tutto Chopin - quartettovicenza.org · Con Chopin gli Studi rappresentano delle pagine-chiave ......

4
VENERDÌ 5 DICEMBRE 2014 ORE 20:45 105 a STAGIONE CONCERTISTICA 2014/2015 tutto Chopin

Transcript of tutto Chopin - quartettovicenza.org · Con Chopin gli Studi rappresentano delle pagine-chiave ......

VENERDì 5 DICEMBRE 2014 oRE 20:45

105a STAGIoNE CoNCERTISTICA 2014/2015

tutto Chopin

Fryderyk Franciszek Chopin (1810-1849)

Quattro Mazurche op. 33 n. 1 in sol diesis minore – Lento n. 2 in do maggiore – Semplice n. 3 in re maggiore – Vivace n. 4 in si minore – Mesto

Scherzo n. 4 in mi maggiore op. 54 Presto

Due Notturni op. 48 n. 1 in do minore – Lento n. 2 in fa diesis minore – Andantino

Polacca op. 53 in la bem. magg. “Eroica” Maestoso

***

Dodici Studi op. 25 n. 1 in la bemolle maggiore - Allegro sostenuto n. 2 in fa minore - Presto n. 3 in fa maggiore - Allegro n. 4 in la minore - Agitato n. 5 in mi minore - Vivace n. 6 in sol diesis minore - Allegro n. 7 in do diesis minore - Lento n. 8 in re bemolle maggiore - Vivace n. 9 in sol bemolle maggiore - Allegro assai n. 10 in si minore - Allegro con fuoco n. 11 in la minore - Lento. Allegro con brio n. 12 in do minore - Molto allegro con fuoco

PRoGRAMMA Leonora Armellini è nata nel 1992 a Padova, la città dove vive e dove, a soli 12 anni, si è diplomata in pianoforte sotto la guida di Laura Palmieri (già allieva di Arturo Benedetti Michelangeli) con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore. Un anno dopo Leonora ha sbaragliato tutti gli altri concorrenti al “Premio Venezia”; nel 2009 ha vinto il concorso “Camillo Togni” di Brescia-Gussago; nel 2010 si è aggiudicata il “Premio Janina Nawrocka” per la straordinaria musicalità e la bellezza del suono al Concorso Chopin di Varsavia; nel settembre del 2013, a Firenze, ha ricevuto dalle mani di Zubin Mehta il premio “Galileo 2000” per il grande coraggio e talento musicale.Nonostante questi – e molti altri – allori, lei non ha mai smesso di studiare, di approfondire, di perfezionarsi e di allargare i propri orizzonti musicali. A diciassette anni ha conseguito il diploma summa cum laude all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia (dove ha studiato con Sergio Perticaroli) ed ha successivamente seguito gli insegnamenti di William Grant Naboré a Lugano e di Lylia Zilberstein ad Amburgo; in aggiunta, studia composizione con Giovanni Bonato al Conservatorio di Padova.La sua carriera concertistica l’ha già vista esibirsi con successo – in recital e come solista – in alcune fra le più prestigiose sale da concerto del mondo (a New York, Parigi, Londra, New Dehli, Tokyo, Ginevra, Varsavia e Milano). Leonora è stata anche ospite del Festival di Sanremo nel 2013, dove ha proposto in mondovisione il “suo” Chopin – in sostituzione di Daniel Barenboim, ammalato – aprendo una finestra sulla musica “classica” e sui talenti italiani all’interno del Festival della Canzone italiana.Nonostante la giovane età Leonora ha un repertorio molto vasto che va da Bach a Gershwin e che nei pezzi con orchestra abbraccia Chopin, Haydn, Mozart, Mendelssohn, Schumann, Liszt, Gershwin, Prokofiev e Tchaikovsky. La sua versatilità si esprime anche in ambito cameristico per il quale (con il fratello violoncellista Ludovico e la violinista Laura Marzadori) è stata recentemente premiata con il “Premio Abbiati” della critica italiana.Nel 2014 è uscito per Salani il primo libro di Leonora Armellini dal titolo “Mozart era un figo, Bach ancora di più”, scritto a quattro mani con lo psichiatra Matteo Rampin.Solare, generosa, amante della natura e degli animali, impegnata anche nel sociale, Leonora nel suo sito Internet ha fatto propria una massima di Chopin che descrive, meglio di qualsiasi altra frase, la sua personalità: una persona che non sorride mai non è una persona seria.

IL PRoSSIMo CoNCERTo

Biglietti: intero € 25 / ridotto over65 € 20 / ridotto under30 €12

LUNEDì 15 DICEMBREore 20:45

KAMMERCHOR STUTTGARTBAROCKORCHESTER STUTTGARTFRIEDER BERNIUS DIRETTORE

Händel: Messiah

LA PRoTAGoNISTA

Fryderyk Franciszek, alla polacca, op-pure Frédéric François, alla francese? Sui libri battesimali è registrato in un altro modo ancora: Fridericus Franci-scus. Sul cognome, però, non ci sono dubbi: la grafia universalmente adot-tata – anche in Polonia – è Chopin, alla francese.Polonia e Francia furono ugual-mente fondamentali nella formazione del “poeta del pianoforte”. Francese – di un paesino della Lorena – era suo padre Nicolas; francese la scrit-trice George Sand, l’amore della sua vita; Parigi fu la sua città d’ado-zione ed è il luogo ove riposano le

UN CAPARBIo PERFEZIoNISTA

sue spoglie (mentre il cuore è conservato nella Chiesa di Santa Croce a Varsavia); nella capitale francese conobbe i più esaltanti successi professionali.Ma l’amata Polonia, “sempre pronta a vincere e sempre battuta”, fu sempre nel suo cuore e gli ispirò celeberrimi pezzi per pianoforte, soprattutto Mazurke e Polacche. Chopin, in estrema sintesi, è questo: eleganza ed esprit francesi, lirismo slavo e spirito polacco.Chopin ebbe la fortuna di crescere in una famiglia di musicisti (il padre suonava per diletto il flauto ed il violino, la madre era pianista) dove la sua non comune sensibilità musicale non passò inosservata.Così, a 6 anni venne affidato alle cure del pianista Wojciech Zywny e più tardi studiò armonia, contrappunto e composizione a Varsavia con Józef Elsner. Entrambi i docenti ebbero il merito di comprendere che si trovavano al cospetto di un genio e pertanto fecero di tutto per non imbrigliare il suo istinto. “Lasciatelo fare da solo – era la risposta che Elsner dava a chi lo rimproverava di essere troppo tenero con quel giovinetto pallido ed emaciato – egli segue un sentiero non comune, perché non comuni sono le sue doti. Egli non deve né può attenersi ad un metodo tradizionale perché ne ha uno proprio e nelle sue opere rivelerà un’originalità mai raggiunta da altri”.Chopin era un caparbio perfezionista, ma purtroppo non possedeva fluidità di scrittura; faceva cioè fatica ad imprimere sulla carta le straordinarie ispirazioni che gli venivano dall’anima. Se passava dieci ore al pianoforte, ne passava quasi altrettante per scrivere quello che aveva suonato e poi molte altre per correggere e rimodellare le sue composizioni.Caparbio com’era, a 14 anni volle proseguire gli studi scolastici perché voleva emergere anche come studente. Ma la salute cagionevole non gli consentì di presentarsi all’esame finale.

La salute fu il suo tallone di Achille. Liszt, incontrandolo da giovinetto, racconta che “le sue sofferenze erano evidenti, anche se egli si sforzava d’essere sempre sorridente e di sembrare felice”. I biografi dicono che se avesse dedicato maggior tempo agli esercizi fisici all’aria aperta, non sarebbe morto alla soglia dei 40 anni; ma sono altrettanto concordi nell’affermare che così non sarebbe mai diventato “Chopin”.

Il concerto inizia con le 4 Mazurke dall’op. 33, dedicate alla contessa Rose Mostowska e composte fra il 1837 ed il 1838. Nata in Polonia come danza popolare, la Mazurka si è largamente diffusa in Europa nel corso dell’800 grazie alle trasposizioni “colte” di grandi compositori. Chopin ne firmò certamente una settantina, anche se sono solo 58 quelle pubblicate.Si prosegue con lo Scherzo n. 4, composto nel 1842, ultimo di una serie di quattro, iniziata dieci anni prima. Dal “Banchetto infernale” del primo Scherzo in si minore alla leggerezza trasognante di quest’ultimo Scherzo in mi maggiore l’evoluzione della scrittura chopiniana, incentrata molto sul timbro, risulta assai evidente.I Notturni costituiscono forse la più autentica manifestazione creativa di Chopin, musicista romantico per eccellenza. Se nell’epoca classica il Notturno musicale era inteso nel senso di Serenata o di Divertimento da eseguirsi nelle feste all’aperto, successivamente offrì l’occasione a vari artisti (in primis a Chopin) per scrivere pezzi di intensa spiritualità e di squisita eleganza dove la notte misteriosa evoca incanti e seduzioni profonde. Dedicati a mademoiselle Laura Duperré, i due Notturni op. 48 sono stati composti nel 1841.Come le Mazurke e i Notturni, anche le Polacche accompagnarono Chopin per tutta la vita (quando compose la prima aveva appena 7 anni). Quella in la bemolle maggiore op. 53, detta “Eroica” (1842), è popolarissima; è la Polacca per eccellenza, quasi che Chopin non ne avesse scritte altre. Per i critici è un brano che soffre appunto di eccessiva popolarità e che viene suonato spesso in modo superficiale, “effettistico”, ben lontano dal profondo universo poetico dell’autore.Con Chopin gli Studi rappresentano delle pagine-chiave nella storia dell’evoluzione del linguaggio pianistico, principalmente perché il compositore polacco riesce a trasformarli da mero metodo didattico a vera e propria composizione artistica. Dopo l’esperienza giovanile dei 12 Studi confluiti nell’op. 10, fra il 1832 ed il 1836 l’autore polacco affronta un’altra serie di Studi che saranno dati alle stampe nel 1837. Nell’op. 25 egli dispone la serie di 12 Studi perché funzioni come un tutt’uno. “Ogni Studio sembra sgorgare direttamente dal precedente – scrisse il Rosen – e in alcune occasioni è impressionante il modo in cui la conclusione di uno Studio dà l’impressione di preparare l’attacco del successivo”.

George Sand

MAIN SPoNSoR

PAOLOMARZOTTO

AIAMAssociazione Italiana

Attività Musicali

Per le attività culturali

La 105a Stagione Concertistica della Società del Quartetto è realizzata grazie a

Il servizio TAXITEATRO70 è svolto in collaborazione conCOMUNE DI VICENZA

Assessorato alla Comunità e alle famiglie

la carta di questa pubblicazione è gentilmente offerta da

I SoSTENIToRI

SPoNSoR

PARTNER

SUPPoRTER

ENTI ISTITUZIoNALI

SoCIo MEDIA PARTNER

Il pianoforte della serata è fornito dalla ditta ZANTA PIANOFORTI