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Anno XXV (XL) - N" 10 - OTTOBRE 2007 • Via S. Lucia Filippini n° 25 • Tel. 826050 - Montefiascone (VT) - "Poste Italiane SpA - Sped. in A.P. • Art. 1 Comma 2 D.L. 353 del 24/12/2003 - DCB Centro Viterbo" «La Voce»- Mensile di Montefiascone - Direttore Agostino Ballarotto e-mail: [email protected] - Responsabile Angelo Gargiuli Direzione, redazione: 01027 Montefiascone, Via S.L. Filippini, 25 - Tel. 826050 - Autorizz. Tribunale di Viterbo n° 272 del 4-12-1982 Tipo-Lito «Silvio Pellico» di Marroni e C. s.n.c. - Via Paternocchio, 35 - Montefiascone • Tel. e Fax: 0761.826297 - e-mail: [email protected] Sine dominico non possumus! Senza il Signore e il giorno che a Lui appartiene non si realizza una vita riuscita. La domenica, nelle nostre società occidentali, si è muta- ta in un fine settimana, in tempo libero. Il tempo libero, specialmente nella fretta del mondo moderno, è una cosa bella e necessaria; ciascuno di noi lo sa. Ma se il tempo libero non ha un centro interiore, da cui proviene un orientamento per l'insieme, esso finisce per essere tempo vuoto che non ci rinforza e non ricrea. Il tempo libero necessita di un centro - l'incontro con Colui che è la nostra origine e la nostra meta. Il mio grande predecessore sulla sede vescovile di Monaco e Frisinga, il cardinale Faulhaber, lo ha espresso una volta così: "Dà all'anima la sua domenica, dà alla domenica la sua anima". Proprio perché nella domenica si tratta in profondità dell'incontro, nella Parola e nel Sacramento, con il Cristo risorto, il raggio di tale giorno abbraccia la realtà intera. I primi cristiani hanno celebrato il primo giorno della settimana come giorno del Signore, perché era il giorno della risurrezione. Ma molto presto la Chiesa ha preso coscienza anche del fatto che il primo giorno della settimana è il giorno del mattino della creazio- ne, il giorno in cui Dio disse: "Sia la luce!" (Gn 1,3). Per questo la domenica è nella Chiesa anche la festa settimanale della creazione - la festa della gratitudine e della gioia per la creazione di Dio. In un'epoca, in cui, a causa dei nostri interventi umani, la creazione sembra esposta a molteplici pericoli, dovremmo accogliere coscientemente proprio anche questa dimen- sione della domenica. Per la Chiesa primitiva, il primo giorno ha poi assimilato progressi- vamente anche l'eredità del settimo giorno, dello sabbat. Partecipiamo al riposo di Dio, un riposo che abbraccia tutti gli uomini. Così percepiamo in questo giorno qualcosa della libertà e dell'uguaglianza di tutte le creature di Dio. « T T O Il mese del Rosario I musulmani stavano per conquistare l'occi- dente. Era l'alba del 7 ottobre 1571 quando una flotta ottomana, composta di 270 galee e una quantità indescrivibile di legni minori avanzava verso il nord, con al centro la nave ammiraglia sultana - sulla quale sventolava uno stendardo verde, che recava ricamati in oro per 28.900 volte il nome di Allah. Di fronte v'era la Lega cristiana, che Pio V era riuscito a comporre: Spagna, Venezia, Stato Pontificio, Duca di Savoia, Repubblica di Genova, di Lucca, il granducato di Toscana, i duchi di Mantova, Parma, Urbino, Ferrara, l'Ordine sovrano di Malta; mancava la Francia che, in nome della real politik, patteggiava con i Turchi, soprattutto per indebolire il suo nemico: la casa imperiale d'Austria. La battaglia iniziò alle 11 del mattino e durò 5 ore. Perdite enormi da una parte e dall'altra. Quando Ali Pascià fu colpito a morte, dalla flotta cristiana si levò il grido della vittoria, nella nave Sultana si ammainò la mezzaluna e fu issato il vessillo cristiano. II papa Pio V nel pomeriggio del 7 ottobre dopo aver invitato tutti alla preghiera del Rosario, a fare processioni pubbliche e penitenze, prima ancora di conoscere il risultato dello scontro, diede l'an- nuncio della vittoria, fece suonare tutte le campa- ne di Roma e decretò che la flotta cristiana aveva vinto grazie all'intercessione della Madonna del Rosario. Fece inserire nelle Litanie Lauretane l'invoca- zione "Auxilium cristianorum", aiuto dei cristiani e con la bolla "Salvatoris Domini" decretò che ogni anno il 7 ottobre fosse dedicato a "Santa Maria della Vittoria". Gregorio XIII con la bolla "Manet Apostolus" trasformò questo anniversario nella festa solenne del Rosario. Per questo l'ottobre d'ogni anno è dedicato dal mondo cristiano alla recita del Rosario. Non c'è più il pericolo della conquista del mondo occidentale cristiano da parte del mondo musulmano?! Il Senato Veneziano, nella sala delle adunanze, fece scrivere queste parole: "Non virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosarii victores nos fecit", "Non il valore, non le armi, non i condottie- ri, ma Maria del Rosario ci ha fatto vincitori". La storia si ripete... ma anche la protezione

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Anno XXV (XL) - N " 10 - OTTOBRE 2 0 0 7 • V ia S. Lucia Fil ippini n° 2 5 • Tel. 8 2 6 0 5 0 - Montef iascone (VT) - "Poste Italiane SpA - Sped. in A.P. • Art. 1 Comma 2 D.L. 3 5 3 del 2 4 / 1 2 / 2 0 0 3 - DCB Centro Vi terbo"

«La Voce»- Mensile di Montefiascone - Direttore Agostino Ballarotto e-mail: [email protected] - Responsabile Angelo Gargiuli Direzione, redazione: 0 1 0 2 7 Montefiascone, Via S.L. Filippini, 25 - Tel. 8 2 6 0 5 0 - Autorizz. Tribunale di Viterbo n° 2 7 2 del 4 -12-1982

Tipo-Lito «Silvio Pellico» di Marroni e C. s.n.c. - Via Paternocchio, 35 - Montefiascone • Tel. e Fax: 0761.826297 - e-mail: [email protected]

Sine dominico non possumus! Senza il Signore e il giorno che a Lui appartiene non si realizza una vita riuscita. La domenica, nelle nostre società occidentali, si è muta-ta in un fine settimana, in tempo libero. Il tempo libero, specialmente nella fretta del mondo moderno, è una cosa bella e necessaria; ciascuno di noi lo sa. Ma se il tempo libero non ha un centro interiore, da cui proviene un orientamento per l'insieme, esso finisce per essere tempo vuoto che non ci rinforza e non ricrea.

Il tempo libero necessita di un centro - l'incontro con Colui che è la nostra origine e la nostra meta. Il mio grande predecessore sulla sede vescovile di Monaco e Frisinga, il cardinale Faulhaber, lo ha espresso una volta così: "Dà all'anima la sua domenica, dà alla domenica la sua anima".

Proprio perché nella domenica si tratta in profondità dell'incontro, nella Parola e nel Sacramento, con il Cristo risorto, il raggio di tale giorno abbraccia la realtà intera. I primi cristiani hanno celebrato il primo giorno della settimana come giorno del Signore, perché era il giorno della risurrezione. Ma molto presto la Chiesa ha preso coscienza anche del fatto che il primo giorno della settimana è il giorno del mattino della creazio-ne, il giorno in cui Dio disse: "Sia la luce!" (Gn 1,3). Per questo la domenica è nella Chiesa anche la festa settimanale della creazione - la festa della gratitudine e della gioia per la creazione di Dio.

In un'epoca, in cui, a causa dei nostri interventi umani, la creazione sembra esposta a molteplici pericoli, dovremmo accogliere coscientemente proprio anche questa dimen-sione della domenica. Per la Chiesa primitiva, il primo giorno ha poi assimilato progressi-vamente anche l'eredità del settimo giorno, dello sabbat. Partecipiamo al riposo di Dio, un riposo che abbraccia tutti gli uomini. Così percepiamo in questo giorno qualcosa della libertà e dell'uguaglianza di tutte le creature di Dio.

« T T O Il mese del Rosario

I musulmani stavano per conquistare l'occi-dente.

Era l'alba del 7 ottobre 1571 quando una flotta ottomana, composta di 270 galee e una quantità indescrivibile di legni minori avanzava verso il nord, con al centro la nave ammiraglia sultana -sulla quale sventolava uno stendardo verde, che recava ricamati in oro per 28.900 volte il nome di Allah.

Di fronte v'era la Lega cristiana, che Pio V era riuscito a comporre: Spagna, Venezia, Stato Pontificio, Duca di Savoia, Repubblica di Genova, di Lucca, il granducato di Toscana, i duchi di Mantova, Parma, Urbino, Ferrara, l'Ordine sovrano di Malta; mancava la Francia che, in nome della real politik, patteggiava con i Turchi, soprattutto per indebolire il suo nemico: la casa imperiale d'Austria.

La battaglia iniziò alle 11 del mattino e durò 5 ore. Perdite enormi da una parte e dall 'altra. Quando Ali Pascià fu colpito a morte, dalla flotta cristiana si levò il grido della vittoria, nella nave Sultana si ammainò la mezzaluna e fu issato il vessillo cristiano.

II papa Pio V nel pomeriggio del 7 ottobre dopo aver invitato tutti alla preghiera del Rosario, a fare processioni pubbliche e penitenze, prima ancora di conoscere il risultato dello scontro, diede l'an-nuncio della vittoria, fece suonare tutte le campa-ne di Roma e decretò che la flotta cristiana aveva vinto grazie all'intercessione della Madonna del Rosario.

Fece inserire nelle Litanie Lauretane l'invoca-zione "Auxilium cristianorum", aiuto dei cristiani e con la bolla "Salvatoris Domini" decretò che ogni anno il 7 ottobre fosse dedicato a "Santa Maria della Vittoria". Gregorio XIII con la bolla "Manet Apostolus" trasformò questo anniversario nella festa solenne del Rosario.

Per questo l'ottobre d'ogni anno è dedicato dal mondo cristiano alla recita del Rosario.

Non c'è più il pericolo della conquista del mondo occidentale cristiano da parte del mondo musulmano?!

Il Senato Veneziano, nella sala delle adunanze, fece scrivere queste parole: "Non virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosarii victores nos fecit", "Non il valore, non le armi, non i condottie-ri, ma Maria del Rosario ci ha fatto vincitori".

La storia si ripete... ma anche la protezione

LA VOCE - n° 10 - Ottobre 2007

UNA CANZONE D'AMORE

«La notte e il silenzio

di Dio»

et

"Ti ho chiamato per nome; hai trovato grazia ai miei occhi; parlo con te come un amico all'amico". Così gli aveva detto il Signore. E Mosè, con il bisogno della comunione nel cuore, aveva esclamato: "Fammi vedere la tua Gloria". Dio, allora, lo condusse in alto sopra la rupe: 'Ti porrò nella cavità della roccia e ti coprirò con la mano finché sarò passato: il mio volto, però, non lo si può vedere".

È stato e sarà sempre così. La mano di Dio è su colui che lo ama: 10 custodisce, lo riscalda, lo copre. Ma nella cavità della roccia tutto è solitudine, oscurità, silenzio.

Egli è vicino e lontano; è presente e assente. Ti sommerge di grazia e tu bruci nell'aridità. È dentro di te, ma ti svuota. Anche il Figlio, quando si fece buio sul colle, gridò: "Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Chi è, dunque, questo Dio? "Dio è tenebra luminosissima nel silenzio che arcanamente parla", ha scritto il mistico Dionigi. La sua luce è notte. 11 suo silenzio è parola per te. Attendi. Resisti. Prega. "Dammi occhi per vederti nel buio, dammi orecchi per ascoltare il silenzio. Padre, sono sempre nella tua mano. E questo mi basta".

5 settembre 2007-09-26 Memoria della beata Teresa di Calcutta

Lorenzo Chiarinelli Vescovo

Olio di Giuseppe Copponi

L'oscurità" in un cammino di fede A 10 anni dalla morte di Madre Teresa incontro con il postulatore Padre Brian Kolodiejchuk

Grande festa quest'anno che ricorre il decimo anniversario della morte di Madre Teresa. Una settimana intensa di manifestazioni in suo onore; mostre, conferenze, testimonianze, video della Beata, concerti. Il 5 settembre, giorno della sua morte, c'è stata una Messa solenne nella Basilica di S. Giovanni in Laterano presieduta da S. E. Mons. Angelo Comastri e Coro di Mons. Marco Frisina, ma soprattutto tanta Adorazione Eucaristica con riflessioni di Madre Teresa.

Come ogni anno, ormai per me è come un pellegrinaggio, salgo il colle di S. Gregorio al Celio per far visita alla Casa dove ho incontrato Madre Teresa. Lì, nella sua stanzetta, nelle cose povere e essenziali che l'adornano, sento la sua presenza; l'emozione che mi assale e il flusso di pianto irrefrenabile è liberato-rio e di adesione a quell'amore che Lei ha saputo infondere a chiunque l'abbia avvicinata. Trovo ad attendermi Padre Brian Kolodiejchuk postulatore di Madre Teresa e autore del libro dal titolo "VIENI, SII LA MIA LUCE" dove sono rac-colte le lettere della Madre che esprimono tutta la sua sofferenza per la "notte dello spirito"che ha attraversato nel corso della sua vita terrena.

Il libro in lingua inglese e tedesca è già uscito in America e il 5 settembre Padre Brian l'ha consegnato a Benedetto XVI. La distribuzione in Italia avverrà gli ultimi di settembre. La stampa e la tivù ne hanno dato l'an-nuncio come fosse qualcosa di unico e eccezionale. Ne parlo con Padre Brian che, in un italiano misto a inglese e spagnolo cerca di rispondere ad alcune domande. Le chiedo: Tutti i mistici e i santi hanno attraver-sato "la notte dello spirito".

Perché tanta sorpresa per Madre Teresa? "Si esagera come sempre - risponde Padre Brian - ma nella visione comune e anche per noi missionari della carità, pensiamo che per fare tutto quello che ha fatto la Madre doveva fare questa grande esperienza di unione completa con Cristo. E adesso vediamo che come gli altri santi anche lei ha avuto questa "notte buia" ma solo per vivere più profondamente questa unione con Gesù nella grande sofferenza della Croce e nella totale adesione al disegno divino. Tutto questo per tanti anni; ma la Madre aveva tanta fede e tanto amore e anche il non sentire la presenza di Cristo, Ella sapeva rispondere alla Sua sete di anime. Se Madre Teresa non avesse sperimentato "la notte" non avrebbe messo a dura prova la sua fede e il grande amore per Gesù, durato per tutta la sua vita fino alla morte".

Ha spiegato nel suo libro il significato profondo di questa "oscurità" ai lettori? "Credo di aver messo nel testo tutta l'esperienza terrena della Madre, con commenti e chiarimenti da parte mia. lo mi augu-ro, che i lettori capiranno lo straordinario e emozionante cammino terreno di Madre Teresa e nello stesso tempo avranno modo di sperimentare la sua grande fede e il suo infinito amore per Gesù".

Dunque non ci sono "scandali" né scandalizzati; mi è sembrato un termine improprio per annunciare quel-la "oscurità" che tutte le grandi anime hanno vissuto e attraversato nella loro esistenza. Chi conosce la vita di Madre Teresa, chi l'ha rincorsa lungo il cammino su questa terra, non si meraviglia. Nelle innumerevoli biogra-fie (oltre 75 libri sono stati scritti su la Madre) dove spiccano scrittori e giornalisti come Cathryh Spink, Lush Giergji, Dominique Lapierre, Saverio Gaeta, danno largo spazio al periodo di "oscurità" di Madre Teresa.

La Spink scrive: "L'oscura notte dell'anima era in fondo una tappa ineluttabile del suo percorso spirituale; la sofferenza cui si riferiva sempre con quel tipo di introspezione che poteva derivare solo dall'esperienza, era parte integrante del suo cammino verso la santità". "S. Giovanni della Croce - scrive Saverio Gaeta - precisa i quattro aspetti che contraddistinguono la "notte dello spirito": innanzitutto la persona non si tira indietro a riguardo della propria missione anche se incontra dure prove e momenti di fallimento; sebbene sperimenti la preghiera priva di frutti, ma se ne sente comunque attirata; gradualmente al di là dell'oscurità che pesa su di lei, scopre il rifiorire della quiete e della pace; infine quando riesce a risollevarsi, guardando indietro si accor-ge che è stato un tempo benedetto e vitale". E, infatti, come pensare a una "notte" così fonda che non possa generare una scintilla divina?

Quello che sconvolge in Madre Teresa è la forza granitica di correre le strade del mondo comunque e ad ogni costo, che ne hanno fatto una delle più grandi missionarie del XX secolo. "Ma io so - ci ricorda la Madre - che oscurità, difficoltà, sofferenza, sono il test più sicuro della mia totale resa a Cristo".

CALENDARIO PARROCCHIALE 7 ottobre - domenica: XXVII del tempo ordinario.

B. Vergine Maria del Rosario. Inizio dell'anno catechistico.

21 ottobre - domenica: XXIX del tempo ordinario. Giornata Missionaria Mondiale.

25 ottobre - giovedì: 2° anniversario della salita al cielo di D. Domenico Stefanoni.

1° novembre - giovedì: Tutti i Santi. Dal mezzogiorno di oggi a tutta la giornata di domani si può acquistare l'indulgenza plenaria per i defunti.

2 novembre - venerdì: ore 9 in S. Margherita S. Messa prò: - Vescovi, canonici, sacerdoti che hanno operato

nella nostra città - Religiose: Maestre Pie, Divino Amore, Benedettine -Tutti i nostri defunti.

O R A R I O F E S T I V O Q K R P B R N l A l L t

7,30

8

Divino Amore MONTEFIASCONE S. Maria delle Grazie (S. Flaviano) Corpus Domini - Le Coste S. Pietro - Benedettine Villa S. Margherita

8 , 1 5 S. Maria del Riposo (Fiordini)

S. Andrea (presto a S. Francesco) 9 Chiesa Poggeri (1a e 3S domenica del mese)

Corpus Domini - Le Coste 9 , 3 0 s - Maria del Giglio - Zepponami

10 S. Flaviano S. Giuseppe - Le Mosse S. Maria della Vittoria (P. Cappuccini) Villa S. Margherita

\ S A N T E M E S S E

10,30 S. Margher i ta S. Flaviano

1 1 3 0 Corpus Domini - Le Coste S. Giuseppe - Le Mosse S. Maria del Giglio - Zepponami Cripta di S. Lucia Filippini

S. Flaviano

S. Andrea (presto a S. Francesco)

MESSA VESPERTINA FESTIVA - S A B A T O -

1 6 , 3 0 S. Maria del Giglio 1 7 , 0 0 S. Margherita

- DOMENICA -1 7 , 0 0 S. Flaviano 1 8 , 0 0 S. Francesco

NOVENA DELL'IMMACOLATA

29 novembre - 8 dicembre S a r à : P. G i u s t i n o F a m e d i abate del l 'Abbazia di S. Pietro in Perugia il prossimo predicato-re della Novena dell 'Immacolata che si terrà nella nostra catte-d ra le dal 29 n o v e m b r e a l l '8 dicembre prossimi. Il rel igioso ci è stato suggeri to d a l l e M a d r i B e n e d e t t i n e de l Monastero di S. Pietro; è infatti un benedettino con una grande e s p e r i e n z a di t e m i m a r i a n i . Come ogni anno la Novena oltre a significare la devozione per la Madonna, rappresenta per noi credenti anche un corso di eser-c iz i sp i r i t ua l i ut i l i a l la nos t ra anima. Prepariamoci fin da ora, organizzandoci per essere pre-senti ogni sera all 'ascolto della Parola di Dio e pregare così la nost ra M a m m a celeste: Mar ia SS.ma. Gli argoment i che ver-ranno trattati ce li preannuncia con una lettera padre Famedi : "... La predicazione si intona col tema di Verona, sulla speranza cristiana e sull'impegno di molti pastori a suscitare interesse per la vita di comunità..."

LA VOCE - n° 10 - Ottobre 2007 pag. 3

Il "Mons Pietatis" di Montefìascone di Giancar lo Brecco ia g iancar fo@breccola . i t

FOTO... MODERNE! A n n o s c o l a s t i c o 2 0 0 5

Sono gli alunni di 5a e A- presso la scuola elementare "Golfarelli" di Montefiascone. Ora s o n o tu t t i i sc r i t t i ne l la " M e d i a A. Manzoni" o "S. Lucia Filippini". F A T E V I O N O R E ! ! s ia c o m e s tuden t i c h e c o m e u o m i n i e d o n n e , sul p iano c iv i le e c r is t iano!

Viviamo ed operiamo per servire, questo è il motto al quale spiritualmente sono lega-to. Pertanto, nel ricordare a tutti gli studenti - uomini e donne - che il futuro è special-mente tutto loro, formulo i migliori auguri dicendo "largo ai giovani!".

G. Pollini

competente, che dovrà essere conservato in un filo particolare e la soluzione venga effettuata su rogito del pubblico notaro.

• Furono comminate pene di scomunica riservate al pontefice ed altre inflitte dalla bolla di Paolo V contro gli ufficiali che convertissero i soldi del monte o dei depositi in proprio vantaggio.

4. IL MONTE NEL 700 L'applicazione degli interessi sui prestiti e la percentuale applicata, in ogni caso non superiore al 2,5%, era facoltativa. Nel 1704, l'abate Luca Corneli, amministratore del Monte e decano della Cattedrale, oltre ad operare con grande competenza e precisione, rinunciava allo stipendio previsto di dodici scudi l'anno non esigendo niente né per i pegni né per i depositi.2

• Che rispetto al Monte non si faccia mutuo di denari oltre cinque scudi a qualunque persona e venti scudi per l'intera famiglia, oltre questa somma si richieda la licenza dell'ordinario.

• Né si faccia, se non con offerta di pegno, che sia di valore oltre la metà della somma mutuata.

• Non vengano accolti i pegni che siano di lana o di pelle o di simili spe-cie soggetti al pericolo di corrosione o di logoramento: come pure le cose sacre, le armi, le cose di minori di quindici anni o di figli di fami-glia, sotto pene ad arbitrio dell'ordinario.

• Per la manutenzione dei muri e per supplire le altre spese necessarie si trova un disposto che non si possano esigere dai mutuati usure che tuttavia non superino a ragione di due scudi e mezzo per cento all'an-no: che ai mutuati però, venga protratto il tempo fino a dieci ed otto mesi dentro il quale se i mutuati non hanno riscattato i pegni, facendo precedere una sola intimazione sotto asta e a suon di tromba, venga-no pubblicamente venduti e dal ricavato risarcito il monte della sorte e degli interessi, il resto venga restituito ai mutuatari o ai loro eredi.

• I pegni debbano essere immuni da qualunque ipoteca e da sequestri conservativi e da tutte le altre cose simili.

• Che se si desse il caso di qualche offerta di pegno rubato si proceda allora con i rimedi del diritto.

• Sui depositi viene sancito che se i soldi furono depositati per autorità del giudice, non vengano restituiti se non per mandato del giudice

La prima sede del Monte all'inizio dell'attuale via di S. Lucia Filippini

Nello stesso anno il vescovo di Montefiascone, cardinale Marco Antonio Barbarigo, ordinò che le rendite del lascito Perla, destinate alla formazio-ne di sussidi dotali per le ragazze più indigenti, venissero depositate al sicuro nelle casse del Monte di Pietà. La decisione era stata presa a causa della cattiva gestione di Giuseppe Ciucci, depositario e ammini-stratore dei beni di quel lascito, scoperto debitore di 88 scudi e 80 paoli nei confronti dell'opera pia.3

In quel periodo il Monte - che custodiva un capitale di 262,96 scudi, di cui 239,15 in pegni e il resto in contanti, mentre i depositi liberi e giudi-ziali ammontavano a 689,84 scudi - era ubicato in un ambiente basso nella piazza della cattedrale davanti all 'ospizio dei pellegrini, sotto la casa del medesimo ospizio dove si trovano le scuole delle donne [...] sopra la porta si trova l'iscrizione che dice che ivi si trova il monte di pietà con lettere scolpite su pietra e dorate [...] Ivi si conservano bene in ordine i pegni di diversi generi, d'oro, d'argento, di gemme, di lino, di ferro e simili che contengono i nomi dei mutuatari e le partite dei mutui si leggono registrate in un libro distinto e ben compatto. Così anche dei depositi di denaro con le loro annotazioni in un libro distinto e con altre cose per il loro più facile ritrovamento.'

(segue - 4)

1. ACVM, Monte di Pietà, cartella 41, b. 1. 2. ACVM, Visita pastorale del 1703-4, voi. XVII - Visita del sacro Monte di Pietà. 3. Ibidem. 4. Ibidem.

3. LE ORIGINI Il Monte di Pietà di Montefiascone fu fondato, l'8 settembre 1647, dal vescovo Gaspare Cecchinel l i con l'iscopo di soccorrere i poveri ed i bisognosi, mediante prestiti a interesse contro pegno. Il f inanziamento iniziale, di 119 scudi e 50 baiocchi, proveniva da una parte dell'eredità di Dionisio Guerra, contadino e colono della mensa episcopale, come da testamento del 7 agosto 1646 a rogito del notaio e cancelliere episcopa-le Girolamo Pieri.'

Il Gue r ra a v e v a n o m i n a t o la moglie Camilla sua erede usu-fruttuaria e aveva lasciato alcu-ni legati specificando come, alla morte della consorte o a un suo even tua le nuovo mat r imon io , tutta la proprietà dovesse esse-re d is t r ibu i ta al le ch iese e ai l u o g h i p i i a d i s c r e z i o n e de l vescovo di Montefiascone. Con la morte di Dionisio Guerra iniziò una transazione tra il pro-cu ra to re f i sca le e la v e d o v a Camilla che si accordarono sta-bi lendo lo stato del l 'eredi tà in 46 rubbi di frumento e in 69,50 scudi in denaro. Con i rimanenti 50 scud i fu eret to un dup l ice Monte, uno per il grano e l'altro per i pegni e i depositi, e furono nominat i due ministr i montist i , uno per l 'ammin is t raz ione del

denaro con l 'assegnazione di sei scudi l'anno, l'altro per il frumento con l 'assegnazione di diciotto scudi. Tra i diversi capitoli redatti dallo stesso Cecchinelli troviamo specificato che la giurisdizione del Monte e la nomi-na dei montisti era di competenza vescovile, e che era prevista l'esazio-ne di un minimo interesse sul prestito per le spese di gestione e manu-tenzione.

vescovo Gaspare Cecchinelli (1630-1666) fondatore del Monte di Pietà di Montefiascone

pag. 4 LA VOCE - n° 10 - Ottobre 2007

Attualità Cacate ^u&Uca a cecia di 74*n6ento< TRtccc

LA FURIA DELLA TROMBA D'ARIA Sconforto e desolazione sul l i torale del lago di

Bolsena, nel territorio di Montefiascone, una delle zone maggiormente colpi te dalla furia devastatrice della tromba d'aria del 23 agosto scorso. Nelle giornate suc-cessive all'uragano in molti si sono recati, come in un mesto pellegrinaggio, sulle rive del lago per constatare i danni provocati in quei dieci minuti di violenza atmosfe-rica.

Gli imponenti pioppi in località Porto, dove erano installati i giochi per i bambini, sono stati divelti e atter-rati ma tutto il lungolago si presentava come uno scena-rio surreale di distruzione e rovina. Ci vorranno anni prima che quell'ambiente naturale possa ritornare prati-cabile e accogliente, specie per le famiglie, che da sem-pre utilizzavano la "Pioppeta" per far giocare i bambini e godere dell'ombra dei maestosi pioppi che lambivano il bagnasciuga.

Tutta la valle del lago, con i suoi vigneti e oliveti, ha subito ingenti danni, così come il resto della campagna intorno a Montefiascone. Danni che il sindaco Fernando Fumagalli ha illustrato nella riunione in Provincia e per i quali e richiesto lo stato di calamità naturale. Intanto si

conoscono singoli episodi di chi si è trovato al centro della tromba d'aria. Come l'agricoltore che si è visto roteare sulla testa una grossa porta in ferro dei suo capannone e se l'è vista davvero brutta o l'allevatore che era andato a chiudere la stalla delle sue vacche e ha rischiato di essere travolto dalle pesanti lastre di eternit. Solo per fortuna, in questa specie di apocalisse non ci sono state vittime o feriti. Adesso, passata la paura, è il tempo della ricostruzione e tutto questo ultimo week end di agosto è stato dedicato, da parte dei tecnici comunali, alla ricognizione dei danni e alla valutazione degli interventi che ci si augura siano tempestivi.

Oltre alle colture, sono diverse ie abitazioni danneg-giate con tetti scoperchiati, infissi e grondaie divelti, così come i capannoni delle zone artigianali di Pian di Monetto e Le Guardie. Danni anche alla Rocca dei Papi, al tetto e al giardino. Divelti molti pini secolari del parco di Villa Salotti.

Ma l'elenco sarebbe troppo lungo. Basti dire che non c'è angolo di Montefiascone e dei suoi dintorni che non abbia subito le pesanti conseguenze di quella furia devastatrice.

VENDEMMIA ECCELLENTE Prosegue a ritmo serrato la vendemmia che è cominciata sotto i migliori auspici nella

terra dell'Est! Est!! Est!!! il famoso vino di Montefiascone. Il clima si è mantenuto per tanti giorni con cielo sereno e temperatura mite. Ma i viticoltori, dopo la paura per la tromba d'a-ria del 23 agosto scorso, che pur tuttavia non ha provocato grossi danni ai vigneti, (ad eccezione di qualche filare di viti abbattuto a terra per i quali è stato urgente raccogliere i grappoli prima che marcissero a contatto con il terreno), ora temono, per dirla in termini cal-cistici, una sorta di calcio di rigore, in zona Cesarini, da parte della situazione metereologi-ca che, dopo una lunga stagione assolata, può mutare portando pioggia e temporali, stante anche le avvisaglie di questi ultimi giorni.

Bisogna fare in fretta per non vanificare una raccolta dell'uva che si prefigura come una delle più eccellenti degli ultimi anni. Per questo la Cantina Sociale e gli altri stabilimenti vini-coli locali resteranno aperti anche di domenica per permettere il conferimento delle uve senza interruzioni. Anche i turni di lavoro degli addetti alla vendemmia e all'interno delle cantine, proseguono a ritmo incessante per vincere questa corsa contro il tempo. Per quan-to attiene i soci della Cantina cooperativa di Montefiascone, meglio conosciuta come Cantina Sociale, la vendemmia è cominciata con il conferimento delle uve nere coltivate nelle zone delia Maremma, che comprendono i vigneti nei territori comunali di Canino, Marta e Capodimonte, dove il prodotto matura con un certo anticipo rispetto alle campagne dell'entroterra. Ma ormai tutte le strade dell'Alto Viterbese, dalle provinciali Martana, Verentana, Tuscanese, Teverina, alle statali Cassia e Umbro Casentinese, sono invase, giornalmente, dall'alba al tramonto, da numerosi mezzi agricoli che trasportano l'uva nei punti di raccolta.

Per la Cantina Sociale di Montefiascone, che è il più grande stabilimento vinicolo dell'in-tera provincia di Viterbo, i centri di raccolta sono due: uno a Musignano nei pressi di Canino e l'altro a Montefiascone presso la sede madre della cantina stessa che si trova sulla statale Cassia in località Grilli.

Le uve devono essere selezionate all'origine nel senso della netta divisione tra le nere e le bianche. Ma i coltivatori conoscono bene i regolamenti di conferimento. Per quanto riguarda proprio la Cantina Sociale, il suo direttore Mario Trapè che è anche assessore provinciale all'Agricoltura, sottolinea ancora una volta l'importanza di questa istituzione cooperativa, fondata nel 1956, che si fa carico di ricevere qualsiasi qualità di uva. "Di fronte a vendemmie normali i viticoltori non hanno problemi - dice Trapè - nel senso che riescono a piazzare il prodotto in qualsiasi cantina. Ma poniamo l'ipotesi di una stagione negativa con uve da scartare. Ebbene la Cantina Sociale le accoglie lo stesso ed il produttore non subisce alcun danno economico. Cosa che, di norma, non fanno le strutture private".

Comunque per la vendemmia in corso il problema non si pone perché il prodotto è eccellente, così come sarà il vino che ne deriverà.

LAVORI A S. MARGHERITA La basi l ica di Santa Margher i ta, cat tedrale di

Montefiascone, sta per essere sottoposta ad ulteriori ed urgenti lavori di restauro e consolidamento dopo i recenti interventi che hanno riguardato il suo interno e uno dei due campanili laterali. In questi giorni di fine agosto un imponente ponteggio di tubi "Innocenti" ha avvolto la base della grande cupola per permettere la sistemazione e messa in sicurezza dei cornicioni e per fissare alcune lastre di piombo della cupola. Si tratta di un'operazione molto costosa ma indifferibile.

"La nostra cupola - dice il parroco don Agostino Ba l la rono - vanto e reclame della città di Montefiascone, avrebbe bisogno di continui interventi... ma dove reperire i fondi?". Il parroco non nasconde le gravi difficoltà finanziarie legate a questi nuovi lavori di restauro e consolidamento della basilica. "Lo Stato ci aiuta - dice don Agostino - ma per un terzo della spesa e si tratta di centinaia di migliaia di euro, dobbiamo intervenire noi e dove... dove trovare i fondi? Non ci sono risorse facenti capo alla nostra bella, stupenda chiesa - e conc lude - speriamo nell'aiuto della Provvidenza".

L'inizio della costruzione della basilica di Santa Margherita, gioiello dell 'architettura rinascimentale, risale al 1483 per volere dell'adora vescovo, il cardinale Domenico Della Rovere. L'architetto incaricato del pro-getto e della direzione dei lavori fu il celebre Donato Bramante, la cui arte appare evidente nello stile seve-ro, nelle linee purissime, nei suggestivi effetti di pro-spettiva e di luce. Tale costruzione, di forma ottagonale e a pianta centrale, si interruppe nel 1498. A continua-re la costruzione della chiesa fu chiamato dal vescovo card. Alessandro Farnese (il futuro Paolo III) l'architetto Michele Sanmicheli che nel 1599 cominciò ad elevare una maestosa mole ottagonale su cui doveva poggiare una superba cupola emisferica che fu, poi, costruita nel 1674, dall'architetto Carlo Fontana.

SCUOLE PUBBLICHE E PRIVATE IN PRIMA LINEA Una schiera di circa 3000 persone fra scolari, studenti, insegnanti, diri-

genti amministrativi e ausiliari lo scorso mese di settembre, con l'inizio del nuovo anno scolastico 2007/2008, ha varcato i portoni delle varie scuole di ogni ordine e grado presenti nel territorio comunale di Montefiascone. Prima nota di rilievo l'aumento degli alunni stranieri, sia extracomunitari, in preva-lenza albanesi e russi, che appartenenti a famiglie che provengono dai paesi comunitari come Romania e Polonia.

Si tratta di nuclei familiari già da tempo stabilitisi a Montefiascone, che di nuova emigrazione. Per tutti è assicurato un positivo inserimento nelle varie classi, grazie alla disponibilità, già collaudata, degli insegnanti e di tutto il personale scolastico. Ma facciamo una veloce panoramica sulle istituzioni scolastiche ben consolidate nel centro cittadino e nelle frazioni del nostro comune. Da rilevare subito che a Montefiascone, insieme alle scuole statali, sono presenti strutture scolastiche private parificate, gestite dalle Maestre Pie Filippini e dal Seminario "Marco Antonio Barbarigo" che svolgono, ormai da anni, un ruolo di grande rilievo nel campo scolastico sia a livello di scuola primaria (materna, elementare e media) che secondaria (Liceo).

Nel primo livello molto apprezzate dalle famiglie sono le materne, le ele-mentari e le medie gestite dall'Istituto diocesano "Santa Lucia Filippini" nel moderno edificio di via Ruben Rubbi mentre il "Barbarigo" gestisce, da qual-che anno, il liceo delle Comunicazioni trasferitosi di recente dai locali dell'an-tico seminario (sec. XVII) ai più moderni e accoglienti ambienti della casa del clero, sotto la Rocca dei Papi, un edificio costruito negli anni 80 del secolo scorso, per volere dell'allora vescovo Luigi Boccadoro.

Ma, ovviamente, a farla da padrona nel settore scolastico, sono le strut-ture statali, dalle materne di via Santa Maria delle Grazie alle frazioni delle Coste, Mosse e Zepponami dove funzionano anche i plessi delle elementari. Nel centro è molto affollata la scuola media "A. Manzoni" di via Dante Alighieri.

Per quanto riguarda gli istituti statali superiori questi sono frequentati anche da molti alunni provenienti dai paesi limitrofi: Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri "Carlo Alberto Dalla Chiesa" di via Aldo Moro e i Licei Scientifico e Classico "Leonardo Da Vinci" ospitati negli accoglienti locali del complesso scolastico di Villa Cardinal Salotti, (vedi pag. 5)

LA VOCE - n° 10 - Ottobre 2007 pag. 5

NOTA DI AGRICOLTURA a cura d i GIMBERTO

Il tempio gastrointellettuale Oggigiorno sull'alimentazione esistono delle

situazioni molto contrastanti fra loro. La Chiesa ci rammenta continuamente di aiutare i Paesi poveri a superare lo spauracchio della fame, che uccide centinaia di migliaia di esseri umani ogni anno. Mentre, anche nella nostra opulenta società avvengono spesso casi di morte legati a problemi di alimentazione. Ci sono molte persone, quasi tutte giovani, che pur avendo abbondanza di cibo a disposizione, si rifiutano di mangiare. Sono per-sone che soffrono di anoressia e dato che senza mangiare si muore, molte giovani vite vengono stroncate non dalla fame, ma dal rifiuto del cibo.

Altre persone, sempre più spesso giovani, vengono suggestionate dall'abbondanza di cibo e mangiano oltre misura diventando così obesi, facendosi contagiare da questo nuovo disagio sociale che è la bulimia o obesità. Anche l'obe-sità stronca molte vite umane.

La bontà e la sicurezza sanitaria dei cibi, invo-gliano a mangiare esageratamente causando malattie come il diabete, colesterolo, affanno, disfunzioni cardiache. È proprio il caso di ricordare che ne uccide più la gola che la spada ed i cuochi procurano il lavoro per i medici.

Al tempo dei nostri nonni le cose erano diver-se, la fame dominava su tutto e l'affanno quotidia-no era di riempire la pancia prima di coricarsi. Non c'era spazio per l'anoressia o l'obesità. La "mesa" era chiusa con il lucchetto e veniva aperta solo a pranzo e a cena. Come si usava dire a quell'epo-ca, "la magnatora era alta" e non tutti i giorni si riu-sciva a procurarsi cibo sufficiente per raggiungere le tremila calorie necessarie per svolgere il pesan-te lavoro quotidiano.

Oggi non abbiamo più fame, abbiamo sola-mente appetito e per soddisfarlo siamo molto esi-genti pretendendo solamente cibi di qualità. Non vogliamo più a tavola il prosciutto, ma vogliamo il p rosc iu t to DOP (Denominaz ione di Or ig ine Protetta) magro, dolce e stagionato al punto giu-sto. Rifiutiamo sdegnosamente la qualità casuale come le bottiglie di vino del contadino che su cento, risultavano buone circa una decina e l'altre sapevano di aceto o di cercone o di sughero ammuffito. Pretendiamo la sicurezza del cibo, seguendo con molta attenzione la filiera di produ-zione, trasformazione e distribuzione degli alimen-ti. Si sta sviluppando ed esaltando sempre più, la ricerca e la selezione delle produzioni vegetali ed animali, come per esempio, le aziende zootecni-che puntano ad allevare animali con acidi grassi saturi ridotti al minimo.

Per l'aspetto sanitario oggi si punta sulla qua-lità gastronomica, vale a dire che il cibo deve con-tenere meno energie e più vitamine, proteine e

minerali. Per vincere la concorrenza si punta sul sapore, stimolando il consumatore alla ricerca del sapore più raffinato senza chiederci dove ci por-terà l'esagerazione. Per ottenere una ottima qua-lità bisogna essere rispettosi della natura e del benessere degli animali allevati. Per esempio per ottenere un'ottima bottiglia di vino, bisogna essere tanto umili da capire quanta uva può produrre un ettaro di vigneto in modo naturale, senza forzatu-re, producendo solamente in funzione di quello che permette quel terreno in quel territorio. Per ottenere carni pregiate da animali di allevamento bisogna tenere conto del benessere degli animali, allevandoli non in gabbie strette e scomode ma in ambiente più vicino possibile alle esigenze natura-li degli animali stessi. La qualità ovviamente ha un prezzo e per arrivare ad un prezzo/qualità acces-sibile a tutti si sta puntando sulla tradizione. Infatti i prodotti tipici e territoriali oltre a dare una garan-zia al consumatore, raggiungono anche un ottimo rapporto di qualità/prezzo.

Ottenuto dai cibi tutto ciò che può soddisfare il bell'aspetto, l'olfatto ed il palato, comincia il lato ridicol-comico del nostro desinare. Il nostro pranzo o la nostra cena devono essere consumati non in normali ristoranti o trattorie, ma nei templi del rito gastrointellettuale. Giunto il momento della mesci-ta del vino, deve essere versato da un Sommelier il quale ci guida nella classica messa in scena della rotazione del vino nel bicchiere, osservarlo su sfondo bianco, appozzarvi il naso, sciacquarci la bocca ed infine ingoiarlo scoprendo il gusto, il corpo, la stoffa ed il retrogusto. Chi non si adegua viene emarginato con onta. Così pure prima di ordinare il pranzo o la cena viene portato in visio-ne il menù. Azzardarsi a chiedere spiegazioni su una specialità elencata nel menù, si viene imme-diatamente messi alla gogna tra le allusioni alla palese ignoranza ed al cavernicolo e subire il sup-plizio delle tediose filastrocche dei commensali al riguardo del piatto in oggetto, che viene vantato come una leccornia alla moda.

| ->: 7.742.294 gli iscrìtti a scuole statali

157.900 i diversamente abili

j->: 501.494 gli stranieri

1 2 % scuola dell'infanzia

34% superiori

33% scuola

primaria

21% medie

istituti tecnici 42.007 statali 1 4 . 9 9 3 p i a t e ; : : : : : : : : : : : : « c 8 i scientifici

200 D®9!j.ospedali ist. professionali 198 su piccole isole 209 negli istituti penitenziari licei classici

ex magistrali

! 721.597 istituti d'arte con contratto a tempo . indeterminato "C 8 i a n i s t , c l

Fonte: Ministero della Pubblica istruzione, anno scolastico 2007-2008

33,8%

11 DOCENTI

ANSA-CENTIMETRI

A N A G R A F E S C O L A S T I C A

a MONTEFIASCONE SCUOLA PRIMARIA "0. GOLFARELLI"

Tel. 0761.826019-828379 Dirigente Scolastico: Vincenzo De Benedetti Fiduciari: Andreozzi Onelia, Cherubini Rosana Segretaria - D.S.G.A.: Grossi Maria Franca

Alunni: 203 Classi: 10 Insegnanti: 21

Scuola dell'Infanzia Alunni: 28 Maestre: 2

CORPUS DOMINI ZEPPONAMI Alunni: 49 Alunni: 81 Classi: 4 Classi: 5 Insegnanti: 9 Insegnanti: 13

Scuola dell'Infanzia Alunni: 56

LE MOSSE Maestre: 5 Alunni: 61 Classi: 5 Insegnanti: 11

Scuola dell'Infanzia Alunni: 28 Maestre: 3

LE GRAZIE Scuola dell'Infanzia Alunni: 134 Insegnanti: 13 Classi: 5

SCUOLA PRIMARIA "S. LUCIA FILIPPINI" Tel. 0761.826241

Dirigente Scolastico: Sr. Emanuela Vanic Alunni: 119 Classi: 6 Insegnanti: 9

Scuola dell'Infanzia Alunni: 70 Maestre: 4

SC. MEDIA IST. COMP. STATALE "A.'MANZONI" Tel. 0761.826240

Preside: Maria Patrizia Gaddi Vice Preside: Capuani Cinzia Segretario: Massimi Vittorio Assistente amministrativo: Castagnini Maddalena Alunni: 318 Classi: 15 Insegnanti: 37

ISTITUTO SCOLASTICO "S. LUCIA FILIPPINI" Tel. 0761.826241

Preside: D. Giampaul Gouarin Vice Preside: sr. Annunziata Petroni Classe 1a: 16 alunni Classe 3a: 15 alunni

ISTITUTO SCOLASTICO "CARD. BARBARIGO" Tel. 0761.834136

Preside: D. Giampaul Gouarin Vice Preside: Oriana Cappannella Segretaria: Ilenia Rubbi Alunni: 96 Classi: 5 Professori: 16

IST. TECNICO STATALE COMMERCIALE E PER GEOMETRI Tel. 0761.826248

Preside: Bentivegna Maria Antonietta Vice Preside: Faggiani Giordano, Panfili Maria Bina Segretaria: Bozzoli Floriana Alunni: 418 Classi ragioneria: 12 - geometri: 10 Professori: 55

LICEO SCIENTIFICO E CLASSICO "L. DA VINCI" Tel. 0761.823918

Preside: Mazzeschi Maria Vice Preside: Sacco Paola Segretaria: Bisti Giovanna Coadiutore sede Montefiascone: Fetoni Rosella Alunni: 441 Classi: 21 Liceo Scientifico: 15 con 327 alunni Liceo Classico: 6 con 114 alunni Professori: 40

pag. 6 LA VOCE - n° 10 - Ottobre 2007

Taccuino economico e tributario a cura della Dott.ssa Paola Ciripicchio e del Rag. Paolo Radicati

A breve verrà presentata la nuova legge finanziaria in Parlamento, che si prevede ricca di novità. Da alcune indiscrezioni emerse dal Ministero delle Finanze e confermate dal ministro Antonio Di Pietro, il governo guarda alla casa come la protagonista della nuova manovra.

A tal proposito sono stati discussi quattro tipi di intervento: Riduzione dell'ICI, tassazione separata sulle locazioni, agevolazioni a favore degli

inquilini e, per finire, un nuovo piano di edilizia popolare che sarà attuato attraverso la riquali-ficazione degli immobili pubblici.

Un'altra ventata di novità potrebbe arrivare dalla terza serie di liberalizzazioni attese dal mini-stro Bersani, tra cui la semplificazione di numerosi adempimenti amministrativi e contabili per i contribuenti con un volume d'affari annuo non superiore a 30 mila euro.

Per quanto concerne il settore agricolo è in dirittura d'arrivo l'approvazione di un decreto del ministero delle Politiche Agricole, che ha come scopo quello di dare impulso ai mercati aperti al pubblico e gestiti direttamente dagli imprenditori agricoli, nondimeno quello di favorire il consumo di prodotti del territorio promuovendo così l'alta qualità.

Per far fronte ai continui rincari che da anni colpiscono il settore agro alimentare, il governo ha deciso di dare maggiore potere ai produttori, dando loro la possibilità di gestire i cosiddetti Farmer's market, siano essi imprenditori agricoli o cooperative agricole.

Sarà dato ai comuni il potere di istituire ed autorizzare i mercatini agricoli, senza restrizioni in funzione del numero degli abitanti e dell'area su cui l'attività verrà svolta.

Potranno operare all'interno dei mercati anche i collaboratori familiari dell'imprenditore non-ché i dipendenti dell'azienda. I prodotti in vendita dovranno essere esclusivamente quelli derivan-ti dalla produzione propria.

Anche se non sono previste nuove imposte, ci saranno diverse novità per le imprese. Sul fronte dell'IRES, si prevede una riduzione dell'aliquota di cinque punti percentuali, si dovrebbe passare dal 33% al 28%. La riduzione sarà possibile ampliando la base imponibile, il che dovreb-be garantire l'invarianza di gettito per lo stato. Anche l'aliquota IRAP dovrebbe essere ridotta dello 0,35%, mentre dovrebbe rimanere invariata per il comparto pubblico.

Corrispettivi on-line: nei giorni scorsi è stato diramato un comunicato stampa dell'Agenzia delle Entrate il cui contenuto riguardava lo slittamento dei termini per l'obbligo della trasmissione telematica dei corrispettivi. Tale adempimento al momento resta sospeso, in attesa dell'emanazione del regolamento. L'obbligo, tuttavia, permane per le persone fisiche in regime di franchigia (con un volume d'affari annuo inferiore o pari a 7 mila euro), che entro il 25 settembre 2007 saranno obbligate a trasmettere i corrispettivi realizzati dal 1 gennaio 2007 al 31 agosto 2007. La comunicazione dovrà contenere il codice fiscale, il numero identificativo del punto ven-dita, l'ammontare complessivo dei corrispettivi giornalieri dei beni e delle prestazioni di servizi inclusi quelli per i quali è stata emessa fattura. Per l'invio il contribuente potrà avvalersi dei software messi a disposizione dall'Agenzia delle Entrate sul proprio sito, oppure delle prestazioni di intermediari abilitati.

Dimissioni in bianco: è stata approvata in via definitiva dal Senato, la Legge che impedi-sce alle imprese di pretendere dai dipendenti le dimissioni pre-firmate all'atto dell'assunzione. Il provvedimento stabilisce che la lettera di dimissioni volontarie del dipendente, pena la nullità, sia fatta su moduli numerati e prestampati, messi a disposizione dalle direzioni provinciali del lavoro, dai sindacati e patronati. Tali moduli, avranno una validità limitata di 15 giorni dall'emissione, dovranno riportare un codice alfanumerico di identificazione e la data di emissione. I modelli saranno disponibili sul sito del Ministero del Lavoro. Con questa Legge si spera di arginare un fenomeno molto diffuso, che rende precario il lavoro e incide pesantemente sulla vita lavorativa delle persone.

LA MADONNA DELL'ARCO Siamo nel cuore del

centro storico della città. Ci si arriva attraverso le picco-le vie alla sinistra di chi sale il Corso Cavour o da Via Bixio scendendo da Piazza Vittorio Emanuele. È sotto il Monastero delle Benedettine: la Madonna dell'Arco.

Una via che è una chiesa o una chiesa che è una via. Collega due rioni. È aperta notte e giorno: sempre. L'arredamento scarno,. quasi inesistente. Poche sedie e tutte rotte. Un'antica immagine della Madonna è dipinta su una parete; ha un soffitto ad arco. In suo onore, negli anni settanta, avvenivano dei festeggiamenti che si protraevano per diversi giorni. Ora viene ricordata con una messa, una sola volta l'anno, che si celebra il 12 luglio.

Era appunto il 12 luglio del 1796 quando l'immagine della Madonna fu vista muovere gli occhi con grande stupore e meraviglia della popolazione; d'allora è diventata oggetto di devozione e tutti gli anni si continua a festeggiare l'anniversario dell'avvenimento anche se ormai in tono molto dimesso. Qualche vecchietta vi ci si reca per pregare saltuariamente e poi... l'abbandono.

Ora è in una pesante situazione di degrado come viene segnalato dagli esasperati abitanti della zona. Hanno approfittato dell'abbandono gruppi di ragazzi, maschi e femmine, che ci si recano soprattutto di sera agendovi come in un circolo privato. Urla, schiamazzi, sono all'ordine del giorno. Questo concentramento di giovani fa facilmente immaginare cosa può accadervi all'interno. Gli abitanti della zona hanno chiesto aiuto anche alle Forze dell'Ordine.

Si deve restituire dignità alla chiesa che è, purtroppo, sempre aperta essendo anche utilizza-ta come via pubblica, anche se è proprietà delle Benedettine. L'Amministrazione deve agire tem-pestivamente per risolvere, in ogni caso, questa situazione di degrado in pieno centro storico. Il Sindaco, interpellato, è disponibile ad incaricare una persona che chiuda le porte alla sera e le riapra al mattino. Speriamo che si risolva al più presto il problema.

LA CULTURA DEL LUOGO COMUNE

di Marco Marianello In un'epoca di V-Day, di degrado della politica, di un ritorno ad una conoscenza (nonché ad un'informazione) di tipo empirico, slegata dalla realtà fenomenica e scientifica, prospera la cultura del luogo comune. Quest'ultima si fonda su affermazioni false che, ripetute in modo martellante ed ossessivo dai mezzi di comuni-cazione, assurgono al ruolo di autentici dogmi. Uno di questi riguarda la percezione della pubblica opi-nione nei confronti dei partiti politici statunitensi. La stampa nazionale ritiene, in modo fideistico ed acriti-co, che i democratici siano a favore dei neri e delle altre minoranze etniche, laddove i repubblicani appaiono come i naturali perpetuatori del "white power". Eppure il partito repubblicano, fondato nel 1854 con l'o-biettivo di abolire la schiavitù (allora vigente in diversi Stati dell'Unione), ebbe come primo presidente un certo Abraham Lincoln!

Gli Stati del Sud che si opposero a tale politica, prima con la Guerra di secessione e poi con la politica segre-gazionista (sino agli anni sessanta del secolo scorso), furono retti ininterrottamente da governi a maggioranza democratica. Il Congresso che adottò il XIII emenda-mento alla Costituzione (relativo all'abolizione della schiavitù) era a maggioranza repubblicana. La Corte Suprema che concesse ai neri ed alle altre minoranze i primi diritti civili era presieduta dal giudice Earl Warren, nominato da un Presidente repubblicano (Dwight Eisenhower, il quale inviò anche la Guardia Nazionale per far applicare tali sentenze). Il primo presidente che ha chiamato una persona di colore alla carica di Segretario di Stato è l'attuale inqui-lino della Casa Bianca!

Un altro argomento frequentemente utilizzato attiene al fatto che i democratici sono dei veri pacifisti, mentre i repubblicani sono raffigurati come degli autentici "signo-ri della guerra". Occorre ricordare che, quando gli Stati Uniti entrarono a far parte dei due conflitti mondiali, i Presidenti furono Woodrow Wilson e Franklin D. Roosevelt (entrambi democratici). Durante la guerra di Corea il presidente fu Harry Truman, mentre il conflitto vietnamita si svolse sotto il mandato di John F. Kennedy (il non plus ultra del pacifi-smo nostrano, il quale ha dimenticato anche la crisi di Cuba e del muro di Berlino) e Lyndon Johnson; trala-sciando le bombe in Somalia e sulla ex-Jugoslavia (ricordate un certo Bill Clinton?), indovinate un po' a quale partito appartenevano tutti i suddetti Presidenti? Anche dalle nostre parti alligna tale cultura, la quale pretende addirittura che l'onestà dei politici sia catalo-gabile secondo logiche di appartenenza (eppure la Costituzione sancisce che la responsabilità penale è di natura personale!).

Ne deriva che, quando vengono inquisiti "gli altri", biso-gna avere fiducia nella Magistratura, rispetto delle Istituzioni e difendersi nelle sedi competenti (mentre nel frattempo si viene sottoposti ad un autentico linciaggio mediatico) quando lo stesso trattamento viene riservato ai "propri" esponenti, invece, ci troviamo in presenza di un complotto, di servizi segreti deviati, di un potere giudiziario politicizzato e via discorrendo. L'aspetto più squallido dell'intera vicenda è rappresen-tato dal fatto che non ha alcuna importanza l'accerta-mento della verità dei fatti (e, purtroppo, mai come in questo momento - tra l'indifferenza generale - abbiamo una così vasta schiera di pregiudicati in Parlamento), ma soltanto la (provvisoria perché poi ritorna sulla scena) eliminazione di un potenziale avversario politico. La stampa è ormai talmente appiattita su tali posizioni -sia a livello nazionale che su base locale -che trova più consono parlare di problemi di piccolo cabotaggio, di manifestazioni folcloristiche, di amenità varie, piuttosto che concentrarsi su temi di più ampio respiro! E la cul tura del luogo comune prospera sem-pre unitamente agli enormi privilegi di coloro i

quali ne sono i naturali latori.

LA VOCE - n° 10 - Ottobre 2007 pag. 7

Neo Parroco

Le Suore Peruviane

Sr. Carmela, Sr. Modesta, Sr. Martina, Sr. Dora, Sr. Jenni, Sr. Joana, Sr. Carina, Sr. Lisbet

Sono le suore peruviane che domenica 9 settembre, nella chiesa del Divino Amore, alla presenza della nuova Madre Generale, sr. Martina e della superio-ra della casa, sr. Luigina, hanno rinnovato i loro impegni religiosi, durante la Messa de l le ore 7 ,30 ce leb ra ta dal cappe l lano il cappucc ino P. Si lv io. Congratulazioni anche da parte della comunità falisca.

Santa Margherita venerata anche in Germania

Don Eustachio torna in Congo

E il noto D. E u s t a c h i o , c h e n o n può diment icarsi di Montefiascone, dove è stato prezioso vice-parroco per 6 anni e dove r i torna ogni anno per circa 2 mesi estivi, quando è libe-ro dal suo prestigioso incarico di Rettore del Seminario filosofico e teo log ico di Brazaville, dove vivo-no, pregano e studia-no 184 g iovani di tutte le Diocesi del Congo.

Tanti - ormai - lo

Sono ormai molti anni che ci conosciamo e che collabo-riamo per la realizzazione di alcuni progetti nel mio amato Paese e al Seminario che io, umile servo di Dio, porto avanti con voi e con la grazia del Signore.

Innumerevoli sono gli amici di sempre che voglio ringra-ziare per il loro costante e incessante aiuto, e tanti sono quelli che, ogni anno, si aggiungono nell'amicizia e nel sostegno.

Vi ringrazio vivamente tutti quanti, uno ad uno; anche se non cito i vostri nomi, essi sono scritti nel mio cuore e ognuno di voi è ricordato nelle mie preghiere e in quelle dei seminaristi.

Quest'anno, come lo scorso, non ho organizzato il con-tainer che era tradizione facessi. Il motivo è che preferisco utilizzare la somma necessaria per l'affitto del container, del suo viaggio e dello sdoganamento per sostenere ed aiutare lo sviluppo delle attività locali. Portare cibi, utensili, materiali... fa sì comodissimo a chi li riceve, ma solo a loro. Acquistare lì, in loco, permette di aiutare sia i rivenditori con le loro famiglie sia chi riceve questi beni.

Il vostro sostegno economico è sempre stato e sarà essenziale per permettere alle iniziative da noi intraprese di evolversi nel corso degli anni.

Durante l'anno potrete continuare a starci vicino deposi-tando, quanto potete, sul c/c 7273/95 presso la Banca Cattolica, ABI 05060 - Cab 73160 - IBANIT14P050 6073 160C C000 0007273 SWIFT BCMFIT 31 XXX.

Ogni aiuto sarà particolarmente gradito, visto lo stato di necessità cui versano le nostre casse.

Come sempre potrà fare da mediatore il fidato sig. Angelo Menghini, presso la tabaccheria in via S. Lucia Filippini n° 9.

Colgo l'occasione per salutare tutti gli amici che non ho potuto vedere, augurandoci di rincontrarci la prossima estate.

Don Eustachio Ndoungui Rettore del Seminario Maggiore di Brazzaville

CONGO - BRAZZA

D. M a r c o P e t r e l l a da l 4 a g o s t o è il n u o v o p a r r o c o di C a s t i g l i o n e in Teverina. Sostituisce il Parroco uscente D. Camillo Gentili, che ha retto la parrocchia per 53 anni. D. M a r c o è di S. Lorenzo Nuovo ed è il f r a t e l l o d i Emanue la Petre l la s p o s a d i F a b i o Fabene, residenti in Via Bertina. Augur iamo al nuovo parroco un apostolato sempre vivo e prof icuo e a D. Camillo un periodo di vita sereno, senza troppe preoccupazioni.

conoscono e apprez-zano la sua serietà sacerdotale improntata a serenità e ad accattivarsi simpa-tie e aiuti per il suo delicato compito.

Quando è in Italia ha dimora presso la casa del Parroco di S. Margherita, in via S. Lucia Filippini, 25.

Questo mese ci ha inviato una lettera di ringraziamento e richiesta di aiuto che volentieri pubblichiamo.

Auguroni, D. Eustachio, e.... a rivederci!

Fedeli tedeschi per S. Margherita. Il 27 agosto alcuni fedeli della repubblica di Germania hanno visitato la cattedrale di Montefiascone dedicata a S. Margherita. I turisti provenienti dalla cittadina di Osterhofen dove anche nella loro cattedrale viene venerata la santa martire, si sono intrattenuti con il parroco don Agostino manifestando la loro gratitudine per l 'accoglienza e per aver potuto pregare la santa anche fuori dal loro paese.

pag. 8 LA VOCE - n° 10 - Ottobre 2007

Numerosi i partecipanti al Convegno pastorale diocesano - Grande l'interesse suscitato dal tema della Scrittura di Dio di Mario Brizi

Per la nostra Chiesa un anno sulla Parola Ha lasciato un segno profondo sui partecipanti al Convegno Pastorale diocesano (La Quercia 10-12 settembre) il tema della Parola di

Dio, sempre attuale, sempre nuovo e capace di suscitare una risposta personale e di Chiesa che, nel dopo-Verona, proprio nella Parola vuole ritrovare le ragioni della propria speranza.

E' un anno che Rosa Veneri ni è santa

"Ad onore della Santissima Trinità, per l'esaltazione della fede cattolica e l'incremento della vita cristiana, con l'autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dopo aver lungamente riflettuto, invocato più volte l'aiu-to divino e ascoltato il parere di molti Nostri fratelli nell'Episcopato, dichiariamo e definiamo Santi i Beati Rafael Guizar Valencia, Filippo Smaldone, Rosa Venerini e Théodore Guérin e li iscriviamo nell'Albo dei Santi e stabiliamo che in tutta la Chiesa essi siano devotamente onorati tra i Santi. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen".

Dato a Roma, presso san Pietro il 15 ottobre 2006, secondo anno del Nostro Pontificato.

In principio la Parola La relazione del primo giorno del Convegno, "In

Principio la Parola", è stata tenuta da Mons. Dante Bernini che ha iniziato ricordando come oggi sia in atto un vero e proprio attacco da parte del mondo lai-cista a quella che per noi è la Parola di Dio, che richiede da parte nostra una risposta fatta di cono-scenza maggiore e di consapevolezza della unicità di questa Parola.

L'originalità del "parlare"di Dio la possiamo già vedere da quel "in principio" era il Verbo, la Parola: ancora prima del "tempo" e della creazione Dio ha "pronunciato -generato" il Figlio e l'amore tra il Padre e il Figlio è lo Spirito Santo.

La volontà creatrice di Dio attraverso il Verbo è la prima parola che il creatore rivolge all'uomo: "io vi ho amato prima ancora che vi creassi".

Dio ha poi portato nella storia, in particolare quella del popolo ebraico, una parola che ha permesso di avvicinare la distanza tra Dio e l'uomo, parola che è divenuta anche "scrittura".

Fino al fatto sconvolgente del "logos-Verbo" che si fa carne e pone la sua tenda in mezzo alle nostre abitazioni. Tutta la storia della salvezza - ha concluso Mons. Bernini - ci dimostra che per parlare Dio ha modi e tempi più ricchi e per-sonalizzati di noi umani. A noi il compito di metterci in ascolto in un clima di silenzio, perché all'inizio della fede c'è il silenzio che si fa ascolto.

L'ascolto genera la fede Nel secondo giorno del Convegno Mons.

Carlo Ghidelli ha svolto il tema: "Dall'ascolto alla fede". Pertanto dall'analisi di alcuni brani dell'Antico Testamento il relatore ha messo in evidenza il dinamismo "ascolto-accoglienza del messaggio - decisione di vivere ciò che si è ascoltato". L'ascolto della "Parola" (Dt 6,4) e ^ H k • della 'Voce" (Gr 7,2-23) non solo fatto con l'udi- ' . j - ^ k to ma più ampiamente con "tutti i sensi", non ^ ^ H i 1 ! ' i ^ k può rimanere fine a se stesso ma, se fatto in ^ ^ ^ L maniera retta, genera la fede, che e movimen-to, converge verso Dio che parla.

Ecco perché la vera fede non è bagaglio di nozioni alle quali dare assenso ma vita nuova che inizia dalla sconfessione dei propri idoli e i H H H H dalla conversione. Mons. Carlo Ghidelli

Passando poi al Nuovo Testamento Mons. Ghidelli ha evidenziato la forza della Parola che, come spada, "trafigge il cuore", provoca lacerazioni e avvia il cammino di fede (At 2).

Un cammino accompagnato dall'ascolto costante della Parola, come testi-moniano gli Atti degli Apostoli dei primi cristiani. "Erano assidui nell'ascoltare l'in-segnamento degli Apostoli".

Appare quindi chiaro che il popolo cristiano è un popolo che nasce dall'a-scolto che diventa fede in Dio che parla, scelta di vita conforme alla Parola e obbedienza che genera conversione. "Non dobbiamo dare alla Parola un'inter-pretazione intellettualistica - ha concluso Mons. Ghidelli - ma è necessario ridare alla Parola carne e vita".

La Parola al centro La relazione di Mons. Lorenzo Chiarinelli parte dal proposito di cercare il

modo di mettere la Parola di Dio al primo posto nella Chiesa diocesana.

Il brano biblico che viene letto come insegna-mento per vedere come si deve leggere la Parola nella Chiesa è Nemnia 8,1-10 che presenta come "il popolo si radunò" per l'ascolto del libro sacro in una grande liturgia nella quale il libro è al centro e, dopo la lettura, il popolo dimostra il suo assenso e la sua disponibilità con "l'amen" corale e il prostrarsi.

Dal brano biblico si evince come la Parola va proclamata: attraverso la "lettura" e la "spiegazione" che porta alla "comprensione". Da parte di chi ascol-ta la Parola di Dio si richiede: "l'ascolto", "la risonan-za", "la condivisione" e "la festa".

Un ulteriore approfondimento di come essere ascoltatori non distratti della Parola Mons. Chiarinelli lo fa scaturire dalla lettura di un brano della lettera a Teodoro di Gregorio Magno: "Nelle parole di Dio impa-ra il cuore di Dio" in quanto la Bibbia è comunicazione di Dio, comunicazione con lui e risposta a colui che ascoltiamo.

Occorre quindi che la lettura della Bibbia sia una "lettura" vitale", che penetri la vita della persona e, nello stesso tempo abbia una dimensione "ecclesia-le".

In questo ci è di sprone anche l'insegnamento del Concil io Vaticano II che nella Dei Verbum ci ricorda come nelle divine Scritture impariamo a conoscere Cristo e nella liturgia la Chiesa si nutre alla mensa della Parola e del pane di vita.

Ma quale sono gli "spazi della lettura" che vanno valor izzat i nella nostra Chiesa locale? Innanzitutto "la liturgia", perché è lì che la Parola rivela il suo valore sacra-mentale, avendo l'efficacia che Dio le ha conferito. Per questo la liturgia non si può improvvisare ma va pre-parata e spiegata. Nell'educazione liturgica va curata la comprensione dei "segni", il canto, la retta proclamazione della Parola perché il testo risulti com-prensibile. Particolare attenzione da parte dei presbiteri deve essere data dall'o-melia, sia nella fase preparatoria che nel modo di esporla.

Altri "spazi" di lettura della Parola di Dio che devono essere curati sono: la scuola della Parola (o gruppi biblici), l'iniziazione cristiana che prevede almeno un anno dedicato alla Parola, la Bibbia in famiglia perché la Bibbia trovi un suo posto nelle case, ed inoltre iniziative di carattere più generale come possono essere le settimane bibliche.

Infine Mons. Chiarinelli ha proposto Maria come modello di ascolto: lei che ha accolto la Parola e la Parola ha provocato in lei il canto, il servizio, la presen-za, la fedeltà, la preghiera e la comunione nel cenacolo ci guidi ad un retto ascolto perché anche in noi "si compia la sua Parola".

I tre relatori del Convegno (da sinistra) Mons. Dante Bernini,

Mons. Lorenzo Chiarinelli e Mons. Carlo Ghidelli

LA VOCE - n° 10 - Ottobre 2007 pag. 9

L'Arco di Porta Pia (o del Macello) - prima parte

Intorno alla metà dell'Ottocento la porta d'ac-cesso alla Città di Montefiascone denominata "del Macello" era indubbiamente la più deforme e peri-colante. Poiché minacciava imminente ruina, il Comune dovette fattivamente pensare a come e quando sostituirla per evitare disastri a cose e

•m?

Progetto di autore ignoto

persone. Ma c'erano due altre importanti ragioni che incalzavano la Comunità ad un celere rifaci-mento. La prima era l'intralcio alla viabilità cittadi-na de r i va to da l la rap ida sa l i ta che da Via Verentana conduceva alla Piazza del Mercato, l'attuale Piazza Vittorio Emanuele, e che, in con-comitanza coi lavori della Porta stessa, s'era divi-sato di poter attenuare nella pendenza. Poi c'era da dissuadere l'uso deprecato, ma puntualmente attuato, di utilizzare la Porta come orinatoio.

Nella primavera del 1857 il Gonfaloniere Gio Batta Antonelli ottenne finalmente la Superiore Sanzione al progetto di riedificazione della nuova Porta del Macello situata nell'omonima Via, l'at-tuale Via Indipendenza, il cui nome era mutuato

di Normando Onofri dal vicinissimo mattatoio comunale.

Questo luogo "sacrificale" si trovava nei locali degli attuali gabinetti pubblici che, per destino o altro, appaiono da secoli come fatalmente depu-tati a ospitare luoghi immondi.

Per il rifacimento della Porta del Macello furo-no fatte proposte e presentati progetti che dalla documentazione fin qui rinvenuta risultano essere stati tre. Il primo, di notevole impatto e bellezza nonché di elevati costi per la realizzazione, merita un'attenzione particolare. Oltre all'armonia delle proporzioni estetiche, l'arco è fortemente caratte-rizzato dai simboli: lo stemma del regnante Papa Pio IX, la statua di Santa Margherita che professa la sua fede e quella della Città al Corpo di Cristo, il calmo e forzuto leone rivolto a vigile guardia della comuntià cittadina, la lapide per l'iscrizione chiarificatrice e la statua del compatrono San Flaviano Martire. L'autore è ignoto.

Il secondo progetto è estremamente semplice. La linearità della formulazione è fin troppo sche-matica e geometrica trovando un peculiare spun-to distintivo solamente nell'alta cornice che riporta sotto il pinnacolo centrale lo stemma cittadino. I costi di questa Porta sarebbero stati certamente molto contenuti. Anche l'autore di questo progetto è ignoto.

Si preferì infine realizzare un terzo progetto che, di fatto, è una via mediana tra i costi e le bel-lezze dei precedenti. Esso potrebbe essere stato elaborato da Gioacchino De Rossi che poi fu incaricato dal Comune di presentare, in qualità di Perito, il Calcolo estimativo della Porta di questa Città in Via del Macello. '

Per una prevista spesa complessiva di Scudi 160,08 i lavori da fare erano: demolizione della vecchia Porta, posa in opera di soglia, zoccolo, basamento, due pilastri fiancheggiati da altrettanti contropilastri e cimase, sesto, archiviotti, fregio, cornice, attico con alle estremità laterali due palle sorrette da due peducci e, a chiudere, un sopratti-co. La nuova Porta del Macello doveva essere edificata a perfetta regola d'arte incatenando al muro i suoi pilastri con buone grappe e ponendo sul l 'a t t ico la sempl ice iscr iz ione: ANNO DNI MDCCCLVII.

Lateralmente alla base erano previste due chiavichette per lo scolo delle acque. Il tutto da costruirsi con pietrame peperino proveniente dalla

Progetto di autore ignoto

Cava dei fratelli Covati in Viterbo, ma senza l'uti-lizzazione del primo strato detto Cappellaccio.

Particolare importanza assumeva la misura-zione della soglia della nuova Porta perché dive-niva il punto di riferimento della futura pendenza della strada. Di detta soglia era previsto l'innalza-mento di due palmi e mezzo per rendere più agile la salita che mette alla pubblica Piazza del Mercato e quello scopo doveva esser raggiunto non solo mediante il ribassare o riempire il terreno nudo della Via fino all'ultimo Olmo verso il Convento di San Francesco ma anche tenendo un livello che consentisse l'eliminazione di tutti i gradini esterni alle case della via.

(segue)

1 ASCM - Cartella 884P -Calcolo estimativo De Rossi datato 18.05.1857 ed aggiornato il 21.05.1857.

I N C U R I A D E L L A G O La stagione estiva volge ormai alle spalle, la stagione balneare sul lago di Bolsena nel settore territoriale

di Montefiascone si avvia alla conclusione per cui si possono fare bilanci e certi nodi vengono al pettine. Ascoltando i molti bagnanti e turisti che hanno trascorso le loro ferie sulle rive del lago essi fanno un

preciso appunto e non risparmiano critiche all'Amministrazione falisca che attraverso i suoi organismi prepo-sti, specialmente la polizia municipale, ha poco vigilato ed applicato la legge per alcuni fatti incresciosi che si sono verificati quotidianamente sulle spiagge del lago.

Forti critiche si sono concentrate sul fatto che molti bagnanti e non, hanno portato i propri cani a fare il bagno nel lago e a passeggiare sui pratini ove gli animali hanno fatto i loro bisogni senza che i padroni li raccogliessero non avendo con se i dovuti strumenti per questo servizio come vuole la legge.

Di ripiego chi poi doveva fare il bagno, o prendere il sole sul pratino o passeggiare sul medesimo, molto spesso è incappato negli escrementi degli animali. Il dover raccogliere gli escrementi da parte dei padroni è passata in cavalleria. Non va dimenticato inoltre che i dettami della legge sono indice di civiltà, di igiene e di buona creanza nel rispetto degli altri.

Non va poi dimenticato che lungo le rive del lago a pochi metri dalla riva, in questo periodo, vi sono i pic-coli delle folaghe e dei cigni ed i cani, entrando in acqua, molte volte hanno messo in pericolo la vita dei suddetti animali acquatici.

Qualche cittadino, al quale dopo aver fatto entrare in acqua il suo cane è stata fatta presente la cosa e gli si è fatto notare la presenza dell'apposito cartello di divieto, ha risposto che non è il cane a disturbare i cigni ma bensì il contrario. Credo che ogni commento è superfluo e la sciocchezza non ha bisogno di ulte-riori commenti.

Molti cittadini hanno criticato e criticano questo permessivismo, per non dire lassismo, della polizia municipale che si è sempre limitata a fare il giretto lungo la strada della spiaggia in macchina, senza scen-dere, senza intervenire per far rispettare la legge come invece è suo dovere.

La legge che vieta l'immissione dei cani in acqua ove sono i bagnanti, il portarli a passeggio sui pratini ove poi giocano anche i bambini è stato così completamente ignorata e violata anche sotto gli occhi della polizia municipale.

In verità va sottolineato che tale fenomeno, specialmente il passeggiar con i cani sui pratini con quanto ne consegue accede anche durante tutto l'anno, visto che tanto nessuno dice niente, la polizia municipale tace, quasi in un silenzio assenso.

P.B.

23 agosto 2007 Il giorno si presenta un po' turbato con qualche goccia d'acqua già al mattino quando il cielo di botto si è oscurato e la bufera compie il suo cammino il mostro si è abbattuto all'improvviso come un demone preso dal furore senza nemmeno il tempo di un avviso facendo vacillare il nostro cuore.

Tetti scoperti in preda all'uragano piante divette come ramoscelli un rumore assordante sovrumano seminava terrore e molinelli. Chi stava all'uscio in casa o alla finestra vedendo quello scempio desolato chi si trovava per la via maestra incredulo abbattuto e sconsolato.

Quando il Dio del vento si è placato la furia lentamente è affievolita qualche squarcio di sole è ritornato per la disperazione più infinita né uomo o donna ormai in età avanzata ricorda questo evento punitivo speriamo che non torni più impazzita questa natura sul suolo natio.

Severini Vincenzo

pag. 10 LA VOCE - n° 10 - Ottobre 2007

Da Montefiascone a Corfù sulle orme del Barbarigo Corfù 2007

"Ebbi in quel mar la culla" canta il poeta Foscolo, nativo di Zacinto, una delle isole ioniche, e chi solca il mar Jonio costeggiando la terra greca, non può non sus-surrare con ammirazione quel verso.

In quel mare è sorta la nostra storia, la nostra civiltà, lentamente siamo diventati uomini che apprezzano Bellezza e Bontà, che guidati dalle Muse superano la feri-nità. Siamo nati anche noi in quel mare di un azzurro cobalto bianco di spuma. Navigando tra incantevoli isole sentiamo di essere figli di Ulisse alla scoperta di un nuovo approdo che si nasconde dietro ogni insenatura. ,

E quel mare abbiamo attraversato per arrivare a Corfù e celebrare la memoria del Cardinale Barbarigo che per dieci anni di quell ' isola fu Vescovo coraggioso prima di essere nominato nella diocesi di Montefiascone e Corneto. 19.8.2007 - Cattedrale di Corfù: celebrazione della S. Messa

La Corale di S. Margherita, alcuni membri del Comitato per i festeggiamenti del III Centenario della morte del Venerabile Cardinale, alcuni amici e sostenitori dei coristi ci siamo trovati domenica 19 agosto nella piccola cattedrale che fu sua.

Il cl ima era torrido, ma ancora più caldo il sentimento che ci univa durante la celebrazione della Messa, con i due vescovi successori del Barbarigo: S.E. Chiarinelli e S.E. Giovanni, vescovo di Corfù.

Le lingue maestre del Cristianesimo greco, latino, italiano si intrecciavano nei canti, nelle preghiere nella proclamazione del Vangelo. Volti nuovi e noti si susseguivano negli sguardi dei fedeli della comunità del Risorto che sperimentava l'universalità della Chiesa.

Dopo la celebrazione, nella piazza suggestiva per il velluto della calda notte incipien-te, davanti al palazzo che fu sede vescovile, ancora scambi di amicizia e sentimenti di comunione. Lunedì 20 agosto, la Corale si è esibita in un concerto graditissimo al pubbli-co di greci ed italiani: i coristi all'ora stabilita, elegantemente ed eroicamente vestiti in nero, irrompono nella chiesa con un Canto di Pace e allora il nostro tempo ha scandito uno di quei rari momenti in cui l'Imperscrutabile coniuga i fragili attimi di storia terrena con i ritmi dell'Infinito: eravamo noi, ma non noi soltanto: in ognuno viveva una stilla della grande anima del Cardinale, presente dunque con noi e in noi; eravamo noi, ma anche un paese, una nazione, una cultura che abbracciava un altro paese, un'altra nazione, un'altra cultura.

Quando gli esponenti della chiesa ortodossa hanno espresso la speranza di una 20.8.2007 - Cattedrale di Corfù: alcuni membri del Comitato prossima riunione tra le due chiese, un applauso fragoroso ha percorso i presenti, segno "Barbarigo" fraternizzano con i religiosi ortodossi dell'isola chiaro che ogni credente cerca l'unità e la pace. La storia quella grande, quella vera che

nasce sui passi di Dio, ha sete di Amore e Comunione. E così Corfù ci resterà nella mente e nel cuore come spazio privilegiato di amicizia e di fede, con il suo vento profumato di timo e di sabbia arsa

di sole, con lo stupore del mare, con le rocce disegnate dalle onde e con il desiderio di un'unica patria che si intravede oltre l'ultimo orizzonte. P.S.E.

Corfù 2007 concerti per il Barbarigo

L'arcivescovo Giovanni ringrazia la Corale falisca

La Co ra le San ta Margher i t a si è es ib i ta in due conce r t i ne l la Cattedrale Cattolica di Corfù, nell'ambito dei festeggiamenti per il trecen-tenario del Barbarigo, precisamente il 19 e il 20 agosto scorsi. Il coro fali-sco ha cantato durante la Santa Messa officiata nella Cattedrale greca dall 'Arcivescovo di Corfù ed il Vescovo di Viterbo, Monsignor Lorenzo Chiarinel l i , durante la quale è stata r icordata la storia personale ed ecclesiastica del Vescovo Barbarigo, che fu appunto prima vescovo di Corfù e poi di Montefiascone.

Il secondo concerto si è svolto la sera del 20 agosto, nella medesima cattedrale, gremita di gente, tra cui molti abitanti del posto e alcuni dei rappresentanti del comitato del Barbarigo del comune di Montefiascone che accompagnavano il coro; c'erano alcune delle suore Pie Filippini di Montef iascone ed oltre al nostro Vescovo Lorenzo ed al l 'Arcivescovo Giovanni di Corfù hanno partecipato alla cerimonia due Padri Ortodossi, rappresentanti della Chiesa Greco-Ortodossa, che hanno mostrato chia-ramente il loro apprezzamento e si sono addirittura uniti all'ultimo canto: il "Va' pensiero" di Verdi. Durante il concerto del 20 agosto molti sono stati i momenti di profonda emozione, dall'entrata del coro in Cattedrale cantando "Dona nobis pacem" alle dolci note del flauto traverso della pic-cola ma brillante solista Isabella Lozzi, dalle magnifiche voci soliste delle nostre soprano Annarita Cuccodoro e Maria Teresa Lucani. Il coro era molto commosso dalla presenza di tante autorità e di tante persone ma il maestro Aronne, come al solito, ha saputo guidarci con il suo sguardo dolce ma sicuro. È stato proprio durante l'intervento di Sua Eccellenza Lorenzo Chiarinelli, tra la prima e la seconda parte del concerto, per rin-graziare l 'Arcivescovo di Corfù per la sua accoglienza e per ricordare ancora una volta il filo conduttore della commemorazione che altri non è che la figura umana e spirituale del Barbarigo, che mi è venuta in mente la metafora del viaggio.

Tutte le volte che la Corale Santa Margherita si sposta, anche per concerti vicini, è una gioia trovarsi insieme ed avere un'esperienza da condividere ma quando ci si allontana da casa tutto è dilatato. Il senso del viaggio, della partenza tutti insieme, del percorso e del ritorno assu-me tutto un altro significato. Esiste un'opera nella letteratura di tutti tempi che riassume - forse integralmente - i significati concreti e simbolici legati

al tema del viaggio: l 'Odissea di Omero, che calza mirabilmente visto che ci t rovavamo proprio su un'isola greca. Il v iaggio come prova di conoscenza dopo aver vissuto un'esperienza che diventa parte della nostra vita. Il gruppo che è partito da Montefiascone era formato da 30 componenti della Corale e da 23 accompagnatori. Non c'è stato nessun problema di convivenza, tutto è filato liscio, grazie soprattutto alla dire-z ione prec isa e cos tante del la pres idente del la Cora le , Anna Lisa Ugolini, a cui vanno i nostri ringraziamenti per aver saputo organizzare una così bella esperienza all'estero. Il gruppo è stato sempre unito e al centro dell'attenzione di chi era intorno a noi: dalla partenza, sulla nave per la Grecia, dove verso le dieci di sera abbiamo improvvisato un picco-lo concerto tra gli applausi di molti viaggiatori italiani e stranieri, alle prove dell'atrio dell'albergo dove gli altri ospiti si fermavano a guardarci ed ascol tarc i . . . addi r i t tura f i lmarci ! . . . al r ientro, quando al por to di Igoumenitsa, in attesa della nave per il rientro, il conducente del pullman ci ha scherzosamente "minacciato" di non aprire i vani dove erano ripo-ste le nostre valigie se prima non cantavamo ancora qualcosa e lì, di f ronte a cent inaia di passegger i , anch'essi in partenza per l ' Italia ci siamo esibiti nuovamente sotto la brillante e scanzonata guida del nostro maestro. Appartenere a un gruppo ti fa sentire tranquillo, protetto, ti fa star bene ma far parte di un gruppo come quello che ha vissuto per una settimana questa indimenticabile esperienza è una grande gioia che ti valorizza umanamente.

T.M.

LA VOCE - n° 10 - Ottobre 2007 pag. 11

Patrocinio di Santa Lucia: giornata indimenticabile

Una Santa e un Venerabile, anch'esso presto santo, uniti ancora una volta sotto il segno divino in una giornata di festa. Messa Solenne, lettura del Decreto d'eroicità, processione con quadri plastici. Il tutto per celebrare il Patrocinio di S. Lucia Filippini, terza domenica di settembre, con una serie d'emotività scaturite per la santa ed il cardinale Barbarigo. Un appuntamento prestigioso incominciato di mattino, ore 10,30, di domenica 16 settembre con una Messa Solenne celebrata dal vescovo S.E. Mons. Lorenzo Chiarinelli nella stupenda cripta rinascimen-tale della concattedrale di S. Margherita dedica a S. Lucia Filippini, che ha fatto da degna cornice ai festeggiamenti. La chiesa era gremita di fedeli, dalle Maestre Pie Filippini con la superiora Generale Nicolina Bandiera e la superiora suor Emanuela Vanich, le suore del Divino Amore e i Seminaristi della diocesi. Il Pontificale è stato impreziosito dalla presenza di molti sacerdoti e dalla corale di S. Flaviano diretta dalla Maestra Raffaella Caratelli. Il vescovo, nell'omelia ha detto tra l'altro: "Come nelle vetrate di una chiesa la luce di Dio s'irradia sui santi...". In riferimento al patrocinio della santa: "... ricordiamo il Barbarigo, colui che è stato la sorgen-te, la guida della Filippini... Grandi ricordi e forti emozioni si raccolgono dalle figure della nostra sto-ria...". Poi la lettura del decreto di eroicità delle virtù del Venerabile Servo di Dio cardinal Marco Antonio Barbarigo: "L'Episcopato è stato di perfezione; onde io più di ogni altro di mia diocesi devo imitare al possibile la santità e perfezione di Gesù Cristo, vero esemplare dei Vescovi, ed abituarmi alla divina presenza". Così scrisse il cardinale in preparazione della ordinanza episcopale per camminare verso la perfezione della santità e sono anche le prime parole del "Decreto Super Virtutibus" per la beatificazio-ne e canonizzazione letto interamente dal postulatore mons. Fabio Fabene. Emerge che la vita del cardinale Marco Antonio Barbarigo è stata caratterizzata da una rara passione di Chiesa. Tre le sue principali collaboratrici un posto di preminenza l'ha occupato Santa Lucia Filippini che ha raccolto molto da questa passione. Entrambi ancora una volta sono così accumulati nella gran-dezza di Dio. Al termine della Messa Solenne il parroco don Agostino Ballarotto ha ricordato la straordinaria festa che va vivendo il vescovo Chiarinelli. In questi giorni ricorrono tre circostanze: il 50° anniversario della sua ordinazione presbiterale, il 10° anniversario della sua guida pastorale nella diocesi di Viterbo e infi-ne il 25° anniversario della sua ordinazione episcopale tra pochi mesi. Auguri Eccellenza. Nel pomeriggio una Processione si è snodata per il centro storico della città con rappresentazione di quadri plastici sulla santa e sul cardinale. Otto quadri interpretati da bambini, ragazzi e alcuni adulti. Otto quadri posti durante il percorso. Il primo sulla scalinata del palazzo episcopale e a seguire nel cor-tile del Seminar io, Piazzale Frigo, Largo Garibaldi, chiesa del Divino Amore, le piazze Vittorio Emanuele e Santa Margherita per finire all'interno della basilica concattedrale con Lucia nella gloria dei santi. Suggestivo e commovente ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ j g j ,

questo ult imo quadro terminato con ' W ^ ^ K S ^ t k un f ragoroso app lauso da parte di è . tutta l'assemblea. Non rimane che attendere con spe-ranza e fiducia anche la prossima glo- • • • H B B ^ H B ^ H t i t ' • M f H - M J ria del cardinale Barbarigo.

Michele Mari

pag. 12 LA VOCE - n° 10 - Ottobre 2007

"LA VOCE" E' GRATA Al SUOI CAVALIERI: Rinaldi Manconi Paola, Barelli Francesco, Ferlicca Mimmo, Maestre Pie Filippini Tarquinia, Filiè Loretta, Napoli Filomena e Enrico, Della Casa Marika, Finauri Amal ia e Margher i ta Lucia, Morett i Roberto, Benatti Chiara, Governatori Gloria, Rossi Gastone, Merlo Maria, N.N. in memoria di P.D., Farina Leo, Cipriani Luigi. SOSTENITORI: D. Cami l lo Genti l i , Mocini Massimo, Maurizi Maurizio, Tommaso e Franca per il 25° di matri-monio, Ranucci Lina, Panichi Margher i ta in Aput in i , Ceccarelli Lucio, Marzetti Dora, Salucci Adriano, Ranucci Ferdinando (TO), Belleggi Aurelio (TO), Ricca Filippo, i famigliari in memoria di Annunziata e Mariano Meneghini, i famigliari in memoria di Castiglione Sergio. AMICI: Nicolai Domenico, Capotosto L., Gaietti Oliviero, Cappelloni Ezio, Cascianell i Eugenio, Fontana Paola, Santini Nello, Zerbini Mario, Cicoria Mirella, Cricco Teresa.

ANAGRAFE CITTADINA NATI: Burla Sara di Mauro e Froncillo Jessica (5/9), Selvi Daniele di Marco e De Vincentiis Giustina (9/9), Gatti Nicole di Enrico e Ferri Lorella (15/8), Yu Shun Yi di W e n g i n g e Su L i jun (25/8) , Por ron i A lessand ro di Costant ino e Renzi Crist ina (23/8), Banco Giorgia e Martina di Carlo e Santini Nada (19/8), Belella Alice di Mauro e Baglioni Moira (27/8). MATRIMONI: Mirarchi Pierluigi e Ranaldi Maria Cristina (18/8) , Car lon i Luca e Cempana r i Ch ia ra (25/8) , Bartoleschi Fabrizio e Quintarelli Paola (1/9), De Salvo Giuseppe e Trapè Sara (1/9), Proietti Giuseppe e Ricci Amalia (8/9), Manzi Paolo Domenico e Tavares Jorge (30/6), Ugolini Giorgio e Brizi Martina (30/8), Sanetti Pier Luigi e Merlo Roberta (1/9), Falletti Diego e Ligori Monia (1/9), Cevolo Paolo e Bicocchi Zuzana (8/9), Lombardi Emanuele e Pulinario Figuereo Erika Massiel (20/9). MORTI: Durantini Rosa (n. 5/5/16 m. 21/8), Fabrizi Maria (n. 1/5/22 m. 21/8), Ranaldi Aldo (n. 6/8/25 m. 21/8), Ferri Rosa (n. 2/8/35 m. 29/8), Maiucci Guido (n. 7/11/25 m. 12/9), Catasca Aurelio (n. 9/4/21 m. 7/8), Rollo Antonio Paolo (29/6/52 m. 13/8), Starnini Giovanni (n. 14/6/28 m. 16/8), Menghini Mariano (n. 23/10/12 m. 20/8), Concezzi Goffredo (n. 19/9/48 m. 8/9), Braguti Ottavio (n. 7/6/18 m. 22/8) , Croce t t i Car lo A lber to (n. 7 /11 /33 m. 30/8) , Castiglione Sergio (n. 27/4/54 m. 11/9).

AMICI DELLA CATTEDRALE Sono entrati a far parte degli "Amici della cattedrale": Por ron i Ida, E rnes to , Mench ine l l i Augus ta , spos i Bartoleschi Fabrizio - Quintarelli Paola, Severini Radicati Irene, Ludi l lda, Ferri Annunziata, Mecal i Ludovina, Scopon i A lg isa , G i ra ldo S imone , Ch i r i co t to L id ia , P resc iu t t i n i Ot tav ia , Capora l i E lena, De Ange l i s Francesca, sposi Cimichella Daniele e Eva Alexandra Luca. I f am ig l i a r i in su f f rag io di Ange lo e Laura Manz i , Castiglione Sergio, Domenico Manzi.

A S T R O N O M I A a cura di A n g e l o C e m p a n a r i

Ancora una notizia che accende immagi-naz ione e fantas ia dei numeros i event i cosmic i " inspiegat i " . Una sped iz ione di geo log i quas i tu t t i i ta l ian i , po t r ebbe ro avere ident i f icato un cratere da impatto nella regione siberiana di Tunguska, sede del famoso e misterioso "evento" verifica-tosi nel 1908. La mattina del 30 giugno di quell 'anno una terribile esplosione, che si sentì anche a centinaia di chilometri di distanza, distrus-se più di 2000 chilometri quadrati di fore-s ta v i c i n o al f i u m e P o d k a m m e n a y a Tunguska, in quella che è attualmente, ma ancora di più allora, la disabitata Siberia. Furono viste strane luminescenze nei cieli per parecchi giorni, anche da Mosca, ma per la nota situazione politica della Russia di quegli anni, la prima missione scientifica fu organizzata dal sovietico Leonid Kulik, solo venti anni dopo.

A distanza di anni la zona mostrava ancora chiaramente chilometri e chilometri di alberi bruciati e abbattuti a raggiera. L'energia sviluppata dall'esplosione fu valutata in 15 milioni di tonnellate di tritolo, ovvero pari a mille bombe atomiche come quelle di Hiroschima. L'impatto di origine cosmica di gran lunga più violento mai registrato a memoria d'uomo. Un fatto che ha dato origine anche alle più diverse speculazioni (esplosione di un UFO, scontro della Terra con un mini buco nero ecc.). Fino ad ora, scientif icamente, l'ipotesi più accreditata sembrava essere l 'esplosione in quota (circa 500 metri) di una piccola cometa. In questi giorni, ha fatto molto scalpore il recente articolo (consultabile www.coelum.com del geologo marino Luca Gasperini, che avanza l'ipotesi che il cratere di impatto, mai sco-perto prima, possa essere identificato con il bacino del lago Cheko, situato a 8 chilometri a N-Nw dell'epicentro teorico, nella pianura alluvionale del f iume Kimchu. Dalla analisi delle rudimentali mappe presenti prima dell'esplosione non si riesce a capire se il lago esistesse prima dell'impatto, stà di fatto che a differenza della conformazione degli altri laghi della zona, il Cheko abbia una conformazione conica, tipica da quella origi-nata dagli impatti meteorici.

" l ' E c o " d i Z e p p o n c i m i

... continua Abbiamo già segnalato le pessime condizioni di via Stefanoni, soprattutto in quel tratto che passa davanti alla scuola di Zepponami, ma non possiamo fare a meno di citare anche la sporcizia presente nel parcheggio antistante, dove i bambini dell'asilo e delle elementari sostano e giocano prima dell'entrata e all'uscita della scuola. Per non parlare dell 'area abbandonata al degrado da almeno 40 anni, confinante con la scuola stessa, ricettacolo di sporcizia e accumulo di ferraglie arrugginite dove i bambini potrebbero acce-dervi facilmente. Con l'occasione evidenziamo anche la presenza non felice dei cassonet-ti per la raccolta dei rifiuti i quali, oltre a essere maleodoranti non dovrebbero stare vicino alle scuole frequentate da bambini piccoli. Pertanto se l 'assessore competente fosse così cortese di interessarsi del problema, la cit-tadinanza, che ci ha segnalato tutto ciò, gliene sarà grata.

Il bacino del lago Cheko probabilmente centrato dall'impatto.

Mons. Rodomonte Gallicani È un sacerdote di Campagnano che è dece-duto all'età di 90 anni, il 23 agosto scorso. Voglio ricordarlo, anche se è sconosciuto per la maggior parte dei lettori, perché è stato p ro fesso re di la t ino e g reco al L iceo del Seminario Regionale de La Quercia dal 1947 al 1952. Mi aveva nominato suo bidello e mi chiamava spesso così: "bidule nequam". Alto, s impatico, per cui viene ricordato con affetto dai seminaristi del tempo. Fu chiamato a R o m a il 1° s e t t e m b r e 1952 p r e s s o la Cancelleria Apostolica del Vaticano. Nel 1973 passa come latinista presso la segreteria di Stato Vaticano e ne diventa Capo Ufficio. U n a v o l t a in p e n s i o n e si s t a b i l i s c e a Campagnano. Per una frattura al femore viene ricoverato nella clinica Pio XI in Roma dove termina il suo viaggio terreno. Amava con vero affetto la Vergine Maria e nel suo diario troviamo scritto: "Sono incurvato, incerto e quasi traballante, ma Tu accompagnami ancora, o Vergine e raccomandami al tuo Figlio perché per amor tuo, mi accolga con occhio benigno... una cosa è rimasta intatta nel mio cuore: l'amore alla Vergine stella del mio mare. A lei affido questo ultimo scorcio della mia vita.

Torneo di Beach Volley Si è c o n c l u s o il 10 agos to il pr imo tor-neo di Beach Volley o r g a n i z z a t o da l Circolo della Libertà - I ta l ia N o s t r a - di Montefiascone. L ' i n i z i a t i v a , c h e ha r i scosso mo l to suc-cesso tra i giovani, si è svolta al lago di Bolsena, presso il Kornos Bar. Tra le quindici squa-dre partecipanti, tutte distintesi per la grande sposrit ività, arbitrate magis t ra lmente dal professor Marsil io Fiocchetti , sono salit i sul podio classificandosi al primo posto: Riccardo Pizzinelli e Daniele Marianel lo, seguit i dal la squadra composta da Fabio Rosetto e Stefano Salvatori ed infine al terzo posto David e Andrea Menghini. Tutte le squadre partecipanti sono state premiate dal presidente del Circolo della Libertà Fabio Stefanoni con trofei, medaglie e prodotti tipici della Tuscia; lo stesso presidente, ringraziando gli sponsor, tutti i partecipanti e il pubblico che ha seguito la manifestazione, coglie l'oc-casione per dare appuntamento all'anno prossimo.

Fabio Stefanoni presidente Circolo della Libertà "Italia Nostra"

LA VOCE - n° 10 - Ottobre 2007 pag. 13

Ateo è colui che crede nell'ai di qua Questo verso di un certo

poeta "ermet ico" , del qua le non r icordo il n o m e , mi r onza ne l l a t es ta da un po ' di tempo; più cerco di riporre questo pensiero in un cantone, più me lo sento petulare nella mente: e sempre con maggiore ostinazione.

Più si avvicina il mio traguardo, più mi si confondono le idee in un miscuglio inestrica-bile di Fede e Nichilismo per cui sento il biso-gno di chiarirmi le idee imbrattando le carte, con la possibile conseguenza che se qualcu-no mai mi leggerà, si annoierà di questo mio marasma e mi manderà non in quel paese ma molto più sapidamente lontano, dove voi certamente sapete.

Mi sembra che qualche tempo fa scrissi -ne ho scritte tante di corbel lerie che ne ho perduto il conto - che io intendo la religione più come un sentimento che come una con-vinzione ancorché scaturita dalle profondissi-me ed acute escogitazioni di S. Agostino o di altri Padri della Chiesa, di fronte alle quali mi s e n t o uno ze ro ; anz i m e n o , ma, men t re

di Zelindo Gianlorenzo

ammiro i sublimi limiti della p e r f e z i o n e u m a n a d o v e sono arrivati quegli ingegni, la figura di un Dio scaturita dai loro insuperabi l i ragio-namenti mi lascia indifferen-te come se uno mi d imo-strasse che due più due fa q u a t t r o , non mi p r o v o c a cioè alcuna emozione.

Quel Dio che "atterra e suscita, che affan-na e che consola" io lo trovo invece nella figu-ra del Cristo attraverso "l'ineffabile sorriso dei pargoli" o nella ammirazione estatica di una profonda notte stellata: me ne sento partecipe e mi ci dissolvo dolcemente.

Perché lì ritrovo anche il Cristo Dio-Uomo che come me ha sofferto tutte le pene, gli affanni dell'umanità, che ne ha sperimentato l'altra faccia, quella feroce, che non fu soddi-sfatta finché non lo vide morire tra atroci sof-ferenze, inchiodato ad una croce. Allora mi assale un fremito che mi commuove e che

me lo fa sentire vicino ed è per questo che mi rivolgo a Lui nei momenti difficili della mia vita corporale e spirituale.

Forse ho detto una eresia e mi sembra di scivolare fra coloro che credono "nell 'ai di qua" nonos tan te che mi ost in i a negar lo . Certamente porterò all'Inferno questo dubbio e mi pare già di vedere il disco azzurro con la f reccia b ianca che indica la mia obbl igata destinazione: in quale bolgia andrò a finire? Nella Divina Commedia, Dante avrebbe dovu-to inventare un mezzo girone dove collocare tutti quelli che come me si dondolano in siffat-te altalene di ragionamenti e pensieri.

Viaggio in Toscana... alla ricerca di San Francesco ... chiare, fresche et dolci acque... gentil ramo ove piacque con sospir, mi rimembra,... herba et fior,

...il cor m'aperse date udienza insieme a le dolenti mie parole estreme. F. Petrarca - Canzoniere, CXXVI

Noi , i r a g a z z i de l i a S t r u t t u r a R e s i d e n z i a l e V i l l a S. G i u s e p p e di Montefiascone, abbiamo partecipato a una vacanza breve ma intensa, di tre giorni, nelle città di Firenze, Arezzo con escursioni alla Verna e pernottamento presso il convento di Santa Margherita da Cortona nella omonima città toscana.

Lungo la s t rada che sale al la Fortezza medicea - detta anche del Girifalco e da cui si gode uno splendido panorama - accompa-gna t i ne l l a r i p i d a s a l i t a da d i p i n t i di G. Severini che ha illustrato la Via Crucis in modi contemporanei di grande qualità, si incontra il santuario di S. Margherita da Cortona. Della accademica costruzione ottocentesca è inte-ressante soprat tu t to la tomba del la santa, gotico sarcofago marmoreo di illustri.

In posizione dominante, Cortona veglia su tu t ta la va l le . C e n t r o e t rusco di p r imar ia importanza, conserva ancora parte delle mura del l 'epoca (V secolo a.C.); le fortune della città nei secoli XIV e XVI sono testimoniate dal l 'aspetto medievale il cui fascino è fatto soprattutto dalle strade e dalle piazze, dall'at-mosfera antica che vi palpita.

Con i fondi del giubileo il convento è stato restaurato per diventare casa di accoglienza per turisti. Le stanze sono state ricavate dalle celle dei frati. Una nostra compagna, ci ha detto che "guardando il volto della Madonna di Cortona, con il viso così bianco mi sono commossa ed ho provato un sent imento di t ene rezza den t ro il mio cuore" , e la sera entrata nella sua stanza, "mi sentivo come se fossi dentro la camera della pace".

Il secondo giorno, ci s iamo avventurat i verso la città di Firenze, perla tra le perle della regione. Firenze è un gioiello d'arte, un museo a cielo aperto che conserva da solo un decimo del le bel lezze art ist iche d'Ital ia. La sua lunga storia fatta di cultura, di dominio e di ricchezze parla di fondazione antica, come colonia romana di una fioritura medievale di

una sfolgorante affermazio-ne in epoca rinascimentale. Il nostro cammino si snoda da piazza del Duomo, piaz-za della Signoria, il Palazzo Vecchio, il Ponte Vecchio c o n i suo i m e r a v i g l i o s i negozi di alta gioielleria e la Galleria degli Uffizi, ma la giornata calda e le lunghe file di turisti, ci hanno impe-dito di visitarla all'interno. Si a m m i r a n o le o r d i n a t e e dolci col l ine circostanti , di campi , boschi e uliveti tra cu i s p i c c a il b o r g o di Fiesole, di origine etrusca.

Al t ra sosta ad Arezzo che con le sue rinomate oreficerie, lo storico mercato dell'antiquariato e la celebre manife-stazione rock, attira ogni anno i migliori artisti, lungo le strade e piazze cittadine. È proprio alla scoperta delle sue bellezze che si comin-cia a visitare, scendendo dalla Fortezza medi-cea, giù per le strade del centro storico, pas-sando per Piazza Grande, con il Loggiato dei Vasari, luminoso e armonico porticato cinque-centesco che abbellisce la splendida piazza, e la Chiesa di San Francesco, dove è conser-vato il ciclo di affreschi dipinti da Piero della Francesca tra il 1453 e il 1466.

Il viaggio continua verso il monastero fran-cescano del la Verna dove San Francesco ricevette le st immate. Un luogo suggestivo, incas tona to sul le rocce, in una pos iz ione panoramica. Visi t iamo la Chiesa Maggiore, dove sono conserva t i a lcun i dei lavor i di Andrea Della Robbia. Di f ronte al l ' ingresso della Chiesa, un grande arco scolpito nella roccia che è l'originario ingresso al santuario. La cappella della Pietà introduce al corridoio delle st immate, con tanti affreschi f ino alla grotta dove il santo pregava e alla sua cella. Uno scenario indimenticabile!

Insomma s iamo stat i bene ve ramente ! Stanchi ma contenti e ci rimane il ricordo di città piene di vita, paesaggi di bellezze stupe-facenti e luoghi di silenzio e pace. Arte, cultu-ra, spiritualità, ma poca modernità!

I ragazzi

MONTEFIASCONE CALCIO

C O M U N I C A Z I O N E

Sono aperte le iscrizioni alla Scuola Calcio riconosciuta e

specializzata F.I.G.C., riservata ai bambini/e da 5 a 12 anni.

Per informazioni: Tel. 348.5148969

347.7290300 Sede telefax: 0761.830073

pag. 14 LA VOCE - n° 10 - Ottobre 2007

E' giunto il momento di sciogliere le vele (2 m. 4,6)

Scarponi Ludovica 25.2.1918 • 14.7.2007

Così come quando sei voluta andare a "Villa Serena" per non essere di incomodo ai tuoi familiari, nella stessa maniera te ne sei andata per non farci soffrire vicino al capezzale del tuo letto d'ospedale, dopo una rovinosa caduta a "Villa Margherita" con la conseguente rottura del femore. Sei stata una mamma meravigliosa e instanca-bile. Sarà impossibile dimenticare quel sorriso che avevi stampato sul volto sempre e per tutti. La tua esistenza è stata difficile fin dalla nascita in quanto a pochi mesi hai perso la tua mamma, per questo negli ultimi mesi della tua vita, tra-scorsa su una sedia a rotelle, chiedevi notizie del tuo nonno e della tua nonna. Fin da bambina hai dovuto lavorare e hai conti-nuato, insieme al babbo, sacrificandovi per

dare benessere ai tuoi figli Fausto e Ennio. Di que-sto vi ringrazia-mo. Ora sei in cielo insieme al tuo sposo che ti ha preceduto, nella speranza che vi siete di nuovo incontrati. Ci assisterete dal cielo e da lassù continuerete ad amarci ed a guidarci come sempre avete fatto, mentre noi pregheremo per voi nella certezza che abbiate finalmente trovato la pace e la tranquillità nella casa del Signore. Ci mancherai mamma ci mancherai tanto.

M e n g h i n i M a r i a n o 23.10.1912-20.8.2007

e Bar to lesch i A n n u n z i a t a Il 20 agosto 2007 si è spento, al l 'età di 95 anni, Mariano Menghini. A noi familiari fa piacere ricordar-lo insieme alla sua sposa Bartoleschi Annunziata, con la quale ha vissuto per ben 63 anni, prima in via Del Barone e per ultimo a Villa Serena, dove insieme hanno concluso le loro radiose esistenze. Annunziata è stata sempre una persona discreta, pre-murosa e attenta verso la famiglia. Mariano ha condotto una vita altrettanto esemplare e riservata, lavorando con dedizione la campagna. Per i figli Giuseppe, Adele, Maria e per noi nipoti, essi sono stati sempre un esempio di famiglia unita e pronta ad affrontare le difficoltà quotidiane, perché costruita su solidi valori cristiani. Li ringraziamo per l'importante eredità spirituale che ci hanno trasmesso e li preghiamo affinché dal Cielo guidino sempre il nostro cammino.

I nipoti

Castiglione Sergio 27.4.1954 • 11.9.2007

P a l m i r o Sarch ion i 25.3.1917 • 8.7.2007

Una d o n n a , sposa e madre semp l i ce ma ricca di umanità, l abo r i os i t à e amore s ince ro per la famiglia e per tutte le per-sone da lei conosciute. R i ceveva ogn i mese Gesù Euca r i s t i a e quindi , anche se la morte è stata quas i improvvisa, sicuramente è stata ricevuta in cielo, dove desiderava andare per incontrare lo sposo e soprattutto la figlia. Requiescant in pace!

Come un gregge Al paese uno sguardo Mille case adagiato sul verde d'amore che bianche e rosate stari le Coste verso il lago profumate di menta e dai mille colori. un pensiero lontano. d'alloro

sembra attendan le stelle nel cielo.

\_ Giuliana Lampani

Ciao Alvaro n. 26.6.39 - m. 4 .7 .2007

E' la terza volta che ritorniamo a parlare di lui, lo merita!

Per ogni dipartita, si ce rca sempre di r i co rdare le cose buone fa t te dal defunto. Per Alvaro Mengh in i le cose buone sono talmen-te numerose , che e lenca r le tu t te s e n z a sco rda rne nessuna è vera-mente un' impresa. Sono tante perché tutte le azioni di Alvaro sono sempre state frutto di un animo pieno di umanità, genero-sità, solidarietà, tanta voglia di rendersi utile al la Comuni tà , che non po tevano essere diverse; proveremo ad elencarle, almeno le più notorie:

- Avis donatore di sangue finché ha potuto e poi collaboratore;

- Fondatore, insieme ad altri, della Solidarietà Fal isca che gest isce il serv iz io Socia le dell'Ambulanza in cui fino a poco tempo fa ha fatto l'autista

- Asvom Protezione Civile cui non ha fatto mancare il proprio apporto

- Organizzatore della festa della MADONNA MADRE DELLA CHIESA che ogni anno con successo si è svolta nel suo quartiere

- Disponibilità piena a sostenere con grande e n t u s i a s m o le a t t i v i tà de l la C o m u n i t à Parrocchiale di SAN FLAVIANO

- In considerazione dei Valori dell'Amicizia, ha organizzato ogni anno l'incontro fra i nati del 1939, iniziato sempre intorno all'altare, con il ricordo dei coetanei defunti cui portare dei fiori e poi continuato a tavola nei risto-ranti di Montefiascone

- Sempre attivo nell 'organizzare le feste al circolo Anziani, cui si sentiva molto legato

E poi tante, tante altre cose in cui si imbarca-va, sempre spinto dalla sua naturale indole buona ma anche combattiva e non disponibile a subire le deformazioni della società e sem-pre da protagonista anche se nella Umiltà più completa. Non ultimo il suo irreprensibile ed esemp la re compo r tamen to come mar i to , padre e nonno. Certamente la Sua dipartita lascia Tutti, dai Famigliari agli Amici ed ai conoscenti nel ram-marico di aver perso una persona che era un punto di riferimento per chiunque avesse biso-gno di aiuto. Ci deve rincuorare la CERTEZZA che anche da LASSÙ' ci segu i rà sempre e v ig i le rà soprattutto sulla Sua famiglia, la moglie, i figli, le nuore, i nipoti e tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.

Con un lungo sospiro ci hai lasciato, con la serenità con cui hai vissuto. Di Solidarietà campata non in aria verso ogni iniziativa Umanitaria,

hai costellato tutta la Tua vita, frutto certo di Umanità infinita. Lasci un vuoto notevole che sarà compensato Dal grande Esempio che Tu hai sempre dato.

RicordarTi ci darà tanta gioia e sarà basilare per la storia che resterà impressa nella mente,

di chi vorrà migliore il Suo Presidente. La tua Amicizia è stata un grande onore, resterà sempre impressa dentro il Cuore.

Turno Fagiolo

Il solito male è venu-to a troncare la vita di Sergio, lasciando nel dolore la sposa Luciana Lanzi e il f i g l i o Marco . La madre Rosina impie-trita per la perdita del f igl io era accompa-gna ta da l la f i g l i a Maria Antonietta. "Mille anni, Signore, sono come il giorno di ieri che è passato". È tanto breve questa nostra vita... viverla bene è necessario per poi possedere la gioia e l'eternità di Dio.

LA VOCE - n° 10 - Ottobre 2007 pag. 15

I DANNI DEL CICL0NE:TUTTI PREOCCUPATI, MA NESSUNO E' INFORMATO Ci saranno provvidenze? Solo per l'agricoltura o anche per le case danneggiate?

Perché non si è chiesta subito una deroga ai termini per le agevolazioni fiscali e per UVA al 10%? di Giacomo Carioti

Ne abbiamo già parlato in altre sedi, ma è quanto mai opportuno tornare sull'argomen-to nell'ambito specifico di Montefiascone, che è uno dei comuni più colpiti dalla tromba d'a-ria del 23 agosto.

La preoccupazione dei cittadini danneggiati non trova ancora, a distanza di oltre un mese dal fatto, alcun positivo e tangibile riscontro sulla tempestività ed efficienza dei mec-canismi di intervento da parte del Comune e della Provincia.

Si sa, per sentito dire, che si sono fatte riunioni, e che la Provincia ha chiesto il ricono-scimento dello stato di calamità: silenzio assoluto sia sul seguito, sia sulle previsioni, sia sui consigli da dare ai cittadini. L'unica attività svolta in tal senso è stata la raccolta di segnalazioni (alle quali non si sa nemmeno quale valore giuridico attribuire).

Insomma, cosa riserva il futuro ai danneggiati? C'è chi vocifera che, se qualche inter-vento ci sarà, sarà solo a favore degli agricoltori. Se ciò fosse, sarebbe un grave scandalo, e giustificherebbe la reazione di chi ha subito danni agli immobili. Staremo a vedere.

Ma c'è un altro grave problema da sottolineare, in questo clima di totale assenza di informazioni, in questo mutismo istituzionale, di cui le Amministrazioni si debbono fare responsabilmente carico negativo.

A questo punto ormai gli edifici danneggiati sono già stati riparati: poiché i danni erano prevalentemente ai tetti, e la dilazione degli interventi avrebbe causato, con le piogge, danni ancora maggiori, anche all'interno delle case.

Quindi, i cittadini hanno già pagato le ditte fornitrici del servizio. E come hanno pagato? Ovviamente, con il normale regime di IVA al 20%, e con nessuna prospettiva di rimborso fiscale, in quanto nessuno ha avuto il tempo di istruire preventivamente le dovute - e assai complesse- pratiche con l'Agenzia delle Entrate, e le ditte sono state nella maggior parte dei casi già pagate o pronta cassa o con assegno: tutto questo ESCLUDE, in base alle norme vigenti, ogni possibilità di accesso alle agevolazioni fiscali che chiunque avrebbe ottenuto qualora avesse deciso -senza l'incombenza della tromba d'aria- di ristrutturare o ricostruire il proprio tetto, o effettuare qualunque altro tipo di manutenzione straordinaria del proprio immobile.

Di fronte a questa assurdità, il più semplice dei cittadini si chiede (visto che fino ad oggi nessuno ha dato indicazioni di alcun genere): è stato almeno fatto il tentativo di chiedere una deroga alle procedure di segnalazione fiscale, stante la situazione di calamità e peri-colo incombente, in modo da consentire la fruizione dei BENEFICI FISCALI ORDINARI e, soprattutto, immediatamente, l'applicazione dell'IVA al 10%?

Chiediamo al Sindaco, al Presidente della Provincia e al Vice Trapè, e a tutti gli altri Assessorati e Uffici competenti a livello comunale e provinciale, di dare subito una risposta a questi dubbi e a queste preoccupazioni, fornendo tutte, ma proprio tutte, le delucidazioni che i cittadini aspettano.

La furia

L'ANGOLO DI SCRAPANTE di G.C.

LA CASSIA SI BLOCCA, MA IL COMUNE

NON CI INFORMA Ben vengano le manifestazioni ciclistiche o automobilistiche: ma i provvedimenti di chiusura debbono essere comunicati

tempestivamente e in maniera adeguata.

9 settembre 2007, ore 9,30, Strada Statale Cassia, altezza bivio per Marta. Improvvisamente le auto provenienti da Montefiascone vengono bloc-cate da una pattuglia dei Carabinieri. Si forma immediatamente una lunga fila e gli automobilisti scendono per chiedere spiegazioni. I Carabinieri sono molto gentili, ma non hanno informazioni, se non quella che sono stati man-dati a bloccare il traffico per una gara ciclistica: ci sarà da aspettare una mezz'ora. C'è un automobilista con una emergenza sanitaria, ma non c'è nulla da fare: proseguendo sulla Cassia si potrebbe verificare una situazione di pericolo. Dopo una ventina di minuti sopraggiunge un'auto della Polizia, che anticipa il passaggio della corsa. Gli automobilisti provano a chiedere anche ai poliziotti, ma questi, al contrario dei carabinieri, ritengono che la cor-tesia e la disponibilità verso i cittadini siano degli optional da trascurare: bru-scamente dicono che c'è un'ordinanza prefettizia, e non sono tenuti né a for-nire ulteriori spiegazioni né ad ascoltare rimostranze; fanno comunque secca-mente notare che l'informazione preventiva sui blocchi è compito dei Comuni, e se non l'hanno data (come previsto dalle norme, almeno nelle quarantott'o-re precedenti il provvedimento, con avvisi nelle zone interessate) la colpa è soltanto loro.

Mora le de l la favo la : perché i comun i , e nel lo spec i f i co que l lo di Montefiascone, non hanno pubblicizzato adeguatamente il blocco stradale, causando gravi disagi e potenziali danni (ricordiamo la citata emergenza sani-taria) agli utenti delle strade insistenti nel Comune e bloccate dalla corsa?

Si tratta di un errore, di una dimenticanza, o di un costume? Aspettiamo una risposta dal Sindaco.

MERAVIGLIE PANORAMICHE E CATTIVI ODORI

Molti cittadini, fra i più sensibili ai problemi della comunità -inte-sa come consorzio sociale e non solo come somma di piccoli e grandi egoismi-, ci hanno interpellato per segnalarci un problema che, specie d'estate, opprime il Centro storico di Montefiascone: quello dei cattivi odori. Recentemente queste segnalazioni si sono concentrate proprio intorno alla via più "turistica", quella frequenta-ta e percorsa oltre che dai cittadini, dai turisti diretti al Belvedere, alla Rocca, o ai ristoranti che si affacciano sul lago. Sembra che questa strada sia oppressa dai miasmi che provengono sia dalle fogne ostruite, sia da un paio di cantine abbandonate da decenni, dove sarebbero anche carcasse di animali. Possibile che il servizio d'igiene, e le altre strutture preposte, non possano far nulla per fronteggiare questo problema, che deturpa, oltre che l'olfatto, il prestigio stesso della città, le cui migliori caratteristiche ambientali e panoramiche sono rovinate da questi permanenti olezzi? Anche su questo attendiamo risposta dal Comune.

Le fogne puzzano Le fogne di Montefiascone hanno bisogno di "pulizie" infatti puzzano. Vicino al Ristorante Miralago e vicino alla Farmacia Braguti escono cattivi odori. ! tombini piccoli in Via del Corso (ad esempio) sono tutti intasati da cartacce e, quindi, non possono rice-vere l'acqua quando piove. Ci vuole poco tempo e poco denaro a risolvere questi problemi.

Dott.ssa Marisa Arini

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pag. 16 LA VOCE - n° 10 - Ottobre 2007

Ottobre Missionario 2007 - giusto due parole L'Italia è bella. Qui si vive bene e si mangia da favola. È piacevole abita-

re in questo stupendo paese ricco di storia, cultura e meraviglie naturali. Eppure ritornando in patria, dopo tanti anni, mi pare di notare come i miei connazionali non siano persone serene, felici di vivere, ma la contrario appaiono insoddisfatti, arrabbiati, cupi. Questo sicuramente ha tante cause ma tra le altre mi sembra che essi abbiano dimenticato un paio di parole che hanno fatto grande questo popolo: "GRAZIE" e "SACRIFICIO".

Durante le mie ultime vacanze è successo che mia mamma si è amma-lata gravemente. Ho avuto la fortuna di esserle accanto nelle lunghe ore in cui era ricoverata nel reparto intensivo dell'ospedale. Dal personale medico sono venuto a sapere che il costo del ricovero giornaliero in quella sezione era poco meno di 800 euro al giorno! Moltiplicato per tutto il periodo della degenza, faceva una tombola... ma quando è stata dimessa, con mia gran-de meraviglia, non ha pagato niente! È incredibile tutto ciò, se penso che qui in Korea spesso le famiglie si ipotecano anche la casa per rifondere le costose spese sanitarie. Ritornato a casa, sono andato in farmacia a pren-derle le tante medicine di cui aveva bisogno... e con sorpresa mi sono reso conto che dovevo sborsare solo pochi euro!

Medicine quasi gratuite. Questo è straordinario! Passati alcuni giorni la mamma ha avuto bisogno di una visita di controllo. Una telefonata ed il dot-tore curante è venuto a casa a visitarla! Ciò è impensabile in quasi tutte le nazioni del mondo dove è il paziente che deve andare dal medico e non viceversa. Anche le analisi sono state pressoché esenti da spese. Il fatto è semplicemente favoloso se si pensa che tutti questi servizi, eccetto pochissi-mi paesi, sono pressoché inimmaginabili nel resto del pianeta! Mi è stato detto anche che, se uno della famiglia si ammala gravemente, lo Stato passa lo stipendio di "accompagnamento" a chi lo accudisce, e che ogni cit-tadino ha diritto, una volta raggiunta l'età di anzianità, ad una pensione sociale minima che gli garantisca la sussistenza. Questo è talmente bello che rasenta l'inverosimile. I miei vecchietti qui, vanno a raccogliere cartoni e bottiglie per avere qualche spicciolo in tasca. Che differenza con l'Italia. E che dire dei tanti uomini che, prima di andare a pranzo, si fermano al bar a prendere l'aperitivo con gli amici... mentre in altre regioni geografiche centi-naia di milioni di papà lavorano per due euro al giorno. E che pensare delle centinaia di migliaia di italiani che fanno interminabili file sulle autostrade, negli aeroporti o negli scali marittimi per andare in ferie? Che bello vivere in Italia. Mi è capitato anche di portare la mia nipotina a giocare ai giardinetti. Che spettacolo osservare quei bambini sereni, ben nutriti, splendidamente vestiti giocare spensierati... nessuno paragone è possibile con le migliaia di fanciulli denutriti che ho visto in Senegal, i bimbi-lustrascarpe che ho incon-trato nelle Filippine, i piccoli-operai con i quali ho parlato in Sri Lanka, i ragazzi-mendicanti dell'India ai quali ho stretto la mano.

C'è solo da gridare a squarciagola la lode al Signore per tanta gra-zia, bellezza e abbondanza. Per queste cose e tante altre ancora come l'e-ducazione gratuita, le ferie pagate, i diritti civili, l'assistenza sociale, ogni cit-tadino italiano dovrebbe, appena aperti gli occhi la mattina, dire: Grazie, grazie Signore. È vero, ci sono tante cose che non vanno: troppi disservizi, sprechi ingiustificati, evasori fiscali, furbetti arricchitisi imbrogliando, impiega-ti lavativi ed ignoranti... ma le cose belle sono così tante che il grazie, accompagnato da un bel sorriso, dovrebbe sempre fiorire sulla bocca di tutti. I miei connazionali prima di fissare lo sguardo su ciò che non possiedono, puntare il dito su ciò che non funziona dovrebbero imparare a dire grazie per tutto ciò che gli è garantito ed è donato loro.

Una seconda parola che gli abitanti del "Bel Paese" mi sembra abbiano dimenticato sia: sacrificio. Vivendo per tanti anni in questo angolo di Estremo Oriente ho fatto amicizia con un grande uomo, che ammiro ed apprezzo molto: Budda. Questi ammoniva, già tanto tempo fa, che "la vita è dolore e solo chi è capace di sacrificarsi può comprenderla fino in fondo". Quanto mi sembra distante questo insegnamento da certi programmi televisivi banali, sciocchi, stupidi che ho visto in Italia, in cui si mostra una vita facile, bella, divertente, dove si può ottenere tutto e subito, senza alcuno sforzo o impegno. Mutui agevolati per le irrinunciabili vacan-ze in posti esotici. Leasing per macchine di grossa cilindrata. Prestiti facili per usufruire della chirurgia estetica. Rate da rifondere nel tempo per com-prarsi vestiti griffati. Guardando la pubblicità è evidente che la parola più usata sia "gratis": come se tutti ti dessero tutto senza impegno o contrac-cambio. La parola sacrificio sembra essere bandita dal vocabolario... e quel-le poche volte che viene usata è riferita sempre agli altri, che dove fare sacrifici, ma mai a se stessi.

Mi piace sognare una società dove la "cultura del gratis", dove tutto mi è dovuto subito e senza sacrificio, con la sua arrogante presunzione, scom-parisse per fare spazio alla "cultura del grazie", dove tutto è un dono gioio-so, inaspettato, bello, ricolmo di stupore ed anche di impegno serio.

Quanto sarebbe bello se la sera ogni babbo si avvicinasse al letto della propria figlia e le insegnasse a pregare così: "Richiamiamo alla mente le cose belle e stupende di questa giornata ed insieme ringraziamo il Signore per esse". Oppure la mamma la mattina, svegliando il figlio, gli suggerisse al cuore ancora addormentato: "Un nuovo giorno sta per iniziare, figlio mio, anche oggi ci saranno sfide da affrontare e sacrifici da vivere. Affrontale con coraggio e forza perché il Gesù ti è vicino e ti aiuta. Non temere le avversità, questi ti faranno più grande e responsabile".

Questa lettera, a voi cari amici, non vorrebbe sembrare una predica moraleggiante di un vecchio e nostalgico missionario che di tanto in tanto ritorna al paese. Desidero, solo, proporvi lo stile con il quale cerco di vivere ogni giorno: il sacrificio, accettato ed accolto come sfida quotidiana a cre-scere come persona sana e matura. Il sorriso come gioia di scoprire ogni giorno tante cose belle che la vita mi dona. Lo sguardo positivo che come raggio di luce fa risplendere ogni frammento di coccio sul quale si posa. Provateci anche voi e sicuramente la vita sarà meno arrabbiata, più serena e la pace vera risplenderà nelle vostre famiglie.

Con affetto sincero. Vincenzo. [email protected]

COMUNICATO STAMPA È ritornata anche a Montefiascone la DEMOCRAZIA CRISTIANA. Il par-tito politico, di ispirazione cattolica, che vanta lo stemma originale della vecchia D.C., ha nella nostra cittadina numerosi simpatizzanti. I soci, oltre le duecento unità, si riuniranno in ASSEMBLEA, presieduta dall'Onorevole Darida, dal Vice Presidente Nazionale e Responsabile Regionale Marinangeli, dalla Responsabile Nazionale del Dipartimento Pari Opportunità Aw. Patrizia Vrenna, dal Responsabile Provinciale di Roma A w . De Angelis, Domenica 14 ottobre, alle ore 10,30, presso il salone del ristorante "RONDINELLA" in Montefiascone. Possono intervenire tutti coloro che, a qualunque titolo, sono interessati all'iniziativa della Democrazia Cristiana.

Segreteria Politica Democrazia Cristiana

Facciate storiche falische a cura di P. B.

Siamo in via Piave in pieno cen t ro s tor ico a r idosso della Rocca dei Papi. La facciata che vedete è sicu-ramente una delle più belle ed una delle più antiche. Il palazzo, real izzato com-pletamente in pietra locale e sapientemente restaura-to con una perfetta stilatu-ra, si presenta con tutta la sua bellezza. Le riquadrature in peperino delle finestre e delle porte sono in perfetta armonia con la facciata. Peccato le cassette, sarebbero state m e n o a p p a r i s c e n t i se i n c a s s a t e nel muro . Comunque non infastidi-scono più di tanto.

Questo mese vogliamo evidenziare una parte secondaria, ma molto importante per la singola persona, della DONAZIONE DI SANGUE; la parte primaria è ovviamente la D O N A Z I O N E S T E S S A , par te p r imar ia u t i l e / n e c e s s a r i a / i n s o s t i t u i b i l e per la Comunità.

Ogni volta che si dona SANGUE INTE-RO o EMOCOMPONENTI (plasma, piastrine) si viene sottoposti a colloquio e controllo medico dopo aver compilato un questionario "sanitario", subito dopo con un prelievo di alcune gocce di sangue vengono fatti alcuni esami; se il tutto è nella norma si procede alla donazione. Il sangue donato, successivamente, viene esa-minato in tutte quelle parti che danno il "via libera" per le trasfusioni e che servono a controllare la salute di chi dona.

Quindi donare, oltre a far del bene alla collettività, fa del bene a se stessi e attualmente, in Italia, è l'unica forma di vera prevenzione esistente.

Nei luoghi dove si dona è sempre presente un medico, anche per informazioni e chiarimenti. A Montefiascone è possibile donare il 1° e 3° giovedì di ogni mese; in questo mese di ottobre sarà possibile donare anche Domenica 14, il luogo è sempre lo stesso: il Centro Fisso di Prelievo Avis in Ospedale.

A Viterbo (ospedale Belcolle) è possibile donare ogni giorno dell'anno.

Per la sezione avis Montefiascone Carlo GIANVINCENZI

LA VOCE - n° 10 - Ottobre 2007 pag. 17

La Società Filarmonica di Montefiascone di Paolo Pezzato

Autorevole testimonianza della Società Filarmonica della Città di Montefiascone la si trova nel libro del 1925 "Foglie secche" di Aldous Huxley, uno tra i più illustri romanzieri e saggisti inglesi del primo Novecento il quale, colpito dalla bellezza del Colle, più volte vi soggiornò ambientando qui uno dei capi tol i del suo romanzo, come r iportato dal l 'ar t icolo di Alessandro Scutumella nel n. 1 de "La Voce" di quest'anno.

Siamo dunque all'inizio degli anni venti, gli anni del primo Dopoguerra, gli anni della miseria vera, della fame. L'Italia era in una profonda crisi socia-le ed economica, lo Stato era indebitato fino al collo e la disoccupazione in aumento. La stabilità politica era minacciata ancor più da un forte incremen-to demografico e dal crollo della Lira. Erano gli anni in cui si impose il ritorno al governo del vecchio Giovanni Giolitti, gli anni in cui le imprese di D'Annunzio e la sua strenua difesa della Dalmazia e della città di Fiume attiravano molte reclute sotto la bandiera della forza politica che Mussolini aveva cominciato ad organizzare sin dal '19: il Fascio. L'assassinio nel 1924 del deputato socialista Matteotti scosse la Nazione ma Mussolini riuscì a mantenere il potere abolendo tutte le libertà costituzionali instaurando così un regime dittatoriale.

Questo è dunque il contesto storico degli anni in cui la Filarmonica di Montefiascone si ricostituì e si riappropriò della nobile arte della musica che, dopo anni di orrori e tragedie, tornò a diffondersi di nuovo nell'aria del Paese. Un Paese polveroso, che conservava ancora l'impianto urbanistico tipico del periodo ottocentesco, pieno di ruderi disseminati di erbacce e di pietre, rimasto ancor più chiuso tra le antiche mura della parte alta che sepa-ravano il nucleo storico, quello del popolo, dalle terre più basse, quelle del contado.

Fu per iniziativa dell'allora ventottenne Achille Onofri che la Filarmonica ricominciò ad organizzarsi cercando di reclutare gli elementi più volenterosi e quelli dotati di talento. Autodidatta, come gli altri, riuscì così a ridestare in coloro che lo seguirono la passione per l'arte musicale e ad incoraggiare di nuovo le esibizioni dei musicanti (così si chiamavano i componenti; più rara-mente orchestrali), alcuni poco più che bambini, ancora provati dalla miseria, dalla fatica e dalle visioni della guerra appena trascorsa e riuscì a riscostrui-re il legame tra il Paese e la banda. Tuttavia, già prima della guerra, pare che alcuni musicanti tenessero già da diversi anni degli apprezzati concertini nelle osterie e nelle vie del borgo.

Le società f i larmoniche ebbero origine dall 'evoluzione delle bande. Queste ultime erano in genere costituite da un complesso di strumenti a fiato e a percussione per esecuzioni musicali all'aperto che, a loro volta, rappre-sentavano l'evoluzione storica delle fanfare, di natura tipicamente militare, specializzate nelle esecuzioni di marce. Successivamente, la banda subì un graduale processo di trasformazione grazie al perfezionamento ed all'evolu-zione di molti strumenti a fiato tra cui il sassofono, il clarinetto ed il flicorno dovuto, in particolare, all'introduzione dei cosiddetti pistoni negli strumenti a fiato.

Con l'introduzione più tardi dei legni e degli strumenti a corde (soprattut-to chitarre, violini, viole, mandolini e contrabbasso) oltre agli ottoni, si anda-rono costituendo delle vere e proprie piccole orchestre mobili che acquisiro-no la caratteristica di poter eseguire dei repertori che andavano ben oltre le consuete marce militari. Nell'Ottocento, anche alcuni illustri compositori scrissero brani o parti di brani bandistici in talune loro opere, come nella "Norma" di Bellini, nel "Fidelio"di Beethoven, nell"'Emani", ne "La Traviata"e ne\\'"Aida" di Verdi. La difficoltà maggiore era costituita dal fatto che per poter eseguire brani d'opera occorreva però adattare al taglio dei fiati la tonalità originale dato che le tonalità cariche di diesis creavano difficoltà.

Grandi furono i sacrifici necessari per mettere insieme un vestito decente e per procacciarsi uno strumento in grado di produrre un suono accettabile. E ancor più grandi furono i sacrifici necessari per reimparare di nuovo a decifrare le note e gli spartiti musicali nonché per organizzare le prove setti-manali che, tra l'altro, imponevano estrema puntualità e rigore. Le stonature non erano proprio tollerate: a volte pare che in caso di stecche sonore volas-sero anche delle scarpate. Si tenga presente che l'analfabetismo in tale periodo storico era assai diffuso tra la popolazione: s'immagini in una popo-lazione prevalentemente rurale come la nostra. Inoltre, da tale attività non si ricavavano degli introiti. Per questo lo spirito di sacrificio di questi ragazzi era ancor più da lodarsi. In un mondo dominato da una condizione sociale di miseria il fatto di poter appartenere ad un gruppo di musicisti era già di per sé un privilegio.

Nonostante, dunque, lo stato d'animo fosse quello di chi ritorna a canta-re dopo aver assistito ad un funerale, questa gente riuscì a riportare in Montefiascone il piacere della musica e, con esso, l'ottimismo di ritornare a vivere. Quelle mani e quelle dita che erano mani e dita di operai, muratori, meccanici, artigiani, abituati a intemperie e lavori pesanti, acquistarono di nuovo l'abilità e la scioltezza necessarie a far vibrare uno strumento. Grazie a loro, nel periodo di transizione fra le due guerre, nonostante le varie diffi-coltà, tornarono' a diffondersi le note nell'aria di Montefiascone e con esse sembravano ritornare gli echi dei tempi fiorenti e dei fasti della cultura

Questa rara foto ritrae gli elementi originari della Società Filarmonica di Montefiascone e risale al 1924. Da sinistra in alto: Tullio Terzoli (contrabasso), Impero Porroni (mandolino), ? (chitarra), Guido Porroni (chitarra), ? (violino), ?. Da sinistra in basso:? (mandolino), Mario Porroni, Achille Onofri (viola), Luigi Giusti (violino), ? (mandolino), ? (violino).

romantica, neoclassica e risorgimentale.

La funzione della loca-le Filarmonica era preva-lentemente divulgativa di musiche di repertorio vario opportunamente trascritte e rielaborate. La sua pre-senza a l l i e tava fes te e manifestazioni pubbliche.

Ogn i occas ione era buona per suonare e ripor-tare il buonumore t ra il popolo. In part icolare la F i la rmonica in terven iva nelle principali festività cit-tadine o nei più importanti event i rel ig iosi come le fes te pa t rona l i o del Corpus Domini, ma anche nei loca l i da bal lo. Talvolta, la Filarmonica si prestava anche ad orga-n izzare dei concer t i n i (serenate) su commissio-ne di qualche spasimante.

Ma il periodo di relati-va ca lma durò poco. Il sibilo sinistro delle bombe e le sirene degli al larmi tornarono a farsi sentire e la F i l a rmon ica dove t te nuovamente sospendere la propria attività. La musica, la più nobile delle arti, dovette di nuovo sottostare al triste frastuono della guerra e i musicanti dovettero riappendere al chiodo i loro amati strumenti in attesa di tempi migliori.

Ma la passione non si sopì mai. Alcuni di loro li ritroviamo infatti ritratti anni dopo in foto successive alla Seconda Guerra, più attempati ma con ancora tra le mani il loro prezioso strumento. Visti adesso, in cui l'unica musica che si diffonde nell'aria è quella artificiale e squallida delle suonerie dei cellulari, erano davvero bei tempi. Oggi la gente non suona, non canta e neppure fischia più.

Dal canto suo, il più anziano, Achille, l'indomito maestro, meccanico di mestiere ma animo sensibile e raffinato violinista, continuò a suonare con la passione ed il rigore che lo avevano sempre contraddistinto fino agli ultimi giorni della sua vita, sempre pronto a coinvolgere o a farsi coinvolgere da giovani appassionati della musica, con il suo innato istinto a voler insegnare agli altri l'arte musicale.

È proprio vero: l'arte si spegne soltanto con il venire meno delle persone da essa pervase.

Questa foto risale al maggio 1945: da sinistra, con il violino, Achille Onofri, al centro il figlio Mario con la fisarmonica e a destra Guido Porroni con la chitarra e il figlio.

pag. 18 LA VOCE - n° 10 - Ottobre 2007

Tre giorni di festa per ricordare il fondatore della Congregazione dei Figli della Immacolata Concezione

Villa s. Margherita: festa in onore del Beato padre Luigi Monti Messa finale a s.Margherita con malati, anziani, infermieri e assistenti che hanno organizzato i festeggiamenti

Al centro di riabilitazione (Cdr) villa santa Margherita e casa di riposo (Rsa) di via Bertina, si è svolta la festa liturgica del Beato Luigi Monti, Fondatore dei Figli dell'Immacolata Concezione, la Congregazione che opera al servizio degli infermi e della gioventù bisognosa, in Italia e in 20 paesi del mondo.

Festa organizzata dagli assistenti e infermieri insieme a tutti i pazienti del Cdr e Rsa. in collaborazione con padre Terenzio D'Ortenzio, il direttore sani-tario Attilio Mancini e l'assistente sociale Candida Guadagnini.

Una festa con canti e recite sceneggiate fatte dagli ospiti con la regia degli assistenti e infermieri di villa s. Margherita.

Festa che proseguirà sabato 22 settembre e che si è conclusa domenica 23 set tembre 2007 con una messa solenne nella basil ica di santa Margherita dal neo parroco don Emmanuele e concelebrata insieme al diret-tore di villa santa Margherita padre Terenzio D'Ortenzio e il decano e parro-co don Agostino Ballarotto. Giorni di festa, il cui programma di manifestazio-

ni è proseguito a Saronno, casa del beato padre Luigi Monti, fino al primo ottobre quando i Concez ion is t i hanno ricordato la memoria del Transito al Cielo del loro beato Fondatore padre Luigi Monti.

La festa preceduta da un Triduo di Preparazione con le Assoc iaz ion i di Volontariato, i Gruppi Scout, Unitalsi ed infine l'incontro

Si è svolta una prova di equitazione in destrezza alla guida di carroze e cavalli

Maneggio La Valle: cavalli, carrozze e cavalieri nella prova di "attacchi"

Le amazzoni falische Flora Bucaccio ed Anna Paradiso hanno trionfato nella gara di equitazione specialità "attacchi" disputata al maneggio de "La Valle del Lago" organizzata dalla Fite (Federazione Italiana Sport Equestri) in collaborazione con i fra-telli Gabriele e Pietro Bologna. Al maneggio "La Valle" si è disputata la prima gara di "Carrozze e Cavalli" nella specialità degli "attacchi" disputata che ha visto l'affermazione dei fratelli falisci Gabriele e Pietro Bologna insieme al gestore del maneggio Luigi Quattranni ed i suoi più stretti col-

laboratori. Una gara disputata in tre specialità: "attacchi", "combinata" e "individuale amazzoni" in potenza, ed eleganza.

Nella prova più attesa di sono affermate le giovani amazzoni falische Flora Bucaccio ed Anna Paradiso mentre nella combinata ha vinto la coppia Buttazzoni-Sestili, davanti a Levi-Gozzi ed i fratelli Gabriele e Pietro Bologna. La prova indivi-duale è stata vinta da Giocoso Gozzi davanti (per un incollatura o corto muso) all'a-mazzone falisca Flora Bucaccio ed Angelo Quattranni.

La disciplina degli attacchi, nata per i Tiri a Quattro e poi allargatasi alle Pariglie e ai Singoli (sia nelle categorie Cavalli che Pony), ricalca nella sua forma classica il Concorso Completo di equitazione. La prima prova di un concorso pre-vede infatti una ripresa di dressage attaccato, con varie figure da eseguirsi al passo, al trotto riunito, al trotto di lavoro ed al trotto allungato. La seconda prova consiste in un percorso di maratona della lunghezza massima di 5 chilometri nelle campagne della Valle del Lago. Vincitore del concorso è naturalmente il concorren-te che, alla fine delle tre prove, totalizza il minor numero di penalità.

Gli attacchi in Italia sono rinati proprio nell'ambito della tradizione, con sfilate e concorsi di eleganza che hanno attirato grandi folle di spettatori entusiasti. Le car-rozze possono essere suddivise in tre grandi categorie: le carrozze originali d'epoca, le repli-che moderne di carrozze d'epoca e le carrozze costruite espressamente per la prova di campa-gna dell'attività sportiva agonistica.

Buona la prova del decano dell'equitazione falisca Enrico Giusti che nella specialità "attac-chi" si è classificato all'ottavo posto. Gli attacchi in Italia sono rinati proprio nell'ambito della tradi-zione, con sfilate e concorsi di eleganza che hanno attirato grandi folle di spettatori entusiasti.

Concorsi di Eleganza e Abilità Nei Concorsi di Eleganza la carrozza è obbligatoriamente originale d'epoca. Carrozze: Le carrozze possono essere suddivise in tre grandi categorie: le car-

rozze originali d'epoca, le repliche moderne di carrozze d'epoca e le carrozze costruite espressamente per la prova di campagna dell'attività sportiva agonistica.

Attacchi: Le gare prevedono, al di là del livello agonistico dato dal grado di patente del guidatore, tre categorie di attacchi: il singolo, la pariglia ed il tiro a quat-tro.

Razze equine più usate: Hannover, Normanni, Frisone, Lipizzano e Pony d'Esperia o della Giara

I.G.

... A proposito di... leadership politica Un recente sondaggio nazionale ha verificato che gli italiani hanno

voglia di essere governati da un "uomo forte". Un uomo che decida, che sappia decidere. Non è un'aspirazione sorprendente e, soprattutto, non è una novità. Se si guarda con attenzione alla genesi del Fascismo, si vedrà che la parte prevalente dell'Italia democratica riteneva che solo Benito Mussolini potesse rimettere un po' d'ordine al caos post-bellico. Non a caso nei suoi primi governi troviamo liberali e popolari.

Quella che doveva essere una parentesi salutare diventò una dittatu-ra. Ma questo è un altro discorso.

Alcide De Gasperi, che fisicamente e intellettualmente era agli anti-podi di Mussolini, fu percepito, in qualche modo, anche lui come un uomo forte. Seppe far rinascere, infatti, in pochi anni un paese distrutto con scelte politiche difficili (i comunisti fuori dal Governo nel 1947), ma vincenti.

Naturalmente, gli uomini forti suscitano forti contrasti. Fu il caso di Bettino Craxi, l'uomo più detestato dai Comunisti, mai amato dai demo-cristiani. Ma non sappiamo quanti, al posto suo, avrebbero difeso l'onore nazionale come durante la crisi di Sigonella.

Silvio Berlusconi somiglia al nuovo prototipo di uomo forte: riscuote consensi spettacolari ed un'avversione ad essi commisurate. Colpisce che dopo quattro anni di giudizi negativi sul suo governo, da parte di una certa fetta dell'opinione pubblica, abbia perso le elezioni del 2006, con-quistando complessivamente più voti dell'Unione e, ad un solo anno di distanza dalla sconfitta, venga invocato dai più perché riprenda il potere domani stesso.

Qual è, allora, il ritratto ideale dell'uomo forte? Che cosa si aspettano gli italiani da lui?

Forte non vuol dire autoritario, ma autorevole e soprattutto capace di decidere. Il problema principale che si pone a Berlusconi ed a Veltroni, se saranno loro a confrontarsi, è la credibilità e fattibilità dei loro pro-grammi. L'innamoramento degli italiani per Nicolas Sarkosy nasce non tanto dall'originalità delle sue idee, quanto dalla sua peculiare capacità personale. Il nostro problema, dunque, è di fare una legge elettorale che consenta a chi vince di comandare; sembra banale, ma è la chiave di volta di tutto il sistema. Prof. Silvia Somigli

NOZZE D'ORO Il 16 se t t embre 2007 nel la ch iesa dei C a p p u c c i n i a M o n t e f i a s c o n e , Nunz ia ta Z a m p e t t a e F r a n c e s c o Mocini hanno rinnovato il loro patto d'amore e ringraziato il Signore per aver benedetto i loro 50 anni di matrimonio. Il rito religioso è stato seguito da un pranzo a Marta insieme alle figlie Giuseppina e Ivana e r i spe t t i ve fam ig l i e o l t re ai parenti tutti.

dedicato al M o v i m e n t o Montiano.

Sabato 22 set tembre, ci sono state due c e l e b r a z i o n i liturgiche nella cappella della cl inica di vil la s a n t a Margherita. Al termine dei festeggiamenti, nel salone di villa santa Margherita, padre Terenzio D'Ortenzio, chiamato a gran voce dai pazienti, assistenti e infermieri ha pronunciato un breve discorso ricordando l'opera svolta dal fondatore della Congregazione.

Padre Terenzio ha ricordato la figura del beato padre Luigi Monti come il "Padre degli orfani" e "Il servo dei malati e infermi" ringraziando gli assistenti e infermieri. Li ha definiti: "I veri protagonisti di villa Santa Margherita, una istituzione di solidarietà umana e carità cristiana, dove si cura il corpo e l'ani-ma dei malati e infermi". Concludendo il suo intervento ricordando che: "li malato è un soggetto unico e irripetibile, come l'uomo creato da Dio, e spetta a noi ia sua cura e assistenza con amore fraterno e carità cristiana".

Infine il saluto del direttore sanitario Attilio Mancini e dell'assistente sociale Candida Guadagnini per concludere la festa del beato padre Luigi Monti.

Impero Gianlorenzo

LA VOCE - n° 10 - Ottobre 2007 pag. 19

Breve storia del Cinema Questa è una velocissima cavalcata che va dalla silenziosa scoperta della "camera oscura"

sino alla fotografia e, al Cinema e che ci permetterà di conoscere le bellezze del Creato. Il Cinema è la più giovane Arte la cui data di

nascita è collocata al 28 dicembre 1895 a Parigi in uno scantinato del Grand Cafè in Boulevard des Capucines. È una avventura che inizia quando l'uo-mo già conosce il Teatro.

Questa storia ha origine infatti, con la scoperta della camera oscura senza la quale non ci può esse-re la fotografia e senza fotografia, evidentemente, non ci potrebbe essere il film.

Essa è una rilevante acquisizione alla conoscen-za che per la prima volta viene descritta dal monaco Guglielmo di Saint Cloud in un almanacco del 1290 ove egli insegnò ad aprire un foro nel tetto o in uno sportello di una finestra dal quale passavano i raggi luminosi che si proiettavano su un qualsiasi schermo che, più o meno avvicinato, faceva ingran-dire o diminuire la figura.

Da questa esperienza ebbero inizio gli studi per compiere osservazioni e prove delle quali si occupò anche Leonardo da Vinci e che continuarono finché dopo il XVI° sec. le sperimentazioni trovarono com-pimento nella "Lanterna Magica" di padre Atanasio Kircher (1645) per poi approdare ai primi "obiettivi rapidi" ed alle foto alla celluloide.

•GLI INIZI È nel 1872 che l'inglese Muybridge effettua le

prime riprese dette immagini in movimento cui segui-rono altre innovazioni e apparecchiature finché i fra-telli Lumière fornirono un apparecchio da proiezione che fecero brevet tare il 23 febbraio 1895. Ovviamente nei primi tempi si produssero solo bre-vissime scene come "l'arrivo del treno alla stazione e poi, via via film comici e drammatici. Era il tempo del "muto" e gli attori, non potendosi esprimere a parole manifestavano i loro sentimenti con sottolineature mimiche. Il francese Max Linder e il trasformista Fregoli divennero popolari per alcuni filmetti comici.

• NEO-REALISMO In Italia e Francia frattanto, trionfa il neo-reali-

smo, la produzione scandinava si illumina con il regi-sta Ingmar Bergman, i sovietici con Pudovkin ed il Messico e il Giappone dopo una irruzione prepoten-te sono ora in posizione di attesa.

Da ricordare in Francia un capolavoro di Rénoir con Jean Gabin ed Eric Von Stroheim intitolato "La grande illusione".

• ITALIANI PROTAGONISTI È nel 1909 che le Case cinematografiche italia-

ne accelerano con intuizione la produzione di molte pellicole conquistando il pubblico mondiale. È il regi-sta Pastrone che si ingegna in un primo film intitola-to "La Caduta di Troia" (1910) cui segue il grandioso "Quo Vadis" (1912) diretto da Guazzoni e interpreta-to dal grande Ermete Novelli con l'attrice, poi famo-sa, Francesca Bertini. Nel 1913 Caserini è il regista

del f i lm "Ma l'amor mio ma l 'amor mio non muore" con Lyda Borelli e Mario Bonnard il cui successo fu poi superato l ' a n n o s e g u e n t e (1914) da "Cabiria" ove Pastrone si propone agli spettatori con

1000 metri di pellicola e tre ore di proiezione tanto che, ancora oggi, viene considerato un colosso stori-co. Segue "Sperduti nel buio" con la Menichelli e la bella Lina Cavalieri già cantante lirica mentre nel 1915 viene girato "Assunta Spina" cui succedono tanti altri fi lm specialmente storici. È questo il momento aureo del cinema italiano.

Molti, però, furono coloro che invitarono produt-tori e registi a girare pellicole morali ed educative ma ciò non sembra essersi mai verificato.

Francesca Bertini

• L'AMERICA PRENDE IL SOPRAVVENTO

Con la prima guerra mondiale le fortune del cinema italiano ed anche europeo incontrastate fino al 1914, sono compromesse fatalmente e l'America, che fino allora era una potenza cinematografica di Greta Garbo

Marlene Dietrich

Con il neo-realismo si sono affermati: Visconti con "La terra trema" e "Ossessione", Germi con "In nome della legge", Fellini con "La strada" e "La dolce vita" e De Sica, già noto artista che con "Ladri di biciclette" è in concorrenza con "L'incrociatore Potemkim" e la "Febbre dell'oro" di Chaplin.

Gina Lollobrigida e Vittorio De Sica

II discorso finisce qui, ma, c'è una storia sco-nosciuta avvenuta durante la prima guerra mon-diale che riguarda alcuni americani, amanti del nostro cinema di allora i quali, per non privarsi della visione di una pellicola con la Lina Cavalieri, noleggiarono un piroscafo con un iperbolico esborso di dollari e, a rischio personale, sgattaio-larono tra un sommergibile tedesco e un altro e riuscirono a godersi quel film.

secondo ordine, senza troppe diffi-coltà si inserì ed occupò il vuoto lasciato dagli europei. Terminata la guerra tutto riprende con regolarità ma è in America che nel 1927 avviene la rivoluzione quando l'in-traprendente Casa Warner lancia "Il cantante pazzo" con Al Jonson, il primo film sonoro che ebbe un grandissimo successo dato che il pubblico abbandonò il muto per il nuovo ritrovato tecnico.

In Italia, il primo film parlato si proietta nel 1930 ed è intitolato "La Canzone del l 'amore" con Dria Paola. Ad Holliwood, intanto, nasce il divismo femminile: c'è la Greta Garbo lanciata dalla metro Metro Goldwin che propende per la sve-dese mentre la Paramount per la berl inese Madalene Dietr ich. Ambedue molto belle lavorano con i migliori artisti del momento, la prima è protagonista di Mata-Hari,

la Regina Cristina e Anna Karenina men-tre l'altra si pro-pone con suc-cesso in "Lola", "L'angelo azzur-ro" e "Il Cantico dei Cantici" ma i f i lm da loro interpretati sono molti altri e tutti di successo, però a quanto si dice, la Garbo non è stata mai oscurata dalla sua rivale.

Lina Cavalieri La seconda guerra mondiale

rallenta molto le produzioni cinematografiche meno che in America ove si continuò a produrre nonostan-te le ostilità per cui la conquista del mercato intrapre-sa durante il primo conflitto proseguì brillantemente anche dopo il termine dello stesso con una continua espansione.

Ricordiamo alcuni tra i più noti artisti: Clark Gable, Spencer Tracy, Gary Cooper, Cary Grant, John Waine e Fred Astaire e tra le donne, Leslie Caron, Claudette Colbert, Jeean Arthur, Norma Sheare, Marylin Monroe, Rita Haywort, Elizabet Taylor e Katharine Hepburn e tra gli italiani Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Monica Bellucci, Marcello Mastroianni, Vittorio Gasmann, Nino Manfredi, Eduardo De Filippo e Peppino, Alberto Sordi e Totò. Tra gli u l t imissimi il g iovane Scamarcio, George Clooney, Brad Pitt e Matt Damon.

Humphrey Bogart e Lauren Bacali

pag. 20 LA VOCE - n° 10 - Ottobre 2007

TESSERAMENTO INTER CLUB Anche quest'anno l'Inter Club di Montefiascone in collabora-zione con il Centro Coordinamento I.C. di Milano indice il tesseramento per l'anno 2008. I soci e simpatizzanti che aderiranno potranno partecipare alle iniziative e ricevere il materiale previsto. Per informazioni rivolgersi: presso la

Tabaccheria Menghini in via S. Lucia Filippini.

I 40 anni de "La Voce" Nell'ultimo numero de "La Voce", Don Agostino ci

ha informato spesso della si tuazione del giornale. Anche se tanti sono gli amici che volontariamente lo aiutano, altri, invece, si disinteressano e non si rendono conto di quanto sia necessaria e meritevole l'opera svolta da questo mensile.

In effetti il problema è rivolto a quei lettori che riten-gono che "La Voce" goda di congrui finanziamenti men-tre, invece, vive con le sole offerte dei lettori. Questo giornale arriva puntualmente nelle nostre case e con-sente di avere le tante notizie della Comunità, ne cono-sco il gradimento, ma se un bel giorno dovesse solo ritardare o addirittura non arrivare, quale vuoto senti-rebbero tutti i lettori che da quaranta anni sono abituati a leggere questo interessante mensile. Vi dovete rende-re conto che questa pubblicazione è sinonimo di libertà ed è, ormai, una vecchia bandiera orgoglio della cittadi-na. Nascite, matrimoni, vele che si sciolgono, decisioni del l 'Amministrazione Comunale , leggi e r icorrenze varie, note fiscali e di agricoltura, narrativa e cultura e, poi, le gioiose notizie riguardanti i Diplomi e le Lauree conseguite dai giovani Falisci che, ormai, rappresenta-no il nuovo volto di Montefiascone. A costoro un calo-roso abbraccio e tanti auguri, siete stati bravissimi.

"La Voce" rappresenta per Voi falisci la libertà di stampa che poi, è la libertà nel senso più ampio della parola; sono sicuro che comprenderete questo inter-vento.

Grazie e auguri Giuliano Pollini

Neo Comandante della Compagnia Carabinieri di Montefiascone

Il cap. Alessio Papa di anni 32, è il nuovo c o m a n d a n t e de l la C o m p a g n i a Ca rab in i e r i di Montefiascone ed ha preso servizio il 10 settembre al posto del colon-nello Marco Bianchi t rasfer i to al C o m a n d o p rov inc i a l e dei Carabinieri di Viterbo.

Il neo capitano, è nato a Roma ed è sposato da poco tempo con la signora Anna Lisa, che vive con lui qui a Montefiascone.

Gli auguriamo buona permanen-za nella nostra cit tadina e ott ima accoglienza da parte di tutti. Così pure facciamo le nostre congratula-zioni al colonnello Marco, che rima-ne sempre nel territorio viterbese.

Monumento a S. Pio

E sono... 90!

merenda a base di dolci e spumante.

Che S. Pio, che ha die-tro le spalle e a fianco una croce, vi benedica e vi pro-tegga.

Colonia Porto Santo Stefano -dal giorno 11 al 26 g i u g n o 45 p e r s o n e de l la c i t tà di M o n t e f i a s c o n e hanno po tu to godersi il mare, il so le e il buon cibo nella colonia mar ina di Porto Santo Stefano.

Era l'attività del nostro caro D. Luigi Picotti, ora in cielo. D. Giusto, l 'economo diocesano, ha saputo sostituirlo e ha ugualmente aperto questo luogo stupendo, dove i nostri anziani giovani hanno potuto tra-scorrere un periodo di riposo salutevole per il corpo e per lo spirito.

Saba to 18 agos to al le ore 18 i con iug i Ricciardello Giuseppe e sposa Elena hanno voluto la benedizione della piccola ma bella cap-pelletta elevata in nome di S. Pio da Pietralcina.

Oltre ad essere presenti loro e i loro figli: Gennaro, Rosaria, Lina, Antonio, Anna e l'an-cora giovane Claudia, con ben 7 nipoti, erano stati invitate molte altre persone.

Si dice: tutti i salmi finiscono in Gloria, così la festicciola religiosa si è conclusa con una ricca

ESAME DI MATURITÀ' SCIENTIFICA Nell 'articolo "Esame di maturità scientif ica" a f irma di

Umberto Ricci de "La Voce" di Agosto per un refuso abbiamo omesso di citare tra i promossi con il massimo dei voti la sig.na Roberta Pesci.

Ce ne scusiamo. A Roberta vadano gli auguri de "La Voce" per il traguardo raggiunto e per sempre maggiori suc-cessi nella vita.

Potete versare: - sul c.c. n° 1853/76 sul c.c. n" 1853/10 presso la Banca Cattolica

sul c.c. n° 10/61268 presso la Cassa di Risparmio di Montefiascone • inviare tramite c. c. postale n. 12158010 intestato a Parrocchia S. Margherita - 01027 Montefiascone • consegnare ad Angelo Menahini presso il negozio in Via S. Lucia Filippini preoccupandovi di mettere il vostro nome per

essere inseriti nella rubrica La Voce è grata ai suoi".

Chi lo d i rebbe che la signora Anna Camilli, nata a Grotte di Castro il 30 ago-sto 1917, cape l l i appena brizzolati, autonoma vivente sola in casa, ha ormai supe-rato il t r agua rdo dei 90 anni?

Il f ig l io , Feder ico Vannucchi, ha voluto farle la sorpresa por tandole la to r ta con su scr i t to 90 e festeggiando insieme alla sposa e amiche della mamma. Coraggio, di questo passo festeggiamo anche i cento! Glielo auguriamo di cuore.