ULIXE - Il lungo cammino delle idee tra arte, scienza e filosofia.

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Prefazione Fin dalla notte dei tempi, l’evoluzione delle idee in ogni ambito dell’attività umana, non ha potuto fare a meno di abbandonarsi ad un sofisticato intreccio di analogie, riferimenti espliciti ed astratti, associa- zioni, commutazioni e parallelismi, tra i più svaria- ti concetti e modelli della realtà, inerenti ad ogni settore della conoscenza umana. Tuttavia, solo in tempi assai recenti (storia contem- poranea) si è riscoperto (poiché già noto in tempi antichi, quando ogni ambito della sfera umana si inseriva in uno stesso disegno, percepito da tutti con un profondo “senso del divino”; ovvero prima dell’era cartesiana) il sublime nesso tra tutte le cose (prodotte e non prodotte dall’uomo; di natura astratta ed empirica) presenti nel grande regno della realtà (sensibile e sovrasensibile), che ci consente di visualizzare meglio ogni sottile collegamento tra tutto ciò che siamo sempre stati abituati a scindere, a suddividere in compartimenti stagni, ai quali abbiamo dato il nome di Arte, Scienza e Filosofia. Scopo (ma forse sarebbe meglio dire tentativo, visto che ogni paradigma trova sempre il modo di sopravvivere anche agli attacchi più duri) di quest’opera, è dunque quello di esporre alcuni punti di partenza dai quali, seguendo percorsi diversi, si arrivi ad un unico obiettivo: intravedere (poiché vedere sarebbe chiedere troppo) l’immagine di una realtà unitaria, dove tutto il sapere e l’operato umano, rivelino (seppure in termini metafisici ed astratti) la loro sottile interdipendenza con la natura dei nostri stessi sensi (filtri irremovibili e dai benèfici risvolti di stampo darwiniano), istinti ed emozioni. Anche se non possiamo fare a meno di trovarci in accordo con l’imperativo kantiano di non poter mai in alcun modo conoscere la vera natura assoluta della realtà (in quanto siamo tutti osservatori che osservano se stessi, in un sistema dunque autoreferenziale, su cui Gödel ebbe sicuramente modo di riflettere, per giungere a quelle stupefacenti conclusioni logiche elegantemente espresse nei suoi teoremi più famosi), possiamo tuttavia lasciarci abbagliare da quei brevi impulsi di luce (ovvero di informazione) che solo l’intuito può cogliere, e trasformare in “verità” ineffabili da custodire gelosamente dentro noi stessi (nel cuore e nella mente). Nel migliore dei casi che io possa ipotizzare, la “somma” di tali impulsi (ovvero di molte “piccole verità”), col tempo dovrebbe rivelare tutta la sua “forza espressiva”, modificando le nostre menti al fine di giungere ad un unico obiettivo: renderle libere. Fausto Intilla, Cadenazzo, 7 agosto 2015

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Prefazione

Fin dalla notte dei tempi, l’evoluzione delle idee in ogni ambito dell’attività umana, non ha potuto fare a meno di abbandonarsi ad un sofisticato intreccio di analogie, riferimenti espliciti ed astratti, associa-zioni, commutazioni e parallelismi, tra i più svaria-ti concetti e modelli della realtà, inerenti ad ogni settore della conoscenza umana. Tuttavia, solo in tempi assai recenti (storia contem-poranea) si è riscoperto (poiché già noto in tempi antichi, quando ogni ambito della sfera umana si inseriva in uno stesso disegno, percepito da tutti con un profondo “senso del divino”; ovvero prima dell’era cartesiana) il sublime nesso tra tutte le cose (prodotte e non prodotte dall’uomo; di natura astratta ed empirica) presenti nel grande regno della

realtà (sensibile e sovrasensibile), che ci consente di visualizzare meglio ogni sottile collegamento tra tutto ciò che siamo sempre stati abituati a scindere, a suddividere in compartimenti stagni, ai quali abbiamo dato il nome di Arte, Scienza e Filosofia. Scopo (ma forse sarebbe meglio dire tentativo, visto che ogni paradigma trova sempre il modo di sopravvivere anche agli attacchi più duri) di quest’opera, è dunque quello di esporre alcuni punti di partenza dai quali, seguendo percorsi diversi, si arrivi ad un unico obiettivo: intravedere (poiché vedere sarebbe chiedere troppo) l’immagine di una realtà unitaria, dove tutto il sapere e l’operato umano, rivelino (seppure in termini metafisici ed astratti) la loro sottile interdipendenza con la natura dei nostri stessi sensi (filtri irremovibili e dai benèfici risvolti di stampo darwiniano), istinti ed emozioni. Anche se non possiamo fare a meno di trovarci in accordo con l’imperativo kantiano di non poter mai in alcun modo conoscere la vera natura assoluta della realtà (in quanto siamo tutti osservatori che osservano se stessi, in un sistema dunque autoreferenziale, su cui Gödel ebbe sicuramente modo di riflettere, per giungere a quelle stupefacenti conclusioni logiche elegantemente espresse nei suoi teoremi più famosi), possiamo tuttavia lasciarci abbagliare da quei brevi impulsi di luce (ovvero di informazione) che solo l’intuito può cogliere, e trasformare in “verità” ineffabili da custodire gelosamente dentro noi stessi (nel cuore e nella mente). Nel migliore dei casi che io possa ipotizzare, la “somma” di tali impulsi (ovvero di molte “piccole verità”), col tempo dovrebbe rivelare tutta la sua “forza espressiva”, modificando le nostre menti al fine di giungere ad un unico obiettivo: renderle libere.

Fausto Intilla, Cadenazzo, 7 agosto 2015