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la Repubblica 41 GIOVEDÌ 27 NOVEMBRE 2014 Mariana Mazzucato: “Solo riducendo le disuguaglianze ci può essere vera crescita” Parla l’economista, docente all’università del Sussex, che sabato dialogherà con Ezio Mauro. “I dati sulla povertà sono allarmanti Bisogna investire risorse e energia su alimentazione e stili di vita” cumentario e una lezione con- dotta da Luca Fraioli che rac- conta con Guido Barendson, Paolo Cagnan, Giuseppe Ca- sciaro e Antonio Mascolo la vita di un grande quotidiano dietro le quinte. Il mestiere del gior- nalista — come una notizia si verifica, si contestualizza e prende senso — sarà approfon- dito dalla conferenza La mac- china della conoscenza di Ezio Mauro. Oltre alle parole, le im- magini, i titoli, le scelte edito- riali e grafiche che hanno fatto la storia del nostro giornale in questi trentotto anni: “Prima pagina” e “Galassia Repubbli- ca”, una selezione delle coper- tine storiche e la rassegna di tutte le pubblicazioni nate co- me costole del quotidiano. Economia ed etica della ter- ra, scienza del cibo, cultura del- la tavola, innovazione, giorna- lismo. Questi gli ingredienti che a Reggio Emilia decline- ranno la formula già collaudata nelle precedenti quattordici tappe della Repubblica delle Idee. Un cantiere in movimen- to per scrivere il futuro. In que- sto caso raccogliendo la sfida dell’alimentazione migliore, più equa, buona, sana, suffi- ciente, sostenibile e consape- vole. © RIPRODUZIONE RISERVATA GIULIO AZZOLINI «U NA vera strategia di innovazione ri- chiede di investire non solo sui setto- ri a profitto immediato, ma anche su- gli stili di vita. Per questo oggi riflet- tere sull’industria del cibo è fondamentale». Paro- la di Mariana Mazzucato, docente di Economia del- l’innovazione all’Università del Sussex, autrice un anno fa del fortunatissimo Lo stato innovatore (La- terza) e protagonista, sabato a Reggio Emilia, di un dialogo con Ezio Mauro. I dati diffusi da Oxfam due settimane fa confermano che la forbice tra ricchi a poveri continua a crescere. «Ma non basta lamen- tarsi, bisogna capire perché». Qual è la causa delle nuove disuguaglianze? «Per tante persone è stato difficile adattarsi agli enormi processi di innovazione e di globalizzazione degli ultimi decenni. Ma il punto cruciale è un altro. La disuguaglianza aumenta quando il settore privato non investe più né sul capitale umano né sulle aree ad alta produttività e, dall’altra parte, un settore pubbli- co senza coraggio si preoccupa soltanto di tagliare i servizi e di abbassare le tasse. Risultato: chi estrae va- lore viene premiato più di chi il valore lo crea davvero». Thomas Piketty chiede di aumentare le imposte sulle grandi ricchezze. Lei è d’accordo? «Piketty si concentra sulla tassa sulla ricchezza, ma secondo me è ancora più importante capire come da- gli anni Settanta in poi molte tasse abbiano contribuito ad aumenta- re le disuguaglianze. Il capital gains tax, l’imposta sui profitti fi- nanziari. Dal 1976 al 1981 fu ab- bassata dal 40 al 20 per cento: le lob- bies la presentarono come uno sti- molo per l’innovazione, invece ha comportato solo una gigantesca re- distribuzione del reddito dal basso verso l’alto. Ma agire sulla leva fi- scale non basta». Come si contrasta la disu- guaglianza? «Ancorando l’azione dello Stato a una nuova teoria del valore e della crescita. Solo mettendo insieme gli insegnamenti di Key- nes sulla domanda e quel- li di Schumpeter sul ri- schio e sull’innovazione, sarà infatti possibile una “crescita inclusiva”, che sia cioè accompagnata da una riduzione della disugua- glianza». Ma la crescita da quali fattori dipende? «Sul breve può anche basarsi sulla finanza e sul de- bito, ma sul lungo periodo dipende dalla qualità e dal- la quantità di investimenti in innovazione. Se analiz- ziamo i paesi cresciuti negli ultimi anni grazie all’in- novazione, possiamo imparare almeno tre lezioni ete- rodosse rispetto alle teorie mainstream: che il tasso di investimenti pubblici è stato enorme, in particolare tramite finanziamenti diretti alle imprese; che lo Sta- to ha avuto il ruolo di creare il mercato, non semplice- mente di aggiustarlo quando questo falliva; e che lo Stato non è necessariamente una macchina mangia- soldi, ma può agire come un buon imprenditore. Do- vrà socializzare i rischi, sì, ma anche i ricavi». Questa ricetta potrebbe funzionare anche in Ita- lia? «Perché no? Pensi al caso dell’Iri: fino a quando è ri- masta indipendente dai partiti, è stata un enorme suc- cesso. Il discrimine non è tra pubblico e privato, ma tra un certo tipo di pubblico e un certo tipo di privato. Il problema principale dell’Italia non è lo Stato, che cer- to andrebbe reso più efficiente. Il problema vero è che da vent’anni non ci sono investimenti né privati né pubblici in tutti i settori chiave che aumentano la pro- duttività e, di conseguenza, la crescita». Non pensa che la priorità sia “sbloccare” il paese? «L’idea che lo sviluppo italiano sia frenato solo dal- la burocrazia e dalle tasse mi sembra folle. Il patent box appena introdotto nella legge di stabilità (la defi- scalizzazione fino al 50 per cento per i prossimi 5 anni su redditi da brevetti e altri beni immateriali, ndr) non avrà alcun effetto sulla crescita. Il governo non può es- sere solo business friendly. Vanno bene gli 80 euro, ma per rilanciare la domanda il governo deve stare più at- tento a tutte le parti sociali e discutere con loro su co- me aumentare gli investimenti, privati e pubblici, in aree fondamentali quali la formazione del capitale umano, l’adattamento alle nuove tecnologie e la ri- cerca e sviluppo. Altrimenti l’economia rimarrà ferma e la disuguaglianza continuerà a crescere». Il 9 agosto, con una lettera pubblicata su Repub- blica, lei scriveva a Renzi che «è indispensabile rendersi conto di dove sta il problema». Crede sia stato individuato? «No, ancora no». GLI EVENTI Sopra, la mostra con le prime pagine del nostro giornale Sotto, Mariana Mazzucato COME PARTECIPARE L’ingresso è gratuto prenotazioni al Teatro Valli o su Repubblica.it LINGRESSO è gratuito. Prenotazioni presso la biglietteria del Teatro Valli in piazza Martiri del 7 luglio (aperta fino a sabato dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 17 alle 19) oppure online su www.repubblica.it. Disponibili due ingressi a evento, per un massimo di quattro incontri. Le prenotazioni sono valide fino a 15 minuti prima dell’inizio, poi è possibile entrare anche senza prenotazione fino a esaurimento posti. LE MOSTRE Prime pagine e supplementi doppio percorso per scoprire come eravamo e come siamo PIAZZA Martiri del 7 luglio ospiterà per tutta la durata della manifestazione le mostre “Prima Pagina” e “Galassia Repubblica”. La prima raccoglie oltre cento prime pagine copertine del quotidiano, dal primo numero del 14 gennaio 1976 fino all’ultima rivoluzione grafica. Il secondo allestimento riguarda i prodotti collegati: dagli storici inserti culturali fino ai supplementi di ultima generazione. I PARTNER Tutti i progetti e le iniziative degli sponsor LA REPUBBLICA delle Idee è realizzata in collaborazione con Enel, Autostrade per l’Italia e Tim, e con Ibm come partner tecnico. Enel e Autostrade presentano al Teatro Ariosto i progetti: “Enel Energia per l’efficienza energetica” e “Sei in un Paese meraviglioso”. Alla tappa di Reggio Emilia partecipa Coop Italia, che con Coop Nordest presenta il progetto “Territori.coop”. Col patrocinio del Comune, consulenza Agorà-Laterza, organizzazione Elastica. 9.30 TEATRO ARIOSTO “Un giorno a Repubblica” Luca Fraioli con Guido Barendson, Paolo Cagnan, Giuseppe Casciaro, Antonio Mascolo 11.00 TEATRO ARIOSTO “Saluto alla città“ Carlo De Benedetti, Carlo Petrini, Luca Vecchi, con Riccardo Luna A SEGUIRE “La macchina della conoscenza” Ezio Mauro 15.00 TEATRO ARIOSTO “Quando la cucina si fa arte” Massimo Bottura e Marino Niola, con Licia Granello 17.00 TEATRO ARIOSTO “Dà loro il nostro pane quotidiano” Enzo Bianchi e Carlo Petrini, con Simonetta Fiori 19.00 TEATRO ARIOSTO “Chi prende e chi dà, le nuove disuguaglianze” Ezio Mauro e Mariana Mazzucato, con Riccardo Luna 21.00 TEATRO ARIOSTO “Next – La Repubblica degli Innovatori” a cura di Riccardo Luna SABATO 29 NOVEMBRE DOMENICA 30 NOVEMBRE 10.00 TEATRO ARIOSTO “Dalla terra alla tavola, la buona filiera” Pasquale Forte, Maurizio Martina, Giannola Nonino, Marco Pedroni, con Ettore Livini 12.00 TEATRO ARIOSTO “Cibo fuorilegge” Attilio Bolzoni, Luigi Ciotti, Stefano Rodotà © RIPRODUZIONE RISERVATA

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la Repubblica 41GIOVEDÌ 27 NOVEMBRE 2014

Mariana Mazzucato: “Soloriducendo le disuguaglianzeci può essere vera crescita”

Parla l’economista, docente all’università del Sussex, che sabatodialogherà con Ezio Mauro. “I dati sulla povertà sono allarmantiBisogna investire risorse e energia su alimentazione e stili di vita”

cumentario e una lezione con-dotta da Luca Fraioli che rac-conta con Guido Barendson,Paolo Cagnan, Giuseppe Ca-sciaro e Antonio Mascolo la vitadi un grande quotidiano dietrole quinte. Il mestiere del gior-nalista — come una notizia siverifica, si contestualizza eprende senso — sarà approfon-dito dalla conferenza La mac-china della conoscenza di EzioMauro. Oltre alle parole, le im-magini, i titoli, le scelte edito-riali e grafiche che hanno fattola storia del nostro giornale inquesti trentotto anni: “Primapagina” e “Galassia Repubbli-ca”, una selezione delle coper-tine storiche e la rassegna ditutte le pubblicazioni nate co-me costole del quotidiano.

Economia ed etica della ter-ra, scienza del cibo, cultura del-la tavola, innovazione, giorna-lismo. Questi gli ingredientiche a Reggio Emilia decline-ranno la formula già collaudatanelle precedenti quattordicitappe della Repubblica delleIdee. Un cantiere in movimen-to per scrivere il futuro. In que-sto caso raccogliendo la sfidadell’alimentazione migliore,più equa, buona, sana, suffi-ciente, sostenibile e consape-vole.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

GIULIO AZZOLINI

«UNA vera strategia di innovazione ri-chiede di investire non solo sui setto-ri a profitto immediato, ma anche su-gli stili di vita. Per questo oggi riflet-

tere sull’industria del cibo è fondamentale». Paro-la di Mariana Mazzucato, docente di Economia del-l’innovazione all’Università del Sussex, autrice unanno fa del fortunatissimo Lo stato innovatore(La-terza) e protagonista, sabato a Reggio Emilia, di undialogo con Ezio Mauro. I dati diffusi da Oxfam duesettimane fa confermano che la forbice tra ricchi apoveri continua a crescere. «Ma non basta lamen-tarsi, bisogna capire perché».

Qual è la causa delle nuove disuguaglianze?«Per tante persone è stato difficile adattarsi agli

enormi processi di innovazione e di globalizzazionedegli ultimi decenni. Ma il punto cruciale è un altro. Ladisuguaglianza aumenta quando il settore privatonon investe più né sul capitale umano né sulle aree adalta produttività e, dall’altra parte, un settore pubbli-co senza coraggio si preoccupa soltanto di tagliare iservizi e di abbassare le tasse. Risultato: chi estrae va-lore viene premiato più di chi il valore lo crea davvero».

Thomas Piketty chiede di aumentare le impostesulle grandi ricchezze. Lei è d’accordo? «Piketty si concentra sulla tassa sulla ricchezza, ma

secondo me è ancora più importante capire come da-gli anni Settanta in poi molte tasse

abbiano contribuito ad aumenta-re le disuguaglianze. Il capitalgains tax, l’imposta sui profitti fi-nanziari. Dal 1976 al 1981 fu ab-

bassata dal 40 al 20 per cento: le lob-bies la presentarono come uno sti-

molo per l’innovazione, invece hacomportato solo una gigantesca re-distribuzione del reddito dal bassoverso l’alto. Ma agire sulla leva fi-scale non basta».

Come si contrasta la disu-guaglianza?

«Ancorando l’azione delloStato a una nuova teoria

del valore e della crescita.Solo mettendo insiemegli insegnamenti di Key-nes sulla domanda e quel-li di Schumpeter sul ri-schio e sull’innovazione,

sarà infatti possibile una “crescita inclusiva”, che siacioè accompagnata da una riduzione della disugua-glianza».

Ma la crescita da quali fattori dipende?«Sul breve può anche basarsi sulla finanza e sul de-

bito, ma sul lungo periodo dipende dalla qualità e dal-la quantità di investimenti in innovazione. Se analiz-ziamo i paesi cresciuti negli ultimi anni grazie all’in-novazione, possiamo imparare almeno tre lezioni ete-rodosse rispetto alle teoriemainstream: che il tasso diinvestimenti pubblici è stato enorme, in particolaretramite finanziamenti diretti alle imprese; che lo Sta-to ha avuto il ruolo di creare il mercato, non semplice-mente di aggiustarlo quando questo falliva; e che loStato non è necessariamente una macchina mangia-soldi, ma può agire come un buon imprenditore. Do-vrà socializzare i rischi, sì, ma anche i ricavi».

Questa ricetta potrebbe funzionare anche in Ita-lia?«Perché no? Pensi al caso dell’Iri: fino a quando è ri-

masta indipendente dai partiti, è stata un enorme suc-cesso. Il discrimine non è tra pubblico e privato, ma traun certo tipo di pubblico e un certo tipo di privato. Ilproblema principale dell’Italia non è lo Stato, che cer-to andrebbe reso più efficiente. Il problema vero è cheda vent’anni non ci sono investimenti né privati népubblici in tutti i settori chiave che aumentano la pro-duttività e, di conseguenza, la crescita».

Non pensa che la priorità sia “sbloccare” il paese?«L’idea che lo sviluppo italiano sia frenato solo dal-

la burocrazia e dalle tasse mi sembra folle. Il patentbox appena introdotto nella legge di stabilità (la defi-scalizzazione fino al 50 per cento per i prossimi 5 annisu redditi da brevetti e altri beni immateriali, ndr) nonavrà alcun effetto sulla crescita. Il governo non può es-sere solo business friendly. Vanno bene gli 80 euro, maper rilanciare la domanda il governo deve stare più at-tento a tutte le parti sociali e discutere con loro su co-me aumentare gli investimenti, privati e pubblici, inaree fondamentali quali la formazione del capitaleumano, l’adattamento alle nuove tecnologie e la ri-cerca e sviluppo. Altrimenti l’economia rimarrà fermae la disuguaglianza continuerà a crescere».

Il 9 agosto, con una lettera pubblicata su Repub-blica, lei scriveva a Renzi che «è indispensabilerendersi conto di dove sta il problema». Crede siastato individuato?«No, ancora no».

GLI EVENTI

Sopra,la mostracon le primepaginedel nostrogiornaleSotto, MarianaMazzucato

COME PARTECIPARE

L’ingresso è gratutoprenotazioni al Teatro Vallio su Repubblica.it

L’INGRESSO è gratuito. Prenotazioni presso labiglietteria del Teatro Valli in piazza Martiridel 7 luglio (aperta fino a sabato dalle 10,30alle 12,30 e dalle 17 alle 19) oppure onlinesu www.repubblica.it. Disponibili dueingressi a evento, per un massimo diquattro incontri. Le prenotazioni sonovalide fino a 15 minuti prima dell’inizio, poiè possibile entrare anche senzaprenotazione fino a esaurimento posti.

LE MOSTRE

Prime pagine e supplementidoppio percorso per scoprirecome eravamo e come siamoPIAZZA Martiri del 7 luglio ospiterà per tuttala durata della manifestazione le mostre“Prima Pagina” e “Galassia Repubblica”.La prima raccoglie oltre cento primepagine copertine del quotidiano, dal primonumero del 14 gennaio 1976 finoall’ultima rivoluzione grafica. Il secondoallestimento riguarda i prodotti collegati:dagli storici inserti culturali fino aisupplementi di ultima generazione.

I PARTNER

Tutti i progettie le iniziativedegli sponsorLA REPUBBLICA delle Idee è realizzata incollaborazione con Enel, Autostrade perl’Italia e Tim, e con Ibm come partnertecnico. Enel e Autostrade presentanoal Teatro Ariosto i progetti: “EnelEnergia per l’efficienza energetica” e“Sei in un Paese meraviglioso”. Allatappa di Reggio Emilia partecipa CoopItalia, che con Coop Nordest presenta ilprogetto “Territori.coop”. Colpatrocinio del Comune, consulenzaAgorà-Laterza, organizzazione Elastica.

■ 9.30 TEATRO ARIOSTO

“Un giorno a Repubblica”Luca Fraioli con Guido Barendson,Paolo Cagnan, Giuseppe Casciaro, Antonio Mascolo

■ 11.00 TEATRO ARIOSTO“Saluto alla città“ Carlo De Benedetti, Carlo Petrini, Luca Vecchi, con Riccardo LunaA SEGUIRE

“La macchina della conoscenza”Ezio Mauro

■ 15.00 TEATRO ARIOSTO

“Quando la cucina si fa arte”Massimo Bottura e Marino Niola, con Licia Granello

■ 17.00 TEATRO ARIOSTO

“Dà loro il nostro pane quotidiano”Enzo Bianchi e Carlo Petrini, con Simonetta Fiori

■ 19.00 TEATRO ARIOSTO“Chi prende e chi dà, le nuove disuguaglianze”Ezio Mauro e Mariana Mazzucato, con Riccardo Luna

■ 21.00 TEATRO ARIOSTO

“Next – La Repubblica degli Innovatori”a cura di Riccardo Luna

SABATO 29 NOVEMBRE

DOMENICA 30 NOVEMBRE

■ 10.00 TEATRO ARIOSTO

“Dalla terra alla tavola, la buona filiera”Pasquale Forte, Maurizio Martina,Giannola Nonino, Marco Pedroni,con Ettore Livini

■ 12.00 TEATRO ARIOSTO

“Cibo fuorilegge”Attilio Bolzoni, Luigi Ciotti, Stefano Rodotà

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