Trimestrale del I.C. “Giovanni XXIII” di Sava - Numero 5 ... · é in esso che si decide la...

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1 Trimestrale del I.C. “Giovanni XXIII” di Sava - Numero 5 aprile 2018 - http://www.icgiovanni23sava.gov.it ADDIO, MONTI Lettere e poesie di migranti NO AL BULLISMO La giornata internazionale LIBERA C’È Il racconto del 21 marzo

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Trimestrale del I.C. “Giovanni XXIII” di Sava - Numero 5 aprile 2018 - http://www.icgiovanni23sava.gov.it

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HAI TEMPO FINO AL PROSSIMO 25 MAGGIO PER

INVIARE UN ARTICOLO ALLA NOSTRA REDAZIONE! LO

PUBBLICHEREMO SUL NUMERO 6 DI GOAL!

PER COLLABORARE CON NOI SCRIVI A

[email protected]

GOAL! Numero 5, aprile 2018

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COMITATO DI REDAZIONE

Flavio Pesare III A

Beatrice Spada III B

Aurora Pesare III C

Maria Sole Melle III D

Alessia Mazza III E

Cosimo Rossetti III F

Matteo Dragone III G

Andrea Buccoliero III H

Coordinatore del progettoProf. Davide Giove

Il nostro Comitato di

Redazione è composto

da un rappresentate per

ognuna delle classi terze

della Secondaria dell’Istituto

Comprensivo.

È in esso che si decide la

linea editoriale di Goal!, gli

argomenti da trattare, le

interviste e le inchieste.

Il periodico, pubblicato ogni

due mesi circa, dà spazio a

quanto accade nel nostro

Istituto, attraverso il puntuale

lavoro di cronaca dei docenti

e degli alunni di tutti gli ordini

di scuola presenti.

Il Comitato di Redazione

presta attenzione anche a

quanto accade fuori dalla

scuola, in particolare nel

Comune di Sava e a partire

dal prossimo numero

prevederà apposite rubriche

per raccontare e analizzare i

fatti più importanti.

Se hai proposte, consigli o

anche semplici domande,

puoi rivolgerti al nostro

Comitato di Redazione

scrivendo a

[email protected]

GOAL! ENTRA NELLE NOSTRE AULE!

Da questo numero il nostro periodico ha una versione a stampa

Il numero 5 di Goal! ha per tutta la nostra redazione un’importanza particolare! A partire da questa edizione, infatti, il nostro giornale viene stampato e diffuso in tutte le classi della scuola secondaria e nelle sedi della primaria e della scuola dell’infanzia dell’Istituo Comprensivo “Giovanni XXIII”. È una notizia particolarmente significativa per il periodico ufficiale del nostro Istituto che, nato nel 2016, è la voce ufficiale dei docenti e degli alunni della scuola.Il Comitato di Redazione di Goal! è composto da un rappresentate per ognuna delle classi terze della Secondaria dell’Istituto Comprensivo. In esso si decidono la linea editoriale del giornale, gli argomenti da trattare, le interviste e le inchieste.Il periodico, pubblicato ogni due mesi circa, dà spazio a quanto accade dentro e fuori la scuola, attraverso il puntuale lavoro dei docenti e degli alunni.Per collaborare alla pubblicazione di Goal! non è necessario essere un membro del Comitato di Redazione: chiunque può scrivere! Perciò se hai proposte, consigli o anche semplici domande, puoi farlo scrivendo a [email protected] prossimo numero di Goal! uscirà nel mese di giugno e il nostro Comitato riceverà gli articoli entro il 25 maggio. Gli alunni che abbiano intenzione di condividere con noi un racconto, un pensiero, una poesia, un approfondimento possono scrivere direttamente all’indirizzo email dedicato o parlarne con il docente coordinatore della propria classe.

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ADDIO, MONTI...POESIE E LETTERE DI MIGRANTI PARTORITE DALL’IMMAGINAZIONE DELLA III D

Queste sono le prime parole di una delle pagine più famose della l e t te rat u ra

italiana: “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni che è uno degli autori che noi ragazzi di terza media stiamo studiando. Lo scrittore racconta le avventure dolorose di due innamorati, Renzo e Lucia, costretti a scappare dal loro paesino sui monti di Lecco per sfuggire al prepotente Don Rodrigo che vuole Lucia per sé.

I due ragazzi fuggono in barca attraversando il lago di Como e mentre si allontanano Lucia si gira a guardare i luoghi a lei cari con struggente dolore. Non pronuncia alcuna parola… piange e rimane in silenzio per tutto il viaggio. Ma il Manzoni immagina la sofferenza della donna obbligata dalla strana situazione ad abbandonare i luoghi da lei tanto amati, dove avrebbe voluto continuare a vivere insieme a Renzo e alla sua famiglia. Leggendo queste pagine di addio, noi ragazzi abbiamo provato una grande

commozione perché esse esprimono il dolore che tutti gli emigranti di ogni tempo, del passato e di oggi, provano quando lasciano la loro terra e la loro casa. Questo brano ci ha fatto riflettere, ancora una volta, sui disagi a cui sono sottoposti le numerose persone che tutti i giorni approdano sulle nostre coste. Il nostro pensiero è andato a loro e alle loro famiglie: così abbiamo elaborato delle poesie e delle lettere immedesimandoci nel loro cuore!

Giada Mazza, III D

GOAL! Numero 5, aprile 2018

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PENSANDO A CHI MIGRA...

UN RAGAZZO COME NOI: JENIA

Ciao io mi chiamo Jeniavengo dal Kenya.

Sono un ragazzo normale,anche a me piace sognare.

La mia famiglia è un po’ particolaresiamo sei fratelli da sfamare.

Sogniamo di andare a scuola, ma ciò non si può fare.

Non è giusto essere discriminatisolo perché di colore siamo nati.

Alla fine la nostra è una famiglia per benee a nessuno di noi piace subir queste pene.Siam venuti in Italia per avere un’istruzione

tale da garantirci un futuro miglioreanche se “siamo di colore”.

E così vi saluto, cari amici italianimi raccomando, non trattateci come

marzianivi ricordo che anche noi

siamo gente uguale a voi!

Matteo Buccoliero Gabriele Decataldo Classe III D

TRA LE ONDE

Tra le onde del mar,quel gommone va,

per fame, per guerra, per povertà,per trovare lavoro, fortuna e

magari pure amore,chissà…

Destino crudele che si abbatte su di essi,centinaia di emigranti,

su un barcone, dove uno su cinquanta,

per sua fortuna,riesce ad arrivare.

Il resto, per sempre, nel mare dovrà stare…Solo l’anima volerà su,

nel paradiso felice, dove tutti vorremmo andar…

Diego DecataldoClasse III D

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GOAL! Numero 5, aprile 2018

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NEL CUORE DI CHI MIGRA...

15 MAGGIO 2017 Cari genitori,ora che sono in viaggio capisco perché lo si chiama ‘’barcone della speranza’’, perché

minuto dopo minuto, ora dopo ora, spero sempre di arrivare sano e salvo. Sembrerò anche pessimista, ma è così, quanta ansia nel lungo tragitto verso l’Italia, per sistemarmi, per cercare una nuova famiglia, un nuovo lavoro, insomma, per rifarmi una vita. Una vita migliore senza tutto ciò che ho lasciato alle spalle. Mi mancate, mi mancano le nostre risate, i nostri pranzi, cene, feste attimi di gioia e tristezza, la mia casa. Grazie di esserci sempre stati, sono cresciuto accanto ad una famiglia che mi voleva bene ed ero felice anche con poco. Poi però quel giorno, quel maledetto giorno, in cui papà è andato via, ci ha lasciato, è volato via da noi. Ma io lo sento sempre vicino, vicino a me, passo dopo passo. La nostra vita non è sempre stata facile e anche ora, che sono lontano da casa da circa un mese, penso a voi con il desiderio che possiate stare bene e mi chiedo se sentite la mia mancanza... chissà cosa proverete quando leggerete questa mia lettera. Qui le acque sono così limpide, si riesce a vedere il fondale. So che Thamara ci teneva molto a vedere il mare, spero di venirvi a trovare presto e portarvi al mare tutti insieme. Ci rivedremo presto, lo giuro! Chissà se questa lettera arriverà mai e chissà se la leggerete. TANTI BACI E ABBRACCI IL VOSTRO KHALID!

Annachiara Spagnolo Marta Semeraro

III D

Cari nonni, vi scrivo per informarvi che io e mamma ci siamo salvati dalla guerra. Ora siamo liberi e felici.

Qui a Milano le persone non hanno il tempo di guardarsi in faccia mentre camminano per strada; la maggior parte dei ragazzi, invece, sono viziati. Peccato che molti non sono soddisfatti di ciò che hanno.Sono stato, inoltre, nella galleria di VITTORIO EMANUELE II, non ho comprato nulla, ma ho visto dei giocattoli, e non ho avuto paura di toccarli perché sapevo che all’ interno non c’era nascosta una mina.Mamma è riuscita a trovare lavoro, in una pasticceria; lei sta lì dalle 8:30 della mattina fino alle 20:30 della sera.Ho notato una cosa: le donne vanno in giro con il viso e il collo scoperto e non sempre vengono accompagnate da uomini.Mamma sta studiando per poter prendere la patente: io, quando ne ha bisogno, l’aiuto nella comprensione di alcune di parole italiane.Ho cominciato la scuola e l’italiano mi sembra difficile, purtroppo i bambini della mia classe mi prendono in giro per il colore della mia pelle, ma rispetto a quello che accadeva a Kabul non è niente. Adesso ho veramente capito quanto sia difficile sopravvivere alla guerra.Io penso che tutti abbiamo il diritto di vivere così come siamo! Non c’è nessuno più bello di noi stessi con i nostri difetti e i nostri pregi. Dobbiamo essere sicuri di amare senza alcuna discriminazione di razza, di religione, di sesso... e come mi dicevi sempre tu nonna: “Tutti vogliono essere felici, tanti hanno il coraggio di esserlo, ma pochi soffrono per diventarlo e, poi, bisogna apprezzare chi, nonostante tutto, ha ancora la forza di sorridere.”Vi voglio bene, spero di rivedervi presto. Il vostro NIHAL

Gaia Bernardi Ludovica Dell’ Aglio

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NEL CUORE DI CHI MIGRA...

Non avrei mai pensato di comporre un tale addio. Quando è morta mamma, sapevo che il posto in cui stavo vivendo non era adatto a me ed al mio fratellino; oh, caro Sami,r spero che mentre leggerai questa lettera, saremo in un luogo migliore. Ricordo quando papà con la sua forza e il sorriso stampato in viso, ci prendeva

dolcemente in braccio e ci faceva volare, come degli astronauti. E come dimenticarsi della mamma, che non smetteva di imporgli di farci stare tranquilli, per evitare

problemi. E dopo quei tanti combattuti litigi per un mondo in guerra,

l’occasione di stringerci tutti assieme non mancava mai. Ora sono su questo barcone, con tanta gente che soffre di nostalgia e sembra tormentata da tristi pensieri, che non apre

bocca perché preoccupata di andare incontro all’ignoto.

L’infrangersi delle onde fa sì che il mio cuore trabocchi di ricordi:

prima, quando tutto era al suo posto, le persone erano allegre ed al

mercato del giovedì, tutti si sorridevano l’un l’altro ed era una bellissima

occasione per salutarsi e scambiare quattro chiacchiere. Io e i miei amici correvamo da una bancarella all’altra e, lo ammetto, anche rubacchiando qualche dolcetto. Chissà se li rivedrò mai più. Nessuno pensava che la guerra potesse mai arrivare e stravolgere quel piccolo

mondo, in preda ad una quiete immensa. E, nel giro di pochi giorni, i bombardamenti

sono divenuti incessanti e la gente disperata non faceva altro che tentare di fuggire, per abbracciare una vita migliore. Non

vedevo l’ora di diventare un militare come papà, per difendere la mia patria e per proteggere chiunque ne avesse avuto bisogno. Con l’arrivo della guerra, la sua lontananza da casa si faceva sentire sempre più e la mamma era maggiormente affaticata. Eppure cercava di non farci mai mancare niente, dal cibo alla sua dose giornaliera d’amore. Quella fatidica mattinata ha segnato profondamente la nostra esistenza ed il nostro futuro: lei giaceva nel letto, immobile e priva di respiro, quello che riscaldava i nostri animi. È stato ieri quando ho preso la decisione di fuggire con te, Samir, dopo che di papà non se ne è saputo più nulla. Lui sarà sempre un pezzo incancellabile della nostra patria, ma soprattutto del nostro cuore; sai, ti voleva molto bene... Il suo carattere non era dei più fragili, ma quando tu nascesti e ti prese in braccio per la prima volta, non riuscì a contenere l’emozione. L’unica cosa che posso stringere con sicurezza adesso è la medaglietta che i nostri genitori mi avevano detto di custodire sempre, nei momenti più bui. La tua mano adesso è adagiata nella mia, come se io fossi diventato la tua ancora. Non sono neanche sicuro di riuscire a garantire un futuro a me stesso. Vorrei essere come te, piccolo ed ingenuo, e mascherare tutto ciò che ci sta accadendo con un gran sorriso. Ma adesso, tutto quello che so è che siamo io e te, da soli e in balìa delle onde. Con tanto affettoIl tuo fratellone Julian

Francesca Fuggetti Maria Sole Melle

III D

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GOAL! Numero 5, aprile 2018

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I NOSTRI ESPERIMENTI IN LABORATORIO

LIEVITO E ZUCCHERO: FORTI DA SOLI, MITICI INSIEME!Nessuno si sarebbe mai aspettato che il lievito non ce l’avrebbe fatta senza l’aiuto dello zucchero.

Noi della 1^ B il 9 marzo 2018 siamo andati nel laboratorio di scienze per fare un esperimento. Abbiamo utilizzato i seguenti materiali: lievito, zucchero, farina, acqua, 2 bicchieri e 2 cilindri. Abbiamo indicato con la lettera A un bicchiere e l’altro con la B. In questi abbiamo mischiato lievito, acqua e farina; solo nel B abbiamo aggiunto anche lo zucchero. Successivamente abbiamo

mescolato i due composti e li abbiamo versati nei cilindri graduati fino a raggiungere i 30 ml. Abbiamo inserito entrambi

in due becher pieni di acqua bollente. A questo punto abbiamo tabulato i dati osservati, come riportato nella scheda.Il miscuglio B è salito…… e anche molto velocemente (ogni 5 minuti aumentava di 10ml!). L’ultima misura osservata è stata 90 ml, anche se continuava a salire!!! Il miscuglio A è

rimasto a 30 ml. Ciò è successo perché il lievito fermenta lo zucchero, formando così anidride carbonica. Questa, anche grazie al calore fornito, salendo su, porta con sé tutto l’impasto.Abbiamo capito che non tutti i microrganismi sono patogeni, alcuni sono addirittura utili!Noi abbiamo conosciuto il lievito, che è un fungo usato per la lievitazione del pane e per

la fermentazione del vino, ma ce ne sono tanti altri, come per esempio i lattobacilli, batteri che

trasformano il latte in yogurt o quelli della flora intestinale, che ci aiutano nella digestione e nella produzione di alcune vitamine utili all’organismo.Insomma… ci sono microbi fondamentali, non è una bugia, sono reali!!!!

GLI ALUNNI DELLA I B

Questo mese, la nostra classe si è dedicata ad uno dei maggiori problemi che colpiscono la terra: l’inquinamento. Abbiamo discusso soprattutto dell’inquinamento del mare a causa della plastica, e dopo aver studiato approfonditamente il problema attraverso documentari ed articoli di giornale, abbiamo costruito un modellino di una balena, un animale che a causa di questo fenomeno si sta estinguendo, riciclando oggetti di plastica. Leggendo alcune interviste fatte a studiosi nel campo ambientale, abbiamo infatti scoperto che la plastica si sta ormai accumulando in grandi quantità nel nostri mari. L’ inquinamento da plastica può essere invisibile, ma altamente pericoloso : tra 75.000 e 300.000

tonnellate di microplastiche vengono rilasciate ogni anno nell’ambiente in Europa. Le microplastiche derivano dalla frammentazione di pezzi più grandi provenienti da oggetti di uso comune e giornaliero. Le microplastiche diffuse nell’acqua e negli alimenti come il pesce, possono avere danni non solo sull’ambiente, ma anche sulla salute degli uomini. Quello che si dovrebbe fare, è riciclare, ridurre al minimo l’utilizzo degli oggetti monouso come i guanti ‘’usa e getta’’, ed evitare una

grande produzione ed un forte consumo della plastica. Noi ragazzi abbiamo così deciso di creare qualcosa di concreto, che simboleggi la nostra promessa di aiutare quanto è possibile l’ambiente, e di insegnare questo anche al resto della gente. Costruire una balenottera con la plastica riciclata, e discutere di questo argomento, è stato per noi un’esperienza

molto costruttiva che ci ha aiutato a capire quanto

sia importante rispettare le regole ambientali per salvare la

nostra terra.

III H

LA NOSTRA OPERA CON MATERIALI DI RICICLO

L’INQUINAMENTO DEL MARE

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7 FEBBRAIO 2018 II GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO

IL BULLISMO E IL CYBERBULLISMO

Il bullismo è una forma di comportamento di tipo violento e intenzionale, di natura sia fisica che psicologica ripetuto nel tempo e attuato nei confronti di persone considerate incapaci di difendersi.Anche il cyberbullismo è un attacco offensivo ma attuato mediante gli strumenti della rete largamente diffusi nella società moderna.In entrambi i casi il prevaricatore vuole prendere di mira chi è ritenuto diverso.I risultati di tali molestie sono l’ isolamento della vittima a cui spesso si aggiungono danni psicologici non indifferenti come la depressione o nei casi peggiori il suicidio. In ogni caso i molestatori, soprattutto se giovani, non si rendono conto di quanto nocivo può essere questo tipo di comportamento.Oggi molti studenti sono esposti ad azioni di bullismo, essi non vogliono far conoscere le violenze subite perché spesso si

vergognano e si adoperano da soli per sottrarsi.Questo avviene perché, anche quando gli episodi vengono denunciati non sempre si risolve il problema così i bulli continuano con il loro atteggiamento. La tecnologia consente, infatti, ai bulli di infiltrarsi nelle case delle vittime perseguitandole con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite smartphone o pubblicati sui siti web tramite internet. Il bullismo diventa, quindi, cyberbullismo.Il cyberbullismo è particolarmente pericoloso perché i ragazzi possono nascondere la loro identità, il loro volto, il loro nome, dietro lo schermo di un PC ma arrecare comunque un forte danno alle vittime.Al giorno d’oggi tutti gli studenti hanno un profilo Facebook o WhatsApp, ma alcuni non utilizzano in maniera sana e semplice questi strumenti, ma lo fanno solo per sentirsi più forti a

discapito di coloro che vengono individuati come deboli o diversi.Leggendo fatti di cronaca nera riguardanti tale fenomeno si ha l’ impressione, però, che i ragazzi nascosti dietro i loro profili siano spesso i veri deboli, vittime della loro ignoranza e della propria incapacità di farsi valere in un modo sano.Si tratta spesso di ragazzi lasciati al loro destino da famiglie assenti o poco interessate che non li educano ad un approccio a internet positivo.Proprio a causa del dilagare del fenomeno, i il  7  febbraio 2018  è stata celebrata la  seconda Giornata Nazionale contro il Bullismo e il Cyberbullismo, per riflettere su questo argomento e trovare possibili soluzioni. L’iniziativa è nata l’anno scorso ed integra il Piano Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola (e non solo) dettato dal Miur, affinché non solo i ragazzi vengano informati di quello che può accadere se si abusa di internet, ma anche i professori

e i genitori vengano messi al corrente della situazione e degli accorgimenti da mettere in atto per combattere questo fenomeno.

E’ necessario, infatti, che di bullismo e

cyberbullismo si parli molto anche e soprattutto nelle scuole, affinché i

ragazzi imparino a conoscere e usare

c o n s a p e v o l m e n t e internet e i social

network, sia per non incappare nei pericoli della rete, sia per comprendere che il web non è sostituibile ad una passeggiata con gli amici, ad una partita di calcio, ad una sana risata in compagnia.

Sofia CalòCarlotta Buccoliero

II C

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La giornata in memoria delle vittime innocenti di mafia

21 MARZO: LIBERA C’È!Circa un milione di persone, in oltre 4000 luoghi in tutta Italia, tra cui parrocchie, associazioni, scuole, università, carceri, uffici pubblici, stazioni ferroviarie, si sono fermate e hanno urlato il loro NO ALLA MAFIA durante la 23ma Giornata della Memoria e dell’Impegno nel ricordo delle vittime innocenti delle mafie.Libera è, infatti, una rete di a s s o c i a z i o n i , c o o p e r a t i v e s o c i a l i , movimenti e gruppi, scuole, sindacati, diocesi e parrocchie, gruppi scout, che si impegnano, non solo contro le mafie, ma anche contro i crimini e chi li alimenta, c o m b a t t e n d o in primo piano per la giustizia sociale.Nata nel 1955, proprio nello stesso anno, lanciò una petizione che raccolse un milione di firme, a favore del riutilizzo sociale dei beni confiscati alla mafia.Libera è presente su tutto il territorio italiano in 20 coordinamenti regionali, 82 coordinamenti provinciali e 278 presidi locali. Sono 80 le organizzazioni internazionali aderenti al network di Libera Internazionale, in 35 Paesi europei, africani e d’America Latina.Questa associazione organizza ogni estate dei campi d’impegno

e di formazione sui beni confiscati e sono oltre 4.000 i giovani che vi partecipano e circa un migliaio quelli che animano progetti di tutela ambientale in collaborazione con Carabinieri Forestale.

E ogni 21 marzo, primo giorno di primavera, in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, vengono ricordati tutti i nomi di questi poveri innocenti, per farli vivere ancora e dare speranza a chi, purtroppo, non spera più.Quest’anno, la manifestazione si è svolta in Puglia, a distanza di dieci anni, precisamente a Foggia, città scelta per raccontare anche le mafie del nostro territorio e mantenere vivo il ricordo e la memoria

delle vittime innocenti delle mafie, persone che hanno perso la propria vita per preservare la nostra libertà, la nostra democrazia. Una giornata in cui attraverso la memoria condivisa e responsabile, si

concretizza l’impegno di tutti affinché gli ideali e i sogni di chi non c’è più rimangano vivi. -Qui oggi piove ma è comunque la primavera: ci sono migliaia e migliaia di giovani, adulti e associazioni che stanno camminando insieme -sono le prime parole di Luigi Ciotti, mentre sfila per le strade di Foggia. -Il cambiamento ha bisogno di tutti- continua il fondatore d e l l ’ A s s o c i a z i o n e , perché questa giornata non sia solo un evento, ma un momento di riflessione, di incontro...

Per questo non dobbiamo rimanere indifferenti e combattere contro questo fenomeno perché il problema non sono le mafie ma siamo noi. Nella nostra classe abbiamo parlato in diverse occasioni di Legalità e di Impegno, e abbiamo esaminato, in particolar modo, la figura di Rita Atria, una giovane ragazza siciliana, appartenente ad una famiglia mafiosa, che ha voluto reagire alla logica dell’indifferenza, condannando il comportamento ingiusto della sua famiglia. Nella sua ribellione alla logica di famiglia, trovò rifugio e comprensione nel giudice Paolo Borsellino, divenendo collaboratrice di giustizia. Quando, però, seppe della strage di via d’Amelio e, quindi, della morte di colui che, per lei, era diventato come un padre, si suicidò, buttandosi da un palazzo di Roma, a soli 17 anni, sconvolta dalla notizia.“La mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci”, si legge nel suo diario e con questa frase Rita vuole intendere che, in qualche modo, siamo tutti colpevoli, quando rimaniamo indifferenti alimentando il successo mafioso, Dobbiamo, perciò, tutti avere più coraggio, quello che si impara non dalle grandi imprese ma dai piccoli gesti, perché vinca la verità e la speranza... quella del primo giorno di primavera

Siria DragoneAngelica Ursoleo

III E