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UNA PREMESSA.

Raymond Queneau ha scritto nel 1947 un delizioso libretto in cui un banale

fatto di cronaca è raccontato in 99 modi diversi.

Gli abbiamo rubato l’idea.

A dire il vero il tutto è iniziato affidando ad ogni allievo due bigliettini su cui

scrivere il nome di oggetti, animali, personaggi, arti e mestieri.

I bigliettini sono stati chiusi, rimescolati e ridistribuiti a caso. Così ogni

ragazzo sul suo banco si è ritrovato con due nomi e una storia da inventare.

Le storie sono state lette, valutate, discusse, scartate fino a sceglierne una.

Da raccontare -se non in 99- in molti modi diversi.

Abbiamo così iniziato a lavorare a nostro modo su questi “Esercizi di stile”,

con fatica, ma anche con soddisfazione. L’obiettivo non era certo di arrivare a

questo fascicolo, ma piuttosto sperimentare che le parole sono come la calce

e i mattoni; possono costruire muri forti e solidi, ma anche fragili e sconnessi,

colonne leggiadre, ma pure storte e pericolanti.

Le parole sono capaci di far ridere e piangere, fare male, ferire, addolcire,

affermare verità diverse, complicare e semplificare, banalizzare e

approfondire, offendere e elogiare.

Per questo bisogna cercare di imparare ad usarle.

Paolo Patui

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TUTTA COLPA DI UN CORNO

(racconto base. Personaggi obbligatori: un rinoceronte e un pallone)

Erano le dieci e mezza del mattino, ora in cui quotidianamente nella savana

passava una delle jeep dei safari. Rinoceronte se ne stava tranquillo all’ombra di

un albero. Quando passò la jeep, Rinoceronte sentì cadere qualcosa che iniziò a

rimbalzare verso di lui. Dileguatosi il veicolo, Rinoceronte si avvicinò allo strano

oggetto; incuriosito iniziò a toccarlo, ad annusarlo e a spingerlo finchè questo

non si svegliò. Rinoceronte spaventato fece un sobbalzo e a questo punto il

pallone iniziò a lamentarsi. Rinoceronte gli chiese chi era e da dove veniva; il

pallone iniziò così a raccontargli la sua storia e gli insegnò a giocare a calcio.

Rinoceronte entusiasta e volenteroso di giocare, organizzò un torneo nella

savana invitando tutti gli animali. La mattina seguente il torneo ebbe inizio, ma

circa a metà partita, Rinoceronte preso dalla foga sferrò un gran calcio al pallone.

Pallone scaraventato violentemente non potè evitare di finire tra due sassi e

incastrarsi. Rinoceronte accorse subito da lui, gli chiese scusa, ma il pallone gli

rispose:”Prima di chiedermi scusa tirami fuori da qui“. Rinoceronte iniziò a

spingerlo con forza, quando il suo corno finì per forare il pallone che iniziò a

sgonfiarsi fino a morire. Dopo quel giorno Rinoceronte enormemente avvilito

decise di tagliarsi il corno, sperando di incontrare un altro pallone.

Stefano Di Benedetto  

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COLORATA

Erano le verdi 10.30 del mattino azzurro, ora in cui quotidianamente nella gialla

savana passava la grigia jeep dei safari colore power ranger. Rinoceronte blu

mare di Calabria se ne stava tranquillamente all’ ombra nera come la notte,

mentre vide un pallone giallo formaggio avvicinarsi neramente. Il Rinoceronte

rosso comunista iniziò a toccarlo, fino a svegliarlo. Il pallone cobaltoso si svegliò

iniziando a lamentarsi grigiamente. I due iniziarono a fare un'amicizia verde

pistacchiosa, e il pallone cobaltoso iniziò a insegnare lillosamente il calcio al

Rinoceronte tinta unita. Assieme organizzarono un evento arcobalenico di calcio

nella savana bianchigrigia. Durante la beigiosa partita, Rinoceronte preso dalla

grande foga purpurea, sferrò un calcio negro al pallone, che finì incastrato

violamente tra due sassi grigi. Rinoceronte arancioverdognolo cercando di tirarlo

fuori bucò il pallone oramai di colore giallastro fino a farlo sgonfiare in un colore

obbrobrioso. Da quel grigio giorno Rinoceronte grigiocannadifucile si tagliò il suo

aranciosoarancio corno, in attesa di rincontrare un pallone tutto colorato.

Eric Pellis  

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ODOROSA

Erano le 10.30 del mattino, la savana emanava il tipico odore savanesco. In quel

momento passava la jeep dei safari e tutto ciò che c’era nella savana venne

avvolto da un odore umano e da una puzza jeepposa. Dalla jeep cadde un

pallone che rimbalzando emanò un odore di lavanda, mista a cuoio. Rinoceronte

all'olfatto dell’oggetto, si emozionò ed emanò una flatulenza su cui è meglio

sorvolare. Rinoceronte allora iniziò a parlare con pallone che a ogni sua parola

emanava un odore pallonzoloso, vero paradiso per qualsiasi naso. In più pallone

si dimostrò anche un ottimo allenatore ed insegnò a Rinoceronte, tra odori di

erba secca e di datteri marciti a giocare a calcio. Il giorno dopo Rinoceronte

organizzò un torneo di calcio contraddistinto dalla puzza sederosa di Rinoceronte

a causa dell’ emozione nel vedere la partecipazione di così tanti animali. A metà

torneo Rinoceronte calciò potentemente pallone che si infilò, pieno di odor di

sudore, tra i sassi dopo aver lasciato alle sue spalle l'odore bruciaticcio delle sue

cuciture. Rinoceronte cercò di togliere pallone da lì, ma lo bucò. Pallone si

sgonfiò lentamente emanando un odore vuoto che si disperse in tutta la savana.

Luca Peresano  

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SAPORITA

Erano le dieci e mezza del mattino caramellato, ora in cui quotidianamente nella

savana passava la jeep degli insipidi safari. Rinoceronte aveva appena finito la

croccante colazione in salsa rosa e se ne stava tranquillo all’ombra di un albero

al mango. Quando passò la formaggiosa jeep dei safari, Rinoceronte sentì

cadere qualcosa di aspro che iniziò a rimbalzare verso di lui. Soltanto vedendolo,

Rinoceronte intuì che poteva sapere di frutti di bosco. Dileguatosi il veicolo

prezzemolato, Rinoceronte si avvicinò allo strano oggetto; curioso di assaggiarlo

lo leccò, esso però non sapeva di frutti di bosco, ma di tartufo nero. Rinoceronte

ne approfittò e continuò a leccarlo cremosamente, finchè questo non si svegliò

acidamente. Rinoceronte spaventato fece un sobbalzo cioccolatoso e a questo

punto il pallone iniziò a lamentarsi zuccheratamente. Rinoceronte gli chiese chi

fosse e da dove venisse; il pallone gli raccontò la sua storia pomodoresca e gli

insegnò a giocare a calcio. Rinoceronte coccoso e volenteroso di giocare,

organizzò un marcio torneo nella peperante savana, invitando tutti gli animali più

piccanti. La mattina seguente Rinoceronte si caricò mangiando fragole e panna.

Iniziò il torneo al pistacchio, quando circa a metà partita Rinoceronte preso dalla

mentosa foga, sferrò un gran calcio mirtilloso a pallone. Pallone scaraventato

violentemente finì per incastrarsi tra due sassi amari, che avevano un

saporaccio. Rinoceronte accorse subito da lui, pinolando gli chi chiese scusa, ma

il pallone fungoso gli rispose: “Tirami fuori da questa specie di forno che sento

odor di bruciato”. Rinoceronte iniziò a spingerlo gongorzolando con forza,

quando il suo mandorlato corno finì per forare pallone, che iniziò a sgonfiarsi fino

a morire dolcemente. Rinoceronte anche se dispiaciuto per la morte dell’ amico

non seppe resistere al suo gusto da tartufo nero e lo mangiò. Dopo quel giorno

Rinoceronte yogurtamente avvilito, decise di tagliarsi il suo corno decaffeinato,

sperando di incontrare un altro pallone magari al mandarino.

Stefano di Benedetto  

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MUSICALE

Erano le chiassose e pentagrammatiche dieci e mezza del mattino, ora in cui

quotidianamente nella savana cantata passava una jeep di musicisti molto

melodica. Rinoceronte Mozart se ne stava tranquillo all'ombra di un albero

suonatore a ascoltare una canzone delle Icona Pop. Quando passò la jeep

sinfonica, Mozart sentì cadere qualcosa che iniziò a rimbalzare come le note di

un flauto verso di lui. Dileguatosi lo stonato veicolo Mozart si avvicinò fischiando

allo strano oggetto; incuriosito iniziò a toccarlo e a spingerlo cantando l'Inno alla

Gioia, finché questo non si svegliò. Mozart spaventato fece uno sbalzo che

sembrava la nota più grave di un trombone e a questo punto il pallone iniziò a

lamentarsi come una chitarra imbizzarrita. Rinoceronte Mozart gli chiese

cantando da dove venisse e il pallone Louis Armstrong iniziò a trombettargli la

sua storia e gli insegno a suonare il calcio ritmico. Mozart entusiasta e

volenteroso di suonarlo organizzò un torneo musicale nella savana, invitando tutti

gli amici animali orchestrali. La mattina seguente il torneo si intonò, quando a

metà concerto Rinoceronte Mozart, preso dal ritmo, sferrò un gran calcio a

pallone, provocando un'eco vibrante come l'ugola di un tenore che canta. Pallone

Armstrong non potè che finire tra due fisarmoniche e incastrarsi. Rinoceronte

accorse subito da lui suonando una chitarra, gli chiese scusa cantando, ma il

pallone gli rispose: ”invece di cantare, accordami fuori da qui”. Rinoceronte iniziò

a spingerlo con forza, quando il suo corno finì per forare pallone che iniziò a

sgonfiarsi cantando una canzone triste fino a morire. Dopo quel giorno

Rinoceronte enormemente avvilito decise di tagliarsi il corno ululante, sperando

di incontrare un altro pallone cantante.

Cristian Melchior  

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RAPPATA

Alle dieci e mezza del mattino

Nella savana passava la jeep del safarino

Rinoceronte tranquillo se ne stava

E all’ombra di un gran albero si riposava

La jeep passò

Pallone cadde e su Rinoceronte rimbalzò

Lo annusò e fu così che lo svegliò

A calcio gli insegnò a giocare

E Rinoceronte un torneo con tutta la savana volle organizzare

Rinoceronte sferrò un gran calcio a quel pallone

Che fra due sassi si infilò

Così che Rino di tirarlo fuori tentò

Ma ahimè lo bucò

Da quel giorno Rino il suo corno decise di tagliare

In attesa di incontrare un altro pallone con cui giocare

Cristina Di Giusto  

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ESAGERATA

Erano le dieci, trenta minuti, zero secondi, zero decimi di secondo in punto, ora in

cui quotidianamente nella savana passava una delle jeep dei safari. Rinoceronte

se ne stava tranquillo all’ombra glaciale come quella di un iceberg di un bonsai

spoglio, perché c’era così caldo che anche il sole si scottava. Quando passò la

jeep, Rinoceronte sentì cadere qualcosa che iniziò a rimbalzare verso di lui

facendo tremare la terra. Dileguatosi il veicolo, Rinoceronte si avvicinò allo strano

oggetto, incuriosito e sbalordito iniziò a tirargli pugni e calci, lo annusò e puzzava

come le feci di un brontosauro. Pallone si svegliò, Rinoceronte spaventato fece

un sobbalzo e il suo cuore raggiunse i 3000 battiti al minuto, intanto il pallone

iniziò a lamentarsi urlando tanto da far venire la pelle d’oca ai leoni. Rinoceronte

gli chiese chi era e da dove veniva. Pallone gli disse che veniva da Machu

Picchu e gli insegnò a giocare a calcio. Rinoceronte volenteroso di giocare

organizzò un torneo nella savana invitando tutti gli animali, dal millepiedi, allo

scorpione, al toporagno, all’ippopotamo. La mattina seguente il torneo ebbe inizio

sotto neve e ghiaccio, quando circa a metà partita Rinoceronte preso dalla foga

di riscaldarsi diede un incredibile calcio a pallone che sfiorò la Luna e rimbalzò su

Marte, finì poi per incastrarsi tra due sassi. Rinoceronte accorse subito da lui, gli

chiese scusa, ma il pallone gli rispose: ”prima di chiedermi scusa tirami fuori da

qui“. Rinoceronte chiamò i pompieri, ma poiché dopo tre secondi non erano

arrivati, iniziò allora a spingerlo con forza, quando il suo corno finì per forare

pallone che cominciò a sgonfiarsi fino a morire liberando una nube tossica, che

intasò le narici a Rinoceronte. Dopo quel giorno Rinoceronte asmatico

enormemente avvilito decise di tagliarsi il corno, sperando di incontrare un altro

palloncino pillolino.

Stefano Di Benedetto  

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NEGATIVA

Non erano le 10.30 di notte e neanche le 10.30 mucche e galline che ogni giorno

pascolavano di lì, ma erano le 10.30 di mattina ora in cui non nelle foreste pluviali

e né nelle alte vette dell’Himalaya ma nella savana passava la jeep dei safari e

per fortuna non quella degli stura cessi. Rinoceronte non se ne stava agitato

all’ombra di un albero, ma questa volta era tranquillo, quando la jeep passò

Rinoceronte sentì cadere qualcosa che non rimase fermo, ma rimbalzò verso di

lui. Non quando la jeep era ancora lì ma quando si era già dileguata, Rinoceronte

si avvicinò al non normale oggetto; non spaventato, ma incuriosito iniziò a

toccarlo finché questo non si arrabbiò, ma si svegliò. Rinoceronte non felice, ma

spaventato fece un sobbalzo e il pallone non iniziò né a presentarsi, né a

chiedere dove fosse finito, ma a parlare lamentandosi. Rinoceronte non si

arrabbiò, gli chiese chi era e da dove veniva; il pallone gli rispose, e non gli

insegnò a schiacciare le noci, che gli poteva essere utile e neppure a sciare, ma

gli insegnò a giocare a calcio. Rinoceronte molto entusiasta e volenteroso non di

costruire una discoteca e neanche di fare una gara di ballo, organizzò un torneo

di calcio non invitando solo i simpatici pachidermi, ma invitando tutti gli animali.

Non la notte stessa, ma il giorno dopo il torneo ebbe inizio e non a fine partita,

ma a circa metà, Rinoceronte non preso dalla frenesia, ma dalla foga diede un

gran calcio a pallone che venne scaraventato violentemente e non poté evitare

di finire non tra due scoiattoline carine, ma tra due sassi e si incastrò.

Rinoceronte accorse da lui, gli chiese scusa, poi iniziò non a spingere i sassi, ma

a spingere con forza il povero pallone, quando il suo corno finì per forare pallone

che iniziò a sgonfiarsi fino a morire. Dopo quel giorno Rinoceronte non più felice

come un tempo, ma molto avvilito decise di tagliarsi il corno sempre sperando

non di incontrare Cenerentola e neanche i 7 nani, ma semplicemente un altro

pallone.

Mara Ziraldo  

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GEOMETRICA

Erano le dieci e mezza di un mattino spigoloso, ora in cui quadratamente nella

raggiante savana passava una delle lineari jeep dei geometri. Rinocetondo se ne

stava tranquillo all'ombra dodecagonale di un dodecalbero. Quando la jeep se ne

andò Rinocetondo vide una sfera, iniziò così a misurarla, fino a che la svegliò.

Rinocetondo le chiese chi era e da che prospettiva venisse, sfera così gli

ridisegnò la sua storia e gli insegnò a giocare a calcio. I due amici per le rette

progettarono un torneo, che ebbe inizio la mattina adiacente. Ad un certo punto

Rinocetondo scaraventò sfera tra due prismi, tra i quali si incastrò. Rinocetondo

cercò di liberarla, ma le provocò un foro rotondo di raggio 3,72 cm con il suo

conico corno e così sfera morì. Da quel giorno Rinocetondo trasformò il suo

appuntito corno in un innocuo cilindro il cui volume era di 84,11 cm3.

Verdiana Munini  

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MECCANICA

Erano le rumorose e potenti 10.30 del lamborghismo mattino, ora in cui

quotidianamente nella oliosa savana passava la potente Defender a 6 cilindri dei

safari, guidata da Stig. Da questa Defender cadde un pallone, grande tanto

quanto il turbo di una GTR e sporco tanto quanto una Ranger Rover militare.

Pallone incuriosì il Rinoceronte che riposava sotto lo stand della Suzuki, e dopo

qualche occhiata i due iniziarono a socializzare, e alla fine diventarono amici.

Pallone veniva da una terra dove si giocava a calcio a bordo di autovetture, e

Rinoceronte incuriosito volle imparare a giocare per poi organizzare un torneo.

Qualche tempo dopo organizzarono un torneo dove chiunque poteva partecipare

purchè avesse un’auto. C’erano vari fuoristrada e auto, Rinoceronte scelse una

m3 che grazie alla trazione posteriore gli garantiva un migliore controllo di palla,

mentre gli avversari puntarono più su tipi di auto a trazione integrale. Ad arbitrare

la partita ci pensava Bulbo, assieme al team della sua officina Moretti Albano, e

la sua grande esperienza in motori. A metà partita Rinoceronte preso dalla foga

di 430 cavalli fece incastrare pallone tra due massi, spingendolo. Bulbo provò a

disincastrarlo col suo scavatore Caterpillar, ma finì per farlo scoppiare in mille

bulloni. Da quel brutto giorno pallone non giocò più ad auto calcio, e sotto lo

stand Suzuki aspettò l’arrivo di un nuovo suo amico.

Erik Pellis  

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EPISTOLARE

Bobo – Diulasso, 8 giugno 2013

Caro pallone,

so che sono passati molti anni dal fatidico giorno in cui ho messo fine alla tua

vita, però voglio scusarmi ancora con te, anche se so che non leggerai mai

questa lettera.

Ricordo molto bene il giorno in cui ci incontrammo: eravamo nella savana, erano

le dieci e mezzo del mattino e io riposavo all’ombra di un albero; quando passò la

jeep dei safari, sentii rimbalzare qualcosa verso di me: eri proprio tu!

Mi raccontasti la tua storia e mi insegnasti a giocare a calcio.

La nostra amicizia era perfetta, fino quando non ci venne l’idea di organizzare

quel maledetto torneo di calcio invitando tutti gli animali… io a metà partita preso

dalla foga, ti tirai quel calcio, e così tu cadesti e ti incastrasti tra due rocce!

Allora io in preda al panico per toglierti da lì, ti bucai con il mio corno. Ti giuro

però che non lo feci apposta! Fu un incidente!

Inoltre io da quel giorno enormemente avvilito, mi tagliai il corno!

Ora invece sto aspettando di trovare un altro pallone come te!

Laura Della Vedova  

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TELEGRAFICA

Pallone amico Rinoceronte in savana.

Pallone insegna a Rinoceronte calcio.

Organizzato torneo, Rinoceronte buca e uccide pallone.

Rinoceronte taglia corno.

Alessandro Lizzi  

 

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OSORTIR A

Rinoceronte desiderava rincontrare un altro pallone, però si tagliò il corno, perchè

con esso, cercando di liberare dai sassi il suo amico pallone, l'aveva forato e

quindi ucciso. L'amico si era incastrato tra i sassi, perchè nella savana si stava

giocando una partita di calcio del torneo organizzato da Rinoceronte e pallone,

alla quale potevano partecipare tutti gli animali.

Fu pallone a proporre a Rinoceronte di fare il torneo, lui, inoltre gli insegnò a

giocare a calcio e gli raccontò la sua storia. Si conobbero perchè pallone cadde

dalla jeep di un safari che passava vicino a Rinoceronte, che se ne stava

tranquillo all'ombra di un albero nella savana alle trenta e dieci del mattino.

Verdiana Munini  

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NOIR

Erano le 22.30, i lupi mannari avevano da poco iniziato ad ululare e come ogni

notte passava la jeep dei cannibali, seguita da quella dei safari. Rinoceronte

zombie se ne stava tranquillo all’ombra di un albero, luogo in cui qualche giorno

prima era stato trovato il corpo senza vita di un altro Rinoceronte. Quando passò

la jeep, Rinoceronte zombie sentì uno sparo e vide cadere qualcosa di molto

spaventoso, che iniziò a rimbalzare verso di lui lasciando tracce di sangue sul

terreno. Dileguatosi il veicolo, Rinoceronte si avvicinò allo strano oggetto

insanguinato, incuriosito iniziò a toccarlo, ad annusarlo e a spingerlo finché

questo non si svegliò: sembrava quasi il risveglio di una vecchia mummia.

Rinoceronte spaventato fece un sobbalzo e a questo punto il pallone iniziò a

lamentarsi per il dolore di tutte le ferite. Allora Rinoceronte gli chiese chi fosse e

da dove venisse, il pallone iniziò così a raccontagli la sua cupa e tenebrosa storia

di omicidi e gli insegnò a giocare a calcio morte, in cui la squadra che perde

viene sottoposta ad orribili torture. Rinoceronte entusiasta, ma anche molto

impaurito, organizzò un torneo nelle catacombe, invitando tutti gli animali della

savana che avevano compiuto almeno un reato. La notte seguente il torneo ebbe

inizio, quando circa a metà partita, Rinoceronte preso dalla foga e da un istinto

assassino, colpì violentemente pallone con il suo corno, forandolo. Il pallone

iniziò così a sgonfiarsi e a perdere moltissimo sangue fino a morire. Dopo quel

giorno Rinoceronte enormemente esaltato decise di appuntirsi il corno, sperando

di incontrare un altro pallone per compiere un altro omicidio.

Mara Ziraldo  

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RELIGIOSA

Erano le Sante e Benedette da Cristo, Dio, Papa Pio e la Madonna, dieci e

mezzo del mattino, ora in cui quotidianamente passava la papamobile dei safari

“Prega per Noi”. Don Rinoceronte se ne stava tranquillo a meditare all’ombra di

un ulivo. Quando passò la papamobile, sentì cadere qualcosa che iniziò a

rimbalzare verso di lui gloriosamente. Dileguatosi il sacro veicolo verso la strada

degli inferi, don Rinoceronte si avvicinò beatamente al particoloso oggetto; per

paura che fosse il diavolo, si avvicinò implorando perdono, finché l’oggetto

risorse. Allora il prete Rinoceronte fece un sobbalzo angelico e a quel punto il

pallone iniziò a predicare. Gli iniziò a raccontare il vangelo della sua vita e gli

insegnò catechisticamente a giocare a calcio. Rinoceronte allora

vescovosamente volenteroso di giocare organizzò un torneo di calcio nella

vaticanosa savana.

Durante la partita missionaria Rinoceronte preso dalla sua vocazione sferrò un

gran calcio al pallone. Il pallone ormai crocifisso non poté evitare di essere

giudamente scaraventato tra due apostolici sassi. Prete Rinoceronte, accorse

subito misericordiosamente da lui e, per aiutarlo con carità, con il suo maledetto

corno finì per bucare il Santo Pontefice pallone, che morì; e dopo tre giorni

resuscitò.

Da quel giorno don Rinoceronte enormemente avvilito e miscredente si tagliò il

suo blasfemo corno; aspettando il miracolo di trovare un nuovo pallone cattolico.

Laura Della Vedova  

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SPORTIVA

Era l’inizio del secondo set di un mattino olimpionico, ora in cui quotidianamente

come un arbitro pignolo passava la jeep dei raccattapalle. Rinoceronte

pallavolista se ne stava tranquillo a palleggiare all’ombra di una rete da

pallavolo. Quando passò la jeep, veloce come una palla calciata da El

Shaarawy, Rinoceronte sentì rimbalzare a terra qualcosa che si avvicinò

sprintando verso di lui. Dileguatosi il veicolo, Rinoceronte si avvicinò allo strano

oggetto, incuriosito iniziò a usarlo come palla da tennis, finché questo non si

svegliò. Rinoceronte tennista spaventandosi per il risveglio del pallone fece una

battuta che finì per colpire una giraffa che passava di lì. Allora la giraffa e il

pallone iniziarono a lamentarsi. Rinoceronte tennista, chiese a pallone chi era e

da dove veniva, questo rispose che era un personal trainer e che veniva da una

palestra del Bangladesh. Il pallone iniziò così a raccontagli la sua carriera

sportiva, parlandogli di tutti i riconoscimenti che aveva ricevuto, inoltre insegnò a

Rinoceronte a praticare molti sport come il calcio, il nuoto, il basket, il tennis, la

pallavolo, il pattinaggio, l'atletica ecc... Ma Rinoceronte rimase colpito solo da

uno: il polo. Entusiasta e volenteroso, Rinoceronte, organizzò un torneo di polo,

invitando tutti gli sportivi della savana. La mattina seguente il torneo ebbe inizio,

quando circa a metà partita, Rinoceronte sferrò un gran colpo a pallone che finì

per scontrarsi su due arbitri imbufaliti. Rinoceronte accorse subito da lui, ma i

due arbitri stavano picchiando pallone, Rinoceronte iniziò a dividere i tre con la

forza di un pugile, finché per sbaglio bucò pallone, che morì davanti ai suoi

occhi. Da quel giorno, Rinoceronte enormemente avvilito per la sconfitta e per la

morte del campione, decise di tagliarsi il corno, sperando di trovare tra un

campionato e l’altro un personal trainer capace di insegnare come pallone.

Mara Ziraldo  

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CON LA A

Arano le diaci a mazza dal mattina, ara in cai quatidianamanta nalla savana

passava, la jaap dai safara. Rinacaronta sa na stava tranquilla all’ambra di un

albara. Quanda passà la jaap rinacaranta santì a cadara qualcasa cha inizià a

rimbalzara varsa da lai. Dilaguatasi il vaicala rinacaranta si avvicinà a quasta

strana aggatta. Incariasita inizià a taccarla, ad annasarla, a spingarla fina a

quanda quasta nan si svaglià. Rinacaranta faca un sabbalza, a quasta panta

pallana inizià a lamantarsi. Rinacaranta gli chiasa da dava pravaniva; pallana

inizia a raccantargli la sua staria a gli insagnò a giacara a calcia. Rinocaranta

antusiasta arganizza an tornao nalla savana anvitanda tatti gli animala. La

mattana saguanta il tarnao abba inizia, quanda a circa matà partata renocaranta

prasa dalla faga sferrà un gran calcia a pallana, cha scaraventata nan patà nan

finira tra dua sassi a incastrarsa. Ranocaranta accarsa da lai a gli chiasa scasa,

ma pallana gli rispasa: prima di chiadarmi scasa tirama fuara da qua.

Rinacaranta inizià a spingarla can farza fina a quanda il sua carna non bacò il

pallana cha inizià a sganfiarsa fina a marire. Dapa qual giarno rinacaranta si

taglià il carna sparando di ancontrara un’altra pallana.

Luca Marcuzzi  

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ALBANESE

Ishte ora dhjete e qysem e mengjezit, ora ku cdo dite ne savana kalonte nje nga

xhip-et e safarit. Rinoceronti rrinte i qete ne hijen e nje peme. Kur kaloi xhip-i,

Rinoceronti degjoj te binte dicka qe filloi te levizte drejte tij. Kur makina u largua

Rinoceronti u afrua te objekti i cuditshem; kurioz filloi ta prek, ta nuhase dhe ta

shty deri sa ky nuk u zgjua. Rinoceronti i trembur u perplase dhe ne kete pike

topi filloi te ankohet. Rinoceronti e pyeti se kush ishte dhe nga vinte; topi filloi ti

tregonte historine e tij dhe i mesoi te luanin futbolle. Rinoceronti entuziaste dhe i

gatshem per te luajtur organizoi nje turne ne savane ftoi te gjithe shoket te

nesermen turneo filloi, rrethe gjysmes se ndeshjes, Rinoceronti nga entuziasmi i

dha nje gjuajte te madhe topit. Topi i hedhur me dhune perfundoi duke u

ngecure mese dy gureve. Rinoceronti vrapoi menjeher tek ai, i kerkoi te falur

por topi iu pergjigj: “perpara se te me kerkosh te falur me nxire qe ketu“.

Rinoceronti filloi ta shtynte me force, kur briri i ti perfundoi duke

e shpuar topin qe filloi te shfryhej deri ne vdekje. Pas asaj dite Rinoceronti

i merzitur vendosi te prese bririn, duke shpresuar te takoje nje tjeter top.

Kristjan Ndoni  

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FRIULANAMENTE

A erin lis dîs e mieze devant misdì, orari tal cuâl ogni dì te savane a passave une

jeep dai safaros.

Rinoceront al steve cidin cidin te ombrene di un morâr.

Cuant che a passe une jeep, Rinoceront al sintì colà alc che a tache a rimbalzà

cuintri di lui.

Cuant che il machinari al si ere dileguât, Rinoceront al è lât dongje all'imprest.

Curioset al tache a menâlu,a nasâlu,a sburtâlu fin a sveâlu.

Rinoceront spaventât al fa un salt e il balon al tache a lamentâsi,e plui tart a si

contin i lôr pecjôs.

Il balon al tache a insegnijai a zuiâ di calcio, alore la bestie a organize un torneo

cun ducj i animai.

A metât de partide, Rinoceront dut emozionât al tire il so amì balon tra doi claps.

Rinoceront al sbuse il balon e dut sbarlufît dal dolôr a si tae il cuar cu la sperance

di cjatâ un gnûf balon.

Alessandro Lizzi  

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A INSULTI

Erano le dieci e mezza dello scemino mattino, ora in cui nella stupida savana

passava una delle merdose jeep dei safari. Rinoceronte panzone se ne stava

tranquillo a cazzeggiare all’ombra di un brutto albero. Quando passò la jeep,

Rinoceronte ciccione sentì cadere qualcosa di caccoso che iniziò a rimbalzare

verso di lui. Dileguatosi il veicolo, Rinoceronte si avvicino all’oggetto; incuriosito

iniziò a calciarlo e a gridargli “pallone cagone”, finché questo non si svegliò.

Rinoceronte spaventato fece un sobbalzo e pallone disse “Rinoceronte

cagasotto perché mi hai svegliato? Brutto pezzo di grasso?”. Rinoceronte gli

chiese “chi cazzo sei e da che schifo vieni?”, il pallone così iniziò a raccontargli

la sua pallosa storia e gli insegnò a giocare a calcio. Rinoceronte pedeone

entusiasta e volenteroso di giocare, organizzò un torneo nella savana invitando

tutti gli animali. La mattina seguente il torneo ebbe inizio, quando circa a metà

partita, Rinoceronte obesone preso dalla foga caccosa sferrò un gran calcio al

pallone. Pallone scaraventato violentemente non poté evitare di finire tra due

puttanissimi sassi e incastrarsi. Rinoceronte accorse subito da lui, gli chiese

scusa, ma il pallone disse “Tirami fuori da qui!”. Rinoceronte trippone iniziò a

spingerlo con forza, quando il suo corno finì per forare pallone che iniziò a

sgonfiarsi bestemmiando fino a morire. Dopo quel giorno Rinoceronte

bulimicamente avvilito decise di tagliarsi il corno assassino, sperando di

incontrare un altro pallone cagone.

Cristina Di Giusto  

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MINACCE

Erano le 10.30 del mattino, ora in cui quotidianamente passava la jeep dei

famosi safari “non interrompete o vi spacco le dita del naso”, mentre Rinoceronte

se ne stava tranquillo a minacciare di spaccare la macchina fotografica a tutti i

visitatori che passavano con la jeep. Dileguatosi il veicolo Rino stava per

minacciare quello strano oggetto caduto da esso, ma quando stava per dire la

prima parola venne interrotto dal pallone che urlò minaccioso: “Minchia vuoi?

non toccarmi o ti spacco le zampe!” Rinoceronte spaventato dalle brutali parole

del pallone cominciò a chiedergli gentilmente:”Da dove cavolo vieni? chi sei e

cosa fai? Guarda che se non me lo dici ti rompo la valvola”. Così dicendo

pallone riuscì a imparare il gioco del calcio dopo molti: “non insegnare a me

come si gioca o ti tolgo le unghie” o “se non la smetti ti buco col mio corno

affilato”! Rinoceronte entusiasta di giocare a calcio incominciò ad invitare tutta

quanta la savana, minacciando chiunque non venisse di distruggergli la tana.

All’alba del giorno seguente, Rino infuriato perché aveva dovuto distruggere

molte e molte tane, riuscì finalmente ad iniziare il torneo.

A metà partita, dopo aver più volte minacciato gli avversari di morte sicura e

atroce, Rinoceronte preso dalla foga sferrò un gran calcio a pallone che non

poté che finire tra due sassi. Quando il pachiderma si avvicinò al pallone gli

disse: “Se non mi dici subito come stai ti faccio male!”, ma pallone contrattaccò

subito Rino dicendogli: “Se non mi liberi subito da qui ti emetto una flatulenza

dritta in faccia!” Allora il pachiderma impaurito cercò in tutti i modi di liberare

pallone, ma per puro sbaglio lo trafisse col corno uccidendolo.

Da quel giorno Rinoceronte si tagliò il corno e la smise di minacciare la gente.

Matteo Marcuzzi