Udine - ARPA FVG · 2015. 2. 13. · reno compatto, per esempio con un’alta percentuale di limi o...

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Agenzia Regionale per la Protezione dell 'Ambiente del Friuli Venezia Giulia UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE INDICAZIONI E PROPOSTE PER LA PROTEZIONE DEGLI EDIFICI DAL RADON Provincia di Udine Assessorato all'Ambiente

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  • Agenzia Regionale per la Protezione dell 'Ambiente

    del Friuli Venezia Giulia

    UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINEDIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE

    INDICAZIONI E PROPOSTE PER LAPROTEZIONE DEGLI EDIFICI DAL RADON

    Provincia diUdine

    Assessoratoall'Ambiente

  • La presente pubblicazione è stata realizzata con il contributo e la collaborazione di

    Dipartimento di Ingegneria Civile dell'Università degli Studi di Udine

    Azienda per i Servizi Sanitari n°6 "Friuli Occidentale"

    Federazione regionale degli Ordini degli Ingegneri del Friuli Venezia Giulia

    Ordine dei Geologi del Friuli Venezia Giulia

    ASPIN - Associazione di Servizi per i Periti Industriali

    redazione testi3Mauro Bertagnin, 2Massimo Garavaglia, 2Concettina Giovani, 3Gaetano Russo, 1Renato Villalta

    1 Arpa Fvg - Settore Tutela Qualità dell'Aria, Prevenzione dell'Inquinamento Acustico e Fisica Ambientale2 Arpa Fvg - Sezione di Fisica Ambientale del Dipartimento Provinciale di Udine3 Università degli Studi di Udine - Dipartimento di Ingegneria Civile

    disegni

    Andrea Dini

    redazione e layout

    Daniele Della Toffola - LaREA ARPA FVG

    Il manuale è disponibile nel sito www.arpa.fvg.it

  • 1

    PRESENTAZIONE

    Non esiste scelta senza conoscenza, non è possibile agire inmaniera corretta, efficace e responsabile senza aver prelimi-narmente svolto un appropriato studio ed una conseguenteprogettazione.Possono sembrare affermazioni banali, ma contestualizzate eagganciate al fenomeno radon rendono evidente lo sforzo, ladeterminazione, la serietà e la maturità della Provincia diUdine e dell’ARPA, a favore di una moderna politica ambien-tale.Abbiamo deciso di vincere le nostre paure e quindi quelle del-l’opinione pubblica, iniziando appunto un percorso verso lacomprensione, lo studio e le varie proposte di soluzione.Mi sembra importante sottolineare come questa iniziativa nonsola assuma un valore per i suoi contenuti peculiari, a difesadella salute pubblica, ma abbia il merito di tracciare ed indi-care una nuova filosofia di politica ambientale, quindi unindubbio significato propedeutico, dove l’Amministrazionepubblica non rifiuta e non fugge di fronte ad argomenti cosìimportanti, ma che contemporaneamente segnano negati-vamente l’opinione pubblica.Dopo aver sostenuto lo studio sul radon, con questa pubbli-cazione l’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Udine incollaborazione con l’Agenzia Regionale per la Protezionedell’Ambiente del Friuli Venezia Giulia, indica concretamentele possibili soluzioni e rimedi al fenomeno.

    Dott. Loreto MestroniAssessore all’Ambiente Provincia di Udine

    PREMESSA

    L'ARPA FVG, fin dall'inizio della propria attività, ha attivatocampagne di indagine sistematiche per la determinazionedelle concentrazioni del radon in tutte le scuole di ogni ordinee grado delle quattro province.La ricerca, oggi in fase di ultimazione, consente di delineare unquadro sufficientemente completo circa la presenza di questogas in concentrazioni che pongono la nostra regione ai primiposti in campo nazionale, suggeriscono di adottare adeguatiinterventi di risanamento per gli edifici più esposti e di ricorre-re a tecniche costruttive idonee a contenere le concentrazio-ni del radon entro i limiti previsti dalla normativa italiana.Allo scopo di fornire accorgimenti tecnici utili al rispetto deipredetti limiti, l'ARPA FVG, in collaborazione con il Dipartimentodi Ingegneria Civile dell'Università degli Studi di Udine,l’Azienda per i Servizi Sanitari n° 6 “Friuli Occidentale”, gli OrdiniProfessionali degli Ingegneri, degli Architetti, dei Geologi e deiCollegi dei Periti e dei Geometri, ha predisposto il presentemanuale contenente "Indicazioni e proposte per la protezionedegli edifici dal radon".

    Il manuale viene messo a disposizione delle PubblicheAmministrazioni e dei professionisti. I cittadini interessati lopotranno richiedere direttamente all'ARPA FVG - SedeCentrale di Palmanova o al Dipartimento Provinciale di Udine.

    Ing. Gastone NovelliDirettore Generale

    Agenzia Regionale per la Protezionedell’Ambiente del Friuli Venezia Giulia

  • Presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1

    1. INTRODUZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .31.1 Il radon

    - Propagazione- Misurazione- Danni alla salute . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4

    1.2 La situazione in regione1.3 Riferimenti legislativi

    2. IL RADON NEGLI EDIFICI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .52.1 Modalità di risalita del radon negli edifici

    - Depressione- Infiltrazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6

    2.2 Strategie di intervento

    3. Protezione dei nuovi edifici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .73.1 Generalità3.2 Canna d’aspirazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .83.3 Fondazione con solaio controterra3.3.1 Soluzione con vespaio e prelievo concentrato . . . . . . . . . . . . . . . .93.3.2 Soluzione con anello di tubi perforati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .103.3.3 Soluzione con anello di stuoie drenanti3.3.4 Accorgimenti

    - Soletta controterra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11- Murature . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .12- Giunti, fessurazioni e passaggio di tubi- Pozzetti

    3.4 Fondazioni con intercapedine- Canna d’aspirazione e tubi di prelievo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .13- Membrana in polietilene

    3.5 Fondazioni miste3.6 Installazione e caratteristiche dell’aspiratore . . . . . . . . . . . . . . . . .143.7 Suggerimenti3.8 Tavole riassuntive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15

    4. RISANAMENTO DI EDIFICI ESISTENTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .204.1 Eliminazione della depressione nei locali abitativi

    - con creazione di aperture per l’apporto di aria fresca- con l’isolamento di pozzi e camini negli scantinati

    - con l’apporto d’aria esterna per stufe e caldaie . . . . . . . . . .21- con aspirazione dell’aria

    4.2 Depressurizzazione dell’aria sottostante l’edificio4.2.1 Depressurizzazione del sottosuolo in presenza di

    - Intercapedini- Vuoto sanitario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .22

    4.2.2 Depressurizzazione diretta del sottosuolo- con pozzo di raccolta centrale- in più punti- con impianti di drenaggio esistenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .23- con pozzo esterno all’edificio- con fori passanti- con un canale di raccolta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .24

    4.3 Sovrappressione artificiale4.4 Ventilazione degli scantinati4.5 Ventilazione dei locali abitativi e filtrazione dell’aria . . . . . . . . .254.6 Isolamenti e sigillatura

    - Malte isolanti, pitture ecc.- Sigillatura dei solai sotto i locali abitativi- Isolamento di condutture buchi e crepe- Passaggi di condotte attraverso tubi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26- Isolamento di porte, sportelli, coperchi di pozzetti ecc.

    5. ALCUNI ESEMPI DI RISANAMENTO EFFETTUATI IN AMBITO REGIONALE5.1 Depressurizzazione diretta del sottosuolo con pozzo

    di raccolta centrale5.2 Depressurizzazione del sottosuolo con fori passanti . . . . . . . . . .275.3 Depressurizzazione forzata del sottosuolo

    in presenza di vuoto sanitario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .285.4 Depressurizzazione naturale del sottosuolo

    in presenza di vuoto sanitario

    BIBLIOGRAFIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .29

    APPENDICE I . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30

    APPENDICE I I

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    INDICAZIONI E PROPOSTE PER LA PROTEZIONE DEGLI EDIFICI DAL RADON

  • 1.1 Il radon

    Il Radon è un gas radioattivo naturale inodore ed incolore pro-dotto dal decadimento dell’uranio. Il periodo di dimezzamentodel radon (ossia il tempo in cui dimezza la sua concentrazione perdecadimento naturale) è di 3,8 giorni. L’unità di misura della con-centrazione è il Becquerel al metro cubo (Bq/m3) (1 Bq corrispon-de ad una transizione nucleare al secondo).L’uranio è uno dei più antichi elementi naturali esistenti sulla terraed è distribuito ubiquitariamente, ossia ovunque sulla crosta terre-stre, benché la sua concentrazione vari da luogo a luogo. Poiché,come già detto, il radon deriva dall’uranio, esso si trova pratica-mente dappertutto nel suolo. Il radon si diffonde nell’aria del suoloe a volte nell’acqua delle falde acquifere. Viene generato in alcune rocce ed, in misura maggiore, in lave,tufi, pozzolane, in alcuni graniti e talvolta in alcune rocce sedi-mentarie come marmi, marne, flysh ecc. In spazi aperti, il gas èdiluito dall’aria e raggiunge solo basse concentrazioni. Al contra-rio, in ambienti chiusi, come gli edifici, esso può accumularsi e rag-giungere alte concentrazioni. Fattori quali l’utilizzo di alcune dellerocce sopraccitate nella costruzione o nei rivestimenti interni degliedifici o la presenza di acque ad alto contenuto di radon posso-no contribuire alla presenza di alte concentrazioni.

    Propagazione

    Il radon viene generato dall’uranio presente nel terreno e poi sidiffonde nell’aria presente nel sottosuolo che è in costante scam-bio con l’aria dell’atmosfera. Da un sottosuolo poroso o fratturatodiffonde facilmente in superficie raggiungendo anche distanzeconsiderevoli dal punto in cui è stato generato. Viceversa, un ter-reno compatto, per esempio con un’alta percentuale di limi oargille, può costituire una forte barriera alla sua diffusione.La potenziale emanazione di radon dal terreno, quindi, dipendedalla tipologia delle rocce che lo compongono, dal loro gradodi fratturazione e dalla permeabilità del terreno stesso. Ognunodi questi fattori può giocare un ruolo importante: ad esempio, unapiccola quantità di radon in un terreno molto permeabile puòportare a concentrazioni di radon indoor più alte che una grandeconcentrazione di radon in un terreno impermeabile. Questa

    situazione si verifica nella regione Friuli Venezia Giulia dove la per-meabilità del terreno è in genere elevata e diventa il fattore prin-cipale di emanazione dal suolo. Tale emanazione é influenzataanche dalle variazioni di temperatura e di pressione dell’aria chene provocano oscillazioni stagionali e giornaliere. Nella dinamicadegli spostamenti del radon dal suolo alla superficie, gli edificisvolgono un ruolo attivo: talvolta essi funzionano come unapompa aspirante risucchiando l’aria dal terreno circostante.

    Misurazione

    Si é dimostrato che edifici adiacenti costruiti in modo identico pos-sono presentare concentrazioni di radon totalmente diverse. Lapropagazione del radon nel terreno e la sua penetrazione negliedifici avvengono in base a dinamiche estremamente comples-se. Infatti il tipo di contatto tra edificio e suolo, l’uso di particolarimateriali da costruzione e la tipologia edilizia sono elementi varia-bili e per questo motivo rendono alquanto difficile una valutazio-ne teorica della concentrazione del radon. L’unico metodo sicu-ro per accertarne la presenza e la quantità è effettuare la misura,tramite appositi rivelatori Gli strumenti di misura vanno posizionatipreferibilmente nei locali dove si soggiorna più a lungo (per le abi-tazioni tipicamente la camera da letto). Poiché la concentrazio-ne di radon nei locali abitati, in genere, diminuisce con l’aumen-tare della distanza dal suolo, le abitazioni ai piani superiori al primoraramente presentano concen-trazioni elevate.La concentrazione di radonnelle abitazioni varia durante lagiornata (i valori sono più eleva-ti di notte rispetto al giorno) enel corso dell’anno. Per questomotivo sono preferibili misurecon rivelatori passivi (Fig. 1) cheforniscono valori mediati su unperiodo di tempo sufficiente-mente lungo (da 3 a 6 mesi).Inoltre è consigliabile effettuarela misura nel periodo invernalepoiché in questa stagione,

    3

    Fig.1 Vari tipi di rivelatori passivi (1,2,3,4)

    1. INTRODUZIONE

  • anche a causa della minor aerazione dei locali, le concentrazionidi radon in ambienti chiusi sono più elevate.

    Danni alla salute

    Una parte dei prodotti di decadimento del radon, anch’essiradioattivi, si attaccano a polvere, fumo e vapore e possono esse-re inalati. Si fissano, così, all’interno dell’apparato respiratorio(bronchi e polmoni) danneggiandone le cellule ed aumentandoil rischio di possibili processi cancerogeni. Tale rischio è proporzio-nale alla concentrazione di radon ed al tempo trascorso inambienti ove esso è presente. L’Organizzazione Mondiale dellaSanità (O.M.S.) ha stimato che, dopo il fumo, il radon è la causaprincipale del tumore polmonare. Ad esso sono attribuibili tra il 5ed il 20% di tutti i casi di tumore polmonare, che in Italia sono 30000l’anno. Sulla base di questi dati molti Stati hanno adottato norma-tive e raccomandazioni che prevedono la realizzazione di inter-venti per ridurre la concentrazione di radon nei casi in cui questasuperi determinati livelli di azione.

    1.2 La situazione in regione

    Negli anni 1989-90 l'Istituto Superiore di Sanità e l'ENEA hanno pro-mosso una campagna nazionale per la determinazione dellaconcentrazione media di radon indoor in Italia, effettuata nellanostra regione dal Centro di Riferimento Regionale per laRadioattività Ambientale (oggi ARPA) di Udine. L'indagine ha evi-denziato un valore medio nazionale di concentrazione pari a 75Bq/m3 e soprattutto una situazione molto variabile da regione aregione. Il Friuli Venezia Giulia, con 96 Bq/m3, si situa tra le regionidove sono state misurate le più alte concentrazioni medie diradon. Anche all’interno della nostra regione la distribuzione dellaconcentrazione non è uniforme. Una prima valutazione delle areea maggior rischio potrà essere fatta al termine della campagna dimisura di radon, effettuata dall’ARPA FVG, in tutti gli edifici scola-stici della regione, che interessa oltre 1200 scuole ed è in fase dicompletamento. Nella tabella 1. sono riassunti i risultati delle varieindagini effettuate in regione per la determinazione della con-centrazione di radon indoor. L’analisi dei dati condotta sui risultatidelle indagini effettuate sul territorio della regione Friuli Venezia

    Giulia, ha permesso di stabilire che la fonte principale di presenzadi radon negli edifici è costituita dal suolo, mentre fattori quali imateriali da costruzione e l’acqua risultano, in genere, ininfluenti.

    1.3 Riferimenti legislativi

    In Italia, nel campo della protezione dalle radiazioni ionizzanti, lanormativa di riferimento è costituita dal Dl.vo 230 del 17/03/1995“Attuazione delle Direttive Euratom 80/836, 84/466, 89/618, 90/614e 93/3 in materia di radiazioni ionizzanti” modificato dal Dl.vo 241del 26/05/2000 e dal Dl.vo 257 del 09/05/2001. L’allegato 1-Bis delDl.vo n. 241 fissa, per gli ambienti di lavoro, il valore di 500 Bq/m3

    come “livello di azione” ossia il “Valore di concentrazione di atti-vità di radon in aria…il cui superamento richiede l’adozione diazioni di rimedio che riducano tale grandezza a livelli più bassi delvalore fissato”. Lo stesso allegato 1-bis del Dl.vo 241 stabilisce chetale livello deve essere calcolato come “concentrazione di atti-vità radon media in un anno”. All’art. 10-sexies, il Dl.vo n. 241 pre-vede l’individuazione di aree ad elevata probabilità di alte con-centrazioni di attività dovuta al radon. Tali aree dovranno esseredefinite dalle Regioni sulla base dei dati disponibili, di valutazioni

    INDICAZIONI E PROPOSTE PER LA PROTEZIONE DEGLI EDIFICI DAL RADON

    4

    1 INTRODUZIONE

    Tabella 1 Riassunto delle indagini per la misura di radon effettuate in Friuli Venezia Giulia

    Tipologia di Indagine

    Indagine nazionale sull’esposizionealla radioattività nelle abitazioni 1989/90 229 10 96 4

    1991/94 645 18 127 5Integrazione dell’indaginenazionale in regione FVG

    Indagine regionale sulla presenza delRadon nelle Acque Potabili e neiPozzi Artesiani

    1996/98 475 1 138 8

    1997/98 150 fonti e 15 pozzi 52 5,1*

    Indagine Estensiva per l’Individuazio-ne di abitazioni effette da elevateConcentrazioni di Radon

    Anni N. Abitazioni oScuole EsaminanteN. di

    ComuniMedia[Bq/m3]

    Percentuale di Abitazionio Scuole con Concentrazione

    di Radon>200

    Bq/m3 >400

    Bq/m3 >500

    Bq/m3

    1992/93 166 101 156 8Indagine regionale sull’esposizionealla radioattività nelle scuole materne

    2000/01 290 50 123 16 5 3Misure di Concentrazione di Radon nelleScuole della Provincia di Pordenone

    2001 271 6 83 10 3 1Misure di Concentrazione di Radonnelle Scuole della Provincia di Trieste

    2001/02 599 129 98 12 2 1Misure di Concentrazione di Radonnelle Scuole della Provincia di Udine

    2002 160 23 91 6 3 1Misure di Concentrazione di Radonnelle Scuole della Provincia di Gorizia

    Note: *Il valore della concentrazione di radon in acqua é espresso in bequerel per litro (Bq/l)

    Fonte: Azienda Ospedaliera Santa Maria della Misericordia di Udine “Attività del Centro di Riferimento Regionale per il Controllo dellaRadioattività ambientale (CRR)*, Dati ARPA Friuli Venezia Giulia

  • tecnico-scientifiche e, qualora fosse necessario, effettuandoapposite campagne di indagini nei rispettivi territori. Il limite di 500Bq/m3 è da applicarsi per gli ambienti di lavoro interrati e, dopo ladefinizione tramite decreto delle aree a rischio radon (vedi art 10-sexies), in tutti i luoghi di lavoro presenti in tali aree. È prevista inol-tre la pubblicazione di apposite linee guida contenenti indicazio-ni sulle metodologie di misura e sull’identificazione del campo diapplicazione. Entro 18 mesi dalla data di pubblicazione sullaGazzetta Ufficiale (o entro 24 mesi dall’inizio di una attività), equindi entro il 1 marzo 2002, è necessario eseguire una campagnadi misure. Se la concentrazione risulta inferiore all’80% del livello diazione (400 Bq/m3) l’obbligo è assolto e bisognerà ripetere la misu-ra solo se variano le condizioni di lavoro. Se la misura risulta com-presa tra l’80% ed il 100% del livello di azione (400-500 Bq/m3) l’ob-bligo si risolve con la ripetizione della misura annualmente. Se lamisura risulta superiore al livello di azione “l’esercente pone inessere azioni di rimedio idonee a ridurre le grandezze misurate aldisotto del predetto livello”. Tali azioni di rimedio devono esserecompletate entro tre anni dalla data della misura stessa.L’allegato 1-Bis del D.lgs n. 241 stabilisce inoltre che il datore dilavoro non è tenuto a porre in essere azioni di rimedio ove la dosea cui sono sottoposti i lavoratori non superi i 3 mSv/anno di doseefficace. Questa disposizione però non si applica agli esercenti diasili nido, di scuola materna o di scuola dell’obbligo (comma 5dell’art. 10-quinquies). Per quanto riguarda le abitazioni, non esi-ste in Italia una normativa specifica. L’Unione Europea, con laRaccomandazione 143/90 sulla “Tutela della Popolazione control’esposizione da radon in ambienti chiusi indica i valori di 200Bq/m3, per le nuove abitazioni, e di 400 Bq/m3 , per quelle esisten-ti, oltre i quali è opportuno intraprendere azioni di rimedio.

    2.1 Modalità di risalita del radon negli edifici

    Depressione

    La causa principale della presenza del radon all’interno degli edi-fici è la depressione che si viene a creare tra i locali abitati ed il

    suolo. Questa depressione è indotta, in primo luogo, dalla diffe-renza di temperatura tra l’edificio ed il suolo che, alle nostre lati-tudini, in particolare in inverno quando gli edifici vengono riscal-dati, può essere significativa. La differenza di pressione è influen-zata anche da aperture come camini, finestre, lucernari, nonchéda impianti di aspirazione delle cucine, bagni ecc.. che provoca-no un tiraggio aggiuntivo a quello dovuto alla semplice differenzadi temperatura. Gli effetti di questa depressione si traducono nel-l’aspirazione dell’aria dal suolo e con essa del radon contenuto.

    Vediamo ora in dettaglio quali sono e come agiscono i fattori cheproducono la differenza di pressione tra suolo ed edificio (Fig.2):

    · la differenza di tempe-ratura produce undislivello di pressionedal basso verso l’alto.In inverno tale diffe-renza aumenta all’in-terno di ogni piano otra diversi piani e puòvenire accentuata daelementi come il vanodell’ascensore o leprese d’aria;

    · il vento può aggrava-re notevolmente il pro-blema del ra-don. Glieffetti del vento hannoun ruolo importantesoprattutto nelle regio-ni dove i venti sonoforti e costantementepresenti. In tali situa-zioni infatti i venti pos-sono determinare fortidepressioni anche infunzione della posizio-ne e dell’isolamentodell’edificio;

    2. IL RADON NEGLI EDIFICI

    5

    Fig.2 Andamento della pressione in un edificio edelementi che producono depressione

    INDICAZIONI E PROPOSTE PER LA PROTEZIONE DEGLI EDIFICI DAL RADON 2 IL RADON NEGLI EDIFICI

  • · la presenza di ventilatori elettrici aspiranti nei bagni, cappe d’a-spirazione in cucina, ventilazione degli asciugabiancheria ecc.,può aumentare la depressione se l’approvvigionamento d’ariadall’esterno risulta insufficiente;

    · il tiraggio delle canne fumarie di stufe e caminetti non dotati diuna presa d’aria esterna aumenta la differenza di pressione.Questo avviene, in genere, anche a fuoco spento, per la man-canza di valvole a tenuta da chiudere quando il fuoco non èacceso;

    · la differenza di pressione può essere accentuata anche daldeflusso di aria attraverso gli impianti di scarico domestici dilavelli, lavandini, ecc…

    Infiltrazione

    L’infiltrazione costituisce il secondo fattore importante nel deter-minare l’ingresso del radon negli edifici (Fig. 3).

    Essa può verificarsi in corrispondenza di:

    · crepe e giunti in pavimenti e pareti, fori di passaggio cavi(soprattutto in tubi vuoti), tubazioni e fognature;

    · pozzetti ed aperture di controllo;· prese di luce e altre aperture nelle pareti della cantina, camini,

    montacarichi ecc.;· zone critiche di grande estensione come pavimenti naturali in

    terra battuta, in ghiaia, in lastre di pietra o ciottoli;· componenti costruttivi permeabili (solai in legno, a laterizi forati,

    muri in pietra e simili).

    2.2 Strategie d’intervento

    Per diminuire la concentrazione di radon negli edifici è dunquenecessario intervenire riducendo il più possibile la depressione del-l’interno della costruzione rispetto al suolo e limitando i punti diinfiltrazione. La scelta del metodo più adatto al singolo edificiodipende da molti fattori e deve essere oggetto di discussione e diaccordo tra tutti i soggetti interessati. L’intervento sull’edificio è uncompromesso tra efficienza dell’abbattimento del radon, costi diinstallazione ed esercizio, accettabilità da parte degli occupanti,facilità di manutenzione, incidenza sulle abitudini di vita e duratanel tempo.Vi sono diversi metodi per impedire o limitare l’ingresso del radonin un ambiente chiuso:

    · depressurizzazione del suolo;· ventilazione del vespaio;· sigillatura delle vie d’ingresso;· pressurizzazione dell’edificio.

    È possibile, inoltre, ridurre la concentrazione di radon dopo il suoingresso all’interno dell’edificio:

    · attraverso la diluizione per mezzo della ventilazione forzata onaturale;

    · attraverso la filtrazione dell’aria.

    I criteri di progetto dovrebbero essere tali da garantire una realediminuzione della concentrazione. Gli interventi devono esserefatti in maniera tale da risultare durevoli, affidabili e da garantire

    INDICAZIONI E PROPOSTE PER LA PROTEZIONE DEGLI EDIFICI DAL RADON

    6

    2 IL RADON NEGLI EDIFICI

    Fig.3 Tipiche vie d ’accesso al radon nelle abitazioni

  • la segnalazione di malfunzionamenti. Inoltre vanno valutati i costidi installazione, esercizio e manutenzione. Spesso i risultati migliorisi ottengono con l’applicazione contemporanea di più di uno deimetodi sopra citati. Le esperienze finora condotte hanno mostra-to che i risultati degli interventi effettuati per sigillare le vie diingresso sono spesso estremamente incerti e, da soli, non sono suf-ficienti a ridurre sensibilmente ed in maniera stabile la concentra-zione di radon. In linea di massima i metodi menzionati possonoessere utilizzati sia per la protezione preventiva dei nuovi edifici siaper il risanamento di quelli esistenti. Tuttavia, mentre nel caso dinuove costruzioni le necessarie misure preventive possono esserecoordinate in modo chiaro, nel caso dei risanamenti spesso ènecessario valutare attentamente le diverse possibilità di interven-to. Per le nuove costruzioni, le misure di prevenzione sono calco-labili e comportano costi supplementari relativamente modestianche nel caso di progetti impegnativi. Lo stesso tipo di interven-ti, se applicati a costruzioni esistenti, non in fase di ristrutturazione,può comportare costi e disagi inaccettabili. Ad esempio, la stesu-ra di membrane isolanti al fine di sigillare le vie d’ingresso delradon all’interno dell’edificio ha, in genere, un costo trascurabilenel caso di nuove costruzioni, modesto in fase di ristrutturazione diedifici esistenti e proibitivo nel caso in cui l’intervento avvenga perla sola mitigazione del radon. Nella presentazione dei metodi diprotezione dal radon, illustrati nei capitoli successivi, si farà distin-zione tra nuove costruzioni ed edifici esistenti. In entrambi i casi leindicazioni contenute in questo opuscolo saranno utili qualora lafonte principale della presenza del radon negli edifici sia l’ema-nazione dal suolo.

    3.1 Generalità

    Le indicazioni di seguito illustrate saranno utili per la costruzione dinuovi edifici in zone ove si presuma che le concentrazioni di radonpossano essere elevate.

    I sistemi principali per la riduzione del radon nei nuovi edifici sono:

    1) sistema di depressurizzazione passiva sub-soletta controterra(Fig.4) o sub-membrana (Fig. 5)

    2) sistema di depressurizzazioneattiva (Fig. 6) sub-soletta con-troterra o sub-membrana.Il primo sistema é di costo limi-tato e spesso è sufficiente adimpedire l’ingresso del radon.L’edificio, una volta abitato,può essere sottoposto a misura-zioni ed il sistema può esseretrasformato in “attivo” se que-ste rivelassero un livello di radonancora elevato. È quindi consi-gliabile adottare, già nellaprima fase, quegli accorgimen-ti che facilitino la successivainstallazione di un aspiratore. Il secondo sistema è di sicura

    efficacia, va tuttavia considerato che i sistemi attivi consumanoenergia elettrica (un ventilatore da 90W consuma circa 780 kWhl’anno per un esercizio continuo), hanno bisogno di manutenzio-ne ed hanno una durata sensibilmente inferiore a quella dell’edi-ficio.

    3. PROTEZIONE DEI NUOVI EDIFICI

    7

    Fig.4 Sistema passivo in fondazioni consoletta controterra

    Fig.5 Sistema passivo in fondazioni conintercapedine

    Fig.6 Sistema attivo

    INDICAZIONI E PROPOSTE PER LA PROTEZIONE DEGLI EDIFICI DAL RADON 3. PROTEZIONE DEI NUOVI EDIFICI

  • 3.2 Cannad’aspirazioneDell’installazionedell’aspiratore edelle sue carat-teristiche verràtrattato nelparagrafo 3.6.

    Tutti i sistemi diprotezione de-vono essere do-tati di almenouna canna diaspirazione conil compito diconvogliare al-l’esterno il gasproveniente dalsottosuolo. Con-siderando cheogni curvatura otratto non verti-cale della tuba-zione influiscesull’efficienza delflusso, si cercheràil percorso piùrettilineo possibi-le, senza inclina-zioni e gomiti:in questo casosarà più proba-bile che non sianecessario l’usodi un aspiratore.Nel caso in cuila deviazionenon fosse evita-bile, per ridurre

    l’attrito si useranno giunti a 45°. Si sceglierà una zona calda dellacasa e si farà salire la tubazione oltre il tetto. Il condotto si potràcollocare accanto alla canna fumaria o alla conduttura dell’ac-qua calda, lasciando tra questi uno spazio adeguato. Nel progetto si potrà prevedere un vano tecnico sufficiente adospitare le tubature idro-termo-sanitarie e per l’espulsione delradon (Fig. 7). Nelle zone a clima freddo si farà salire la canna lungo un murointerno scartando la collocazione esterna che produrrebbe calodel rendimento per riduzione dell’effetto termico. L’effetto di aspirazione passiva è in relazione alla ventosità, allatemperatura del sottotetto, al riscaldamento solare della tubazio-ne ed all’eventuale presenza, in particolare nelle zone a climacaldo, di impianti di condizionamento dell’aria. Per prevenire il rientro del radon nell’edificio o nelle abitazioniadiacenti, è necessario che la canna (Fig. 7):

    · sporga di almeno 30 cm oltre il livello del tetto; · disti almeno 2 m dalle finestre o altre aperture (compreso il

    comignolo) dell’edificio interessato o dei fabbricati adiacenti.

    Si raccomanda, inoltre, di:

    · impiegare tubi in PVC od ABS (non misti) di largo diametro (10cm) in quanto questi migliorano la resa dei sistemi passivi e ridu-cono la rumorosità di quelli attivi, assicurandosi altresì della per-fetta saldatura dei loro giunti;

    · evitare l’uso di tubi metallici per la loro facilità di rottura o di per-dite nei giunti;

    · ridurre al minimo la lunghezza del-la canna e dei raccordi; · non creare sifoni

    che blocchino ilflusso del gas(Fig. 8). L’acquadi condensa de-ve liberamentefluire verso il sot-tosuolo. Per limi-tare la condensa,isolare termica-mente i tratti della

    INDICAZIONI E PROPOSTE PER LA PROTEZIONE DEGLI EDIFICI DAL RADON

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    3 PROTEZIONE DEI NUOVI EDIFICI

    Fig.7 -Collocazione della canna d ’aspirazione Fig.8 Sifone creato intorno ad un ostacolo

  • canna passanti perlocali non riscaldati. La tubazione verràsorretta da appositestaffe ogni 1,8 m neitratti orizzontali e ogni2,5 m in quelli vertica-li. L’estremità dellacanna d’aspirazioneverrà schermata dauna griglia. A prote-

    zione dalla pioggia, si potrà usare un cappuccio apposito o di tipoanulare. L’estremità della canna di aspirazione verrà inserita inuno spezzone di tubo proveniente dal terreno, ove viene convo-gliata tutta l’aria con radon. È opportuno applicare a questotubo una scritta per non scambiarlo con tubi di altri impianti tec-nici (Fig. 9).Il tipo di protezione da installare dipende dalla posizione dellaprima soletta (in fondazione) rispetto al terreno. Le possibili tipolo-gie sono rappresentate in Fig. 10.

    3.3 Fondazione con solaio controterra

    Se per l’edificio si prevede una soletta controterra (Fig. 10a), ilradon deve potersi muovere liberamente sotto questa verso il suopunto di raccolta costituito dalla canna d’aspirazione. Le soluzio-

    ni di base da adottare per questo tipo di fondazione dipendonodalla natura del terreno di fondazione e sono, sostanzialmente,quelle di seguito descritte.

    3.3.1 Soluzione con vespaio e prelievo concentrato

    In terreni morbidi e poco permeabili, al di sotto della prima solet-ta del piano terra, seminterrato o scantinato, é consuetudine rea-lizzare un vespaio per preservare l’edificio dall’umidità. I vespaisono molto permeabili all’aria e quindi, mettendo in comunica-zione il vespaio con un ambiente esterno a pressione inferiore tra-mite la canna d’aspirazione, si permette il deflusso dell’aria con-tenente radon.Il vespaio deve essere realizzato distribuendo in modo uniformeuno strato di ghiaia al di sotto della soletta di pavimentazione. Lospessore del vespaio deve essere di almeno 15 cm, con dimen-sioni dei ciottoli comprese tra 1,5 e 4 cm. Nel caso in cui il vespaio sia suddiviso in più porzioni chiuse, inquanto delimitate lungo tutto il perimetro da travi o muri di fon-dazione, occorre realizzare un punto di raccolta per ogni porzio-ne oppure mettere in comunicazione le varie zone del vespaiocon quella dove è presente il tubo di raccolta.Nel caso di punto di raccolta unico, sicuramente preferibile inquanto evita la realizzazione di diverse canne di aspirazione, saràsufficiente creare dei fori passanti attraverso le travi o i muri di

    fondazione, deldiametro mini-mo di 10 cmdistanti tra loronon più di 3 m ein numero nonminore di 2 (Fig.11). Per garantire unamigliore circo-lazione dell’a-ria, i fori andran-no realizzati sututti i lati inter-medi tra le diver-

    INDICAZIONI E PROPOSTE PER LA PROTEZIONE DEGLI EDIFICI DAL RADON

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    3 PROTEZIONE DEI NUOVI EDIFICI

    Fig.9 Tubo di raccordo sporgente dalla soletta

    Fig.11 Creazione di passaggi nelle fondazioni

    Fig. 10 a) fondazione con solaio controterra; b) fondazione con intercapedine;c) fondazione mista

  • se aree di vespaio.La canna di aspirazione deveavere diametro non minore di10 cm e terminare all’internodel ve-spaio con un giunto agomito o, preferibilmente, a T(Fig. 12). In ciascuna delledue estremità del giunto a Tnon collegate alla cannapotranno essere inseriti deglispezzoni di tubo corrugato eperforato lunghi 1,5 m, atti adassorbire il radon dal suolo.

    3.3.2 Soluzione con anello di tubi perforati

    Nel caso in cui il terreno di fondazione sia abbastanza permeabi-le, al fine di prelevare l’aria contenente radon, si possono scava-re canali nel terreno e disporre al loro interno tubi corrugati eperforati di diametro minimo pari a 10 cm (Fig. 13). Questi tubi,uniti tra loro, dovranno formare un singolo anello chiuso, collega-to alla canna d’aspirazione se l’area del terreno da drenare èinferiore a 360 m2, mentre, in presenza di aree con dimensionimaggiori, andrannorealizzati più anelliseparati. La distanzatra il tubo e il peri-metro interno dellafondazione sarà di30 cm.Nel caso che ilsolaio sia gettato di-rettamente sul terre-no, i tubi dovrannoessere ricoperti dauno strato di ghiaiadi almeno 2,5 cmper evitare che ilcalcestruzzo ne ostrui-sca i fori.

    3.3.3 Soluzione con anello di stuoie drenanti

    Se il terreno, pur essendoabbastanza permeabile, risul-ta tanto compatto o gelatoda rendere difficoltoso o trop-po oneroso lo scavo, quest’ul-timo può essere evitato utiliz-zando “stuoie drenanti”.Queste stuoie sono realizzatein materiale plastico a sezionealveolare, avvolte da tessutogeotessile filtrante che per-mette il passaggio dell’aria ma non quello del calcestruzzo fresco(Fig. 14). Tra le stuoie ed il terreno va disteso uno strato di sabbia di 10 cm(Fig. 15). Il calcestruzzo della soletta viene gettato direttamentesopra le strisce predisposte sul terreno (Fig. 16). La sezione minima delle stuoie è di 2,5 x 30 cm. Nel caso si utilizzi-no stuoie di minore spessore (1,5 cm), ricoperte di tessuto solo dallato del calcestruzzo, la lar-ghezza totale della strisciadeve essere di almeno 60 cm.Le stuoie dovranno formare unsingolo anello chiuso se l’areadel terreno da drenare è infe-riore a 180 m2, mentre occor-rerà disporre una striscia dre-nante intermedia per superficifino a 360 m2. Per estensionisuperiori, andranno realizzati

    INDICAZIONI E PROPOSTE PER LA PROTEZIONE DEGLI EDIFICI DAL RADON

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    3 PROTEZIONE DEI NUOVI EDIFICI

    Fig.12 Giunto a T e primo tratto della canna

    Fig.13 Tubo corrugato e perforato

    Fig.14 Stuoia “drenante ”

    Fig.16 Getto della soletta controterraFig.15 Schema di inserimento nel sistema

  • più anelli cia-scuno con unproprio tubo dirisalita.Analogamenteal caso del lasoluzione conanello di tubiforati, la distan-za tra la strisciad i m a t e r i a l edrenante e ilperimetro inter-no della fonda-zione deve esse-

    re di 30 cm (Fig. 17). Per evitare che l’anello di stuoie venga spo-stato dal getto di calcestruzzo, si possono usare graffe da 20 cmogni 2 m circa. Per collegare le stuoie alla canna aspirante, siuserà uno speciale elemento di raccordo a T con due aperturerettangolari inferiori in cui si inseriscono le estremità delle stuoie eun’apertura circolare superiore in cui si incolla il tubo di aspirazio-ne (Fig. 18). Le giunzioni vanno eseguite tagliando il tessuto alle due estremitàdelle stuoie, sovrapponendole per circa 8 cm, riposizionandoil tessuto edinf ine s ig i l -lando i taglicon nastroadesivo peridraulica. La giunzioneverrà fissatacon almenodue graffemetal l icheda 20 cmche attraver-sino i canalisul tratto digiuntura.

    Quando sia necessariocol legare un t ratto distuoia in un punto interme-dio di un’altra, si procedecon la rimozione del tessutogeotessile nei tratti interes-sati, con la sovrapposizionesu quella esistente dell’e-stremità della stuoia da col-legare, con il riposiziona-mento del tessuto e la suasigillatura ed, infine, con ilfissaggio al suolo con graffe metalliche. (Fig.19 e Fig. 20)

    3.3.4 Accorgimenti

    Soletta controterra

    Per il getto della soletta é preferibile usare del calcestruzzo abasso tenore d’acqua per ridurre l’ampiezza d’apertura delle ine-vitabili crepe.Disponendo alcuni giunti nella soletta, le crepe si formeranno inpunti prefissati che saranno riempiti con sigillante poliuretanico.Per rendere minima l’infiltrazione del radon é consigliabile dispor-re sul terreno, prima del getto della soletta, una membrana costi-tuita da fogli di polietilene dello spessore di 0,15 mm.

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    3 PROTEZIONE DEI NUOVI EDIFICI

    Fig.18 Connessione alla canna aspirante

    Fig.17 Disposizione delle stuoie

    Fig.20 Esecuzione delle giunzioni

    Fig.19 Giunti a T

  • Murature

    Nel caso che le murature a contatto con il terreno siano previstein blocchi forati di laterizio o di calcestruzzo sarà necessario, perbloccare la risalita del radon, realizzare in blocchi pieni il corso dimattoni a contatto con la soletta di piano terra oppure, in alter-nativa, quello a contatto con la soletta di fondazione.

    Giunti, fessurazioni e passaggio di tubi

    I giunti pavimento-pareticostituiscono punti critici.Si asporteranno dappri-ma i detriti lungo il giuntoe vi si applicherà poi unsigillante poliuretanico inquantità tale da lasciare,dopo la lisciatura con laspatola, un bordo suentrambe le superfici dialmeno 1 cm (Fig. 21).Anche i giunti di dilatazio-ne sulla soletta, primadella posa della pavi-mentazione, andranno

    puliti e riempiti con sigillante in quanto probabile sede di futurefessurazioni. Si devono altresì sigillare tutti i passaggi di tubi e caviattraverso la soletta controterra ed i muri a contatto con il terre-no. Per la sigillatura è consigliabile l’utilizzo di mastice poliuretani-co che assicura un’ottima presa sul calcestruzzo. In alternativa, sipotranno usare malte antiritiro o schiume ad espansione.

    Pozzetti

    I normali pozzetti permettono il passaggio del radon provenientedal terreno sotto la fondazione. Quindi dovranno essere dotati dicoperchi sigillati ai bordi della soletta o sul labbro superiore delpozzetto ovvero, quando sia richiesta frequente manutenzione,avere coperchi rimovibili forniti di guarnizioni a tenuta stagna. Itombini per lo smaltimento dell’acqua dal pavimento saranno

    muniti di sifone.Esiste la possibilitàdi collegare il poz-zetto al sistemad’espulsione delradon facendoconfluire in esso itubi perforati dre-nanti. Si userà uncoperchio appo-sito munito di foriper il passaggiodella canna d’a-spirazione, dellatubazione di scari-co e del cavoelettrico (nel casosia presente ancheuna pompa adimmersione) non-

    ché di una finestrella vetrata per ispezione (Fig. 22).

    3.4 Fondazioni con intercapedine

    Nel caso che, tra il terreno ed il primo solaio dell’edificio, sia pre-vista un’intercapedine (Fig. 10 b), per evitare che l’aria carica diradon proveniente dal terreno vi si accumuli e possa poi penetra-re nei locali abitati, occorre ventilare adeguatamente l’interca-pedine, oppure impedire che il radon penetri al suo interno. Nel caso ci si affidi alla ventilazione naturale (con un’opportunadisposizione delle aperture, ad esempio nord-sud), i risultati nonsono sempre soddisfacenti. Utilizzando, invece, la ventilazione meccanica, i risultati sonobuoni. La seconda soluzione si attua isolando completamente ilterreno dal vano intercapedine, disponendo sulla superficie delterreno stesso una membrana isolante costituita da una serie con-tigua di fogli di polietilene. Occorre consentire la fuoriuscita dell’aria proveniente dal terrenoe che viene a contatto con la membrana tramite una canna diaspirazione che penetra nel terreno.

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    3 PROTEZIONE DEI NUOVI EDIFICI

    Fig.21 Sigillatura dei giunti

    Fig.22 Pozzetto per drenaggio dell’acqua e raccolta radon

  • Canna di aspirazione e tubi di prelievo

    La canna dia s p i r a z i o n epotrà esserep o s i z i o n a t aovunque enon necessa-riamente inposizione cen-trale. L’ariaverrà preleva-ta dal terrenoattraverso unoo più spezzonidi tubo corru-gato e forato,

    di circa 1,5 m di lunghezza e dialmeno 10 cm di diametro,disposti al di sotto della mem-brana (Fig. 23).Tali spezzoni saranno collegatialla canna di aspirazionemediante un giunto a gomitood a T. Nel giunto dovrà inserirsiun tratto di tubo verticale checostituirà l’innesto della cannadi aspirazione. Si dovrà forarecon cura la membrana per ilpassaggio del suddetto spez-zone e quindi fissare perfetta-mente con nastro adesivo ilfoglio di plastica al tubo (Fig.24) utilizzando collari adattirealizzati con ritagli di plastica.

    Membrana in polietilene

    Tutta la superficie del terrenoall’interno dell’intercapedine

    andrà ricoperta con unamembrana costituita dafogli di polietilene dellospessore minimo di 0,15mm o di 0,075 mm se deltipo rinforzato. Qualora siaprevisto un frequenteaccesso all’intercapedine éconsigliabile scegliere unospessore maggiore (0,20-0,25 mm). La membranadovrà adattarsi alla conformazione del terreno e dovrà preveder-si una sovrapposizione di 30 cm tra un foglio ed il successivo e cosìpure un rialzo dei fogli di 30 cm lungo i muri di fondazione (Fig. 25).

    Per garantire un’adeguatatenuta tra le sovrapposizionidei fogli è consigliabile l’usodi gomma butilica o collantibutil acrilici. Per fissare laplastica sui muri è consiglia-bile collante butilico (Fig.26). In corrispondenza deipilastri e dei tubi, si realizze-ranno collari con ritagli dipolietilene. Se si prevede laperiodica ispezione dell’in-

    tercapedine sarà opportuno disporre corsie di moquette o digomma lungo i percorsi prevedibili. Si applicheranno, inoltre, car-telli di avvertimento sulla membrana (Fig. 24) per invitare a prov-vedere nel caso di rotture accidentali.

    3.5 Fondazioni miste

    In questo caso (Fig. 10 c) si useranno tecniche distinte per la fon-dazione con intercapedine e quella con soletta controterra.Occorre dedicare particolare attenzione ai punti di contatto checostituiscono altrettante vie d’accesso al radon. Risulta economi-camente conveniente collegare ad un’unica canna d’aspirazio-ne i sistemi di prelievo del gas utilizzati nelle diverse fondazioni. Peril collegamento si userà un tubo forato (per evitare accumulo

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    3 PROTEZIONE DEI NUOVI EDIFICI

    Fig.23 Sistema d’aspirazione sub-membrana

    Fig.24 Raccordo membrana-cannad’aspirazione

    Fig.25 Posa e fissaggio dei teli di polietilene

    Fig.26 Fissaggio della membrana alle pareti

  • d’acqua che impediscail flusso d’aria) passantesotto la fondazione delmuro che separa le partidi edificio con diversafondazione (Fig. 27).

    3.6 Installazione e carat-teristiche dell’aspiratore

    Qualora si renda neces-saria l’installazione di un aspiratore, si deve tener conto che (Fig.28):· l’aspiratore non deve trovarsi in locali abitati o nell’intercapedi-

    ne dell’edificio;· l’aspiratore trova adatta collocazione al coperto: nel sottotetto

    o nel garage adiacente l’edificio (quando sopra questo non visiano locali abitati). Si può collocare anche all’esterno purchèsia del tipo adatto allo scopo;

    · sulla canna d’aspirazione é richiesto un tratto verticale libero dialmeno 80 cm per l’in-stallazione del ventila-tore;

    · si deve disporre unallacciamento allarete elettrica entro 2 mdal ventilatore.

    Per quanto sul mercatosiano disponibili svariatitipi di aspiratori, il piùcomunemente usato équello centrifugo, altri-menti chiamato “inlinea” o “tubolare” (Fig.29). Le sue dimensioni epotenza devono esseresufficienti a mantenere,sotto la soletta contro-terra o la membranaisolante, un campo di

    pressione inferiore a quel-lo esistente sopra di que-ste. Nella maggioranzadei casi, é adeguata unapotenza di 90 W che con-sente d’aspirare circa 3

    m3/min d’aria alla pres-sione di 2,5 cm di colonnad’acqua. L’aspiratore vasistemato in un tratto ver-ticale della canna d’aspi-razione collegandolo conraccordi d’accoppiamento ermetici e flessibili per annullare levibrazioni. È opportuna l’installazione di un sistema di allarme otti-co/acustico collegato alla ventola per segnalare eventuali ano-malie.

    3.7 Suggerimenti

    Per non aspirare e diffondere radon dal sottosuolo nell’edificio, éopportuno evitare la posa, sotto la soletta controterra o sotto illivello del terreno, di condutture che trasportino aria, a meno chequeste non siano mantenute a una pressione positiva continua osiano prive di giunti. Quando questi siano inevitabili, si dovrà prov-vedere per la loro tenuta ermetica.Non é raccomandabile installare apparecchi per il trattamentodell’aria nei vespai o in altri spazi sotto il livello del terreno ed espo-sti al radon. Quando ciò non sia possibile, ci si assicurerà della loroimpenetrabilità al gas. Impianti di deumidificazione, singoli odassociati ai condizionatori d’aria, dovranno scaricare l’acquaall’esterno od essere muniti di sifone.

    3.8 Tavole riassuntive

    Nelle Fig. 30, 31, 32 si riportano le caratteristiche principali delle tresoluzioni relative al caso che si realizzi il solaio controterra, già illu-strato nel paragrafo 3.3, mentre nella Fig. 33, si riporta la soluzionerelativa al caso che si realizzi una intercapedine (paragrafo 3.4).Infine, nella Fig. 34, si riportano le modifiche necessarie per trasfor-mare un impianto da passivo in attivo.

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    Fig.29 Aspiratori usati comunementeFig.27 Soluzione per fondazioni miste

    Fig.28 Posizionamento dell’aspiratore

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  • L’opera di risanamento di edifici esistenti con elevate concentra-zioni di radon, può essere estremamente più difficile, incerta ecostosa della prevenzione effettuata correttamente in nuovecostruzioni. Nel caso possano essere intraprese azioni nell’ambitodi interventi di ristrutturazione o manutenzione straordinaria degliedifici, esse potranno essere simili in metodologie, costi ed effica-cia a quelle già illustrate per la protezione preventiva dei nuoviedifici.In caso ciò non sia possibile, può essere opportuno procederegradualmente, attuando per primi quegli interventi che sonomeno costosi ed invasivi e che, a volte, potrebbero da soli risolve-re il problema. L’applicazione di qualunque tipo di risanamento, dal più sempliceal più complesso, richiede la raccolta preventiva di informazionipuntuali sulla costruzione, i materiali, il sottosuolo, le condutture,ecc. Sulla base delle informazioni raccolte e dei diversi fattori giàcitati quali efficienza di abbattimento del radon, costi di installa-zione ed esercizio, accettabilità da parte degli occupanti, ecc.,sarà possibile scegliere i tipi di intervento più adatti al singolo edi-ficio e l’eventuale gradualità con cui eseguirli.

    Per quanto riguarda le strategie da adottare in caso di ristruttura-zione dell’edificio si rimanda al capitolo precedente mentre, perquanto riguarda gli interventi semplici fra cui scegliere quello oquelli più adatti per il risanamento di edifici già esistenti che noncompromettano il normale uso dell’edificio, se ne presenta diseguito una rassegna.Le azioni di risanamento, analogamente alle azioni che possonoessere intraprese per la protezione preventiva dei nuovi edifici,devono essere concepite in maniera da eliminare o almeno ridur-re in modo significativo la risalita di radon negli edifici dovuta alladepressione dei locali abitati rispetto al suolo e/o all’infiltrazione.Gli interventi che sono descritti nei paragrafi successivi, si possonogeneralmente suddividere in:· eliminazione dei fattori che generano depressione nei locali abi-

    tativi; · depressurizzazione dell’area sottostante l’edificio;· generazione di una sovrappressione artificiale nell’edificio;

    · espulsione mediante ventilazione dell’aria ricca di radon dallacantina;

    · espulsione mediante ventilazione dell’aria ricca di radon dailocali abitativi e/o filtrazione dell’aria;

    · isolamenti e sigillatura.

    Alcuni esempi concreti di interventi effettuati con successo nellanostra regione sono riportati nel capitolo 5.

    4.1 Eliminazione della depressione nei locali abitativi...

    La differenza di pressione tra l’aria del sottosuolo e quella dei loca-li a contatto con il suolo è la causa dell’infiltrazione del radon. E’essenziale, quindi, identificare i fattori responsabili di questadepressione ed eliminarli per quanto possibile. Nel caso di edificiesistenti, queste misure possono andare da semplici accorgimen-ti a grossi interventi costruttivi.

    con creazione di aperture per l’apporto d’aria fresca

    Negli edifici dotati di impianti di aspirazione in bagno, in cucina oin altri locali, e privi di aperture verso l’esterno, si può creare unadepressione maggiore di 20 Pa. Essa si può trasmettere alle partidella costruzione a contatto col suolo con l’effetto di aspirare ilradon. Nell’ambito del risanamento, occorre creare aperture didimensioni sufficienti a bilanciare l’effetto dell’aspiratore.

    con l’isolamento di pozzi e camini negli scantinati

    Per ridurre l’effetto del gradiente termico di pozzi e camini cheattraversano diversi piani e finiscono in cantina, bastano due inter-venti, attuabili singolarmente o congiuntamente:· i pozzi e i camini che si trovano in cantina vanno il più possibile

    isolati;· occorre dotare i pozzi e i camini di una presa d’aria esterna

    (con sifone). Se ciò non fosse possibile si praticheranno in cantina apertureverso l’esterno sufficienti a controbilanciare la depressione rispet-to al suolo. Anche queste prese d’aria verranno dotate di sifoneper evitare un’eccessiva dispersione di calore.

    4. RISANAMENTO DI EDIFICI ESISTENTI

    INDICAZIONI E PROPOSTE PER LA PROTEZIONE DEGLI EDIFICI DAL RADON

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    4 RISANAMENTO DEGLI EDIFICI ESISTENTI

  • con apporto d’aria esterna per stufe e caldaie

    Le stufe, i caminetti e le caldaie che si trovano in locali di soggior-no, per motivi energetici ed igienici, dovrebbero possedere presedirette d’aria esterna (Fig. 35).L’apporto controllato di ariaesterna nelle camere di com-bustione degli impianti diriscaldamento diminuisce ladepressione creata dai bru-ciatori a iniezione e dal tirag-gio del camino.

    con aspirazione dell’aria

    Quando il soffitto delle canti-ne é realizzato con materiali oelementi molto porosi, l’aria diquesti ambienti è aspirataverso i piani superiori. Ladepressione può essere equili-brata con un ventilatore cheaspiri l’aria della cantina (Fig. 36). Le cantine devono essere il piùpossibile impermeabili per usare un ventilatore piccolo e diminui-re le perdite termiche. In presenza di generatori di calore nellacantina, tale sistema può essere usato solamente se i generatorisono dotati di camere stagne di combustione. Questo tipo diintervento infatti può indurre una depressione che può provocareun ritorno di fumo con rischi diintossicazione (CO). Per lostesso motivo non è da usarsiin presenza di caminetti oapparati simili a fiamma libe-ra.

    4.2 Depressurizzazione dell’a-rea sottostante l’edificio

    Nei due paragrafi seguenti siillustreranno alcune delle possi-

    bili strategie d’intervento per la depressurizzazione dell’area sotto-stante l’edificio, rispettivamente nel caso in cui siano presentiintercapedini e nel caso di contatto diretto tra suolo ed edificio.

    4.2.1 Depressurizzazione del sottosuolo in presenza di...

    La depressurizzazione del terreno situato sotto l’edificio consentel’asportazione passiva o attiva (con ventilatore) del radon. Si pos-sono impiegare due tecniche molto diverse l’una dall’altra:

    · aspirazione dell’aria dalle intercapedini o dai vespai. L’aria fre-sca che rimpiazza l’aria estratta diluisce sufficientemente le pic-cole quantità di radon provenienti dal sottosuolo. È necessarioche le aperture per la ventilazione siano di dimensioni sufficien-ti;

    · nelle intercapedini o negli strati di terra sotto l’edificio vienegenerata una depressione (rispetto alla pressione atmosfericadel locale immediatamente superiore all’intercapedine). Inquesto caso il sottosuolo deve essere compatto ed impermea-bile in modo da impiegare flussi d’aria ridotti e potenze minimeper ottenere una depressione sufficiente ad ostacolare l’infiltra-zione del radon.

    Se il suolo o il riempimento si rivela così poroso da impedire lagenerazione della depressione desiderata con mezzi ragionevoli,si possono ottenere risultati equivalenti tramite la ventilazione.Secondo il caso, si sceglierà una soluzione o l’altra. In molti casi,queste due misure possono anche combinarsi. Come nel casodegli interventi di isolamento, occorrerà fare attenzione che lamessa in depressione del suolo sottostante l’edificio abbia effettosu tutto l’edificio e non solo su singoli locali. Dal punto di vista tec-nico, occorre distinguere le seguenti situazioni.

    intercapedini

    In genere gli edifici privi di cantine sono dotati di una intercape-dine più o meno ampia per la protezione dall’umidità, normal-mente provvista di aperture di aerazione. L’allargamento e ladisposizione ottimale (per esempio nord-sud o facendo attenzio-ne alla direzione prevalente del vento dominante) di queste aper-

    INDICAZIONI E PROPOSTE PER LA PROTEZIONE DEGLI EDIFICI DAL RADON

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    4 RISANAMENTO DEGLI EDIFICI ESISTENTI

    Fig.35 Bruciatore con presa d ’aria esterna

    Fig.36 Aspirazione dell ’aria in cantina

  • ture possono essere sufficientiper l’espulsione del radon. Inalternativa, si può installare unpiccolo ventilatore rinuncian-do all’apertura di ulterioriprese d’aria (Fig. 37). Il venti-latore deve avere un buonrendimento energetico e fun-zionare silenziosamente indepressione (fino a -40 Pa).Un’applicazione pratica ditale metodo è riportata aiparagrafi 5.3 e 5.4.

    vuoto sanitario

    I pavimenti con vuoto sanita-rio possono essere di variotipo: sul mercato esistono di-versi prodotti prefabbricatiche, normalmente, vengono impiegati nell’allestimento di ufficiper creare un vano tecnico al di sotto del pavimento. Il radonche penetra attraverso il suolo si accumula nel vuoto sanitario e,per espellerlo, basterà provvedere al solo inserimento di una

    canna d’aspirazione e di unventilatore (Fig. 38). Ove sidebbano pavimentare localidi soggiorno con soletta dipavimentazione a contattocol terreno può risultare con-veniente risolvere il problemadel radon costruendo un pavi-mento con vuoto sanitario sot-tostante. In tal caso, é oppor-tuno disporre, subito sopra glielementi che sorreggono lapavimentazione, una mem-brana di polietilene (Fig. 38)per impedire l’aspirazione del-l’aria dall’ambiente sovrastante.

    4.2.2 Depressurizzazione diretta del sottosuolo...

    con pozzo di raccolta centrale

    L’aria del sottosuoloviene raccolta in unsemplice pozzo sot-to il pavimento esi-stente (Fig. 39) edispersa medianteaspirazione. Il pro-cedimento è piùefficace se il suolo èmolto permeabile(p.e. strato di ghiaiao di materiale diriporto sotto l’edifi-cio). Il sistema mi-gliora se il pozzoviene costruito fino allo strato meno permeabile del sottosuolo. Incondizioni sfavorevoli (p.e. elevata superficie da risanare, partico-lari situazioni geopedologiche, ecc), sarà necessario costruirediversi pozzi di raccolta. Un’applicazione pratica di tale metodo èriportata al paragrafo 5.1.

    in più punti

    A volte, può risulta-re più sempliceaspirare l’aria delsottosuolo per mez-zo di più tubi chevengono fatti pas-sare nel pavimentodella cantina (Figg.40, 41, 42).Il radon che si trovanel suolo è aspiratoda sotto il pavimen-to.

    INDICAZIONI E PROPOSTE PER LA PROTEZIONE DEGLI EDIFICI DAL RADON

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    4 RISANAMENTO DEGLI EDIFICI ESISTENTI

    Fig.37 Ventilazione naturale o forzata dellaintercapedine

    Fig.38 Aspirazione del radon dal vuoto sanitario Fig.40 Aspirazione del radon in più punti

    Fig.39 Pozzo di raccolta centrale sotto la soletta

  • Il passaggio dei tubi attraverso la lastra di pavimentazione deveessere a tenuta. In relazione alle caratteristiche del terreno ed alle dimensioni del-l’edificio, saranno necessari uno o più punti di raccolta.

    con impianti di drenaggio esistenti

    Sono stati effettuati risanamenti in cui, per mezzo di un ventilatore,si è aspirata l’aria del sottosuolo dalle condutture di drenaggio

    esistenti, riuscendo adabbassare notevolmentela concentrazione delradon (Fig. 43). Tuttavia, ilcomportamento dell’arianelle condutture di dre-naggio è variabile dacaso a caso. Inoltre,occorre montare sifoniper impedire il risucchiod’aria dalla rete di cana-lizzazione pubblica e dalcondotto dell’acqua pio-vana. In funzione dellapermeabilità del terreno,questo metodo permettedi incanalare e raccoglie-

    re il radon attorno e sotto l’edificio. É opportuno installare una val-vola a tenuta ad ogni uscita del sistema di drenaggio. Se si effet-tuano risanamenti, questo tipo di soluzione (con isolamento prov-visorio del collegamento con le fognature) é consigliabile poiché,nel complesso, risulta piuttosto economico.

    con pozzo esterno all’edificio

    In funzione delle caratteristi-che del terreno e soprattut-to in presenza di un ampiovespaio, la costruzione dipozzi di raccolta del radonesterni all’edificio offre buonirisultati e rappresenta unasoluzione molto economicae poco disagevole pergli occupanti, poiché si evi-tano interventi sull’edificio(Fig. 44). Grazie alla relativacompattezza dello strato dihumus, attorno al pozzo diraccolta si genera un’area estesa di depressione nel sottosuolo equindi anche sotto l’edificio.

    con fori passanti

    Ancora nell’ipotesi della pre-senza di un vespaio ocomunque di uno stratoporoso di materiale di riportosotto la soletta controterra, sipuò ottenere una riduzionedel radon mettendo incomunicazione con l’ester-no detto strato attraversol’esecuzione di alcuni fori (Ø10-12 cm) sui muri esterni. Si avrà un deciso miglioramento colle-gando, ove possibile, i fori sui lati opposti con tubo forato passan-te di largo diametro (Fig. 45). In alternativa, i fori potranno costi-

    INDICAZIONI E PROPOSTE PER LA PROTEZIONE DEGLI EDIFICI DAL RADON

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    4 RISANAMENTO DEGLI EDIFICI ESISTENTI

    Fig.41 Foratura pavimento e canalizzazio-ne

    Fig.43 Utilizzo di impianti di drenaggio esistenti

    Fig.42 Preparazione al getto della nuovasoletta

    Fig.44 Pozzo di raccolta esterno all’edificio

    Fig.45 Fori e tubo perforato passante

  • tuire sbocchi esterni di altrettanti spezzoni di tubo forato inseriti inprofondità nello strato di materiale poroso. Un’applicazione prati-ca di tale metodo è riportata al paragrafo 5.2.

    con un canale di raccolta

    Lungo le pareti internedell’edificio, si di-sponeun canale che racco-glie l’aria contenenteradon proveniente dafessure lineari come igiunti. Un ventilatoregenera nel canale unaleggera depressione espinge all’aperto l’ariaaspirata tramite un tubodi scarico (Fig. 46).Questa tecnica è appli-cabile per punti d’infil-

    trazione ben localizzati, in particolare, per i giunti tra le pareti e lasoletta di fondazione.

    4.3 Sovrappressione artificiale

    Per impedire infiltrazioni di radon dal sottosuolo, anziché creareuna depressione sotto la fondazione dell’edificio, si può ancheprovocare una leggera sovrappressione al suo interno. Allo scopo,può essere utile installare un impianto di ventilazione nei locali disoggiorno. Nelle case a basso consumo energetico, sono statiimpiegati con successo semplici sistemi meccanici di ventilazionecon recupero del calore o pompe di calore aria/aria, ottenendorisparmio d’energia ed aria fresca (Fig. 47). Nell’edilizia abitativa siimpiegano sempre più spesso impianti di ventilazione con canalidi immissione e di asporto dell’aria. Generalmente la quantità diaria asportata é pari, o leggermente superiore, a quella immessain modo da ottenere una debole depressione nelle abitazioni onegli uffici. Nel caso d’infiltrazioni di radon, la quantità di ariaimmessa deve invece superare quella dell’aria asportata. Lasovrappressione negli ambienti dove viene immessa l’aria, ovvero

    la depressione negliambienti dove vieneasportata, nondovrebbe oltrepas-sare il valore di 2 Pa.Per impianti conpompe per il recupe-ro del calore, valgo-no le indicazioni con-cernenti le apertureper l’apporto di ariafresca nell’edificio. Inpresenza di impiantimeccanici di immis-sione e di asportodell’aria, l’edificiodovrebbe essere ilpiù possibile isolato.

    4.4 Ventilazione degli scantinati

    Poiché il radon si infiltra dagli scantinati, operare un loro abbon-dante ricambio di aria può diminuirne la concentrazione al puntoda rendere innocua l’aria della cantina e non avere più un tra-sporto rilevante di radon da questa ai locali di soggiorno. Se siusa un ventilatore di aspirazione in cantina, si genera una depres-sione che fa aumentare l’aspirazione d’aria dal sottosuolo, maagendo questo anche nei confronti dei locali di soggiorno, impe-disce al radon di penetrarvi e lo espelle all’aperto. L’intensa ven-tilazione della cantina in inverno ne abbassa però la temperatu-ra, perciò occorre isolare bene le parti della costruzione a contat-to coi locali di soggiorno riscaldati (soffitto della cantina, paretidel vano scala, lato inferiore delle scale ecc.) e le condutture del-l’impianto di riscaldamento. Tuttavia, in genere, nei periodi inver-nali la ventilazione delle cantine viene comunque ridotta. Questotipo di intervento diventa quindi spesso poco efficace proprio neiperiodi in cui l’emanzione di radon è maggiore. È evidente, quin-di, il motivo per cui questa metodologia venga in genere consi-derata provvisoria in attesa della realizzazione di altre opere dirisanamento.

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    4 RISANAMENTO DEGLI EDIFICI ESISTENTI

    Fig.46 Canale di raccolta lungo le pareti

    Fig.47 Ricambio d ’aria con scambiatore di calore

  • 4.5 Ventilazione dei locali abitativi e filtrazione dell’aria

    In presenza di infiltrazione di radon dalla cantina, è possibile dimi-nuirne la concentrazione nella zona abitata intensificando ilricambio d’aria. Si produce così una riduzione temporanea dellaconcentrazione di radon. Nei periodi freddi questa strategia pre-senta evidenti controindicazioni: se si aprono spesso le finestre pergarantire un forte ricambio d’aria diminuisce la temperatura degliambienti e di conseguenza anche il comfort abitativo. Una solu-zione migliore è costituita dall’installazione di un impianto di venti-lazione con recupero del calore. Prima dell’espulsione, tramiteuno scambiatore o una pompa di calore, si estraggono il calore el’umidità dall’aria raccolta e si trasmette il calore all’aria fresca.Gli impianti di ventilazione con recupero del calore consentonoun intenso ricambio d’aria (necessario per ridurre la concentrazio-ne di radon) anche durante l’inverno, senza eccessive perditeenergetiche. Inoltre, il ricambio d’aria è garantito ininterrottamen-te e non dipende dalle abitudini degli abitanti. In alternativa esi-stono impianti di filtrazione dell’aria muniti di filtri a carboni attivi ingrado di catturare il radon presente in un ambiente.

    4.6 Isolamenti e sigillatura

    Per il risanamento dal radon di edifici esistenti, l’isolamento dellesuperfici a contatto col terreno, nella maggioranza dei casi, puòessere attuato solo dalla parte interna dell’edificio. Questo tipod’intervento, eseguito con membrane e materiali sigillanti liquidi ospatolabili, comporta però un numero molto alto di raccordi econnessioni con il rischio di tenuta non perfetta. In questo caso,senza dover necessariamente ispirarvisi, vale il principio per cui letecniche impiegate contro l’umidità sono efficaci anche contro ilradon. Si tenga conto che le malte di isolamento fragili non sonoefficaci per sigillare crepe dovute agli assestamenti e le membra-ne isolanti sono valide solo se vengono incollate o saldate bene esenza fessure. In presenza di isolamento termico tra gli elementidella costruzione ed il terreno, la barriera impermeabile al vapored’acqua può proteggere efficacemente anche dal radon.

    Malte isolanti, pitture, ecc.

    Contro l’infiltrazione di umidità si usano spesso rivestimenti (pitture

    o malte) liquidi o spatolabili.Questi rivestimenti costitui-scono un buon isolamentodal radon (Tabella 2) purchénon presentino crepe oforature. Occorre un con-trollo accurato perché, se ipunti di perdita non vengo-no chiusi, lasciano penetra-re il radon nell’ambiente.Inoltre si richiede un fondostabile, privo di crepe diassestamento e giunti didilatazione. Lo stesso vale perl’applicazione di rivestimentiinterni relativamente ermeti-ci come piastrelle, tappezze-rie isolanti (fibre rustiche sufogli di alluminio) o sistemi di rivestimento liquidi parzialmenteimpermeabili al gas (vernice al clorocaucciù). Queste tecnicheservono comunque come misura complementare. Le iniezioni dimateriale, così come vengono impiegate per problemi di umiditànelle vecchie opere in muratura, finora non hanno permesso diottenere risultati soddisfacenti nella protezione dal radon.

    Sigillatura dei solai sotto i locali abitativi

    Le solette in cemento armato si possono considerare sufficiente-mente impermeabili al radon. Nel caso di vecchi solai pieni, puòrendersi necessaria la stuccatura delle crepe o delle fessure; lostesso vale per le pareti. Invece, nel caso dei solai leggeri (solai inlegno), occorre analizzare la costruzione in modo da scoprirequale sia lo strato che garantisce la tenuta all’aria e al radon e sela tenuta sia perfetta in tutti i punti di raccordo.

    Isolamento di condutture, buchi e crepe

    L’isolamento ermetico di pavimenti, soffitti e pareti è efficace solose tutte le aperture, intenzionali e non, vengono isolate a regolad’arte. I materiali di isolamento disponibili sono numerosissimi eoccorre scegliere bene in base alla qualità e alla durata.

    INDICAZIONI E PROPOSTE PER LA PROTEZIONE DEGLI EDIFICI DAL RADON

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    4 RISANAMENTO DEGLI EDIFICI ESISTENTI

    Tabella 2 Impermeabilità al radon di alcunimateriali

  • I mastici ad elasticità permanente sono adatti per la stuccatura difessure, raccordi (ad esempio intorno ai passaggi delle condotte)e piccoli fori anche se le parti sono soggette a piccoli movimenticome dilatazioni termiche. Esistono diversi materiali ad elasticitàpermanente: mastici siliconici, acrilici, polisolforati ecc. Prima del-l’applicazione, devono essere puliti i bordi delle fessure che vannoeventualmente allargate per garantire un’aderenza ottimale delmastice e, se necessario, deve essere colmato il fondo delle fes-sure stesse. In relazione alla situazione di partenza e ai materiali, sirenderà necessaria un’ulteriore preparazione della fessura (sago-matura dei bordi, applicazione di una mano di fondo ecc.).

    I nastri adesivi e da assemblaggio elastici sono particolarmenteindicati nell’isolamento dei raccordi tra elementi costruttivi, comela ricopertura di giunti di dilatazione tra il pavimento ed i muri oper l’incollaggio di membrane isolanti al soffitto. I nastri monoa-desivi, in genere, non garantiscono una tenuta all’aria duratura. Inastri biadesivi (p.e. il nastro in butile), se possibile, andrebberotenuti sotto pressione meccanica. Col nastro in butile si può effet-tuare, ad esempio, la giunzione di due fogli di membrana isolantedi polietilene situati sotto listelli che tengono costantemente sottopressione l’incollatura. I nastri adesivi non devono essere mai sot-toposti a trazione, neppure a quella derivante dal peso della guai-na stessa. In commercio si trovano nastri di copertura che posso-no essere incollati sugli elementi da congiungere con collanti liqui-di o spatolabili. Questi nastri possono essere di materiale e di qua-lità diversi e sono molto efficaci.

    Passaggi di condotte attraverso tubi

    Le condotte ed i cavi si possono far passare in tubi che vengonoincollati o saldati con le membrane isolanti. Naturalmente, neltubo contenente i cavi o le condotte, le parti rimaste vuote vannocolmate con materiale di tenuta a elasticità permanente.

    Isolamento di porte, sportelli, coperchi di pozzetti, ecc...

    Se non si è riusciti a ridurre la concentrazione di radon in cantinaperché, ad esempio, non si vuole rinunciare alla pavimentazioneesistente o se le misure di isolamento non hanno dato i risultati spe-rati, occorre isolare le porte di accesso alla cantina e quelle che

    mettono in comunicazione i locali di soggiorno con il vano dellescale che portano in cantina. Le finestre e le porte ad alto isola-mento acustico sono anche ben adatte ad arginare l’infiltrazionedi aria e di radon. Come nel caso dell’isolamento acustico,anche per la protezione dal radon è necessario che il montaggioavvenga con estrema cura. Al contrario, le porte tagliafuoco nonforniscono una buona tenuta all’aria: infatti i profilati di tenuta ela-stici, a causa della loro scarsa resistenza al fuoco, non vengonoimpiegati nella costruzione di queste porte. Altri elementi da sigil-lare sono i coperchi dei pozzetti sistemati nei pavimenti delle can-tine per i controlli periodici delle condotte.

    Nel presente paragrafo verranno illustrati gli interventi e le misureeffettuate da privati cittadini o amministrazioni comunali con laconsulenza dell’ARPA FVG. Le opere di risanamento sono stateeffettuate presso due abitazioni private, un asilo nido e una scuo-la materna in Friuli Venezia Giulia.

    5.1 Depressurizzazione diretta del sottosuolo con pozzo di raccol-ta centrale

    L’unità abitativa oggetto di questo intervento, è costituita da unvecchio edificio confinante con altri e disposto su due piani. Ilpiano terra dell’edificio appoggia direttamente sul suolo sotto-stante. La casa è costruita nei pressi di un antico letto fluviale nonpiù attivo. Inoltre l’abitazione è stata di recente ristrutturata.Poiché tale abitazione non è provvista di vespaio o vuoto sanita-rio si è deciso di creare una depressione nel terreno sottostantetramite l’aspirazione forzata da un cavità artificiale. Tale cavità,scavata in posizione centrale rispetto alla planimetria della casa,ha le dimensioni di un parallelepipedo di 30 x 30 x 200 cm e si trovaa 30 cm al di sotto del piano calpestabile. Essa è messa in comu-nicazione con l’esterno tramite un tubo di PVC del diametro di 10cm in cui è inserita una ventola di aspirazione (simile a quelle uti-lizzate nelle cucine) con doppia potenza. È stato possibile effet-tuare tale scavo in modo semplice e non disagevole per gli abi-tanti, lavorando nel locale caldaia. L’intervento descritto è ana-logo a quello illustrato in Fig. 39. Nel periodo immediatamente precedente la verifica dell’effica-

    5. ALCUNI ESEMPI DI RISANAMENTO EFFETTUATI IN AMBITO REGIONALE

    INDICAZIONI E PROPOSTE PER LA PROTEZIONE DEGLI EDIFICI DAL RADON

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    5 ALCUNI ESEMPI DI RISANAMENTO EFFETTUATI IN AMBITO REGIONALE

  • cia dell’intervento si è proceduto a una nuova determinazionedella concentrazione di radon senza azionare la ventola. Si è proceduto quindi all’accensione della ventola per verificarel’efficacia dell’azione di rimedio utilizzata: una prima settimanaalla velocità massima (potenza = 60 W) e una seconda alla velo-cità inferiore (potenza = 30 W). Successivamente si è spenta laventola per una settimana per un’ulteriore verifica dell’intervento.Da ultimo è stata riaccesa la ventola a velocità massima. La figu-ra 48 riporta i valori della concentrazione di radon misurata nell’a-bitazione sia a ventola accesa che a ventola spenta.La riduzione della concentrazione a ventola accesa (sia ad altache bassa velocità) è risultata essere di circa il 90%.

    5.2 Depressurizzazione del sottosuolo con fori passanti

    L’abitazione in questione è parte di una vecchia casa colonica sudue piani, recentemente ristrutturata. Il piano terreno appoggiasu uno strato di circa 20 cm di materiale di riporto. Non sono pre-senti né locali interrati né vespaio o vuoto sanitario. Anche in questo caso si è deciso di diminuire la concentrazione di

    radon negli ambienti cercando di limitare il suo ingresso nell’edifi-cio. Un primo intervento è consistito nel praticare alcuni fori deldiametro di 12 cm sui muri esterni dell’abitazione in corrisponden-za del materiale di riporto su cui appoggia la soletta del piano ter-reno. Tale intervento si è dimostrato poco efficace in quanto si èottenuta una riduzione della concentrazione di radon all’internodell’abitazione del solo 20-25%. Si è deciso allora di scavare al di sotto della soletta del piano ter-reno un canale in cui è stato seppellito un tubo forato del diame-tro di 12 cm che mette in comunicazione i fori che erano stati pra-ticati sui muri esterni. Terminati i lavori, prima di procedere allamisura della concentrazione di radon si sono chiusi i fori presenti suimuri esterni e sono stati aperti dopo alcuni giorni. Nella figura 49sono riportati i valori di concentrazione di radon in due locali postial piano terreno a fori chiusi e a fori aperti, dopo l’istallazione deitubi passanti. La riduzione della concentrazione, dovuta a questosecondo intervento è di circa il 75%.

    L’intervento è analogo a quello riportato in figura 45.

    INDICAZIONI E PROPOSTE PER LA PROTEZIONE DEGLI EDIFICI DAL RADON

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    5 ALCUNI ESEMPI DI RISANAMENTO EFFETTUATI IN AMBITO REGIONALE

    Fig. 48 Depressurizzazione diretta del sottosuolo con pozzo di raccolta centrale: con-centrazione di gas radon nei diversi ambienti dell'abitazione, durante le varie fasi dellasperimentazione

    Fig. 49 Intervento con fori passanti: misure di concentrazione di gas radon nel periodo24/5 - 8/6/00, misure effettuate a fori chiusi ed aperti.

  • 5.3 Depressurizzazione forzata del sottosuolo in presenza di inter-capedine

    L’intervento di seguito descritto è stato effettuato presso un asilonido pubblico. L’edificio, la cui superficie coperta è di circa 750m2, è stato costruito negli anni ’80 e si trova all’interno di un cen-tro abitato. L’altezza media della costruzione, su un unico piano,é di circa 3 m. Il 20% della superficie coperta ha un sotterraneomentre la restante parte poggia su di una intercapedinele cuibocche di aerazione sono state quasi completamente ostruitedalla costruzione del marciapiede esterno. Nella prima fase dello studio si è cercato di ridurre la concentra-zione di radon modificando lo stato di aerazione dei locali.Durante questa fase si sono distribuite alcune schede (una perciascun locale) in cui il personale poteva segnare gli orari di aper-tura e di chiusura delle finestre e delle porte, per poter valutarecon precisione lo stato di aerazione dei diversi locali. I dati raccoltinon hanno permesso di proseguire lungo questa direzione inquanto gli ambienti erano già sufficientemente aerati e un’aper-tura notturna delle finestre, per evitare l’accumulo del radon, nonè stata possibile per problemi di sicurezza. Si è deciso allora di ridurre la concentrazione di radon impeden-done l’ingresso nell’edificio. A tale scopo si sono liberate 2 boc-che di aerazione del vespaio, parzialmente ostruite, e si sono istal-late due ventole che possono essere comandate dall’interno del-l’edificio tramite un interruttore a tempo.Nella figura 50 è riportato l’andamento della concentrazione diradon in due settimane consecutive, una con le ventole accesee una con le ventole spente. In questo caso si è ottenuta una ridu-zione della concentrazione del 60% che risulterebbe anche piùalta se si considerassero solamente i picchi di accumulo notturni.L’intervento è analogo a quello riportato in figura 37c.

    5.4 Depressurizzazione naturale del sottosuolo in presenza di inter-capedine

    Il presente intervento, è stato effettuato presso una scuola mater-na. L’edificio, la cui superficie coperta è di circa 250 m2, è statocostruito negli anni ’30 e si trova all’interno di un centro abitato.L’altezza media della costruzione, su un unico piano, é di circa 5

    m. L’edificio poggia su una intercapedine alta 70 cm in cui sonopresenti solamente poche bocche di aerazione di dimensioneridotta.Tale intervento è consistito nell’apertura in corrispondenza delvuoto sanitario di una decina di nuove bocche di aerazione.Il periodo preso in esame va dal 22 dicembre 2000 al 20 Febbraio2001. Per verificare l’efficacia dei fori praticati sono state effettua-te misure in settimane contigue (per ridurre al minimo le oscillazio-ni dovute alle variazioni dei parametri ambientali) sia a riscalda-mento acceso che a riscaldamento spento. Durante l’ultima set-timana di misura il personale di servizio della scuola ha provvedu-to alla normale aerazione dell’edificio con due ricambi d’ariagiornalieri uno al primo mattino e uno nel pomeriggio.

    Nella tabella 3 sono contenuti i risultati di tutte le misure effettua-

    INDICAZIONI E PROPOSTE PER LA PROTEZIONE DEGLI EDIFICI DAL RADON

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    5 ALCUNI ESEMPI DI RISANAMENTO EFFETTUATI IN AMBITO REGIONALE

    Fig. 50 Depressurizzazione forzata del sottosuolo in presenza di vuoto sanitario: anda-mento della concentrazione di radon presso l'asilo nido oggetto dell'intervento in pre-senza di ventole di aerazione accese e a ventole spente.

  • te e la descrizione delle varie situazioni in cui si trovava l’edificio almomento della misura.

    A riscaldamento spento la presenza delle nuove aperture nelvespaio porta ad una riduzione media del 54% portando la con-centrazione media dell’edificio da 750 a 340 Bq/m3. A riscalda-mento acceso la concentrazione di radon aumenta sia a forichiusi che aperti e la riduzione della concentrazione media dovu-ta ai fori risulta essere del 73% (fori chiusi = 1700 Bq/m3; fori aperti =450 Bq/m3). Una ulteriore diminuzione dovuta alla ventilazione deilocali porta la concentrazione media di radon nelle due settima-ne successive ad un valore di 200 Bq/m3.L’intervento è analogo a quello riportato in figura 37 b.

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    BIBLIOGRAFIA

    INDICAZIONI E PROPOSTE PER LA PROTEZIONE DEGLI EDIFICI DAL RADON

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    BIBLIOGRAFIA

    Tabella 3 Riassunto dei risultati delle misure effettuate presso la scuola materna

    Periodo

    Dal 22/12/00al 02/01/01

    Prima serie di misure a fori chiusie riscaldamento spento

    690 670 890

    Dal 02/01/01al 09/01/01

    Seconda serie di misure a fori apertie riscaldamento spento

    310 340 370

    Dal 16/01/01al 23/01/01

    Quarta serie di misure a fori chiusie riscaldamento acceso

    1550 1650 1900

    Dal 23/01/01al 30/01/01

    Quinta serie di misure a fori apertie riscaldamento acceso

    400 450 500

    Dal 30/01/01al 06/02/01

    Sesta serie di misure a fori aperti, riscaldamento acceso e ventilazione

    190 210 200

    Situazione Concentrazione (Bq/m3 )

    Aula 1 Aula 2 Refettorio

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    · Malisan M.R., Padovani R., Foti C., The Regional Survey of IndoorRadon in Friuli Venezia Giulia (Italy), Proceedings of the SecondWorkshop on Radon Monitoring in Radioprotection,Environmental and/or Earth Sciences, G. Furlan and L.Tommasino edts., pp. 68-77, 1991.

    · Padovani R., Giovani C., Di Marco P., Torri G., Cecotti A., LuccaF., Indagine estensiva per l’individuazione di abitazioni affetteda elevate concentrazioni di radon in un comune del FriuliVenezia Giulia, Atti del Convegno “Radon tra natura e ambien-te costruito” , pp. 269-274, Venezia 24/26 Novembre 1997.

    · UFSP (Ufficio Federale della Sanità Pubblica- Svizzera), Radon:Guida tecnica destinata ai professionisti dell’edilizia, a Comunie Cantoni, nonché ai proprietari di immobili, Berna, Gennaio2000.

    LEGGE REGIONALE 23/08/1985, N. 044Altezze minime e principali requisiti igienico - sanitari dei locali adi-biti ad abitazione, uffici pubblici e privati ed alberghi. ... Art. 4Isolamento dei vaniIl piano di calpestio dei vani abitabili deve trovarsi ad un livello dialmeno 15 centimetri superiore alla quota del terreno, il qualedeve essere sistemato e impermeabilizzato per una larghezza nonminore di 80 centimetri; fuori dei casi di cui al comma successivo,sotto il solaio deve essere realizzata un' intercapedine d'aria dialtezza non inferiore a centimetri 20 adeguatamente aerata. Sotto il livello di cui al comma precedente possono essere ricava-ti i vani accessori di cui al secondo comma del precedente arti-colo 2 nonché locali adibiti ad altri usi, diversi da abitazione, pur-ché adeguatamente isolati ed aerati in conformità alle prescrizio-ni stabilite dai regolamenti edilizi comunali; possono altresì essererealizzati autorimesse, cantine e depositi.

    Per quanto riguarda gli edifici non contenuti all’oggetto di questalegge (p.es scuole o altri edifici ad uso collettivo) si rimanda aiRegolamenti Edilizi e di Igiene dei singoli Comuni.

    Si è ritenuto opportuno riportare di seguito alcune considerazioniriguardanti le possibili sinergie tra i vari tipi di intervento che si effet-tuano sugli edifici e le misure di protezione dal radon.

    (tratto da Radon: Guida Tecnica, UFSP Ufficio federale dellaSanità Pubblica, Berna, Gennaio 2000)

    APPENDICE II

    APPENDICE I

    INDICAZIONI E PROPOSTE PER LA PROTEZIONE DEGLI EDIFICI DAL RADON

    30

    APPENDICI

  • Strategie e conflitti di interesse

    Le misure di prevenzione e di risanamento da radon nelle nuovecostruzioni e in edifici esistenti sono considerate solo da qualcheanno compiti da integrare seriamente nella progettazione di unedificio. Le esperienze fatte finora mostrano che una protezionesoddisfacente, in genere, non implica costi supplementari consi-derevoli, se è concepita in modo coerente e competente. Si èanche potuto constatare che le misure di protezione dal radonnormalmente non entrano in conflitto con altre finalità progettua-li, e che, al contrario, spesso si possono sfruttare delle sinergie,come illustrano i seguenti esempi.

    Isolamento Termico

    Un isolamento termico ottimale richiede (obbligatoriamente, inbase alle ordinanze federali in materia) la definizione e la messa inopera di una netta separazione tra i locali riscaldati e quelli nonriscaldati (in Italia non esiste l’obbligatorietà ma è comunque unaprassi comune, n.d.r.). In genere questa separazione coincide conil livello di isolamento primario e secondario contro il radon. Gli iso-lanti termici non isolano automaticamente dal radon. Ma i diversirequisiti si possono combinare facilmente.

    Impermeabilità all’aria

    Nelle nuove costruzioni e negli edifici restaurati il ricambio d’arianon dovrebbe più essere lasciato a infiltrazioni casuali nell’involu-cro dell’edificio. L’immissione di aria fresca deve avvenire permezzo di apposite aperture o di impianti di ventilazione e il luogodi provenienza dell’aria fresca dovrebbe essere ben definito, cosìcome anche quello di immissione nell’ambiente dell’aria evacua-ta. Perciò i locali riscaldati devono essere isolati ermeticamente.Gli stessi requisiti sono necessari per una protezione efficace dalradon.

    Protezione dall’umidità e dall’acqua di falda

    Le misure atte a proteggere l’edificio sono esattamente parallelealle esigenze della protez