Un campo all'insegna della gioia nella condivisione · manda sarà: «Certo, l’ho fatto io di...

8
ANNO VII N°24 - OTTOBRE 2012 Giovedì 11 ottobre scorso Papa Bene- detto xvi con una santa Messa concelebrata da cen- tinaia tra Cardinali e Ve- scovi in Piazza S. Pietro ha inaugurato l’Anno della Fede, una proposta a tutta la Chiesa universale per risvegliare nelle comunità la Fede in Gesù Cristo, che sembra si sia affievolita in tanti fratelli sia pure battez- zati. Io ho avuto la gioia di essere presente all’avvenimento e posso assicurarvi che è stato un momento pieno di emozio- ne. Vedere Piazza S. Pietro gremita di fedeli, la solenne processione dei Cardinali e dei Vescovi e l’atmosfera di silenzio e di preghiera, interrotta solo dall’entrata del Papa in papamobile lungo i vari spazi lasciati liberi tra la folla. Mi sono allora ricordato di 50 anni fa, quando il Beato Papa Giovanni XXIII ha aperto il grande Concilio Vat. II. Il. Allora ero all’ultimo anno di Semina- rio, in attesa di essere ordinato “diacono” nella festa dell’Immacolata. La televisione, nata da pochi anni e in bianco e nero, ci ha mostrato l’assise del Concilio, la grande Basilica di San Pietro diventata un’aula in cui da una parte all’altra si ergevano i banchi sui quali erano collocati i Vescovi di tutto il mondo cattolico. Alla sera poi di quel 11 ottobre il Papa Buono si è affacciato alla finestra del suo studio e ha proclamato quel bel- lissimo discorso improvvisato, chia- mato il discorso della luna, nel quale il Papa ha voluto pregare con l’immensa folla, che gremiva Piazza San Pietro con la fiaccolata, organizzata dell’Azione Cattolica. Il segretario particolare del Papa, l’Arcivescovo Mons. Loris Capovilla, tuttora vivente e allora semplice sacer- dote, racconta che quella sera il Papa, dopo una giornata così intensa e fati- cosa, intendeva ritirarsi stanco nella sua stanza, ma sentendo i canti e le preghiere di tutta quella folla in piaz- za, il Segretario pregò il Papa di affac- ciarsi per dire alcune parole, anche se non aveva preparato nulla. E Papa Giovanni con quel “quando andrete a casa date una carezza ai vo- stri bambini, e dite che è la carezza del Papa”, ha fatto il discorso più ispirato, che non sarà mai dimenticato in futu- ro. Giovedì 11 ottobre scorso Papa Bene- detto XVI durante la S. Messa ha par- lato del Concilio Vat. II e ha detto chiaramente che non è possibile dimi- nuire l’importanza che ha avuto e che avrà ancora nella Chiesa. La nuova Evangelizzazione dovrà tener conto di ciò che lo Spirito ha detto alla Chiesa 50 anni fa, perché il Conci- lio non è stato ancora conosciuto in tutti i suoi aspetti. Anche noi in questo anno cerche- remo di ravvivare la nostra fede soprattutto tenendo conto delle indicazioni che il papa e il nostro Vescovo ci hanno suggerito per vivere e testimoniare con gioia la ricchezza del Vangelo e, quindi della fede in Cristo, Unico Salvato- re del mondo. Buon Anno don Mario PERIODICO DELLA PARROCCHIA DI S.SOFIA VED. - CANARO -Apertura dell’anno della fede -Animazione estiva per ragazzi: Campo estivo Campo solare -Testimonianze dai territori terremotati

Transcript of Un campo all'insegna della gioia nella condivisione · manda sarà: «Certo, l’ho fatto io di...

ANNO VII N°24 - OTTOBRE 2012

Giovedì 11 ottobre scorso Papa Bene-detto xvi con una santa Messa concelebrata da cen-tinaia tra Cardinali e Ve-scovi in Piazza S. Pietro ha inaugurato l’Anno della Fede, una proposta a tutta la Chiesa universale per risvegliare nelle comunità la Fede in Gesù Cristo, che sembra si sia affievolita in tanti fratelli sia pure battez-zati. Io ho avuto la gioia di e s s e r e p r e s e n t e all’avvenimento e posso assicurarvi che è stato un momento pieno di emozio-ne. Vedere Piazza S. Pietro gremita di fedeli, la solenne processione dei Cardinali e dei Vescovi e l’atmosfera di silenzio e di preghiera, interrotta solo dall’entrata del Papa in papamobile lungo i vari spazi lasciati liberi tra la folla. Mi sono allora ricordato di 50 anni fa, quando il Beato Papa Giovanni XXIII ha aperto il grande Concilio Vat. II. Il. Allora ero all’ultimo anno di Semina-rio, in attesa di essere ordinato “diacono” nella festa dell’Immacolata. La televisione, nata da pochi anni e in bianco e nero, ci ha mostrato l’assise del Concilio, la grande Basilica di San Pietro diventata un’aula in cui da una parte all’altra si ergevano i banchi sui quali erano collocati i Vescovi di tutto il mondo cattolico. Alla sera poi di quel 11 ottobre il Papa Buono si è affacciato alla finestra del suo studio e ha proclamato quel bel-lissimo discorso improvvisato, chia-mato il discorso della luna, nel quale il Papa ha voluto pregare con l’immensa folla, che gremiva Piazza San Pietro con la fiaccolata, organizzata dell’Azione Cattolica.

Il segretario particolare del Papa,

l’Arcivescovo Mons. Loris Capovilla, tuttora vivente e allora semplice sacer-dote, racconta che quella sera il Papa, dopo una giornata così intensa e fati-cosa, intendeva ritirarsi stanco nella sua stanza, ma sentendo i canti e le preghiere di tutta quella folla in piaz-za, il Segretario pregò il Papa di affac-ciarsi per dire alcune parole, anche se non aveva preparato nulla. E Papa Giovanni con quel “quando andrete a casa date una carezza ai vo-stri bambini, e dite che è la carezza del Papa”, ha fatto il discorso più ispirato, che non sarà mai dimenticato in futu-ro. Giovedì 11 ottobre scorso Papa Bene-detto XVI durante la S. Messa ha par-lato del Concilio Vat. II e ha detto chiaramente che non è possibile dimi-nuire l’importanza che ha avuto e che avrà ancora nella Chiesa. La nuova

Evangelizzazione dovrà tener conto di ciò che lo Spirito ha detto alla Chiesa 50 anni fa, perché il Conci-lio non è stato ancora conosciuto in tutti i suoi aspetti. Anche noi in questo anno cerche-remo di ravvivare la nostra fede soprattutto tenendo conto delle indicazioni che il papa e il nostro Vescovo ci hanno suggerito per vivere e testimoniare con gioia la ricchezza del Vangelo e, quindi della fede in Cristo, Unico Salvato-re del mondo. Buon Anno

don Mario

PERIODICO DELLA PARROCCHIA DI S.SOFIA VED. - CANARO

-Apertura dell’anno della fede -Animazione estiva per ragazzi:

Campo estivo Campo solare

-Testimonianze dai territori terremotati

2

COPERTINA

A 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II, si è aperto L’ANNO DELLA FEDE.

11 Ottobre 2012: Papa Benedetto XVI celebra a Roma, dove è presente anche il nostro parroco don Mario, la celebrazione liturgica dell’Anno della Fede e in quello stesso giorno anche la nostra Diocesi di Adria-Rovigo si dà appuntamento nella Basilica Con-cattedrale – Duomo di Rovigo, per questo appuntamento così importante per ogni cristia-no e per chiun-que sia in ricer-ca. Il Duomo era affollatissimo, quasi a rispon-dere alla chia-mata del nostro Vescovo Lucio che ha presiedu-to la celebrazio-ne, e alla chia-mata del Santo Padre, e sottoline-are il desiderio di scoprire le radici cristiane, il nostro essere Figli e Fratel-li. Il Vescovo ha sottolineato con parti-colare intensità spirituale l’importanza

di questo Annus Fidei, soffermandosi sul significato e sul dono della Fede, un dono che va alimentato con la pre-

ghiera, la testimonian-za, la condivisione, la conoscenza della Bib-bia, del Catechismo della Chiesa Cattolica. Si è poi proseguito con la Professione di fede durante la quale l’Assemblea ha potuto accendere una candela “Luce del Risorto, fiamma della Fede, ricevuta nel Battesimo risplende per ogni

Rinato dall’acqua e dallo Spirito San-to”. Al termine dell’intensa celebrazione, ai membri dei Consigli pastorali Parroc-chiali è stato consegnato lo strumento di riflessione per la prima parte dell’Anno “Credo in Dio Padre Onni-potente”. Anche nella nostra parrocchia

“S.Sofia” si ter-ranno incontri, aperti a tutti, su temi riguardanti la Fede e la sco-perta di questo immenso dono. Essi si terranno nei locali della Parrocchia e il primo sarà il 23 Ottobre alle ore 21.00. “Desideriamo che

questo Anno susciti in ogni credente

l’aspirazione a confes-sare la fede in pienezza e con rinnovata con-vinzione, con fiducia e speranza” Papa Be-

nedetto XVI Serena Cirella

UN PO DI NOI n° 24/2012

Direttore responsabile: Mons. DANIELE PERETTO

Redazione: TURATTI don MARIO e GRUPPO GIOVANI di CANARO

STAMPATO PRESSO LA TIPOGRAFIA NIKE KAI DIKE DI FIESSO U. BIMESTRALE INSCRITTO AL REGISTRO STAMPA DEL TRIBUNALE DI ROVIGO.

AUTORIZZAZIONE N° 16/04 DEL 24/12/2004

Realizzazione e distribuzione: Alessandro Bertagnon, Nicola Crepaldi, Andrea Marchesano e Andrea Sgualdo

Un momento della celebrazione in Duomo a Rovigo

- 21 - FEDE - CHE COS’È?

Fede è conoscere e credere. Ha sette segni distintivi:

La fede è un puro dono di dio che noi riceviamo quando lo domandiamo con fervore

La fede è la forza soprannatura-le di cui noi abbiamo bisogno in maniera necessaria per rag-giungere la nostra salvezza

La fede richiede il libero arbi-trio e la lucidità intellettuale dell’uomo nel momento in cui egli si affida all’invito di Dio

La fede è assolutamente certa, poiché Gesù ne è il garante

La fede è imperfetta finchè non diviene attiva nell’amore

La fede cresce quando noi a-scoltiamo sempre meglio la pa-rola di Dio e siamo in vivo scambio con lui mediante la preghiera

Molti affermano che per loro credere è troppo poco, che avrebbero biso-gno di conoscere. Ma la parola «credere» ha due significati profonda-mente differenti. Quando un paracadutista chiede all’addetto dell’aeroporto: «Il mio paracadute è stato confezionato bene?», e quello risponde trascurata-mente: «Oh, credo di sì», questo non basta, perché il paracadutista vorreb-be conoscere davvero la risposta a questa domanda. Ma se egli ha chie-sto ad un amico di confezionare il paracadute, la risposta alla stessa do-manda sarà: «Certo, l’ho fatto io di persona. Puoi fidarti di me!». Al che il paracadutista dirà: «Sì, ti credo». Questo credere è molto più di un semplice sapere, indica la certezza: questa è la fede che fece partire Abra-mo verso la terra promessa, questa è la fede che ha fatto perseverare i mar-tiri fino alla morte, questa è la fede che sorregge i cristiani ancora oggi perseguitati, una fede che coinvolge l’uomo nella sua interezza.

© L’osservatore Romano

3

GIOVANI

Atmosfera magica e misteriosa quest'anno al campo estivo a cui han-no partecipato ragazzi e ragazze delle medie. Dal 14 al 21 Luglio il Gruppo Giovani della Parrocchia di Canaro insieme al parroco don Mario ha organizzato il tanto atteso campo estivo che si è svolto a Solagna (VI) – Colli Alti- presso la Casa Natura Alpeni-se. Sicuramente non ci siamo privati del fresco tanto desi-derato in questa afosa estate, a 1300 metri certo non man-ca, di panorami mozzafiato e di un'immersione nella natura difficili da dimenticare, così come il Parco Avventura in cui ci si è cimentati tra corde, moschettoni, percorsi... il tutto in quota!!! Ed anche di una visita alla bellissima città di Bassano del Grappa.

Ci sono stati momenti di riflessione individuali e di gruppo, di condivisio-ne di esperienze spirituali (veglia alle stelle) e non come l'avvicendarsi ogni giorno dei diversi gruppi che si sono impegnati nelle pulizie, nel preparare la colazione, pranzi e cene, ovviamen-

te sotto la guida abile e pronta della cuoca. Ognuno quindi si è messo al servizio degli altri non risparmiandosi, ma anzi con quella vitalità e gioia che ha caratterizzato tutto il campo. Infat-

ti lo scopo era proprio questo, vivere la vita con spirito..., con gioia, quella che Gesù insegna, ma anche con lo

Spirito Santo guida della vita di ognuno! Ma lo spirito era anche un altro, quello del fan-tasma di Canterville! Proprio così, perchè il campo ha avuto come filo conduttore le av-venture de “Il fantasma di Canterville” del qua-le ogni giorno se ne è letto un capitolo e lo si

è collegato con il brano del Vangelo scelto e quindi con tutte le attività della giornata! Esperimento ottima-mente riuscito! Quest'anno abbiamo anche avuto una piacevolissima e tan-to desiderata visita, quella del nostro Vescovo Lucio che ha voluto condivi-

dere questo periodo di gioia e dello stare insieme con noi per qualche ora, in cui abbiamo cantato accompagnati dalla fisarmonica egregiamente suona-ta dal Vescovo, in cui abbiamo ascol-

tato il messaggio che ci ha portato sottolineando l'im-portanza di questi momenti e soprattutto del continuare a portare nella vita di ogni giorno ciò che raccogliamo da queste esperienze. Dopo aver condiviso il momento del pranzo abbiamo salutato e ringraziato il Vescovo per averci fatto vivere un mo-mento che non scorderemo! E' stato un bellissimo cam-po che ha dato la possibilità

ad ogni partecipante di conoscere me-glio gli altri e quindi anche noi stessi, ma soprattutto che la vita è bella e bisogna viverla con... SPIRITO!

Gruppo Giovani Parrocchia “S.Sofia” di Canaro

Un campo all'insegna della gioia nella condivisione

Foto di gruppo a Bassano del Grappa

Il Vescovo in visita mentre suona la fisarmonica

Durante un’attività… spericolata!

L’équipe diocesana per la pastorale giovanile con Don Diego (Pisani, parroco di Guarda Veneta e refe-rente per la Vicaria di Crespino-Polesella della Pastorale Giovanile) ha già fissato date e luoghi per gli incontri mensili di preghiera per i giovani:

Primo incontro: VENERDÌ 16 NOVEMBRE a Crespino ore 20.45 Secondo incontro: VENERDÌ 21 DICEMBRE a Bosaro ore 20.45 Terzo incontro: VENERDÌ 25 GENNAIO a Rovigo ore 20.45 Quarto incontro: VENERDÌ 15 FEBBRAIO a Garofolo ore 20.45 Quinto incontro: VENERDÌ 15 MARZO a Raccano ore 20.45

Si avvisa inoltre che DOMENICA 2 DICEMBRE nel pomeriggio si terrà l’INCONTRO DEI CHIERICHETTI DELLA VICARIA IN TEATRO A CRESPINO DALLE 15.30 ALLE 18.30

4

GIOVANI

Dal 27 agosto al 1° settembre si è svolto a Canaro il Campo Solare “Enrico”, da diversi anni tradizionale appuntamento per tutta la comunità. Il tema scelto è stato il Medioevo con le avventure di re Artù, accompagnato dai suoi tanti ami-ci e dai numerosi nemici. Al campo hanno partecipato 42 bambini e ragazzi dai 6 ai 15 anni, provenienti anche da paesi limitrofi, mentre il gruppo degli animatori, coordinati da An-drea Sgualdo e Eleonora Zerbinati, era composto da 23 persone: Mattia Barotti, Alessandro Bertagnon, Ales-sio Buffo, Valentina Campioni, Nicola Crepaldi, Alberto Dal Ben, Anna Fer-racin, Andrée Ghinello, Federico e Giulia Ghiraldello, Mascia Hutsanko-va, Ivan, Alessia Longhi, Andrea e Pietro Marchesano, Anna Novello, Pietro Osti, Valentino Rossi, Alessan-dra e Chiara Scaramelli, Giada Sec-chiero, Maddalena Zacconella e Asja Zanforlin. Durante la settimana ragazzi e anima-tori sono stati divisi in cinque squadre le quali e dopo aver ricevuto da re Artù una missione, si sfidavano in giochi inerenti al tema del giorno per conquistare i pezzi di una chiave dai poteri straordinari che sarebbe servita ad aprire il tesoro finale. La seconda parte della mattinata era dedicata alla realizzazione dei lavoretti (“Pesce con cd”, “Tazza colorate” e “Gatto porta-vasi”) e a due laboratori, novità di quest'anno: l'artistico, in cui sono stati

insegnati diversi balli, e la manualità, finalizzata alla costruzione di sceno-grafie e oggetti. Concludevano la ceri-monia di consegna del pezzo della chiave e diversi balli. Sabato 1° settembre le attività si sono

svolte nel po-meriggio. Alle 18:30 la festa è stata aperta dal Parroco don Mario Turatti con la celebra-zione della San-ta Messa presso la Chiesa di Santa Sofia.

Termina-to questo i m p o r -tante mo-mento di riflessio-ne e pre-ghiera il Cinetea-tro Par-rocchiale ha accol-to i bambini con i loro parenti. Alle 20:40 ha avuto inizio lo spettacolo conclusivo, caratterizzato da diversi momenti. Nella prima parte i bambini, divisi per squadre, si sono esibiti in cinque balli, tra i quali “Ai se ue te pego” di Michel Telò e “Balada” di Gusttavo Lima ma anche altri meno famosi come “La danza della panza”. I genitori in platea erano emozionati nel vedere i figli sul palco e non è mancato chi si è lasciato prendere dal ritmo. Concluse le danze, le squadre sono state premiate per i giochi della

settimana. La classifica finale ha visto primeggiare la squadra gialla “Yellow Submarine”, secondi i rossi “Red Car-pet”, al terzo posto la squadra verde dei “Green Day” e quarti pari merito gli arancio “Club dei cavalieri” e i blu “Blues Brothers”. Nel forziere-premio tanti dolci per tutti. La seconda parte è stata dedicata al ricordo con la proiezione di un video contenente tutte le foto della settima-na, scatenando qualche risata e per-mettendo di ripensare ai tanti momen-ti belli avuti nello stare in compagnia, grandi e piccoli indistintamente. L'ultimo segmento si è aperto con i ringraziamenti. In primis i grazie sono

arrivati alle “Signore Panini”, signore che volontariamente si oc-cupavano di ristorare tutti i giovani dopo le fatiche dei giochi: Rita Pizzo, Rita Valieri, Ros-sella Quaglio, Luciana Toffanin, Nadia Piva e Paola Grendene. Rin-graziamenti anche per Serena Cirella e Silla Marzola che, pur non

avendo svolto il ruolo di animatrici, hanno dato una grande mano dovun-que ci fosse bisogno. Molta la soddisfazione degli animato-ri, che hanno visto concretizzarsi al meglio le proprie idee dopo mesi di riunioni, e tanto è stato il dispiacere di bambini e ragazzi per la conclusione di questa breve avventura ma... basta avere solo un po' di pazienza! Ci si rivede la penultima settimana di ago-sto del 2013 con una nuova storia da raccontare e vivere insieme!

Gli animatori

Al Campo Solare “Enrico” tanti giochi, canti e balli alla corte del Re più famoso della Britannia

Come promesso, ecco la soluzione al Sudoku dello scorso numero. Nei prossimi numeri ne potrete trovare di nuovi per continuare a giocare!

Il prossimo numero uscirà a Gennaio 2013.

Puoi inviare i tuoi articoli entro il

13 gennaio 2012.

Mail: [email protected]

Posta: Redazione “Un PO di noi” c/o Parrocchia S. Sofia - Canaro P.zza XX Settembre, 1 45034 Canaro (RO)

5

PAESE

La Comunità di San Felice sul Panaro, in occasione della festa di don Bosco tenutasi il 30 settembre scorso, ha e-spresso verso il Gruppo Caritas di Canaro un vivo ringra-ziamento per l’aiuto ricevuto in alimenti, indumenti, giochi e materiale scolastico dopo il terremoto. Ci è stata donata una riproduzione del Trittico della Chiesa Parrocchiale di San Felice, portato in salvo dalle macerie ed

ora in fase di restauro. Ci ha molto emozionato partecipare a questa Festa della Comunità: dopo una lunga e parte-cipata processione ci siamo radunati al Cen-tro Giovanile don Bo-sco, anche questo dura-mente colpito dal sisma; è stata una occasione per sperimentare l’unità di tutto il paese, giovani, bimbi e adulti, e la vici-nanza con molte altre Comunità. Si percepiva un clima di sincera gioia, pur in mezzo alle preoccupa-

zioni; di speranza nel futuro e volontà di superare il passa-to; di grande riconoscenza per la solidarietà ricevuta. Durante la Santa Messa, concelebrata sotto i tendoni da cinque sacerdoti, dal nostro parroco don Mario e dal Ve-scovo di Parma, ci siamo sentiti parte di un’unica Chiesa, viva e presente nelle nostre giornate. La sensazione di disa-gio provata nel vedere ancora tante roulotte e tende nei giardini, ha lasciato il posto ad una speranza più grande.

Teresa

La riproduzione del Trittico rice-

vuta in dono dalla Comunità.

Per il 25° anno di matrimonio sono stato insieme a mia moglie a Gerusalemme: tra i luoghi visitati, suggestivi e importanti per la fede cristiana, ricordo particolarmente il Cenacolo; luogo dove è stata istituita l’Eucarestia, dove è nato il comandamento dell’amore. Secondo la tradizione cristiana la carità nasce proprio in questo posto dove Gesù si è chinato a lavare i piedi ai suoi discepoli. Tante volte pensiamo di essere noi i primi a do-ver fare qualcosa per Dio: recitiamo le preghiere, accendia-

mo le candele, facciamo “tante cose” per Lui, ma dimenti-chiamo che è stato Lui il primo a chinarsi su di noi per la-varci i piedi. Un Dio che si è chinato su di noi e che ci ha amato fino alla morte. La Carità nasce proprio da questo chinarsi di Dio su di noi. Di solito chi opera per la carità, pensa che questa sia ope-ra propria, che nasce dal proprio buon cuore; invece la carità nasce dall’esperienza profonda che noi facciamo dell’amore di Dio. La carità non è un lavoro, ma in mezzo a tante difficoltà la esprimiamo vivendo per l’altro, amando l’altro, servendo l’altro. Lo stesso Papa Benedetto dice che un cristiano non deve convertire il mondo, ma con la sua testimonianza de-ve trasfigurarlo, esattamente come ha fatto Gesù. Dio infatti, con il suo amore, la sua bontà e la sua miseri-cordia, riesce a raggiungere ogni uomo. Anche noi nella nostra Parrocchia dobbiamo raggiun-gere ogni uomo, indipendentemente dalla religione e dalla condizione sociale. Tutto questo non per la nostra bravura, ma perché abbia-mo fatto esperienza di Dio. Se, nella nostra vita , non ab-biamo fatto esperienza di un Dio che ci lava i piedi, di un Dio che ci ama nonostante i nostri peccati e nonostante la nostra miseria, anche la carità risulta un lavoro. La Caritas Parrocchiale è la comunità intera, e questa non deve essere “risolutore di problemi” ma aiutare a “risollevare la perso-na”. La Caritas siamo noi, ognuno di noi è Caritas. Bisogna investire sulle persone e dare loro fiducia anche quando sgarrano, anzi è proprio allora che hanno più biso-gno del nostro aiuto, del nostro amore e della nostra fidu-cia. La “giustizia” spetta alle forze dell’ordine, al Comune, alle istituzioni, invece la carità intesa come “giustizia carita-tiva” spetta a noi. Non possiamo tirarci indietro …

Enzo

Nella foto in alto:

Interno del Cenacolo a Gerusalemme

Sono ricominciati gli incontri di catechismo per le

classi dalla Prima della Scuola Primaria alla Terza

della Scuola Secondaria.

Per tutte le classi l’appuntamento è

OGNI SABATO dalle 15.00 alle 16.00

Si ricorda che il primo appuntamento

per la classe Prima della scuola Primaria

è

SABATO

17 NOVEMBRE 2012

don Mario

e i Catechisti

6

PAESE/RUBRICHE

Anche stasera abbiamo chiuso il centro d’ascolto della Ca-ritas parrocchiale più tardi del solito, c’è sempre qualcuno che arriva, che ha bisogno di parlare, che ha bisogno di sfogarsi. Nel tragitto che mi riporta verso casa, il mio pensiero corre automaticamente a questo impegno che, piano piano è diventato sempre più importante. Se potessimo, tutti noi operatori, ci farem-mo carico dei problemi del paese. No, non è possibile, e allora l’impegno è di aiutare come meglio possiamo. Eppure ero proprio io che, alla proposta di far parte degli operatori Caritas, avevo ri-sposto con tanto scetticismo. Aiutare chi a Canaro? I soliti disagiati che sono in diffi-coltà da sempre, che nella vita si arrabattano come posso-no, che vivono sulle spalle della comunità senza mai cer-carsi un lavoro? Tra famiglia, lavoro e genitori anziani, la vita è una corsa e un sacrificio continui, per tutti, perché per loro non era così? Più furbi degli altri o semplicemente con problemi diversi? Accettare la sfida ha voluto dire rendersi conto che i “soliti disagiati” erano la parte minore di chi aveva bisogno. Per-sone povere, donne sole, senza lavoro, anziani con pensio-ni minime, quanti problemi, quante situazioni in cui non

sai che pesci prendere e non sei sicuro di poter dare real-mente una mano Il percorso è pieno d’insidie, non giudichiamo, ma ci sen-tiamo giudicati, fare del bene è difficile, molto difficile. Si dice che: gli aiuti sono sempre per le stesse persone, alle occasioni di lavoro accedono sempre quelli, al banco ali-mentare si dà da mangiare a quello là che ha casa sua e al-lora ne ho diritto anch’io. A quella famiglia dai il pacco più grosso (magari sono in quattro e tu in due), ma al centro ascolto chi ci lavora? Operatori competenti o no? Aiutare gli altri richiede l’umiltà di sapere che noi non abbiamo nessuna risposta perfetta pronta per l’uso.

Possiamo avere un’idea su come fare que-sto o quello, possiamo conoscere una fra-se, una metafora o un aneddoto utile e far riflettere, ma se pensiamo di dover trovare noi la soluzione ai problemi degli altri a-vremo un problema noi: l’ansia di non sa-per aiutare davvero. In realtà non dobbiamo trovare la soluzio-

ne; dobbiamo aiutare gli altri a farlo. Cercare di capire quanto più possibile la loro situazione, ma anche cosa pro-vano, le loro paure e debolezze, dobbiamo rispettare le loro idee e non attaccare scelte e convinzioni perché, in fondo, non dobbiamo dimostrare che siamo bravi. La cosa certa per aiutarli è imparare ad amare. Questo significa imparare a rispettare, comprendere, essere onesti e sinceri con loro, se siamo capaci di fare questo trovere-mo sempre il modo migliore per aiutarli e lo faremo sem-pre per il motivo giusto.

Ornella Bari

Il Centro d’ascolto

della Caritas

Parrocchiale è aperto

tutti i venerdì

dalle 18.00 alle 19.00

Mezzo secolo di carriera e una voce ancora perfetta. Adria-no Celentano ha conquistato l’Arena di Verona con il suo concerto in grande stile “Rock Economy”, che ha acceso le emozioni di tutti i fan. Uno spettacolo andato in scena du-rante due serate, l’8 e il 9 ottobre, con grande partecipazio-ne da parte del vastissimo pubblico presente a Verona e quello che ha potuto seguirlo da casa in diretta tv. Un suc-cesso assicurato, o almeno fino a quando lo spettacolo non è stato interrotto dalla predica che tutti temevano e che, alla fine, è arrivata, ma il pubblico acclamava a gran voce la musica ed ecco salire sul palco Gianni Morandi, amico e collega del molleggiato, per soddisfare le richieste. I due cantautori hanno intonato alcuni dei brani più celebri di Celentano e hanno dato vita a duetti come quello de “Il ragazzo della via Gluck”. Durante la seconda serata lo share è calato durante il monologo di Celentano su come si possa cambiare il mondo e salvarne la bellezza, ma ancora una volta l’intervento del suo ospite eccezionale ha riacce-so l’entusiasmo dei fan, anche grazie ad un toccante tributo allo scomparso Lucio Dalla, in suo ricordo Morandi infatti ha intonato la canzone “Caruso”. La presenza di Celentano sulla scena mancava dal 1994 e la lunga assenza viene spez-zata da una canzone inedita, una ballata che tratta dei pro-blemi dell’economia moderna e delle condizioni attuali del nostro Paese, nello stile provocatorio e irriverente tipico del cantante. Il successo riscosso dal suo spettacolo è stato

grande, anche se Adriano Celentano ha chiaramente dimo-strato di non essere più in forma come ai vecchi tempi, ha dimenticato alcune frasi delle sue canzoni più celebri, non riusciva a vedere i suggerimenti a causa del gioco delle luci, ma la sua voce non è cambiata e l’atmosfera si è fatta sem-pre più intensa quando ha riproposto i suoi più grandi suc-cessi come “Soli”, “Storia d’amore” e “L’Emozione non ha voce” , e le milioni di persone a quel punto lo seguivano incantate come sospese, in un momento magico e ricco di emozione.

Anna Novello

Una scena dal concerto all’arena di Verona

7

RUBRICHE

Al fonte battesimale RUZZA SARA di Natalino e Cheorescu Axenia

ZERBINATI EMMA di Davide e Bombonati Elena

CATALANO NADIA di Giovanni e Mazzoni Silvia

AVANZI MATTIA di Marco e Ghinello Giulia

GIBIN LUDOVICA Albertina Mariella di Mario e

Zanca Mascia

NEODO GIULIA di Enrico e Benatti Samanta

GAROFOLO

MOCCHI RICCARDO di Andrea e Angela Bombonati

PIOVAN MARIA ANTONIETTA di Umberto e Rega

Giovanna

Sposi in Cristo TIEGHI NICOLA e MASTELLA GLORIA

MORA STEFANO e CHIARELLI CLAUDIA

PERATELLO SIMONE e BOVOLENTA MARIKA

SOFFRITTI LUCA e CAVICCHIOLI CRISTINA

PELÀ LUCA e GRENDENE CHIARA

BOZZOLAN NICOLA e BRANDOLESE MARA

BAGATIN CRISTIAN e ZAGHI FRANCESCA

Tornati alla casa del Padre PADOVANI ADA VANDA ved. FERRARI

CANIATI VITTORINA

BIANCHI ENNIO

CHIARELLI SESTO (BASSI)

RUFFATO MARIA ved. CULATTI

BOMBONATO suor ANNAMARIA

TIEGHI CLERINA ved. GUARNIERI

ZAGHI SESTO

BERTOLDI CLARA ved. BOZZOLAN

BOMBONATI GIANCARLA

VECCHIATTI PRIMINA ANGIOLINA ved. GRENDE-

NE

BUZZI JAMES

CANIATTI DIEGO

TRONDOLI MARIA LIA ved. BOMBONATI

CASTELLAN ANGELA ved. MION

FERRO ZERLINO

MARGUTTI EVA ved. BELLINAZZI

GUARNIERI FERRUCCIO

GHIRARDELLO ANNA

ROSATTI VICENZINA

FORMAGGI ENNIO

TOFFANIN ITALO

MILAN BRUNO

ROVERSI IRMA ved. LAZZARI

DANIELE ANTONIO (RINO)

VALIERI LUCIA ved. PERAZZOLI

DOLFINI CINZIA ARDENA ved, RICCARDI

GHINELLO DERNA (ROSA) ved. GUARNIERI

GAROFOLO

COMINATO PAOLO

LOMBARDI ALBERTINA ved. TROMBETTA

CROZZOLETTI CLARA ved. COMINATO

TOSI TOSCA ved. PELLEGRINI

PAVANI PALLADE TULLIA ved. SPAOLONZI

GHEDINI GIORGINA in BREDA

PREPARAZIONE: PER LA CREMA: Dopo aver schiacciato le patate, aggiungere gli altri ingre-

dienti fino ad ottenere una crema omogenea.

PER LA PASTA: Mescolare fino ad ottenere una pasta granulosa. Mettere la

carta da forno sulla tortiera e stendervi sopra metà pasta

senza schiacciarla (farla cadere a pioggia). Versare sopra la

crema e ricoprire con il resto di pasta (versare sempre a

pioggia) lasciandola granulosa.

Cuocere a 180 °C per 40 minuti.

Cospargere di zucchero a velo.

INGREDIENTI: PER LA CREMA: - 1 uovo; - 150 gr. di zucchero; - 250 gr. di ricotta; - 300 gr. di patate lesse (patate americane);

PER LA PASTA: - 1 uovo; - 100 gr di zucchero; - 100 gr di burro ammorbidi-to (non fuso); - 1 bustina di lievito per dol-ci; - 1 busta di vanillina; - 300 gr di farina.

E’ una favola rivolta espressamente

ai bambini, ma proprio perché può

avere diverse chiavi di lettura, anche

ragazzi e adulti si possono accostare

a “Il grande albero”.

E’ la storia di un albero, della sua

vita, delle sue avventure e disavven-

ture, che incontra l’imperatore au-

striaco Francesco Giuseppe, viene

accarezzato dalla principessa Sissi, si

trova ad ascoltare i versi dei poeti e le frasi degli inna-

morati ed anche Crik, un piccolo GRANDE scoiattolo.

Il libro porta con sé la magia e la curiosità che spingono

il lettore a scoprire cosa succederà e infatti, colpo di sce-

na! Il grande albero incontrerà un uomo speciale che

veramente lo aiuterà e renderà la sua vita migliore.

Il libro è carico di emozioni che la scrittrice ha saputo

proporre in modo semplice, ma efficace. Carico di sim-

boli può essere motivo di riflessione per il lettore.

Serena Cirella

“IL GRANDE ALBERO” di Susanna Tamaro

ed.: Salani Editore

Per inviare le tue ricette scrivi a: [email protected]

8

Per pubblicità su questo giornalino contattateci via mail a [email protected] oppure rivolgetevi a Don Mario o a un membro della redazione.