“TROMBOSI: non è più solo un mondo per vecchi” · Eo perhé ALT finanzia ... Embolia...

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CARTELLA STAMPA “TROMBOSI: non è più solo un mondo per vecchi” Mercoledì 1° aprile ore 12.30 - 14.00 sala Bomprezzi - CASA DEI DIRITTI, Via Edmondo de Amicis, 10 - Milano ALT PRESENTA LA Con il patrocinio di ALT - Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari Onlus Via Ludovico da Viadana, 5 20122 Milano 02.58 32 50 28 - www.trombosi.org

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CARTELLA STAMPA

“TROMBOSI: non è più solo un mondo per vecchi” Mercoledì 1° aprile ore 12.30 - 14.00

sala Bomprezzi - CASA DEI DIRITTI, Via Edmondo de Amicis, 10 - Milano

ALT PRESENTA LA

Con il patrocinio di

ALT - Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari – Onlus Via Ludovico da Viadana, 5 – 20122 Milano – 02.58 32 50 28 - www.trombosi.org

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SOMMARIO

1. Programma conferenza stampa …pag. 3

2. Trombosi: il rischio si riduce con scienza e buon senso …pag 4

3. Perché Alt? …pag 6

4. Ictus, un male (anche) da giovani: parola all’Ipsys …pag 7

5. Questione di genere …pag 8

6. Trombosi e obesità: il nemico dei piccoli …pag 9

7. R.I.T.I: Registro italiano delle trombosi infantili …pag 10

8. La Trombosi …pag 11

9. La giornata nazionale …pag 12

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1. PROGRAMMA CONFERENZA STAMPA

Modera Nicoletta Carbone, giornalista di Radio24 - IlSole24Ore 12.30 La trombosi nei bambini in Italia Perché ALT? Lidia Rota Vender, Presidente Associazione per la lotta alla trombosi e alle

malattie cardiovascolari onlus IPSYS - Ricerca multicentrica italiana per comprendere le cause dell’ictus nei giovani Alessandro

Pezzini, Dipartimento di Scienze Cliniche e Sperimentali Clinica Neurologica Università degli Studi di Brescia

Ictus cerebrale nelle giovani donne Paola Santalucia, Neurologist, Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, vicepresidente di ALT

Malattie cardiovascolari da Trombosi nei bambini italiani obesi: quale rischio, quali cause, quale futuro Paola Giordano, Direttore Scuola di Specializzazione in Pediatria Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”

RITI: perché un Registro e quali risultati preliminari Paolo Simioni, Dipartimento di Medicina Università di Padova

La trombosi nei giovani Marco Moia, Responsabile U.O.S. Fisiopatologia della Coagulazione Centro Emofilia e Trombosi A. Bianchi Bonomi Fondazione IRCCS Ca' Granda - Ospedale Maggiore Policlinico Dichiarazione di San Valentino, sottoscritta da ALT, da OMS e dai responsabili della salute in

Europa e nel Mondo il 14 febbraio 2000 a Bruxelles

“Ogni bambino nato nel nuovo millennio ha il diritto di vivere almeno fino 65 anni senza soffrire di malattie cardiovascolari evitabili “

13.30 Incontri ravvicinati con le malattie da Trombosi

Racconteranno la propria storia, le proprie emozioni e la propria gioia di vivere giovani pazienti che hanno vissuto un incontro ravvicinato con un evento da Trombosi

14.00 ALT: lavori in corso e conclusioni

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2. COMUNICATO STAMPA

TROMBOSI, IL RISCHIO SI RIDUCE CON SCIENZA E BUON SENSO Scuotiamoci e diciamo “alt pigrizia” con la quarta edizione della

GIORNATA NAZIONALE PER LA LOTTA ALLA TROMBOSI

La Trombosi è causa di malattie molto gravi e importanti per la qualità della vita, note con il nome di Infarto, Ictus, Embolia. Solo 33 italiani su 100 sanno che sono causate da una TROMBOSI. Non basta: tutti hanno il diritto di sapere. Per questa ragione ALT – Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari - Onlus, mercoledì 15 aprile 2015 scende in campo con la giornata dedicata alla prevenzione delle malattie cardiovascolari da Trombosi www.giornatatrombosi.it. Al centro dell’attenzione giovani e bambini. Milano, 1 aprile 2015 – Mercoledì 15 aprile 2015 in tutta Italia si svolgeranno eventi ed incontri dedicati alla popolazione di ogni età, bambini in prima fila, per la 4°Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi promossa da ALT - Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle Malattie Cardiovascolari - Onlus con il Patrocinio di Regione Lombardia, Comune di Milano, Expo Milano 2015, CONI, FCSA (Federazione Centri per la Diagnosi della Trombosi e la Sorveglianza delle Terapie Antitrombotiche), SISET (Società Italiana di Emostasi e Trombosi). Un appuntamento dedicato alla vera prevenzione che si basa sulla conoscenza e sulla conservazione della salute, il nostro patrimonio più importante. ALT crede che la conoscenza sia un diritto e la prevenzione un dovere: per questo dal 1987 si batte per ridurre il numero enorme di persone che ogni anno viene colpito a Infarto, Ictus, Embolia, Trombosi delle vene e delle arterie, usando come alleati i risultati della ricerca scientifica e la loro diffusione. Solo una persona su 3 in Italia conosce le conseguenze della Trombosi. Questo dato emerge da una ricerca realizzata da ALT per fotografare la percezione del pericolo rappresentato dalla Trombosi per tutti, ad ogni età, uomini e donne. La Trombosi è grave, e subdola, ma evitabile. "Dobbiamo allearci con la scienza e diffondere conoscenza, - sottolinea la presidente di ALT, Lidia Rota Vender - perché nessuno possa dire un giorno "Io non lo sapevo". La prevenzione della trombosi non si delega agli esami, si fa concretamente guardandosi allo specchio, diventando consapevoli del rischio che potremmo correre e del pericolo che possiamo evitare, e tenerci il bene più prezioso che abbiamo: la salute. Tocca a noi, per noi e per chi ci vive accanto. La nostra famiglia ce lo chiede, noi dobbiamo meritarlo”. La Trombosi uccide, ma ancora più spesso lascia gravi invalidità, anche in persone molto giovani, addirittura nei bambini: uno spreco, perché potrebbe in molti casi essere evitata ma anche un’emergenza confermata da IPSYS, progetto di ricerca italiano sostenuto da ALT che coinvolge 24 Centri ospedalieri e universitari italiani. «YPSIS – informa Alessandro Pezzini, ricercatore in Neurologia presso l’Università degli Studi di Brescia – ha l’obiettivo di identificare i fattori che aumentano il rischio di nuovi eventi trombotici successivamente a un primo ictus ischemico in pazienti tra i 18 e i 45 anni. Abbiamo stabilito che i più pericolosi sono: familiarità, emicrania con aura, presenza di anomalie nella coagulazione. Da non sottovalutare ipertensione arteriosa, diabete, fumo, colesterolo alto». Le conseguenze da trombosi sono anche questioni di genere. “Il rischio di avere un Ictus perla donna - sottolinea Paola Santalucia, neurologa, vicepresidente di ALT - aumenta con i cambiamenti ormonali dovuti a terapie contraccettive o naturali come in gravidanza, alcune condizioni patologiche ad essa correlate come il diabete gestazionale, la presenza di emicrania in particolare con aura e l’abitudine al fumo. I cambiamenti ormonali legati alla menopausa, uniti a fibrillazione atriale, diabete mellito e ipertensione aumentano la probabilità di

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Ictus cerebrale”.

E la trombosi non è una questione di età. Come spiega Paola Giordano, Direttore Scuola di Specializzazione in Pediatria Università degli Studi di Bari Aldo Moro: “I risultati della nostra ricerca hanno evidenziato che il bambino sovrappeso, o addirittura obeso, subisce un’accelerazione della malattia delle arterie come accadde nell’aterosclerosi e si candida ad andare incontro in tempi molto precoci a eventi vascolari come infarto, ictus cerebrale, arteriopatia diffusa. Insomma, rischia di diventare un giovane vecchio molto precocemente”.

Troppo spesso la diagnosi di Trombosi nei giovani e nei bambini avviene in ritardo, perché il medico fa fatica a capire di trovarsi di fronte a un Ictus o a un’Embolia arteriosa periferica in un neonato. Ecco perché ALT finanzia dal 2007 il Registro Italiano delle Trombosi Infantili - R.I.T.I. che permette a tanti medici di condividere le proprie conoscenze e i casi di Trombosi nei bambini così da arrivare a una migliore definizione delle possibilità di diagnosi e cura “156 i medici di 51 Centri in15 Regioni italiane stanno utilizzando il R.I.T.I – ha precisato Paolo Simioni Dipartimento di Medicina Università di Padova - Alla luce dei 665 eventi da Trombosi in neonati e pazienti pediatrici. Registrati in pazienti da 0 a 18 anni (www. trombosinfantili.it) è stato possibile comprendere che la trombosi nei bambini colpisce soprattutto a livello cerebrale, sotto forma di Ictus ischemico (153 casi) e Trombosi dei seni venosi cerebrali (143 casi), più frequentemente i maschi (60% maschi, 40% femmine), intorno ai 4-6 anni. Solo 6 casi su 100 vengono diagnosticati entro le 3 ore necessarie a impostare una cura efficace, in oltre 60 casi su 100 la diagnosi avviene tardi, dopo 24 ore”.

“L’informazione è fondamentale – ribadisce Marco Moia, Responsabile U.O.S. Fisiopatologia della Coagulazione Centro Emofilia e Trombosi Fondazione IRCCS Ca' Granda - Ospedale Maggiore Policlinico - ogni giorno incontro giovani che, se avessero avuto a disposizione informazioni su questa malattia e sulle sue conseguenze, probabilmente avrebbero modificato il proprio stile di vita. Più fattori di rischio sono presenti contemporaneamente più aumenta la probabilità che il sistema si squilibri e perda il controllo, generando una Trombosi che può colpire a ogni età, con frequenza diversa, persino nel bambino o nel neonato. In particolare, su 100 persone affette da malattie trombotiche, 3 hanno meno di 40 anni. Solo in Italia, ogni anno, sono 8.000 i giovani colpiti da Trombosi”. ALT invita la popolazione a partecipare alla Quarta Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi attraverso il sito http://www.giornatatrombosi.it. L’evento correrà sul web e lungo tutto lo stivale, a partire da Milano dove l’Arena Civica, con il sostegno del CSI, Centro Sportivo Italiano, il patrocinio del CONI, ospiterà 200 ragazzi delle scuole del capoluogo lombardo per una mattinata di giochi a squadre. “Caccia alla sedentarietà per la coppa buonsenso” sarà l’iniziativa che coinvolgerà gli studenti in un percorso di salute ed energia, perché portino con sé le buone abitudini anche nell’età adulta e investano sul proprio benessere. Madrina speciale della Giornata Maurizia Cacciatori, portavoce della Squadra della Salute convocata grazie all’importante sostegno della Gazzetta dello Sport. Esempio di salute, giovane, donna, campionessa e mamma di due bimbi. Maurizia Cacciatori ha sottoscritto il Manifesto della salute, un documento che raccoglie in dieci punti, semplici ma fondamentali, le mosse indispensabili per salvaguardare la salute e sconfiggere le malattie cardiovascolari fin dalla tenera età. Il messaggio anti-pigrizia ha trovato un generoso alleato anche in Bracca Acque Minerali - gruppo bergamasco leader nella produzione di acque minerali - e arriverà sulle tavole degli italiani grazie alla speciale retroetichetta dedicata ad ALT. Un milione di retro etichette, per tutto il mese di aprile, circoleranno nei vari formati delle bottiglie dell'acqua Bracca sulle tavole degli italiani per contribuire a promuovere scelte di salute. SITI UTILI www.trombosi.org www.giornatatrombosi.org www.altpigrizia.org https://www.facebook.com/pages/ALT-Onlus/214054660366 https://twitter.com/ALTOnlus https://www.youtube.com/user/ALTonlus

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CONTATTI Ufficio stampa ALT, Associazione Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari Onlus Isabella Melchionda Tel. +39 02 58 32 50 28 [email protected] Claudia Rota Tel. 348.5100463 [email protected]

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3.PERCHÉ ALT?

Lidia Rota Vender, Presidente ALT

Associazione per la lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari - Onlus

Trent’anni fa parlare di Trombosi sembrava stravagante:oggi sappiamo che era, ed è, giusto e necessario.

Alla luce di una recente indagine conoscitiva svolta da ALT è emerso che solo un italiano su tre conosce il significato della parola “Trombosi” e più della metà non sa che le malattie da Trombosi si possono evitare. Del 33% di italiani che conosce le malattie da Trombosi e le loro cause, la maggioranza ne ignora la reale incidenza.

Eppure, Ictus, Embolia, Infarto, sono l’epidemia dei nostri giorni: colpiscono ogni anno nel nostro Paese 600.000 persone e sono la prima causa di morte e di grave invalidità in Italia e in tutti i paesi industrializzati. Scegliere consapevolmente, giorno dopo giorno, uno stile di vita intelligente, che non richiede denaro, né fatica, solo volontà, potrebbe consentire di proteggere il nostro cuore, il nostro cervello, il nostro corpo dalle malattie cardiovascolari da Trombosi. ALT si adopera quotidianamente per promuovere questa consapevolezza. Le malattie da Trombosi, conosciute con il nome di Infarto, Ictus, Embolia polmonare, Trombosi venosa e arteriosa possono essere evitate in un caso su tre, con l’informazione, la conoscenza e la scelta di uno stile di vita sano.Cosa che ogni individuo ha diritto di sapere, motivo per cui ALT si adopera per rendere le informazioni sulla prevenzione delle malattie da Trombosi accessibili a tutti e affinché nessuno possa dire un giorno “io non lo sapevo”.

Ancora una volta ALT, con la 4° Giornata Nazionale per la Lotta alla trombosi, ha scelto di parlare a tutti coloro che la Trombosi l’hanno conosciuta da vicino e chi ha scelto di non incontrarla, almeno da giovane e a tutti coloro che hanno voglia di sapere e di fare tanto, tantissimo...passaparola!

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4.ICTUS, UN MALE (ANCHE) DA GIOVANI Parola all’IPSYS - Italian Project On Stroke At Young Age

Alessandro Pezzini Ricerca multicentrica italiana per comprendere le cause dell’ictus nei giovani

Dipartimento di Scienze Cliniche e Sperimentali - Clinica Neurologica Università degli Studi di Brescia

Nessuno è esente: Infarto e Ictus colpiscono anche i più giovani. Questione di genetica? Non solo. Gli studi condotti da IPSYS, progetto di ricerca italiano sostenuto da ALT che coinvolge 24 Centri ospedalieri e universitari con specifico interesse per l’ictus ischemico in soggetti in età giovanile, coordinato dalla Clinica Neurologica dell’Università degli Studi di Brescia, hanno permesso di identificare alcuni aspetti specifici relativi alle cause della predisposizione individuale alla malattia in età compresa tra 18 e 45 anni. In particolare:

è stata approfondita la correlazione fra emicrania con aura e Ictus cerebrale ischemico, già ipotizzata da diversi studi epidemiologici;

è stata rilevata un’importante frequenza di eventi vascolari precoci nei famigliari consanguinei: la presenza di uno stato protrombotico causata da alcune mutazioni aumenta la probabilità che si verifichino più casi precoci nella medesima famiglia;

è stato prodotto uno indicatore diagnostico (IPSYS score) che potrà essere utilizzato su ogni singolo paziente per calcolare la probabilità del verificarsi di un secondo Ictus dopo il primo, evitandolo.

Ognuno di questi risultati è stato possibile grazie al registro IPSYS che segue nel tempo centinaia di pazienti giovani colpiti da Ictus ischemico. I centri aderenti al progetto registrano in forma anonima e nel rispetto della privacy le caratteristiche dei sintomi, della diagnosi, della cura e del fattori di rischio dei pazienti colpiti da Ictus cerebrale ischemico acuto in questa fascia d’età e partecipano alla costituzione di una banca biologica per successive indagini genetiche. IPSYS, infatti, si propone di fare chiarezza sui fattori che predispongono alla patologia ischemica cerebrale in età giovanile. A oggi, il network ha reclutato oltre 2000 pazienti, vantando il più ampio database relativo a pazienti giovani colpiti da Ictus cerebrale acuto disponibile nella letteratura scientifica, non solo in Italia ma anche nel mondo.

Nonostante questi primi, grandi successi, c’è ancora molto da fare e la ricerca continua. Ogni giorno nuovi pazienti giovani colpiti da Ictus vengono diagnosticati e curati dai ricercatori del gruppo IPSYS che ne inseriscono le caratteristiche nel registro: è atteso che entro la fine del 2015 il numero dei casi studiati possa superare i 2500!

Con l’aumento del numero dei casi si potranno analizzare altri aspetti fino ad oggi poco studiati, come le differenze fra uomini e donne; la possibilità che molti possano avere infarti cerebrali “silenti” che colpiscono parti del cervello “mute” e non danno segni finché non colpiscono zone incaricate di governare una funzione; i difetti del ritmo del cuore o della sua struttura, come il Forame Ovale Pervio, noto alle cronache per i casi verificatisi non solo nel calciatore Antonio Cassano ma anche nel marine Massimiliano Latorre e il ruolo di nuove mutazioni ancora da scoprire, ma presenti in alcuni nuclei famigliari. Buon lavoro a IPSYS!

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5.QUESTIONE DI GENERE

L’Ictus cerebrale nelle giovani donne Paola Santalucia

vicepresidente di ALT Neurologa, Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico

Conoscere, riconoscere, controllare e correggere i fattori di rischio specifici della donna permette di definire modalità di diagnosi e cura appropriate. Il rischio di avere un Ictus perla donna aumenta in almeno tre periodi distinti della sua vita:

tra i 20 e i 35 anni;

tra i 45 e i 55 anni / intorno alla menopausa;

oltre gli 85 anni.

Le donne, infatti, oltre a tenere sotto controllo come gli uomini i nemici già noti della salute, quali obesità, fumo e sindrome metabolica (diabete, ipertensione e sovrappeso/obesità insieme), devono fare i conti con fattori specifici di rischio.

Come confermato recentemente dalle linee-guida di American Heart and Stroke Association: cambiamenti ormonali dovuti a terapie contraccettive o naturali come in gravidanza, alcune condizioni patologiche ad essa correlate come il diabete gestazionale, la presenza di emicrania in particolare con aura e l’abitudine al fumo, e infine i cambiamenti ormonali legati alla menopausa, uniti a fibrillazione atriale, diabete mellito e ipertensione aumentano la probabilità di Ictus cerebrale. Fattori ai quali sempre più spesso si uniscono condizioni emergenti e da non sottovalutare, come la depressione e lo stress psicosociale.

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6.TROMBOSI E OBESITÀ: IL NEMICO DEI PICCOLI

Malattie cardiovascolari da Trombosi nei bambini italiani obesi: quali rischi, quali cause, quale futuro

Paola Giordano

Direttore Scuola di Specializzazione in Pediatria Università degli Studi di Bari Aldo Moro

L’obesità infantile è considerata a tutti gli effetti una malattia: provoca alterazioni del metabolismo e della coagulazione del sangue, arreca sofferenza delle pareti delle arterie e aumenta la probabilità di eventi vascolari come Infarto, Ictus , Embolia. Per comprendere la relazione dannosa fra i cambiamenti del sistema metabolico del bambino sovrappeso e obeso e la malattia del sistema vascolare, 35 bambini sono stati coinvolti in uno studio che ha permesso di fotografare lo stato di salute o malattia delle arterie di ciascuno dei piccoli pazienti. I risultati hanno evidenziato che il bambino sovrappeso o addirittura obeso subisce un’accelerazione della malattia delle arterie come accadde nell’aterosclerosi e si candida ad andare incontro in tempi molto precoci a eventi vascolari come infarto, ictus cerebrale, arteriopatia diffusa. Insomma, rischia di diventare un giovane vecchio molto precocemente. Il sovrappeso deve quindi essere considerato e trattato non solo come un problema di aspetto ma come una vera e propria malattia, che può e deve essere affrontata in tempi brevi con interventi drastici mirati a modificare la qualità e la quantità dell’alimentazione e a realizzare un programma di attività fisica costante. Dove necessario, inoltre, si dovrà intervenire con l’utilizzo di specifici farmaci per evitare danni vascolari maggiori tipici di solito dell’età adulta avanzata ma che in questi giovani pazienti rischiano di essere già in agguato.

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7. R.I.T.I: REGISTRO ITALIANO DELLE TROMBOSI INFANTILI

Perché un Registro e quali risultati preliminari Paolo Simioni

Dipartimento di Medicina Università di Padova

Troppo spesso la diagnosi di Trombosi nei giovani e nei bambini avviene in ritardo, perché il medico fa fatica a capire di trovarsi di fronte a un Ictus o a un’ Embolia arteriosa periferica in un neonato. Per contribuire nella risoluzione di questo enorme problema, ALT finanzia dal 2007 il Registro Italiano delle Trombosi Infantili - R.I.T.I. che permette a tanti medici di condividere le proprie conoscenze e i casi di Trombosi nei bambini così da arrivare a una migliore definizione delle possibilità di diagnosi e cura.

Già in occasione del I° Congresso Italiano di Trombosi ed Emostasi nella Donna e nel Bambino tenutosi a Padova nel 2005, i medici pediatri italiani espressero la necessità di conoscere la prevalenza e la rilevanza della trombosi del bambino in Italia. Da qui l’idea del R.I.T.I, finanziato da ALT, per raccogliere sistematicamente i casi italiani di Trombosi Infantili al fine di migliorare la possibilità di intervento e di prevenzione. Ad oggi sono 156 i medici appartenenti a 51 Centri in15 Regioni italiane che utilizzano il R.I.T.I: i centri più attivi, in particolare, sono Padova, Torino, Genova, Roma, Bari e sono stai inseriti in forma anonima ben 665 eventi da Trombosi in neonati e pazienti pediatrici. Il registro è online e raccoglie i dati relativi agli eventi da Trombosi che si verificano in giovani pazienti da 0 a 18 anni (www. trombosinfantili.it).

È stato così possibile comprendere che la trombosi nei bambini colpisce soprattutto a livello cerebrale, sotto forma di Ictus ischemico (153 casi) e Trombosi dei seni venosi cerebrali (143 casi), più frequentemente i maschi (60% maschi, 40% femmine), intorno ai 4-6 anni. Solo 6 casi su 100 vengono diagnosticati entro le 3 ore necessarie a impostare una cura efficace, in oltre 60 casi su 100 la diagnosi avviene tardi, dopo 24 ore. Questo fa sì che la Trombosi possa compromettere le funzioni neurologiche aumentando la probabilità di deficit neurologici permanente e invalidanti. Il R.I.T.I. inoltre, ha permesso di evidenziare che in 40 bambini su 100 è stato riscontrato un difetto ereditario del sistema della coagulazione del sangue, ovvero nelle loro famiglie si sono verificati altri casi di Trombosi. A ciò si aggiungono, 79 casi di Trombosi venosa profonda, soprattutto dell’arto inferiore, che ancora una volta ha colpito prevalentemente i maschi, soprattutto i neonati entro i primi 8 giorni di vita e fra1 e 5 anni (32 casi su 100) e nell’adolescenza fra i 14 e i 16 anni.

Il Registro, già presente anche in Canada, Germania, Olanda e Gran Bretagna, intende estendere il proprio raggio d’azione a livello europeo e mondiale, arrivando a identificare le migliori strategie per curare la Trombosi e prevenirla.

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8. LA TROMBOSI

Marco Moia,

Responsabile U.O.S. Fisiopatologia della Coagulazione Centro Emofilia e Trombosi Fondazione IRCCS Ca' Granda - Ospedale Maggiore Policlinico

La Trombosi è una malattia di squadra, non è causata da un killer, ma da una squadra di killer che si potenziano a vicenda creando disordine della coagulazione del sangue. La presenza di più fattori di rischio aumenta la probabilità che il sistema perda il controllo, generando una Trombosi. Nel caso arterioso, le arterie si ammalano per colpa delle droghe, come la cocaina o per colpa di elevati livelli di omocisteina, di un processo infiammatorio (arterite), per un virus, un microbo, una malattia autoimmune. Anche un vaso che improvvisamente si chiude o si riduce di calibro, per colpa di uno spavento, o di un grande dolore, di un attacco di ansia, o di paura, può interrompere il flusso del sangue: se il sangue rallenta coagula e scatena una Trombosi. Nelle caso venoso invece sono determinanti:

la velocità con cui il sangue scorre tornando al cuore;

la presenza di ostacoli alla sua corsa (come un addome globoso per il grasso o per una gravidanza);

vene varicose;

lo squilibrio dei fattori della coagulazione

l’imperfezione del sistema della coagulazione del sangue per presenza di fattori mutati come il Fattore V Leiden o il Fattore II - protrombina mutato;

elevati livelli di omocisteina;

il fumo di sigaretta;

la perdita di elasticità delle pareti venose provocata dagli ormoni (gravidanza, anticoncezionali, menopausa);

una tiroide che funziona poco o male;

una malattia infiammatoria dell’intestino, delle ovaie o dell’utero, o le cistiti recidivanti;

la presenza di un tumore.

Nessuna di queste situazioni è in grado da sola di provocare una Trombosi: più fattori di rischio sono presenti contemporaneamente più aumenta la probabilità che il sistema si squilibri e perda il controllo, generando una Trombosi che può colpire a ogni età, con frequenza diversa, persino nel bambino o nel neonato. In particolare, su 100 persone affette da malattie trombotiche, 3 hanno meno di 40 anni. Solo in Italia, ogni anno, si stimano almeno 8.000 giovani colpiti da Trombosi. Giovani che, se avessero avuto a disposizione informazioni su questa malattia e sulle sue conseguenze, probabilmente avrebbero modificato il proprio stile di vita.

Spesso nelle giovani donne, ad esempio, la Trombosi si manifesta in concomitanza con l’uso della pillola anticoncezionale, durante la gravidanza o dopo il parto. Nei giovani atleti, invece, può essere scatenata da un esercizio fisico intenso e le sue conseguenze sono molto difficili da superare. Il giovane, infatti, non è preparato a vedere diminuite le sue capacità fisiche, psichiche e lavorative, per questo dovrebbe essere ancora più informato su come ridurre i fattori di rischio. In particolare, una sana attività fisica, una corretta alimentazione (senza rinunce, ma senza eccessi), l’eliminazione del fumo e del droghe saranno ottimi alleati per ridurre l’incidenza di questo genere di malattie.

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9. LA GIORNATA NAZIONALE PER LA LOTTA ALLA TROMBOSI – QUARTA EDIZIONE

Mercoledì 15 aprile 2015 in tutta Italia si svolgeranno eventi ed incontri dedicati alla popolazione di ogni età, bambini in prima fila, per la 4°Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi promossa da ALT - Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle Malattie Cardiovascolari - Onlus con il Patrocinio di Regione Lombardia, Comune di Milano, Expo Milano 2015, CONI, FCSA (Federazione Centri per la Diagnosi della Trombosi e la Sorveglianza delle Terapie Antitrombotiche), SISET (Società Italiana di Emostasi e Trombosi). Perché ogni bambino nato nell’anno2000 ha il diritto di vivere almeno fino a 65 anni senza essere colpito da malattie cardiovascolari evitabili (Dichiarazione di San Valentino - Bruxelles, 14 febbraio 2000). ALT invita la popolazione a partecipare alla Quarta Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi attraverso il sito http://www.giornatatrombosi.it.

PER PARTECIPARE Vinci la pigrizia con l’hashtag #ALTpigrizia Un autoscatto, 140 caratteri ed un # per sfidare la pigrizia. ALT, Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari, invita ad immortalarsi in uno scatto selfie per dire “basta pigrizia”. Sono moltissime le persone che dal 2014 hanno già detto no alla pigrizia, partecipando alla campagna benefica firmata #ALTpigrizia, pubblicando tutti i giorni le proprie selfie su Instagram, Twitter e Facebook con l’hashtag #ALTpigrizia! Sulla home del sito altpigrizia.org si trovano le immagini della campagna, che ha l’obiettivo di correggere abitudini di vita pericolose in uno stile di vita più sano. Dire alt alla pigrizia non è semplice e ALT ha deciso di rendere protagoniste le persone coinvolgendole, ogni giorno, a ricordarsi l’importanza di combatterla. Obiettivo della campagna #altpigrizia è di spingere giovani e meno giovani a riconoscere e sconfiggere i nemici della salute, la squadra di complici che causa malattie cardiovascolari da trombosi e che ha come caposquadra proprio la pigrizia!

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La squadra della Salute – Edizione 2012 Coach: Dan Peterson LA SQUADRA: Andrea Monti, Daniele Redaelli, Lidia Rota Vender, Franco Baresi, Max Blardone, Giorgio Di Centa, Domenico Fioravanti, Giacobbe Fragomeni, Matteo Morandi, Renato Pasini, Alessandro Pittin, Giuliano Razzoli, Mason Rocca, Bebbe Bergomi, Alessandro Betti, Walter Leonardi, Antonella Lo Coco.

La squadra della Salute - Edizione 2013 Coach: Dan Peterson Madrina: Federica Fontana LA SQUADRA: Andrea Monti, Daniele Redaelli, Lidia Rota Vender Antonio Rossi, Gianluca Basile, Alessandro Betti, Caterina Bosetti, Igor Cassina, Billy Costacurta, Valentina Marchei, Felice Natalino, Silvia Parente, Elisabetta Sancassani, Anita Torti, Alessia Trost.

La squadra della Salute Edizione 2014 Coach: Dan Peterson Madrina: Federica Fontana LA SQUADRA: Andrea Monti, Daniele Redaelli, Lidia Rota Vender Alessandro Betti, Maurizia Cacciatori, Diego Confalonieri, Billy Costacurta, Nicola Damiano, Valentina Marchei, Daniele Molmenti, Samuel Pizzetti, Elisabetta Preziosa, Andrea Zorzi.

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