TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata...

99
0 Politecnico di Milano Scuola di Architettura e Società Corso di Studi in Progettazione dell’Architettura Sostenibile a.a. 2010_2011 TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI PER UNA GESTIONE SOSTENIBILE DELLO STAGNONE DI MARSALA Chiara Agosti – matricola 750795 Relatore: prof. Elena Mussinelli Correlatori: dott. Gianmatteo Martinelli arch. Raffaella Riva 21 dicembre 2011

Transcript of TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata...

Page 1: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

0

Politecnico di Milano Scuola di Architettura e Società

Corso di Studi in Progettazione dell’Architettura Sostenibile a.a. 2010_2011

TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI PER UNA GESTIONE SOSTENIBILE DELLO STAGNONE DI MARSALA

Chiara Agosti – matricola 750795 Relatore: prof. Elena Mussinelli

Correlatori: dott. Gianmatteo Martinelli arch. Raffaella Riva

21 dicembre 2011

Page 2: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

1

Indice

pag. 04 Premessa pag. 09

1. La sostenibilità nel progetto ambientale

pag. 09 1.1 Quadro d’insieme: scenario sostenibilità

pag. 13

1.2 Sostenibilità ambientale: il paesaggio come contesto di progetto

pag. 18 1.3 Sostenibilità energetica: energie rinnovabili e sviluppo del territorio

pag. 20

1.4 I rischi della sostenibilità

pag. 24 2. Il rapporto fra politiche e progetti

pag. 24

2.1 Energia e tutela ambientale: politiche adottate, normative incentivi nello scenario internazionale e locale

pag. 33

2.2 Casi studio

pag. 42 2.3 Bando di concorso

Page 3: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

2

pag. 47 3. Lo Stagnone di Marsala come luogo per un sperimentazione di gestione sostenibile

pag. 47 3.1 Metodo di analisi pag. 49 3.2 Sicilia occidentale e Marsala Città-Territorio pag. 54 3.3 Quadro programmatico pag. 63 3.4 Stagnone: un paesaggio tra tutela e fruizione pag. 73 3.5 Esito dell’analisi: potenzialità e criticità dello Stagnone

pag. 77

4. Progetti per una gestione sostenibile dello Stagnone pag. 77 4.1 Metodo di progetto pag. 76 4.2 Strategie

pag. 81 4.3 Linee guida pag. 84 4.4 Approfondimenti progettuali

pag. 90 4.5 Energia e marcatore del percorso

pag. 94 Conclusioni

Page 4: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

3

pag. 95 Bibliografia

Indice tavole Tavola 01 Potenzialità e criticità

Tavola 02 Energia dal vento: il paesaggio dei mulini

Tavola 03 Strategia – Punti di forza e connessioni

Tavola 04 Strategia - Masterplan

Tavola 05 Approfondimento 1 - 2

Tavola 06 Approfondimento 3 -4

Tavola 07 Approfondimento 5

Tavola 08 Approfondimento 6 - 7

Tavola 09 Approfonfimento 8 - 9

Page 5: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

4

Tavola 10 Marcatore del percorso

Tavola 11 Marcatore del percorso

Page 6: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

5

Premessa La tesi affronta il tema della progettazione ambientale e della valorizzazione paesaggistica proponendo un modello di sviluppo sostenibile ed energeticamente autosufficiente, in un contesto locale ad alta naturalità. Lo scenario col quale ci si andrà a confrontare è una Riserva Naturale, in cui, accanto al soddisfacimento dei bisogni sociali ed economici legati alla fruizione del luogo, si trova un paesaggio suggestivo ricco di naturalità e storia, da preservare nella sua integrità e che ha il ruolo di scenario per le attività che vi si svolgono ma soprattutto ricopre il ruolo di fornitore di opportunità e ricchezze senza le quali non vi sarebbe alcun tipo di sviluppo. Il binomio sviluppo e conservazione di valori locali implica l’avvio di strategie che rispondano ai criteri di sostenibilità ambientale, economica, sociale e gestionale. Questo tipo di approccio assume particolare importanza nei contesti minori in cui devono essere consentiti usi differenti dell’area, nel rispetto dei valori ambientali. L’esistenza della Riserva Naturale non deve escludere la possibilità di interventi progettuali, bisogna orientare la progettazione verso aree e modalità di intervento che non arrecano danno al sistema ma al contrario lo valorizzano, per non cadere nell’immobilismo dei vincoli di tutela. Solo in questo modo si può pensare a forme di fruizione sostenibili coniugate con la tutela e la valorizzazione delle risorse locali. La tesi propone quindi un metodo di approccio progettuale e gestionale fatto di interventi poco invasivi, reversibili e che contribuiscano a valorizzare l’identità del luogo. L’occasione per la sperimentazione progettuale è derivata dal concorso indetto da GSE, ENEA e Marevivo con la collaborazione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare “Sole vento e mare. Energie rinnovabili e paesaggio”. Il concorso richiede l’ideazione di un sistema di gestione sostenibile di uno specifico contesto territoriale di libera scelta, limitatamente alle aree marine protette o isole minori italiane. In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1, ha portato ad individuare l’area dello Stagnone come contesto della sperimentazione progettuale richiesta dal bando.

1 La redazione Piano Strategico denominato “Marsala 2020 – Città Territorio” è stata affidata nel 2010 dal Comune di Marsala (TP) all’ATI costituita tra Centro Studi PIM di Milano (capogruppo), Avventura Urbana Srl di Torino, Eures Group Srl di Marsala, Itinera Lab Srl di Marsala. Il Centro Studi PIM si avvale della consulenza scientifica del Dipartimento BEST, l’Unità di Ricerca “Governance, progetto e valorizzazione dell’ambiente costruito” del Dipartimento di Scienza e Tecnologie dell’Ambiente Costruito del Politecnico di Milano, coordinata da Fabrizio Schiaffonati ed Elena Mussinelli.

Page 7: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

6

Il Piano Strategico è uno strumento di programmazione per affrontare la sfida del futuro della città in termini di gestione sostenibile delle risorse. La necessità di uno strumento che coordini le risorse presenti sul territorio nasce dall’esigenza espressa della Pubblica Amministarzione e fortemente sentita dalla cittadinanza di individuare e valorizzare gli ambiti strategici per il futuro della città. In primo luogo i temi dell’ambiente e del territorio, nella duplice valenza di risorsa potenziale per lo sviluppo e la diversificazione dell’economia locale ma anche come presupposto per incrementare la qualità della vita degli abitanti. Il progetto per lo Stagnone si inserisce nel Piano per dare risposta alla necessità di cura e riqualificazione dell’ambiente e del paesaggio e al bisogno di legare l’identità della città ad un consolidamento del proprio profilo culturale, sia attraverso il suo patrimonio storico materiale e immateriale sia attraverso una maggiore presenza di occasioni culturali per i cittadini e i turisti. La prima parte della tesi propone una riflessione sul tema più generale della sostenibilità nel progetto ambientale. La società contemporanea è soggetta a rapida trasformazione, cambiano i bisogni e la domanda abitativa a cui occorre dare soddisfacimento, occorre operare un inversione di tendenza rispetto allo sfruttamento del recente passato, prendendo atto che questo ha portato spesso a mettere in secondo piano la tutela dei paesaggi in cui viviamo, fino ad un loro sfruttamento incontrollato e disinteressato. È necessario reimpostare la pianificazione e la progettazione delle strategie di conservazione, valorizzazione, riqualificazione di paesaggi attraverso prospettive innovative che considerano il genius loci centrale per ogni azione sul territorio. Di fondamentale importanza è dunque legare il paesaggio agli abitanti, al valore che essi attribuiscono al loro ambiente di vita e che stimola la ricerca di appropriazione degli spazi, di costruire nuovi contesti e di condivisione di valori e di bisogni. Come sottolinea la Convenzione Europea del Paesaggio bisogno prioritario è quello di far convivere in modo sostenibile i bisogni sociali e l’ambiente in cui viviamo, senza che i primi vadano ad alterare i delicati equilibri dei territori. Il cambiamento gestito in modo sostenibile comprende l’inclusione della considerazione del tema energetico. Il problema energetico è evidente a partire dal livello globale delle emissioni climalteranti, la progettazione di un sistema energetico non inquinante alla scala locale è un contributo alla riduzione delle emissioni globali ma è soprattutto un apporto alla salvaguardia dell’ecosistema locale e potenzialità per la valorizzazione delle risorse dell’area. L’intraprendere una progettazione sostenibile significa quindi non trattare i paesaggio come supporto tecnico della progettazione e nemmeno cadere in vincoli immobilistici. L’ambiente e il paesaggio sono concetti che evolvono e si devono formare insieme valorizzandosi a vicenda. L’importanza di intraprendere strategie sostenibili è evidente nel quadro programmatico internazionale di riferimento, si vedano le Conferenze delle Nazioni Unite sull’Ambiente Umano, a partire da quella di Stoccolma del 1972, e gli accordi internazionali in materia di provvedimenti energetici come il Protocollo di

Page 8: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

7

Kyoto e successivi sviluppi, e provvedimenti di tutela ambientale, come le direttive per la protezione dei siti della Rete Natura 2000. L’intraprendere un progetto di gestione sostenibile avviene su tre livelli: azioni di sistema, piani territoriali, e progetti di architettura. Nella seconda parte della tesi vengono individuate per lo Stagnone una serie di azioni in grado di mettere a sistema le risorse locali, inserendosi in un piano di riqualificazione alla scala più vasta (il progetto si inserisce tra i progetti del Piano Strategico della Città di Marsala) e proponendo una serie di interventi alla scala architettonica per la riqualificazione dei punti strategici del sistema. Il punto di partenza è stata l’analisi dell’area alle diverse scale, utili alla definizione del profilo dell’area e della conoscenza del più ampio sistema di inserimento, a partire dalla messa a sistema di ricerche e progetti avviati dal Piano Strategico2. Il comune di Marsala presenta un’offerta culturale, varia e articolata, la città possiede un ricco patrimonio archeologico museale, monumentale e naturalistico ma le carenze sono evidenti soprattutto in termini di organizzazione dei servizi e fruizione del territorio. Si sottolinea quindi la necessità di mettere in campo una prospettiva più ampia che riesca a cogliere il ruolo strutturale dei servizi nella determinazione dello sviluppo urbano. La prossima fase di elaborazione del Piano Strategico prevede dei Laboratori progettuali che approfondiscono questi temi, in particolare il progetto dello Stagnone si potrà inserire nel progetto di riqualificazione del waterfront marsalese. I progetti già in corso interessano per lo più la zona urbana centrale di Marsala, l’aggiunta del progetto dello Stagnone completa la riqualificazione dell’intero waterfront aggiungendo la valenza naturalistica all’insieme degli interventi in progetto. Lo Stagnone in questo modo fa da cerniera per il collegamento con Trapani. Tutte le informazioni necessarie per avere un quadro dello Stagnone sono state ricavate da ricerche bibliografiche ma soprattutto attraverso sopralluoghi e il confronto diretto con gli attori locali, ognuno portatore in un interesse differente. Tutte queste persone si sono dimostrate disponibili e favorevoli a un progetto di valorizzazione e messa a sistema delle risorse dello Stagnone. Lo Stagnone è un suggestivo paesaggio disegnato da secoli di storia e lavoro dell’uomo in cui si trovano molteplici risorse e opportunità, in cui cercano di convivere simultaneamente l’esigenza di fruizione e la necessità di tutela, senza però trovare una reale sinergia. Nello Stagnone si possono individuare quattro sistemi: il sistema naturalistico, il sistema della fruizione del mare, il sistema dell’archeologia, il sistema delle saline.

2 Le informazioni sono state estrapolate dalla Restituzione dei Tavoli di Lavoro con la partecipazione di cittadini e attori locali e dal Documento Intermedio del Piano Strategico, consultabili dal sito www.pianostrategicomarsala.net

Page 9: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

8

Questo rappresenta una grande ricchezza per il luogo poiché consente un fruizione abbondante e diversificata, il problema però è che i quattro ambiti non comunicano tra di essi. In particolare se si considera il sistema naturalistico questo fa solo da sfondo al resto delle attività presenti. L’offerta culturale dei quattro sistemi è ricca e diversificata ma la cultura locale ha portato negli anni a sviluppare questa forma di individualismo che può diventare potenzialità nel momento in cui i molti attori presenti sul luogo sono spinti a impegnarsi in prima persona, con le proprie risorse, a metterle in rete, in un clima di cooperazione piuttosto che di competizione. Una grande potenzialità è rappresentata dal paesaggio delle saline, così suggestivo è uno dei principali attrattori dell’area ma nella realtà solo il Museo del Sale fa da punto focale. Soprattutto sull’Isola Lunga, ma in numero minore anche in alcune zone sulla costa, esistono molti edifici abbandonati, per lo più legati all’attività delle saline. Essi già di per sé hanno valore di testimonianza materiale ma se recuperati acquisiscono il valore aggiunto di ospitare quelle funzioni al servizio pubblico di cui l’area è carente. Individuate le potenzialità e le criticità di primaria importanza si è rivelato essere il binomio tutela e valorizzazione: l’obiettivo che deve sottendere ad ogni azione progettuale è il garantire la tutela del paesaggio della Riserva Naturale mettendo nello stesso tempo in evidenza le caratteristiche peculiari dell’area in un’ottica di valorizzazione delle risorse e massima fruizione del luogo. La strategia fondamentale è quella di proporre un percorso via terra e via mare in grado di collegare tutti i punti del sistema, che diventano i nodi attrattori e di concentrazione della fruizione. Lungo tutto il percorso viene realizzato un oggetto posto a intervalli lungo l’intero percorso. Questo oggetto ha la funzione di marcatore del percorso e della fruizione. La facile raggiungibilità di questo percorso ha inoltre l’obiettivo di promuovere forme di mobilità sostenibile. Le tappe raggiungibili mediante questo percorso appartengono ai quattro sistemi individuati e a seconda della loro vocazione vengono attrezzate con funzioni di arricchimento dell’offerta culturale, servizi a sostegno e incentivazione di forme di fruizione sostenibile e punti di sosta e incontro attrezzati. Le strategie individuate trovano applicazione in alcune aree di approfondimento progettuale, in cui vengono recuperati gli edifici dismessi mediante l’inserimento di funzioni compatibili coi manufatti e col contesto e che risultano necessarie per completare il sistema della fruizione dello Stagnone e in cui anche lo spazio pubblico all’esterno dei manufatti viene recuperato come luogo di incontro e socializzazione, con contributo alla valorizzazione dei luoghi. In particolare per quanto riguarda i mulini essi diventano i nuovi produttori di energia per rendere autosufficiente lo Stagnone, insieme ad altri micro interventi per l’autosostentamento energetico come il mini eolico integrato nei marcatori.

Page 10: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

9

La proposta progettuale è quella di un metodo per una gestione a livello locale delle risorse disponibile ma che sia in grado allo stesso tempo di innescare anche nel privato una serie di comportamenti virtuosi. Il progetto per lo Stagnone si inserirà nel quadro di progettualità del Piano Strategico, che verranno approfondite nei prossimi mesi attraverso i Laboratori tematici. Il progetto mira in particolare a diventare uno dei progetti pilota per la riqualificazione del waterfront marsalese.

Page 11: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

10

1. La sostenibilità nel progetto ambientale 1.1 Quadro d’insieme: scenario sostenibilità La società attuale è soggetta a rapida trasformazione, evolve, cambiano i bisogni e ad essi occorre dare soddisfacimento prendendo atto che questo ha portato spesso a mettere in secondo piano la tutela dei paesaggi in cui viviamo, fino ad un loro sfruttamento incontrollato e disinteressato. Per evitare il perseverare di questi comportamenti è necessario reimpostare la pianificazione e la progettazione delle strategie di conservazione, valorizzazione, riqualificazione dei paesaggi attraverso prospettive innovative che, in alternativa alla considerazione settoriale delle diverse dimensioni di una stessa realtà, pongano attenzione in modo integrato e sistemoco oltre alla componente naturale, a quella antropico-culturale e percettivo-formale. Significa porre una nuova attenzione allo “spessore dei paesaggi”3, anche in ambiti molto ristretti, attraverso analisi e proposizioni progettuali che considerano il genius loci centrale per ogni azione sul territorio. La conoscenza profonda dei processi di trasformazione dei luoghi diventa supporto nell’impostare nuove organizzazioni richieste dal mutare dei tempi e dei modi di vita, nella consapevolezza che se il paesaggio vive e muta continuamente, ogni trasformazione deve rispondere a criteri di compatibilità e sostenibilità, con la morfologia e l’assetto dei luoghi, con la storia che ha determinato quell’aspetto e con le evoluzioni ipotizzabili, soprattutto in rapporto alla vita e al lavoro degli uomini che fruiscono e fruiranno quei luoghi. La stessa Convenzione Europea del Paesaggio, aperta alla firma a Firenze nell’ottobre 2000, pone in evidenza la volontà di legare il concetto di paesaggio agli abitanti, alla “percezione”4 del valore che essi hanno verso il loro ambiente di vita e stimola la ricerca di appropriazione degli spazi, di costruire nuovi contesti e di condivisione di valori e di bisogni. Desiderio prioritario è quello di far convivere in modo sostenibile i bisogni sociali e l’ambiente in cui viviamo, senza che i primi vadano ad alterare i delicati equilibri dei territori. Per perseguire questa strada vanno individuate le tematiche della sostenibilità come obiettivo strategico nelle scelte progettuali, secondo le differenti categorie di intervento e alle varie scale di azione. La sostenibilità viene definita ufficialmente per la prima volte nel rapporto Brundtland5 nel 1987: “L’umanita ha la possibilità di rendere sostenibile lo sviluppo, cioè di far sì che esso soddisfi i bisogni dell'attuale generazione senza compromettere la capacità di quelle future di rispondere al loro.” 3 A.Giachetta, A. Magliocco, Progettazione sostenibile, dalla pianificazione territoriale all’ecodesign, Carocci editore, Roma 2007 4 Convenzione Europea del Paesaggio, Firenze, 2000, art.1 "Paesaggio" designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”. 5 Our common future, rapporto della Commissione Mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo dell’ONU, 1987

Page 12: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

11

Il tema della sostenibilità è strettamente connesso al concetto di sviluppo, che per definizione non rappresenta uno stato ma un processo continuo che richiama le dimensioni fondamentali e inscindibili dell’ambiente, dell’economia e della società. Sviluppo sostenibile è dunque quello in grado di sostenere nel corso del tempo la riproduzione del capitale territoriale composto da capitale economico, umano/sociale e naturale. Se si considerano le dimensioni fondamentali dello sviluppo, quest’ultimo diventa sostenibile nel momento in cui le dinamiche economiche e sociali delle moderne economie siano compatibili con il miglioramento delle condizioni di vita e la capacità delle risorse naturale di riprodursi. Ne deriva dunque che il perseguimento dello sviluppo sostenibile dipende dalla capacità di gestire nel tempo le interconnessioni tra economia, società e ambiente. Trasversalmente a questi tre ambiti si aggiunge una quarta dimensione della sostenibilità: la sostenibilità energetica, esigenza che nasce dal problema globale della riduzione delle emissioni climalteranti. È di fondamentale importanza evidenziare come tali ambiti siano interrelati tra di loro da un molteplicità di connessioni e pertanto devono rientrare in una visione sistemica in cui alla base viene posta la dimensione ambientale che, in quanto contesto di vita, deve svolgere un ruolo fondamentale di supporto anche alla dimensione economica e sociale. La sostenibilità ambientale assume quindi un ruolo prioritario, soprattutto quando lo scenario di confronto è un’area tutelata, in cui accanto alla soddisfazione di bisogni sociali ed economici legati alla fruizione del luogo bisogna preservare la naturalità del luogo, la storia in esso stratificata e le attività che vi si svolgono in quanto elementi dal ruolo attivo di fornitori di opportunità e ricchezze, senza le quali non vi sarebbe alcun tipo di sviluppo. Il perseguimento della sostenibilità ambientale consente di assicurare per il paesaggio la tutela e la valorizzazione mediante azioni di gestione delle opportunità che offre. Le numerose attività presenti in progetto richiedono un costante consumo di energia, la sempre maggior richiesta è un problema che si riscontra a livello mondiale ma è la pianificazione a livello locale il punto di partenza per una risoluzione del problema. Tutto ciò è ancora più valido in un contesto così delicato come le aree protette in cui l’infrastrutturazione e l’insediamento di impianti per la produzione di energia hanno impatti immediati in termini di inquinamento e alterazione degli equilibri eco sistemici. La sostenibilità energetica è una condizione prioritaria che implica la necessità di elaborare forme di approvvigionamento alternative, che abbiano origine da ciò che offre il luogo e rinnovabili. Questo le porta ad essere sostenibili dal punto di vista economico, ambientale e di accettazione sociale. Si vuole poi concepire questo modo di produrre energia come nuova potenzialità per il territorio, come elemento qualificante del paesaggio in esame, con l’obiettivo di farlo diventare energeticamente autosufficiente. Sostenibilità ambientale come priorità per la tutela e la valorizzazione Le strategie generali di conservazione del patrimonio naturale debbono trovare riferimento nell’integrazione di politiche che sappiano cogliere e valorizzare la complessità dei territori e in modo particolare quelli a elevata

Page 13: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

12

naturalità. La necessità di strategie integrate per la gestione dei territori trova riscontro nella considerazione che una efficace “manutenzione” del territorio non potrebbe essere perseguita senza l’attivazione di dinamiche economiche e sociali connesse da un alto alle attività tradizionali, dall’altro alle più opportune forme di fruizione sociale delle risorse. Una seconda condizione di praticabilità della suddetta strategia riguarda i tempi. Molte delle azioni di gestione degli ecosistemi richiedono tempi medi o lunghi per dare risultati consistenti, mentre le esigenze delle comunità locali hanno spesso carattere di urgenza o comunque devono trovare soddisfazione in tempi relativamente brevi. Una efficace strategia di gestione dovrebbe quindi saper conciliare le esigenze di breve termine con i tempi più lunghi richiesti dai sistemi naturali. Le strategie di gestione relative alle aree protette dovrebbero mirare alla tutela dei valori naturalistici, paesaggistici e ambientali, alla conservazione attiva, alla riqualificazione e alla valorizzazione degli ecosistemi. Questo significa porre attenzione alla componente naturale in relazione a quella socio-culturale e storico-architettonica e formale-visuale, per poter garantire una fruizione compatibile con l’ecosistema e con le esigenze dell’utente. Per ogni intervento bisogna tener presente che la distruzione e frammentazione degli ambienti naturali per cause antropiche figurano tra i fattori principali che, a livello globale, portano all’estinzione di popolazioni e specie, con conseguenze spesso irreversibili sugli ecosistemi. L’ambiente non deve rappresentare solamente un serbatoio di risorse da sfruttare indiscriminatamente ma deve essere gestito come importante testimonianza a cui attingere per intervenire con conoscenza e coerenza. L’attenzione in questo senso nasce in conseguenza all’erosione del patrimonio territoriale che ha caratterizzato il Novecento. Il secolo appena trascorso è stato teatro di profonde trasformazioni che in poco tempo si sono estese su vaste porzioni di territorio, si sono contraddistinte dall’essere spesso irreversibili e rispetto alle quali la possibilità di evoluzione verso forme di equilibrio risultano fortemente ridotte. Le cause sono molteplici: “il dominio delle funzioni economiche, l’immobilismo del vincolo, il non tenere conto delle tendenze innovative, in materia di paesaggio, di rilevanza internazionale e della lezione della storia e della cultura dei singoli luoghi”6. La conoscenza profonda dei processi di trasformazione dei luoghi diventa supporto nell’impostare nuove organizzazioni richieste dal mutare dei tempi e dei modi di vita, nella consapevolezza che ogni trasformazione deve rispondere ai criteri di compatibilità e sostenibilità con la morfologia e l’assetto dei luoghi oltre che con la storia passata e le evoluzioni future. La pianificazione deve essere caratterizzata da un approccio multidisciplinare e supportata da nuovi elementi di conoscenza e valutazione relativi alla conservazione, fruizione e valorizzazione dell’ambiente naturale (aria, suolo, sottosuolo, flora, fauna, risorse). Azioni attuate con verifica preliminare dei caratteri salienti del territorio, criticità da mitigare ed emergenze da salvaguardare, e delle ripercussioni sull’ambiente delle politiche di gestione.

6 A.Magnaghi, Il progetto locale, ed. Bollati Boringhieri, Torino, 2000

Page 14: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

13

Le trasformazioni non studiate modificano e danneggiano i caratteri morfologici e biologici originali, creando forti scompensi ambientali e paesaggistici talvolta irreversibili. Le conseguenze sono più o meno gravi, perdita di suolo, desertificazione, frane, alluvioni coinvolgono in maniera sempre più frequente e con maggiore intensità il nostro territorio, causando danni incalcolabili sia economico sociali che in termini di vite umane. Tali affermazioni non devono però essere intese come un utopistico messaggio di “fondamentalismo ambientale”, non si può tornare indietro, non è pensabile oggi, nell’attuale quadro economico e sociale, poter immobilizzare lo stato dei luoghi senza prevederne lo sviluppo, ma è anche vero che la conoscenza delle problematiche e peculiarità territoriali consente di programmare interventi sul territorio coerenti con il mantenimento degli equilibri ambientali o volti alla mitigazione dei rischi. È a partire dalla fine degli anni ottanta che la difesa del suolo, intesa proprio come mitigazione del rischio idrogeologico,sismico, vulcanico e di prevenzione dei danni ambientali entra a far parte della programmazione territoriale. Nella pianificazione territoriale la conoscenza delle criticità geologiche, morfologiche e ambientali costituisce il punto di partenza del processo cognitivo che, passando per l’individuazione delle vocazioni del territorio, conduce alla formazione di strumenti finalizzati al perseguimento delle scelte gestionali e socio-economiche sostenibili con l’ambiente e con il territorio. Si rivela necessario che gli studi interdisciplinari costituiscano un reale momento decisionale di confronto volto alla definizione di scelte di gestione territoriale nel rispetto delle limitazioni derivanti dalle caratteristiche geo-morfologiche e di valorizzazione delle emergenze geologiche e vegetazionali. Sostenibilità energetica come potenzialità di sviluppo I trend globali odierni di domanda e offerta di energia mostrano criticità dal punto di vista ambientale, economico e sociale e dunque non è inverosimile affermare che uno sviluppo sostenibile sarà possibile solo se si saprà effettuare una rapida trasformazione verso approvvigionamenti energetici a basso contenuto di carbonio, efficienti e rispettosi dell’ambiente. Quando si pensa alle energie rinnovabili vengono subito alla mente parchi fotovoltaici, campi eolici, pannelli solari, biomassa ma questi tipi di impianti spesso non sono connessi tra loro né tantomeno a un sistema di scala territoriale. Questi sistemi sono quindi davvero sostenibili per il territorio? Hanno un ruolo nella fruizione e conseguente gestione delle aree? Sono connesse tra di loro o finalizzate ad un auto consumo privato? È necessario trovare una innovativa connessione tra territorio e produzione di energia che assicuri una tutela integrata e sostenibile, in cui la costante collaborazione e sinergia tra enti pubblici, privati e strutture di ricerca diventa la chiave per produrre nuove strade per lo sviluppo sostenibile. Perché la gestione del cambiamento avvenga in termini non dannosi per il paesaggio è necessario individuare una rete di relazioni più ampie, che coinvolga tutti i livelli di azione, dalla pianificazione territoriale ai progetti puntuali. Si deve innescare una rete di interazioni tra tutti gli ambiti interessati e le attività presenti.

Page 15: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

14

Si vuole quindi gestire il cambiamento in modo interdisciplinare e dinamico, coinvolgendo più attori, in modo che il nuovo sistema energetico diventi un beneficio economico, di fruizione e di conservazione per il territorio. Il relazionarsi il più possibile con il contesto, inteso sia come ambiente naturale che come luogo di vita e fruizione, fa si che lo sfruttamento dell’energia da fonti rinnovabili diventi potenzialità per il territorio e occasione di valorizzazione delle peculiarità del luogo e non come elemento di disturbo dei suoi equilibri. Gli impianti di produzione non devono rispondere solamente al bisogno di energia ma devono essere in grado di inserirsi adeguatamente nel quadro in cui si collocano. È solo il confronto costante con ciò che è proprio del luogo e con ciò che è esterno all’area, in termini di risorse e utilizzo del territorio, che permette di individuare utenze e modalità di gestione che consentono la valorizzazione, la tutela e una fruizione sostenibile dal punto di vista ambientale, culturale e ed economico. 1.2 Sostenibilità ambientale: il paesaggio come contesto di progetto Il tema della sostenibilità ambientale è oggi una precondizione ad ogni azione progettuale che interessi ambiti delicati dal punto di vista naturalistico. Per garantire un progettazione ambientalmente sostenibile è necessario leggere il territorio in termini di “paesaggio”. L’utilità di leggere il territorio sotto la categoria “paesaggio” permette di impostare la pianificazione e la progettazione delle strategie di conservazione, valorizzazione, riqualificazione attraverso prospettive innovative e feconde. Solo con questa accezione, che implica la persa di coscienza dell’esistenza delle fitte relazioni tra tutti gli elementi del luogo, è possibile garantire la tutela e la valorizzazione senza immobilizzare le molteplici ricchezze e opportunità offerte da ogni luogo. Come ci ricorda la Convenzione Europea del Paesaggio il patrimonio paesistico svolge importanti funzioni di interesse generale sul piano culturale, ecologico, sociale e costituisce una risorsa economica importante da gestire correttamente. Col termine “paesaggio” si individua un concetto molto ampio che racchiude in sé numerose accezioni come il concetto di natura, territorio, ambiente. Il significato di natura è stato lungamente dibattuto dai filosofi di tutti i tempi e quasi sempre associato alla necessità divina di esistere. Con le parole di Spinoza7 per natura si considerano “tutte le cose determinate dalla necessità della divina natura ad esistere ed operare […]. La natura dunque è qualcosa in sé e per sé, […] eterna ed infinita”8. Si è soliti considerare banalmente naturale tutto ciò che è sorto e si ripete spontaneamente e indipendentemente dall’iniziativa e dalla gestione dell’uomo.

7 Baruch Spinoza, 1632-1677, filosofo olandese, esponente del razionalismo del XVII secolo 8 B. Spinoza, Scolio alla proposizione XXIX in R. Cantoni, F. Fergnani a cura di, B. Spinoza, Etica e trattato teologico e politico, Utet, Torino, 1972

Page 16: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

15

Questa definizione separa la natura dall’uomo, dimenticando che anche l’uomo è un essere naturale ed escludendo ogni possibilità di azione su di essa. Così considerata la natura è una entità priva di relazioni, indipendente e incapace di relazionarsi con l’intorno, caratteristica invece riscontrabile nel concetto di paesaggio. Lo storico della filosofia Joachim Ritter9 nel tracciare la diversità tra il concetto di natura e quello di paesaggio, ricorda che tutti gli elementi di cui si compone, i campi, i corsi d’acqua, i monti e altro, diventano paesaggio “solo quando l’uomo si rivolge ad essi senza uno scopo pratico, intuendoli e godendoli liberamente per essere nella natura in quanto uomo”10. Con questa definizione Ritter non vede la natura intoccabile ma legittima la possibilità di una relazione con l’uomo. È insomma la presenza umana nella natura a trasformarne il volto, la natura in sé è differente dal paesaggio ma in esso confluisce. La natura si offre all’uomo come uno spettacolo da contemplare ed è grazie a questa possibilità di contemplazione che il pensiero umano viene stimolato. Si presenta quindi come una forza attiva che spinge la mente umana a trovare i modi per relazionarsi con essa. Grazie alle possibilità offerte in natura l’uomo crea secondo un piano, un progetto che trovi il modo di relazionarsi con essa senza prendere il sopravvento. Progettare è creare qualcosa di artificiale che si ponga come interfaccia tra elementi antropici e natura. Esiste naturalmente un distinzione tra naturale e artificiale senza però per questo connotare l’artificiale in termini negativi, il giudizio di positività o meno sta nell’obiettivo del progetto e nei mezzi per raggiungerlo. Strettamente legato al concetto di natura è quello di ambiente. In biologia si intende l’insieme delle condizioni chimico fisiche e biologiche in cui si può svolgere la vita degli esseri viventi (ambiente terrestre, marino, d’acqua dolce, etc.) ed è inoltre un termine comune nel dibattito ecologico, delinea lo spazio che circonda una cosa, in cui la cosa si muove o vive. Anche l’uomo quindi vive circondato dall’ambiente. Se però si considera l’ambiente non solo come elemento spaziale ma nella complessità delle sue strutture e relazioni11, allora ecco che si torna a parlare di paesaggio, luogo in cui si svolge la vita dell’uomo, degli animali, delle piante, in cui si trovano risorse e si costruiscono equilibri. Questo modo di concepire il paesaggio è in coerenza con quanto definito dalla Convenzione Europea del Paesaggio, per la quale per paesaggio si designa “una determinata parte di territorio […] il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”12. Solo in questo contesto le trasformazioni operate dall’uomo e i nuovi equilibri che ne sono risultati sono patrimonio da conservare proteggendolo dalla distruzione, dalla degradazione e dall’inquinamento. Un ultimo concetto da introdurre è quello di territorio, inteso in senso spaziale, a differenza del paesaggio caratterizzato invece dal suo valore biologico e storico-culturale13.

9 Joachim Ritter 1903-1974, filosofo e storico della filosofia tedesco 10 B. D’Agostino a cura di, J. Ritter, Paesaggio uomo e natura nell’età moderna, Guerini e Associati, Milano, 1994 11 E. Turri, Antropologia del paesaggio, Edizioni di Comunità, Milano, 1983 12 Convenzione Europea del Paesaggio, Firenze, 2000, art.1

Page 17: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

16

Un paesaggio è fatto di alberi, città, campagna, agricoltura, industria, commercio e di tutte le dinamiche che naturali e antropiche in quanto presenza storico-culturale dell’uomo. Un territorio invece ha un valore estensivo, è una più o meno vasta estensione della superficie terrestre. Luogo geografico che rimane identico a se stesso anche attraverso le mutazioni del tempo14. Diventa paesaggio quando viene definito “così come la natura e l’uomo l’hanno organizzato in funzione della vita”15. Il territorio è oggi oggetto della rappresentazione geografica come entità sociale e politica. Il territorio come spazio materiale viene quindi modellizzato e parcellizzato secondo le logiche del gioco di forze politiche ed economiche. Dimenticando che il luogo di vita è invece il paesaggio con le sue fitte interrelazioni tra uomo e natura, da non dimenticare nel momento in cui si compie una azione sul territorio. Nel paesaggio confluiscono quindi molteplici elementi, porzioni di territorio, natura, ambiente, e sono le loro interrelazioni a far si che quel luogo acquisti la propria identità peculiare. Quando percorriamo spazi percepiamo i suoi elementi, l’attenzione si pone sui singoli particolari che osserviamo. Al suo interno possiamo vedere insieme queste semplici parti come un complesso di case, alberi, barche, oggetti che di per sé però non formano ancora un paesaggio. Il paesaggio è l’inseparabilità di questi elementi, tenuti insieme non dal trovarsi tutti nello stesso posto ma dalle relazioni reciproche e dagli equilibri che si creano e mutano con il passare del tempo. Leggere un luogo come paesaggio cambia il modo di gestirlo e conseguentemente di fruirlo. È questa visione che indirizza la riflessione verso una concezione sistemica come soluzione alla perdita di valore dei paesaggi e che legittima l’aggiunta dei segni della contemporaneità. Del paesaggio fanno parte le opere dell’uomo, perché in esso si inquadrano ed è proprio l’intervento antropico quello che trasforma e crea nuova paesaggi con nuovi valori. Bisogna avere fiducia nel progresso e nell’azione umana, purché compiuta con consapevolezza e orientata nella direzione della gestione sostenibile. Occorre anche non dimenticare l’enorme potere di distruzione concentrato nelle mani dell’uomo contemporaneo, che ha messo troppe volte al vertice non il bene, non la tutela ma l’utile. Così concepito il paesaggio ha bisogno di nuovi modelli di gestione sostenibile che abbiano il potere di innescare dei meccanismi di comportamento e che modifichino il modo di fruire un’area, correggendo eventuali modi di agire inadeguati. Prevedere un progetto di gestione presuppone la presa di coscienza che noi viviamo nel paesaggio e il paesaggio invece non vive in noi, questo significa che esso rimane e in esso rimangono i segni del nostro passaggio, per questo ogni azione deve avvenire in modi rispettosi dio ciò che lasciamo alle generazioni future.

13 Il concetto d territorio in senso spaziale è descritto in R. Assunto, Paesaggio – Ambiente – Territorio. Un tentativo di precisazione concettuale, in Bollettino del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, XVIII, 1976 14 Ibidem 15 Ibidem

Page 18: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

17

I segni del passaggio fanno si che in ogni paesaggio vi sia una doppia contemporaneità: vi si trova la presenza simultanea di presente e passato, poiché esso esprime la vita di una comunità e ne evidenzia il racconto. Il paesaggio si presenta come lezione concreta della storia che ne ha plasmato il suo aspetto esteriore. Ha dunque un ruolo educativo che consente di riconoscere l’identità peculiare differente dagli altri luoghi e che è espressione del rapporto creato tra uomo e ambiente. Il compito dell’uomo è dunque quello di custodire questa ricchezza e continuare a coltivarla. Il paesaggio si presenta nel contesto contemporaneo dello sviluppo sostenibile come “luogo del conflitto tra il bello e l’utile”16: il paesaggio deve essere preservato per la sua contemplazione o deve poter essere fruito? Il consumo produce l’usura dell’esteticità e il degrado del luogo ma il luogo concepito come opera d’arte si trasforma in “nonluogo”17. Il nodo del rapporto tra l’uomo e il paesaggio sta nella presa di coscienza che ogni azione varia l’essenza del luogo e che esiste un rapporto di reciproco condizionamento di cui tener conto. Il paesaggio è legato al fare dell’uomo, al suo agire, che può essere positivo o negativo. I risultati sono differenti a seconda che l’attività sia indirizzata a un’opera d’arte , ai bisogni della vita o a finalità economiche. Esiste compatibilità tra le varie finalità? Il perseguimento di soli fini economici non da spazio all’estro, se manca la sensibilità paesaggistica per l’identità estetica e fisica dei luoghi vengono sacrificate le categorie della salvaguardia e della qualità della vita a favore dell’immediato profitto economico. In questo senso una progettazione che guardi contemporaneamente a tutti gli interessi da salvaguardare, alla micro e alla macro scala può esercitare una notevole azione protettiva e progettuale nonché una funzione correttiva, tenendo presenti simultaneamente la necessità di tutela e il soddisfacimento dei bisogni. Se ci si trova di fronte a un’area naturale l’interesse di tutela e il bisogno di preservarne i valori ambientali diventano prioritari. La tendenza però è quella di affidarsi alla sola conservazione come misura per affrontare i problemi dei nostri paesaggi per proporre soluzioni, in epoca di continua emergenza, che portano però a condizioni di immobilizzazione mediante sterili divieti. Bisogna introdurre categorie di analisi e intervento nuove in modo da ricondurre l’ambiente come spazio che ci circonda, il paesaggio come territorio della relazione uomo - natura ad un’unica entità. Perché la Terra tutta costituisce oggi un’inscindibile unità di elementi naturali e culturali e non soltanto oggetto di sfruttamento. Gli ecologisti sono allarmati degli effetti del degrado e della distruzione del paesaggio, anche in nome di nobili principi quali le bio-energie. Il loro grido di allarme è per la vita messa in pericolo dalla scelta funzionale-economica a discapito di quella paesaggistica. Solo scelte di gestione più consapevoli della globalità del paesaggio e nell’ottica della gestione integrata potranno rassicurare gli ecologisti e soprattutto garantire la tutela dei paesaggi. A dimostrazione che non sempre l’intervento dell’uomo è dannoso ma si può inserire nel processo di continuo divenire del paesaggio.

16 M. Venturi Ferriolo, Etiche del paesaggio. il progetto del mondo umano, Roma, Editori Riuniti, 2002 17“ […]uno spazio che non può definirsi identitario, relazionale e storico definirà un non luogo.” in M. Augé, Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità, Elèuthera, Milano, 1993

Page 19: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

18

Concepire il territorio come paesaggio diventa un’etica per superare le contraddizioni e cercare soluzioni nella realtà presente, per non immobilizzare un ambiente ma rispondere alle esigenze di oggi senza distruggere le ricchezze esistenti. Questo modello di gestione ha anche un fine educativo: il compito di aiutare a capire meglio se stessi e il mondo in cui si vive perché attraverso una gestione sostenibile si instaurano dei meccanismi di fruizione che portano ad essere sensibili al paesaggio con cui ci si relaziona e quindi più responsabili. La progettazione sostenibile deve tenere conto di questi principi, salvare l’identità del paesaggio in quanto tale, cioè caratterizzato dall’armonia fra la natura e i segni della presenza umana, fissare gli elementi caratteristici oltre il passaggio del tempo e convogliare passato e futuro. Questo modo di progettare il paesaggio è indirizzato alla qualificazione dei luoghi: con senso di responsabilità si lascia un segno che non altera l’identità per trasmetterla al futuro lasciando traccia del presente. Questa è la sfida contemporanea da affrontare con la coscienza. Spesso i bisogni attuali implicano l’utilizzo di nuovi sistemi tecnologici che vanno inseriti in ambiti con cui talvolta sembrano in stridente contrasto. Vengono in questo caso subito in mente i sistemi per la produzione di energia da fonti rinnovabili, oggi soggetto privilegiato del dibattito sugli interventi nel paesaggio. Oggi viviamo un confronto aperto tra tecnologie avanzate ed esteticità dei luoghi. Non possiamo non vivere nel nostro tempo, che non significa rinuncia ad un progetto critico ma vuol dire prendere posizione dalla parte di chi oggi lavora nella direzione di un approfondimento e di un rinnovamento, di un uso nuovo della nozione di progetto tecnologico. Il progetto si fonda su un creatività basata su un profondo esame e una conoscenza del luogo, dove si trovano i segni visibili del passaggio del tempo e delle civiltà che lo hanno vissuto. Solo in questa ottica si giunge alla possibilità di inserimento anche di nuove tecnologie, che diventano elemento qualificante per il contesto. Dunque l’oggetto non può essere rivolto solo a sé stesso e alla sua funzionalità, si deve aggiungere la consapevolezza del contesto in cui si opera. Presa coscienza della legittimità del proprio operare non bisogna dimenticare che ogni gesto deve trovar radici nel proprio paesaggio. Con questi presupposti si può auspicare una funzione positiva del design e della collaborazione multidisciplinare, quale soluzione per l’integrazione di elementi necessari alle esigenze attuali. La relazione col luogo va recuperata nella sua pienezza. Non si desidera uno spazio estetico e reale intatto per un improbabile ritorno alle origini ma un paesaggio come nuova e antica necessità, capace di offrire occasioni multiple, ampie e articolate, adatte a soddisfare molteplici richieste e bisogni individuali e collettivi. Si profila il recupero del significato attivo della conservazione e la proposta di un’etica che non si fermi solo all’azione di salvaguardia e tutela, ma si rivolga a interrogare la storia nella sua evoluzione, a formulare il progetto per il futuro con l’occhio rivolto al paesaggio come luogo complessivo della vita umana, nelle sue trasformazioni legate agli eventi contemporanei, creatori di nuovi bisogni e nuove legittimazioni.

Page 20: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

19

1.3 Sostenibilità energetica: energie rinnovabili e sviluppo del territorio Si rivela oggi necessario raggiungere un modello di gestione dell’energia che sia sostenibile sia dal punto di vista locale che nelle sue ricadute globali. Le attività dell’uomo, sin dall’epoca pre-industriale, hanno contribuito enormemente ad accrescere il livello mondiale di emissioni di gas serra nell’atmosfera. Ad oggi la comunità scientifica internazionale appare ormai unanime nel riconoscere come l’aumento della concentrazione di anidride carbonica in atmosfera, causato da un esponenziale aumento della domanda di energia, costituisca la principale causa della crescita della temperatura terrestre e che tale crescita vada contrastata e la concentrazione stabilizzata ad un livello tale da prevenire pericolose influenze con il sistema climatico e ambientale. La risposta più condivisa della comunità scientifica e istituzionale ruota attorno alla consapevolezza e alla responsabilità nel corretto utilizzo del potenziale disponibile, in termini di risorse energetiche e di capitale umano, economico, ambientale. Data la rilevanza del problema, alla questione energetica viene data nel progetto un’importanza prioritaria in quanto è a partire dal livello locale che il problema può trovare dei modelli di soluzione in grado di sfruttare le ricchezze naturalmente presenti senza essere dannoso per l’ecosistema e il paesaggio. Tornando alla scala globale i settori che maggiormente hanno determinato la crescita del livello di emissioni di gas serra sono stati quello dell’industria, dei trasporti e della produzione di energia18. Insieme all’efficienza negli usi finali di combustibili, le fonti rinnovabili si collocano al primo posto nella sfida alla riduzione delle emissioni, portando al 24% di riduzione totale di emissioni di CO2 19. Analizzando nel dettaglio la composizione dei contributi delle singole aree tecnologiche, all’interno del solo settore energetico l’energia eolica, solare e da biomassa saranno, tra le diverse fonti rinnovabili, quelle che concorreranno in misura maggiore. La possibilità quindi di frenare sensibilmente l’aumento tendenziale nel tempo del livello di emissioni di CO2 da uso energetico, pari a circa 3/4 delle emissioni totali di CO2 in atmosfera20, sarà sempre più legata alla dipendenza degli approvvigionamenti dalle diverse fonti energetiche rinnovabili e agli interventi di efficientamento dei consumi. L’Unione Europea identifica nell’efficienza del sistema energetico e nel suo sviluppo tecnologico il principale punto di snodo per lo sviluppo di un’economia compatibile con la disponibilità delle risorse e, quindi, ambientalmente sostenibile.

18 Renewable Information 2009, International Energy Agency 19 Ibidem 20 Rapporto Energia e Ambiente, analisi e scenari 2009, ENEA, Roma, 2010

Page 21: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

20

Mentre la sfida dei cambiamenti climatici e la crisi degli approvvigionamenti di combustibili fossili impongono una sempre maggiore attenzione a tutti quei costi che ricadono sulla collettività in termini di danno sulla salute dell’uomo e sull’ambiente, lo sviluppo tecnologico risponde all’esigenza di incrementare l’efficienza dei sistemi di produzione, di accrescere i livelli di utilizzazione delle fonti residuali e di aprire ulteriori e più efficienti modalità di utilizzo delle nuove fonti di energia. Questo problema esteso, se affrontato alla scala locale, presenta altrettante criticità, più facilmente tangibili. Un sistema di produzione energetica non sostenibile rappresenta una significativa fonte di inquinamento locale, con conseguente alterazione, spesso irreversibile, del sistema ecologico e ambientale. I processi in atto di trasformazione dell’attuale sistema energetico devono comportare un avvicinamento tra i luoghi di produzione e quelli di utilizzo dell’energia con l’obiettivo di creare modelli territoriali innovativi di integrazione tra produzione e sistema paesaggistico. All’interno di questa logica assume un particolare significato la diffusione di tecnologie finalizzate alla valorizzazione energetica delle risorse presenti sul territorio, con conseguente limitazione dell’infrastrutturazione necessaria per il trasporto di energia. Lo sguardo alle risorse del luogo consente inoltre di trovare gli spunti per una integrazione paesaggistica delle tecnologie utilizzate. La trasformazione energetica deve avvenire avendo individuato preliminarmente uno scenario che porti all’individuazione di un programma di gestione a scala territoriale, diretto alla mitigazione e all’adattamento dei sistemi tecnologici che andranno ad inserirsi. Le scelte tecnologiche dovranno essere effettuate in base a una analisi multidisciplinare del territorio, per superare le barriere alla diffusione, per non alterare gli equilibri ambientali e per ottenere la massima produzione possibile per quel contesto. Il modello si realizza affrontando sia sul piano generale che nello specifico locale questioni connesse, da una parte con la conoscenza del territorio e con i meccanismi di utilizzo delle sue risorse e, dall’altra, con lo sviluppo di tecnologie per la produzione e l’uso dell’energia adeguati al contesto con cui ci si relaziona. In questo scenario non bisogna dimenticare il ruolo che svolgono gli abitanti e i fruitori, essendo questi una delle principali componenti del sistema. Il consenso è da trovare mediante processi di coinvolgimento attivo, sia nella fase di progetto che di gestione finale. La partecipazione diventa così strumento necessario a riattivare il senso di appartenenza a un luogo, a un gruppo sociale, a un ecosistema. Pur ritenendola molto importante, la ricerca del consenso locale per un impianto da fonti rinnovabili non è quasi mai ricercata dall’imprenditore, soprattutto se l’intervento sul territorio è di modeste dimensioni. Per alcuni versi i processi localizzativi degli impianti produttori di energia da fonti rinnovabili non differiscono dai più comuni processi che suscitano conflitti ambientali, come gli impianti per lo smaltimento dei rifiuti, le principali infrastrutture di trasporto, gli impianti energetici tradizionali: in tutti i casi si assiste all’attivarsi di un’opposizione locale con connotati NIMBY (not in my back yard, non nel mio cortile). Nella maggior parte dei casi non si fa uso di strumenti per la ricerca del consenso locale e solo a progetto ultimato sono organizzate limitate campagne di informazione o incontri coi gruppi di cittadini. Da questo

Page 22: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

21

atteggiamento, più improntato alla gestione del conflitto in corso d’opera che alla sua prevenzione, scaturiscono insoddisfazioni profonde oltre al significativo aumento dei tempi di realizzazione e dei costi. Risulta chiaro per garantire il consenso locale la scelta migliore sia quella di mostrarsi, sin dalle prime fasi del progetto, presenti sul territorio e disponibili al confronto non solo con gli amministratori locali ma con i cittadini e l’insieme del tessuto sociale. Con questi presupposti lo sviluppo di una filiera delle rinnovabili, oltre ad essere uno strumento in grado di fronteggiare il rischio dei cambiamenti climatici e dell’approvvigionamento delle fonti fossili, diventa in questo modo opportunità di crescita economica e sociale per le comunità locali. 1.4 I rischi della sostenibilità

Dietro alla sostenibilità si celano molte insidie: essa rischia sovente di coprire le cause strutturali del degrado ambientale e sociale attraverso azioni di sostegno del modello di sviluppo dato dall’economia che non mettono in discussione le regole generatrici del degrado stesso. A partire dalla settorialità e strumentalità con cui viene affrontata la questione ambientale, questi approcci non riescono a superare la dicotomia dei due paradigmi: lo sviluppo e la sostenibilità. Quest’ultima si configura in sostanza come una giustapposizione di azioni correttive e di interventi produttivi e insediativi generati da logiche economiche. Questa non è una modalità di intervento corretta poiché le logiche della sostenibilità dovrebbero essere prese in considerazione fin dall’inizio e non in fase successivain forma di correzione di azioni già intraprese. Alla parola sviluppo, sinonimo di crescita illimitata, si è affiancata la parola sostenibile per denotare modelli economici e insediativi che tengono conto della esauribilità, degradabilità e limitatezza delle risorse ambientali (aria, acqua, suolo, sottosuolo, ecosistemi, energia). Riduzione del rischio, limitati all’inquinamento e ai privilegi, soglie, divieti, misure impiantistiche costituiscono l’asse centrale di misure funzionali di settore volte a mitigare gli effetti estremi del degrado. In queste ipotesi di tipo “correttivo” degli effetti dannosi del modello della crescita illimitata, il territorio è ancora trattato come un supporto tecnico-funzionale della produzione, del quale occorre considerare i limiti di sopportazione del suo utilizzo. Un uso comunque strumentale rispetto alla costruzione del modello di sviluppo. Le forme di insediamento date dalla razionalità economica non sono influenzate da una interazione attiva con l’ambiente che resta un vincolo di cui tenere conto: il concetto di sostenibilità di questo approccio riguarda unicamente la definizione della capacità di carico del sistema ambientale sottoposto a pressione. Lo sviluppo è dettato dalle leggi dell’economia che decidono cosa produrre, dove, come, con quali tecniche, realizzando sistemi insediativi che poco si integrano coi caratteri peculiari dei luoghi e dalla loro storia; occorre tuttavia “posare” queste attività in modo “più leggero” che nel passato, per non distruggere il supporto del sistema insediativo artificiale. Vale la metafora della “bestia da soma”: “non essendo un soggetto con il quale

Page 23: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

22

avere interazione culturale, il territorio non deve essere caricato oltre le sue capacità di resistenza; l’asino non deve essere sfruttato oltre i limiti superati i quali muore, diventando così indisponibile a utilizzazioni successive“21. La sostenibilità si identifica con i limiti ammissibili di consumo di risorse, di sfruttamento di un territorio, di inquinamento dell’ambiente. In questo approccio si attribuisce molto valore alla scienza e alla tecnologia per la risoluzione dei problemi ambientali: i danni prodotti dallo sviluppo si risolvono con ulteriori passi nella costruzione di elementi artificiali. Entro queste strategie di contenimento dell’azione di degrado vengono individuati i limiti e le regole per l’inserimento di nuovi elementi antropici. Alla base di questo approccio sta l’idea che la tecnica e lo sviluppo tecnologico siano in grado di risolvere ogni problema di ambiente, di benessere, di salute. Conseguentemente a questo atteggiamento si rischia di affrontare la questione ambientale utilizzando il mercato come regolatore ambientale, vale a dire monetizzando i beni ambientali. La strategia si affida dunque ai processi autoregolativi del mercato: la domanda di beni e di qualità ambientale si allarga in misura proporzionale alla crescita del reddito; ne consegue l’aumento dell’offerta di produzioni “pulite” e di beni ambientali. La tattica consiste nell’impiego di misure correttive, realizzate con un strumentazione tutta interna alle modalità dello sviluppo in atto: dispositivi per la riduzione delle emissioni inquinanti, tecniche per la valutazione dell’impatto ambientale, messa in opera di macchine quali depuratori, inceneritori ecc. gli attori più influenti nella definizione delle politiche di disinquinamento restano così gli stessi del sistema economico dominante. Il limite di questa logica è che molti dei danni indotti dallo sviluppo sono misurabili solo convenzionalmente, non avendo un corrispondente monetario univoco. Queste politiche di difesa dell’ambiente basate sul disinquinamento promuovono forme di contrattazione/scambio fra riduzione delle produzioni inquinanti e aumento di prodotti per il disinquinamento che a loro volta hanno effetti inquinanti. Questa spirale perversa si verifica nel momento in cui “intraprendiamo una corsa infernale fra la degradazione ecologica che ha come suo effetto la nostra degradazione e le soluzioni tecnologiche che si preoccupano dell’effetto di questi mali continuando però a sviluppare le loro cause”22. In questa logica di sviluppo le questioni ambientali non vengono tolte dalla marginalità nella quale sono state collocate. Il rischio è che i valori che sono tali secondo codici diversi da quelli della crescita passino in secondo piano e non vengono inclusi nel calcolo costi-benefici problemi come i rischi a lungo termine, le qualità estetiche, la valorizzazione delle culture e delle identità. Questa filosofia “correttiva” non inserisce la problematica ambientale nelle regole generatrici degli insediamenti e delle attività antropiche, trattandola come problema secondario. L’ambiente non trova nel farsi concreto dell’insediamento antropico le regole della sua conservazione e sviluppo.

21La metafora della “bestia da soma” è descritta in A. Magnaghi, Il progetto locale, Bollati Boringhieri, Torino, 2000 22 A. Magnaghi, Il progetto locale, Bollati Boringhieri, Torino, 2000

Page 24: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

23

Ciò che costituisce buone regole non è solo un uso tecnico delle risorse, come se l’ambiente fosse solo un supporto, ma una relazione interpretativa e coevolutiva fra una cultura e un ambiente. Una rinascita dei luoghi richiede la ridefinizione dei rapporti culturali fra uomo e territorio, assumendo quest’ultimo come soggetto vivente e non come mero supporto tecnico. In altre parole questa rinascita richiede un atto di cura, una relazione di conoscenza non solo utilitaristica, funzionale ma un riconoscimento della soggettività vivente della natura, del territorio antropizzato, del paesaggio. I luoghi sono dialogano nei processi di intervento nel paesaggio, restituiscono identità, memoria, lingua, culture materiali, messaggi simbolici e affettivi. Finché si tratteranno i luoghi come “bestie da soma” nel significato che dà Magnaghi ne Il progetto lcale (senza ucciderle di fatica, con un carico “sostenibile” appunto) si resterà all’oscuro delle loro ricchezze profonde e difficilmente sarà possibile invertire il degrado ambientale prodotto dalla superficialità di conoscenza dei luoghi. Con un diverso tipo di approccio si assume la “bestia da soma” come soggetto vivente, di cui rispettare i limiti, pena anche la decadenza del sistema antropico. Questo atteggiamento pone la sostenibilità come problema di interazione reciproca, vitale, fra insediamento antropico e ambiente, quest’ultimo inteso come sistema naturale di cui vanno rispettate le leggi di autoriproduzione. L’obiettivo più audace è la ricostruzione degli equilibri naturali come fondamento per la salvezza delle attività antropiche introducendo il “capitale naturale” come elemento fondamentale per la costruzione di uno sviluppo sostenibile. Nelle sue ricadute sul territorio la produzione di alta qualità ambientale si attua innanzitutto immettendo nella pianificazione un sistema di conoscenze che interpretano il territorio stesso come insieme di sistemi ambientali di cui conoscere struttura e funzionamento. Dal punto di vista progettuale si attua superando una visione duale del territorio (aree soggette ad azione antropica e aree protette a regime naturalistico) verso una visione sistemica unitaria in cui tutto il territorio è trattato per far convivere la tutela dei sistemi ambientali il soddisfacimento dei bisogni.23 Bisogna fare attenzione però anche a non limitarsi a un punto di vista parziale: affermare la tutela dell’ambiente naturale come valore primario, presupposto inevitabile di ogni altro valore. Questo approccio tende a finalizzare la propria azione alla salvaguardia della natura, rischiando da una parte una forte limitazione nel progetto dell’ambiente antropico, dall’altra di non produrre una critica radicale delle cause del degrado ambientale, e di ricadere in azioni collaterali e correttive rispetto alle leggi di sviluppo date. Questo tipo di approccio, attento agli equilibri sistemici, deve riuscire a risolvere il conflitto tra la tutela del territorio e la volontà di sviluppo. Il problema è facilmente riscontrabile se si parla di energie rinnovabili: in

23 Il prof. Magnaghi, ordinario di Pianificazione Territoriale presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze, in A. Magnaghi, il progetto locale, Bollati Boringhieri, Torino, 2000, mette a confronto due tipi di approccio verso la sostenibilità. Il primo, descritto con la metafora della “bestia da soma”, tratta il paesaggio come supporto tecnico alla progettazione; il secondo come un elemento da mettere da parte e proteggere senza introdurre nuovi interventi. I due tipi di approccio vogliono far riflette su come invece sia necessario ritrovare una relazione virtuosa tra attività umana e patrimonio paesaggistico e ambientale per assicurare la valorizzazione e la fruizione di entrambi.

Page 25: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

24

questo caso il problema da risolvere è il far convivere la tutela con la ricerca di un diverso modello energetico per salvare il pianeta dai cambiamenti climatici. Il fatto che gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili siano ben visibili rappresentano un segno innovativo rispetto ai caratteri di molti paesaggi e per questo possono non piacere. Gli impianti sono ritenuti un rischio di trasformazione irreversibile e negativo del paesaggio. Quale risposta occorre immaginare per superare i problemi che le rinnovabili trovano nel loro rapporto con il territorio? Innanzitutto definire un quadro di regole chiare, di procedure trasparenti per capire i veri impatti sul paesaggio e l’ambiente dei progetti, in modo da garantire l’interesse generale alla tutela e quello di chi vuole realizzare gli investimenti. Servono regole chiare per valutare nel tempo la diffusione delle rinnovabili, con un programmazione che consenta alle amministrazioni di valutare la compatibilità dell’insieme dei progetti rispetto ai territori. Occorre partire da una attenta lettura dei segni e delle morfologie del paesaggio, facendo attenzione alle diverse scale del progetto e a come gli impianti vanno a determinare nuove condizioni visive dell’intorno interessato, per valorizzare con delicatezza l’immagine e anche la bellezza di questo nuovo sistema di segni che si va a costruire. Solo in questo modo il territorio non è trattato come supporto ma ambiente e paesaggio si formano insieme, valorizzandosi a vicenda.

Page 26: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

25

2. Il rapporto tra politiche e progetti

2.1 Energia e tutela ambientale: politiche, normative e incentivi nello scenario internazionale e locale I primi passi verso la consapevolezza a livello globale dei problemi ambientali risalgono alla seconda metà del XX secolo ed in particolare alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente Umano di Stoccolma tenutasi nel 197224. Si è trattato del primo incontro internazionale dove viene affrontato in maniera globale il problema ambientale del pianeta evidenziando la stretta relazione tra le politiche economiche e quelle ambientali. Si rivela necessario un nuovo modello di programmazione in cui i principi dello sviluppo sostenibile devono fare da sfondo, a prescindere dall’ambito tematico di cui si sta trattando, accompagnando gli obiettivi di sviluppo economico con un piano di azione ambientale. A questo primo incontro, altri si sono succeduti nel tempo ma è a partire dalla Conferenza di Rio de Janeiro del 199225 che si ha la vera svolta, grazie alla firma della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici. Nasce la consapevolezza che i sempre più rapidi cambiamenti climatici hanno origine dalla massiccia dose di emissioni climalteranti che vengono immesse nell’ambiente così che molte Nazioni firmatarie della Convenzione hanno successivamente assunto impegni vincolanti di riduzione delle emissioni sottoscrivendo il Protocollo di Kyoto26. I paesi industrializzati e le economie in transizione si impegnavano a raggiungere obiettivi quantificati di riduzione delle emissioni di gas serra, in media 5,8% rispetto ai livelli del 1990, fra gli anni 2008-2012. Dal 2007, con la Conferenza delle Parti di Bali si sono iniziate a porre le basi su cui costruire l’accordo post-2012. In particolare è stata adottata la cosiddetta “Bali Road Map”27 ch prevedeva di raggiungere un accordo sui nuovi obblighi entro la Conferenza delle Parti di Copenhagen (2009)

24 La Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente Umano tenutasi dal 5 al 16 giugno 1972 a Stoccolma richiama l’attenzione per la prima volta sul fatto che per migliorare in modo duraturo le condizioni di vita occorre salvaguardare le risorse naturali a beneficio di tutti e per raggiungere questo obiettivo è necessaria una collaborazione internazionale. 25 Le tappe della negoziazione, a partire dalla Conferenza delle Parti di Rio de Janeiro del 1992 fino alla Conferenza delle Parti di Cancun del 2010, sono consultabili su N. M. Caminiti, Politiche e misure nazionali sui cambiamenti climatici, ENEA, Roma, 2011 e sul sito delle Nazioni Unite http://unfccc.int/2860.php (United Nations Framework Convention on Climate Change). 26 Il testo integrale del Protocollo di Kyoto è scaricabile dal sito delle Nazioni Unite http://unfccc.int/2860.php 27 Con la Bali Road Map sono state delineate le cinque categorie a cui dover indirizzare le azioni per una cooperazione a lungo termine: visione condivisa, mitigazione, adattamento, nuove tecnologie, fondi economici.

Page 27: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

26

Nell’incontro di Copenhagen non è stato possibile arrivare ad un accordo su un testo condiviso vincolante che determinasse gli obblighi per il periodo post-2012 tuttavia si è stabilizzato l’impegno delle diverse Parti alla stabilizzazione delle emissioni. Dopo il mancato successo in termini di risultati delle ultime due Conferenze, quella di Cancun (dicembre 2010) si è posta l’obiettivo meno ambizioso di raggiungere un pacchetto bilanciato di decisioni. Si può interpretare questo accordo come un importante spinta verso una ripresa sostanziale per il raggiungimento dell’accordo finale. L’obiettivo di riduzione delle emissioni al 2050 ha valori che vanno dal 50% al 95% rispetto al 1990. In particolare per le nazioni industrializzate alcuni obiettivi di riduzione proposti sono 40-45% al 2020, 80% al 2035, 75-100% al 2050. I punti innovativi del dibattito hanno riguardato l’inclusione nelle decisioni di argomenti quali i diritti umani, i diritti della Madre Terra e dell’armonia tra uomo e natura; l’importanza di salvaguardia delle risorse del territorio (risorse idriche, ecosistemi, zone costiere, ecc.); l’importanza dello sviluppo tecnologico e della ricerca e il potenziamento dei sistemi di acquisizione dati, divulgazione, educazione e consapevolezza pubblica. In attesa della Conferenza delle parti di Durban (dicembre 2011) il dibattito internazionale in corso pone l’attenzione sulla necessità di ponderare le azioni sulla base della realtà dei Paesi, dell’ecosistema e del coinvolgimento della popolazione, secondo un approccio trasparente e partecipativo oltre alla necessità di migliorare le azioni di mitigazione degli impatti e le relative misure. Già nel 1992 con la Conferenza di Rio de Janeiro era stata sottolineata l’importanza della partecipazione come elemento fondante del processo di gestione territoriale, così che venne introdotto lo strumento “Agenda 21”28. Agenda 21 è un documento di intenti ed obiettivi programmatici sull’ambiente, l’economia e la società, sottoscritto da 178 paesi alla Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro (1992). Il nome fa riferimento alla volontà di programmare nel tempo le attività (agenda) e al fatto che tali attività di sviluppo sostenibile avvengono nel XXI secolo. È importante notare che si individua il ruolo decisivo delle comunità locali nelle politiche di sviluppo sostenibile. L’Agenda 21 declinata a livello locale è un processo di individuazione di uno scenario di sviluppo di medio-lungo periodo e delle sue modalità di attuazione, attraverso attività che coinvolgono rappresentanti di gruppi di interesse locali (cittadini, professionisti, imprenditori, etc.) sulla base di conoscenze analitiche fornite da un Rapporto sullo stato dell’ambiente e sulle condizioni socio-economiche contestuali.

28 Informazioni complete su Agenda 21 sono consultabili sul sito di UN Department of Economic and Social Affairs, Divisionfor Sustainable Development http://www.un.org/esa/dsd/agenda21

Page 28: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

27

Lo strumento attraverso il quale le attività di partecipazione e concertazione vengono svolte è il “forum”. Definito lo scenario, grazie a un forum permanente, i rappresentanti dei gruppi di interesse coinvolti, interagendo, individuano le azioni in grado di realizzare gli obiettivi condivisi e i soggetti in grado di svilupparle. Il problema della mitigazione degli impatti sull’ambiente ha origine nella politica dell’unione europea nel 1971 con l’adesione all’accordo internazionale sulla protezione delle zone umide di importanza internazionale, la Convenzione di Ramsar29. Successivamente furono presi ulteriori provvedimenti legislativi in favore della conservazione di specie animali: Direttiva “Uccelli” (1979), Convenzione di Berna (1982) e Convenzione di Bonn (1982); e degli ambienti naturali; Convenzione di Barcellona (1986) e Convenzione sulla Biodiversità (1982); Direttiva “Habitat” (1992). La direttiva “Habitat” (1992) per la conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche ha definito la Rete europea “Natura 2000”30: l’insieme delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) designate dalla Commissione Europea sulla base dei proposti Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS), ai sensi della direttiva “Uccelli” 79/409/CE. La Rete è stata definita con lo scopo di mantenere in uno stato di conservazione soddisfacente gli habitat e le specie di interesse comunitario, elencati nelle suddette direttive, da attuarsi attraverso piani di gestione e adottano le misure più idonee per evitare in tali aree il degrado degli habitat e la perturbazione delle specie per cui le singole zone sono state designate. La caratteristica di questo strumento consiste nel prevedere una conservazione dinamica e mirata per habitat e specie, con l’opportunità e la necessità di coniugare le finalità di conservazione della natura con quelle dello sviluppo economico. Per l’identificazione della Rete Natura 2000 le diverse Regioni hanno elaborato una serie di indagini ambientali, cartografiche e schedature che normalmente riportano dati sulle caratteristiche e sui tipi di habitat presenti, sulle relazioni tra i diversi SIC, etc. Tutte queste informazioni, reperibili anche dai siti internet delle Regioni, costituiscono un’utile base di partenza per approfonditi studi locali a corredo di interventi pianificatori. Fortemente connessa ai temi della pianificazione sostenibile è la strategia di tutela del paesaggio che, con la Convenzione Europea del Paesaggio (2000) riconosce la qualità e la diversità dei paesaggi europei, in particolare di quelli che nel corso dei millenni hanno assunto forti connotazioni di carattere culturale. Il concetto di “paesaggio” assume quindi una valenza fondamentale, non è più valutato in termini esclusivamente percettivi, ma è considerato come sintesi delle caratteristiche e dei valori fisici, biologici, storici e culturali del territorio. Cresce quindi la consapevolezza delle responsabilità che ogni soggetto ha verso il paesaggio, la sua tutela e la sua gestione, che non sono in contrasto con lo sviluppo economico ma favoriscono lo sviluppo sostenibile e il coinvolgimento sociale.

29 Si rimanda per maggiori informazioni al sito ufficiale della Ramsar Convention Wetlands www.ramsar.org 30 Informazioni e documenti relativi alla Rete Natura 2000 si trovano sul sito della European Commission Environment http://ec.europa.eu/environment/nature/natura2000/index_en.htm

Page 29: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

28

A livello nazionale l’integrazione del fattore ambientale in tutte le politiche di settore ha assunto particolare rilevanza nel sistema delle regioni e degli enti locali. Negli ultimi anni, a seguito delle previsioni della Legge quadro nazionale sulle aree protette (legge 394/1991) è iniziato un percorso di ricerca scientifica, analisi e pianificazione (a vari livelli territoriali) per la costruzione di un “rete ecologica” di specie e di habitat che possa garantire continuità spaziali e funzionali per gli ecosistemi in ambiti territoriali di larga scala. Ai fini della gestione della Rete ecologica “Natura 2000” il D.P.R. 8 settembre 1987 n. 357 (Regolamento recante attuazione della Direttiva 92/43/CEE “Habitat”) stabilisce che nella pianificazione e programmazione territoriale si deve tenere conto della valenza naturalistico-ambientale dei SIC, dettando disposizioni sulla valutazione di incidenza e sulle misure di conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario, anche attraverso appropriati piani di gestione, specifici o integrati ad altri piani settoriali. Tali indicazioni devono pertanto trovare riferimento nei diversi strumenti di pianificazione generale e settoriale ai vari livelli (regionale, provinciale e comunale) secondo criteri di efficacia e dinamicità, poiché i sistemi ecologici rappresentano per propria natura processi in continua evoluzione nel tempo e nello spazio. La politica delle aree protette si sviluppa fortemente in Italia soprattutto a partire dal 1991, con la Legge quadro n. 394. Prima di quell’anno in Italia esistevano solo cinque parchi nazionali, dopo più di un decennio nel nostro paese i parchi nazionali si sono più che quintuplicati e un’ampia porzione del territorio risulta tutelata proprio grazie alla loro istituzione oltre a quella delle riserve naturali e marine e, soprattutto, delle aree protette regionali e provinciali. La formazione di queste ultime è resa possibile grazie all’acquisizione di competenze, in materia di gestione ambientale, da parte degli enti locali. Con il decreto legislativo 267/2000, Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, sono stati infatti conferiti alle Province compiti in materia di tutela e valorizzazione dell’ambiente: è stato così possibile , per queste amministrazioni, sviluppare autonomamente sistemi di aree protette provinciali a integrazione di quelle di riconosciuta valenza regionale o nazionale. Gli enti incaricati della formazione e gestione parchi, riserve e aree protette hanno elaborato una serie di studi naturalistici a corredo dei piani di tutela di queste aree, di facile acquisizione presso questi enti. Di particolare importanza sono gli strumenti conoscitivi messi a punto per la gestione delle aree protette provinciali, perché queste ultime possono interessare zone particolarmente estese, anche antropizzate, soggette di norma a un regime vincolistico meno pesante rispetto alle aree sotto tutela regionale o nazionale e quindi sono più spesso direttamente interessate da interventi di pianificazione urbanistica. Accanto ai provvedimenti in materia di protezione ambientale l’Europa affronta l’emergenza dei cambiamenti climatici dovuti all’emissione di sostanze climalteranti.

Page 30: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

29

L’Unione Europea con 27 Stati è responsabile di circa l’11% delle emissioni mondiali di gas serra31. Il Protocollo di Kyoto prevede, per l’UE-15 (i 15 Paesi aderenti alla UE negli anni 90), una riduzione delle emissioni di gas serra dell’8% rispetto ai livelli del 1990, da realizzarsi nel periodo 2008-2012. Il 23 gennaio 2008 la Commissione Europea ha adottato il pacchetto di misure su clima ed energia, approvato nel dicembre 2008 dal Parlamento Europeo e dal Consiglio, e successivamente adottato dal Consiglio il 6 aprile 2009. Il pacchetto sottolinea l’obiettivo di limitare l’aumento globale della temperatura a +2 °C rispetto ai livelli pre-industriali. Per il raggiungimento di questo obiettivo, l’UE si è impegnata ad un obbligo di riduzione delle emissioni del 20% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990, impegnandosi ad una riduzione del 30% in caso di accordo internazionale vincolante per altri grandi emettitori. Il pacchetto clima-energia della UE prevede anche altri due obiettivi: il raggiungimento di una quota di fonti rinnovabili del 20% al 2020 rispetto ai consumi finali di energia previsti e il raggiungimento di un risparmio energetico del 20% al 202032. Nel 2008 le emissioni di gas serra sono diminuite del 9,9% rispetto al 199033. L’unione Europea globalmente sembra sulla buona strada per il raggiungimento dell’obiettivo globale di riduzione assegnatole dal Protocollo di Kyoto, pari a -8% rispetto ai livelli del 1990. Le politiche per il clima e quelle per l’energia si sono sempre più avvicinate sino a comprendersi vicendevolmente. Il terzo pacchetto europeo “Energising Europe: A real market with secure supply” adottato dalla Commissione il 19 settembre 2007 ed il pacchetto per il clima presentato dalla Commissione il 23 gennaio 2008, approvato dal Parlamento europeo nel dicembre 2008, rappresentano delle tappe inequivocabili del precorso dell’Unione Europea per costruire un mercato energetico unico nell’ottica della sostenibilità che integri il problema energetico ed ambientale. La regolazione del settore delle energie rinnovabili è uno dei principali pilastri della politica energetica europea. La Direttiva 77/200134, ancora oggi il più forte strumento legislativo a favore dello sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili nel contesto globale, è stata sostituita da un nuovo testo ancora più significativo. La nuova Direttiva sulle fonti rinnovabili raccoglie lo stato di avanzamento della strategia energetica europea in tema di rinnovabili. La nuova Direttiva adottata nel 2008 sulla promozione delle fonti energetiche rinnovabili si inserisce nella strategia del cosiddetto “venti, venti, venti” proposta dall’ Unione Europea.

31 Dati estratti da ENEA, Ricerca e innovazione per un futuro low carbon. Le fonti rinnovabili 2010, Roma, 2010 32 Il pacchetto euopeo “venti, venti, venti” è consultabile sul sito della European Commission Climate Action http://ec.europa.eu/clima/policies/package/index_en.htm 33 Dati estratti da ENEA, Ricerca e innovazione per un futuro low carbon. Le fonti rinnovabili 2010, Roma, 2010 34 Direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità.

Page 31: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

30

Inoltre il Parlamento Europeo si è trovato ad approvare un pacchetto di Direttive fondamentali. Il pacchetto rappresenta l’ossatura di regole finalizzate al raggiungimento dell’obiettivo di riduzione del 20%, nell’ottica tuttavia di sottoscrivere un impegno di riduzione del 30% nel contesto di un accordo internazionale sul clima. Il punto maggiormente innovativo introdotto dalla Direttiva sulle rinnovabili riguarda la considerazione dell’importanza di una pianificazione integrata multidisciplinare, a partire dalla grande scala fino ad arrivare alle realtà locali. A livello nazionale le politiche e misure nazionali sulle fonti rinnovabili risalgono al recepimento di altrettante direttive europee. Prima fra tutte la Direttiva 1996/92/CE recante “Norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica”, recepita dal DLgs n. 79/1999 che ha introdotto un sistema di incentivazione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, definito con il nome di “Certificati Verdi”. A questa sono seguite:

- Direttiva 2001/77/CE sulla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche Rinnovabili; - Direttiva 2003/30/CE sulla promozione dell’uso dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei

trasporti; - Direttiva 2004/8/CE sulla promozione della cogenerazione; - Direttiva 2006/32/CE concernente l’efficienza degli usi finali di energia, che prevede che ogni stato

attui il proprio Piano d’Azione, quello italiano è stato adottato nel luglio 2007 dal Ministero dello Sviluppo Economico. Il punto qualificante della Direttiva consiste nella fissazione di un obiettivo indicativo nazionale di risparmio energetico pari almeno al 9% dell’energia fornita agli utilizzatori finali nei 9 anni successivi all’entrata in vigore della Direttiva (2008-2016);

- Direttiva 2005/32/CE recepito con decreto legislativo nel 2007, che stabilisce un quadro normativo nazionale per l’immissione sul mercato e la libera circolazione dei prodotti che consumano energia. Tali prodotti energivori devono rispettare requisiti minimi di efficienza energetica definiti da regolamenti emessi dalla Commissione Europea.

- Direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili congiuntamente ai risparmi energetici e ad un aumento dell’efficienza energetica. Questi elementi devono convergere in un pacchetti di misure nazionali necessarie per il rispetto del Protocollo di Kyoto.

In seguito al recepimento della direttiva 2009/28/CE attualmente sono vigenti le seguenti misure di incentivazione della produzione elettrica da fonti rinnovabili:

- incentivazione dell’energia elettrica prodotta da impianti a fonti rinnovabili con il sistema dei Certificati Verdi, basato su una quota d’obbligo di nuova produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili;

- incentivazione con tariffe fisse omnicomprensive dell’energia elettrica immessa in rete dagli impianti a fonti rinnovabili fino a 1 MW di potenza (200 kW per l’eolico), in alternativa ai Certificati Verdi;

- modalità di vendita semplificata dell’energia prodotta e immessa in rete a prezzi di mercato prestabiliti; - possibilità di valorizzare l’energia prodotta con il meccanismo dello “scambio sul posto” per gli impianti

di potenza sino a 200 kW;

Page 32: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

31

- incentivazione degli impianti fotovoltaici e solari termodinamici con il meccanismo del “Conto Energia”. Altre misure non esclusivamente dedicate alla produzione di energia elettrica sono quelle comprese nel Quadro Strategico Nazionale35, il quale è il documento che definisce gli indirizzi strategici della politica di sviluppo. Esso indica, secondo un disegno unitario, le strategie, gli obiettivi, le priorità e le regole della politica regionale di sviluppo, unificando la programmazione regionale comunitaria con quella nazionale secondo quattro macro-obiettivi: sviluppare i circuiti della conoscenza; accrescere la qualità della vita, la sicurezza e l’inclusione sociale nei territori; potenziare le filiere produttive, i servizi e la concorrenza; internazionalizzare e modernizzare l’economia, la società e le amministrazioni; e nel Piano di Azione Nazionale36 (PAN) per le energie rinnovabili, previsto dalla Direttiva 2009/28/CE. Gli scenari energetici presentati nelle ultime due edizioni del Rapporto ENEA “Analisi e Scenari” (luglio 2008 e luglio 2009) mostrano come sia tecnicamente possibile lo spostamento del sistema energetico italiano lungo un sentiero di sviluppo coerente con gli obiettivi delle politiche energetiche e ambientali, già implementate (per il breve/medio periodo) o in via di definizione (per il lungo periodo). Essi mostrano infatti come nel medio periodo (2020), sia possibile il pieno raggiungimento degli obiettivi europei sulle fonti rinnovabili e un sostanziale avvicinamento agli obiettivi sulle emissioni di CO2; nel lungo periodo, sia possibile intraprendere una traiettoria di sviluppo in grado di determinare riduzioni delle emissioni di CO2 in linea con l’auspicio condiviso dai leader di tutti i Paesi industrializzati di un dimezzamento delle emissioni mondiali entro il 2050. Il raggiungimento di tali obiettivi è reso possibile da un lato mediante investimenti in ricerca e innovazione tecnologica nelle filiere industriali dei settori delle tecnologie energetiche “low-carbon”, rinnovabili in primis, da un altro lato promuovendo il ricorso a modelli di utilizzazione dell’energia finalizzati all’efficienza e al risparmio energetico. Questo mostra come l’effettivo raggiungimento di questi obiettivi richieda una profonda trasformazione del modo di produrre e consumare l’energia. Le Regioni hanno un ruolo molto importante nelle azioni volte a ridurre le emissioni di gas serra. Tale ruolo é dovuto in gran parte al processo di decentramento nella politica energetica avviato con la Legge n. 10 del 199137 che assegnava alle Regioni il compito di predisporre i Piani Energetici Regionali, ed è proseguito con la Legge n. 59 del 199738 che prevedeva il conferimento alle Regioni e agli Enti locali, di tutte le funzioni e i compiti amministrativi nel settore dell’energia, mentre risultano conservati alla competenza statale unicamente

35 Il Quadro Strategico Nazionale è consultabile sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico www.dps.tesoro.it/qsn/qsn.asp 36 Il Piano di Azione Nazionale è consultabile sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri www.governo.it/notizie/ministeri/dettaglio.asp 37 Legge 10/1991 Norme per l’attuazione del Piano Energetico nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia. 38 Legge 59/1997 Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa.

Page 33: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

32

i compiti di “rilievo nazionale” e infine si è rafforzato con il Decreto legislativo n. 112 del 199839, con il quale le Regioni si sono impegnate nel processo di decentramento con forti assunzioni di responsabilità nel settore energetico. Inoltre, la Legge Costituzionale 18 ottobre 2001 n. 3 concernente “Modifiche al Titolo V Parte II della Costituzione” ha ridefinito le competenze legislative, regolamentari ed amministrative dello Stato, delle Regioni e degli Enti Locali prevedendo in particolare la “produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia” come materia di legislazione concorrente. In questi stessi anni ha assunto sempre più rilievo la valenza ambientale delle politiche energetiche e la stretta relazione esistente tra le modalità di utilizzo delle risorse energetiche ed il valore complessivo di emissioni climalteranti che si determina. A questo riguardo le Regioni hanno saputo tradurre gli obiettivi nazionali ed europei di contenimento delle emissioni di CO2 in indirizzi di Piano Energetico-Ambientale. Tutte le Regioni hanno predisposto e in gran parte attuato i Piani Energetico-Ambientali Regionali con l’obiettivo di determinare le condizioni più favorevoli di incontro della domanda e dell’offerta di energia avendo come obiettivi l’efficienza energetica e l’impiego delle fonti rinnovabili disponibili e più convenienti. Un ruolo molto importante nella programmazione degli interventi regionali volti a ridurre le emissioni di gas serra hanno i Programmi Operativi Regionali e i Programmi Operativi Interregionali nell’ambito dei fondi strutturali 2007- 201340. In essi sono previsti, oltre agli interventi riguardanti le fonti rinnovabili e il risparmio energetico, anche interventi nel settore trasporti con ingenti risorse finanziarie e interventi sui rifiuti, sia per ottimizzare questi due settori, sia per ottenere importanti riduzioni delle emissioni di CO2. Lo sviluppo delle fonti rinnovabili è legato all’uso di risorse naturali o a problematiche paesaggistiche che sono oggetto di politiche di tutela, in cui le Regioni svolgono un ruolo preminente anche con specifici atti di indirizzo previsti dalle normative italiane di recepimento delle Direttive UE in materia di ambiente. Sono quindi le amministrazioni regionali che devono assicurare un adeguato livello di integrazione preventiva tra obiettivi di sviluppo delle diverse tipologie di fonti rinnovabili nelle specifiche realtà territoriali con il perseguimento degli obiettivi di tutela ambientale. La fase di approvazione dei nuovi programmi regionali nella prospettiva degli obiettivi europei e nazionali 2020 potrà essere utilizzata per valorizzare le esperienze maturate fino ad oggi e tenerne conto in modo adeguato, ai fini di un superamento delle problematiche e delle criticità emerse nelle politiche regionali di promozione delle fonti rinnovabili condotte fino ad oggi. In particolare il processo di definizione dei nuovi programmi regionali di promozione delle fonti rinnovabili potrà consentire di assicurare un adeguato livello di integrazione delle politiche regionali di promozione delle fonti rinnovabili con le altre politiche regionali (ambientali, agricole, territoriali) che interagiscono sostanzialmente con lo sviluppo delle fonti rinnovabili.

39 Recante norme sul conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni e agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 59/1997. 40 http://fondistrutturali.formez.it/

Page 34: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

33

Questo deve portare all’attivazione di processi di governo del territorio che coinvolgano gli attori economico-sociali interessati in modo non episodico, creando le premesse per un coinvolgimento nelle attività di monitoraggio e nella gestione delle criticità durante la fase di attuazione dei programmi. Un approccio di tipo operativo e non puramente burocratico diventa strumento efficace per affrontare in modo adeguato i problemi legati all’individuazione del potenziale effettivamente sfruttabile in termini di integrazione con le altre politiche regionali pubbliche rilevanti, e fornire una base solida ai processi di concertazione. Il territorio visto a livello locale svolge un ruolo fondamentale per promuovere e realizzare politiche energetiche sostenibili che progressivamente portino a liberare città e regioni dalla dipendenza delle fonti fossili. I problemi di efficacia delle procedure autorizzative, legati alle dinamiche di accettabilità sociale e conflitto ambientale, hanno la loro dimensione prioritaria di riferimento nello scenario locale. Lo scenario locale è la dimensione in cui devono essere affrontate le problematiche di accettabilità sociale che coinvolgono le comunità locali, adottando un approccio preventivo e superando, sia da parte delle imprese che della pubblica amministrazione, un approccio burocratico formale nella gestione degli strumenti di comunicazione, informazione e partecipazione del pubblico interessato già previsti dalla normativa. Occorre infatti considerare che lo scenario più importante per la diffusione delle rinnovabili è da ricercarsi all’interno di un modello distribuito che cambia profondamente il modo di guardare al rapporto con il territorio, per capire quali sono le risorse naturali presenti e le specificità della domanda di energia. Sono 6.993 i Comuni in Italia dove è installata almeno una fonte rinnovabile41. Un aspetto interessante da sottolineare è che la scommessa di questi territori, la loro spinta dal basso, si sta rivelando vincente da tutti i punti di vista. In primo luogo da un punto di vista della risposta al fabbisogno energetico: attraverso eolico, geotermico, idroelettrico, biomasse già oggi sono centinaia i Comuni che producono più energia elettrica di quanta ne consumino. Tali realtà sono la dimostrazione che si può compiere una reale trasformazione del modo di produrre ed utilizzare l’energia nel rispetto dei paesaggi. 41 ENEA, Ricerca e innovazione per un futuro low carbon. Le fonti rinnovabili 2010, Roma, 2010

Page 35: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

34

2.2 Casi studio I casi studio analizzati esemplificano il ruolo della pianificazione e del progetto di architettura nel processo della gestione sostenibile. I contesti considerati hanno caratteristiche e necessità differenti ma la metodologia estrapolabile da ognuno dei casi analizzati è trasponibile a qualsiasi tipo di contesto. Gli esempi illustrati rappresentano le tre scale di azione: azioni di sistema, piani a valenza territoriale, progetti alla scala architettonica. Azioni di sistema Il tema della sostenibilità ha ricadute a livello globale, regionale e locale, è dunque necessario individuare delle azioni territoriali in grado di coordinare le iniziative alle diverse scale. Il tema affrontato nel seguente caso studio è un esempio di gestione energetica sostenibile ma il modello è trasponibile ad ogni settore della gestione sostenibile. Vengono individuati gli elementi necessari per arrivare ad un progetto a scala territoriale senza trascurare le esigenze locali, con effetti sul medio e lungo termine. Energy Management d’area. Azioni partecipate per una domanda energetica sostenibile. Prime azioni per la sostenibilità energetica, 2007-2009 42 Inquadramento Il progetto è stato realizzato dalla Provincia di Mantova con il supporto scientifico del Politecnico di Milano – dipartimento BEST e Laboratorio Tema (Tecnologie e Materiali)43 e la collaborazione di AGIRE (Agenzia per la Gestione Intelligente delle Risorse Energetiche), è stato finanziato dalla Regione Lombardia come primo progetto dell’intero territorio regionale sulla Misura 3.5 Sottomisura A Docup Obiettivo 2 “Promozione delle Agende 21 Locali e altri strumenti di sostenibilità ambientali”. Ad esso hanno aderito 26 Comuni dell’area dell’Oltrepò Obiettivo 2 e questa azione raggruppa una serie di progetti realizzati dall’Assessorato all’Ambiente sul tema “energia” che hanno instaurato relazioni e collaborazioni a livello territoriale. I progetti riguardano l’applicazione del concetto di sostenibilità energetica territoriale. Obiettivo L’applicazione del concetto di sostenibilità energetica territoriale vuole sfociare in una proposta di Energy Menagement d’area su tutti i fronti: sensibilizzazione del territorio attraverso forum; coinvolgimento scuole,

42 I dati relativi al progetto di Energy Management sono reperibili nel volume Energy Menagement d’Area, azioni partecipate per una domanda energetica sostenibile. Prime azioni per la sostenibilità energetica, pubblicato dalla Provincia di Mantova e sul sito www.provincia.mantova.it/agenda21/progetti/

43 Direzione scientifica: Fabrizio Schiaffonati; Coordinamento: Roberto Bolici e Andrea Poltronieri; Gruppo di lavoro: Elena Mussinelli, Stefano Rugginenti, Sara Reggiani

Page 36: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

35

cittadini e Pubblica Amministrazione; introduzione di criteri di ottimizzazione energetica all’interno dei regolamenti edilizi comunali; formazione di operatori del settore energetico. La realizzazione di questi progetti ha l’obiettivo di radicare una serie di collaborazioni ed esperienze omogenee ed integrate a livello territoriale, che rappresenti un modello di eccellenza e che costituisca un prototipo da diffondere nell’intera provincia. I macro obiettivi del Programma Provinciale riguardano l’Area tematica 2: “Indirizzi tecnici e normativi di risparmio energetico” e mirano a realizzare la Certificazione Energetica degli edifici e introduzione delle Classi di Merito e la redazione di un “Regolamento Comunale Tipo” che introduca il risparmio energetico negli strumenti di pianificazione urbanistica. Metodo L’inquadramento del progetto in Agenda 21 ha permesso di far agire in sinergia tutti gli attori locali e alle diverse scale. Il programma nasce dal problema internazionale dei cambiamenti climatici e segue le direttive del Piano Energetico Regionale della Lombardia che riguardano la razionalizzazione dell’efficienza energetica, la riduzione della domanda e dei consumi, l’uso delle fonti rinnovabili e loro integrazione con attività produttive e urbane. A livello locale la Provincia gioca un ruolo fondamentale nella pianificazione energetica, coinvolgendo sia soggetti pubblici che privati. Il mercato investe in azioni di recupero di fonti rinnovabili, sta alla Provincia il compito di predisporre strumenti per sensibilizzare alla riduzione dei consumi, facilitare lo sviluppo di interventi di sostenibilità energetica e predisporre strumenti regolatori della politica energetica sul territorio. Il metodo applicativo di Agenda 21 della provincia di Mantova è architettato in modo da pervenire in poche tappe alla realizzazione di progetti rispondenti a obiettivi di sostenibilità. La metodologia è di tipo “bottom-up” cioè mediante forum e tavoli di confronto tematici con gli attori locali, vengono individuate le condizioni del contesto attuale, le previsioni di evoluzioni future, le priorità e gli obiettivi. Le informazioni ricavate convergono nel Parco Progetti, formato da schede-progetto correggibili e implementabili nel tempo. Il Parco Progetti viene gestito da una regia territoriale, affidata all’ Ufficio Agenda 21 che si occupa delle analisi di fattibilità dei progetti, verifica le linee di finanziamento, svolge attività di monitoraggio e si impegna a coinvolgere gli attori locali interessati. Le azioni intraprese sono state codificate in modelli replicabili: Modello organizzativo della Gestione Energetica d’Area, Modello di relazione per il sistema territorio, Modello di relazioni per il sistema imprenditoriale, Modello formativo/educativo. Azioni Le azioni intraprese sono raggruppabili in quattro macro categorie:

Page 37: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

36

- Conoscere per agire: realizzazione di un quadro della situazione energetica; in proposito è stato redatto il “Rapporto sullo stato dell’ambiente nel territorio mantovano” come strumento di riferimento che raccoglie problematiche ambientali, sociali ed economiche. Si è inoltre partecipato al Bando Cariplo “Audit Energetico nei piccoli comuni” per sottoporre gli edifici comunali a diagnosi energetica.

- Partecipare per pianificare: organizzazione di attività tipo forum e tavoli tematici per il confronto tra gli attori e stabilizzazione dei rapporti tra i soggetti coinvolti; l’Open Group Tandem è un progetto LIFE44 per stabilire metodologie e definire il campo d’azione degli enti che intendono armonizzarsi con il processo di Agenda 21 locale.

- Apprendere per agire: organizzazione di attività per diffondere la cultura sul territorio, per le varie tipologie di abitanti; sono per esempio state intraprese attività come il Bando Ministeriale “Il sole a scuola” i cui gli edifici scolastici diventano oggetto di programmi didattici e sito di installazione di pannelli fotovoltaici. Sono poi stati organizzati dei corsi per la Pubblica Amministrazione dal titolo “Dal programma energetico provinciale alla certificazione degli edifici” e “Certificazione energetica e nuovi regolamenti edilizi”.

- Agire e trasferire: attuazione delle politiche in modo che siano immediatamente visibili e verificabili i risultati; in proposito il sistema Contabilità Ambientale Territoriale permette di rilevare, organizzare, gestire e comunicare informazioni e dati ambientali espressi in unità fisiche e monetarie.

Piani territoriali Per quanto riguarda la pianificazione territoriale è necessaria una profonda modificazione degli strumenti di gestione, in grado di articolare in modo integrato i vari interessi da difendere. Bisogna individuare un modello operativo per la valorizzazione del territorio in cui i punti di forza sono il riconoscimento delle peculiarità e criticità, la sinergia tra gli attori e la gestione sostenibile. Per gestione sostenibile si intende governare il territorio dando risposta alle criticità, utilizzando strumenti partecipativi, pianificando a livello territoriale le attività economiche, turistiche, culturali, didattiche, riconoscendo di fondamentale importanza la tutela paesaggistico-ambientale. I seguenti casi studio individuano prima di tutto una nuova metodologia di lettura del territorio, in grado di estrapolare gli elementi di forza che andranno a concorrere per una gestione del territorio che esclude la componente immobilistica della tutela. Studi sulla fascia pre-parco del Ticino, strategie per la valorizzazione della fascia contigua al Parco naturale della Valle del Ticino piemontese, Dipartimento BEST del Politecnico di Milano45

44 LIFE è uno strumento europeo di finanziamento di progetti per l’ambiente e la natura. Dal 1992 LIFE ha finanziati 3506 progetti (fonte http://ec.europa.eu/environment/life/) 45 M. Gambaro a cura di, Paesaggio e sistemi territoriali, Strategie per la valorizzazione della fascia contigua al Parco naturale della Valle del Ticino piemontese, Milano, Maggioli ed., 2009

Page 38: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

37

Inquadramento Gli studi sulla fascia pre-parco del Ticino sono stati svolti su incarico dell’Assessorato alla Programmazione Territoriale e Urbanistica della Provincia di Novara e si rivolgono a un territorio di indiscussa rilevanza ambientale e paesaggistica collocato a ridosso del Parco Naturale della Valle del Ticino piemontese, zona che costituisce l’ultima porzione di foresta planiziale della pianura Padana. Si collocano, questi studi, nel momento in cui il territorio provinciale induce una forte pressione sul territorio sia per insediamenti logistici sia per nuova infrastrutturazione a causa della vicinanza con l’aeroporto di Malpensa e le direttrici europee Genova-Rotterdam e Lisbona-Kiew. Inoltre sono in corso iniziative per un profondo mutamento della legislazione regionale (Documento strategico “Per un nuovo Piano Territoriale Regionale; nuova legge per il governo del territorio; Piano Paesistico Regionale). Governare il territorio significa dare risposta ai fattori di criticità, misurarsi con le debolezze strutturali derivanti dalla scarsa efficienza della programmazione e pianificazione territoriale, dalla accentuata settorializzazione e segmentazione delle competenze e di conseguenza dalle difficoltà di gestione dei processi decisionali e dal limitato utilizzo effettivo di strumenti partecipativi, di programmazione negoziata e di trasferimento delle conoscenze. Obiettivo L’obiettivo individuato è la pianificazione della fascia contigua mediante un nuovo modello operativo orientato alla valorizzazione del territorio, alla sinergia e cooperazione tra gli attori, al riconoscimento delle peculiarità dei singoli contesti. Si vuole costruire una visione strategica di sviluppo e gestione sostenibile del territorio, mirate alla promozione di sinergie e cooperazioni tra i diversi soggetti locali e governativi. Gli studi hanno il fine di tradurre la volontà politica e culturale in azioni concrete e praticabili mediante un processo di co-pianificazione condiviso e attivo mediante la promozione di un Atto di Indirizzo e coordinamento. Gli studi sono un importante approfondimento di criticità, emergenze, opportunità e rischi di un territorio di rilevanza ambientale e paesaggistica. Sono finalizzati a fornire spunti e strumenti perché il confine geografico del Parco diventi un zona di transizione tra l’area protetta e la zona circostante, con l’obiettivo finale di individuare strumenti e modalità per una gestione attiva del Piano Territoriale Provinciale, evitando che da essi provenga una visione statica di regole e norme burocratiche. Lo scenario di riferimento mostra come sia necessario individuare una forma di governo del territorio in grado di conciliare le esigenze largamente mutuate all’esterno del territorio stesso e la forte valenza ambientale e paesaggistica del luogo, che va salvaguardata e valorizzata. Si vuole evitare la frammentazione istituzionale e conseguente frammentazione territoriale. La proposta è quella di un pianificazione territoriale, che afferma una visione unitaria ed indica linee su cui affermare la volontà e la capacità di governo unitario del territorio stesso. Metodo e strumenti

Page 39: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

38

Di fronte a un territorio ricco dal punto di vista naturalistico e della diversità ambientale la strategia da adottare è la concertazione a dimensione sovra comunale per valorizzare l’identità e la qualità paesistica ed ecologica del territorio provinciale. Il lavoro è stato diviso in tre fasi, un prima fase di analisi e studio sulla fascia contigua al Parco Naturale, la quale è servita a effettuare una lettura integrata dei fenomeni e a mettere in sinergia i diversi soggetti locali e le azioni in atto sul territorio. È stata fondamentale una nuova lettura del territorio novarese, con l’obiettivo di prevedere le dinamiche insediative, sociali, economiche e scorgervi le valenze ambientali, paesaggistiche, culturali che connotano il territorio, così da valorizzare le opportunità di sviluppo. Una seconda fase di individuazione della fascia pre-parco con relativi approfondimenti tematici divisi per ambiti e una terza fase di sintesi strategica e linee guida di coordinamento, ognuna per ogni ambito individuato. Per ogni ambito sono stati definiti gli enti coinvolti, le possibili collaborazioni, gli obiettivi da raggiungere. Il progetto prevede, per ognuno, la condivisione dei contenuti dei progetti, la predisposizione di linee guida di intervento, la programmazione di modalità, tempistiche e risorse, il coordinamento tra i vari assessorati comunali al fine di predisporre un piani di azione condiviso. Sono stati utilizzati tutti gli strumenti della pianificazione regionale, provinciale e locale cercando di farli dialogare e collaborare tra di loro mediante l’obiettivo condiviso della tutela attiva. In particolare sono stati utilizzati i seguenti strumenti per mettere a sistema la tutela con tutte le azioni in atto sul territorio:

- Piano Paesistico Regionale: strumento il cui obiettivo è la tutela e valorizzazione del patrimonio regionale in vista del miglioramento del quadro di vita delle popolazioni e del rafforzamento dell’attrattività della Regione.

- Documento Programmatico “Per un nuovo Piano Territoriale Regionale”: linee guida proposte dalla provincia di Novara;

- Piano Territoriale Provinciale: strumento di indirizzo per conoscere e governare il cambiamento delle aree contigue al parco;

- Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale: il piano si è rivelato non essere più così attuale quindi la pianificazione della fascia contigua deve essere elemento di armonizzazione e resistenza alle pressioni;

- Piano Paesistico Provinciale; - Piano Strategico di Novara46 : il piano attribuisce particolare importanza al tema della sostenibilità

ambientale e tutela attiva ed evidenzia la volontà della messa a sistema di risorse ambientali e aree agricole;

- Piano Territoriale Operativo Ovest Ticino; - Nuovo Piano d’Area del Parco del Ticino47;

46 Pubblicato in E. Mussinelli a cura di, Il Piano Strategico di Novara, Maggioli Editore, santarcangelo di Roma, 2008 47 Pubblicato in F. Schiaffonati, A. Majocchi, E. Mussinelli, Il Piano d’area del Parco Naturale della valle del Ticino piemontese, Libreria Clup, Milano, 2006

Page 40: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

39

- Rete ecologica: strumento principe per la tutela e la valorizzazione delle emergenze ambientali e naturalistiche, in linea con le politiche comunitarie

- Programmi Territoriali Integrati: linee guida per coordinare un insieme integrato di azioni e di servizi che permettano a Novara una città-portale di conoscenze servizi e opportunità produttive per il Piemonte Orientale

Azioni La prima azione intrapresa riguarda la scala vasta, sono stati infatti definiti gli Ambiti Tematici a scala regionale secondo il criterio di omogeneità geo-morfologica, ambientale, paesistica, infrastrutturale e funzionale. In un secondo tempo sono stati individuati gli Ambiti Territoriali della fascia pre-parco, in cui i comuni si situano e mettono in atto relazioni reciproche. Il Piano Territoriale Provinciale suddivide poi gli Ambiti Territoriali in sub-ambiti con peculiari caratteristiche ambientali, naturali e antropiche. Le Norme Tecniche di Attuazione del Piano Territoriale Provinciale hanno il compito di normare le collaborazioni tra i comuni di uno stesso ambito mediante Atti di Indirizzo e Coordinamento che definiscono guide e manuali per migliori definizioni progettuali a livello locale. Lo strumento individuato per la concertazione è l’Accordo di Pianificazione tra gli Enti locali, strumento che ha ricadute sulla programmazione urbanistica locale. La Devesa, Parco dell’Albufera di Valencia, ricostruzione del sistema dunale, 1982 48 Inquadramento La Devesa è una stretta fascia litorale che fa parte della lingua di sabbia che chiuse il golfo di Valencia, convertendolo in albufera (laguna). Fino al 1964 la zona dell’Albufera rimane intatta e di libera fruizione, fino a che il Piano Regolatore non dà l’autorizzazione ad interventi cha vanno ad alterare significativamente gli ecosistemi della zona. Il cordone dunale viene distrutto in pochissimi anni del 90% e sostituito da un lungomare parallelo alla costa riempito di sabbia e rimboschito con eucalipti. Le dune interne vengono distrutte e frammentate da strade, nuovi edifici e infrastrutture. La zona viene così utilizzata dai turisti in modo indiscriminato, senza regole e senza nessuna iniziativa di sensibilizzazione nei confronti di questo ambiente delicato. Manca qualsiasi tipo di gestione e questo aggrava maggiormente gli squilibri dell’ecosistema con consistenti problemi di erosione costiera, inquinamento acustico e luminoso. Solo nel 1979, in seguito a ripetuti movimenti sociali di protesta, il primo comune democratico blocca il Piano e dà il via ad una serie di provvedimenti per il recupero della zona.

48 Informazioni sul progetto sono per l’Albufera si trovano sui siti www.lifeduna.com, www.wwf.com, www.albufera.com

Page 41: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

40

Obiettivo L’obiettivo di tali interventi è quello di conservare le aree non ancora degradate chidendole al traffico per consentire il ripopolamento della fauna e recuperare le zone maggiormente alterate mediante l’eliminazione del lungomare e delle infrastrutture e la creazione di nuove dune. Si coglie l’occasione di riqualificazione per rendere fruibile la zona a scopo turistico e didattico, con una parallela formulazione di una politica di gestione sostenibile e compatibile. Metodo e strumenti Nel 1979 l’amministrazione comunale avvia una campagna di “Studi preliminari per la gestione della Devesa” da parte di un team esperto e multidisciplinare. Gli studi su vegetazione e fauna sono stati effettuati mediante bibliografia, cartografia (anche antica), fotografie, sopraluoghi e ascolto diretto degli abitanti. La sperimentazione per la ricostruzione dell’ambiente naturale e delle dune parte dallo studio delle zone rimaste intatte, questa fase non ha rappresentato solo l’azione preliminare ma è proseguita anche in corso d’opera, consentendo di correggere le azioni che si sono rivelate inefficaci mano a mano che si proseguiva coi lavori. Nel 1982 vien approvato il “Piano Speciale per la protezione del Monte Devesa”, il piano è stato elaborato utilizzando la Legge del Suolo 197549. Il piano si configura come strumento giuridico che garantisce il mantenimento e la rigenerazione dell’ecosistema ed elimina usi incompatibili. Accanto alla formulazione del Piano è stato istituito un sistema di vigilanza continuo, sia per monitorare tutte le operazioni di rinaturalizzazione sia per controllare che la fruizione avvenga nei termini stabiliti dal Piano. Azioni Le azioni intraprese rispecchiano gli obiettivi prefissati e riguardano quindi sia il sistema della fruizione che la rinaturalizzazione dell’area. Tutte le azioni sono state normate e gestite attraverso il “Piano Speciale” che suddivide il parco in zone, in funzione dello stato di conservazione e della suscettibilità (Zona Parco, Zona Tampone, Zona Filtro) ognuno gestito da un proprio regolamento con norme adeguate. Per la rinaturalizzazione dell’area è stato necessario prima di tutto eliminare le specie non indigene in seguito è stato sperimentato un centro vivaistico realizzato all’interno del parco per prelevare gli esemplari da impiantare. Dalle dune vengono raccolti i semi che poi sono seminati in serra per produrre piantine. La serra diventa fonte di semi e talee indipendente dalle dune, per contenere l’impatto su di esse. La piantumazione avviene per opera dell’uomo, in modo da garantire un attecchimento più veloce rispetto a semi portati dal vento ed eliminare l’utilizzo di macchinari non adatti e troppo invasivi. L’atteggiamento intrapreso denota un profondo rispetto per l’ambiente naturale da parte dell’uomo che con metodi appropriati se ne prende cura consentendo il ritorno ad un equilibrio tra ambiente naturale e fruizione.

49 Ley del Suelo n.19/1975

Page 42: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

41

Sono poi state ricostruite le dune, l’utilizzo di macchinari pesanti è stato limitato solo ai grandi movimenti di terra dopo di che sono stati utilizzati dei sistemi delicati: delle barriere realizzate con canne e vegetazione intrecciata in grado di stabilizzare le dune. Questa tecnica prevede tempi di realizzazione più lunghi, compatibili con i tempi naturali e di minore impatto ambientale rispetto a massicciate o strutture in calcestruzzo che rendono anelastica la linea di costa aggravando il problema di rotture ed erosioni. L’area è stata adeguata per la fruizione dei visitatori mediante interventi non invasivi e reversibili: sono state create appena al di fuori aree di parcheggio, create passerelle pedonali verso la spiaggia per evitare il calpestamento della zona rigenerata, creati percorsi pedonali illuminati con sistemi che evitano sprechi e inquinamento luminoso. Altri interventi fondamentali per la sensibilizzazione dell’area riguardano itinerari didattici con punti di osservazione della fauna per turisti e visitatori e la creazione di una serie di attività legate all’educazione ambientale: campagne educative, corsi per studenti, corso di guardi forestale, vivaio didattico, materiale educativo. Vengono inoltre promossi studi universitari e ricerche private, tesi e progetti di laurea. Progetti di architettura Il seguente caso studio vuole essere un esempio di come attraverso un piano alla scala territoriale sia possibile ristabilire il rapporto tra la città e il proprio lago. A partire dalla necessità espressa dall’Amministrazione Comunale di riqualificare il fronte lago i progettisti hanno dato vita a un intervento capace di coinvolgere l’intera città, non confondendo intervento architettonico con arredo urbano. Vittoriano Viganò, Sistemazione del lungolago di Salò, progetto 1982-8350 Inquadramento Vittoriano Viganò ha elaborato per Salò, piccola cittadina sul Lago di Garda, un Piano di Inquadramento Operativo, per tutta la fascia del lungolago. Il progetto, di cui solo una piccola parte ha trovato realizzazione, ripensa in termini generali il rapporto tra la cittadina e il lago: viabilità, affacci sull’acqua, percorsi pedonali ripavimentati sono gli elementi di un progetto unitario degli spazi aperti, progetto che conferisce a Salò una identità nuova. Obiettivo Negli anni ottanta ci si trova davanti a una Salò poco attenta alla valorizzazione delle proprie risorse in cui comincia, nell’amministrazione comunale, a farsi sentire la necessità di rivedere la situazione complessiva per 50 Il progetto di Viganò per Salò è descritto in Domus n.726, 1991, ulteriori accenni al progetto e descrizioni dell’attività di Viganò si ritrovano in Vittoriano Viganò: Etica Brutalista, Torino, 1999 e in A come Architettura, Milano, Electa, 1992

Page 43: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

42

dar nuova vita alla città detta “delle rive” per la sua posizione geografica ma che in realtà con esse aveva una relazione piuttosto distaccata. L’amministrazione interpella così nel 1982 due progettisti: l’urbanista Demetrio Costantino e l’architetto Vittoriano Viganò, chiamati a rispondere al problema delle rive. L’obiettivo, per l’amministrazione era arrivare ad un piano (Piano Regolatore, Piano Particolareggiato o Piano Architettonico) che riqualificasse la porzione di città direttamente affacciata sul lago, per poi, in un secondo momento, passare alla realizzazione concreta delle opere necessarie. I progettisti però trovano necessario mettere in pratica un diverso processo attuativo. Il modo di partire migliore è quello di redigere un Piano di Inquadramento Operativo che di per sé non trova inquadramento nella logica dello strumento di piano, ma che permette di raggruppare le idee che costituiscono il fermento l’humus su cui crescere51 in un processo di messa a fuoco delle cose. Metodo Inizialmente si verificano degli scontri inerenti al metodo tra i due progettisti: per Costantino urbanista il Piano di Inquadramento Operativo è una descrizione, una relazione, una successione di suggestioni che interessano la vita sociale in modo da far crescere per prima cosa il dibattito sulle azioni da intraprendere. Per Viganò invece, dopo un prima fase di riflessione e conoscenza del luogo, il Piano di Inquadramento Operativo è un segno grafico. Costantino era pronto a innescare un processo di lievitazione attraverso il metodo della parola, della relazione, del dibattito, per Viganò invece il desiderio di cambiamento deve attuarsi attraverso il progetto. Egli aveva calato le stesse idee in un disegno, come è tipico della sua architettura: in ogni gesto sono racchiuse un molteplicità di ragioni e motivazioni e l’architettura è la traduzione del suo pensiero. La relazione dell’urbanista sarebbe stata l’espressione grafica astratta di tutto un discorso che invece non era astratto e rappresentava un sistema di scelte, di priorità, di decisioni maturare dopo lunga riflessone fatta di analisi, conoscenza, consensi e dissensi. I progettisti andarono dalla committenza con entrambe le soluzioni metodologiche, e questa fu la grande forza del progetto: forti di una sostanziosa base teorica espressa con parole e ragionamenti, il mettere davanti all’Amministrazione Comunale un progetto compiuto, concreto determinò la scossa necessaria a risvegliare Salò dalla pigrizia e dalle azioni fatte solo di piccoli interventi poco significativi. Partire da una forma, da un segno sintetico, ha permesso di superare con facilità una serie di lungaggini e fraintendimenti, stabilendo un nesso intuitivo e immediato tra progettisti e committenti. In questo modo si leggeva una città tutta nuova, che sulla base dell’input e delle risposte di buona volontà da parte dell’Amministrazione, ha permesso ai progettisti di continuare a gestire il tutto in modo unitario. Il progetto oggi interessa le rive, domani sarà la volta di un’altra porzione, il disegno iniziale rappresenta solo il punto di partenza che innesca un processo in cui tutti gli attori sono coinvolti a gestire concretamente e in tempi brevi la città. Viganò crede che sia necessario sperimentare, giocarsi in prima persona, per prima cosa facendo ricerca. Fare ricerca significa lavorare dalle potenzialità da cui il reale è costituito e l’emergere di queste caratteristiche avviene studiando a priori il luogo ma anche

51 Le parole sono di Vittoriano Viganò stesso, in Domus n. 726, 1991

Page 44: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

43

scoprendo lungo il percorso sempre nuove opportunità che vanno ad incrementare il progetto di partenza. Il progetto ha una valenza aperta, è disponibile al cambiamento così che lo spazio possa diventare un’architettura che si lascia plasmare dal tempo. Azioni Con la presentazione del Piano di Inquadramento Operativo si è preso atto che il piano nel suo complesso, le sue idee, rappresentavano una preziosa opportunità e che tutto il territorio alla luce di questo avrebbe acquisito senso e ne avrebbe tratto vantaggio. Il progetto in questo senso era unitario ma valeva la pena affrontarlo per parti, in fasi successive. Vennero quindi definite un decina di fondamenti, le cosiddette “Unità Operative” che avrebbero trovato realizzazione in tempi immediatamente seguenti. I termini generali dell’intervento riguardavano: l’eliminazione del traffico veicolare sul lungolago; la ripavimentazione di tutti i tracciati storici; la sistemazione della piazzetta del Municipio; la creazione di un nuovo ponte pedonale con la sistemazione dell’attiguo spazio aperto; il rapporto tra l’edilizia e il lago. Presero il via per prime le fasi che sembravano più facili da gestire e più urgenti da realizzare, quel tema delle rive che era apparso primario al tempo della domanda finì per non esserlo più perché nella diagnosi generale vennero alla luce altre considerazioni di natura più complessa, riguardante l’intera condizione ambientale e non solo finalizzate a rendere più bello il lungolago. Partendo dalla necessità di riqualificazione del lungolago il progetto diventa un intervento che può essere inserito nella categoria del “progetti ambientali”. Diventa infatti molto più di un progetto di arredo urbano, rivestendo il ruolo di punto di partenza per ristabilire un nuovo rapporto tra la città e l’acqua. Ll’architetto affronta il tema in modo molto incisivo, non mira in a nascondere il suo intervento, a dimostrazione che un progetto ambientalmente sostenibile non deve necessariamente mimetizzarsi con la natura. Le forma spigolose, in aggetto o rientranza, lungo le rive sinuose del lago hanno geometrie aspre, irregolari che non vogliono evocare alcuna citazione e alcun ritorno alle origini ma contribuiscono a ristabilire l’equilibrio tra l’ambiente naturale, rappresentato dal lago, e la città. 2.3 Bandi di concorsi La qualità del paesaggio e la definizione di un modello di sviluppo sostenibile sono ormai obiettivi fondamentali ed ineludibili delle trasformazioni che riguardano il territorio e l’ambiente. La necessità di affrontare i progetti territoriali in modo sostenibile è dimostrata anche dalla ricchezza di concorsi che vengono proposti negli ultimi anni da associazioni, enti o amministrazioni locali. I temi su cui maggiormente focalizzano rispecchiano la necessità di gestire in modo integrato tutte le ricchezze presenti sul territorio. Si fa sempre più chiara la consapevolezza del bisogno di far entrare in sinergia i molteplici elementi esistenti in ogni contesto per una maggiore valorizzazione dei luoghi, con particolare

Page 45: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

44

attenzione alle singole identità dei luoghi, alla tutela del patrimonio naturalistico-ambientale e alla conversione dei cicli energetici in sistemi autosufficienti e alimentati da fonti rinnovabili. I concorsi hanno al finalità di promuovere i territori in cui sono messe in atto pratiche virtuose e di divulgare la necessità di inserire tali pratiche nei processi di pianificazione, a qualsiasi scala. Le tipologie di concorso si possono suddividere in quattro categorie:

- Concorsi il cui tema è l’inserimento di elementi per la produzione di energia da fonti rinnovabili nel paesaggio, inteso in tutti i suoi aspetti, naturalistico, sociale, culturale, di sfruttamento delle risorse locali. Un esempio è il concorso promosso nel 2001 da ERGA e Legambiente “Paesaggi del vento”52. L’obiettivo del concorso è quello di coinvolgere il mondo dell’architettura per affrontare una delle sfide più difficili e affascinanti data la qualità del paesaggio italiano: l'inserimento di infrastrutture sul territorio per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Attraverso il concorso si vuole approfondire il tema e coinvolgere le professionalità legate all’architettura del paesaggio, all’industrial design e all’ingegneria e ottenere un contributo progettuale, prodotto a partire dalle informazioni tecniche dettagliate fornite ai progettisti, che riguardi la qualità degli impianti e del paesaggio. Oggetto del Concorso è la progettazione di due impianti per la produzione di energia eolica a Cinisi, in Provincia di Palermo, e Pescopagano, in Provincia di Potenza. Il concorso chiede di sviluppare le basi per la definizione di un progetto preliminare di un impianto eolico di tipo industriale correttamente inserito nell’ambiente proposto, per la sua successiva realizzazione. Il concorso di idee è volto a sperimentare le forme più avanzate ed efficaci di intervento per il migliore inserimento delle strutture eoliche nella direzione della qualità tecnica e della valorizzazione ambientale e paesaggistica. Vuole sviluppare il raccordo tra sviluppo sostenibile e qualità degli interventi, per la definizione di una nuova immagine dei paesaggi contemporanei del vento. Il progetto consiste nella definizione del layout di impianto, ossia della disposizione degli aerogeneratori sul territorio, individuando contestualmente le soluzioni progettuali, paesaggistiche e architettoniche che ne consentano l’armonizzazione con l’ambiente in cui l’impianto stesso verrà inserito. Obiettivo primario è di realizzare un efficace coordinamento degli aspetti tecnici, con adeguato risalto all’ampio raggio di temi in questione (dal design, all’architettura del paesaggio, all’ingegneria naturalistica). Si intende creare un modello ripetibile per la progettazione di strutture in luoghi con caratteri fisici analoghi.

- Concorsi il cui tema è un governo del territorio più efficace in termini energetici e di gestione delle risorse naturali.

52 Il bando di concorso e informazioni sui progetti vincitori sono consultabili sul sito dell’Enel www.enel.it; sul sito del Ministero dell’Ambiente www.minambiente.it ; sul sito di Legambiente www.legambiente.it e sul n.14, 2006 di Architettura del Paesaggio

Page 46: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

45

Si riporta ad esempio il Concorso “Energia sostenibile nelle città”53 promosso annualmente dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dall’Istituto Nazionale di Urbanistica nell’ambito della campagna Energia Sostenibile per l’Europa in Italia. E’ rivolto ai soggetti, pubblici e privati, che si sono distinti nell’elaborazione di piani e progetti urbanistici attenti alle problematiche energetiche e alla sostenibilità dello sviluppo. Il concorso, che si indirizza nel settore specifico della pianificazione urbanistica e delle costruzioni e ristrutturazioni edilizie, è suddiviso in due sezioni:

- “Piani e metodologie”: sezione dedicata alla pianificazione di area vasta (piani regionali, provinciali e intercomunali), ai piani urbanistici comunali (strutturali e operativi, piani regolatori, piani attuativi) e ai piani di settore, nonché alle metodologie utilizzate nell’analisi, nell’elaborazione, nell’attuazione o nel monitoraggio degli stessi piani comunque volti ad assicurare un governo del territorio più efficace in termini energetici e di gestione delle risorse naturali.

- “Progetti urbani energeticamente sostenibili”: sezione dedicata ai progetti di nuovi comparti/complessi/edifici o alla riqualificazione o riconversione di comparti/complessi/edifici esistenti. Anche per questa sezione saranno valorizzate le proposte che avranno come riferimento gli standard europei derivanti da specifici programmi per lo sviluppo urbano sostenibile.

- Concorsi il cui obiettivo è la conoscenza del proprio territorio di appartenenze per difenderne le

ricchezze riscontrate. Questo tipo di concorso ha una finalità didattica e si indirizza a diverse categorie di partecipanti, bambini o adulti, utilizzando linguaggi e modalità appropriate. Ne è un esempio il concorso nazionale “Paesaggi da raccontare”54 promosso da Italia Nostra, col patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nel 2008. Il concorso è rivolto agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, è anche un modo per coinvolgere i giovani e il mondo della scuola nella riscoperta del patrimonio urbano, in tutte le sue dimensioni e nelle relazioni con il territorio, quale bene comune da tutelare e valorizzare. Ciascun partecipante è tenuto a presentare un elaborato sotto forma di racconto, poesia, musica, video, fotografia, disegno, collage o scultura e deve portare in superficie il rapporto tra ambiente e cultura. Il concorso si inquadra nel Protocollo di Intesa tra il MIUR ed Italia Nostra55 del 2007 per le finalità di “diffondere la consapevolezza dei significati e dei valori educativi che il paesaggio contiene in quanto

53 Il bando di concorso 2011 è consultabile sul sito del Ministero dell’Ambiente www.manambiente.it, sul sito dell’INU www.inu.it, dove è possibile vedere i progetti vincitori, e su www.campagnaseeitalia.it ,sito italiano della campagna europea Sustainable Energy Europe SEE. L'iniziativa ha tra i suoi obiettivi quello di accrescere la consapevolezza e modificare la produzione e l'utilizzo dell'energia nell'ottica anche del raggiungimento degli obiettivi del protocollo di Kyoto. 54 Il bando 2009 è consultabile sul sito di Italia Nostra www.italianostra.org e sul portale studenti del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca http://iostudio.pubblica.istruzione.it/

Page 47: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

46

memoria storica degli eventi e sintesi visibile della relazione uomo-ambiente e della sua influenza nei processi di formazione dell’identità individuo-territorio” e di “promuovere iniziative e progetti finalizzati alla tutela e alla valorizzazione del paesaggio, del territorio e dell’ambiente” (art. 1) con gli obiettivi di “favorire il successo formativo, l’integrazione culturale e sociale dei giovani nei contesti locali e sviluppare in essi il concetto di appartenenza e di cittadinanza” nonchè di “favorire le occasioni di impegno e di protagonismo dei giovani, anche nella prospettiva della formazione della personalità, dell’identità culturale e dell’educazione alla convivenza civile ed alla cittadinanza” (art. 3).

- Concorsi il cui tema è l’integrazione delle tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili

mediante la conoscenza del contesto. In particolare questi tipi di concorso mirano a individuare una metodologia ripetibile in contesti differenti. Ne è un esempio il concorso “Renewable energy can be beautiful” promosso da “Land Art Generator Initiative”56 un’associazione di progettisti americani impegnata nella promozione delle energie rinnovabili. Il concorso si svolge ogni due anni, a partire dal 2010, e promuove la realizzazione di un elemento per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e che abbia inoltre il ruolo di Landmark. L’obiettivo è arrivare a definire una modalità di progettazione di questi oggetti che combini l’estetica della land-art con l’utilità di produrre energia pulita per rendere autosufficiente l’area prestabilita. Il concorso del 2010 aveva individuato come contesto di progetto la città di Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, quello del 2012 invece sarà localizzato a Freshkills Park, nella città di New York. La scelta di due luoghi così differenti è la dimostrazione di come l’individuare una metodologia di progettazione ripetibile consenta di adattare gli interventi di volta in volta al contesto dato. Finalità analoga ha il concorso d’idee internazionale proposto annualmente da Marevivo, GSE e ENEA con la collaborazione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare “Sole vento e mare. Energie rinnovabili e paesaggio”57. Il concorso lascia libera scelta del contesto di progetto, limitatamente alle aree marine protette e isole minori italiane, a dimostrazione di come interventi virtuosi possano essere ripetibili nella metodologia in contesti con peculiarità differenti, adattandosi di volta in volta alle risorse presenti. Il concorso è alla sua seconda edizione ed è aperto a due categorie di partecipanti: tesi di alurea magistrali/specialistiche delle facoltà di architettura e ingegneria e professionisti (architetti, ingegneri, industrial designers, studi professionali e società di progetto).

55 Il Protocollo d’Intesa è stato stipolato il 27 agosto 2007 tra il Ministero dell’Università, dell’Istruzione e della Ricerca e Italia Nostra Onlus - Associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale. È consultabili sul sito di Italia Nostra: www.italianosta.org. 56 Maggiori informazioni sull’attività dell’associazione e sui concorsi sono reperibili sul sito www.landartgenerator.org 57 Il bando di concorso è scaricabile dal sito del Ministero dell’ambiente www.minambiente.it e dal sito di dell’associazione ambientalista Marevivo www.marevivo.it.

Page 48: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

47

Le tipologie di progetto ammissibili sono due: - ideazione di un componente o di un elemento captante, parte di un impianto generatore di energia,

innovativo per design o tecnologia utilizzata, che, in sequenza o singolarmente, si inserisca in una o più utenze; verranno considerati anche progetti che, utilizzando le componenti o gli elementi già esistenti sul mercato, riescano ad integrarsi nel contesto architettonico locale;

- ideazione di un sistema impiantistico, applicato allo specifico contesto territoriale, che riesca a soddisfare la richiesta energetica di una porzione o di tutta l’utenza locale, che si situi in posizione ottimale rispetto alla configurazione territoriale o marina in esame, che utilizzi la minore quantità possibile di suolo o di fondale.

Questa tesi di laurea parteciperà al concorso proponendo un progetto di riqualificazione dello Stagnone di Marsala mediante la realizzazione di un sistema di gestione sostenibile in tutti i suoi aspetti (sociale, energetico, culturale e ambientale). Verrà inoltre ideato un componente che non sia solamente un elemento produttore di energia ma si inserisca nel paesaggio come “simbolo” dell’intervento progettuale più ampio di gestione territoriale che si andrà a delineare. Il progetto di gestione territoriale potrà essere ripetibile nella metodologia e quindi applicabile a contesti differenti così come anche l’ideazione del componente di design seguirà un metodo di progettazione adattabile a situazione differenti.

Page 49: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

48

3. Lo Stagnone di Marsala come luogo per una sperimentazione di gestione sostenibile

3.1 Metodo di analisi

Cogliendo l’occasione del Concorso di Idee per le isole minori e le aree marine protette italiane, inedeto da GSE, Enea, e Marevivo “Sole vento e mare. Energie rinnovabili e paesaggio”, lo Stagnone di Marsala è stato individuato come luogo privilegiato per una sperimentazione di gestione sostenibile di una Riserva Naturale fortemente connotata da elementi appartenenti ad ambiti molto differenti che devono convivere tra di loro in un ambiente estremamente delicato quanto affascinante. La prima fase di lavoro ha avuto l’obiettivo di comprendere la situazione di partenza e i punti di forza e debolezza dello Stagnone e del contesto di appartenenza: Marsala e più in generale la Sicilia occidentale. È stata delineata una fotografia da cui partire al fine di progettare un quadro coerente di proposte e obiettivi d’azione volti a rimuovere i principali fattori di criticità presenti nel sistema locale e valorizzare le risorse di cui la città/l’area può avvalersi. Attraverso il percorso metodologico che si andrà a delineare, il progetto per lo Stagnone dovrà arrivare ad individuare alcuni interventi prioritari, i principi guida necessari per attuarli, gli attori che devono essere coinvolti, le modalità per utilizzare le risorse. Inoltre dovranno essere individuate le modalità e le forme organizzative necessarie per far si che le azioni siano messe tra loro a sistema e con esse gli attori locali interessati. A tal fine sono state avviate le attività diagnostiche condotte su diversi livelli utili alla definizione del profilo dell’area all’interno del più ampio sistema della città di Marsala. Dal punto di vista urbanistico, ambientale, sociale ed economico. La prima fase di analisi ha riguardato l’area vasta, in particolare il sistema Trapani – Marsala – Mazara; questa indagine è partita dalle ricerche e considerazioni elaborate alla scala territoriale ai fini della redazione del Piano Strategico di Marsala58. Si è poi arrivati a restringere il campo di analisi all’ambito più ristretto dello Stagnone, senza dimenticare il contesto entro il quale si inserisce, con le sue debolezze e punti di forza. Parallelamente un altro ambito di indagine ha riguardato l’analisi degli interventi e delle politiche programmate, in corso di implementazione o di realizzazione sul territorio, nella consapevolezza che non è sostenibile uno scenario di cambiamento che non poggi sull’azione che l’Amministrazione Comunale e gli altri enti

58 Le informazioni necessarie sono state estrapolate dal Documento di restituzione finale dei tavoli di lavoro (gennaio 2011) e dal Documento Intermedio del Piano Strategico di Marsala (giugno 2011) reperibili sul sito www.pianostrategicomarsala.net

Page 50: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

49

responsabili di infrastrutture e servizi stanno svolgendo. A tale scopo è stata realizzata una ricognizione delle progettualità contenute nei documenti di pianificazione e programmazione prodotta a diversi livelli di competenza amministrativa e settoriale ed in particolare le linee di azione del Piano Strategico e le proposte del Piano Integrato di Sviluppo Urbano e Territoriale (PISU e PIST), presentato dal comune di Marsala e dalla coalizione territoriale n.2 “Orizzonte Mediterraneo” formata anche dai comuni di Mazara del Vallo e Petrosino, nell’ambito delle procedure di attuazione dell’Asse VI del PO FESR Sicilia 2007-2013. Si è poi passati all’analisi alla scala locale dello Stagnone, la quale ha trovato realizzazione in tre fasi fondamentali: una prima fase di ricerca e studio della bibliografia e dei documenti disponibili, una seconda fase di sopralluogo e rilevamento sul posto e una terza fase di confronto, dialogo e visita al luogo con differenti attori protagonisti della vita dello Stagnone. Il sopralluogo effettuato sull’area ha consentito di verificare l’effettivo stato di conservazione dei luoghi e sperimentare le attrezzature e le opportunità di fruizione disponibili. Ciò che è emerso è la ricchezza di opportunità che lo Stagnone offre, affiancata però da una offerta di servizi incompleta e da una quasi assente azione di divulgazione e conoscenza di alcuni elementi identitari. Il momento di analisi più interessante si è rivelato essere il confronto diretto con gli attori locali, ognuno portatore di interessi differenti e conoscitore di peculiarità per lo più sconosciute ai visitatori occasionali ma anche agli abitanti stessi dell’area. Gli attori locali con cui sono stati organizzati gli incontri e le visite allo Stagnone e alle saline di Trapani e Nubia sono:

- prof. Giacomo D’Alì Staiti, membro della società Sosalt S.p.A., proprietario delle saline artigianali dello Stagnone e del Museo del Sale Ettore e Infersa e promotore del restauro dei mulini della salina Ettore;

- sig. Galvatore Gucciardo, membro della società Salemare S.p.A e gestore di un asalina tradizionale di Trapani, in contrada Nubia, situata all’interno della Riserva Naturale Orientata delle Saline di Trapani e Paceco;

- dott. Luca Carrubba, istruttore subacqueo e esperto di archeologia marina e sport acquatici; - prof. Andrea Santulli, biologo, Ricercatore di Scienze Biologiche presso l’Università di Palermo; - sig. Lucio Di Girolamo, proprietario di un campeggio in contrada Ettore e Infersa e dell’annesso

noleggio di attrezzature per sport acquatici (kitesurf, windsurf, canoe) e piccole imbarcazioni; - dott. Roberto Fiorentino, responsabile dell’ufficio Territorio e Ambiente della Provincia di Trapani; - alcuni abitanti del tratto litoraneo tra Marsala e lo Stagnone, volontariamente impegnati in azioni di

pulizia del lungomare. Le attività di analisi, ricerca e sopralluogo hanno permesso di individuare i tratti salienti e gli elementi strutturanti delle dinamiche di sviluppo e fruizione dello Stagnone e del territorio in cui si inserisce, concorrendo alla definizione di una visione condivisa che sarà posta alla base del processo di progettazione.

Page 51: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

50

L’esito finale è un quadro generale del territorio marsalese; il quadro programmatico di riferimento a scala locale e sovra locale; un’immagine dettagliata dello Stagnone, con in evidenza le potenzialità e le criticità dell’area.

3.2 Sicilia occidentale e Marsala città-territorio A partire dagli anni novanta è maturato un forte consenso sulla possibilità che le città e le economie urbane potessero ancora occupare un ruolo centrale nel modello di sviluppo regionale europeo59. Nonostante le aree urbane tradizionalmente soffrano con maggiore intensità delle crisi economiche ed in esse e nei loro hinterland si manifestino problemi di congestione e siano luogo primario di conflitti sociali ed etnici, le città continuano ad essere viste come lo spazio privilegiato di attenzione e di crescenti investimenti a livello nazionale e comunitario. Questa tendenza implica un diverso atteggiamento sia degli attori economici e sociali che operano all’interno delle città che delle istituzioni che ne governano le strategie e le politiche territoriali. Attivare forme di cooperazione all’interno dei sistemi urbani o di città contigue, ad esempio, può contribuire ad innescare logiche di cooperazione e potenziamento reciproco. Quando tale prospettiva si innesta su produzioni che hanno un particolare legame con le risorse territoriali il valore aggiunto di tali forme di cooperazione può essere ancora maggiore e l’identità del sistema territoriale nel suo complesso può essere essa stessa un prodotto che stimola lo sviluppo e la valorizzazione. Condividere a aumentare il livello di integrazione funzionale nel campo dei servizi e delle infrastrutture in una logica di sistema territoriale significa non solo aumentarne l’efficienza e l’impatto sulla qualità della vita dei cittadini, ma anche garantirne quella sostenibilità economico e gestionale che sarebbe impossibile assicurare livello dei singoli centri urbani. All’interno di questa logica, le singole municipalità sono chiamate a definire con maggiore chiarezza il proprio profilo economico e funzionale, cercando di caratterizzarsi per più alti livelli di specializzazione in quelle funzioni urbane che rivestono una rilevanza sovra-locale e ricercando una migliore complementarietà con quelle dotazioni di area vasta detenute dalle aree contigue. La combinazione di questi fattori presenta rilevanti implicazioni per le pratiche di pianificazione strategica sia dal punto di vista analitico e metodologico che da quello progettuale ed operativo. La costruzione di visioni territoriali di area vasta si rende particolarmente necessaria laddove, come nel caso di Marsala e dei maggiori centri urbani contigui Trapani e Mazara del Vallo e Petrosino, sussistono significative relazioni territoriali e potenziali rapporti di cooperazione.

59 Tra i documenti ufficiali della Commissione Europea si veda in particolare le due comunicazioni al Parlamento Europeo. “Quadro d’azione per uno sviluppo urbano sostenibile nell’Unione Europea.” (1998) “Cohesion policy and cities: the urban contribution to growth and jobs in the regions” (2006) e la recente “Territorial Agenda of the European Union 2020” (2011)

Page 52: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

51

Coerentemente con queste premesse si evidenziano alcuni elementi conoscitivi che possono contribuire a identificare il profilo attuale della città e con esso le risorse e le criticità a cui le visioni e le strategie di sviluppo futuro dovranno guardare. Il quadro che si andrà a delineare trae la maggior parte delle informazioni da Documenti Intermedio del Piano Strategico di Marsala, il quale ha compiuto analisi su sette aree tematiche: popolazione, economia, mobilità, ambiente, cura, cultura, ricettività. I dati estrapolati saranno utili a dimostrare l’importanza di considerare prioritariamente uno scenario di inquadramento vasto quale è Marsala intesa come città-territorio. Per città-territorio si intende il sistema complesso di relazioni e interdipendenze tra spazi di vita, insediamenti, risorse naturali e paesaggistiche, funzioni produttive e di servizio che la città realizza con i territori limitrofi, seppur in modo attualmente disorganico e privo di una visione di sistema. Marsala è la quinta città della Sicilia, con un popolazione residente di 82.545 abitanti al 2009 e che continua ad essere la città siciliana più popolosa tra i comuni non capoluogo di provincia. Lungo la costa della Sicilia occidentale, a breve distanza l’una dall’altra si trovano altre due città di oltre 50.000 abitanti: Trapani e Mazara del Vallo. Nel loro complesso si raggiunge la cifra di oltre 288.000 abitanti, ovvero la taglia demografica paragonabile allo status di città metropolitana. La prospettiva policentrica delle tre città si è progressivamente spostata verso un configurazione lineare che tende a saldare le aree urbane ed i territori intermedi delle principali città lungo la direttrice costiera. Tale processo si è rivelato negli ultimi tre decenni con particolare intensità lungo le strade statali e provinciali che collegano lungo la costa i centri che vanno da Trapani a Marsala. Il processo è favorito dalla presenza, lungo la fascia costiera dei maggiori nodi e reti dell’armatura infrastrutturale a trasportistica della Provincia: la linea ferroviaria da Trapani a Mazara del Vallo (un afermata a Marsala); il porto nazionale di Trapani e i due porti regionali di Marsala e Mazara del Vallo; l’aeroporto internazionale Trapani - Birgi; le due testate dei percorsi autostradali della Palermo - Mazara del Vallo e della Palermo - aeroporto di Birgi. Dal punto di vista dei trasporti e dell’accessibilità l’analisi effettuata nell’ambito della redazione del Piano Strategico rivela la convivenza di elementi di eccellenza ed evidenti indizi di criticità. Da un lato alcuni di questi nodi rappresentano delle “porte” per i territori più ampi che si estendono all’intera Sicilia occidentale e la città manifesta tra le migliori condizioni per l’accesso al trasporto aereo in Sicilia. Utilizzando un indicatore che tiene conto della raggiungibilità degli aeroporti (per via stradale) e della densità delle interconnessioni che tali aeroporti presentano con destinazioni nazionali e internazionali Marsala si colloca al quarto posto in Sicilia. Il dato riflette la crescita dell’aeroporto di Trapani - Birgi (connesso a oltre 40 destinazioni nazionali e internazionali) e della relativa vicinanza dall’aeroporto di Palermo - Punta Raisi, raggiungibile in circa un’ora di autostrada. Questa forte accessibilità alle reti del trasporto aereo coincide con più problematiche modalità di connessione alle altre modalità di trasporto. Non esistono linee di trasporto pubblico che mettano in comunicazione lo scalo

Page 53: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

52

con il centro di Marsala, nonostante questo disti appena 15 chilometri dal centro urbano. La rete ferroviaria, che arriva nelle vicinanze dell’aeroporto non ha in realtà una stazione in prossimità di esso. L’efficienza del trasporto ferroviario è molto ridotta, non risulta quindi conveniente per spostamenti che si spingano oltre la città della provincia di Trapani, e non sempre costituisce una valida alterativa al mezzo privato. Il territorio è poi attraversato dalla linea ferroviaria Palermo – Trapani, inserita però nell’elenco delle reti “a scarsa produttività” delle Ferrovie dello Stato e quindi con una offerta non concorrenziale rispetto al trasporto su gomma. Per ciò che attiene la rete stradale tre sono le direttrici principali che connettono Marsala all’ambito territoriale della Sicilia occidentale: verso nord la S.S. 115 che collega il Comune a Trapani, innestandosi poi sull’autostrada A29 Trapani – Palermo; verso sud sempre la S.S. 115 che collega Marsala con Petrosino e quindi a Mazara del Vallo, fino a innestarsi sull’autostrada Mazara – Palermo; verso est la S.S. 118 di collegamento con Salemi e la Valle di Belice. Il territorio comunale è poi innervato da numerose strade provinciali. Nel settore del trasporto marittimo le linee che fanno capo a Marsala sono esclusivamente per le Isole Egadi (Favignana, Marettimo, Levanzo) da dove è però possibile raggiungere, sempre via mare, Ustica e quindi Palermo e Napoli. Ulteriori collegamenti sono inoltre garantiti di vicini porti di Trapani (isole Egadi, Pantelleria, Ustica, Cagliari, Livorno, Formia, Tunisia) e Mazara del Vallo (Pantelleria). Si tratta di una struttura oggi sottoutilizzata rispetto alle sue reali potenzialità che l’Amministrazione Comunale vuole rilanciare in funzione del crescente turismo, questo trova conferma nella promozione del nuovo porto turistico. La dimensione ambientale è quella dove si manifestano le maggiori contraddizioni nel modello di sviluppo della città. La particolare conformazione insediativa, la “città-territorio” non supportata nel corso dei decenni da opportune politiche di controllo e contenimento dell’edificato, ha generato un’enorme quantità di territorio urbanizzato. Il territorio è caratterizzato da una edificazione diffusa, sviluppata lungo le principali vie di comunicazione, con edifici generalmente isolati e di piccole dimensioni, spesso realizzati in assenza di una visione organica di sviluppo della città, andando a saturare gli spazi liberi tra il centro e i nuclei di antica formazione. Funzioni e usi del suolo mostrano criticità rispetto al mantenimento dei caratteri del sistema ambientale per quanto riguarda la pressione antropica e l’edificazione diffusa, a volte abusiva, lungo la linea di costa. Allo stesso tempo la città di Marsala si caratterizza per una considerevole dotazione di aree agricole e di aree di pregio ambientale. Se consideriamo l’estensione di aree interessate da Siti di Interesse Comunitario all’interno del comune (4.107 ettari) la posizione di Marsala sale al secondo posto in Sicilia. Il territorio di Marsala si caratterizza per la ricchezza del suo paesaggio e del suo patrimonio naturalistico, elementi forti che concorrono in modo sostanziale alla qualità del sistema locale. In questa logica di risorsa che accresce la qualità del sistema locale, sono da considerarsi le aree protette. Nella zona dello Stagnone, alla foce del fiume Birgi, sono presenti tre diversi Siti di importanza comunitaria (SIC): - “Isole dello Stagnone di Marsala” esteso per 617 ettari (ITA010001);

Page 54: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

53

- “Saline di Marsala” che includono un ambito di 237 ettari (ITA010021); - “Fondali dello Stagnone di Marsala” esteso su 1.756 ettari (ITA010026). Un ulteriore SIC è localizzato nell’entroterra, si tratta del sito “Sciare di Marsala” (ITA010014) che si estende per 4.488 ettari sul territorio anche dei Comuni di Petrosino e Mazara del Vallo. L’offerta dei servizi turistici e culturali si fondano per buona parte su un patrimonio ambientale di estrema varietà ed interesse anche in un prospettiva internazionale. Questo patrimonio esprime i suoi caratteri più rilevanti e distintivi in particolare nel vasto entroterra rurale, caratterizzato dalla coltura del vigneto e dalle produzioni agricole di qualità e punteggiato da un denso patrimonio di architettura rurale e nel sistema costiero, che si caratterizza per una complessa integrazione tra siti di interesse archeologico e siti di interesse naturalistico e ambientale, solo in parte sottoposti a vigenti regimi di tutela e tuttora gravati da persistenti pressioni urbanistiche. La qualità del paesaggio non è solo un fatto estetico ma è soprattutto un elemento fortemente radicato ai valori identitari, storici e culturali del territorio, per esempio il legame tra industria vinicola, identità territoriale e strategie di qualità assume particolare rilevanza in relazione alle vicende del Vino Marsala. Conosciuto in tutto il mondo e strettamente legato al territorio che lo produce, in tutte le sue componenti sociali, storiche, culturali ed economiche. Il Comune di Marsala presenta una buona dotazione di attrezzature e servizi primari di base; sottodimensionata risulta invece la dotazione di servizi secondari, oggi imprescindibili per lo sviluppo urbano (offerta culturale, socializzazione, loisir), il cui incremento, oltre ad accrescere in modo significativo la qualità della vita degli abitanti, potrebbe rappresentare anche l’occasione per azioni di ridisegno urbano, riqualificazione ambientale, riconfigurazione funzionale. L’offerta culturale nel territorio di Marsala è varia e articolata, la città possiede un ricco patrimonio culturale, archeologico, museale e monumentale con musei pubblici e privati e siti di interesse storico-archeologico. Per quanto riguarda la fruibilità e l’apertura al pubblico, si osserva che alcune strutture sono però visitabili in orario ridotto o solo su appuntamento, altre non sono accessibili perché non ancora attrezzate e messe in sicurezza (questo nello specifico è riferito ad alcune aree archeologiche). In particolare, sono presenti: il Museo Archeologico di Baglio Anselmi, il Parco Archeologico, il Museo degli Arazzi Fiamminghi della Matrice, il Museo Garibaldino presso il Complesso Monumentale di San Pietro, la Pinacoteca Comunale nell’ex Convento del Carmine. Ulteriori siti rilevanti a Marsala sono: il Museo Whitaker, all’interno del sito archeologico dell’Isola di Mozia, la villa romana di Capo Boeo, il Museo del Sale Ettore e Infersa e le saline artigianali. Numerosi sono poi gli scavi archeologici e gli studi che hanno permesso di leggere l’evoluzione della città antica, strutturata su un impianto assiale delimitato su due lati dal mare e sugli altri due da un fossato. Sull’impianto punico, si è poi sviluppata la città romana, caratterizzata da cinque decumani e ventuno cardi. L’area del Parco Archeologico di Marsala, vincolata nel 1939 in seguito al ritrovamento dell’insula romana, si estende per 20 ettari tra Capo Boeo ed il centro storico della città contemporanea. Per le scoperte

Page 55: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

54

archeologiche e la posizione strategica il Parco costituisce per la città di Marsala un’immensa risorsa culturale, ambientale e turistica. Oltre al Parco, diverse sono le aree archeologiche sparse sull’intero territorio urbano e spesso situate al di sotto o nei pressi di strutture edificate in epoca moderna. La ricchezza archeologica scoperta trova nei principali musei della città di Marsala una degna collocazione. Primo fra tutti il Museo Archeologico Baglio Anselmi, ubicato in uno stabilimento per la produzione del vino risalente al XIX secolo e noto per il suo allestimento narrante la storia antica della città, al cui interno sono esposti i più importanti reperti archeologici di Lilibeo e di Mothia. La città di Marsala, nel corso dei secoli, si arricchisce di vari elementi architettonici adeguati alle esigenze e al gusto dei tempi, fino ad assumere, allo stato attuale, un’immagine composita fatta di stili e linguaggi diversi. All’interno del proprio tessuto urbano è in particolare ricca di numerosi edifici di culto, legati in particolare al periodo barocco, periodo storico architettonico che caratterizza la maggior parte delle emergenze architettoniche di questa città. Il centro storico nel suo complesso, costituito da una ragnatela di vicoli, cortili e chiostri, sono tuttora luoghi di incontro e socializzazione, visto che Marsala ha subito solo marginalmente i processi di degrado e spopolamento che hanno caratterizzato le aree storiche di altre città. A Marsala mancano ancora quei segmenti di una filiera matura che concorrono a definire un prodotto complesso come quello turistico. In particolare l’organizzazione dell’offerta turistica è carente soprattutto nei servizi di base e collaterali al settore. Tale carenza è evidente soprattutto in termini di organizzazione dei servizi e di fruizione del territorio. Emblematica in tal senso è l’assenza di servizi pubblici di collegamento tra l’aeroporto e la città. Ma la stessa mobilità interna è deficitaria in termini sia di trasporti pubblici sia in termini di noleggi con conducenti, ad esempio il collegamento con le isole dello Stagnone e le saline. Le attività di ricerca e di ascolto60 svoltesi durante i lavori di redazione del Piano Strategico hanno rivelato uno straordinario intreccio di punti di vista sull’identità, le risorse e le prospettive di cambiamento del territorio marsalese. In termini generali si possono individuare alcune grandi questioni di rilevanza strategica per il futuro della città. In primo luogo i temi dell'ambiente e del territorio, nella duplice valenza di risorsa potenziale per lo sviluppo e la diversificazione dell’economia locale ma anche come presupposto per incrementare la qualità della vita degli abitanti. Emerge una necessità di cura e riqualificazione dell’ambiente e del paesaggio che deve essere il risultato di buone politiche pubbliche ma anche di comportamenti privati più consapevoli ed eticamente appropriati. Si riscontra il bisogno di legare l’identità della città ad un consolidamento del proprio profilo culturale, sia attraverso il suo patrimonio storico materiale e immateriale (l’archeologia, i beni storico-artistici, la tradizione

60 L’evento di ascolto e partecipazione pubblica è stato chiamato “Ascoltare Marsala: conversazioni sul futuro della città) l’evento è mirato a conoscere la percezione dei problemi da parte di chi vive, lavora o utilizza una porzione di territorio, e a raccogliere informazioni utili per la conoscenza del contesto sociale ed economico in cui si opera, ed a costruire un quadro qualitativo di conoscenza attraverso il diretto coinvolgimento degli attori locali che sono attivi sul territorio e che possiedono conoscenza, competenza ed esperienza rispetto alle dinamiche di sviluppo del territorio stesso.

Page 56: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

55

vinicola, l’archeologia industriale), sia attraverso una maggiore presenza di occasioni culturali per i cittadini ed in particolare i giovani. La questione dello sviluppo e della valorizzazione delle risorse è legata allo sviluppo del turismo. Bisogna quindi individuare le tipologie di turismo (culturale, naturalistico, stagionale, etc.) più appropriate al contesto locale. Un’ultima questione molto sentita è quella relativa alla mobilità e all’accessibilità territoriale. C’è necessità di muoversi in forme sempre più efficienti e sostenibili sul territorio, andando a sopperire alla carenza di adeguati collegamenti da/verso le “porte del territorio” e da/verso le origini di provenienza dei flussi turistici. Fatte queste considerazioni il Piano Strategico sottolinea la necessità di mettere in campo un prospettiva più ampia che riesca a cogliere il ruolo strutturale dei servizi nella determinazione dello sviluppo urbano. Vengono quindi individuate quattro categorie in grado di svolgere la funzione di volano in termini di miglioramento della qualità della vita, di attivazione di finanziamenti e risorse e di valorizzazione delle aree:

- le infrastrutture per la mobilità e l’accessibilità; - le attrezzature e i servizi per la collettività; - il paesaggio e il patrimonio naturalistico; - il patrimonio storico-artistico e l’offerta culturale.

in quest’ottica i servizi i servizi non rappresentano solo lo standard di dotazioni minime per garantire qualità urbana e ambientale ma divengono i contenuti qualificanti di un strategia di piano orientata al soddisfacimento delle più rilevanti prospettive di sviluppo della città, nel più ampio contesto del sistema urbano della Sicilia occidentale. Tenendo presenti queste considerazioni alla scala vasta si passerà poi alla progettazione degli interventi alla scala locale dello Stagnone, senza dimenticare l’importanza di un integrazione e sinergia con la realtà territoriale.

3.3 Quadro programmatico

Il primo strumento con cui ci si confronta è il Piano Strategico di Marsala, in fase di realizzazione. È infatti partendo dalle considerazioni fin qui elaborate ed esplicitate nel Documento Intermedio, che sono stati elaborati i progetti per l’area dello Stagnone. La città di Marsala ha avviato nel corso del 2010 un processo volto alla definizione del primo Piano Strategico della Città. Tale esperienza si configura come strumento di programmazione per affrontare le sfide del futuro della Città ma anche come percorso di condivisione e partecipazione alla definizione delle scelte che dovranno orientare l’azione di tutte le forze economiche e sociali del territorio nel prossimo futuro.

Page 57: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

56

I principi guida che ispirano il processo di pianificazione che si intende sviluppare a Marsala possono essere sintetizzati nella formula “Partecipazione, Comunicazione, Selettività, Operatività”. Che significa elaborare un piano partecipato e condiviso da parte di tutti i soggetti che esprimono forze positive pubbliche e private. Che si impegnano non solo a esprimere pareri e fare proposte ma anche ad esercitare la responsabilità per la realizzazione e gestione nel tempo dei progetti di loro competenza. Significa inoltre propensione ad identificare progettualità da condurre in porto attraverso percorsi di implementazione e attuazione all’insegna della concreta fattibilità stando alle risorse (politiche, amministrative, umane, economiche) effettivamente mobilitabili nell’arco temporale del piano. Dall’integrazione di questi principi è possibile creare le condizioni per la costante attuazione del piano nel tempo, per il raggiungimento nel breve periodo di risultati concreti che possono creare fiducia, energie e anche generare risorse per proseguire l’esperienza di pianificazione strategica oltre i singoli mandati amministrativi. La prima fase di elaborazione del Piano è stata un processo di ascolto diviso in tre fasi: la prima finalizzata a conoscere la realtà marsalese e le sue principali problematiche attraverso la testimonianza e il coinvolgimento diretto dei principali opinion leader e portatori di interesse presenti sul territorio; la seconda fase di “ascolto” è stata invece allargata all’intera cittadinanza, attraverso l’organizzazione e la gestione di un evento di partecipazione; la terza fase che ha coinvolto gli attori locali sull’approfondimento dei temi rilevanti emersi nelle precedenti due fasi, attraverso l’organizzazione e la gestioni di tavoli tematici di discussione. Questa prima parte è consistita nella realizzazione di interviste rivolte ad esperti e conoscitori delle questioni sociali, economiche, urbanistiche e politiche della città. In particolare, le interviste hanno avuto l’obiettivo di far emergere la descrizione dell’immagine della città e del territorio di Marsala e i punti di forza e di debolezza del territorio; far emergere una visione desiderabile di sviluppo futuro della città; individuare gli attori, pubblici o privati, attivi sul territorio e potenzialmente in grado di contribuire alla realizzazione di progetti e politiche urbane nel prossimo futuro. Quest’attività sul campo ha consentito di raccogliere informazioni, suggerimenti, suggestioni e proposte rispetto al futuro dell’area marsalese e di costruire una prima rete di relazione tra gli attori locali. Le indagini e le attività di ascolto condotte nei primi sei mesi del processo di pianificazione strategica mostrano una realtà urbana e territoriale di grande complessità in cui è possibile isolare alcune specificità dalle quali è necessario partire per anticipare l’evoluzione del modello di sviluppo della città nel breve-medio periodo. Tali specificità possono essere ricondotte a quattro fattispecie:

- la presenza di alcune riconoscibili identità locali, come la presenza di diffuse risorse archeologiche e paesaggistiche;

- l’insorgere di processi di cambiamento strutturale nel tessuto economico; - il peculiare modello insediativo della città, fondato storicamente sull’articolazione policentrica delle

contrade, ma che negli ultimi decenni si è progressivamente spostato verso una configurazione di città diffusa.

Page 58: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

57

- alcune spinte al riposizionamento competitivo della città e del sistema locale, orientato in particolare verso i settori del turismo e fondate sull’accresciuta accessibilità garantita dall’aeroporto e, in prospettiva, dalla portualità.

Il modello di sviluppo della città delineato dal piano fa ricorso a quattro scenari tra loro fortemente interdipendenti:

- lo scenario economico; - lo scenario sociale; - lo scenario ambientale; - lo scenario istituzionale.

Di particolare rilevanza per la progettazione del sistema di gestione dello Stagnone è lo scenario ambientale. Questo scenario descrive Marsala come una delle aree urbane a maggiore tasso di urbanizzazione della Sicilia, caratterizzato storicamente dal sistema policentrico delle contrade, dotate di specifiche identità spaziali e comunitarie, il cui territorio ha perso progressivamente le sue connotazioni originarie per l’incontrollato processo di edificazione diffusa dovuto alla realizzazione di prime e seconde case ai margini o tra i territori intermedi delle contrade. Discorso analogo per il sistema costiero, lungo il quale si dispiegano alcuni delle risorse di maggiore rilevanza strategica per i futuri scenari di sviluppo della città. Lungo il versante settentrionale, permangono situazioni conflittuali derivanti dal rapporto tra la domanda di fruizione della risorsa marina ed i regimi restrittivi imposti dalla riserva delle isole dello Stagnone. Peraltro, la riduzione dell’area di protezione ad una mera fascia di rispetto lungo la linea di costa ha consentito, negli ultimi anni, la ripresa dell’edificazione nelle borgate limitrofe allo Stagnone. Le osservazioni sulle dinamiche evolutive del contesto locale mostrano in tutta evidenza il permanere di un modello di sviluppo caratterizzato da una modesta capacità di valorizzazione della pluralità delle risorse presenti sul territorio. Arrivati a queste considerazioni obiettivo del Piano Strategico è che la città e la società locale perseguano azioni volte alla produzione e l’incremento di valore dalle risorse (materiali e immateriali) che risiedono sul territorio. Per consentire che le risorse territoriali divengano il tessuto connettivo di un nuovo modello di sviluppo locale, in grado di alimentare relazioni virtuose tra gli attori locali e moltiplicare le relazioni produttive con il contesto globale. Si tratta di affermare una nuova “estetica del territorio” in grado di coniugarne l’estetica con l’efficienza, il valore culturale con quello sociale promuovendo un flusso di politiche e progettualità che si alimenti sia di piccoli obiettivi da conseguire nel breve periodo, quanto di grandi scelte strutturali sostenute da un investimento politico duraturo.

Page 59: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

58

Rispetto a questi obiettivi globali, e dal complesso delle riflessioni maturate nel corso dei primi sette mesi di attività di pianificazione, il processo ha indicato quattro specifici orientamenti tematici per lo sviluppo della città:

- Promuovere la qualità territoriale: definire indirizzi e progettualità in grado di correggere il modello di sviluppo territoriale dominante, ponendo al centro delle priorità l’innalzamento della qualità urbana e dell’accessibilità alle risorse territoriali nel suo complesso obiettivi specifici: ridurre il consumo di suolo, favorire una migliore accessibilità alle risorse territoriali attraverso l’integrazione ed il completamento delle reti di trasporto e l’introduzione di sistemi di mobilità sostenibile; introdurre principi di qualità estetica e decoro nelle politiche urbanistiche; interpretare il potenziamento infrastrutturale come occasione di riqualificazione urbana.

- Rigenerare l'economia rurale. - Porre la cultura al centro delle politiche di sviluppo: arricchire di significati culturali l’insieme delle

risorse, materiali e immateriali, presenti sul territorio attraverso un insieme di indirizzi e politiche per aumentare la fruibilità delle risorse archeologiche della città, favorendone l’integrazione con le altre risorse culturali e ambientali della città; incrementare la riconoscibilità di Marsala come “città del Marsala”, promuovendo il recupero del patrimonio di archeologia industriale e la creazione di un sistema museale tematico; favorire l’integrazione in rete dei siti museali, storico-artistici e storico produttivi della città; sostenere le politiche di marketing turistico attraverso eventi artistici; promuovere una politica culturale a favore delle giovani generazioni, creando luoghi ed iniziative dedicate all’educazione, alla conoscenza ed alla crescita culturale.

- Valorizzare il mare come industria del futuro: individuare il mare come un catalizzatore di risorse e progettualità in grado di integrare il tradizionale orientamento rurale dell’economia marsalese lo sviluppo costiero (oltre trenta chilometri di territorio comunale) caratterizzato da notevole varietà di connotazioni naturali e una particolare vitalità nel campo del diportismo e degli sport nautici e velici. Il piano dovrà promuovere progetti di riqualificazione della linea di costa, cercando di massimizzarne l’accessibilità e la fruibilità nel rispetto dei valori naturalistici e ambientali; promuovere politiche di marketing territoriale orientate a veicolare l’identità di Marsala come città degli sport legati al mare ed al vento; sostenere la micro-imprenditorialità giovanile nei servizi (nautica, sport velici, archeologia subacquea) in grado di arricchire l’offerta turistica legata alla risorsa mare.

Questa prima fase di elaborazione del Piano si è conclusa con la stesura del Documenti Intermedio, che racchiude in modo esaustivo tutte le considerazioni e gli indirizzi fin qui descritti. La seconda fase prevede dei Laboratori progettuali che approfondiscono i temi e le prime ipotesi progettuali contenute nel Documento Intermedio. I Laboratori rappresenteranno lo strumento organizzativo e operativo per la definizione del Piano d’Azione. I gruppi di lavoro si incontreranno per giungere alla definizione, nell’ambito dello scenario condiviso di sviluppo e dei macro-obiettivi individuati, delle azioni necessarie per dare concretezza alla visione di città e quindi l’individuazione e la stesura dei progetti specifici e delle iniziative puntuali. Il metodo di lavoro deve procedere in modo circolare e ricorsivo: è possibile cioè, se necessario,

Page 60: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

59

riaprire il processo partendo di volta in volta dai singoli progetti o dalle azioni, ferma restando la coerenza con la visione condivisa delineata dallo scenario di riferimento. Il Piano d’Azione dovrà partire dalle linee strategiche del Piano e individuare iniziative progettuali che costituiranno l’appendice operativa del Piano Strategico. Le modalità di integrazione progettuale all’interno del Piano di Azione sono i Progetti Sistema, ovvero programmi costituiti da un insieme di azioni e progetti tra loro sinergici che agiscono sulla riconfigurazione/connessione di risorse in grado di incidere sulla qualità del territorio nelle sue implicazioni funzionali, urbanistiche e ambientali e i Programmi Integrati, ovvero programmi costituiti da un insieme di azioni tra loro sinergiche, prevalentemente immateriali e di tipo organizzativo, che si propongono di valorizzare specifici profili identitari della città ritenuti strategici per il suo sviluppo futuro. I Progetti Sistema identificati per dare attuazione al piano strategico di Marsala sono i seguenti:

- “Porto e Waterfront”, comprendente un insieme di azioni ed iniziative progettuali per completare il processo di ridefinizione del rapporto tra la città ed il mare;

- “Parchi territoriali”, finalizzato ad incrementare la dotazione di aree ad alta qualità ambientale destinate alla fruizione sociale, con particolare attenzione alle funzioni didattiche ed educative;

- “Mobilità”, il quale conterrà progetti, politiche ed azioni organizzative volte ad incrementare la dotazione di infrastrutture per l’accessibilità territoriale, con particolare attenzione ai sistemi di mobilità sostenibile;

- “Isole ecologiche”, comprendente un insieme di azioni puntuali e dimostrative volte ad innalzare la qualità ecologica del territorio, con particolare attenzione al ciclo dei rifiuti, alla produzione di energia da risorse rinnovabili, alla tutela delle risorse agrarie in ambito urbano.

I Programmi Integrati identificati per dare attuazione al piano strategico di Marsala sono i seguenti:

- “Sistema museale”, comprendente un insieme di azioni progettuali ed organizzative volte ad innalzare la dotazione museale della città, sia attraverso forme di integrazione tra le strutture museali esistenti sia attraverso la creazione di segmenti tematici complementari;

- “Comunicare Marsala”, rivolto a qualificare ed innalzare il livello della comunicazione pubblica sulle risorse locali e l’offerta;

- “Città della vela”, comprendente un insieme di azioni progettuali ed attività organizzative per il consolidamento dell’immagine della città come luogo privilegiato per lo svolgimento di attività ed eventi legati agli sport velici;

- “Città del vino”, rivolto a sostenere l’identità della città e del suo territorio come capitale della viticoltura del Mezzogiorno;

- “Città creativa”, finalizzato ad accrescere le opportunità di protagonismo delle giovani generazioni locali nel campo delle arti e dell’artigianato in particolare attraverso la sinergia delle istituzioni formative e culturali e il tessuto produttivo.

Page 61: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

60

La costruzione del Piano Strategico non può essere considerata un processo avulso dall’attività di programmazione ordinaria dell’Ente locale. Essa è piuttosto un’importante occasione di raccordo tra diversi dispositivi progettuali ed atti di pianificazione e la sua efficacia è strettamente legata alla capacità di valorizzare le coerenze e le sinergie tra le realizzazioni che essi producono sulle previsioni ed i progetti (contenuti in dispositivi progettuali di varia natura) che si ritengono maggiormente significativi per lo sviluppo della città nell’immediato futuro, in particolare:

- il nuovo Piano Regolatore Generale, per ciò che riguarda le linee di sviluppo della struttura insediativa e delle infrastrutture;

- il Piano dei Parcheggi; - il Piano Regolatore del Porto ed il progetto del nuovo porto turistico promosso dall’Amministrazione

Comunale; - il progetto per l’agglomerato industriale di Marsala (ASI Trapani); - il Piano Triennale delle Opere Pubbliche della Provincia di Trapani e del Comune di Marsala, per ciò

che attiene lo sviluppo del sistema delle infrastrutture e dei servizi; - il Piano di Zona ex L. 328/00, per ciò che riguarda i servizi e le attrezzature di rilevanza sociale ed

assistenziale; - i progetti di sviluppo locale e di programmazione negoziata che hanno interessato il territorio ed in

particolare i Piani Integrati di Sviluppo Territoriale (PIST) e Urbano (PISU); - gli scenari e le ipotesi di trasformazione delineati dallo studio di fattibilità per la realizzazione di una

Società di Trasformazione Urbana (STU) e i “grandi progetti” in grado di generare funzioni rilevanti alla scala urbana.

Il processo di pianificazione strategica avviato nel mese di ottobre 2010, intercetta temporalmente un momento importante per la città rappresentato dalla presentazione al Consiglio Comunale della proposta di Piano Regolatore Generale per la relativa adozione dopo un iter durato oltre 25 anni hanno permesso di individuare i seguenti principi guida del Piano Regolatore Generale:

- la creazione di un sistema territoriale policentrico con l’individuazione di un limitato sistema di centralità urbane coincidenti con alcune contrade;

- la realizzazione di un sistema di penetrazioni viarie "a pettine" rispetto alla costa, con origine dalla nuova dorsale di completamento dell’anello autostradale;

- la pedonalizzazione della zona ovest dalla foce del Birgi all’estremo sud della Riserva dello Stagnone e del litorale sud verso il lido Signorino;

- la trasformazione dell’attuale ferrovia da Trapani a Mazara in linea tramviaria veloce di tipo metropolitano, con velocità e frequenza adeguate ad un vero e proprio servizio urbano;

- l’articolazione del sistema della viabilità locale lungo il litorale in segmenti percorribili senza limitazioni, segmenti percorribili solo dai residenti e segmenti pedonali percorribili dai soli trasporti pubblici;

- la valorizzazione del sistema ambientale, storico e architettonico di Marsala, in particolare con la valorizzazione del patrimonio archeologico e naturalistico di Lilibeo, Mothia, dello Stagnone e delle

Page 62: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

61

saline; il complesso dei bagli, delle torri e dei chiani; l’ambito fluviale del Sossio; l’area di interesse naturalistico e antropologico delle cave e delle sciare;

- la creazione di un sistema di aree artigianali; - l’incremento di aree per servizi e attrezzature pubbliche.

Sin dalla metà degli anni novanta, il territorio siciliano è stato interessato da una serie di iniziative di sviluppo locale e di progettazione integrata territoriale. Pur essendo riscontrabile nella Sicilia occidentale un’alta propensione ad attivare iniziative progettuali, non si riscontra una particolare continuità temporale nelle reti territoriali che evidentemente rispondono più a logiche di opportunismo politico e finanziario piuttosto che ad una visione comune e duratura dello sviluppo locale. Nello specifico, il Comune di Marsala, ha preso parte negli ultimo decennio ad un numero significativo di iniziative caratterizzate da coalizioni territoriali variabili che tuttavia non consentono di intravedere un disegno strategico duraturo e la sedimentazione di strutture gestionale funzionali a massimizzarne gli effetti sulla comunità locale ed il tessuto produttivo. Nel 2010 il Comune di Marsala ha assunto il ruolo di soggetto rappresentante della coalizione territoriale formata assieme ai Comuni di Mazara del Vallo e Petrosino, per la presentazione del Piano Integrato di Sviluppo Territoriale Orizzonte Mediterraneo nell’ambito dell’Avviso per l’attuazione dell’Asse VI “Sviluppo Urbano” del P.O. FERS 2007-2013. Lo scenario strategico che sta alla base del PIST Orizzonte Mediterraneo è il progressivo rafforzamento dello spazio Euromediterraneo, in termini di integrazione commerciale e di un modello di sviluppo fondato sulla valorizzazione sostenibile delle risorse marine e costiere, delle produzioni agro-ambientali, del patrimonio e della produzione culturale. Il terreno comune derivante dall’integrazione delle strategie delle tre municipalità facenti parte del PIST hanno imposto la predisposizione di un piano di azione dal carattere fortemente multidimensionale. La logica adottata risponde alla necessità cogliere l’occasione del PIST non solo per fornire coerenza ad un insieme di domande espresse dalle municipalità, quanto anche per sostenere un percorso strategico in grado influenzare la progettualità futura e dunque anche di rispondere agli obiettivi di coesione territoriale e sviluppo policentrico che altrimenti sarebbero affidati a mere politiche settoriali. La strategia del PIST si articola secondo quattro linee tematiche:

- Riqualificazione urbana ed insediamento di funzioni per la vivibilità e lo sviluppo nelle aree sottoutilizzate: risponde all’esigenza di avviare processi di riqualificazione urbana nelle aree caratterizzate da situazioni di degrado o sottoutilizzazione, anche attraverso l’insediamento di funzioni strategiche per la vivibilità e la valorizzazione delle risorse culturali e ambientali.

- Rafforzamento dei servizi per il welfare e la coesione territoriale: riguarda il potenziamento e la qualificazione delle attrezzature che erogano servizi pubblici e sociali a carattere territoriale. La Linea tematica si rivolge a creare le condizioni per il contrasto delle situazioni di disagio e marginalità sociale, anche attraverso la creazione di luoghi e strutture per il welfare e la socializzazione che rafforzino la coesione tra le città della coalizione territoriale.

- Mobilità sostenibile e reti integrate per la fruizione territoriale: agisce sulla riqualificazione ed il rafforzamento del sistema dei nodi e delle reti che assicurano la mobilità e l’accessibilità alle aree ed

Page 63: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

62

ai siti strategici per lo sviluppo. Le azioni rispondono tutte a criteri di sostenibilità ambientale ed energetica, alla promozione dell’integrazione tra diverse modalità di trasporto. La Linea tematica è funzionale anche a rafforzare le condizioni di accessibilità e fruizione ai siti di interesse culturale e naturalistico posti nei centri storici e lungo la fascia costiera, in un’ottica di qualificazione dell’offerta di territorio.

- Energie alternative e valorizzazione delle risorse agro-ambientali: si propone di integrare obiettivi di sviluppo sostenibile e rigenerazione economica nei comuni della coalizione, con particolare riferimento alle risorse agro-ambientali e alle azioni di conoscenza e pianificazione partecipata volte alla tutela dei valori ambientali e paesaggistici dei territori della produzione vitivinicola.

Il PIST, inoltre, si pone come tessuto connettivo dei Programmi Integrati di Sviluppo Urbano (PISU) promossi dai Comuni di Marsala e Mazara del Vallo. In questo senso, il PIST opera in termini di raccordo ed integrazione tra le azioni urbane, la cui efficacia è in parte derivante dalla presenza di azioni di sistema che operano sia ad una scala territoriale e policentrica, sia secondo politiche tematiche trasversali per lo sviluppo urbano sostenibile. Gli elementi peculiari del paesaggio marsalese, lo Stagnone con le saline e le sciare, sono evidenziati anche nel Piano Territoriale Paesaggistico dell’ambito 2 – Pianura costiera occidentale, elaborato nel 2009 dalla Soprintendenza di Trapani, con l’obiettivo dichiarato della tutela e della valorizzazione del paesaggio e delle sue manifestazioni identitarie. Il Piano realizza un quadro conoscitivo articolato per sistemi (naturale abiotico, naturale biotico, antropico agro-forestale, antropico insediativo) delle diverse componenti del paesaggio dell’ambito di interesse. Realizza una sintesi interpretativa, incrociando e sovrapponendo i dati raccolti per estrapolare potenzialità e criticità. Si pone infine come strumento in grado di indicare uno scenario strategico e di sostenibilità per la gestione territoriale dell’intero ambito e per ciascun luogo individuato. In particolare il Piano, riferendosi a Marsala, individua come elementi caratterizzanti l’ambito, l’area costiera con lo Stagnone, il sistema delle saline, le tracce di insediamenti antropici fin dall’età più antica e il pianoro interno, oggetto di intensive attività di escavazione per l’estrazione dei conci di tufo impiegati poi nell’edilizia locale. Rilievo è dato inoltre al sistema agricolo che ha costruito il paesaggio marsalese, sia con la diffusione della vitivinicoltura, sia con la diffusione degli edifici rurali, dalla caratteristica tipologia a baglio. Il Piano mette inoltre in evidenza il sistema del fiume Sossio lungo lungo il quale, per le particolari condizioni microclimatiche, alla fine del settecento ha avuto inizio la produzione del vino Marsala. Il futuro sviluppo della città di Marsala non può infine non tenere in considerazione i progetti in corso nel centro storico e nel waterfront:

- Area Nervi: la sottoscrizione del protocollo d’Intesa tra il Ministero della Difesa ed il Comune di Marsala “per la valorizzazione ed alienazione degli immobili militari” non più utilizzati dalle Forze Armate, avvia un processo di riqualificazione urbana che interessa l’area ex militare dei cosiddetti “Capannoni Nervi”.

Page 64: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

63

- Parco Salinella – Contratto di quartiere: il “Contratto di quartiere” con interventi pubblici e privati inseriti in un ampio progetto prevede il recupero e la manutenzione straordinaria di immobili di proprietà dell’Iacp, a realizzazione di nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica, la riqualificazione del tratto di costa di fronte a Sappusi, la realizzazione di un parco urbano. I lavori di completamento del “Parco Salinella” prevedono interventi per la funzionalità del parco, realizzando altresì opere propedeutiche alla sistemazione del verde pubblico.

- Parco archeologico: progetto per la valorizzazione dell’area archeologica di Lilibeo. Il progetto prevede la funzionalizzazione del parco archeologico attraverso percorsi guidati, tenendo conto dei principi di tutela, salvaguardia e conservazione. Verrà inoltre realizzato un sistema di sorveglianza dell’intera area archeologica e la musealizzazione di baglio Tumbarello. L’ingresso al parco avverrà sia da Piazza della Vittoria che dal museo Baglio Anselmi. Il progetto è in fase di esecuzione.

- Piazza della Vittoria: progetto vincitore del concorso internazionale di idee per la riqualificazione dell’area di Porta Nuova quale cerniera funzionale attrezzata tra il parco archeologico e il centro storico di Marsala. Il progetto vuole rimettere in gioco gli elementi del contesto del parco in una nuova visione del complesso paesaggio urbano, mettendo in stretto rapporto gli elementi paesaggistici ed architettonici che ne fanno parte.

- Centro storico: progetti previsti sono: nuovo arredo urbano di Porta Mazara e di via Roma; progetto di San Giovannello; progetto del fossato punico; musealizzazione chiese di San Giuseppe, San Antonino, San Pietro, Purgatorio e Chiesa Madre

- Monumento ai Mille: progetto vincitore del concorso di idee per il completamento del monumento ai Mille, la sistemazione e la riqualificazione dell’area esterna. In progetto consiste in un operazione di landscape che trasforma il monumento incompiuto degli anno sessanta dell’architetto Mongiovi in un architettura ipogea, destinando i volumi interrati a spazio espositivo per il centro di cultura e museo garibaldino.

- Porto: è stato avviato l’iter di approvazione per la realizzazione del nuovo porto di Marsala. Il progetto è in armonia con quanto previsto dal “Piano Strategico per lo sviluppo della nautica da diporto in Sicilia” elaborato dall’Assessorato al Turismo e dei Trasporti.

- Waterfront: progetto per la riqualificazione urbanistica ed ambientale dell’area di colmata, waterfront dell’area adiacente al porto di Marsala. Il progetto prevede una generale opera di riqualificazione ambientale lungo la fascia costiera delimitata dal lungomare Florio, il porticciolo turistico e il molo prospiciente villa Ingham.

Page 65: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

64

3.4 Stagnone: un paesaggio tra tutela e fruizione Percorrendo la strada litoranea Trapani Marsala a circa km 20 da Trapani e a circa 8 da Marsala, all'altezza del villaggio di S. Leonardo deviando verso la costa, si penetra in uno straordinario paesaggio disteso a livello d'acqua, disegnato dai millenni di storia e lavoro umano. La luce del sole scintilla sui cumuli bianchi di sale per poi dissolversi nelle soffuse sfumature del tramonto che non permettono di vedere dove il mare finisca e cominci la terra. L'occhio del passante percorre la rete calma delle saline, con le sue maglie sottilissime di terra scandita dal biancore accecante dei sale e da verdi liquidi come d'acquerello che si stempera in un mare calmo dalle molteplici sfumature. L'orizzonte è chiuso da una linea appena percettibile di terra che non disturba l'occhio poiché, oltre di essa, si stende ancora il mare, questa volta più azzurro e profondo appena segnato dalle masse lontane e montagnose delle Egadi. Quella linea appena emergente dalle acque è il profilo delle isole della laguna dello Stagnone, lievi emergenze ricoperte di vegetazione mediterranea. Questo è il paesaggio che il visitatore percepisce percorrendo la strada litoranea che collega Marsala a Trapani, da un lato il paesaggio agricolo con le coltivazioni di viti punteggiate di edifici rurali e agglomerati di abitazioni che si attestano sulla linea di costa, dall’altro un sistema che sembra vivere autonomamente, senza interferire con la vita dell’entroterra ma che disegna un confine labile, sfumato tra mare e terra, in cui le uniche emergenze verticali sono i mulini. Lo Stagnone di Marsala è un vasto bacino di circa 2.400 ettari di superficie, con fondali bassissimi, da 25 centimetri a 2 metri in pochi rari punti. La navigazione per questo motivo è molto difficile, nei bassi fondali possono avventurarsi soltanto gommoni e imbarcazioni dal fondo piatto. L’Isola Lunga (o Isola Grande) chiude la laguna più vasta dell’intero territorio siciliano estendendosi in tutta la sua lunghezza da nord (Capo San Teodoro) a sud, verso capo Lilibeo. Insieme ad essa sorgono a poche centinaia di metri di distanza altre tre piccole isole, l’isola di Mozia (o Isola San Pantaleo), l’Isola Santa Maria e l’Isola di Schola. La laguna si è formata in tempi relativamente recenti (non esisteva all'epoca della colonizzazione fenicia di Mozia) in seguito ai movimenti della sabbia dovuti alle correnti sottomarine che hanno creato l'Isola Lunga intorno a due originari isolotti. La nascita dell'isola ha chiuso una parte di mare in origine aperta e qui, non essendoci correnti necessarie al ricambio, l'acqua è divenuta stagnante, con una temperatura al di sopra del normale: d'inverno la temperatura dell'acqua non scende mai al disotto dei 12-14 °C e d'estate è in media di 26-27 °C arrivando a volte fino a 36 °C, dove i fondali sono più bassi61. L’isola di Mozia è ad oggi l’unica visitabile, con una estensione di 40 ettari è l’insediamento fenicio-punico tra i più importanti del Mediterraneo, l’isola divenne un sito strategico per la sua vicinanza alla potente Cartagine. 61 Le informazioni relative alla morfologia dello Stagnone sono state tratte dal documento provvisorio del Piano di Gestione dei Siti Natura 2000 di Trapani e da informazioni raccolte durante i sopralluoghi.

Page 66: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

65

La sua fondazione viene storicamente collocata attorno al VIII sec. a.C., viene alla luce solo in seguito agli scavi condotti da Giuseppe Whitaker, ricco mercante, il quale nel 1875 iniziò sull’isola una prima campagna di scavi, rinvenendo numerosi reperti fenici, oggi conservati nella villa Whitaker, sull’isola, divenuta museo e disposti ancora come egli stesso li aveva organizzati e catalogati. Tutt’oggi l’isola è sede di numerosi scavi archeologici che continuano a portare alla luce testimonianze della civiltà moziese. Tra i ritrovamenti più significativi si ricorda il Giovinetto di Mozia, straordinario esempio della scultura del V sec. a.C.; l’insediamento artificiale del Cothon , bacino rettangolare di piccole dimensioni, un porto o forse un bacino di carenaggio; la Casa dei Mosaici, con pavimenti raffiguranti animali reali e immaginari; il Tophet, insieme di stele scolpite in pietra dove si offrivano sacrifici sull’altare di Tanit, dea della vita e della morte, del mare e della fecondità. L’isola aveva un sistema difensivo naturale inattaccabile, i bassi fondali che la circondano erano infatti di impossibile navigazione per le navi cartaginesi. Ma questo non bastò per resistere all’assalto di Dionigi di Siracusa che nel 397 assediò l’isola con una nuova arma, la catapulta, capace di proiettare “missili” a lunga gittata. Sconfitta la flotta punica Mozia venne rasa al suolo. Poco tempo dopo i Fenici si riappropriarono dell’isola ma non ricostruirono mai più la città, trasferendo i sopravvissuti nella vicina Lilibeo (attuale Marsala). Oggi l’isola è di proprietà della Fondazione Whitaker, è raggiungibile con un imbarcadero e interamente visitabile. L’Isola Santa Maria è interamente privata e non visitabile. Invece l’Isola di Schola è di proprietà comunale. Ospita tre edifici oggi in condizione di rudere che furono utilizzati come lazzareto. Si estende per solo poche centinaia di metri quadrati e il suo nome ha origini molto antiche, si tramanda infatti che l’isola fosse il luogo prediletto da Cicerone per istruire i suoi allievi, era quindi chiamata la “Schola”. Paesaggio estremamente affascinante lo si trova sull’Isola Lunga. L’isola non è raggiungibile se non con mezzi propri come una piccola imbarcazione o addirittura a piedi, 4 chilometri di fondali sabbiosi non più profondi di 50 centimetri la separano dalla costa a est, solo poche centinaia di metri dalla Punta San Teodoro a nord. L’isola dalla caratteristica forma allungata è percorribile per l’intera lunghezza (circa 6 chilometri di strada sterrata la attraversano da nord a sud) in un susseguirsi di paesaggi differenti. Su di essa si attraversano zone boscose, sotto i cui antichi Pini marittimi si può trovare un po’ di frescura, e centinaia di metri di arida macchia mediterranea, punteggiata qua e là da zone cespugliose o alte palme. Alla propria destra e alla propria sinistra si può scorgere il mare, verso est si trovano le calme acque della laguna coronate dalla linea di costa, verso ovest si apre il mare aperto sul cui sfondo si stagliano le isole Egadi. Ma il confine tra terra e mare, così come accade sulla linea di costa, non è così netto. L’isola infatti e ricoperta per buona parte della sua estensione da saline. Oggi queste vasche sono quasi interamente inutilizzate o convertite a piscicoltura ma non hanno smesso di conferire l’antico fascino a questo luogo così suggestivo.

Page 67: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

66

L’isola oggi è disabitata e silenziosa, gli unici rumori udibili sono quelli del vento tra la vegetazione e gli uccelli che su di essa hanno trovato il loro habitat. Oggi deserta, un tempo l’isola era ricca di movimento, lo dimostrano i numerosi ruderi di case salinare ed edifici per il deposito degli attrezzi del lavoro in salina62. La laguna dello Stagnone e le sue isole sono dal 1984 Riserva Naturale Orientata63 di gestione della Provincia di Trapani. Essendo inoltre una zona interamente riconosciuta come Sito di Interesse Comunitario e Zona di Protezione Speciale64 dovrebbe essere interessato dal piano di Gestione dei Siti Natura 200065. Il Piano di Gestione delle zone umide di Marsala e Mazara non è però ancora stato realizzato, così che l’area è attualmente priva di una visione strategica di gestione e sviluppo e solamente normata dal Regolamento recante le modalità d’uso e i divieti vigenti nella Riserva Naturale Orientata Isole dello Stagnone di Marsala, ricadente nel territorio del Comune di Marsala66. Lo Stagnone è un territorio ricco di risorse ed opportunità, in cui cercano di convivere spontaneamente l’esigenza di fruizione e la necessità di tutela senza però trovare una reale sinergia. Nello Stagnone si possono individuare quattro sistemi: il sistema naturalistico, il sistema della fruizione del mare, il sistema dell’archeologia ,il sistema delle saline. Il sistema naturalistico67 Questo ambiente a un primo sguardo piatto e silenzioso offre una varietà ricchissima di ecosistemi che hanno trovato nelle acque calde della laguna e delle vasche delle saline e sulle isole poco frequentate il loro habitat ideale.

62 Lo stato di conservazione dell’Isola Lunga, dei manufatti e delle saline è stato verificato mediante un sopralluogo all’Isola stessa. La visita ha permesso inoltre di fare un censimento dello stato di utilizzo delle saline e dello stato di conservazione dei mulini. 63 La Riserva è stata istituita il 4 luglio 1984 con il D.A. 215/84 64 SIC ITA 010001 “Isole dello Stagnone di Marsala”; SIC ITA 010021 “Saline di Marsala”; ZPS ITA 010026 “Fondali dello Stagnone di Marsala”. 65 Il Programma Operativo Regionale della Sicilia per il periodo 2000-2006 aveva previsto come obiettivo l’istituzione della Rete Ecologica Siciliana (RES) con conseguente redazione dei Piani di Gestione dei Siti Natura 2000, in particolare per lo Stagnone e le Saline di Trapani e Marsala Piano è stata individuata la Provincia di Trapani come soggetto deputato alla stesura e dotazione finanziaria del Piano. Nel 2009 il Piano di Gestione è stato presentato ma rimandato per incompletezza. Per il periodo 2007-2013 non sono previsti fondi FESR (Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale) per i Siti Natura 2000, data la mancanza del Piano di Gestione. Nel 2007 la Regione Siciliana ha redatto le Linee guida per la gestione della Rete Ecologica. Le linee guida costituiscono un documento di riferimento tecnico-programmatico per individuare gli indirizzi strategici, gli obiettivi operativi e gli strumenti per la attuazione di una strategia per la conservazione della biodiversità e per la promozione dello sviluppo sostenibile. Contengono inoltre i criteri per la redazione del Piano di Gestione. 66 Decreto dell’Assessorato del Territorio e dell’Ambiente approvato il 24 maggio 2000 67 Le informazioni relative all’ecosistema dello Stagnone sono state estrapolate dal documento provvisorio del Piano di Gestione dei Siti Natura 2000 di Trapani, dal Piano Territoriale Paesaggistico dell’ambito 2 e da informazioni ricevute durante i sopralluoghi, in particolare grazie al biologo prof. Santulli, al dott. Carrubba e al prof. D’Alì Staiti.

Page 68: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

67

I bassi fondali dello Stagnone ospitano una ricca vegetazione marina costituita prevalentemente dalla Posidonia oceanica, alga marina adattata all'ambiente sommerso, dotata di robusti rizomi per l'ancoraggio al fondale e di lunghe foglie nastriformi. Questa specie forma qui caratteristiche formazioni ad atollo, i fondaali sono poi sono colonizzati dalla Salicornia amplessicaule, rara pianticella erbacea che forma qui popolamenti quasi puri; le zone più interne dei pantani e delle saline abbandonate ospitano invece una vegetazione più fitta composta da suffrutici con foglie succulente come la Salicornia radicante e la Salicornia glauca, alle quali si accompagnano specie erbacee come l'Erba franca annua e la Spergularia marina. Nelle aree rocciose più rialzate vivono altre specie anch'esse comunque legate ad habitat salmastri, come il caratteristico Limonastro cespuglioso, lo Sparto steppico, lo Statice densifloro. Numerosi sono gli invertebrati legati a questo ambiente, alcuni dei quali esclusivi dello Stagnone, come tre specie di molluschi nudibranchi recentemente scoperti ed alcune specie di spugne. Nelle acque più a ridosso della costa la vegetazione sommersa è costituita dalla rara Zostera marina, mentre i canali delle saline e le paludi salmastre sono caratterizzati da ricchi popolamenti di Ruppia maritima. Tra le specie vegetali più importanti troviamo sulle isole il Pinus halepensis (pino d’aleppo), piante della famiglia delle Agaceae, la Chamaerops humilis (palma nana) e altri tipi di palme, la Calendula maritima, che in Europa cresce solo qui e in Spagna, l’Arthocnemum glaucum (salicornia), la Scilla Maritima, dai fiori bianchi stellati, il Pancratium maritimum (giglio marino) e diverse specie della famiglia dei giunchi. Le isole dello Stagnone sono situate su una delle rotte migratorie più importanti del bacino del Mediterraneo. Le caratteristiche territoriali permettono la nidificazione di varie specie di uccelli fra le quali il Cavaliere d'Italia, il Fratino e il Fraticello, ma anche, allodole, cardellini, gazze, verzellini, fratini e calandre. Nello Stagnone capitano anche specie di uccelli rari come le Avocette, le Garzette, le Spatole, alti trampolieri africani dal becco piatto e i Fenicotteri, che vi sostano durante gli spostamenti che compiono dalla Francia dove nidificano, al nord-Africa dove vanno a passare l'inverno, o ancora il Mignattaio un trampoliere di medie dimensioni ormai molto raro e dalle piume con bellissimi riflessi verde azzurro. Inoltre nelle tiepide e basse acque delle saline dell'Isola Grande sono stati avvistati Aironi ed Anatre Selvatiche Le acque dello Stagnone, molto pescose, sono popolate da una fauna molto ricca tra cui anemoni, fiocchi di mare, murici, da cui i Fenici ricavavano la porpora utilizzata per tingere i tessuti, e una quarantina di specie ittiche differenti tra cui spigole, orate, saraghi, triglie, anguille sogliole e altri pesci minori che vivono fra le ricche praterie di posidonia oceanica. Anche la salina è un ambiente vivente, nella quale hanno luogo processi che in natura si verificano in ecosistemi molto specializzati. Il modello di salina trapanese, costituita da una successione di vasche contenenti salamoie sempre più concentrate, sono le più interessanti dal punto di vista del biologo. La salina trapanese riproduce un mosaico di ecosistemi variabili da quello lagunare marino a quello dei laghi desertici ad altissima salinità. In realzione a queste condizioni così diversificate si ritrovano serie di

Page 69: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

68

popolamenti isolati, tipici ognuno di un bacino e sempre più semplificati nella struttura e composizione man mano che si procede nella fredda e nelle vasche salanti. Nella fredda la componente vegetale ha un ruolo preponderante e comprende soprattutto fanerogame radicate sul fondo ed adattate a condizioni diverse di insolazione e movimento dell’acqua, come la Posidonia oceanica che si ritrova in filari lungo i canali che adducono l’acqua dall’esterno. Gli animali del fondo fangoso sono per lo più molluschi, soprattutto bivalvi. La fredda è un ecosistema ben definito, alimentato da flussi energetici provenienti dal sole e dalle maree, ed incanalati attraverso la vegetazione delle fanerogame e delle alghe: questa a loro volta forniscono alimento alle popolazioni di gasteropodi erbivori ed ai policheti. Essi sono preda dei pesci carnivori e questi ultimi alla fine sono alimento degli uccelli marini, in particolare dei cormorani, e dell’uomo. Un altro flusso energetico non secondario è attraverso il materiale particolato ed il plancton, aspirati e filtrati dai bivalvi dai bivalvi infossati nel fondo o attaccati alle pareti, che vengono mangiati soprattutto dalle orate. L’alta produttività delle saline è testimoniata dalla presenza costante di fitte popolazioni di uccelli marini stanziali, ma soprattutto migratori. Le fanerogame si rarefanno o spariscono del tutto nella mezzana, popolata soltanto da alghe e da animali molto resistenti alle alte salinità: fra questi ha un ruolo particolare l’Artemia salina, una sorta di gambero primitivo. L’Artemia è ben conosciuta per la sua tendenza a differenziarsi in specie locali, adattate alle condizioni delle singole saline. Per questo quella trapanese è una specie evoluta a Trapani e meritevole di tutela. Mano a mano che ci si addentra nelle vasche più interne, la salinità e la temperatura aumentano oltre ogni limite di sopportabilità per gli organismi superiori ed il popolamento si restringe alle alghe unicellulari ed ai batteri. Le prime, soprattutto rappresentate dalla Dunaliella salina, si moltiplicano sul fondo formando un tappeto vivente, e si difendono dalla forte insolazione estiva, secernendo un pigmento rosso rosato che colora tutta la vasca. I batteri diventano anch’essi una componente vistosa del sistema salina. La vita batteria si mantiene fin nelle vasche più interne, dove la salinità raggiunge i suoi massimi valori sopravvivono pochi ceppi batterici particolarmente adattati delle Halobacretiacee, un gruppo primitivo, fra i primi comparsi sulla Terra. Anche gli Halobacteris difendono dagli eccessi di salinità e dalle insolazioni secernendo un pigmento rosso di intensità crescente con il peggioramento delle condizioni ambientali. È grazie ai batteri salini che prima della precipitazione dei Sali, nella tarda estate, le vasche si tingono di un rosso porpora che tende al sanguigno. Sistema della fruizione del mare La posizione geografica di Marsala e il suo sviluppo costiero pongono la città al centro dei flussi e di un insieme di opportunità il cui potenziale non è ancora stato pienamente esplorato. Nonostante la vocazione della città sin dai tempi dei fenici e dei romani di porto operoso e dinamico, cuore del Mediterraneo.

Page 70: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

69

Nell’ambito dei progetti che l’Amministrazione Comunale sta intraprendendo c’è un consistente intervento di ristrutturazione dell’intera area portuale, riconvertendola a vocazione prevalentemente turistica. L’intervento sul porto andrà a costituire una porta di accesso alla città dal mare, innescando effetti positivi per la riqualificazione urbana. Un progetto di questa portata è in grado di generare funzioni e processi di trasformazione alla scala urbana poiché il recupero e la valorizzazione del porto e della fascia costiera improntano lo sviluppo verso una riappropriazione del mare, come risorsa per lo sviluppo del sistema locale e come valorizzazione della vocazione di Marsala a “Città del Mare”68. All’interno di questo scenario si inserisce anche il progetto di riqualificazione dell’area ex Idroscalo Aeronautica Militare (hangar realizzati da Pier Luigi Nervi tra il 1938 e il 1943) per i quali è stata proposta dalla Provincia di Trapani la riconversione in Museo della Vela e Scuola Internazionale di sport nautici integrati con strutture di supporto alla fruizione e strutture per le attività sportive all’aperto. Questo progetto dà maggiore spessore ad una attività a cui la città è naturalmente vocata, gli sport velici, ma che necessita di un strutturazione strategica per renderla realmente un potenzialità di sviluppo che porti la città ad essere il luogo privilegiato per lo svolgimento di attività ed eventi agli sport velici. Il quadro di riferimento generale è quindi quello di una città alla ricerca di una nuova relazione con il suo mare. L’area dello Stagnone in proposito presenta una serie di attività e servizi per la fruizione del mare sorti spontaneamente ed in modo indifferente all’intorno. Primo fra tutti il sistema degli accessi al mare: non esistono aree segnalate per la sosta delle barche, l’attracco avviene in modo casuale e contro le regole della Riserva che vieterebbero l’ormeggio in alcune aree. Gli unici accessi al mare segnalati e attrezzati sono quelli in corrispondenza degli imbarcadero turistici, che di fatto però vengono poco sfruttati, preferendo utilizzare moli privati e auto costruiti. Anche per quanto riguarda l’attività della pesca le regole imposte dalla Riserva vengono scarsamente rispettate, utilizzando tecniche non consentite e in periodi dell’anno non autorizzati. Allo Stagnone l’accesso al mare avviene anche per la balneazione. Le insenature naturali e i tratti di litorale sabbioso sono le zone predilette per la balneazione, oltre ai numerosi moli in conci di tufo e pontili in legno, sorti spesso da spontanea iniziativa degli abitanti per poter rendere facilmente raggiungibile dalla strada il mare. Anche la fruizione del mare avviene talvolta da parte ei bagnanti in modo poco consapevole dell’ambiente in cui ci si trova, alcune aree dall’ecosistema di particolare delicatezza si trovano invece ad essere calpestate e coperte di rifiuti.

68 “Marsala Città del Mare” è uno degli scenari di sviluppo del progetto strategico “Marsala - il sistema costiero” elaborato nel 2008.

Page 71: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

70

Le acque piatte su cui soffiano costantemente i venti dominanti di Scirocco e Maestrale sono lo scenario suggestivo ideale per gli sport acquatici con la vela (kitesurf e windsurf). La laguna dello Stagnone è riconosciuta a livello internazionale come uno dei Red Spot per sport acquatici più ambiti al mondo. Il sempre crescente turismo sportivo ha consentito l’apertura di scuole dedicate a questi sport e relativi noleggi di attrezzature e campeggi frequentati da giovani amanti della vela di tutto il mondo, che dello Stagnone hanno fatto un punto di ritrovo. I punti attrezzati sono dislocati lungo tutto lo Stagnone e dando uno sguardo ai forum on-line degli amanti del kitesurf si nota immediatamente come lo Stagnone rientri tra i luoghi privilegiati. Molto meno praticata è invece l’attività subacquea, i fondali dello Stagnone sono ricchi di reperti archeologici dell’età fenicia e romana ma questa ricchezza non è ancora stata valorizzata. La vocazione di “Città del Mare” è stata riconosciuta solo per il waterfront corrispondente al centro di Marsala, area interessata da numerosi progetti di riqualificazione. La messa in sinergia col sistema costiero dello Stagnone fa si che il progetto per il waterfront trovi una sua continuità fino alla città di Trapani. Sistema dell’archeologia La presenza di un consistente patrimonio storico e culturale di rilevanti testimonianze archeologiche forma la principale centralità di marsala in grado di guidare lo sviluppo del sistema locale. Rispetto a questa visione si sono cerate le condizioni per l’avvio di interventi di valorizzazione e fruizione turistica delle aree archeologiche che numerose affiorano in tutta la città. Interventi puntuali di conservazione e valorizzazione interessano alcuni dei principali siti archeologici della città: Santa Maria della Grotta, via Amendola, Santa Maria della Cava, Vico Infermeria, Isola di Schola. L’intero sistema è poi strutturato attorno alla realizzazione del Parco Archeologico di Capo Boeo e per l’importanza delle testimonianze archeologiche, varie dal punto di vista tipologico e cronologico. I lavori di realizzazione del Parco sono oggi in fase di completamento, prevedono, oltre alla sistemazione del sito, la realizzazione di percorsi di visita attrezzati, la strutturazione di attività didattiche e l’istituzione di un museo narrativo presso il recuperato Baglio Tumbarello. La maggior parte dei siti archeologici si trova all’interno del centro urbano ma anche lo Stagnone ricopre il ruolo di importante punto focale per il turismo culturale - archeologico. L’amministrazione comunale ha espresso la volontà di messa a sistema e integrazione tra i siti del centro cittadino e dello Stagnone promuovendo cinque itinerari archeologici: “Parco Lilibeo”, “Archeologia urbana”, “Fossati e latomie”, “Necropoli e siti non visibili”, “Mozia”. La città di Mozia, il cui significato è “approdo/porto”, presentava i requisiti tipici di molti stanziamenti fenici: era situata su di una piccola isola circondata da bassi fondali, quindi in grado di garantirsi sia una buona difesa dagli attacchi nemici sia di offrire un sicuro attracco per le navi.

Page 72: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

71

Mozia, fondata alla fine del VIII sec. a.C., per la sua posizione felice dovuta anche alla vicinanza con l’Africa e punto di transito obbligato per le rotte commerciali verso la Spagna, la Sardegna e l’Italia centrale, divenne ben presto una delle più floride colonie fenice del Mediterraneo. La civiltà che si insediò sull’Isola di Mozia ha avuto origine dai Fenici di Tiro e col tempo si è mescolata coi Greci della Sicilia. Il risultato che ne scaturì fu una civiltà unica, differente da tutte le altre e dalle straordinarie abilità artistiche, tant’è che gli abitanti dell’isola erano chiamati “moziesi” e non si riconoscevano più coi fenici delle origini né coi greci con cui si erano mescolati. La presenza in Sicilia dei Greci, con cui i Fenici avevano scambi commerciali ma anche contatti non sempre amichevoli, causò guerre con alterne vicende che provocarono infine la distruzione di Mozia ad opera di Dionisio di Siracusa nel 397 a.C. Da allora i superstiti si trasferirono sulla costa siciliana, fondando al città di Lilibeo, odierna Marsala. L’isola non rimase però del tutto disabitata come dimostrano numerose evidenze archeologiche riscontrate nel corso degli scavi. I reperti più significativi degli scavi di Mozia sono esposti nel Museo Archeologico ivi creato da Giuseppe Whitaker, uomo di raffinata cultura, appassionato studioso di scienze naturali, storia e archeologia, che nei primi anni del novecento acquistò l’Isola e vi condusse i primi scavi sistematici. A questo illustre membro di una ricca famiglia inglese che aveva industrie e commerci in Sicilia, si deve il primo fondamentale impulso per la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio archeologico di Mozia. Oltre al complesso museale Whitaker non esistono altre superfetazioni, l’isola è rimasta intatta, gli scavi archeologici ancora attivi stanno rinvenendo la città così come è stata lasciata, più di due millenni fa. Mozia è un piccolo mondo in cui immergersi per fare un salto nel passato tra la natura incontaminata e gli scavi archeologici. Sull’isola troviamo spezzoni di mura, di scale, di fortificazioni che hanno sull’immediato sfondo il mare e il profilo delle atre isole. Il cothon, rarissimo esempio di porto artificiale punico, l’unico della Sicilia, scorre insinuandosi tra i blocchi di pietra regolari, ai cui margini si intervallano macchie verdi miste alla terra sabbiosa. Il santuario in località Capidazzu, a nord dell’isola, mostra i resti di un complesso di culto a pianta tripartita; il Tophet, area sacra dove i moziesi deponevano i loro sacrifici: essa contiene sette strati di urne cinerarie con i resti delle vittime (per lo più animali) dei sacrifici. E poi la casa dei Mosaici, la necropoli, la zona “industriale” con i forni per la produzione dei vasi e la concia e la tintura dei tessuti, questi sono solo alcuni degli elementi che portano, mano a mano che si percorrono i sentieri dell’isola, a conoscere la civiltà moziese. Meno conosciuta è la strada punica sommersa, ancora ben visibile passandoci sopra con una barca a fondo piatto, che collega l’isola di Mozia con la terra ferma, in località Licari. Mozia è l’oggetto più prezioso dello Stagnone, luogo privilegiato per un turismo culturale interessato all’archeologia, tant’è che durante tutto l’arco dell’anno una delle principali attività allo Stagnone è il trasporto dei turisti all’Isola di Mozia mediante imbarcadero e le visite guidate al museo Whitaker e all’isola. In pochi però conoscono le ricchezze nascoste sotto il denso strato di Posidonia: i fondali dello Stagnone infatti sono ricchi di reperti archeologici ancora inesplorati per la maggior parte. Inoltre non valorizzata, ma nemmeno visitabile, è l’isola di Schola, così chiamata per la presenza della scuola oratoria di Cicerone.

Page 73: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

72

Sistema delle saline69 Il sistema delle saline è forse quello che più rende caratteristico lo Stagnone, in un intreccio delicato e rispettoso tra il corso della natura e il lavoro dell’uomo. Le saline fanno dello Stagnone, e di tutto il sistema delle saline Trapanesi, un patrimonio dalla doppia valenza culturale e naturalistica. All’interno di un paesaggio straordinario, connotato da manufatti architettonici che raccontano la storia del luogo, il lavoro dell’uomo, il susseguirsi degli eventi naturali e antropici. La fondazione delle saline trapanesi risale ad epoca assai remota: probabilmente furono i fenici i primi a costruirle e, comunque, la vocazione di questo estremo lembo occidentale della Sicilia alla coltura del sale era già nota a greci e romani se, nella “Naturalis Historia” di Plinio il Vecchio, troviamo il riferimento a un grande lago salato che qui si estendeva. La presenza assidua del vento che favoriva la ventilazione e quindi l’evaporazione; la natura impermeabile del terreno, le cui argille impediscono e rallentano la dispersione dell’acqua; la fruizione di un’acqua marina ad alta concentrazione di sale, com’è quella mediterranea, e di un clima asciutto hanno determinato condizioni ottimali per il fiorire di attività che, nel corso di trenta secoli, hanno procurato benessere a tante generazioni di lavoratori. Con gli anni si sviluppa anche l’industria della salagione del pesce, specialmente il tonno. Di un atonnara troviamo gli edifici nella punta più a nord dell’Isola Lunga, ormai abbandonati ma in cui rimangono ben visibili le tracce di un lavoro concluso qualche decina di anni fa. Il sistema lavorativo delle saline risale in gran parte a duemila anni fa, pur con gli aggiornamenti arabi, per ciò concerne sia le tecnologie che i rapporti di lavoro. Le saline Ettore e Infersa ma soprattutto quelle sull’Isola Lunga sono punteggiate di casolari, borghi ed edifici che raccontano la vita nella salina dal lavoro al riposo notturno, poiché i lavoratori durante la stagione della raccolta si trasferivano stabilmente presso la salina, così come anche i proprietari della salina stessa. Le case, che anch’esse fanno parte del ciclo di lavorazione del sale, presentano quasi la medesima tipologia pur differenziandosi per dimensione, probabilmente in relazione alla estensione proprietaria delle vasche. Quasi tutti gli edifici sono sormontati da un mulino, che ha la funzione di macinare il sale, ed in tutte le costruzione è presente un grande ambiente rettangolare scandito da archi a sesto acuto in pietra. Questo ambiente veniva utilizzato per conservare il sale o come ricovero per le barche. Vi si trova poi sempre un altro elemento a tronco di cono, simile alla struttura del mulino ma che veniva adibito a dormitorio, in cui veniva conservata anche l’acqua dolce, fondamentale per dare sollievo alla pelle bruciata dal sole e dal sale. 69 Le informazioni sul sistema delle saline sono state tratte da G. Bufalino, Saline di Sicilia, Sellerio Editore, Palermo, 1988; R. Vento, L’industria del sale marino in Sicilia. Antiche strutture e futuri sviluppi, Associazione Nazionale Ludi di Enea, Trapani, 1997 e dalle testimonianze raccolte durante i sopralluoghi in particolare durante le visite al Museo del Sale Ettore e Infersa e al Parco Tematico Museo Salina Calcara col prof. Santulli e il proprietario della salina Calcara

Page 74: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

73

Come altri strumenti di lavoro, anche i mulini e quant’altro ha avuto a che fare con la storia delle saline del trapanese sono testimonianze della cultura di un popolo: essi assurgono dunque alla dignità di beni culturali, perché divengono testimonianza di una concezione del mondo e della vita che è propria solo di quella comunità. Divengono segni di una cultura e della sua storia, ovvero beni culturali nel senso più pieno del termine. Da ciò l’esigenza di tutelare e documentare quei beni alla pari di qualsiasi preziosa opera d’arte. Sul piano legislativo la legge regionale 80/1977 reca “Norme per la tutela, la valorizzazione e l’uso sociale dei beni culturali e ambientali nel territorio della Regione Siciliana” essa recepisce le indicazioni del DPR 637/1975 sulla “Tutela del paesaggio e di antichità e belle arti”. La veloce scomparsa delle testimonianze è dovuta alla precarietà strutturale dei materiali e delle condizioni d’uso degli strumenti ma è anche dovuta al poco interesse nutrito a lungo per la cultura materiale in generale. Da ciò scaturisce l’esigenza di attivare interventi di recupero e restauro dei reperti propri del mondo delle saline e la necessità di allestire musei che assicurino una tutela adeguata nel tempo alle testimonianze ivi raccolte, garantendone allo stesso tempo la fruizione più ampia. Le saline sono un patrimonio culturale e paesaggistico ma svolgono anche un ruolo biologico e hanno un significato ecologico legato all’ecosistema delle saline. Esse sono molto più di un semplice luogo di produzione o di un reticolo di vasche salanti, sono anche un contrassegno paesaggistico ed un luogo dove si crea e si concentra la vita. Di più, esse sono un laboratorio dove si realizza una corsa a ritroso nel tempo che riproduce la biosfera di due o tre miliardi di anni addietro e ci fornisce una chiave preziosa per capire il passato della vita nel pianeta, ma anche il suo futuro. Dietro le saline trapanesi vi è la storia di una civiltà tipicamente mediterranea e vi è la realizzazione di opere che solo l’intelligenza e la fatica dell’uomo in un ambiente povero e ingrato, ma splendido, come è appunto il Mediterraneo, hanno saputo fare. La meraviglia per l’uomo d’oggi distruttore ed inquinatore è come una macchina produttiva così perfetta sia potuta nascere e svilupparsi senza distruggere l’ambiente o banalizzarlo, ma al contrario, arricchendolo e migliorandolo anche dal punto di vista biologico, cioè aumentandone la biodiversità. Le saline sono la sede di un attività economica sana e redditizia, che può potenziarsi includendo il rilancio di un turismo culturale di buon livello e la piscicoltura di qualità, sempre consentendo o addirittura potenziando l’industria del sale. Le saline vanno mantenute affinché lo stesso paesaggio e l’ambiente possano sopravvivere, e con esse possa migliorare la qualità della vita e la cultura. Per loro localizzazione diventano lo strumento fondamentale per riproporre il rapporto città – campagna – mare nella ridefinizione di un sistema di relazioni culturali e sociali e il collegamento di questa area con il suo contesto territoriale rafforza l’identità culturale della stessa popolazione. Le saline hanno una dimensione orizzontale organizzata in una maglia regolare e scandita da elementi verticali (mulini, case) che con i loro volumi e la loro compattezza diventano riferimenti per l’osservatore ed elementi nodali della griglia.

Page 75: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

74

Le saline trapanesi e marsalesi sono costituite da un reticolo labirintico di basse vasche quadrate o rettangolari, profonde circa 80 centimetri e dal perimetro variabile dai 100 metri al chilometro, delimitate da argini rettangolari di conci calcarenitici. Il labirinto è però soltanto apparente, dato che le vasche sono disposte secondo un ordine preciso. Negli impianti più antichi l’acqua entrava nelle prime vasche (vasche fredde) sfruttando l’alta marea, in tempi posteriori l’ingresso venne facilitato con l’utilizzo della vite di Archimede. Questa veniva dapprima azionata a mano, si passo quindi all’adozione dei mulini a vento, inizialmente di tipo olandese e successivamente sostituiti dal modello americano. I mulini danno verticalità a questa pianura liquida e non vanno guardati come elementi singoli ma piuttosto come parte di un sistema più complesso che ricomprende vasche e canali. i mulini, che all’interno della riserva sono circa trenta, sono al memoria delle antiche tecniche di coltivazione e produzione del sale; la loro differente tipologia (mulino olandese, mulino americano) testimonia una evoluzione tecnologica. 3.5 Esito dell’analisi: potenzialità e criticità dello Stagnone Le considerazioni, gli studi e le analisi fino a qui riportati hanno consentito di costruire un quadro esaustivo della città di Marsala e del contesto di specifico interesse progettuale quale lo Stagnone. Si andrà a delineare ora un quadro di sintesi delle potenzialità e criticità dell’area in esame, estrapolabili dai dati raccolti. L’obiettivo è quello di arrivare a capire quali sono le opportunità da sfruttare e le debolezza da risolvere dello Stagnone, in relazione al suo contesto di inserimento, per poter giungere ad un progetto finale di gestione sostenibile dell’area. Il progetto dovrà saper conciliare il bisogno di tutela con la necessità di valorizzazione delle risorse presenti. La delineazione di uno scenario di potenzialità e criticità è fondamentale per comprendere quali sono le ricchezze utilizzabili per una fruizione responsabile della Riserva Naturale. Le prime considerazioni sulle potenzialità e criticità riguardano il contesto territoriale di riferimento: la città di Marsala. Marsala è un territorio conosciuto nel mondo l’offerta culturale e per la qualità della sua produzione vitivinicola. La città è in grado di presentare risorse tra loro differenti che vanno dal paesaggio al patrimonio archeologico all’architettura alla storia al vino. Risorse che però sono spesso sconosciute, poco valorizzate o non fruibili. Il turismo si è sviluppato spontaneamente, seguendo le proprie attitudini, ognuno alla ricerca del proprio ambito di interesse: cultura, archeologia, tradizione vitivinicola, sport, fruizione mare. La fruizione è molto elevata ma non è gestita in modo da organizzare forme di turismo differenziate, qualificate e compatibili. Marsala si caratterizza per le sue bellezze naturalistiche, storiche, archeologiche e la buona produzione agroalimentare, ma questi sistemi non sono in sinergia tra loro in un’ottica di valorizzazione reciproca.

Page 76: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

75

Ogni elemento del sistema paesaggistico, il mare, le saline, l’entroterra, è ricco di fascino e di testimonianze da raccontare ma spesso rimangono estranei l’uno all’altro, non riuscendo a creare un vero sistema territoriale. La fruibilità della città è favorita anche dalla vicinanza con l’aeroporto di Trapani – Birgi ma mancano mezzi pubblici di collegamento tra di esso e Marsala così che il viaggiatore è costretto ad affidarsi all’auto, anche in questo caso però non è sempre facile spostarsi visto che non esistono indicazioni per Marsala all’uscita dell’aeroporto. All’aeroporto di Trapani – Birgi arrivano compagnie low cost come Ryanair, il profilo dei cui viaggiatori è un target giovane che ama le vacanze itineranti. L’arrivo a Marsala non favorisce non favorisce questo tipo di spostamenti dato che non esistono mezzi pubblici, sia su strada che su rotaia. Questo porta quindi ad escludere Marsala dalle possibili tappe. Andando ora a delineare in un quadro sintetico le potenzialità e criticità dello Stagnone si riconosce l’esistenza di quattro sistemi: il sistema del sale, il sistema dell’archeologia, il sistema della fruizione del mare e il sistema naturalistico. Questo rappresenta un grande ricchezza per il luogo poiché consente una fruizione abbondante e diversificata, il problema però è che i quattro ambiti non comunicano tra di essi così che chi non conosce l’intera offerta non è in grado di valorizzare le risorse presenti nella loro globalità. Se si considera in particolare il sistema naturalistico ci si accorge che esso svolge in realtà solo funzione di sfondo per le altre funzioni: esiste una Riserva Naturale che tutela questo sistema ma non esiste un piano di gestione per farlo diventare un ricchezza e un occasione di divulgazione scientifica e culturale. I quattro sistemi presenti allo Stagnone sono riscontrabili anche in altre zone della “città-territorio” di Marsala ma non esistono convenzioni o cooperazioni che vadano a rapportare i singoli punti di interesse, inserendoli in una rete più ampia. Come per l’intero territorio marsalese anche per lo Stagnone valgono le stesse considerazioni riguardanti il sistema dei collegamenti: lo Stagnone è raggiungibile solo in auto, non esistono mezzi pubblici per raggiungerlo così che ci si trova a marsala senza propri mezzi esclude una visita allo Stagnone. La vicinanza con la linea ferroviaria rappresenta invece un potenzialità poiché, nell’ottica di trasformazione delle linea ferroviaria in metropolitana urbana, l’aggiunta di una fermata nei pressi dello Stagnone ne faciliterebbe il raggiungimento. Lo sviluppo del trasporto pubblico inoltre rappresenta un incentivo alla mobilità sostenibile. Un’alta potenzialità è rappresentata dalla strada litoranea cha da Marsala arriva fino allo Stagnone. Questo percorso permette di attraversare tutti i paesaggi tipici di Marsala, dalle saline ai vigneti, dal mare ai siti archeologici, è inesistente però qualsiasi tipo di manutenzione della strada, ai bordi della quale spesso vengono gettati rifiuti e parcheggiate auto sulle rive. Questa strada rappresenta la potenzialità di poter accogliere un percorso ciclo-pedonale che porterebbe alla promozione di una mobilità realmente sostenibile.

Page 77: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

76

Per quanto riguarda i collegamenti via mare esistono numerosi imbarcadero per il trasporto dei turisti, la grande criticità è però il fatto che l’unica tappa raggiungibile è l’Isola di Mozia, vengono quindi escluse da ogni possibilità di fruizione tutte le altre isole. Per quanto riguarda l’offerta culturale questa appare ricca e diversificata, riassumibile nei quattro sistemi già citati (sale, archeologia, fruizione del mare, natura) la criticità è che non esiste la capacità di fare squadra, nel senso che ognuno su concentra sui propri interessi le proprie iniziative indipendentemente dagli altri, chiuso nel proprio settore di riferimento. Manca un reale coordinamento in grado di individuare obiettivi comuni da perseguire per la globale valorizzazione. La cultura locale ha portato negli anni a sviluppare questa forma di individualismo che può diventare potenzialità nel momento in cui i molti attori presenti sul luogo sono spinti a impegnarsi in prima persona, con le proprie risorse, a metterle in rete, in un clima di cooperazione piuttosto che di competizione. L’offerta è molto articolata ma non esiste nessuna promozione di campi specifici presenti sul territorio ma non conosciuti e valorizzati, come ad esempio l’archeologia subacquea o attività legate al sistema naturalistico. L’abbondanza di possibilità presenti allo Stagnone è infine una potenzialità per mettere il luogo in relazione diretta con le altre parti della città, in una cooperazione condivisa fra centro e aree periferiche. Una grande potenzialità è rappresentata dal paesaggio delle saline, questo paesaggio così suggestivo è uno dei principali attrattori dell’area, il rischio è però che esso si trasformi in oggetto da “vendere” ai turisti quando invece può diventare occasione di diffusione di un aspetto della cultura del luogo: il lavoro nelle saline e lo straordinario equilibrio che si è creato tra natura e intervento dell’uomo. In questo paesaggio orizzontale fatto di acqua e di sottili percorsi tra le vasche gli unici segni verticali sono i mulini, essi possono diventare i punti di riferimento per spostarsi nel percorso che si snoda in questa pianura fatta di acqua e terra, di mare, costa e isole. Soprattutto sull’Isola Lunga ma in numero minore anche in alcune zone sulla costa esistono molti edifici abbandonati, per lo più legato all’attività delle saline. Essi già di per sé hanno valore di testimonianza materiale ma se recuperati acquisiscono il valore aggiunto di ospitare quelle funzioni al servizio pubblico di cui l’area è carente. Il riutilizzo di manufatti esistenti consente di evitare un ulteriore consumo di suolo e permette di far tornare a parlare gli edifici oggi in condizione di rudere, di far loro esprimere la testimonianza di una cultura passata quale quella della vita nella salina. Una fondamentale caratteristica del luogo è la costante presenza di sole e soprattutto di vento che hanno permesso fin dai tempi più antichi l’insediamento delle saline. La costruzione delle saline dimostra come sia possibile sfruttare in modo non dannoso per l’ambiente le risorse presenti. Una ulteriore lezione la danno i mulini: una risorsa naturale e inesauribile quale è il vento diventa un alleato indispensabile per il lavoro dell’uomo. Oggi sembra che ci si sia dimenticati del contributo delle risorse naturali; il sole e il vento, fonti

Page 78: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

77

inesauribili e pulite, possono tornare ad essere preziosi alleati per la creazione di un sistema energetico pulito, a emissioni zero e non dannoso per l’ecosistema. Sole e vento diventano potenzialità per progettare micro interventi paesaggisticamente integrati e ambientalmente non impattanti, per rendere lo Stagnone autosufficiente.

Page 79: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

78

4. Progetti per una gestione sostenibile dello Stagnone

4.1 Il metodo di progetto L’analisi e lo studio dei dati e delle testimonianze raccolte hanno portato alla definizione di un quadro dello Stagnone e del suo contesto. Sono stati evidenziati i caratteri di potenzialità e criticità che interessano l’area con l’obiettivo di individuare gli elementi necessari per poter giungere a un progetto finale di gestione sostenibile dell’area. I dati estrapolati dall’analisi pelle potenzialità e criticità hanno consentito di determinare un quadro di obiettivi generali che rispecchiassero le peculiarità del sito. Di primaria importanza si è rivelato essere il binomio tutela e valorizzazione: l’obiettivo che deve sottendere ad ogni azione progettuale è il garantire la tutela del paesaggio della Riserva Naturale mettendo nello stesso tempo in evidenza le caratteristiche peculiari dell’area in un’ottica di valorizzazione delle risorse. Bisogna partire dai dati dell’analisi per compiere una riflessione sugli usi compatibili del territorio per garantire il delicato equilibrio tra tutela e valorizzazione. Per garantire tale obiettivo è fondamentale superare l’approccio vincolistico della Riserva Naturale proponendo una nuova concezione di vincolo attivo che non guardi all’ambiente naturale o antropico o più in generale a un bene culturale con atteggiamento passivo e di mera osservazione. Solo con questa modalità di approccio è possibile arrivare a rafforzare l’identità culturale in tutti i suoi aspetti peculiari. In primo luogo salvaguardando la storia del territorio mediante la riqualificazione di suoi manufatti. I manufatti raccontano la storia del luogo, il lavoro dell’uomo, il susseguirsi degli eventi e ciò deve costituire un’ulteriore chiave di lettura di questo paesaggio, che non deve essere basata su parametri solamente estetici. I manufatti architettonici contribuiscono in maniera determinante a connotarlo, occorre individuare un strategia progettuale che preveda interventi ed azioni idonee al raggiungimento delle finalità della Riserva e della fruizione di tutti i luoghi. Così facendo per lo Stagnone si pone l’ulteriore obiettivo di farlo diventare un luogo del sapere, un mezzo di comunicazione e fattore di stimolo per la collettività. Le strategie di intervento devono essere finalizzate a salvaguardare l’ambiente e le attività produttive a individuare azioni che portano alla diffusione della conoscenza. Bisogna quindi prevedere un’opera di riqualificazione per ridare valore e funzione alle architetture e ai luoghi nel quadro di un programma di gestione complessivo e coordinato. Questo progetto diventa il pretesto per

Page 80: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

79

interpretare l’esistente come risorsa da curare e potenziare per costruire significati nuovi. Tutti i punti di interesse dell’area devono quindi essere attrezzati per accogliere il visitatore e introdurlo alla visita. Appare di fondamentale importanza, in questa prospettiva, coinvolgere gli operatori che gestiscono le attività presenti (sportive, archeologiche, museali, etc.) in modo che l’occasione della redazione di un progetto di gestione dell’area possa rappresentare un momento di condivisione di obiettivi di valorizzazione e sviluppo del territorio, di qualificazione dei servizi al cittadino e al turista, in una logica di cooperazione e valorizzazione reciproca. L’esercizio delle attività presenti costituisce il presupposto fondamentale per la conoscenza delle ricchezze del luogo, l’aggiunta dei servizi mancanti e la messa a sistema delle attività costituisce il momento fondamentale per lo sviluppo sostenibile dell’area. Tra le attività esistenti anche l’esercizio dell’attività produttiva della raccolta del sale è condizione necessaria per il mantenimento non solo dei valori paesaggistici ma anche dell’ecosistema che si è insediato nelle saline. Per raggiungere questi obiettivi vengono delineate delle strategie che tracciano un masterplan alla scala territoriale. La strategia fondamentale è quella di proporre un percorso che si configuri come itinerario di ricerca e sperimentazione di esperienze che miti alla valorizzazione dei luoghi e all’arricchimento della conoscenza anche di quegli aspetti ora poco visibili. Le strategie si traducono poi in una serie di linee guida necessarie per affrontare la progettazione del percorso e dei singoli punti nodali. Le linee guida sono state divise per ambiti tematici: percorso, marcatore del percorso, recupero edifici, fruizione, riqualificazione spazio pubblico, energia. Sono infine state scelte nove aree significative del percorso in cui vengono esemplificate possibili applicazioni progettuali rispondenti agli obiettivi e alle strategie prefissate 4.2 Strategie Nell’ambito dello Stagnone sono stati delineati quattro sistemi (sistema delle saline, sistema dell’archeologia, sistema della fruizione del mare, sistema naturalistico) ad essi fanno parte tutti quei luoghi in cui sono state strutturate delle attività specifiche, in cui si trovano musei tematici, punti di ritrovo per gli amanti degli sport acquatici, zone per la balneazione etc. questa molteplicità di punti di riferimento costituisce l’offerta varia e articolata della laguna. L’obiettivo da raggiungere è il migliorare tale offerta non solo in termini quantitativi, cioè di numero di servizi offerti, ma in termini qualitativi, che significa aggiungere quei servizi necessari a potenziare le ricchezze esistenti non ancora valorizzate e a metterle tutte a sistema in una rete di collaborazione e valorizzazione reciproca.

Page 81: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

80

Questa rete di sinergie si traduce concretamente in un percorso via terra e via mare in grado di collegare tutti i punti del sistema, che diventano i nodi attrattori e di concentrazione della fruizione. Questa strategia oltre a collegare i nodi interni al sistema dello Stagnone crea, sia fisicamente sia dal punto di vista gestionale, un collegamento con le altre risorse esterne che appartengono ai quattro sistemi individuati inizialmente. Il percorso si configura come una linea di collegamento ciclo-pedonale che unisce il centro di Marsala con il cento di Trapani, affiancandosi alla strada litoranea che attraversa lo Stagnone e, più a nord, la Riserva Naturale delle saline di Trapani e Paceco, già percorse da un tratto di alcuni chilometri di pista ciclabile. In corrispondenza dello Stagnone di Marsala il percorso diventa un anello circolare che va a collegare la terra ferma e le isole. Lo Stagnone è un sistema composto da un intrecciarsi continuo di terra e mare ma in realtà i due sistemi non sembrano tra loro collegati e comunicanti: le isole rimangono isolate e le attività che si svolgono sulla costa rimangono estranee all’integrazione con le isole. Si crea un tracciato che percorre circolarmente la terra, il mare e le isole. Partendo dalla strada litoranea si può scegliere di arrivare fino a Punta di San Teodoro, attraversare a piedi poche centinaia di metri di acqua bassa e arrivare all’Isola Lunga da Punta di Tramontana; si prosegue verso sud attraversando l’isola e si giunge all’approdo dell’imbarcadero che traghetta i turisti sull’Isola Schola, sull’Isola di Mozia o sulla costa in corrispondenza della salina Ettore. Oppure si può scegliere, sempre dalla strada litoranea, di salire a bordo dell’imbarcadero in corrispondenza del Museo del Sale e raggiungere una o tutte le isole e da lì scegliere il proprio percorso di visita. Si vuole rendere il visitatore libero di costruire il proprio percorso, dandogli la possibilità di raggiungere facilmente tutti i luoghi strategici e mettendolo a conoscenza di tutte le offerte culturali e naturalistiche che lo Stagnone presenta. Il percorso rivela una serie di combinazioni infinite e la sua percorrenza è molto libera ma in realtà il fruitore è indirizzato a seguire tracce prestabilite e ad usufruire delle aree attrezzate in modo da garantire un fruizione compatibile con l’incolumità della Riserva. Questo diventa occasione per una reinterpretazione delle potenzialità dei luoghi e un arricchimento della conoscenza per i fruitori. Il percorso si configura come un segno che si integra nel paesaggio ma allo stesso tempo risulta immediatamente visibile il suo tracciato e i punti attrezzati che vi si attestano. Per raggiungere questo obiettivo viene realizzato un oggetto che viene collocato a intervalli lungo l’intero percorso. Questo oggetto ha la funzione di marcatore del percorso e della fruizione, viene posto in corrispondenza dei nodi strategici nei punti cioè dove è presente l’offerta di qualche servizio (sia esso, naturalistico, culturale, archeologico, sportivo, etc.) e dove il percorso si dirama verso proposte differenti. Il marcatore è inoltre un oggetto che ha la capacità di evocare le caratteristiche del luogo, è un oggetto con cui sia la natura sia l’uomo interagiscono. La sua forma ricorda quella delle vele dei mulini e si piega per diventare contemporaneamente frangisole, portabiciclette, seduta e supporto per i pannelli informativi. Come le vele dei mulini sono mosse dal vento anche questo oggetto è mosso dal vento, che alimenta una micro pala eolica che copre il minimo fabbisogno di energia di questa area di sosta/punto di snodo del percorso. Il visitatore diventa parte attiva di questo

Page 82: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

81

elemento: la sua utilità entra in funzione nel momento in cui l’uomo ne usufruisce, cogliendone le informazioni che dispone e rimanendo ad ascoltare il rumore del vento tra le pale mentre ci si ferma da ammirare il paesaggio. Il percorso ciclo-pedonale dello Stagnone è facilmente raggiungibile sia provenendo da nord che da sud: dalla strada provinciale SP21 che passa nell’entroterra si diramano delle strade secondarie a pettine sulla strada litoranea, attraversano i vigneti e alcuni borghi e fungono da porte di accesso allo Stagnone. Alla fine di ognuna di queste strade, prima di innestarsi sulla litoranea vengono strutturate delle aree di parcheggio per le auto. Questo provvedimento invita a fermare la macchina e proseguire il proprio percorso a piedi o in bicicletta, con l’obiettivo di promuovere forme di mobilità sostenibile. La trasformazione della linea ferroviaria in metropolitana urbana e l’aggiunta in una fermata nei pressi dello Stagnone facilita ulteriormente il raggiungimento dell’area dal centro della città. Il tema della mobilità sostenibile viene affrontato anche mediante l’inserimento di quattro noleggi di biciclette tra di loro convenzionati. Essi sono dislocati ai vertici del sistema: due sull’Isola Lunga, in corrispondenza degli approdi, e due sulla costa, in corrispondenza del punto informativo e della stazione ferroviaria. La convenzione prevede la possibilità di noleggiare la bicicletta in un punto e restituirla in un altro, per consentire ai fruitori di costruire il proprio percorso. Anche per quanto riguarda i percorsi via mare viene organizzato un sistema più flessibile: vengono aggiunti nuovi punti di sosta all’Isola Lunga e all’Isola di Schola, per consentirne il facile raggiungimento, e viene istituito un sistema di viaggi tipo “imbarcadero-navetta”. Questo sistema consente con un biglietto a ore o giornaliero di spostarsi da un’isola all’altra. Gli imbarcadero a motore diesel che attualmente navigano nello Stagnone possono essere sostituiti da altri funzionanti a energia solare o eolica e quindi che non inquinano le acque della laguna. Le tappe raggiungibili mediante questo percorso appartengono ai quattro sistemi individuati e la loro offerta prevede: aree di incontro e di sosta attrezzate con sedute, elementi ombreggianti, pannelli informativi; punti di ristoro con bar e ristoranti, alloggi per una forma di turismo qualificata, punti informativi, zone di noleggio attrezzature per la fruizione del mare, zone attrezzate per gli sport acquatici, punti di noleggio biciclette, musei tematici, laboratori didattici e di ricerca, zone di fruizione della natura controllate e attrezzate, zone ombreggiate lungo in percorso, aree adibite alla balneazione, aree attrezzate per le attività subacquee. Il sistema dello Stagnone risulta arricchito di nuovi elementi che mettono a sistema le ricchezze presenti e gestiscono la fruizione. L’offerta di servizi deve essere supportata dalla necessaria quantità di energia per alimentarli. L’obiettivo è sfruttare le risorse locali per rendere l’area autosufficiente. Viene quindi predisposto un piano di gestione energetica che preveda lo sfruttamento del vento e contemporaneamente sia occasione di riqualificazione dell’area. Si coglie quindi questa occasione per restaurare i mulini a vento in modo da renderli nuovamente funzionati. All’intero dei mulini vengono poi inseriti, in modo non deturpante per l’edificio, i meccanismi necessari per la conversione dell’energia meccanica in energia elettrica. Il progetto prevede la

Page 83: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

82

rifunzionalizzazione a questo scopo dei soli mulini nelle prossimità delle aree attrezzate, per realizzare un sistema di tipo infra-free. Questo sistema fa si che l’energia venga consumata direttamente sul luogo di produzione, per evitare l’inserimento di infrastrutture per il trasporto e lo stoccaggio dell’energia che risulterebbero impattanti sul paesaggio e dannose per l’ecosistema, visti i lavori di scavo che si renderebbero necessari.

4.3 Linee guida Le strategia progettuali delineate nella visione d’insieme vengono suddivise in tematiche che affrontano sei specifici ambiti di intervento: il percorso, il marcatore del percorso, il recupero degli edifici, la fruizione, la riqualificazione dello spazio pubblico, l’energia. Tali indicazioni forniscono un quadro di linee guida per la realizzazione di interventi specifici nei punti strategici del percorso delineato. Percorso I punti strategici del sistema vengono uniti da un percorso principale interamente ciclo-perdonale in sede propria, dove questo non risulta possibile per motivi di spazio del proseguimento del percorso viene indicato in sede stradale promiscua. Il primo tratto del percorso segue la linea di costa, un altro tratto attraversa l’Isola Lunga. Via mare un imbarcadero ad orari tipo “battello-navetta”, alimentato ad energia solare o eolica, collega la terra ferma a tutte le isole dello Stagnone, rendendole così tutte fruibili. La via che attualmente viene segnalata come “Via del Sale” corrisponde con la strada interna S.P.21, la via litoranea rappresenta l’alternativa a questa via, raggiungibile dall’entroterra mediante le strade che ssi inseriscono a pettine, in cui è possibile attraversare piacevolmente a piedi o in bicicletta, grazie al poco traffico che le percorre, borghi caratteristici vigneti. Noleggio biciclette e info-point in corrispondenza di nuove fermate ferovia-metropolitana si accede poi a strada litoranea mediante suddette strade a pettine. La trasformazione in progetto della ferrovia in metropolitana urbana consente di aggiungere una fermata nei pressi dello Stagnone, in corrispondenza della quale viene ubicato un punto informativo e il noleggio biciclette. Lungo tutto il percorso vengono inseriti elementi per la segnalazione del percorso stesso e delle tappe raggiungibili, elementi per garantire il minimo di ristoro e riparo dal sole, tipo alberature, sedute, pensiline, fontane acqua potabile; pannelli informativi con la descrizione dell’offerta culturale, delle caratteristiche dei paesaggi attraversati e le attività/possibilità presenti. Un punto fondamentale è la promozione della mobilità sostenibile quindi creazione di un sistema convenzionato di noleggio biciclette dislocato in più punti strategici del percorso sia sulla costa sia sull’Isola Lunga che permette di prendere a noleggio e restituire le biciclette sia sull’Isola Lunga che sulla terra ferma, in

Page 84: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

83

un’ottica di consentire un fruizione più libera dell’area, guidati dalle molteplici opportunità incontrate sul percorso. Marcatore del percorso Lungo il percorso viene ripetuto un elemento di immediata riconoscibilità, situato nei punti strategici, che abbia funzione di marcatore del percorso. L’elemento viene collocato in modo da favorire le viste privilegiate e invitare alla sosta nelle aree attrezzate e nei punti di interesse naturalistico, culturale o sportivo. È un invito a conoscere e quindi ad usufruire della ricca offerta dello Stagnone. Il marcatore si qualifica come elemento produttore di energia mediante lo sfruttamento del vento. La sua forma e il suo funzionamento devono rappresentare una evocazione metaforica degli elementi caratteristici dell’area: il vento come fonte di energia (da ascoltare, da percepire fisicamente e con cui interagire); il sole; le vele dei mulini e degli sport d’acqua, tutti segni inconfondibili di riconoscimento dell’area. Le caratteristiche del marcatore devono essere l’immediata visibilità dal percorso ciclo-pedonale, il basso impatto ambientale nella scelta dei materiali e del montaggio, elevata durabilità dei componenti e bassi livelli di manutenzione. Recupero edifici Per le aree dismesse parzialmente o interamente abbandonate è auspicabile il recupero degli edifici come occasione di rifunzionalizzazione, l’inserimento all’interno di quelle funzioni che si sono rivelate necessarie per il sostegno della fruizione legate alla salvaguardia e alla sensibilizzazione delle aree tutelate della Riserva. Questi interventi evitano di costruire degli edifici nuovi e quindi consentono di non ridurre suolo libero. Gli edifici dismessi costituiscono un fattore di degrado ambientale e paesaggistico oltre che una perdita di valori di testimonianza e cultura passata. Gli edifici rifunzionalizzati devono contenere funzioni compatibili coi manufatti e col contesto. Per non cancellare i segni della cultura passata ma per aggiungere un nuovo segno della contemporaneità. Con questo approccio si riesce a dare nuova vita ai manufatti senza dimenticare la vocazione che avevano in precedenza. È auspicabile che il recupero dei mulini che, ad eccezione dei mulini giàrestaurati della salina Ettore, sono interamente abbandonati ma che ancora conservano il loro valore di testimonianza materiale del lavoro di una volta. Conservano non solo un valore astratto ma la loro matericità deve essere recuperata, sono infatti ancora presenti ingranaggi, meccanismi, attrezzi, stanze, resti di pigmenti, materiali originali. All’interno dei manufatti recuperati vengono inseriti spazi museali e laboratori tematici, legati alle attività caratteristiche/storiche e alle peculiarità del luogo. Alcuni mulini sull’isola diventano laboratori tematici che affrontano i seguenti argomenti: sale, natura, flora e fauna, energia. gli edifici trasformati in musei diventati essi stessi oggetti da visitare, poiché con la loro matericità sono testimonianza della vita e del lavoro che vi si svolgeva all’interno.

Page 85: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

84

Agli edifici in stato di degrado più avanzato e che non rappresentano un valore di testimonianza bisogna dare una nuova identità e vocazione inserendo attività specifiche che ad oggi non trovano una sede. Un esempio è l’ipotesi di avvio di campagne di ricerca archeologica subacquea con base sull’isola di Schola attraverso l’istituzione di campi scuola ospitati sull’isola. Dal punto di vista gestionale è necessario creare un sistema di biglietti convenzionati per l’accesso a tutte le aree di interesse archeologico di Marsala, in un’ottica di cooperazione per la promozione reciproca e la creazione di un sistema. Lo stesso vale per le attività museali legate al tema delle saline. Questo sistema esce dai confini dello Stagnone interessando anche il territorio trapanese. La creazione della nuova “Via del Sale” litoranea interamente ciclo-pedonale rafforza ulteriormente questo sistema a scala territoriale. Fruizione Al’interno dei manufatti recuperati vengono inserite le funzioni necessarie a sostegno della fruizione del luogo, in particolare la fruizione del mare e del sistema naturalistico: noleggio biciclette, noleggio piccole imbarcazioni, noleggio attrezzature per la balneazione, punti di ristoro, noleggio attrezzature sportive (kitesurf, windsurf, canoe). Il sistema ambientale dove degradato a causa dell’inquinamento e della mancanza di manutenzione viene riqualificato e valorizzato in modo da consentire un fruizione del mare e delle spiagge regolamentata nei modi e negli spazi, nel rispetto dei valori ambientali. Questo porta alla riorganizzazione delle attrezzature funzionali alla balneazione, in alcuni casi istituendo aree attrezzate con ombrelloni, lettini, punti di ristoro e noleggio attrezzature, in altri casi con il direzionamento dei flussi in aree predisposte con attrezzature che garantiscono la balneazione senza danneggiare l’ecosistema come ripari e frangisole realizzati con strutture leggere e rimovibili, piattaforme a basso impatto ambientale in legno o blocchi di tufo costruiti a secco. Vengono potenziati i punti informativi nell’ottica di incentivare forme di turismo differenziate, qualificate ed eco-sostenibili come il turismo culturale e il turismo ambientale. L’indirizzamento mediante gli interventi architettonici e gestionali genera e promuove forme di fruizione compatibili con la Riserva Naturale. Nelle zone più delicate ad esempio vengono controllati i flussi nei periodi di più intensa fruizione e razionalizzati gli accessi. Riqualificazione spazio pubblico Lo spazio pubblico all’esterno dei manufatti viene recuperato come luogo di incontro e socializzazione e come sede, in alcuni punti strategici, di mostre e manifestazioni artistiche all’aperto (un esempio è l’Ephemeral Art Connection 201170 organizzato dal comune di Marsala). Lo spazio pubblico viene riqualificato mediante un

70 Informazioni sull’attività sono consultabili su http://ephemeralartconnection.worldpress.com

Page 86: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

85

sistema di sedute, raccolta differenziata dei rifiuti, aree ombreggiate con strutture leggere a basso impatto ambientale e rimovibili e alberature. La sistemazione degli spazi di pertinenza ai pubblici esercizi è una buona pratica di responsabilizzazione dei proprietari, con contributo alla qualificazione dei luoghi di pubblica fruizione. Energia Obiettivo finale deve essere rendere autosufficiente energeticamente lo Stagnone nonostante l’aggiunta di numerosi servizi. L’intera domanda di energia deve essere coperta sfruttando le risorse presenti sul luogo. I mulini in condizione che lo permettono, e in posizione strategica rispetto alla prospettiva di un sistema energeticamente autonomo, vengono recuperati in modo da renderli nuovamente in grado di produrre energia meccanica dallo sfruttamento del vento. All’interno dei mulini vengono poi inseriti i meccanismi per la conversione dell’energia meccanica in energia elettrica finalizzata a soddisfare la richiesta di energia delle funzioni ad esso vicine. Il sistema che si va a realizzare è di tipo infra-free perché poiché si vuole evitare di realizzare nella Riserva scavi invasivi per far passare centinaia di metri di cavi. La soluzione vuole dare soddisfacimento alla richiesta di energia con un intervento il meno invasivo possibile in termini di inserimento di nuovi elementi e modificazione del suolo e del paesaggio. L’energia elettrica prodotta in eccesso viene ceduta alla rete pubblica per coprire la richiesta di energia per l’illuminazione stradale in cui i pali della luce vengono sostituiti da sistemi a consumo minimo tipo lampade a led. Nei punti in cui il fabbisogno di energia non è più coperto dai mulini l’illuminazione è di tipo autonomo, con microeolico o solare fotovoltaico integrato per l’autoalimentazione. 4.4 Approfondimenti progettuali Le linee guida descritte trovano applicazione in alcune aree di approfondimento, in questi ambiti vengono messe in pratica le strategie di progettazione e pianificazione gestionale precedentemente delineate. Punta di San Teodoro Punta di San Teodoro è il limite nord più estremo della Riserva naturale Isole dello Stagnone di Marsala, è raggiungibile dalla strada che perpendicolarmente parte dalla SS105 e attraversando i vigneti si immette su una larga strada sterrata che costeggia il mare. Percorrendo quest’ultimo tratto ci troviamo su un lembo di terra che fa da spartiacque tra il mare cristallino a nord-ovest e la salina San Teodoro a sud-est.

Ephemeral Art Connection è un workshop internazionale che si svolge dal 2010 in Sicilia, organizzato da Stardust (www.starduststudio.com). Il workshop si pone l’obiettivo di sperimentare nuovi paradigmi per lo sviluppo sostenibile mediante varie espressioni artistiche.

Page 87: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

86

La salina è ad oggi utilizzata come vasche per la piscicoltura ma rimangono ancora ben visibili le tracce della originaria scansione delle vasche e i due mulini che servivano a spostare l’acqua da una all’altra. Le pale dei mulini, originariamente olandesi poi sostituite con le americane, sono andate interamente perse ma la struttura del mulino e parte degli ingranaggi di attacco delle pale paiono essere integri. Questa condizione favorisce il recupero di questi mulini. Questo tratto di mare nel periodo estivo è abbastanza frequentato sia da chi pratica sport acquatici, più avanti verso nord si trova un campeggio con noleggio attrezzature sportive e imbarcazioni, sia da ci ama fruire il mare per la sola balneazione. Di fronte, continuando a percorrere la strada sterrata verso sud-ovest si trova un piccolo agglomerato di edifici tra i quali spicca la Torre di San Teodoro. Gli edifici sono disposti a corte, lasciando un grande spazio centrale libero da cui si scorgono degli scorci di mare con alle spalle le isole Egadi. A poche centinaia di metri all’orizzonte ha inizio l’Isola Lunga, sulla cui punta sono ben visibili gli edifici della ex tonnara. Un lembo di sabbia unisce Punta di San Teodoro dall’Isola, così che in pochi minuti è possibile raggiungere l’Isola attraversando l’ultimo tratto di acqua poco profonda dello Stagnone. Quest’area è già attrezzata per la fruizione del mare, vi si trova infatti un piccolo stabilimento balneare con ombrelloni, lettini e un bar-ristorante. Il progetto prevede che la strada ciclo-pedonale trovi la sua conclusione in corrispondenza della piazza centrale formata dagli edifici. Gli edifici, attualmente in stato di abbandono vengono recuperati e rifunzionalizzati e allo spazio esterno viene dato nuovo decoro con contributo alla qualificazione del luogo. Una pavimentazione omogenea disegna questa piazza centrale,che viene attrezzata con sedute, ripari, strutture leggere e alberature e con la sua configurazione invita a spostarsi nei punti di maggior interesse. Una delle esigenze riscontrate durante la fase di analisi era quella di dare maggiore importanza agli spazi di socializzazione di promozione culturale, gli edifici di Punta di San Teodoro possono diventare la sede di un centro culturale per la promozione di mostre ed eventi. Il grande spazio esterno diventa così un prosecuzione degli spazi interni facendosi sede di mostre temporanee di arte contemporanea che in questo luogo ricco di spunti suggestivi trova lo sfondo ideale. All’interno degli edifici sono poi inserite funzioni di supporto alla fruizione e che, creando situazioni di comfort, invitano alla sosta, come un ristorante, un bar e un punto informativo. La Torre San Teodoro diventa punto privilegiato di osservazione poiché da essa è possibile dominare la vista dell’intera laguna e dell’Isola Lunga, scorgendo in un unico sguardo l’intero percorso. Appena prima di entra nella piazza trova poi collocazione il marcatore, situato in quel punto ad indicare che si sta per raggiungere uno dei nodi della rete di relazioni che il percorso ha creato. Nodo in cui è possibile usufruire delle molteplici possibilità offerte. Isola Lunga, Punta di Tramontana – ex tonnara Punta di tramontana è l’ultimo lembo di terra nella parte nord dell’Isola Lunga e si configura naturalmente con uno dei punti di accesso privilegiati all’isola. Da qui infatti l’Isola è raggiungibile a piedi attraversando le acque alte al massimo 50 centimetri che la dividono dalla terra ferma in corrispondenza di Punta di san Teodoro,

Page 88: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

87

questo percorso è stato per secoli attraversato con cavalli e carretti che trasportavano il sale dalle saline dell’isola alla terra ferma. In tempi più recenti il passaggio è stato attraversato anche da mezzi motorizzati come camion e furgoni, oggi le regole che normano la Riserva Naturale hanno interrotto questo traffico dannoso per l’ecosistema marino e l’abbandono quasi totale delle saline hanno fatto dimenticare questa insolita strada. Quest’area rappresenta anche il punto di approdo per chi proviene dal mare aperto, un grande molo in mattoni di tufo mette in contatto il mare con la terra ferma e permette l’accesso a un tratto di spiaggia bianca che gli abitanti locali chiamano “Tahiti”. Oggi questa spiaggia è totalmente priva di manutenzione, ricoperta di depositi di alghe e rifiuti lasciati da visitatori occasionali poco sensibili alla preziosità del luogo e non controllati da nessuna forma di vigilanza e regolamentazione della fruizione. Il progetto per quest’area prevede di partire dalla vocazione naturale che questo luogo riveste di punto di arrivo dei flussi in modo da dargli una strutturazione che lo renda riconoscibile come punto di approdo. Gli edifici che vi si trovano, ben visibili anche dalla terra ferma, sono ciò che rimane di una grande tonnara che ha smesso di funzionare alcune decine di anni fa, quando ha cominciato a scarseggiare la preziosa risorsa locale di tonno pregiato. Gli edifici sono disposti in modo da formare una corte semichiusa, aperta solo sul lato nord e est, questi scorci si trovano in corrispondenza rispettivamente del molo di attracco per le barche e dell’accesso dei pedoni dal mare. Questo assetto permette di indirizzare i flussi in arrivo all’interno della corte, in cui si affacciano funzioni che permettono il ristoro, la sosta e la scelta di quale dei servizi proposti usufruire. All’interno degli edifici, in scarso stato di conservazione ma con possibilità di recupero, troveranno collocazione un punto informativo, un punto di ristoro, il noleggio biciclette e il noleggio delle attrezzature per la fruizione del mare. Questi edifici hanno la caratteristica di essere concreta testimonianza dell’attività che vi si svolgeva all’interno, la pesca del tonno non rappresentava solamente una fonte di lavoro quotidiano per i pescatori ma rappresentava quasi un rituale da seguire con attenzione in tutte le sue fasi, giorno e notte. Le vasche integre e le stanze per le varie fasi della lavorazione del pesce raccontano tutt’oggi questa attività, così che gli edifici possono trasformarsi in museo permanente della cultura tonnara, diventando occasione di conoscenza di un altro aspetto della cultura locale sconosciuto alla maggior parte dei visitatori. Da qui parte il percorso (o si conclude, per chi arriva da sud, dove si trova l’altro punto di approdo) che attraversa l’Isola Lunga in tutta la sua lunghezza, diramandosi di volta in volta nei punti strategici, segnalati dai marcatori del percorso. Contrada Ettore e Infersa – Museo del Sale Quest’area è la più strutturata di tutta la strada litoranea e quella soggetta a maggior fruizione. In questo punto il mulino di confine tra le due saline è stato interamente restaurato e reso funzionante dall’ultimo mastro fabbricante di pale e ingranaggi presente a Marsala, il quale con l’antica tecnica tramandata da generazioni ha ridato nuova vita al mulino. All’interno del mulino le varie stanze sono state adibite a Museo del Sale in cui è possibile conoscere la storia delle saline, i metodi di estrazione del sale e osservare gli antichi strumenti da lavoro. Il museo è il luogo più frequentato dello Stagnone infatti a pochi metri da esso hanno trovato buona

Page 89: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

88

sistemazione un bar e un ristorante in cui è molto ambito dai turisti fermarsi all’imbrunire per vedere il suggestivo tramonto sulle saline sorseggiando un bicchiere di Marsala. Questo luogo così suggestivo e ricco di storia ha però creato un micro sistema autosufficiente. Lo sforzo fatto dal progetto è stato quello di inserirlo all’interno del percorso come uno dei tanti nodi della rete mettendolo in comunicazione con gli alti. Da qui infatti non solo si accede al museo ma è un altro punto di partenza degli “imbarcadero-navetta” il cui funzionamento è stato precedentemente descritto. Questo consente all’area di aprirsi verso gli altri sistemi mettendola direttamente in comunicazione con le isole e la loro offerta. In particolare si vuole creare una sinergia col sistema delle saline dell’Isola Lunga istituendo un sistema di bigliettazione convenzionata che consenta di visitare il Museo del Sale e partecipare alle attività del laboratorio tematico presente sull’Isola, oppure semplicemente prendere l’imbarcadero per l’Isola Lunga e passeggiare tra le saline. Anche in questo punto viene predisposta un’area di parcheggio per le auto strutturata. Contrade Ettore e Infersa – punto informativo Appena a sud della salina Ettore, in corrispondenza di uno dei suoi canali più esterni, si trova il punto di partenza di uno degli imbarcadero turistici. Attualmente le imbarcazioni accompagnano i turisti sull’Isola di Mozia e in un tour panoramico dello Stagnone. Si vuole potenziare questo servizio mettendo a sistema le varie società che si occupano del trasporto turistico in un’unica organizzazione che dispone un servizio di “imbarcadero-navetta” ad orari e che abbia come tappe tutte le isole dello Stagnone. Questo intervento è fondamentale per garantire la fruizione di tutte le isole e alimentare il turismo naturalistico e archeologico, poiché andando ad aumentare le possibilità di trasporto e collegamento pubblico viene aumentata anche l’offerta per i fruitori. In prossimità di quest’area si trova un punto informativo gestito dalla provincia di Trapani, tale luogo verrà ulteriormente valorizzato come punto nodale del percorso. Qui si potranno trovare tutte le informazioni sull’offerta culturale, naturalistica e turistica dello Stagnone e da qui sarà possibile scegliere quale tipo di percorso intraprendere. Insieme all’info-point e alla partenza dell’imbarcadero in questo punto troverà collocazione uno dei noleggi di biciclette convenzionato. Il piazzale davanti all’edificio inoltre verrà strutturato in modo più visibile dalla strada litoranea e attraverso il disegno della piazza e l’attrezzamento diventerà non solo punto di interscambio ma punto di sosta con vista privilegiata sulle saline Ettore e Infersa. Per le auto sono state predisposte delle zone di parcheggio segnalate e ombreggiate, in modo da evitare fenomeni di parcheggio casuale e disordinato lungo le rive o sul bordo strada. Come in questo caso le aree adibite alla sosta sono situate in prossimità dei punti nodali del percorso, nelle zone in cui avviene uno lo scambio da trasporto su gomma a bicicletta (cioè nei pressi dei punti di noleggio biciclette) a trasporto su barca (cioè in prossimità degli approdi dell’imbarcadero turistico) oppure il prossimità di zone di interesse come musei, aree balneari, zone attrezzate per gli sport acquatici. Punta Palermo – strada litoranea

Page 90: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

89

La strada litoranea che da Marsala arriva a Punta di San Teodoro rappresenta un punto di debolezza per la qualificazione della costa ma racchiude molte potenzialità che la rendono, con pochi accorgimenti un potenzialità per la fruizione dell’area. La sede stradale è di dimensione variabile, in media di larghezza 8-9 metri, non sono presenti marciapiedi e la parte asfaltata arriva a ridosso, da un lato delle recinzioni delle abitazioni, dall’altro si confonde malamente con una striscia di sabbia o sterrato che la divide dal mare, in alcuni casi arriva a strapiombo sul mare, con frequenti episodi di erosione tamponati da blocchi di cemento che fanno da barriera. Il progetto prevede la realizzazione di una pista ciclo-pedonale in sede propria accanto alla carreggiata, questo percorso diventa l’occasione per una riqualificazione dell’intera sede stradale con conseguente valorizzazione della passeggiata lungomare, già di per sé suggestiva. La pista ciclo-pedonale è stata progettata in modo da garantire sempre la larghezza minima della carreggiata di 7 metri, per consentire il traffico veicolare su entrambi i sensi, inoltre accanto alla sede stradale, verso l’entroterra è sempre stato ricavato un marciapiede di dimensione minima 1,5 metri, in modo da consentire l’uscita dalle abitazioni in sicurezza e non direttamente sulla carreggiata. Quando la dimensione della sede stradale lo ha permesso la pista ciclabile è stata affiancata ad essa, divisa dalla carreggiata da una muretto di 40 centimetri in tufo, materiale usato per delimitare le coltivazioni di vite. Lo stessa divisione si ripropone sul lato opposto, verso il mare, in modo da impedire l’accesso incontrollato alla riva, dove cresce la vegetazione tipica. L’accesso è invece favorito nei punti in cui sono stati collocati i moli in legno, che accompagnano il visitatore verso il mare senza danneggiare la vegetazione locale. Questi moli sono segnalati riconoscibili dal percorso grazie a delle aperture nel muretto di delimitazione della pista ciclabile, affiancate da un sistema di illuminazione bassa. Le aperture sono di larghezza massima 1,60 metri per impedire l’accesso delle auto. In alcuni casi, dove si sono create delle insenature e degli slarghi sabbiosi di dimensioni abbastanza ampie è lasciato libero accesso alla riva, anche in questo caso supportato da attrezzature minime di supporto alla fruizione come elementi ombreggianti, alberature, sedute, fontana di acqua potabile. Quando la dimensione della strada non lo consente e la strada si interfaccia direttamente col mare senza nessun lembo di terra che faccia da filtro la pista ciclabile è stata creata esternamente ai blocchi di cemento che separano il mare dalla strada e la contengono dai crolli. Questo tratto di pista ha un configurazione simile ai moli per la balneazione: in legno, sospesa su un struttura a pilastrini anch’essi in legno. Anche in questo caso vengono lasciati aperti e segnalati gli accessi ai moli balneari. L’intera strada litoranea è illuminata da pali di altezza circa 8 metri, il progetto prevede la sostituzione di tali elementi con altri a led a ridotto consumo energetico alimentati dall’energia proveniente dai mulini. Dove questa energia non risulta essere più sufficiente i pali hanno un sistema integrato di micro eolico e solar e fotovoltaico per l’autoalimentazione. Isola Lunga – Museo naturalistico

Page 91: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

90

Nel cuore dell’Isola Lunga, all’altezza della salina Scorsone un sentiero sterrato devia dal percorso principale verso est, attraversa alcune centinaia di metri di bassi cespugli e arbusti e arriva ai piedi delle vasche. Qui un edificio in discreto stato di conservazione si affaccia sull’acqua. L’edifico era una casa per i proprietari della salina con stanze e spazi adibiti a rimessaggio delle attrezzature. La posizione centrale e la vicinanza a una distesa di vegetazione incolta lo rende il luogo privilegiato per istituire la sede della Riserva Naturale e un museo naturalistico. All’interno della Riserva Naturale dello Stagnone non esiste una sede per il controllo e la gestione della stessa, affidata agli uffici della Provincia, dislocati in centro a Trapani. L’istituzione di questo servizio rappresenta una occasione per dare nuova visibilità al sistema naturalistico, maggiormente potenziato dalla organizzazione di visite guidate e attività di ricerca che trovano punto di partenza in corrispondenza di questo luogo. All’interno dell’edificio è inoltre possibile dare vita a un museo naturalistico, a scopo didattico e divulgativo. Al centro della salina Straboria si trova un mulino la cui struttura appare in avanzato stato di abbandono, accanto ad esso altri tre edifici, un tempo a supporto dell’attività di raccolta del sale, si trovano nelle stesse condizioni. Questo piccolo agglomerato di edifici rispecchia la tipica configurazione del mulino: un tronco di cono centrale, un tempo sormontato dalle pale americane in cui rimane visibile oggi solamente la struttura metallica di supporto; una stanza sottostante più larga per gli ingranaggi e le macine per la molitura del sale, collegata ai piani superiori del mulino dalla tipica scala “alla trapanese” in blocchi di pietra autoportante; altre camere accanto per le gli attrezzi e la riserva di acqua dolce; una grande stanza dalla tipica struttura ad archi a sesto acuto per il rimessaggio degli schifazzi, la barca a vela e fondo piatto per il trasporto del sale. Il restauro di tale struttura consentirebbe di rendere visitabile l’edificio, che già di per sé si fa museo di sé stesso, e di inserire all’interno attività legate al museo naturalistico come laboratori didattici con tema “Flora e fauna dello Stagnone” oltre che un centro per studi scientifici sull’ecosistema delle Saline e dell’Isola. Sull’Isola Lunga si trovano numerosi mulini che per posizione e dimensione si prestano ad ospitare attività di tipo laboratoriale, ne sono stato individuati quattro, che affrontano le seguenti tematiche: Flora a fauna, Piscicoltura, Energia, Sale e saline. La messa in funzione di questi laboratori e delle attività museali fa dell’Isola Lunga un centro di studi e divulgazione del sistema naturalistico. Isola Schola Sull’isola di Schola si trovano tre edifici in stato di degrado molto avanzato ma la cui rifunzionalizzazione rappresenta una grande ricchezza per la rivitalizzazione dell’isola e per dare un nuovo impulso ad una delle caratteristiche peculiari della laguna dello Stagnone: l’essere sito di numerosi ritrovamenti archeologici. L’isola di Mozia è molto conosciuta come sede del Museo archeologico Whitaker e di numerosi scavi archeologici ancora aperti e visitabili, non è invece conosciuta la ricchezza di reperti che dimorano al di sotto del fitto strato di Posidonia dei fondali dello Stagnone. Il progetto prevede di avviare delle campagne di ricerca archeologica subacquea nella modalità di campi scuola per ragazzi o attività tematiche per adulti. Questa attività trova la sua sede negli edifici dell’Isola di Schola, sufficientemente grandi per ospitare alcune stanze per piccoli gruppi di ragazzi e alcune sale per attività di tipo laboratoriale e deposito delle attrezzature necessarie. L’individuare Schola come sede per questo tipo di attività serve a dare nuova visibilità al sistema dell’archeologia dello Stagnone, questo consente di mettere in sinergia tutte le risorse presenti sul territorio in

Page 92: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

91

questo ambito organizzando relazioni e scambi con gli altri punti focali del sistema. Per esempio creando un sistema di biglietti convenzionati per la visita di tutti i siti e musei archeologici presenti sul territorio marsalese. Questa cooperazione è fondamentale per dare maggiore visibilità al sistema e per mettere in relazione lo Stagnone con il suo contesto di appartenenza, la città di Marsala. Isola Lunga – approdo Poco più a sud dal centro dell’Isola lunga, verso la laguna dello Stagnone, si trova un molo in blocchi di tufo ormai semi distrutto. Il molo si trova di fronte all’Isola di Schola e si trova nella posizione migliore per poter diventare l’approdo per i visitatori provenienti dalla costa o dalle altre isola. Mediante il servizio di “imbarcadero-navetta” si può così comodamente raggiungere e visitare l’isola. Il progetto prevede la risistemazione e la messa in sicurezza del molo e un sistema di bassi muretti in tufo e tratti di pavimentazione che introducono all’interno del bosco alle spalle dello sbarco. A poche decine di metri si raggiunge una abitazione abbandonata che dovrà essere restaurata e adibita a punto informativo e noleggio biciclette, per accogliere il visitatore a introdurli alla visita dell’Isola. Isola Lunga – ristorante e alloggi Il punto attrezzato più a sud dell’Isola Lunga si trova nei pressi della salina Fra Giovanni, qui una grande casa salinara è stata di recente restaurata e adibita a ristorante. Attualmente l’attività è ferma poiché non esiste fruizione dell’Isola ma nell’ottica di renderla visitabile e di strutturare un sistema di visite compatibile con la Riserva questo diventa uno dei punti di sosta e ristoro più strutturati dell’Isola. All’interno dell’edificio si vuole poi ricavare il noleggio biciclette convenzionato con quello a nord dell’Isola nell’ottica di una possibilità di visita circolare tra terra e Isola. All’interno della ex casa salinara vengono ricavate delle stanze per un numero limitato di fruitori. Nell’ottica di rendere questo punto un luogo di soggiorno per un turismo qualificato anche lo spazio esterno viene riqualificato mediante l’inserimento di attrezzature a supporto della fruizione quali sedute, strutture leggere ombreggianti, alberature, aree di sosta. Nelle vicinanze, all’interno della salina Fra Giovanni un altro mulino viene restaurato e adibito a laboratorio per attività che hanno per tema l’energia proveniente dal vento: un percorso di sensibilizzazione all’utilizzo dell’energia nei secoli, un tempo per far funzionare i mulini e oggi per convertire questa energia meccanica in energia elettrica pulita, come contributo alla qualificazione dell’area resa energeticamente sostenibile. 4.5 Energia e marcatore del percorso Una delle strategie di gestione sostenibile dello Stagnone individuate è quella di rendere autosufficiente energeticamente il sistema dei servizi e della fruizione. Come si è visto il problema dei danni all’ambiente provocati dalle emissioni dei sistemi di produzione dell’energia hanno ripercussioni sia alla scala globale sia alla scala locale. Si vuole partire dalla progettazione di un sistema energetico non inquinante alla scala locale

Page 93: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

92

dello Stagnone, come contributo alla emissione globale di sostanze climalteranti ma soprattutto come contributo alla salvaguardia dell’ecosistema locale e alla valorizzazione del luogo. La strategia individuata per perseguire questo obiettivo è quella di sfruttare le risorse locali, in termini di fonti rinnovabili per la produzione di energia e di utilizzo di manufatti esistenti. La conoscenza del territorio e dell’utilizzo delle sue risorse che ne è stato fatto nei secoli ha permesso di leggere nei mulini l’insegnamento di come la risorsa vento sia stata sfruttata per l’aiuto del lavoro dell’uomo, senza costruire elementi che costituissero uno sfregio al paesaggio e che anzi oggi sono diventati segno di riconoscimento territoriale. In quanto unica verticalità in questo paesaggio orizzontale di mare e terra si è ritenuto di non dover aggiungere ulteriori segni verticali al paesaggio e si è scelto di rimettere di nuovo in funzione i mulini per tornare a farli produrre energia. Il loro ritorno al funzionamento diventa occasione per un restauro che rimetta in luce il loro valore di testimonianza culturale e in più inserisce il valore aggiunto di renderli al servizio del soddisfacimento del fabbisogno energetico dello Stagnone. Attraverso numerosi sopralluoghi e ricerche bibliografiche è stata verificata la possibilità di restaurare i mulini sia delle saline sul’Isola Lunga e sulla costa (Salina San Teodoro e Salina Infersa), è inoltre stata verificata la possibilità di inserire i meccanismi necessari per convertire l’energia meccanica dei mulini in energia elettrica. Tale inserimento non risulta invasivo e dannoso per la materia costituente il mulino. I meccanismi necessari infatti si limitano al raddrizzatore, l’inverter per l’immissione in rete e il quadro interfaccia. Questi meccanismi sono inseribili in una scatola a forma di parallelepipedo dalle dimensioni massime di 120 x 80 x 80 centimetri. Le verifiche necessarie sono state fatte con la collaborazione dell’ing. Antonino Culcasi, direttore tecnico commerciale della ditta Layer Electronics s.r.l. di Trapani, produttrice di meccanismi e pale per il micro eolico71. Dati bibliografici72 e testimonianze dirette dei proprietari delle saline individuano in 120 cv (pari circa a 87 KW) la potenza generata da un mulino olandese e 25 cv (pari a circa 20 KW) di un mulino americano. Se si fa però un calcolo utilizzando il diametro delle pale, calcolo che viene fatto per le moderne pale eoliche, risulta che un mulino olandese (il cui diametro delle pale è 9 metri, per una superficie velata di circa 60 metri quadrati) è in grado di produrre 10 KW di potenza73.

71 La ditta si trova a Pizzolungo, in provincia di Trapani. L’ing. Culcasi si è occupati di un progetto, che però non ha mai trovato realizzazione, di rendere autosufficiente l’Isola di Mozia mediante l’utilizzo del micro eolico. È stata fatta una visita alla sede dell’azienda durante il periodo di sopralluogo a Marsala. 72 I dati sono stati estrapolati da G.Bufalino, Saline di Sicilia, Sellerio Editore, Palermo, 1988 e R. Vento a cura di, L’industria del sale marino in Sicilia. Antiche strutture e futuri sviluppi, associazione Nazionale Ludi di Enea, Trapani, 1997 73 I dati sono stati presi dalle tabelle di calcolo per la costruzione di pale eoliche, elaborati della ditta Layer Electronics s.r.l.

Page 94: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

93

Per effettuare un calcolo indicativo dell’energia prodotta sono stati presi i dati più svantaggiosi e assunto come media del vento 10 m/s (media annuale della velocità del vento). Se un mulino olandese ha una potenza di 10 KW, in termini energetici si ha una produzione di 240 KWh giornalieri, che corrispondono a 87.600 KWh/anno. Non tutti i mulini però vengono riconvertiti a produttori di energia poiché si vuole arrivare ad un sistema di tipo “infra-free”. Questo significa che l’energia prodotta dal mulino deve essere consumata in situ o nelle immediate vicinanze, per evitare di inserire infrastrutture per il trasporto e lo stoccaggio dell’energia. L’insediamento di tali strutture comporterebbe pesanti lavori di scavo e interramento di cavi sull’Isola Lunga, sotto il fondale marino e tra le vasche delle saline, con importanti conseguenze sulla funzionalità delle saline e sull’equilibrio dell’ecosistema. Con questa strategia si riduce al minimo l’impatto sull’ambiente e i mulini attrezzati con le tecnologie necessarie per la trasformazione in energia elettrica sono solo dieci (2 nella Salina San Teodoro, 1 nella Salina Curto, 2 nella Salina Ettore, 2 nella Salina Infersa, 1 nella Salina Straboria; 1 nella Salina San Vincenzo, 1 nella Salina Fra Giovanni) cioè quelli situati in prossimità di funzioni che necessitano energia: Punta di San Teodoro, Punta di Tramontana, Museo del Sale, Museo Naturalistico, ristorante, punto informativo . I mulini delle saline San Teodoro, Ettore e Infersa possono essere collegati alla rete pubblica, in modo da ricoprire il fabbisogno dell’illuminazione stradale litoranea. Per ottimizzare la produzione di energia ed evitare sprechi le attuali lampade dell’illuminazione stradale vengono sostituite con lampade a led in grado di ridurre del 75% la richiesta energetica. Dove il fabbisogno non fosse più coperto dalla produzione dei mulini si interviene con strategie dal minimo impatto come ad esempio pali della luce autoalimentati da micro eolico o solare fotovoltaico integrato. Lungo tutto il percorso è stato posto un oggetto produttore di energia. Questo elemento ricopre la funzione di marcatore del percorso e della fruizione, esso ha lo scopo di segnare le tappe del percorse e di diventare una piccola zona di ristoro e informazione, oltre che ricoprire un ruolo di tipo didattico. La sua funzione in questo caso è quella di far percepire la risorsa vento come qualcosa di caratterizzante dello Stagnone e dalle grandi potenzialità, oltre che essere elemento di suggestione per la percezione del paesaggio. La forma di questo oggetto nasce dalla consapevolezza del ruolo fondamentale che ricoprono i mulini come marcatori verticali del territorio, viene quindi presa la forma trapezzoidale della vela come concetto di partenza per ideare un marcatore del percorso, elemento che segna il territorio questa volta in modo orizzontale. La forma della vela viene posta come segno nei punti strategici, lì si inserisce e si piega due volte: la prima volta per poter accogliere i pannelli informativi, le sedute e il porta biciclette; la seconda per creare un elemento orizzontale dalla funzione di frangisole, per garantire un riparo dal sole ai passanti.

Page 95: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

94

La struttura viene poi forata in alcuni punti e all’interno vengono inserite delle piccole ventole che si muovono col vento. Il passante si ferma a guardare queste ventole, sente il rumore del vento che le attraversa, le tocca e le fa fermare e ripartire creando un interazione con il vento e gli effetti che produce. Nella parte più alta della struttura viene infine inserita una micro pala eolica, dal diametro di 80 centimetri, necessari per coprire il fabbisogno di energia per l’illuminazione delle aree in cui il marcatore viene collocato e per fare da caricabatterie per le biciclette che su di esso vengono collocate (fanale delle biciclette o bicicletta elettrica). Il marcatore vien realizzato in lastre di alluminio “Shate” ad alto spessore, di lega 50 83 (4,5% magnesio) utilizzate per il settore navale e quindi adatte ad essere collocate in ambiente marino. Le lastre hanno uno spessore di 6 millimetri e dimensioni standard di 2 x 6 metri. È quindi necessario realizzare l’oggetto con tre lastre tagliate al laser, pressopiegate e in seguito collegate mediante rivettatura. La struttura vien poi agganciata a un basamento in cemento nel terreno e in un secondo momento vengono agganciate le sedute, i pannelli informativi e il portabiciclette. All’intero dei fori, fatti in precedenza, nel momento del taglio laser, vengono inserite le piccole ventole. Il microeolico viene montato alla fine, i componenti presenti sul mercato hanno un peso massimo di 8-10 chilogrammi, misura largamente supportata dalla struttura in alluminio di tale spessore. Il diametro della matassa di cavi necessari al funzionamento dell’elemento è di massimo 10 centimetri, così che la si può facilmente inserire in un elemento estruso applicato lungo tutto il bordo esterno della struttura, tale elemento aggiunto ha poi la capacità di fare da irrigidimento all’intera struttura74.

74 La verifica della funzionalità e della realizzabilità dell’oggetto è stata fatta con la collaborazione del dott. Martinelli, Project Leader dell’azienda Novelis Europe. Il progetto esecutivo è stato realizzato utilizzando tecnologie Novelis.

Page 96: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

95

Conclusioni Questa sperimentazione progettuale nell’ambito del Piano Strategico sarà portata ai tavoli dei Laboratori tematici in cui, assieme agli attori locali e al gruppo di lavoro verranno operate le opportune modifiche per farlo diventare uno dei progetti pilota del Piano Strategico. In particolare il progetto si inserisce nell’ambito di approfondimento della riqualificazione del waterfront marsalese. Questo consente anche a quest’area, fuori dal centro di Marsala, di ricostruire il proprio rapporto col mare e le sue risorse e fa si che essa diventi uno degli elementi che concorreranno allo sviluppo futuro di Marsala città-territorio. L’obiettivo di questo progetto di tesi è stato quello di costruire un quadro di strategie e applicazioni progettuali per mettere in sinergia le ricchezze dello Stagnone di Marsala e per avviare una serie di azioni per valorizzare e rendere fruibili le sue risorse, nel rispetto della tutela del patrimonio paesaggistico della Riserva Naturale. La tesi ha delineato una metodologia di analisi e progettazione adatta al territorio marsalese ma tali strategie si prestano ad essere replicate in contesti differenti, estese ai privati e trasferite verso l’entroterra. Naturalmente ciò che può essere riproposto è il metodo di gestione e di progettazione, non i risultati, i quali sono strettamente legati ai valori identitari del luogo. La richiesta di individuare una metodologia di gestione sostenibile, in particolare del sistema energetico, è uno degli obiettivi del progetto di concorso “Sole vento e mare. Energie rinnovabili e paesaggio” a cui questa tesi partecipa. Il progetto per lo Stagnone mostra come sia necessario partire da una analisi di tipo multidisciplinare e pluriscalare che tenga conto delle esigenze di tutti gli attori locali per arrivare a un progetto condiviso e coordinato di gestione dello sviluppo futuro di un luogo. Senza dimenticare l’integrazione con il contesto di riferimento alla scala territoriale. Sono state delineate delle linee guida, poi tradotte in strategie specifiche per l’area di interesse, ma tali linee guida rispondono a degli obiettivi di sostenibilità ambientale, energetica e sociale applicabili a qualsiasi altro contesto in cui si trovano risorse appartenenti a diversi ambiti tematici. Anche dal progetto del marcatore, realizzato per questo specifico paesaggio, è estrapolabile una metodologia ripetibile: le basi per la realizzazione di un elemento da inserire nel paesaggio devono provenire direttamente dalle peculiarità del luogo, sia per quanto riguarda le risorse cui di esso usufruisce sia per quanto riguarda le suggestioni che esso evoca.

Page 97: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

96

Bibliografia

LIBRI:

AA.VV. Progetto e tecnologie per la valorizzazione di beni culturali. Quaderni del dottorato PTVBC n.1 2011, Maggioli Editore,

Santarcangelo di Romagna, 2011

M. Augé, Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità, ed. Elèuthera, Milano, 2009

A. Battistella, Trasformare il paesaggio: energia eolica e nuova estetica del territorio, Milano, ed. Ambiente, 2010

R. Bolici A. Poltronieri, R. Riva a cura di, Paesaggio e sistemi eco museali. Proposte per un turismo responsabile, Maggioli Editore,

Santarcangelo di Romagna, 2009

G. Bufalino, Saline di Sicilia, Sellerio Editore, Palermo, 1988

G. Casoni, D. fanzini, R. Trocchianesi a cura di, Progetti per lo sviluppo del territorio. Marketing strategico dell’Oltrepò mantovano,

Maggioli Editore, Santarcanagelo di Romagna, 2008

C.M. Caminiti, Politiche e misure nazionali sui cambiamenti climatici, ENEA, Roma, 2011

A. Clementi, Interpretazioni di paesaggio, Meltemi Editore, Roma, 2004

S. Dierna F. Orlandi, Ecoefficienza per la città diffusa, linee-guida per il recupero energetico e ambientale degli insediamenti

informali nella periferia romana, Firenze, Alinea, 2009

Enea, Le fonti rinnovabili 2010 : ricerca e innovazione per un futuro low-carbon, Roma, Enea, 2010

Energy Menagement d’Area, azioni partecipate per una domanda energetica sostenibile. Prime azioni per la sostenibilità energetica,

Provincia di Mantova

M. Gambaro a cura di, Paesaggio e sistemi territoriali, Strategie per la valorizzazione della fascia contigua al Parco naturale della

Valle del Ticino piemontese, Milano, Maggioli Editore, 2009

A. Giachetta, A. Magliocco, Progettazione sostenibile. Dalla pianificazione territoriale all’ecodsign, Carocci editore, Roma, 2007

Marsala Lilybaeum,Marsa Allah, La Medusa Itinera Lab, 2010

M. Losasso, Riqualificare i litorali urbani, Progetti e tecnologie per interventi sostenibili sulla fascia costiera di Napoli, Clean edizioni,

Napoli, 2006

A. Magnaghi, Il progetto locale, Bollati Boringhieri,Torino, 2000

E. Mussinelli a cura di, Il Piano Strategici di Novara, Maggioli Editore, Santarcangelo di Romagna, 2008

E. Mussinelli, F. Schiaffonati, Il tema dell’acqua nella progettazione ambientale, Maggioli ed., 2008

A. Oppio, A. tartaglia a cura di, Governo del territorio e strategie di valorizzazione dei beni culturali, Clup, Milano, 2006

R. Raiteri a cura di, Trasformazioni dell’ambiente costruito. La diffusione della sostenibilità, Gangemi Editore, Roma, 2001

R. Riva, Il meta progetto dell’ecomuseo, Maggioli Editore, Santarcangelo di Romagna, 2008

F. Schiaffonati, A. Majocchi, E. Mussinelli a cura di, Il Piano d’area della Valle Naturale del Ticino piemontese, Clup, Milano, 2006

F. Schiaffonati, M. Mussinelli, R. Bolici, A. Poltronieri, Marketing territoriale. Piano, azioni e progetti nel contesto mantovano, Clup,

Milano, 2005

F. Schiaffonati, M. Mussinelli, R. Bolici, A. Poltronieri, Paesaggio e beni culturali.progetto di valorizzazione dell’area morenica

mantovana, maggioli editore, Santarcangelo di Romagna, 2009

Page 98: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

97

A. Stocchi, V.Viganò: Etica brutalista, Torino, 1999

R. Vento a cura di, L’industria del sale marino in Sicilia. Antiche strutture e futuri sviluppi, Associazione Nazionale Ludi di Enea,

Trapani, 1997

M. Venturi Ferriolo, Etiche del paesaggio il progetto del mondo umano, Roma, Editori Riuniti, 2002

M. Venturi Ferriolo, P. Capone, Paesaggi, percorsi tra mito natura e storia, Milano, ed. Guerini Studio, 1999

V.Viganò, A come Architettura, Milano, Electa, 1992

E. Zanchini a cura di, Smisurati giganti? la modernità dell'eolico nel paesaggio italiano, fotografie di Pablo Balbontin e Luca Marinelli,

Firenze, Alinea, 2010

RIVISTE:

M.Cucinella, “L'eco-energia vale pure un paesaggio”,in Il Venerdì di Repubblica, 8 aprile 2011

A. Giddens, “Si può fare? No si deve. Per salvarci”, in Il Venerdì di Repubblica, 8 aprile 2011

E. Zanchini, “Il futuro secondo Legambiente”, in Architettura del Paesaggio, n. 18, 2008

“Sistemazione del lungolago di Salò”, in Domus n.726, 1991

G. Melandri, relazione introduttiva del ministro per i Beni e le Attività Culturali Giovanna Melandri alla “Prima conferenza nazionale

sul paesaggio”, in Architettura del Paesaggio n.3, 1999

L. Scazzosi, “Convenzione Europea”, in Architettura del Paesaggio n.7, 2001

D. Moderini, “Paesaggi del vento”, in Architettura del Paesaggio n.14, 2006

P. Villa, “Activ-Park. Parco a energia zero”, in Architettura del Paesaggio n.18, 2008

G. Campioni, “L’eolico tra ideologia e innovazione” in Architettura del Paesaggio n.18, 2008

E. Zanchini, “Il futuro secondo Legambiente”, in Architettura del Paesaggio n.18, 2008

A. Calcagno Maniglio, “Paesaggio: cos’è che lo rende speciale”, in Architettura del Paesaggio n.20, 2008

SITOGRAFIA:

www.albufera.com

www.artasicilia.eu

http://bca.regione.sicilia.it/ptpr

www.beachmed.it

www.campagnaseeitalia.it

http://ec.europa.eu/clima

http://ec.europa.eu/environment

www.enea.it

www.enel.it

http://ephemerartsconnection.wordpress.com/

www.greenpeace.it

www.gse.it

http://iostudio.pubblica.istruzione.it

Page 99: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO: PROGETTI … · In parallelo a questo l’esperienza avviata dalla città di Marsala nel 2010, volta alla definizione del Piano Strategico1,

98

www.italianostra.org

www.landartgenerator.org

www.legambiente.it

www.lanuovaecologia.it

www.lifeduna.com

www.marevivo.it

www.minambiente.it

www.panda.org

www.pianostrategicomarsala.net

www.ramsar.org

pir.regione.sicilia.it

www.salemarinoartigianale.it

www.salemarinoditrapani.it

www.sosalt.it

www.starduststudio.com

http://unfccc.int/

www.un.org/esa/dsd/agenda21

www.wwf.it