Tutti i colori della natura e dell’arte2c63995d-dfb8-4d4d-a32d... · Un triangolo di terra...

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ticino welcome 25 24 ticino welcome Un triangolo di terra delimitato verso sud dal confine italo-svizzero, a breve distan- za da Lugano, dal Lago Maggiore, da Como e da Varese. Porta della Svizzera, questa piccola regione è divenuta nei secoli un luogo di importante transito commerciale e turistico. Ma chi avrà voglia di scoprire questa terra più in profondità troverà un angolo di paradiso fra incantevoli paesaggi, dolci colline e verdi alture dipinte dai colori di una natura che varia di continuo, e che, tra querce, abeti e betulle, offre oasi di pace e di tranquillità. mendrisiotto e basso ceresio mendrisiotto e basso ceresio Il Mendrisiotto offre un piacevole soggiorno in qualsiasi stagio- ne: in primavera, quando la forza della natura esplode nei boschi e nei giardini; d’estate, quando si cerca refrigerio sotto le pergole dei grotti o in riva al lago; d’autunno, quando il pae- saggio si tinge dei colori più caldi; e, non da ultimo, in inverno, spesso mite e senza neve. Il Cantone Ticino è detto terra d’artisti e questa immagine è sicuramente valida anche per la parte più meridionale del suo territorio. Tra gli artisti originari della regione più conosciuti, è giusto ricordare le figure di Francesco Borromini e di Vincenzo Vela. Il primo fu uno dei massimi protagonisti della storia del- l’architettura. Nato a Bissone nel 1599, dopo un apprendistato come scalpellino nella capitale lombarda, si trasferì a Roma dove divenne esponente del barocco. Vincenzo Vela (1820– 1871) nacque invece a Ligornetto, ma all’età di quattordici anni era già a Milano come apprendista impegnato a lavorare al cantiere del duomo. Dopo una carriera a Torino che lo consacra come uno degli artisti principali del suo tempo, rientrò nel paese natio dove creò la sua casa- museo (vedi Museo Vela). Nel vasto panorama di risorse ambientali del Mendrisiotto, il Monte Generoso costituisce senz’altro la montagna più pano- ramica del Cantone Ticino. Vi si accede con un comodo trenino a cremagliera che parte da Capolago (274 m s/m) e raggiun- ge la vetta in 40 minuti con un viaggio tra la natura incontami- nata. La vetta (1704 m s/m), raggiungibile a piedi dalla stazio- ne d’arrivo della ferrovia in circa 10 minuti, offre un panorama incantevole sulla Regione dei Laghi, sulla pianura lombarda sino agli Appennini e sulla catena alpina. L’offerta naturalistica è notevole. Specie rare, animali e vegeta- li che non si trovano altrove, sono presenti sul Generoso sin dall’ultima glaciazione. Innumerevoli e per tutti i gusti le possi- bilità di svago: dalla semplice passeggiata facile all’arrampica- ta per conoscitori, dalla gita in rampichino al volo col parapen- dio, dal birdwatching alla speleologia. Da non dimenticare l’Osservatorio astronomico pubblico, inau- gurato nel 1996, che dispone di un telescopio di 61 cm di dia- metro, e dove vengono organizzate regolarmente serate di osservazione del firmamento. La vocazione turistica del Monte Generoso è piuttosto antica, risale al XIX secolo. Infatti, l’Albergo Bellavista, che sorgeva sul piazzale ora di proprietà della Fondazione Monte Generoso, fu costruito nel lontano 1867 su iniziativa del dottor Carlo Pasta; pochi anni dopo ven- nero inaugurati la ferrovia e l’albergo in vetta. L’altra preziosa montagna della regione è il Monte San Giorgio, recentemente riconosciuto quale patrimonio dell’UNESCO, situato tra i brac- ci meridionali (Porto Ceresio e Riva San Vitale) del Lago di Lugano. Una rete di sentieri capillare collega i diversi comuni che compongono la cosiddetta regione del San Giorgio. Da Brusino, con una comoda funivia, si arriva al punto panora- mico del Serpiano (650 m.). È poi possibile proseguire a piedi dal ristorante Funivia, percorrendo un comodo sentiero, e rag- giungere in circa 30 minuti l’Alpe di Brusino. Nota caratteristi- ca del posto sono i castagni millenari dall’enorme tronco com- pletamente cavo. La vegetazione è contraddistinta da un tipico bosco ceduo che annovera piante rare come le campanelle celesti dell’Adenophora lilifolia o il giaggiolo verde-azzurro. Gli aspetti geologici e paleontologici, la vegetazione e la fauna di questa bellissima montagna sono descritti dal sentiero natu- ralistico. Ma è soprattutto come cimitero del triassico medio che questa montagna è conosciuta. Numerosi, e di grande interesse scientifico, sono infatti i fos- sili ritrovati nel corso del ventesimo secolo: soprattutto pesci, invertebrati (tra cui alcuni rari insetti) e rettili per lo più marini, la cui lunghezza, in alcune specie, raggiungeva i sei metri. Nel Museo dei Fossili di Meride si può ammirare una raccolta di alcuni dei reperti più significativi. Dal 2 luglio 2003, il Monte San Giorgio è iscritto nel Patrimonio mondiale dell’umanità (UNESCO World Heritage List). D’ulteriore valenza turistica è il comprensorio del Parco delle Gole della Breggia che si sviluppa per circa 1,5 km lungo l’o- monimo torrente e interessa una superficie di 1,5 km2 nei ter- ritori dei Comuni di Balerna, Castel San Pietro, Morbio Inferiore e Morbio Superiore. È stato ideato negli anni ’80 dal Museo cantonale di storia naturale, che ha proposto di istituire un Monte S. Giorgio visto da Rovio Museo Vincenzo Vela Cave di Arzo Tutti i colori della natura e dell’arte TW N°07 layout 215x276 23-08-2005 16:59 Pagina 24

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Un triangolo di terra delimitato verso suddal confine italo-svizzero, a breve distan-za da Lugano, dal Lago Maggiore, da Comoe da Varese. Porta della Svizzera, questapiccola regione è divenuta nei secoli unluogo di importante transito commercialee turistico. Ma chi avrà voglia di scoprire questa terrapiù in profondità troverà un angolo diparadiso fra incantevoli paesaggi, dolcicolline e verdi alture dipinte dai colori diuna natura che varia di continuo, e che, traquerce, abeti e betulle, offre oasi di pace edi tranquillità.

mendrisiotto e basso ceresiomendrisiotto e basso ceresio

Il Mendrisiotto offre un piacevole soggiorno in qualsiasi stagio-ne: in primavera, quando la forza della natura esplode neiboschi e nei giardini; d’estate, quando si cerca refrigerio sottole pergole dei grotti o in riva al lago; d’autunno, quando il pae-saggio si tinge dei colori più caldi; e, non da ultimo, in inverno,spesso mite e senza neve. Il Cantone Ticino è detto terra d’artisti e questa immagine èsicuramente valida anche per la parte più meridionale del suoterritorio. Tra gli artisti originari della regione più conosciuti, ègiusto ricordare le figure di Francesco Borromini e di VincenzoVela. Il primo fu uno dei massimi protagonisti della storia del-l’architettura. Nato a Bissone nel 1599, dopo un apprendistatocome scalpellino nella capitale lombarda, si trasferì a Romadove divenne esponente del barocco. Vincenzo Vela (1820– 1871) nacque invece a Ligornetto, maall’età di quattordici anni era già a Milano come apprendistaimpegnato a lavorare al cantiere del duomo. Dopo una carrieraa Torino che lo consacra come uno degli artisti principali delsuo tempo, rientrò nel paese natio dove creò la sua casa-museo (vedi Museo Vela).Nel vasto panorama di risorse ambientali del Mendrisiotto, ilMonte Generoso costituisce senz’altro la montagna più pano-ramica del Cantone Ticino. Vi si accede con un comodo treninoa cremagliera che parte da Capolago (274 m s/m) e raggiun-ge la vetta in 40 minuti con un viaggio tra la natura incontami-nata. La vetta (1704 m s/m), raggiungibile a piedi dalla stazio-ne d’arrivo della ferrovia in circa 10 minuti, offre un panoramaincantevole sulla Regione dei Laghi, sulla pianura lombardasino agli Appennini e sulla catena alpina.L’offerta naturalistica è notevole. Specie rare, animali e vegeta-li che non si trovano altrove, sono presenti sul Generoso sindall’ultima glaciazione. Innumerevoli e per tutti i gusti le possi-bilità di svago: dalla semplice passeggiata facile all’arrampica-ta per conoscitori, dalla gita in rampichino al volo col parapen-dio, dal birdwatching alla speleologia. Da non dimenticare l’Osservatorio astronomico pubblico, inau-gurato nel 1996, che dispone di un telescopio di 61 cm di dia-metro, e dove vengono organizzate regolarmente serate di

osservazione del firmamento. La vocazione turistica del MonteGeneroso è piuttosto antica, risale al XIX secolo. Infatti,l’Albergo Bellavista, che sorgeva sul piazzale ora di proprietàdella Fondazione Monte Generoso, fu costruito nel lontano1867 su iniziativa del dottor Carlo Pasta; pochi anni dopo ven-nero inaugurati la ferrovia e l’albergo in vetta. L’altra preziosamontagna della regione è il Monte San Giorgio, recentementericonosciuto quale patrimonio dell’UNESCO, situato tra i brac-ci meridionali (Porto Ceresio e Riva San Vitale) del Lago diLugano. Una rete di sentieri capillare collega i diversi comuniche compongono la cosiddetta regione del San Giorgio. Da Brusino, con una comoda funivia, si arriva al punto panora-mico del Serpiano (650 m.). È poi possibile proseguire a piedidal ristorante Funivia, percorrendo un comodo sentiero, e rag-giungere in circa 30 minuti l’Alpe di Brusino. Nota caratteristi-ca del posto sono i castagni millenari dall’enorme tronco com-pletamente cavo. La vegetazione è contraddistinta da un tipico bosco ceduo cheannovera piante rare come le campanelle celestidell’Adenophora lilifolia o il giaggiolo verde-azzurro.Gli aspetti geologici e paleontologici, la vegetazione e la faunadi questa bellissima montagna sono descritti dal sentiero natu-ralistico. Ma è soprattutto come cimitero del triassico medioche questa montagna è conosciuta. Numerosi, e di grande interesse scientifico, sono infatti i fos-sili ritrovati nel corso del ventesimo secolo: soprattutto pesci,invertebrati (tra cui alcuni rari insetti) e rettili per lo più marini,la cui lunghezza, in alcune specie, raggiungeva i sei metri. Nel Museo dei Fossili di Meride si può ammirare una raccoltadi alcuni dei reperti più significativi. Dal 2 luglio 2003, il MonteSan Giorgio è iscritto nel Patrimonio mondiale dell’umanità(UNESCO World Heritage List).D’ulteriore valenza turistica è il comprensorio del Parco delleGole della Breggia che si sviluppa per circa 1,5 km lungo l’o-monimo torrente e interessa una superficie di 1,5 km2 nei ter-ritori dei Comuni di Balerna, Castel San Pietro, Morbio Inferioree Morbio Superiore. È stato ideato negli anni ’80 dal Museocantonale di storia naturale, che ha proposto di istituire un

Monte S. Giorgio visto da Rovio

Museo Vincenzo Vela

Cave di Arzo

Tutti i colori della natura e dell’arte

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mendrisiotto e basso ceresio

parco naturale nella bassa Valle di Muggio nell’ambito dell’alle-stimento del Piano Direttore cantonale. Nel Parco sono pre-senti numerose componenti sia naturali sia umane, ma i parti-colari contenuti geologici delle Gole della Breggia ne fannouno dei geotopi più importanti a livello svizzero e il primo geo-parco elvetico. Questi resti hanno permesso di ricostruire l’evo-luzione di questa parte del territorio - il Bacino del MonteGeneroso - durante epoche remotissime, quando le attuali Alpinon esistevano ancora e le rocce che attualmente le compon-gono si trovavano a migliaia di metri di profondità nella crostaterrestre o sul fondo di remoti oceani.Da non macare una visita alla Valle di Muggio, tipica valle preal-pina dove l’agricoltura riveste ancora un ruolo importante per laregione, anche se non più primario come accadeva fino allaprima metà del ventesimo secolo. Le caratteristiche della vallesono la tranquillità, la bellezza del paesaggio e un facile con-

tatto con la natura.Infatti quasi tutto il suo territorio è compostoda pascoli, boschi e selve situati ad una quota sul mare com-presa tra 300 e 1700 metri. Per l’escursionista appassionato, laflora e la fauna sono di particolare interesse. In valle troviamodiverse specie di alberi (betulla, olmo, faggio, castagno, noccio-lo) e di fiori (ciclamini, primule, viole, genziane, ma anche alche-milla e elleboro). Numerose sono le specie di uccelli presenti:picchi muratori, torcicolli, gazze, cince. Ad essi vanno aggiunti altri animali: piccoli vertebrati cometalpe e roditori; grossi mammiferi come i camosci, che troviamonumerosi nella zona del Generoso, spesso a piccoli branchi ditre-quattro esemplari; non da ultimo, a partire dagli anni novan-ta, cervi e caprioli. Grazie agli sforzi del Museo Etnografico dellaValle di Muggio, sono stati ristrutturati diversi edifici a caratte-re storico (il mulino di Bruzella, il roccolo di Scudellate, le neve-re) che aggiungono ulteriore interesse alla valle.

Portici a Bissone

Monte Generoso visto da Riva San Vitale

Parco del Breggia

Brusino

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mendrisiotto e basso ceresio

Il territorio come sistema

di segni e di valori

«I diversi prodotti turistica-mente interessanti sono dis-seminati sul territorio, nongodono di adeguata visibilitàe molte volte chi attraversaquesta regione è indotto atirar via senza fermarsi peruna vista».

NADIA FONTANA LUPI, DIRETTRICE ENTE TURISTICO MENDRISIOTTO E BASSO CERESIO

Tante iniziative in cantiere. Il Mendrisiotto

quasi come un laboratorio di marketing

territoriale?

«Partiamo da una necessaria premessa:il Mendrisiotto, che è una terra straordi-nariamente ricca di risorse, non mostra isuoi tesori in modo facile ed immediato. I diversi prodotti turisticamente interes-

NADIA FONTANA LUPI è da circa un anno alla direzione

dell’Ente turistico del Mendrisiotto e Basso Ceresio:

ma questi mesi sono già sufficienti per cogliere la nuova

voglia di fare che anima questa regione e soprattutto lo

spirito di collaborazione che si sta stabilendo tra le diver-

se categorie e tra gli operatori pubblici e privati.

santi sono disseminati sul territorio, nongodono di adeguata visibilità e moltevolte chi attraversa questa regione èindotto a tirar via senza fermarsi per unavisita. In questo particolare contestocredo che un ente turistico locale comeil nostro abbia il dovere di fungere dacoordinatore di tutta una serie di iniziati-ve. In altre parole ha il compito di mette-re intorno ad un tavolo i diversi soggetticoinvolti in determinato progetto, di crea-re una rete di contatti e di relazioni, disvolgere insomma un ruolo di incubatore.Devo dire che anche in pochi mesi i risul-tati di questo metodo di lavoro comincia-no già a farsi vedere. Si stà sviluppandouna sana voglia di fare “insieme”, di cer-care di lavorare sinergicamente, di sfrut-tare i potenziali a favore dello sviluppodella regione. L’Ente locale ha quindi unafunzione di coordinatore che, attento aibisogni dei singoli, vuole fungere da mol-tiplicatore di energie e risorse. È quantosta accadendo per il progetto delS.Giorgio, con i sentieri di Bike o con iproduttori di vino coinvolti nel progettodelle cantine aperte, con i musei che cer-cano di adottare strategie comuni divalorizzazione e promozione». Una situazione di debolezza si sta tra-

sformando in un punto di forza…

« Abbiamo sofferto a lungo la mancanzadi prodotti e conseguentemente di visibi-lità rispetto ad altre aree del Cantone.Ma negli ultimi anni sono emerse capaci-tà imprenditoriali importanti, sono statielaborati progetti a misura delle nostredimensioni spaziali e demografiche, sonoconfluite competenze che ci hanno aiu-

tato a mettere a punto iniziative che poisono piano piano decollate. Ritengoimportante sottolineare che questo fer-vore di attività è attuale e proiettatoverso il futuro e tocca diversi segmentilegati al turismo: dalla cultura (l’aperturadel nuovo m.a.x. Museo e la prossimaristruturazzione del Museo dei Fossili aMeride), alla prossima apertura di unalbergo a 4 stelle, allo sport, con eventi emanifestazioni di livello mondiale, peresempio nel ciclismo. Senza dimenticaretutto il comparto enogastronomico e deiprodotti tipici, con rassegne, sagre, fiereed esposizioni diverse. Ma, lo ripeto, sono fortemente convintadel fatto che è unicamente grazie all’otti-ma collaborazione sin qui dimostrata, raf-forzata da un potenziamento della comu-nicazione trasvervale, che la nostraregione potrà offrire una variata ed intri-gante offerta turistica, ottenendo la visi-bilità desiderata e confermandosi un’im-portante tassello nell’offerta turisticacantonale.».Come spiega questa crescita di consa-

pevolezza e questa nuova voglia di get-

tarsi in progetti un tempo impensabili?

«Credo che un elemento importante siadato dal fatto che si stà sviluppando unapositiva consapevolezza nel lavoro chestiamo svolgendo. Ci sono, al di la di tuttii contenuti e degli aspetti economici purmolto importanti, dei valori: un territorionon è soltanto un contenitore di fattorigeografici o umani, di testimonianze sto-riche o artistiche. Un territorio, e in questo senso ilMendrisiotto, con la sua storia di terra diconfine aperta ai traffici e alle genti offreuna testimonianza particolarmente signi-ficativa, è soprattutto un sistema disegni, di relazioni, di tracce, e appunto, divalori materiali e immateriali.È la nostra storia e la nostra memoria ecome tale va tutelata, difesa, valorizzata:con il concorso di tutti».

Meride

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manifestazioni sportivemanifestazioni sportive

Giro in Lombardiaverso quota 100

L’anno prossimo la competizione pertemerari che i campioni del pedalehanno trasformato nella “classicissimadelle foglie morte” festeggerà il centena-rio di vita con l’edizione numero 99.In sole due stagioni il Giro di Lombardianon è stato organizzato per via dellaseconda guerra mondiale: erano gli anni1943 e 1944. Visto il successo ottenutonel 2004, i Comitati della città di parten-za e della città di arrivo, rispettivamenteMendrisio e Como hanno raggiunto conRcs Sport, che allestisce il Giro diLombardia per La Gazzetta dello Sport,gli accordi per veleggiare insieme versol’edizione numero 100.

La data di nascita del Giro

di Lombardia risale al 1905

e dunque la competizione

festeggia il centenario par-

tendo da Mendrisio.

Che già si prepara ad ospi-

tare i Mondiali del 2009.

Gli accordi inaugurati nel 2004 sonoinfatti stati siglati su base triennale edunque il Giro di Lombardia partirà daMendrisio e si concluderà a Como anchenel 2005 e nel 2006. Ma a Mendrisio sisvolgeranno anche i Mondiali 2009 diciclismo su strada. Il Magnifico Borgoprosegue così la sua tradizione su dueruote, iniziata nel 1971 quando fu orga-nizzata una prima volta la manifestazioneiridata. Mendrisio dal punto di vista delle dueruote si è fatta conoscere in tutto ilmondo, e non dimentichiamo che a livel-lo di eventi all’altezza di Campionati irida-ti degli sport maggiori, il ciclismo è l’uni-

co sport che può toccare il Ticino. Calcio,hockey e sci, per dirne alcuni, è quasiimpossibile che portino i Mondiali inTicino. Il territorio del Mendrisiotto permetteinvece di organizzare in maniera ottimadelle corse ciclistiche, e la vicinanza conl’Italia garantisce un sicuro successo dipubblico, essendo i confinanti grandiappassionati di ciclismo.La corsa si svolgerà su un circuito di 14km diverso da quello del 1971. Sono previsti 20 giri per circa 270 chilo-metri con partenza e arrivo nellaCampagna Adorna e con passaggi aogni giro nel centro di Mendrisio.

«Per avere un’idea di quanto il ciclismo sia amato dalla gente bastamettersi la domenica sul bordo di una strada e guardare quantisono i ciclisti che attraversano in lungo e in largo il Mendrisiotto, inbuona parte provenienti anche dall’Italia. Questa passione è cre-sciuta in maniera esponenziale negli ultimi decenni, grazie alla pre-senza di ottime associazioni sportive, all’organizzazione di moltecompetizioni regionali e naturalmente anche grazie al fatto di averospitato manifestazioni di livello internazionale, a cominciare daquello storico Mondiale del 1971 che vide il successo di Merckx,secondo Gimondi e che si rivelò uno straordinario strumento di pro-mozione». Tutti gli occhi sono puntati al Giro di Lombardia e poi ai

Mondiali su strada del 2009…

«Il Giro di Lombardia è una manifestazione cui sono particolarmen-te legato perché riflette perfettamente, per questo suo caratteretransnazionale, lo spirito con cui ho sempre lavorato, cercando diunire, anche attraverso lo sport, realtà territoriali diverse, ma chehanno un forte interesse verso uno sviluppo economico e cultura-le integrato.

È la passione che fa muovere il ciclismoIl personaggio è così noto da non aver bisogno di presentazioni. Tutti in Svizzera e in Italia, ma anche inaltri paesi d’Europa, lo conoscono per l’entusiasmo e la professionalità con cui da oltre trent’anni orga-nizza gare ciclistiche. RENZO BORDOGNA è sicuramente il migliore testimone dell’attaccamento di que-sta terra ad uno sport come il ciclismo, praticato da centinaia di atleti e dilettanti.

I Mondiali del 2009 sono invece un grande evento sportivo maanche una importante occasione di marketing territoriale per ilMendrisiotto, ma più in generale per il Cantone e per la Svizzera, eper il totale successo bisogna cominciare a lavorare già ora, met-tendo insieme tutte le migliori energie e risorse pubbliche e priva-te. Quella del Mondiale è una macchina assai complessa che devearrivare a girare alla perfezione. E nel ciclismo tutto questo non èsempre facile, perché se da un lato il pubblico risponde con unentusiasmo veramente straordinario, non altrettanto si può sempredire da parte di sponsor, televisione e stampa».Nella sua duplice veste di imprenditore e di organizzatore

sportivo, come valuta l’attuale momento economico che sta

attraversando il Mendrisiotto?

«Credo che in questa regione si stia facendo molto e bene. IlMendrisiotto sta trovando con l’università, le attività commerciali equelle industriali, una sua precisa collocazione in un ambito canto-nale e i suoi imprenditori si stanno dimostrando attivi e dinamici.Quello di cui forse soffriamo è di una mancata visibilità. Insommafacciamo molto ma si parla ancora poco di noi».

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Il Mendrisiotto e Basso Ceresio, oltre cheterra agreste per eccellenza, è stato, nelcorso dei secoli, patria di artisti rinomatiche hanno lasciato ampia testimonianzadel proprio talento. Questi artisti eranoper lo più costretti ad emigrare per potersviluppare ed esprimere pienamente leproprie doti e, una volta tornati in Patria,sapevano trasporre con grande maestriaquanto visto ed appreso all’estero neiloro villaggi, tra le case strette l’una all’al-tra, nei ricchi palazzi dei signori e finnelle più umili cappelle. Ma coloro chevorranno ampliare ulteriormente le pro-prie conoscenze sulla regione, nonavranno che da varcare le soglie deinumerosi musei, che un interessanteprogetto promosso dall’Ente Turistico delMendrisiotto e Basso Ceresio mette orain collegamento al fine di favorire la pro-mozione e la valorizzazione dei singolispazi espositivi e la ricchezza e varietàdelle proposte. A Mendrisio, Ligornetto, Rancate eStabio, sono presentati i frutti di pazientiraccolte e ricerche: la pittura, la scultura,la piccola storia dei nostri grandi artisti e,non da ultimo, gli usi, i costumi e le tradi-zioni di questa terra. Una segnalazione aparte meritano il Museo dei fossili diMeride, ora interessato da un ampio pro-getto di riallestimento delle raccolte, e ilMuseo etnografico della Valle di Muggio

Prezioso scrigno di artisti

Un territorio punteggiato di numerosi musei che ora si

collegano in rete per offrire un prodotto culturale sempre

più valido ed articolato.

(in seguito MEVM) che ha voluto distan-ziarsi dalla concezione tradizionale dimuseo, inteso come edificio contenitoredi oggetti da sottrarre al deperimento,per proporre uno sguardo diverso ed evi-tare doppioni all’interno del panoramadei musei etnografici ticinesi. In collabo-razione con altri enti ed in particolarecon la Regione Valle di Muggio (RVM), ilMEVM ha contribuito al ripristino dellarete dei sentieri, che consente oggi dipercorrere il territorio e di scoprire le suepeculiarità. Gli interventi concreti nel territorio sononumerosi e importanti; essi concernono:il restauro e la rimessa in funzione delmulino di Bruzella con la ricostruzionedell’adiacente ponte in pietra, il restaurodi quattro nevère, di due roccoli, unacisterna per l’acqua piovana, il tetto diuna sostra, il ripristino di una recinzionein piode, di alcune bolle, della selvacastanile sopra Caneggio, la rimessa infunzione della graa di Cabbio e altroancora.Il paesaggio della Valle di Muggioconserva un ricco patrimonio di testimo-nianze della civiltà contadina e rivelaancor oggi le tracce di un uso continuo,attento e parsimonioso delle risorse esi-stenti. Numerose sono le testimonianzeetnografiche ancora presenti nel territo-rio: nevère, roccoli, graa, bolle, fontane,cisterne, ponti, carbonaie, sostre, mulini.

Tutti i musei del MendrisiottoMuseo etnografico della Valle di MuggioCabbio - Casa Cantoni +41 (0)91 690 20 38 - www.mevm.ch10 giugno-6 novembre: esposizione fotograficadi Giovanni Luisoni “Ai confini della Breggia”

m.a.x. MuseoChiasso - Via Dante Alighieri+41 (0)91 682 50 02 - www.maxmuseo.ch12 novembre: Inaugurazione ufficiale

Museo PessinaLigornetto - Via Pessina +41 (0)91 647 15 75 - www.ligornetto.ch11 settembre-16 ottobre: “Mostra di sculture e pitture di Marco Piffaretti”, presentazione di Dalmazio Ambrosiani

Museo VelaLigornetto - Largo Vela +41 (0)91 640 70 40/44 - www.museo-vela.ch16 ottebre-20 novmbre: “La trsgressione della persistenza”. Mostra di scultura e pittura ideata ecurata da Visarte-Ticino23 ottebre: “Una Domenica in famiglia a Villa Vela”. Dal teatro alla danza, dalla musica alla poesia, ogni volta un tema a sorpresa prenotazione necessaria: +41 (0)91 640 70 4419 novembre: “Prepariamo il Natale...”realizzando decorazioni natalizie con la pasta di sale prenotazione necessaria: +41 (0)91 640 70 44

Galleria BaumgartnerMendrisio - Via Franscini 24+41 (0)91 640 04 00 - www.gb-trains.ch

Museo d’Arte MendrisioPiazza San Giovanni +41 (0)91 646 76 49 - www.mendrisio.ch5 agosto-25 settembre: Gino Macconi, testimone di due realtà26 novembre-15 gennaio 2006:Adriana Beretta, Opere recenti

Archivio del ModernoMendrisio - Via Lavizzari 2+41 (0)91 640 48 42 - www.arch.unisi.ch

Museo dei FossiliMeride +41 (0)91 646 37 80 - www.montesangiorgio.ch

Pinacoteca Cantonale Giovanni Züst Rancate - Via Pinacoteca+41 (0)91646 45 65 - www.ti.ch/zuest16 settembre-28 novembre: “Il trionfo dell’ornato”. Giocondo Albertolli (1742-1839)

Museo della Civiltà Contadina del MendrisiottoStabio - Al Castello+41 (0)91 641 69 90 - www.stabio.chfino al 15 marzo 2006: Alimentazione 3, nonsolo carne-Alimentazione tradizionale di origine animale

Prevendita:Ente Turistico del Mendrisiotto e Basso CeresioVia A.Maspoli 15 - 6850 MendrisioLun.-Ven. 8.00-12.00 14.00 18.00

Non importa se si è allenati ciclisti, dilettanti della domenica osemplici appassionati delle due ruote. L’importante è avervoglia di pedalare e scegliere l’itinerario più adatto alle propriecapacità ed aspettative. Grazie alla collaborazione nata traEnte, RVM, Momo Bike e TCS saranno tracciati a breve i primiquattro percorsi. Avranno differenti lunghezze e gradi di diffi-

mendrisiotto e basso ceresio

Quattro itinerari in biciclettaLago, morbide colline, prati e pascoli, ameni paesini. Il Mendrisiotto ha davvero unanatura che si presta meravigliosamente ad essere percorsa in mountain bike.

coltà e porteranno il turista a visitare i 4 angoli del Mendrisiotto.Un modo diverso per scoprire paesaggio e natura di una regio-ne da vivere all’aria aperta per gustare fino in fondo le sfaccet-tature più recondite.Il materiale informativo potrà essere reperito presso l’ufficiodell’Ente Turistico oppure consultando la pagina web:

www.mendrisiottotourism.ch

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mendrisiotto e basso ceresiomendrisiotto e basso ceresio

La Fondazione Max Huber.Kono, costituita pervolontà della pittrice e grafica Aoi Huber Konoin memoria del marito Max Huber e del padreTakashi Kono, ha voluto dare vita a una realiz-zazione di grande significato culturale: un museo dedicato prevalentemente a graficadesign, fotografie e video.

Il m.a.x.Museo, che inaugurerà il 12novembre 2005 la propria sede aChiasso su un sedime di 1000 metriquadrati messo a disposizione dalMunicipio, in prossimità del rinatoCinema Teatro, permette di creare siner-gie fra le strutture e di costituire nellacittadina di confine un nuovo importantepolo caratterizzato da contenuti espositi-vi e culturali di respiro internazionale. Gli architetti Pia Durisch e Aldo Nolli, acui il progetto è stato affidato, hanno

realizzato una struttura semplice, conambienti ampi e luminosi, i cui volumichiari e netti lasciano spazio ai contenu-ti espositivi. La facciata fungerà da vetri-na, dinamica e mutevole nel tempo, la cuiintercapedine di notte sarà illuminata. Ilvolume dell’edificio riqualifica l’interocomparto urbano della città.Il visitatore avrà l’opportunità di ammira-re, accanto a rassegne temporanee, unamostra permanente delle sempre vivecreazioni grafiche e pittoriche di MaxHuber (Baar 1919-Mendrisio 1992), losvizzero-tedesco protagonista nel campodella grafica, progettazione e design, chedal proprio studio di Milano rientravaogni sera nell’adorata Chiasso.Il m.a.x.Museo, a conferma della propriavocazione per un’apertura ad ampio rag-gio, comprenderà, oltre alle aree esposi-tive, spazi interamente dedicati a scopididattici e un Archivio Video che ilvideoartista Silvano Repetto ha saputo

selezionare con particolare sensibilità,coerenza e competenza nell’arco di diecianni di lavoro e di ricerca. Si tratta dioltre 300 titoli di video nazionali ed inter-nazionali che il m.a.x.Museo gestirà eoffrirà al pubblico di ogni età attraversospecifici momenti, eventi, conferenze,installazioni; una vasta piattaforma ester-na potrà servire per l’allestimento di unasala di proiezione «en plein air», capacedi ospitare fino a 300 persone.Silvano Repetto, che della Fondazione edel nascendo museo rappresenta la veraanima e l’entusiasta curatore spiega:«Con questa realizzazione abbiamo rottoun po’ tutti gli schemi che sembranoingabbiare il mondo dell’arte. Lo abbiamofatto affidandoci esclusivamente a priva-ti che hanno creduto nel progetto e lohanno finanziato. Lo abbiamo fatto con la scelta di un edi-ficio, che nel suo apparente minimalismoarchitettonico, introduce invece interes-

santi soluzioni estetiche e stabilisce rela-zioni importanti con la città.Continueremo a farlo con proposte, chenon si limiteranno alle opere di MaxHuber e di Takashi Kono. Inoltre allesti-remo un programma di attività divulgati-ve, didattiche, di archivio e di ricerca esperimentazione, che vuole fare delm.a.x. Museo un punto di riferimento inquel vasto territorio di frontiera che spa-zia dall’arte, al design, alla grafica e allacomunicazione».

Per informazioni

m.a.x.MuseoVia Dante Alighieri 5CH-6830 - ChiassoTel. + 41 (0)91 6825002Fax + 41 (0)91 6837465www.maxmuseo.ch [email protected]

Un museofuori dagli schemi

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fotografiafotografia

«Vivo da sempre in questo territorio -racconta Giovanni Luisoni - e alMendrisiotto sono affettivamente moltolegato. Ho viaggiato, certo, ma poi sonosempre tornato ed è proprio su questaterra che ho concentrato tutti gli sforzidelle mia ricerca umana e professionale.Un luogo, al di là dei suoi aspetti pae-saggistici, è prima di tutto un sistema disegni talvolta impercettibili, che si modi-ficano per sempre o che assumono unvalore diverso a seconda della luce e delcolore. Per questo non basta osservarlo unasola volta, ma occorre ritornare più e piùvolte, per cogliere quello che in un primotempo poteva essere sfuggito».Giovanni Luisoni è autore di numerosilibri fotografici che raccontano la sualunga esperienza dietro l’obiettivo. La sua ultima fatica è ora un libro editoda Salvioni, e una mostra (aperta fino al6 novembre presso il Museo etnograficovalle di Muggio, Casa Cantoni a Cabbio)dal titolo appunto “Ai confini della

Ai confini della Breggia

Breggia”, che raccoglie fotografie scatta-te nella valle della Breggia e nella mediae alta valle di Muggio. Una ricerca con-dotta tra il 2003 e il 2004 proponendoimmagini colte “sulla soglia di casa” ericordando in un certo senso anche ilprezioso lavoro svolto in precedenza dalfotografo Gino Pedroli, un punto di riferi-mento per la storia della fotografia tici-nese.Nella sua prefazione al volume, AlbertoNessi cosi sintetizza la ricchezza umanaprima ancora che professionale del foto-grafo Luisoni: «Giovanni è un uccello ter-ritoriale. Modesto, si accontenta dipescare in bianco e nero. Il suo becco è l’apparecchio fotografico.Aspetta solitario, senza fretta, la preda,nei posti che conosce. Posti comuni chesono cambiati nel tempo e con i quali il

Giovanni Luisoni è orgo-glioso di definirsi unfotografo territoriale, nelsenso che il suo orizzon-te si ferma ai limiti delMendrisiotto. Ma il suo occhio attentoe la sua accentuata sen-sibilità sono riusciticome nessuno a coglie-re tutte le sfumature e letrasformazioni in atto inquesto territorio.

dialogo non finisce mai. Il rapporto diGiovanni con i luoghi quotidiani è fatto diapprofondimento e di sfida: è ricerca dianalogie, rispondenze, contrasti tra lecreazioni della natura e i manufatti del-l’uomo. Anche quelli che lasciano sgo-menti: Giovanni, seguendo la sua indolemite, li addolcisce con un po’ di vegeta-zione. O con la geometria del suo sguar-do che pesca nelle acque immaginariedel reale».

Per informazioni

Giovanni Luisoni6835 Morbio SuperioreTel. +41 (0) 91 683 19 88

www.giovanniluisoni.ch

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cultura

L’arte teatrale come atto di valore

Molte sono le iniziative che accompa-gnano e integrano la stagione: dalFestival di cultura e musica jazz; alla ras-segna di teatro per ragazzi, Senza confi-ni; quella di danza contemporaneaChiassodanza; a Festate, Festival diworld music; a Momenti musicali, unciclo concertistico classico, con orche-stre e solisti di assoluto prestigio. E ancora: incontri, dibattiti, tavole roton-de. Si può guardare all’attività delCinema Teatro come ad un laboratorioche produce bellezza. Non è un concetto

Il Cinema Teatro di Chiasso, autentico gioiello architetto-

nico degli anni Trenta, recentemente restaurato, è dive-

nuto il cuore pulsante della città e si è rapidamente gua-

dagnato un posto di prestigio nella Svizzera Italiana e

della Regio Insubrica, come teatro delle arti teatrali,

aperto a discipline come la danza, la musica, oltre che la

prosa e la commedia; e il cinema, naturalmente.

riduttivo. «Bellezza è verità, verità è bel-lezza», scriveva il grande poeta ingleseKeats. Produrre bellezza significa pro-durre valori estetici e culturali, significaeducare alla bellezza, soprattutto i giova-ni, e sostenere quindi un’elevata funzio-ne pedagogica: è una responsabilità chenon dovremmo mai dimenticare. E il laboratorio di bellezza, cui partecipacon viva passione il pubblico, è principal-mente il palcoscenico, spazio propulsivodi arte e di cultura, dove si alternano arti-sti di fama internazionale, accanto a

significative presenze di talenti emer-genti della scena artistica della Svizzeraitaliana e nazionale. Ora la creazione delnuovo Polo artistico e culturale proprio difronte al Cinema Teatro (con l’ormaiimminente inaugurazione del m.a.x.Museo prevista il 12 novembre 2005 edel nuovo Spazio Officina, il 26 novem-bre 2005, pregevoli realizzazioni degliarchitetti Pia Durisch e Aldo Nolli), cheandrà prossimamente integrare e arric-chire le molteplici attività del CinemaTeatro e dell’Ufficio Cultura, e anche,naturalmente, l’attività didattica dellescuole, è un atto illuminato di purocoraggio, che in qualche modo segna larifondazione della Città, restituendolequella progettualità che consente - econsentirà, soprattutto, ai giovani e alleprossime generazioni - di guardare alfuturo con rinnovata fiducia e speranza.Molteplici proposte, dunque, che abbrac-ciano, nell’arco temporale delle stagioni,le arti teatrali, nessuna esclusa. Tutte nel segno di una cifra artistica estilistica di qualità. Senza mai trascurare,a questo proposito, l’ammonimento di ungrande maestro, Giorgio Strehler: «Nondimenticare che il teatro può esserefatto male senza che il pubblico se neaccorga. Se ne accorge sempre dentro,nel tempo, nel peso di ciò che gli restanel cuore o nel cervello, ma non semprenell’attimo dell’applauso; e noi sappiamoche basta tanto poco per ottenere unapplauso, un consenso. È una delle gran-di possibilità di essere disonesti nel nostrolavoro senza che nessuno lo sappia».

Paolo BelliDirettore artistico

Per ulteriori informazioni:

Ufficio Culturatel. +41 (0)91 695 09 14fax +41 (0)91 695 09 18mail: [email protected]

Cassa Cinema Teatrotel. 091 695 09 16 da mercoledì a sabato dalle ore 17.00 alle 19.30

MASSINVEST S.A.MENDRISIOVia Stefano Franscini 10Tel. 091 646 37 01Fax 091 646 38 62C.P. 55 Mendrisio-Stazione

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«Ogni città, ogni centro, ogni comu-ne fa ormai parte di una rete piùvasta di relazioni, ed è a questarete che bisogna rifarsi per nonrischiare di essere irrimediabilmen-te tagliati fuori dallo sviluppo futuro».

JOSEP ACEBILLO,DIRETTORE ACCADEMIA ARCHITETTURA, MENDRISIO

Quali città nell’epoca delneo-terziario?

Prof. Peter Zumthor e studenti Installazione di Felice Varini all’interno di Palazzo Turconi

Prof. Esteban Bonell e studenti

Quali caratteristiche sta assumendo la

città contemporanea?

«La città si deve trasformare in sintoniacon un’economia industriale terziaria enon più semplicemente espandere. Granparte del tessuto urbano che era indu-

JOSEP ACEBILLO, Direttore dell’Accademia di Architet-

tura di Mendrisio, pone al centro della sua riflessione il

nuovo ruolo che spetta alle città nell’economia contem-

poranea e sottolinea il ruolo della pianificazione territo-

riale nella progettazione dei futuri assetti del Cantone.

striale oggi è privo di attività. Chi si occu-pa d’immobiliare dice che la città devecrescere. Invece si tratta di darle un’altraidentità creando industrie di servizi.Diventa allora fondamentale sapercogliere tutte le complesse relazioni chesi stabiliscono in un determinato territo-rio, che è una ragione economica, maancor prima un sistema di città che signi-fica un sistema di relazioni. Anzi si puòarrivare a dire che l’Europa che sta fati-cosamente nascendo sarà essenzial-mente un’Europa delle regioni, dellecomunità, e naturalmente, delle città».In questa prospettiva, che ruolo è riser-

vato alla figura dell’architetto?

«L’architetto si esprime con un progettomentre l’urbanista con un piano. Vitruviodiceva che l’architettura è utilità, stabilitàe bellezza. L’urbanistica comprendeaspetti burocratici e legali. L’architettopuò lavorare su diverse scale, dall’interiordesign alla costruzione di edifici e gran-di strutture, ma anche nel campo territo-riale e infrastrutturale. Ai miei studentiporto spesso l’esempio di AndreaPalladio che con la villa ha ridisegnato ilrapporto fra città e la campagna.L’architetto oggi deve imparare ad occu-parsi di infrastrutture e di progetti terri-toriali. Teniamo poi presente che oggi unarchitetto deve anche saper parlare conun consiglio d’amministrazione e conpersone per nulla interessate al proget-to. Un architetto però, da solo, non può

disegnare il territorio, il suo progetto saràsempre settoriale. Questo lavoro è inter-disciplinare e per essere valido deveincontrare una cultura urbanistica corri-spondente. Tuttavia io sono fiducioso,anche perché un’Accademia come lanostra può far crescere, per il suo carat-tere internazionale legato alla presenzadi studenti e di professori provenienti davari paesi del mondo, una nuova culturache sappia tener conto dell’urbanistica edi tutti i problemi connessi all’assetto diun territorio». Qual è può essere dunque il contributo

dell’Accademia nella progettazione del

futuro assetto territoriale del Cantone?

«Per capire il territorio della NuovaLugano e avere una visione globale diquesta nuova realtà urbana è necessarioutilizzare un approccio integrato. A que-sto scopo i ricercatori dell’Istituto per ilProgetto Urbano Contemporaneo(i.CUP) dell’Accademia propongonodiverse letture e analisi interpretative delterritorio. Il progetto “La Nuova Lugano”,svolto in collaborazione con l’IstitutoRicerche Economiche, è finanziato dallasezione degli enti locali del CantoneTicino e dalla Città di Lugano.La nuova aggregazione è il risultato delprocesso di fusione della città di Luganocon i comuni della sua cintura e pone iltema delle aggregazioni e dell’agglome-rato urbano. Il fenomeno delle aggrega-zioni comunali definisce nuovi bisogni e

necessità, ad esempio in materia di tra-sporti e telecomunicazioni, sottolineandocome le strutture urbane contemporaneesiano diventate più complesse ed artico-late. Il fenomeno della terziarizzazione, ilpassaggio da un’economia industriale adun’economia neo-terziaria centrata prin-cipalmente sui servizi, ha portato cam-biamenti fondamentali nella strutturaproduttiva ed economica delle città. Il progetto “La Nuova Lugano” ha comeobiettivo di individuare i cambiamentiavvenuti nella città e le loro implicazioniper quanto concerne il suo sviluppo glo-bale. A questo scopo si adotta unapproccio integrato, che considera diver-se letture e analisi interpretative dellarealtà urbana. In questo contesto, si parladi “cultura del territorio”. Grazie agli strumenti messi a disposizionedai ricercatori dell’i.CUP, questo progettopermetterà alle autorità competenti di

avere una visione globale del territorio, siadal punto di vista economico che nell’otti-ca di gestione della struttura urbana».Passando al Mendrisiotto, qual’è il suo

ruolo in un ambito cantonale?

«Il Mendrisiotto è l’ultimo lembo di terrasvizzera che si apre verso la Lombardia eil Mediterraneo. È questa la sua condi-zione naturale. Penso che oggi il problema non risiedatanto nell’intervenire sul territorio, quantopiuttosto nel convogliare forze ed ener-gie per consolidare questa condizionenaturale della regione. Il Mendrisiotto, seguendo il suo territorio,dovrebbe rivolgersi, con più coraggio, algrande bacino dell’area metropolitana diMilano. Quest’area, con i suoi 7 milioni diabitanti, significa per la Svizzera la possi-bilità di agganciare, a Sud, l’Europa. Il Mendrisiotto permetterà così allaSvizzera di non trovarsi ad essere prigio-

niera di quelle barriere che essa stessaha eretto per proteggere sé e il suo ter-ritorio. Questo territorio è a due passi dalnuovo porto dell’Europa sul Mediter-raneo: Malpensa. Penso che, al di là deldisegno fisico, le opportunità oggettiverisiedano oggi nell’approfittare, con intel-ligenza, di questa condizione di vicinanzaa uno scalo: di merci, di genti, ma anchedi grandi idee, di infrastrutture».Con quali presupposti sorgerà il museo

di architettura a Mendrisio?

«Vogliamo fare di Mendrisio un polo dieccellenza nello studio dell’architetturacontemporanea e il Ticino ha molto dadire in materia. Il museo avrà una sezio-ne specialistica e una divulgativa per inon addetti ai lavori. L’Accademia attraverso il museo divente-rà un osservatorio e un centro di dibatti-to sulla qualità dello spazio e dei luoghinella città contemporanea».

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Il piacere della buona tavola

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mendrisiotto e basso ceresio

Una gita nel Mendrisiotto non può manca-re di una tappa in un ristorante o in ungrotto dove assaggiare ottime propostegastronomiche, annaffiate naturalmenteda un Merlot di produzione locale.

Il Ticino fa onore all’arte culinaria: numerosi ristoranti premiaticon stelle, berretti e forchette dalle più importanti guide gastro-nomiche lo testimoniano. La sua tradizione di grandi cuochi risale al Medioevo (il blenie-se Martino nel ‘400 fu cuoco degli Sforza di Milano); JosefFavre (fondatore dell’Académie culinaire de France) alla finedell’Ottocento imperò nelle cucine del Park Hotel di Lugano;negli ultimi decenni si assiste al successo di ottimi cuochi plu-ripremiati.

Non solo alta cucina però: nei grotti e nei canvetti vengono ser-viti principalmente piatti nostrani che valorizzano i prodotti dellanostra terra e che difficilmente si possono degustare altrove. Igrotti sono ritrovi rustici situati, di regola, in zone appartate eombreggiate. Dispongono di una cantina tipica e di un ampio piazzale adibi-to a servizio esterno con tavoli e panche in granito dove sipasteggia al fresco, sotto le querce. Vi si servono solitamente prodotti e piatti nostrani: salumeriadella mazza casalinga (come salame, pancetta e mortadella),minestrone, busecca, risotto, pesce in carpione, vitello tonnato,arrosto (freddo o caldo) con l’insalata e le patate rosolate,polenta con brasato, coniglio, funghi, formaggi e formaggini,zabaione, torta di pane e pesche al vino.

Dal boccalino o dal tazzino si sorseggia Merlot. Buona parte deigrotti hanno apertura stagionale, anche se i famigliari ambientiinterni ben si conciliano con le fredde serate invernali. Il nuovo prospetto “Grotti del Mendrisiotto e Basso Ceresio” èottenibile contattando l’Ente Turistico.

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mendrisiotto e basso ceresio

Nel Mendrisiotto, così come nel resto delCantone, la cucina locale ha saputo con-servare alcune sue caratteristiche: l’usodi prodotti genuini, la semplicità dei piat-ti legati al mondo rurale, la predilezioneper i gusti saporiti. Oggi propone perciòpiatti eseguiti secondo le indicazioni tra-mandate di generazione in generazione,ma anche rivisitazioni in chiave attuale diricette d’un tempo. Tra i piatti più cono-sciuti e apprezzati spiccano il minestro-ne, la zuppa di zucca e la busecca, ilrisotto, le carni arrosto (coniglio, capret-to), in umido o in salmì, la polenta con lamortadella o il brasato, il pesce di fiumeo di lago al forno, in padella o in carpio-ne. Ottimi i dolci tradizionali: i tortelli, latorta di pane e gli amaretti. Tra le bevan-de, oltre ai vini rossi, anche la grappa e ilratafià (detto anche nocino), liquore abase di noci. Questa cucina si arricchiscee si esalta attraverso l’utilizzo di prodottitipici: il formaggio prodotto nelMendrisiotto proviene quasi interamente

Prodotti sani e genuini della tradizione contadinaLa cucina ticinese, parente stretta di quella lombarda, è

come tutte le gastronomie regionali, il risultato di un pro-

cesso continuo tra evoluzione e conservazione.

L’alimentazione povera e monotona dei secoli scorsi,

quando la maggioranza degli abitanti del Mendrisiotto

viveva di castagne, polenta e patate, si è lentamente

arricchita di cibi, di sapori e di ricette.

dalla Valle di Muggio e dal MonteGeneroso. Si tratta di un tipo particolaredi formaggio denominato “formaggino”.Per qualità e sapore, i formaggini sonomolto apprezzati, e non solo nel nostrocantone. Vengono fabbricati con latte dimucca o di capra a volte mescolati fraloro. Si possono gustare freschi o conuna breve stagionatura (massimo duesettimane). Con due diverse tecniche dilavorazione del latte si producono i for-maggini a pasta acida, alti e cremosi, e iformaggini a pasta dolce, bassi e piùconsistenti. Una variante del formagginoa pasta acida è lo “zincarlin”, ottenutocon l’aggiunta di erbe aromatiche epepe. Oltre ai rinomati formaggini dellaValle di Muggio anche il miele è statorecentemente inserito nell’offerta garan-tita dal marchio APVM. Per produrrequesto miele vengono utilizzati unica-mente pollini provenienti, oltre che dallaValle di Muggio, dalla Val Mara e dallaValle di Salorino.

Rassegna Gastronomica del Mendrisiotto e Basso CeresioDal 1° ottobre al 7 novembreNata nel 1963 si ripresenta ognianno durante il mese di ottobre. Vi prendono parte numerosi risto-ranti della regione, che, nel rispettodi un severo regolamento, presenta-no un’offerta gastronomica ricca evaria. Questa manifestazione, attesada molti, risulta essere particolarmen-te invitante, ricuotendo grande suc-cesso in tutta la regione Insubrica. Hala particolarità di offrire un omaggio atutte le persone che ordinanoun piatto o un menu della Rassegna Gastronomica. 42 i ristoranti che partecipano all’edizione 2005.

Rassegna del Piatto Nostranodella Valle di MuggioDal 16 ottobre al 11 dicembrePer gustare un tipico piatto dellaregione Valle di Muggio, Val Mara eSalorino è consigliabile parteciparealla consueta ed apprezzataRassegna del Piatto Nostrano che sitiene ogni anno a cavallo tra novem-bre e dicembre. Nei diversi esercizipubblici della valle vengono proposti menu tipicamente nostrani.

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enologia

I dolci vigneti del

Il Merlot è sicuramente il vino più cono-

sciuto ed apprezzato della regione.

Negli ultimi decenni la produzione è stata

arricchita ed in parte diversificata con l’in-

troduzione di nuove tipologie di vini.

Il vino ideale per accompagnare i tipici piatti della regione è ilTicino DOC Merlot, nobile bevanda genuina e corposa, di carat-tere particolare e piacevole al palato, come piacevoli sono pergli occhi i vigneti che coprono la campagna del Mendrisiotto. IlTicino DOC Merlot è un vino di buon invecchiamento (annateparticolari fino a 10 anni) che si accosta molto bene a diversipiatti della cucina tradizionale e moderna. Per permettere aquesto nobile prodotto di sviluppare completamente il suoaroma ed il suo sapore è consigliabile servirlo a una tempera-tura non superiore a 17-18 gradi. Da alcuni anni la vinificazione delle uve per ottenere vini bian-chi e vini rosati ha assunto una maggiore importanza. Idealicome aperitivi, per accompagnare primi piatti leggeri oppure abase di pesce, questi vini vanno consumati ad una temperatu-ra di 8-10 gradi per i bianchi e di 10-12 per i rosati.Il vitigno Merlot proviene dalla zona di Bordeaux (Francia) ed èstato introdotto nel Cantone Ticino all’inizio del secolo scorsoper sostituire altre varietà più fragili e quindi più facilmentesoggette alle malattie. La vite si adattò molto bene al nuovo ambiente producendo uvedalle quali si ottengono vini di alta qualità apprezzati non soloin Svizzera, ma anche all’estero. Buon successo sta riscuoten-do l’iniziativa lanciata quest’anno dall’Ente Turistico delMendrisiotto e Basso Ceresio in cooperazione con le cantine,che sono ora regolarmente visitabili ogni sabato (prenotazioni+41 (0)91 646 57 61). Iscriversi a queste visite rappresenta

l’occasione ideale per gustare vini di qualità e conoscere lecantine ed i vigneti dove vengono prodotti, oltre che per incon-trare i vinificatori e poter scambiare con loro pareri sui prodot-ti. Un tradizionale ed atteso appuntamento è poi rappresentatodalla Sagra dell’Uva che si tiene a Mendrisio ogni settembre.Le origini risalgono agli anni della seconda guerra mondiale,quando la sagra era intesa come festa prettamente rurale dovegli agricoltori e i viticoltori della regione esponevano i loro pro-dotti. Nata a Balerna, la sagra è stata trasferita a Mendrisio nel1944 con la costruzione del Mercato Coperto. Negli anziani èben viva la memoria di quel periodo in cui i contadini facevanoa gara per avere l’uva migliore e vincere l’ambito premio.L’ultimo week-end di settembre, come tradizione, le vie delborgo si animano a festa. Le corti situate all’interno del nucleostorico diventano ritrovi gestiti dalle diverse società sportive eassociazioni della regione. In questi “grotti” improvvisati, animati da bandelle e cori, si pos-sono gustare deliziosi piatti nostrani e sorseggiare del buonvino. Via Stella e Corso Bello si riempiono di curiosi che, con passolento, percorrono il “mercatino”, interminabile fila di bancarelledove si può acquistare di tutto, dalle caldarroste ai formagginidella valle di Muggio. Ogni tanto si incontra un artista tuttointento a trasporre su tela le emozioni della giornata: partecipaal concorso “pittori in piazza” che prevede nel tardo pomeriggiola premiazione delle opere migliori.

Mendrisiotto

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Due appuntamenti tradizionali

Sagra della Castagna Castel S.Pietro

Ogni anno, a metà ottobre, e sempre in un comune diversodella Valle di Muggio, si tiene la Sagra della Castagna. Un unicoprodotto, in tutte le sue variazioni, è il tema di questa festa: lacastagna, un frutto che, nei difficili anni di guerra, èstato una fonte importante di nutrimento per la popolazionecivile e che in questi ultimi tempi viene riscoperto, non solocome caldarrosta, ma anche come castagnaccio, marmellata eora anche birra.

Fiera di San Martino

Da quasi quattrocento anni l’11 novembre, nei pressi dellachiesa di San Martino, si tiene invece la fiera a lui dedicata. Unafolla proveniente da tutta la regione percorre la lunga fila dibancarelle dove si possono acquistare caldarroste e dolciumivari, ma anche giocattoli e vestiti e una vasta gamma di altrioggetti. Giunti in prossimità del sagrato, dopo che i bambini sisono gustati giostre e divertimenti, è tradizione entrare in chie-sa per rendere omaggio al Santo dei poveri offrendogli un cero. Originariamente la fiera era prettamente agricola ed offriva aicontadini della regione la possibilità di esporre e commerciarebestiame. L’area di San Martino fino a pochi anni fa era un’areaagricola dove gli agricoltori e gli allevatori della pianura mo-mos’incontravano per lo scambio di animali, merci, esperienze eidee. Oggi l’area ha cambiato – in modo irreversibile – destina-zione. Da area agricola è passata – con un breve interregnocaratterizzato dall’insediamento di piccole e medie industrie –ad essere tipica area del post-terziario, caratterizzata prevalen-temente da insediamenti commerciali.

eventi

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