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Visita Pastorale 2010 Le chiese del Decanato: SS Salvatore in Cormano Anno LXXXI - Numero 7-8 - Luglio/Agosto 2010 Bresso Mensile della Parrocchia SS. Nazaro e Celso la SQUILLA A Roma con l’AC Don Giampiero prete da 65 anni Oratorio feriale 2010 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 1

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Visita Pastorale 2010Le chiese del Decanato:

SS Salvatore in Cormano

Anno LXXXI - Numero 7-8 - Luglio/Agosto 2010

BressoMensile della Parrocchia SS. Nazaro e Celso

laSQUILLAA Roma con l’AC

Don Giampiero

prete da 65 anni

Oratorio feriale 2010

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M aggio e giugno sono i mesi deimatrimoni. Nella nostra Parrocchiasono più o meno 25 all’anno. La

celebrazione è l’approdo di un percorso,serio e intenso, con cui le nostreParrocchie li accompagnano: vale lapena di raccontarlo.Quando, un anno prima della data, suo-nano il campanello del parroco per chie-dere “informazioni sul corso”, moltimostrano una mal dissimulata diffidenza:i preti, la Chiesa, la “religione dei no”, ela loro distanza di anni da una vita difede, stridono profondamente con la bel-lezza del loro amore, che sentono gran-diosa, tumultuante, unica. Due cose agliantipodi: il loro amore e la Chiesa. E que-sto li fa diffidenti, temendo che qui li sivoglia giudicare (il 70% di loro già convi-ve), imbrigliare di regole, catturare.Basta un po’ di ascolto, di accoglienza, dicalore, e generalmente scatta una simpa-tia reciproca. Simpatia che si alimentacon le coppie che li accompagnano nelpercorso verso il matrimonio, e si tra-sforma in interesse prima, in sorpresainimmaginata poi, man mano che sonoaiutati a interpretare alla luce del Vangelol’amore grandioso che li sta portando almatrimonio. È una sorpresa per loro scoprire che ciòche provano è, nientemeno!, il tocco diDio più umano, più universale, più divinocon cui Lui dice: “Vedi che puoi fidarti?Che puoi fidarti di questo amore, chepuoi fidarti di me?”. È una sorpresa pernoi sentirli raccontare del loro amore coni termini che i cristiani usano per raccon-tare della loro fede: “gratitudine, immeri-tato dono, assoluto, grazia, vita ribaltata,luce, pace, gioia, forza, donazione, eter-no”. Dio ha vie strepitosamente grandi

per toccare il cuore dell’uomo e renderglipossibile la via della felicità: perché diquesto si tratta. Da rimanere senza parolee fiduciosi, molto molto fiduciosi sul futu-ro. Chi riconosce più in loro quei giovanirelativisti, cinici, chiusi su di sé, senzavalori, e chissà cos’altro, con cui siamoabituati frettolosamente a definirli? Così il matrimonio diventa maledetta-mente serio: quando si prepara con lorol’omelia delle nozze, alla luce della paroladi Dio da loro scelta, ti chiedono: “Don,dillo forte ai nostri amici di non giocarecon l’amore, di non aver paura di pren-derlo sul serio, di sbilanciarsi anima ecorpo quando hanno capito che è quellogiusto: è troppo bello!”. Questi qui fannomaledettamente sul serio. Bisogna non lasciarli soli. Dopo il matri-monio il rischio è che ricadano in unostile di vita ammorbato da apparire,avere e potere (ovvio, dopo trent’anni diqueste televisioni, sulle quali, senzamoralismi ma con chiarezza, dobbiamopronunciarci: e i più giovani oggi con ilweb, poi...). Questi fanno maledettamen-te sul serio. Dobbiamo poter contare su giovani cop-pie che si fanno loro vicino, che li accom-pagnino senza catturarli, che condivida-no con loro gioie e dolori dei primi alle-namenti della vita matrimoniale; famiglieche facciano sentire la maternità di Dio edella Chiesa, che con loro imparino adiscernere ed esercitare stili di vitaconformi a quel grandioso amore cheper grazia è stato loro dato. Perché fac-ciano tracimare fuori dalla loro casa –mai trasformata in salotto – quell’amoreche è sale del mondo. Sì, questi fannomaledettamente sul serio.

Il prevosto don Angelo

la parola del parroco

I giovani che si sposano

Questi fanno maledettamentesul serio

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la nostra comunità

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Riposano in Cristo

ZORZITTO Ezio di anni 63ANGIONI Antonio di anni 81TAZZI Giuseppina Maria di anni 66LAURÀ Maria di anni 80BRICCHI Rita di anni 78ANDREGHETTI Eros Elio di anni 68GIURIOLA Cesare di anni 84BRAGHIERI Laura di anni 49

Rinati al fonte battesimale

GALBARINI AnnaCANGI MiaCAIMI AlessioCASATI IsabellaBALLINI DianaBALLINI LaylaPEDRETTI Andrea

Legati del mese di Luglio

1 ore 7 REGONDI Giuseppe e GRANELLO Matilde3 ore 9 ANNONI Angelo5 ore 7 AULETTA Antonio e AGOVINO Saveria9 ore 7 PRINA Francesco e SAVINI Agnese

ore 9 LOCATELLI Sonia10 ore 9 DE PONTI Antonia e STRADA Carlo12 ore 9 TAGLIABUE Enrico e STRADA Angela15 ore 7 GIUSSANI Ambrogio e DE PONTI Luigia20 ore 7 RISI Innocenta22 ore 7 COMI Don Giulio23 ore 9 STRADA Alessandro e Alberto

Legati del mese di Agosto

4 ore 9 ORIANI Erminio e Isolina14 ore 9 ANNONI Giancarlo20 ore 9 ORIANI Luigi e ROSSONI Carla26 ore 9 ROSSONI Carla e ORIANI Luigi

Per verificare i legati in suffragio dei defunti il Parroco chiede ai parenti - qualora non l’avessero già fatto gli scorsi anni -

di passare in Segreteria Parrocchiale (lun-ven h. 17.30-19).

Sposati nel Signore

TAMANI Pierluigi Alberto con CREMONESI Beatrice PaolaBRIOSCHI Alessio con REDIGOLO ValeriaBARONE Vito con CAPPELLETTI CristinaSIESA Alessandro con ZILIO GermanaFERZOLA Enrico con RAZZA ValeriaDE PONTI Luca con VITALE Lucia

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notiziario

La Terza Età a VigevanoLa Terza Età ha propostoun pomeriggio d’arte efede: e subito il pullman siè riempito. Giovedì 3 giu-gno, 45 persone hannoincontrato l’armonia aVigevano: la piazza piùbella d’Italia (così, almeno,si dice lì: ma è bella davve-ro!), l’elegante duomo, ilfascinoso castello, l’Eucaristiacelebrata insieme, e poi unbel gelato. Spesso bastapoco per allontanare nubi egrattacapi dal nostro cuore:la bellezza, infatti, è la curamigliore per non intristire.Quando poi la bellezza èaccompagnata da uno stilefraterno, allora l’accoppiataè vincente. La Terza Età ciaspetta di nuovo a settem-bre, ogni giovedì alle ore15, presso la palazzinadelle ACLI. E per chi sa lavorare di taglio, cucito e ferri, ogni mercoledì, stessaora, stesso luogo.

PERCORSO VERSO IL MATRIMONIO CRISTIANO

Autunno 2010

Mercoledì 8 settembre inizia in Parrocchia il Percorso verso ilmatrimonio cristiano. Le iscrizioni si ricevono già da ora in casaparrocchiale (lunedì-venerdì, 17.30-19), con un colloquio di conoscenzareciproca con il parroco. Inizio percorso nelle altre parrocchie bressesi:Madonna della Misericordia: martedì 14 settembre – s. Carlo: giovedì 23settembre

Cinema San GiuseppeChiusura per pausa estiva

Riprenderemo la programmazione il 3 settembre.Buona estate a tutti.

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T erminata la visita pastorale,ecco un nuovo compito: stende-re una “Carta di comunione e

missione”, in cui far emergere i vetto-ri della pastorale nel Decanato diBresso. Non una nuova carta costitu-zionale, ma un testo agevole e di indi-rizzo, da declinare poi sul campo: iCPP delle Parrocchie bressesi hannoesaminato la bozza che, preventiva-mente, i nostri preti avevano elabora-to, sulla base dell’ampio discernimen-to compiuto dai laici preparando lavisita pastorale.Partendo da lì, ecco quattro ambitistrategici.La pastorale della famigliaCi è stata sottoposta la necessità dicurare al meglio la preparazione almatrimonio e il conseguente accom-pagnamento delle nuove famiglie,anche, e non solo, durante il cammi-no di iniziazione cristiana. Con lacoscienza delle potenzialità di unostrumento quale il Centro per la fami-glia, si è anche sottolineato quantosia importante che poi il lavoro dipastorale si articoli nelle singole cittàpur mantenendo un coordinamento alivello decanale.La pastorale giovanileCi è stata presentata come sfida per laChiesa, con l’obiettivo di consentireche i giovani incontrino Gesù; perquesto ci veniva sottolineata l’impor-tanza di essere con i giovani e di coo-perare nell’affrontare questo traguar-do.La pastorale della caritàCi è stato proposto come ambito por-tante della nostra pastorale, in quantolinguaggio principe della Chiesa inte-

ra. A tale proposito si sottolineava,dal punto di vista organizzativo, l’im-portanza della Caritas per tutte lenostre città.La pastorale della culturaÈ emerso dalla bozza come noi gene-riamo cultura con il fatto stesso di esi-stere: e perché questa vita diventi“cultura riflessa” occorre coordinaree valorizzare le diverse realtà culturalicristiane presenti sul nostro territorio(sale della comunità, centri culturali,periodici e informatori, siti web par-rocchiali...) e porli in dialogo con lealtre realtà presenti sul territorio.Il dibattito ha puntualizzato meglioalcuni elementi. Innanzitutto la realtàdei migranti, elemento da sottolinea-re sia per quanto riguarda la pastora-le giovanile, sia per quella della cultu-ra: si parla infatti della nostra città didomani. Anche sulla pastorale giovanile è utileun appunto: occorre incontrare i gio-vani dove ora essi sono: la scuola inprimis. Sappiamo quanto siano risor-sa pastorale quelli, tra loro, che giàhanno incontrato Gesù, perché diven-tano anch’essi soggetti evangelizzan-ti: e in questo l’oratorio è ancora pre-zioso. Non ci dobbiamo dimenticare,però, che è essenziale il sostegnodella comunità adulta per non perde-re di vista l’obbiettivo o se non si saesattamente come giungervi. Infine ciè sembrato utile accentuare l’impor-tanza di non ridurre queste linee dipastorale a principi utili solo alla ste-sura di una carta. Devono diventarerealtà vive, declinate nelle nostreParrocchie e comunità. Sarà il cammi-no del 2011.

Dopo la visita del Cardinale Tettamanzi

I vettori della pastoraleVerso una “Carta di comunione e missione” nel Decanato di Bresso.di Giulia Marcarini

consiglio pastorale

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G ià quattro anni fa, quando si eratrattato di accompagnare al bat-tesimo Jacopo, avevamo rispo-

sto con entusiasmo alla richiesta fattada don Angelo. Per noi era come pro-seguire il cammino da educatori cheper tanti anni ci aveva visti impegnaticon adolescenti e giovani in Oratorio.Con Sandra si è ripetutoil cammino biennale diiniziazione cristiana chel’ha condotta a diventarecristiana, la notte diPasqua.Ancora una volta il per-corso di Sandra è statoanche il “nostro”: i temiaffrontati, riassumibiliintorno alla figura diGesù e alla formula delCredo, ci hanno nuova-mente interrogato,costringendoci a riverifi-care i nostri orientamen-ti. Anche per noi, e nonsolo per Sandra, il cam-mino che abbiamo per-corso, fatto di incontri serali concadenza bisettimanale, è stato undono che ci ha permesso di non buro-cratizzare la nostra fede, ma di tenerlasempre viva.Per me (Alessandro), è proprio alledomande di Jacopo prima, e diSandra poi, che devo, ad esempio, laripresa dei miei studi sullo SpiritoSanto, la figura meno conosciutadella Trinità, attraverso l’approfondi-mento di quei Concili dove più se neè dibattuto (Concilio CostantinopolitanoI e quello di Ferrara-Firenze) e sulleeresie dei primi secoli del cristianesi-mo, che più hanno influito per antitesi

alla formulazione del Credo. In effetti,le domande poste da un adulto chesta cercando di conoscere i contenutidel nostro Credo sono disarmantinella loro semplicità e difficilmenteaggirabili. Eccone un campionario:“Se Dio è Uno, come fa a essereanche Trino?”, “Qual è il ruolo dello

Spirito Santo nellaTrinità?”, “Che cosa vuoldire che Gesù è verouomo e vero Dio?”, “Chiè un profeta?”, “Checosa sono iSacramenti?”. Questionidiverse, alle quali, purseguendo un percorso,abbiamo voluto provarea dare una risposta.Io (Stefania) in questianni ho potuto compren-dere meglio il significatodi “essere Chiesa”: lanostra vita si è intrecciatacon quelle di Jacopo e diSandra: abbiamo condi-viso con loro non solo il

cammino verso il battesimo, maanche eventi personali quali il matri-monio di Jacopo con Silvia, la ricercadella casa di Sandra, la nascita diTommaso… Essere Chiesa è anchequesto: non solo adempiere “ai dove-ri di buon cristiano”, ma vivere la pro-pria quotidianità facendoti prossimodi chi ti è accanto (l’amico, il vicino, ilfamiliare) che, proprio come te, gior-no dopo giorno, percorre quella stra-da alla ricerca del Senso, che noiabbiamo trovato in Gesù Cristo. Che dire? Siamo noi a dover ringra-ziare Jacopo prima e Sandra ora per ilregalo che ci hanno fatto!

In cammino con Jacopo e Sandra, due giovani divenuti cristiani

Un regalo anzitutto per noidi Stefania e Alessandro Palladini

consiglio pastoralevita parrocchiale

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Oratorio feriale 2010

colori dell’oratorio

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Sfida in campo

Mondiali a Bresso Scontri amichevoli

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colori dell’oratorio

Animatrici in

campo

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Novelli macisti

Gara con la farina

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E bbene sì, come si evince chiara-mente dal titolo, abbiamo inten-zione di imbarcarci in questa

nuova avventura. Riscrivere “a piùmani” (nel senso che saranno coin-volte diverse persone sia in veste diprotagoniste delle varie epoche, siacome veri e propri coautori) l’ormaiquasi centenaria storia del nostro ora-torio è un’idea che ci affascina. Unospicchio di storia locale da offrire allaconoscenza e alla riflessione dei con-cittadini. Fare memoria di quanto ilpassato ci ha lasciato in eredità e rivi-vere le vicende umane della nostracomunità attraverso la cronaca degliavvenimenti e le testimonianze dellepersone coinvolte a vario titolo ha loscopo di far cogliere l’importanza delruolo educativo svolto ieri e oggi dal-l’oratorio e di valorizzarne le iniziati-ve. Infatti, ancora oggi, in tutta laDiocesi Ambrosiana, ma anche altro-ve, la forma più convalidata dall’espe-rienza e la più diffusa per l’educazio-

ne cristiana dei giovani è l’oratorio,una scuola di vita dove si sono forma-te numerose generazioni.Questo lo schema che abbiamo pen-sato :

Cap. 1) Progetti educativi nell’orato-rio ambrosiano - da inizio ’900 ainostri giorni (a cura della redazione)

Cap. 2) Cronistoria - dal 1900 a oggi,con divisione in periodi omogenei (acura della redazione)

Cap. 3) Presentazione dei coadiutoridell’oratorio - stesso periodo (a curadei medesimi, oppure di famigliari oconoscenti)

Cap. 4) Presentazione delle vocazionimaschili e femminili scaturite daglioratori (a cura degli stessi, di fami-gliari o conoscenti)

Cap. 5) Racconti da parte di alcuni

In cantiere un libro sulla sua storia

1932-oratorio San Giuseppe-2012Una scuola di vita di A. G.

colori dell’oratorio

Metà anni’60

Il campo sportivo dell’oratorio di

via Galliano

(foto dal libro “Il pilastrello del

quinto miglio)

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colori dell’oratorio

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testimoni delle varie epoche dell’ora-torio (episodi più significativi narratida nonni, genitori, figli, ecc.)

Cap. 6) Le Giornate Mondiali dellaGioventù raccontate dalla viva vocedei protagonisti (a cura dei parteci-panti alle Giornate Mondiali)

Cap. 7) Lo sport nell’oratorio -dall’Unione Sportiva Speranza alla

Polisportiva, passando per la Castela(a cura della Polisportiva). Chiediamo pertanto la collaborazionedi tutti coloro che fossero interessatia far pervenire presso la redazionedella “Squilla” il materiale utile per lastesura di questa storia secondo loschema proposto: scritti, fotografie,testimonianze... possibilmente entrola fine dell’anno. Grazie.

Fine anni’50

Parte del gruppo ciclistico “Brambilla” nel campo sportivo del vecchio oratorio in via Roma ang.

piazza Immacolata.

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“T ra noi”, potremmo dire,diviene slogan ufficiale delpellegrinaggio a Roma svol-

to dall’11 al 13 giugno dagli amicidell’Azione Cattolica. Tra noi, ancheun bel gruppo di parrocchiani dellaMadonna della Misericordia, con cuiamiamo condividere svariati momenticomunitari. E infatti, “non sembratedue Parrocchie”, tuona don Angelogià la prima sera, a complimento diuna fraternità certa. Fraternità eviden-te l’indomani anche con turisti scono-sciuti, che circondano Luca Frigeriomentre illustra Caravaggio.

Tre giorni, tra noi, per spirito di cono-scenza e curiosità, alla scoperta dellepreziose memorie “petrine” custoditenell’Urbe, meta non più così distantegrazie a sole tre ore di Alta Velocità.Ebbene sì, 3 ore, come la durata dellavisita alla coppia vincente rappresen-tata da Basilica-Necropoli di SanPietro: estasiati dallo splendore inter-no della Basilica, ci siamo portati poiesattamente sotto, in un itinerario allaricerca della tomba di Pietro.Di nuovo sotterranei alle Catacombedi San Callisto, le cui gallerie, profon-de fino a 25 metri, raggiungono quasi

Pellegrinaggio a Roma degli amici dell’Azione Cattolica sulle orme di San Pietro

Città di Roma: Casa Tra Noidi Valentina Villa

gruppi, associazioni, movimenti

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20 chilometri! Ma basta-no pochi cunicoli perveder spuntare gioielli:difatti, numerose criptecompaiono fin da subitoa ricordarci che “un Dopoci attende”: la Cripta deiPapi, la Cripta di SantaCecilia, la Cripta delRefrigerio e così via. Dinotevole bellezza anchel’esterno del complessocallistiano, immerso in ungran parco di fiori e olivi,così come alcuni monu-menti da top-10 a essovicini: la chiesetta delQuo Vadis, il Mausoleo diCecilia Metella, SanSebastiano.Ma… non solo sotterra-nei! Roma è anche laluce, scaturita da Gesùche chiama Matteo nelcapolavoro di Caravaggiopresso San Luigi deiFrancesi, il candore mar-moreo di un incredibileMosè in San Pietro in

Vincoli, l’immenso panoramadal colle Gianicolo (ma perarrivarci…), i lucenti mosaici diSanta Prassede, l’aria leggeradella Regina Viarum, la viaAppia antica, ripercorsa daipellegrini in silenzio in unasplendida mattinata.A conclusione, qualchedomanda guarda al futuro:perché non ripercorrere qual-che altra via? Sulle orme diche Santo? In che cornice arti-stica? Quesiti ben accetti.D’altra parte, è uno dei modiche restano, di questi tempi,per testimoniare il Vangelo tranoi.

gruppi, associazioni, movimenti

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I l 2010 sarà un anno di ripresa. Lerecenti stime di “crescita” del FMIindicano un +4,1% per l’economia

mondiale. Ma il termine “ripresa”significa solo “ripartenza”, e noncerto un ritorno dell’economia allasituazione pre-crisi, sia per quantoriguarda i “livelli” che i “trend”. Inparticolare, si tratta di una ripresatrainata dai Paesi emergenti (+10%della Cina, +7,7% dell’India) mentrenei Paesi sviluppati la crescita apparelenta e faticosa.Per dirla con Trichet, “è in atto unaripresa economica, ma questo nonvuol dire che la crisi sia finita”(discorso al Parlamento Europeo, 25marzo 2010). Una frase sibillina chelascia intendere come nessuno sappiabene a che punto (della crisi o dellaripresa!) siamo davvero.Emblematico, da questo punto divista, è il caso italiano. L’Italia in dueanni (+0,8% nel 2010; +1,1% nel 2011)recupererà meno di un terzo di quan-to perso (circa 6 punti) nel biennio2008-2009. Ci vorranno infatti benotto anni perché le imprese ritrovinoil livello della produzione perduta eben quattro perché l’Italia torni aincrementi del Pil in linea con quellipre-crisi.Inoltre le politiche economiche (leggiexit strategy) non devono commette-re l’errore di ipotizzare una ripresalineare e continua che, al contrario,sarà molto probabilmente caratteriz-zata da ripetuti stop and go. Del resto,tutti i problemi che hanno condottoalla crisi non sono stati risolti e, inalcuni casi, nemmeno affrontati.Osservando la politica economica didiversi Paesi (tra cui il nostro), sem-

bra invece che prevalga l’illusione dipensare che tutto, prima o poi, tor-nerà come prima. E dunque si fa stra-da la tentazione di aspettare perché,prima o poi, non potrà che rimettersiin moto la macchina dell’economia.Ma non sarà così. Innanzitutto perché,come detto, una buona parte dellacrescita, se ci sarà, andrà a Oriente.Come certifica l’ultimo scenario delFmi (aprile 2010), la vera novità di ini-zio secondo decennio del nuovo seco-lo è il capovolgimento dei ruoli nell’e-conomia mondiale, con la specificitàdella Cina che supera il Giappone alsecondo posto nella gerarchia deisistemi economici mondiali.Insomma, la torta della ripresa mon-diale produrrà “fette” diverse rispettoa quelle a cui eravamo abituati.Ma soprattutto perché il motore dellamacchina economica, di marca neoli-berista nell’ultimo trentennio, si èrotto. Non serve un semplice taglian-do: si tratta di rivederne interi pezzi.A partire dalla sua ideologia ispiratri-ce, che conduce, come messo in evi-denza dall’Enciclica Caritas in Veritate,a una crisi di senso e mancanza diregole ancora ben lontane dall’essereaffrontate. Non servono rattoppi alsistema ma categorie nuove cherimettano in moto e soprattutto legit-timino il procedere della macchina.Prendere atto di tutto ciò significaaccettare di mettere in discussionevecchi modelli e consolidate certezze.Ed è esattamente ciò che non si fa, acominciare dal tema del ruolo chedeve avere la finanza nei sistemi eco-nomici e della sua regolamentazione.

Tratto dalla rivista Valori, maggio2010, pag. 7.

Sarà vera ripresa?

Il punto sulla crisidi Alberto Berrini

nuovi stili di vita

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I l più longevo ranger della storiadel fumetto compie sessant’anni.Un eroe della frontiera “made in

Italy” che arriva nelle edicole sottoforma di strisce disegnate subitodopo la fine del secondo conflittomondiale per raccontare storie diindiani e cow boy a un popolo cheesce stremato da un conflitto deva-stante dal punto di vista del sacrifi-cio di vite umane, ma anche sulpiano morale. Da questo momentole avventure di Tex e dei suoi amiciconosceranno un solo obiettivo:difendere i deboli e assicurare allagiustizia i delinquenti. Ciò su cui sipotrebbe opinare è il metodo. È evi-dente come il vecchio West non sialo scenario più adatto per cercareeroi senza macchia e senza paura, eTex non fa certo la figura del santa-rellino. I suoi metodi sono sbrigativi.Se può scegliere, non spara; se puòscegliere, preferisce le manette alpiombo della Colt. Anche se i suoisceneggiatori non lo mettono troppospesso nella condizione di riflettere.Per questo Tex Willer, in oltre seicen-to avventure, si calcola che abbiaucciso quasi tremila persone. Tex non uccide uomini, ma mac-chiette. Ombre dalle parvenzeumane che mettono al riparo i lettorida crisi di coscienza. Discorso com-pletamente diverso quello relativo alconfronto con i cattivi con la C maiu-scola, come il celebre Mefisto.Figure dall’alto potenziale eversivocon le quali Tex si confronta moltospesso nell’arco di diversi albi, e per-

fino in situazioni ripetitive neltempo. Scontri articolati, che spessoterminano con situazioni surreali ecatartiche di totale distruzione, mache dimostrano come la lotta controil Male impegni spesso lunghi perio-di della vita e, alle volte, costringa auna sofferta convivenza. Aquila della Notte, come amanochiamarlo i suoi amici navajos, èstato marito esemplare, anche se perbreve tempo, della pellerossa Lilyth,morta prematuramente per un’epi-demia di vaiolo cau-sata ad arte dacontrabbandieri di liquori e ar-mi.Poi è stato fedele custode dellamemoria della consorte da cui haavuto un figlio, Kit, che a un futuroin accademia preferirà una vita piùincerta sulle orme del padre.Esempio di rettitudine morale, difedeltà coniugale e di amore pater-no, Tex è portatore di comportamen-ti irreprensibili dettati da valori nonnego-ziabili, e al contempo si rendeprotagonista di azioni che spessosconfinano nel giustizialismo. Ma èforse questa ambiguità di fondo cheè sempre piaciuta ai suoi lettori, chehanno di fronte un eroe comunquesano nella sua durezza. I valorimorali accettati nella seconda partedella sua vita, quella della maturità,non vengono mai messi in discus-sione. Non siamo quindi di fronte a unantieroe o a un eroe negativo. Nonsiamo di fronte, in sostanza, a unprotagonista che accetta di convive-re con il male e con tutte le sue con-

Un prestigioso articolo “estivo” su Tex Willer

In difesa della giustiziae dei più deboli.Lo stretto sentiero di Aquila della Nottedi Roberto Genovesi

approfondiamo

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seguenze, anche superficiali.Non siamo di fronte a unuomo che si sforza di accet-tare le sfumature del viveremoderno, fatto di compro-messi, perché nelle storie diTex Willer il bene è semprechiaramente distinguibile dalmale e non vi sono mai stra-de alternative a quelle buonee giuste per raggiungere l’o-biettivo finale. A rafforzarloin questo cammino unaristretta cerchia di amici,quelli che vengono chiamatii pards, che lo accompagna-no passo dopo passo in tuttele sue avventure. La spallaprincipale è quel Kit Carsonpreso in prestito dalla storiavera del grande West, sem-pre pronto alla battuta dissacrante eal pessimismo artatamente marcatoper mettere in luce la via di fuga inogni situazione. Ma non può essererelegato in secondo piano TigerJack, il navajo che ha deciso diabbandonare la riserva per seguire ilranger dalla casacca gialla per riaf-fermare l’appoggio dei nativid’America a chi non ha mai fattodistinzione tra la giustizia bianca e lagiustizia indiana.Ed è questo forse uno degli elementipiù significativi dell’epopea di TexWiller. Gli indiani, nelle storie afumetti di Tex, non vengono quasimai dipinti come macchiette. La lorocultura, le loro tradizioni e la lorostoria hanno sempre un ruolo diprimo piano, una funzione di prezio-so arricchimento culturale. DunqueTex è anche un eroe pellerossa, per-lomeno nell’animo, e la sua doppiapersonalità è scolpita perfino nell’ab-bigliamento, elemento così impor-tante per un’icona del fumetto. È ilsimbolo vivente della condivisione

tra due culture con un’apertura men-tale davvero anticipatrice, se consi-deriamo il momento in cui gli autoricominciavano a diffondere tra i letto-ri queste considerazioni. Ma è pro-prio una caratteristica di gran partedegli amici di Tex quella di rappre-sentare razze e culture di minoranzaproprio come simbolo di richiamoattorno a un profilo ideale di eroeche si mette in gioco quotidiana-mente per difendere sempre e solo ipiù deboli. La sua è una sorta dicompagnia dei diversi dove i piùdeboli, coloro che spesso non hannovoce in capitolo, diventano protago-nisti. Perché solo dalla comunità diintenti e di persone può nascere ilmondo nuovo. Ed è questo messag-gio che arriva forte e chiaro dall’uni-verso creato molti anni fa da GianLuigi Bonelli che ha permesso atante generazioni di lettori di ritro-varsi nel solco di sentimenti comuni.Al di là degli schieramenti.

Tratto da “L’Osservatore Romano”,15 agosto 2008

approfondiamo

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L a notizia dell’allentamento dellaseverità del blocco delle merci chepossono arrivare a Gaza ieri ha final-

mente portato una boccata di ragionevo-lezza nella vicenda innescatasi con ildramma della Freedom Flottilla. Ma laquestione Gaza è tutt’altro che chiusa. Eallora può essere istruttivo riflettere suuna vicenda avvenuta in questi giorni nelposto apparentemente più lontano daGaza, il villaggio di Nevé Shalom-Wahatal Salaam.Come penso molti sappiano, NevéShalom-Wahat al Salaam è il villaggiosulla collina fondato negli anni Settantadal domenicano padre Bruno Hussar dovearabi ed ebrei vivono insieme in condizio-ne di parità. E infatti il nome in arabo e inebraico significa proprio “Oasi di pace”ed è una citazione tratta da un versetto diun salmo. Nevé Shalom-Wahat al Salam èuna grande testimonianza di pace:migliaia di studenti arabi ed ebrei vi sonopassati in tutti questi anni per parteciparea percorsi di educazione alla pace. Eanche tante altre ong che instancabilmen-te provano a tessere percorsi di dialogospesso vanno a incontrarsi proprio lì.Bene, ma che cosa c’entra con Gaza?C’entra, perché, come ogni tanto accade,anche a Nevé Shalom-Wahat al Salaam lavicenda ha scaldato gli animi. In rispostaall’attacco alla Freedom Flottilla i respon-sabili del villaggio hanno esposto unostriscione in arabo, in ebraico e in inglesein cui si condanna l’accaduto dicendo che“gli abitanti di Nevé Shalom-Wahat alSalaam protestano per l’uccisione degliattivisti e chiedono la revoca immediatadell’embargo a Gaza”. Non tutti gli ebreiche abitano nel villaggio si sono, però,

riconosciuti in questa posizione. E così neè nata una polemica interna. Che è peròsubito rimbalzata sulle pagine on line diArutz Sheva, l’agenzia di informazionedella destra israeliana. Dove il tono è evi-dentemente diventato: vedete? Anche ilvillaggio dove dovremmo abitare insiemenon funziona. Basta un fatto come questoper far saltare tutto.Io credo, al contrario, che la grandezza diNevé Shalom-Wahat al Salaam stia pro-prio qui. E che il limite risieda invece inun certo modo di presentare questo tipodi esperienza. In troppi ne hanno fattouna realtà “neutra” in cui ci si isola dalcontesto, e dunque si riesce a fare lapace. Ma chi è stato al villaggio sulla colli-na sa che non è affatto così: è un postodove il conflitto non è sparito.Semplicemente si prova ad affrontarlodavvero, mettendo ciascuno sul tavolo leproprie ragioni. È così che si costruisce lapace.Si litiga sulla Freedom Flottilla a NevéShalom-Wahat al Salaam, e forse è istrut-tivo anche per noi, così sempre abituati agiudicare tutto in modo manicheo: da unaparte il bene, dall’altra il male. Ci si scon-tra anche animatamente nell’“oasi dipace”. Ma siamo sicuri che anche questoscontro finirà come sempre in questitrent’anni qui è accaduto: provando cia-scuno a farsi carico delle posizioni dell’al-tro. Imparare a vivere il conflitto senza perquesto demonizzare l’altro: questa è lafatica vera di chi prova a costruire la pace.Il giorno che sapremo farlo davvero, allo-ra avremo percorso sul serio il primopasso sulla via della pace.

Tratto dal sito www.terrasanta.net,18 giugno 2010

Riflessioni dalla Terrasanta, utili non solo per la Terrasanta

Un’oasi in fermentoD’estate, dopo la cena, c’è un tempo in cui si potrebbe ancora fare qualcosa pergli Ospiti o anche semplicemente stare in loro compagnia.di Giorgio Bernardelli

oltre il campanile

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Ricorre quest’anno i l 65° disacerdozio di don Piero.Ormaisono dieci anni che don Piero,

per raggiunti limiti di età, ha dovutolasciare la guida del la nostraParrocchia. Quando sentono parlaredi lui, i nostri giovani, pieni di rico-noscenza, ricordano i giorni passatiin oratorio, un luogo che don Pieroha sempre seguito. I più piccoli,invece, si domandano: “Chi è?”. Larisposta esce spontanea dagli attuali

ventenni e oltre... Don Piero è unottimo sacerdote che si accollò ilpeso di far sorgere la Parrocchia“Madonna della Misericordia”. È il“vecchio parroco” che ancora ciinsegna l’umiltà, che ci consiglia,che ascolta le nostre confidenze e lenostre confessioni. È e rimane unsacerdote che, senza invadere ilcampo altrui, continua ad amare ifedeli che un tempo erano a lui affi-dati. Soprattutto continua, tempo e

I 65 anni di sacerdozio di don Giampiero Castelli

“Dio me li ha affidati e sono mieifigli”Costruttore della chiesa-tempio e della Chiesa-comunità della Madonna dellaMisericordia nel rione di Bresso da sempre segnato dall’immigrazionedi Alberto Monzini

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salute permettendo, a prendersicura dei “suoi ammalati”.È l ’anno 1962-63 quando i lCardinale gl i chiede di venire aBresso per diventare il parroco diuna Parrocchia che ancora non c’è.Don Piero, con spirito di obbedien-za, accetta l ’ impegno e viene aBresso senza alcuna disponibilitàfinanziaria, con soltanto un pezzo diterreno messogli a disposizione dalparroco dell’unica Parrocchia allorapresente in Bresso, monsignorGiuseppe Re Dionigi.Manca la chiesa e anche la casa. Ladomenica deve celebrare la S.Messa nel santuario della Madonnadel Pilastrello. I suoi primi parroc-chiani sono quasi tutti immigrati damolte regioni d’Italia e faticano aintegrarsi: la convivenza, a volte, è

molto difficile. Don Piero, però, nonsi scoraggia, anzi, confidando nel-l’aiuto della Provvidenza, si metteall’opera. Uno dei suoi motti riguar-do ai parrocchiani è: “Dio me li haaffidati e sono miei (figli)”. La suaprima preoccupazione è quella di farsorgere la chiesa-tempio e contem-poraneamente la Chiesa-comunità.

Prima ancora che la chiesa “di mat-toni” sia agibile, si preoccupa diapprontare un campo giochi in vistadel futuro oratorio. Comincia a chia-mare qualche persona di buonavolontà per prepararla a diventarecatechista. È sempre attento allevicende del mondo che lo circonda,per cercare di conoscerlo e potertessere relazioni con le persone. Perfar fronte alle spese incombenti perla costruzione della chiesa, non pos-siede libri contabili; continua adavere fiducia nella Provvidenza.Quando gli si chiede come farà a farfronte alle continue spese e ai moltidebiti che nel frattempo si accumu-lano, risponde: “Non lo so, qualcu-no ci penserà...”.Nel giro di pochi anni, la chiesa-tempio è pienamente funzionante,

anche se mancano lerifiniture; anche i localidell’oratorio, posti sottola chiesa, sono prontiper accogliere il catechi-smo e le varie attivitàper i ragazzi. La comu-nità cristiana comincia acamminare, a organiz-zarsi , a prenderecoscienza delle proprieresponsabilità. Cominciaa organizzare i varigruppi di impegnopastorale: San Vincenzo,Catechist i , GruppiFamiglie ecc.Durante i primi anni di

vita della Parrocchia, sorge il nuovoquartiere “Carlo Erba”, oggi chia-mato “Papa Giovanni XXIII”; donPiero, desiderando offrire a questisuoi figli, specie ai più anziani, unluogo di incontro e di preghiera piùvicino rispetto alla chiesa parroc-chiale, in poco tempo costruisce lacappella dedicata a San Francesco.

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Ma così aumentano i debiti e lepreoccupazioni. Lui però non siarrende e, confidando sempre nelSignore, ancora una volta superaogni ostacolo.Convinto della Parola di Dio: “IlSignore aggiungeva alla comunitàquelli che erano salvati” (At 2,42-47), chiama tutti a vivere come fra-telli, perché c’è una vera comunitàsoltanto se le persone che la com-pongono vivono nell’amore e nellafraternità.Costruita materialmente la chiesacon le sue strutture, unita fraterna-mente la comunità, ritiene sia giun-to il momento per far sorgere unCentro per la Famiglia. Dopo unafase di riflessione e di ricerche, siaccorda con gli altri due parroci diBresso, mette a disposizione alcunilocal i del la casa parrocchiale efonda il “Centro della Famiglia”,uno strumento a disposizione ditutto il Decanato, che svolge, oggipiù che mai, una funzione indispen-sabile al servizio dei bisogni dellefamiglie.Il tempo passa inesorabilmente e alcompimento del 75° anno di età

consegna nel le manidell’Arcivescovo le proprie dimissio-ni dal l ’ incarico di parroco.L’Arcivescovo lo invita a restareancora per un paio di anni.Durante questo tempo, su richiestadel Consiglio Pastorale Parrocchiale,l’Arcivescovo dà parere favorevolealla nomina di don Piero a monsi-gnore; i l Consiglio Comunale diBresso, inoltre, riconoscente per ilservizio svolto in questi anni, lo rin-grazia pubblicamente conferendogli“La Castela d’oro”.All’inizio degli anni 2000 don Pieronon è più il parroco della “Madonnadella Misericordia”. Prima di lascia-re definitivamente, ringrazia tutti isacerdoti coadiutori che hanno col-laborato con lui e tutti i parrocchianiche in qualche modo hanno dato laloro disponibilità. Silenziosamente,senza una casa propria, si ritira inuna casa d’affitto e resta a disposi-zione della comunità e del nuovoparroco. La Parrocchia tutta gli èmolto grata e affezionata e gli augu-ra ancora moltissimi anni di lavoronella sua Chiesa che tanto ama eche tanto lo ama!

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D edicato alla pittura a soggettosacro di Michelangelo Merisi, nelquarto centenario della morte del

grande pittore lombardo.Caravaggio è oggi il pittore più cono-sciuto e, forse, più apprezzato dal gran-de pubblico. Anche chi non è particolar-mente appassionato alle cose d’arte,infatti, sa senza incertezze riconoscerediversi suoi dipinti, associandoli, maga-ri anche solo genericamente, a un certoclima culturale e a un determinato per-sonaggio. Personaggio che, del resto, siautoalimenta del suo stesso mito, fattodi un’aura di maledettismo, di elementiapparentemente ambigui, di circostanzepoco chiare (se non misteriose), diun’inquietudine che traspare, ora sot-terranea, ora violenta, in ognuna dellesue opere.Ma, proprio per questo, quella odiernadi Caravaggio non è una semplicemoda. C’è di più, e di più profondo. Ilfatto è, probabilmente, che nessun altroartista del passato sa parlare agli uomi-ni del nostro tempo con altrettantaforza, con altrettanta immediatezza, deigrandi, fondamentali temi della vita,come l’amore, o la sofferenza, o la fede.Giocandosi in prima persona, ognivolta.A prescindere dai soggetti rappresenta-ti, chi guarda oggi i quadri diMichelangelo Merisi detto ilCaravaggio, nato a Milano nel 1571,morto neppure quarantenne in unasperduta spiaggia della Maremma nel1610, vede una pittura impastata dicolore e di sangue, ma anche di lacrimee di risate, di cielo e di terra. Ne intuisceil disagio esistenziale insieme alla gioiadi vivere. Ne coglie la disperazionealternata alla speranza. L’esuberante

carnalità accanto alla spiritualità piùelevata. L’abisso del peccato sovrastatodal vertice della redenzione. La luce e letenebre, appunto.Ma perché Caravaggio ha dipinto quelche ha dipinto proprio in quel modo?Che cosa “nascondono” i suoi dipinti?Perché alcuni di essi suscitarono tantoclamore e vennero rifiutati? A queste ead altre domande cerca di dare unarisposta il nuovo libro di Luca Frigerio,Caravaggio, La luce e le tenebre, pub-blicato da Ancora nella collana "Fra artee teologia" in occasione del quarto cen-tenario della morte del grande pittorelombardo. Un viaggio in undici tappe,attraverso altrettanti capolavori a sog-getto sacro (dalla Vocazione di SanMatteo al Riposo durante la fuga inEgitto, dalla Conversione di Saulo allaMorte della Vergine), nella vita e nell’o-pera di un maestro straordinario che havoluto cercare nell’ombra del quotidia-no i bagliori luminosi dell’eternità. «Untesto magistrale – scrive nella prefazio-ne lo storico dell’arte americano monsi-gnor Timothy Verdon –. Concreto edesatto, ben documentato, ma anche conun senso drammatico,un linguaggio mediati-co, un fiuto per curio-se affinità e significati-ve incongruenze. Unostile che sarebbe pia-ciuto allo stessoCaravaggio».

recensione

Un nuovo libro del nostro concittadino Luca Frigerio

Caravaggio, luce e tenebredi L. F.

Luca FrigerioCaravaggio. La luce e le tenebreAncora Editrice(300 pagine, illustrato, 29 euro)Il libro è disponibile anche presso la Libreria“Il Girasole” a Bresso.

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calendario liturgico

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calendario liturgico

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i numeri della comunità

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Orari delle SS. Messe in Bresso

SS. NAZARO E CELSO - feriali: ore 7 (escluso il sabato) - 9 (dal 14/6)sabato e vigiliari: ore 18.30

festivi: ore 7.30 - 9 - 10.30 (dal 20/6)

Santuario della Madonna del Pilastrelloferiali, sabato e vigiliari: ore 17.30

festivi: ore 10

SAN CARLO - feriali: 8.30sabato e vigiliari: ore 19festivi: ore 8.30 - 10 - 19

MADONNA DELLA MISERICORDIA - feriali: ore 17.30sabato e vigiliari: ore 17.30

festivi: ore 10 - 17.30

Chiesa di San Francescofestivi: ore 11,30

[email protected]

Telefoni utili

Prevosto - don Angelo Zorloni 02 610 08 82Orari segreteria parrocchiale: dal lunedì al venerdì 17,30 - 19Don Gianfranco Radice 02 610 17 79Oratorio - don Pierpaolo Zannini 02 610 17 68Carabinieri 02 610 89 51Vigili del Fuoco 115Croce Rossa 02 610 73 68Ambulanza 118Servizio di guardia medica 02 34567Comune 02 614 551Vigili Urbani 02 614 554 00Ospedale Bassini 02 6176.1Acli 02 66 50 10 72Associazione Centro sociale anziani 02 610 72 36AVIS 02 614 00 95Biblioteca Comunale 02 614 55 349Casa dell’Anziano 02 66 50 30 70Centro della Famiglia 02 66 50 34 39Centro di ascolto Caritas 02 43116068Cinema-Teatro San Giuseppe 02 66 50 24 94Parrocchia San Carlo 02 614 26 60Parrocchia Madonna della Misericordia 02 610 09 96

Orario Confessioni Parrocchia SS. Nazaro e Celso feriali: ore 8.30-9.30sabato: ore 16-19

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farmacie di turno

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Farmacie di turno - LUGLIO(Bresso - Cormano - Cusano)

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BRUSUGLIO - Cormano Via Veneto, 27GIUGLIANO - Cusano Via Sormani, 89COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26DEL CORSO - Cusano Piazza Trento e Trieste, 4COMUNALE N° 4 - Bresso Via Papa Giovanni XXIII, 43RIVOLTA - Cormano Via Caduti della Libertà, 10COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26PALTRINIERI - Cusano Via Cooperazione, 20SCOTTI - Bresso Via Manzoni, 14COMUNALE - Cormano Via Gramsci, 44BAIO - Bresso Via Vittorio Veneto, 5/dFORNASÈ - Cormano Piazza BerniniCOMUNALE - Cusano Via Ticino, 5BAIO - Bresso Via Vittorio Veneto, 5/dTESTI - Ospitaletto di Cormano Via XXIV Maggio, 21COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26MORETTI - Cusano Viale Matteotti, 2COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26BRUSUGLIO - Cormano Via Veneto, 27DEL CORSO - Cusano Piazza Trento e Trieste, 4COMUNALE N° 3 - Bresso Via Piave, 23DEL CORSO - Cusano Piazza Trento e Trieste, 4COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26RIVOLTA - Cormano Via Caduti della Libertà, 10COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26MORETTI - Cusano Viale Matteotti, 2SCOTTI - Bresso Via Manzoni, 14TESTI - Ospitaletto di Cormano Via XXIV Maggio, 21BAIO - Bresso Via Vittorio Veneto, 5/dFORNASÈ - Cormano Piazza BerniniCOMUNALE - Cusano Via Ticino, 5

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DomenicaLunedìMartedìMercoledìGiovedì

MODERNA - Bresso Via Vittorio Veneto, 53TESTI - Ospitaletto di Cormano Via XXIV Maggio, 21COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26PALTRINIERI - Cusano Via Cooperazione, 20COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26

GUARDIA FARMACEUTICA DALLE ORE 19.30 ALLE ORE 8.30 DEL GIORNO SUCCESSIVO

Farmacie di turno - AGOSTO(Bresso - Cormano - Cusano)

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farmacie di turno

Farmacie di turno - AGOSTO(Bresso - Cormano - Cusano)

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BRUSUGLIO - Cormano Via Veneto, 27COMUNALE - Cusano Via Ticino, 5COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26GIUGLIANO - Cusano Via Sormani, 89COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26BRUSUGLIO - Cormano Via Veneto, 27COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26PALTRINIERI - Cusano Via Cooperazione, 20MODERNA - Bresso Via Vittorio Veneto, 53COMUNALE - Cormano Via Gramsci, 44MODERNA - Bresso Via Vittorio Veneto, 53COMUNALE - Cormano Via Gramsci, 44GIUGLIANO - Cusano Via Sormani, 89MODERNA - Bresso Via Vittorio Veneto, 53COMUNALE - Cormano Via Gramsci, 44COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26GIUGLIANO - Cusano Via Sormani, 89COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26RIVOLTA - Cormano Via Caduti della Libertà, 10GIUGLIANO - Cusano Via Sormani, 89COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26DEL CORSO - Cusano Piazza Trento e Trieste, 4COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26GIUGLIANO - Cusano Via Sormani, 89COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26PALTRINIERI - Cusano Via Cooperazione, 20SCOTTI - Bresso Via Manzoni, 14FORNASÈ - Cormano Piazza BerniniBAIO - Bresso Via Vittorio Veneto, 5/dFORNASÈ - Cormano Piazza BerniniCOMUNALE - Cusano Via Ticino, 5SCOTTI - Bresso Via Manzoni, 14TESTI - Ospitaletto di Cormano Via XXIV Maggio, 21COMUNALE N° 1 - Bresso Via Roma ang. Via Tasso, 87MORETTI - Cusano Viale Matteotti, 2COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26

GUARDIA FARMACEUTICA DALLE ORE 19.30 ALLE ORE 8.30 DEL GIORNO SUCCESSIVO

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C aro don Angelo, ti ringrazio del pezzo col quale hai aperto “La Squilla” di questomese. Colgo, nel tuo linguaggio da parroco, un distacco: la Chiesa della “pastora-le”, pur cercando di presentarsi con proposte “aggiornate”, tuttavia non riesce a

scalfire l’animo non solo dei giovani, ma pure di tanti adulti.Volenti o nolenti, ci si trova a vivere un tempo di “passaggio” che porterà le nostre esi-stenze e quella della Chiesa in una situazione inedita, imprevedibile, che non possiamonemmeno tratteggiare in nessun documento programmatico. Tu lo sai quanto persone,energie e mezzi vengono usati per la “prima catechesi”, finita la quale i più non si fannopiù vedere nei nostri ambienti! A mio avviso, possiamo parlare di “nuova” evangelizzazione o di una “nuova” pastoralesoltanto in presenza di “uomini nuovi” che incarnano il Vangelo, diventando così ingrado di trasmettere uno stile di vita appunto “nuovo”. In questo caso allora il loro “lin-guaggio” sarà comprensibile. A me sembra che l’espressione evangelica di grande attua-lità possa essere quella del sale: una quantità minima che dà sapore alla persona, allaChiesa e alla società stessa… E visto che la Chiesa, almeno in Italia, nonostante tutto, per la storia locale, fin dalla baseè gerarchica, gli “uomini nuovi”, strumenti nelle mani di Dio per il nostro tempo, dobbia-mo diventare soprattutto noi preti. Non possiamo limitarci a leggere le ultime novità teo-logiche e poi farne un riassunto a uso pubblico… La gente oramai capisce! E noi stessidall’ambone ce ne rendiamo conto: se la gente sbadiglia, vuol dire che non siamo ingrado di attrarre la loro attenzione: non parliamo da cuore a cuore, ma stiamo trasmet-tendo delle idee, anche belle, però corriamo il rischio che le nostre parole possano essereparagonate a quelle di un imbonitore che vuole lanciare un nuovo prodotto commercia-le…E infatti le persone più sensibili, la cui fede non è “posseduta” una volta per sempre, mache sperimentano dei dubbi e hanno l’esigenza di essere aiutate a riflettere molte volte,non sanno in quale chiesa andare la domenica. Lo so che non è corretto questo “pendola-rismo”. Cerchiamo però di vedere anche in questo muoversi da un luogo all’altro il segnodi una ricerca la cui risposta non è trovata nella propria Parrocchia. A mio avviso, il cri-stiano di oggi dovrebbe non tanto impugnare “principi inderogabili”, specialmente cer-cando di vincolare nelle proprie scelte persone che non credono, quanto portare quelmessaggio di misericordia in grado di accogliere proprio tutti.Quest’anno ricorre il 30° anniversario della prima lettera pastorale del Cardinal Martini,“La dimensione contemplativa della vita”, dalla quale ha preso l’avvio quella iniziativadella Scuola della Parola che ha aiutato molti ad avere un primo contatto con la Scrittura.Chiediamoci: qual è la nostra situazione rispetto a questa proposta? Siamo convinti del-l’importanza della riflessione e della meditazione personale e che non possiamo fare affi-damento solo sulle riflessioni proposteci dagli altri?

P. Giovanni BelloniGenova, 16 giugno 2010

Il nostro attento lettore padre Giovanni Belloni ci scrive

Una nuova evangelizzazionechiede “uomini nuovi”

riceviamo e pubblichiamo

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Q uesto tempo d’estate è la “zona cesarini” per quei maturandi (...si spera ora maturi)che non hanno ancora stretto sulla decisione del loro futuro. Certo, né il caldo, nél’averne piene le tasche di scuola e libri, né la voglia di vacanza aiuta a farsi doman-

de grandi. Perché di questo si tratta: non tanto decidere “che facoltà scelgo?”; e nemme-no “che farò da grande?”.La vera domanda, a 19 anni, alla fine dell’adolescenza, entrando nel tempo splendido earduo della giovinezza è questa: “Che uomo sarò?”.Buona scelta ragazzi!

distrazioni

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1147 La chiesa di San Salvatore compare fra le proprietà dell’abbazia milanesedi S. Simpliciano.

1178 Papa Alessandro III conferma il possesso della “Ecclesia Sancti Salvatoris”della pieve di Bruzzano al monastero benedettino di S. Simpliciano.

Metà XIII sec. Il canonico Goffredo da Bussero registra in “loco Cortemagno” la chiesa diSan Salvatore con un altare alla Madonna.

1440 circa Arriva a Cormano il primo parroco: Antonio da Orta.1573 Il giorno dopo averlo consacrato sacerdote, l’Arcivescovo Card. Carlo

Borromeo invia a Cormano don Giovanni Paolo Corbetta. Porta con sé uncrocefisso che appende al soffitto sopra l’altare (ora si trova in sacrestia).

1582 Visita pastorale di S. Carlo Borromeo. Dettagliata descrizione della chiesa,del paese e di tutte le sue cascine. Viene istituita la Scuola del SS.Sacramento.

1608 Viene commissionato il quadro della Madonna col Bambino fra i SantiVescovi Ambrogio e Salvatore.

Fine XVIII sec. Allestimento dell’altare di Sant’Antonio da Padova, di cui rimane la deco-razione ad affresco.

1760 circa Costruzione di un concessionario in noce con sopra cantoria collocato tragli altari della Beata Vergine del Carmine e di S. Antonio.

1789 Il nuovo parroco don Felice Castiglioni trova la chiesa in condizioni preca-rie e troppo piccola. Il testamento di Baldassarre Franchi destina millescudi al suo ampliamento e recupera 5.250 lire imperiali.

1790 Secondo il preventivo, la nuova chiesa costerà 12.648 lire imperiali, da cuivengono detratte 1.500 lire dal recupero di materiali della demolizione.Don Felice decide di partire ugualmente confidando nella Provvidenza. Ilsignor Tommaso Porro di Milano gli regala “un Crocifisso grande e mira-coloso” (ora nella cappella del SS. Sacramento). Riesce a recuperare ledecorazioni della facciata della chiesa di San Michele al Gallo in contradadegli orefici, di cui è ordinata la demolizione.

1792 La nuova chiesa è completata e aperta al culto.1795 Arriva da Roma il corpo di S. Felice Martire.1814 Allestimento della cantoria per l’organo giunto dalla chiesa di Meda.1841 È montato un nuovo organo della ditta Bossi di Bergamo.1820 Costruzione della sacrestia (ora cappella hiemale).1857 Si edifica la cappella di S. Felice (ora delle Confessioni).1871 Ampliamento della chiesa e allungamento delle cappelle del Crocefisso e

della Beata Vergine del Carmelo con la statua opera di Bernardino Ferrario.Viene aggiunto l’attuale battistero.

1939 10 maggio. Il Card. Schuster, Arcivescovo di Milano, in occasione dellaseconda visita pastorale a Cormano (parroco don Giacinto Seveso), ricor-

Cronistoria di una tra le più antiche pievi del nostro Decanato

La chiesa del SantissimoSalvatore in Cormano (foto di copertina)a cura della segreteria parrocchiale del SS. Salvatore

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da alla popolazione che il Vescovo San Salvatore (di Belluno, a cui era inti-tolata la chiesa) non è nominato nel martirologio ufficiale della Chiesa eche quindi il patrono della chiesa dovrà essere d’ora in avanti Gesù CristoSalvatore. La sua festa patronale dovrà quindi tenersi ogni anno nel giornodell’Ascensione.

1943 1 luglio: il Card. Schuster stralcia da Cormano la frazione di Ospitaletto ecostituisce una nuova parrocchia, elevando a tale titolo la chiesetta di S.Cristoforo (poi Buon Pastore).

1956 Si decide la costruzione di una nuova chiesa nella frazione di Molinazzo el’11 giugno 1962, con don Sandro Manzoni, la chiesa diventerà canonica-mente Parrocchia.

2007 Costituzione della Comunità Pastorale “SS. Salvatore e S. Vincenzo” fra leParrocchie di Cormano e Brusuglio.

2009 Ampliamento della Comunità Pastorale (con cambio di denominazione,ora “Visitazione di Maria Vergine”) con la Parrocchia Buon Pastore diOspitaletto.

2010 16 maggio: il Cardinal Tettamanzi benedice il nuovo ambone per la procla-mazione della Parola di Dio, dedica l’altare deponendo le reliquie dei SantiAmbrogio e Carlo e dei martiri Gervaso e Protaso.

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