Trio di Parma Alessandro Carbonare clarinetto...155A STAGIONE 2019 | 20 SALA VERDI DEL CONSERVATORIO...

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155 A STAGIONE 2019 | 20 SALA VERDI DEL CONSERVATORIO via Conservatorio 12, Milano Trio di Parma Alessandro Carbonare clarinetto martedì 11 febbraio ore 20:30 INTEGRALE DEI TRII DI BRAHMS - I Brahms Trio n. 2 in do maggiore per pianoforte e archi op. 87 Trio n. 3 in do minore per pianoforte e archi op. 101 Trio in la minore per pianoforte, clarinetto e violoncello op. 114 Foto © Francesco Fratto

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155A STAGIONE 2019 | 20 SALA VERDI DEL CONSERVATORIO via Conservatorio 12, Milano

Trio di ParmaAlessandro Carbonare clarinetto

martedì 11 febbraio ore 20:30

INTEGRALE DEI TRII DI BRAHMS - I

Brahms Trio n. 2 in do maggiore per pianoforte e archi op. 87 Trio n. 3 in do minore per pianoforte e archi op. 101 Trio in la minore per pianoforte, clarinetto e violoncello op. 114

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È vietato, senza il consenso dell’artista, fare fotografie e registrazioni, audio o video, anche con il cellulare.Iniziato il concerto, si può entrare in sala solo alla fine di ogni composizione. Si raccomanda di:• disattivare le suonerie dei telefoni e ogni altro apparecchio con dispositivi acustici• evitare colpi di tosse e fruscii del programma• non lasciare la sala fino al congedo dell’artistaIl programma è pubblicato sul nostro sito web il venerdi precedente il concerto.

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Anna CalabroMarco Bisceglia

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Paolo Arcà

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Ilaria Borletti Buitoni presidente, Francesca Moncada di Paternò vice presidente, Filippo Annunziata, Marco Bisceglia, Liliana Konigsman comitato esecutivoLodovico Barassi, Anna Calabro, Gianluigi Chiodaroli, Marco Magnifico Fracaro, Maria Majno consiglieri

PROGETTO FOTOGRAFICO con gli studenti del

corso di formazione avanzata tenuto da Silvia Lelli:

Silvia Bovo, Matteo Congregalli, Elisa Covello, Alesia

Davydava, Annarella Giorgiani, Benedetta Manzi,

Giorgio Marturana, Carlo Oriente, Tomas Pasinetti,

Emanuela Selvagio, Roberto Viccari.

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Johannes Brahms (Amburgo 1833 - Vienna 1897)

Trio n. 2 in do maggiore per pianoforte e archiop. 87 (ca. 29’)

I. Allegro II. Andante con moto III. Scherzo. Presto & Trio. Poco meno

presto IV. Allegro giocoso

I N T E R V A L L O

Trio n. 3 in do minore per pianoforte e archiop. 101 (ca. 21’)

I. Allegro energico II. Presto non assai III. Andante grazioso

IV. Finale. Allegro molto

Trio in la minore per pianoforte, clarinetto e violoncello op. 114 (ca. 25’)

I. Allegro II. Adagio III. Andantino grazioso IV. Allegro

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Musica tra amici

Se tutti concordiamo sul significato della parola trio, ossia una gruppo

strumentale di tre elementi, non è così immediato, come per il

quartetto, prevedere di che tipo di strumenti si tratti. Derivato dalle

corrispettive forme barocche, il trio ne mantenne, più di altre formazioni

cameristiche, la varietà nelle combinazioni strumentali. Fiati o archi

come solisti, numero e tipo variabile di strumenti nella realizzazione

del basso continuo, erano le caratteristiche che nel Barocco rendevano

la cosiddetta sonata a due o a tre una forma particolarmente elastica

e varia. Il trio, non frequentato allo stesso modo e non investito

dello stesso impegno intellettuale che contraddistinse il genere del

quartetto per archi dal Classicismo in poi, non venne codificato in un

organico standard e rimase il luogo di una certa leggerezza, per lo più

inizialmente votato all’intrattenimento. Non sovraccarico di tradizione,

il genere poté così attraversare la storia mantenendo intatta la propria

freschezza, con risultati dei più disparati, nella sola sostanziale

distinzione, da Beethoven in avanti, tra trio per soli archi e Klaviertrio,

ossia con pianoforte in diverse possibili combinazioni d’organico. Tra

questi, ad arricchire il repertorio del genere, stanno i sei trii di Brahms,

che proprio con il primo (op. 8) ruppe il ghiaccio con la musica da

L’organico del trio con pianoforte pone la sua sfida tanto all’esecutore come al compositore, dovendo assortire strumenti tecnicamente diversi e al contempo parimenti solisti

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camera quando era ancora un giovane ed esordiente compositore

ventenne. Dietro l’apparente ristrettezza di mezzi, il trio pone la sua sfida

tanto all’esecutore come al compositore, in termini di strumentazione ed

equilibrio sonoro, dovendo assortire strumenti tecnicamente diversi e

al contempo parimenti solisti. Una sfida che Brahms colse veramente a

pieno negli anni della maturità, rivedendo il suo primo trio a distanza di

quasi quarant’anni, cassando nuovi abbozzi intrapresi con il suo rinomato

e severo spirito critico, e portandone a compimento tre, in cui veniva

quindi riversato un intenzionale distillato della sua poetica.

Del Trio op. 87 fu insolitamente molto soddisfatto. Composto tra il 1880

e il 1882, ossia negli anni di mezzo tra la Seconda e la Terza Sinfonia,

dopo le due grandi ouverture sinfoniche (ossia la Tragische Ouvertüre

e la Akademische Festouvertüre), il trio dà inizio a quella fase della

produzione brahmsiana di progressivo raccoglimento nella dimensione

intima ma densa della musica da camera. L’op. 87 è il secondo trio

per pianoforte e archi (violino e violoncello), ed ebbe la sua prima

esecuzione nel 1882, nel contesto privato di un circolo di amici, con

il compositore stesso al pianoforte e i membri del fedele Quartetto

Joaquim agli archi. Perché la musica da camera era innanzitutto questo

ai tempi: un momento di condivisione spirituale e sociale, prima che

una performance. Lo stile maturo di Brahms raggiunge la sua massima

concentrazione di espressione e pensiero: una musica composta

ed esatta, che con logica rigorosa trae tutte le sue conseguenze

da premesse minime, frammenti variati e combinati più che estese

melodie. La ricchezza di motivi e la fluidità con cui costruiscono il

discorso musicale, senza mai tornare uguali a se stessi, nascondono

le intime relazioni che li collegano e permettono loro di essere ora

melodia ora accompagnamento. L’ascoltatore è avvinto dalla coerenza

e dal bel ritmo di questa “prosa musicale”, pur senza avere sempre

piena cognizione delle articolazioni della forma, un’architettura la cui

perfezione si svela nella sua interezza solo all’analisi attenta della

partitura. Così è nel primo movimento del trio (Allegro), in cui i temi sono

più che mai gruppi tematici compositi, prolungati in motivi secondari,

e i confini tra le sezioni convenzionali della forma-sonata sono spesso

celati e molto duttili: nessuna ripetizione dell’esposizione, uno sviluppo

che confluisce direttamente in una ripresa abbreviata, una coda brillante

a compensare. Violino e violoncello tendono a costituire una sola

entità musicale contrapposta al pianoforte, muovendosi in parallelo

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o giocando in eco. Così è affidato a loro l’inizio incisivo ed impetuoso

del primo tema, mentre il pianoforte avvia il secondo in maniera più

pensosa e lirica. Gli strumenti si sovrappongono spesso con quelle

“dissonanze metriche” (ritmi pari contro ritmi dispari), che sono un po’

il marchio della musica di Brahms. Le sonorità, talvolta “orchestrali”,

superano le aspettative di un esiguo numero di strumenti e la tavolozza

timbrica spazia dal fortissimo più deciso al pianissimo più intimo. Questo

è ancora più evidente nel secondo movimento, Andante con moto,

un tema con variazioni in cui la creatività del compositore privilegia la

varietà nella tessitura e nel carattere piuttosto che la complicazione

virtuosistica più tipica del genere. Il tema di sapore popolare, con il

suo carattere nostalgico ma fiero e i tipici controtempi, si trasforma in

cinque variazioni, non solo nei connotati più esteriori ma anche nello

spirito: intimo nella prima, quindi discorsivo, deciso, disteso, sognante

alla fine. Lo Scherzo ha qualcosa delle atmosfere fantastiche di certa

musica di Mendelssohn, con l’inizio palpitante di ribattuti degli archi e il

divagare di ottave del pianoforte, tecnicamente difficile nel conciliare il

sempre e leggiero con il presto dell’andamento. Il Trio: poco meno presto

vi si contrappone in maggiore, più appassionato e melodico. Il Finale,

definito Allegro giocoso, ha un carattere dichiaratamente più leggero che

concilia la varietà tematica della forma-sonata con la variazione, tecnica

brahmsiana per eccellenza. Il movimento conclude il Trio con energia.

Il Trio op. 101 è il terzo e ultimo dedicato alla formazione di pianoforte e

archi e, composto nel 1886, seguiva le sonate per pianoforte e violino

e per pianoforte e violoncello, traendo dalla prima la concisione e

dalla seconda l’irruenza. Non si concede alcun preliminare né alcuna

tergiversazione, ma la musica va dritta al sodo con una durata che quasi

dimezza quella del primo trio. L’esperienza e il magistero compositivo

di Brahms, perfezionato nel campo sinfonico, condensano sempre più

l’espressione musicale in nome dei principi di economia ed elaborazione

Nello stile maturo di Brahms si raggiunge la massima concentrazione di espressione e pensiero: una musica che trae tutte le sue conseguenze da premesse minime e frammenti variati

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motivica: materiali scarni si evolvono sottilmente, dissolvendo

qualunque simmetria precostituita. La forma-sonata dell’Allegro energico

è, come nel trio precedente, interpretata in maniera piuttosto elastica.

L’essenzialità dei motivi è compensata dalla complessità ritmica e dal

loro elaborato sviluppo. Il primo tema si afferma con carattere “eroico” in

sole quattro battute a sonorità piena prima di prolungarsi nei suoi echi. Il

secondo tema è più rilassato e cantabile, quasi un inno. Sottili parentele

li collegano e generano motivi secondari. Il successivo movimento,

Presto non assai, risparmia anche sulle sonorità che non eccedono,

se non occasionalmente, il livello del piano, con il suono delle corde

spesso attutito nel pizzicato. La tensione, sotterranea ma comunque

evidente, è piuttosto ottenuta dal movimento frammentario, trepidante

nei dialoghi e negli echi tra gli strumenti. L’Andante grazioso è una sorta

di intermezzo, la cui forma ternaria alterna un motivo etereo e uno più

animato, indicazioni di tempo pari e dispari. Gli archi guidano il discorso

e si alternano al pianoforte. Il Finale. Allegro molto, dalle sembianze di

uno scherzo con il suo metro a suddivisione ternaria, è una forma-sonata

interpretata in maniera molto rapsodica e continuamente in evoluzione,

senza alcuna ripetizione. Alla fine dell’ascolto, non pare vero che tutto

questo si sia potuto concentrare in un tempo tanto breve, quasi che la

musica lo abbia dilatato con la sua ricchezza, la stessa che conquistò gli

amici più cari di Brahms, come Clara e Joachim.

Dopo il Quintetto op. 111, quando sembrava a Brahms che tutto fosse

stato detto, il suo annunciato ritiro dalle scene fu smentito da un rinato

bisogno di comporre. La musica degli ultimissimi anni è ancora di più

richiusa nella dimensione cameristica e vi prevale il colore nuovo,

scoperto per caso, del clarinetto. Fu l’amico Mühlfeld, clarinettista

nell’orchestra di corte di Meiningen, a rivelare a Brahms tutta la dolcezza

e la bellezza di “Fräulein Klarinette”, uno strumento dal suono versatile,

caldo quanto brillante. Fu così che Brahms dedicò al suo amico

“usignolo”, come si divertiva a chiamarlo, ben quattro composizioni:

un trio, un quintetto e due sonate. Proprio come per Mozart, il suono

del clarinetto, nella versione più avvolgente e non in quella briosa di

Weber, segnava gli ultimi anni del musicista. Nel Trio op. 114 il timbro più

scuro del clarinetto in la (in alternativa sostituito con la viola, secondo

le indicazioni del primo editore) sostituisce il violino, in un organico

piuttosto raro. Nonostante l’ispirazione esplicitamente connessa allo

strumento a fiato, le tre voci sono integrate tra loro in perfetto equilibrio.

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La poca dimestichezza con la scrittura idiomatica del clarinetto porta

Brahms a inventare, in un certo senso, nuove tinte e un nuovo modo di

suonarlo nell’interazione con gli altri: note lunghe, frammenti cantabili,

arpeggi di accompagnamento o propriamente tematici. Il violoncello

ha un ruolo portante e interagisce con il clarinetto in una sorta di

continuità e di intesa melodica: i due strumenti si completano a vicenda

e si intrecciano in canti e controcanti. Nell’Allegro iniziale si prefigura

già il tono cupo e intimo del trio nella tonalità di la minore. Il violoncello

solo disegna un profilo melodico ad arco, dal sapore un po’ arcaico da

notte dei tempi. La sveglia marziale delle terzine al pianoforte accende

la tensione e le rapide scale di semicrome la conducono al culmine. Il

secondo tema si contraddistingue per la catena di terze discendenti, un

elemento ricorrente nella musica di Brahms, quasi una firma. Lo sviluppo

di questa forma-sonata altrettanto libera è pervaso dal gesto delle

scale, che in crescendo conduce e mimetizza l’inizio della ripresa. Il

movimento abbandona i toni brillanti degli altri due trii e svanisce tra gli

echi del primo tema e la dissolvenza delle scale. L’Adagio in re maggiore

è un movimento di malinconica serenità, che lascia la mente vagare. Il

tema principale è caratterizzato ancora dalla catena di terze, clarinetto

e violoncello si porgono e si scambiano le parti, e nella sezione centrale

i pizzicati prosciugano la sonorità della melodia. L’Andantino grazioso

è una sorta di intermezzo, dal carattere danzante, come un valzer

grazioso e nostalgico. La parte intermedia ha un carattere più rustico,

con gli arpeggi del clarinetto che evocano le movenze dello jodel.

L’Allegro finale, di contrappeso all’intimità prevalente dei movimenti

precedenti, sfoggia un carattere più virtuosistico e vigoroso, con ritmi

in contraddizione tra gli strumenti e due temi che, variati e sviluppati,

vengono condotti ad una conclusione di grande impatto sonoro.

Mühlfeld e Brahms insieme eseguirono per la prima volta il Trio,

confermando quel legame che unisce l’intimità della musica da camera

a quella dell’amicizia.

Maria Grazia Campisi

Laureato in Discipline storiche,

critiche e analitiche della musica

al Conservatorio “G. Verdi” di Milano

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Trio di Parma

Alberto Miodini pianoforteIvan Rabaglia violinoEnrico Bronzi violoncello

Il Trio di Parma si e formato nel 1990 al Conservatorio “Arrigo Boito”

di Parma. Si e poi perfezionato con il Trio di Trieste alla Scuola di

Musica di Fiesole e all’Accademia Chigiana di Siena. Nel 2000 e stato

scelto per partecipare all’Isaac Stern Chamber Music Workshop alla

Carnegie Hall di New York. Ha ottenuto importanti riconoscimenti con

le affermazioni al Concorso Internazionale “Vittorio Gui” di Firenze,

al Concorso Internazionale di Musica da Camera di Melbourne, al

Concorso Internazionale ARD di Monaco e al Concorso Internazionale

di Musica da Camera di Lione. Inoltre, nel 1994, ha meritato il “Premio

Abbiati” dell’Associazione Nazionale della Critica Musicale quale “miglior

complesso cameristico”.

Ha suonato per le più importanti istituzioni musicali in Italia (Accademia

di Santa Cecilia di Roma, Amici della Musica di Firenze, Unione Musicale

di Torino, Teatro La Fenice di Venezia, Unione Musicale di Torino, GOG

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di Genova, Accademia Filarmonica Romana, Amici della Musica di

Palermo) e all’estero (Philharmonie di Berlino, Carnegie Hall e Lincoln

Center di New York, Wigmore Hall di Londra, Konzerthaus di Vienna,

Sala Moliere di Lione, Filarmonica di San Pietroburgo, Music Dom di

Mosca, Coliseum e Teatro Colón di Buenos Aires, Monaco, Amburgo,

Dublino, Varsavia, Los Angeles, Washington, Rio de Janeiro, San Paolo,

Festival di Lockenhaus e Lucerna, Barossa Music Festival Adelaide,

Melbourne Festival, Orta Festival).

Ha collaborato con importanti musicisti quali Vladimir Delman, Carl

Melles, Anton Nanut, Bruno Giuranna, Alessandro Carbonare, Eduard

Brunner e ha partecipato a numerose registrazioni radiofoniche e

televisive per la RAI e per diverse emittenti estere. Ha inoltre inciso

l’integrale dei Trii di Brahms, Beethoven, Ravel, Šostakovic (“miglior

disco dell’anno 2008” dalla rivista Classic Voice). Ha pubblicato nel 2011

un CD monografico dedicato a Liszt, la registrazione del vivo dei Trii di

Schumann, l’integrale dei Trii di Dvořák e di Schubert.

Il Trio di Parma, oltre all’impegno didattico in Conservatorio e al

Mozarteum di Salisburgo, tiene corsi alla Scuola di Musica di Fiesole e

un master di alto perfezionamento in musica da camera al Conservatorio

di Parma.

Ivan Rabaglia suona un violino Santo Serafino costruito a Venezia nel

1740 (gentile concessione della Fondazione Pro Canale onlus), Enrico

Bronzi un violoncello Vincenzo Panormo costruito a Londra nel 1775.

È stato ospite della nostra Società nel 1994, 1996, 2010, due volte nel

2012 per i due concerti dedicati all’integrale dei Trii di Dvořák, due volte

nel 2014 (Trii di Schubert e concerto per i 150 anni della Società del

Quartetto) e tre volte nel 2017 per i concerti dell’integrale beethoveniana.

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Alessandro Carbonare clarinetto

Primo clarinetto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia

dal 2003, Alessandro Carbonare ha vissuto a Parigi, dove è stato per

quindici anni primo clarinetto solista dell’Orchestre National de France.

Ha collaborato inoltre nello stesso ruolo con i Berliner Philharmoniker,

l’Orchestra Sinfonica di Chicago e con la New York Philharmonic. Si è

imposto nei più importanti concorsi internazionali.

Appassionato camerista, collabora regolarmente con Mario Brunello,

Marco Rizzi, Pinkas Zukerman, Yuja Wang, Alexander Lonquich,

Andrea Lucchesini, Enrico Dindo, Massimo Quarta e i Quartetti Casals,

Brentano, Modigliani, Kelemen, Adorno e Cremona. Guest Professor

alla Juilliard School di New York, al Royal College of Music di Londra, al

Conservatorio Superiore di Parigi e alla School of Arts di Tokyo, ha fatto

parte delle giurie di importanti concorsi internazionali.

Su invito di Claudio Abbado, è stato primo clarinetto dell’Orchestra del

Festival di Lucerna e dell’Orchestra Mozart con la quale, sempre sotto la

direzione di Abbado, ha registrato il Concerto K 622 di Mozart meritando

il Grammy Award 2013. Con Abbado ha inoltre collaborato al progetto

sociale dell’Orchestra Simon Bolivar e delle orchestre infantili del

Sistema in Venezuela.

Ha registrato gran parte del repertorio per clarinetto per Harmonia

Mundi e Decca dando anche grande impulso anche alla nuova musica

con commissioni a Ivan Fedele, Salvatore Sciarrino, Luis De Pablo e

Claude Bolling.

È docente di clarinetto all’Accademia Chigiana di Siena e all’Accademia

di Santa Cecilia a Roma.

È stato ospite della nostra Società con il Quintetto Bibiena nel 1995,

2006, nel 2011 con il Quartetto di Cremona e nel 2013 con l’ensemble di

percussioni Tetraktis.

Main PartnerAssociazione Pier Lombardo

A cura di

Vijay Iyer Vanessa Wagner Yonathan Avishai Lisa Moore T imo Andres Simon Ghraichy Jason Moran Emmet Cohen Aaron Goldberg Danny Grissett Dado Moroni

PIANIST I di altri mondiDal j a z z a l l e sono r i t à con temporanee

8 c o n c e r t i d a g e n n a i o a m a g g i o 2 0 2 0l a d o m e n i c a m a t t i n a h 1 1e s e r a t a f i n a l e a i B a g n i M i s t e r i o s i

Teatro Franco Parenti via Pier Lombardo 14, Milano – teatrofrancoparenti.it

Società del Quartetto via Durini 24, Milano – quartettomilano.it

Rassegna i dea ta da Giann i More l enbaum Gua lbe r to

In collaborazione con

peverelli & morelenbaum associatidirezioni artistiche

INFORMAZIONI [email protected]à del Quartetto di Milano via Durini 24 - 20122 MilanoTel 02 795 393 www.quartettomilano.it

VILLA NECCHI CAMPIGLIO Via Mozart 14, Milano

BEETHOVENMANIA

ESECUZIONE INTEGRALE DELLE 32 SONATE PER PIANOFORTE E DELLE VARIAZIONI DIABELLI

domenica 19 gennaio, ore 17 Andrea Lucchesini pianoforte

sabato 25 gennaio, ore 17 Gabriele Carcano pianoforte

sabato 8 febbraio, ore 17 Pietro De Maria pianoforte

sabato 22 febbraio, ore 17 Andrea Lucchesini pianoforte

sabato 29 febbraio, ore 17 Gabriele Carcano pianoforte

sabato 14 marzo, ore 17 Filippo Gorini pianoforte

sabato 21 marzo, ore 17 Gabriele Carcano pianoforte

sabato 4 aprile, ore 17 Pietro De Maria pianoforte

BIGLIETTI

Ingresso intero € 15Socio FAI € 10Socio Società del Quartetto € 10Under 30 € 5

ABBONAMENTI

Intero € 100Socio FAI € 70Socio Società del Quartetto € 70

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INFORMAZIONI [email protected]à del Quartetto di Milano via Durini 24 - 20122 MilanoTel 02 795 393 www.quartettomilano.it

gennaio 16, 30febbraio 3, 13, 20, 27marzo 5, 12, 26aprile 2, 16, 23, 30maggio 7, 14, 21, 28giugno 4, 18, 25

BIGLIETTI

DATE

Concerti solo ad inviti, per la limitata capienza del Salone dei Concerti.

Gli inviti possono essere ritirati, nella settimana precedente il concerto, in orari d’ufficio, alla Società del Quartetto e il giorno del concerto, a partire da 60’ prima dell’inizio in Casa Verdi, in entrambi i casi contestualmente al biglietto di ingresso, che dà diritto all’accesso al Salone dei concerti.

Visite guidate: prima dei concerti, alle ore 15.30, si può partecipare alla visita guidata della cripta e delle sale museali di Casa Verdi. Su prenotazione.

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Grazie ai musicisti che hanno dato prestigio al Quartetto

e ai soci che l’hanno sostenuto e lo sostengono!

Vogliamo esprimere gratitudine ai Soci d’Onore, e prima di tutto ai grandi musicisti che hanno contribuito al successo del Quartetto nei suoi 153 anni di attività (da Richard Strauss e Anton Rubinstein nei lontani anni dell’800 a Rudolf Serkin, Mieczyslav Horszowski e Ton Koopman in tempi più vicini), ai Soci Vitalizi, ai Soci Benemeriti, fra i quali i “fedelissimi” con oltre 50 anni di associazione, ai Sostenitori, che col loro contributo annuale esprimono il loro apprezzamento per il Quartetto, e vorremmo crescessero sempre più.

Soci d’Onore

Johann Becker (1888), Franco Faccio (1888), Charles Gounod (1888), Joseph Joachim (1888), Joachim Raff (1888), Anton Rubinstein (1888), Pablo de Sarasate (1888), Richard Strauss (1888), August Wilhelmj (1888), Antonio Bazzini (1892), Felix Mottl (1892), Mieczyslav Horszowski (1985), Rudolf Serkin (1985), Ton Koopman (2003), Francesco Cesarini (2006), Harry Richter (2006), Giancarlo Rusconi (2017), Liliana Segre (2019)

Soci VitaliziFilippo Annunziata, Cesare Bacchini, Marco Bisceglia, Ilaria Borletti Buitoni, Gerardo Broggini, Paolo Dardanelli, Tomaso Davico di Quittengo, Carla Giambelli, Liliana Konigsman, Francesco Maino, Maria Majno, Francesca Moncada di Paternò, Paola Motta, Carlo Vittore Navone, Gian Battista Origoni della Croce, Franca Sacchi, Luca Sega, Società del Giardino, Beatrice Svetlich, Pietro Svetlich, Paolo Terranova, Paolo Villa

Soci BenemeritiDomenico Arena, Sandro Boccardi, Salvatore Carrubba, Francesco Cesarini, Philippe Daverio, Francesca del Torre Astaldi, Fondazione Sergio Dragoni, Anna Maria Holland, Antonio Magnocavallo, Carlo Musu, Quirino Principe, Sua Eminenza Gianfranco Ravasi, Harry Richter, Carlo Sini

I fedelissimi (soci da oltre 50 anni)

Francesco Adami, Ladislao Aloisi in memoriam, Ester Ascarelli, Margherita Balossi Barbiano di Belgiojoso, Maria Piera Barassi Livini, Carlo Barassi, Cecilia Bicchi, Giuliano Boella, Maria Lavinia Boella Ricci, Maria Luisa Bonicalzi, Alessandra Carbone, Marta Casagrande, Paolo Carbone, Paolo Carniti, Nicoletta Cipriani, Claudio Citrini, Dino Danovi, Mathias Deichmann, Maria Cristina Delitala, Antonio Delitala, Nora del Torre, Roberto Fedi, Renzo Ferrante, Anna Ferrante, Salvatore Fiorenza, Maria Teresa Fontana, Franca Gaiani, Anna Genoviè, Emma Guagnellini, Fiammetta Lang, Riccardo Luzzatto,Federico Magnifico, Rosalia Manenti, Claudio Longo, Giovanna Marziani Longo, Giovanni Miserocchi, Jacqueline Molho, Davy Molho, Giuseppe Mottola, Anna Mottola, Luciano Patetta, Luisella Patetta Deiana, Maria Carla Peduzzi, Alberto Piergrossi, Laura Poli, Roberto Poli, Giancarlo Rusconi, Pietro Saibene, Giuliana Saibene, Maria Vittoria Saibene, Giovanni Scalori, Luigi Scalori in memoriam, Maria Grazia Scarabelli, Luciano Scavia, Francesco Sironi, Angelo Mario Sozzani, Ilaria Stendardi Antonini, Luca Trevisan, Giovanni Weisz

Soci Sostenitori

Judit Baggott, Mario Bassani, Mario Broggi, Anna Broggi De Lellis,Paola Carminati, Alberto Conti, Maria Elisabetta De Ferrari Magnifico Fracaro, Clara Dell’Acqa, Nora del Torre, Marco Magnifico Fracaro, Maria Candida Morosini, Ruth Pavese Westen, Serenella Pinto Rordorf, Renato Rordorf, Giorgio Sacerdoti, Enrico Saraval, Rosella Saraval Milesi, Lorenzo Stucchi

Società del Quartetto, via Durini 24 – 20122 MilanoTel 02 795 393 │ [email protected] │ www.quartettomilano.it

PROSSIMI CONCERTI

SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

BIGLIETTI

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Intero € 25│Ridotto (Soci e over 70) € 20│Giovani (under 30) € 5

Intero € 25│Ridotto (Soci e over 70) € 20│Giovani (under 30) € 5

martedì 3 marzo 2020, ore 20.30 Sheku Kanneh-Mason violoncelloIsata Kanneh-Mason pianoforteBeethoven - Sonata n. 4 in do maggiore op. 102 n. 1Lutosławski - GraveBarber - Sonata op. 6Rachmaninov - Sonata in sol minore op. 19

Serie Nuovi Talenti con il sostegno di

martedì 25 febbraio 2020, ore 20.30 Alexander Malofeev pianoforteBrahms - Quattro Klavierstücke op. 119Schumann - Studi sinfonici op. 13Čajkovskij - Le Stagioni op. 37a

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