Turismo Sostenibile e sviluppo Locale 2

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La seconda versione è un aggiornamento della precedente e introduce il resoconto di nuovi studi, mantenendo e innovando la metodologia.

Transcript of Turismo Sostenibile e sviluppo Locale 2

indice dettagliatonota introduttivacapitolo 1 e 2La valutazione delle potenzialità turistiche del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, la Carta Europea del Turismo e percorsi strategici di sviluppo

capitolo 3Il progetto Green Road Basilicata

capitolo 4 enerAGRIa il Parco dell’energia

capitolo 5 Il turismo archeologicoIl progetto Albergo Diffuso

capitolo 6Le opportunità del cineturismo in Basilicata: dal successo di Basilicata coast to coast alla nascita della Lucana Film CommissionLa formazione dell’immagine turistica della Basilicata e il ruolo del cinema

Nella foto: valle e Viggiano sullo sfondo

Indice

NOTA INTRODUTTIVA

CAPITOLO 1, 2La valutazione delle potenzialità turistiche del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, la Carta Europea del Turismo e percorsi strategici di sviluppo

PREMESSA

INTRODUZIONE

1. I flussi turistici del Parco Nazionale Appennino Lucano 1.1 I flussi turistici nelle tre macroaree del PNAL

2. Per un progetto di sviluppo del Parco Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese 2.1 Le valutazioni 2.1.1 La valutazione comparativa 2.1.2 La valutazione d’integrabilità 2.1.3 La valutazione strategica dei prodotti 2.1.4 I risultati delle valutazioni 2.2 Percorsi strategici di sviluppo: considerazioni sul ruolo della Carta europea del turismo sostenibile sull’integrazione con il Parco Regionale Gallipoli Cognato e con l’area costiera e sul segmento business 2.2.1 La Carta Europea del Turismo Sostenibile 2.2.2 L’integrazione con Gallipoli Cognato e l’alleanza con la Costa ionica 2.2.3 Il possibile ruolo strategico del segmento business

CONCLUSIONI

BOX 1 Conferenze e conferimenti

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

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CAPITOLO 3 Green Road: Puglia e Basilcata insieme ad ECOMONDO

INTRODUZIONE

1. La ricerca e l’analisi

2. L’indagine sul campo

3. Il progetto in breve

4. La collaborazione apulo - lucana

GLI SCENARI FUTURI

BOX 2 Green Road PugliaBOX 3 100 CASCINEBOX 4 ECOMONDO

CAPITOLO 4 enerAGRIa - Il Parco dell’Energia e le Learning Week

INTRODUZIONE

1. Inquadramento 1.1 Il Passaggio da materiale a immateriale 1.2 La destagionalizzazione dell’offerta 1.3 Le “radici” del Parco diffuso 2. Descrizione della Proposta del Parco 4.0 2.1 Abstract del progetto 2.2 Proposte per percorsi di approfondimento CONCLUSIONI

BOX 5 Learning Week BOX 6 Energia Rinnovabile e Turismo Sostenibile - 4^ edizioneBOX 7 I Tesori delle ValliBOX 8 La Collaborazione con le aziende localiBOX 9 Il MARU project, l’i.club e la creazione del Dry Food CafèBOX 10 Le tesi magistrali e le universitàBOX 11 La collaborazione con Sviluppo Basilicata

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

CAPITOLO 5 5.1 - Le potenzialità del turismo archeologico a Grumentum

INTRODUZIONE

NOTA METODOLOGICA

1. Il sistema archeologico in Basilicata 1.1 Analisi dell’offerta 1.2 Analisi della domanda 1.3 Swot analysis del comparto archeologico in Basilicata

BOX 12 Il Campus Archeologico Grumentum

2. Il caso studio: Grumentum 2.1 La promozione e commercializzazione dell’offerta BOX 13 Parcheotrekking

2.2 Progettualità in corso

3. L’indagine telefonica tra le scuole 3.1 I risultati

CONCLUSIONI

BIBLIOGRAFIA SITOGRAFIA

5.2 - L’Albergo Diffuso: strumento strategico per lo sviluppo sostenibile di un’area protetta

PREMESSA

INTRODUZIONE

NOTA METODOLOGICA

1. La rivitalizzazione dei centri storici attraverso il prodotto Albergo Diffuso 1.1 L’Albergo Diffuso: una formula sostenibile di ospitalità e sviluppo turistico

APPROFONDIMENTO: La storia dell’AD

1.2 Le caratteristiche dell’Albergo Diffuso - I requisiti essenziali di una nuova forma di ospitalità 1.3 I punti di forza e di debolezza di un AD

2. Analisi di benchmarking dei casi studio di interesse 2.1 Gli AD di Santo Stefano di Sessanio e Specchia 2.2 Alcuni casi di AD in Basilicata

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3. La voce del territorio: l’indagine sul campo 3.1. Verso un modello di ospitalità diffusa in Val d’Agri 3.2 La definizione del campo di analisi quali - quantitativa 3.2.1 L’indagine quantitativa: il questionario 3.2.2 Caratteristiche del Campione 3.2.3 Il Punto di vista dei residenti sulla percezione turistica del territorio 3.2.4 Il punto di vista dei residenti sul “Turismo” e “Turista” 3.2.5 L’indagine qualitativa attraverso i testimoni privilegiati: l’intervista semistrutturata 3.2.6 I Risultati emersi dalle interviste

CONCLUSIONI

BOX 14 L’Albergo Diffuso e il Comune di ViggianoBOX 15 L’Albergo Diffuso e il Comune di Montemurro BIBLIOGRAFIA SITOGRAFIA

CAPITOLO 6 6.1 - L’effetto di Basilicata coast to coast sul turismo in Basilicata (secondo monitoraggio)

INTRODUZIONE

1. Longevity del film e durata dell’effetto cinematografico sul territorio

2. Il caso Basilicata coast to coast

3. L’indagine sul campo

BOX 16 Convegni e collaborazione con la Lucana Film Commission CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

6.2 - Progetto di ricerca: La destination image online della Basilicata

INTRODUZIONE

BOX 17 valdagriturismo.com

NOTA METODOLOGICA

APPROFONDIMENTO: Progetto “cinema e itinerari in Basilicata”

I RICERCATORI - SHORT BIO

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La pubblicazione “Turismo sostenibile e sviluppo locale 2”, si presenta come un’appendice, un aggiornamento sullo stato dei lavori di ricerca dei progetti presentati nella precedente versione. Inscindibile dalla prima, riprende progetti e ricerche già ampiamente affrontati e ne fa il punto della situazione esponendo sviluppi progettuali, analizzando ulteriori esiti e step di ricerca, accennando ad eventuali azioni future.In alcuni casi, nuove ricerche hanno preso il posto di altre, inglobando o prendendo corpo da quest’ultime.

In particolare: • i capitoli 1 e 2 della precedente versione

sono ora presentati in un singolo capitolo, riportando unitamente gli esiti e gli avanzamenti delle attività perseguite con il PNAL e il conseguimento della Carta Europea;

• il 3° capitolo riporta le evoluzioni del progetto Green Road oltre alle conferenze e fiere in cui esso è stato presentato;

• il 4° capitolo riporta gli sviluppi del progetto enerAGRIa e delle Learning Week, con dei box dedicati agli eventi che queste attività hanno sviluppato e le fiere e le conferenze a cui esse sono state presentate;

• il Capitolo 5, precedentemente diviso in sottocapitoli 5.1 e 5.2, presenta due ricerche che hanno subito una spinta propulsiva, trasformandosi in trattazioni ben più approfondite, assumendo le sembianze di studi nuovi, stimolati o che hanno inglobato le analisi precedenti. Esse sono l’Albergo Diffuso e il Turismo Archeologico;

• il 6° capitolo dedicato al Cineturismo, si divide in due sottocapitoli, uno dedicato al secondo monitoraggio sugli esiti sul turismo di "Basilicata coast to coast" e presenta una proposta di ricerca e progetto sul turismo online

• il Capitolo 7 è stato inglobato in un Box del Capitolo 6, come attività a sè, ma che si è rivelato di enorme sostegno per la comunicazione di molte ricerche e proposte progettuali, oltre che come supporto a numerose attività di promozione locali.

Nota introduttiva

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CAPITOLO 1/2 - La valutazione delle potenzialità turistiche del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, la Carta Europea del Turismo e percorsi strategici di sviluppo

Premessa

Introduzione

1. I flussi turistici del Parco Nazionale Appennino Lucano

2. Per un progetto di sviluppo del Parco Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese

Conclusioni

Box 1 Conferenze e conferimenti

Bibliografia e sitografia

Nella foto: Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese

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Premessa

Monte Sirino, l’area archeologica di Grumentum, il Museo Archeologico Nazionale dell’Alta Val d’Agri e la villa romana di Marsicovetere, le risorse enogastronomiche certificate quali il Canestrato di Moliterno, i Fagioli di Sarconi (prodotti IGP) e il Vino DOC delle Terre dell’Alta Val d’Agri. Tali risorse, se da un lato potrebbero giustificare diversi prodotti/segmenti turistici (dal turismo del paesaggio culturale a quello natura, dal turismo montano invernale e estivo a quello scolastico), dall’altro si caratterizzano ancora per un’attrattività turistica piuttosto ridotta, il cui potenziamento necessiterebbe di interventi migliorativi e di integrazioni con alcuni territori limitrofi.

Il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese (di seguito anche PNAL), istituito con il D.P.R. dell’8 dicembre 2007, comprende 29 comuni lucani ed è, ad oggi, il parco più giovane d’Italia. Insieme al Parco Nazionale del Pollino e a quelli regionali di Gallipoli Cognato e delle Piccole Dolomiti Lucane e della Murgia Materana, compone la ricca geografia delle aree naturali protette della Basilicata. Il suo territorio occupa l’area sud - ovest della regione e si estende per un raggio di circa 700 kmq, inglobando i fiumi Agri, Basento, Noce e Sinni. Da un punto di vista morfologico, questo territorio si presenta con caratteristiche variegate proprie della piana dell’Agri e della diga artificiale del Pertusillo, delle aree montuose dell’Appennino Lucano e dell’Appennino Meridionale. Il Parco si distingue, quindi, per una forte concentrazione di risorse naturalistiche e paesaggistiche a cui si aggiungono quelle relative al patrimonio storico - culturale ed enogastronomico che, insieme, vanno a comporre un’area di grande interesse anche da un punto di vista turistico. A tale patrimonio ambientale, paesaggistico e culturale, si aggiunge la ricchezza di risorse del sottosuolo: nell’area della Val d’Agri, infatti, vi sono giacimenti petroliferi che, nel complesso, rappresentano il più grande bacino estrattivo dell’Europa continentale.Da un punto di vista turistico il Parco, proprio in virtù della ricchezza e varietà del suo territorio, dispone di un’offerta diversificata di risorse, distribuite nelle tre aree territoriali di cui il Parco si compone (la Val Camastra, la Val d’Agri e l’area del Lagonegrese). Si possono citare i comprensori sciistici Sellata-Arioso e Volturino - Viggiano e le stazioni sciistiche di lago Laudemio e Conserva di Lauria, il Parco Avventura e le falesie, la Montagna Grande di Viggiano e il

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Introduzione

La Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) dal 2008 ha inaugurato un percorso di ricerca finalizzato a valutare le potenzialità turistiche espresse dall’area protetta, esaminare lo stato del settore turistico per identificarne i punti di forza e le carenze e arrivare così a definire ipotesi di sviluppo turistico (si veda primo volume).In quest’ambito, nel 2012, la FEEM è stata partecipe del processo per l’adesione del PNAL alla Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS). La CETS, coordinata da EUROPARC Federation, che gestisce la procedura di conferimento e coordina la rete delle aree certificate, rispecchia le priorità mondiali ed europee espresse dalle raccomandazioni dell’Agenda 21, adottate durante il Summit della Terra a Rio nel 1992 e dal 5° Programma comunitario di azioni per lo Sviluppo Sostenibile.Essa è uno strumento volontario e contrattuale tra l’Ente di gestione di un parco, le imprese turistiche e la popolazione locale per lo sviluppo sostenibile delle risorse e dell’attività turistica. Così come espresso nel Rapporto Brundtland1 lo sviluppo sostenibile è “uno sviluppo capace di rispondere ai bisogni delle generazioni attuali, senza compromettere la capacità delle generazioni future di rispondere ai propri”.

La Carta rappresenta l’attestazione di un processo che combina la pianificazione partecipata delle azioni di sviluppo a un sistema di gestione e controllo delle policy implementate dall’Ente nel campo del turismo. Gli elementi cardine di tale processo sono: la collaborazione tra tutte le parti interessate a sviluppare una strategia comune e un piano d’azione per lo sviluppo turistico,

1 World Commission on Environment and Development (1987). Our Common Future. Oxford: Oxford University Press. p.27

definito sulla base di un’analisi approfondita della situazione locale.

La prima fase di adesione alla CETS si concretizza in un’attività di diagnosi territoriale, economica, sociale e turistica del territorio. Tale attività, conclusasi con la stesura del Rapporto Diagnostico, ha impegnato nell’annualità 2012 - 2013 l’Ente Parco, Ambiente Italia2 e la FEEM.

Alla Fondazione Eni Enrico Mattei è stato affidato il compito di esaminare gli elementi distintivi della domanda e dell’offerta turistica e di raccogliere, mediante un’indagine sul campo, informazioni riguardo le caratteristiche dei frequentatori del Parco, la loro percezione sui punti di forza e di debolezza del sistema di offerta e le aspettative rispetto all’area protetta.La FEEM, successivamente, ha preso parte alla seconda fase del processo di certificazione che prevede la definizione di un Piano d’Azione quinquennale, stilato sulla base della collaborazione tra settore pubblico, settore privato e popolazione, che riflette la strategia scelta e adottata dall’area protetta per lo sviluppo del turismo sostenibile nell’area.Nell’ambito del Piano d’Azione, l’ente di ricerca si è impegnato a raccogliere e analizzare i dati sulla domanda turistica del Parco e a proseguire l’indagine sulla percezione dei visitatori.

Lo studio effettuato da FEEM sulla domanda turistica esamina le istanze del fenomeno mediante un consuntivo sui flussi turistici gravitati nell’area protetta nell’arco del 2012. Esso, per mezzo dell’analisi del movimento clienti dichiarato dalle strutture ricettive, mette a fuoco i fenomeni

2 In qualità di consulente tecnico di Federparchi

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principali occorsi in quest’ultimo anno in termini di arrivi e presenze, permanenza media, stagionalità, bacini di utenza e tipologia di struttura ricettiva prescelta. Nel report vengono esaminati sia i dati complessivi sull’area protetta sia i dati disaggregati per le tre macroaree di cui essa si compone: Val Camastra, Val d’Agri e Lagonegrese3.

L’indagine sulla percezione dei turisti, realizzata per la prima volta nell’estate 2012, è stata ripetuta dalla Fondazione nel 2013, anche in stagioni diverse da quella estiva, ed è tutt’ora in corso. Essa è effettuata mediante la somministrazione di un questionario, indirizzato ai fruitori del Parco, con un triplice obiettivo: definire le caratteristiche dei turisti intercettati, indagare la percezione che i turisti hanno riguardo a punti di forza e punti di debolezza del sistema di offerta turistica qui presente, sondare le aspettative rispetto all’area protetta. Il questionario è suddiviso in quattro sezioni: la prima consente di definire il profilo anagrafico e socio - culturale del turista intercettato nel PNAL, la seconda analizza le caratteristiche della vacanza che il visitatore sta trascorrendo nel momento in cui è intervistato, la terza esplora le opinioni e le aspettative dei turisti riguardo l’offerta turistica presente e la conoscenza delle risorse del Parco, la quarta indaga il grado di consapevolezza rispetto alla permanenza in un’ area naturale e in particolare nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano. Come previsto nel Piano d’Azione, la somministrazione sarà ripetuta da FEEM ogni anno nel quinquennio di applicazione della Carta.

3 La raccolta dati realizzata per la redazione del Rapporto Diagnostico ha fatto emergere una conoscenza non sufficiente della dimensione dei movimenti turistici a scala locale; per ovviare a tale stato di fatto l’Ente di ricerca ha proposto l’istituzione dell’Osservatorio Turistico del Parco, che avrà il compito di raccogliere con continuità i dati relativi all’entità dei flussi turistici e definire e implementare specifiche attività di ricerca finalizzate a far emergere i punti di forza del sistema turistico e dei prodotti turistici del PNAL. I dati elaborati dall’Osservatorio – che lavorerà a stretto contatto con l’Ufficio CETS del Parco – saranno utili a comprendere l’efficacia delle strategie attuate e suggerire eventuali “misure correttive”.

Nel 2012 il Parco Nazionale Appennino Lucano ha registrato 52.266 arrivi, pari al 10,1% degli arrivi censiti in regione4, e 122.770 presenze, ovvero il 6,5% di quelle regionali5, ed è stato interessato da un andamento antitetico della domanda caratterizzata, rispetto ai dodici mesi precedenti, da un leggero incremento degli arrivi (+ 0,3%) e da una perdita rilevante delle presenze (-20%).

Tale situazione può essere stata influenzata sia dall’attuale congiuntura economica che, anche a livello nazionale, ha portato a una contrazione delle presenze, sia dalle caratteristiche della “destinazione”. Si tratta infatti da un lato di un’area turisticamente ancora in fase esplorativa che sta aumentando il proprio appeal sui mercati ma non riesce ancora a “trattenere” i flussi, dall’altro un territorio interessato da turismo di lavoro la cui consistenza è influenzata dal fabbisogno industriale.

A tal proposito il rapporto Unioncamere6 fa emergere come i consistenti decrementi delle presenze 2012 in Val d’Agri siano imputabili anche al calo dei flussi dei turisti di lavoro che nel 2011 - in Val d’Agri e in Val Camastra due aree fortemente interessate dalla presenza di turismo di lavoro, - hanno subito un importante aumento legato ai lavori di manutenzione straordinaria del Centro Olio di Viggiano, che ha generato un afflusso considerevole di operai specializzati provenienti da fuori Regione.

Per una corretta lettura dei dati statistici e per 4 Nel 2012 gli arrivi registrati in Basilicata sono stati 517.901 (fonte: APT Basilicata)5 Le presenze si attestano nel 2012 a circa 1.881.814 (fonte: APT Basilicata)6 Unioncamere Basilicata (2013), Il Rapporto sul turismo lucano nel 2012 - Il consuntivo del turismo lucano nel 2012

1. I flussi turistici del Parco Nazionale Appennino Lucano

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analizzare il reale andamento dei flussi del PNAL, è opportuno valutare un arco temporale più ampio. Dall’analisi dei movimenti turistici registrati dal 2006 (anno precedente l’istituzione del Parco) al 2012 si evince, a dispetto del dato sui decrementi 2011/2012, un numero di presenze in costate aumento - complessivamente stabili sopra la soglia delle 120.000 presenze annue - e una sostanziale tenuta degli arrivi. (Graf. 1)

Il dato sulla durata media del soggiorno colloca la destinazione PNAL tra le mete prescelte per vacanze brevi: i turisti vi trascorrono mediamente 2,3 notti. La permanenza si mantiene costante anche nei mesi che vedono un maggior afflusso di visitatori (2,4 notti a luglio, 2,3 notti ad agosto e 2,4 notti ad ottobre).

Nel periodo estivo del 2012 (luglio, agosto e settembre) si concentrano il 34% dei flussi totali, in autunno il 24%, mentre il 21% in inverno e in primavera. Il movimento clienti registrato nel solo mese di agosto pesa per oltre il 15% sui flussi dell’intero anno, rappresentando - con 8190 arrivi - il mese maggiormente frequentato dai turisti del Parco. Pesano poi per oltre il 9% gli arrivi censiti in ottobre che, pur non essendo per il Parco un mese di alta stagione, rappresenta il secondo per numero di arrivi. La presenza in agosto e in Ottobre di un numero maggiore di visitatori può essere letta come una conseguenza della maggiore offerta di eventi e manifestazioni sul territorio (es. Sagra del Canestrato di Moliterno, Sagra del Fagiolo di Sarconi, Sagra della Castagna), eventi con una capacità attrattiva e un richiamo extra regionale.

Anche le presenze hanno una distribuzione

temporale in linea con quella degli arrivi, con un picco nei mesi estivi, pari al 33% dei flussi totali, e valori superiori alla media in autunno, stagione che raccoglie il 26% dei movimenti turistici annuali. (Graf. 2)

Di questi flussi, quasi la totalità - il 94% degli arrivi (pari a 49.313 arrivi) e il 93% delle presenze (115.052 presenze) - è generata dal mercato domestico. Marginale il numero degli arrivi (2.953) e delle presenze (7.718) stranieri nell’area protetta, come si evince dal tasso di internazionalità - ovvero il rapporto tra presenze estere e presenze totali - che è prossimo allo zero (0,06 su 1). Lo sbilanciamento delle presenze a netto vantaggio del mercato nazionale è un fenomeno che il Parco condivide con l’intera regione, che presenta un indice di internazionalizzazione del tutto equiparabile a quello dell’area protetta (0,09 su 1)7.

In relazione ai flussi inbound, il mercato interno alla regione e quello di prossimità rappresentano la componente più consistente del sistema di domanda turistica del PNAL. La Puglia (con 16.297 arrivi), la Campania (con 6.585 arrivi) e la Basilicata (con 3.562 arrivi) generano infatti il 51% degli arrivi totali. Altri mercati interessanti in termini di arrivi sono: il Lazio (con 3.669 arrivi), la Lombardia (con 3.046 arrivi), la Sicilia (con 2.902 arrivi), l’Abruzzo (con 2.887 arrivi) e la Calabria (con 2.553 arrivi).

Sul fronte delle presenze è da sottolineare che ben il 26% delle stesse deriva dai soggiorni dei vacanzieri pugliesi, per i quali si censiscono 29.400 presenze e una permanenza media pari a 1,8 notti. Pure significative le percentuali generate da Abruzzo

7 Le presenze generate dal mercato estero censite in Basilicata per il 2012 sono 148.094

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Graf.3 - Movimento Turistico per mese - arrivi

Graf.2 - Movimento per mese PNAL - arrivi e presenze

Graf.1 - Andamento arrivi e presenze PNAL, 2006-2012

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Arrivi Presenze

(13% per 14652 presenze), Campania (12% per 13.257 presenze) e Sicilia (8% per 9.511 presenze). Dai dati sulla permanenza media relativi ai diversi bacini di provenienza si evidenzia un valore superiore a quello generale del PNAL (2,3 notti) per i flussi di Sicilia (3,3 notti) e Abruzzo (5,5 notti).

Va specificato che cali significativi rispetto al 2011 si osservano nel numero di presenze sia del mercato interno (-14%) che di quello di vicinanza (Puglia -13% e Campania -28%). Risultano, invece, in aumento le presenze dei turisti provenienti da altre

regioni quali il Lazio (+10%), la Calabria (+15%)e la Toscana (+13%).

Rispetto al mercato internazionale i bacini di provenienza più consistenti, sia in termini di arrivi che di presenze, sono la Germania (12% arrivi e 12% presenze), la Svizzera (9% arrivi e 8% presenze), la Francia (7% arrivi e 6% presenze) e il Regno Unito ( 6% arrivi e 8% presenze).

Le strutture ricettive maggiormente frequentate durante il soggiorno nell’area protetta sono gli hotel. Il 92% degli arrivi e il 90% si collocano presso

Graf.1 - Andamento arrivi e presenze PNAL, 2006 - 2012, Fonte: ns. elaborazione su dati APT Basilicata, 2012

Graf.2 - Movimento per mese PNAL - arrivi e presenze, Fonte: ns. elaborazione su dati APT Basilicata, 2012

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un +9,3% sugli arrivi e un +1% sulle presenze. L’aumento più consistente degli arrivi rispetto alle presenze e l’indice di permanenza media di 1,6 notti, il più basso tra quelli registrati nelle tre macroaree del parco, evidenzia un grado maggiore di attrattività dell’area ma un’ancora limitata capacità di trattenere la clientela.

Riduzioni significative si rilevano anche in Val Camastra, meta del 17% degli arrivi e del 13% delle presenze del PNAL, che rispetto all’anno precedente ha perso il 3,6% degli arrivi e il 25% delle presenze.

Tab. 01 - Parco Nazionale Appennino Lucano: arrivi, presenze e permanenza media per macroaree

Fonte: ns. elaborazione su dati APT Basilicata

Il dato sulla distribuzione temporale dei flussi indica che, per tutte le aree, i mesi di punta sono quelli estivi durante i quali si registrano le più alte percentuali di arrivi e di presenze.

La Val d’Agri risulta essere la destinazione con i flussi più stabili e costanti nel resto dell’anno, con un lieve ribasso negli arrivi solo nei mesi tra aprile e giugno e nelle presenze per il primo trimestre, quando l’indice di permanenza media si abbassa sotto la media annuale, arrivando a 2,6 notti.

La Val Camastra è caratterizzata da un andamento dei flussi piuttosto stabile negli arrivi da gennaio fino a luglio per poi aprirsi verso una parabola positiva, seppur altalenante, nei mesi estivi e autunnali. A eccezione della stagione estiva le presenze si distribuiscono equamente nel resto dell’anno.

le strutture alberghiere del Parco, opzionate tanto dagli italiani (92% arrivi - 91% presenze) quanto dagli stranieri (90% arrivi - 86% presenze). In relazione all’offerta ricettiva del PNAL si registra, rispetto all’anno precedente, un incremento di quattro strutture e 136 posti letto. L’area beneficia, quindi, di 100 strutture per l’accoglienza e 3516 letti.

La maggiore disponibilità di letti da un lato e il minor numero di presenze dall’altro incide negativamente sull’indice di utilizzo lordo, pari nel 2011 al 12% e nel 2012 al 9,5%.

1.1 I flussi turistici nelle tre macroaree del PNALDi seguito si analizza nel dettaglio l’andamento turistico delle tre macro aree di cui il Parco si compone: la Val Camastra ubicata nella parte Nord dell’area protetta, la Val d’Agri situata nella parte centrale, e il Lagonegrese la zona più a Sud del PNAL.

I flussi turistici relativi al 2012 si concentrano soprattutto in Val d’Agri, l’area territorialmente più estesa, con una maggiore capacità ricettiva e un più consistente e diversificato numero di risorse e servizi per il turismo, oltre che un considerevole movimento di turisti di lavoro. Qui si registrano il 56% degli arrivi e il 69% delle presenze del Parco, con una permanenza media di 3 notti. È da sottolineare che la Val d’Agri rispetto al 2011 ha visto un decremento del 2,4% nel numero degli arrivi e del 23% nelle presenze.

Il Lagonegrese, che intercetta il 27% degli arrivi e il 18% delle presenze del 2012, è la seconda area turisticamente rilevante del Parco ed è l’unico territorio ad aver visto un aumento nei flussi turistici rispetto ai dodici mesi precedenti, con

2012 arrivi presenze p.m.

Val d’Agri 29403 84836 2,9

Lagonegrese 14046 22495 1,6

Val Camastra 8817 15439 1,8

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Nel Lagonegrese la stagionalità dei flussi è molto più evidente. La curva crescente degli arrivi ha inizio a maggio, raggiunge il suo apice ad agosto per poi decrescere, con più evidenza rispetto alle altre due aree territoriali, nei mesi autunnali e invernali. Oltre al picco nel mese estivo, si osservano presenze sopra la media anche nel quarto trimestre (ottobre - dicembre), quando l’indice di permanenza arriva a 2 notti, superando il dato medio annuale.

Riguardo ai bacini di provenienza i mercati pugliesi, campani e lucani, sono quelli che, seppur

in misura differente, rappresentano i bacini di provenienza più rilevanti per tutte e tre le aree del Parco.

Altri mercati come quello del Lazio, della Lombardia e della Sicilia interessano principalmente la Val d’Agri e il Lagonegrese. Differenze sostanziali si ravvisano nel numero di soggiorni del mercato Abruzzese, significativi in Val d’Agri e quasi inconsistenti negli altri territori.

Meno rilevanti le differenze nei bacini di utenza del mercato straniero.

Graf.3 - Movimento Turistico per mese - arrivi

Graf.2 - Movimento per mese PNAL - arrivi e presenze

Graf.1 - Andamento arrivi e presenze PNAL, 2006-2012

50010001500200025003000350040004500

0

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o

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dicem

bre

Val CamastraLagonegreseVal d’Agri

6000700080009000

50004000300020001000

0

1200014000160001800020000

1000080006000400020000

febbra

io

gennaio

mar

zoap

rile

mag

gio

giugn

olugli

o

agosto

sette

mbre

ottobre

novem

bre

dicem

bre

Arrivi Presenze

2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

20000

40000

60000

80000

100000

120000

140000

160000

180000

44000

46000

48000

50000

52000

54000

56000

58000

Arrivi Presenze

Scoperta

Natura

Montano

Religioso

DO

MA

ND

A P

OT

ENZIA

LE

DOTAZIONE FATTORI CHIAVE

DO

MA

ND

A P

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LE

Scoperta

Natura

Montano

Religioso

DOTAZIONE FATTORI CHIAVE

Graf.5 - Valutazione strategica dei prodotti del PNAL senza integrazioni con altre aree

Graf.4 - Movimento Turistico per mese - presenze

Graf.6 - Valutazione strategica dei prodotti del PNAL con integrazioni con altre aree

12000

10000

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6000

4000

2000

0

febbra

io

gennaio

mar

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agosto

sette

mbre

ottobre

novem

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bre

Val Camastra LagonegreseVal d’Agri

Graf.3 - Movimento turistico mese - arrivi, Fonte: ns. elaborazione su dati APT Basilicata, 2012

Graf.4 - Movimento turistico mese - presenze, Fonte: ns. elaborazione su dati APT Basilicata, 2012

11

2. Per un progetto di sviluppo del Parco Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese

2.1 Le valutazioniCome anticipato, la Fondazione Eni Enrico Mattei nel 2008 ha iniziato a studiare e analizzare il fenomeno turistico all’interno del PNAL. A partire dai risultati di tale studio ne è stato realizzato un altro tra il 2012 e il 2013, qui presentato, che si pone come un aggiornamento della prima indagine e, allo stesso tempo, come un approfondimento circa i prodotti e i mercati sui quali il Parco dovrebbe investire a fini turistici. Tale secondo lavoro è frutto della collaborazione tra la FEEM e il CISET (Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica, dell’Università Cà Foscari, Venezia).Partendo dall’analisi dei flussi turistici nel Parco e dalla mappatura delle risorse e dei servizi offerti, a cui sono seguite due indagini sul campo che hanno coinvolto rispettivamente i turisti in vacanza nell’area protetta e gli operatori del sistema ricettivo del PNAL e del territorio limitrofo, si è elaborato un modello sia per la stima della domanda turistica potenziale che il Parco potrebbe intercettare nei prossimi anni, sia per la valutazione dei prodotti turistici da potenziare e integrare anche con l’offerta delle aree limitrofe.Prima di discutere i risultati derivanti dallo studio, si ritiene utile fornire una breve descrizione dell’approccio metodologico utilizzato per ciascuna delle tre valutazioni.

2.1.1 La valutazione comparativa La valutazione comparativa si è concretizzata nella selezione e comparazione delle risorse del Parco rispetto al territorio di riferimento, tenendo conto

non solo delle risorse in sé ma anche delle relazioni e articolazioni tra gli elementi che caratterizzano i territori considerati e ponendo attenzione non solo alla dimensione materiale ma anche ai “sistemi di significato”. La valutazione si è focalizzata non tanto sul numero delle risorse quanto sulla loro significatività e sulla presenza di una qualche forma di loro messa a valore (intesa come l’esistenza di un’informazione sulla risorsa che sia almeno accessibile). È stata inoltre differenziata secondo il prodotto/segmento turistico, sulla base delle caratteristiche dei segmenti di domanda turistica leisure finora rilevati presso il Parco, sia in percentuali medio - alte, come il turismo montano invernale, estivo e sportivo e il turismo balneare, sia di nicchia, come il turismo natura e quello di scoperta.

In merito ai termini di confronto, la valutazione è stata condotta rispetto ai territori contigui al PNAL e con i quali il Parco stesso più direttamente si rapporta. Essendo possibile distinguere due tipologie di territori a seconda che la relazione con il PNAL sia più di tipo competitivo o di relazione, la valutazione si è concentrata soprattutto sulla seconda categoria, ossia su quelle aree in cui la relazione creata dall’interazione domanda/territorio non è semplicemente competitiva (concorrenti rispetto ad uno stesso bacino di domanda) ma più diretta, essendo queste aree raggiunte anche dai turisti che soggiornano nel PNAL. Tale approccio, funzionale all’individuazione delle aree per la successiva valutazione di integrabilità, ha portato

12

ad effettuare il confronto del PNAL rispetto al:

• Parco Regionale di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane;

• Parco Nazionale del Pollino; • area lungo le direttrici che legano le varie

aree del PNAL alla costa ionica, a Matera e alla Puglia e quindi l’area dei Calanchi, di Valsinni, Tursi e Craco.

2.1.2 La valutazione d’integrabilità Obiettivo dell’analisi di integrabilità è stato quello di identificare nel territorio circostante al Parco elementi utili nel migliorare la competitività del PNAL su alcuni key factors relativi ai diversi prodotti/segmenti. L’integrabilità che qui si è voluto verificare è funzionale allo sviluppo di prodotti turistici maggiormente competitivi basati su specificità del Parco, sia per caratteristiche territoriali sia per vocazione connessa alla sua natura di area protetta. La valutazione è stata condotta analizzando sia il grado di integrabilità geografica sia il livello di integrabilità tematica delle diverse attrattive del PNAL (culturali, naturalistiche, enogastronomiche, artigianali, ecc.) con quelle dei territori precedentemente individuati nella valutazione comparativa. Il grado di integrabilità geografico è stato di più semplice valutazione, essendo questo legato ad un aspetto di posizione e logistica. Quello tematico è stato derivato invece da due ulteriori assessment: uno sulla competitività del territorio come destinazione ecoturistica/di scoperta/montana (sulla base dell’attuale stadio di sviluppo dei prodotti in questione per ciascun territorio potenzialmente integrabile, dell’attuale situazione e trend del mercato turistico in queste aree e della valutazione dello sviluppo del sistema di offerta) e un altro sull’attuale sistema di attrattive culturali, naturalistiche, ecc.

Quest’ultimo assessment è stato in particolare il risultato dell’analisi dell’attuale configurazione delle risorse materiali e semiotiche dei diversi territori considerati e del potenziale di mobilizzazione. Tale valutazione si è resa necessaria dato che la configurazione delle risorse di un dato luogo non è fissata o preesistente, ma dipende da un insieme di perfomances di turisti e residenti, organizzate e informali, che avvengono all’interno o in relazione al luogo stesso (fotografia, lettura, posting di informazioni su siti web, navigazione online shopping) e in funzione delle quali i luoghi e gli oggetti assumono significati multipli contestuali. Tale assessment è stato condotto a partire da un’analisi semiotica del PNAL e delle altre aree attraverso le guide turistiche, che rappresentano in testi, mappe, fotografie, ecc. una serie di segni, frutto del complesso gioco di letture precedenti, testi già circolanti, produzioni dell’industria culturale e pratica turistica. A questa valutazione se ne è aggiunta un’altra ricavata da un’indagine presso le strutture ricettive sulle motivazioni e sugli spostamenti della domanda già in loco.

2.1.3 La valutazione strategica dei prodotti La valutazione strategica dei prodotti è stata condotta attraverso un adattamento della matrice di McKinsey, a partire dai risultati delle precedenti valutazioni uniti alle stime della domanda potenziale del PNAL per i diversi prodotti/segmenti. La matrice di McKinsey, poco impiegata in ambito turistico e appositamente adattata al caso in questione, è uno strumento che consente di evidenziare da un lato i prodotti turistici sviluppabili, mostrandone la posizione relativa di ciascuno in termini di rapporto con la domanda potenziale, dall’altro la dotazione dei fattori chiave, includendo non solo l’attuale sviluppo dei prodotti, ma anche la potenzialità in termini

13

di risorse, possibilità di mobilizzazione e messa a valore. Sulla colonna della matrice è indicato il livello di interesse della domanda potenziale relativa a ciascun segmento/prodotto, non solo in termini di numerosità, ma anche di customer mix, ossia di peso delle diverse componenti di domanda; sulla riga è invece segnalata la presenza nel territorio del Parco di fattori chiave funzionali alla competitività su ciascun specifico segmento. La posizione di ciascun prodotto - il vettore nella matrice - rappresenta quindi non solo la numerosità e desiderabilità del customer mix dei diversi segmenti di domanda potenziale, includendo tutte le componenti (turisti, escursionisti, ecc.), ma anche l’opportunità che il PNAL ha di competere per conquistare una quota maggiore di questa domanda. I prodotti con maggior potenzialità e quindi priorità di sviluppo sono quelli collocati nell’area in alto a destra della matrice, mentre quelli che richiedono maggiore tempo e investimenti sono distribuiti sull’area in basso a sinistra. La valutazione strategica dei prodotti del PNAL è stata condotta rispetto al turismo montano, natura, di scoperta e al turismo religioso; quest’ultimo, anche se è stato studiato solo marginalmente per assenza di domanda (se non quella legata alla visita a parenti e amici e alla partecipazione a manifestazioni, più o meno religiose), è stato considerato vista la presenza nel PNAL di alcune peculiarità specifiche di tale prodotto. La valutazione ha inoltre tenuto conto di due possibili alternative che hanno quindi restituito due diverse matrici: la prima rappresenta la situazione dei prodotti relativamente a domanda e fattori chiave solo considerando la dotazione interna del PNAL; la seconda rappresenta invece la situazione data dall’integrazione con altri territori.

2.1.4 I risultati delle valutazioniDai risultati della valutazione comparativa descritti nella tabella 2, che evidenzia i punti di forza e di debolezza del PNAL, valutati sulla base delle risorse disponibili nel Parco stesso e di quelle dei competitors e rispetto a diversi prodotti/segmenti turistici, emerge che il PNAL può contare su un’attrazione archeologica significativa come gli Scavi di Grumentum, sulla vicinanza ad un’altra interessante attrazione quale la “Vita Bandita” e su una certa peculiarità dei prodotti enogastronomici. Buoni risultati si riscontrano anche dal lato dell’accessibilità, tra l’altro migliore di quella degli altri territori analizzati e della capacità ricettiva, anche in questo caso più sviluppata rispetto alle altre aree. È inoltre l’unica area della Basilicata dotata di piste di sci alpino e sci nordico, complementari a quelle per lo sci di fondo, presenti invece nel vicino Pollino. Si tratta inoltre di un’area protetta molto estesa, anche se tale fattore si ritrova anche in un Parco molto più conosciuto come quello del Pollino. La valutazione ha comunque evidenziato anche numerosi punti di debolezza, rappresentati innanzi tutto dalla ridotta presenza di attrazioni significative - oltre a quelle sopra segnalate - rispetto agli altri territori e dalla mancanza di un paesaggio davvero peculiare. Si pensi ad esempio che il Parco del Pollino si caratterizza per l’unicità della flora e della fauna, quello di Gallipoli Cognato si distingue per la riconosciuta unicità del paesaggio, come anche l’area di Valsinni che può vantare un paesaggio fortemente connotato, merito anche della produzione letteraria (qui sono presenti il Parco Letterario di Isabella Morra e quello di Carlo Levi). Tali debolezze rispetto agli altri territori analizzati, unite alla recente istituzione del Parco e alla valorizzazione delle risorse non ancora completa, fanno sì che il PNAL sia limitato da una scarsa notorietà e da un posizionamento

14

confuso. Il PNAL risulta inoltre indebolito dalla mancanza di servizi appositi per i visitatori - oltre alle guide - e da una scarsa differenziazione degli itinerari, a limitazione così della fruibilità dell’area protetta da parte dei diversi segmenti di domanda (famiglie con bambini, turisti sportivi e d’avventura, ecc.).

Punti di forza Punti di debolezza

Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese

• Attrazione archeologica importante • Area piuttosto estesa • Accessibilità buona • Ricettività sviluppata anche se orientata

al turismo d’affari/lavoro • Dotazione di piste per sci alpino e sci nordico -

le uniche della Basilicata • Proposta enogastronomica con elementi

di peculiarità superiori • Alcuni casi di successo sul fronte enoturismo • e rigenerazione • Continuità con “Vita Bandita”

• Valorizzazione non completa (sentieri e anche risorse e proposte)

• Scarsa notorietà • Posizionamento non chiaro

(forse anche per questione di tempo) • Attrazioni più significative segnalate altrove • Paesaggio meno evidentemente peculiare • Poca differenziazione degli itinerari dal lato

della difficoltà • Mancanza all’interno del parco di altri servizi

per i visitatori oltre alle guide (es. programma di attività di fruizione del parco originali e distinte a seconda dell’età e del tipo di partecipanti - dagli intenditori ai meno esperti -)

Parco Nazionale del Pollino

• Attrazione must • Area molto estesa • Unicità di flora e fauna • Elementi culturali e enogastronomici • Sci di fondo • Turismo montano già sviluppato • Posizionamento: incontaminato • Notorietà elevata a livello nazionale,

come area parco

• Valorizzazione non completa spesso a carico di ricettività e servizi

• Accessibilità non ottimale • Manutenzione piste non ottimale • Attrattività turistica in calo • Nessuna notorietà a livello internazionale • Turismo montano più che natura

Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane

• Notorietà Volo dell’Angelo → posizionamento su avventura

• Buona valorizzazione delle risorse ambientali (sentieri, mappe, proposte, ecc.)

• Area non estesa • Ricettività molto limitata • Accessibilità limitata • Offerta culturale non particolarmente sviluppata

Complessivamente si può quindi riconoscere che il PNAL presenta vantaggi su accessibilità, offerta ricettiva e dotazione di impianti ma un riconoscimento meno deciso dell’assetto complessivo del territorio e degli attrattori, sia sul fronte del “paesaggio culturale” sia su quello del turismo natura.

Tab. 2 - I risultati della valutazione comparativa: punti di forza e di debolezza del PNAL

La valutazione di integrabilità, risultato anche delle considerazioni sopra riportate, ha evidenziato innanzi tutto che dal punto di vista geografico,

l’integrabilità è possibile con tutti i territori considerati, visto che essi sono contigui. Considerando tuttavia i movimenti della

15

Fig.1 - Il Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese e i comuni che lo comprendono

TricaricoTricarico

Potenza

BrindisiMontagna

Trivigno

Balv

ano

Picerno

Vietri di Potenza

Albano diLucania

Viggianello

Latronico

Calvera

Teana

Episcopia

Castronuovodi Sant’Andrea

SanSeverinoLucano

Francavillain Sinni

Basilicata

Oliveto

Lucano

Accettura

Gorgoglione

Cirigliano

Calciano

Fardella

Fardella

Fardella

Fardella

Pietrapertosa

Cast

elm

ezza

no

TrecchinaMaratea

Caste

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Caste

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riore

Roccanova

Guardia Perticara

Corleto Perticara

Missanello

Campo-maggiore

Savoia diLucania

S.Angelole Fratte

Lagonegro

LauriaRivello

Carbone

Nemoli

AnziAbriola

Calvello

Pignola

Gallicchio

Marsico Nuovo

Laurenzana

Tito Satrianodi Lucania

Brienza Sasso di Castalda

MarsicoveterePaterno

TramutolaViggiano

Armento

San Martino d’Agri

Grumento Nova

Sarconi

Spinoso

Moliterno

Castelsaraceno

San ChiricoRaparo

Montem

urro

BASILICATAComuni del ParcoArea del Parco NazionaleAppennino LucanoVal d’Agri Lagonegrese

domanda e la posizione di alcuni bacini in cui la domanda potenziale di turisti ma anche di residenti è particolarmente numerosa, emerge come la zona dietro la costa ionica lucana e a ovest di Matera (Bradanica, specie lungo l’Appia, Montagna Materana) e le località non balneari del Metapontino e il Parco di Gallipoli Cognato,

si trovino lungo la direttrice di questi flussi, nel momento in cui questi volessero raggiungere il PNAL. Tali aree risultano comunque avere un peso strategico diverso rispetto a quello del Pollino, che presenta una domanda turistica con caratteristiche simili a quella del PNAL (turismo montano e natura) ma con una dinamica poco

positiva, al contrario invece di quanto accade, ad esempio a Matera e nel Metapontino. In termini invece di integrabilità tematica, la

valutazione restituisce risultati più o meno diversi a seconda dei segmenti di domanda. Per quanto concerne il turismo montano e sportivo

16

potrebbe essere percorribile innanzi tutto l’integrazione con il Pollino, che consentirebbe l’ampliamento dell’offerta di turismo invernale ma anche d’avventura, combinando lo sci di fondo e avventura con quello alpino. Da non scartare è anche l’integrazione con il Parco di Gallipoli Cognato che permetterebbe di offrire un prodotto per il turismo estivo più sfidante e adatto agli appassionati di montagna, ma anche agli sportivi e a quelli alla ricerca di avventura (qui si trova il Volo dell’Angelo, ossia un volo appesi ad un cavo d’acciaio tra le due stazioni di Pietrapertosa e Castelmezzano). Tali integrazioni richiedono comunque prima un miglioramento della fruibilità di piste e percorsi e soprattutto nel Pollino e nel PNAL una miglior messa a valore dell’offerta esistente, affinché le risorse diventino vere attrazioni. In termini invece di turismo natura, l’integrabilità potrebbe essere percorribile sia con il Pollino, sia con il Parco di Gallipoli Cognato sia con il territorio interno tra la costa ionica e i parchi; quest’ultima sarebbe tuttavia da preferire alle prime, in quanto si configura come una migliore soluzione win - win per entrambi i territori coinvolti: infatti la combinazione tra i punti di forza dell’area interna tra costa, Matera e Parco di Gallipoli Cognato (il paesaggio ben riconosciuto dei Calanchi) e quelli del PNAL (maggiore strutturazione sul fronte natura, peculiarità, prodotti tipici diversi e migliore capacità ricettiva) consentirebbe un rafforzamento dei key factors per entrambi i territori. A riguardo invece del turismo di scoperta, ancora una volta il territorio dietro la costa ionica presenta un assetto già in parte mobilizzato attraverso network diversi da quello turistico e la presenza di alcuni attrattori non naturali segnalati come significativi dalle guide, oltre che dei Parchi letterari; sarebbero inoltre possibili concept trasversali che includono anche l’offerta natura,

come le storie sui lupi e sui lupi mannari, tra l’altro riportate anche da Levi, che potrebbero costituire un elemento centrale per unire Parco letterario, specificità del PNAL (Museo del lupo, presenza dei lupi) e tradizione. Si ricorda che l’integrabilità qui discussa è funzionale al potenziamento della competitività del PNAL rispetto ai diversi prodotti/segmenti, attraverso un’integrazione win - win per i diversi partner, in cui anche il PNAL possa essere quindi un attore centrale. Non si esclude comunque che non possa essere verificata anche la fattibilità di un’altra tipologia di integrazione basata invece su iniziative più semplici di alleanza e co - marketing, in cui però il Parco può risultare secondario rispetto ad altri partner più forti. Infine la valutazione strategica dei prodotti ha condotto alla definizione delle due matrici di seguito proposte. È doveroso precisare che la posizione in colonna si basa sulle seguenti considerazioni, derivanti dalla stima della domanda attuale e potenziale8:

• la domanda potenziale di turismo religioso proprio è di poco conto;

• il turismo montano è stimato in circa 19.000 arrivi nel PNAL;

• la domanda complessiva per il prodotto “natura” (escursionisti, residenti, scolaresche, turisti con altre motivazioni ma con propensione a questa fruizione del territorio e turisti natura veri e propri) è stimata in 250.000 visitatori potenziali, cui si aggiungono altri 50.000 potenziali arrivi di

8 Si specifica che con domanda potenziale si fa riferimento in questa sede a quella domanda sensibile e attiva rispetto a forme di fruizione naturalistica e culturale/di scoperta all’interno di un determinato bacino di riferimento, escludendo chi è invece non o molto poco interessato a questo tipo di offerte. La domanda potenziale stimata nei successivi paragrafi rappresenta quindi la dimensione complessiva del mercato, non una “previsione” del numero dei visitatori che frequenteranno il PNAL nel prossimo futuro.

17

turisti natura nei prossimi 5 anni;9 • la domanda complessiva per il prodotto

“scoperta” (escursionisti, residenti, scolaresche, turisti con altre motivazioni ma con propensione a questa fruizione del territorio e turisti di scoperta veri e propri) è stimata in circa 350.000 visitatori potenziali, cui si aggiungono altri 164.000 potenziali arrivi di turisti “di scoperta” nei prossimi 5 anni. 10

9 La domanda potenziale del turismo natura per il PNAL è stata stimata a partire dai seguenti elementi:1. Il numero attuale di turisti natura italiani e stranieri in Italia (in termini di arrivi) stimato a partire da:• il dato sugli arrivi ufficiali in Italia fornito dall’ISTAT -

Movimento clienti negli esercizi ricettivi (2010153);• la quota di viaggi effettuati dagli italiani associabili al turismo

natura, derivante dall’indagine ISTAT – Viaggi e vacanze degli Italiani (2011), per la stima della domanda di turisti natura italiani;

• la quota di turisti stranieri che svolgono in Italia vacanze associabili al turismo natura, derivante dall’indagine di Banca d’Italia - Indagine sul turismo internazionale dell’Italia (2011), per la stima della domanda di turisti stranieri in Italia

• la previsione della domanda di turisti natura in Italia nei prossimi dieci anni, applicando il tasso di incremento medio annuo del turismo natura a livello europeo (10%), desunto dai principali studi in materia

2. L’utilizzo del modello di diffusione dell’innovazione (Rogers E. M. (1962). Diffusion of Innovations. (1st edition). The Free Press, New York) in quanto il PNAL, dato il suo ciclo di vita(recente istituzione, ancora scarsa conoscenza tra il pubblico, domanda eco turistica limitata), può essere considerato un prodotto nuovo rispetto ad altri concorrenti la cui offerta è già consolidata nel mercato: si ritiene che nei prossimi 5 anni possa attrarre non il totale del mercato del turismo natura in Italia ma al massimo una domanda composta prevalentemente da turisti natura innovatori, ossia quelli che sono più propensi a provare un’attrazione nuova come il PNAL. Va sottolineato che, secondo questo modello, la probabilità di acquisire tutto o solo in parte il segmento degli innovatori e la velocità nel passare dalla categoria degli innovatori alle altre caratterizzate da un maggiore carattere imitativo, e di aumentare così la quota di mercato rispetto ai concorrenti, dipende dalla capacità del prodotto – in questo caso il PNAL stesso – di organizzare e promuovere la propria offerta sul mercato.

10 La domanda potenziale di turismo di scoperta per il PNAL è stata quindi stimata a partire dai seguenti elementi.1. Il numero attuale di turisti di scoperta italiani e stranieri in Italia (in termini di arrivi) stimato a partire da una metodologia CISET che:• considerando le principali destinazioni italiane (Toscana,

Marche, Umbria, Campania e Sicilia) nelle quali è diffusa tale forma di turismo, stima il movimento associabile al turismo di scoperta in Italia a partire dagli arrivi nelle destinazioni prese in considerazione (escludendo gli arrivi in località balneari e montane, il turismo urbano - se non per eventuali quote di questi che, pernottando in città o al mare, appartengano a questo

Senza alcuna integrazione con altri elementi del territorio circostante, la situazione del PNAL è piuttosto positiva da un punto di vista di domanda, avendo due segmenti con un bacino potenziale in crescita (scoperta e natura); tuttavia, come si ha già avuto modo di osservare, risulta più complessa dal punto di vista dei fattori chiave. Tenendo invece conto delle possibilità di integrazione con altre aree, la dotazione del PNAL migliora e si configurano come prodotti a maggiore potenzialità il montano e il turismo di scoperta. Anche se in misura minore, migliora la situazione anche del prodotto natura grazie da un lato all’integrazione tra le specificità e la maggiore strutturazione del PNAL con alcune evidenze paesaggistiche ora più riconosciute; dall’altro all’aggregazione di aree più immediatamente limitrofe a zone ove si trovano ampi bacini di domanda.

2.2 Percorsi strategici di sviluppo: considerazioni sul ruolo della Carta europea del turismo sostenibile sull’integrazione con il Parco Regionale Gallipoli Cognato e con l’area costiera e sul segmento business Oltre ai risultati dell’analisi di cui ai punti precedenti, anche le ricerche condotte da FEEM negli ultimi anni, in particolare quelle sull’analisi della consistenza dei flussi turistici attualmente

segmento/linea di prodotto - , quelli con motivazione business) e tenendo conto, dove vi siano dati ancor più dettagliati, della quota specifica di arrivi connessi a questa specifica motivazione.

• la previsione della domanda di turisti di scoperta in Italia nei prossimi dieci anni, applicando il tasso di incremento medio annuo del turismo di scoperta a livello europeo e italiano (4%), derivante da studi CISET.

• L’applicazione del modello della diffusione dell’innovazione (si veda la nota precedente), seguendo lo stesso ragionamento adottato per la stima della domanda di turismo natura.

18

presenti nei comuni del Parco e dell’offerta (in termini di risorse e di servizi per il turista) fanno emergere alcune altre considerazioni relative alle strategie da mettere in campo per uno sviluppo competitivo del turismo in quest’area.11 La concentrazione dei flussi, delle risorse e dei diversi servizi turistici evidenzia la presenza di tre poli maggiormente suscettibili di sviluppo turistico.

11A.Bencivenga, M.Breil, M.Cassinelli, L. Chiarullo, A.Percoco (2011), Le potenzialità turistiche di un’area protetta tra natura e energia:il parco nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, XXXII Conferenza Italiana di Scienze Regionali.

Scoperta

Natura

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Religioso

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DOTAZIONE FATTORI CHIAVE

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DOTAZIONE FATTORI CHIAVE

Graf.5 - Valutazione strategica dei prodotti del PNAL senza integrazioni con altre aree

Graf.4 - Movimento Turistico per mese - presenze

Graf.6 - Valutazione strategica dei prodotti del PNAL con integrazioni con altre aree

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Val Camastra LagonegreseVal d’Agri

Il primo gravita intorno all’area di Viggiano e di Grumento Nova, dove si registra la maggiore concentrazione di posti letto, prevalentemente nel comparto alberghiero. L’utilizzo di queste strutture ricettive qui avviene prevalentemente a opera della domanda di turismo business e di lavoro, legata allo stabilimento petrolifero di Viggiano. Tale componente di domanda è integrata da un’altra a carattere più leisure, connessa prevalentemente al turismo montano. Il secondo polo può essere individuato intorno all’area di Pignola, comune della Val Camastra

Graf.5 - Valutazione strategica dei prodotti del PNAL senza integrazioni con altre aree

Graf.6- Valutazione strategica dei prodotti del PNAL con integrazioni con altre aree

19

connotato da una buona consistenza dell’offerta ricettiva. Anche quest’area si caratterizza per una doppia valenza: da un lato il turismo montano e dall’altro il turismo business, legato in parte all’attività estrattiva e in parte alle attività industriali dell’area di Tito. Infine, il terzo polo si sviluppa attorno ai comuni di Lagonegro e Lauria, dove si registra una domanda prevalentemente leisure legata d’estate ai turisti balneari di Maratea. A questa domanda balneare se ne aggiunge una di tipo montano sviluppata d’estate e in parte d’inverno per la presenza del comprensorio del Sirino. Ne consegue, quindi, l’assenza di una fruizione del territorio da parte di veri e propri turisti naturalistici. Escludendo, per ovvi motivi, i turisti business, nemmeno quelli della montagna possono essere propriamente qualificati come turisti verdi, dato che le attività da essi svolte - sci, passeggiate e escursioni - non sono sufficienti per farli rientrare nella definizione di “turisti natura”. Sembra trattarsi piuttosto di una fruizione di montagna piuttosto tradizionale e di un turismo “di passaggio” verso la costa ionica o “di sponda” alla stessa. Rispetto a quello che ci si potrebbe attendere da un’area protetta, allo stato attuale le direttrici più fattibili di sviluppo turistico del Parco appaiono legate non tanto al turismo natura, quanto alla presenza della domanda business e alle potenzialità espresse dall’area rispetto al turismo di scoperta.

2.2.1 La Carta Europea del Turismo Sostenibile Una buona occasione per definire una strategia di sviluppo turistico di medio - lungo periodo è rappresentata dal percorso intrapreso dal Parco per aderire alla Carta Europea del Turismo Sostenibile nelle aree protette, un processo attraverso il quale tutti i diversi attori del territorio si impegnano a partecipare e cooperare per la

definizione e la realizzazione di azioni e progetti coerenti con i principi del turismo sostenibile. Una maggiore qualificazione del sistema ricettivo, in funzione delle caratteristiche dei segmenti di turisti che visitano il Parco, ad esempio, e la definizione di prodotti turistici specifici possono rappresentare possibili temi intorno a cui costruire la strategia di sviluppo sostenibile del settore turistico locale, così come già avvenuto in altre aree protette (Parco Naturale delle Alpi Marittime). Allo stesso tempo, la Carta Europea del Turismo Sostenibile conferisce al Parco una vera e propria “certificazione del territorio”, che lo connota come area particolarmente impegnata nella tutela dell’ambiente e nella pratica del turismo sostenibile. In quest’ottica, l’implementazione di azioni finalizzate a realizzare le potenzialità eco turistiche del Parco può renderlo più appetibile agli occhi dei turisti natura, che si muovono mossi dalla volontà di vivere un’esperienza di ritorno alla natura e alle cose semplici. All’interesse per la natura questa tipologia di turisti associa anche la pratica sportiva; dal Rapporto Ecotur (Osservatorio Permanente sul Turismo Natura, 2011) emerge come l’attività maggiormente praticata sia dai turisti italiani sia da quelli stranieri consista infatti nella pratica sportiva (42% di preferenze per gli italiani e 37% per gli stranieri), in particolare - in ordine di importanza - il trekking, la mountain bike, l’equitazione, il ciclismo su strada, il rafting fluviale, il canottaggio e il kajak. Inoltre, mentre gli italiani prediligono anche la degustazione di piatti e prodotti enogastronomici tipici locali (19% di preferenze) e il relax (16%), gli stranieri preferiscono, oltre all’attività sportiva, la visita ai centri storici e ai borghi (20%) e le passeggiate nella natura (19%). Simili risultati sono ottenuti anche da un altro studio, secondo il quale solo il

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15% dei turisti in vacanza in un Parco è interessato ad attività di osservazione/esplorazione della natura (es. bird-watching), mentre il restante 85% opta per attività ludiche, come lo sport (25%) o i percorsi enogastronomici (27%) (Fondazione Univerde 2012). Anche rispetto a queste ultime considerazioni bisogna evidenziare come il Parco non riesca ancora a proporre un prodotto turistico chiaramente distinguibile e in grado di soddisfare le esigenze del turista di scoperta, pur rappresentato nel territorio oggetto di studio.

2.2.2 L’integrazione con Gallipoli Cognato e l’alleanza con la Costa ionica Le informazioni relative alle scelte effettuate dai turisti leisure (77% sul totale) presenti in Val Camastra evidenziano l’esistenza di un consistente flusso in uscita verso il Parco Gallipoli Cognato e le Dolomiti Lucane, un’area dotata di un buon posizionamento sul mercato turistico, anche internazionale, e di una notevole riconoscibilità. Da un punto di vista geografico, il Parco Regionale di Gallipoli Cognato e delle Piccole Dolomiti è attiguo alla Val Camastra, per questo potrebbe rappresentare una “locomotiva” cui il Parco Appennino Lucano potrebbe ipotizzare di agganciarsi per una proposta di integrabilità. Rispetto al Parco Nazionale Appennino Lucano, il Parco di Gallipoli Cognato presenta un gap notevole in termini di offerta culturale e, soprattutto, di servizi di ricettività, tanto da mettere in campo una possibile cooperazione con il Vulture, altro territorio dotato di un notevole potenziale turistico. Nell’ottica di perseguire un riequilibrio e una sorta di compensazione tra i due territori contigui, si potrebbe ipotizzare un percorso di integrazione nel sistema di offerta dei due Parchi, dove il Parco Nazionale potrebbe svolgere un ruolo di

protagonista in termini di dotazione di strutture per l’accoglienza turistica e di offerta culturale, facendo, però, leva sulla notorietà raggiunta dal Parco Regionale in virtù della presenza di un attrattore di nuova generazione (Volo dell’Angelo). Un’altra potenzialità potrebbe essere offerta dalla necessità espressa dalla Costa Ionica di destagionalizzare, per far fronte al fenomeno di sovraffollamento estivo e di abbandono delle aree interne, nel resto dell’anno. Infatti a quest’area, densamente turistica nel periodo estivo e dotata di un buon posizionamento in termini di visibilità e di domanda sia domestica che straniera (nei soli mesi di luglio e agosto si registra sulla fascia ionica oltre la metà dei pernottamenti dell’intero anno), si contrappone il territorio montano dell’entroterra, turisticamente in una fase esplorativa con potenzialità da mettere ancora a valore. Un binomio possibile per la ricchezza di risorse ambientali e naturalistiche, di eventi culturali, occasioni enogastronomiche, presenze storiche ed archeologiche di grande rilievo che possono contribuire a definire un nuovo prodotto turistico integrato. Tali presupposti da un lato e la possibile integrazione geografica dall’altro permettono di ipotizzare uno sviluppo congiunto del comprensorio “mare - montagna”, integrazione capace di garantire un product mix in linea con le richieste del mercato turistico post moderno, interessato a un’offerta che coniughi qualità dei servizi, tipicità dell’offerta e unicità dell’esperienza. Al fine di verificare il reale interesse dei turisti verso un prodotto d’integrazione, la Fondazione Eni Enrico Mattei ha condotto un’indagine pilota sul territorio costiero lucano, che ha restituito informazioni di tipo qualitativo. Sono stati somministrati, nei mesi estivi del 2012 (giugno -s ettembre), 157 questionari ai turisti balneari. Dall’indagine è emerso che il turista - tipo

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Fig.2 - Castelmezzano, Parco Regionale di Gallipoli Cognato e delle Dolomiti lucane

Fig.3 - Montagne valligiane

22Fig. 5 - Il Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, panorama da Viggiano

Fig.4 - Panorama valligiano - Marsicovetere

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intercettato sulla fascia metapontina si dichiara propenso ad effettuare una vacanza nell’entroterra che abbia alla base la scoperta del patrimonio storico - culturale e naturalistico dell’area e che includa la pratica di attività sportive, il pernottamento in borghi caratteristici e la degustazione di prodotti tipici.Conditio sine qua non per la fruibilità del prodotto è la durata dello spostamento per raggiungere le località dell’entroterra, tra i 50 min e le 2 ore. Da tale punto di vista un punto di forza si evidenzia nella presenza dell’arteria viaria SS598, di collegamento diretto tra la costa e l’entroterra che consentirebbe un rapido spostamento dei flussi turistici. Considerando da un lato i dati dell’indagine condotta e dall’altro il dato sul comportamento della domanda business presente nel PNAL che, in certa misura, generalmente si sposta verso il Metapontino per motivi leisure, si comprende come un prodotto integrato potrebbe dare il valore aggiunto all’attuale sistema turistico del Parco, ponendosi come obiettivo non tanto e non solo la valorizzazione e la promozione del giacimento di risorse locali, quanto, contestualmente, l’attivazione di esternalità indotte dell’integrazione di tali potenzialità.

2.2.3 Il possibile ruolo strategico

del segmento business Come noto il segmento business può generare impatti ed esternalità positive per una destinazione turistica. In primo luogo perchè il turista business richiede servizi di elevata qualità sia rispetto alla ricettività che alla ristorazione, oltre a caratterizzarsi per una domanda di servizi a valore aggiunto (comunicazioni, trasporto, servizi per la fruizione di risorse artistiche e culturali, servizi per il leisure ecc.). Si tratta, quindi, di un segmento ad elevata profittabilità, se si considera che la

spesa media giornaliera dei turisti business è pari a tre volte quella di un viaggiatore per vacanza, secondo studi internazionali (Davidson e Cope, 2002). Inoltre questo segmento, che si distribuisce durante tutto l’arco dell’anno, si configura come complementare rispetto al segmento vacanze, e in grado pertanto di ridurre la stagionalità, con benefici per la sostenibilità del settore turistico, per la qualità ambientale, per la redditività, per lo sviluppo imprenditoriale e infine per il miglioramento delle relazioni residenti/turisti e turismo/economia locale. Il turismo business induce effetti positivi anche sul piano aziendale; in generale esso genera un aumento del tasso di utilizzo delle strutture e stimola l’innovazione migliorando il posizionamento anche rispetto alle nuove esigenze della domanda di ospitalità per vacanze. Le imprese attive nei segmenti tradizionali possono, quindi, perseguire politiche volte al miglioramento qualitativo delle strutture ricettive utilizzando le maggiori risorse finanziarie derivanti dall’integrazione dei due segmenti. Infine, non va sottovalutato il ruolo che il segmento business può svolgere in termini di marketing territoriale. La visita di un luogo per motivi di lavoro influenza positivamente la scelta della destinazione per le proprie vacanze. Diverse indagini hanno dimostrato che la conoscenza di una località durante un viaggio di lavoro ne favorisce la visita anche in qualità di turisti (spesso assieme ai propri familiari). In particolare, la British Tourism Authority ha condotto una ricerca da cui è emerso che in Gran Bretagna il 40% dei viaggiatori sceglie, per le proprie vacanze con la famiglia, una destinazione che ha visitato in precedenza per motivi di lavoro (Davidson e Cope 2003).

In Val d’Agri la presenza di attività di upstream petrolifero e del Distretto Meridionale di Eni,

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divisione exploration & production, origina un flusso considerevole di turisti business generando indotto in diversi settori dell’economia locale. Dai dati derivati dal Bilancio di Sostenibilità di Eni si evince che tra dipendenti diretti e occupati indiretti, ovvero dipendenti della catena di fornitura, sono circa 1630 le unità lavorative esterne al territorio (dati al 31 agosto 2012). Oltre a queste vi è poi un numero non trascurabile di dipendenti (operai, dirigenti, ecc.) che, pur non essendo occupati in maniera continuativa sul territorio, vi soggiornano per brevi periodi.

Questa segmento turistico potrebbe, quindi, rappresentare una notevole potenzialità per lo sviluppo turistico della Val d’Agri e del Parco stesso. Date queste premesse la FEEM ha avviato nel 2013 un filone di ricerca sul fenomeno del turismo di lavoro in Val d’Agri con l’obiettivo di conoscerne le dinamiche, stimare - mediante il sistema input - output - il ritorno economico originato sul territorio e analizzare, attraverso un’indagine diretta su campione, il comportamento turistico e le propensioni leisure di tale categoria.

Fig. 6 - Turismo business - operai e ingegneri nel parcheggio del Centro Olio Val d’Agri, Viggiano

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Conclusioni

L’intero impianto metodologico impiegato ha il merito di fondarsi su un approccio che mette in relazione domanda e offerta, integrando cioè a diversi livelli valutazioni sulla capacità di attrattiva delle risorse e non solo sul loro valore intrinseco, sulla configurazione delle risorse materiali e semiotiche, sul potenziale di mobilizzazione, sull’offerta di altri territori limitrofi, sulla domanda attuale e potenziale rispetto a diversi prodotti/segmenti. Tale approccio ha quindi permesso di giungere ai risultati sopra descritti e a definire la fattibilità di alcuni possibili percorsi di sviluppo turistico. Si è delineato così un quadro molto più completo e esaustivo e linee di indirizzo molto più percorribili rispetto a quanto si sarebbe probabilmente pervenuti con una semplice analisi limitata alle sole risorse del Parco. In particolare, al contrario di quello che ci si sarebbe potuto aspettare avendo a che fare con un’area naturalistica protetta, l’approccio impiegato ha evidenziato che il turismo natura non è il prodotto con le maggiori potenzialità e quindi quello maggiormente sviluppabile, in tempi brevi, per il PNAL. Lo sviluppo del turismo natura richiede infatti un potenziamento in senso competitivo del Parco, con una messa a valore più ampia delle risorse e una proposta di itinerari più differenziati, possibilità di sport avventura, gite, pacchetti, attività per famiglie e scuole, fermo restando comunque che il territorio appare come meno connotato rispetto ad altre aree limitrofe. È piuttosto il turismo di scoperta, maggiormente legato agli aspetti storico - culturali, ai prodotti enogastronomici e artigianali tipici, ai piccoli borghi, a configurarsi come il prodotto maggiormente sviluppabile, sia per la dotazione di fattori chiave sia per l’entità della domanda

potenziale, che anche se non arriva a cifre enormi è prevista in crescita e già rappresenta più del 15% dei turisti del PNAL. La fruizione “da paesaggio culturale” (Meneghello, Montaguti e Manenente, 2011) consentirebbe infatti di valorizzare i prodotti tipici e l’enogastronomia, che costituiscono proprio una delle caratteristiche più distintive dell’area Parco - forse più dell’aspetto naturalistico - insieme alle tradizioni, anche religiose, alle feste e alle sagre - altri elementi riconosciuti come piuttosto diversificanti per quest’area rispetto al territorio limitrofo. Il turismo di scoperta è inoltre estremamente interessante dato che la proposta di itinerari naturalistici, gite guidate, visite a musei e centri dedicati al patrimonio naturalistico entrano comunque a pieno titolo come attività in una esperienza di questo tipo.

In secondo luogo la valutazione, in particolare quella di integrabilità, ha evidenziato che il percorso di sviluppo non si dovrebbe limitare alla sola valorizzazione delle risorse ma dovrebbe fondarsi sulla costruzione sull’integrazione vera e propria di altri elementi - ora assenti - a completamento dell’offerta e che si trovano però all’esterno dei confini dell’area protetta, o, in seconda battuta, sulla costruzione di alleanze strategiche, come quella con la costa ionica. Proprio la valutazione di integrabilità ha fornito risultati interessanti in merito alla dotazione dei key factors necessari per potenziare la competitività del PNAL rispetto ai diversi prodotti/segmenti. Le possibilità con cui concretizzare queste integrazioni sono molteplici e vanno da una semplice proposta virtuale o di informazione ad accordi più o meno formali, con le altre aree per la creazione di concept e proposte. Ciò che è interessante osservare è che le integrazioni vere

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Conferenze e conferimentiBox 1

Il lavoro di FEEM e CISET è stato presentato con un paper dal titolo “Per un assessment concreto della potenzialità turistica di un’area protetta”1 alla XXXIV Conferenza scientifica annuale A.I.S.Re., tenutosi a Palermo il 2 e 3 settembre 2013.A.I.S.Re.2 (Associazione Italiana di Scienze Regionali) ha come obiettivo lo sviluppo dell’attività scientifica di ricerca, formazione e divulgazione a partire dalle discipline delle Scienze regionali.Grazie alle conferenze indette annualmente, si indagano diversi argomenti e problemi a livello regionale, portando alla luce nuovi metodi, strumenti e tecniche nell’ambito di tali scienze. Inoltre l’associazione si propone di creare e implementare contatti nazionali e internazionali fra studiosi, professionisti e enti del settore, oltre alla divulgazione di paper e ricerche scientifici innovativi. L’argomento della Conferenza 2013 è stato “Crescita economica e reti regionali: nuove industrie e sostenibilità”. Di seguito l’abstract dell’intervento congiunto FEEM - CISET.Abstract3_Il turismo, in particolare il turismo natura, può rappresentare un’attività di grande interesse per le aree protette, in grado di valorizzare il patrimonio di risorse locali, promuovere lo sviluppo locale e rilanciare l’occupazione.

1 Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica: Erica Mingotto ([email protected]); Federica Montaguti ([email protected]) Fondazione Eni Enrico Mattei: Angelo Bencivenga ([email protected]), Livio Chiarullo ([email protected]) , Paloma D’Alterio Vollaro ([email protected]), Marcella Defilippo ([email protected]), Angela Pepe([email protected]), Annalisa Percoco [email protected] 2 www.aisre.it/3 www.grupposervizioambiente.it/aisre_sito/doc/papers/De%20Filippo.pdf

Ciò nonostante, non sempre la sola dotazione di risorse naturali costituisce una garanzia della capacità di attrarre flussi turistici e flussi di turisti natura in particolare. Si pongono cioè dei limiti legati alla capacità d’attrattiva delle risorse presenti e al grado di competitività del parco rispetto ai possibili competitors (altri parchi naturali o aree in grado di movimentare la stessa domanda): il turista, infatti, può ritenere sostitutive esperienze anche molto diverse e il suo comportamento muta in funzione della configurazione delle risorse fisiche e semiotiche della destinazione.Da tale prospettiva il Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese può essere considerato un caso esemplare.Obiettivo di questo lavoro è mostrare come l’utilizzo di un approccio che metta in relazione domanda e offerta evidenzi problematiche altrimenti sottovalutate, evitando il rischio di definire una strategia di sviluppo poco o per nulla percorribile sulla base di assunzioni derivate da un’analisi limitata alle sole risorse.Tale approccio ha permesso di condurre una valutazione comparativa e di integrabilità (geografica e tematica) delle attrattive attualmente espresse dal parco con altre aree e infine la valutazione strategica dei segmenti/prodotti in relazione sia alla domanda potenziale sia alla dotazione di fattori chiave, attraverso un adattamento della matrice di McKinsey, poco applicata al settore del turismo.È così emerso che il prodotto maggiormente sviluppabile per il parco non è, come si potrebbe pensare, il turismo natura, quanto il turismo di scoperta.

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Sulla base di tale risultato, è stata condotta l’analisi di integrabilità al fine di identificare, nel territorio circostante, elementi utili al miglioramento della competitività del parco su alcuni key factors relativi ai diversi prodotti/segmenti.Nello specifico, è stata verificata la fattibilità di integrazione tra i comuni balneari e non del Metapontino con quelli del parco, attraverso un’indagine sul campo realizzata mediante la somministrazione di un questionario a un campione di turisti intercettati lungo la costa, con l’obiettivo di individuare l’esistenza di una domanda potenziale per il prodotto integrato.

Altro evento importante del 2013 è stato il riconoscimento del certificato CETS4 al Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese. Il 7 novembre al Parlamento Europeo di Bruxelles, il presidente di Europarc Federation ha consegnato Il Certificato al presidente del Parco, Domenico Totaro. Durante l’incontro sono state proiettate le immagini del Parco.

4 www.parcoappenninolucano.it/novdettaglio.php?id=24318

Fig. 7 - Locandina evento. Fonte: www.aisre.it/

e proprie proposte (escludendo quindi alleanze strategiche) sono state concepite in modo da avere un carattere win - win per entrambe le parti, in modo che il territorio del PNAL possa beneficiare dei punti di forza di altre aree, mettendo a sua volta a disposizione i suoi elementi di vantaggio in termini soprattutto di capacità ricettiva, anche diversificata, strutturazione e organizzazione.

In conclusione si può affermare che l’approccio metodologico impiegato, basato nell’ordine sulla valutazione comparativa, di integrabilità e strategica dei prodotti cerca di ridurre il rischio di definire obiettivi di sviluppo poco o per nulla realistici, basati su assunzioni e risultati parziali fondati esclusivamente su un approccio “da offerta” o “da risorsa” e che non tengono conto delle attività e degli interessi della domanda.

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Introduzione

1. La ricerca e l’analisi

2. L’indagine sul campo

3. Il progetto in breve

4. La collaborazione apulo-lucana

Gli scenari futuri

Box 2 Green Road Puglia

Box 3 100 Cascine

Box 4 Ecomondo

Nella foto: stand Green Road ad ECOMONDO

CAPITOLO 3 - Green Road: Puglia e Basilcata insieme ad ECOMONDO

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IntroduzioneTra il 2012 e il 2013 la Fondazione Eni Enrico Mattei ha iniziato ad analizzare le dinamiche e le caratteristiche del turismo presente nella fascia costiera e nell’entroterra della Basilicata. Lo studio ha evidenziato la presenza nella costa di un bacino consistente di utenti, particolarmente radicato nell’area metapontina, vincolato però a un’elevata stagionalità e a un’offerta prevalentemente balneare. A quest’area densamente turistica nel periodo estivo si contrappone il territorio montano dell’entroterra, turisticamente in fase esplorativa, con deboli flussi turistici ma con potenzialità ancora da mettere a valore.

1. La ricerca e l’analisi1

La FEEM a seguito di tale analisi si è interrogata sul rapporto tra turismo costiero e turismo dell’entroterra e sull’ipotesi di un’integrazione d’offerta delle due aree. Lo studio di best practice nazionali e internazionali ha evidenziato l’attitudine di diversi territori costieri a potenziare la propria offerta mediante itinerari di connessione tra i porti turistici e le aree interne. Tali itinerari si propongono da un lato come volano di riequilibrio e di sviluppo dei flussi attuali, dall’altro come laboratorio di sperimentazione di nuove forme di turismo che tengono conto del potenziale di attrazione delle zone rurali in ottica green.

1 Si veda precedente versione “Turismo sostenibile e sviluppo locale” per un dettaglio del progetto Green Road Basilicata

2. L’indagine sul campoL’ente di ricerca ha quindi avviato un’indagine sul campo, tra i turisti balneari, al fine di sondare il reale interesse verso un prodotto integrato “mare - montagna” e definirne le caratteristiche appetibili per il mercato. L’indagine ha evidenziato un generale consenso per questa tipologia di integrazione, in particolare i turisti hanno dichiarato la loro propensione verso un prodotto che abbia alla base la scoperta del patrimonio storico - culturale e naturalistico dell’area e che includa la pratica di attività sportive, il pernottamento in borghi caratteristici e la degustazione di prodotti tipici.

3. Il progetto in breveLa raccolta di tali informazioni, oltre che lo studio dei key factors dell’offerta turistica delle due aree, ha permesso alla FEEM la strutturazione di due itinerari turistici, a tematica naturalistica e culturale, che corrono lungo l’arteria viaria SS598 (Fondovalle dell’Agri) - di connessione tra la Costa Ionica e l’entroterra della Val d’Agri e Val Camastra, aree incluse nel Parco Nazionale Appennino Lucano - toccando le emergenze più interessanti dei centri rurali che su questa si affacciano. La progettazione lucana ha avuto come contrappunto il progetto Green Road Puglia, promosso dal Gal Colline Ioniche, il quale mira a valorizzare il territorio immediatamente retrostante la costa tarantina e in particolare l’area delle Gravine e delle Masserie pugliesi fino ai lidi di Pulsano.

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4. La collaborazione apulo - lucanaGli obiettivi comuni e la consapevolezza che la chiave di volta dello sviluppo turistico è la capacità di lavorare in rete ha portato i due enti a stabilire azioni sinergiche per la promozione dei due prodotti turistici.Il primo frutto della collaborazione tra la Fondazione Eni Enrico Mattei e il Gal Colline Joniche di Grottaglie è la presentazione congiunta di Green Road Basilicata e Green Road Puglia alla manifestazione ECOMONDO di Rimini, la più accreditata piattaforma per il bacino del Sud Europa e del Mediterraneo per la valorizzazione e il riuso dei materiali e per Green Economy. I due progetti sono stati proposti agli operatori del settore presso lo stand dedicato a Green Road nel padiglione di “Città Sostenibile” e nel corso del convegno “Green Economy e sostenibilità: fattori chiave per il rilancio del turismo”.

In particolare, durante la manifestazione sono state presentate per la Basilicata le due proposte di itinerario incentrate sul tema della Natura, della Storia e del Cineturismo, nel pieno rispetto dello sviluppo sostenibile ambientale. Green Road Basilicata è stato proposto come un racconto delle leggende locali, una ricostruzione di eventi e di storie popolari, di musica e di mestieri, un viaggio “geografico” dai litorali dorati della costa ai suggestivi paesaggi dei calanchi di Aliano, passando dai borghi antichi dei comuni del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, fino alle vette delle montagne di Viggiano, un paesaggio che ha in sé le potenzialità di un importante sviluppo turistico nell’ottica di valorizzazione dell’esistente. Una tipica destinazione “green” in grado di rispondere ad un’offerta di turismo che mira a coniugare la fruizione del patrimonio ambientale

alla possibilità di vivere una vacanza attiva in un mix di relax e autenticità.

Gli scenari futuriIn un contesto sempre più globalizzato, ciò che caratterizza e preserva i luoghi dalla decadenza e dall’abbandono, è la “biodiversità” di tradizioni, storie e paesaggi; la stratificazione di popolazioni e narrazioni; la trasmissione delle conoscenze materiali e immateriali dei territori ai visitatori. Come noto, la valorizzazione del “particolare” è uno degli elementi cardine sui quali si basa una progettazione di sviluppo turistico vincente e competitiva.Lo scenario attuale del turismo presenta, infatti, un mercato sempre più interessato ai temi del turismo slow, del turismo di conoscenza e del turismo emozionale, un mercato prevalentemente costituito da viaggiatori pionieri che si muovono alla ricerca di mete autentiche e non di massa, spinti da un “desiderio di comunità”.Il progetto Green Road dà valore aggiunto a tali assunti coniugandoli ai concetti di integrazione - tra territori, comunità e proposte di offerta - e di aggregazione - tra stakeholders locali e attori esterni -.I feedback positivi ricevuti dai visitatori di ECOMONDO e il consenso generale manifestato verso il progetto di cooperazione dimostrano l’efficacia della strategia messa in atto e aprono le porte a nuove possibili esperienze di rete2.Estendere la collaborazione ad altri attori è ciò che infatti, a nostro avviso, potenzierà il sistema. A tale scopo nel corso del convegno “Green Economy e sostenibilità: fattori chiave per il rilancio del turismo”, la FEEM e il Gal Colline Ioniche hanno intrapreso un percorso di scambio di conoscenze ed esperienze con l’Associazione lombarda 100

2 Vedi Box 4

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Cascine, promotrice del progetto “Le ambasciate dell’EXPO. Una rete di cascine diffuse sul territorio

per un Expo sostenibile”, con l’intento di estendere la rete di collaborazione anche nel Nord Italia.

Box 2

BASILICATA

Mar Ionio

PUGLIA

Campania

Calabria

GREEN ROAD PUGLIA3

Progetto sviluppato da GAL Colline Joniche ha come obiettivo lo sviluppo e la valorizzazione del territorio partendo da un turismo sostenibile e responsabile basato sulla Green Economy e la realizzazione di un clima collaborativo fra professionisti di diversi settori (agricoltura, turismo, artigianato e commercio) con l’obiettivo di creare un percorso unico e irripetibile, che si caratterizza in 4 principali declinazioni F.A.M.E. (Food, Art, Move, Energy) alla scoperta dei tesori dell’entroterra tarantino.

3 www.greenroad.it/

Nel corso della manifestazione il Gruppo di Azione Locale pugliese, ha ampliato il suo network di cooperazione, mediante la stipula di un protocollo d’intesa, con l’associazione lombarda 100 Cascine e l’associazione Sherwood di Grottaglie. Con la prima attiverà un progetto al fine di realizzare, alla stregua di quanto già fatto con le masserie, un percorso di valorizzazione fra le cascine lombarde; con la seconda lavorerà sulla mobilità sostenibile nell’iniziativa di promozione “Semplicemente pedalando”.

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ECOMONDO

Fiera che si tiene a Rimini, giunta alla 17^ edizione, è il più importante evento italiano dedicato alla Green economy e al riuso e riciclo dei materiali. Il mix fra un aspetto di tipo più commerciale e quello più tecnico scientifico, oltre alla particolare attenzione alle innovazioni, fa di ECOMONDO una manifestazione di notevole rilevanza5. Focus di quest’anno sono state le “Smart cities and communities”, presentate durante gli eventi, i seminari e i laboratori

5 www.ecomondo.com/fiera/presentazione.asp

Box 4

Box 3100 CASCINE4

Il progetto mira a recuperare un territorio edile e agricolo ormai in decadenza, con l’obiettivo di far rivivere luoghi dismessi e soprattutto di rallentare il processo di cementificazione e consumo di suolo fortemente in atto. Parte del progetto si riferisce al possibile scenario in occasione dell’EXPO 2015 che porterà probabilmente alla saturazione del sistema

4 http://100cascine.it/pages-26-expo-in-cascina.html

ricettivo urbano. In tal senso si propone un sistema sostenibile che distribuisca i flussi di fruitori anche extra urbe, recuperando e convertendo le cascine in strutture per l’ospitalità, musei e uffici temporanei, servizi al turista, laboratori ecc. A EXPO terminata le cascine rimarranno come avamposto verso le aree periferiche e come aree rurali riattivate.

dell’innovazione organizzati nel padiglione dedicato a “la Città sostenibile6”, che tra gli altri ha accolto lo stand dedicato a Green Road Basilicata e Green Road Puglia.La FEEM, in collaborazione con il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, ha presentato ai visitatori gli itinerari Green e “il paniere di prodotti tipici del Parco”, Il Gal Colline Ioniche ha invece proposto il manuale FAME che illustra i principi base del vivere e del produrre Green.

6 www.cittasostenibile.net

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37

Fig. 1 - Pagina precedente, in alto a sinistra: illustrazione con i loghi e la forma dei percorsi di Green Road Puglia e Basilicata

Fig. 2 - Pagina precedente, a destra: manifesto Green Raad Puglia per Ecomondo. Nel manifesto viene presentato anche Green Road BasilicataFonte: http://www.ecomondo.com/

Fig. 3 - Pagina affianco, in alto: Fotografia dello stand con i prodotti tipici e turistici allestita ad Ecomondo

Fig. 4 - Pagina affianco, in basso: Fotografia dei prodotti tipici e delle brochure dei prodotti turistici lucani e pugliesi.

Introduzione

1. Inquadramento

2. Descrizione della Proposta del Parco 4.0

Conclusioni

Box 5 Learning Week

Box 6 Energia Rinnovabile e Turismo Sostenibile - 4^ edizione

Box 7 I Tesori delle Valli

Box 8 Collaborazione con le aziende locali

Box 9 Il MARU project, l’i.club e la creazione del Dry Food Cafè

Box 10 Le tesi magistrali e le università

Box 11 La collaborazione con Sviluppo Basilicata

Bibliografia e sitografia

Nella foto: scolaresca in visita alla Centrale idroelettrica di Tramutola

CAPITOLO 4 - enerAGRIa - Il Parco dell’Energia e le Learning Week

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Introduzione

Il progetto enerAGRIa, presentato nella sua prima versione nel 2011, ha subito in questi anni diverse evoluzioni progettuali.La prima versione presentava un Parco diffuso con installazioni ludico - didattiche e punti di interesse come centrali energetiche ed emergenze culturali, distribuite in 4 paesi della Val d’Agri.Successivamente, in enerAGRIa 2.0, alcuni paesi venuti a conoscenza del progetto hanno voluto offrire le emergenze energetiche e culturali presenti nel proprio territorio, portando i comuni coinvolti da 4 a 6, allargando il network dalla Val d’Agri alla Val Camastra e dimostrando come il Parco diffuso si possa facilmente implementare.enerAGRIa 3.0 ha avuto l’obiettivo di portare il progetto sul web attraverso la creazione di una pubblicazione digitale sul social network ISSUU FEEM Basilicata; l’ideazione di sito internet dedicato (www.eneragria.it) e di una voce del menu del portale Val d’Agri contenente gli itinerari energetici già percorribili; la creazione di un canale youtube contenente video-spot del tour energetico; infine, la realizzazione di animazioni grafiche 3D visibili con la realtà aumentata da brochure, oltre alla possibilità di scaricare le brochure digitali dal sito dedicato.

enerAGRIa 4.0 non si pone solo come un’estensione delle precedenti versioni, ma vuole creare nuovi scenari rinforzando il riutilizzo e/o la rifunzionalizzazione di edifici dismessi presenti sul territorio; creando un hub da cui partire e in cui introdurre il discorso energia; portando le nuove tecnologie più massicciamente negli allestimenti; allargando il target di riferimento anche a studenti universitari e specialisti dei settori energia, divulgazione, progettazione, ecc.; creando un’offerta mirata alla destagionalizzazione del

turismo; e, infine, utilizzando in modo maggiore e più efficace la realtà aumentata nella pubblicazione. Inoltre enerAGRIa 4.0 vedrà protagonista un altro paese, Brienza, che fungerà da connessione con la Val Melandro di cui fa parte.

1.Inquadramento1.1 Il Passaggio da materiale a immateriale

La società contemporanea vive una contraddizione in termini. Se un tempo la società si organizzava e si programmava intorno alla produzione di beni reali e tangibili, oggi non è più così. La produzione, infatti, riguarda più la creazione di servizi ed esperienze piuttosto che la realizzazione di beni veri e propri. Se poi si considera l’economia, ci si rende conto come essa ormai sia ben lontana da quella reale. In particolare si parla, in molti campi di ricerca, di un passaggio dal capitalismo tradizionale al capitalismo umano. Il capitale non è più il bene come può essere un prodotto, un gioiello o un edificio, bensì risiede nell’inventiva umana, nella capacità da parte delle persone di leggere la realtà e di proporre scenari per risolvere determinati problemi o per fornire delle soluzioni e delle nuove visioni, capaci di innovare ciò che ci circonda.Dunque si tratta di un passaggio da materiale a immateriale che pervade tutta la cultura contemporanea, con ricadute molto importanti anche nel mondo dell’educazione, della didattica e del lavoro.Si può affermare che stiamo vivendo un periodo rivoluzionario che dopo più di 3000 anni sposta l’equilibrio dall’avere all’essere. Una società basata sulle idee, ha bisogno

41

di un supporto più veloce di quello materiale per comunicare. Nel mondo contemporaneo, infatti, l’informazione corre alla velocità dell’aggiornamento in tempo reale grazie al digitale. Non a caso la tecnologia è stata la prima interprete, o forse la concausa, dello sviluppo della società immateriale. Essa è un supporto veloce e infinitamente malleabile, riconfigurabile, implementabile, in mano all’umanità. In poco tempo, con poche risorse, è possibile riadattare un ambiente: l’investimento iniziale è minimo, l’implementazione è un costo di gestione previsto ma ridotto.La tecnologia ha un ulteriore vantaggio: crea network. Grazie ad internet e a tutti i servizi, le app e i software nati intorno ad esso, le persone comunicano fra loro molto più velocemente, percorrendo enormi distanze in poco tempo. Da

qui un aumento della conoscenza delle diversità che diventano a loro volta ulteriore materiale innovativo, altro capitale immateriale in grado di generare scenari nuovi e provocatori.La conoscenza e l’esperienza passano così con maggiore naturalezza attraverso il linguaggio immateriale: utilizzando le tecnologie a disposizione piuttosto che limitarsi ai tradizionali supporti didattici, l’apprendimento diventa più completo e immersivo, catapultando i fruitori verso gradi di complessità e di lettura della realtà impensabili in passato.

“Gli strumenti della Società dell’Informazione

accelerano i processi cognitivi, ampliano la necessità di continuo confronto e aggiornamento, fino a incidere sulle metodologie della formazione e della ricerca. Cambia così il nostro rapporto con la conoscenza, la rete, in particolare, diviene un “turbo” del

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Fig. 1 - Illustrazione istruzioni per l’utilizzo della realtà aumentata Aurasma su smartphone e tablet

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capitale relazionale, andando a comporre, assieme al capitale umano e organizzativo, le tre dimensioni dell’intangibile. Da questo trinomio dipende il vantaggio competitivo e quindi il successo delle imprese più innovative».1

E il discorso è necessariamente riportabile all’allestimento museale didattico: è possibile quindi passare da supporti fisici materiali a tecnologie che permettono la presentazione di contenuti immateriali. Un software per la gestione di dati permette di avere i contenuti didattici aggiornabili ed implementabili in modo dinamico. I display possono mostrare diverse applicazioni adatte a diversi target come bambini, famiglie, professionisti, studenti evitando di dedicare numerosi spazi allestitivi, in termini di metri quadri. È da queste considerazioni che nasce il quarto capitolo di enerAGRIa. Si è pensato così di introdurre in maniera più innovativa e prorompente elementi tecnologi flessibili, immersivi e dalle notevoli capacità di adattamento. L’osservazione

1Roberto Panzarani, docente di Psicologia delle Organizzazioni presso l’Università dell’Aquila

che sempre più la tecnologia invade le nostre vite e influenza la nostra modalità di apprendimento e di esperienza, è stata la naturale evoluzione già embrionalmente intrapresa con enerAGRIa 2.0 e 3.0.

1.2 La destagionalizzazione dell’offerta

La scelta di potenziare l’utilizzo della tecnologia negli allestimenti ha consentito di riferirsi ad un target più ampio di fruitori permettendo di destagionalizzare l’offerta.Al turismo scolastico delle scuole primarie e secondarie (legato al periodo aprile-giugno) ed a quello culturale delle famiglie con bambini (che copre il weekend), si aggiungono il turismo business (già presente in Val d’Agri) e quello didattico legato all’alta formazione, coinvolgendo universitari e professionisti. Grazie all’offerta di workshop professionalizzanti e seminari, i nuovi target utilizzeranno la struttura durante i restanti giorni delle settimane lavorative, andando a completare il calendario. (Figura 2)

Fig. 2 - Illustrazione della stagionalizzazione grazie allargamento a nuovi target

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1.3 Le “radici” del Parco diffuso

La valorizzazione del territorio è uno dei principali obiettivi del progetto e viene perseguito a diversi gradi.I percorsi che uniscono le centrali, le emergenze e le manifestazioni energetiche presenti, si incrociano con i micro percorsi creati in ogni paese per mettere in luce i tesori culturali e architettonici del luogo. Inoltre ulteriori tour che completano l’offerta sono sempre reperibili lungo il tracciato.Ma vi è un’azione che unisce il progetto al territorio più delle altre: il recupero e/o la rifunzionalizzazione di edifici di pregio del territorio. Alcuni edifici storici sono già stati recuperati ma sono ancora in attesa di una precisa funzione; altri invece aspettano di essere recuperati almeno in parte; tutti sono spazi ideali per raccontare la storia fatta di cultura ed energia dei paesi che li ospitano. Sono edifici

profondamente radicati con i loro plinti nel territorio ed emanano i racconti e le tradizioni del luogo. La maggiore attenzione al recupero e alla rifunzionalizzazione di edifici storici e non, già iniziata con le precedenti versioni di enerAGRIa, è inoltre emersa nell’affrontare altri progetti di ricerca portati avanti da FEEM2 .

Inoltre, il confronto con alcuni attori locali, ha innescato la necessità di sviluppare altre proposte e scenari per enerAGRIa. Nasce da qui una proposta che media tra modalità di esposizione didattico - museale di tipo “statico”, quindi con un luogo - edificio centrale in cui si concentrano le attività principali, e quella del parco diffuso, quindi con un percorso che unisce diverse tappe dislocate nel territorio in corrispondenza e vicinanza delle centrali (impianti, fonti, ecc.) e/o dei borghi che li ospitano.

2 Si veda il progetto “Albergo Diffuso”, Capitolo 5.2

Fig. 3 - Convento di San Domenico, Montemurro

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2. Descrizione della Proposta del Parco 4.0

2.1 Abstract del progetto

enerAGRIa 4.0 si pone l’obiettivo di valorizzare le risorse e l’identità del territorio, in particolare creando un network di comuni legati reciprocamente dalla presenza sul loro territorio di diverse fonti di energia.

La visita al Parco tematico si sviluppa in due diversi momenti, partendo dal fulcro dell’intero sistema “parco diffuso”, ossia dall’NRG hub che è composto a sua volta da NRG intro, dall’NRG info e dall’NRG garden. Posto al centro di enerAGRIa sarà il luogo da cui partirà l’esperienza energetica nelle valli. Al suo interno verranno fornite le nozioni basilari per approcciarsi alle diverse forme di energia e preparare il visitatore al tour energetico, il tutto calibrato tenendo conto delle diverse fasce d’età e tipologie dell’utenza del parco. In seguito si passa alla parte “fluida” della visita che comprende le NRG domus e la visita agli impianti NRG point, dove si entra direttamente in contatto con le fonti di energia e con i borghi che le ospitano.L’NRG hub è generato da tre componenti: il primo, l’NRG intro è uno spazio che accoglie installazioni video, modelli e mostre temporanee riguardanti l’energia. Il suo obiettivo è quello di introdurre all’argomento energia in modo soft, senza entrare subito nel vivo. Vi è poi l’NRG info, ossia è uno spazio creato da diversi sottospazi che si avvale delle più moderne tecnologie per spiegare l’energia. Esso è la parte più “digitale” dove verranno approfonditi gli aspetti tecnici per ogni attrazione energetica del Parco.

Infine, l’NRG garden assomiglia ad un parco cittadino, ma le giostre che ospita hanno una sola e unica finalità: far esperire e spiegare l’energia. Vi sono quindi le dinamo gioco, i tradizionali giochi da parco, come il dondolo o il girello, che producono energia a partire dal movimento umano; e le installazioni esperienziali empiria, giostre che hanno il ruolo di far avvicinare con semplicità e curiosità le persone e far loro esperire, secondo una logica immediata di causa - effetto, come viene prodotta l’energia dalle fonti.

Dopo aver effettuato la visita all’NRG hub si passa all’aspetto diffuso del Parco, cioè alla visita nei comuni delle energie dove, all’interno delle NRG domus (edifici con una valenza storica rifunzionalizzati ad hoc con allestimenti che trattano della fonte di energia che il paese ospita), in cui si indaga più direttamente in che termini di consumo domestico si trasforma l’energia prodotta dall’impianto trattato.Successivamente si procederà alla visita degli impianti NRG point per “toccare con mano” quella che è la vera entità energetica del posto.

Il tutto è collegato principalmente dalla strada statale 598, lungo il cui percorso sono posizionati dei landmark con il compito di segnalare il territorio interessato dal Parco. Il tour inizierà dall’NRG hub e si svilupperà per i sei comuni toccando punti d’interesse energetico, storico e naturalistico che andranno a comporre le 9 tappe di enerAGRIa 4.0.Le 9 tappe sono: GRUMENTO NOVA, sulla strada Grumentina dove in due ex capannoni vi

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SS 598Campania PugliaSS 598

SS

103

SS

27

6

SS276

SS

95

StradalocalitàcontradaCapanna

StradacomunaleMadonnadi Viggiano

SP

23

SP

11

SP

11SP

16

SP

25

enerAGRIa

Viggiano

Brienza

Calvello

Centro EducazioneAmbientale

Località Cacciatizze

Località Autiero

Grumento

Tramutola

Grumentum

Lago Pertusillo

Montemurro

idroelettrico

biomassa

eolico

fotovoltaico

petrolio

affioramenti

idroelettrico

digaGrumento NovaArea industriale

TramutolaVilla d’Agri

Brienza SudPotenza

ViggianoGrumento Nova

Grumentum

Corleto P.Montemurro

NRGHUBNRGHUB

è l’NRG hub. Si prosegue poi verso GRUMENTUM per visitare il Museo e il parco archeologico. CALVELLO accoglie invece il Centro didattico di Cacciatizze e gli impianti Biomassa. TRAMUTOLA, paese di acqua e petrolio, è la 4^ tappa con i suoi Affioramenti, la Centrale idroelettrica e Palazzo Terzella. La “new entry” del percorso è BRIENZA, paese famoso per il suo magnifico Castello Caracciolo, per gli antichi mulini e per il moderno Impianto micro idroelettrico3. VIGGIANO accoglie invece, nella sua area industriale il Centro Olio Val d’Agri e un Parco fotovoltaico. Di essi si ha una veduta aerea di insieme dalle finestre della Villa del

3 Si veda Box 8

Marchese, allestita da NRG domus. Il Parco eolico di MONTEMURRO e il ristrutturato e rifunzionalizzato Convento di San Domenico costituiscono l’8^ tappa. L’ultima tappa è La Diga di Lago di Pietra del Pertusillo (MONTEMURRO/SPINOSO).Tutto il tour mira a dare una visione completa delle potenzialità dell’area, comprendendo un percorso non solo di interesse “energetico”, ma anche uno di tipo culturale, mirato a far conoscere usanze, costumi e cultura dei paesi che ospitano le fonti di energia sul loro territorio. L’organizzazione a percorsi, come un ganglio che connette i vari punti di una rete neuronale, ha la possibilità di innestare e legarsi ad altri percorsi già presenti sul territorio (religioso, archeologico, enogastronomico, ecc.).

Fig. 4 - Mappa dell’itinerario e delle tappe di enerAGRIa 4.0

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2.2 Proposte per percorsi di approfondimento

Per rendere l’offerta ancora più competitiva ed allargare il target turistico, si è pensato alla possibilità di creare più percorsi, in modo da andare incontro alle più svariate esigenze di tempistiche e di interesse da parte della futura utenza turistica. Questi percorsi sono un approfondimento di enerAGRIa, collegati sia all’NRG hub che alle Learning week4, con un potenziale interesse che li vede competitivi presi anche singolarmente.Lo schema dei percorsi mostra come essi siano divisibili in pacchetti che le scuole, le imprese o i privati possono decidere di comprare in base ai loro interessi e alle loro necessità. Se per esempio le tempistiche sono limitate, è possibile prenotare il pacchetto comprendente solo l’NRG hub; o l’NRG hub e Grumentum;

4 Si veda Box 5

o l’NRG hub, Grumentum e Palazzo Terzella. Se invece si è interessati solo alle acque e/o all’energia idroelettrica, si visiteranno le tappe di enerAGRIa ad esse dedicate e si potrà aggiungere il percorso dei mulini de le “Macchine Animate dall’acqua” 5.Se si è interessati solo alla geologia, al percorso geologico di “valdagriturismo” si aggiungeranno le tappe del petrolio per affrontare anche l’aspetto energetico legato ai fossili6. La scelta di organizzare i percorsi a pacchetti è nell’ottica di customizzazione della visita, creando delle offerte ad hoc. Inoltre, in questo modo, è possibile intercettare offerte turistiche e tematiche già presenti nelle Valli, mettendo in luce tutte le iniziative.

5Autore: Giovanna Petrone, progetto già presente sul sito del Parco Nazionale Val d’Agri Lagonegrese,www.parcoappenninolucano.it/pdf/opuscolo.mulini.pdf6 Percorsi geologici a cura di Elisabetta Fortunato, www.valdagriturismo.com/getpage.aspx?id=347&sez=9

Fig. 5 - Illustrazione del funzionamento del CAVE. Utilizzando Aurasma si vedrà l’immagine animata.

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Conclusioni

Il progetto presenta punti di forza e di debolezza.Fra i punti di forza vi sarebbero la valorizzazione del territorio a partire dalle preesistenze, l’aumento della fruizione dell’area (già documentata dalle Learning week7), la generazione di network e di un clima collaborativo grazie alla cresciuta attenzione al progetto da parte di studenti8, aziende, associazioni e enti locali9 (durante ECOMONDO10 sono state distribuite un centinaio di pubblicazioni di enerAGRIa); la creazione di un moltiplicatore economico per tutta l’area11.Inoltre essendo un sistema implementabile, aggiornabile e dinamico è in grado di accrescere il proprio bacino d’utenza, la propria area di specializzazione e divulgazione, aprendosi a nuove metodologie e ricerche nell’ambito dell’energia (e/o di altri settori della conoscenza).

I punti di debolezza invece avrebbero più a che fare con aspetti di tipo logistico. enerAGRIa infatti si sviluppa su un territorio vasto, comportando degli spostamenti non sempre agevoli.La visita alle centrali e agli impianti ha alcune criticità come la tempistica per l’ottenimento delle autorizzazioni di visita; l’impossibilità

7 Si veda Box 6 in “Turismo sostenibile e sviluppo locale”8 Si veda Box 5 e Box 109 Si veda Box 810 Si veda Box 2 e Box 411Si veda Capitolo 4 della precedente versione di “Turismo sostenibile e sviluppo locale”

di visitare centrali e impianti con particolari condizioni climatiche o durante alcuni periodi di manutenzione; e infine la disponibilità del personale: le lezioni in loco infatti sono tenute da tecnici delle imprese che spesso non sono figure dedicate, ma svolgono l’attività di divulgazione eccezionalmente rispetto alle proprie mansioni.

Tuttavia, l’inserimento di un fulcro nel Parco energetico diffuso, l’NRG hub, sembra ridimensionale alcuni punti di debolezza del sistema, sopperendo, grazie all’utilizzo oculato di alcune tecnologie, alle visite agli impianti e ai problemi di spostamento qualora vi siano imprevisti.

Concludendo, anche alla luce dei suggerimenti emersi durante la ricerca sul campo 201112, e ascoltando le istanze degli attori locali, enerAGRIa 4.0 cerca di offrire un maggior numero di laboratori didattici e lezioni di approfondimento con esperti del settore da svolgersi sul posto, con a supporto strumentazioni tecnologiche all’avanguardia capaci di generare nel fruitore un’esperienza unica e completa, anche creando diversi scenari e percorsi di scelta per rispondere alla sempre più variegata domanda di un target in continua evoluzione.

12 Si veda Capitolo 4 in “Turismo sostenibile e sviluppo locale”, pag. 132 e seguenti

48

Box 5Learning Week

Le Learning Week, le settimane di apprendimento che la FEEM insieme ad altri attori locali organizza dal 2009, sono destinate agli Istituti d’Istruzione Media e Superiore italiani.Dal 2009 al 2013, circa un migliaio di ragazzi delle scuole lucane, ma anche dalla Lombardia, dalla Campania, dalla Puglia e dalla Sicilia, vi hanno partecipato.Come già descritto, si tratta di settimane di studio ad argomento energetico che, con mix di lezioni frontali, laboratori e visite guidate ad impianti, centrali e fonti energetici, mirano ad educare ad un utilizzo consapevole dell’energia.

L’attività di Learning Week si è poi declinata anche in versioni ridotte, come la Learning Day.Il 2013 ha visto la FEEM impegnata a supportare parti di iniziative, per quanto riguarda i percorsi energetici e laboratoriali, come la 4^ edizione de “Energia Rinnovabile e Turismo Sostenibile” del Comune di Calvello (BOX 06), e a supporto delle visite tenutesi al Centro Olio Val d’Agri durante la tre giorni de “I Tesori delle Valli” (BOX 07).Inoltre alcune aziende locali, venute a conoscenza del progetto, hanno contattato la Fondazione per iniziare una collaborazione e un supporto ai propri progetti educativi per le Scuole (BOX 08).

Fig. 6 - Learning week - visita al Parco eolico “Vento di Montemurro” con visita all’interno della pala accompagnati dai tecnici dell’aziendae dai ricercatori FEEM

49Fig. 8 - Learning week - visita guidata agli affioramenti naturali di idrocarburi di Tramutola

Fig. 7 - Learning week - visita guidata agli affioramenti naturali di idrocarburi di Tramutola

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Energia Rinnovabile e Turismo Sostenibile 4^ edizione1

Il Comune di Calvello, insieme al Consorzio Turistico di Calvello e in collaborazione con Shell, ENI, Fondazione Enrico Mattei, Gal Basento Camastra, Parco Nazionale Lucano, Associazione Amici dell’Energia, anche per il 2013 ha organizzato l’evento “Energia Rinnovabile e Turismo Sostenibile”.

1 www.energiaeturismo.it

Fig. 9 - Locandina eventoFonte: http://www.parks.it/parco.nazionale.val.agri/dettaglio.php?id=24158

I Tesori delle Valli

Tra il 7 e il 9 giugno 2013, in occasione dell’evento “I Tesori delle Valli”2 (promosso da Fondazione Eni Enrico Mattei ed Eni, in collaborazione con Regione Basilicata, APT Basilicata e l’Ente Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese) sono stati programmati tour guidati per i cittadini dei paesi valligiani e per i turisti che volessero visitare il Centro Olio Val d’Agri. Per due giorni, prenotando un posto sugli autobus messi a disposizione (4 corse

2 www.eni.com/eni-basilicata/eventi/tesori-valli/tesori-valli.shtml

al giorno), è stato possibile visitare il punto di primo trattamento degli idrocarburi con a disposizione ingegneri eni e ricercatori FEEM a supporto che spiegassero il funzionamento del Centro e che rispondessero alle domande dei fruitori.Dedicato specificatamente ai bambini invece i Laboratori didattici sull’energia a cura dell’associazione APAT (Associazione Promozione Arte e Territorio) al Centro didattico “Energia e territorio” a Cacciatizze di Calvello.

51

Box 6

Box 7

Successivamente in giugno sono stati ospitati i 15 “studenti eccellenti” e 4 professori dell’Istituto Tecnico Leonardo da Vinci di Napoli. FEEM e i ricercatori di Viggiano hanno supportato la creazione di percorsi, laboratori e iniziative mettendo a disposizione il proprio know-how e collaborando agli aspetti organizzativi.

Argomento principale della 4^ Edizione è stato il Turismo Scolastico, affrontato nel Convegno: “Turismo Scolastico: nuovi scenari di sviluppo”, tenutosi il 26 ottobre, e con la realizzazione di tour educational (24-26 ottobre) dedicate alle scuole, consistenti in percorsi energetici e laboratori destinati agli alunni.

Fig. 9 - Locandina eventoFonte: http://www.parks.it/parco.nazionale.val.agri/dettaglio.php?id=24158

Fig. 10 - Locandina evento con mappa dei luoghi

Potenza

Val d’Agri e Val Camastra in festa7-8-9 giugno 2013sapori, musica, cultura, tradizioni, natura

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La collaborazione con le aziende locali

Dal 2011 a oggi, l’attività di promozione, ha fatto in modo che due aziende locali si imbattessero e si interessassero alle Learning Week e ad enerAGRIa. ENERBAS s.r.l. e SELETTRA s.r.l. si sono così messe in contatto con la FEEM di Viggiano offrendosi come nuovi attori e proponendo il proprio know - how e la propria collaborazione per lo svolgimento della Learning Week.ENERBAS s.r.l. è un’azienda impegnata nello sviluppo e nell’utilizzo di fonti rinnovabili, in particolare nel campo dell’idroelettrico,

valutando potenzialità presenti negli schemi idrici regionali e internazionali, e realizzando micro - turbine capaci di sfruttare la pressione in eccesso delle condotte dell’acqua potabile. La collaborazione inizia a giugno quando ENERBAS presenta un progetto in cui si propone di inserire Brienza e la micro - turbina lì realizzata nel percorso di enerAGRIa. Durante gli incontri, l’azienda mostra anche la propria disponibilità a supportare lo svolgimento di una delle tappe delle Learning Week nell’impianto burgentino.

Box 8

Fig. 11 - Resti di alcuni edifici e del mulino nei pressi del Castello Caracciolo di Brienza

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SELETTRA s.r.l è un’azienda del potentino, specializzata nella progettazione e installazione di impianti elettrici e fotovoltaici. Nel 2011 partecipa al bando per la realizzazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica sulle coperture di dieci Scuole Superiori di Potenza.L’azienda inserisce le Learning Week come proposta aggiuntiva al proprio elaborato, aggiudicandosi il bando.La collaborazione fra FEEM e SELETTRA, già attiva per la programmazione e la definizione dettagliata dell’offerta formativa, si concretizzerà con le visite previste per aprile 2014 che porteranno un’ottantina di studenti di queste scuole in Val d’Agri, Val Camastra e Brienza.

Fig. 12 - Turbina idroelettrica rinvenuta nei pressi del Castello Caracciolo di Brienza

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Il MARU project3,4, l’i.club5 e la creazione del Dry Food Cafè6

Il Maru Project è un progetto ideato da un’associazione giapponese che ha come obiettivo la creazione di alleanze fra le varie comunità locali del mondo, accomunate da una forte dedizione e volontà di valorizzazione del proprio territorio. Partendo dall’osservazione e la ricerca degli usi, delle tradizioni, dei tesori locali, i soggetti che aderiscono a MARU conoscono nuove culture e le fanno proprie, cercando di creare qualcosa di nuovo per migliorare il proprio territorio. Nel 2011, grazie alla collaborazione fra Politecnico di Milano7 e i.school di Tokyo8, il gruppo del MARU Project e la FEEM entrano in contatto, concordando una visita in Val d’Agri.

3 Si veda Box 7 in “Turismo sostenibile e sviluppo locale”, pag.124 4 Il MARU project:• http://it.maru-association.org/• http://en.maru-association.com 5 L’i.club e la promozione del Dry food: • http://innovationclub.jp/reports/• http://raws.adc.rmit.edu.au/~e48618/blog/?p=736• https://www.facebook.com/iclub.japan6 Il Dry Food Lab e Cafe:• http://dryfoodlab.com/dfc/7 Scuola del Design, Politecnico di Milano:http://www.polimi.it/didattica/scuole/design/8 i.school, Tokyo:http://ischool.t.u-tokyo.ac.jp/english

In aprile il gruppo MARU arriva a Tramutola e, grazie al supporto della Proloco e degli abitanti, la ricerca dei tesori del paese e del territorio regala un’esauriente ed entusiasmante esperienza per gli ospiti giapponesi.

Dai giorni di visita, dai rapporti con le persone e dal tour del territorio nascono e vengono presentate tre proposte progettuali: la Maru House, il Dry Food Lab, il My Museum.Il gruppo torna in Giappone con tre concetti chiave: cibo, orgoglio, attenzione per la storia. Nascono così i laboratori nelle scuole superiori giapponesi dell’iclub. Essi hanno come obiettivo il recupero delle ricette del territorio e la riscoperta del cibo secco (dry food) giapponese come motore di rinascita di quell’orgoglio e quelle tradizioni ormai dimenticate. Il 2 dicembre 2013 apre il Dry Food Cafè:“Based on the inspirations through the collaboration between Kesennuma, a major city in Sanriku, and Tramutola in Italy, we have created a range of food menus using dried seafoods.” 9

9 Citazione da: http://en.maru-association.org/?p=161Box 9

Box 10Le tesi magistrali e le università

L’attività di divulgazione attuata negli anni per la promozione dei percorsi energetici ha fatto in modo che due studenti universitari si appassionassero al tema, proponendolo come argomento base dei loro progetti di laurea.

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Fig. 13 - I giapponesi a Tramutola, prodotti italiani e gdi dry food giapponese si fondono nella cena che gli studenti del MARU Project hanno offerto ai loro ospiti - sede Protezione Civile, Tramutola

Fig. 14 - I giapponesi a Tramutola, gli studenti del MARU Project che cucinano - sede Protezione Civile, Tramutola

Nel corso del 2013 sono state così sviluppate due elaborati di tesi:

• il primo, sviluppato sulla realizzazione di un percorso turistico in Val d’Agri dal titolo “Val d’Agri un viaggio tra cultura, architettura ed energia” (di Ernesto Ferrara, relatore Prof. Ing. Donato Carlea, Facoltà di Architettura, Corso di laurea specialistica in Restauro dell’Architettura, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”), prende spunto dal progetto presentato nel 2009 dall’APT per la realizzazione di un Parco dell’Energia10 e da enerAGRIa. Il lavoro di tesi “analizza il patrimonio architettonico e paesaggistico, sviluppando la conoscenza adatta a rispondere all’urgenza della tutela e del restauro, con particolare attenzione alle situazioni di rischio e di sostenibilità, oltre che alle strategie di conoscenza e di accesso al patrimonio culturale”11. Come si evince dal titolo, il connubio tra energia e architettura è forte e ciò ha portato l’autore ad indagare i paesi della Val d’Agri e le emergenze architettoniche da recuperare. L’analisi storica e della valenza storico - culturale di questi edifici, ha portato alla luce la loro potenzialità espressiva e spaziale. Inoltre la collocazione centrale rispetto al tessuto urbanistico suggerisce la capacità di questi fabbricati di proporsi come contenitori volti ad accogliere attività di tipo didattico - educativo - espositivo.

10 www.aptbasilicata.it/Dettaglio-News.1262.0.html?&no_cache=1&tx_ttnews%5Barc%5D=1&tx_ttnews%5BpL%5D=2678399&tx_ttnews%5BpS%5D=1241128800&tx_ttnews%5Btt_news%5D=186&tx_ttnews%5BbackPid%5D=1261&cHash=7f7d547d5f11 Citazione: abstact di Tesi

• La seconda tesi magistrale si intitola “Upgrade energetico di Palazzo Terzella, il museo ENI a Tramutola”, (Autore: Francesco Calabrese, Relatore: Prof. Arch.Antonella Guida, Correlatore: Ing.Ippolita Mecca, Facoltà di Ingegneria, Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria edile - Architettura dell’Università degli Studi della Basilicata, con il supporto di Fondazione Eni Enrico Mattei Viggiano) e prende direttamente come riferimento enerAGRIa, sviluppando però il recupero di un solo edificio.L’obiettivo della tesi è di rendere Palazzo Terzella adatto alle esigenze di vita moderna e ha comportato un rilievo dello stato di fatto del fabbricato, analizzandone patologie e degrado. In seguito si è proceduto con la riprogettazione dell’edificio adattandolo alla sua nuova funzione: “Da residenza privata la struttura è stata trasformata in un centro polivalente e multifunzionale che accoglie il museo Eni dedicato agli idrocarburi”12, riprendendo e reinterpretando l’allestimento proposto in enerAGRIa. L’elaborato prosegue con la valutazione e la descrizione delle tecniche di intervento utilizzate sia in ambito edilizio che per la riqualificazione energetica del Palazzo.“Si è individuato un nuovo metodo di approccio all’intervento di ripristino degli antichi fabbricati esistenti che consente, tramite l’utilizzo di moderne tecniche e materiali, di adeguare e migliorare il comfort e la vivibilità di vecchie strutture decadenti senza compromettere i dettami e le caratteristiche proprie della struttura.” 13

12 Citazione: abstact di Tesi13 Ibidem

Le attività di ricerca nell’ambito ingegneristico - architettonico ha contribuito a chiarire gli aspetti più prettamente tecnici di un recupero strutturale - funzionale, rendendo la valutazione di un’eventuale realizzazione più dettagliata.Come già intuito nelle versioni precedenti di enerAGRIa, il recupero e/o la rifunzionalizzazione dell’esistente è una via da perseguire, tanto più che gli ambienti che caratterizzano gli edifici emanano senza sforzo la storia del paese e, arricchite dagli allestimenti a argomento energetico di enerAGRIa, completano la descrizione di un territorio in cui l’energia è ormai parte della storia e essenza presente e futura di questi borghi.

enerAGRIa è stata inoltre presentato in occasione del Terzo incontro del ciclo “Exploring Design - Design e innovazione nel contesto aziendale. Questioni, approcci, pratiche” organizzato dal Dottorato di Design del Politecnico di Milano14 e Assolombarda15.Durante la presentazione dal titolo “Il design a supporto delle attività di promozione e valorizzazione del territorio”16 si sono presentate le diverse attività di promozione in Basilicata fra cui appunto il Parco tematico dell’energia. La realizzazione di questo parco ha infatti avuto una forte componente tipica della progettualità del design.

14 http://phd.design.polimi.it/#15 Desk Innovazione & Tecnologie di Assolombarda16 http://www.assolombarda.it/servizi/ricerca-e-innovazione/appuntamenti/exploring-design-il-design-a-supporto-delle-attivita-di-promozione-e-valorizzazione-del-territorio

Più recentemente, il progetto è stato mostrato (3 dicembre 2013) all’interno del corso “Il design per la riappropriazione di spazi per la socialità. Riqualificare attraverso l’allestimento degli spazi aperti e interstiziali, il quartiere San Siro Milano.” del Politecnico di Milano17, a cura dei Proff. Agnese Rebaglio, Elena Giunta, Barbara Camocini e Luigi Brenna.Il focus ha riguardato l’aspetto ludico - didattico espresso dalle giostre (dinamo gioco e empiria), la valorizzazione del territorio partendo dalle preesistenze e la creazione di un percorso che unisse elementi energetici diffusi.Seppur in contesti che possono sembrare agli antipodi, sia le finalità del laboratorio che quelle di enerAGRIa lavorano sulla riappropriazione e valorizzazione del territorio e di spazi che attraverso tematiche diverse, come per esempio l’energia, portino ad una nuova socialità, nel primo caso lavorando per rendere più vivibile un quartiere disagiato, nel secondo caso cercando di rivitalizzare un territorio disagiato attraverso il tentativo di potenziare il turismo didattico e le attività ad esse correlate.

17Laboratorio di Sintesi Finale, 3° anno, Scuola del Design programma del corso: https://www11.ceda.polimi.it/schedaincarico/schedaincarico/controller/scheda_pubblica/SchedaPublic.do?&evn_default=evento&c_classe=580623&__pj0=0&__pj1=cb43541b20c8650bfe8d9a119b829f88

Box 10

Box 11

La collaborazione con Sviluppo Basilicata18 La società, nata nel 2000 in Basilicata, supporta sviluppo, ricerca e competitività del territorio lucano. Nell’ambito delle attività proposte, è stato attivato un Sistema di Incubatori composto dall’Incubatore Alta Val d’Agri - Green Economy, dall’Incubatore Rioni Sassi - Creatività; dall’Incubatore Metapontum - Biotecnologie.Factor2019 è un progetto interregionale (Basilicata20 - Lombardia - Sicilia) che “si propone di sviluppare un modello innovativo, di valenza europea, per la contabilizzazione degli sforzi di avvicinamento agli obiettivi della politica europea “20/20/20”” e ha fra i suoi obiettivi la realizzazione di un “focus su riqualificazione ecocompatibile delle aree e dei distretti produttivi sul territorio della Basilicata”. A partire da novembre ha inizio la serie di eventi “Ri-abitare a (quasi) km 0 - Recuperare, rigenerare, produrre, trasformare a partire dalla valorizzazione delle risorse locali”21, ospitato dall’incubatore della Val d’Agri. Il programma prevede: due seminari formativi sul ricostruire il patrimonio edilizio locale e rigenerare il territorio ripensando le regole che lo governano; dei cantieri didattici in cui viene realizzato un modulo abitativo

18 http://www.sviluppobasilicata.it/19 http://www.factor20.it/home20 http://www.regione.basilicata.it/giunta//files/docs/GIOR-NALE_FILE_2972162.pdf21 http://www.factor20.it/c/document_library/get_file?uuid=6458fe76-9659-4d9b-8dc6-ed54391422e2&groupId=3450159

dimostrativo in legno; infine, con Officine Arduino, due giorni di workshop di stampa 3D, “Print your house, green your future!”.

La FEEM ha collaborato con Sviluppo Basilicata, prestando la propria rete di contatti con le Scuole (con maggiore attenzione agli Istituti Superiori) per la realizzazione del workshop sulla stampa 3D e la sua promozione sul territorio.

Regione Sicilianafinancial instrument of the European CommunityWith the contribution of the LIFE

PartnerCoordinatoreCo-finanziatori

Incubatore d’Impresa di Sviluppo Basilicata Area Industriale Alta Val d’Agri - VIGGIANO (PZ)

Per informazioni: tel. 0971.50661 - [email protected]

Seguici su: facebook.com/sviluppobasilicata twitter.com/SviluppoBas

PROGRAMMA

9.30/17.00 All’interno dell’incubatore di Viggiano realizzeremo un piccolo modulo in legno abitabile e trasportabile. Il modulo sarà realizzato in platform frame, il sistema costruttivo ligneo più utilizzato in Nord America per l’autocostruzione. Saranno impiegati solo materiali, impregnanti e finiture di origine naturale, che possano in futuro essere prodotti localmente. Il modulo sarà predisposto per poter essere collegato alla rete elettrica ed idraulica. Una parete radiante, finita in argilla o in calce idraulica, garantirà la climatizzazione interna.

Durante il cantiere didattico ci sarà inoltre l’opportunità di discutere ed approfondire temi di progettazione, cantiere, materiali e tecniche costruttive con l’ausilio di proiezioni ed elaborati progettuali.

Il cantiere sarà coordinato da Marco Terranova di Naca (https://www.facebook.com/naCa.diLegno)

Cantieri Didattici16-17 dicembre 2013

COSTRUIRE A (QUASI) KM O

Fig. 15 - Locandina dell’evento

Bibliografia e sitografiaSmart cities: http://smartcities4me.blogspot.it/2012/04/cose-una-smart-city-le-definizioni.html

Giffinger, Rudolf; Christian Fertner, Hans Kramar, Robert Kalasek, Nataša Pichler-Milanovic, Evert Meijers (2007). “Smart cities – Ranking of European medium-sized cities”. http://www.smart-cities.eu/. Vienna: Centre of Regional Science. Retrieved 2009-11-11.

“Un pc per ogni studente. Immateriale scolastico - La sfida sottesa alla sperimentazione” di Marco Guastavigna, in lastampa.it blog, 24/09/2008 www.lastampa.it/2008/09/24/blogs/un-pc-per-ogni-studente/immateriale-scolastico-rqiXEzqn4v9gSTCwL6nQxN/pagina.html

“La formazione globale e permanente - Le Aziende InVisibili”, di Marco Minghetti, in Il blog de Il Sole 24 Ore, 24/05/ 2008 – 15:11 http://marcominghetti.nova100.ilsole24ore.com/2008/05/la-formazione-g.html#more

“La paideia dell’immateriale. La dimensione formativa nell’età del capitalismo cognitivo”, di Vincenzo Orsomarso, Edizioni Nuova Cultura, 2012

“Il mondo digitale. Introduzione ai nuovi media”, di F. Ciotti, G. Roncaglia, Laterza editore, 2010

“Misurare l’immateriale. Riflessioni” di Giampaolo Lai, Maria Cristina Koch, FrancoAngeli, 2008

Fig. 15 - Locandina dell’evento

Introduzione

Nota metodologica

1. Il sistema archeologico in Basilicata

2. Il caso studio: Grumentum

Box 12 Il Campus Archeologico Grumentum

Box 13 PARCHEOTrekking

3. L’indagine telefonica tra le scuole

Conclusioni

Bibliografia sitografia

Nella foto: anfiteatro di Grumentum

CAPITOLO 5 5.1Le potenzialità del turismo archeologico a Grumentum

62

IntroduzioneIntroduzione

In Italia il PIL del turismo culturale, sul totale del valore aggiunto generato dal turismo in generale, pesa il 33%, con un valore pari a 54 miliardi di euro1. È la forma di turismo posizionata tra i segmenti più importanti del mercato nazionale e ha registrato, negli ultimi anni, una crescita costante, interessando prevalentemente le città d’arte, i siti culturali e i luoghi sede di manifestazioni ed eventi.

Dal Rapporto SVIMEZ 2012 emerge che il turismo d’arte e culturale è considerato un segmento di qualità non solo per aspetti sociologici, perché svolge una funzione formativa e di richiamo per il fruitore, ma anche perché il suo apporto economico alle destinazioni è superiore alla media di tutti gli altri turismi. All’interno del settore culturale, in tutto il mondo sta assumendo un peso emergente e in costante crescita il segmento specialistico del turismo archeologico, in tutte le sue espressioni.

In passato il fenomeno era conosciuto come turismo di nicchia, praticato dalle elites e dagli specialisti, mentre oggi vale la pena riflettere sull’attrazione esercitata da questa forma di viaggio su un pubblico sempre più ampio.

Secondo gli ultimi dati ufficiali 20122, legati ai soli beni archeologici statali, in Italia si contano 36,4 milioni di visitatori per oltre 113 milioni di euro di introiti. L’incremento negli ultimi dieci anni è stato del 23% per i flussi e il 40% per gli introiti.

Il prodotto archeologico presenta caratteristiche che vale la pena evidenziare, perché offre una serie significativa di possibilità per valorizzare il patrimonio, intercettando più segmenti di domanda, perché integrato ed integrabile, per sua

1 Il ruolo della cultura per lo sviluppo socio-economico del Mezzogiorno, in Rassegna Economica, NR 1/20122 I dati ufficiali a cui si fa riferimento nel testo sono dati Mibac 2012, riproposti secondo le rielaborazioni in percentuale del CISET (2013).

natura, in tutte le principali espressioni del turismo contemporaneo, da quello storico-culturale alle forme più sofisticate di turismo sostenibile o di ecoturismo, sino al turismo letterario e cinematografico. Nello specifico, può essere di tipo urbano, quando la visita si risolve su aree archeologiche e monumenti situati all’interno di una città, o di tipo extraurbano se si tratta di siti posti in aperta campagna, al chiuso di uno spazio definito o all’aperto, terrestre o subacqueo. Inoltre, di tipo monumentale - fattuale nel caso di un’area archeologica o virtuale - sentimentale in un luogo divenuto famoso per la realizzazione di un film. Poi, si può confondere col turismo religioso, perché un’antica area sacra può essere vissuta con intimo stupore così come avviene in una chiesa attuale, e ancora si lascia includere nel turismo degli eventi che catturano una particolare attenzione di massa, oppure può confluire in forme di turismo dello shopping, dato che grandi musei internazionali hanno acquisito la poliedrica asetticità dei centri commerciali, così come questi ultimi si sono dotati di segni archeologici per moltiplicare la capacità di attrattiva3.

Il progetto “Le potenzialità del turismo archeologico a Grumentum” si propone di dare un contributo alla conoscenza e analisi delle potenzialità legate al turismo archeologico a livello regionale e, più nello specifico, nel territorio del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese. Gli obiettivi dell’attività di ricerca sono, da un lato, indagare le caratteristiche del turismo archeologico in Basilicata al fine di individuarne la posizione competitiva rispetto ad altre aree concorrenti, con un focus sull’area archeologica di Grumentum; dall’altro lato, una volta individuati i

3 La classificazione è stata tratta da Marxiano Melotti, in Mediterraneo tra miti e turismo, Cuem, 2007

63

Nota metodologica

punti di forza e di debolezza dell’offerta di turismo archeologico in Basilicata e soprattutto a Grumentum, obiettivo della ricerca è la definizione di azioni strategiche volte a trasformare questa risorsa locale in un fattore competitivo.

La ricerca focalizza l’attenzione sul patrimonio archeologico inteso come risorsa del territorio, in grado di orientare politiche di sviluppo strategiche volte ad attrarre flussi considerevoli di visitatori, nell’ottica di un turismo sostenibile del territorio oggetto di studio, il Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese. Da questa premessa discende l’adozione del modello d’analisi definito “Resource Based View”, che pone alla base del vantaggio competitivo di un’impresa (e, in maniera traslata, di un territorio) le risorse locali, le capacità e le competenze. Le risorse, però, rappresentano solo il potenziale, sono un requisito necessario ma non sufficiente per il successo.Le differenze nell’attrazione esercitata dai diversi contesti territoriali, infatti, non risiedono tanto nella dotazione di risorse a disposizione, quanto nella capacità di far emergere la vocazione del territorio e di sfruttare al meglio le risorse stesse.In pratica, una strategia territoriale di successo, applicando alle ricerche territoriali il modello di Grant (1991; 1999), in linea di massima segue uno schema di cinque fasi:

• individuazione delle risorse locali;• individuazione del percorso per trasformare

le risorse in competenze;• valutazione delle potenzialità delle risorse e

delle competenze di rafforzare la posizione competitiva del territorio;

• individuazione delle carenze da colmare;

• definizione di azioni strategiche per lo sfruttamento migliore delle vocazioni territoriali.

L’analisi dei punti di forza e di debolezza di un territorio punta all’individuazione di quegli elementi di unicità su cui poggiare l’identità locale.

64

Da questo punto di vista, il patrimonio archeologico può essere considerato una risorsa strategica, in quanto in grado di generare valore, raro, inimitabile, utilizzabile nell’ambito di un’organizzazione4.Dunque, una volta individuato il tema e definito l’impianto teorico della ricerca, si è proceduto alla raccolta di dati e informazioni bibliografiche e alla successiva analisi e interpretazione.La raccolta dei dati è stata condotta utilizzando tecniche di indagine quali - quantitative (interviste, questionari telefonici, statistiche).Il rapporto delle attività di ricerca, di cui il presente lavoro rappresenta una sintesi, è stato organizzato in 4 capitoli, che presentano il contesto di riferimento, anche teorico, in cui si inserisce lo studio, gli obiettivi, le fasi e, infine, i principali risultati.Il capitolo 1 inquadra il turismo archeologico nell’ambito del turismo culturale, presentandone le principali caratteristiche e criticità, proponendo anche una selezione di best practice a livello nazionale (Pompei ed Ercolano).Il capitolo 2 affronta il tema del turismo archeologico passando alla scala regionale, con un’analisi dettagliata della domanda e del sistema di offerta dei comuni lucani dotati di risorse archeologiche.Il capitolo 3 presenta il caso studio, Grumentum, ponendone in luce punti di forza e di debolezza.Il capitolo 4 presenta i risultati dell’indagine sul campo condotta tra gli istituti scolastici di Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Puglia, Sicilia, Umbria e Veneto attraverso la somministrazione di un questionario telefonico, al fine di verificare l’interesse turistico potenziale rispetto al sito archeologico di Grumentum.4 Il VRIO framework è un modello in grado di valutare, nell’ambito delle risorse territoriali, quali possono essere fonti di vantaggio competitivo sostenibile. Il modello propone quattro variabili in base alle quali individuare le risorse strategiche: il valore della risorsa; la rarità; l’inimitabilità; l’organizzazione.

Infine si cerca di fornire indicazioni di policy per poter cogliere al meglio le potenzialità ancora inespresse del turismo archeologico regionale, individuando forme di valorizzazione del patrimonio che realmente incidano sull’immaginario turistico e motivino al viaggio.

1. Il sistema archeologico in Basilicata

1.1 Analisi dell’offerta I fattori che determinano la vocazione archeologica di un sistema di offerta territoriale sono:

• presenza di musei archeologici• presenza di aree archeologiche e monumenti

fruibili• presenza di raccolte archeologiche all’interno

di istituti di cultura• organizzazione di eventi per la valorizzazione

del patrimonio archeologico e culturale

Nel complesso, la Basilicata possiede ben otto Musei Archeologici Nazionali (MAN di Venosa, MAN del Vulture Melfese, MAN Alta Val d’Agri, MAN di Metaponto, MAN della Siritide, MAN di Muro Lucano, MAN “Dinu Adamestenau” di Potenza, MAN “Domenico Ridola” di Matera), un museo archeologico provinciale di Potenza, tre istituti di cultura che conservano reperti archeologici: il Centro Operativo Misto di Maratea, la mostra permanente di Archeologia presso l’ex Convento di S. Antonio di Rivello e l’esposizione dei reperti archeologici all’interno del Palazzo Ducale di Tricarico. Censite undici aree archeologiche, di cui quattro sono siti connessi al relativo museo nazionale (antiche città, santuari)5, due aree di interesse paleontologico 5 Parco Archeologico di Venusia (Venosa); Parco Archeologico di Grumentum: “Teatro Romano” (Grumento Nova); Parco Archeologico di Metaponto: “Tempio delle Tavole Palatine” e “Area Urbana Tempio Licio” (Metaponto-Bernalda); Parco Archeologico di Herakleia

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rispettivamente ubicati nel comune di Venosa e Atella, un sito archeologico, quello di Torre di Satriano con scavi all’attivo ed un area cultuale situata nei pressi del comune di Armento e infine le due aree archeologiche nel comune di Vaglio di Basilicata.

I comuni considerati d’interesse poiché nel proprio territorio ospitano aree e musei di tipo archeologico presentano per quantità e per qualità un distinto sistema di ospitalità, derivante dalla principale connotazione territoriale che diversifica le zone di interesse. (Tab.16)

(Policoro).6 Nelle strutture ristorative sono inclusi ristoranti in alberghi, ristoranti pizzeria, trattorie, osterie e agriturismi.

Si contano 334 strutture ricettive nelle aree di interesse archeologico su un totale regionale di 705 unità, pari al 47% degli esercizi. Dall’analisi quantitativa delle strutture turistiche nei comuni legati al tema archeologico si evidenzia un divario numerico influenzato sia dall’offerta turistica legata all’attività balneare (Bernalda, Maratea) sia dalla più ampia offerta di turismo culturale, che vede confermata Matera, candidata a capitale europea della cultura, riconosciuta nel 1993 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.Alcune di queste aree nel loro complesso risultano ben conosciute dal turismo e i beni di interesse archeologico sono oggetto di visita da parte di un

ComuneStrutture ricettive alberghiere

Strutture ricettive extralberghiere

Strutture ristorative6

Venosa 3 5 4

Melfi 9 6 8

Grumento Nova 3 2 3

Armento - 1 -

Bernalda 14 17 12

Policoro 7 8 3

Tricarico - 3 1

Rivello 3 4 -

Maratea 19 28 13

Muro Lucano 2 5 3

Vaglio di Basilicata 1 4 3

Potenza 7 9 -

Matera 23 140 39

Atella 1 2 -

Satriano di Lucania - 4 -

Totale 92 238 89

Tab.1 - Strutture ricettive e ristorative

elevato flusso turistico non necessariamente di tipo special interest grazie anche alla presenza di risorse eterogenee. Intorno a queste aree ruotano territori “turisticamente secondari” in cui sono presenti

beni di interesse archeologico, spesso di grande importanza scientifica ma poco noti ai flussi turistici dove in primo luogo diventa fondamentale assicurare la conoscenza e promozione.

66

Comune Operatore turistico Agenzie di viaggio Associazioni -Cooperative - Consorzi

Melfi6 Guide turistiche1 Accompagnatore turistico1 Interprete turistico

4 Agenzie di viaggio e turismo Pro loco di Melfi “Federico” 1 consorzio (consorzio Pausiana srl )

Venosa 6 Guide turistiche 3 Agenzie di viaggio e turismoPro loco di Venosa “Venusia” Associazione archeo-culturale la Quadriga

Atella 1 Guida turistica -Pro loco di Atella “Vitalba”Gruppo Archeologico Lucano sede di Atella

Grumento Nova 3 Guide Turistiche -

Pro loco di Grumento NovaAssociazione Leukanoi7, servizi per la didattica e i beni e le attività culturali e ambientali

Armento - - Pro loco di Armento

Bernalda 2 Guide turistiche1 Interprete turistico

2 Agenzie di viaggio e turismo Pro loco di Bernalda Pro loco di Metaponto

Policoro 2 Guide turistiche2 Interpreti turistici

5 Agenzie di viaggio e turismoPro loco “Herakleia”Archeoart soc. coop.Gruppo Archeologico Lucano sede di Policoro

Tricarico 1 Guida Turistica -Pro loco di TricaricoGruppo Archeologico Lucano sede di Tricarico

Rivello - - -

Maratea 1 Guida Turistica1 Interprete turistico 1 Agenzia di viaggio e turismo Pro loco di Maratea “La Perla”

Muro Lucano 2 Guide turistiche3 Interpreti turistici 1 Agenzia di viaggio e turismo

Pro loco di Muro Lucano “Muranese”

Vaglio di Basilicata 1 Guida turistica - Pro loco di Vaglio

Tito 2 Guide turistiche1 Interprete turistico 1 Agenzia di viaggio e turismo Pro Loco di Tito

“La Fundana”

Potenza7 Guide turistiche2 Accompagnatori turistici7 Interpreti turistici

19 Agenzie di viaggio e turismo

Pro loco PotenzaUfficio IATGIAA Basilicata (associazione guide, interpreti, accompagnatori, animatori turistici)Girovagando servizi di guida turistica

Matera

85 Guide turistiche9 Accompagnatori turistici13 Interpreti turistici20 Guide del Parco Archeologico della Murgia Materana

19 Agenzie di viaggio e turismo

Pro Loco di Matera “I Sassi”14 Associazioni di tipo culturale1 Consorzio turistico18 Società di servizio

Tab.2 - Servizi turistici

67

L’analisi si è ampliata al censimento dei servizi turistici presenti nelle aree di interesse. Sono stati presi in esame alcuni servizi che le zone di interesse archeologico offrono al turista/visitatore: gli operatori turistici, le agenzie e/o tour operator e le associazioni e cooperative che si occupano di turismo più propriamente culturale. (Tab.2)7

Matera si conferma il comune con più servizi turistici, mentre l’entroterra presenta la situazione peggiore, con una dotazione minima di servizi culturali.

1.2 Analisi della domanda

Passando ad analizzare i musei e aree archeologiche nazionali presenti in Basilicata8, il 2012 ha fatto registrare un calo totale di 4.097 unità (-2,3 %) rispetto al 2011 (200.872). Esaminando nello specifico i musei e le aree archeologiche della Basilicata, i musei che hanno fatto registrare nel 2012 un numero maggiore di visitatori sono il museo di Melfi con 34.865, seguito dal museo di Policoro con 16.101 visitatori ed infine quello di Metaponto con 15.111 unità. Mentre i musei che nel 2012 rilevano un minor afflusso di visitatori, non superando neanche le 10mila unità, sono il museo di Muro Lucano con 2.285, il museo di Grumento Nova con 5.511, quello di Potenza con 6.496 unità ed infine quello di Venosa con 8.488 visitatori. Confrontando i dati del 2012 con quelli del 2011, il museo che ha avuto un calo drastico nel numero di visitatori è il museo nazionale di Potenza, il quale ha perso circa il 47,2% delle presenze, quasi la metà dei visitatori, passando dai 12.292 del 2011 ai 6.492 del 2012. Anche il museo archeologico di Matera ha registrato un calo di visitatori del 19,2% rispetto al 2011 con 2692 unità in meno, seguito dal museo di Grumento

7 È l’unica associazione del settore presente sul territorio ma non è censita dal sito APT8 Sono presenti aree e musei di interesse archeologico di distinta proprietà e gestione di cui non è possibile recuperare i dati.

Nova con un regresso del 18,5% (ovvero 1254 unità in meno). Invece, registrano un incremento di visitatori il museo di Policoro con +17,9% e quello di Venosa con il +10,4% rispetto al 2011.Diversi sono i dati relativi alle aree archeologiche che registrano un incremento nel 2012 del 2,2% rispetto al 2011. I siti archeologici di Metaponto (Bernalda) segnano un aumento totale di visitatori pari a 11,1% e il Parco archeologico di Policoro con il 16,8% ovvero 2306 unità in più rispetto al 2011. Rilevazioni negative per l’area archeologica di Venosa, che perde 3440 unità (-22,3%) e il sito archeologico di Grumento Nova con 1326 unità (-19,6%) in meno rispetto al 2011. (Tab.39, Tab.4)

1.3 Swot analysis del comparto archeologico in Basilicata

In base ai dati raccolti si può fare una prima valutazione delle risorse archeologiche della regione Basilicata, in relazione alla loro capacità di generare domanda di un prodotto turistico specifico e quindi di una offerta specializzata di destination. Si riporta in tabella lo schema riassuntivo di quelle che potrebbero essere considerate i punti forza e le opportunità ma anche i punti di debolezza e le minacce rispetto al confezionamento di un’offerta turistica - archeologica competitiva nel bacino italiano meridionale. (Tab.5)Il turismo archeologico può rappresentare un potenziale di sviluppo per la Basilicata attraverso l’incremento dei flussi di turismo special interest come quello scolastico, ma soprattutto potrebbe riuscire ad arricchire il soggiorno di turisti interessati a proposte di turismo di tipo diverso, incidendo positivamente sull’allungamento delle permanenze medie, mediante la creazione di una

9 I dati 2011 relativi al Museo Archeologico di Muro Lucano non sono presenti nell’area Rilevazione e dati statistici del sito http://www.statistica.beniculturali.it/

68

Museo Localizzazione IngressoTotale visitatori 2012

Totale visitatori 2011

Museo Archeologico Nazionale di Venosa Venosa A pagamento 8.488 7.686

Museo Archeologico Nazionale del Melfese “Massimo Pallottino”

Melfi A pagamento 34.865 35.023

Museo Archeologico Nazionale di Muro Lucano

Muro Lucano gratuito 2.285 *9

Museo Archeologico Nazionale di Metaponto

Bernalda A pagamento 15.111 16.493

Museo Archeologico Nazionale della Siritide

Policoro A pagamento 16.101 13.655

Museo Archeologico dell’Alta Val d’Agri Grumento Nova A pagamento 5.511 6.765

Museo Archeologico Nazionale della Basilicata “Dinu Adamesteanu”

Potenza A pagamento 6.492 12.292

Museo Nazionale “Domenico Ridola” Matera A pagamento 11.301 13.993

Totale 100.154 105.907

Museo Localizzazione IngressoTotale visitatori 2012

Totale visitatori 2011

Area Urbana “Tempio Licio” Bernalda gratuito 20.589 18.531

Tempio delle Tavole Palatine Bernalda gratuito 20.589 18.531

Parco Archeologico di Herakleia Policoro gratuito 15.966 13.660

Teatro Romano Grumento Nova gratuito 5.439 6.765

Area Archeologica di Venosa Venosa A pagamento 11.994 15.434

Totale 74.577 72.921

Tab.3 - Visitatori ed Introiti; Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali, Anno 2011 - 2012

Tab.4 - Visitatori ed Introiti; Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali, Anno 2011 - 2012

69

Tab.5 - Punti di forza e debolezza; Opportunità e minacce

PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA

• Presenza di un patrimonio archeologico di notevole importanza a livello nazionale e internazionale

• Assicurata fruibilità per i musei e le aree archeologiche censite

• Sito patrimonio UNESCO• Ampia offerta ricettiva dei comuni interessati

dal bene archeologico• Offerta turistica diversifica (cultura, mare,

enogastronomia, religione)• Adeguata presenza di operatori del settore

culturale

• Incuria nel mantenimento del patrimonio culturale e delle risorse turistiche in generale

• Scarsa valorizzazione delle aree interne• Insufficienti collegamenti tra aree interessate

dalla presenza di patrimonio archeologico• Limitate risorse economiche da parte del MiBAC• Presenza di siti archeologici non fruibili • Scarsa incidenza di eventi culturali • Limitata promozione a livello nazionale

ed internazionale dei musei e delle aree archeologiche presenti in Basilicata

• Scarsa presenza online dell’offerta archeologica• Distribuzione non omogenea di servizi turistici

OPPORTUNITÁ MINACCE

• Disponibilità di fondi strutturali per la realizzazione di progetti, in rete con altre regioni meridionali, volti al rafforzamento del comparto turistico

• Presenza di aree territoriali non ancora adeguatamente valorizzate sotto il profilo turistico

• Politiche di promozione poste in essere dall’UNESCO

• Valorizzazione delle professionalità presenti nella regione

• Indotto economico attraverso i beni archeologici

• Deperimento del patrimonio culturale antico• Deflusso turistico nelle vicine aree regionali

con patrimoni archeologici di forte appeal (Pompei, Ercolano)

• Disinteresse da parte dei visitatori per la carente offerta digitale presente nei musei e aree archeologiche della Basilicata.

• Chiusura dei siti di interesse per mancanza di risorse

rete tra i siti coinvolti dall’interesse archeologico, ottenendo risultati positivi in termini di delocalizzazione dei flussi e quindi la riscoperta di aree minori. Per perseguire le potenzialità di sviluppo dell’offerta di turismo archeologico, la Basilicata e in particolare le diverse macroaree interessate, sono chiamate a sviluppare:

• le competenze professionali e le iniziative per la fruizione del bene archeologico, intervenendo sulle componenti strutturali, quali ad esempio interventi su musei, allestimenti vari, ma soprattutto sulle componenti complementari cioè laboratori didattici, percorsi didattici, servizi al pubblico

ecc.;• un focus sugli eventi con un maggiore

coordinamento tra gli enti e una distribuzione omogenea e diversificata nel tempo;

• maggiore sistema comunicativo, così da creare linee di offerta sovra - regionale attuando forme di cooperazione con territori interessati dal medesimo tematismo;

• il concept del prodotto verso l’esperienza evocativa, coinvolgendo una domanda più ampia di quella strettamente interessata alla visitazione archeologica puntando quindi sulla leva della curiosità, del mistero, della magia che ben si innesta nelle dinamiche socio culturali dell’ultimo millennio.

70

2. Il caso studio: GrumentumIl Museo Archeologico Nazionale dell’Alta Val d’Agri, localizzato a Grumento Nova, fu voluto dal primo Soprintendente della Basilicata, Dinu Adamesteanu, già a partire dagli anni ‘80 e inaugurato, nel primo nucleo, nel 1995.L’allestimento del Museo, articolato su due piani, permette di seguire un percorso tematico (insediamenti; necropoli; culto) e per ambiti cronologici.Interessante è la sezione delle epigrafi di carattere funerario e celebrativo oltre mosaici tardo antichi provenienti da una villa nei pressi di Viggiano.Presso il Museo è attiva su prenotazione una sezione didattica per gruppi scolastici e gruppi di visitatori; sono, inoltre, presenti una biblioteca specialistica e un archivio non aperti al pubblico ma fruibili solo previa autorizzazione.L’immobile predispone di misure strutturali e strumenti di supporto, necessari al superamento di barriere architettoniche, quali una rampa di accesso, un ascensore per il trasferimento nei piani superiori di persone con diversa capacità motoria e didascalie in linguaggio Braille.A breve distanza dal Museo sorge il Parco Archeologico realizzato nel 2000, a seguito delle numerose campagne di scavo che, fin dal Settecento, hanno portato in luce importanti testimonianze dell’antica città.Le rovine dell’antica Grumentum possono essere topograficamente accorpate in tre macro aree monumentali, ognuna delle quali è composta da edifici simbolo: la prima area comprende il teatro di età augustea, due tempietti di età imperiale e una domus patrizia; la seconda, il foro antico e i principali luoghi pubblici, il “Capitolium” (tempio dedicato alla triade capitolina ovvero Giove, Giunone e Minerva), il “Cesareo” (tempio dedicato al culto imperiale), la “Basilica” (luogo

di riunioni pubbliche e di amministrazione della giustizia) e un complesso termale; la terza area include l’anfiteatro.Ovviamente la presenza di risorse archeologiche di indubbio valore storico e culturale non necessariamente implica l’attivazione di flussi turistici. Ciò, infatti, dipende dalla rilevanza quantitativa e qualitativa dei fattori di attrattività e

Campus Archeologico Grumentum

In tale contesto ben si inserisce il progetto del Campus Archeologico di Grumento Nova, sviluppato e proposto all’interno

del documento di sintesi dell’anno 2013, ma non ancora attuato, quale parte di un

più ampio lavoro di ricerca che ha portato a strutturare il documento definito sul

turismo archeologico proposto all’interno del capitolo in oggetto.

L’idea progettuale del Campus si declina nella promozione di un sistema di offerta articolata attorno alle peculiarità storico-

archeologiche del sito di Grumentum, proposto quale attrattore turistico, in modo tale da favorire la creazione di

modelli innovativi di valorizzazione e fruizione dei beni culturali locali attraverso un nuovo modello di governance integrata

del territorio della Val D’Agri.

In sintesi, l’obiettivo è quello di dar vita ad un complesso polifunzionale che

associ la funzione ricettiva con attività di formazione, a tema archeologico, anche

ponendo in valore edifici già esistenti. L’idea si propone, dunque, di valorizzare il

patrimonio culturale attraverso:l’ampliamento delle attività di formazione

già presenti sul territorio;la costruzione di un messaggio educativo

e culturale innovativo, comprensibile a qualunque tipologia di frequentatore,

71

dei servizi che ne rendono possibile una fruizione special interest, capace di dare risposta alle esigenze di un pubblico specializzato e alla ricerca di un’esperienza attiva.Intorno a quest’area archeologica ruotano risorse e territori turisticamente interessanti, che rientrano nel patrimonio naturalistico e storico - culturale del Parco Nazionale Appennino Lucano

Val d’Agri Lagonegrese, che devono entrare nel sistema di offerta archeologica in una visione di sistema territoriale ampio.Dal punto di vista della domanda, lo studio avviene sulla base delle statistiche ufficiali fornite dall’Ufficio Statistiche del MiBAC, aggiornati al 2012, relative ai visitatori e agli introiti dei Musei, dei Circuiti museali, dei Monumenti ed Aree

Box 12

i

PalazzoGiliberti

CAMPUSARCHEOLOGICO

GRUMENTO

mediante l’uso integrato di linguaggi, supporti multimediali e tecnologici (potenziamento dell’area del Parco

Archeologico e del Museo);la creazione di attività di edutainment;

la destagionalizzazione dei flussi turistici, col rafforzamento dei servizi di ricettività ed incoming, il potenziamento dei mezzi

di trasporto ed il collegamento delle micro attrattive dell’area;

la realizzazione di un sistema organico

di servizi che abbia il proposito di creare nuovi spazi ed una rete di opere infrastrutturali, promuovere la cultura

dell’ospitalità e favorire lo sviluppo di un indotto economico.

Il Campus, dunque, risulta un mezzo importante per la salvaguardia delle

risorse, in un’ottica del tutto centrata sullo sviluppo delle aree interne e sulla

loro fruizione turistica.

Fig. 1 - Illustrazione funzioni e aree del Campus Archeologico Grumentum - vedi Capitolo 5.1 di “Turismo sostenibile e sviluppo locale”

72

Graf.1 - Andamento visitatori Museo 2002 - 2012

0

2000

4000

6000

8000

10000

12000

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Archeologiche Statali (escluse Valle d’ Aosta e Sicilia).Dal 2002 al 2012 i flussi di visitatori del Museo hanno fatto registrare un decremento del 44%, passando da 9806 a 5511; stessa performance ha riguardato i visitatori dell’Area Archeologica, passati da 9465 a 5439, con una perdita del 43%. (Graf.1, Graf.2)L’analisi dei dati riferiti alla fruizione del patrimonio archeologico di Grumentum mostra una consistente e preoccupante tendenza alla contrazione delle visite.

Ciò a riprova del fatto che il patrimonio culturale in generale di un territorio, più nello specifico quello archeologico, non è di per sé attrattiva turistica. Il processo che porta un bene culturale a diventare un prodotto turistico è, infatti, piuttosto complesso e si basa sull’attivazione di un percorso che inserisce la risorsa in un circuito virtuoso di sinergie che, da un lato, sono legate al contesto economico e produttivo locale e, dall’altro, al sistema di governance del patrimonio culturale che si utilizza come fattore di attrazione dei flussi turistici.

0

2000

4000

6000

8000

10000

12000

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Graf.2 - Andamento visitatori area archeologica 2002 - 2012

Graf.1 - Andamento visitatori Museo 2002 - 2012. Fonte: Ufficio Statistica, MiBAC

Graf.2 - Andamento visitatori area archeologica 2002 - 2012. Fonte: Ufficio Statistica, MiBAC

73

L’assenza di monitoraggi sull’utenza di riferimento da parte del soggetto gestore rappresenta una grande lacuna in termini di conoscenza del profilo del visitatore e delle sue esigenze. Ciò ha importanti implicazioni in termini di definizione del sistema di offerta, effettuata, quindi, in maniera approssimativa a tutti indistintamente. Affinché un sito del genere possa svolgere appieno la propria funzione pedagogica ed educativa, è indispensabile calibrare il sistema di offerta in funzione delle caratteristiche dei visitatori, differenziando opportunamente i contenuti in base alle diverse tipologie di destinatari.

2.1 La promozione e commercializzazione dell’offerta

L’aspetto promozionale riveste un’importanza strategica per creare e definire un prodotto turistico. I rapidi cambiamenti della domanda turistica rendono necessario un adeguamento degli strumenti di marketing, soprattutto nell’utilizzo del web marketing di costruzione e di promo - commercializzazione dei prodotti turistici.Lo sviluppo delle tecnologie multimediali e di realtà virtuale e la veloce diffusione sociale dell’uso della rete sono un’interessante opportunità per la divulgazione online del patrimonio archeologico.Il pubblico è, infatti, pronto ad accogliere l’offerta online, ma non sempre i musei o le aree archeologiche sono pronti a comunicare attraverso la rete. Non bastano schede o testi simili ai cataloghi a stampa, per attirare l’attenzione dei navigatori occorrono ipertesti e percorsi virtuali appositamente studiati. Il primo strumento di comunicazione da analizzare è, quindi, il sito web. Il sito di un museo è in genere visitato dal turista, dallo studioso e dal pubblico in età scolare. Il primo cerca sia una presentazione aggiornata dei contenuti del museo

e dell’area archeologica, sia informazioni pratiche (orari di apertura, costi dei biglietti, prenotazione e acquisto dei biglietti e del servizio guida online, informazioni per raggiungere il museo ecc.) per organizzare la visita. Il secondo utente cerca servizi qualificati, quali riproduzioni fotografiche digitali, possibilità di acquisto online di diapositive e foto delle opere esposte, informazioni accessibili tramite database o sezioni speciali del sito ecc.). Gli studenti, infine, sempre più, anche grazie all’introduzione di internet nell’attività didattica, utilizzano il web come strumento di apprendimento.Il sito del Museo Archeologico Nazionale dell’Alta Val d’Agri, aggiornato nel 2007 per l’ultima volta, contiene una presentazione generale del Museo e dell’Area archeologica, alcune informazioni pratiche, mentre mancano i servizi online, la possibilità di consultare dati e foto, informazioni su attività didattiche e materiali scientifici. In particolare, il sito non si adatta facilmente a un pubblico variegato di fruitori con esigenze differenti. Manca, in sostanza, l’offerta di un pacchetto ampio di servizi (percorsi tematici, laboratori e attività didattiche, conferenze, spettacoli, attività ludiche a tema archeologico, visite teatralizzate ecc.) che risultano essenziali per attrarre un turismo di nicchia.Nella primavera del 2012 la FEEM ha promosso un progetto pilota nelle scuole della Val d’Agri per attivare dei laboratori didattici presso il Museo di Grumentum grazie al coinvolgimento dell’Associazione culturale Leukanoi. (Fig. 1)L’iniziativa è stata molto apprezzata dalle insegnanti e giudicata un mezzo ottimale per promuovere la conoscenza della storia locale.

Un altro strumento strategico di comunicazione è rappresentato dal materiale promozionale

74

(brochure, depliant, guide, mappe, volantini ecc.), che si configura come una sorta di “biglietto da visita” del Museo o del prodotto turistico in generale attraverso immagini suggestive e accattivanti.Ovviamente non è tanto importante la disponibilità del materiale promozionale in loco, quanto la sua distribuzione in luoghi strategici per intercettare flussi turistici (fiere, esposizioni, aeroporti e stazioni ferroviarie, uffici di promozione turistica, scuole ecc.).Da questo punto di vista, la brochure di presentazione del Museo di Grumentum, di stampo tradizionale, ha una distribuzione piuttosto limitata, in quanto è disponibile, oltre che sul posto, presso l’APT Basilicata, il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese e alcune strutture ricettive dell’area.

Per dare maggiore visibilità a questo patrimonio archeologico, la FEEM insieme con l’Ente Parco e innBasilicata hanno realizzato una brochure animata che presenta l’itinerario archeologico del Parco e, attraverso un codice QR, rinvia al sito www.innbasilicata.it dove è possibile scaricare la traccia GPS dell’itinerario che riporta anche le strutture ricettive presenti lungo il tracciato. Infine, un’altra componente che si ritiene di assoluta rilevanza per individuare la potenzialità di attrazione per il turismo archeologico di un’area è la presenza di un calendario di eventi per la valorizzazione di tale tipologia di patrimonio.Da questo punto di vista, a causa del taglio degli stanziamenti finanziari di competenza del MiBAC il sito di Grumentum non dispone di un calendario di eventi, al pari degli altri siti archeologici lucani.

Fig. 2- Il Monte Sirino e Grumento Nova

75

Fig. 3- I laboratori, alcuni utensili e pigmenti per la scrittura

Fig. 4- I laboratori, le scolaresche al lavoro

76

Fig. 6 - Anfiteatro di Grumentum

77

PARCHEOTrekkingLa brochure è stata promossa nell’ambito della “XVI Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico” di Paestum.La Borsa è l’unico evento espositivo dedicato all’archeologia, con la particolarità di fondere gli aspetti tradizionalmente legati alla disciplina con le sue potenzialità di prodotto e di commercializzazione. Sostenuta da UNESCO e UNWTO, la BMTA propone workshop, seminari e conferenze, stand e spazi espositivi dedicati che danno ampio spazio all’innovazione.Un esempio è Archeovirtual, mostra che

presenta le ultimissime proposte tecnologiche nel campo dell’archeologia. La Borsa mette in rete i professionisti e gli enti del settore, oltre ad avere una particolare attenzione per le relazioni fra Università e aziende (ArcheoLavoro).Il percorso archeologico, proposto da FEEM, Ente Parco e innBasilicata, presentato con la brochure interattiva, porta il visitatore da Torre di Satriano, a Villa Romana di Barricelle, agli Scavi Grumentum, per concludere con gli scavi di Serra Lustrante.

Box 13Fig. 5- Brochure interattiva del percorso ParcheoTrekking presentata alla BMTA

78

2.2 Progettualità in corsoI dati relativi al numero di visitatori del Museo e dell’Area Archeologica di Grumentum sono un indicatore, nell’ambito di un ragionamento sulla gestione sostenibile del patrimonio culturale nazionale e internazionale in generale, dell’esigenza di riconcettualizzare il prodotto archeologico in un’ottica di innovazione dei processi di gestione e innovazione di prodotto.In particolare, la rassegna bibliografica fa emergere come lo sviluppo dei musei e dei sistemi archeologici stia perseguendo due principali linee strategiche:

• l’offerta di un più ampio ventaglio di nuovi servizi complementari anche grazie al supporto delle nuove tecnologie, capaci di arricchire l’esperienza culturale del visitatore;

• la creazione di un partenariato tra tutti i soggetti del contesto locale per valorizzare le sinergie tra gli operatori del territorio di riferimento.

Nel 2012 la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Basilicata ha indetto una procedura aperta per l’acquisizione di un progetto per lo sviluppo e la realizzazione di un percorso di visita diurno e notturno attraverso allestimenti artistici, polimediali e spettacolari nel Parco Archeologico di Grumentum, per un importo massimo di circa 700.000 euro.Nell’aprile 2013 si è chiusa la procedura valutativa delle quattro proposte pervenute con l’aggiudicazione definitiva dell’appalto. La proposta progettuale ideata per la fruizione di Grumentum prevede la possibilità di rispondere e soddisfare le esigenze delle diverse tipologie di visitatore del sito archeologico; ciò grazie alla definizione di quattro possibili formule di visita per altrettanti distinti target di fruitori: • visita diurna per famiglie;

• visita spettacolare notturna per famiglie;• visita diurna destinata alle scolaresche;• visita diurna riservata a esperti del settore

(studenti, ricercatori, archeologi ecc.).

La visita al sito è immaginata collocata in un percorso di narrazione condotto da un avatar che accompagni e guidi il visitatore alla scoperta della città (luoghi, personaggi, eventi, dinamiche sociali e culturali ecc.).La narrazione procederà lungo un percorso fatto per sequenze e sarà intervallata da stazioni tematiche.Oltre alla strumentazione onboard (tablet e audioguida) che fungerà da supporto audio e immagini (ricostruzione 3D) in precisi punti del percorso, nella versione diurna ci si potrà servire anche di un sistema di sonorizzazione globale e di espedienti scenografici. Tra gli interventi innovativi messi in campo, vale la pena menzionare il sistema di videosorvolo10 per la fruizione “ravvicinata” dei mosaici, e la simulazione di uno scavo per una ulteriore caratterizzazione dell’esperienza di visita. La visita notturna sarà arricchita da un percorso multisensoriale tra installazioni multimediali, filmati, suggestioni, schermi e proiezioni olografiche, voci, suoni, luci, ricostruzioni tridimensionali, realizzazioni in realtà aumentata in cui il visitatore, accompagnato dall’avatar, sarà immerso tra le rovine dell’antica Grumentum (strade, case, terme, teatro).La prima condizione per l’implementazione del progetto è rappresentato dalla necessità di disporre di un percorso di visita fisicamente tracciato, di cui allo stato attuale non si dispone, ciò a maggior ragione in funzione della visita notturna.

10 Il pubblico potrà dirigere e zoomare una videocamera sospesa attraverso cavi motorizzati al di sopra dei mosaici e pilotata da un joystick sulle zone di più difficile accesso.

79

Il percorso di visita sarà preceduto da un momento di preconoscenza del sito archeologico all’interno del Museo.L’idea è di realizzare un sistema costituito da un grande schermo su cui proiettare un filmato in ricostruzione virtuale 3D, in cui un personaggio d’epoca romana accompagna il visitatore raccontando la storia della città. Il video permetterà al visitatore di entrare nelle ville e negli edifici più significativi, nei luoghi di culto e di interagire con oggetti e personaggi simbolici. Il progetto complessivo si conclude con la realizzazione di un sito web che valorizzi la dimensione di pre e post visita sfruttando le potenzialità offerte dalla rete. Ciò anche in un’ottica di potenziamento della promo - commercializzazione, che induce l’ospite a raccogliere informazioni sul territorio e ad acquistarne le offerte. Obiettivo di questa nuova strategia è posizionare, all’interno del sistema di offerta locale e regionale, Grumentum come un’area archeologica di particolare intensità comunicativa grazie all’impiego di strumenti innovativi di comunicazione.Si tratta, cioè, di riuscire a proporre un prodotto integrato e inclusivo, capace di intercettare diversi segmenti di mercato, in virtù della possibilità di comunicarlo e veicolarlo in maniera differente a seconda del target.Nell’ottica dell’integrazione si inserisce un progetto candidato nel 2006 nell’ambito del PO Val d’Agri per la ricucitura funzionale fra Scavi di Grumentum e Lago del Pertusillo, per un importo complessivo di 2 milioni di euro.L’obiettivo è mettere in campo idee, azioni ed eventi, in grado di mettere in sinergia le peculiarità dei singoli siti (Grumento Nova, Sarconi, Montemurro), di esaltarne le potenzialità

e realizzare una rete di sistema permanente, che partendo dall’area archeologica di Grumentum e dalle bellezze naturali ed ambientali del Lago del Pertusillo, individui un percorso concreto per uno sviluppo compatibile e sostenibile nel rispetto dell’ambiente locale, in grado di assicurare una offerta turistica integrata e di qualità.

3. L’indagine telefonica tra le scuole Al fine di verificare l’interesse turistico potenziale rispetto al sito archeologico di Grumentum è stata effettuata un’indagine sul campo tra gli istituti scolastici di Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Puglia, Sicilia, Umbria e Veneto attraverso la somministrazione di un questionario. L’indagine è stata svolta con un duplice obiettivo: esplorare il grado di interesse rispetto al Museo e all’Area archeologica di Grumentum; stimare la disponibilità a pagare degli intervistati per fruire di potenziali servizi aggiuntivi durante la visita. Il questionario è stato strutturato in quattro sezioni: la prima finalizzata a rilevare il profilo dell’intervistato; la seconda volta a indagare l’interesse rispetto al tema archeologico; la terza mirata a verificare l’interesse potenziale nello specifico rispetto al patrimonio archeologico di Grumentum e a raccogliere suggerimenti e indicazioni provenienti dai potenziali fruitori; la quarta, infine, con l’obiettivo di testare la disponibilità degli intervistati a sostenere dei costi per usufruire di alcuni servizi aggiuntivi alla visita. Il questionario è stato somministrato tramite intervista telefonica. I vantaggi di tale modalità di rilevazione sono riconducibili a maggiore rapidità di rilevazione, minori resistenze alla concessione dell’intervista e maggiore garanzia di anonimato,

80

accesso facilitato agli intervistati residenti in territori più distanti, maggiore controllo della comprensione delle domande da parte degli interessati e così della qualità dei dati, e, infine la possibilità di raccogliere commenti aggiuntivi, utili all’interpretazione dei risultati.La qualità dell’intervista è stata garantita da una serie di contatti preliminari con l’intervistato, avvenuti sia telefonicamente sia via email e fax, che hanno consentito di anticipare il tema oggetto dell’indagine e di fornire, prima dell’intervista, una serie di informazioni su Grumentum grazie al supporto di una scheda di presentazione (con testo e immagini).La somministrazione del questionario è avvenuta tra maggio 2013 e giugno 201311. La popolazione di riferimento da cui è stato estratto il campione comprende il numero di scuole che nel corso del 2012 hanno organizzato un viaggio d’istruzione in Basilicata.Complessivamente, sono 118 le scuole che nel 2012 hanno visitato la Basilicata (APT, 2013).

11La somministrazione è stata preceduta da un pretest, condotto agli inizi di maggio. Sono stati somministrati 20 questionari a insegnanti in visita nell’area archeologica di Grumentum, che hanno permesso di raccogliere informazioni e suggerimenti utili per verificare la validità dello strumento e migliorare la versione iniziale del questionario.

Di queste, il 70% proviene dalla stessa Basilicata, il 20% da Puglia, Calabria e Campania, il restante 10% da Lazio, Sicilia, Umbria e Veneto12. Per quanto riguarda le destinazioni, il 60% opta per Matera, il 30% per il Pollino e il restante 10% per Val d’Agri, Grumentum, Melfi e Venosa. Il numero di questionari raccolti e analizzati è stato pari a 115 (97% rispetto all’universo di riferimento), raccolti tra responsabili dei viaggi d’istruzione e insegnanti di materie letterarie.

3.1 I risultati

Delle 115 scuole raggiunte telefonicamente, il 70% è in Basilicata, il 7% in Puglia e Campania, il 5% in Calabria, il 3% in Lazio, Sicilia e Veneto e il 2% in Umbria. (Graf. 3)

Il patrimonio archeologico viene riconosciuto come fattore di propulsione del turismo scolastico, in quanto occasione di conoscenza e sperimentazione diretta della storia di un territorio.In particolare, il 67% degli intervistati ritiene i siti archeologici molto interessanti ai fini di un viaggio d’istruzione, il 30% abbastanza interessanti e solo

12 Il turismo scolastico in Basilicata nel 2012 ha generato 13.101 arrivi e 27.177 presenze (Apt, 2013).

0 20

2,6 %

2,6 %

2,6 %

5,2 %

7 %

7 %

71,3 %

1,7 %

40 60 80

Veneto

Umbria

Sicilia

Lazio

Calabria

Campania

Puglia

Basilicata

Graf.3 - Regione istitutoGraf.3 - Regione di appartenenza degli Istituti intervistati

81

il 3% poco interessanti. (Graf. 4)La guida specializzata rappresenta un supporto molto utile alla visita dei siti archeologici per il 74% degli intervistati, abbastanza utile per il restante 26%. Ciò a riprova della domanda di conoscenza che spinge il turista in generale e, ancor di più, le scolaresche.La possibilità di trovare occasioni per formarsi e sperimentare direttamente quanto mostrato nelle sale espositive viene giudicato di utilità dal 98% degli intervistati. (Graf. 5)

In particolare, il 67% indica i laboratori didattici come tipologia di occasione di formazione utile per approfondire le tematiche connesse con l’archeologia, il 21% i percorsi didattici e il restante 12% l’attività di scavo e catalogazione dei materiali. (Graf. 6)

L’impiego delle tecnologie digitali nella fruizione turistica del patrimonio archeologico sta gradualmente diffondendosi come strumento per offrire nuovi contenuti a un pubblico sempre più ampio e come supporto strategico di didattica e di comunicazione. Il 76% degli intervistati, infatti, giudica molto interessante la possibilità di sperimentare tali forme digitali di fruizione (realtà aumentata, libri virtuali ecc.), il 23% abbastanza interessante e solo l’1% poco interessante. L’Area Archeologica di Grumentum fa registrare un notevole interesse tra gli intervistati. Il 91%, infatti, si dichiara disponibile a valutare l’ipotesi di un viaggio d’istruzione in quest’area. (Graf. 7)

Il 9% che ha risposto in maniera negativa lo fa per motivazioni varie; tra queste, il 38% non lo farebbe per distanza geografica dal luogo di residenza o per altre motivazioni rispetto alle opzioni indicate13,

13 In particolare, le risposte negative sono riconducibili a intervistati delle altre regioni rispetto alla Basilicata. Il che spiega, ad esempio, la motivazione addotta da chi, pur ritenendo una visita archeologica utile ai fini della didattica della storia e dell’importanza delle fonti, tuttavia

il 12% per questioni di accessibilità e per scarso interesse per la tematica. (Graf. 8)

Per quanto riguarda il pubblico da poter coinvolgere nella visita, il tema archeologico si conferma come un tema di interesse universale, dal momento che potrebbero essere coinvolte tutte le classi della scuola primaria, il biennio delle secondarie di primo e secondo grado. (Graf. 8)

Si è in precedenza fatto cenno all’interesse manifestato dagli intervistati rispetto alla possibilità di sperimentare forme digitali di fruizione. Rispetto agli strumenti comunicativi più tradizionali (pannelli, didascalie, guide ecc.), le nuove tecnologie offrono la possibilità di ampliare le modalità di visita e le informazioni da offrire al pubblico, dal punto di vista della quantità e della qualità: oltre, infatti, a testi e immagini si possono proporre video, suoni e percorsi interattivi.Nello specifico, tra le opzioni elencate di innovazioni di valorizzazione, il 33% degli intervistati come prima scelta indica il tour virtuale, seguito da ricostruzioni tridimensionali e scenografiche (29%), realtà aumentata (17%), postazioni multimediali (14%) e guida digitale (6%). (Graf. 9)

Il tour virtuale si conferma l’opzione preferita anche come seconda scelta, indicato dal 29% del campione, seguito da ricostruzioni tridimensionali e scenografiche (20%), guida digitale (19%), realtà aumentata (16%) e postazioni multimediali (15%). (Graf. 10)

Infine, come terza scelta, l’opzione ricostruzioni tridimensionali e scenografiche raccoglie il 25% delle preferenze, seguita da tour virtuale (23%), postazioni multimediali (22%), realtà aumentata

opterebbe per un sito qualsiasi, più vicino al luogo di residenza, ad esempio in Puglia stessa.

82

0 20

30,4 %

40 60

67 %

Poco

Abbastanza

Molto

2,6%

I siti archeologici possono rappresentare un’interessante meta per un viaggio di istruzione?

Graf.4 - I siti archeologici come meta per un viaggio di istruzione

98%

2%

SI

NO

Graf.5 - Interesse per occasioni di formazione

Attività di scavo e catalogazione dei materiali

Percorsi didattici

Laboratori didattici

67%

20,5%

12,5%

Graf.6 - Tipologia formazione e approfondimento

Graf.4 - I siti archeologici come meta per un viaggio di istruzione

Graf.5 - Interesse per occasioni di formazione

Graf.6 - Tipologia formazione e approfondimento

I siti archeologici possonorappresentare un’interessante metaper un viaggio di istruzione?

83

91%

9%

SI

NO

Graf.7 - Interesse ipotesi viaggio a Grumentum

0 5

12,5 %

1510 20 25 30 35 40

37,5 %

Accessibilità

12,5 %Scarso interesse per la tematica

Distanza geogra�ca

37,5 %Altro

Graf.8 - Il 9% degli intervistati spiega le ragioni della risposta negativa

0 5 1510 20 25 30 35

32,5 %

Ricostruzioni tridimensionali escenogra�che

1 %

Realtà aumentata

Tour virtuale

Altro

Guida digitale

Postazioni multimediali

6,1 %

14 %

17,5 %

28,9 %

Graf.9 -

0 5 1510 20 25 30 35

32,5 %

Ricostruzioni tridimensionali escenogra�che

1 %

Realtà aumentata

Tour virtuale

Altro

Guida digitale

Postazioni multimediali

6,1 %

14 %

17,5 %

28,9 %

Graf.9 -

Graf.7 - Interesse ipotesi viaggio a Grumentum

Graf.8 - Il 9% degli intervistati spiega le ragioni della risposta negativa

Graf.9 - Istogramma dei servizi - Tour virtuale come prima scelta

84

0 5 1510 20 25 30 35

29,4 %

Ricostruzioni tridimensionali escenogra�che

Realtà aumentata

Tour virtuale

Guida digitale

Postazioni multimediali

18,8 %

15,3 %

16,5 %

20,0 %

Graf.10 -

0 5 1510 20 25 30 35

23,3 %

Ricostruzioni tridimensionali escenogra�che

1,7 %

Realtà aumentata

Tour virtuale

Altro

Guida digitale

Postazioni multimediali

10 %

21,7 %

18,3 %

25 %

Graf.11 -

0 2010 30 40 50

42,5 %

Materiale promozionale

Materiale didattico

Portale Web

Altro

Ricettività e ristorazione

1 %

8 %

37,2%

11,5 %

Graf.12-

0 5 1510 20 25 30 35

23,3 %

Ricostruzioni tridimensionali escenogra�che

1,7 %

Realtà aumentata

Tour virtuale

Altro

Guida digitale

Postazioni multimediali

10 %

21,7 %

18,3 %

25 %

Graf.11 -

Graf.10 - Istogramma dei servizi - Tour virtuale come seconda scelta

Graf.11 - Istogramma dei servizi - Tour virtuale come terza scelta

Graf.12 - Istogramma dei servizi - Portale web come prima scelta

85

(18%) e guida digitale (10%). (Graf. 11)

Da sempre il materiale promozionale tradizionale (mappe, brochure, flyer) ha rappresentato un mezzo che ha contribuito a costruire l’informazione e l’accoglienza turistica di un territorio. Oggi le informazioni sulla destinazione influiscono sulla scelta finale del turista, per cui vengono generalmente richieste e raccolte prima di decidere la meta della propria vacanza. L’offerta turistica, quindi, deve essere presente nel momento stesso della ricerca quando il turista sta decidendo la destinazione delle sue vacanze oppure mentre sta raccogliendo informazioni su cosa vedere e cosa fare in loco.Ciò spiega il motivo per cui il 43% del campione riconosce il portale web come il primo strumento utile in fase di organizzazione del viaggio, il 37% il materiale didattico, l’11% il classico materiale promozionale e l’8% i servizi di ricettività e ristorazione. (Graf. 12)

Il secondo servizio scelto dal 38% degli intervistati è rappresentato dal materiale didattico, seguito dal portale web (24%), dal materiale promozionale (22%) e il 17% dai servizi ricettivi. (Graf. 13)

Come terza scelta, il 58% degli intervistati sceglie il servizio di ricettività e ristorazione, il 20% il materiale promozionale, il 9% portale web e materiale didattico. (Graf. 14)

La domanda di cultura si configura come un’esperienza sempre più vasta, capace di coinvolgere tutto il territorio di riferimento e il suo patrimonio (materiale e immateriale). Il turista cerca, infatti, informazioni chiare e molteplici sull’intero contesto di riferimento, che facilitino l’esperienza di un luogo e la comprensione della sua storia e della sua cultura.

Le risorse naturalistiche rappresentano, pertanto, l’opzione di integrazione alla visita a Grumentum indicata dal 40% degli intervistati come prima scelta (e dal 35% come seconda scelta), altre risorse culturali dal 27%, attività ludiche e sportive dal 25% e risorse enogastronomiche dall’8%. (Graf. 15)

Come seconda scelta, le risorse enogastronomiche rappresentano una buona integrazione all’esperienza archeologica per il 23% del campione, altre risorse culturali per il 22% e risorse ludiche e sportive per il 18%. (Graf. 16)

Come terza scelta, infine, le attività ludiche e sportive vengono preferite dal 34% del campione, seguite da quelle enogastronomiche (32%), da quelle culturali (19%) e naturalistiche (14%). (Graf. 17)

L’accessibilità, intesa quale assenza di barriere architettoniche, culturali e sensoriali, è la condizione indispensabile per consentire la fruizione del patrimonio turistico, ciò a maggior ragione se si tratta di turismo scolastico. Parlare di turismo accessibile, infatti, significa parlare di un sistema di offerta turistica attento ai bisogni di tutti, in grado, quindi, di erogare servizi di elevata qualità.Il 64% degli intervistati, infatti, in primis indica l’abbattimento delle barriere architettoniche come servizio utile per la fruizione del sito di Grumentum anche da parte di disabili, il 24% complessivamente servizi più avanzati (radiofrequenza per l’orientamento degli ipovedenti, GPS e realtà aumentata), il 7% traduzione in linguaggio braille dei testi descrittivi e il 5% un sistema di riproduzione fedele dei reperti esposti nelle sale del Museo. (Graf. 18)

86

0 20105 15 25 3530 40

24%

Materiale promozionale

Materiale didattico

Portale Web

Ricettività e ristorazione 16,7%

37,5 %

21,9 %

Graf.13 -

0 2010 30 40 50 60 70

9,4 %

Materiale promozionale

Materiale didattico

Portale Web

Altro

Ricettività e ristorazione

3,1 %

57,8 %

9,4 %

20,3 %

Graf.14 -

Risorse naturalistiche

Altre risorse culturali

Attività ludiche sportive

Risorse enogastronomiche

7,9 %

24,6 %

27,2 %

40,4 %

Graf.15 -

Graf.13 - Istogramma dei servizi - Materiale didattico come seconda scelta

Graf.14 - Istogramma dei servizi - Ricettività e ristorazione come terza scelta

Graf.15 - Le risorse maggiormente ricercate - prima scelta

87

Risorse naturalistiche

Altre risorse culturali

Attività ludiche sportive

Risorse enogastronomiche

Altro

21,8 %

34,5 %

23%

18,4 %

2,3%

Graf.16 -

Risorse naturalistiche

Altre risorse culturali

Attività ludiche sportive

Risorse enogastronomiche

Altro

18,6 %

13,6 %

32,2 %

33,9 %

1,7 %

Graf.17 -

Graf.16 - Le risorse maggiormente ricercate - seconda scelta

Graf.17 - Le risorse maggiormente ricercate - terza scelta

Come seconda scelta, il 44% opta per i servizi più innovativi (radiofrequenza per l’orientamento degli ipovedenti, GPS e realtà aumentata), il 26% il linguaggio braille nelle didascalie, il 16% la riproduzione fedele dei reperti e infine il 14% l’abbattimento delle barriere architettoniche. (Graf. 19)Infine, come terza scelta, i servizi più avanzati e innovativi raccolgono la più alta percentuale di preferenze (38%), seguiti da riproduzione fedele dei reperti (32%), linguaggio braille nelle didascalie (16%) e abbattimento barriere architettoniche (14%). (Graf. 20)

L’ultima sezione mira a raccogliere la disponibilità degli intervistati a sostenere dei costi nel caso potessero fruire di servizi aggiuntivi.Il 90% del campione si dichiara favorevole all’ipotesi di coprire dei costi aggiuntivi. (Graf. 21)I laboratori didattici di archeologia sperimentale sono il primo servizio aggiuntivo per cui il 42% del campione sarebbe disposto a pagare, seguiti dalla guida specializzata (38%), rievocazioni storiche e mostre tematiche (8%) e corsi di formazione (4%). Per i laboratori didattici il 50% degli intervistati sarebbe disposto a sostenere un costo inferiore a

88

010203040506070

Sistema di radiofrequenza per

l’orientamento degli ipovedenti nel Museo

Sistema gps che sfrutta le potenzialità

della realtà aumentata creando

percorsi nell’area archeologica

Riproduzioni fedeli dei reperti presenti

nel Museo per ipovedenti

Abbattimento barriere

architettoniche

Linguaggio braille nelle didascalie

Graf.18 -

0

5

10

15

20

25

30

35

Sistema di radiofrequenza per

l’orientamento degli ipovedenti nel Museo

Sistema gps che sfrutta le potenzialità

della realtà aumentata creando

percorsi nell’area archeologica

Riproduzioni fedeli dei reperti presenti

nel Museo per ipovedenti

Abbattimento barriere

architettoniche

Linguaggio braille nelle didascalie

Graf. 19 -

0

5

10

15

20

25

30

35

Sistema di radiofrequenza per

l’orientamento degli ipovedenti nel Museo

Sistema gps che sfrutta le potenzialità

della realtà aumentata creando

percorsi nell’area archeologica

Riproduzioni fedeli dei reperti presenti

nel Museo per ipovedenti

Abbattimento barriere

architettoniche

Linguaggio braille nelle didascalie

Graf. 20

Graf.18 - L’accessibilità - prima scelta

Graf.19 - L’accessibilità - prima scelta

Graf.20 - L’accessibilità - terza scelta

89

90%

10%

SI

NO

Graf. 21 - Disponibilità a pagare

5 -10 €

11 - 16 €

Meno di 5 €

17 - 22 €

50% 47 %

1% 2%

Graf. 22 - Disponibilità a pagare per il primo servizio

5 -10 €

11 - 16 €

Meno di 5 €

17 - 22 €

60%35%

2% 3%

Graf. 23 - Diaponibilità a pagare per il secondo servizio

Graf.21 - Disponibilità a pagare

Graf.22 - Disponibilità a pagare per il primo servizio

Graf.23 - Disponibilità a pagare per il secondo servizio

90

5 €, il 47% tra 5 e 10 €. (Graf. 22)

I laboratori didattici si confermano l’opzione più scelta anche come secondo servizio, indicata dal 34% del campione, seguiti dalle rievocazioni storiche (25%), mostre tematiche (20%), guida specializzata (18%) e corsi di formazione (2%).

Come secondo servizio, sale al 60% la percentuale degli intervistati che spenderebbe meno di 5 €, mentre passa al 35% quella disposta a pagare tra 5 e 10 €. (Graf. 23)

Il fatto che il servizio aggiuntivo preferito dagli intervistati sia rappresentato dai laboratori didattici è riprova dell’esigenza espressa dal turista di vivere un’esperienza coinvolgente. I laboratori didattici, in quest’ottica, rappresentano una forma di edutainment, capace di attivare una forma di partecipazione creativa che produca conoscenza e curiosità sperimentando.

Conclusioni

Il progetto mette in luce il ruolo che sta assumendo il turismo culturale e, nello specifico, il turismo archeologico nello scenario internazionale e nazionale. La Basilicata conta diverse e diffuse aree archeologiche, potenzialmente vocate a una fruizione turistica, che, come emerge anche dal censimento condotto e dalla successiva rielaborazione, necessitano di un’organizzazione in ottica sistemica in una visione più integrata con i territori e con i servizi. Lo sviluppo dei musei e dei sistemi archeologici a scala nazionale e internazionale, d’altro canto, sta seguendo due principali linee strategiche:

• l’offerta di nuovi servizi complementari, spesso caratterizzati dall’uso delle nuove tecnologie, in grado di arricchire e completare l’esperienza culturale del visitatore;

• la creazione di rapporti di collaborazione con gli stakeholders del contesto locale per valorizzare il territorio di riferimento nel suo complesso.

In modo particolare, oltre all’offerta di servizi accessori, di accoglienza e di orientamento dei visitatori (prenotazione, sito web ecc.), i musei stanno puntando anche su nuove forme di offerta didattica di qualità orientata al coinvolgimento attivo del partecipante attraverso giochi, storie, attività manuali. Inoltre, si riscontra il sempre maggiore impiego delle nuove tecnologie, variamente implementate nei processi di fruizione e gestione delle organizzazioni museali. Un’ulteriore tendenza emergente è rappresentata dalla volontà di trasformare il museo, oltre che in un luogo adibito anche all’educazione e alla ricerca, anche in un luogo di socializzazione, ospitando,

91

ad esempio, centri estivi per bambini, feste di compleanno, notti al museo e manifestazioni culturali in generale, per avvicinare diversi target e promuovere il senso civico di appartenenza al patrimonio culturale locale.Rispetto ai processi di innovazione attivati in termini di rapporti di collaborazione con i soggetti del contesto, emerge sempre più la necessità di connettere il patrimonio archeologico con il sistema turistico locale. L’attivazione di un fitto sistema di relazioni collaborative con tutti i soggetti del settore turistico, infatti, appare una delle opzioni strategiche da intraprendere nell’ottica di una valorizzazione, anche da un punto di vista economico, del patrimonio archeologico.Una tale partnership porterebbe alla definizione di un prodotto turistico che non propone semplicemente il sito archeologico, ma in grado di offrire un’esperienza complessa e motivazionale di scoperta della cultura locale.La domanda di cultura, infatti, si configura sempre più come un’esperienza capace di coinvolgere il territorio e il suo patrimonio, compreso quello immateriale (usi, costumi, tradizioni, saperi ecc.) e quello produttivo (enogastronomia e artigianato). Al Museo, quindi, spetterebbe il compito di riallacciare il legame con il territorio e con tutti gli stakeholders, in una visione del territorio come museo diffuso.Da questo punto di vista, si è avviato un percorso di concertazione tra Direttore del Museo Archeologico Nazionale Alta Val d’Agri, Ente Parco, guide del Parco, Gal Akiris, FEEM al fine di individuare e implementare azioni volte a creare valore per il territorio della Val d’Agri, con la consapevolezza di operare all’interno di un sistema in cui non solo la singola risorsa o il singolo servizio, ma anche la loro interazione,

contribuiscono alla creazione dell’esperienza complessiva del turista.L’organizzazione a rete è, del resto, indispensabile per conseguire le economie di scala necessarie al funzionamento anche delle realtà museali più piccole. In questa direzione una risposta adeguata alle criticità gestionali degli istituti museali italiani arriva dalla possibilità, garantita dallo stesso “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, di esternalizzare fasi anche rilevanti della catena del valore intervenendo, quindi, sui processi produttivi. Sempre più spesso, infatti, il facility management sta rappresentando, anche in Italia, la strada della valorizzazione dei beni culturali, non solo in termini di esternalizzazione di servizi ma anche di gestione della biglietteria, dei servizi di ristorazione, del bookshop ecc.Dai dati dell’ultimo rapporto del CRESME sul facility management in Italia14 dal 2007 al 2011 i bandi che sono aumentati maggiormente sono proprio quelli legati alle attività culturali e al tempo libero, passando da 518 a 1.179 (128%).Il facility management può, dunque, contribuire a costruire un sistema culturale d’eccellenza anche attraverso l’individuazione di nuove forme di gestione pubblico - privata.È pertanto necessaria una maggiore disponibilità da parte della pubblica amministrazione nella ricerca di partner affidabili che possano contribuire non solo nella tutela ma anche nella valorizzazione del nostro patrimonio archeologico.

14 CRESME 2012, Il mercato pubblico del Facility Management in Italia, Rapporto 2012

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Premessa

Introduzione

Nota metodologica

1. La rivitalizzazione dei centri storici attraverso il prodotto Albergo Diffuso

Approfondimento: La storia dell’AD

2. Analisi di benchmarking dei casi studio di interesse

3. La voce del territorio: l’indagine sul campo

Conclusioni

Box 14 L’Albergo Diffuso e il Comune di Viggiano

Box 15 L’Albergo Diffuso e il Comune di Montemurro

Bibliografia sitografia

Nella foto: Viggiano

CAPITOLO 5 5.2 L’Albergo Diffuso: strumento strategico per lo sviluppo sostenibile di un’area protetta

96

Premessa IntroduzioneSe nella precedente versione del “Turismo sostenibile e sviluppo locale” la ricerca risulta maggiormente finalizzata a rispondere all’esigenza di un primo step conoscitivo della realtà dell’Albergo Diffuso e alla proposta di scenari e servizi possibili, concretizzatasi poi con il convegno “Le nuove frontiere del turismo - l’ospitalità diffusa nel borgo antico di Marsico Nuovo”, successivamente essa ha subito una spinta propulsiva grazie al buon ritorno di interesse da parte delle amministrazioni valligiane e alla disponibilità di collaborazione manifestata dall’Università di Udine, nella persona del Prof. Maurizio Droli. Ciò ha comportato un approfondimento ulteriore della tematica - inglobando ciò che era già stato raccolto - approntando la ricerca in modo più operativo.

I piccoli comuni sono una realtà consistente in Italia. Si parla infatti di 5.868 Comuni sotto i 5mila abitanti, ossia il 72% dei Comuni italiani, i quali amministrano il 50% circa dell’intero territorio nazionale e che interessano circa il 20% della popolazione italiana1. Oltre l’80% è localizzato in aree montane e collinari, in zone dove il rapporto con l’ambiente ed il paesaggio circostante è sempre stato il punto di forza dello sviluppo di modelli insediativi tradizionali. Molti dispongono di un patrimonio architettonico e culturale unico. Secondo alcune stime del Censis2 chi vive nelle aree più grandi e sviluppate tende inoltre sempre più spesso a raggiungere questi luoghi tranquilli per trascorrere vacanze e weekend (il 50% del campione a livello nazionale) con l’aspettativa di una vacanza leisure che unisce: la scoperta di posti nuovi e poco conosciuti alla tranquillità e serenità dei luoghi, dalla genuinità del cibo, alla convivialità e socievolezza degli abitanti del posto3. Tali luoghi rappresentano da sempre il tratto distintivo del turismo italiano e soltanto negli ultimi anni si è iniziato a riconoscerne l’importanza attraverso ricerche e studi che ne hanno testimoniato il ruolo chiave, accostandoli sempre di più a un prodotto specifico e meritevole di attenzione quale fenomeno turistico. È forte la consapevolezza che essi rappresentino una ricchezza e una peculiarità che costituisce valore aggiunto per il nostro Paese. Una ricchezza su cui investire, attraverso adeguati interventi di valorizzazione. E il turismo di qualità appare come uno strumento idoneo per la riscoperta di questi luoghi, di queste piccole realtà con un patrimonio immenso fatto di

1 G.Dall’Ara, Francesco Morandi, “Il Turismo nei Borghi”, Nuova Giuridica, 2010, pag. 1772 Centro Studi Investimenti Sociali, è un istituto di ricerca socio-economica fondato nel 19643 G.Dall’Ara, Francesco Morandi, “Il Turismo nei Borghi”, Nuova Giuridica, 2010, pag. 177

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storia, cultura, prodotti tipici4. La riscoperta e la valorizzazione dei luoghi permette di conoscere ed apprezzare realtà capaci di coniugare qualità della vita e tutela dell’ambiente, economie e saperi tradizionali, con innovazione e sviluppo locale. Oggi, il tema entra anche a pieno titolo nell’ambito delle politiche di coesione che puntano a ridurre i divari territoriali, promuovendo uno sviluppo equilibrato. Sono proprio queste aree, fatte di piccoli comuni, di paesaggi meno attraversati dal turismo di massa e di tradizioni meglio conservate ma meno note, a contribuire a definire l’identità italiana (Anci, 2012). In esse, infatti, prevale il senso di appartenenza a un sistema di valori e a una storia collettiva. Il paesaggio, la cultura, l’enogastronomia, l’agricoltura di qualità e l’artigianato sono parte essenziale di questa identità: essi possono rappresentare quelle leve su cui innescare circoli virtuosi, rendere attrattivo il territorio e le sue comunità locali, arginare l’esodo demografico verso centri urbani di maggiori dimensioni, permettere all’Italia di crescere sulla base di risorse uniche e fortemente territorializzate. Il recupero e rilancio di piccole realtà stanno in parte già avvenendo, ma solo in alcuni luoghi e a macchia di leopardo. In particolare, nelle aree interne si sono attivate molte iniziative, private e pubbliche: rilancio di attività agricole; borghi in ristrutturazione e valorizzazione; infra-strutturazione digitale; progetti turistico - culturali. I più recenti percorsi economici dei piccoli centri testimoniano come, negli ultimi anni, si sono risvegliate le identità locali e gli orgogli territoriali, attraverso un viaggio fatto di parchi e borghi, di storia ed arte, alla riscoperta delle tradizioni italiane, dell’artigianato e dei prodotti tipici locali.

4 V. Andreani, L. Chiodini (a cura di), Una Risorsa strategica per lo sviluppo dei piccoli Comuni: il turismo delle identità, CittaliaFondazione Anci Ricerche, 2007

La Basilicata è esemplificativa di quanto finora esposto. Il 75,6% dei comuni lucani ha una popolazione che non va oltre i 5.000 abitanti; in questi comuni vive il 33,1% dei residenti (191.044 unità). La Basilicata è ricca di aggregati storici di piccole dimensioni connotati da un’elevata concentrazione di valori architettonici, antropologici e ambientali. Dal punto di vista turistico, a fianco ad aree più note vi sono, infatti, molteplici località e destinazioni interne contraddistinte da borghi e paesaggi montani che costituiscono il tratto forte e identitario della regione. I comuni di minore dimensione demografica si collocano per la gran parte all’interno, lungo la dorsale appenninica, e sono quelli caratterizzati dai cali più consistenti di popolazione. In particolare, lo studio della Fondazione Eni Enrico Mattei, si focalizza su un’area interna della provincia di Potenza, la Val d’Agri, prevalentemente montana, priva di poli urbani di rilievo. Agli inizi degli anni ‘60, l’ampia valle disegnata dal corso del fiume Agri veniva considerata da Ranieri (1972, p.125) “l’unità valliva più importante e più favorita per condizioni fisiche, che ne fanno anche la più densamente abitata ed economicamente sviluppata”. Sembra un modo per indicare un percorso alternativo all’attività industriale diffusa in quest’area, per valorizzare antiche “prese” per lo sviluppo locale (agricoltura, paesaggio, cultura ecc.). Ciò pone le basi per ipotizzare percorsi di sviluppo che recuperino e valorizzino i borghi, cuore dell’identità locale, legata a una cultura contadina di cui la valle è custode, oltre alla bellezza dei paesaggi. Nello specifico, l’obiettivo del lavoro è rappresentato dalla volontà di concentrarsi sulla riqualificazione del territorio della Val d’Agri, con un focus su sei paesi (Corleto Peticara, Grumento Nova, Marsico

98

Nuovo, Montemurro, Tramutola e Viggiano), attuando delle strategie di marketing territoriale dal punto di vista turistico e proponendo una nuova formula di ospitalità in fase di diffusione in Italia: l’Albergo Diffuso (AD). Questo rappresenta un prodotto strategico per lo sviluppo dei piccoli comuni. Si tratta di un modello di albergo che offre al turista un’esperienza nuova, finalizzata alla scoperta dello stile di vita di un borgo, alloggiando in case localizzate nei pressi di quelle dei residenti5. Infatti alcuni borghi, per lo più abbandonati, sono stati completamente restaurati, ripristinando l’architettura e gli arredi originali e trasformati, appunto, in alberghi diffusi. In questo modo alcuni luoghi che rischiavano l’abbandono sono rinati: il valore delle case è cresciuto enormemente, sono arrivati turisti sia italiani che stranieri, l’occupazione ha cominciato a crescere e il territorio si è rimesso in moto (Anci, 2007). L’AD nasce allo scopo non solo, e non tanto, di recuperare il patrimonio immobiliare abbandonato, quanto piuttosto di veicolare alla domanda turistica la possibilità di vivere il territorio, la vita di un borgo e la cultura dei luoghi, senza rinunciare ai servizi alberghieri. Del resto, dagli anni 2000 si comincia a delineare una forma di turismo mossa dall’interesse per i borghi ospitali, di quelle realtà, cioè, che si caratterizzano per una vocazione ospitale che si palesa in una attenzione particolare ai temi della qualità, della sostenibilità, della partecipazione delle comunità locali all’accoglienza, del sistema dei servizi ai turisti. In sintesi, ciò che affascina questo target di turisti è l’atmosfera di questi luoghi, data dallo scenario urbanistico e antropico, dalle attrattive che si possono vedere, dalle cose che si possono fare e mangiare. Questo genere di turista desidera conoscere meglio le risorse culturali ed ambientali

5 G. Dall’Ara, Manuale dell’Albergo Diffuso - L’idea, la gestione, il marketing dell’ospitalità diffusa, Milano, Franco Angeli S.r.l., 2010.

e le tipicità locali, essere considerato non un turista consumatore ma “residente”, seppur temporaneo, del territorio che visita. I turisti oggi concepiscono la vacanza come strumento di arricchimento culturale, esperienza in grado di arricchire ed accrescere la propria identità, la propria cultura e la propria interiorità. Queste nuove tendenze trovano il loro naturale corrispondente nelle forme di “ospitalità diffusa”. In questo senso, l’Albergo Diffuso si propone come un modello di sviluppo territoriale integrato, i cui confini si estendono fino a includere il territorio circostante, che entra nell’offerta turistica locale. Da questo punto di vista, quindi, l’AD è un esempio di coincidenza tra valori della comunità locale e quelli dell’impresa che gestisce, in un’ottica condivisa di marketing territoriale per aumentare l’attrattività del luogo e per stimolare e qualificare l’ospitalità locale.

Fig.1 - Centro di Grumento Nova

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Nota metodologicaLa nostra indagine riguarda, in particolare, l’ambito territoriale della Val d’Agri dove il turismo, sebbene ancora in fase esplorativa, emerge come la strada più promettente per dare vita a un processo di sviluppo basato sulle risorse endogene locali. Si tratta di un’area che può vantare proprie specificità, una buona attrattività turistica determinata da una dotazione di risorse naturali e storico - architettoniche e da molteplici località e destinazioni interne contraddistinte da borghi e paesaggi montani che costituiscono il tratto forte e identitario della regione Basilicata. In sintesi, l’obiettivo generale della ricerca può essere espresso come un tentativo di verifica delle possibilità di sviluppo dell’area indicate, facendo leva sulla formula dell’ospitalità diffusa. Questo nuovo modello organizzativo dell’offerta turistica si é rivelato particolarmente adatto per valorizzare borghi e paesi con centri storici di interesse artistico o architettonico, che in tal modo possono essere recuperati e valorizzati. Il lavoro di ricerca si snoda in due ambiti distinti: uno conoscitivo/esplorativo dell’area e della comunità locale e uno prettamente operativo con l’analisi del patrimonio immobiliare, della definizione degli scenari economici e delle ipotetiche azioni di valorizzazione. Il documento è stato articolato in tre capitoli. Il primo capitolo presenta un’indagine teorica - bibliografica sul tema, oggetto dello studio, proponendo anche una selezione di casi studio di interesse (AD di Santo Stefano di Sessanio, Specchia e Sauris) a livello nazionale. Nel secondo capitolo è stata fatta una diagnosi turistico - territoriale (desk) e una valutazione delle caratteristiche dell’area di riferimento. Obiettivo: offrire una visione d’insieme del territorio, evidenziandone anche i principali i punti di forza dell’offerta per

questo tipo di prodotto. Il terzo capitolo, invece, presenta l’attività di auditing del territorio e tiene conto delle indagini svolte sul campo con un approccio quali - quantitativo, utilizzando due tecniche di analisi: l’intervista semistrutturata agli stakeholders locali, per verificarne il reale interesse nella creazione di un Albergo Diffuso, e un questionario sulla valutazione della percezione della comunità locale su concetti come “turismo”, “turista” e “accoglienza”. Parallelamente è stata inquadrata anche un’indagine operativa attraverso l’analisi del patrimonio immobiliare disponibile (censimento degli immobili potenzialmente utilizzabili e analisi delle caratteristiche generali delle unità abitative disponibili da essere utilizzati/ristrutturati in funzione di Albergo Diffuso). I principali risultati del progetto sono stati rappresentati dalla individuazione di strutture che hanno i requisiti minimi per essere classificate come Albergo Diffuso sulla base della raccolta e rielaborazione di tutti i dati disponibili (desk e on the field). Infine nella parte conclusiva del lavoro, sulla base delle informazioni raccolte nei precedenti capitoli, si è cercato di proporre indicazioni strategiche e operative attribuite al modello di AD come ruolo di impresa guida e attrattore per centri storici, in grado di offrire agli ospiti un legame, non solo immaginario, con il luogo e i residenti.

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1. La rivitalizzazione dei centri storici attraverso il prodotto Albergo Diffuso

1.1 L’Albergo Diffuso: una formula sostenibile di ospitalità e sviluppo turistico

La promozione dello sviluppo turistico nei centri urbani minori e nelle aree periferiche di una regione deve puntare su forme di ospitalità nuove e sostenibili, grazie alle quali far crescere l’offerta e contribuire a renderla più attrattiva.L’Albergo Diffuso è una forma di ospitalità particolarmente adatta a innescare sul territorio processi virtuosi di riqualificazione del patrimonio abitativo e di costruzione dell’offerta turistica che può contribuire al miglioramento dell’appeal del luogo. Rappresenta, dunque, una risposta concreta e sostenibile a una domanda turistica sempre più orientata alla qualità e alla tipicità, che richiede nuovi “prodotti” fortemente caratterizzati che valorizzino la storia, l’ambiente, i sapori, i prodotti e le tradizioni dei piccoli borghi.

L’Albergo Diffuso (AD) è un albergo orizzontale a carattere unitario che offre un modello originale di ospitalità, con camere e servizi situati nel centro storico, in differenti edifici vicini tra loro. Tale modello ha avuto origine in Friuli dopo il terremoto del 1976, quando si presentò la necessità di rivalutare abitazioni danneggiate dal sisma o edifici in disuso e abbandonati a causa della migrazione. Dato che il recupero richiedeva elevate risorse economiche che non potevano rappresentare un investimento, si decise di restaurare questi edifici a fini turistici, per ottenere ricadute economiche in seguito: un’esperienza, quindi, che nasce al servizio della salvaguardia del patrimonio immobiliare rurale

e non per una domanda turistica particolare, tenendo in considerazione soprattutto le esigenze dei proprietari delle case e la soluzione dei problemi del territorio. Questa forma ricettiva si è poi diffusa altrove, tanto da richiedere normative regionali precise in materia. Si tratta quindi di un albergo diverso da quello verticale tradizionale, che non va costruito, ma che sorge da edifici preesistenti e disabitati appositamente ristrutturati e valorizzati nel pieno rispetto della tradizione del luogo e della sua comunità. Questo tipo di ospitalità prevede unità abitative situate nel centro storico a un massimo di 200 - 300 metri da reception, spazi comuni (reception, bar, zona ristoro, sala lettura ecc.), servizi alberghieri garantiti ma anche una comunità autoctona viva e attiva, un ambiente autentico in cui inserire l’albergo e i suoi ospiti. Dare vita a un AD è solitamente opera di proprietari, gestori, architetti, persone che fanno parte di tale comunità e che, in genere, si attengono alla normativa regionale. Il vero AD è aperto 12 mesi l’anno: la sua attività non deve essere stagionale. Affinché l’AD abbia successo, poi, è necessario coinvolgere la popolazione locale: gli abitanti del luogo vanno educati alla cosiddetta “cultura dell’accoglienza” con informazioni dirette su risorse e vantaggi e suscitando l’interesse anche degli attori che operano sul territorio. Questo può essere possibile solo con l’organizzazione di seminari, convegni, incontri pubblici anche

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La storia dell’AD

Il termine Albergo Diffuso compare per la prima volta nel 1982 nell’ambito del “progetto pilota Comeglians”. Tale termine verrà poi riutilizzato a Sauris (Udine) negli anni ’80. Dopo il terremoto c’era la necessità di recuperare intere borgate distrutte e spopolate. Queste case sparse vennero poi utilizzate a fini turistici con un certo numero di edifici da affittare e denominati “Residence Diffusi” che non prevedevano gestione e servizi alberghieri per gli ospiti; manifesto era il desiderio di recupero che però si sbilanciava verso l’offerta piuttosto che verso la domanda. Da qui comincia a crearsi un collegamento con la cultura abitativa tutta italiana, anche con la realizzazione di interi borghi denominati con il nome della famiglia che li abitava in passato. Solo negli anni’80,

lentamente, si diffonde il nome di Albergo Diffuso, anche in seguito all’avvio di studi e ricerche che cercano di definire questo nuovo modello alberghiero come avvenuto nel 1984 con la ricerca Progetto turistico per la Val d’Enza realizzata da ICIE (Istituto Cooperativo per l’Innovazione) e regione Emilia Romagna. Obiettivo era utilizzare edifici vuoti, animare centri storici spopolati, valorizzando un sito partendo dalla soluzione delle problematiche di un luogo. Era, tuttavia, ancora lontana l’idea di creare un modello distinto e autentico di ospitalità. Nel frattempo, poi, nel 1989 a Sauris, in Friuli, venne avviata una prima forma di AD che inizierà la sua attività nel 1994 e sarà riconosciuta come “Case per vacanze” nel 2002.

Fig.2 - Grumento Nova

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durante la fase di realizzazione dell’Albergo Diffuso, invitando gli abitanti, le associazioni e le autorità locali. È inoltre importante che gli enti locali e la Regione collaborino, anche con la creazione di una normativa precisa, con finanziamenti pubblici e incentivi per i proprietari delle abitazioni da ristrutturare e inserire nell’AD.

Il funzionamento di un AD dipende molto dalla capacità dei gestori e degli abitanti locali di collaborare tra loro e con i privati (ristoratori locali, proprietari delle case, artigiani, aziende agricole), con gli enti pubblici e con le pro loco e le altre associazioni - cooperative. Questa collaborazione deve essere guidata dalla cultura dell’accoglienza finalizzata alla valorizzazione delle peculiarità della zona attraverso: promozione di attività ricreative e sportive, organizzazione di percorsi naturalistici, culturali ed enogastronomici e pubblicizzazione anche per via telematica di possibili eventi. Occorre inoltre fornire prodotti locali tramite la rivalutazione degli orti, dei frutteti e varie attività di questo genere anche a conduzione familiare. Infine, essenziale è per un AD che gli abitanti del luogo evitino comportamenti diffidenti nei confronti di ciò che è nuovo e che siano aperti nei confronti delle innovazioni, che siano interessati a collaborare e mettersi in gioco6.

1.2 Le caratteristiche dell’Albergo Diffuso - I requisiti essenziali di una nuova forma di ospitalità

L’Albergo Diffuso è un modello di accoglienza turistica tutto italiano e che propone una soluzione sostenibile per il turismo7. L’AD non va confuso con altre forme di ospitalità: è un albergo a tutti

6 http://www.valtemo.it/albergo_diffuso.html, http://www.unionealtavallecamonica.bs.it/App_Functions/DB_File.aspx?Id=170962 (ultima visualizzazione: ottobre 2013).7 http://www.ghnet.it/2006-2010/Article162.html (ultima consultazione: ottobre 2013).

gli effetti, ma in grado di proporre uno stile di vita originale, offrendo all’ospite la cultura tipica dell’accoglienza, lontano dal sistema standard delle strutture alberghiere tradizionali8. Secondo uno studio realizzato nel 2003 dal CISET (Centro Internazionale di studi sull’Economia Turistica, Università Ca’ Foscari di Venezia) i turisti stranieri che decidono di visitare l’Italia chiedono un tipo di esperienza alla scoperta autentica del territorio e delle sue tipicità, delle tradizioni locali, tra esperienza ricreativa e nuova esperienza culturale. I luoghi idonei alla realizzazione di un AD, infatti, sono tessuti edilizi di pregio in quanto in grado di trasmettere le tradizioni, la cultura e la storia anche architettonica del territorio: la cosiddetta “edilizia minore”. Questa può riferirsi sia a edifici costituiti da uno o due ambienti sullo stesso piano, sia a edifici cosiddetti nobiliari9. Per creare un AD, in effetti, è necessario avere a disposizione un certo numero di case disabitate, di pregio e vicine tra loro, localizzate nel centro storico in modo da garantire raggiungibilità e servizi. Inoltre è basilare che il turista abbia la possibilità di vivere a pieno lo stile di vita di un determinato luogo e della comunità locale. Il borgo o centro storico deve possedere caratteristiche particolari sia dal punto di vista culturale che paesaggistico; quello dell’AD deve essere un progetto strettamente allacciato con il borgo, con il territorio, con la sua comunità e con la sua cultura10.

In sintesi, l’AD deve avere alcune caratteristiche essenziali: gestione unitaria, servizi alberghieri garantiti, unità abitative localizzate in più edifici distaccati e già esistenti nel centro storico abitato da una comunità viva, presenza di servizi comuni 8 http://www.albergodiffuso.com/l_idea.html (ultima visualizzazione: ottobre 2013).9 Dossier Ospitalità e Albergo Diffuso, cit.10 Aa.Vv., L’offerta extra-alberghiera in Basilicata, Indagine diretta sul fenomeno del Bed&Breakfast, cit.

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(per il ricevimento, sale comuni, bar, ristoro), distanza di massimo 200 metri tra le unità abitative e le strutture che ospitano i servizi e gli spazi comuni (case lontane potrebbero creare vari problemi e disagi agli ospiti e difficoltà gestionali), ambiente autentico e rispettoso delle tradizioni storiche e architettoniche locali, riconoscibilità della struttura, stile gestionale della struttura integrata nel territorio e nella sua cultura. L’AD è infatti una proposta direttamente inserita nel luogo, nella sua comunità e nella sua cultura, tutte cose alla base dei servizi offerti al turista11. L’obiettivo che si vuole raggiungere con la creazione di un AD è quello di valorizzare le risorse ambientali, storiche, architettoniche e culturali proprie del territorio, lasciando però inalterato il territorio da rivitalizzare (a partire dall’originalità di corredi e arredi), creando infine una struttura a bassissimo impatto ambientale. Tutto questo deve poi avere una ricaduta positiva sull’economia e l’occupazione non soltanto del luogo ma anche dei territori limitrofi. L’obiettivo generale è quindi quello di valorizzare il territorio soggetto a un progressivo spopolamento; l’obiettivo specifico è quello di investire per la crescita dell’economia locale. Per realizzare tutto ciò, molti sono gli interventi da attuare e che partono innanzitutto dal risanamento degli edifici, degli impianti e delle condotte, in modo da renderli perfettamente fruibili anche recuperando i prospetti delle unità del borgo antico per ristrutturare al meglio anche opere e affreschi di particolare pregio rispettando la loro originalità. Infine, sarebbe necessario recuperare edifici da adibire a spazi comuni come alcune chiesette, rivalutando anche le strade in cui sono ubicati tali edifici12.Il borgo ideale per la creazione di un AD è pertanto situato in un contesto storico - ambientale di interesse in modo da creare sia 11 G. Dall’Ara, Manuale dell’Albergo Diffuso, cit, pp. 22.2312 Dossier Ospitalità e Albergo Diffuso, cit.

un “effetto calamita” (attirare il turista) sia un “effetto spugna” (trattenere il turista nella zona). Tale borgo è poi abitato da una comunità viva, è caratterizzato dall’esistenza di edifici disabitati vicini tra loro e da ristrutturare a fini turistici e conta su una buona accessibilità. I prodotti locali sono conosciuti e generano interesse; può offrire al turista uno stile di vita tranquillo, itinerari escursionistici e attività per il tempo libero, feste e animazione, visite a musei, castelli, chiese, valorizzando e promuovendo tradizioni culturali e gastronomiche. Tutto questo può dare un contributo alla rivitalizzazione di borghi che si vanno spopolando ma che hanno comunque una vocazione turistica, fungendo da freno a tale spopolamento, incentivando la nascita di nuovi servizi anche per i residenti.

1.3 I punti di forza e di debolezza di un AD

L’Albergo Diffuso richiede caratteristiche comuni essenziali per la definizione stessa di questa struttura diffusa. Non sempre, in effetti, è possibile rispettare queste prerogative. Gestione unitaria in grado di garantire una pluralità di servizi ai suoi ospiti e rapporto stretto con il territorio e le sue peculiarità culturali e tradizionali sono difficili da ottenere. Il turista dell’AD è esigente e interessato a esplorare il territorio chiedendo servizi di qualità. Se non dovessero esserci queste caratteristiche essenziali si cadrebbe in una normale forma di ricettività alberghiera che non giustificherebbe il prezzo generalmente alto degli AD, oppure nell’abuso della definizione di AD, con la conseguente speculazione di privati o di enti pubblici. Una delle problematiche dell’AD è proprio l’elevato costo di gestione che va giustificato nella qualità dei servizi offerti13. Questo è dovuto al fatto che i risultati economici 13 Aa. Vv., L’offerta extra-alberghiera in Basilicata, cit

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non saranno immediati perché richiedono almeno un paio d’anni: nei primi tempi i ricavi sono generalmente bassi. I costi di gestione, poi, possono variare come anche i costi dei prodotti per gli ospiti e i costi di manutenzione. I costi che dovrebbero essere fissi sono invece quelli che riguardano gli stipendi del personale. La previsione dei ricavi è tuttavia, soprattutto nei primi mesi, assai difficile perché non si può far riferimento ai risultati passati. Risulta a tal proposito necessario prevedere il prezzo approssimativo da attribuire ai servizi, prezzo che non deve superare quelli della concorrenza presente in zona. Soprattutto nei primi tempi, se non si può usufruire di agevolazioni finanziarie o contributi a fondo perduto, si dovrebbe ricorrere a varie forme di finanziamento ordinarie: capitale proprio dei soci (l’imprenditore dovrebbe possedere capitali adeguati al fabbisogno finanziario richiesto dall’attività o un piccolo fondo personale da cui attingere in caso di necessità), capitale di rischio (se l’imprenditore o i soci non dispongono di capitali propri devono fare riferimento a società finanziarie che siano disposte a investire nel progetto e in grado di partecipare anche agli utili prodotti dall’attività) e capitale di credito ordinario (capitale prestato da terzi come banche, istituti di credito, società finanziarie, considerando però che i ricavi non sono immediati e occorre tenere conto delle esigenze di tali società che richiedono garanzie al momento del prestito)14. L’AD richiede dunque costi più elevati rispetto a un normale albergo,

14 Dossier Ospitalità e Albergo Diffuso, cit.

sia in fase di avviamento e investimenti iniziali e sia per la gestione che è, tra l’altro, più dispersiva anche per via di un recupero edilizio che rispetti la tradizione artigiana e architettonica. Inoltre, tra i punti di debolezza, va anche annoverata la difficoltà normativa e l’esistenza di strutture che si fregiano impropriamente della definizione di AD. Questo modello può però attirare l’interesse di intermediari specializzati (agenzie viaggio, operatori online) e dei media, permettendo la crescita del turismo sostenibile e la valorizzazione dei prodotti locali, favorendo la creazione di una norma regionale precisa15. L’AD va infatti visto come promotore economico e culturale dei centri minori, dei centri storici e di tutti i suoi aspetti commerciali, artigianali e residenziali. La particolarità dell’ospitalità orizzontale, quindi, è l’originalità della proposta che aiuta a conferire maggiore visibilità sul mercato turistico. L’AD ha uno stile unico che rispecchia la personalità dei turisti che lo richiedono ma deve al contempo esprimere a pieno la personalità del territorio16. I punti di forza dell’AD sono indubbiamente legati al recupero del patrimonio culturale e artistico dei centri minori, all’autenticità dell’offerta, alla novità della proposta che permette una maggiore visibilità nel mercato turistico, e quindi all’incentivazione dell’economia del luogo e alla rivitalizzazione del borgo e delle zone limitrofe, senza intaccarne cultura e ambiente17.

15 G. Dall’Ara, Manuale dell’Albergo Diffuso, cit, pp.24-2516 Dossier Ospitalità e Albergo Diffuso, cit.17 Dossier Ospitalità e Albergo Diffuso, cit.

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2.Analisi di benchmarking dei casi studio di interesse

2.1 Gli AD di Santo Stefano di Sessanio e Specchia

In Abruzzo il caso più famoso di Albergo Diffuso è senza dubbio quello del borgo medievale di Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila), situato tra il Parco nazionale del Gran Sasso e i Monti della Laga. Questo comune conta poco più di 100 abitanti (115 al 1° gennaio 2013) e ha saputo risollevare la sua economia soprattutto grazie al turismo, incentivato dalla politica dei sindaci e da alcuni abitanti che vi hanno investito. Decisivo, però, è stato l’intervento di un imprenditore di origini svedesi, Daniele Elow Kihlgren, che, con l’ausilio di un’efficace pubblicità, ha saputo suscitare l’interesse degli investitori creando un AD famoso anche oltre i confini dell’Italia. Oggi, grazie a questa struttura orizzontale, nella zona si contano numerose strutture ricettive, ristoranti e botteghe artigianali che hanno il compito di promuovere i prodotti tipici locali (enogastronomici e non) e mestieri manuali messi in disuso dalla tecnologica società contemporanea. L’AD di Santo Stefano di Sessanio è composto da 29 camere dislocate in più edifici del centro storico, per 61 posti letto. Le camere sono spaziose, l’arredamento è autoctono e tradizionale, senza interruttori a vista (il tutto è gestibile da un telecomando). La realizzazione è avvenuta grazie alla collaborazione del Museo delle Genti d’Abruzzo, analizzando foto d’epoca, ricostruzioni fatte dai musei etnografici e tramite la testimonianza degli anziani abitanti del luogo. Interessante è notare come il borgo in

esame ha subito per molti anni una condizione di povertà e abbandono a causa delle migrazioni nelle grandi città. Nell’attuale procedimento di ristrutturazione e riqualificazione turistica e culturale del borgo, Daniele Elow Kihlgren con cinque milioni di euro ha, nel 2004, comprato la maggioranza degli edifici in disuso del borgo, abitato da circa 70 persone, per farne un Albergo Diffuso che si snoda tra 13 vie e piazze. La gestione dell’AD è stata assegnata alla Sextantio Srl., società fondata dallo stesso Daniele Elow Kihlgren e che si occupa delle prenotazioni e della promozione, in collaborazione con la società Dom (che insieme cercano di ridare vita al Patrimonio Storico Minore italiano). Daniele Elow Kihlgren ha anche creato botteghe artigianali ed enogastronomiche, un ristorante per il rilancio del prodotto tipico del luogo (la lenticchia di Santo Stefano di Sessanio) e una sala per convegni e per la realizzazione di mostre e concerti. Dopo l’acquisto degli edifici, sono state ricostruite con tecniche tradizionali case di cui erano rimaste integre soltanto le mura. Una stalla è stata adibita a reception, nelle stanze il cotto e il legno dei pavimenti sono originali, le lenzuola e i copriletti sono stati realizzati in maniera tradizionale, anche con telai. Nel ristorante si mangiano soltanto prodotti del luogo. L’AD ha creato un ingente indotto economico fornendo lavoro per oltre 300 persone e nei dintorni sono state create altre strutture ricettive come le locande e i B&B. Si è cercato di conservare le originali caratteristiche

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nell’artigianato sia nell’agroalimentare. Il GAL promuove e realizza anche corsi di formazione e aggiornamento professionale rivolti a giovani e imprenditori, fornendo assistenza e supporto tecnico a favore degli Enti locali e di aziende private, organizzando infine eventi promozionali in Italia e all’estero.Gli immobili risistemati e utilizzati per l’AD appartengono agli stessi abitanti di Specchia che hanno usufruito dei contributi apportati dai programmi di iniziativa comunitaria LEADER. Il progetto del GAL si è infatti avvalso delle risorse del Programma Comunitario LEADER finalizzato alla promozione dello sviluppo endogeno e sostenibile delle aree rurali e la rivalutazione di specifiche esperienze con i territori esterni. È in questo senso che si introduce l’attuazione dei Programmi di Iniziativa Comunitaria LEADER I (1992 - 1996), LEADER II (1997 - 2001) e LEADER + (2003 - 2009). Con il LEADER, tra il 1992 e il 1996 sono state ristrutturate, grazie a un contributo del 60% delle spese sostenute (euro 380.628,73), 10 abitazioni nel centro storico. Tra il 1998 e il 2001, invece, sono state recuperate altre 6 abitazioni con un contributo a fondo perduto pari al 50% delle spese sostenute (euro 186.800,00), mentre tra il 2003 e il 2008 sono state recuperate altre 4 abitazioni con il 50% del contributo sulle spese sostenute (280.656,28 euro). Il GAL si è attivato per creare organismi come il Consorzio intercomunale “Terra dei due mari”, utile all’attuazione di alcune misure previste da LEADER +, e il Consorzio “Centro Qualità Puglia” s.r.l., che si occupa della promozione del concetto di qualità e della professionalità. A tal proposito, LEADER e GAL hanno saputo concretizzare collaborazioni con partner

storico - architettoniche, paesaggistiche e antropologiche del luogo, creando un vero e proprio “modello Santo Stefano” incentrato sulla conservazione delle tradizioni ma anche del paesaggio. A tal proposito, la comunità locale ha creato una “carta dei valori”, protocollo d’intesa per la conservazione dell’ambiente e del paesaggio tra la Sexantio, l’Ente Parco del Gran Sasso e dei Monti della Laga, e il comune di Santo Stefano di Sessanio. Curioso è infine notare come, durante il terremoto del 6 aprile 2009, questo centro è stato uno dei pochi a non subire danni se si esclude la Torre Medicea che era stata ristrutturata negli anni ‘60. L’AD, dunque, può essere utile anche alla messa in sicurezza di vecchi borghi che rischiano di scomparire. In Puglia, invece, caso di ospitalità diffusa d’eccellenza anche europea è l’AD “Residenza In” di Specchia, posto nella zona turistica rinomata del Capo S.Maria di Leuca in Salento, in una cittadina di 5000 abitanti che non a caso rientra dal 2004 tra i 108 borghi più belli d’Italia. Il lavoro di riqualificazione di Specchia è stato possibile grazie al Gruppo di Azione Locale (GAL) Capo Santo Maria di Leuca, società a responsabilità limitata a capitale misto pubblico - privato fondata nel 1991 che, dal 1993, si occupa della gestione, promozione e prenotazione delle attività, nonché di valorizzare le risorse presenti in zona. Il GAL ha un capitale sociale pari a 124.338,00 euro ed è composto da 120 soci che rappresentano le amministrazioni locali, le imprese, le associazioni culturali e ambientali e le categorie produttive e professionali. Obiettivo di questa società è stato sin dall’inizio quello di valorizzare il territorio destagionalizzando l’offerta turistica, anche con l’ottimizzazione di produzioni tipiche locali sia

internazionali e utili collaborazioni con Gruppi di Azione Locali di altri paesi dell’Unione europea. C’è quindi stato uno scambio di informazioni sulle varie esperienze acquisite per valorizzare le qualità del territorio attraverso le risorse tipiche locali. Attualmente il GAL Capo S.Maria di Leuca è impegnato nell’attuazione dell’Asse IV “LEADER” (per il Piano di Sviluppo Rurale della Puglia per il 2007 - 2013) che dovrebbe concludersi nel 2015 e che prevede una dotazione finanziaria complessiva di 2.074.859.000 euro, di cui 1.480.569.000 di risorse pubbliche e 594.290.000 di quota privata.Il GAL, anche grazie al contributo del Programma Comunitario LEADER, ha saputo convertire il centro storico di Specchia in una struttura ricettiva che, oltre a far registrare in media mille presenze l’anno, ha saputo attirare anche le produzioni cinematografiche e televisive sin dal 2000 (qui sono stati girati vari film che hanno coinvolto registi e attori come Vanzina, Abatantuono, Ferilli). La città di

Specchia è stata anche accolta nella Fondazione Apulia Film Commission.

L’AD è sostanzialmente composto da una reception e da un ristorante tipico (“Corte degli Aranci”) realizzati anche con il contributo LEADER, oltre che da case appartamenti vacanze per un totale di 100 posti letto (2 - 5 per ogni abitazione). I lavori di recupero sono stati realizzati dagli artigiani locali con materiali tipici, seguendo criteri rispettosi delle architetture e degli arredi del tempo con ristrutturazione di 20 abitazioni (arredate in stile arte povera). Tali abitazioni sono state classificate come “case e appartamenti per vacanze”.L’Agenzia di servizi del turismo Cooperativa Mediterrae, insieme al contributo finanziario del LEADER +, gestisce anche visite guidate ed escursioni e giri in barca presso i comuni salentini, ma anche corsi di cucina tipica o di lavorazione della cartapesta, della terracotta e della pietra leccese.

Fig.3 - Grumento Nova

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2.2 Alcuni casi di AD in Basilicata

Oggi l’ospitalità diffusa in Basilicata può essere divisa in tre tipologie: AD di alta qualità e gestiti da privati, dove c’è stato un importante investimento da parte dell’imprenditore e quindi l’amministrazione pubblica ha solo un ruolo di “aggiunta”; AD di gestione privata ma dal forte sostegno pubblico, in cui i benefici economici sono di chi gestisce l’attività, ma l’interesse della comunità locale è elevato; AD a gestione privata per riutilizzare e valorizzare le abitazioni in disuso, come avviene per gli appartamenti vacanza e che non trovano supporto da parte della comunità locale. Il primo esempio potrebbe essere riferito a Le Grotte della Civita di Matera e il secondo a Le Costellazioni di Pietrapertosa. L’ultimo esempio potrebbe invece far riferimento al caso dell’AD di Rotondella, dove l’iniziativa è partita da una società costituitasi come GAL

nell’ambito del progetto LEADER, gestita da un imprenditore del settore edile, ma dove la popolazione locale è scarsamente coinvolta e non c’è una vera reception18.L’attività de Le Grotte della Civita, tra i Sassi di Matera, ha avuto inizio dopo il restauro, avvenuto dal 2007, di grotte e chiese rupestri abitate fino agli anni ’50 fra precarie condizioni igieniche e malaria. Questo è frutto della collaborazione tra il gruppo Sextantio e la Società Dom e nasce dall’obiettivo di dare dignità al Patrimonio Storico Minore e al suo Paesaggio. Il progetto di questo AD si articola in 19 stanze, uno spazio comune e una chiesa rupestre; la reception di questa struttura è situata in un ambiente un tempo cella di un monastero benedettino. La rivalorizzazione è stata effettuata con materiale antico di recupero, sia

18 Aa.Vv., L’offerta extra-alberghiera in Basilicata, Indagine diretta sul fenomeno del Bed&Breakfast, cit, pp. 68-70

Fig.4 - Matera

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per quanto concerne l’aspetto architettonico che per gli arredamenti. Questo AD organizza inoltre escursioni, visite guidate, percorsi di trekking e bike tour, cene e degustazioni di prodotti tipici19. La gestione è di carattere alberghiero tradizionale e ciò che viene offerta è la camera e non l’appartamento. Si rivolge a una fascia alta del mercato: il prezzo base parte dalle 100 € a notte20. Le Costellazioni di Pietrapertosa è l’esempio lucano più vicino all’idea di AD, con 13 stanze in pietra e legno sparse per il paese e la reception-caffetteria posta all’inizio del centro abitato, fra le stradine strette e lastricate del luogo, ristrutturate lasciando intatte le caratteristiche dell’epoca. Pietrapertosa è un paesino di 1200 abitanti sulle Dolomiti Lucane che sarebbe stato lentamente abbandonato se non avesse

19 http://www.charmingpuglia.com/it/grotte-della-civita20 http://www.sextantio.it/grotte-civita

saputo sfruttare i suoi scenari naturali, creando anche un’attrazione unica in Europa: il “Volo dell’angelo”. Questo AD nasce su iniziativa del comune di Pietrapertosa che nel 1999 promuove uno studio sulla fattibilità per la realizzazione di un Borgo Albergo. Nel 2002 viene costituita una società a rischio limitato chiamata Borghi di Basilicata, realizzata tra otto proprietari di case del centro storico e che hanno dato origine a 50 posti letto, riuscendo ad accedere ai finanziamenti regionali previsti per gli AD, nell’ambito di un apposito bando del 2002. La società Borghi di Basilicata sarà presto sostituita da Le Costellazioni Srl, alla quale saranno affidate le licenze di affittacamere per i proprietari. Il progetto in questione è l’unico che viene finanziato con un contributo che copre per il 40% le spese per la ristrutturazione e gli arredi. In assenza

Fig.5 - Pietrapertosa

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con spazio per il mulino (oggi scomparso), il frantoio (oggi recuperato) e il ristorante24. È qui che nasce l’AD il “Borgo Ritrovato”, con 10 camere dislocate in edifici separati ma vicine, per un totale di 28 posti letto, allestite al termine del recupero di tali abitazioni. Alcune di queste stanze hanno soffitti in tufo e coperture in legno, nonché parti d’arredo che fanno parte della cultura contadina del luogo25; altre stanze hanno invece pavimenti in cotto originari, travi in legno, camini, archi e muri in pietra. Ad essere ristrutturato è stato anche il frantoio, oggi denominato “il Trappeto” e dove è stato allestito il ristorante. Qui, oltre a degustare piatti tipici locali, è possibile osservare anche le antiche macine, i torchi e le vasche26. Montescaglioso, denominata “città dei monasteri” (qui si trovano quattro antichi complessi monastici), offre poi ai suoi visitatori attrazioni culturali, storiche, artistiche ed enogastronomiche. “Il Borgo Ritrovato” è stato inserito nella guida “Alberghi e ristoranti d’Italia ed. 2009” del Touring Club italiano27. Tale struttura ha poi vinto, per l’anno 2013, grazie al servizio di qualità offerto e ai giudizi positivi dei suoi ospiti, il Certificato di “Eccellenza per le migliori strutture” ricevuto da TripAdvisor (portale internet che offre informazioni su viaggi e mete turistiche28). La spesa, poi, va da un minimo di 40 € a un massimo di 50 € a persona per giorno.

24 http://www.ilborgoritrovato.com/storia.html (ultima consultazione: novembre 2013)25 http://www.ihotels.it/pagina.cfm?id=42004 (ultima consultazione: dicembre 2013)26 http://www.ilborgoritrovato.com/index.html (ultima consultazione: novembre 2013)27 http://www.montescaglioso.net/node/6339 (ultima visualizzazione: agosto 2013)28 Anon., Riconoscimento per il Borgo Ritrovato di Montescaglioso - L’albergo diffuso è stato premiato da TripAdvisor, in «La Gazzetta del Mezzogiorno», 17 ottobre 2013, p. 18

di una normativa precisa (arrivata nel 2008), dopo il recupero degli immobili la Regione rilasciò ai proprietari una licenza, permettendo l’avvio dell’attività. La società dei proprietari gestisce la reception e i servizi comuni, è costituita anche da alcuni operatori locali ed è sostenuta dall’Amministrazione comunale. L’AD ha inoltre avuto più di un contributo dall’Associazione Alberghi Diffusi Italiani. La risposta del mercato registrata è abbastanza buona ed è costituita principalmente da famiglie e coppie soprattutto straniere e dal profilo socio - economico medio alto: il prezzo base per questo AD è di 70 € a persona21.Altro esempio meno celebre di ospitalità diffusa in Basilicata è il Borgo Ritrovato di Montescaglioso, AD che, tuttavia, non è registrato nelle liste dell’ADI. A Montescaglioso, comune di 10.000 abitanti, negli ultimi anni si è registrata una crescita nel settore terziario, soprattutto nel comparto turismo, dovuta anche alla ristrutturazione e riapertura dell’Abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo e alla riqualificazione di alcune aree del paese. Tra queste c’è una zona costruita all’esterno della cinta muraria medievale nella seconda metà dell’Ottocento (1889 22), accessibile da un’unica strada segnalata da un arco a tutto sesto e che in origine era denominata “Il Borgo” o “Borgo Andrisani”, dal nome del suo creatore23. Inizialmente costituito da giardinetti e orti nella parte centrale, “Il Borgo” era composto da case da dare in affitto alle famiglie degli “americani” (emigranti tornati temporaneamente in paese)

21 Aa.Vv., L’offerta extra-alberghiera in Basilicata, Indagine diretta sul fenomeno del Bed&Breakfast, cit.22 http://www.montescaglioso.net/node/179823 http://www.albergodiffuso.net/basilicata/albergo-diffuso-il-borgo-ritrovato/

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Infine, interessante è anche la proposta avanzata ad Anzi e che si riferisce al progetto “Anzi Albergo“, presentato nel 2008 all’amministrazione comunale (e attualmente regolamentato da un’apposita convenzione) dall’associazione Teerum Valgemon Aesai (nome che significa pressappoco “Terra il migliore rifugio”, nel senso di stare con i piedi per terra, e che deriva dalla lingua osca, un tempo parlata in Lucania oltre che nel Sannio e in Abruzzo), assai attiva sul territorio per l’organizzazione di eventi, tour guidati e attività. Intento dell’associazione è creare nei prossimi anni un AD da 50 posti letto nel centro storico di Anzi, partendo dal recupero

di abitazioni preesistenti e in disuso, messe a disposizione dai proprietari e da destinare all’attività turistica. Tale attività verrebbe poi gestita da una cooperativa appositamente creata e non direttamente dall’associazione, che per aumentare il flusso turistico intende sfruttare l’attrattiva del vicino Osservatorio Astronomico (gestito dall’associazione stessa) e i caratteristici borghi limitrofi di Anzi, come Calvello, Laurenzana, Castelmezzano, Brindisi di Montagna, creando dei percorsi guidati29.

29 http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-cd5ea988-4c2a-4521-84c4-2c28fe7bbed6-tgr.html#p=0 e http://teerumvalgemonaesai.blogspot.it/ (ultima consultazione: luglio 2013)

3 La voce del territorio: l’indagine sul campo3.1. Verso un modello di ospitalità diffusa in Val d’AgriIl recupero e la valorizzazione di piccoli centri è spesso promosso al fine di creare una nuova opportunità economica per il territorio. Creando uno spazio attraente si promuove il recupero e la valorizzazione ambientale e culturale a fini turistici attraverso interventi mirati e integrati che permettano di mettere a sistema l’offerta del luogo coinvolgendo operatori pubblici e privati. Il modello dell’ospitalità diffusa si configura come una strategia in grado di operare sia internamente, attraverso il coinvolgimento delle popolazioni locali e degli operatori turistici del territorio, sia esternamente attraverso la costruzione di un sistema integrato dell’offerta che metta il visitatore nella condizione di attraversare un “mondo” in assoluta armonia

con i contesti che lo hanno animato30. La ricerca analizza ed approfondisce questo fenomeno che potrebbe coniugare la conservazione delle risorse naturali e storico - culturali con lo sviluppo di un’area caratterizzata da piccoli borghi e centri storici com’è la Val d’Agri. L’area, infatti, è rappresentata da una forte concentrazione di valori naturalistici e paesaggistici, confermati anche dal riconoscimento del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, e da centri storici minori, composti normalmente da architetture molto semplici con risorse culturali, archeologiche e religiose significative e di spazi pubblici e collettivi, che coniugano l’esistente con l’esigenza di fruitori attuali. È un territorio caratterizzato dal

30 G.Dall’Ara e Francesco Morand, Turismo nei Borghi, Nuova Giuridica, 2010

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Tabelle - Dati utili di informazione sui sei paesi presi in considerazione

concetto di genius loci, privo però, al momento, di un posizionamento efficace sul mercato turistico. La Fondazione Eni Enrico Mattei, attraverso l’analisi territoriale a livello sovralocale (di microarea) e una raccolta di dati (desk) elaborati precedentemente sulla base di caratteristiche vocazionali e potenziali dell’area, oggetto dello studio, ha focalizzato l’attenzione su sei paesi (Corleto Perticara, Marsico Nuovo, Montemurro, Grumento Nova, Tramutola e Viggiano) risultati essere le località in grado di offrire le maggiori garanzie di successo per la nascita di un Albergo Diffuso che può rappresentare un’importante opportunità di sviluppo. Questi piccoli centri sono rappresentativi per le diverse tipologie territoriali

di valorizzazione e per le azioni programmatiche di utilizzo ottimale delle risorse. Con l’obiettivo di raccogliere le informazioni sullo stato di fatto del territorio, utili per rendere i borghi appetibili, la FEEM ha condotto parallelamente nei 6 comuni scelti un’ipotesi progettuale di ospitalità diffusa: un approccio quali - quantitativo che ha considerato la cultura dell’accoglienza delle comunità locali e i fattori di successo per la realizzazione di un AD e l’indagine operativa del patrimonio immobiliare. Di seguito delle brevi schede tecniche di analisi territoriale dei comuni per la definizione del territorio tipo, cioè di quelle caratteristiche intrinseche al territorio ritenute essenziali i fini del successo di un Albergo Diffuso.

GRUMENTO NOVA (Popolazione: 1.708; Superficie/kmq: 66,17; Densità ab/kmq: 26)

Ubicazione e accessibilità

Grumento è uno dei più importanti centri storici della Lucania, di impronta medioevale disteso su un colle a 771 m. di altezza sul livello del mare. Il colle sorge nel cuore dell’alta Val d’Agri. Il Comune dista 64 km (uscita Atena Lucana) dall’Autostrada A3 Salerno - Reggio Calabria ed è a 75 km dal capoluogo di Regione, Potenza.

Potenzialità del territorio

Unicità paesaggistica e naturalisticaUn ricco patrimonio storico artistico (i principali flussi turistici per l’area di riferimento sono legati al Parco Archeologico e al turismo business per presenza di attività petrolifera)Presenza di attrattività turistiche interessanti raggiungibile a pochi chilometri: impianti sciistici di Viggiano e Marsicovetere, santuario della Madonna nera di Viggiano, Acquapark.

Fattori di attrattività di livello locale

Parco Archeologico di Grumentum, il più importante sito romano in Basilicata e il Museo Nazionale dell’alta Val d’Agri.Aviosuperficie per ultraleggeriLago del PertusilloValenza culturale: palazzi nobiliari e il Castello San Severino

Qualità e tipologia del patrimonio immobiliare

Il centro storico è un piccolo borgo medievale, in parte in uno stato di abbandono. Oltre a emergenze monumentali significative come il Castello San Severino (da poco ristrutturato), la maggior parte degli immobili privati, all’interno del nucleo storico, richiedono un risanamento conservativo. Il Comune sta provvedendo all’acquisizione di una parte del patrimonio immobiliare privato.

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GRUMENTO NOVAREPORT DEL BORGO

VIGGIANO (Popolazione: 3.124; Superficie/kmq: 89,03; Densità ab/kmq: 35)

Ubicazione e accessibilità Viggiano è situato sul crinale occidentale della Valle dell’Agri ad una quota altimetrica di 975 m s.l.m. Il paese dista 60 km dal capoluogo di Potenza, 150 km da Matera e 129 km da Salerno.

Potenzialità del territorio

Ricco patrimonio paesaggistico e naturalistico (monti, boschi sorgenti, corsi d'acqua e sentieri)Produzione vitivinicola di pregio ( Vino DOC “Terre Alta Val d’Agri”)Risorse storico - culturaliScoperta del giacimento petroliferoArtigianato locale: oggetti di legno lavorato a mano,strumenti musicali e lavorazione del vimini.

Fattori di attrattività di livello locale

Santuario della Madonna neraComplesso sciistico Montagna GrandeMuseo del LupoParco AvventuraBorgo antico ricco di portali in pietraEdifici di culto (Basilica Pontificia…) Patrimonio culturale materiale e immateriale (“Città della Musica, Città dell’Arpa”).Scuola dell’Arpa

Qualità e tipologia del patrimonio immobiliare

Il centro storico di Viggiano è stato oggetto negli ultimi anni di una attenzione da parte dell’amministrazione con progetti di rivitalizzazione e di recupero urbano. Attualmente il Comune dispone di 7 immobili di edilizia minore, inutilizzati, che possono essere inseriti in un progetto di Albergo Diffuso.

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MARSICO NUOVO (Popolazione: 4.329; Superficie/kmq: 101,03; Densità: 43 ab/kmq)

Ubicazione e accessibilità

Posto a 865 m sul livello del mare, si sviluppa su tre colline che dominano la Val d'Agri: Civita, la più alta con il centro storico, Portello e Casale, più basse, con l'espansione moderna. Il comune è ai confini con la Campania, a 28 km dall’Autostrada A3 (Napoli - Reggio Calabria) - uscita Atena Lucana; e dalla strada europea E847 - raccordo Sicianiano - Potenza/uscita Tito (34 km). Dista 31 km dal capoluogo di regione, Potenza e 131 km da Matera.

Potenzialità del territorio

Articolata offerta culturale (Museo delle Arti sacre, Palazzi nobiliari e luoghi sacri)Risorse naturalistiche di pregio; (Grotte Castel di Lepre, Fontana delle Brecce)Prodotti tipici e artigianali;Tranquillità e relax;

Fattori di attrattività di livello localeSede del Parco Nazionale Appennino Lucano;Ambiente incontaminato e un patrimonio storico-architettonico;Passeggiata nella storia medievale;Festival degli artisti di strada

Qualità e tipologia del patrimonio immobiliare

Centro storico con notevole patrimonio immobiliare disabitativo e inutilizzato; edifici comunali di pregio come Palazzo Boccia

TRAMUTOLA (Popolazione: 3.149; Superficie/kmq: 36,48; Densità ab/kmq: 86)

Ubicazione e accessibilità

Il paese è adagiato su dolci e boscosi declivi collinari e si affaccia su una valle resa fertile per l'abbondanza delle acque. Dista 64 km da Potenza e 134 km da Matera ed è a 46 km dall’Autostrada A3 (Napoli-Reggio Calabria) - uscita Atena Lucana; e dalla strada europea E847 - raccordo Sicianiano - Potenza/uscita Tito (60 Km) + Strada statale 95 di Brienza + Strada statale 598 di Fondo Valle d'Agri

Potenzialità del territorio

Presenza di un contesto naturalistico e paesaggistico notevole;Un ricco patrimonio storico - religioso (presenti ben 14 edifici di culto)Patrimonio artigianale (lavorazione di vimini e giunchi e la lavorazione tessile come il ricamo ed uncinetto)Patrimonio culturale immateriale

Fattori di attrattività di livello locale

Location di set cinematografici (Basilicata Coast to Coast)Acquapark Val d’Agri - Parco acquatico di divertimento Centrale idroelettrica e affioramenti naturali di petrolio misto ad acqua (itinerari energetici)Antico Lavatoio in pietra

Qualità e tipologia del patrimonio immobiliare

Un piccolo centro storico a “misura d’uomo”: strade ripide, palazzi in pietra, portali decorati, angoli caratteristici.

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CORLETO PERTICARA (Popolazione: 2.608; Superficie/kmq: 89; Densità ab/kmq: 29)

Ubicazione e accessibilità Corleto è situato a 757 m s.l.m. nella Valle del Sauro, adagiato sulla dorsale interna dell'Appennino Lucano. Dista 54 km da Potenza e 102 km da Matera.

Potenzialità del territorioRicco patrimonio boschivo e numerose sorgenti d’acqua.Scoperta di un giacimento petrolifero “Tempa Rossa”Patrimonio storico - culturale

Fattori di attrattività di livello locale

Museo risorgimentaleSantuario della “Madonna della Stella”Artigianato di eccellenza con la lavorazione della pietra, del legno e del ferro.Chiesa Madre di Santa Maria Assunta del 1600.

Qualità e tipologia del patrimonio immobiliare

Il patrimonio edilizio del centro storico si contraddistingue per uno stato discreto degli immobili; all’interno del nucleo sono presenti unità abitative private inutilizzate, alcune ristrutturate e adeguate sismicamente con i contributi post terremoto.

3.2 La definizione del campo di analisi quali - quantitativa

Il campo di analisi è stato definito attraverso una metodologia quali - quantitativa utilizzando lo strumento di indagine del questionario e dell’intervista semi - strutturata. Nel primo caso è stato elaborato un questionario destinato

ai residenti delle comunità coinvolte nell’area oggetto di studio, strutturato con domanda a risposta chiusa. La tecnica dell’intervista ha coinvolto, invece, gli opinion leader sia pubblici che privati del territorio con un approccio di tipo non strutturato e una traccia di discussione che ha lasciato ampi margini di libertà agli interlocutori.

MONTEMURRO (Popolazione: 1.315; Superficie/kmq: 56,54; Densità ab/kmq: 23)

Ubicazione e accessibilità Montemurro è un piccolo borgo situato nei pressi del lago di Pietra del Pertusillo ed è collegato alla strada statale 598 di Fondovalle dell'Agri. Il paese è caratterizzato da una natura rigogliosa, paesaggi spettacolari e luoghi inediti di cultura.

Potenzialità del territorio

Paesaggio spettacolare e naturalistico (presenza del Lago artificiale del Pertusillo)Permanenza di una cultura rurale e di relazioni di comunità ancora intensePatrimonio gastronomico locale: l’olio e il rafanoValenza culturale e storica legata all’Unità d’Italia

Fattori di attrattività di livello localeFondazione Leonardo Sinisgalli Scuola di Graffiti dell’artista Giovanni Antonello LeoneParco eolico Lago artificiale del Pertusillo (Masseria Crisci)

Qualità e tipologia del patrimonio immobiliare

La maggior parte degli immobili presenti a Montemurro, sono datati alla seconda metà dell’800. L’amministrazione comunale con il supporto della pro loco locale ha avviato il progetto “Casa Vacanze”, una forma di ricettività nata sull’idea di un utilizzo a fini turistici che poteva essere fatto delle case vuote, alcune ristrutturate grazie anche ai fondi stanziati attraverso la L.219/81. Attualmente sono 7 le abitazioni individuate nel centro storico.

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3.2.1 L’indagine quantitativa: il questionarioIl questionario utilizzato, identico per le 6 comunità dei paesi coinvolti nell’AD, è stato elaborato per rispondere alle tematiche relative alla cultura, all’economia, alle abitudini e conseguenzialmente ai relativi bisogni, esigenze e problemi della comunità locale rispetto al tema del turismo. Presenta un totale di 12 quesiti, a risposta chiusa, strutturato in tre diverse sezioni.

3.2.2 Caratteristiche del CampioneIl campione risulta composto per il 50,2% da donne e per il 49,8% da uomini, con una distribuzione maggiore per fascia di età che va dai 31 ai 60 anni circa la metà (49%) degli intervistati ha conseguito un titolo di scuola media superiore a conferma di un livello di istruzione non basso, mentre il 27% ha la licenza media inferiore. Non è molto alta la percentuale di coloro che hanno conseguito una laurea (15%) e il 7% non ha proseguito nessun percorso formativo dopo la

licenza elementare. Inoltre soltanto il 2% ha una formazione post laurea.Per quel che concerne invece l’attività lavorativa svolta dagli intervistati, la maggior parte afferma di ricoprire una posizione di carattere impiegatizio (18%), seguita dai disoccupati (14%), i liberi professionisti (11%), i pensionati (11%) e studenti (10%). Risultano invece con percentuali più basse le altre attività lavorative come casalinga (8%) e imprenditoria (3%).

3.2.3 Il Punto di vista dei residenti sulla percezione turistica del territorioNella seconda sezione (identità della destinazione) del questionario è stato indagato il rapporto dei residenti con il proprio territorio. Le risposte hanno permesso di esaminare il modo in cui i residenti considerano i luoghi in cui vivono sotto l’aspetto turistico. La prima domanda che è stata rivolta agli intervistati è stata quella di descrivere il proprio paese. A fronte di un 27% che ritiene

MARSICO NUOVOREPORT DEL BORGO

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la propria “località non turistica”, il 48% degli intervistati la considera una “località turistica di passaggio di turisti interessati ad altri luoghi” e un buon 25% “località turistica che ha saputo valorizzare la propria identità storica e culturale”. Opinioni che rivelano una percezione alquanto positiva del proprio territorio. Gli intervistati, poi, si dimostrano consapevoli che le località in cui risiedono sono custodi di tradizioni locali e ricche di un patrimonio culturale ancora poco conosciuto e valorizzato.Nel dettaglio, è interessante evidenziare che per gli intervistati dei comuni (Marsico Nuovo, Montemurro, Tramutola, Corleto Perticara e Grumento Nova) il proprio paese è solo una località turistica di passaggio, indicandone solo una mera cornice e non un interlocutore privilegiato. Questo non accade per la comunità di Viggiano che ritiene il proprio paese una “località turistica che ha saputo valorizzare la propria identità storica e culturale”. Ciò va considerato un buon

risultato, collegato alla pianificazione di azioni da parte degli enti istituzionali locali nel creare un’offerta riconoscibile, originale, strettamente legata al prodotto “Viggiano, città dell’Arpa e della Musica”. Tale dato è frutto di un processo di valorizzazione della tradizione e della “memoria storica” del popolo viggianese e che comincia dal riconoscere l’arpa e il proprio passato, testimoniandolo, poi, nelle forme più opportune ed adeguate ai tempi. In riferimento poi alle attrattive del proprio territorio, secondo quando è stato analizzato, la maggior parte dei residenti ritiene che le bellezze naturali (28%) siano la principale attrazione per un turista, a seguire le risorse storico - artistiche (18%). La “tranquillità e la sicurezza” sono state indicate dal 16%, mentre a chiudere l’elenco troviamo le “tradizioni” (13%), le “risorse enogastronomiche” (11%), “l’ospitalità della popolazione” (10%) e il “costo basso della vita” (4%). Appare evidente che insita la percezione di

CORLETO PERTICARAL’AREA ALTA VAL D’AGRI

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un’area caratterizzata da una forte concentrazione di valori naturalistici. Quindi la risorsa naturale diventa per i residenti un elemento fondamentale e di richiamo, essenziale nell’attivare turismo. Un fattore di attrattività, questo, che trova il suo potenziale nel secondo Rapporto “Flash Eurobarometer - Attitudes of European towards tourism31” della Commissione Europea: la natura è stata la principale motivazione per il 18% dei cittadini europei che hanno intrapreso una vacanza nel 2011. Se le bellezze naturali sono attrattive riconosciute da tutti, nello specifico per i residenti dei paesi di Montemurro, Tramutola e Viggiano viene confermata la percentuale più alta di risposta (realtà che presentano un’offerta turistica ambientale di forte appeal per i turisti), invece, per gli intervistati di Marsico Nuovo e Grumento Nova prevale l’importanza delle “risorse storico - artistiche”.

31 Flash Eurobarometer - Attitudes of European towards tourism”, 2012, Commissione Europea

Anche qui fanno la differenza la presenza di un parco archeologico e un museo nazionale nel centro grumentino e numerosi palazzi nobiliari situati nel paese marsicano. L’isolamento di Corleto Perticara, al contrario, per lungo tempo ha innescato nella comunità la percezione di una località dove la “tranquillità e sicurezza” sono fattori determinanti per attirare flussi turistici. In breve, dalle peculiarità territoriali scaturiscono i molti “turismi” dovuti alle diverse “vocazioni” manifestate dalle 6 località. Agli intervistati è stato chiesto, inoltre, di indicare quali aspetti descrivono meglio la cultura del proprio paese. Gran parte del campione (37%) ha dichiarato un “attaccamento radicato al paese, agli usi e alle sue tradizioni”, il 27% riferisce di “un atteggiamento lamentoso” seguito dal 23% che evidenzia la “scarsa fiducia reciproca e conflittualità fra soggetti”. Il restante campione rileva poi una “apertura nei confronti delle altre culture” (8%) e un “atteggiamento attivo e cooperativo” (5%).

TRAMUTOLAL’AREA ALTA VAL D’AGRI

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3.2.4 Il punto di vista dei residenti sul “Turismo” e “Turista”Nella terza sezione, gli intervistati hanno risposto ad alcune domande che potessero permettere di esaminare, oltre all’atteggiamento dei residenti nei confronti degli ospiti, anche la propria visione turistica. Si è voluto verificare la conoscenza di base del fenomeno turistico, chiedendo ai residenti di quantificare un ipotetico incremento di flussi turistici, in termini di servizi e di peso economico. Per effettuare questa parte di indagine è stata scelta la scala di Likert32, lo strumento principe nella rilevazione delle opinioni e degli atteggiamenti. Si è preferito utilizzare una scala con

32 La scala di Likert viene impiegata nella ricerca sociale per misurare atteggiamenti e opinioni attraverso l’uso di affermazioni. La tecnica fu ideata nel 1932 dallo psicologo americano Rensis Likert con lo scopo di elaborare un nuovo strumento, più semplice rispetto ad altri, per la misurazione di opinioni e atteggiamenti. La scala Likert è composta da una lista di affermazioni (items), semanticamente collegate agli atteggiamenti su cui si vuole indagare, viene sottoposta al gruppo di individui la cui opinione interessa rilevare, assieme a cinque possibili alternative di risposta: completamente d’accordo, d’accordo, incerto, in disaccordo, in completo disaccordo.

cinque affermazioni verso le quali l’intervistato ha espresso il proprio accordo o disaccordo. In generale, dall’analisi si rileva una consapevolezza diffusa dell’importanza che il turismo potrebbe assumere nell’area di studio. Le risposte fornite hanno, infatti, rimarcato l’esigenza dei residenti di accelerare il processo di sviluppo del comporto turistico del proprio territorio. Infatti la “moda” delle risposte danno rilievo agli aspetti positivi che potrebbero derivare da un ipotetico incremento del fenomeno turistico. Per gli intervistati, infatti, il turismo potrebbe produrre impatti economici rilevanti sul territorio interessato, ed in particolare potrebbe migliorare la qualità dei servizi e delle infrastrutture presenti nel territorio, creare opportunità di lavoro per i residenti, attrarre investimenti esterni e stimolare la diversificazione e il recupero delle attività artigianali. Inoltre, da un punto di vista culturale, il turismo potrebbe rappresentare un’occasione di arricchimento e scambio culturale e ampliare l’offerta di

MONTEMURROREPORT DEL BORGO

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attività ricreative e culturali (49,8% è abbastanza d’accordo). I residenti non sono “per niente d’accordo” sulle ipotetiche conseguenze negative del turismo, quali la creazione di un “contesto meno sicuro” o il “produrre effetti negativi sulle risorse naturali presenti sul territorio”.

Passando a considerare poi nello specifico il rapporto che i residenti hanno con i turisti, emerge che per la maggiorparte dei residenti considera i turisti come “graditi ospiti” (33%) ed il 22% “risorsa da valorizzare”, seguito dal 17% “persona da conoscere” e del 13% “un amico”. Questo è un giudizio indubbiamente positivo che conferma l’ospitalità delle comunità coinvolte nello studio. Espressioni negative quali “estraneo da sopportare” rispecchiano lo 1%. Interessante evidenziare la definizione di “risorsa economica da sfruttare” che raggiunge l’9%.

È stato chiesto poi agli intervistati di valutare il proprio atteggiamento nei confronti dei turisti e ben il 79% ritiene di essere “amichevole”, il tutto confermato dalle percentuali sulle risposte a un’ipotetica situazione durante la quale il turista incontrato per strada chieda delle informazioni. Infatti, il 54% in questa situazione “cercherebbe di fornire le informazioni e, se necessario, lo accompagnerebbe”.I dati ricavati sono stati disaggregati e incrociati attraverso delle variabili significative come l’età, il titolo di studio e la professione. Non sono state trovate differenze significative ma solo di sfumature. Comunque dalla variabile professione emerge che la categoria del disoccupato ha un atteggiamento “problematico” nei confronti del turista, mentre per la casalinga, il commerciante e il libero professionista è “indifferente”. Il rapporto con i turisti è definito in misura “amichevole” da impiegati, professionisti e operai.

VIGGIANOL’AREA ALTA VAL D’AGRI

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3.2.5 L’indagine qualitativa attraverso i testimoni privilegiati: l’intervista semistrutturataIl processo di costruzione della ricerca sul campo, e di conseguenza il disegno delle interviste, si sviluppa nell’individuazione dei testimoni privilegiati, cioè di coloro che rivestono un ruolo significato nell’ambito di pianificazioni e strategie di sviluppo locale. L’analisi degli stakeholders, quindi, è stata effettuata in base all’appartenenza al mondo istituzionale, imprenditoriale, datoriale e di associazionismo. Queste sono professionalità diverse, capaci di esprimere la propria opinione, utile alla costruzione degli strumenti previsti per le fasi successive del progetto di ricerca. L’obiettivo fondamentale è stato infatti quello di riconoscere le figure chiave che potessero fornire una visione più articolata possibile sul tema. Una forma di campionamento, quindi, non probabilistico con la preferenza di alcuni, sulla base delle esperienze e delle opinioni di cui sono portatori. La risposta da parte degli intervistati è stata fin da subito positiva e ha permesso di effettuare tutte le 27 interviste nel periodo compreso tra il mese di agosto e settembre 2013 nei 6 paesi coinvolti da un’ipotesi progettuale di realizzazione di un Albergo Diffuso. Definiti gli stakeholders attraverso un piano di campionamento, è stata costruita la traccia di intervista che, attraverso uno schema non direttivo, potesse sollecitare gli interlocutori a riflettere sulla realtà e le potenzialità di sviluppo del territorio in esame.

3.3.6 I Risultati emersi dalle intervisteNell’analisi delle interviste somministrate sono emerse chiaramente le potenzialità della realtà, oggetto di studio, affiancate ai limiti riscontrabili dagli stessi attori. Un primo dato rilevante è che per gli intervistati vi è una certa convergenza nel vedere il turismo come un’opportunità per il territorio, legato alle potenzialità storico - culturali, naturalistiche e enogastronomiche dell’area. Il massimo punto di confluenza delle opinioni raccolte si registra sicuramente sulla consapevolezza del potenziale (storico, naturalistico e ambientale) che i comuni possiedono, colto sia dai testimoni dei processi di sviluppo territoriale e sia da altri attori meno esperti su queste problematiche che comunque considerano il patrimonio di grandissima rilevanza. La scarsa integrazione e la mancanza di servizi vengono considerate da diversi intervistati come l’ostacolo principale alle valorizzazioni locali e dello sviluppo turistico dell’area. Alcuni testimoni, infatti, hanno indirettamente evocato le responsabilità delle classi dirigenti per le dinamiche economiche degli ultimi periodi. Abbastanza omogeneo, pur con evidenti distinguo, è anche il giudizio sul contesto paesaggistico ed ambientale, considerato uno dei punti di forza del sistema locale. Nelle interviste sono poi rintracciabili numerose informazioni che costituiscono altrettanti motivi di approfondimento per il ricercatore. A tal proposito può essere utile evidenziare l’avvio di un progetto di “Area Vasta” che metterà in rete gli interventi di quattro comuni. Un progetto in via di attuazione che prevede l’ampliamento di servizi turistici per favorire maggiori flussi nell’ambito del turismo naturalistico e dei centri storici, con la realizzazione di nuove tipologie di ospitalità diffusa come l’AD.

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L’Albergo Diffuso e il Comune di Viggiano

La ricerca iniziata nel 2012 dalla Fondazione Eni Enrico Mattei sul tema Albergo Diffuso ha comportato una collaborazione tra FEEM e Comune di Viggiano1, su questo tema. Su iniziativa dello Sportello per lo Sviluppo si è svolto quindi un primo incontro operativo con i ricercatori della Fondazione Mattei impegnati in uno studio sulla possibilità di realizzare, nei Comuni della Val d’Agri, un sistema di ospitalità centrata sugli Alberghi Diffusi.Viggiano, territorio caratterizzato da un turismo diversificato (business, sciistico, naturalistico, religioso), ma con un’offerta che non risponde pienamente alle esigenze del turista leisure, potrebbe infatti elevare l’attrattività e la dimensione turistica del proprio territorio grazie alla presenza di un Albergo Diffuso. Ciò risulterebbe un’azione strategica per l’implementazione della propria ricettività e allo stesso tempo offrirebbe un prodotto qualificante per lo sviluppo turistico di Viggiano.Sulla base dell’indagine svolta, con la somministrazione di circa 100 questionari, nel Comune di Viggiano, si è proceduto definendo un percorso operativo che prevede tre diverse fasi. In primis la creazione di una griglia di possibile

1 Come evidenziato nello stralcio del documento approvato dalla giunta comunale di Viggiano sullo stato di attuazione dei programmi e dei progetti dell’unità di progetto: “Sportello per lo Sviluppo”

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CONCLUSIONI

Alcune considerazioni di sintesi per la pianificazione strategica dello sviluppo locale attraverso l’Albergo DiffusoCon questo lavoro di ricerca si è cercato di focalizzare l’attenzione sulle grandi potenzialità che potrebbero essere offerti dallo sviluppo degli Alberghi Diffusi, in aree interne marginali ma capaci di attivare un modello di sviluppo sostenibile, endogeno e durevole. L’AD è una formula di ospitalità alberghiera originale, definita “un po’ casa, un po’ albergo” (Dall’Ara, 2010). È un modello che pone attenzione alle esigenze della domanda turistica ma che allo stesso tempo si propone come un’opportunità di valorizzazione e rivitalizzazione di centri storici minori e semi abbandonati. Una possibilità per mantenere vivi quei luoghi altrimenti destinatati allo spopolamento e alla decadenza, oltre poi ad essere una preziosa opportunità economica. La sua nascita e diffusione rientra in una tendenza generale di evoluzione/esplosione dell’offerta turistica, che ha fatto parlare di trend da “verticale a orizzontale”33. Difatti questo tipo di albergo orizzontale, prettamente made in Italy, non si costruisce ma si organizza e intercetta una clientela sempre più interessata a conoscere gli stili di vita di comunità diverse dalla propria, perché strettamente radicato e inserito nel luogo e nella sua cultura. Da questo punto di vista può essere definito come un prodotto d’area, che cioè permette di integrare l’offerta ospitale con i servizi e i prodotti locali34. E partendo da queste considerazioni che la Fondazione Eni Enrico Mattei ha messo a punto

33 Dall’Ara, G., Manuale dell’Albergo Diffuso - L’idea, la gestione, il marketing dell’ospitalità diffusa, Milano, Franco Angeli S.r.l., 201034 Business Innovation Center - BIC del Lazio (2007), L’Albergo Diffuso come strumento innovativo per la valorizzazione del potenziale turistico. Quaderni BIC Notes, n. 4, dicembre, Roma, Business Innovation Center del Lazio

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utilizzazione degli edifici dismessi, sia essi privati o pubblici2, seguita dalla definizione di possibili modelli di gestione, comprendenti le modalità di individuazione dei soggetti da coinvolgere, e di sostegno finanziario attivabili da parte del Comune. Il secondo step, da attuarsi in contemporanea al primo, è l’organizzazione di una serie di azioni e informazioni da trasmettere alla popolazione in modo da illustrare le caratteristiche dell’Albergo Diffuso come modello di sviluppo turistico del territorio e delle opportunità occupazionali ed imprenditoriali per artigiani e giovani. Il Comune infatti non può gestire l’AD ma può pur sempre stimolarne la nascita attraverso l’organizzazione di incontri con i proprietari di case inutilizzate, avviare attività di promozione e di animazione mirate a valorizzare il soggiorno e la vita nel borgo; prevedere attività di sensibilizzazione e/o di formazione3. Esso può inoltre “curare” il Centro storico attraverso azioni di riqualificazione della facciata e dell’arredo urbano, tutte azioni già intraprese dall’amministrazione viggianese e che costituiscono un’ottima base per il progetto.La terza fase consterebbe invece di riunioni in cui sarà possibile, anche con l’ausilio di specialisti, dare le informazioni sugli aspetti tecnici, organizzativi, fiscali, legali e le

2 “ivi incluso gli immobili di proprietà comunale rinvenienti dalla cessione per ricostruzione fuori sito nell’ambito della 219”3 Dall’Ara, G. (2010). Manuale dell’Albergo Diffuso. L’idea, la gestione, il marketing dell’ospitalità diffusa. Milano, Franco Angeli Editore.

agevolazioni ed i finanziamenti che il Comune metterà a disposizione.

Lo Sportello per lo Sviluppo e la FEEM provvederanno quindi a definire la struttura organizzativa di supporto alla realizzazione del progetto.

Fig.6 - Balconi nel centro storico di Viggiano

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L’Albergo Diffuso e il Comune di Montemurro

Il gruppo di ricerca turismo FEEM insieme al professore Maurizio Droli dell’Università di Udine, Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura, Sezione di Economia e Paesaggio, ha partecipato al XVII Convegno Internazionale Interdisciplinare “Utopie e distopie nel mosaico paesistico-culturale.Visioni Valori Vulnerabilità” con il paper “La valorizzazione sostenibile del paesaggio e della skyline dei borghi attraverso un’impresa per l’ospitalità diffusa: un’analisi nel Borgo di Montemurro”. 1

Parole - chiave _ Paesaggio, borghi, ospitalità diffusa, turismo responsabile, marketing turistico, gestione dell’innovazione.

1Angela Pepe, Annalisa Percoco, Matteo Bernecoli (Fondazione Eni Enrico Mattei, via del Convento 16, Viggiano, Potenza) Maurizio Droli (Università di Udine, Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura, Sezione di Economia e Paesaggio, E-mail:[email protected] )

Abstract_Questo studio propone il percorso seguito nel territorio corrispondente al Comune di Montemurro in Basilicata, al fine di valorizzare il paesaggio nell’ambito dei lavori di progettazione di un’impresa nell’ospitalità diffusa. Malgrado le ricerche pre-esistenti, il processo di acquisizione delle risorse da parte di imprese che mirano a raggiungere un equilibrio “ideale”, fra tradizione e innovazione era restato sotto-indagato. La prospettiva teorica di inquadramento della tematica è costituita dalla resource-based view (R-BV) of the firm, la quale si concentra sulla questione della difendibilità del vantaggio competitivo. Sulla base della R-BV, solo le risorse che risultano “preziose”, rare, inimitabili e difficili da sostituire da parte dei competitori possono facilitare il raggiungimento di un vantaggio competitivo difendibile nel tempo. Attraverso due ricerche coordinate di cui una conoscitivo/esplorativa

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Fondazione PalazzoSinisgalli Lacorazza

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Fig.7 - Sudio dello skyline di Montemurro

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ed una operativa condotte rispettivamente nella comunità dei residenti nel borgo di Montemurro e nei confronti del patrimonio immobiliare esistente, si sono definiti gli scenari economici e le ipotetiche azioni di valorizzazione. Lo studio discute il concetto di “skyline del borgo” come tema oggetto di ricerca importante per lo sviluppo del turismo rurale e dell’industria dell’ospitalità diffusa. I principali risultati dello studio sono rappresentati dalla individuazione di strutture che hanno i requisiti minimi per essere classificate come Albergo Diffuso sulla base della raccolta e rielaborazione di tutti i dati disponibili. Emergono inoltre i percorsi tematici il cui fine è quello di integrare le risorse (storiche, culturali, letterarie, enogastronomiche e naturali) che costituiscono il nucleo intorno al quale si è sviluppato l’intero progetto.

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lo studio finalizzato a verificare la fattibilità di una proposta ospitale che può dimostrarsi particolarmente adatta alla valorizzazione di piccoli borghi e centri storici come quelli della Basilicata, area Val d’Agri. Occorre premettere che il turismo in Basilicata ha ancora un peso economico limitato sul sistema turistico italiano e ha fatto registrare nel 2012, rispetto al 2011, un calo della domanda turistica con quasi 54.000 pernottamenti in meno rispetto al 2011 (-4,0%). Nonostante ciò, si può affermare che la Basilicata ha raggiunto comunque una consistenza alberghiera rilevante e molte sono le strutture appartenenti alla fascia medio - alta. Negli ultimi anni, poi, c’è stata la crescita di un’offerta di tipo extralberghiera, sia nelle forme più innovative come ospitalità diffusa, agriturismi e B&B, e sia nelle forme più tradizionali come campeggi, affittacamere e case per ferie35. Più della metà dei posti letto extralberghieri fanno parte della cosiddetta

35 Aa. Vv., L’offerta extra-alberghiera in Basilicata, Indagine diretta sul fenomeno del Bed&Breakfast, Centro Studi Unioncamere Basilicata – Gruppo CLAS (a cura di), 2011, p. 5, in www.gruppoclas.com/ dload.asp?cart... rapporto%20extra-alberghiero (ultima consultazione: luglio 2013)

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ricettività open air, seguono gli agriturismi e i B&B. Limitata è la presenza di case per ferie e ostelli mentre consistenti sono i casi di agriturismi. In Basilicata c’è anche stata, negli ultimi anni, la diffusione di AD. Tale formula ha avuto solo di recente un riferimento normativo con la LR n. 6/2008 (Disciplina della classificazione delle strutture ricettive e di ospitalità della Regione Basilicata)36 che divide le strutture extralberghiere lucane in quattro gruppi: strutture ricettive alberghiere, extralberghiere, open air e altre forme di strutture ricettive come le nuove formule di ospitalità diffusa37. la Legge Regionale della Basilicata, in sostanza, crea una forma di ricettività che non è chiamata Albergo Diffuso, ma semplicemente “ospitalità diffusa”, attività a carattere imprenditoriale da realizzare in un centro storico di pregio dove, però, non è prevista una distanza massima degli edifici e la gestione può essere sia congiunta che disgiunta, anche se coordinata38. Non c’è quindi una formula precisa di AD, come invece avviene ad esempio nella normativa di altre regioni come Sardegna e Friuli. Nonostante questo, però, 4 sono gli AD registrati nelle liste dell’ADI, e tra questi ci sono Le Grotte della Civita di Matera e Le Costellazioni di Pietrapertosa, l’uno gestito da privati con investimento imprenditoriale, l’altro a gestione privata ma con un forte sostegno pubblico e finanziamenti regionali (nonché aiuti economici da parte dell’ADI) e con un interesse locale elevato. Altro caso di AD lucano è invece il Borgo Ritrovato di Montescaglioso, realizzato nel cosiddetto “Borgo Andrisani”, fuori dal centro storico, rivalutato e ristrutturato insieme a un 36 Aa.Vv., L’offerta extra-alberghiera in Basilicata, Indagine diretta sul fenomeno del Bed&Breakfast, cit., pp.6-737 Aa.Vv., L’offerta extra-alberghiera in Basilicata, Indagine diretta sul fenomeno del Bed&Breakfast, cit., p. 938 http://www.aptbasilicata.it/fileadmin/uploads/Statistiche/Statistiche__leggi__bandi/01_-_Leggi_regionali/01_-_Normative/LR_n._6_del_04-06-2008.pdf (ultima visualizzazione: novembre 2013)

frantoio e a un ristorante, oltre all’Abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo e alla riqualificazione di alcune aree del paese. Questa valorizzazione generale ha fatto registrare una crescita economica nel settore terziario del borgo, in particolar modo nel comparto turistico39. L’area di indagine che abbiamo preso in considerazione non ha ancora trovato un autonomo cammino di sviluppo, è caratterizzata da un ambiente naturale e da un paesaggio di pregio che può essere considerato un punto di forza ai fini dello sviluppo turistico del territorio. Inoltre è importante evidenziare che i paesi, oggetto dello studio, condividono una dinamica demografica negativa, attribuibile sia ai movimenti naturali che a quelli migratori, costituendo un forte elemento di debolezza, ai fini di un possibile sviluppo locale, se non intervengono fenomeni “virtuosi” a risollevarne le sorti. Ma al di là di questo tratto riassuntivo generale, ogni comune presenta una sua caratterizzazione specifica che può determinare positivamente la differenziazione a fronte di una domanda di turismo definito di “terza generazione”. Oggi, infatti, il turista va alla ricerca di una vacanza innovativa ed unica, manifestata dalla volontà di conoscere stili di vita nuovi, usi, costumi, tradizioni della comunità locale, diventandone per un breve periodo parte integrante e interagendo con il contesto culturale e naturale di quel luogo. Dalle nostre indagini è emerso che la Val d’Agri ha un patrimonio notevole, che il turismo di nicchia ha imparato ad apprezzare e ricercare. I risultati dell’indagine sul campo rivelano che le comunità locali hanno una percezione alquanto positiva del proprio territorio e si dimostrano consapevoli della presenza di un patrimonio culturale e naturalistico ancora poco conosciuto e valorizzato. Inoltre i dati elaborati

39 http://www.ilborgoritrovato.com/index.html (ultima consultazione: novembre 2013) e http://www.montescaglioso.net/node/6339 (ultima visualizzazione: agosto 2013)

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evidenziano una consapevolezza diffusa dell’importanza che il turismo potrebbe assumere nell’area di studio. Difatti è rimarcata l’esigenza da parte dei residenti di accelerare il processo di sviluppo del comparto turistico del proprio territorio per gli aspetti positivi che potrebbero derivare da un ipotetico incremento del fenomeno. Per le comunità, infatti, il turismo potrebbe produrre impatti economici rilevanti sul territorio interessato, ed in particolare potrebbe migliorare la qualità dei servizi e delle infrastrutture presenti nel territorio, creare opportunità di lavoro per i residenti, attrarre investimenti esterni e stimolare la diversificazione e il recupero delle attività artigianali. Inoltre, da un punto di vista culturale, il turismo potrebbe rappresentare un’occasione di arricchimento e scambio culturale e ampliare l’offerta di attività ricreative e culturali. Inoltre le riflessioni emerse dalle interviste semi strutturate ai testimoni privilegiati mettono in luce come la formula dell’ospitalità diffusa potrebbe essere una nuova esperienza di sviluppo turistico che pone al centro la qualità di un territorio. Le testimonianze raccolte individuano come fattori di debolezza dell’area, la mancanza di servizi e di infrastrutture che possono riflettersi negativamente anche sul turismo. Un aspetto positivo nell’area di indagine è la presenza sul territorio del Parco Nazionale Appennino Lucano, rappresentando un punto di forza, ai fini dello sviluppo turistico della zona. La scelta, quindi, di intraprendere e difendere la strada del turismo come risposta concreta alle proprie esigenze di crescita e di sviluppo economico è quindi una valutazione che può essere difesa dalle istituzioni e può essere fortemente desiderata dagli operatori e dagli imprenditori e vincente perché condivisa da parte della comunità. Forse il primo passo da cui partire sul percorso di realizzazione di modelli di ospitalità diffusa che noi abbiamo illustrato è quello di dare

avvio ad una pianificazione, studiata ed organizzata, evitando che nasca soltanto dal problema della sopravvivenza di un borgo o di un centro con abitazioni vuote. Di certo è un’opportunità per i piccoli centri di riprendere vivacità, riscoprendo la propria identità ma il modello di Albergo Diffuso si distingue dagli altri strumenti di progettualità e si configura come un vero e proprio processo di sviluppo locale e valorizzazione del territorio. In sintesi, la ricerca ha confermato che, in un’ottica di sviluppo locale sostenibile, il modello Albergo Diffuso per i comuni oggetto dello studio potrebbe garantire una possibilità di crescita, organizzando un’offerta turistica in grado di attrarre flussi turistici che fungono da volano per lo sviluppo dell’intero territorio. Un percorso fecondo può essere dato anche dall’attuazione di una programmazione di azioni da parte di Istituzioni locali e regionali verso una integrazione tra rivitalizzare i piccoli centri storici in un ottica turistica attraverso queste nuove formule di ospitalità ricettiva. L’importante è che non si traduca semplicemente in un programma di incentivi finanziari. Si potrebbe così dare spessore ad una politica di valorizzazione dell’esistente, sviluppando allo stesso tempo risorse strategiche per il benessere di una collettività. La storia dell’Albergo Diffuso dimostra come sia possibile creare reddito, frenare lo spopolamento e far rinascere questi contesti attraverso proposte ben congegnate40. I Casi studio presentati nel primo capitolo dimostrano come piccole realtà territoriale, borghi e centri storici, per paradosso rappresentano contesti ricchi di opportunità e innovazione. I singoli alberghi diffusi hanno iniziato a sviluppare i centri in cui essi operano come una miniera di reddito41. Tra gli aspetti tipici che potrebbero essere

40 M.Droli, G.Dall’Ara, “Ripartire dalla Bellezza.”, Padova, Cleup sc, 2012,pg 17041 Ibidem

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ulteriormente valorizzati attraverso la struttura dell’AD: la presenza di un paesaggio naturale che offre numerose possibilità di escursioni e attività di immersione nella natura; la presenza di borghi storici caratteristici e da valorizzare; la possibilità di ampliare la visita a bellezze artistiche e culturali come musei, chiese e santuari; l’offerta di sport invernali ed estivi; la presenza di attività agricole, artigianali ed enogastronomiche che possono

trovare nell’ambito turistico ulteriore valorizzazione e visibilità. Le opportunità e i vantaggi derivanti dall’adozione di questo modello sono molteplici e riguardano diversi aspetti della comunità: economici, culturali e sociali. Oltre alla rivitalizzazione del centro storico, l’Albergo Diffuso può avere la funzione di “animatore” culturale ed economico e creare un indotto che coinvolga attori e realtà economiche locali.

Fig.8 - Abitazioni nei vicoli storici di Viggiano

Bibliografia e sitografia

Bibliografia

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Bitetti, F. (a cura di), Basilicata congiuntura 1/2013 - Il consuntivo del turismo lucano nel 2012, Unioncamere Basilicata - Centro Studi, 2013.

Business Innovation Center - BIC del Lazio (2007), L’Albergo Diffuso come strumento innovativo per la valorizzazione del potenziale turistico. Quaderni BIC Notes, n. 4, dicembre, Roma, Business Innovation Center del Lazi

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Introduzione

1. Longevity del film e durata dell’effetto cinematografico sul territorio

2. Il caso Basilicata coast to coast

3. L’indagine sul campo

Box 16 Convegni e collaborazione con la Lucana Film Commission

Conclusioni Bibliografia e sitografia

Nella foto: case nella piazza di Scanzano Jonico

CAPITOLO 6 6.1 L’effetto di Basilicata coast to coast sul turismo in Basilicata (secondo monitoraggio)

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Introduzione

La Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) ha realizzato nel 2011 una prima indagine sull’impatto economico e turistico di un film sul territorio. Il caso preso in esame è stato quello di “Basilicata coast to coast” (2010), opera prima dell’attore e regista Rocco Papaleo, che ha avuto un buon successo di pubblico. Il film, raccontando la vicenda di quattro amici che decidono di percorrere la Basilicata a piedi da una costa all’altra, ha dato ampio spazio al paesaggio culturale e naturale della regione, offrendo allo spettatore una rappresentazione molto suggestiva della terra lucana. In questo senso, “Basilicata Coast to Coast” si prestava a diventare un caso studio non solo per il suo successo commerciale, ma anche per il felice intreccio tra dimensione narrativa e paesaggistica che rende il film un efficace strumento di promozione territoriale1. L’indagine, effettuata nei mesi successivi all’uscita del film, ha coinvolto tutti gli operatori turistici che svolgono la loro attività nei luoghi utilizzati come location del film per appurare se vi fosse stato un impatto sul territorio determinato dal film. Nel 2013 la FEEM ha realizzato un secondo monitoraggio, qui presentato, dell’impatto economico e turistico di “Basilicata coast to coast”, a distanza di tre anni dall’uscita del film. L’obiettivo di questa seconda indagine, che ha utilizzato la stessa metodologia e lo stesso campione della prima, è quello di verificare se vi sia ancora un “effetto Basilicata Coast to Coast” sul territorio e determinarne l’entità.

1 Per un approfondimento delle potenzialità “cineturistiche” del film si veda Bencivenga, Chiarullo, Colangelo, Percoco (2011).

1. Longevity del film e durata dell’effetto cinematografico sul territorioUno degli aspetti, spesso sottolineato nella letteratura critica sul turismo cinematografico, riguarda la capacità del cinema di promuovere la destinazione/location in modo pervasivo e ricorrente. Già gli studi sulla formazione dell’immagine turistica della destinazione hanno messo in risalto come le produzioni audiovisive siano strumenti di promozione dei luoghi a basso costo e spesso più credibili, non avendo finalità propriamente commerciali2, rispetto alle tradizionali forme di advertising (Butler 1990, Gartner 1993). A ciò si aggiunge una sorta di versatilità del cinema, che permette la fruizione del film in differenti modi (sala, dvd, streaming , festival) riattivando continuamente l’attenzione dello spettatore verso le location. Beeton (2005) ha definito questa proprietà come la longevity del prodotto filmico. Il film dopo essere stato nella sale cinematografica, rivive attraverso la realizzazione di dvd, la sua fruizione sui canali televisivi, sul web e in festival e rassegne. In questo modo, il film continua a circolare, a essere fruito dagli spettatori e, di conseguenza, mantiene un faro acceso sulla location/destinazione. La longevità si nutre anche della capacità del cinema di coinvolgere lo spettatore con storie che hanno un forte impatto emotivo. Proprio attraverso la narrazione filmica, infatti, i luoghi si imprimono nella memoria, vengono associati alle vicende dei protagonisti e agli attori che li interpretano, diventando delle icon. In uno dei primi studi sul film tourism, Riley e Van Doren (1992) individuano nel cinema la capacità

2 La destinazione, tramite la film commission, può prevedere piccoli finanziamenti alle produzioni cinematografiche a fronte della permanenza delle troupe sul territorio oppure può offrire incentivi fiscali.

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di produrre icone che entrano nell’immaginario collettivo e influenzano notevolmente l’immagine turistica di una destinazione3. Il film, secondo gli autori, può essere considerato come un hallmark event4 - evento di qualità - che, pur avvenendo nel periodo limitato dell’uscita in sala, diventa qualcosa di ricorrente proprio perchè può contare su una serie di fattori che ne garantiscono la riattivazione dell’attenzione. La possibilità di fruire del film non solo nelle sale ma anche attraverso altri supporti, insieme alla capacità del cinema di incidere sensibilmente nell’animo e nella memoria dello spettatore, possono generare quel surplus di conoscenza, appeal e redditività che la destinazione riceve da un evento di qualità (Ritchie 1984). Tutto ciò determina la longevità del film e, di conseguenza, la possibilità per la destinazione di godere di una lunga coda promozionale.La longevity del film si può identificare chiaramente in alcuni casi studio in cui l’effetto turistico non si esaurisce nel periodo immediatamente successivo all’uscita del film, ma può durare anche alcuni anni. Le riflessioni teoriche di Riley e Van Doren (1992), infatti, sono corredate dall’analisi dei flussi turistici di alcune destinazioni americane, location di film di successo. Interessante è, ad esempio, il caso di “Incontri ravvicinati del 3° tipo”, film

3 Basti pensare alla Fontana di Trevi o a Via Veneto, emblema della Roma mondana ritratta ne “La Dolce Vita” (1960) di Federico Fellini e ancora oggi capaci di influenzare soprattutto la percezione della città eterna da parte dei turisti stranieri (Rocco, Di Maira 2006)4 Riley e Van Doren nel considerare il film come un hallmark event, recuperano la definizione di Ritchie (1984): un evento di qualità è un evento di durata limitata capace di incrementare la conoscenza, l’appeal e la redditività di una destinazione nel breve o lungo periodo. Chiaramente non tutti i film si prestano a tale definizione, ma soltanto quelli che hanno avuto un buon successo commerciale e sono capaci di lasciare un impatto significativo sul luogo in cui sono stati girati.

girato da Steven Spielberg nel 1977. Le scene più importanti del film sono state girate nel Devils Tower National Monument che, nel 1978 ha visto un incremento di visite del 74% rispetto all’anno precedente; incremento rafforzatosi dopo il passaggio televisivo del film nel 1981. Nel 1989, a 11 anni di distanza dall’uscita del film, un’indagine, compiuta sui turisti in visita al Devils Tower, ha mostrato come uno visitatore su cinque indichi nel film di Spielberg la principale fonte di conoscenza di quel luogo. Lo studio di Riley e Van Doren è stato oggetto di una revisione e di un’ampliamento nel 1998, quando i due autori, prendendo in esame i flussi turistici di dodici location di film di successo registrati nei 10 anni precedenti all’uscita dei film e nei 5 anni successivi, hanno appurato come, dopo l’uscita delle pellicole nelle sale, vi sia stato un incremento degli arrivi tra il 40% e il 50%. Tale dato, molto interessante per l’entità del fenomeno, non è però generalizzabile. Come mostra una recente sintesi, realizzata da Hudson e Ritchie (2006), di tutti i casi studio più rilevanti di incremento di flussi determinati dal cinema, la capitalizzazione degli effetti del film tourism può dipendere da vari fattori che spaziano dal successo del film alla capacità della destinazione di stimolare la scelta turistica con iniziative legate al cinema. Nella valutazione dell’effetto turistico del cinema conta anche il fatto di poter affidarsi su dati certi, come ad esempio biglietti di ingresso, o di prendere in esame destinazioni toccate da flussi marginali in cui l’impatto cinematografico può risultare rilevante a vista d’occhio (mentre in altre destinazione, come ad esempio le grandi città,

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risulta difficile rilevare il valore della motivazione cinematografica nella scelta turistica). In questo senso, un caso interessante è quello della fiction “Elisa di Rivombrosa”, girata per gran parte nel Castello di Agliè in Piemonte. Se prima di diventare una location cinematografica, il flusso turistico verso il castello oscillava tra 8.000 e le 17.000 presenze annuali, nell’anno successivo alla trasmissione della fiction in tv è diventato di circa 92.000 visitatori. Tale flusso, pur calando nei due anni successivi, è rimasto comunque molto superiore alla media degli anni precedenti (Rocco, Di Maira 2007). Un caso che, invece, mostra come la longevity del film abbia bisogno di essere supportata da iniziative locali è quello del film “Il Mandolino del Capitano Corelli” (2001), girato nell’isola greca di Cefalonia. Nel 2001, dopo l’uscita del film, l’isola ha visto un incremento del flusso turistico del 22%; nel 2002, poi, l’incremento si è ridotto al 10%. A partire dal 2003 vi è stato un lieve decremento. Tale situazione è stata spiegata da Hudson e Ritchie (2006), autori di uno studio sul film, come un caso di longevity non supportata da iniziative da parte degli operatori locali e forse addirittura inibita da azioni di demarketing come la rimozione del set cinematografico e l’improvviso aumento dei prezzi (Hudson, Ritchie 2006).

2. Il caso Basilicata coast to coastIl film “Basilicata coast to coast”, uscito nelle sale nell’aprile del 2010, ha ottenuto un buon successo di pubblico (tra i primi venti migliori incassi del cinema italiano della stagione 2009/2010) e di critica (vincendo 3 David di Donatello e 2 Nastri D’Argento). Opera prima dell’attore lucano Rocco Papaleo, racconta di un viaggio a piedi di quattro amici che attraversano la Basilicata, dalla costa tirrenica a quella ionica. Il film offre

ampio spazio al paesaggio lucano, mostrandone panorami suggestivi e tipicità enogastronomiche, tale da poter essere considerato un interessante caso studio per la riflessione sul turismo cinematografico. Va anche considerato che “Basilicata coast to coast” ha in sé una sorta di anima promozionale piuttosto manifesta (dall’uso del nome della regione nel titolo all’itinerario facilmente identificabile e ripercorribile dallo spettatore) e che la realizzazione del film è avvenuta anche grazie a un finanziamento regionale5 e al supporto di alcuni attori locali, come i Gal (Gruppi di Azione Locale), per la scelta delle location. In questo senso, possiamo dire che “Basilicata coast to coast” ha rappresentato la presa di coscienza da parte delle autorità locali delle potenzialità del cinema per la promozione territoriale e il punto di partenza per una serie di iniziative che mettessero insieme cinema e territorio6. Su tali premesse, la FEEM nel 2011 ha realizzato un’indagine dal titolo “Le opportunità del cineturismo in Basilicata: dal successo di Basilicata coast to coast alla nascita di una film commission lucana” con l’obiettivo di capire se tale operazione avesse avuto un ritorno in termini economici e turistici nei mesi successivi all’uscita del film nelle sale. Vista l’impossibilità di un monitoraggio dei flussi attraverso l’ingresso dei visitatori nelle location (come è avvenuto, per esempio, nel caso di “Incontri Ravvicinati del 3° Tipo”) ma, allo stesso tempo, considerando che le location utilizzate dal film dispongono di un numero limitato di strutture ricettive, si è deciso di realizzare un questionario da somministrare a tutti gli operatori

5 Il finanziamento è stato di 300.000 euro, utilizzando fondi Fesr (fondo europeo per lo sviluppo regionale) e inquadrandolo come operazione di marketing territoriale.6 Dopo il film sono state realizzate varie iniziative pubbliche per la promozione del cinema girato in Basilicata e delle location lucane (pubblicazioni, mostre fotografiche, eventi). Nel 2012, poi, è stata istituita la Lucana Film Commission, ente con la funzione di svolgere in modo programmatico lo sviluppo della cinematografia in Basilicata e la promozione filmica del paesaggio lucano.

135

turistici presenti nei luoghi toccati dal film. I dati raccolti hanno fatto emergere come quasi la metà del campione abbia riscontrato un aumento del flusso turistico legato al film e soprattutto per una percentuale tra il 10% e il 20% (Bencivenga, Chiarullo, Colangelo, Percoco 2011, p.40). A completamento dell’indagine è stato compiuto un monitoraggio del ciclo di vita del film e delle iniziative ad esso collegate. In questo modo, si è appurato come “Basilicata coast to coast” abbia goduto di una buona longevity caratterizzata, oltre che dall’uscita in sala, dalla realizzazione di due dvd, di passaggi televisivi sui canali satellitari e digitali, della partecipazione a diversi festival e in Italia e all’estero (Bencivenga, Chiarullo, Colangelo, Percoco 2011, p.34). Nella fase di collezione delle iniziative legate al film, a fronte di alcuni interessanti eventi pubblici, è emersa anche la capacità del film, per via della sua particolare struttura di road movie a piedi, di promuovere una particolare forma di turismo responsabile nella regione. Alcune agenzie specializzate in viaggi a piedi, infatti, hanno organizzato alcuni pacchetti che riproponevano l’itinerario del film, dimostrando come il “viaggio lento” dei protagonisti del film abbia direttamente stimolato la curiosità e la scelta dei turisti/camminatori7. Tale impatto turistico e tali iniziative sono avvenute nonostante il limitato attivismo degli operatori locali che, secondo l’indagine svolta, hanno colto solo parzialmente le potenzialità del fenomeno attivandosi con poche iniziative in proprio.

7 I viaggi, realizzati dalle agenzie turistiche “La via dei Canti”, “Walden-viaggi a piedi” e “La compagnia dei cammini” sono stati riproposti anche nel 2013. Un campione di turisti/camminatori è stato intervistato nel 2011, durante la prima indagine sul caso “Basilicata coast to coast” (Bencivenga, Chiarullo, Colangelo, Percoco 2011).

3. L’indagine sul campo

Come abbiamo già anticipato, obiettivo dell’indagine qui presentata è quello di effettuare un secondo monitoraggio dell’effetto turistico del film “Basilicata coast to coast”, a distanza di due anni dalla sua uscita nelle sale. Il primo monitoraggio è stato effettuato tra il 2010 e il 2011, a pochi mesi dall’uscita del film; attraverso questa nuova indagine si vuole appurare se l’effetto del film sia rimasto significativo nel tempo.

Per la realizzazione dell’indagine è stato somministrato agli operatori turistici presenti nelle location toccate dal film un questionario a risposta multipla. Questo, piuttosto fedele alla prima versione, è stato somministrato allo stesso campione del 2011; dei 60 operatori interpellati, 53 hanno partecipato all’indagine. (Graf.1)

Il 50% del campione è costituito dagli operatori della ricettività, il 42% da titolari dell’attività ristorative e l’8% da intermediari del turismo (agenzie turistiche e tour operator). La prima domanda chiede agli operatori se ritengono che il cinema in generale possa rappresentare uno strumento di promozione del territorio. La totalità del campione risponde affermativamente, sottolineandone l’efficacia nella diffusione delle informazioni sulle location (“mezzo efficace di promozione”, “mostra le bellezze paesaggistiche”, “può dare ampia visibilità ai luoghi”) e la capacità di stimolare il desiderio turistico (“utile per incuriosire il turista”, “può far vedere luoghi poco conosciuti”). Tale dato conferma ciò che già emergeva nell’indagine realizzata dalla FEEM nel 2011, ovvero la consapevolezza da parte degli operatori delle potenzialità turistiche del cinema. (Graf.2)

136

Graf.1 - Il campione suddiviso per tipologia di struttura

Agriturismo

Hotel

B&B

Villaggio

Tour Operator

Af�ttacamere

Ristorante

34 %

8 %

6 %

23 %

19 %

8 %

2 %

5

App e movie map per fruire delle location

Conservare scenogra�e e realizzazione totem

Promozione location attraverso giornali e riviste

Indicazioni luoghi nei titoli di coda

Link dal sito del �lm alle destinazioni

Tour tematici

Ingaggiare Star per promozione

Sito web dedicato alle location

44

28

30

21

22

9

0

Graf.2 - Le azioni per promuovere il turismo cinematografico in Basilicata secondo gli operatori

63%

14 %

14 %

9 %

Graf.3 - Impatto del film secondo gli operatori dichiarato nel secondo monitoraggio

Immagine e conoscenza del territorio

Flussi turistici

Economia locale

Tutela e valorizzazione dei luoghi

Graf.1 - Il campione suddiviso per tipologia di struttura

Graf.2 - Le azioni per promuovere il turismo cinematografico in Basilicata secondo gli operatori

Graf.3 - L’impatto del film secondo gli operatori dichiarato nel secondo monitoraggio

137

Immagine e conoscenza del territorio

Flussi turistici

Economia locale

Tutela e valorizzazione dei luoghi

45 %20%

21%

14 %

Graf.4 - Impatto del film secondo gli operatori dichiarato nel primo monitoraggio

Meno del 10 %

Tra il 21 e il 30 %

Tra il 10 e il 20 %

Tra il 31 e il 40 %

Tra il 41 e il 50 %

4 %4 %

31 %

57 %

4 %

Graf. 5 - Impatto turistico del film nel 2010 dichiarato dagli operatori nel primo monitoraggio

Meno del 10 %

Tra il 21 e il 30 %

Tra il 10 e il 20 %

Non ricordo

4 %

35 %

57 %

4 %

Graf. 6 - Impatto turistico del film nel 2011 dichiarato dagli operatori nel secondo monitoraggio

Graf.4 - L’impatto del film secondo gli operatori dichiarato nel primo monitoraggio

Graf.5 - Impatto turistico del film nel 2010 dichiarato dagli operatori nel primo monitoraggio -

Graf.6 - Impatto turistico del film nel 2011 dichiarato dagli operatori nel secondo monitoraggio

138

Per promuovere i luoghi della Basilicata che sono stati set del cinema girato nella regione, si considerano prioritari i tour tematici cinematografici che tocchino le principali location lucane (44); seguono la realizzazione di un sito web dedicato ai luoghi del cinema (30), l’ingaggio di star cinematografiche per la promozione delle bellezze paesaggistiche lucane (28), la promozione delle location attraverso giornali e riviste specializzate (22) e la conservazione delle scenografie utilizzate nel film insieme alla realizzazione di totem e cartelloni (21) che lascino una “traccia cinematografica” sul territorio. Poca rilevanza, invece, viene data alle applicazioni per mobile e alle movie map, funzionali a un’organizzazione autonoma della vacanza del turista (9), alla possibilità di promuovere nelle pagine web di un film le strutture ricettive e l’offerta turistica collegata alle location mostrate nel film (5) e all’inserimento, nei titoli di coda, dei nomi dei luoghi utilizzati come set (0). La seconda parte del questionario approfondisce l’impatto del film “Basilicata coast to coast” sul territorio. Viene chiesto agli operatori se la realizzazione e diffusione del film abbia avuto in generale degli effetti sul turismo locale e su quali aspetti abbia eventualmente avuto maggiore rilevanza. (Graf.3)

Il 70% del campione è convinto che il film abbia avuto un effetto sul territorio (dato molto simile a quello registrato nella prima indagine). In particolare i benefici sono associati alla maggiore notorietà della regione (il 63%) e in misura minore ai contributi apportati all’economia locale (14%), ai flussi turistici (14%) e alla tutela e valorizzazione dei luoghi (9%). Rispetto al dato ottenuto nel primo monitoraggio, vi è una maggiore consapevolezza del contributo “filmico” nel veicolare l’immagine della regione, mentre risulta meno diffusa l’idea che il film abbia avuto anche un forte

impatto economico e turistico sul territorio. Ciò, probabilmente, è dovuto al fatto che, da una parte, gli operatori hanno potuto constatare l’importante visibilità che il film ha dato alla regione mentre, dall’altra, l’impatto del film riscontrato subito dopo la sua uscita nelle sale si è ridotto nel tempo.(Graf. 4)

È stato chiesto, poi, al campione di indicare delle percentuali di incremento di flussi turistici che si possono imputare direttamente al film. Tale domanda è stata proposta sia sul 2011 che sul 2012. I risultati si possono confrontare con quelle relative al primo monitoraggio che, raccogliendo l’impatto del film dopo la sua uscita nelle sale (aprile 2010), ci consegna sostanzialmente la situazione relativa al 2010. Ciò permette di considerare l’impatto del film sul territorio nel triennio 2010 - 2012.Per quanto riguarda il 2010, dal primo monitoraggio emerge come il 47% degli intervistati dichiari di aver registrato un incremento di turismo riconducibile al film: più della metà (57%) indica una percentuale di aumento tra il 10% e il 20%, il 31% meno del 10% e il 12% afferma di aver avuto, grazie al film, un incremento tra il 20% e il 50%. (Graf.5)

Il secondo monitoraggio ha raccolto i dati relativi al 2011 e al 2012. Si può notare come l’impatto per l’anno 2011 dichiarato dagli operatori ricalchi sostanzialmente quello del 2010, evidenziando come l’attenzione mediatica sul film sia rimasta piuttosto alta anche nell’anno successivo alla sua uscita. Tale dato è da associare, con buona probabilità, all’effetto longevity del film, che nel 2011 ha beneficiato della partecipazione a molti festival e rassegne, di passaggi televisivi, dell’esposizione mediatica dell’attore e regista Rocco Papaleo e di alcune importanti iniziative

139

Meno del 10 %

Tra il 21 e il 30 %

Tra il 10 e il 20 %

Non ricordo

5 %

54 %

32 %

9 %

Graf. 7 - Impatto turistico del film nel 2012 dichiarato dagli operatori nel secondo monitoraggio

1

1Realizzazionemovie map del �lm

Organizzazione tour guidato

Realizzazione di un pacchetto cineturistico insieme ad altri operatori

Link al �lm sul proprio sito

Sponsorizzazione della propria struttura in relazione al �lm

11

28

0

Graf. 8 - Iniziative cineturistiche, a cura degli operatori, che avrebbero potuto incrementare il turismo cinematografico

Graf.7 - Impatto turistico del film nel 2012 dichiarato dagli operatori nel secondo monitoraggio

Graf.8 - Iniziative cineturistiche, a cura degli operatori, che avrebbero potuto incrementare il turismo cinematografico

pubbliche legate al film (Bencivenga, Chiarullo, Colangelo, Percoco 2011, pp.40-42). La metà degli operatori coinvolti nell’indagine (49%) sostiene di aver avuto un incremento di turisti giunti in Basilicata sulla scia della notorietà del film. L’incremento dichiarato dalla quasi totalità degli operatori legato al film (92%), è inferiore al 10% o tra il 10 e il 20%. Nella prima indagine, relativa all’anno 2010, l’88% aveva dato la stessa risposta. (Graf.6, Graf.7)

Tali valutazioni subiscono una flessione se si prende in esame il 2012. La percentuale di operatori che ritengono che il film abbia prodotto effetti turistici scende al 41% e aumenta la percentuale

del campione (54%) che afferma di aver avuto un incremento inferiore al 10% (nel 2011 era il 35%); il 32%, poi, afferma di avere ancora un flusso tra il 10 e il 20% (nel 2011 era invece il 57%). Nella percezione degli operatori c’è la convinzione che l’effetto del film abbia subito una significativa flessione nel 2012 (“col tempo la curiosità è diminuita”, “il film ha avuto un forte impatto all’inizio, le famiglie volevano avere informazioni sulle location, ora il flusso è calato”) e che tale effetto si stia esaurendo. È necessario sottolineare, però, che “Basilicata coast to coast” è una piccola produzione che ha avuto un buon successo su scala nazionale, ma che non può essere messo a paragone con le grandi produzioni oggetto di

140

Convegni e collaborazione con la Lucana Film

Commission

Le ricerche sul cineturismo e sulla formazione dell’immagine hanno suscitato interesse anche nel 2013 e sono state illustrate in differenti convegni. I ricercatori della Fondazione hanno, infatti, partecipato al XI Convegno Internazionale sul Cineturismo, unico convegno dedicato interamente al rapporto tra cinema e turismo e che si tiene ogni anno nell’isola di Ischia. Il tema per il 2013 era “Cineturismo e Europa” e ha visto confrontarsi studiosi e ricercatori, rappresentanti delle istituzioni, professionisti provenienti dal mondo del cinema e del turismo.Altre partecipazioni sono state quelle al workshop “Il cinema e la Basilicata”, organizzato all’interno del Maratea Film Festival e con la partecipazione di importanti personalità nell’ambito dell’industria cinematografica e al convegno “Il cinema e il ruolo delle film commission” organizzato a Matera. Infine, vi è stata anche la partecipazione al XXXIV Conferenza Scientifica Annuale Aisre sul tema “Crescita economica e reti regionali: nuove industrie e sostenibilità”, organizzato dall’Associazione Italiana di Scienze Regionali all’Università di Palermo. Il paper presentato alla conferenza è

stato anche pubblicato sulla rivista elettronica dell’associazione Eyesreg. L’attività di ricerca sul cineturismo ha trovato spazio anche all’interno del progetto transeuropeo Euroscreen. È un progetto di cooperazione interregionale, di cui fanno parte film commission e agenzie di promozione turistica di otto paesi europei, miranti ad incentivare le opportunità economiche e culturali legate al cineturismo attraverso lo scambio e il trasferimento di buone prassi e la collaborazione con le realtà del settore. In particolare il lavoro di ricerca della Fondazione è stato citato nel rapporto finale del 2013 (Euroscreen - Capitalising on Screen Tourism) sull’analisi e comparazione delle diverse iniziative di cineturismo attuate in Europa.Infine il tema del cineturismo e dell’immagine della destinazione turistica è stato inserito anche in corsi di alta formazione della regione Basilicata per il conseguimento di titoli di specializzazione professionale.È fondamentale sottolineare la collaborazione che è nata tra la FEEM e la Lucana Film Commission (LFC), ente nato alla fine del 2012 con l’obiettivo di promuovere la

studio nelle ricerche sul film tourism8.Il calo dei flussi relativi al film, però, può essere messo anche in rapporto con il limitato numero di iniziative cineturistiche realizzate degli operatori locali. L’89% del campione, infatti dichiara di non aver messo in atto alcuna azione che si ispirasse

8 Come, ad esempio, il caso già citato de “Incontri Ravvicinati del 3° tipo” o, recentemente, quello de “Il Signore degli Anelli”.

a “Basilicata coast to coast”. Nessuna motivazione specifica viene esplicitata per giustificare tale scelta9. (Graf. 8)

9 Sei operatori affermano di essersi attivati con delle iniziative legate al film; in realtà soltanto due (operanti sulle due coste della regione) hanno realizzato dei veri e propri tour cinematografici mentre gli altri si sono limitati a delle iniziative informative verso i clienti.

CIN

ETU

RISM

OIN

BA

SILI

CAT

A

Box 16

realizzazione di prodotti filmici in Basilicata, sviluppare la filiera audiovisiva e promuovere cinematograficamente il territorio. Tale collaborazione si è rinvigorita attraverso la partecipazione congiunta in alcuni convegni e dibattiti. La FEEM ha anche offerto un supporto per la realizzazione del sito internet della film commission. È stata poi realizzata una pubblicazione dal titolo “Il cineturismo in Basilicata” che mette insieme le due ricerche sul caso “Basilicata coast to coast” e sulla formazione dell’immagine turistica e il ruolo del cinema, con prefazione del direttore della LFC Paride Leporace e del critico cinematografico Pino Farinotti. La pubblicazione ha accompagnato il tour promozionale della film commission ed è stata distribuita durante i più importanti eventi cinematografici nazionali e internazionali: la 71a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, l’8° Festival Internazionale del Film di Roma, il 31 ° Festival Internazionale Movies, Sport and Tv a Milano. Una sinergia e una collaborazione che è destinata a crescere nel 2014 con nuovi progetti.

L’ultima domanda interroga il campione su una serie di iniziative elencate nel questionario che avrebbe potuto incrementare il flusso turistico verso la propria struttura. La realizzazione di un pacchetto cineturistico in sinergia con altri operatori è l’opzione più citata (28), sottolineando come vi sia la consapevolezza che ancorare delle iniziative alla visibilità del film avrebbe potuto

attirare maggiori visitatori. L’organizzazione di un tour guidato nei luoghi del film segue con 11 citazioni mentre le altre opzioni proposte (la realizzazione di una movie map, il link del film sul proprio sito e la sponsorizzazione della propria struttura in relazione al film) non vengono considerati dagli operatori come iniziative efficaci per il turismo.

Fig.1 - Copertina della pubblicazione

142

ConclusioniAttraverso le informazioni ricavate dal film e la particolare fascinazione che esso genera nello spettatore, la destinazione/location può diventare oggetto di curiosità e meta di turismo cinematografico. La longevity del film viene considerata dalla letteratura critica (Riley, Van Doren 1992, Beeton 2005) uno dei punti di forza per la promozione cinematografica delle destinazioni turistiche. Il film, infatti, gode di un ampio circuito di diffusione che, dalla sala al web, si offre a un pubblico molto ampio; in più, attraverso la realizzazioni di storie coinvolgenti e di icone cinematografiche, può rimanere nelle memoria degli spettatori. In questo modo, l’impatto del film su un territorio non si esaurisce nei pochi mesi successivi all’uscita in sala, ma può durare anche alcuni anni (Riley, Van Doren 1998; Hudson, Ritchie 2006). L’indagine della FEEM realizzata sul caso “Basilicata coast to coast” ha dimostrato come in seguito al film vi sia stato un impatto turistico sulle location, confermando che esiste un nesso tra cinema e turismo. Il secondo monitoraggio, effettuato nel 2013, poi, ha avuto l’obiettivo di verificare se vi fosse stato un effetto longevity del film, capace di produrre ancora effetti sul territorio a due anni dall’uscita in sala. Dai dati collezionati, si può affermare che le location/destinazioni abbiano goduto di un buon impatto turistico determinato dal film, sia nel 2010 che nel 2011, conservando una buona visibilità anche nel 2012, seppur subendo un calo fisiologico. Per meglio interpretare tali risultati, va però sottolineato che “Basilicata coast to coast”, in quanto piccola produzione con distribuzione a livello nazionale, non avrebbe potuto realizzare l’effetto turistico di alcuni importanti casi di film tourism. C’è, poi, da considerare che la mancanza di un’adeguata

offerta legata al film, promossa dagli operatori locali, non abbia certo aiutato a mantenere la lunga coda del film. Tuttavia, è indubbio l’effetto che la pellicola ha avuto nella diffusione della conoscenza e dell’immagine della Basilicata, una regione turisticamente ancora poco nota. In più, l’indagine ha potuto registrare un interessante connubio tra il turismo cinematografico e quello responsabile che continua a portare gruppi di camminatori sul percorso di “Basilicata coast to coast”.A prescindere dall’impatto avuto sul territorio, è rilevante osservare come “Basilicata coast to coast” abbia rappresentato una presa di coscienza collettiva delle potenzialità del turismo cinematografico. Il successo del film, infatti, ha dato una spinta determinante all’istituzione di un film commission regionale, indispensabile per realizzare e promuovere azioni sinergiche per l’implementazione di questo segmento turistico.

143

Bibliografia e sitografiaBeeton S. (2005), Film-induced tourism, Channel View Publications, Clevedon.

Bencivenga A., Chiarullo L., Colangelo D., Percoco A., Le opportunità del cineturismo in Basilicata: dal successo di Basilicata coast to coast alla nascita di una film commission lucana, http://www.feem.it/getpage.aspx?id=3432&sez=&padre=205&sub=408.

Butler R.W. (1990), The influence of the media un shaping international tourist patterns, in Tourism Recreation Research, vol. 15, n. 2, pp. 46-53.

Connell J., Meyer D. (2009), Balamory rivisited: an evaluetion of the screen tourism destination - tourist nexus, in Tourism Management, 30 (2), pp. 194 - 2007.

Connell J. (2012), Film Tourism - Evolution, progress and prospects, in Tourism Management, 33, pp. 1007 - 1029.

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Hudson S., Brent Ritchie J.R. (2006), Promoting Destinations via Film Tourism: An Empirical Identification of Supporting Marketing Initiatives, in Journal of Travel Research, vol. 44, n.4, pp. 387-396

Hudson S., Ritchie B. (2006), Film tourism and destination marketing: the case of Captain Corelli’s mandolin, Journal of Vacation Marketing, n.12, 257-267.

Riley R., Baker D., Van Doren C.S. (1998), Movie Induced Tourism, in Annals of Tourism Research, vol. 25, n. 4, pp. 919-935.

Riley R., Van Doren C.S. (1992), Movie as Tourism Promotion: A “Pull” Factor in a “Push” Location, in Tourism Management, vol. 13, n. 3, pp. 267-274.

Ritchie J. R (1984), Assessing the Impact of Hallmark Events: Conceptual and Research Issues, Journal of Travel Research, vol. 23 no. 1, 2-11.

Tooke N., Baker M. (1996), Seeing is beeliving: the effect of film on visitor numbers to screened locations, Tourist Management, vol.17, no.2, 87-94.

Rocco A, Di Maira P. (2006), L’Italia sullo Schermo. Cinema e scelta dell’Italia da parte dei turisti stranieri, Luoghi & Location.

Rocco A, Di Maira P. (2007), In viaggio con la fiction, Luoghi & Location.

Schofield, P. (1996). Cinematographic images of a city. Tourism Management, 17(5), 333 340.

Introduzione

Box 17 valdagriturismo.com

Nota metodologica

ApprofondimentoProgetto “cinema e itinerari in Basilicata”

Nella foto: Craco, la città fantasma

CAPITOLO 6 6.2 Progetto di ricerca: La destination image online della Basilicata

146

Introduzione

In un’arena altamente competitiva qual è l’industria del turismo è fondamentale l’adozione di un’efficace strategia di posizionamento della destinazione nel mercato di riferimento. Per questo obiettivo, risulta fondamentale la creazione e gestione di un’immagine distintiva e attraente per i turisti. Al pari di altri prodotti, il turismo si vende se piace al mercato e, quindi, deve avere un’immagine che produce desiderio. L’iconografia turistica non è altro che una delle tante iconografie prodotte dall’economia contemporanea. Come altri prodotti, il turismo deve essere costruito in modo da produrre immagini evocative per i turisti

(Sternberg 1997).

Le destinazioni con un’immagine forte e positiva sono quelle che hanno maggiore possibilità di essere scelte dai turisti nella loro decisione d’acquisto (Goodrich 1978; Woodside & Lysonsky 1989). Pertanto capire come i turisti percepiscono una destinazione è cruciale per l’adozione di efficaci strategie di costruzione e gestione della destinazione turistica. Nello scenario tecnologico odierno, internet è utilizzato come strumento di informazione, promozione e commercializzazione del prodotto turistico. Il

Box 17

Fig.1 - Pagina del portale valdagriturismo.com

147

web rappresenta un’importante piattaforma per lo scambio di informazioni tra tutti i protagonisti dell’industria turistica: domanda, offerta, intermediari, destinazioni turistiche (Werthner & Klein 1999). L’avvento di internet e del fenomeno dei social media rappresentato da siti di recensioni, blog , social network, siti di condivisioni di audio e foto ha determinato una proliferazione di informazioni sui differenti settori economici tra i quali anche il turismo.

Alcuni recenti studi effettuati sulle destinazioni (Pan, Li 2001; Choi, Leotho, Morrison 2007)

hanno mostrato come l’analisi dei contenuti online, e quindi del posizionamento su internet della destinazione, sia utile per comprenderne la destination image; tale studio può essere il punto di partenza per riorganizzare la promozione online della destinazione. Attraverso l’analisi dei contenuti testuali provenienti dai siti web, di immagini e video contenuti nei principali siti di media sharing, è possibile realizzare una classificazione dei dati che consente di individuare quali sono le risorse turistiche che hanno maggior spazio sul web ed effettuare un confronto tra le tipologie di siti da cui provengono (Destination Management Organization e User - Generated Content). In questo senso, la FEEM ha deciso di avviare un’indagine sulla destination image online della Basilicata, con l’obiettivo di realizzare una fotografia dell’attuale immagine sul web della destinazione Basilicata. Tale indagine si situa in continuità con il progetto sul cineturismo in quanto il web, come il cinema, è un agente autonomo di formazione dell’immagine della destinazione che ha assunto un ruolo sempre più importante soprattutto negli ultimi anni. Nella ricerca sul campo realizzata 2012 - e che ha coinvolto turisti in vacanza in Basilicata - dal titolo “La formazione dell’immagine turistica della Basilicata e il ruolo del cinema”, infatti, emerge come dopo il “consiglio di parenti e amici”, i due agenti più citati come fondamentali per l’image building della destinazione Basilicata sono proprio il cinema e il web. Da questo punto di vista, un’analisi della destination image online può essere utile per una destinazione come la Basilicata che, negli ultimi anni, ha puntato molto su una comunicazione pubblicitaria non tradizionale, investendo in operazioni promozionali innovative.

valdagriturismo.comPresentato il 18 novembre 2011 a

Viggiano, il portale presenta nel suo menu principale le voci “Scegli e vivi

la Val d’Agri”, e Ospitalità, oltre ai vari percorsi tematici e ai progetti

Green Road e Cineturismo. Inoltre, Tra il 7 e il 9 giugno 2013, in occasione

dell’evento “I Tesori delle Valli”, promosso da Fondazione Eni Enrico Mattei ed Eni, in collaborazione con Regione Basilicata, APT Basilicata e

l’Ente Parco Nazionale dell’Appennino Lucano-Val d’Agri-Lagonegrese, esso ha aggiunto presentazione,

informazioni utili e notizie riguardanti altri paesi della Val d’Agri e delle valli

ad essa limitrofe (Abriola, Anzi, Aliano, Armento, Calvello, Castelsaraceno,

Corleto Perticara, Gallicchio, Grumento Nova, Guardia Perticara,

Laurenzana, Marsico Nuovo, Marsicovetere, Missanello, Moliterno,

Montemurro, Paterno, Roccanova, San Chirico Raparo, San Martino d’Agri,

Sant’Arcangelo, Sarconi, Spinoso, Tramutola, Viggiano), arricchendo la

panoramica del territorio.

148

Fig.2 - Aliano

Fig.3 - Calanchi

149

Fig.4 - Pisticci

Fig.5 - Tramutola

Nota metodologica

Obiettivo della ricerca è quello approfondire la destination image online della Basilicata. In particolare, attraverso l’analisi di contenuti web si vuole appurare che tipo di immagine risulta predominante sulla rete, quali risorse turistiche hanno maggiore visibilità on line e approfondire il rapporto tra i contenuti generati dagli utenti e quelli realizzati dai siti istituzionali. Per studiare l’immagine on line della Basilicata, si procederà a analizzare i contenuti visivi/audiovisivi e testuali realizzati sia dalle istituzioni locali (DMO) che dagli utenti della rete (UGC).

Le fasi del progetto saranno :

1. Analisi bibliografica della letteratura critica sulla destination image online.

2. Raccolta e analisi quantitativa di un campione di immagini e video. Per quanto riguarda i DMO, immagini e video saranno reperiti su siti e portali di riferimento; gli UGC, invece, saranno selezionati sui principali siti di media sharing. Attraverso un’analisi iconografica, le immagini e i video (considerati come immagini aggregate) saranno classificate per soggetto e tema.

3. Raccolta e analisi quantitativa e qualitativa dei contenuti testuali. I contenuti DMO saranno selezionati all’interno dei siti di APT e Regione. I contenuti testuali UGC saranno ricercati sul motore di ricerca Google attraverso l’utilizzo di parole chiave; saranno presi in considerazioni i risultati più visibili e classificati in 4 categorie principali: blog di turismo/viaggi, siti di recensioni globali, sezione viaggi delle principali testate giornalistiche online, tour operator.

4. Stesura del report con i risultati dell’indagine.

Progetto “cinema e itinerari in Basilicata” La Basilicata è sempre stata terra di cinema, offrendo le sue location alle produzioni cinematografica a partire dal Secondo Dopoguerra. Sino ad oggi sono stati girati più di quaranta film sul suolo lucano, appartenenti a diversi generi cinematografici e che hanno proposto differenti immagini della regione. La maggior parte delle produzioni ha utilizzato le location materane dei Sassi e della Murgia che, per la loro affascinante scenografia e particolare morfologia, sono diventati il principale attrattore cinematografico. Un posto rilevante, comunque, è riservato anche ad altri luoghi sulla costa e nell’entroterra che sono state scelte da prodotti cinematografici più vicini all’identità reale della Basilicata. In particolare, bisogna ricordare la fortuna cinematografica di Craco, paese disabitato dal 1963, che è stato utilizzato in molti film per la sua atmosfera suggestiva.Il paesaggio della Basilicata è stato rappresentato nel cinema in differenti modi; come abbiamo già detto, Matera e, in particolar modo i Sassi, sono di gran lunga le location più utilizzate e, allo stesso tempo, i paesaggi più rappresentati e rappresentativi della filmografia lucana. Si possono distinguere alcune tendenze dominanti di rappresentazione cinematografica del paesaggio lucano. Innanzi tutto vi è una tendenza a una rappresentazione piuttosto realistica della terra lucana, mostrata soprattutto nella sua condizione

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di miseria e arretratezza e figlia della riflessione intellettuale sulla “Questione Meridionale". Questa “terra oscura senza peccato e senza redenzione”, su cui Carlo Levi ha richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica, impegna soprattutto la filmografia degli anni ‘60 e ‘70 ed ha recenti riecheggi in “Del Perduto Amore” di Placido e “Un giorno nella vita” di Papasso. C’è, poi, un’altra tendenza cinematografica che interessa soprattutto Matera e che vede in essa un intrinseco valore di spiritualità religiosa. Dagli anni ‘60 ad oggi possiamo dire che si è venuto a costituire un filone biblico della filmografia “lucana”; quattro produzioni importanti, dal “Vangelo” di Pasolini a “King David”, da “The Passion” di Mel Gibson a “The Nativity Story”, sono state realizzate tra i Sassi e la Murgia. Infine, soprattutto negli ultimi anni, è riscontrabile un nuovo modo di intendere il paesaggio lucano; allontanato lo sguardo dai problemi sociali della regione, emerge, invece, un’interpretazione molto più intima di tale paesaggio, inteso come un luogo dell’anima. Di tale recente visione, “Basilicata coast to coast” sembra esserne il compimento.Gli itinerari cinematografici nascono dall’esigenza di rendere fruibili i paesaggi cinematografici. Attraverso tali itinerari è possibile farsi un’idea di quelle che sono le rappresentazioni della Basilicata al cinema e, al tempo stesso, rivivere scenari che sono stati visti sul grande schermo. La costruzione degli itinerari segue, chiaramente, la logica della fattibilità e non quella della tipologia

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paesaggistica. In questo senso, nello stesso percorso è possibile visionare le differenti immagini della Basilicata veicolate dai film. La modalità per fruire del paesaggio cinematografico è rappresentato dal materiale fotografico e i QRcode. La fotografia, allegata per ogni tappa dell’itinerario, è costituita dall’immagine reale su cui è sovrapposta quella cinematografica; il QRcode, invece, è una tecnologia che permette, tramite l’utilizzo di cellulari e tablet, di visionare la scena del film relativa alla tappa. Entrambi questi strumenti servono a dare precise indicazioni su dove sono state girate le scene dei film in Basilicata, in modo da poter rivivere le varie rappresentazioni paesaggistiche.

Tre sono gli itinerari cinematografici realizzati:

1. Basilicata coast to coast 2. Matera film locations 3. Vulture in cinema

1. Basilicata coast to coast

L’itinerario è diviso in due parti, alla stregua di un film, costituito da primo e secondo tempo. Il primo tempo conduce da Maratea alla Val d’Agri, mentre il secondo da Craco a Scanzano Jonico. Entrambi i percorsi sono costituti da tappe principali e tappe secondarie.

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Caste

lmez

zano

Pietrapertosa

Nemoli

Missanello

Sassodi

CastaldaBrienza

Marsico Nuovo

MarsicoveterePaterno

Calvello

Viggianello

Farde

lla

Fardella

Fardella

Fardella

Montem

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Gallicchio

San MartinodʼAgri

Grumento Nova

SarconiMoliterno

CastelsaracenoLagonegro

Latronico

CarboneCalvera

Teana

Episcopia

Rotonda

Castell

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Superio

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In

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Rivello

CALABRIA

CAMPANIA

Laurenzana

Corleto Pe

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Guardia Perticara

Armento

San Chirico Raparo Castronuovo

di SantʼAndrea

SanSeverinoLucano

Francavillain Sinni

Chiaromonte

Chiaro-monte

Chiar

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Roccanova

San MauroAccettura

Gorgoglione

Cirigliano

Mar Tirreno

A3

Viggiano

TRAMUTOLA

SPINOSO

Lauria

MARATEATrecchina

01

05

04

02

03

06

SP3

SS585

SS585

SP103

Missanello

Gallicchio

Castronuovodi SantʼAndrea

SantʼArcangelo

Noe-poliSenise

Roccanova

MontescagliosoPomarico

Ferrandina

Oliveto

Lucano

San MauroForteAccettura

Gorgoglione

Cirigliano

Stigliano

Tursi

RotondellaPolicoro

Montalbano Jonico

Colobraro

02

05

01

04

03

SCANZANOJONICO

ALIANO

CRACO

Bernalda

PisticciSS103

SS598

SS106

Fig.7 - Mappa dell’itinerario Basilicata coast to coast - secondo tempo

Fig.6 - Mappa dell’itinerario Basilicata coast to coast - primo tempo

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2. Matera film locations

A Matera sono stati girati la maggior parte dei film ambientati in Basilicata. L’itinerario realizzato cerca di mettere insieme le location dei film più importanti in un percorso a piedi di circa due ore. Si parte da Porta Pistola, nel Sasso Caveoso, la Porta di Gerusalemme sia nel film “The Passion” che ne “Il Vangelo secondo Matteo”; l’itinerario segue la Via Crucis del film di Mel Gibson sino ad arrivare a Piazza San Pietro Caveoso e alla Chiesa della Madonna de Idris dove sono state ambientate le scene di molti film, da “La Lupa” di Alberto

Lattuada a “Il Demonio” di Brunello Rondi e sino a “L’uomo delle Stelle” di Giuseppe Tornatore. Il percorso di conclude nel Sasso Caveoso con le scene di “King David” con Richard Gere, “Il Vangelo” di Pasolini e “Anni Ruggenti” di Luigi Zampa. È importante, poi, considerare anche la tappa fuori dall’itinerario a piedi, quella del Belvedere Murgia, luogo in cui è stata ambientata la crocefissione di Cristo sia nel film di Mel Gibson che in quello di Pier Paolo Pasolini.

VIA LUCANA

Porta PistolaVia San Polito

Via Muro

Via Madonna de Idris

Vico SolitarioVico Solitario

Vico Solitario

Belvedere MurgiaP.zza S.Pietro Caveoso

KING DAVID

Via S.Giacomo

0102

0503

08

06

12

09

10

14

13

Fig.8 - Mappa dell’itinerario materano

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Lavello

Rapolla

Ginestra

RipacandidaAtella

Atella

Filiano

Forenza

Acerenza

Oppido Lucano

TolveCancellara

PietragallaAvigliano

RuotiBaragiano

Bella

San Fele

San

Venosa

Maschito

MontemilonePUGLIA

Banzi

Genzano di Lucania

Rioneroin vulture

Rioneroin vulture

MELFI

BARILE

IRSINA

PALAZZOSAN GERVASIO

02

01

04

03 SS93

SS655

3. Vulture in Cinema

Il percorso parte da Irsina, luogo in cui è stato girato “Del Perduto Amore” di Michele Placido, passa per Palazzo San Gervasio dove sono state realizzate alcune scene de “I Basilischi” di Lina Wertmuller e arriva nel Vulture.

Qui troviamo i campi di grano di “Io non ho Paura” di Gabriele Salvatores, la città di Melfi che ha fatto da sfondo alla storia di “Un giorno nella vita” di Giuseppe Papasso e, infine, Barile dove sono state ambientate alcune scene de “Il Vangelo secondo Matteo”.

Fig.9 - Mappa dell’itinerario nel Vulture

Fig.10 - Il Monte Sacro di Viggiano

155Fig.11 - Tramonto sulla Val d’Agri

Cristiano Re è il Coordinatore delle attività della sede della FEEM in Basilicata e dei Progetti Speciali: Eniscuola, Eni Award, SchoolNet. Coordina le attività di consulenza, ricerca e divulgazione scientifica della FEEM a supporto del Comune di Ravenna. Già Responsabile IT, per FEEM è stato Responsabile Informatico del progetto Biblioteche Multimediali per le sedi di Torino, Novij Urengoi (Siberia), Genova, Milano, Venezia e Roma. È membro del CdA di FEEM Servizi Srl, società interamente controllata da FEEM. Fra le attività extra-FEEM è stato consulente per Confindustria nel settore scuola e formazione e per Anigas nel settore comunicazione e web. È stato consulente informatico per: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero del Tesoro, Ministero degli Italiani nel Mondo, Ministero dei Beni Culturali. È stato anche consulente informatico per le divisioni di Eni: IR, Agip Petroli, Enichem Spa, Snam, Eni Formazione S.p.A. Infine, è stato project manager per HP Corporate Usa per la creazione di un centro multimediale in Ungheria.

Mariarosaria Bellizia si laurea in Economia e Gestione dei Servizi Turistici presso l’Università di Rimini nel 2006 con una tesi intitolata “Decentramento e valorizzazione delle risorse umane del gruppo ENI, dalla privatizzazione ad oggi”. Dal 2007 lavora negli uffici della Fondazione Eni Enrico Mattei a Viggiano, contribuendo alla ricerca sul turismo sostenibile e sul turismo integrato, in modo particolare dell’analisi economica e statistica dei dati, e alla stesura dei bilanci sociali. Dal 2009 è la Responsabile del settore ICT della sede viggianese.

Angelo Bencivenga si laurea in Economia presso l’Università di Salerno e consegue un Master in Gestione alberghiera dal CST dell’università di Perugia. Lavora in FEEM dal 2010 come ricercatore nell’ambito del turismo sostenibile. I suoi principali interessi di ricerca sono il turismo, lo sviluppo economico locale, la politica economica. Nel 2010 lavora all’ufficio marketing dell’Unione Turismo di Siviglia (Spagna). Nel 2008 crea www.innBasilicata.it, un business web nel settore turistico. Parla inglese e spagnolo.

I RICERCATORI

Short bio

Matteo Bernecoli si laurea in Design al Politecnico di Milano. Tra il 2005 e il 2009 lavora a Milano presso alcuni studi di architettura italiani. I suoi ambiti di interesse principali sono l’interior e il graphic design e l’architettura. Dal 2008 svolge attività di supporto alla docenza (Proff.Andrea Branzi, Michele De Lucchi, Barabara Camocini, Alessandro Biamonti) presso la Scuola del Design del Politecnico di Milano. Nel 2008 collabora come supporto esterno alle attività del LAB.IRInt (Interiors Innovazione e laboratorio di ricerca e del Consorzio Politecnico di Milano. Nel 2011 fonda l’azienda di design Texal - design&graphic (http://www.texal.tk/) e inizia la collaborazione con la Fondazione Eni Enrico Mattei con attività di progettazione, rendering e valorizzazione dei progetti di ricerca e divulgazione scientifica nel settore del turismo in Basilicata.

Luisa Buccino si laurea in Archeologia e Storia delle Arti con specializzazione in Archeologia presso l’Università di Napoli “Federico II”. Nel 2012 inizia a collaborare con FEEM come ricercatrice per i progetti speciali per quanto riguarda l’archeologia, nel contesto del piano di sviluppo territoriale della Val d’Agri e la Basilicata. Il suo interesse per la gestione nel settore dell’impresa culturale è supportata dal corso di formazione professionale specialistica in Project Manager dei Beni Culturali frequentato in Basilicata, dove ha affinato le sue conoscenze e competenze in economia del turismo, marketing, comunicazione e progettazione europea.

Francesco Calabrese si laurea alla Scuola di Ingegneria dell’UNIBAS (Università degli Studi della Basilicata)cdl in Ingegneria Edile - Architettura. Ha collaborato con la Fondazione Eni Enrico Mattei per la realizzazione del progetto di tesi “Upgrade Energetico di Palazzo Terzella, il museo Eni a Tramutola” nell’ambito del progetto enerAGRIa. Vincitore della borsa di studio ERASMUS presso l’Universidad de Sevilla (ES) è da sempre interessato ai problemi di salvaguardia energetica e rispetto delle risorse esistenti attraverso moderne tecniche di intervento e materiali innovativi. Appassionato di fotografia, alcune sue foto sono state pubblicate su varie riviste naturalistiche.

Livio Chiarullo, laureato in Scienze Politiche presso l’Università di Bari, consegue il Dottorato di ricerca in Pianificazione e Politiche Pubbliche presso l’Università di Venezia ( IUAV) con una tesi sul turismo nelle aree protette. Perfeziona le sue competenze con un Master in “Eco - Management” e una Summer School su “Analisi e ricerche su turismo e sostenibilità”. Si occupa di progettazione partecipata e sviluppo locale, stakeholder engagement, pianificazione e analisi del turismo sostenibile. Attualmente coordina il gruppo di ricerca su “Turismo sostenibile in Basilicata” della sede FEEM di Viggiano ed è responsabile dell’Osservatorio Turistico dell’Agenzia Regionale del Turismo Pugliapromozione. Ha pubblicato diversi saggi e articoli tra cui: M.Cassinelli e L.Chiarullo (a cura di) “Il turismo come risorsa. Le nuove frontiere nello scenario di sviluppo della Basilicata” ed. Il Mulino; L.Chiarullo e F.Galizia “Lo sviluppo del turismo in Puglia: nuove e tradizionali aree di attrattività” in Rivista Italiana di Economia, Demografia e Statistica; L.Chiarullo et alt. “The Possibilities for the Development of Tourism in the Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese National Park: A Participative Qualitative - Quantitative Approach” in FEEM WP.

Delio Colangelo si laurea in Filosofia all’Università La Sapienza di Roma. Si occupa di critica cinematografica e consegue il “Master in critica cinematografica e web editing” all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’amico” di Roma. Svolge un tirocinio formativo presso l’Istituto Italiano di Cultura a San Francisco, organizzato dalla Fondazione Crui in collaborazione con il Ministero Affari Esteri, dove collabora all’organizzazione di eventi culturali e alle attività dell’ufficio stampa. In FEEM lavora principalmente ai progetti di ricerca sui temi del cineturismo e della destination image.

V. Dario Colucci si laurea nel 2008 in Ingegneria per l’ambiente e il territorio presso l’Università della Basilicata, svolgendo un lavoro di tesi sugli aspetti tecnici ed economici della fase di disinfezione delle acque reflue. Nel 2012 ha conseguito il Dottorato di ricerca in Metodi e Tecnologie per il Monitoraggio Ambientale presso l’Università della Basilicata (in consorzio con l’Università di Firenze, Genova e Roma “La

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Sapienza”). L’attività di ricerca svolta ha riguardato il monitoraggio e la valutazione dell’impatto ambientale, attraverso l’esecuzione di bilanci della CO2, di trattamenti innovativi per il trattamento e il riutilizzo di acque reflue urbane, per l’irrigazione di colture energetiche. Dal 2006 collabora nei Programmi Operativi Regionali della Regione Puglia come docente esperto esterno in Istituti Professionali, tenendo corsi professionalizzanti su monitoraggio ambientale, energie rinnovabili e progettazione di impianti fotovoltaici. Dal 2009 è iscritto all’Ordine degli ingegneri della provincia di Bari. Nel 2012 ha partecipato ad un Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale presso l’Università della Basilicata. L’attività di ricerca riguardava l’esecuzione di bilanci delle emissioni di gas serra, applicati a schemi di trattamento a rimozione controllata, per il riutilizzo delle acque reflue urbane per l’irrigazione di olive presso l’impianto sperimentale di Ferrandina (MT). Contestualmente ha partecipato a un progetto della FAO per il ripristino delle aree verdi nel nord Africa mediante il riutilizzo di acque reflue urbane. Dal 2011 è collaboratore della Fondazione Eni Enrico Mattei e si occupa, principalmente, di monitoraggio ambientale nelle aree di estrazione del petrolio in Val d’Agri (Basilicata) e del monitoraggio dello stato ecologico e delle sostanze inquinanti nel lago del Pertusillo (Val d’Agri).

Paloma D’Alterio Vollaro consegue la laurea col massimo dei voti in Lettere e Filosofia, indirizzo Classico, presso l' Università degli Studi di Salerno, con tesi concernente gli aspetti storici ed epigrafici della “Grumentum Romana”. Frequenta le scuole di formazione dell' Università degli Studi IUAV di Venezia in “Tecniche di rilievo e documentazione in archeologia e architettura” e in “Immagini digitali: acquisizione ed elaborazione”. Partecipa, inoltre, a numerosi corsi e seminari che propongano nuovi criteri di valorizzazione della Basilicata, tra cui il corso di Alta Specializzazione in “Esperto nelle nuove modalità di messa in valore, fruizione e gestione del patrimonio culturale locale”. Dal 2008 è parte del gruppo di ricerca sul Turismo Sostenibile della FEEM, occupandosi di turismo culturale ed in particolare dell'analisi delle caratteristiche del prodotto turistico archeologico della Basilicata (Archeological Product Management).

Marcella De Filippo si laurea in Storia dell’Arte presso l’Università di Firenze con la votazione di 110/110, equivalente al First Class Honour a livello di master. Dopo alcuni corsi di formazione professionale, inizia a lavorare in FEEM come ricercatrice nell’ambito del progetto di ricerca sul turismo sostenibile in Basilicata. Attualmente Marcella si occupa dell’analisi e della raccolta di dati il cui fine è monitorare il sistema dell’offerta turistica e le facilities relative al Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese e nella pianificazione di progetti integrati per l’area. È inoltre la responsabile di progetto e dei contenuti del portale web valdagriturismo.it.

Ernesto Ferrara si laurea, presso la Facoltà di Architettura - Università di Roma Sapienza, in Architettura - Restauro dell’architettura. Sviluppa una tesi di Laurea sulla realizzazione di un percorso turistico in Val d’Agri dal titolo “Val d’Agri un viaggio tra cultura, architettura ed energia”. I suoi interessi principali sono l’architettura, il restauro architettonico e la progettazione ecosostenibile. Sta lavorando presso la Fondazione Eni Enrico Mattei all’interno dell’area forme innovative di proposte di turismo e progettazione. Partecipa all’organizzazione di manifestazioni atte alla promozione del territorio.

Elisabetta Fortunato ha conseguito una laurea in Scienze Geologiche all’Università “La Sapienza” di Roma. In seguito ottiene una qualifica professionale per l’insegnamento delle scienze naturali, della chimica, della geografia e della microbiologia nelle scuole secondarie, oltre a frequentare i corsi supplementari per l’insegnamento della matematica. Elisabetta contribuisce alle attività di formazione scientifica e divulgazione per i progetti speciali di FEEM in Basilicata. Attualmente è coinvolta nella ricerca per il monitoraggio ambientale degli impatti delle attività di estrazione del petrolio in Val d’Agri e sta frequentando un Dottorato di ricerca in Scienze Geologiche (XXVIII ciclo) del Dipartimento di Scienze all’Università degli Studi della Basilicata.

Alice Giorgio si laurea in Amministrazione e Direzione Aziendale presso l’Università Bocconi di Milano e in seguito consegue la laurea magistrale in Economia e Management delle Amministrazioni Pubbliche e delle Istituzioni

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Internazionali (Università Bocconi , 2012) con una tesi dal titolo “La maledizione delle risorse naturali: analisi empirica del caso Basilicata". Durante la sua formazione, ha studiato Public Management and Strategy, Analisi delle politiche di sviluppo industriale e locale, Analisi delle politiche pubbliche, Project Management e lingue straniere (inglese e spagnolo). Nel 2012 partecipa ad uno stage per il United Nations Joint Programme for Youth Employment and Migration a Tirana in Albania. Durante questa esperienza partecipa all’organizzazione di programmi di training, a supporto dei maggiori organismi albesi di gestione pubblica, per l’introduzione e le analisi dei dati nei processi delle politiche pubbliche. Nel giugno 2012 inizia la sua collaborazione in FEEM.

Angela Pepe è laureata in Scienze Politiche presso l’Università “L’Orientale “ di Napoli. In seguito frequenta un Master MID “Operators Development” presso STOA (una delle scuole di business leader a Napoli) e il corso di formazione avanzato “Pianificazione per i distretti turistici locali”. È un giornalista freelance e nel luglio 2011 si unisce a FEEM come ricercatrice coinvolta in progetti come “Turismo e sviluppo sostenibile in Basilicata “, “ Green Road Basilicata “ e “Albergo Diffuso".

Annalisa Percoco ottiene una laurea cum laude in Lettere, indirizzo Classico, presso l’Università della Basilicata, con una tesi sullo sviluppo locale e del patrimonio culturale. Nel 2008 consegue il Dottorato in Geografia Economica presso l’Università di Napoli “L’Orientale”, con una tesi sull’evoluzione urbana e territoriale di Policoro, dalla riforma agraria fino ad oggi. Nel 2006 è stata Docente di Geografia presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Basilicata. Dal 2003 è Ricercatrice universitaria presso l’Università di Basilicata. I principali temi di ricerca a cui lavora sono: il Mezzogiorno e il sottosviluppo; Sviluppo locale nel Mezzogiorno e Basilicata; Pianificazione dei Fondi Strutturali per il Mezzogiorno, il quadro urbano in Basilicata; il panorama rurale e turistico; lo sfruttamento sostenibile delle risorse culturali e naturalistiche della Basilicata. Ha partecipato a numerosi convegni in qualità di relatore. Attualmente è docente presso la sede principale di Matera dell’Università della Basilicata e ricercatrice sul Turismo Sostenibile presso la FEEM a Viggiano.

Alessia Setaro si diploma come perito agrario all’Istituto Tecnico Agrario “Rocco Scotellaro" di Marsicovetere nel 2003. Attualmente frequenta il corso di Laurea in Scienze della Comunicazione presso l’Università della Basilicata, Facoltà di Lettere e Filosofia. Dal 2008 è coinvolta nei progetti “Turismo sostenibile in Basilicata” e “Turismo integrato Val d’Agri - Val Camastra” della Fondazione di Viggiano. Nel 2013 fonda l’agenzia di comunicazione “Mira Communication” nell'incubatore d’impresa di Sviluppo Basilicata.

Caterina Verrone si laurea nel 2008 in Design degli Interni, Facoltà del Design del Politecnico di Milano con una tesi sulla rifunzionalizzazione di aree e spazi industriali per l’arte e il coworking (Proff. Andrea Branzi e Christian Galli). Nel 2007 frequenta un master itinerante in museografia, architettura e archeologia all’Accademia Adrianea presentando, nel 2008, una tesi sugli apparati museografici per le metropoli contemporanee, una proposta di allestimento per Largo di Torre Argentina a Roma (Coautore: Giacomo Miola, Relatori: Dott.ssa Marina Mattei, Prof. Pier Federico Caliari). Dal 2007 al 2010 lavora in diversi studi di Architettura a Milano. Dal 2010 collabora con la Fondazione Eni Enrico Mattei nell’ambito della progettazione di forme di turismo innovative e come supporto alla divulgazione scientifica, occupandosi della parte grafica e illustrativa delle pubblicazioni. Dal 2009 collabora col Politecnico di Milano come tutor nei corsi a cura dei Proff. Andrea Branzi, Michele De Lucchi, Barbara Camocini e Alessandro Biamonti.

Angela Voce si laurea in Sociologia presso l’Università di Roma “La Sapienza”, con una tesi in filosofia della Scienza, dal titolo “Wittgenstein e il linguaggio. Giochi linguistici”. Dal 2006 al 2008 entra in FEEM come ricercatrice nell’ambito educazione e internet, contribuendo al supporto scientifico delle attività di Eniscuola. Nel corso del 2007 collabora con HP Hewlett - Packard occupandosi dell’amministrazione e la gestione delle attività filantropiche, della redazione di testi per il sito web della cittadinanza globale di HP, nell’ambito della Corporate Social Responsibility e Corporate Philanthropy nel settore delle IT. Dal 2009 al 2011 ha lavorato come insegnante in alcune scuole elementari statali milanesi, partecipando a

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diversi progetti legati all’educazione ambientale e alla salute per i bambini in età scolare.

Nel gennaio 2012 ricomincia la sua collaborazione con FEEM, occupandosi di ricerca in ambito economico, dell’energia, dell’ambiente e della sostenibilità.