Two in One #3

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Two in One #3 Daria Tommasi / Rachele Maistrello a cura di Matteo Efrem Rossi

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TWO IN ONE #3 Daria Tommasi, Rachele Maistrello

a cura di Matteo Efrem Rossi, Stella Maranesi e Valeria Marchi.

24-29 aprile 2012 A plus A, Calle Malipiero, San Marco 3073, Venezia.

Il progetto è finanziato da Università Cà Foscari – fondi per le attività studentesche.

Realizzato da Eventi-Arte-Venezia.

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Two in One è il risultato dell’incontro delle ricerche artistiche di due creativi, messi in relazione in un unico spazio di lavoro.Il progetto prevede una serie di residenze temporanee nelle quali una coppia di artisti condivide essenzialmente un ambiente o luogo fisico di lavoro e in seguito uno spazio espositivo. Gli accostamenti tra i due artisti sono sviluppati, di volta in volta, per contrasto o per similitudine di tematiche ed estetiche differenti. L’obiettivo del progetto curatoriale è l’indagine delle relazioni percettive e formali che si sviluppano nell’accostamento serrato di due ricerche artistiche, oltre all’osservazione del processo creativo che porta alla produzione dei lavori.

Il programma nasce dalla convinzione che nella ricerca scientifica come in quella artistica il tutto sia maggiore delle sue parti, e che i risultati migliori si raggiungano grazie all’emergere di idee da parte di persone che hanno lavorato in sinergia ad un fine comune. Two in One è un laboratorio curatoriale che vuole indagare e approfondire le dinamiche che si sviluppano all’interno di un modulo minimo di aggregazione artistica. In ogni appuntamento gli artisti e i curatori vivono, per un arco di tempo limitato, a stretto contatto tra di loro e lavorano ad un progetto a più voci che mira all’espressione creativa dei pensieri e degli interrogativi posti. Two in One giunge quest’anno alla sua terza edizione e propone una mostra che coinvolge due campi differenti della comunicazione visiva: la grafica e la fotografia.

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Le artiste Daria Tommasi e Rachele Maistrello sono state invitate a partecipare alla terza residenza del progetto che si è tenuta a Massimeno (TN), un piccolissimo comune situato nelle immediate vicinanze del Parco Naturale dell’Adamello-Brenta.

La tematica individuata dai curatori per questa terza residenza è stata quella del bosco e di come la figura umana si relaziona a questo particolare ambiente. Da sempre la selva è stata un luogo ambivalente per l'essere umano; in essa, ci si rifugia per trovare calma e serenità ma al contempo è uno spazio popolato da misteri e inquietudini ataviche. Come interpretano e vivono questo ambiente due artiste contemporanee? Quali aspetti possono emergere dalle loro visioni?Scriveva già Bernardo di Chiaravalle: «Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà.»

Durante la residenza, durata una settimana, le due artiste hanno lavorato a stretto contatto ad una elaborazione preliminare di idee e alla produzione di immagini in seguito ad alcune suggestioni date dai tre curatori. Le riflessioni che le artiste hanno maturato nello spazio e nel tempo limitato della residenza sono state successivamente sviluppate in maniera autonoma secondo i diversi approcci estetici, poste sempre in confronto le une con le altre.

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MASSIMENO

Stato: ItaliaRegione: Trentino-Alto AdigeProvincia: TrentoAltitudine: 861 m s.l.m.Superficie: 21 km² Abitanti: 117Densità: 5,57 ab./km² Coordinate: 46°9'0''N 10°46'0''E

DARIA TOMMASI

VIEW-MASTER

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WUNDERKAMMER IN 2D

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VIEW-MASTER

VM #1/#3, 42x59,4 cm, stampa a getto d’inchiostro, 2012,

edizione di 2 + 1 AP (in ordine da pagina 11 a pagina 13).

WUNDERKAMMER IN 2D

WK#1/#6, scansione ad alta definizione, 10x10 cm, stampa digitale, edizione

di 5 + 1 AP (in ordine da pagina 15 a pagina 20).

RACHELE MAISTRELLO

HOLZWEGE

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Untitled #1, 50x70 cm, lambda print, 2012, edizione di 3 +1 AP

Untitled #2, 50x70 cm, lambda print, 2012, edizione di 3 +1 AP

Untitled #3, 50x70 cm, lambda print, 2012, edizione di 3+1 AP

Holzwege #1, 50x70 cm, lambda print, 2012, edizione di 3 +1 AP

Untitled #4, 50x70 cm, lambda print, 2012, edizione di 3 +1 AP

Untitled #5, 50x70 cm, lambda print, 2012, edizione di 3 +1 AP

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Il racconto in forma di didascalie che segue The last love letter from an Entomologist... di Jared Singer è liberamente ispirato dall’incontrotra questa poesia e alcuni lavori della serie Wunderkammer in 2D.

sezione a cura di Valeria Marchi

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L’ULTIMA LETTERA D’AMORE DI UN ENTOMOLOGO1

Cara Sarah

mi dispiacedobbiamo divorziareso che sembra un modo davvero strano per iniziare una lettera d’amore ma lasciami spiegare:non è a causa tuanon è certamente a causa mia,è solo perché gli esseri umani non si amano come fanno gli insetti.Ti amo... perfino troppo, per lasciare quello che abbiamo distrutto dalle debolezze della nostra specie. Ti sto lasciando adesso, mentre ancora ti ricordo teneramente.

Vedevo come guardavi il cameriere l’altra seraso che non avresti mai fatto nulla, non l’avresti mai fatto ma...vedevo come guardavi il cameriere l’altra sera. Sapevi che quando una mosca femmina accetta i feromoni rilasciati da un maschio, essa riscrive il suo cervello, distrugge i suoi recettori per i feromoni, avvertendo il cambiamento. E lo stesso fa il maschio. Quando due mosche si amano, lo fanno così intensamente che non possono più amare nessun’altra cosa nuovamente. Se l’uno o l’altro muore prima che la procreazione possa avvenire, entrambi i codici genetici sono persi per sempre. Ora... questa sì che è dedizione.

Dopo aver rotto con Elizabeth, passammo tre giorni cercando di dividere tutto quello che avevamo comprato assieme. Del tipo, se sapevo quali pentole erano mie o se sapevo quali tende erano mie. In qualche modo il dolore se ne sarebbe andato.

Dopo l’accoppiamento di due mantidi religiose, il sistema nervoso del maschio inizia a fermarsi mentre ha ancora controllo sulle sue

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funzioni motorie. Egli si accascia sul dorso, offre il suo morbido ventre alla sua amante come un dono. Poi ella gli si avvicina amorevolmente, così amorevolmente lo taglia in minuscoli cubetti, portando ogni boccone alla sua bocca. Lei non spreca nulla, anche l’esoscheletro è divorato. Fa questo perché una volta nati i piccoli [abbia qualcosa] da rigurgitare per nutrirli. Ora... questo sì che è altruismo. Non potrei mai farlo per te.

Così, ho un nuovo piano,ti sto per lasciare ora.Sto per spendere il resto della mia vita commettendo ingiustizie meschine.Spero farai lo stesso.Attraverserò la strada imprudentemente ad ogni occasione.Ruberò cose che mi posso permettere facilmente,sarò sgarbato con gli sconosciuti.Spero farai lo stesso. Spero che i nostri gretti crimini siano abbastanza per farci rinascere, come creature poco evolute.Spero che rinasceremo come mosche,così ci potremmo amare l’un l’altro intensamente, così come eravamo destinati a fare.

1 Jared Singer è un poeta ed ingegnere del suono che vive a New York. Sebbene, con ogni probabilità, sia cresciuto come i propri coetanei, non ha mai dimenticato l’immaginazione e l’incanto della sua infanzia. Spera di ricordare altre cose di questi tempi più creativi. È stato pubblicato dalla The Legendary ed è anche apparso sulla Indiefeed Performance Poetry Podcast. Il testo dello spoken word poem The last love letter from an Entomologist... è stato recitato all’Urbana Quasi Semi Final Slam, Bowery Poetry Club, New York City, 2009.

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Jared Singer era un uomo molto grasso. Amava recitare slam poems in un piccolo club di poesia del quartiere e andava spesso al giardino botanico vicino casa. Immerso tra il pubblico, con gli altri visitatori indistinti, qualche volta si fermava a guardare i grandi alberi di conifere lì ospitati. E pensava. Pensava che le mosche fossero esseri molto fortunati. La Musca domestica, infatti, che conosceva molto bene, era parte di una grande, enorme, forse infinita famiglia. I Muscidi erano una mafia molto diffusa da quelle parti.

Passeggiava di frequente, Jared Singer. E ancor più di frequente, adorava fotografare una ragazza. L’amava, poverino. Quella graziosa e sottile creatura che gli resisteva con tenacia, nonostante l’istinto alla riproduzione che ogni specie vivente condivide. L’amava davvero.

Tavola I: come tutti i Ditteri, i Muscidi possiedono solo due ali, membranose, trasparenti e con nervature. Si distinguono per avere una bocca a forma di proboscide e grandi occhi sproporzionati, composti. Li invidiava moltissimo, i Muscidi, lui. Perché sapeva che sono insetti delicati e complessi e, sorprendentemente, nonostante la bruttezza, si riproducono a incredibile velocità. Che fortuna. A causa della loro conformazione biologica, resistono a quasi tutti gli attacchi dell’ambiente esterno. A differenza degli esseri umani.

Tavola II: porzione di piumaggio. Mentre la osservate, essa scivola lentamente fuori dall’inquadratura della macchina di uno sconosciuto fotografo. Nello stesso identico istante, vediamo Jared Singer che aspetta. Si trova all’ingresso del giardino botanico ed è molto nervoso.

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Jared Singer non si lascia sfuggire i particolari. Questo è sicuro.

Finché, senza alcun motivo apparente, decide di andarsene. Jared Singer alza il suo grasso piede destro, a fatica. Fa il primo passo, poggia il piede sull'asfalto, ne fa un altro. Qualcosa però, improvvisamente, lo blocca.

Tavola V: un vuoto guscio che gli cade sulla testa. Ahi!, pensa. Lo sapeva che i segni del Corylus avellana sono da prendere seriamente. Si ferma, per caso gira lo sguardo. Vede la ragazza andargli incontro. Abbracciata a un altro, entra nel giardino botanico.

Tavola IV: carapace rosso. Lo nota a terra mentre si fissa i piedi. Immaginiamo che debba neutralizzare l’ansia, in un modo o nell’altro. Dunque, si trova sempre nello stesso luogo, si fissa i piedi e aspetta. Il carapace è una parte dell’esoscheletro, pensa, una specie di corazza costituita da vari tipi di tessuto. Chissà quanto può resistere alla decomposizione. Jared Singer si china e lo raccoglie. Lo mette in tasca, ne farà una collezione, da questo momento in poi.

Tavola III: è sicuramente un uomo pieno di fantasia. Quella fantasia che nasce quando sei all'ingresso del giardino botanico e aspetti qualcuno. Ora, per esempio, sta immaginando che la ragazza si trasformi in un nido. Una volta morto, avrebbe riposato tranquillamente su di lei, come un insetto caduto per errore in un letto di piume, per la sepoltura.

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GLOSSARIO

altruismo: in biologia evoluzionistica, un comportamento che abbassa la fitness genetica di chi lo attua e aumenta quella di altri individui che lo ricevono.

decomposizione: è detta impropriamente “putrefazione” ed è il processo di disfacimento dei corpi di organismi precedentemente viventi, che si scompongono nelle forme più semplici della materia. È comune opinione degli studiosi che la decomposizione cominci al momento della morte, immediatamente dopo di essa, anche se la visibilità dei suoi effetti è successiva.

entomologia: scienza che studia gli insetti. L’origine dell’entomologia si può far risalire ad Aristotele che collocò gli insetti in un gruppo separato rispetto agli altri esseri viventi, chiamandoli entoma, cioè “tagliabili”.

esoscheletro: è un apparato che negli insettisvolge le funzioni dei sistemi tegumentali e dello scheletro dei Vertebrati. Ha funzioni di protezione, secrezione ed escrezione. Offre supporto agli organi e l’attacco al sistema muscolare. L’esoscheletro degli insetti, al microscopio, risulta formato da un insieme di placche, dette scleriti, saldate fra loro da tratti membranosi e flessibili.

famiglia: in sociobiologia, i genitori e la prole, insieme ad altri parenti lorostrettamente associati. In tassonomia,

categoria che si colloca al di sotto dell’ordine e al di sopra del genere; in altre parole, un gruppo di generi simili imparentati.

feromone: sostanza o miscela di sostanze, di solito secrezioni ghiandolari, usate per la comunicazione tra conspecifici. Un individuo libera il feromone come segnale, e un altro individuo risponde dopo averne percepito il gusto o l’odore. I feromoni primer (innescati) alterano la fisiologia degli individui e li preparano a nuovi repertori comportamentali. I feromoni releaser (scatenanti) evocano direttamente una risposta.

piumaggio: etimologicamente, tutta la piuma che è sul corpo di un uccello.riproduzione: in biologia, è l’insieme di meccanismi mediante i quali gli esseri viventi provvedono alla conservazione della propria specie generando nuovi individui simili a sé e che subentreranno al genitore, o ai genitori, nella popolazione.

specie: nella tassonomia biologica, l’unità fondamentale della classificazione, che consiste di una popolazione o di una serie di popolazioni di organismi simili e strettamente affini. Passando a una definizione più rigorosa, una specie biologica consiste di individui che, in condizioni naturali, sono capaci di riprodursi incrociandosi liberamente tra loro, ma non con i membri di altre specie.

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BREVE BIBLIOGRAFIA NON ESAUSTIVA

J. Brel, Les bonbons, canzone del compositore e cantautore belga Jacques Brel, comparsa per la prima volta nel 1964 in un suo album. La conclusione del racconto in didascalie è liberamente tratta dal testo di questo pezzo.

J. Brel, Madeleine, canzone del compositore e cantautore belga Jacques Brel, comparsa per la prima volta nel 1962 in un suo album. La conclusione del racconto in didascalie è liberamente tratta dal testo di questo pezzo.

B. Hölldobler, E. O. Wilson, Il superorganismo, Adelphi Edizioni, Milano 2011. Il glossario prende alcune delle voci spiegate direttamente da questo imponente volume.

G. Pozzi, Insetti, Atlanti Natura Giunti, Giunti Gruppo Editoriale, Firenze 1998.

J. Singer, The last love letter from an Entomologist..., slam poem recitato al Bowery Poetry Club, New York 2009. È possibile trovare in rete la registrazione e l’interpretazione della poesia.

FAIRY TALE

Le fiabe possiedono una caratteristica: le parti componenti di una possono essere trasferite in un’altra, senza modificazione alcuna. Viene chiamata legge di trasferibilità. La fiaba è un organismo aperto. Non c’é nessuno che possa rivendicare un evidente diritto di proprietà di una fiaba. La si racconta, ma non la si inventa, e il narrarla riproduce centinaia e migliaia di analoghi atti di narrazione senza che si possa immaginare di risalire fino alla sua radice. Si trasmette oralmente, e chiunque se ne può appropriare. Per questo motivo, la fiaba è generosa. Questo gioco di influenze e rimandi sembrerebbe descrivere un processo che riguarda tutto il creato, e intendo con questa parola tutto ciò che creiamo: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Infatti, arrogarsi il diritto di proprietà ora come ora sembra essere piuttosto anacronistico. In questo, la fiaba è estrema. Alla fiaba ci abbandoniamo e affidiamo, come luogo d’evasione perché non usuale, innaturale, in cui vigono leggi che non appartengono alla nostra società, ma che ciononostante comprendiamo e accettiamo. È simbolica e fantasiosa. Il bosco nella fiaba viene considerato l’archetipo dell’inconscio, un passaggio pieno di ostacoli da superare, una condizione primordiale in cui gli esseri vivono in armonia. Credo che chi entri nel bosco ne esca diverso.

sezione a cura di Stella Maranesi

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Tanto tempo fa, nel Regno Sotterraneo, viveva una Principessa che sognava il Mondo Degli Umani.Immaginava il cielo azzurro, la brezza lieve e l’erba soffice.

Un giorno escogitò un piano, mentre gli abitanti dormivano rubò dai cassetti delle credenze tutti i cucchiai e li consegnò alle formiche che iniziarono a scavare un passaggio segreto. Ogni notte per tredici notti i cucchiai sparivano e la via si allungava. Le zuppe diventavano più terrose e i guardiani sospettosi. Riuscì a fuggire una mattina d’estate, ma appena fuori, i raggi del sole la accecarono, cancellando così la sua memoria.

La Principessa dimenticò chi fosse e da dove provenisse.

Imparò presto a distinguere il giorno dalla notte, poiché di giorno era costretta a tenere gli occhi chiusi, dato che la luce del sole era troppo forte; di notte li riapriva e aiutata da lucciole e zanzare vagava per il bosco in cerca di qualcuno che potesse dirle chi fosse, perché se l’era dimenticato. In poco tempo si sparse la voce che nel bosco circolasse una creatura in cerca di se stessa.

Nel Regno Sotterraneo i sudditi la cercavano senza sosta.

La storia andò avanti così, con lunghe passeggiate notturne e tentativi diurni, tra inciampi su pietre, testate contro i tronchi e dolorosi bernoccoli, finché un bel giorno la Principessa aprì gli occhi e non rimase più abbagliata dalla luce. Da quel momento in poi potè finalmente vederci chiaro. Scoprì le nuvole alte nel cielo, i colori delle foglie e delle bacche, la resina sugli alberi, gli animali e le creature magiche del bosco. Passava le giornate rotolando per i prati con fate, elfi, nani e farfalle. Ad ogni essere che incontrava continuava a chiedere se sapesse dirle chi fosse e da dove venisse, ma nessuno sembrava riconoscerla.

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Nella notte dei tempi, quando il bosco era giovane, apparve improvvisamente una Principessa, che non sapeva chi fosse e da dove venisse. Gli animali, gli uomini e le creature magiche l’accolsero. Non potendo aiutarla a scoprire chi fosse e da dove venisse, le indicarono di cercare il Saggio Custode Della Cascata, colui che tutto sa. Ma la Principessa non lo trovò mai.

Se vi capitasse di passare per il bosco, fate attenzione, potreste vederla vagare.

Nel caso fatele sapere che c’é il Re che l’aspetta, giù nel Regno Sotterraneo.

FIABE ASCOLTATE O LETTEGuillermo del Toro, Il Labirinto del Fauno, Messico, Spagna, Usa, 2006, 112'.La storia di Presanella in Val di Genova, in Leggende del Trentino: magici personaggi di valli e boschi, 2008.Jacob e Wilhelm Grimm, Fiabe, sedicesima edizione 2007.Italo Calvino, Fiabe italiane, 1993.

SAGGIVladimir Propp, Morfologia della Fiaba, 1928.Mario Lavangetto, Prefazione a Fiabe Italiane di Italo Calvino, 1993.Filippo Andreatta, Fiaba e Teatro. Reali Epifanie, 2007.

IMMAGINIRachele Maistrello, Studio per Two in One Project #3, 2011.

UNA BREVE STORIA DEL PAESAGGIO

Paesaggio, esterni, vedute, atmosfere, notturni, dettagli: ogni modo di definire ciò che ci circonda implica un giudizio sul nostro modo di essere, ci situa nello spazio come relazione. Riflettere sul paesaggio e le sue sfumature è indagare noi stessi.Il farsi e il disfarsi del paesaggio viene raccontato attraverso questo breve montaggio di immagini appartenenti alla Storia dell’arte o nate durante la residenza.

sezione a cura di Matteo Efrem Rossi

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Albrecht Altdorfer, San Giorgio nella foresta, 1510, Alte Pinakothek

di Monaco.

Rachele Maistrello, Studio per Two in One Project #3, 2011.

Giorgio Gastaldi, La nuova descrizione della Lombardia, 1570.

Albrecht Dürer, La Grande zolla, 1503, Albertina di Vienna.

Daria Tommasi, Studio per Two in One Project #3, 2012.

Albrecht Dürer, Abete, 1495-97, British Museum Londra.

Tullio Pericoli, Robinson sull'Isola, 1984 .

Ferdusi, Il Libro dei re, Rustam addormentato viene salvato da un leone

dal suo cavallo, 1470 ca.

Rachele Maistrello, Daria and yellow flowers, 2011.

Jean-Honoré Fragonard, The Swing, 1767, Wallace Collection

di Londra.

Benni, Larderello - Il Soffionismo, 1932.

Alart Duhameel, Decorazione con fogliame e boccioli e Decorazione

con foglie di cardo, 1500 ca.

Tullio Pericoli, Robinson sull'Isola, 1984.

Hans Memling, Ritratto di giovane (particolare), 1478-80.

Caspar David Friedrich, Cacciatore nel bosco (particolare), 1814,

collezione privata.

Rachele Maistrello, Studio per Two in One Project #3, 2011.

J.G. Heck, Enciclopedia Iconografica, Tavola 54, 1860.

Hieronymus Bosch, Trittico del Giardino delle Delizie - Paradiso

Terrestre (particolare), 1480-90.

Peter Goin, Shadow Figure in Forest, 1989.

Daria Tommasi, Studio per Two in One Project #3, 2011.

Albrecht Dürer, Stagno in un bosco, 1496-98 ca.

Fotografia vernacolare, anonimo, 2008 ca.

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