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Visita cronacadiverona.com, scrivici su [email protected] 12 AGOSTO 2020 - NUMERO 2719 - ANNO 23 - Direttore responsabile: RAFFAELE TOMELLERI - Aut. Trib. di Verona n° 41356 del 20/01/1997 - Le Cronache srl - Via Frattini 12/c - 37121 Verona - Telefono 0459612761 - E-mail: [email protected] - Stampa in proprio - Tutti i diritti RISERVATI Erica Dal Degan Soddisfazione della presidente di Federsolidarietà Verona per come le 110 cooperative aderenti hanno oper- ato durante i mesi di isolamento. “Interventi invidiabili per le famiglie”. Luca Campedelli L’imprenditore e presidente del Chie- vo deve prendere amaramente atto del risultato che lo ha condannato a rimanere per un altro anno nella cadetteria. Impegno da ripensare. KO OK Il saluto della città ad Alberto Bauli, "un uomo che ha saputo coniugare capacità imprenditoriali, qualità umane e morali" Beatrice Castioni "Ora sono in quarantena, spero di rimettermi presto". Un giovane ven- tenne, che chiameremo Paolo ma che desidera rimanere anonimo, ha contratto il virus in una vacanza in Croazia. Rientrato in Italia, ci raccon- ta cosa è successo. Come era stata organizzata la vacanza? Mi sono rivolto ad un’agenzia di viag- gi insieme alla mia comitiva, compo- sta da 18 persone. La fascia d’età va dai 18 ai 25 anni, e in generale tutto il gruppo che si è rivolto all’agenzia ammontava ad una cinquantina di persone. Ci era stato detto che avremmo potuto usufruire di un pul- lman per coprire la tratta dall’Italia all’isola di Pago, in Croazia. Nono- stante ciò, abbiamo preferito arrivare a destinazione con un’altra modalità, ma per il resto ci siamo affidati alle attività e ai servizi offerti dall’agenzia. La durata della vacanza è stata una settimana, e abbiamo scelto Pago e Novaglia perché sono le località più frequentate da giovani turisti come noi, dal momento che pullulano di locali e discoteche all’aperto". (continua a pag.2) Amici lettori, La Cronaca va in vacanza per qualche giorno, prima di riprende- re a farvi compagnia. Tor- neremo con voi giovedì prossimo 20 agosto. A tutti voi, che ci seguite con passione, un arrive- derci e un grande abbrac- cio per un Ferragosto di sole e serenità. La Redazione IL DOLORE PER LA SCOMPARSA DELL'IMPRENDITORE "Grazie di tutto" ULTIMA ORA Un ragazzo veronese contagiato in Croazia

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12 AGOSTO 2020 - NUMERO 2719 - ANNO 23 - Direttore responsabile: RAFFAELE TOMELLERI - Aut. Trib. di Verona n° 41356 del 20/01/1997 - Le Cronache srl - Via Frattini 12/c - 37121 Verona - Telefono 0459612761 - E-mail: [email protected] - Stampa in proprio - Tutti i diritti RISERVATI

Erica Dal DeganSoddisfazione della presidente di Federsolidarietà Verona per come le 110 cooperative aderenti hanno oper-ato durante i mesi di isolamento. “Interventi invidiabili per le famiglie”.

Luca CampedelliL’imprenditore e presidente del Chie-vo deve prendere amaramente atto del risultato che lo ha condannato a rimanere per un altro anno nella cadetteria. Impegno da ripensare.

KOOK

Il saluto della città ad Alberto Bauli, "un uomo che ha saputo coniugare capacità imprenditoriali, qualità umane e morali"

Beatrice Castioni "Ora sono in quarantena, spero di rimettermi presto". Un giovane ven-tenne, che chiameremo Paolo ma che desidera rimanere anonimo, ha contratto il virus in una vacanza in Croazia. Rientrato in Italia, ci raccon-ta cosa è successo. Come era stata organizzata la vacanza? Mi sono rivolto ad un’agenzia di viag-gi insieme alla mia comitiva, compo-sta da 18 persone. La fascia d’età va dai 18 ai 25 anni, e in generale tutto il gruppo che si è rivolto all’agenzia ammontava ad una cinquantina di persone. Ci era stato detto che avremmo potuto usufruire di un pul-lman per coprire la tratta dall’Italia all’isola di Pago, in Croazia. Nono-stante ciò, abbiamo preferito arrivare a destinazione con un’altra modalità, ma per il resto ci siamo affidati alle attività e ai servizi offerti dall’agenzia. La durata della vacanza è stata una settimana, e abbiamo scelto Pago e Novaglia perché sono le località più frequentate da giovani turisti come noi, dal momento che pullulano di locali e discoteche all’aperto". (continua a pag.2)

Amici lettori, La Cronaca va in vacanza per qualche giorno, prima di riprende-re a farvi compagnia. Tor-

neremo con voi giovedì prossimo 20 agosto. A tutti voi, che ci seguite con passione, un arrive-

derci e un grande abbrac-cio per un Ferragosto di sole e serenità.

La Redazione

IL DOLORE PER LA SCOMPARSA DELL'IMPRENDITORE

"Grazie di tutto"

ULTIMA ORA

Un ragazzo veronese

contagiato in Croazia

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LA SCOMPARSA DI ALBERTO BAULI Il ricordo di Alberto Bauli nelle parole dei politici che ne rico-noscono la statura imprendi-toriale, umana e sociale. Una grave perdita per la nostra cit-tà.: “ Verona ha perso un capa-ce capitano d’industria e un banchiere illuminato" sottoli-nea il sindaco Sboarina. "La scomparsa di Alberto Bauli è una notizia che colpisce per-ché il suo nome sta di diritto nell’albo d’oro cittadino, con coloro che hanno reso grande la nostra città. Con lui, l’azien-da fondata dal padre è diven-tata un colosso, portando il nome di Verona nelle case di milioni di consumatori. Questa grande sapienza, Alberto Bau-li l’ha saputa trasportare anche nell’allora Banca Popo-lare. Ho un ricordo nitido del presidente Bauli, quando da assessore allo Sport ci incon-travamo agli eventi che la ban-ca sosteneva.La città di Vero-na gli deve molto e non lo dimenticherà perché ha fatto un pezzo della nostra storia industriale. Alla moglie, ai figli e ai parenti, le mie sentite con-doglianze e quelle di tutti i veronesi”. “La scomparsa dell’ingegner Bauli è una triste notizia, che ci addolora profondamente. Ci lascia un imprenditore e uomo d’azienda che ha segnato la storia industriale del nostro territorio, il cui nome è legato a un simbolo della nostra tra-dizione dolciaria, il pandoro, che ha contribuito a far cono-scere in tutto il mondo. Il nostro pensiero e le nostre condo-glianze ai familiari”. Così il deputato e segretario della Liga Veneta Lorenzo Fontana alla notizia della morte di Alberto Bauli. Massimo Giorgetti, di Fratelli d'Italia, vicepresidente del Consiglio regionale del Vene-to: «Alberto Bauli è stato uno dei protagonisti dell'imprendi-toria veneta e dell'ascesa del-

la storica azienda dolciaria veronese. La sua è stata una vita fatta di lavoro, famiglia e impegno senza mai apparire». “Oggi si è spento uno dei pila-stri dell’economia veronese. Pochi hanno saputo, come lui, interpretare i tempi e scom-mettere sul futuro. Alberto Bauli apparteneva a quella generazione capace di rap-presentare la capacità di un territorio e di fare in senso positivo un sistema Verona. Qualcosa che si va sempre più purtroppo perdendo nella nostra città”, così Orietta Sale-mi, consigliera regionale di Ita-lia Viva.

Alberto Bauli è scomparso ieri lasciando un grande vuoto nella città

Sboarina: "Non lo dimenticheremo, la città gli deve moltissimo"

"Verona ha perso un grande Se ne va un pezzo di storia"

“Il nome Bauli significa immediatamente Pandoro, un dolce che ogni anno por-ta la tradizione natalizia veronese in tutto il mondo. Con la scomparsa dell’inge-gner Alberto, il Veneto ha perso un messaggero delle nostre tradizioni e del valore della nostra imprenditoria” Ricorda così, il Presidente del Veneto Zaia, l’imprendi-tore di Verona. "Con Alberto Bauli perdia-mo un altro veneto che ha saputo guardare con suc-cesso oltre i confini della sua realtà – aggiunge il Pre-

sidente -. Capendo le poten-zialità di un dolce tipico che la sua famiglia aveva già affermato su un largo mer-cato con un’azienda nata nel 1922, ha guidato il mar-chio nel suo maggior svilup-po, fino a farlo riconoscere tra i leader mondiali per la produzione di dolci da ricor-renza e prodotti da forno. Con il suo impegno e la pre-senza dei prodotti delle sue fabbriche in tutti i mercati del mondo, il Pandoro ha conteso agli universali Giu-lietta e Romeo la notorietà legata alla città sull’Adige”.

ZAIA: "E' STATO UN ESEMPIO PER TUTTI"

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IL GIOVANE VERONESE CONTAGIATO IN CROAZIA

"Con me c'erano altri ragazzi Ora devono fare il tampone""Ho mal di gola e spossatezza, ma spero di rimettermi presto"Continua dalla prima pagina Cos’è successo, una volta tornati a casa? Rientrati in Italia, siamo venuti a conoscenza di persone risul-tate positive al Covid, nella comitiva dell’agenzia alla qua-le ci eravamo agganciati. Lo abbiamo scoperto dall’Ulss n.9 Scaligera: alcuni ragazzi di Bologna avevano preso il virus. Mi sono sottoposto anche io al tampone, e mi sono reso conto di essere par-te dei contagiati. Siamo stati tutti invitati ad effettuare un isolamento preventivo, tam-pone o no, e in questo momen-to sono a casa da solo in un appartamento. Non mi è stato detto di assumere nessun far-maco, in quanto sembro un asintomatico che ha solo mal di gola e spossatezza. Sulle prime avevo pensato di aver preso un colpo d’aria dovuto all’aria condizionata. L’agenzia vi ha contattati, una volta rientrati in Italia? L’agenzia di fatto non si è inter-facciata con noi in alcun modo, ha dato solo i nostri nominativi all’Ulss; peraltro senza chie-dere il consenso. Siamo rima-sti un po’ spiazzati perché non abbiamo nemmeno utilizzato lo stesso pullman dei bologne-si, né all’andata né al ritorno, e personalmente non posso dire di conoscere questi ragazzi. Le attività organizza-te non prevedevano per forza che stessimo sempre tutti insieme. Qualche idea su dove tu possa aver preso il virus? Non lo so per certo, ma se dovessi dire un posto preciso, direi le discoteche o i bar che

abbiamo frequentato. Come in Italia, una volta seduti al bar la mascherina si può togliere ma questo non impedisce al virus di potersi diffondere in qualche modo ai tavoli vicini. Per quan-to riguarda le discoteche, era-no all’aperto, ma non c’erano assolutamente distanziamenti

di almeno un metro, né tanto-meno igienizzanti e mascheri-ne. Potrei averlo contratto per-sonalmente, oppure attraver-so i miei compagni di stanza, non so. Quello che posso dire, è che negli altri spostamenti che ho fatto, indossavo sem-pre la mascherina: c’era una navetta che collegava giornal-mente Novaglia ad una città vicina, e a bordo era obbliga-torio proteggersi a dovere. Adesso com’è la situazio-ne? Al momento stanno effettuan-do i tamponi anche alle altre persone che erano con me, ma non so altro. Resto in iso-lamento e spero di rimettermi presto del tutto ". Beatrice Castioni

L'Europa ha paura,

l'Italia "accerchiata"

L’annuncio del Belgio fa tre-mare l’Europa, mentre in Ger-mania cresce vertiginosamen-te il numero dei contagi, la Francia parla di un “equilibrio fragile” e in Romania si viaggia su una media di oltre mille casi al giorno. La recrudescenza della circolazione del virus era attesa per l’autunno, ma in diversi stati europei si sta veri-ficando già da ora, in piena estate. L’Italia, partita come il paese del Continente con la situazio-ne più critica, si trova adesso nelle retrovie. La curva dei contagi cresce anche qui, l’al-lerta resta altissima, ma “il peso psicologico del lock-down” - più oppressivo in Italia che nel resto d’Europa, pare spingere i cittadini a rispettare con maggior rigore le misure di contagio. E la situazione resta per il momento sotto controllo a differenza di quel che avviene oltralpe. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’autori-tà sanitaria belga Sciensano, infatti, il numero medio di infe-zioni da coronavirus è salito in Belgio a 517,1 tra il 25 e il 31 luglio, con un aumento del 60% rispetto alla settimana precedente. Steven Van Gucht, presidente del comitato scientifico sul coronavirus dell’Istituto di sanità. Van Gucht stempera in parte la preoccupazione: “Questa seconda ondata potrebbe non avere conse-guenze drammatiche: le misu-re messe in atto dal Consiglio di Sicurezza Nazionale posso-no funzionare. Il Coronavirus in futuro si comporterà come una lieve infezione”.

LA SITUAZIONE

"Purtroppo in Croazia,

non c'è attenzione

per le norme restrittive previste"

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E' dello Spallanzani di Roma. Sperimentazione, si cercano volontari anche a Verona

Con l'avvio della sperimenta-zione in fase III anche per il vaccino prodotto dalla tede-sca Biontech in collaborazio-ne con Pfizer sono saliti ormai a sei i candidati vaccini che sono arrivati all'ultimo livello di sperimentazione sull'uomo. Un numero consistente se si pensa che le sequenze gene-tiche del virus Sars-CoV 2 responsabile di Covid 19 sono state rese note solo il 10 gen-naio scorso. Spallanzani di Roma Ormai in tutto il mondo, secon-do l'Osservatorio del Milken Institute di Pasadena sono almeno 202 i vaccini in fase di sviluppo e di questi appena 24 sono quelli che sono stati avviati a sperimentazione cli-nica. Tra questi c'è anche un vaccino italiano che proprio negli ultimi giorni è stato avvia-to alla sperimentazione pres-so l'Ospedale Lazzaro Spal-lanzani di Roma e coinvolge-rà, in questa prima fase, 45 volontari a Roma, Piacenza Verona e Cremona. Si tratta del farmaco prodotto dalla ReiThera di Castel Romano che ha già superato la fase preclinica di test sugli animali dimostrando di produrre una buona risposta anticorpale ed

è ora pronto per la fase di spe-rimentazione clinica sull'uo-mo. Ad annunciarne la speri-mentazione sull'uomo è stato lo stesso Ministro per la Salu-te, Roberto Speranza. Israele Sono davvero tanti i Paesi che hanno avviato sperimentazio-ni in proprio di vaccini contro il coronavirus. Non solo i gran-di Paesi del G8, ma anche molti altri, tra cui la Cina, l'In-dia, la Russia, l'Indonesia e anche diversi Paesi africani come la Nigeria hanno avviato sperimentazioni di specifici prodotti. Israele, per esempio, avvierà la sperimentazione di un suo vaccino già ad ottobre, ha spiegato il ministro della Difesa, Benny Gantz, durante una visita per avere un aggior-namento sui progressi in cor-so. "Dobbiamo iniziare i test sugli umani dopo le vacanze di Tishrei", ha detto facendo riferimento al mese ebraico in cui si concentrano le principali festività, che quest'anno si concludono il 10 ottobre "Il nazionalismo dei vaccini non va bene, non ci aiuterà",

ha sottolineato il capo del-l'Oms, Tedros Adhanom Ghe-breyesus durante l'Aspen Security Forum negli Stati Uni-ti, tramite collegamento video dalla sede dell'Oms a Ginevra. "Perchè il mondo si riprenda

più velocemente, deve ripren-dersi insieme, perchè è un mondo globalizzato: le econo-mie sono intrecciate. Parte del mondo o pochi paesi non pos-sono essere un rifugio sicuro e riprendersi".

COVID 19, LA RICERCA SEMBRA DAVVERO ALLA STRETTA FINALE (1)

Sei vaccini in corsa, c'è anche l'Italia

Ha già superato la fase

preclinica sugli animali,

fornendo risposte ok

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Le grandi potenze si sfidano per anticipare tutti e immettere il vaccino sul mercato Tutti sperano di accorciare i tempi e di arrivare al traguardo già all'inizio del 2021

Regno Unito Servirebbero infatti nove miliardi di dosi per coprire tutta la popolazione mondiale. Mor-gan Stanley ha elaborato un rapporto "Covid 19: What to watch in vaccines", in cui evi-denzia i limiti delle capacità produttive delle aziende che hanno i candidati vaccini con maggiori probabilità di suc-cesso. Per esempio, la stima è che il vaccino di Astra Zene-ca non possa essere prodotto prima dell'inizio del 2021 con una capacità produttiva pari a 300 milioni di dosi. Solo Moderna, Sanofi e Johnson&Johnson avrebbero la capacità di produrre un miliardo di dosi in un anno, ma non è detto che i loro vaccini siano tra i primi a essere auto-rizzati. Per questo, nonostan-te il monito dell'Oms, molti Paesi si stanno muovendo sul mercato per assicurarsi scorte importanti. Tra questi il Brasile e gli Stati Uniti. Il vaccino è sta-to sviluppato dall'Università di Oxford ed in Brasile è in fase di sperimentazione attraverso una partnership con la Funda-cion Oswaldo Cruz, il principa-le centro di ricerca medica in America Latina. Usa Al momento la ricerca che risulta più avanzata è quella dell'azienda biotecnica Moderna, che sta lavorando in collaborazione con l'Istituto di sanità americano. "Con la Commissione Europea stia-mo lavorando a chiudere ancora tanti contratti con gran-di case farmaceutiche che sono al lavoro" sul vaccino anti-Covid. "L'Italia - ha detto Speranza al Senato - è in pri-ma linea e fa parte del gruppo ristretto che chiuderà questi

contratti: perciò appena una delle compagnie ci dà una notizia positiva, saremmo nel-le condizioni di poter usufruire del vaccino". La nostra nazio-ne "ha sottoscritto tra le prime un'alleanza con Francia, Ger-mania e Olanda e sta rappre-sentando il motore dell'inizia-tiva della Commissione Euro-pea" per ottenere il prima pos-sibile il presidio sanitario. Inol-tre, "abbiamo sottoscritto - ha concluso - un primo accordo importante che ci consentirà di avere le prime dosi entro la

fine del 2020. Si tratta di un vaccino elaborato all'Universi-tà di Oxford ma con una parte italiana, perché il vettore virale è stato realizzato da un'azien-da di Pomezia. La rivista the Lancet ha riportato uno studio sulla fase 1 e 2 e dice che i risultati sono molto incorag-gianti. La fase 3 è stata spo-stata in Brasile e Sudafrica". Nel frattempo continuano le sperimentazioni. Novavax, la poco nota società del Mary-land che ha firmato un accordo da 1,6 miliardi di dollari con il governo americano per il suo vaccino contro il coronavirus, ha annunciato risultati inco-raggianti in due studi prelimi-nari. In uno dei due studio, 56 volontari hanno prodotto un alto livello di anticorpi contro il Covid-19, senza subire effetti collaterali pericolosi. L'altro studio è stato condotto su scimmie, che sono state effi-cacemente protette dal vacci-no.

Russia La prossima settimana dovrebbe poi arrivare l'annun-cio dalla Russia del via libera alla somministrazione del vac-cino messo a punto dall'Istitu-to Gamaleya di Mosca che, stando a fonti interne russe, il prossimo 14 agosto dovrebbe vedere il via libera ufficiale. "Contiamo molto sull'avvio della produzione di massa a settembre", ha detto il ministro dell'industria Denis Manturov. "Saremo in grado di garantire volumi di produzione di diver-se centinaia di migliaia al mese, con un eventuale aumento a diversi milioni entro l'inizio del prossimo anno", ha detto, aggiungendo che uno sviluppatore sta preparando la tecnologia per la produzione in tre siti diversi nella Russia centrale. L'Oms ha reagito con cautela all'annuncio di parte degli scienziati russi, e ha ricordato che prima di conce-dere una licenza vanno com-pletate tutte le fasi del test.

COVID 19, LA RICERCA SEMBRA DAVVERO ALLA STRETTA FINALE (2)

Usa&Russia, corsa per essere i primi

"Contiamo molto sulla produzione

di massa già a settembre"

dicono in Russia

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NUOVA RETE TRA PORTA PALIO E BRECCIA CAPPUCCINI

Dove le dimensioni lo consentono. Sono una novità assoluta per il Comune di VeronaUn nuovo tassello si aggiunge poco alla volta al puzzle per la mobilità sostenibile, con i 5 nuovi chilometri di piste e cor-sie ciclabili che collegano Por-ta Palio a Breccia Cappuccini, in entrambi i sensi di marcia. E' prevista infatti la realizza-zione di un sistema di corsie ciclabili e piste ciclopedonali sui marciapiedi da Porta Palio passando per Porta Nuova, proseguendo fino a Breccia Cappuccini, per raggiungere Ponte San Francesco, lungo le circonvallazioni interne. In pratica, dove le dimensioni del marciapiede lo consento-no, una parte di esso sarà dedicata al passaggio delle bici; in alternativa, la striscia sul margine destro della car-reggiata stradale sarà utilizza-ta per fare posto alle corsie ciclabili. Le corsie ciclabili sono una novità assoluta per il Comune di Verona. Introdotte nel Decreto 'Rilancio' per favorire la mobilità sostenibile. La dif-ferenza sostanziale tra 'pista ciclopedonale' e 'corsia cicla-bile' sta infatti nella posizione che le stesse occupano rispet-to alla strada. Se la pista ciclo-pedonale, segnata con il colo-re giallo, occupa tendenzial-mente uno spazio proprio e può essere ricavata anche su un tratto di marciapiede, la corsia ciclabile è invece rica-vata sulla strada. Qui, la stri-scia riservata alle biciclette è divisa dalla carreggiata vera e propria da una linea bianca discontinua, sul margine destro. Un modo per mettere in sicu-rezza i ciclisti, garantendo loro una corsia di marcia preferen-ziale e riservata, ma anche un'attenzione verso gli auto-mobilisti, che alla vista della linea tratteggiata sono messi

in allerta e avvisati di prestare maggiore attenzione alle bici. Tuttavia, il Codice della Strada prevede che, a differenza del-le tradizionali piste ciclabili, le auto possano invadere le cor-sie ciclabili se completamente libere dalle due ruote. Corsie ciclabili e scuole. Non è un caso che i lavori per implementare la rete ciclabile siano stati potenziati proprio ora. Tra poco più di un mese le scuole cittadine di ogni ordi-ne e grado torneranno opera-tive e l'amministrazione si sta preparando anche sul fronte spostamenti, mettendo in atto alcune delle soluzioni emerse dal Piano per la mobilità di emergenza redatto durante il Covid. Un lavoro suddiviso per

tavoli, a cui hanno partecipato i rappresentanti delle diverse istituzioni interessate, portan-do ciascuno proposte e idee e segnalando criticità e proble-matiche da risolvere. L'intervento tra Porta Palio e Breccia Cappuccini, è infatti solo il primo di una serie di opere mirate alla ciclabilità che vedranno la luce entro il suono della prima campanel-la. Lo hanno annunciato il sin-daco e l'assessore alla Mobi-lità e traffico, sperimentando per primi le nuove corsie a bor-do delle loro biciclette. Insie-me a loro, il presidente di Fiab Verona Corrado Marastoni e Saverio Tribuzio in rappresen-tanza dei Mobility manager degli istituti scolastici cittadini.

Corsie ciclabili lungo i marciapiedi

La pista ciclabile realizzata sul marciapiede in Circonvallazione Oriani

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“Spiegare bene ai veronesi

come funziona”

Grazie soprattutto all’interes-samento di Fiab, l’amministra-zione comunale ha introdotto anche nella nostra città alcune delle novità del decreto Rilan-cio in fatto di mobilità sosteni-bile. “Ci aspettiamo ora un serio investimento sull’informazio-ne ai cittadini affinché le nuove corsie ciclabili non rimangano degli oggetti misteriosi poten-zialmente pericolosi per l’inco-lumità dei cittadini”, dicono i dem Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani. “Visto che si tratta di spazi di strada ad uso sostanzialmen-te promiscuo, che diventano riservati alle bici soltanto quando esse effettivamente transitano,-concludono i con-siglieri comunali - è essenziale spiegarne per bene l’uso sia agli automobilisti che ai ciclisti, e questo si realizza con una capillare campagna informati-va che promuova l’intero siste-ma della mobilità sostenibile cittadina”.

Federico Benini

CONSIGLIERI PD

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L'INTERVENTO DELL'ESPONENTE PD, TRA PRESENTE E FUTURO

"Sull'agenda dev'essere uno dei problemi più urgenti da affrontare. Lavoro, studio, prospettive per il futuro: fondamentale""In queste ore ho letto tanti commenti alle recenti notizie su politici e bonus. Trovo che la cosa più sbagliata sia lan-ciarsi nelle solite generalizza-zioni (i "politici"...) e fare di tut-ta l'erba un fascio. Come vediamo, ci sono persone e persone. Lo stesso vale per i giovani. Si legge tanto di gio-vani sconsiderati, di discote-che, giovani che portano il Covid. Io vorrei parlare di Covid e giovani, ma sul piano del Covid e del suo impatto sul futuro dei nostri giovani" afferma Giandomenico Alle-gri, candidato alle prossime Elezioni Regionali per il Parti-to Democratico. "La pandemia rischia di lasciare una cicatrice su un'in-tera generazione di ventenni e trentenni, già vittime della precarietà e con redditi mediamente più bassi rispetto ad altre fasce di popolazione (-11% rispetto alla media nazionale). Già durante il lockdown, secondo l'Organiz-zazione Internazionale del Lavoro, un giovane su sei ha perso il proprio impiego" dichiara Allegri. "C'è uno scenario sommerso e preoccupante su cui è dove-roso che la politica faccia luce. Occorre mettere in cima all'agenda la situazione di una generazione che oggi più di ogni altra rischia di veder sva-nire le sue speranze, non solo lavorative, le aspirazioni, i progetti di vita. Si tratta di tanti giovani prevalentemente occupati nella cosiddetta "economia informale", spesso con minori tutele. Di questo dobbiamo occuparci privile-

giando un'impostazione poli-tica lungimirante, che - oltre ad affrontare l'emergenza occupazionale post-Covid - inizi seriamente a progettare oggi le opportunità che i gio-vani potranno continuare a mettere a frutto nel medio e lungo termine". Da imprenditore, che da gio-vane fondò la sua azienda, Allegri sottolinea in particola-re la necessità di ridare spe-ranza e motivazione a una generazione. "I nostri giovani sono consapevoli che la pan-demia porterà all'aumento del debito pubblico e a nuove misure di austerity a danno soprattutto delle nuove gene-razioni. Ma non possiamo far perdere a un'intera genera-zione la speranza" - sottolinea Allegri. "Non possiamo accet-tare che la spinta motivazio-nale dei nostri giovani si spen-ga, dobbiamo aiutarli a inve-stire su di sè, sulla propria indispensabile formazione, a cominciare dagli studi univer-sitari". Le stime dell’Osservatorio Talents Venture attestano una preoccupante riduzione delle iscrizioni per il prossimo anno accademico dell'11%. "Occorre incentivare la ripre-sa degli studi universitari. Ricordiamo che l'Istat rileva come gli italiani siano già fra gli ultimi in Europa per livello di istruzione: in Italia i laureati sono il 19,6% della popolazio-ne, un valore molto basso rispetto a una media europea del 33,2%" - ricorda Allegri, che vede tra i rischi post-Covid anche ripercussioni sulla natalità.

Allegri mette i giovani al primo posto

"SERVONO PROVVEDIMENTI URGENTI"

"Non si tratta solo di forma-zione e di occupazione. Si tratta anche di progetti di vita, di creazione di una famiglia e quindi, di riflesso, di natalità. Già l'Istat, prima dello scop-pio della pandemia, aveva stimato un calo di 10mila nascite nel 2021. Ora il qua-dro sembra peggiorare ulte-riormente, con stime che pre-vedono fino a 39mila nascite in meno. Non perché i giovani non desiderino la maternità e la paternità, ci dice l'Istat, bensì per rassegnazione, perché le loro condizioni socio-economiche sono un freno alla natalità. Dobbiamo lavorare a un orizzonte politi-co in cui non si ragioni in ter-

mini di Pil, di profitto privato, di tagli al welfare, di precarizza-zione e di aggravio sulle nuo-ve generazioni. Occorre immaginare e realizzare un sistema sostenibile, che non può prescindere da un'equa redistribuzione della ricchez-za di cui lo Stato deve farsi promotore e garante".

"Tocca ora allo Stato trovare le soluzioni"

"Dobbiamo garantire un futuro ai giovani" dice Allegri, candidato Pd alle regionali (in basso)

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Il Calima scompiglia i capelli di Francesca, una dei tanti giovani che hanno scelto Las Palmas per il telelavoro. Francesca è una copywriter sarda dall'abbronzatura ca -rai bica. Si è trasferita l'anno scorso e dopo sei mesi ha ottenuto la residenza fi sca -le. «Qui la vita è molto più sem plice», racconta seduta al ta volino di un bar gestito da cubani. «La gente si ac -con tenta di poco, e io mi sono liberata di un sacco di tas se». Da qualche giorno il vento che soffia dal Maroc -co arroventa il clima. La pan-za de burro però l'indo mani tornerà a fare il suo me stie -re, quello di colorare il cielo di un grigio tendente all'az -zurro. La panza de burro è la “ancia dell'asino” si gonfia quando gli alisei da Nord-Est spingono le nuvole contro le montagne, ciò che succede quasi sempre. La temper-atura scende di 5-6 gradi e guardando in su sembra che piova da un momento all'al-tro ma in realtà qui piove raramente, mai d'estate. La pausa pran zo di Francesca e di chi co me lei ha scelto Gran Cana ria, Spagna - a 350 chilo metri dall'Africa - per vi vere e lavorare, è un tuffo nel l'Atlantico. Un pasto frugale in uno dei tanti locali lungo la passeggiata di Las Can te ras, la spiaggia più fre-quentata del Nord dell'isola, e poi si torna al computer. Las Pal mas è il santuario del lavoro da remoto. I templi sono i coworking, ampi uffici dove 30-40 enni e oltre provenienti da tutto il mondo condividono lo stesso ambi-ente approfittando di ottime connessioni internet e costi contenuti. Ci so no tan ti ita -lia ni, britannici, qual che a -

mericano, incontriamo dei po lacchi, troviamo scandi-navi ma anche iberici. Il cli-ma è rilassato, ci si cono sce ve locemente, ma non è vacanza. Al Sop pa de azul, in calle Americo Vespucci, in una vietta stretta il cui unico ne gozio vende narghilè, An -

a, 30 enne mi lanese, è in teleconferenza col suo capo. Lavora per l'uf ficio mar keting di un'importante azienda dolciaria. «Vivo qui da fine 2017», ci dice, «da quando mi è stato concesso lo smart working. Era il mio sogno: stare tutto l'anno in maglietta

e pas seggiare in spiaggia o -gni mattina. Sto al pc più di pri ma, me ne sono resa con -to col tempo, ma la qualità del la vita è superiore, co sta tutto meno, e poi sei in Euro -pa, l'isola è collegata be - nissimo con l'Italia». SEGUE A PAG.10

LA CAPITALE “ITALIANA” DEL TELELAVORO

Altroché pensionati: sono sempre di più i professionisti che scelgono l’isolaGran Canaria, patria dello smartworking

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La spiaggia di Las Canteras e il centro di Las Palmas

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SEGUE DA PAG. 9

(...)

Michele, 42 anni, lavorava come trader a Bologna. Spo sato, papà di un bambi-no piccolo, si è trasferito qui due settimane prima dello scoppio della pandemia. «Io e mia moglie ne aveva-mo parlato a lungo: lei non lavorava e io, non avendo l'obbligo di stare in ufficio, potevo continuare l'attività in qualsiasi parte del mon -do ci fosse una buona con-nessione e un fuso orario compatibile. Abbiamo scel-to Las Palmas per la vici-nanza dalle nostre famiglie, per il clima primaverile e perché la tassazione è mol-to vantaggiosa». Per i liberi professionisti le aliquote non differiscono mol to da quelle italiane, ma sono le detrazioni a fare la differen-za. L'Iva si chiama Igic, nel-la maggioranza dei casi è del 7%. La Zec, zona espe-cial Canaria, se vi si apre un'azienda che soddisfi determinati requisiti con -sente un'imposizione del 4. Non è un paradiso fi scale ma non siamo distanti. I prezzi dei coworking vari-ano dai 10-15 euro al giorno ai 120-150 euro al mese: in quest'ultimo caso si ha diritto sempre alla stessa scrivania, a una sala riunioni, alla fotocopiatrice, e soprattutto alla chiave che ti permette di lavorare anche di notte. Al Dojo, in calle Eduardo Benot, l'ab-bonamento annuale è scontato del 15%. Il Covid ha dimezzato i clienti e si cercano incentivi per farli tornare. Il Dojo è il quartier generale di Marco, torinese di 39 anni, che da qui cura

la grafica di alcuni siti inter-net italiani: «L'ho fatto per anni dal salotto di casa. Nel 2016 sono venuto qui in vacanza, mi sono trovato bene, e ho deciso di cam-biare stile di vita. Gua dagno come prima e spendo il 20-25% in meno». L'i sola è disseminata di co working: c'è il Playa Chica, il Paler-mo,dalle parti di Ve gueta - il quartiere an tico della capi-tale - ci sono El Nucleo, il GoCoworking, che dispone anche di una ter razza bian-ca e blu con tanti cuscini colorati dove rilassarsi. Qualche struttura ha chiuso a causa del Co vid. Altre hanno rallentato. Ma Gran Canaria rimane la capitale europea dei “No ma di digita-li” C'è un gruppo molto atti-vo su Facebook, “Nomadi Digitali Italiani” ha 9 mila iscritti. C'è chi vive e lavora in ogni angolo del mondo. La maggior parte lo fa in Spagna, specialmente tra Gran Canaria e Tenerife. Vanno forte anche Fuerte -ventura e Lanzarote. Fino a qualche anno fa Gran Ca -naria era conosciuta solo co me il buen retiro di mi -gliaia di pensionati conna-zionali, inglesi, tedeschi, an che spagnoli. Ce ne sono molti e vivono sopratutto al Sud dalle parti di Mas -palomas, la zona più calda, una distesa di dune, molte naturali, create da Calima, e alcune artificiali. La vita co sta come nell'Italia meri-dionale. Non esistono spe -se di riscaldamento. Ma è molto frequentata anche dai giovani, soprattutto nel fine settimana. È qui la movida, che però al tempo della nueva normalidad ine -vitabilmente stenta a ripren-

dere. Quaranta chilometri più a Nord, invece, a Las Palmas, il telelavoro non si è mai fermato. Chi non va

al coworking lavora da ca -sa, a due passi dall'oce a -no. Con il Calima e la pan -za de burro.

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Informatici, pubblicitari, ghostwriter: Las Palmas è una fucina di espatriati

Una ragazza al Soppa de Azul e le dune di Maspalomas

Tasse al 7%, mare e costi accessibiliI VANTAGGI DELL’EUROPA A DUE PASSI DALL’AFRICA

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L'OPERA È STATA PRESENTATA ALLA CITTÀ

"L'obiettivo è quello di restituire ai cittadini aree che migliorano la qualità della vita"Il progetto di recupero di Forte San Procolo è stato presenta-to ufficialmente alla città. Negli spazi del Poligono di Tiro a segno in via Magellano, pro-prio limitrofo all’area del Forte, si è svolta l’assemblea pubbli-ca per illustrare alla cittadinan-za il programma d’intervento complessivo. Il progetto, che il Comune ha depositato in questi giorni al Demanio, è stato esposto dal vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici insieme agli assessori alla Pianificazione urbanistica, al Bilancio e Rap-porti con Unesco, al Patrimo-nio. Presenti anche il presidente del Poligono di Tiro a Segno Riccardo Sartor e la presiden-te della commissione consilia-re temporanea Arsenale. Nello specifico, il piano di tute-la e promozione, realizzato dall'assessorato alla Pianifica-zione urbanistica in sinergia con gli Uffici Unesco, riguarda: pulizia complessiva degli spa-zi interni ed esterni, per ren-dere accessibile e disponibile l’area ai cittadini; creazione di una concreta fruibilità del For-te da parte dei vicini quartieri Navigatori e Saval; coinvolgi-mento di associazioni per la gestione iniziale della struttu-ra, con l’uso temporaneo del-l’interno dell’edificio per l’orga-nizzazione di visite guidate. Forte San Procolo si prepara quindi ad essere vissuto dalla città. A cominciare dal grande polmone verde, più di 70 mila metri quadrati di area tra i quartieri Saval e Navigatori, per poi passare agli edifici coperti. Il compendio militare, attualmente in concessione al Comune per un anno, in atte-sa del trasferimento definitivo da parte del Demanio, come

richiesto dall'amministrazio-ne, può finalmente iniziare il suo percorso di recupero e valorizzazione. L'obiettivo dell'amministrazio-ne è quello di rendere acces-sibile l'area esterna il prima possibile, già dalla prossima primavera, intervenendo subi-to con i lavori di disboscamen-to e pulizia del verde che al momento si trova allo stato incolto. Sono previste un'area giochi per i bambini, un teatro all'aperto, un'area cani e una parte boscata da conservare e potenziare in virtù della bio-diversità che il Forte custodi-sce, fatta di un’ampia gamma di specie di flora e fauna. Per questa prima fase, l'am-ministrazione impegna circa

300 mila euro, necessari per rendere l'area accessibile, vivibile e sicura. “L’obiettivo è quello di interve-nire per il recupero di aree degradate e abbandonate, per restituirle alla città, contri-buendo ad accrescere la qua-lità di vita dei residenti - ha det-to il vicesindaco Zanotto-. Per questo ci siamo impegnati per accelerare i tempi e giungere il prima possibile all’assegna-zione del Forte da parte del Demanio. Intervenire nella sistemazione del monumento e dell’area circostante signifi-ca, anche, lavorare sugli aspetti viabilistici di pertinen-za, mettendo in sicurezza gli ingressi e le aree di accesso al Forte"

Un momento dell'assemblea di presentazione

Forte San Procolo, il recupero è realtà

TRAGUARDI

"Perchè non fare lo stesso col Circolo Ufficiali?"

“Siamo molto felici dell’asse-gnazione temporanea, che speriamo diventi definitiva tra un anno, di Forte San Procolo al Comune, da tempo soste-niamo la grande importanza del verde urbano e di costrui-re itinerari culturali al di fuori delle zone ad alta densità turi-stica: questa è un’occasione più unica che rara di riqualifi-cazione storica e per miglio-rare la vivibilità di un’area residenziale importante di Verona”, esordisce Giacomo Cona, responsabile per la ter-za circoscrizione di Traguar-di. Aggiunge Tommaso Ferrari, consigliere comunale: “un’ul-tima domanda per l’ammini-strazione, infine: se è possi-bile chiedere al Demanio (ed ottenere) beni da riqualificare e valorizzare, perché non si segue la stessa strategia anche con il circolo Ufficiali a Castelvecchio? Se il comune ha le idee chiare ed una vera strategia complessiva per una città riqualificata e valo-rizzata nei suoi numerosissi-mi tesori nascosti la comuni-chi e la applichi. Se, come temiamo, si tratta solo di pro-clami ed annunci, saranno i veronesi a giudicare l’ennesi-ma delusione firmata Sboari-na & co".

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LE PREOCCUPAZIONI DI CASARTIGIANI VENETO

Prando: “Si investa nel lavoro, le Pmi sono l’autentica spina dorsale del Paese”Il governo ha approvato qual-che giorno fa il “decreto Ago-sto” che ha introdotto parziali rateizzazioni per le tasse sospese durante l’emergenza Covid, proroghe della cassa integrazione e dei licenzia-menti e nuove indennità per i lavoratori stagionali. Misure utili, ma che tuttavia non van-no al nocciolo della questione e non risolvono i problemi sul tavolo. “Il ‘decreto Agosto’ – analizza Andrea Prando, segretario Casartigiani Veneto – purtrop-po non cambia la sostanza degli interventi precedenti del Governo. È prevista la rateiz-zazione delle tasse, ma solo per il 50% di quelle sospese nei mesi scorsi. Le imprese artigiane e le Pmi, invece, sono al 100% in grave difficol-

tà. Si proroga la cassa integra-zione e il divieto di licenzia-mento, ma questo strumento

non può essere la soluzione. Perché ciò che manca non è la volontà di salvaguardare i

propri collaboratori, ma il lavo-ro. E se non c’è lavoro, il tema dei licenziamenti si porrà, ancora più seriamente, tra qualche mese. Casartigiani, invece – continua Andrea Prando – propone di investire nel lavoro delle imprese, abbassando le imposizioni e realizzando una riforma com-plessiva del sistema fiscale che preveda, ad esempio, un alleggerimento della tassazio-ne per artigiani e imprese famigliari. In alternativa, di proroga in proroga, ritrovere-mo le Pmi morte per asfissia e la politica dovrà renderne conto. Vorrei ricordare che le piccole imprese rappresenta-no la spina dorsale dell’econo-mia del nostro Paese. Sem-pre, non solo quando si è in vista delle elezioni”.

Andrea Prando

Decreto agosto non risolve i problemi

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LA GUARDIA COSTIERA SUL GARDA INCREMENTA L’ATTIVITÀ DI VIGILANZA

Nel corso dell’ultimo weekend sono state salvate 12 persone rimaste incagliate con i natanti Dopo che, anche nello scorso week-end sono state portate a termine operazioni di soccor-so che hanno condotto al sal-vataggio di 12 persone a bor-do di 05 natanti e kitsurf in dif-ficoltà, alla deriva o incagliati, durante la settimana di Ferra-gosto il 1°Nucleo Guardia Costiera rafforzerà ulterior-mente la propria presenza nel-le acque del Lago di Garda nell’ambito dell’operazione nazionale Mare Sicuro, rino-minata Lago Sicuro. Dall’inizio dell’Operazione, ini-ziata il 15 giugno, i Mezzi Navali della Guardia Costiera del Lago di Garda hanno fino-ra soccorso 117 persone, di cui sette in imminente pericolo di vita (durante il violento e ina-spettato fortunale abbattutosi improvvisamente nel pome-riggio del 21 luglio) ed assistito ben 44 unità da diporto. Nell’ambito dell’operazione Lago Sicuro sono stati altresì eseguiti 568 controlli in mate-ria di diporto, sicurezza della navigazione e pesca, da cui sono scaturite 158 sanzioni amministrative e due seque-stri di natanti, elevate princi-palmente per navigazione a motore in zone riservate alla balneazione. Le operazioni di soccorso sono state coordi-nate dalla Sala Operativa del 1°Nucleo Guardia Costiera di stanza a Salò, attiva nell’arco delle 24 ore tutti i giorni del-l’anno. Fondamentale al suc-cesso delle attività è stata ed è la collaborazione con le altre Forze di Polizia e con i Vigili del Fuoco operanti sul bacino lacuale che agiscono in coor-dinamento tra di loro grazie anche al “Protocollo Operativo per gli interventi di soccorso sul Lago di Garda” del 2018. Al fine di garantire un’equili-brata presenza su tutto il baci-

no del Garda, i mezzi navali assegnati al Nucleo della Guardia Costiera espletano la propria attività sia sulla spon-da Bresciana, con il battello veloce GC 058 A, sia sulla sponda Veronese con la Moto-vedetta CP 703, che sulla sponda Trentina con il battello GC 098 B attualmente rischie-

rato a Nago Torbole. L’attività di soccorso viene poi garantita dalla Motovedetta ognitempo CP 862 pronta a muovere a qualsiasi ora del giorno e della notte. “Stiamo lavorando sen-za soluzione di continuità – dichiara il Capitano di Corvetta (CP) Antonello Ragadale al Comando del 1° Nucleo Guar-

dia Costiera del Lago di Garda – per essere presenti su tutto il lago per garantire prontezza d’intervento e sicurezza delle persone e delle attività profes-sionali e diportistiche. Nella corrente settimana ferrago-stana, incrementeremo ulte-riormente le ore di vigilanza, al fine di assicurare una maggio-re presenza del Corpo negli specchi acquei lacuali mag-giormente frequentati da bagnanti e diportisti. Fondamentale, per le attività svolte dalla Guardia Costiera, sono il Coordinamento della Direzione Marittima del Vene-to e la collaborazione, ormai consolidata, con la Comunità del Garda, con le Regioni Lombardia e Veneto, con la Provincia Autonoma di Trento e con l’Autorità di Bacino, che garantiscono il supporto logi-stico per assicurare il raggiun-gimento degli obiettivi di sicu-rezza della navigazione su tut-to il Lago di Garda.

Ferragosto, operazione “Lago sicuro”

La Guardia Costiera lago di Garda in piena azione

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CONFAGRICOLTURA VERONA E IL CONSORZIO OLIO GARDA DOP

Turri: “Annata favorevole, ma le regioni non danno sostegno al nostro olio del Garda”

Il caldo e il sole stanno favo-rendo le olive veronesi, che quest’anno stanno segnando una grande rimonta rispetto all’annata disastrosa del 2019. Il fenomeno della cascola è molto ridotto e i frutti abbondano sugli alberi, soprattutto nella zona del lago di Garda che è stata meno col-pita in primavera da bombe d’acqua e vento. “Se la stagione proseguirà così contiamo di iniziare la rac-colta alla metà di ottobre - sot-tolinea Laura Turri, presidente degli olivicoltori di Confagri-coltura Verona e del Consor-zio Olio Garda dop -. “Abbia-mo avuto una fioritura ottima dalla metà di maggio, grazie alle giornate soleggiate che all’ulivo fanno molto bene. L’allegagione, cioè il passag-gio dal fiore al frutto, è stata ottimale e perciò le piante sono cariche di olive. La cascola c’è stata, ma in per-centuali minime che non han-no inciso sulle quantità. Gli oli-vi hanno, evidentemente, deciso di venirci incontro e di

rimediare alle enormi perdite del 2019, quando l’olio Garda dop perse il 96 per cento della produzione”. Laura Turri esprime però ram-marico per la mancanza atten-zione degli enti regionali per il settore: “Nessuna delle tre Regioni cui fa capo il lago di Garda ha risposto alle nostre richieste di aiuto – dice - , quando al termine della scor-sa stagione olearia abbiamo chiesto lo stato di calamità.

Né, il Veneto, né la Lombardia, né la Provincia autonoma di Trento. Evidentemente non ci ritengono un settore importan-te come altri, ma dimenticano che l’olivicoltura è indispensa-bile per il paesaggio del lago di Garda, che si caratterizza proprio per queste piante sempre verdi, tra cui tante secolari, che sono uno dei punti di attrazione per il turista. Se noi olivicoltori abbando-nassimo la coltura, l’ambiente

risulterebbe impoverito e il ter-ritorio non sarebbe più così curato e in ordine com’è oggi. Auspichiamo perciò che gli amministratori diventino con-sapevoli dell’importanza del settore e ci sostengano nelle annate a reddito zero, come il 2019, nelle quali comunque le spese di potatura e manodo-pera rimangono immutate”. I produttori veronesi, che col-tivano 3.560 ettari di superficie a olivo, incrociano le dita, spe-rando che il bilancio 2020 compensi le perdite dell’anno precedente. Oltre all’olio Gar-da dop, nel territorio scaligero si produce anche l’olio Veneto dop, che nel Veronese ha la sottozona Valpolicella coinci-dente con la zona di produzio-ne del Valpolicella e dell’Ama-rone. L’olio gardesano è carat-terizzato da un profumo è di erba fresca, erbe aromatiche, fieno e carciofo, con un tipico retrogusto di mandorla. L’olio Veneto dop presenta sentori fruttati, di frutta secca e note speziate, con un retrogusto di mandorle e carciofo.

Olive, caldo e sole favoriscono la quantità

Gli olivi del Lago di Garda e sotto Laura Turri presidente del Consorzio Olio Garda Dop

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I SERVIZI DI CONFCOOPERATIVE FEDERSOLIDARIETÀ DURANTE IL LOCKDOWN

Quelle aderenti sono 110. La presidente Dal Degan: “Uno spirito davvero invidiabile”Sono 110 le cooperative sociali aderenti a Confcoope-rative Federsolidarietà Verona che nei mesi di chiusura for-zata hanno continuato ad assistere le famiglie, anche a distanza. Si sono reinventate, hanno sviluppato nuovi canali di comunicazione e nuove modalità di coinvolgimento degli assistiti. “Le nostre coo-perative hanno dimostrato, nonostante le innumerevoli difficoltà e le incertezze del periodo, uno spirito di solida-rietà verso i propri assistiti invi-diabile” commenta la Presi-dente di Federsolidarietà Verona Erica Dal Degan. “Abbiamo deciso di prendere come riferimento le storie di sette nostre cooperative e di alcune famiglie assistite, per dimostrare concretamente il lavoro e l’impegno profuso da tutti gli operatori”. “Il periodo iniziale di lockdown è stato disorientante. – ammette Antonio, padre di Luigi, un ragazzo di 34 anni che fre-quenta il centro diurno della cooperativa sociale Emma-nuel di Bovolone-. Annalisa, madre di Alessan-dro, ragazzo di 23 anni che fre-quenta il centro diurno “Il Caleidoscopio”, della coope-rativa sociale L’Officina del-l’Aias di Verona, conferma di essersi sentita molto suppor-tata dal servizio domiciliare che le è stato garantito per tut-to il periodo di lockdown. “Rispettando le procedure di sicurezza Alessandro e l’ope-ratore svolgevano insieme moltissime attività, dai giochi, al disegno, alla lettura, all’atti-vità psico motoria”. La coope-rativa sociale La Scintilla di Isola della Scala, che gestisce un centro diurno per disabili, servizi domiciliari rivolti a minori e adulti con disabilità e

alcuni appartamenti per per-sone con disabilità e disagio sociale, oltre a predisporre interventi domiciliari nel pieno rispetto delle normative sulla sicurezza, ha confezionato dei video, in collaborazione con le famiglie, raccogliendo video e fotografie degli utenti, con registrazioni video degli ope-ratori di tutta la Scintilla, e un terzo, in forma di "telegiorna-le", che illustrava tutte le modi-fiche apportate alla struttura del centro diurno e le novità organizzative. Anche Anna e Raffaele (52 e 57 anni) che fre-quentano il centro diurno “I Colori”, hanno ricevuto un ser-vizio di assistenza domiciliare per tutto il periodo di lock-down, racconta la sorella Rita. “Senza il supporto della coo-perativa dice - non sarei stata in grado di gestire la situazio-ne”. La cooperativa sociale Verona, attiva nella gestione di servizi sociosanitari e edu-cativi orientati a persone con disabilità e a soggetti caratte-rizzati da menomazioni tem-poranee in condizioni di tratta-

mento riabilitativo, ha proposto attività personalizzate per ogni ragazzo assistito attraverso la creazione di progetti specifici.La cooperativa socia-le Anderlini di Cerea, che gesti-sce un centro diurno per per-sone con disabilità, una comu-nità alloggio e un appartamen-to per attività di educazione all’autonomia, ha garantito un sostegno psicologico costante che è stato molto apprezzato, così come la cooperativa sociale Casa Nostra di Colo-gna Veneta, che gestisce un centro diurno ed una comunità alloggio per disabili adulti. L’ultima realtà che ha portato la propria esperienza è la coo-perativa sociale Luce e Lavoro di Verona, che gestisce un centro diurno per persone con disabilità. Irene, sorella di Mile-na, 65 anni che frequenta il centro diurno, conferma che le telefonate e videochiamate settimanali dove l’operatore condivideva anche con i fami-liari le attività programmate per la giornata, sono state di gran-de supporto.

La sfida vinta delle cooperative sociali

Erica Dal Degan

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Centri diurni, Baldo replica

a Valdegamberi

Sui Centri diurni, dopo la “pole-mica pre-elettorale” del consi-gliere regionale Valdegamberi replica il presidente Roberto Baldo. “I centri Diurni – dice - non sono chiusi perché si devono smaltire le ferie (che dove era possibile sono state usate nel periodo di chiusura obbligata) ma lo sono perché i gestori, tutti i gestori, devono rispettare il calendario di aper-ture e chiusure stabilito dalle ULSS e dalla Regione Veneto, il quale prevede che i Centri siano aperti 227 giorni al mas-simo nell’arco dell’anno. E fare due conti non è difficile. Le nozze con i fichi secchi a Vero-na - conclude - le abbiamo dovute fare per decenni con rette sensibilmente al di sotto della media regionale. Eppure la Cooperazione e più in gene-rale tutti gli Enti gestori non si sono mai sottratti. Rispetto al periodo di lockdown è stato riconosciuto dalla Regione e dalle Aziende ULSS un impor-to pari al 90 % della retta”.

Roberto Baldo

POLEMICA

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Sarà una shakerata di vitalità il concerto della rassegna Musica in Littorina che si terrà domani alla Littorina del Min-cio di Salionze di Valeggio sul Mincio (VR). Sul palco salirà l’irrefrenabile cantante Little Taver con i suoi Crazy Alliga-tors: Toni Pambianco (con-trabbasso), Corrado Terzi (sax), Alessandro Betti (chitar-ra), Paolo De Matteis (piano-

forte), Leonardo Torricelli (bat-teria) e Trixie (maggiordomo). Per aggiungere un piccante tocco di colore, Little Taver ha invitato l’eccentrica Ape Regi-na Drag Queen (che poi è Aldo Piazza, la Mara Maionchi di Chiambretti Night) a unirsi alla sua rock ’n’ roll band. Luciano Ligabue descrive il suo compaesano, nonché amico, Little Taver in questi

termini: “Un pazzo scatenato. Se vuoi identificarlo è quello che nel film Radiofreccia si veste da Elvis e fa lo spetta-colo durante il matrimonio: è una forza della natura, in realtà è lui la vera rockstar di Correg-gio" L’ingresso è libero, a numero limitato, con obbligo di preno-tazione dei tavoli.

19 • 12 agosto 2020

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DOMANI A VALEGGIO, LITTLE TAVER, AMICO DEL LIGA

« Verona Beat viaggia tra lago di Garda e montagna di Bosco Chiesanuova tra Ferragosto e martedì 18, o mercoledì in caso di pioggia". Insomma, lo spettacolo continua. La Rugantino Band sabato 15 agosto alle 20.30 riporta il suo spettacolo al ristorante pizze-ria 2 Laghi in località Vegri 24 a Lazise. Il tutto esaurito ed il grande successo di due setti-mane fa hanno convinto il pro-moter Giò Zampieri a fare il bis. Marco (voce), Jason Zaglio (chitarra), Leonardo Ferrari (batteria), Ivo Borchia (tastiere) e Maurizio Lazzarini (basso) continuano la tradizio-ne di far divertire e ballare generazioni di clienti dai tempi del Rugantino di Lazise negli anni Ottanta, fino agli anni più recenti dell’albergo Rosetta di Peschiera. Maurizio Arcieri dei New Dada, Tonino Cripezzi dei Camaleonti, the Rokes Mike & Bobby, Shel Shapiro, Dino, Gian Pieretti e tanti altri sono stati ospiti della formazione veronese. In quest’occasione saliranno sul palco anche il chitarrista Antonio Recchia, il cantante delle Ombre, Rober-to Genovesi, il chitarrista dei Riders, Carletto Gazzabelli eil

duo giornalistco-musicale Rock-a-Papà di Roby Ceruti e Laura Lorenzini. Dopo la rimpatriata per gli affe-zionati «vedovi» del Rosetta, la carovana beat si trasferirà in piazza della Chiesa a Bosco per la quarta tappa di Verona

Beat in Tour. Alle 21 andranno in scena White Shadows, con Roberto Genovesi (voce), Lucio Erlati (chitarra), Roberto Rezzadore (chitarra), Giorgio Cottini (bas-so), Luca Righetti (tastiere), Stefania Parisotto (voce) e Gianpaolo De Bastiani (batte-ria), e Pop Crak Band, formata da Maurizio e Patrizio Bello (chitarra e voce, tastiera), Adolfo Bonati (batteria), Pavel Ivanov (chitarra) e Nicola Vesentini (basso).

E anche Ligabue "spinge" la Littorina

EVENTI MUSICALI IN TUTTA LA PROVINCIA

Il programma del week di Ferragosto E' Rugantino-show

"Tra il lago di Garda e Bosco Verona Beat è senza soste"

Il nuovo logo di Verona Beat. In basso, Laura Lorenzini, giornalista/musicista

Spettacoli

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Per preparare il gelato alla vaniglia con la gela-tiera, dovete sbattere 2 tuorli con 25g di zucchero vanigliato e 50g di zucchero a velo, poi aggiunge-re 200ml di latte intero. Montate 200ml di panna fino a farla diventare solida. Incorporate la panna al composto di latte, uova e zucchero e lasciate tutto in frigo per 5 ore. Versate il composto nella macchina e azionatela fino a ottenere la consi-stenza desiderata.

Prevede l’uso della gelatiera anche la ricetta del sorbetto al kiwi. Sbucciate 400g di kiwi e taglia-te i frutti a cubetti, poi riponeteli nel congelatore. Portate a bollore 100g d’acqua con 100g di zuc-chero e fate raffreddare lo sciroppo ottenuto. Frullate i dadini di kiwi con lo sciroppo di zucche-ro e versate il composto nella gelatiera.

Se non avete questo robot da cucina, potete optare per il gelato al pistacchio senza gelatiera. Fate bollire 100g d’acqua con 100g di zucchero, poi unite il compo-sto a 200ml di latte e 200ml di panna. Frullate con il pimer e lasciate riposare il tutto in freezer per una notte. Mettetelo in un tritatutto insieme a 100g di pistacchi sgu-sciati e frullate fino a ottenere una crema densa. Lascia-te raffreddare qualche ora in freezer e servite.

Per un gelato senza lattosio e vegano, consiglio il nana ice cream. Prepararlo è semplicissimo: basta lasciare delle banane tagliate a rondelle in freezer una notte e poi frullarle con un goccio di latte (anche vegetale) o con qualche cucchiaio di yogurt greco (va bene anche quello di soia, se lo preferite o avete intolleranze). Il sapore della banana è lieve e - secon-do me - piacevole, ma se non è di vostro gradimento, basta aggiungere al frullatore qualche manciata di frutti di bosco o alcuni grammi di cacao.

Come realizzare il gelato artigianaleQuesta è la stagione del gelato, protagonista indiscusso dei dopo cena al mare, delle merende al lago

e talvolta anche dei pranzi estivi più leggeri. Non c’è niente di gustoso quanto un bel cono artigianale, ma ciò non toglie che si possa provare a riprodurre del gelato simile anche a casa (sia con che senza gelatiera). Vediamo insieme come realizzarlo!

LE RICETTE DI ELETTRA SOLIGNANI

Cucina

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SERIE B. DELUSIONE A LA SPEZIA, NIENTE FINALE PLAY OFFE adesso, è già domani. "Pec-cato" ha scosso la testa Agliet-ti. "Peccato perchè potevamo farcela, anche se non ho nien-te da recriminare,la squadra ha dato tutto quello che aveva. Sapevo che la squadra era affaticata, purtroppo la stan-chezza è uscita tutta contro uno Spezia molto fisico, che ci ha creato problemi. E il gol a freddo è stato un altro colpo duro da digerire". Non cerca scuse, Aglietti. "No, non cerco scuse perchè c'è da essere orgogliosi del percorso fatto. Abbiamo una delle squa-dre più giovani del campiona-to, a volte ce ne dimentichia-mo. Siamo arrivati fin qua, ci è mancato un attimo per arri-vare alla finale e sognare ancora. Ripartiremo, ci ripro-veremo". Il futuro? Aglietti fa capire che "...se non ci sono terremoti, io sto bene qua. C'è feeling con la società, si è lavorato bene, per me nonci sono problemi". Su di lui ci sono parecchie squadre di B, una su tutte, la Salernitana che vuole rico-struire per tornare in A. E il lavoro di Aglietti non è passato inosservato. Sia per quanto fatto al Chievo, ma anche per quello che aveva fatto un anno fa all'Hellas. Ma dovrebbe essere proprio Aglietti, il primo tassello della nuova stagione, che giò pro-pone molte incognite per Campedelli. Prima di tutto, la questione economica. Il Chie-vo incasserà "solo" i dieci milioni del paracadute, contro i 25 di un anno fa. Vuol dire che non avrà grande ossigeno per andare sul mercato e dovrà essere bravo De Gior-gis, a lavorare per trovare qua e là, gente giovane, affamata, che abbia la "faccia da Chie-vo" e pretese in linea col nuovo corso. Tra chi resterà, non ci saranno sicuramente Obi, Djordjevic e Giaccherini, che hanno ingag-gi pesanti e non più sostenibili. Insomma, si va verso una

"ripartenza" con altre premes-se, per completare comunque una squadra che potrebbe perdere anche Semper (c'è il Torino su di lui), che non avrà più Vignato (al Bologna), Segre (tornerà al Toro). Insomma, un'altra mezza rivo-luzione. Sullo sfondo, ultimo, ma non meno importante, il ruolo di Sergio Pellissier. L'uo-mo della ripartenza o una ban-diera ammainata? Pellissier se n'è stato in disparte, in que-sti ultimi tempi, ma la questio-ne è aperta e va risolta. Per quello che è stato e per quello che ancora può essere. Sarà lunga (e caldissima) l'estate di Campedelli.

Chievo, la fine di un sogno Parola d'ordine, ripartenza E' Aglietti la prima certezza

Sul viso del presidente Campedelli, tutta la delusione. In basso, Pellissier. Farà ancora parte del "nuovo" Chievo, che ritenterà la scalata alla serie A  ?

Sport

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ASSOFRUTTA VENETO PROMOTRICE DELL’ITER DI CERTIFICAZIONE

In ripresa la produzione nel 2020 anche se in calo rispetto agli anni precedentiAnnata con dato positivo per la produzione di pere e di mele nel 2020. Le stime di produ-zioni delle colture, tra le nella provincia veronese, sono sta-te diffuse all’incontro partico-larmente partecipato da pro-duttori e addetti al settore “Mele e pere 2020. Previsioni produttive e situazioni di mer-cato” organizzato da Coldiretti Verona in collaborazione con il Comune di Zevio al Parco della Rimembranza al Castel-lo di Zevio. Ad aprire i lavori è stato Gabriele Bottacini, vice Sindaco del Comune di Zevio. A seguire sono intervenuti Alessandro Dalpiaz, Direttore di Assomela ed Elisa Macchi Direttore del C.S.O di Ferrara. Durante la conferenza, mode-rata da Giorgio Girardi, capo area Ortofrutta di Coldiretti Verona, è stata illustrata la proposta di certificazione della Dop mela del Veneto e di Vero-na da parte di Stefano Faedo, presidente dell’Associazione Assofrutta Veneto, promotrice dell’iter di certificazione. Le conclusioni sono state di Daniele Salvagno, presidente di Coldiretti Verona. “La frutta veronese sta viven-do da anni una serie di difficol-tà per ragioni climatiche e per problemi fitosanitari. Que-st’anno si registra un aumento di produzione di mele e pere di ottima qualità e pezzatura rispetto all’anno scorso anche per i minori danni da cimice asiatica in forza anche del pro-getto di monitoraggio avviato nel 2020 da Coldiretti Verona nell’area melo-pero. Pur regi-strando in questa stagione produzioni maggiori al 2019, c’è un calo a doppia cifra rispetto al 2018. In particolare, per le mele a livello italiano c’è stato una flessione del -10% rispetto a due anni fa e a livello

europeo la Polonia, maggiore produttore, registra una dimi-nuzione di circa il 30% rispetto alle annate trascorse”, ha pre-cisato Daniele Salvagno che ha aggiunto: “l’ottima qualità del frutti veronesi e la scarsità prefigurano un’annata positi-va anche per i prezzi ai pro-duttori, che devono difendere il valore del prodotti contro le speculazioni del mercato”. La mela, peraltro secondo Coldiretti, è la primatista dei consumi di frutta in Italia con una durata maggiore rispetto

ad altra frutta, facili da conser-vare ma anche ricchi di pro-prietà nutrizionali e con molte-plici possibilità di utilizzo. Parte in anticipo la raccolta delle mele in Italia con una produzione in calo (-1%) rispetto allo scorso anno per un totale che supera i 2 miliardi di chili nel 2020 per quello che è il frutto più consumato nel nostro Paese. E’ quanto emer-ge dai dati diffusi da Alessan-dro Dalpiaz della campagna di raccolta e commercializzazio-ne. L’Italia si classifica così al

secondo posto tra i paesi pro-duttori dell’Unione Europea dove la raccolta totale è stima-ta in 10,7 milioni di tonnellate con in testa la Polonia che registra un aumento della pro-duzione del 17% per un totale di 3,4 milioni di tonnellate mentre al terzo posto si piazza la Francia con circa 1,4 milioni di tonnellate (-13%). Valori ben inferiori al 2018 e alle annate precedenti. Il Veneto, secondo Coldiretti, fa registrare un progresso del 3% con 179.334 tonnellate, produzioni in crescita rispetto al 2019, su circa 6mila ettari in cui si coltivano un po’ tutte le varietà in commercio: dalle Golden alle Gala, dalle Red Delicious alle Fuji fino alle Granny Smith con consumi in crescita fra il 18% e il 23% con un trend in aumento pure per i trasformati come i succhi. Nella provincia veronese gli ettari coltivati alla melicoltura sono 4.621 con una produzio-ne per il 2020 stimata in circa 140.000 tonnellate in crescita del 3% rispetto al 2019 ma in calo del – 15% rispetto al 2018 e annate precedenti.

Mela di Verona contro le speculazioni

Da sx Macchi, Dalpiaz, Girardi, Bottacini, Salvagno e Faedo

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Cronaca dell’Economia

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ASSEGNATI CONTRIBUTI A 33 COMUNI VENETI

LA DECIMA EDIZIONE DEL PREMIO “ MARIO RIGONI STERN”

Approvata la graduatoria del bando 2020. Potenziati i percorsi ciclabili e pedonaliLa Giunta Regionale ha approvato la graduatoria del bando 2020 per il finanzia-mento di interventi a favore della mobilità e della sicurezza stradale. A seguito del bando pubblicato nel febbraio scorso e riaperto ad aprile in conse-guenza dell’emergenza da Covid 19, dopo aver esamina-to le domande ritenute ammis-sibili, la Regione ne ha finan-ziate 33 di altrettante ammini-strazioni comunali, contri-buendo con complessivi 7 milioni e 895 mila euro alla realizzazione di opere per le quali sono stati in totale inve-stiti oltre 17 milioni e 119 mila euro. “Una consistente quan-tità di risorse – spiega l’asses-sore regionale ai lavori pub-blici, trasporti e infrastrutture

Elisa De Berti – destinate a quello che è da sempre uno degli obiettivi prioritari della Regione del Veneto, vale a dire la sicurezza stradale e la riduzione del rischio di inci-dentalità della nostra rete via-

ria. Con il bando 2020 abbia-mo assegnato dal 2016 agli Enti locali contributi per circa 40 milioni di euro, che hanno generato investimenti per 86 milioni di euro in tutto il territo-rio Veneto”. “Il formale impe-

gno della spesa nel bilancio regionale – conclude l’asses-sore – potrà avvenire a partire dal mese di ottobre, previa indicazione del cronopro-gramma di esigibilità da parte dell’Ente beneficiario. I Comu-ni potranno quindi procedere con l’approvazione del proget-to esecutivo, l’appalto e la rea-lizzazione dei lavori tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, dando soluzione in modo mirato a situazioni di ricono-sciuta criticità, dando priorità agli interventi nelle situazioni che presentano maggiore sinistrosità, mettendo in sicu-rezza intersezioni stradali, realizzando rotatorie e soprat-tutto creando e potenziando percorsi ciclabili e pedonali protetti”.

Elisa De Berti

Per la mobilità e la sicurezza 8 milioni

Il Comitato promotore del Pre-mio Mario Rigoni Stern per la letteratura multilingue delle Alpi ha assegnato a Mario Brunello, violoncellista noto in tutto il mondo e grande appas-sionato di montagna, il ricono-scimento Guardiano dell'Arca 2020, istituito nel 2017 in ricor-do di Osvaldo Dongilli (uno dei fondatori del concorso lettera-rio dedicato allo scrittore del-l'Altipiano dei Sette Comuni vicentini) e destinato a perso-ne o associazioni che si siano distinte nella valorizzazione

delle terre alte. “Con i suoi concerti sulle Dolomiti, ma anche sull'Etna e sul monte Fuji, Mario Brunello ha portato la musica in montagna e la montagna nella musica – spie-ga il presidente del Premio Sergio Frigo – contribuendo ad arricchire entrambe di emozioni e valori inediti, e por-tando un pubblico eterogeneo ma via via più appassionato ad apprezzare - insieme - il silenzio dei grandi spazi incontaminati, i suoni del bosco e della natura e i capo-

lavori dei grandi maestri della musica”. Il riconoscimento, giunto alla decima edizione, sarà consegnato – assieme ai premio al miglior libro dell'an-no, che sarà selezionato dalla Giuria composta da Mario Isnenghi, Ilvo Diamanti, Marco Albino Ferrari, Paola Filippi e Daniele Jalla fra i 61 titoli per-venuti alla segreteria del pre-mio – nel corso della cerimo-nia finale fissata a Riva del Garda (dopo il rinvio a causa del Coronavirus) il 17 settem-bre alle 20,30. Il Premio è

attualmente sostenuto dai comuni di Asiago e Riva del Garda, dalla Regione Veneto - Consiglio Regionale e dalla Provincia autonoma di Trento, dal gruppo Itas Assicurazioni, dalla Rigoni di Asiago, dalla Federcaccia, da Riva del Gar-da FiereCongressi, dal Circolo Ars Venandi e dal Museo degli usi e costumi della gente tren-tina.

Mario Brunello

É il violoncellista Brunello il vero “Guardiano dell’arca”Noto in tutto il mondo è un grande appassionato di montagna

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Cronaca del Veneto

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