Trovarti lì, da sola, abbandonata, Tra i sassi della riva di quel mare Che in vece di tua madre tha...
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Trovarti lì, da sola, abbandonata,
Tra i sassi della riva di quel mare
Che in vece di tua madre t’ha cullata.
Trovarti chi desiderava avere
Un figlio da stringere al suo petto,
Un giovane virgulto da stimare.
Trovarti chi voleva dare affetto
Ma figli non aveva dalla vita
E il suo dolore si teneva stretto.
Veloce la tua sorte è sfiorita:
Dal buio della vita prenatale,
Il buio della morte t’ha rapita.
Un tuffo nella vita, innaturale,
Ha fatto giusto in tempo a respirare
Buttata lì, nel modo più brutale.
Figlia di chi non t’ha voluto amare,
Frutto d’un ventre reo e disperato
Che t’ha gettato li per annegare.
La luna di un autunno ormai inoltrato
Ha salutato la tua venuta al mondo
Ha accolto il tuo vagito disperato.
Avevi un viso gelido e rotondo,
Non v’era in esso l’ombra del terrore
Né di paura nello scuro fondo.
V’era però la voglia di un’amore,
Di tenerezza, coccole… nel sole
Ten stavi lì, recisa come un fiore.
Avrei voluto dirti le parole
Che tua madre di certo non t’ha detto…
Avrei voluto cogliere le viole…
…viole di un campo aperto, sconfinato
Ove porre per sempre il tuo giaciglio
Tra i profumi che il mondo t’ha negato.
BRUNO ORRU’ e MICHELA ORRU’