Ultimo aspetto: La religione Che ne è della religione nella nostra società? I fenomeni religiosi...
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• Ultimo aspetto: La religione
•Che ne è della religione nella nostra società?
•I fenomeni religiosi sono, naturalmente, molto antichi: ma quali sono gli aspetti caratterizzanti della religione nel nostro mondo?
Conclusioni:
società laicizzate e secolarizzate: il ruolo della scienza; ma differenza Occidente-Terzo mondo continua vitalità del religioso, ma nuovi fenomeni: a) non credenti e atei; b) le nuove religioni
• la domanda è sempre la stessa: è sempre stato così? Se no, quando è cambiato?
Riassumiamo: esplosione demografica, industrializzazione, urbanizzazione, unificazione del mondo (ma insieme ridimensionamento dell’Occidente), mobilità sociale, emergere del soggetto femminile, cittadinanza e politica di massa, secolarizzazione
Dove si può collocare l’inizio di queste caratteristiche? C’è un punto di partenza comune? Quale? Esaminiamole una per una
Lezione IX. Le rivoluzioni delle strutture
La rivoluzione demografica
Crescita popolazione
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2000
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6000
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1 500 1000 1500 1750 1900 1960 1995 2000
Anni
mili
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i uom
ini
Serie2
il modello demografico preindustriale: alta natalità/alta mortalità
il tetto all’espansione della popolazione (la trappola malthusiana)
l’esplosione demografica in Europa: diminuzione mortalità, aumento nascite (igiene e condizioni di vita)
si passa al modello bassa natalità/bassa mortalità (allungamento della vita media)
crescita della popolazione europea nel corso del XIX secolo
progressivo rallentamento della crescita (fattori sociali, economici, culturali)
all’inizio del XX secolo i flussi si incroceranno: comincerà a rallentare l’Europa e cominceranno a crescere i continenti extraeuropei (igiene, medicine, alimentazione)
La rivoluzione industriale
Crescita della ricchezza individuale media
Un breve grafico dello sviluppo mondiale
nuovo sistema economico in grado di auto-sostenersi e autoalimentarsi: dalla forza dell’uomo e degli animali a quella delle macchine, dall’energia idraulica ed eolica (il simbolo è il mulino) al vapore, dalla manifattura e dal lavoro a domicilio alla macchina e all’organizzazione centralizzata del lavoro
In apparenza, tutto chiaro, oggettivo e legato a fatti pesanti (questa la nostra idea dell’economia)
In realtà, fenomeno talmente dilatato nel tempo che è stato molte volte discusso (Joel Mokyr sostiene che una “rivoluzione
indutriale” non “accadde”parla di una serie di eventi che poi gli storici hanno trovato un nome)
Visione oggi prevalente:Non fenomeno simultaneo, rapido, complessivoTrasformazione graduale, ma irreversibile, di
alcuni settori e alcune aree geografiche
Inghilterra (1770-1820): aree diverse Belgio, Francia, Germania, Austria
iniziano tra 1800 e 1830 Il ruolo dell’industria del cotone
(domanda elastica) il diverso uso tecnologico di una vecchia
fonte di energia (il carbone) e il macchinismo producono il simbolo della prima rivoluzione industriale: la macchina a vapore (il ferro, i “cavalli vapore”)
rapporti umani trasformati:divisione del lavoro, disciplinasi lavora in modo più penoso di
prima, senza limiti di durata o di etàfenomeno urbano (esodo rurale)divisione profonda non solo nella
fabbrica ma nella vita (scuola, cultura, habitat) tra due classi (non ceti) in conflitto: imprenditori/operai (le “classi pericolose”)
Tuttavia, la formazione della classe operaia in Inghilterra vide una lenta gestazione: Leggiamo E.P. Thompson Ancora nel 1851 in GB solo il 27% circa lavorava in
attività legate alla rivoluzione industriale Oltre al problema dei tempi e dei modi, quello
delle conseguenze: Il dibattito sullo standard of living:
stazionario all’inizio Migliora tra il 1820 e il 1850 Salari aumentano dell’80-116% tra 1819 e 1851 Condizioni fisiche (altezza, mortalità infantile,
speranza di vita): dati meno ottimistici