eva della Bibbia, cioè circa

6000 anni fa, come dicono gli ultra conservatori, perché erano estinti 65 milioni di anni prima.

Questo dimostra che esiste una realtà astronomica, geologica e biologica che gli autori della Genesi

ignoravano completamente e questo non per colpa loro, ma per ignoranza nella scienza.

Tuttavia, ci tengo a ricordare che lo scopo della rivelazione divina non è quella di spiegare la scienza

o quando e come ha avuto origine il mondo, ma piuttosto l'origine del peccato, che siamo fragili, che

la carne é debole, che dobbiamo vegliare e pregare, e quindi della necessità della venuta e del

sacrificio di Cristo per riscattarci dal peccato.

Adesso, tutto dipende da quello che vogliamo fare e quali sono per noi le priorità o precedenze o

quale ordine seguire. Dobbiamo sempre chiederci se adesso valga veramente la pena di difendere a

spada tratta gli autori della Genesi e coprire o giustificare tutti i loro errori in campo scientifico,

astronomico, geologico, geografico, biologico al punto di sacrificare Cristo ed il suo messaggio.

Forse è molto meglio e più opportuno di mettere da parte il passato e di predicare giusto Gesù Cristo

crocifisso come insegnò Paolo (1 Cor 1:23; 2:2). Dobbiamo fare questo senza metterci contro la

storia e la scienza moderna altrimenti perdiamo credito.

A questo punto, é bene precisare che Gesù non ha mai insegnato che Dio creò il mondo in sei giorni e

che poi al settimo, quindi al sabato, Egli si é riposato. Reagendo a quelli che l'importunavano, Gesù

si é semplicemente proclamato il Signore del Sabato (Mat 12:8). Allora perché agitarsi tanto?

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UNO STRANO DILUVIO UNIVERSALE

Nel concetto antico, basato sulle due versioni in Genesi (Gen 6 e 7), il diluvio di Noé avrebbe dovuto

essere un evento universale, almeno per la gente del tempo. Tale evento avrebbe dovuto implicare

tutti gli esseri viventi del pianeta. Apparentemente, Dio si era pentito di avere fatto l'uomo (Gen 6:6)

e così tutti gli esseri viventi nel mondo avrebbero dovuto morire a causa del peccato di quella

generazione (Gen 6:7).

Quando venne il momento del diluvio, Noé, sua moglie, i tre figli, Sem, Cam e Jafet e le loro mogli

entrarono nell'arca con tutti gli animali (Gen 7:1, 13). Si noti che Noé ed i figli sono menzionati per

nome, mentre la moglie di Noé e le mogli dei tre figli non sono menzionate per nome. Con essi

entrarono nell'arca 7 coppie d'animali puri e 7 coppie d’uccelli puri, così una coppia d'animali impuri,

d’uccelli impuri e di serpenti (Gen 7:2-3, 14-16). Dal contesto si riferisce a tutti gli esseri viventi di

tutta la terra o del mondo conosciuto

DIMENTICATI I PESCI ED I RETTILI D’ACQUA DOLCE

Se il diluvio fosse stato veramente universale o se le acque fossero veramente salite al punto di

coprire le più alte montagne della terra, di 15 cubiti o di circa 7 metri (Gen 7:19-20), cioè coprire di 7

metri anche l’Everest, ch’è alto 8 848 metri, allora sarebbe una catastrofe. In tale caso bisognerebbe

dire che nel progetto di Dio sarebbero stati dimenticati tutti i pesci, molluschi, crostacei, rettili e bisce

d’acqua dolce, dei fiumi e dei laghi, degli stagni e delle paludi, che assolutamente non potrebbero

vivere un anno intero nell’acqua salata di mare o dell’oceano.

C’è l’abitudine di dire il proverbio: “È sano come un pesce”, ma tutte le volte che abbiamo

comperato un pesciolino al negozio di animali, nonostante tutte le nostre cure dopo alcune settimana

ci è morto. Evidentemente, non era nel suo ambiente naturale e non lo nutrivamo nel modo opportuno

ed anche i pesci possono morire.

Vi sono molti pesci del mare che si avventurano anche nelle foci dei fiumi per qualche tempo o dei

pesci d’acqua dolce che s’avventurano per un po’ di tempo nell’acqua salata. Fra questi ricordiamo i

salmoni e le anguille, che nascono nell’acqua dolce e poi rimangono per lungo tempo nelle acque

salate degli oceani, ma vi sono molti pesci, molluschi, crostacei, rettili e bisce d’acqua dolce che non

sono mai stati in contatto con l’acqua salata, e che non sopravvivrebbero a lungo o per un anno intero

nell’acqua salata.

Per esempio, il pescecane è prettamente un pesce d’acqua salata, e ve ne sono un grande numero di

specie negli oceani, ma v’un un tipo o razza di pescecane nel Lago del Nicaragua, che vive solo

nell’acqua dolce, anche se assomiglia molto a certe specie di pescecani d’acqua salata egli non è mai

stato in contatto diretto con il mare. Evidentemente, tale specie di pescecane è stato imprigionato in

quel lago milioni di anni fa, forse a causa d’un cataclisma terrestre, quando si è formato il lago

separato dall’oceano. La parte dell’oceano imprigionata dal cataclisma che ha formato il lago di

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Nicaragua, lentamente, è divenuta acqua dolce ed in tale lago sono sopravvissuti solo i pesci ed i

pescecani che si sono abituati a vivere solo nell’acqua dolce. Questo è un lento e lungo procedimento

naturale che fa parte dell’evoluzione, qualcosa che dura milioni di anni.

Vi sono nel mondo diversi tipi di coccodrilli, alligatori o caimani, tutti d’acqua dolce, ma vi sono

anche dei coccodrilli di acqua salata in Australia, che sono i più grandi ed i più voraci. I coccodrilli

d’acqua salata non sopravvivrebbero un anno giusto nell’acqua dolce ed i coccodrilli d’acqua dolce

non sopravvivrebbero un anno intero nell’acqua salata. Così è di molte altre specie di esseri viventi

d’acqua dolce, come pesci, molluschi, crostacei, serpenti e bisce.

Abbiamo già visto che in un diluvio universale, le acque degli oceani avrebbero sommerso

completamente la terra; l’acqua sarebbe salita di 15 cubiti sopra le alte montagne (Gen 7:19-20),

Considerando che il diluvio avrebbe durato per un anno intero, come appare nel diluvio della Genesi,

allora sarebbero morti un grande numero d’esseri viventi d’acqua dolce, ma evidentemente non

sapevano niente di questo gli autori che scrissero le due versioni del diluvio.

A PROPOSITO DELLA FOGLIA FRESCA D’ULIVO

Se quello di Noé fosse stato veramente un diluvio universale d’acqua salata che sarebbe durato un

anno intero, dei grandi problemi avrebbero avuto per sopravvivere anche gli alberi e tutta la

vegetazione. Infatti, la grande maggioranza degli alberi e piante sarebbero morti. Ci sarebbe

veramente da dubitare, che alla fine del diluvio, la colomba sarebbe ritornata a Noé con in bocca una

foglia fresca d’ulivo (Gen 8:11). Non esiste un albero d’ulivo che possa resistere sommerso

nell’acqua salata per un anno intero e poi improvvisamente produrre foglie fresche. Evidentemente,

abbiamo a che fare con una fiaba. Non ci sarebbero tutti questi problemi se il diluvio fosse stato solo

locale

SULLA FAMIGLIA DI NOÈ

A riguardo dei figli di Noé é scritto: "Noé, all'età di cinquecento anni generò Sem, Cam e Jafet (Gen

5:32). Non sappiamo se i tre figli di Noé fossero gemelli perché apparentemente erano nati tutti e tre

lo stesso anno. Ignoriamo quale età avesse la moglie di Noé, se avessero avuto dei figli in

precedenza, ma dal momento che questi fatti accaddero quando Noé aveva già 600 anni, i suoi tre

figli dovevano avere 100 anni ciascuno.

Non sappiamo niente della vita privata di Noé, qual’era il suo lavoro. Forse era un ingegnere navale

perché Dio gli chiese di costruire un’arca per salvare la sua famiglia e tutti gli animali della terra.

Alcuni dicono che a quel tempo non esisteva l’ingegneria navale. Forse Noé era solo un carpentiere,

come Giuseppe, il padre di Gesù.

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Quando iniziò il diluvio Sem, Cam, e Jafet dovevano avere circa 100 anni. Sappiamo che i tre figli

furono generati quando Noé aveva 500 anni (Gen 5:32) ed il diluvio iniziò quando Noé aveva 600

anni (Gen 7:1), Quindi i tre dovevano essere centenari.

Non sappiamo niente di Sem, Cam e Jafet; che lavoro facevano, dove abitavano, qual’era il loro cibo

preferito e lo sport che praticavano. Di certo allora non giocavano baseball e neppure hockey; forse

tiravano a calci una palla di vimini come fecero in seguito gli Antichi Greci.

Quando venne il diluvio i tre fratelli erano centenari e possiamo immaginare che anche le loro mogli

fossero un po’ avanzate nell'età; forse avevano solo 60 o 80 anni, ed in tanti anni probabilmente esse

avevano avuto dei figli e figlie, quindi nipoti e nipotine per Noé, ma la Genesi non dice niente di tutto

questo; v’è il silenzio assoluto come in una fiaba.

LE DONNE NON CONTAVANO E NON ERANO CONTATE

Non sappiamo se prima di compiere 500 anni Noé avesse avuto altri figli o figlie o forse molte figlie,

perché allora i nomi delle figlie come quelli degli animali non si menzionavano.

Purtroppo, noi non sappiamo niente di tutto questo perché allora le figlie o le donne non contavano e

non erano contate nei censimenti. Nei censimenti in Israele non si contavano neppure i malati, gli

anziani ed i bambini, ma solo gli uomini che potevano stare ritti in piedi, abili a maneggiare la spada,

capaci di lanciare il giavellotto o tirare le frecce con l'arco (Eso 12:37. Giu 20:15,17,25,35,46. 2 Sa

24:9. 1 Cro 21:5. 2 Cro 25:5).

Le donne non avevano alcun diritto e non erano considerate come delle persone; le donne allora

erano tutte stupide o sciocche al dire dell'Ecclesiaste o del sapiente Salomone che avrebbe scritto

l'Ecclesiaste (Ecc 7:28), quindi le donne non si nominavano. Le donne allora, in alcuni casi rari,

potevano essere nominate ma solo come mogli, come proprietà del marito, per onorare il loro marito

o come madri per onorare i figli.

L'ESEMPIO DI OMERO

Sorprende che negli scritti di Omero (IX sec. a.C.), come l' Iliade e l'Odissea, benché molto brevi in

paragone all'Antico Testamento, vi sono i nomi di molte donne come: Elena, Nausica, Penelope,

Cassandra, Anticlea, Circe, Teti, Laudice, Ecuba, Atena, ed altre, ma non é così nell'Antico

Testamento, dove spesso e volentieri i nomi delle donne sono dimenticati o ignorati.

Nell'Odissea di Omero, il cane di Ulisse che lo riconobbe per primo al ritorno ad Itaca, si chiamava

"Argo", ma non c'é il nome di alcun animale nella Bibbia.

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Evidentemente, le donne nell'Antica Grecia o nella Grecia Classica, erano più emancipate che in

Israele e poi nella Giudea. Che le donne in Grecia erano più emancipate che fra gli Ebrei; lo si

capisce sia dalla letteratura che dall'arte greca, dove spesso sono raffigurate senza il velo e scollate.

GLI ANIMALI DA COMPAGNIA

Fra i Greci c'era più di rispetto per gli animali che fra gli Israeliti e poi fra i Giudei. Per esempio, un

ebreo non avrebbe mai fatto una passeggiata con un cane; questo perché fra gli Ebrei, i cani avevano

sempre avuto una cattiva connotazione (1 Sam 17:43. 1 Re 16:4; 21:19, 23; 22:38; 2 Re 9:10. Pro

26:11), Anche nel primo secolo, nessun ebreo serio avrebbe mai avuto in casa un cane par giocare o

fargli compagnia. Conoscendo questo, possiamo capire meglio anche certi passi del Nuovo

Testamento (Luc 16:21. Filip 3:2. 2 Pie 2:22. Apo 22:15).

I Greci avevano come animale da compagnia il cane, gli Egiziani avevano il gatto, mentre gli Ebrei

non avevano nessuno dei due. Si noti che il nome gatto non appare neppure nella Bibbia. Almeno da

questo aspetto, i Greci e gli Egiziani erano senza dubbio più evoluti degli Ebrei, nel senso culturale e

sociale. Per esempio, Giuseppe divenne governatore d’Egitto (Gen 41:39-45; 45:26), ma nessun

straniero sarebbe mai stato nominato dagli Ebrei governatore d’Israele. In Israele gli stranieri non

potevano neppure partecipare alle assemblee (Deu 23:1-8).

IL SIMBOLISMO DELL'ARCA IN PIETRO

Abbiamo visto che, parlando dell'arca, Pietro dice: "nella quale poche anime, cioè otto, furono salvate

tra mezzo l'acqua" (1 Pie 3:20). Perciò dovremmo concludere che a 600 anni Noé sopravvisse con

moglie, tre figli e mogli dei figli, ma che alcun nipote fu salvato con loro. Così nel diluvio Noé

avrebbe abbandonato e perduto tutti i nipoti ed i pronipoti.

I DINOSAURI SONO IGNORATI

Come nelle due versioni sulla creazione non si parla mai dei dinosauri né del plancton e neppure

degli insetti (Gen 1 e 2), così anche nelle due versioni sul diluvio, i dinosauri e gli insetti sono

completamente ignorati (Gen 6 e 7). É come se non fossero mai esistiti.

Ancora una volta, dobbiamo dire che i dinosauri non sono menzionati perché non esistevano più da

almeno 65 milioni di anni. Tuttavia, al tempo del Diluvio, gli insetti esistevano e probabilmente sono

stati ignorati perché erano troppo piccoli e non si conosceva la loro importanza. Questo dimostra

comunque la superficialità dei redattori, i quali ignoravano anche l'importanza della catena

dell'alimentazione.

L'arca in legno fu costruita per salvare il giusto Noé e la sua famiglia e con loro avrebbero dovuto

esserci 7 coppie di tutti gli animali puri ed una coppia di tutti gli animali impuri (Gen 7:2-3), ma a

quel tempo sarebbe stato impossibile costruire un' arca o barcone o chiatta di legno per contenere tutti

gli animali della terra e quindi è evidente che tale diluvio non era universale ma solo locale.

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SULLA GRANDEZZA DELL'ARCA

Secondo alcune teorie, l'arca in legno di Noé sarebbe stata lunga 120 metri, ma altri ultra conservatori

affermano che era lunga circa 137 metri o 150 metri. In realtà non si é mai costruita una nave in

legno più lunga di 70 metri perché si spezzerebbe con le onde.

Cercando di mettere assieme tutti i dati raccolti, a mio avviso la mitica arca di Noé non era tanto

grande come molti credenti hanno immaginato, perché il diluvio si riferiva solo ad un'alluvione

locale. Secondo il mio modesto parere, l'arca di Noé probabilmente era un barcone o una chiatta

cabinata non più lunga di 40 o 50 metri.

CALCOLANDO LA DATA DEL DILUVIO

Secondo gli ultra conservatori, il Diluvio del tempo di Noé, avvenne circa 3000 anni a.C. o circa

5000 anni fa, ma é impossibile sostenere tale data se accettiamo che la creazione avvenne 6000 anni

fa come essi affermano con precisione.

Calcolando gli anni che visse ogni patriarca prima di generare il primogenito fino a Noé, quindi 9

patriarchi, vi sono circa 949 anni. Se a tale numero aggiungiamo anche i 600 anni che visse Noé

prima che iniziasse il diluvio, abbiamo la somma totale di 1549 anni dalla creazione, prima che

iniziasse il Diluvio universale.

Considerando che, secondo gli ultra conservatori, la creazione avvenne 6000 mila anni fa, o 4000

anni dal tempo di Gesù. Togliamo i 1549 anni dai 4000 ed abbiamo la data pressoché esatta di

quando avrebbe dovuto avvenire il Diluvio, cioè 2451 a.C. Esattamente al tempo quando in Egitto si

costruivano le grandi piramidi.

LA QUESTIONE DELL’ACQUA POTABILE

Molti giustamente si preoccupano su cosa avrebbero mangiato tutti gli esseri viventi nell’arca, della

questione igienica per prevenire certe malattie, e non si preoccupano per l’acqua da bere perché

l’arca galleggiava sull’acqua e quindi ce n’era in abbondanza. La realtà non è così perché se si

trattava di un diluvio universale, l’acqua sarebbe stata salata perché mescolata con quella dei mari e

degli oceani. L’acqua salata degli oceani che non si può bere; solo ai pesci ed ai mammiferi del mare

è permesso di bere acqua salata.

Al di là di cari certi simbolismi teologici riferiti al battesimo, alla completa immersione nell’acqua

del credente e così dell’arca per ricordare l’immersione del peccatore, il più grosso problema per il

successo dell’arca flottante sugli oceani era senza dubbio avere a bordo abbastanza acqua potabile,

della quale il testo non fa alcuna allusione, è come se il problema non esistesse.

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Purtroppo, nessuno è mai riuscito a spiegare dove Noé avesse messa tanta acqua potabile di riserva e

come riusciva a farla durare, perché dopo alcuni giorni l’acqua ferma o rinchiusa nelle anfore, o in

barili o in botti o in damigiane inizia ad imputridire.

Io ho fatto questa triste esperienza quando ero missionario in Ucraina, a partire dal 1993, dove spesso

mancava l’acqua da bere e quella di riserva nei vasi di ceramica o nelle pentole lentamente diveniva

imbevibile, la causa principale di certi dolori al ventre.

Evidentemente, questi ultra conservatori circoncisi nella carne non si rendono conto quanta acqua

bevono i pachidermi quando immergono la loro proboscide in un fiume o in un lago. Per dissetare

tutti quegli animali nell’arca per un anno intero, sarebbe stata necessaria una petroliera piena d’acqua

potabile, ma poi come conservarla per un anno?

Dobbiamo dire che soltanto il vino dura più tempo grazie all’alcol, ma Noé non avrebbe potuto fare

tutto con il vino e poi il vino non era ancora conosciuto. Della presenza del vino e dei suoi effetti,

anche negativi, Noé lo scoprirà solo in seguito quando si ubriacherà (Gen 9:20-21).

ESPERTI SOLO DI DILUVI D’ACQUA DOLCE

Evidentemente, quelli che avevano composto le due versioni sul diluvio, quella prima orale e quella

poi sacerdotale scritta, erano usi a pensare alle alluvioni dei grandi fiumi della Mesopotamia, il Tigri

e l’Eufrate, e non ad una alluvione veramente universale che includesse anche gli oceani.

Probabilmente gli autori delle due versioni del diluvio non avevano alcuna idea di quanto grande

fosse la terra; pensavano che la Terra fosse piatta e quadrata (Apo 7:1), ma non immaginavano che 3

quarti della superficie della terra fosse oceano. Essi non sapevano neppure che le acque degli oceani

sono salate e quindi imbevibili per noi e per la grande parte degli animali, eccetto che per i pesci ed i

mammiferi del mare.

Questa è una ulteriore conferma che il diluvio universale della Genesi, in realtà era semplicemente

una alluvione locale fra i due grandi fiumi Tigri e l’Eufrate e v’è sempre chi esagera nel riportare gli

eventi della Bibbia per varie ragioni. C’è chi lo fa per mancanza di conoscenza o per ignoranza, e chi

lo fa per dimostrarsi più fedele degli altri e farsi una buona reputazione e chi lo fa giusto per vedere i

suoi libri e farci sopra un buon profitto.

UN DILUVIO LIMITATO COME UN’ALLUVIONE

Per gli ultra conservatori, il diluvio fu universale nel senso pieno che la parola "tutta la terra"

significa ai nostri giorni; come é detto che tutti i popoli e gli animali della terra perirono, eccetto

quegli animali, rettili ed uccelli che erano nell'arca; quindi la famiglia di Noé e gli animali una coppia

per razza di quelli impuri e 7 coppie per razza degli animali puri e 7 per razza degli uccelli puri.

Noi abbiamo visto invece che il termini "tutta la terra" (Dan 2:37-38; 4:1; 6:25) o "tutta la creazione

sotto il cielo" (Col 1:23) avevano, a quel tempo, un significato molto diverso da quello che essi

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hanno ai nostri giorni, questo anche perché la conoscenza del mondo allora era molto limitata. Quindi

é possibile che il diluvio fosse stato limitato o locale.

CON UN SUPER JUMBO IN LEGNO DI GOFER?

I legalisti prendono alla lettera che entrarono nell'arca tutti gli animali della terra, rettili ed uccelli,

una coppia per gli animali impuri e 7 coppie per quelli puri; essi affermano questo senza spiegare

come tali animali tipici di altri continenti avrebbero fatto ad attraversare gli oceani per andare in

Mesopotamia da Noé.

Certi animali sono per natura molto lenti, non sanno nuotare e si muovono adagio, molto lentamente,

sempre arrampicati da un ramo all'atro dei grossi alberi tropicali, come fanno i bradipi del Mato

Grosso. Così qualcuno ha cercato di calcolare con il computer quanti anni tali animali ci avrebbero

messo, passando da un ramo all'altro, ad arrivare dal Brasile fino alla Mesopotamia, dove c'era Noé

che li avrebbe attesi pazientemente con l'arca. Poiché fra i due continenti c'é di mezzo non solo il

mare, ma un oceano nel quale non ci sono alberi, qualcuno potrebbe pensare che forse i bradipi

avrebbero volato con un super jumbo in legno di gofer per fare più presto.

Secondo la mia opinione, invece é che Noé non abbia mia visto nella sua vita certi animali, come

bisonti, elefanti, rinoceronti, giraffe, renne, alci, canguri, panda, condor, lama, koala, pinguini, foche,

trichechi, orsi polari, perché essi non facevano parte della fauna della Mesopotamia. Infatti, tali

animali non sono neppure menzionati nella Bibbia.

CE LO AVREBBERO SCRITTO

Se il diluvio fosse stato veramente universale e tutti gli animali della terra fossero venuti nell’arca e

fosse stato importante per noi di crederlo, di sicuro i redattori sacri, ispirati da Dio, avrebbero dovuto

menzionarne almeno alcuni. Essi avrebbe dovuto scrivere dei panda della Cina, dei canguri

dell’Australia, delle piccole tigri della Tasmania, dei bradipi del Mato Grosso, degli armadilli del

Messico o dell’alce del Canada, ma niente di questo è stato scritto.

UNA DIFFICILE COABITAZIONE

Nessuno di questi ultra fondamentalisti ha mai cercato di spiegare minimamente come avrebbero

potuto coabitare nell'arca i carnivori con le pecorelle, la mangusta con i cobra, il riccio con le vipere,

il cavallo con il serpente a sonagli (rattlesnake), la puzzola con gli elefanti. Io sono convinto che a

causa dell'odore nauseante emanato dalle puzzole impaurite, gli elefanti e i rinoceronti impazziti

avrebbero scassato le pareti in legno dell'arca!

C'é da domandarci anche che cosa avrebbero mangiato tutti quegli animali così diversi gli uni dagli

altri e con diete completamente all'opposto? Logicamente, essi non potevano scannarsi fra di loro

altrimenti sarebbe finito lo scopo dell'arca! Per un anno intero sarebbero divenuti tutti vegetariani?

Forse, ma dove sarebbe cresciuta l'erbetta fresca? Ci sarebbero comunque dei casi particolari, perché.

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il formichiere non ha la bocca come gli altri mammiferi, con la proboscide egli può soltanto succhiare

delle formiche.

COME SAREBBERO RITORNATI DA DOVE VENIVANO?

Dopo il diluvio, ci sarebbe anche da spiegare come avrebbero fatto tali animali così diversi l'uno

dall'altro, provenenti da continenti diversi, come panda, canguri, koala, lemuri, bradipi, olinghi,

olinguiti, alci ed armadilli ed altri ad attraversare nuovamente l'oceano e a ritornare esattamente allo

stesso posto di partenza, senza sbagliarsi di direzione.

Abbiamo già visto che vi sono gli scoiattoli volanti del Giappone (pteromys momonga temminck). Si

tratta d’un tipo di piccoli scoiattoli che hanno sviluppato delle membrane con le quali essi possono

fare dei piccoli voli, saltando da un albero all’altro. Tale tipo o razza di scoiattolo volante esiste solo

nelle isole del Giappone. Come avrebbero fatto tali scoiattoli ad andare in Mesopotamia per salire

sull’arca di Noé e, dopo il diluvio, come avrebbero fatto a ritornare in Giappone.

Apparentemente, nessun paio d'animali si perse nel lungo tragitto o é arrivato in un altro continente o

é stato sbranato prima di arrivare alla meta. Non vi fu neppure una coppia di lama o alpaca o vigogna

(dell'America del Sud) che si sia fermata in Italia o in Europa. Non c'é nessuna coppia di canguri che

sia andato in America, nessuna coppia di vigogna che sia andato in Cina, nessuna coppia di koala che

sia andata in Russia, nessuna coppia di bisonti che sia andata in Australia. Perché tutte queste

contraddizioni?

UN'ARCA SPECIALE PER CIASCUNA DELLE 7 ZONE MENZIONATE

Gli biologi ed altri ricercatori o esploratori della natura continuano a sorprendersi nel vedere quanti

sono e quanto sono diversi gli esseri viventi fra una zona della terra e le altre. Malgrado che alcuni

pensavamo che tutti gli animali esistenti siano stati identificati, ma scopriamo invece regolarmente

nuovi tipi di insetti o altri animali.

Abbiamo già visto alcuni giorni fà sul giornale inglese The Gazette di Montréal, che è stato scoperta

l'esistenza d'un nuovo piccolo carnivoro notturno, che i biologi hanno chiamato ''olinguito'' che nel

passato non si conosceva o era stato scambiato per un olingo. L'olinguito ha la taglia d'un cagnolino e

salta fra i rami degli alberi nelle dense foreste dell'Ecuador e della Colombia ed assomiglia un poco

ad un orso di peluche incrociato con un gatto, ma forma una specie distinta.

Una tale varietà d'esseri viventi di tutti i generi, forme, colori e grandezze é dovuta a indipendenti

evoluzioni delle specie attraverso milioni di anni, e così ogni anno si scoprono nuovi tipi d'animali,

uccelli, rettili, insetti, pesci e micro cellulari, che continuano a crescere e a moltiplicarsi mentre altre

e purtroppo stanno sparendo per sempre.

Considerando la grande diversità di esseri viventi, animali, rettili, uccelli ed insetti, che c'é fra sette

zone particolari della terra, come Mato Grosso (Brasile) Africa Centrale, Madagascar, India,

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Indonesia, Australia e Nuova Zelanda, per salvare almeno una parte di tali esseri viventi, che

continuano a moltiplicarsi, ed avere delle riserve alimentari per sfamarli tutti per un anno intero, ci

sarebbe voluto un' arca molto più grande o un'arca speciale per ciascuna di queste 7 zone del mondo.

In tale modo, ciascuna arca avrebbe avuto alla guida un Noé, predicatore di giustizia, che sarebbe

andato ad accogliere gli esseri viventi, sette coppie d'animali puri ed una coppia d'animali impuri per

specie, direttamente nella zona assegnatagli, così tutti quegli esseri viventi non avrebbero dovuto

attraversare l'oceano a nuoto o volare in un Jumbo di legno di gofer.

Immaginiamo poi quanto più spazio sarebbe stato necessario se parliamo di salvare sette coppie

d'animali puri ed una coppia degli animali impuri per specie di tutti gli esseri viventi di tutti i

continenti della terra, Europa, Asia, Americhe, di tutte le isole del Oceano Pacifico, degli emisferi

artico ed antartico, inclusi anche i dinosauri e di avere un po’ di spazio per muoversi o per sgranchirsi

le gambe, ed abbastanza riserve alimentari per sfamarli tutti durante un anno intero!

Considerando che nel periodo d'un anno molti animali si riproducono, specialmente uccelli, rettili ed

insetti; certi insetti si moltiplicano anche una volta al mese, per avere abbastanza spazio e cibo per

tutti, sarebbero state necessarie altre 7 grandi arche con alla guida ciascuna un Noé, con lo stesso

zelo! Evidentemente, colui o quelli che hanno scritto dell'arca e del Diluvio Universale in Genesi

non conoscevano molto delle meraviglie del creato e delle scienze naturali, non avevano idea di

quanto grande era la terra né della grande varietà delle specie animali.

DILUVIO E BATTESIMO NON SEMPRE COMBINANO

Per gli ultra fondamentalisti circoncisi è molto importante insistere che il diluvio fu universale, che

tutti morirono con il diluvio eccetto Noé ed i suoi che erano nell’arca, che non vi furono alcuni che

sopravvissero negli altri continenti, sia nell’altipiano del Tibet che nelle piccole isole del Pacifico,

perché altrimenti sarebbe ridotta l’importanza del battesimo.

In poche parole, secondo gli ultra conservatori, se l’estensione del Diluvio è stata esagerata ed allora

morirono solo i cattivi d’una zona limitata o ristretta della terra, allora c’è la possibilità che anche

l’effetto del battesimo, per immersione confessando il nome di Gesù, sia stato esagerato o che vi sia

la possibilità per i credenti di salvarsi anche senza battesimo.

Di certo il battesimo fa parte integrale del procedimento stabilito da Dio per la salvezza dei credenti

(Atti 19:5; 22:16). Non possiamo negare tale principio, ma noi sappiamo che siamo purificati o

rigenerati dalla Parola predicata da Gesù (Giov 15:3), che la fede contribuisce alla nostra salvezza

(Mar 5:34. Luc 7:50), che siamo giustificati mediante la fede (Roma 8:28-30. Efe 2:8) e che siamo

salvati grazie al prezioso sangue di Gesù (1 Pie 1:19).

UN PARAGONE FRA I DUE TESTAMENTI

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Abbiamo visto che vi é stata una evoluzione fisica degli esseri viventi o delle specie attraverso

milioni di anni e dobbiamo riconoscere che attraverso i millenni vi è stata pure una evoluzione

culturale, morale e dottrinale. Abbiamo alcuni esempi di questi importanti cambiamenti nella gente

persino nella Bibbia, specialmente se confrontiamo l'Antico Testamento con il Vangelo.

Abbiamo già visto che nell'Antico Testamento erano allora accettate come volontà di Dio, e quindi

legali: la schiavitù (Eso 21:2-6. 25:44-45 ), la poligamia (Eso 21:10-11. Deu 17:17. 20:14. 21:10-14), la

discriminazione delle persone disabili, di quelle illegittime e degli stranieri (Lev 21:16-21. Deu 23:1-6),

la discriminazione della donna (Ecc 7:28), la pratica della pena di morte (Eso 21:24; 31:15), venivano

lapidati anche quelli che raccoglievano la legna di sabato (Lev 24:20. Num 15:32-36) e lo sterminio o

l'olocausto di altri popoli, (Gios 6:21; 8:2, 22; 11:14. 1 Sam 15:3). Vi era quindi già la giustificazione

per le guerre sante o le crociate.

LIBERATI DA GESÙ

Per molti di noi, vivendo in una società emancipata, sarebbe stato molto difficile vivere sotto la legge

di Mosé perché allora erano accettate legalmente troppe cose che non corrispondono più al nostro

stile di vita, delle cose che sono inaccettabili nel Vangelo (Luc 4:18-19. Giov 9:1-3), e che sono

dunque un abominio anche per noi. Grazie a Dio che Gesù é venuto per liberarci dalla schiavitù

della Legge (Rom 7:15-25. Gal 3:23-29).

Tuttavia, certi fratelli americani circoncisi che parlano sempre di Gesù, in realtà essi sono ancora

discepoli di Mosé e quindi legalisti. Essi sono discepoli di Mosé perché non vogliono sentire parlare

dell'emancipazione della donna, dell’integrazione delle persone disabili, dei diritti delle minoranze

etniche e razziali. Invece, essi si preoccupano molto perché la situazione del mondo non sta andando

secondo i loro piani. Questo significa che ancora ai nostri giorni essi sono pieni di preoccupazioni

inutili.

I PROFETI ERANO FIGLI DEL LORO TEMPO

I Profeti ed i redattori della Bibbia erano figli del loro tempo e parlavano a secondo della mentalità

dei loro contemporanei, basandosi sulla loro cosmogonia che era molto diversa dalla nostra e grazie a

Dio noi siamo progrediti! Amen!

Abbiamo visto che anche il loro concetto di moralità e di giustizia era spesso molto diverso dal nostro

e quindi si capisce perché essi accettavano legalmente la schiavitù, la poligamia, ed imponevano la

discriminazione delle persone disabili, dei figli illegittimi e degli stranieri; tutte cose queste che non

sono accettabili nel Vangelo perché Gesù ebbe una particolare attenzione per gli oppressi, i disabili

(Luc 4:16-19) ed i poveri in generale (Luc 6:20-26).

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Abbiamo visto che certe cose che erano normali o usuali per la gente dell'Antico Testamento, ma non

lo sono più per la società moderna e non lo sono più specialmente per noi che siamo in Cristo. Grazie

a Dio che Gesù é venuto per liberarci dalla schiavitù della Legge di Mosé (Rom 7:24-25). Amen!

DI QUALE SCRITTURA PARLAVA PAOLO?

Abbia visto come leggere in modo corretto, senza fraintendimenti, il passo di Paolo che parla

dell’utilità della scrittura ispirata: "Ogni scrittura ispirata da Dio é utile ad insegnare, a

riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, affinché l'uomo di Dio sia compiuto, appieno

fornito per ogni opera buona" (2 Tim 3:16-17).

Faccio notare che questa traduzione di 2 Tim 3:16 é diversa da quella di altri traduttori che traducono

"Ogni scrittura è ispirata da Dio...''. Io ho tradotto in modo diverso perché mi sembra più logico e più

coerente con il contesto. Questo perché sono convinto che il caso di Jefte che squarta la figlia perché

egli aveva fatto un voto a Dio (Giud 11:34-40), non sia affatto utile a insegnare, a riprendere, a

correggere, ad educare alla giustizia, come dovrebbe essere se il testo in questione fosse stato

veramente ispirato da Dio (2 Tim 3:16-17).

Francamente parlando, confesso che tale episodio di Jefte mi fa solamente arrabbiare o piangere e

sicuramente NON utile ad educare alla giustizia! quindi non può trattarsi d’una porzione della Bibbia

veramente ispirata da Dio e tanto meno dettata da Dio.

Posso tradurre così perché nel testo greco del Nuovo Testamento di 2 Tim 3:16, non ci sono le

virgole e nemmeno il verbo "essere" e quindi possiamo spostare il verbo essere o l'enfasi del passo

nel modo che ci appare più corretto o logico al contesto.

Io posso fare così perché non ho il programma di salvare tutti i libri, i capitoli o i versetti della

Bibbia, ma voglio solo dimostrare che Dio è corretto e giusto. In poche parole, io ho tradotto così

perché non cerco di piacere a tutti, anche ai bigotti o ai letteralisti, e non ho in magazzino molte

Bibbie stampate da vendere, ma altri fratelli invece si sentono in obbligo di tradurre come piace alla

gente per non rovinarsi la reputazione o per vendere le Bibbie che hanno fatto stampare.

Per avere una corretta traduzione, dobbiamo mettere da parte la reputazione personale e gli affari

della compagnia. Dobbiamo piuttosto cercare di capire che cosa Paolo volesse veramente dire in 2

Tim 3:16-17 e a quale scrittura, libri, capitoli e versetti intendeva veramente riferirsi.

Di certo Paolo non poteva riferirsi a tutte le scritture in generale (Odissea di Omero ed l'Eneide di

Virgilio) e certamente non a tutto la storia dell'Antico Testamento, come nel caso di certi massacri, di

donne e bambini, ed anche di neonati (1 Sam 15:3). Io sono fermamente convinto che nel piano di

Dio per noi non c'é mai stata alcuna epurazione etnica.

Perciò, quando diciamo che ogni scrittura ispirata da Dio é utile ad insegnare, a riprendere, a

correggere, ad educare alla giustizia, noi intendiamo riferirci a tutte quelle parti della Bibbia che sono

pienamente conformi all’insegnamento di Cristo: "Poiché in Lui abita corporalmente tutta la

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pienezza della Deità, e in Lui voi avete tutto pienamente. Egli é il capo d'ogni principato e

potestà” (Col 2:9-10).

Dunque, quando diciamo che la Scrittura é ispirata da Dio, dovremmo specificare anche di quale

scrittura stiamo parliamo. Inoltre, parlando d'ispirazione, noi non intendiamo dire che la Sacra

Scrittura é stata interamente dettata da Dio, parola per parola, anche nella scienza, geologia,

geografia e biologia.

Noi sappiamo invece che l'Antico Testamento é stato spesso un compromesso fra la volontà di Dio é

l'incapacità dell'uomo di capire o di eseguire la Sua volontà. Vedi il caso di Mosé che permise al

marito di divorziare per qualsiasi ragione (Mat 19:8-9).

I DISCEPOLI DI MOSÈ FRA DI NOI

Conoscendo certi fatti strani, ingiustizie, massacri ed epurazioni etniche nell’Antico Testamento,

stiamo molto attenti a quei credenti nella chiesa che parlano spesso di Mosé, che sono circoncisi e

quindi sono sentimentalmente legati all'Antico Testamento, perché spesso essi ragionano anche con

lo spirito della legge del taglione (Eso 21:24. Lev 24:20).

È bene ricordare a tali zelanti fratelli quello che Paolo dice: “Ma la nostra capacità viene da Dio,

che ci ha anche resi capaci d’essere ministri d’un nuovo patto, non di lettera, ma di spirito;

perché la lettera uccide, ma lo spirito vivifica” (2 Cor 3:6).

LA GENERAZIONE DEI ''TABLET''

Se i redattori dell'Antico Testamento, per farsi intendere dai loro contemporanei, seguivano la

cosmogonia del loro tempo, anche noi dobbiamo tenere presente la moderna cosmogonia dei nostri

contemporanei per farci capire e non fare ridere o scandalizzare nessuno.

Considerando che noi non viviamo al tempo delle tavolette di ceramica di Babilonia, ma alla

generazione dei tablet e per riuscire nella nostra missione dobbiamo cercare di essere il più possibile

figli del nostro tempo, almeno per quello che riguarda il concetto del mondo e dell'universo, e poi

tutto il resto verrà da sé.

Nonostante i nostri grandi progressi scientifici, noi dobbiamo prendere i racconti della creazione e del

diluvio con grande rispetto perché, sebbene appaiano leggendari, essi hanno pur sempre un

significato spirituale che é sempre importante approfondire. Tuttavia, non dobbiamo utilizzare tali

racconti per opporci contro certi rami della scienza moderna, come l'astronomia, la geologia, la

biologia o l'antropologia. Fare questo sarebbe da folli, faremmo del male a noi stessi e non

serviremmo Dio.

Noi dobbiamo prendere anche i racconti della creazione e quello del diluvio con un certo rispetto

perché essi fanno parte integrale del nostro patrimonio culturale; tale racconti ci aiutano a capire il

modo di pensare della gente del tempo e di come Dio ha sempre cercato di comunicare con i nostri

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antenati anche prima della venuta di Gesù (Ebr 1:1-2); questo perché Dio ha sempre voluto aiutare

quelli che fanno del loro meglio per ubbidire alla Sua volontà.

UNA GENERAZIONE MOLTO DIVERSA

Dobbiamo renderci conto che la Genesi fu scritta per le generazioni nelle quali non c'erano più i

dinosauri e non c'era ancora l'Internet, quando la terra era ancora piatta e sostenuta da delle colonne

(1 Sam 2:8); quando non c'erano ancora aeroplani e il primo astronauta non era ancora stato lanciato

nello spazio, quando il sole girava attorno la terra, la luna e le stelle erano solo dei luminari per

guidarci nel cammino o per indicarci le stagioni.

Se oggi vogliamo convertire la gente a Gesù e salvare le anime, assolutamente non possiamo opporci

o litigare con gli scienziati, e non fare dei commenti sulla Genesi che fanno ridere anche le

galline. Facendo così, attireremo nella chiesa soltanto delle persone intellettualmente limitate,

bigotte, settarie, depresse, gelose, vanitose, bisognose d'attenzione e sempre pronte a litigare.

Gesù ha vinto il mondo (Giov 20:33) e noi siamo stati chiamati a seguirlo, cioè a fare altrettanto, ma

invece io ho l’impressione che certi fra di noi si ostinano a formare degli asili infantili con delle

persone capricciose che litigano fra di loro per delle cose futili.

Riferendosi al settarismo dei Giudei del tempo, Paolo riportò quello che era stato detto in precedenza:

"Poiché é scritto, il nome di Dio, per cagione vostra, é bestemmiato fra i Gentili" (Rom 2:24). Le

cose oggi non sono molto cambiate ed oggi non sono più solo i Giudei a fare certi errori, ma anche in

quella che dovrebbe essere la ''sola vera chiesa''.

Sappiamo che la grande maggioranza dei premi Nobel, la crema dell'umanità, non è composta da dei

credenti. Molti di tali sapienti o scienziati altamente qualificati sono atei; questo anche perché le

chiese in generale hanno la grossa responsabilità di avere fatti scappare via le persone sveglie.

Bisogna dirlo chiaramente che molte delle grandi menti non sono credenti perché scandalizzate dal

settarismo e dal bigottismo di noi credenti, eppure la scienza non é necessariamente opposta alla fede.

Una fede sincera non può che farci apprezzare la scienza.

Se vogliamo mantenere certi principi e non tradire il primo amore (Apo 2:4), come credenti

dobbiamo essere pronti a cambiare continuamente il modo di presentare il Vangelo Eterno di

Gesù Cristo, il Figlio dell'Iddio Vivente (Mat 16:16).

QUELLO CHE DOBBIAMO TEMERE DALL'ANTICO TESTAMENTO

Commentando l'Antico Testamento, dobbiamo essere comprensivi a riguardo di certe forme

d'espressione del passato, di una creazione che non fu veramente in sei giorni, che sarebbe avvenuta

quando esistevano già sulla terra animali da milioni di anni, e d'una grande arca per salvare tutti, che

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alla fine era invece solo un grande barcone per un diluvio o alluvione locale, per salvare la famiglia

di Noé, magari anche delle figlie, e solo certi animali della regione.

LOT COME L'ORCO DI TURNO

Quello che dobbiamo temere dall'Antico Testamento invece é l'influenza negativa d'una morale

sbagliata che noi dovremmo chiamare apertamente immoralità, come quella di Lot, ch'era pronto ad

offrire le due figlie vergini in pasto alla grande folla di Sodoma per proteggere i due stranieri che

avrebbero potuto difendersi da loro stessi (Gen 19:1-11).

Diciamolo chiaramente, salvare le due giovani donne era molto più importante che combattere

l'omosessualità. Tutte le volte che portiamo un giusto principio agli estremi noi produciamo

una eresia e rischiamo di divenire dei mostri.

SULLA PROPRIETÀ DELLA TERRA

Negli anni 30, i Palestinesi accolsero bene gli Ebrei che fuggivano dalla persecuzione e venivano ad

installarsi in Palestina portando competenza (o ‘’know how’’) e denaro. Tuttavia, alla fine della

seconda guerra mondiale, soprattutto a partire dal 1946-1947, ebbe inizio una forte preoccupazione

fra i Palestinesi e fra tutti i popoli musulmani in generale perché il flusso degli emigranti ebrei

cresceva fortemente e gli Ebrei, comprando molte terre, cominciavano a rimpiazzare i Palestinesi.

Il Corano, il libro sacro dei Musulmani, non parla molto sulla proprietà della terra ma degli ideali

divulgati da Maometto; questo perché l’Islam è una religione universale aperta a tutte le etnie, anche

se non rispetta molto le donne. Al contrario, secondo la Bibbia, Dio avrebbe promesso la Palestina

soltanto ad discendenti diretti di Abramo, attraverso suo figlio Isacco e poi al nipote Giacobbe, che

avrebbe ottenuto tale eredità attraverso un imbroglio, che poi sarebbe stato accettato anche da Dio.

Le rivelazioni a riguardo di questa eredità che sarebbe stata promessa da Dio ai discendenti di

Abramo, Isacco e Giacobbe sono molteplici e non tutte credibili (Gen 11:14-17; 12:7; 13:15; 15:7,

18-19; 17:8; 24:7; 26:4; 28:3-4, 12; 48:4. Eso 6:8; 32:13. Deu 1:8; 34:4. Sal 105:11).

Le rivelazioni di Dio ad Abramo, Isacco e Giacobbe a riguardo della terra promessa non sono solo

molteplici, ma addirittura troppe per essere vere o credibili. Questo anche perché in tali rivelazioni

non si parla d’ideale, ma si parla soltanto del possesso della terra e nulla più, niente di spirituale.

Infatti, in tali rivelazioni non si parla mai di moralità, di compassione, di carità di amore, del giudizio

finale, della salvezza dell’anima e della vita eterna, e quindi tutto è detto a fatto in funzione della

terra che avrebbe dovuto essere strappata a quelli che già vi abitavano.

SEDICI PROFEZIE SULLA PROPRIETÀ DELLA TERRA

Diciamo chiaramente, psicologicamente e moralmente, io non posso accettare tale programma o serie

di profezie, almeno 16 profezie, che riservano la Palestina solo per i Giudei ad esclusione di tutti gli

altri o dei Palestinesi che già vi abitavano da migliaia di anni.

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Io rifiuto tale idea nazionalistica basata sulle sedici profezie di Genesi, questo non per antipatia

personale, io non odio nessuno, ma perché io parto sempre dal presupposto che Dio é il Padre di tutti

(Efe 4:6) e che egli non discrimina mai nessuno (At 10:34-35. Ro 2:11. Gal 2:6. Efe 6:9. Col 3:25.

Giac 2:1, 9-10. 1 Pie 1:17).

Evidentemente, le promesse che Dio avrebbe fatto ad Abramo, Isacco e Giacobbe, in quanto al

possesso della Palestina solo ai loro diretti discendenti, più che essere due messaggi spirituali di

speranza per tutti i credenti del mondo, è l’annuncio d’una catastrofe.

Dico catastrofe o tragedia perché la promessa di Dio ai tre patriarchi, non include tutti i credenti di

non importa quale paese, razza, cultura e convinzione sono invece dei messaggi con un contenuto

fortemente politico, che puzzano anche di nazionalismo. C’è da dire che quando si mescola il

nazionalismo con la fede in Dio, il risultato é. sempre un mostro politico e teologico ed vi sono

sempre tanti morti.

Nessuno mi dica che, nel caso degli Ebrei, tale principio non si applica perché essi sono una

eccezione alla regola. Io credo fermamente che le persone che sono delle eccezioni, andranno

tutte all’inferno.

DAL NILO ALL'EUFRATE?

Abbiamo visto che v'é una forte letteratura ebraica, soprattutto nell'Antico Testamento, che

apparentemente sancisce il sacro diritto di proprietà degli Israeliti su tutta la Palestina in eterno; di

solito si dice questo anche se negli ultimi 2000 anni gli Ebrei in Palestina vi sono rimasti poco, solo

in questi ultimi 60 o 70 anni.

Fra i molti passi, uno é quello che più di tutti ha attirato l'attenzione degli esegeti e storici, persino di

politici di estrema destra o i Nazisti: "In quel giorno l'Eterno fece patto con Abramo dicendo: Io do

alla tua progenie questo paese, dal fiume d'Egitto (il Nilo) al gran fiume Eufrate (in Mesopotamia);

cioè (i territori detti ) il Kenita, il Kanizzeo, il Kadmoneo, l'Hittita, il Ferezeo, i Refaim, l'Amorreo, il

Cananeo, il Gergeseo, l'Hivveo ed il Gebuseo" (Gen 15:18-21).

Si tenga presente che a quel tempo la terra conosciuta andava dal Nilo all'Eufrate, quindi si riferisce

alla Fertile Mezzaluna, e così da questa profezia sembra che Dio avesse promesso ad Abramo e alla

sua discendenza non solo la Palestina, ma tutta la terra conosciuta a quel tempo; questo a discapito

dei popoli che già vi abitavano. In questa promessa sono menzionati per nome: Kenei, Kenizei,

Kadmonei, Hittei, Ferezei, Refei, Amorei, Cananei, Ghirgasei e Gebusei.

I Gebusei o Jebusei furono quelli che costruirono Gerusalemme, chiamata allora Gebus o Jebus (Giud

19:10-11. 1 Cro 11:4-5), che fu conquistata per la prima volta dai figli di Giuda che massacrarono i

Gebusei che vi abitavano (Giud 1:8) e fu conquistata nuovamente al tempo di Davide mettendo fine

ai Gebusei o sterminandoli tutti (2 Sam 5:6-10).

IL PRIMO PIANO PER UN GRANDE OLOCAUSTO

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Evidentemente, la promessa della terra, dal Nilo a l’Eufrate, fatta ad Abramo ed ai suoi discendenti

(Gen 15:18-21), non è una buona notizia per tutti. Si tratta invece l’annuncio del piano per un grande

olocausto, che iniziò a realizzarsi con Giosuè in nome di Dio.

Quando tale piano fu pre-annunziato non lo sappiamo di preciso, tutto dipende da quando tale falsa

profezia o pericolosa promessa fu inserita nella Bibbia. Forse alcuni secoli dopo Abramo,

probabilmente al tempo di Davide. In ogni caso, dobbiamo dire che il piano di Gen 15:18-21 non

corrisponde o non coincide affatto con l'idea che Dio é il Padre di tutti (Efe 4:6) e che vuole essere il

Salvatore di tutti (1 Tim 4:10).

Per fortuna, l’Italia non si trova fra il Nilo e l’Eufrate, dentro i confini del mondo del passato, così noi

siamo lontani da certe guerre, che sono il frutto di alcune dubbie promesse per il possesso di certi

territori; delle promesse fasulle fatte dai rabbini ed attribuite poi a Dio, le quali non hanno niente di

spirituale. Teniamo presente però, che tali frequenti conflitti locali potrebbero, prima o poi, servire

come una miccia per scatenare un’altra guerra mondiale.

Non giustifichiamoci dicendo, come al solito, che prima era così e che poi Dio ha cambiato tutto,

perché é scritto: "Io ho conosciuto che tutto quello che Dio fa é per sempre" (Ecc 3:14). Ancora:

"Perché io sono l'Eterno e non cambio mai" (Mal 3:6). Del "Verbo", attraverso il quale Dio ha

creato tutte le cose (Col 1:16) é detto: "Gesù Cristo é lo stesso ieri, oggi e in eterno" Heb 13:8).

DUE PIANI NELLA GENESI

Si dice che certe cose non succedano per caso o non sono dette per caso, e questo è vero

soprattutto se le troviamo scritte nella Genesi.

Per esempio si dice che, fin dalle prime pagine della Bibbia, Dio avesse già un piano di salvezza per

noi; questo é vero (Gen 3:15). Sarebbe bello che tutta la Bibbia fosse così, ma non sempre è così

perché c’è ben altro. Infatti, non possiamo ignorare che i Giudei, o meglio che gli scribi ed i rabbini,

abbiamo fatto in modo d'introdurre nelle Sacre Scritture anche un piano nazionalistico per entrare in

possesso della Palestina per sempre; questo anche a discapito di altri popoli nativi.

Quindi, la Genesi contiene due piani: uno spirituale e l’altro materiale. Il piano spirituale è da Dio; si

tratta d’un piano messianico e si è realizzato attraverso Cristo, senza fare male a nessuno. Il piano

materiale o territoriale è dagli uomini; si tratta d’un piano nazionalistico che si è realizzato attraverso

i conquistatori ebrei, eliminando gli altri popoli.

Possiamo dire che, in un senso, Dio si è servito degli Ebrei per preparare la venuta del Messia e

salvare il mondo e che gli Ebrei si sono serviti di Dio per affermarsi come nazione a discapito degli

altri popoli, ma essi devono stare molto attenti perché è sempre pericoloso di giocare con il fuoco,

soprattutto quando si tratta d’un fuoco divorante (Eso 24:17. Isa 30:27; 33:14).

LA RAGIONE STORICA PER LA MALEDIZIONE DI “CAM”

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Viene da chiederci perché mai Dio avrebbe dovuto dare solo ai discendenti d'Abramo la terra che

allora apparteneva a Canaan o ai Cananei, ai Gebusei ed ai Filistei (Gen 13:14-17; 17:4-8)?

Leggendo questo brano si può capire il perché della maledizione di Cam, figlio di Noé. Si noti che

Canaan era figlio di Cam e che da Canaan vengono i Cananei (Gen 9:25-27), ai quali gli Israeliti,

discendenti di Sem, avevano l’intenzione di strappare le terre della Palestina.

Appare evidente adesso che tutto fu organizzato dal principio, scritto nella Genesi in anticipo per

giustificare la conquista della Palestina dalla parte degli Israeliti, ma in realtà Dio non ha niente a che

fare con quella mira politica sionista.

Tutto appare chiaro adesso davanti ai nostri occhi come in un mosaico bizantino o in un affresco fatto

da un maestro pittore di Firenze. I Cinesi direbbero come in un velo dipinto.

Ci tengo a precisare che io non sono antisemita, ma un cristiano pacifista come lo era Gesù (Mat

5:38-48) e lo fu anche Paolo (Rom 12:14-21. 1 Cor 4:9-13). Io non sono uno di quelli che, basandosi

su Gen 15:18-19, dicono che i sionisti vogliono conquistare il mondo intero, perché essi non c’erano

quando tale falsa promessa fu scritta ed introdotta nella Bibbia. Tuttavia, che essi adesso vogliano

conquistare tutta la Palestina à discapito dei Palestinesi nativi mi sembra più che ovvio.

UN ERRORE DI PROSPETTIVA STORICA

Si dice che Dio offrì la Palestina ad Abramo perché egli era pronto a sacrificargli anche suo figlio,

ma questo non é per niente vero perché tale promessa di Dio avvenne prima di chiedergli il sacrificio

d'Isacco (Gen 22:1-19).

Si tenga presente anche che a quel tempo, in Mesopotamia, era un costume assai diffuso di erigere o

costruire le fondamenta di una nuova casa sul corpo del primogenito sacrificato ad un dio particolare

o agli dei in generale; lo si faceva per propiziarsi la protezione divina. Quindi, da questo aspetto

Abramo o Abrahamo non fece niente di straordinario.

UNA PADRE DELLA FEDE CON POCO CORAGGIO

Vi sono altri aspetti della vita di Abramo che di solito sono ignorati. Per esempio egli chiese a sua

moglie Sara di mentire al Faraone perché aveva paura (Gen 12:10-13), lo stesso chiese a Sara di

mentire ad Abimelec (Ge 20:1-3).

Quando il Faraone si prese sua moglie Sara, egli non protestò, non la difese, non lo supplicò, ma

invece egli accettò volentieri dei regali; forse perché il suo silenzio fu lautamente ricompensato dal

Faraone che s'era invaghito di sua moglie Sara (Ge 12:14-16).

Nonostante queste stridenti contraddizioni, Paolo presenta Abramo come l'uomo della fede (Rom

4:19) ed il padre di quelli che credono (Gal 3:7). Evidentemente, Paolo, in quelle due particolari

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lettere, si indirizzava a dei fratelli convertiti a Cristo che venivano dal Giudaismo. Si dice che un po`

di diplomazia non faccia mai male a nessuno e nemmeno alla predicazione

DELLE STRIDENTI CONTRADDIZIONI

In precedenza, quando uno dei due o dei tre angeli annunziarono che finalmente avrebbero avuto un

figlio, Abramo e Sara era già vecchi, e la notizia faceva ridere: "Tornerò da te fra un anno; ed ecco,

Sara tua moglie avrà un figlio. Sara ascoltava all'ingresso della tenda ch'era dietro a lui. Or Abramo e

Sara erano vecchi, bene avanti negli anni, e Sara non aveva più i corsi ordinari delle donne. E Sara

rise dentro di sé, dicendo: Vecchia come sono, avrei io tali piaceri? E anche il mio signore é vecchio"

(Gen 18:10-12).

Qualche mese più tardi, prima che nascesse Isacco, Abrahamo andò nel paese di mezzodì, e si

preoccupava per la sua vita perché sua moglie, benché fosse molto vecchia, essa era ancora molto

attraente, così "Abrahamo diceva di Sara sua moglie: Essa é mia sorella". E Abimelc , re di Gherar,

mandò a pigliare Sara. Ma Dio venne di notte, in un sogno, ad Abimelec, e gli disse: Ecco sei morto,

a motivo della donna che ti sei presa; perche essa ha marito" (Gen 20:2-3).

Più tardi, quando nacque Isacco, Abramo aveva già 100 anni (Gen 21:5); era molto vecchia anche

Sara perché disse: "Iddio m'ha dato di che ridere; chiunque l'udrà riderà con me. E aggiunse: Ci

avrebbe mai detto ad Abramo che Sara allatterebbe figli? Perché io gli ho partorito un figlio nella sua

vecchiaia" (Gen 21:6-7).

A quel tempo Abrahamo e Sara dovevano apparire come due vecchietti, forse essi camminavano

appoggiandosi ad un bastone come fanno molti anziani dei nostri giorni, e com'é possibile dunque

che Sara avesse attratto o sedotto Abimelc, il re di Gherar, il quale nella sua reggia aveva senz'altro

molte altre belle e giovani donne, mogli e concubine. Qui c'é qualcosa che non quadra per niente.

Evidentemente, si tratta di storie o storielle antiche trasmesse oralmente e poi, messe assieme senza

guardare la prospettiva storica. Probabilmente, alcuni redattori sacri, mettendo per scritto delle

tradizioni orali, fecero confusione e misero assieme vicende o fatti avvenuti in tempi diversi a dei

personaggi diversi. Così la vecchia Sara, oramai svigorita perché più che novantenne, è ancora

capace di sedurre Abimelec, re di Gherar.

Che Abramo abbia avuto un figlio nella vecchiaia, era già qualcosa di eccezionale, un vero miracolo,

perché parlando della fede d'Abramo Paolo dice: "Senza venir meno nella fede, egli vide bensì che il

suo corpo era svigorito (aveva quasi cent'anni) e che Sara non era più in grado d'essere madre (era

troppo vecchia); ma, dinanzi alla promessa di Dio, non vacillò per incredulità, ma fu fortificato per la

sua fede dando gloria a Dio" ( Rom 4:19-20).

Tuttavia, scopriamo che in seguito Abrahamo prese un'altra moglie, Ketura, dalla quale ebbe molti

figli (Gen 25:1-4); Abramo ebbe altri figli anche dalle concubine (Gen 25:5-6). Evidentemente ad

Abramo, vecchio e svigorito (Rom 4:19) non bastavano più le donne che aveva. Verosimilmente, tali

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mogli e concubine partorirono ad Abramo solo maschi!!! Poi Abramo morì quando aveva 165 anni

(Gen 25:7).

GESÙ SMINUISCE IL RUOLO D'ABRAMO

È interessante notare che Gesù non racconta la storia d'Abramo, non esalta la sua figura e la sua fede

come i Farisei erano usi fare. Quando è interrogato su Abramo, Gesù risponde: "In verità, in verità vi

dico: Prima che Abramo fosse nato, IO SONO" ( Giov 8:58). Alla risposta di Gesù i Giudei

s'infuriano: "Allora essi presero delle pietre per tirargliele; ma Gesù si nascose ed uscì dal tempio"

(Giov 8:59). É evidente che con tale affermazione Gesù ha sminuito considerevolmente il ruolo

d'Abramo "il padre di molte nazioni" (Gen 17:4-8) e il padre della fede (Rom 4:1-3. Gal 3:7-9);

questo perché Gesù non guardava al passato ma al futuro.

Per capire la forte reazione dei Giudei contro Gesù, si tenga presente che "IO SONO" é la traduzione

letterale di Yahweh o Jahvé, uno dei nomi di Dio nell'Antico Testamento, cioè l'imperfetto del verbo

essere in Ebraico. In tale modo Gesù aveva proclamato la sua divinità e la sua superiorità su Abramo

che i Giudei guardavano come il padre della loro nazione.

ISACCO ED ISMAELE

Isacco, figlio d'Abramo e Sara non era una uomo forte vigoroso e, per proteggerlo, Sara fece ben

presto allontanare Agar e suo figlio Ismaele. Secondo la Genesi, Agar era una concubina, ed essa

aveva generato ad Abramo il figlio Ismaele, il quale divenne ben presto un uomo forte, abile nell'uso

dell'arco.

Alla domanda di Abramo, Dio avrebbe concesso di cacciare la serva Agar con suo figlio Ismaele, di

abbandonare i due nel deserto, affinché Ismaele un giorno non divenisse suo erede (Gen 21:8-14) e

non avesse parte della Terra Promessa.

Noi sappiamo che Abramo lasciò Agar ed Ismaele nel deserto di Beer-Sheba (Gen 21:14), dove

sopravvissero. Sappiamo che poi Ismaele crebbe, sposò una egiziana e visse nel deserto di Paran

(Gen 21:21). Secondo la tradizione musulmana, invece, Abramo avrebbe affidato Ismaele a Dio, nel

deserto dove sarebbe sorta poi "la Mecca", la Gerusalemme dei Musulmani, (oggi Arabia Saudita, il

luogo più santo per l'Islam. Fa allusione a questo anche Maometto nel Corano (Sura XIV:37/40).

Dopo la morte di sua madre Sara, Isacco sposò Rebecca (Gen 24:67), la moglie che i suoi genitori gli

avevano procurato fra quelli della loro casa, perché non volevano una moglie straniera per il loro

figlio (Gen 24:1-5).

GLI AUTORI DI GENESI SOFFRIVANO D’ETNOCENTRISMO

Fra le varie cose negative, il libro di Genesi sembra essere stato scritto per mantenere il sospetto a

riguardi degli stranieri o per negare la fiducia agli altri popoli e si propone d’insegnare ai giovani a

sposare solo quelli della loro razza o nazionalità. Gli autori di Genesi di sicuro soffrivano

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d’etnocentrismo e quindi ci tratta d’un libro che offre sempre dei buoni spunti per alimentare il

nazionalismo o per incoraggiare i separatisti, cioè quelli che non vogliono mescolarsi con gli altri

popoli.

TALE IL PADRE E TALE IL FIGLIO

Quando Isacco andò nei paesi dei Filistei, aveva paura di essere ucciso a causa di Rebecca che era

una bella donna, così egli la presentava come fosse sua sorella (Gen 26:7). Isacco mentiva a riguardo

di sua moglie Rebecca, come aveva fatto prima suo padre Abramo a causa di Sara (Gen 12:10-13;

20:1-3). Apparentemente, la tendenza di mentire a causa della moglie era un difetto della famiglia o

una eredità della famiglia, che da Abramo era passato al figlio Isacco.

Se c’era frequente questo rischio per il marito, di venire ucciso a causa della bella moglie, fra gli

Ebrei, evidentemente a quel tempo le donne non erano velate. Il velo non è menzionato nella

descrizione della donna virtuosa o ideale (Prov 31:10-31). Infatti, nell’Antico Testamento non si dice

mai che la donna doveva portare il velo.

SARA O AGAR ?

Secondo certe tradizioni musulmane Agar era la prima moglie d'Abramo mentre Sara era la seconda;

quindi Ismaele era più importante che Giacobbe, ed era il principale erede di Abramo. Sentire questo

proprio non piace ai Giudei dei nostri giorni.

Anche se non é menzionata nel Corano, dobbiamo dire che Agar é molto importante nella tradizione

religiosa musulmana, primo perché si dice che Maometto discendeva da Abramo attraverso Ismaele e

quindi questo da più importanza ad Agar, la serva egiziana. Si tenga presente che anche oggi le

scuole coraniche d'Egitto sono le più rinomate nel mondo per i Musulmani.

Nel Corano si parla molto d'Ismaele, figlio di Abramo, dal quale avrebbe avuto origine Maometto e si

parla meno d'Isacco. Nel Corano si dice che Ismaele fu sincero nella sua promessa, che era apostolo e

profeta di Allah (Sure XIX:55/54).

Il commento ebraico che Agar non era una vera moglie di Abramo, ma solo una schiava egiziana,

non scoraggia i Musulmani dei giorni nostri i quali sono meno legalisti degli Ebrei, perché questo

dimostrerebbe che Maometto ha avuto delle origini più umili che Isacco e Gesù, quindi Maometto

meriterebbe un doppio onore.

Fra gli Ebrei si é fantasticato troppo perché, secondo Genesi, Ismaele era figlio di Agar, una schiava,

mentre Isacco era figlio di Sara, la vera moglie. Evidentemente, anche Paolo ha fatto questo errore.

Essendo influenzato dalla sua mentalità farisea, anche Paolo specula troppo su tale differenza che a

me proprio non dice niente (Gal 4:23-30). Con una tale attitudine negativa si colpevolizzano sempre i

figli, soprattutto le figlie, a causa dei genitori.

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Per me personalmente, che Sara fosse la vera moglie e che Agar fosse solo la serva o viceversa, non

cambia niente della mia fede in Cristo; sarebbe esattamente lo stesso se fosse il contrario come

dicono molti Musulmani. Non dobbiamo più colpevolizzare i figli a causa dei genitori. Io credo che

sia venuto il tempo di cambiare rotta. Dobbiamo smetterla di maltrattare i figli considerati illegittimi

ma dobbiamo considerarli alla pari, almeno sul piano dei diritti e della morale.

Il fatto che la Bibbia parli di Agar schiava é visto con molta simpatia da certi neri o Afro-americani

in Nord America; dai “Black Panthers” o dalle Pantere Nere. Questo perché all'origine anche i loro

antenati erano degli schiavi, deportati dall’Africa in America.

Che nella Bibbia sia riportato che Agar fosse una schiava e che i Cristiani dicano che essi non sono

figli di una schiava ma di una libera come Paolo scrive (Gal 4:23-30) é una affermazione che non é

piacevole o accettabile, difficilmente tollerabile o digeribile da tutti; non lo é specialmente da quelli

che discendono dagli schiavi. Si tratta quindi d'un soggetto assai delicato o molto sensibile ch'é stato

sfruttato molto dal movimento dei Musulmani Neri in America per convertire all'Islam certi cristiani

neri confusi.

SULLA DISCRIMINAZIONE D'ISMAELE

Certi si domandano perché nella Bibbia c'é una tale discriminazione nei riguardi d'Ismaele. Si tenga

presente che 4 capostipiti delle tribù d'Israele erano figli di due schiave. Infatti, Giacobbe ebbe due

schiave come concubine. Una era Bilha (serva di Rachele) che generò Dan e Neftali; L'altra era Zilpa

(serva di Lea) che generò Gad ed Ascer (Gen 29 e 30).

Dall'aspetto legale o legalista, i quattro figli di Giacobbe: Dan, Neftali Gad ed Ascer erano figli

illegittimi di Giacobbe, ma leggendo Genesi non c'é alcuna impressione che essi fossero meno

importanti degli altri 8 figli legittimi. Infatti, ciascuno dei 4 divenne il capostipite d'una tribù israelita

come gli altri 8. Si noti che nelle dispute fra tribù israelite non fu mai messo in questione la loro

legittimità solo perché ciascuno dei loro capostipiti proveniva da una madre schiava.

Viene da domandarci quindi, perché tanta discriminazione nei riguardi d'Ismaele ch'era anch'esso un

figlio d'Abramo? É evidente che quella d'Ismaele è una storia con un forte contenuto politico e

nazionalistico. Possiamo dire che il testo é stato scritto così per giustificare la separazione dei due

popoli, questo perché la Palestina doveva appartenere solo agli Israeliti.

ISACCO O ISMAELE?

Noi sappiamo che, dopo la morte di Abramo (Gen 25:1-11), Dio benedisse Isacco, che avrebbe

dovuto divenire una moltitudine (Gen 26:2-5). Una benedizione simile si trova per Ismaele nel

Corano e nell'Hadith (la tradizione orale musulmana che fu scritta più tardi), ma non nel senso

nazionalistico che i suoi discendenti avrebbero posseduto la Palestina e dominato altri popoli. Infatti,

l'Islam non é una religione nazionalista come il Giudaismo, ma si tratta d'una religione universale

come dovrebbe essere anche il cristianesimo.

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Noi sappiamo dalla Genesi che Ismaele era figlio di Agar, che secondo certe tradizioni musulmane

avrebbe dovuto essere la prima moglie d'Abramo. Bisogna aggiungere che i Musulmani di Montreal,

e ve ne sono tanti, sono convinti che Agar fosse la prima moglie d'Abramo e che Sara fosse la

seconda. In tale modo, nelle Moschee di Montréal, gli imani (preti o pastori musulmani) predicano il

primato di Agar su Sara. Quindi per molti ferventi confusi si tratta d'un vero rompicapo.

Evidentemente, ciascun gruppo s'é fatto le sue tradizioni o s'é scritta la sua storia sacra o uno speciale

piano di salvezza divino, per giustificare le sue discriminazioni o i suoi olocausti. Invece di coesistere

in pace con le diversità etniche; ciascun popolo o etnia s'é creato la propria mitologia, per avere più

diritti dell'altro o per avere il diritto d'eliminare gli altri popoli in competizione per la stessa terra.

Che vergogna!

Diciamolo chiaramente, se fosse stata veramente Sara la prima moglie di Abramo o al contrario se

fosse stata Agar, per me non cambierebbe proprio niente. Così, se fosse Isacco o Ismaele il

primogenito legittimo di Abramo, per me non cambia nulla; per me é come se tali persone non

fossero mai esistite o mai nate! Questo perché la mia fede cristiana é ben radicata in Cristo Gesù e

non intendo appellarmi al codice d'Hammurabi o all’Antico Testamento o al Corano o all'Hadith per

risolvere il conflitto fra le due parti.

DUE FALSE DONAZIONI

È risaputo che, con il falso della Donazione di Costantino, il Vaticano è riuscito a sbancare l’Italia e,

ancora oggi, l’Italia è il paese più indebitato dell’Unione Europea perché i preti hanno sempre dei

risarcimenti da pretendere. Con il falso della donazione della Palestina, che Dio avrebbe fatto ad

Abramo, Isacco, Giacobbe ed ai loro discendenti, gli Ebrei ancora ai nostri giorni stanno sbancando o

impoverendo molti popoli.

PER NOI CHE NON SIAMO CIRCONCISI NELLA CARNE

Per noi che non siamo circoncisi nella carne, che non festeggiamo il Giorno del ringraziamento, che

siamo contro la pena capitale, che riconosciamo alla donna gli stessi diritti che l’uomo, che non

giustifichiamo le mire espansionistiche d’Israele, che non siamo veterani dell’armata americana o che

non abbiamo figli arruolati volontari nei marines, abbiamo una migliore visione di tutto l’insieme e

non dovrebbe essere difficile di fare una divisione chiara e precisa fra Antico Testamento ed il

Vangelo di Cristo.

Come Paolo dice: “Studiati di presentare te stesso approvato dinanzi a Dio: operaio che non

abbia ad essere confuso, che tagli (o dispensi) rettamente la parola della verità” (2 Tim 2:15).

QUALCOSA É CAMBIATO ANCHE IN ME

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Quando un serio credente s'accinge a fare una ricerca sull'ispirazione della Bibbia che implichi anche

un'analisi storica, linguistica e scientifica senza porsi dei limiti o degli interessi personali, come ho

fatto io in questo caso, evidentemente mette in questione molti punti caldi o enigmatici di quello che

pensa e non sa mai alla fine dove egli arriverà con tale analisi e quali saranno le conclusioni.

Confesso che qualcosa del genere é successo anche a me, in questi giorni, facendo questa lunga

ricerca, nella quale ho trovato la conferma di certi aspetti che avevo già percepiti, ma anche di alcune

altri punti nuovi che non avevo notato precedentemente. Così, anche nel mio caso, io sono arrivato

dove non avrei mai immaginato, ma come fece Paolo, anche io posso dire con soddisfazione che ho

serbato la fede (1 Tim 4:7), una fede sincera che non é più formalista o legalista, ch'é più limpida di

prima, ed il resto poi proprio non conta niente.

Silvio Caddeo

Edizione finale, 7 ottobre 2013

Laval, Québec, Canada

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