Turismo Sostenibile, una priorità improrogabile · è un po’ trasformare la cità in una...

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monianza della necessità improrogabile di ripensare il setore nella sua interezza, in un’oca di sostenibilità. Perché di cer- to, al di fuori di casi eccezionali, non si può pensare di rallentare la marcia dei turis che si muovono per il mondo (ol- tre 1,3 milioni nel 2017 e 1,8 milioni pre- vis per il 2030), né si può pensare di ri- nunciare ai vantaggi economici di questo mercato globale. La scelta drasca del presidente filippino, infa, ha provocato un vero scompiglio tra la popolazione, che vive del turismo che ha rivoluzionato l’isola, nel bene e nel male. Ma la situa- zione era diventata davvero insostenibile e le responsabilità, pubbliche e private, dovevano necessariamente essere af- frontate per evitare (forse) il collasso. Stessa sorte è toccata alla spiaggia thai- landese di Maya Bay su Phi Phi Island, C’ era una volta l’isola più bella del mondo, Boracay. Era un’isoleta delle Filippine, premiata nel 2012 con il tolo di regina di bellezza dalla rivista Travel + Leisure per il suo mare cristallino, le sue spiagge bianche e incontaminate, le montagne e le scoglie- re calcaree. Ma sono basta un pugno di anni e qualche milione di turis per tra- sformare questo paradiso in un “pozzo nero”, come l’ha definita il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte, prima di decretarne la chiusura per sei mesi, lo scorso aprile, proprio a causa dell’inqui- namento e dei rifiu che la stanno soffo- cando. E così questa desnazione idillia- ca e ambita si è trasformata, complici gravi carenze infrastruturali e “culturali”, nell’emblema dell’impato negavo del turismo sull’ambiente, drammaca tes- 5-6 2018 mastermeeting.it 94 La spinta green al viaggio continua e apre nuovi scenari con potenzialità turistiche ancora da sviluppare di Barbara Ainis Turismo Sostenibile, una priorità improrogabile L’87% dei turis internazionali è interessato all’ecoturismo. Il 39% traduce sempre o spesso questo interesse nella praca di viaggio

Transcript of Turismo Sostenibile, una priorità improrogabile · è un po’ trasformare la cità in una...

monianza della necessità improrogabiledi ripensare il settore nella sua interezza,in un’ottica di sostenibilità. Perché di cer-to, al di fuori di casi eccezionali, non sipuò pensare di rallentare la marcia deituristi che si muovono per il mondo (ol-tre 1,3 milioni nel 2017 e 1,8 milioni pre-visti per il 2030), né si può pensare di ri-nunciare ai vantaggi economici di questomercato globale. La scelta drastica delpresidente filippino, infatti, ha provocatoun vero scompiglio tra la popolazione,che vive del turismo che ha rivoluzionatol’isola, nel bene e nel male. Ma la situa-zione era diventata davvero insostenibilee le responsabilità, pubbliche e private,dovevano necessariamente essere af-frontate per evitare (forse) il collasso.Stessa sorte è toccata alla spiaggia thai-landese di Maya Bay su Phi Phi Island,

C’ era una volta l’isola più bella delmondo, Boracay. Era un’isolettadelle Filippine, premiata nel

2012 con il titolo di regina di bellezzadalla rivista Travel + Leisure per il suomare cristallino, le sue spiagge bianche eincontaminate, le montagne e le scoglie-re calcaree. Ma sono bastati un pugno dianni e qualche milione di turisti per tra-sformare questo paradiso in un “pozzonero”, come l’ha definita il presidentedelle Filippine Rodrigo Duterte, prima didecretarne la chiusura per sei mesi, loscorso aprile, proprio a causa dell’inqui-namento e dei rifiuti che la stanno soffo-cando. E così questa destinazione idillia-ca e ambita si è trasformata, complicigravi carenze infrastrutturali e “culturali”,nell’emblema dell’impatto negativo delturismo sull’ambiente, drammatica testi-

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La spinta green al viaggio continua e apre nuovi scenari conpotenzialità turistiche ancora da sviluppare di Barbara Ainis

Turismo Sostenibile,una priorità improrogabile

L’87% dei turistiinternazionali è

interessatoall’ecoturismo.

Il 39% traduce sempreo spesso questo

interesse nella praticadi viaggio

resa nota dal film The Beach, con Leo-nardo di Caprio, e chiusa per inquina-mento, anche lei, a febbraio, dopo cheper anni il passaggio di 5mila turisti gior-nalieri ne ha compromesso alghe e coral-li, disseminando rifiuti in mare e sullasabbia. Sono solo due degli esempi piùeclatanti e recenti. Sono, si spera, un gri-do che non può essere più ignorato.

Da trend di nicchiaa necessità assolutaFino a qualche anno fa quella del turismosostenibile era una tendenza che coin-volgeva pochi operatori virtuosi e ancorapochi turisti illuminati. Per viaggiare inmodo sostenibile era necessario, non so-lo spendere un po’ di più, ma anche limi-tare notevolmente le proprie scelte. Og-gi, sempre di più e sempre più spesso, ilpanorama sta cambiando. Il recente Su-stainable Travel Report di booking.comha rivelato che la spinta green al viaggiocoinvolge ben l’87% degli intervistati (ri-cerca internazionale). Si parla in questo

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caso di interesse alle tematiche del viag-gio sostenibile, che si traduce nella prati-ca virtuosa sempre o spesso solo per il39%, contro un 48% che vorrebbe farescelte di viaggio più ecologiche e respon-sabili, ma che, ancora, non lo ha fatto olo ha fatto molto di rado. Comunque ildato rileva un livello di coscienza e at-tenzione decisamente importante, chedà la misura del cambiamento culturalein atto e delle potenzialità di sviluppo neiprossimi anni. Il primo elemento associa-to al turismo sostenibile, dal 46% degliintervistati nell’indagine di booking.com,è l’eco-hotel: una struttura in grado di ri-durre il più possibile il proprio impattosull’ambiente (per il 40%) e di favorire ilcontatto autentico tra il turista, la naturae la realtà locale (per il 36%). E, proprio lavoglia di soggiornare in un hotel ecoso-stenibile sta orientando le scelte per il2018 del 68% degli intervistati dal reportdi booking.com, tendenza in crescita ri-spetto al 2017 (65%) e al 2016 (62%).Il turismo sostenibile è fatto di aspirazio-

Borghi a misura d’uomoIl turismo nei borghi italiani è in ottima salute e rappresentauna scelta di viaggio decisamente sostenibile, perché evita lacongestione delle destinazioni di massa, valorizza i territoriminori e consente al visitatore di entrare in contatto con lerealtà locali: secondo i dati provvisori diffusi dall’Istat, nel2017 si sono registrate 24 milioni di presenze turistiche inpiù nei piccoli centri storici rispetto all’anno precedente. Nei279 piccoli comuni presi in esame (pari al 4.3% del territorionazionale, con 1 milione e 100 mila abitanti) è aumentata dipari passo anche l’offerta ricettiva, con 191 mila posti letto in7330 esercizi ricettivi; il turismo nei borghi è soprattutto unturismo nazionale più che internazionale, con una permanen-za media di 3.8 giorni.

Eco-hotel, artigianatoe gastronomia locale,contatti diretti con lagente del posto. Sono lescelte percepite comefondamentali per unavacanza sostenibile.Credits: ©Barbara Ainis

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ni ed ispirazioni. Così il sondaggio è an-dato a indagare la fonte di tali aspirazioni(con risposte multiple): per il 60% sono ipanorami naturali visti in un viaggio pre-cedente, mentre per il 54% a spingere

verso una scelta sostenibile è propriol’osservare quale grave impatto negativopossa avere il turismo sull’ambiente esulle destinazioni. Ancora per il 47% è diispirazione, invece, la scoperta degli ef-fetti positivi che modelli virtuosi di turi-smo possono avere sulle popolazioni lo-cali, o quella, per il 42%, degli effetti ne-gativi riscontrati a casa propria, ossia nelproprio Paese d’origine. Non manca unacerta dose di senso di colpa, che stasmuovendo le coscienze del 32% degliintervistati.

Eco-barriere da superareI freni allo sviluppo del turismo sosteni-bile, dunque, sono sempre meno cultura-li, ma restano aspetti pratici a rallentarela spinta virtuosa di chi non vuole pesareeccessivamente sull’ambiente durante ipropri viaggi. Per il 42% dei casi, ancorasecondo booking.com sono i costi ag-giuntivi a rappresentare un ostacolo,mentre il 32% lamenta una mancanza di

CicloturismoUna delle forme più complete di tu-rismo ecosostenibile è il turismo inbicicletta. Con lentezza e ritardo ri-spetto ad altre nazioni (Germania inprimis), anche in Italia questa nic-chia, sempre meno nicchia e semprepiù apprezzata dal pubblico naziona-le e internazionale, si sta sviluppan-do insieme alle infrastrutture e aiservizi dedicati. La bici è per antono-masia un mezzo ecologico, che noncomporta praticamente nessun im-patto sul territorio anche in terminidi congestione e infrastrutture; il ci-cloturismo è una declinazione delloslow tourism, che permette di ap-prezzare i territori, valorizzandone leattrazioni ambientali e culturali an-che “minori” e fuori dai percorsi piùnoti; la stessa predisposizione dipercorsi ciclabili consente il recupe-ro e la valorizzazione dei territori,senza rappresentare in alcun modoun rischio ambientale.

Il 47% dei viaggiatoriitaliani pratica attivitàsportive all’aria aperta

come equitazione,ciclismo, canottaggioo passeggiate a piedi.

Credits: ©Barbara Ainis

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informazioni e certificazioni per orienta-re le proprie scelte (il 40% vorrebbe por-tali che offrono filtri di ricerca appositi eil 32% gradirebbe standard qualitativi in-ternazionali per le offerte green). Altradifficoltà è costituita dal poco tempo adisposizione, visto che il 22% degli inter-vistati ritiene che i viaggi ecosostenibilirichiedano una permanenza più lunga, oancora il 22% sostiene che optare per unviaggio green voglia dire rinunciare a li-velli di lusso a cui si è abituati.A fronte di questi ostacoli ci sono ele-menti che favoriscono il piacere e la con-divisione di una scelta sostenibile. Innan-zi tutto, è stata segnalata dal 53% delcampione del report di booking.com lapossibilità di acquistare prodotti di arti-gianato locale, anziché souvenir anonimie industriali. Grande attenzione si dà an-che alla disponibilità di mezzi pubblici ef-ficienti (52%) e di ristoranti che propon-gano l’uso di ingredienti locali (41%). Ariprova della maturità del turista sosteni-

bile, le sue scelte si orientano nel 40%dei casi verso attrazioni meno note e fre-quentate, e verso strutture green e certi-ficate, per il 30% degli intervistati.

La situazione in ItaliaUna ricerca dello scorso anno, promossada Conlegno e condotta su un campionedi 1.200 persone tra i 18 e i 65 anni, hamesso in evidenza come l’attenzione ver-so il turismo sostenibile sia in piena cre-scita anche nel nostro Paese. È addirittu-ra raddoppiata la propensione verso iviaggi green, che ora coinvolge il 48%degli italiani, giovani in particolare (58%)e residenti a Milano (57%) e a Roma(52%). Anche per i nostri connazionali lemotivazioni che spingono a preferire va-canze ecosostenibili sono, innanzitutto,una maggiore consapevolezza del pro-

Italian OvertourismIl clamore suscitato dalla chiusura dell’isola di Boracay al turi-smo fa tornare al centro dell’attenzione la questione del co-siddetto Overtourism. Ma anche in Italia ci sono località chesoffrono l’assedio di massa di turisti mordi e fuggi. L’esempiopiù eclatante è senz’altro quello di Venezia. «Il numero cre-scente di turisti sta, in effetti, compromettendo seriamente laqualità della vita dei veneziani, soprattutto perché si tratta diun turismo di bassa qualità, culturale prima che di potered’acquisto», ci ha spiegato Cecile Rousset, CEO e founder diVivo Venetia, un portale multilingue per la promozione di unmodi diversi, più autentici e sostenibili di scoprire Venezia.«Soluzioni di breve termine non ci sono: fare numero chiusoè un po’ trasformare la città in una Disneyland; chiudere alcu-ni luoghi è poco praticabile. E d’altra parte non si deve nep-pure cadere nella trappola di un eccesso di preconcetti e dif-fidenza rispetto al turista. Quello che noi stiamo provando afare è di promuovere un turismo di qualità, suggerendo altreattività e altri luoghi della città e del Veneto, per portare lagente fuori dai percorsi di massa e valorizzare le realtà piùautentiche del centro storico, delle isole e della terraferma».Anche le Cinque Terre, benché in misura minore, vivono ledifficoltà di un piccolo territorio dall’equilibrio prezioso eprecario, preso d’assalto da un turismo spesso poco rispetto-so e poco preparato culturalmente, che non porta beneficialla popolazione. «Vogliamo trasformare l’Overtourism dafattore negativo a fattore positivo, ma per farlo è fondamen-tale l’educazione del turista al territorio, è fondamentale farconoscere al viaggiatore il cittadino delle Cinque Terre emettere questo rapporto al centro di tutto», ci ha detto Ca-terina Natale, amministratore del consorzio ATI Cinque Ter-re. «Organizziamo con il parco delle visite guidate in percorsidiversi da quelli maggiormente frequentati, visite alle canti-ne, visite in cui si mettono in contatto i turisti e i locali. Lavo-riamo nelle scuole di ogni ordine per cercare di sensibilizzareil turista del domani. Perché ci sono tante realtà degne dinota nelle Cinque Terre, che non sono conosciute né dai tu-risti né dai tour operator».

Il turista sostenibileorienta le proprie scelteverso destinazioni fuoridalle rotte del turismodi massa.Credits: ©Barbara Ainis

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prio impatto sull’ambiente (62%), seguitadal desiderio di conoscere le tradizioniculturali ed enogastronomiche locali(53%), dalla volontà di entrare in contat-to con la natura (52%) e di dedicarsi albenessere psico-fisico personale prati-cando attività sportive (48%). Non resi-duale (34%) è anche il desiderio di con-tribuire al sostegno dell’economia e dellosviluppo locale. L’ecoturismo all’italiana sideclina principalmente nella possibilità difare escursioni in aree protette o borghistorici, con guide locali, per conoscere letradizioni del posto (57%), ma anchenell’acquistare e consumare prodotti lo-cali a km zero (54%) e nel privilegiare itrasporti pubblici (55%). Il 47% pratica,invece, attività sportive all’aria aperta co-me equitazione, ciclismo, canottaggio opasseggiate a piedi, mentre il 43% degliintervistati riconosce il valore di acqui-

stare prodotti di artigianato locale. Unapercentuale più contenuta, ma non indif-ferente, pari al 27%, sceglie di alloggiarenelle aziende agricole e di fare esperien-za diretta del lavoro in campagna, perevadere dalla propria routine e ritrovareun contatto con l’ambiente. Il profilo delviaggiatore green italiano: le donne mo-strano un’attenzione maggiore (56%) ri-spetto agli uomini (40%); la maggior par-te ha un titolo di studio medio-alto (71%)e un’età compresa tra i 18 e i 30 anni(58%), mentre la percentuale scende al52% tra i 31 e i 50 anni e al 34% tra gliover 50. Come anticipato, la tendenza ri-guarda soprattutto i residenti nelle gran-di città, Milano (57%), Roma (52%), Bolo-gna (49%), Firenze (48%) e Torino (34%),verosimilmente proprio per la maggioredistanza della vita cittadina dal contattocon l’ambiente.

L’impatto ambientaledel turismo di massa sudestinazioni dal fragile

equilibrio non ècompensato neppure da

un ritorno economicosulle realtà locali

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Vino sostenibileL’enoturismo è senz’altro un’altra forma importante di turi-smo rispettoso dell’ambiente e dell’identità di un territorio.Questo è ancor più vero quando si valorizza la conoscenza diproduzioni vitivinicole che si impegnano per la sostenibilitàdelle attività produttive e delle attività turistiche correlate. IlConsorzio del Gavi, ad esempio, che promuove ogni anno ilpremio “Buona Italia” per il riconoscimento delle “buone pra-tiche” nella valorizzazione delle filiere enogastronomiche ita-liane, in questo 2018 ha concentrato l’attenzione sul rappor-to tra Vino e Responsabilità Sociale, premiando le realtà chehanno saputo conciliare i propri obiettivi economici con quel-li sociali e ambientali. Lo scorso 25 maggio è stata premiatal’azienda vitivinicola Arnaldo Caprai, di Montefalco, in provin-cia di Perugia, per l’attuazione del protocollo The New GreenRevolution, per la sostenibilità economica ed ambientale, eper le molte altre pratiche virtuose adottate. Nell’occasionesono stati discussi anche i contenuti della “Carta del Vino Re-sponsabile”.Anche nel territorio del Conegliano Valdobbiadene ProseccoDOCG la questione della sostenibilità è al centro del dibatti-to. Dopo le polemiche sull’uso dell’erbicida glifosate, il cuiuso era già stato indicato come sconsigliato dal regolamentodel Consorzio di Tutela, la famigerata sostanza (a cui l’Europaha rinnovato l’autorizzazione per altri 5 anni) è stata banditalo scorso febbraio dai 15 comuni della DOCG. Il divieto en-trerà in vigore per tutti dal 1° gennaio 2019, ma è già in es-sere da due anni nei comuni di Conegliano, Vittorio Veneto,Colle Umberto, San Pietro di Feletto e Tarzo. Nel territoriodella DOCG, inoltre la responsabilità ambientale diventasempre di più un obiettivo delle singole cantine. Ultima inordine di tempo, l’azienda familiare La Tordera, che ha appe-na inaugurato la bella e nuova sede produttiva, forte dellacertificazione CasaClima Wine: il 70% del fabbisogno ener-getico della cantina – e degli oltre 2mila metri quadri di sho-wroom, tasting room e cucina – è coperto da fonti rinnova-bili; il riciclaggio degli scarti delle etichette segue il program-ma Rafcycle; le bottiglie pesano solo 720 grammi e sonocomposte per l’80% di vetro riciclato; gli imballaggi sono incarta riciclata al 100% e legno di pino vergine essiccato, sen-za altri trattamenti.

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Porte aperte all’ecoturismo anche nei territoria vocazione vitivinicola. Nella foto: la nuova sedeecofriendly della cantina La Tordera, produttoredi un ottimo Conegliano Valdobbiadene ProseccoDOCG