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UN CENTRO CULTURALE E MUSEALE NEL GHETTO DI PADOVA Davide Scagliarini studioarchitettura

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UN CENTRO CULTURALE E MUSEALE NEL GHETTO DI PADOVA

Davide Scagliarini studioarchitettura

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UN CENTRO CULTURALE E MUSEALE NEL GHETTO DI PADOVA

Davide Scagliarini

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UN CENTRO CULTURALE E MUSEALENEL GHETTO DI PADOVA

© 2000 Davide Scagliarini

stampato nelle officine grafichestudioarchitetturavia San Martino e Solferino, 18Padova - 2010

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Indice

Introduzione

Un Centro Culturale e Museale nel Ghetto

Il sito

La composizione del progetto

Programma funzionale

Il museo: le opere da esporre

Ringraziamenti

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La Scuola Grande, Sinagoga di rito tedesco, prima del restauro

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«Dentro di noi vivono ancora gli angoli bui, i passaggi misteriosi, le finestre cieche, i sudici cortili, le bettole rumorose e le locande chiuse. Oggi passeggiamo per le ampie vie della città ricostruita, ma i nostri passi e gli sguardi sono incerti, dentro tremiamo ancora come nelle vecchie strade della miseria. Il nostro cuore non sa ancora nulla del risanamento effettuato. Il vecchio malsano quartiere ebraico dentro di noi è più reale della nuova città igienica intorno a noi. Svegli, camminiamo in un sogno: fantasmi noi stessi di tempi passati».

Franz Kafka

(da Colloqui con Kafka, di Gustav Janouch, traduzione di Ervino Pocar, 1952)

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Planimetria generale del Ghetto con il progetto del Centro Cul-turale Museale.

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Introduzione

La volontà di affrontare un tema così particolare è cre-sciuta col tempo.Abito in Ghetto ormai da diciassette anni e i ruderi della Scuola Grande sono stati la mia prima visione nella nuo-va casa, e a lungo sono stati l’unico paesaggio che osser-vavo dalle finestre sulla corte Lenguazza. Per me il senso del Ghetto era raffigurato da quelle mura in rovina. Scendendo nelle strade l’impressione non cambiava: via dell’Arco incombeva con i suoi altissimi palazzi fatiscen-ti, la Sinagoga era un rudere visibile anche da via delle Piazze e, di fronte ad essa, uno sventramento metteva a nudo i fianchi degli edifici. Era un mondo a parte che comunicava al tempo stesso grande tranquillità e dram-ma. Una città dimenticata ad un passo dalle piazze più popolate e vivaci di Padova.Da qualche anno le cose sono cambiate, e per chi vive in Ghetto ogni rinnovamento è avvertito come un fatto straordinario che colpisce in prima persona e fa nascere immediata la volontà di partecipare attivamente ad ogni fase, ad ogni momento dello sviluppo per non perdersi nulla. Sono state aperte nuove botteghe, e alcuni dei pa-lazzi di via dell’Arco sono stati ristrutturati e intonacati, primo segnale di cambiamento. Poi il palazzo all’angolo tra via delle Piazze e Via S.Canziano. Infine la Scuola Grande restaurata e riportata al centro dell’attenzione del Ghetto.Rimane il grande vuoto di fronte alla Sinagoga rinnova-ta: un’occasione per agire, che non posso perdere anche se rimarrà solo un segno sulla carta, con l’unico obbiet-tivo di far rivivere queste vie centenarie senza tradire la distesa drammaticità che ho conosciuto e vissuto per tanti anni.

Davide Scagliarini, giugno 2000

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Un Centro Culturale e Museale nel Ghetto

Le strade del ghetto di Padova sono vicoli stretti e gli edifici incombono con la loro altezza. Questo aspetto, di origine funzionale, ha in sé un notevole valore estetico che si manifesta nel contrasto evidente tra le strade a misura d’uomo e le sue abitazioni quasi fuori scala. Qui, tra le vecchie case, si incontra uno sventramento, un vero scavo nella cortina ininterrotta dei palazzi. Io la ritengo un’occasione importante per potersi confron-tare con un’architettura così drammatica. Il carattere di rovina, la tensione degli alti muri ciechi in mattoni sembra guidare verso una linea di progetto ben precisa. Questo non è luogo per un’ architettura piana e lieve, bensì una scaturigine di contrasti altamente suggestivi così come di contrasti accentuati si nutre l’idea primiti-va. Un corpo “sottile” percepibile con un’unica occhiata, che nasconda parzialmente una parete alta da potersi osservare solo a più riprese col movimento dello sguardo; l’essere pienamente padroni del luogo, di quel che si vede, ma doversi poi improvvisamente scontrare con qualcosa che sfugge ai nostri sensi, che ci costringa ad alzare il capo quasi fossimo inchinati: questo è un con-trasto. Il progetto si delineerà in due corpi “affrontati” legati tra loro dal basamento, vero sistema di controllo, in grado di unire e nello stesso tempo separare tra loro gli elementi che sorregge. Le due facciate in “rovina” diverranno parte integrante della nuova architettura, che si insinuerà, quasi calata dall’alto, a seguirne fedelmente i perimetri. Nascerà un vano assoluto, che parli la lingua della dialettica tra il vecchio e il nuovo, tra l’umano e il grandioso, tra la luce e l’ombra.

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L'area centrale di PadovaIn giallo: l'asse stazione ferrovia-ria - Prato della Valle sul quale si attestano le piazze principali.In rosso: il Ghetto e, a margine, il Centro Culturale.

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Il sito

L’area in questione si affaccia su via delle Piazze, di fronte alla Scuola Grande. Ciò che oggi rimane di un edificio mai realizzato è un garage al piano interrato e dei pilastri portanti appena abbozzati con i ferri in vista al piano terra.L’edificio che sorge alle sue spalle, e che prospetta su via Roma, è l’unica testimonianza rimasta del piano di recupero redatto dagli architetti Luigi Piccinato e Guido Visentin risalente agli anni ’60.Il PRG attuale pone l’intera area tra le zone di degrado del centro storico, assieme alla Sinagoga ora restaurata e ad altri edifici contigui, e ne prevede quindi un recupero completo (unità di piano della classe H, modalità di tipo H – nuova edificazione).Sulla scia dei recenti lavori di restauro che hanno ridato alla Scuola Grande l’importanza che ebbe un tempo quale Tempio maggiore Israelitico, oggi divenuta sala polivalente per conferenze e mostre temporanee, viene quasi naturale pensare all’edificazione di un Centro Culturale e Museale proprio nel grande e disadorno sventramento che fronteggia il più rappresentativo edifi-cio del Ghetto.Quest’idea di progetto pertanto si pone come giusto e definitivo intervento nell’ambito dei lavori di rinnova-mento che da alcuni anni hanno donato nuova vita e importanza a questo singolare quartiere.Il Centro dovrebbe ospitare una galleria permanente di opere d’arte legate al culto ebraico, sale espositive dedi-cate alla storia della comunità e del Ghetto di Padova, sale per esposizioni temporanee, una biblioteca per gli studi legati alla cultura ebraica, una sala per conferen-ze e spettacoli, negozi e un ristorante Kashèr sull’area pedonale di via Roma, e naturalmente la hall d’ingresso e tutti gli spazi accessori e di servizio che si convengono.

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La composizione del progetto

Il tema di fondo del progetto è l’addizione.Si presenta come addizione ad un’edificio degli anni sessanta situato in Via Roma, rimasto incompiuto nella zona occidentale su Via delle Piazze.Questa situazione rende necessario seguire fedelmente l’esistente, riutilizzando la maggior parte delle strutture portanti, i solai e la facciata su Via Roma.

Tre sono gli elementi compositivi fondamentali del progetto:– il sistema vestibolo-andito-atrio– il sistema del chiostro-teatro– il sistema delle gallerie e loggeL’atrio tetrastilo a cielo aperto, perno della composizio-ne, si imposta proprio su quattro dei pilastri del portico interno all’area studio. Così pure le sale dell’esposizio-ne temporanea sono delimitate dagli altri pilastri del portico.

Tre assi guidano l’intera pianta:– il primo nasce al centro di un pilastro del portico su Via Roma e termina al centro dell’atrio tetrastilo– il secondo incrocia il precedente al centro dell’atrio e viaggia ortogonalmente ad esso– il terzo genera un flesso nell’incontro con i precedenti, e segue la direzione del contesto

I rapporti proporzionali impiegati sono armonici.Il rapporto 1:2 è un'ottava, o diapason.Il rapporto 2:3 è una quinta, o diapente.Il rapporto 3:4 è una quarta, o diatessaron.Il rapporto 5:6 è una terza minore.Il sistema metrico adottato è quello classico, basato sui rapporti armonici: dito, palmo, piede, passo, cubito, tesa.Pianta del piano terra con l'in-

dicazione dei tre assi-guida e la trama dei rapporti armonici.In grigio: le strutture esistenti.

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piano interrato

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Programma funzionale

Settori

a. servizi di ingresso e uscita al pubblicob. gestione amministrativac. gestione tecnicad. esposizioni e didatticae. ricerca e studiof. attività culturalig. attività commerciali

a. servizi di ingresso e uscita al pubblico

– informazioni– bookshop– biglietteria - guardaroba– servizi igienici– caffè– sala conferenze (teatro)

Accesso principale dall’area pedonale di Via Roma. Accesso secondario (uscita principale) dal “Ghetto” in Via Delle Piazze di fronte la Scuola Grande lungo la via di progetto che chiameremo “Via del Ghetto”.Il bookshop si sviluppa al piano terra e al piano interrato (deposito) per un totale di circa 40 mq (accesso dall’an-dito e dall’atrio).La biglietteria dell’esposizione permanente e il guardaro-ba sono posti nell’atrio del primo piano.Il caffè è posto in un ambiente di 30 mq, in diretta comunicazione col piccolo ristorante Kashèr accessibile autonomamente da Via Roma (accesso dall’andito e da Via Roma).Bookshop e caffè sono tra loro comunicanti grazie ad un ambiente di sosta posto sul mezzanino che si estende per 72 mq.L’atrio del museo (sala tetrastila) nascerà in posizione privilegiata, in diretta comunicazione con i precedenti

1 esposizioni temporanee2 cantina ristorante3 deposito bookshop4 laboratorio5 sala prove6 palcoscenico7 camerini8 deposito/archivio

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piano terra

Via delle Piazze

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ambienti, il vestibolo di ingresso, i servizi igienici, la prima sala per le esposizioni temporanee, il foyer del piccolo teatro, l’accesso al “Ghetto” e alla Scuola Grande (sede di una grande sala allestibile per mostre e confe-renze), e, grazie alle scale, agli ascensori e montacarichi, sarà collegato verticalmente con le sale dell’esposizione permanente, la biblioteca, i depositi.La sala conferenze all’occorrenza verrà ospitata nella platea del teatro, per un totale di 110 posti e 163 mq compreso il foyer (112 mq la platea escluse le loggette e il palcoscenico) (accesso dall’atrio e dalla Via del Ghetto).

b. gestione amministrativa

– ufficio amministrativo– segreteria– ufficio bibliotecario– reception del teatro

L’ufficio amministrativo occupa un locale di circa 18 mq posto sul mezzanino (accesso dal bookshop e dal montacarichi).Vista la dimensione contenuta del centro museale-culturale, l’ufficio di segreteria è direttamente inserito nell’ambiente del bookshop (accesso dall’andito e dall’atrio, collegamento in rete con il punto informazio-ni della biblioteca).L’ufficio della biblioteca occupa uno spazio di circa 7 mq.La reception–biglietteria del teatro è posta in un am-biente di 7 mq.

c. gestione tecnica

– carico-scarico materiali– laboratori– depositi e archivi– magazzini ristorante e bookshop– cantina del ristorante– centrale termica e impianti di climatizzazione

L’ingresso e uscita dei materiali può avvenire indifferen-temente da Via Roma (accessibile carrabilmente nono-stante sia area pedonale) e da Via delle Piazze lungo la “Via del Ghetto”. La presenza di due ascensori nell’atrio consente il facile collegamento con le zone di deposito

1 vestibolo d'ingresso2 caffè3 bookshop4 ristorante kashèr5 cucina6 atrio d'ingresso7 esposizioni temporanee8 foyer teatro9 reception guardaroba10 logge I° ordine11 accesso al Ghetto

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piano mezzanino

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1 caffè - bookshop2 dispensa3 ufficio amministrativo4 sala proiettori5 logge II° ordine

dei materiali e con i laboratori per gli allestimenti delle mostre e delle scenografie teatrali.I laboratori per gli allestimenti e le scenografie saran-no posizionati in un’area di circa 60 mq, direttamente collegati con il palcoscenico del teatro, e le sale per le esposizioni temporanee tramite l’ascensore ovest.I depositi e l’archivio sono posti ai margini dell’espo-sizione temporanea in un locale di circa 90 mq, sono visitabili da studiosi ed esperti, e direttamente accessibili dall’atrio del piano interrato.Il magazzino del bookshop e la cantina del ristorante sono posti in diretto collegamento con i relativi loca-li grazie a vani scala privilegiati, e occuperanno due ambienti di circa 17 mq l’uno. La dispensa del ristorante è posta al di sopra della cucina sul mezzanino, occupa circa 15 mq ed è accessibile tramite un piccolo monta-carichi.La centrale termica e di climatizzazione è posta nel sottotetto in un ambiente di 12 mq.

d. esposizioni e didattica

– esposizioni temporanee– esposizione permanente– museo della storia del Ghetto e della Comunità Ebrai-ca di Padova– tetto praticabile

L’esposizione temporanea si articola su due piani (piano terra e piano interrato), direttamente accessibili dall’atrio che ne diviene parte integrante. Si compone di quattro sale per un totale di circa 370 mq, senza divisioni inter-ne e provviste prevalentemente di luce artificiale (sono comunque illuminate delicatamente in punti particolari dalla luce naturale indiretta) (accesso diretto dall’atrio).Le sale per l’esposizione permanente si sviluppano al primo e secondo piano e sono direttamente collegate all’atrio grazie al vano scale e all’ascensore e montacari-chi. Al primo piano vi sono cinque sale per un totale di circa 425 mq, allestite secondo la disposizione indicata a pag. 35. Una delle sale sarà adibita alla proiezione di filmati o diapositive, e si potrà accedere direttamente al cortile direttamente al cortile esterno. Al secondo piano è allestita una sala per l’esposizione dei libri sacri antichi. Il museo del Ghetto di Padova si sviluppa lungo due

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piano primo

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1 ingresso museo permanente2 sala A - Le dieci tavole dipinte 3 sala B - La casa ebraica4 sala C - La vita ebraica5 sala D - Il tempio ebraico6 camera di luce7 sala proiezioni8 piccola corte - Miqweh9 corte

sale al secondo piano, ospitando documenti, fotografie d’epoca, stampe e oggetti che consentano la ricostruzio-ne della storia del Ghetto e della Comunità Ebraica di Padova.

e. ricerca e studio

– biblioteca– sala lettura– sala computer– punto informativo

La biblioteca si sviluppa al secondo piano, per un totale di circa 258 mq. Comprende una grande sala di lettura (circa 146 mq), un deposito libri per un totale di circa 5000 volumi (24 scaffalature, di cui 8 ad accesso libero), un’aula computer al piano attico per ricerche bibliografiche, accesso a cd-rom e collegamenti alla rete internazionale (internet ecc.), ed è direttamente collegata al terrazzo (attraverso il piccolo caffè del piano attico) e alla grande loggia che fronteggia la Scuola Grande. Il punto informativo è collegato in rete con gli uffici amministrativi del piano terra (accesso diretto dal vano scale e ascensori).

f. attività culturali

– teatro– sala conferenze– camerini– sale prove– laboratorio per scenografie

Il teatro si estende a tutta altezza dal piano interrato sino al primo piano, con una platea inclinata e due ordini di logge laterali. Vi si accede direttamente dall’atrio, o dalla Via del Ghetto (lungo cui si aprono le uscite di sicurezza). In totale occupa una superficie di circa 490 mq e ospita circa 180 posti a sedere. Può ospitare piccole rappresentazioni teatrali e spettacoli, concerti, proiezioni e conferenze.I camerini occupano una superficie di circa 25 mq suddivisa in 6 salette al piano interrato, ospitano circa 20 persone e sono accessibili direttamente dall’atrio attraverso le scale ed ascensori, e dalla fascia nord, grazie alla scala che scende dal corridoio delle logge (uscita di

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piano secondo

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sicurezza). L’entrata al palcoscenico è servita da una sala di 14 mq che si allarga al fondo del corridoio sud dei camerini. I corridoi dei camerini sono direttamente comunicanti con la platea del teatro.Il palcoscenico occupa una superficie di circa 45 mq e si innalza per tre piani per ospitare la torre scenica (uscita di sicurezza dalla scala nord).Sotto la platea si estende una sala prove di circa 56 mq.Il laboratorio per le scenografie è direttamente comu-nicante col montacarichi ovest al piano interrato, ed occupa circa 50 mq, suddiviso in falegnameria, deposito vernici ed altri spazi accessori.

g. attività commerciali

– book shop– caffè– ristorante Kashèr– piccolo caffè al piano attico

Oltre al bookshop e al caffè, importante è la presenza di un piccolo ristorante della cucina tipica ebraica (kashèr), accessibile autonomamente dall’area pedonale di Via Roma, integrato con il caffè e comunicante con il mu-seo. Occupa una superficie di circa 163 mq tra cucina e servizi, mezzanino e cantina.Infine è stato previsto un piccolo caffè al piano attico comunicante con la terrazza.

1 sala E - I libri sacri2 sala F - La comunità ebraica e il Ghetto di Padova3 sala G - La comunità ebraica e il Ghetto di Padova4 biblioteca5 ufficio reception6 deposito libri7 consegna libri8 sala di lettura

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piano attico

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1 sala computers2 caffè3 centrale termica4 terrazza5 loggia

Modello generale del Ghetto con il Centro Culturale Museale

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Sezione trasversale sull'atrio

Il progetto e la città:il rapporto tra il Centro Culturale e il Palazzo della Ragione

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Il progetto e la città:vista del modello lungo Via delle Piazze

Sezione longitudinale del Centro Culturale e della Scuola Grande

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Sezione longitudinale con i tracciati dei rapporti armonici

Vano scale:vista del modello e sezione longitudinale

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Vista a volo d'uccello del modello

In alto: sezione longitudinale del modello

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Vista del teatro verso la scena

Vista della corte

In basso: sezione trasversale sul teatro

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Tavole dipinte con soggetti biblici:la Pasqua degli Ebrei.

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sala a - le dieci tavole dipinte10 tavole in abete dipinte della metà del '700, alte circa 2.30 m e di varia larghezza. Abbazia di Praglia. 1. Melchisedec benedice Abramo. 232 x 101 cm.2. Isacco introduce Rebecca nella tenda di Sara. 230 x 113 cm.3. Giacobbe incontra Rachele al pozzo. 230 x 118 cm.4. La Pasqua degli Ebrei. 230 x 115,5 cm.5. Mosè sul Monte Sinai. 230 x 195 cm.6. La costruzione della capanna (Sukkah). 231 x 108 cm.7. Giosuè ferma il sole. 123 x 66,5 cm.8. Ritorno di Davide vittorioso. 230 x 107,5 cm.9. Elia rapito in cielo. 229 x 102 cm.10. Trionfo di Mardocheo. 66 x 101 cm.

sala b - la casa ebraica1. Calice per Kiddush in argento lavorato: XIX secolo, Italia, 18.5 x diametro 9 cm. Padova, collezione privata.2. Brocca e bacile per Birkat Kohanim in argento lavora-to: 1696, Roma, 25 x diametro 11 cm. Padova, collezio-ne privata.3. Besamim in argento lavorato: XIX secolo, Italia, 19 cm. Padova, collezione privata.4. Calendario per l'Omer in legno: 1797, Italia setten-trionale, 31 x 14 x 8 cm. Padova, collezione privata.5. Piatto per il pane del Sabato in argento lavorato: XX secolo, Italia, 42 x 30.5 cm. Padova, collezione privata.6. Piatto per Seder in porcellana: XX secolo, Italia, dia-metro 38 cm. Padova, collezione privata.7. Shadday in ottone - «il Potente»: XIX secolo, Italia, 13.2 x 9.5 cm. Padova, collezione privata.8. Mezuzah in argento lavorato - «stipite della porta»:XX secolo, Italia, 6 x 1.5 cm. Padova, collezione privata.9. Mezuzah in argento lavorato: XX secolo, Italia, 5.5 x 1 cm. Padova, collezione privata.10. Mezuzah in ottone smaltato: XX secolo, Italia, 9 cm.

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Il museo: le opere da esporre

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Padova, collezione privata.11. Mezuzah in argento lavorato: XX secolo, Italia, 11 x 2 cm. Padova, collezione privata.12. Tovaglietta per Seder in fustagno di cotone dipin-to: XX secolo, Italia, 56.5 x 49 cm. Padova, collezione privata.13. Lampada sabbatica in ottone lavorato: XIX secolo, Italia, diametro max. 27 cm. Padova, collezione privata.14. Tovaglietta per le festività in organzino di seta rica-mato: XVIII secolo, Italia settentrionale, 92 x 79 cm. Padova, collezione privata.

sala c - la vita ebraica1. 5 monete in argento e 1 certificato per Pidyon: XX secolo, Israele. Padova, collezione privata.2. Shivviti manoscritto su carta - «ho posto», scritto propiziatorio: XIX secolo, 57.5 x 41.5 cm. Padova, colle-zione privata.3. Ketubbah su pergamena manoscritta - «contratto nuziale»: 1828, Padova, 77.5 x 51 cm. Padova, collezione privata.4. Ketubbah su pergamena manoscritta - «contratto nuziale»: 1790, Venezia, 58 x 49 cm. Padova, collezione privata.5. Ketubbah su pergamena manoscritta - «contratto nuziale»: 1850, Padova, 61 x 41 cm. Padova, collezione privata.6. Manoscritto in occasione di un matrimonio su carta: 1766, Padova, 32 x 24.5 cm. Praglia, biblioteca.7. Lettera autografa - di S. S. Pio X all'on. Leone Ro-manin Jacur: 1913, 23.4 x 17.3 cm. Padova, collezione privata.8. Diploma di laurea in medicina su pergamena miniata: 1713, Università di Padova, 23 x 17 cm. Praglia, biblio-teca.9. Regolamento del convitto rabbinico di Padova: 1854, Padova, 61.5 x 43 cm. Padova, collezione privata.

sala d - il tempio ebraico1. 2 Rimmonim in argento lavorato - «melograni», pun-tali che ornano i rotoli della Torah, a forma di melogra-no: XIX secolo, Europa orientale, alti 44 cm, diametro max 12.5 cm. Padova, collezione M.Callegaro Simonato.

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2. 2 Rimmonim in argento lavorato: XIX secolo, Europa orientale, alti 22 cm, diametro max 9.5 cm. Padova, collezione M.Callegaro Simonato.3. Tas in argento lavorato - «piastra, medaglione», piastra ornamentale che si oppone sopra il meil (manto di avvolgimento) sul Sefer Torah (il libro della legge, rotolo manoscritto dei primi cinque libri della Bibbia o Pentateuco): XIX secolo, Europa orientale, 28 x 24.5 cm. Padova, collezione M.Callegaro Simonato.4. Lampada di Chanukkah in argento lavorato - «consa-crazione, inaugurazione», festa autunnale di istituzione rabbinica, ricorda la rivolta giudaica contro l'oppressione siro-ellenistica, ed è caratterizzata dall'accensione della lampada a otto lumi omonima: 1784, Milano, 65 x 57 cm, diametro max 27 cm. Padova, collezione privata.5. Lampada di Chanukkah in argento lavorato: inizio del XIX secolo, Europa orientale, 75.5 x 46 cm, base 16 cm. Padova, collezione privata.6. Lampada di Chanukkah in argento fuso: XX secolo, Italia, 24 x 23 cm, diametro base 10.5 cm. Padova, collezione privata.7. Lampada di Chanukkah in bronzo fuso: XX secolo, Italia, 18.5 x 22 cm. Padova, collezione privata.8. Menorah in bronzo fuso - lampada a sette braccia di antichissima tradizione, già prescritta nella Torah, è oggi puro oggetto simbolico: XX secolo, Italia, 40 x 29 cm. Padova, collezione privata.9. Lampda pensile per Sinagoga in argento lavorato: 1794, Italia, diametro max. 33 cm. Padova, collezione privata.10. Yad in avorio e argento lavorato - «mano», indicatore a forma di mano per evitare di toccare il testo durante la lettura della Torah: inizio del XIX secolo, Inghilterra, 37 cm. Padova, collezione M.Callegaro Simonato.11. Shofar in corno di montone - corno usato come buccina il cui suono caratteristico chiama a raccolta il popolo, durante le grandi solennità e in occasione delle feste penitenziali di principio d'anno: XIX secolo, Italia, 39 cm. Padova, collezione privata.12. Leggio per la lettura pubblica nella Sinagoga in legno lavorato: XVIII secolo, Italia, alto 1.25 m, piano di lettura 61 x 72 cm. Padova, collezione privata.13. Parokhet in velluto ricamato - cortina per l'Aron ha-kodesh, l'armadio sacro rivolto verso Gerusalemme, in

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cui sono custoditi i rotoli della Torah: 1823, Italia, 192 x 145 cm. Padova, collezione privata.14. Parokhet in rasatello di seta ricamato: XIX secolo, Italia, 175 x 132 cm. Padova, collezione privata.15. Tallit in lana - «mantello», manto quadrangolare fornito ai quattro angoli dei fiocchi prescritti da Deute-ronomio, da indossarsi nella preghiera del mattino e in particolari occasioni solenni: XX secolo, Israele. Padova, collezione privata.

sala e - i libri sacri1. Megillat Ester in argento a filigrana - «rotolo di Ester», il rotolo per eccellenza fra i libri biblici non compresi nella Torah è quello del libro di Ester: XVIII secolo, Italia, 20 cm. Padova, collezione privata.2. Bibbia istoriata padovana su pergamena: fine del '300, 33.9 x 24.5 cm. Rovigo (Accademia dei Concordi).3. Megillat Ester manoscritto su pergamena miniata: inizio del XVIII secolo, Austria o Baviera, 52.5 x 58 cm. Padova, collezione privata.4. Megillat Ester manoscritto su pergamena miniata: inizio del XVIII secolo, Austria o Baviera, 52.5 cm x 5.10 m. Padova, collezione privata.5. Sefer Ha-Ikkarim manoscritto su pergamena - libro dei dogmi: XV secolo, 36 x 25 cm. Rovigo (Accademia dei Concordi).6. Machazor manoscritto su pergamena: XV secolo, 38 x 27 cm. Padova (Biblioteca del Seminario).7. Megillat Ester manoscritto su pergamena miniata: XVIII secolo, 34.5 cm di pergamena x 64 cm in totale. Praglia, biblioteca.8. Machazor rilegato in argento lavorato - formulario di preghiere per tutto l'anno: Venezia 1772, 17.8 x 11.5 cm. Padova, collezione privata.9. Machazor rilegato in argento e stemmi d'oro: Venezia 1587, 16.2 x 11.6 cm. Padova, collezione privata.10. Sha'arè Tefillah rilegato in avorio - «porte della preghiera», libro di preghiere: Vienna 1881, 10 x 6.5 cm. Padova, collezione privata.

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sala f sala g - la comunità ebraica e il ghetto di padovaRaccolta di stampe, documenti, fotografie sulla storia della Comunità Ebraica e del Ghetto di Padova.

piccola corte - miqweh

Vasca per il bagno rituale della fine del Quattrocento o dei primi decenni del Cinquecento.Mattoni e intonaco di cocciopesto rosa. Larga circa 2 m., lunga 3.90 m., profonda 1.80 m.

Piccola corte: il Miqweh

Immagini della storia del Ghetto e della Comunità Ebraica di Padova.

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Ringraziamenti

Desidero ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato nella realizzazione di questo lavoro, ed in particolare:

il prof. Arrigo Rudil'arch Stanislao Fierrol'ing. Giuseppe Mazzonl'arch. Stefania Previatimio padre, Paolo Scagliarini

Desidero infine ringraziare per la loro disponibilità ed i preziosi consigli, il rabbino capo della comunità Ebraica di Padova Aharon Adolfo Locci, il rabbino Achille Shimon Viterbo e l'arch. Giuseppe Schvarcz.

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studioarchitettura nasce nel 2005 dopo un periodo di intense collaborazioni durante il quale sono stati affrontati numerosi concorsi d'architettura e diverse esperienze professionali. Lo studio, fondato dagli architetti Orazio Basso e Davide Scagliarini, si occupa di progettazione nell'ambito dell'edilizia pubblica, residenziale ed industriale, dalle fasi preliminari alla direzione dei lavori. Opera inoltre nel campo degli allestimenti ed arredamenti d'interni, del disegno industriale, del web design e della grafica editoriale.

Orazio Basso, nato nel 1971 a Noale (VE), si laurea in architettura allo IUAV con il prof. Arrigo Rudi. Dal 1999 svolge attività professio-nale collaborando con studi di architettura di Bolzano e Treviso, occupandosi prevalentemente di progettazione esecutiva ed attività di cantiere in opere pubbliche.Dal 2003 si occupa inoltre di attività didattica presso l'università IUAV.

Davide Scagliarini, nato a Padova nel 1969, si laurea con lode in architettura a Venezia con il prof. Arrigo Rudi. Ha collaborato negli studi di diversi architetti, tra cui Stanislao Fierro a Bolzano e Aurelio Galfetti a Lugano. Dal 2000 svolge la sua attività professionale presso la sede di studioarchitettura, dedicandosi alla progettazione architettonica di opere pubbliche e private.

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