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tre bicchieri IL SETTIMANALE ECONOMICO DEL GAMBERO ROSSO SORPRESA: I DAZI USA POTREBBERO SPINGERE IL VINO ITALIANO anno 10 - n. 39 - 3 ottobre 2019 CONSUMI Vini e spumanti trainano la spesa degli italiani nel primo semestre dell'anno. In calo gli oli DENOMINAZIONI Una Doc tutta bio? Valdarno ci prova e presenta il disciplinare. Ma si aspetta l'ok del Mipaaf MONTALCINO Biondi Santi compra sei ettari di vigneto da Bulgheroni. Ecco i dettagli dell'operazione ESTERI Si alza l'età e si abbassano i consumi. Segnali di cambiamento per i Premium wine drinker Usa BIRRA Marchio, taglio delle accise e osservatorio. Così il comparto artigianale festeggia i suoi 30 anni

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trebicchieriIl settImanale economIco del Gambero rosso

SORPRESA: I DAZI USA POTREBBERO SPIngERE

IL VInO ITALIAnO

anno 10 - n. 39 - 3 ottobre 2019

CONSUMI Vini e spumanti trainano la spesa degli italiani nel primo semestre dell'anno. In calo gli oli

DENOMINAZIONI Una Doc tutta bio? Valdarno ci prova e presenta il disciplinare. Ma si aspetta l'ok del Mipaaf

MONTALCINO Biondi Santi compra sei ettari di vigneto da Bulgheroni. Ecco i dettagli dell'operazione

ESTERI Si alza l'età e si abbassano i consumi. Segnali di cambiamento per i Premium wine drinker Usa

BIRRA Marchio, taglio delle accise e osservatorio. Così il comparto artigianale festeggia i suoi 30 anni

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LA FOTOnOTiziA

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Chi vuole fare il vendemmiatore?In queste settimane di lavoro tra i vigneti, è emersa una vera e pro-prio emergenza-lavoro: l'impossibilità di reperire vendemmiatori e tratto-risti. A lanciare l'allarme è il magazine Wine Wi-neMeridian che denun-cia come molte aziende si stiano confrontando con questo problema. I motivi? Formazione non adeguata. Sia quella sco-lastica, sia quella fai da te del personale extracomu-nitario. Oltre alla solita cronica questione: oggi tutti vorrebbero diventa-re manager, a pochi pia-ce sporcarsi le mani. Ma siamo sicuri che sia tutto qua? Alla carenza forma-tiva e motivazionale, bi-sogna anche aggiungere il fattore contrattuale. I famosi voucher, aboliti nel 2017 e riesumati lo scorso anno dal Decreto Dignità, in realtà sono tornati sotto forma di contratto vero e proprio. Non come buoni da uti-lizzare in maniera easy e veloce (vedi articolo Tre Bicchieri “Non chiamate-li voucher”). A tutto ciò si aggiunga la new entry che risponde al nome di “Reddito di cittadinanza”: perché andare a lavorare sotto il sole, mettendo in questo modo a rischio un'entrata comoda, sicu-ra e continuativa? ‒ L. S.

foto Equalitas

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CONSUMI. Vini e spumanti trainano la spesa degli italiani nel primo semestre dell'anno. In calo gli oliDopo un 2018 chiuso con un deciso rallentamento del trend di crescita, la spesa delle famiglie per i prodotti alimentari ha ripreso a crescere a ritmi più elevati. Lo rileva l'Ismea, nel rapporto Agrosserva sulla base dei dati Nielsen. L'in-cremento complessivo della spesa del panel è del +1,1%, rispetto a un anno pri-ma, trainato dai prodotti a largo consumo confezionati (Lcc) con un +2%, mentre per i prodotti sfusi la spesa si è ulteriormente contratta dello 0,9%. Un quarto del fatturato della distribuzione organizzata del semestre ha riguardato gli acquisti in promozione: una referenza su quattro è stata acquistata a prezzo scontato. “Ormai il consumatore si muove per i suoi acquisti cercando di sfruttare tutte le occasioni di ri-sparmio”, scrivono gli analisti Ismea.

La maggior propensione alla spesa è quella per le bevande (+2%), supportata dal maggior interesse per il segmento dei vini Doc e degli spumanti, cresciuti nel se-mestre del 5,6%, dopo il +4,8% del 2018 rispetto all’anno precedente. In termini assoluti, l'incremento complessivo di spesa su base annua è di oltre 50 milioni di euro solo negli ultimi 6 mesi. Stabili i consumi di acqua e bevande analcoliche, men-tre segna una prima flessione la spesa per le birre, che dopo il +3% del 2018, torna sui valori del 2017.

AMBIENTE. Consumatori sempre più green. Packaging ed etichette sotto osservazione

EXPORT. Il punto di Qualivita wine sui sei mesiExport positivo nel primo se-mestre 2018 per i due principali mercati di destinazio-ne Stati Uniti (+1,9%, sopra 736 mln di euro) e Germania (+3,7% a 514 mln di euro), mentre sono in calo i due Paesi successivi Regno Uni-to (-1,9%, 342 mln di euro) e Svizzera (-0,8%, 186 mln di euro). Buono il trend in Francia (+9,3%, per quasi 100 mln), dopo il +10% di tutto il 2018, nei Paesi Bassi (+14,2%) e in Giappone (+15%), che recupera la fase di stallo mostrato nel 2018 e supera i 91 mln di euro. È l'a-nalisi dell'Osservatorio Qualivita Wine su dati Istat, che sottolinea come, nei mercati extra europei, la Cina conti-nua a coprire una fetta dell’export ridotta (2,1%) ma con un buon trend (+4,9%) nel primo semestre 2019. Il mercato russo cresce del 14,7%, così come la Polonia (+20,7%), la Corea del Sud (+14,6%) e la Repubblica Ceca (+20,2%), Spagna (+17,1%) e Ucraina (+17,4%). Il 60% dell’export vinicolo italiano in valore è destinato in Europa (+3,3%), il 31% in America (+1,4%), il 7,7% in Asia (+8%).

Dinamica e quote della spesa per acquisti domestici di prodotti agroalimentari

Quanto i consumatori sono disposti a contribuire alla salvaguardia ambien-tale? Secondo l’Osservatorio Packa-ging del Largo Consumo realizzato da Nomisma, in collaborazione con Spinlife-Università di Padova, il tema green è molto sentito dagli italiani: al terzo posto dopo disoccupazione e tas-se. Tanto che il 43% valuta l'impatto ambientale del packaging dei prodotti alimentari, il 54% evita di comprare prodotti con troppo imballaggio, il 13% ha rinunciato a un prodotto a cau-sa della confezione di plastica. Inoltre, l’88% dei consumatori afferma di avere

maggiore considerazione per i prodotti environment-sounding e il 92% dice di prestare attenzione i cosiddetti ‘eco-label’. Ciò non significa, però, che ci sia la disponibilità a spendere di più: il 67% degli italiani dichiara poca disponibilità a riconoscere un differen-ziale di prezzo.

“In generale, il profilo che emerge” sot-tolinea Silvia Zucconi, responsabile marketing intelligence di Nomisma “evidenzia che i consumatori stanno adottando uno stile di vita sempre più green. Con azioni quotidiane gli italiani si attivano per la salvaguardia raccolta dif-

ferenziata (83% la pratica con costanza), riduzione la dei consumi energetici (78%) e di acqua (77%). Ma anche grande atten-zione durante la spesa:quando è possibile si privilegia la scelta di prodotto più soste-nibili o con etichette ambientali (40%)”.

Al momento, però, le proposte che ar-rivano sullo scaffale non sono ritenute all'altezza delle aspettative: il 35% dei consumatori valuta insufficiente l’im-pegno delle aziende nella riduzione dell’impatto ambientale della confezio-ne dei prodotti, un altro 62% giudica quanto messo in campo finora appena sufficiente.

I°sem 2019/I°sem 2018

fonte: elaborazioni Ismea su dati Nielsen

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COnsOrzi

VALDARNO. La prima Doc interamente bio. Ma si attende l'ok del Comitato vinia cura di Gianluca Atzeni

Nell'area della Doc Valdar-no di Sopra l’hanno sim-paticamente chiamata “BioRevolution” e potreb-

be essere una svolta nel panorama vitivinicolo nazionale. Una denomi-nazione interamente biologica, con stringenti regole, capace di presen-tarsi a livello italiano e internazio-nale con tutti i tasselli a posto per fare un salto di qualità nel segno del rispetto dell'ambiente e della sosteni-bilità, intercettando gli attuali trend di mercato. La Regione Toscana, col via libera al disciplinare di produzio-ne dei giorni scorsi, passa la palla al Ministero per le politiche agricole, ovvero al Comitato nazionale vini. È solo la prima fase di un lungo iter, che il consorzio guidato da Luca Sanjust si augura di completare in vista della vendemmia 2020. Il nuovo discipli-nare prevede anche un allargamento della zona di produzione (art. 3) con l'inserimento del Valdarno Fioren-tino, secondo i confini indicati dal Bando di Cosimo III de' Medici del 1716. “Nel futuro vogliamo realizzare una zonazione, con l'individuazione dei vari cru, introducendo quei concetti che attualmente sono utilizzati nei grandi territori del vino, come la Borgogna”, fa sapere Sanjust.Per i circa trenta associati (quindici dei quali produttori-imbottigliatori), tutti dotati di certificazione biologi-ca, l'ok della Regione è un risultato incoraggiante in vista del traguardo finale: “La nostra filiera è convinta che questa sia la scelta giusta”. Non è automatico che da via XX settembre arrivi un via libera incondizionato. Tuttavia, qualunque sia la deci-sione del ministero, a favore o contro la Doc biologica, l'idea del

consiglio di amministrazione è quella di andare avanti comun-que: “Percorreremo la nostra strada. Siamo molto determinati e vogliamo far capire ai consumatori che la no-stra è una denominazione di qualità”. Tradotto in pratica: regole precise in regime biologico, dalle scelte di determinati prodotti e pratiche in vigna e cantina, fino all'indicazione delle molecole ammesse, che il con-sorzio ha messo nero su bianco as-sieme agli esperti dell'Università di Pisa. “È chiaro” spiega il presidente Sanjust “che non vogliamo costringere nessuno a produrre la Doc Valdarno, dal momento che nel nostro territorio insistono anche altre grandi Doc, a par-tire dal Chianti fino all'Igt Toscana, che rappresentano valide scelte alternative per chi fa il vino”.La produzione annua della Doc Val-darno di Sopra si avvicina oggi alle 200 mila bottiglie, che vengono ven-dute per il 50% all'estero. Per alcune aziende come Tenuta Sette Ponti, Il Carnasciale, Petrolo e Il Borro (che

ha recentemente acquisito Vitereta), la propensione all'export è più vicina all'80%: “L'andamento delle vendite” osserva “è pressoché in linea con l'anno precedente, ma dal 2016 il trend gene-rale è crescente e per crescere, bisogna lavorare sulla promozione, sulle grandi fiere su una grande anteprima dei vini toscani a Firenze che metta assieme tutte le Doc. Infine, su prodotti interes-santi come i rosati da uve Sangiovese o i bianchi da uve Trebbiano, finora un po' snobbati ma capaci di dare grandi sod-disfazioni”.

ProduzioneDoc Valdarno di Sopra

1.047 ettolitri 2016

1.448 ettolitri 2017

1.319 ettolitri 2018fonte: Consorzio vini Valdarno di Sopra

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ENOTURISMO 1. Luci e ombre delle Strade del vino: il report di Veneto agricolturaIl brand vino attrae ogni anno nume-rosi turisti sui territori del Veneto. Di questo flusso beneficiano, paradossal-mente, alberghi, ristoranti e altri sog-getti ma non i produttori. Il dato emer-ge dal rapporto di Veneto agricoltura su Strade del vino e prodotti tipici: “Il prodotto vino pur possedendo dei brand molto forti (tra cui Amarone o Prosecco) non sempre” si legge nel rapporto “è correttamente allineato e utilizzato per la valorizzazione comunicativa del terri-torio”. A 18 anni dalla legge regionale che ha fatto nascere le Strade del vino, il sondaggio ha raccolto le risposte di 211 associati (aziende agricole, canti-ne, agriturismo, alberghi, b&b, tratto-rie, ristoranti, enoteche, bar, agenzie turistiche, musei).

Il web, secondo la ricerca, rimane il principale veicolo promozionale delle Strade del vino, per un tipo di turismo estero o proveniente da fuori regione. Altro canale informativo è il passaparo-la, che conferma l'importanza del con-tatto fiduciario e del gradimento dell'e-sperienza, soprattutto per i produttori e per chi fa vendita diretta. Le guide, invece, sono il maggior veicolo pubbli-citario dei ristoratori, mentre per l’ac-coglienza, oltre ad internet, contano le agenzie turistiche. La provenienza degli stranieri premia i produttori; quella di prossimità (italiani e del Nord), premia i ristoratori che comunque hanno anche un 39% di clienti dall’estero.

Le criticità sono due: scarsità di risorse finanziarie a disposizione

dell’attività delle Strade e mancan-za di eventi promozionali. Soprat-tutto albergatori e attività collegate alla Strada lamentano la scarsa notorietà turistica del proprio territorio. E la ca-renza di personale e la concorrenza tra vicini sono lacune evidenziate soprat-tutto tra i produttori.

Il futuro è legato alla necessità di “aprir-si maggiormente al turismo estero”. Gli albergatori sono più sensibili alla co-struzione di proposte integrate, che implichino una permanenza più lunga e una capienza di spesa più generosa. Nonostante molti soci avvertano la dif-ficoltà di coordinare le attività aziendali con quelle delle Strade, ben l'85% in-tende continuare e a investire in questa esperienza.

TRENTINO. Meno grappa, ma qualità ottima. In crescita le vinacce biologicheSegno meno ma qualità alta per la produzione di vinacce e, quindi, di grappa in Tren-tino. Il distretto provinciale stima una flessione tra 10% e 15% rispetto al 2018, ri-portando la produzione ai livelli 2017. “I presupposti per un’ottima annata ci sono, in quanto si è verificata una acidità delle uve mediamente alta, fattore questo che deter-mina la sanità e qualità delle vinacce in fase di fermentazio-ne e conservazione”, fa sape-re l'Istituto di tutela grappa del Trentino, che sottolinea la continua crescita della disponibilità di vinaccia da uve biologiche, che daranno origine a grappa bio: “Un fenomeno dato soprattutto dalla conformità del territorio che prevede un clima che agevola questo tipo di col-tivazione”, spiega il presidente Mirko Scarabello.

Fondato nel 1960, l'Istituto grappa del Trentino conta 25 soci, di cui 22 distillatori che rappresentano la quasi totalità della produ-zione provinciale. Le vinacce arrivano dal Trentino e i prodotti sono contraddistinti da un marchio d’origine: il tridente con la scritta “Trentino Grappa”. Ogni anno vengono prodotti in Trentino circa 7.500 ettanidri di grappa (il 10% del totale nazionale in bottiglie da 70 cl), pari a circa 2,5 milioni di bottiglie, distillando 130 mila quintali di vinaccia. ‒ G. A.

ENOTURISMO 2. Nasce la “Via dei Colli bolognesi”. L'inaugurazione sabato 5 ottobreSettantacinque chilometri da Pianoro a Valsamog-gia, che si snodano tra la natura, i borghi medioe-vali e le cantine. L'Emilia Romagna punta sul turi-smo lento e inaugura la “Via dei Colli bolognesi”, itinerario che si aggiunge alla via degli Dei, alla Linea Gotica e alla via dei Gessi. Il proget-to sarà lanciato con un evento gratuito sabato 5 ottobre. L'obiettivo è valo-rizzare l'enogastro-nomia e il paesaggio dei colli poco fuori il capoluogo regionale.

Tra le 15 cantine coinvolte nel tracciato, il prodotto di spicco sarà il Pignoletto Docg. “Turismo ed enologia sono i protagonisti”, ha det-to Giacomo Savorini, direttore del Consorzio vini bolognesi, sottolineando che in caso di successo dell'iniziativa sarà allargata la mappa e saranno coinvolte altre vallate e cantine. L'iniziativa è frut-to del lavoro di Città metropolitana di Bologna in collaborazione con il Consorzio vini bolognesi e il Gruppo di azionale locale (Gal) dell'Appennino, che ha investito gran parte del Fondo europeo per lo sviluppo rurale (Fesr) per finanziare privati e pic-

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L'AngOLO deLLA sOsTenibiLiTà

Il Nordeuropa guarda sempre più alla certificazione italiana Equalitas si afferma sempre più in campo internazionale. Dopo la Norvegia, anche la Finlan-

dia “riconosce” la certificazione italiana, che è stata inserita tra i requisiti che danno diritto al posizionamento su scaffali dedicati dei punti vendita di Alko. Non solo. Anche la Svezia ha dimostrato il suo interesse: Systembolaget, l’azienda pubblica che detiene in Svezia il mono-

polio della vendita di bevande alcoliche da asporto con gradazione alcolica superiore a 3,5%, ha richiesto un audit presso un’azienda italiana - la Cantina Produttori di Manduria - che si stava

misurando con lo standard SOPD Equalitas, nelle versioni corporate e di prodotto. Una verifica che potrebbe essere propedeutica a future collaborazioni con un mercato sempre più importante per il vino italiano. È già stato siglato, invece, l'accordo con FEV (Federación Española del Vino) la principale associazione di categoria delle aziende vitivinicole spagnole. La federazione, infatti, ha promosso negli ultimi anni un’iniziativa di so-stenibilità, denominata Wineries for Climate Protection - in linea con il lavoro di Equalitas - che si focalizza su alcuni indicatori fondamentali di sostenibilità. Obiettivo comune è quello di allineare le proprie visioni e i propri standard, in modo da poter fornire al mercato una visione congiunta Italia-Spagna. Last but non least, Equalitas ha recentemente siglato un accordo con Amfori, la principale associazione glo-bale per un commercio aperto e sostenibile, che riunisce oltre 2mila rivenditori, importatori, grandi marchi e associazioni provenienti da oltre 40 Paesi, con un fatturato combinato di oltre un trilione di euro: l'associa-zione ha sviluppato e detiene amfori BSCI, codice di condotta con 11 principi-capisaldo (orientati alla pro-tezione di diritti umani e diritti dei lavoratori) a fronte del quale sono svolti audit presso aziende vitivinicole, anche italiane. Il Memorandum di intesa che è stato firmato ha come scopo la cooperazione tra Equalitas e Amfori in relazione al miglioramento delle prestazioni in termini di sostenibilità degli aspetti sociali, ambien-tali ed economici delle filiere del vino. In un momento in cui il valore delle esportazioni enoiche a livello globale vale più di 84 miliardi di euro e dove le emissioni di gas serra di un singolo Paese hanno effetti sul clima dell’intero pianeta, è essenziale, infatti, lavorare sinergicamente per avere regole condivise e ottenere protocolli di sostenibilità allineati, in grado di sintetizzare le istanze delle imprese, della società e del mercato.

– a cura di Equalitas

MONTALCINO. Biondi Santi si allarga: altri 6 ettari di Brunello acquistati dal gruppo Abfv "L’idea è di trovare qualche altro ettaro di vigneto, che ci aiuti mantenere i li-velli di produzione integrando l’attua-le e, quindi, evitando cali produttivi". Lo aveva dichiarato a Tre Bicchieri Giampiero Bertolini, nel novembre 2018, appena insediato come neo-amministratore generale di Biondi Santi (qui il link), confermando uno dei propositi che la nuova proprie-tà EPI, aveva già deciso nel 2016 subito dopo aver acquistato dalla famiglia Biondi Santi l'azienda (qui il link). Detto fatto: a distanza di quasi un anno sono arrivati 6 nuovi ettari di Brunello, situati nella zona di San Polo di fatto l'ideale continuazione dei vigneti del Greppo, venduti dal gruppo Abfv (Alejandro Bulgheroni Family Vineyards) che, nella sola Montalcino, è proprietaria di Poggio Landi, Podere Brizio e Tenute Vitan-

za per complessivi 35 ettari iscritti a Brunel-lo, anche alla luce della cessione. La Tenuta Greppo Biondi Santi passa così da 26 a 32 ettari di vigneto, con la possibilità di por-tare la produzione di Brunello da 90.000 a circa 110.000 bot-tiglie. La vendemmia 2019 è stata interamente gestita da Biondi Santi che sin da giugno 2019 si è preso cura dei nuovi vigneti. Sia Giampiero Bertolini, dg Bion-di Santi che Stefano Capurso, dg di Poggio Landi, non rilasciano com-menti sull'importo totale dell'ope-razione, se non confermare che è stato concluso "agli attuali valori di mercato". Secondo le stime il prezzo di un ettaro di vigneto a Brunello, si

aggira sul milione di euro con un de-ciso incremento rispetto a solo cin-que anni fa. Abfv ha dichiarato a Tre Bicchieri che il senso della cessione va visto "nell'ottica di un'ottimizza-zione delle risorse economiche interne anche in funzione di un'autonoma ri-cerca di finanziamenti al di fuori della casa madre, necessari per completare i nostri progetti di sviluppo a partire da Dievole". ‒ A. G.

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FORMAZIONE. Ripartono i corsi della Scuola italiana di potatura. Esordio per la dendrochirurgiaAl via le iscrizioni per l'undicesimo anno consecutivo alla Scuola italiana di potatura della vite. In tutto, si terranno 21 corsi in 11 regioni. Fra le novità di quest’anno, l’apertura in una nuova regione, l’Abruzzo, e di una seconda scuola in Sardegna, precisamente in Gallura. Ai corsi base, se ne affiancheranno cinque di secondo livello riservati a chi ha già fre-quentato il primo livello, e un corso base in inglese, che si terrà in Fran-ciacorta. L’obiettivo della Scuola è insegnare le basi del Metodo Simonit&Sirch di potatura ramificata della vite, ormai adottato da oltre 150 fra le principali aziende vinicole italiane e straniere.

Ma c'è anche una prima assoluta: in primavera arrivano i corsi di den-drochirurgia, che si terranno in Lombardia, Friuli Venezia Giulia e To-scana. Si tratta di una vera e propria operazione chirurgica sulla vite, attraverso la quale, con l’impiego di specifica attrezzatura, viene elimi-nata la carie bianca che ha colonizzato la struttura legnosa della pianta. Maggiori informazioni su simonitesirch.it

APPUNTAMENTI 1. Librandi on tour: tre cene per conoscere in anteprima la nuova linea di CiròTre cene, tre città, tre ristoranti e soprattut-to tre occasioni per scoprire i vini cala-bresi. Parte da Roma Librandi on tour, l'ap-puntamento in tre tappe frutto dell'in-contro tra la cantina di Cirò Marina e il Gambero Rosso che darà la possibilità di degustare in anteprima la linea Segno Librandi: un bianco, un rosso e un rosa-to (in uscita sul mercato a gennaio) in abbinamento alla cucina di tre indirizzi selezionati.

Il primo appuntamento è il 9 ottobre all'Osteria di Monteverde di Roma, dove per l’occasione lo chef Roberto Campitelli ha scelto di valorizzare nel piat-to alcuni degli ingredienti simbolo della Calabria, dal formaggio silano alla ‘nduja, alla liquirizia protagonista del dessert, senza tradire però le origi-ni romane della sua cucina. Il 22 ottobre, si fa rotta su Milano da L’Alchimia Ristorante e lounge Bar, progetto fondato su vino, cucina e miscelazione nato dall’incontro tra Alberto Tasinato, Valerio Trentani e Davide Puleio. Chiude il tour, il 13 novembre, la cena degustazione da Tramvia, a Bologna.

La linea Segno Librandi sintetizza settant’anni di lavoro sulle vigne calabresi e sulla Doc Cirò (che proprio quest'anno celebra i suoi primi 50 anni): un'impron-ta e tangibile di ciò che può nascere quando una terra di vigneti, storia e alta tradizione vitivinicola, incontra una famiglia da sempre animata dal profondo desiderio di diffondere la conoscenza del patrimonio vitivinicolo calabrese ed esaltare nei suoi vini l’identità più autentica e sincera di questa terra.Per maggiori informazioni gamberorosso.it/librandi-tour-2019-cene-degustazione-col-ciro-linea-segno-librandi/

APPUNTAMENTI 2. Ritorna il Giro d'Italia con il Lambrusco, l'11 novembre a MilanoDopo la tappa dello scorso anno a Roma, continua il viaggio per riporta-re il Lambrusco nel cuore della risto-razione italiana. Stavolta si fa rotta su Milano per una cena-degustazione con cinque grandi chef e le tante espressio-ni del vino emiliano: Sorbara, Salami-no di S. Croce, Grasparossa di Castel-vetro, Colli di Scandiano e Canossa Lambrusco, Reggiano Lambrusco.

L'appuntamento con “Il Giro d'Italia con il Lambrusco” in collaborazione con il Gambero Rosso è per l'11 no-vembre al Meliá Milano Hotel, con un menu a 10 mani ideato da Pie-tro Vergano (Consorzio di Torino), Daniele Minarelli e Fabrizio Monti (Osteria Bottega di Bologna), Giu-seppe Gasperoni (Povero Diavolo di Torriana di Rimini), Sebastiano Ca-ridi (Caridi Pasticceria Faenza), Eu-genio Boer (Bu:r di Milano).

Una serata che esalterà le capacità di uno dei vini più versatili della tavola italiana di conciliare classicità e mo-dernità, anima popolare e contenuti alti. Per il menu completo e info clicca qui

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supervisione editorialeMassimiliano Tonellicoordinamento contenutiLoredana Sottile [email protected] collaboratoGianluca Atzeni, Andrea Gabbrielli, Equalitasprogetto graficoChiara Buosi, Maria Victoria Santiago

[email protected] - 06.55112201pubblicitàdirettore commerciale Francesco Dammicco - 06.55112356 [email protected]. pubblicità Paola Persi - 06.55112393 [email protected]

fino al 15 ottobre in Wine, the truth Proiezioni itineranti di film sull'architettura cantine toscane del circuito toscana Wine architecture proviaggiarchitettura.com

fino al 6 ottobre CorCiano Castello di Vino corciano (Perugia) borgo medioevale corcianocastellodivino.it

6 ottobre Milano Wine Week Palazzo bovara e wine district fino al 13 ottobre milanowineweek.com

6 ottobre bottiglie aperte milano presso superstudio Più via tortona 27 ore 10.30 – 19.00 fino al 7 ottobre bottiglieaperte.it

6 ottobre distillerie aperte in quattro distillerie vicentine Vicenza distillerieaperte.it

9 ottobre librandi in tour in collaborazione con il gambero rosso cena osteria di monteverde roma

10 ottobre a night in MontalCino evento degustazione le migliori etichette della cantina ridolfi chorus café roma ore 19.30 gamberorosso.it

11 ottobre foruM internazionale agriColtura e aliMentazione Villa d’este cernobbio (como) fino al 12 ottobre

11 ottobre barbera fish festiVal agliano terme (asti) fino al 13 ottobre barbera-agliano.com

12 ottobre Vino al Vinol'eMilia roMagna nel CaliCe bertinoro (Forlì-cesena) centro storico fino al 13 ottobre visitbertinoro.it

12 ottobre VendeMMia a torino fino al 20 ottobre vendemmiatorino.it

12 ottobre gustus – Vini e sapori dei Colli beriCi Villa sangiantofetti rigon Ponte di barbarano (Vicenza) sabato 17–22 domenica e lunedì 16–20 fino al 14 ottobre

13 ottobre Modena ChaMpagneexperienCe modenaFiere fino al 14 ottobre champagneexperience.it

13 ottobre shoWruM - italian ruM festiVal centro congressi a.roma Lifestyle hotel & conference center roma fino al 14 ottobre showrum.it

EVENTI. La Vendemmia di MonteNapoleone compie 10 anniDecimo anniversario per la Vendemmia di Montena-poleone, che dal 7 al 13 ottobre ritorna ad animare le boutique del Quadrilatero della moda con una serie di inediti eventi e con una nuova “Casa Vendemmia” a Palazzo Clerici. Tra le novità di questa edizione, il forum “Moda, vino e arte. Italia e Francia a confronto” (mercoledì 9 alle 17.30 nella Sala Tiepolo), dove si parlerà di queste tre eccellenze di cui i due Paesi sono protagonisti indiscussi a livello internazionale; l'asta benefica di vini “Italian Masters” del Comitato Gran-di Cru d’Italia, battuta da Christie's (martedì 8 alle 18.30 nella Sala Tiepolo); la mostra d’arte Dynamo Art Factory organizzata con Dynamo Camp (mar-tedì e mercoledì nella Sala Pirelli). Quest'anno, oltre alle vie Montenapoleone, Sant’Andrea, Verri, Santo Spirito, Gesù, Borgospesso, Bagutta e della Spiga, l'evento coinvolgerà, per la prima volta, anche via San Pietro all’Orto.

Inoltre, per tutta la settimana, milanesi e turisti po-tranno prenotare pranzi e cene speciali in alcuni dei più rinomati ristoranti del centro di Milano. Ad aprie i festeggiamenti, il 3 ottobre, il tasting, su invito, al Museo della Scienza e della Tecnologia “Best Italian Wines Gambero Rosso”.

“Con la decima edizione della Vendemmia rinnoviamo ancora una volta il nostro desiderio di celebrare il felice connubio tra il mondo della moda e del vino, due pila-stri del Made in Italy”, spiega Guglielmo Miani, che quest'anno festeggia, a sua volta, i dieci anni alla pre-sidenza di MonteNapoleone District.

enO memOrAndum

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Che noia terribile stare in posa.Portatemi una fetta di panesciapo con olio di Dolce Agogia* che forse mi riprendo.*UNA DELLE CULTIVAR PRINCIPALI DELL’UMBRIA.

Nel nostro Paese ci sono più di 600 cultivar di olive che danno vita a oli unici e straordinari. Porta in tavola tutta la loro ricchezza.campagneistituzionali.it/oliosutavola

In occasione della Fiera Internazionale del TartufoBianco d’Alba, Ismea e Ministero delle politiche agricole,in collaborazione con il Gambero Rosso, danno vita a una serie di eventi nell’ambito della campagna di comunicazione sul settore olivicolo-oleario “OLIO SU TAVOLA”. La campagna, che approderà successivamente anche a Fico Eataly Bologna, nasce dall’esigenzadi promuovere una maggiore conoscenza, pressoil pubblico italiano, della grande varietà di extraverginedi qualità presenti nel nostro Paese e delle oltre 600

cultivar che danno vita a un patrimonio di gusto e cultura unico e inimitabile.

D’altronde, l’interesse degli italiani per la provenienza dell’extravergine di oliva è evidente: quasi l’80% presta attenzione all’origine al momento dell’acquisto. Inoltre, 9 consumatori su 10 giudicano l’olio della propria regione, o comunque nazionale, di qualità superiore: non è un caso che più del 90% di coloro che leggono sempre l’etichetta dichiari di acquistare solo extravergine italiano.

PER PRENOTARSI CLICCA QUI

EVO TASTING EXPERIENCE Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba: il calendario degli appuntamenti

OLIO SU TAVOLA - CAPOLAVORI DI GUSTO:una campagna per valorizzare gli extravergine d’oliva.

Michela Becchi (ita-eng): “La forza del sole. Carattere ed eleganza”

Stefano Polacchi (ita): “L’equilibrio e l’armonia… Questioni di stile”

Michela Becchi (ita-eng): “La favola della leggerezza. I campioni del nord”

Indra Galbo (ita-eng): “Il gioco dei profumi. Variazioni tra carciofo e pomodoro”

PROGRAMMA DI OTTOBRE Sala Beppe Fenoglio – Cortile della Maddalena

Domenica 27 ottobre

Domenica 20 ottobre

Domenica 13 ottobre

Domenica 6 ottobre 17:30

17:30

17:30

17:30

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GranDi CanTine iTaLiane. Veneto/2

Le grandi cantine del Veneto

Zeni 1860

Fraz. Costabella, 9 | Bardonino (VR)

6 www.zeni.it | ( 045 7210022

L’azienda fondata da Nino Zeni e oggi condotta dai figli Fausto, Elena e Federica è un pun-

to di riferimento per gli amanti dei vini prodotti sulle sponde del Lago di Garda. La forza

della cantina risiede in primo luogo nella stretta collaborazione con numerosi viticoltori

della zona che conferiscono le loro uve nella sede di Bardolino. Molte le etichette in gamma

ma unico lo stile, concretizzato nella ricerca di espressività varietale, conservando carattere e

tensione: soprattutto rosati e rossi, provenienti anche dalla vicina Valpolicella.

Amarone della Valpolicella Barrique ‘13

Il vino e l’abbinamento consigliato:Un rosso che si esprime con un’intensa e solare espressione del frutto, maturo e niti-

do. In bocca ha corpo solido ed è caratterizzato da un tannino piacevolmente rustico.

Consigliato con carni rosse ai ferri.

Valpolicella Sup. V. Alte ‘16

Il vino e l’abbinamento consigliato:Sa di profumi di fieno, frutta rossa e spezie orientali e offre un palato solido e di

buona articolazione. La speziata aromaticità lo rende il compagno ideale di piatti di

carne profumati di non grande struttura, come il piccione.

Bardolino Chiaretto Cl. V. Alte ‘17

Il vino e l’abbinamento consigliato:Molto buono il Bardolino Vigne Alte ‘17, riconoscibile per l’esuberante carica fruttata,

così come per la bocca strutturata che non perde mai agilità e tensione. Il suo carattere

lo rende perfetto per un’insalata di pasta.

tre bicchieri15gambero rosso

Che noia terribile stare in posa.Portatemi una fetta di panesciapo con olio di Dolce Agogia* che forse mi riprendo.*UNA DELLE CULTIVAR PRINCIPALI DELL’UMBRIA.

Nel nostro Paese ci sono più di 600 cultivar di olive che danno vita a oli unici e straordinari. Porta in tavola tutta la loro ricchezza.campagneistituzionali.it/oliosutavola

In occasione della Fiera Internazionale del TartufoBianco d’Alba, Ismea e Ministero delle politiche agricole,in collaborazione con il Gambero Rosso, danno vita a una serie di eventi nell’ambito della campagna di comunicazione sul settore olivicolo-oleario “OLIO SU TAVOLA”. La campagna, che approderà successivamente anche a Fico Eataly Bologna, nasce dall’esigenzadi promuovere una maggiore conoscenza, pressoil pubblico italiano, della grande varietà di extraverginedi qualità presenti nel nostro Paese e delle oltre 600

cultivar che danno vita a un patrimonio di gusto e cultura unico e inimitabile.

D’altronde, l’interesse degli italiani per la provenienza dell’extravergine di oliva è evidente: quasi l’80% presta attenzione all’origine al momento dell’acquisto. Inoltre, 9 consumatori su 10 giudicano l’olio della propria regione, o comunque nazionale, di qualità superiore: non è un caso che più del 90% di coloro che leggono sempre l’etichetta dichiari di acquistare solo extravergine italiano.

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OLIO SU TAVOLA - CAPOLAVORI DI GUSTO:una campagna per valorizzare gli extravergine d’oliva.

Michela Becchi (ita-eng): “La forza del sole. Carattere ed eleganza”

Stefano Polacchi (ita): “L’equilibrio e l’armonia… Questioni di stile”

Michela Becchi (ita-eng): “La favola della leggerezza. I campioni del nord”

Indra Galbo (ita-eng): “Il gioco dei profumi. Variazioni tra carciofo e pomodoro”

PROGRAMMA DI OTTOBRE Sala Beppe Fenoglio – Cortile della Maddalena

Domenica 27 ottobre

Domenica 20 ottobre

Domenica 13 ottobre

Domenica 6 ottobre 17:30

17:30

17:30

17:30

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gambero rosso 16tre bicchieri

Dal MonDo

Prime nubi all'orizzonte per i consumatori Premium in Usa? Secondo l'ultimo report di Wine Intelligence qualcosa

sta cambiando, seppure al momento non si possa parlare di una diminu-zione della popolazione, rimasta pres-soché stabile rispetto a cinque anni fa. Le principali novità riguardano l'innalzamento dell'età media e il calo degli acquisti: gli under 35 sono pas-sati dal 48% al 40%, mentre quelli con più di 55 anni sono quasi raddoppiati. La spesa totale è scesa dal 56% del 2014 al 49% del 2019. Ad influire, sono soprattutto i trend salutistici e del bere moderato, oltre alla crescente concorrenza di altre categorie di be-vande alcoliche come la birra artigia-nale.In cinque anni, tuttavia, non è cambia-ta l'identikit dei Premium drinker: per lo più uomo, ricco e propenso a provare vini nuovi. Praticamente circa un quar-to dei consumatori per poco più di un terzo dei volumi di vino bevuti. Nello specifico, la ricerca si sofferma

su tre segmenti: Popular Premium, Super Premium e Ultra Premium. Il primo è il segmento più antico e clas-sico, dove si collocano i consumatori abituali (quelli che bevono vino sopra i 15 dollari da una a tre volte a setti-mana). La fascia Super Premium rag-gruppa i consumatori più giovani e di mezza età che in genere spendono un po' di più rispetto alle loro controparti (circa 20 dollari) e sono desiderosi di scoprire nuovi vini. Infine, il segmen-to Ultra Premium è quello più giovane con la capacità di spesa più alta. Ed è proprio quest'ultimo ad essere cre-sciuto di più (siamo a circa un milione di persone), con la netta tendenza a prediligere la qualità alla quantità. Parliamo, però, di una piccola nicchia, che non sta impedendo al segmento di invecchiare, suggerendo che c'è un problema di reclutamento e di mante-nimento dei consumatori più giovani nella categoria (soprattutto in quella Popular Premium). Per lo più, infatti, i Millennial sono attratti dall'aspetto autentico e narrativo del vino e cer-

cano una differenziazione maggiore, per cui prediligono le nicchie: o i vini alternativi di fascia media o diretta-mente gli Ultra Premium. Pratica-mente due modi differenti di essere alternativi. Infine, anche il segmento Premium deve fare i conti con le altre tenden-ze che riguardano i consumi di vino a livello globale: la predilezione per i vini sostenibili, biologici e con basso contenuto di alcol, i cosiddetti “Sola” (sustainable, organic and lower-al-cohol). ‒ L. S.

CONSUMI. I Premium wine drinker Usa invecchiano. E bevono meno

fonte: Wine Intelligence, Vinitrac® US

età

21-2425-3435-4445-5455-6465 +totale

luglio '14

12%36%23%16%7%6%

100%

luglio '19

8% 32% 19% 18% 13% 10%

100%

Premium wine drinkers USA

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& falanghinapizza

Tour

Pizza&Falanghina Tour 20196 cene con la Falanghina del Sannio in abbinamento alla pizza d’autore

Per info e prenotazioni contattare direttamente le pizzerie ai numeri indicati

Scopri i menu su: www.gamberorosso.it/pizza-e-falanghina-tour/

GIOVEDÌ 10 OTTOBRE Gino Sorbillo lievito Madre al duoMo

Gino Sorbillo

Milano - Largo Corsia dei Servi, 11 j 02 4537 5930

LA PROSSIMA CENA DEGUSTAZIONE

MARTEDÌ 29 OTTOBRE renato boSco renato boSco

San Martino Buon Albergo (VR)Piazza del Popolo, 46

j 331 9873375

GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE dry Milano

lorenzo Sirabella

MilanoVia Solferino, 33 j 02 6379 3414

GLI ALTRI APPUNTAMENTI

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GamberoRossoInternational

Worldtour 20192020

CALENDAR

Sponsor

OCTOBER

27 ROMA - Italy Top Italian Wines Roadshow

27 ST. PETERSBURG - Russia Top Italian Wines Roadshow

25 MOSCOW - Russia trebicchieri

NOVEMBER 04 SEOUL - Korea trebicchieri

19-26 WINE&SEA - II EDITION

28 MUNICH - Germany trebicchieri

05 COPENHAGEN - Denmark

08 VANCOUVER - Canada Top Italian Wines Roadshow

22 HO CHI MINH - Vietnam Top Italian Wines Roadshow

FEBRUARY

03 STOCKHOLM - Sweden trebicchieri

Vini d'Italia

trebicchieri

trebicchieri

14 DUSSELDORF - Germany trebicchieri PROWEIN Special

11 PARIS - France trebicchieri Vinexpo Special

JANUARY

30 BERLIN - Germany Vini d'Italia

01 BEIJING - China trebicchieri

APRIL

DUBAI - UAE

19 VERONA - Italy trebicchieri VINITALY Special

MAY

27 HONG KONG - China trebicchieri VINEXPO Special

2019

2020

trebicchieri30 TOKYO - Japan

08 CHENGDU - China Top Italian Wines Roadshow

trebicchieri

06 CALGARY - Canada Top Italian Wines Roadshow

04 MONTREAL - Canada

JUNE

30 SALZBURG - Austria trebicchieri

26 CHICAGO - USA trebicchieri

28 NEW YORK - USA trebicchieri

Top Italian Wines Roadshow

24 MIAMI - USA Top Italian Wines Roadshow

21 MEXICO CITY - Mexico

trebicchieri06 SHANGHAI - China

Notte Italiana - Best of Italy

01 ZURICH - Switzerland Vini d'Italia

MARCH

02 LOS ANGELES - USA

04 SAN DIEGO - USA

05 SAN FRANCISCO - USA

Vini d'Italia

13 LONDON - UK trebicchieri

06 NAPA VALLEY - USA trebicchieri Special Edition

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tre bicchieri19gambero rosso

Dal MonDo

1 Quale è la percentuale di export sul totale aziendale?

L’export ad oggi è 20% sul nostro fatturato. Siamo in espansione con il fatturato estero, l’attività principale si concentra sul mercato americano ed europeo ma abbiamo in cantiere di iniziare ad essere presenti sul mercato asiatico, Cina in primis.

2 Con la burocrazia tutto bene?

Essendo piccolo produttore la burocrazia italiana rimane ancora abbastanza semplificata. Invece, è stato neces-sario più tempo per gestire la burocrazia americana, che non distingue tra grande e piccolo produttore. Comun-que una volta richiesti i permessi necessari, i successivi rinnovi sono veloci.

3 Come sono cambiati l'atteggiamento e l'interesse dei consumatori stranieri nei confronti del vino italiano?

Siamo seguiti da un’agenzia di pubbliche relazioni, specializzata nel mondo del vino, che comunica con giornali-sti, blogger e riviste specializzate. I punteggi ottenuti nelle varie guide sono ancora molto importanti e possono essere di aiuto nella promozione del prodotto, soprattutto nei mercati esteri. I canali predominanti per acquisire nuovi contatti rimangono fiere, eventi specializzati e il networking.

4 Salutiamoci con un aneddoto legato alle sue esperienze all'estero.

Quando si dice pensa fuori dagli schemi. Nel 2008, abbiamo iniziato ad imbottigliare una piccola quantità di Montefalco rosso in mezza bottiglia (375 ml) come servizio per alcuni clienti. Il nostro importatore coreano appare molto interessato: inizia con un primo ordine importante e, poi, con un altro a distanza di otto mesi, con consegna veloce e spedizione aerea. Alla prima occasione in cui lo incontro di persona, gli chiedo da cosa dipenda il successo delle mezze bottiglie e lui, con molta semplicità, mi risponde che le vende al cinema, poiché ci sono alcune sale in cui è possibile cenare mentre si vede il film. La cosa pazzesca, in realtà, è che oggi gli imbottiglia-menti del Montefalco rosso mezze bottiglie dipendono principalmente dalla popolarità dei film in uscita nei cinema coreani.

Cantina Fratelli Pardi - Montefalco - Perugia - cantinapardi.itnel prossimo numero

CANTINA TODINI

iL miO expOrTAlberto Pardi – Fratelli Pardi

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28 MUNICH - Germany trebicchieri

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03 STOCKHOLM - Sweden trebicchieri

Vini d'Italia

trebicchieri

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14 DUSSELDORF - Germany trebicchieri PROWEIN Special

11 PARIS - France trebicchieri Vinexpo Special

JANUARY

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01 BEIJING - China trebicchieri

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19 VERONA - Italy trebicchieri VINITALY Special

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Top Italian Wines Roadshow

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Vini d'Italia

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gambero rosso20tre bicchieri

lE StorIE

Dazi Usa. Una scUre Da 7,5 miliarDi sUll'Uema il vino italiano è salvo, per ora

a cura di gianluca atzeni

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Dal 18 ottobre, via libera ai dazi Usa sui prodotti europei per 7,5 miliardi di dollari annui. Il re-sponsabile Usa per il commercio, robert Lighti-zer, ha comunicato la black list dei beni coi quali

il governo Trump si rivarrà sul Vecchio continente, nell'am-bito del contenzioso lungo 15 anni tra Boeing e Airbus, che l'Europa ha perso in sede di Wto. Il vino italiano è fuori, così come olio, pasta, conserve di pomodoro, mentre ci sono i vini di Francia, Germania, Spagna e Regno Unito (tutti compo-nenti del consorzio aeronautico europeo Airbus). I prodotti in entrata negli Usa, in pratica, subiranno una tassazione del 25% sul loro valore in ingresso alle dogane. Una decisa spallata commerciale che potrebbe costare caro in termini di redditi e posti di lavoro. L'Italia vitivinicola tira un sospiro di sollievo, considerati i timori di una settimana fa di perde-re terreno sul primo mercato di destinazione (1,46 miliardi di euro di export nel 2018). Ma non bisogna farsi troppe

illusioni. La li-sta statunitense deve ancora esse-re pubblicata sul Federal register e potrebbe subire variazioni entro la prossima setti-mana. Non solo: gli Stati Uniti, da metà febbra-io 2020 hanno facoltà di modi-ficare l'entità dei dazi, la lista dei prodotti e i Paesi;

e potranno metterci mano anche entro i due mesi successi-vi. Lo schema a carosello, quindi, porterebbe in elenco anche il vino Made in italy. Una modalità di applicazione del dazio, quella di Trump, che risponde a una logica ben precisa: colpire a macchia di leopardo per destabilizzare e impedire ai Paesi dell'Ue di fare fronte comune.

aSSOCiaziOni SODDiSfaTTe a MeTàLa Federvini, che rappresenta una buona fetta del vino e soprattutto il 90% dell'industria degli spirit in Italia, è solo in parte soddisfatta: “La preoccupazione per il vino è supe-rata ma gli alcolici e i cordiali sono purtroppo in lista. I nostri principali mercati di destinazione sono Germania, Usa, Regno Unito, per un export globale italiano di spirit di poco inferiore al miliardo di euro, cresciuto di circa il 45% tra 2017 e 2018”, sot-tolinea la federazione presieduta da Sandro Boscaini. Tra i prodotti simbolo dell'Ue, Irish e Scotch whiskey saranno tassati, mentre la grappa italiana è fuori. Anche se il perico-lo per il vino è scampato, l'Unione italiana vini invita a tene-re alta l'attenzione e continuare un dialogo con gli Usa

arriva l'attesa black list americana dopo la decisione del Wto. anche l'olio è fuori ma trema il lattiero-caseario, con mozzarella, Parmigiano e Pecorino per cui si prevede una tassazione del 25% sul loro valore di ingresso. La Federvini: “Preoccupati per i contraccolpi sugli spirit”. La ministra bellanova scrive a hogan: creare fondo “azzeradazi”

››

In cifreExport Europa verso Usa

3,76 miliardi € nel 2018

33% del totale esportato dall'Ue

28% in volumefonte: Ceev

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gambero rosso22tre bicchieri

lE StorIE

›› per evitare che la lista venga rivista e ampliata: “Non è mai una buona notizia quando vengono approvate restrizioni al commercio” aggiunge il presidente ernesto abbona “e in questo caso, anche se non toccano direttamente noi, colpiscono il vino di altri Paesi e altri prodotti agricoli, alcuni Made in Italy, che nulla hanno a che fare con la causa”. Un tavolo negoziale è necessario, secondo l'Alleanza delle cooperative agroali-mentari: “Considerato che anche l’Ue ha aperto una procedura simile per via di aiuti statunitensi erogati alla propria industria aerospaziale ed è pronta a sua volta a colpire le importazioni di prodotti americani in Europa per circa 12 miliardi di euro", sot-tolinea il presidente Giorgio Mercuri. Ciò significa anche che il nuovo pronunciamento del Wto, atteso per fine anno, potrebbe perfino ribaltare la situazione e neutralizzare gli stessi dazi Usa.

COLPiTO L'aGrOaLiMenTare MaDe in iTaLySe il vino si salva, non è comunque stato risparmiato il food italiano, come gli agrumi, succhi, crostacei e molluschi, prosciutti di suini non domestici (esclusi i Dop) ma soprat-tutto il lattiero caseario: Asiago, Grana Padano, Parmigia-no Reggiano, Gorgonzola, Mozzarella e anche il Pecorino Romano, che fino ad oggi entrava negli States a dazio zero, perderanno competitività e rischiano di essere sostituiti dai formaggi locali e dai prodotti 'italian sounding'. La misura americana “costerà diversi milioni di euro e” afferma Assolatte “metterà in difficoltà le imprese”. La Coldiretti chiede l'attiva-zione di forme di sostegno ai settori più duramente colpiti e non coinvolti nel settore aerospaziale, mentre la ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova propone a Bruxel-les un fondo azzera dazi.

››

Bellanova: “Creare fondo azzeradazi”Serve un fondo europeo per azzerare l'effetto degli eventuali dazi americani sull'agroalimentare. Lo chiede il ministro per le Politiche agricole, Tereza Bellanova. “Inaccettabile mettere a rischio la cultura e l'identità dei nostri territori. Ora, è il momento della diplomazia, bisogna trovare un accordo con l'amministrazione Trump, perché una guerra commerciale con l'Europa la pagherebbero solo cittadini e imprese. E credo sia arrivato il momento per l'Europa di anticipare i problemi”. La ministra ha scritto al commissario al Commercio, Phil Hogan, per prevedere in ogni caso la creazione di un Fondo Azzeradazi e di valutare ogni azione necessaria anche sulle restituzioni all'esportazione.

Interscambio miliardarioNel 2018, l'export di vino made in Ue verso gli Stati Uniti ha totaliz-zato 3,76 miliardi di euro, confer-mando tale mercato come prima destinazione dei prodotti europei. L'export di vini fermi di Francia, Germania, Spagna e Gran Breta-gna vale 1,38 miliardi di euro (pari al 36% del totale). Per i produttori americani, l'Europa è altrettanto fondamentale, è il primo mercato, e nel 2018 ha toccato a valore la quota di 426 milioni.

VanTaGGiO COMPeTiTiVO Per L'iTaLia?Prima della decisione americana, i dazi doganali appli-cati sui vini fermi in bottiglia negli Usa, come ricorda il Ceev, ammontano a 0,063 dollari per litro. Resteranno tali per l'Italia, mentre cambieranno per i vini dei compe-titor europei. Ne consegue che l'Italia, se non entrerà nei prossimi mesi nella black list, avrà un vantaggio compe-titivo in primis nei confronti della Francia, che negli ulti-mi due anni ha recuperato terreno, approfittando del ral-lentamento del vino made in Italy. “Il terremoto provocato

dai dazi provocherà una decisa riduzione del giro d'affari e la perdita di quote di mercato per Francia, Germania, Spagna e Regno Unito” fa notare il segretario del Ceev, Ignacio Sánchez Recarte che aggiunge: “Non si capisce perché i prodotti agricoli siano stati coinvolti in un conflitto provo-cato da altri settori”. Ecco perché la federazione europea (che rappresenta industria e trade vitivinicolo per il 90% dell'export a valore) chiede che Bruxelles preveda un si-stema per sostenere i comparti che saranno colpiti da questi aumenti, con misure compensative adeguate.

Import Usa vini fermi in bottiglia - lug '18/giu '19 (mln $)

1.200 Francia

200 Spagna

94 Germania

17 Regno Unito

I dazi doganali prima della decisione

americana sui vini fermi in bottiglia ammontano a

0,063 dollari Usa

per litro

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ON TOUR

Wine & Dinner Experience

mercoledì 9 ottobre 2019L’Osteria di Monteverde

Chef: Roberto Campitelli ROMA - Via Pietro Cartoni, 163/165 J06 53273887

mercoledì 13 novembre 2019Al Tramvia

Chef: Alessandro GamberiniCAsAleCChiO di RenO (BO) - Via Marconi 31 J051 575044

martedì 22 ottobre 2019L’Alchimia

Chef: Davide PuleioMilAnO - Viale Premuda, 34 J02 82870704

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gambero rosso24tre bicchieri

lE StorIE

›› riaPrire iL DiaLOGO USa-UePer spegnere il fuoco della guerra commerciale, effetto anche del fallito negoziato sul Ttip tra 2013 e 2016, ser-ve trovare un compromesso ai più alti livelli. Consideran-do che sia la Russia sia la Cina stanno sovvenzionando le rispettive industrie areonautiche, Europa e Stati Uniti potrebbero subire un lento logoramento e cedere quote di mercato ai rispettivi concorrenti globali. Un danno per entrambi. Di questo, sono ben consapevoli i funzio-nari europei e americani. Nel frattempo, molte associa-zioni di categoria caldeggiano un intervento per spostare in avanti la data di inizio di applicazione delle tariffe, fissata al 18 ottobre. Ma il tempo è poco. Di fatto, ora, l'Europa è sul barbecue a stelle e strisce. Ad arrostire.

Intesa preliminare Usa-GiapponeAccordo commerciale preliminare tra Stati Uniti e Giappone, in vista di uno completo che verrà sotto-scritto in futuro. Il presidente americano, Donald Trump, ha incontrato nei giorni scorsi il premier giap-ponese, Shinzo Abe. Da un lato, gli Usa potranno ridurre il loro deficit commerciale mentre il Giappone aprirà nuovi mercati per circa 7 miliardi di dollari di prodotti agricoli. Per Trump, si tratta di una vittoria per agricoltori e allevatori statunitensi e di un passo avanti significativo “verso un commercio equo e reciproco” col Giappone, che abbasserà (o eliminerà del tutto) i dazi su carne di manzo e maiale, su fru-mento, mais, formaggi e vino.

Dazi aL 25% sui ProDotti itaLiani

Liquori e cordiali

Carni suine lavorate (non Dop) Salsicce di suino

Mandarini Clementine

Pesche (escluse le Nettarine) Ribes e frutti di bosco Pere e succhi di pera Succhi di ciliegie

Yogurt Pecorino Romano Parmigiano Reggiano

Provolone Gorgonzola Asiago Mozzarella

Cozze Vongole

la Commissione agricoltura Ue ha chiesto un incontro urgente ai commissari Malmstrom e Hogan

lunedì 7 ottobre. Presentermo una lista di misure immediate e di

valutare l'attivazione della riserva di 400 milioni nel bilancio Pac. occorre potenziare la promozione per trovare

sbocchi commerciali alternativi— Paolo De Castro,

coordinatore S&D in ComAgri

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gambero rosso26tre bicchieri

lE StorIE

Giovane, inDipenDente, certificata. la birra artiGianale sfiDa i colossi

a cura di Loredana sottile

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Partiamo dalla data in cui tutto ebbe inizio: 1988. In Italia, a Torbole (Trento), nasce il primo birrificio ar-tigianale. Tre anni dopo arriva il secondo a Sorrento (Napoli). Nel giro di sette anni diventano nove. É uffi-

cialmente iniziata la craft revolution. Oggi se ne contano 850: in pratica uno per ogni provincia italiana. Un numero tale che ci permette di non parlare più di fenomeno isolato, ma di una realtà ben consolidata. Se ne è accorto il mercato, ma se ne sono accorti soprattutto i grandi gruppi industriali che, negli ultimi quattro anni, si son buttati a piè pari nel business, con le cosiddette birre crafty (letteralmente “furbo”, da non con-fondere con craft, “artigianale”). Rimane, però una domanda: di cosa parliamo quando parliamo di birra artigianale? Lo ab-biamo chiesto a Vittorio ferraris, direttore di Unionbirrai, l'associazione dei piccoli produttori indipendenti.

Sono passati 30 anni da quando il primo birrificio arti-gianale ha fatto la sua comparsa in Italia e 20 anni dalla nascita di Unionbirrai. Qual è il bilancio che possiamo tracciare?In questi 20 anni di Unionbirrai, abbiamo praticamente visto il comparto nascere, crescere e consolidarsi. La strada percor-sa è stata lunga e con soddisfazione, possiamo dire di aver raggiunto importanti traguardi, considerato che parliamo di un comparto nuovo, che si è dovuto ritagliare i suoi spazi e confrontarsi con normative inadeguate. Oggi siamo entrati nella fase che definirei di stabilizzazione e consolidamento: d'altronde il mercato non poteva crescere all'infinito. Interes-sante vedere come negli ultimi tre anni si sia capillarizzata anche la distribuzione: prima la birra si vendeva per lo più nel luogo di produzione, adesso le cose sono cambiate.

Qual è stata la data, diciamo così “spartibirre”?Guardando ai tempi recenti, il 2016, ovvero quando per la prima volta viene data una definizione giuridica di “bir-

in questi ultimi 30 anni la birra artigianale è riuscita a ritagliarsi i suoi spazi e a raggiungere più di un traguardo: prima il taglio delle accise, poi il marchio di garanzia in etichetta e adesso anche l'osservatorio. ma il mondo industriale è in agguato e ha lanciato le sue crafty. Facciamo il punto con unionbirrai

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Il marchio lanciato da UnionbirraiDallo scorso pri-

mo gennaio, la craft beer ha uno strumento in più per dichiarare la sua provenien-za: il marchio “Indipendente Artigianale. Una ga-ranzia Unionbirrai”. Lanciato dall'associazione di categoria in collaborazione con l'Icqrf. Gli iscritti a Unionbirrai possono richiederlo gratuitamente (sono già 158 su 325 ad averlo fatto), ma l'asso-ciazione sta valutando la possibilità di concederlo anche ai birrifici non associati. A patto che soddi-sfino i criteri di artigianalità e che siano disposti a sottoporsi a tutti i controlli del caso.

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gambero rosso28tre bicchieri

lE StorIE

ra artigianale”. Prima non si poteva scrivere artigianale in etichetta, perché il riferimento legislativo era quello del 1962. Ad oggi l'Italia è l'unico Paese al mondo ad aver adot-tato una definizione legale di questo prodotto. Possiamo, quindi, affermare di essere tra i Paesi più avanzati in campo birraio, in termini di trasparenza e correttezza delle infor-mazioni a vantaggio dei consumatori.

Come a dire: se fai birra industriale non puoi entrare nel cerchio degli artigiani. Eppure questo non ha scoraggiato le grandi multinazionali ad ammiccare al mondo craft...Appunto: ammiccare. In seguito al successo della birra arti-gianale, il mondo industriale ne ha capito le potenzialità e ha iniziato a proporre i prodotti cosiddetti crafty, distogliendo l'attenzione da ciò che è veramente artigianale. Lo ha fatto proponendo nuove linee camuffate (vedi le birre regionali Po-retti o Moretti; ndr) o attraverso l'acquisizione di piccoli birrifi-ci che hanno, quindi, perso la dimensione di indipendenza (il caso più eclatante è quello di Birra del Borgo; ndr)”.

Davide contro Golia per dirla biblicamente. Con Golia che sta ingoiando il mercato …Diciamo che le multinazionali sono riuscite a fare in meno di tre anni quello che il settore artigianale ha faticosamente ottenuto in una ventina d'anni. Numeri alla mano: in Gdo le crafty vendono 4,5 milioni di litri, le artigianali 2,5 milio-ni. Non so quanto durerà il boom delle crafty: ci sono anche operazioni che non hanno ottenuto il successo sperato. In ogni caso c'era bisogno di qualcosa che distinguesse il mer-cato veramente artigianale.

E così è nato così il marchio “Indipendente Artigianale. Una garanzia”...Esatto. Il marchio ci consente di informare correttamente il consumatore, garantendo ai veri produttori artigianali il riconoscimento del loro lavoro. Si consideri che in Europa ne hanno uno simi-le solo Inghilterra, Francia e Irlanda, mentre al di fuori Usa e Australia.

Rimane una domanda: il consumatore ha davve-ro contezza di cosa sia la birra artigianale?Di certo attorno alla birra artigianale c'è ancora mol-ta confusione: molti sono convinti di averla bevuta, quando invece hanno pro-vato solo qualche crafty di cui sopra. Per non parlare

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della disinformazione generata da quelle manifestazioni che si definiscono artigianali, per poi presentare per il 90% marchi industriali. Per questo, oltre al marchio da mettere in etichetta, ne stia-mo anche studiando un altro rivolto ai pub: una targa di ottone che permetterà ai clienti di riconoscere i locali dove è possibile assaggiare vera birra artigianale.

Una sorta di “craft friendly” che vuole marcare il terre-no. Una dichiarazione di guerra nei confronti del mondo industriale?No. Solo uno strumento per mettere le cose in chiaro.

Marchi a parte, il 2019 è stato un anno importante an-che per altri traguardi raggiunti: dalla riduzione dell'i-va all'Osservatorio nato in collaborazione con l'univer-sità di Firenze …Sì. La riduzione delle accise è entrata in vigore solo lo scor-

so primo luglio, dopo anni di attesa e confronti con-tinui con la filiera, a cui Unionbirrai ha partecipato attivamente. Si consideri che fa riferimento alla di-rettiva europea del 2002, già adottata da quasi tutti i Paesi dell'Unione. Nello specifico, la misura taglia le tasse del 40% per i mi-crobirrifici con produzione annua inferiore ai 10mila hl e sposta l'accertamento di accisa dal momento del-la produzione del mosto al prodotto finito. L'Osserva-torio, invece, diventerà

BIRRA ARTIGIANALE

1 birra prodotta

da piccoli birrifici indipendenti (la cui produzione annua

non super i 200mila ettolitri)2

non sottoposta a processi di pastorizzazione

3 non sottoposta a microfiltrazione

— Definizione legale(dl n. 154 del 28 luglio 2016)

Le crafty beer in ItaliaIl primo birrificio artigianale a finire nelle mani di una multinazionale è la statunitense Goose Island, acquisita dal gruppo belga AbInbev. Corre l'anno 2011. Passerà un quinquennio prima che l'ope-razione si ripeta anche in Italia. La prima volpe ad entrare nel pollaio italico è ancora una volta Ablnbev che, nel 2016, acquisisce Birra del Borgo di Borgorose (Rieti). Nel 2017 è la volta dell'ame-ricano Molson Coors che compra il birrificio arti-gianale Birradamare di Fiumicino (Roma), mentre il gruppo belga Duvel Moortgat acquisice il birrificio del Ducato di Soragna (Parma) e Dibevit (società controllata da Heineken) ingloba il birrificio Hibu di Burago di Molgora (Monza-Brianza).

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tre bicchieri31gambero rosso

BIrra artIgIanalE

uno strumento utile – che mancava - per fornire ai piccoli produttori una dettagliata base informa-tiva del settore economico (vedi l'indagine a seguire).

Incassati questi risultati, quali sono le prossime sfi-de che vi attendono? Ci sono ancora delle ano-malie burocratiche da superare. Per prima cosa bisogna trovare una ar-monizzazione legislati-va a livello europeo che ci permetta di essere più competitivi sui mercati. E, poi, bisognerà regolarizza-re un'altra tendenza che si sta affermando nel comparto, ovvero la nascita dei birrifici agricoli, dove oltre alla trasformazione, ci si occupa della produzione della materia prima (dal luppolo all'orzo). In Italia ci troviamo di fronte ad un vuoto normativo, che an-drà colmato. Anche perché sono già una cinquantina i bir-rifici che appartengono a questa categoria. Motivo per cui abbiamo appena aperto un gruppo di lavoro che si occuperà dell'argomento.

A proposito di produzione, com'è che nel mondo del-la birra si fa tanto leva sul concetto di artigianalità e ancora poco – quasi per niente – su quello di biologico, come avviene, invece, per altri settori. Vedi, ad esem-pio, il vino?Perché è ancora un mondo relativamente nuovo per l'Italia. C'è già qualche birrificio che fa birra bio e si inizia a parlare di biodiversità, ma la strada è ancora lunga.

Altra voce che appare ancora marginale è quella export: appena il 3% ...Senz'altro c'è la volontà di curare anche questo aspetto, ma al momento ci sono più di un ostacolo: la burocrazia (dazi, ma anche l'armonizzazione normativa), il problema della deperibilità del prodotto e, infine, i volumi: con 650 ettoli-tri l'anno diventa difficile 'invadere' altri mercati.

Tolta la questione volumi, qual è il posizionamento della birra artigianale italiana oltreconfine?C'è molto interesse attorno ad essa e la consapevolezza che i produttori italiani, quando si mettono in gioco lo fanno molto seriamente. Certo concorriamo con Paesi che fanno birra da sempre. Mentre qua in Italia, fino a pochi anni fa, si parlava al massimo di birra doppio malto, in Belgio ave-

vano inventato le Tripel, in Germania le Bock … come a dire Barolo e Brunello, se vogliamo azzardare un paragone con il mondo del vino.

Ma attualmente c'è uno stile italiano di birra che identifica il nostro Paese?In Italia le più prodotte sono senz'altro le lager. Ma l'unico vero stile pretta-mente nostro riconosciuto nel Beer Judge Certifica-tion Program è l'Iga: italian grape ale. L'unione tra mo-sto di birra e di uva. D'al-tronde siamo in Italia.

BirrifiCi arTiGianaLi. L'inDaGine DeLL'OSSerVaTOriO Di UniOnBirrai

Unionbirrai ha provato a tracciare la struttura del birrificio artigianale italiano. Lo ha fatto attraverso un questionario che ha coinvolto 109 dei suoi as-sociati. Partiamo dall'identikit del mastro birraio:

uomo di 40 anni, con istruzione superiore-universitaria che ha iniziato recentemente l'attività (dopo altre esperienze la-vorative). Nel 46% degli intervistati, l'attività viene avviata in forma di società pluripersona, seguita (22% dei casi) in forma di ditta individuale. Marginale il ricorso a consulenze esterne, ad eccezione di quello legato ad aspetti amministrativi. I risul-tati economici? Il fatturato medio si aggira sui 380mila euro, in crescita per il 73% del campione. L'incremento maggiore si nota proprio nel periodo 2016-2017 (quindi dopo il riconosci-mento legislativo del termine artigianale): +36,3%, mentre si fermava a +8,3% nel 2016 sul 2015.

DaL Punto Di VistaDei ProDuttori Di birra artigianaLe

Punti di forza Qualità delle birre prodotte Versatilità nell'adattarsi

agli stimoli esterni Strategie di marketing

(grazie all'empatia sviluppata nei confronti dei consumatori)

Punti di debolezza Commercializzazione (difficoltà

ad uscire da una nicchia di mercato) Stagionalizzazione

Dimensione delle imprese Costi di produzione

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Andamento fatturato (2015-2017)

2015 2016 2017

+8,3%

+36,3%

››fo

nte:

Oss

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gambero rosso32tre bicchieri

lE StorIE

Per quanto riguarda la commercializzazione, il 48% degli in-tervistati ha dichiarato di affidarsi ai distributori, il 32%, invece, ha detto di svolgere anche attività di somministrazione nel luogo di produzione (brew pub) o all'interno di fiere o eventi. Ancora marginale appare, invece, la vendita diretta tramite e-commerce (sotto l'1%). Interessante anche il dato sul confezionamento: il 51% della birra artigianale viene confezionata in fusto (idonea alla spillatura diretta e alla commercializzazione immediata), il 41% in bottiglia (soprattutto birre ad alta fermentazione). Strettamente connesso al confezionamento è il tema della destinazione geografica, ancora molto legata all'ambito terri-toriale. Localmente viene venduto il 38% del prodotto, all'in-terno della regione il 29%, entro i confini nazionali il 30%, mentre appare decisamente sottotono la voce export: 1,7% in Europa, 1,3% extra Ue.

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Birra artigianale.La fotografia italiana

850 impianti

650 hl/anno

4mila persone impiegate nel settore

Confezionamento

8% non confezionato

51% fusti

41% bottiglieUnionbirrai

L'associazione di categoria dei piccoli produttori indipendenti di birra ar-tigianale è nata nel 1999 per mettere insieme tutti quei birrifici artigianali che nei dieci anni precedenti avevano lavorato in modo isolato. Il direttore è Vittorio Ferraris. Nel consiglio direttivo siedono, invece, Alessio Selvag-gio, Pietro di Pilato, Andrea Soncini, Andrea Signorini. Oggi ne fanno parte:

325 associati

688 beer taster

24 beerfirm (marchi birrari privi di impianto di proprietà)

5 distributori specializzati

15 partner tecnici

26 pub

Destinazione geografica

38% locale

29% regionale

30% nazionale

1,7% estero (UE)

1,3% estero

i COnSUMi Di Birra arTiGianaLeSe parliamo di consumi, non apparirà stonato parlare di una vera e propria rivincita delle birre che, secondo i dati Istat, negli ultimi 7 anni sono in costante crescita, al con-trario delle altre bevande alcoliche (vino compreso), con la Gdo a fare la parte del leone per la vendita di birre destinate al consumo domestico. Ed è proprio nella grande distribu-zione che vengono fuori delle novità interessanti: accanto alle birre economiche, alle mainstream e alle premium, hanno preso posto tra gli scaffali anche le cosiddette spe-ciali (sia di provenienza industriale sia artigianale). Con le blond ad essere leader assolute del settore (24 milioni di fatturato su un totale di 32,6 milioni di euro): le Lager quasi appannaggio esclusivo dei produttori industriali e le Ale riconducibili per la quasi totalità ai piccoli produttori artigianali. Complessivamente, dal 2014 al 2017, le ven-dite di birra “speciale” (industriale+artigianale) sono pas-sate da 10,7 milioni di euro a 32,6 milioni (+203%). Va da

sé, che parlando di Gdo, la prove-nienza rimane per lo più indu-striale (quindi si tratta di crafty), c o n f e r m a n d o la politica com-merciale molto aggressiva dei grandi produt-tori che, in soli quattro anni, sono penetrati in questo segmento, arrivan-do a rappresentare il 46% del totale vendite in tale canale. Da un'indagine sui consumatori (mille intervistati) di Unionbirrai in collaborazione con l'agenzia Toluna, viene fuori che le prime tre motivazioni al non consumo di bir-ra artigianale sono: piena soddisfazione del prodotto ››

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tre bicchieri33gambero rosso

BIrra artIgIanalE

Consumi

Acquisto birra in Gdo (2017)

industriale, prezzo troppo alto e non reperibilità. Di conseguenza, come stimoli al consumo vengono, quindi, citati: la riduzione del prezzo, la maggiore re-peribilità, più opportunità di conoscenza del prodotto (come eventi e fiere) e la maggiore riconoscibilità del prodotti artigianali. Il marchio appena presentato po-trebbe, quindi, essere una buona occasione per spingere il settore. Gli elementi di pregio su cui fare leva? Per i consumatori intervistati non ci sono dubbi: gusto più ricco e diversificato e maggiore aromaticità, a cui si ag-giungono motivazioni estrinseche, ovvero il sostegno ai piccoli produttori e il legame con il territorio. Non è un caso che, tra i consumatori di birra artigianale, a orien-tare la preferenza intervengano soprattutto la prove-nienza locale, insieme allo stile della birra, al prezzo e al grado alcolico. A livello informativo, giocano un ruolo fondamentale le precedenti esperienze di consumi, il passaparola e i consigli del gestore.

birra

aperitiviamari

superalcolici

vino

2010 20132011 2014 20162012 2015 2017

INDUSTRIALI

SPECIALI

992,5 mln €600,2 mln l1,65 €/l

Speciali(altre)

283,6 mln €82 mln l3,46 €/l

Specialicrafty industriali

15 mln €4,5 mln l3,36 €/l

Specialicraft artigianali

17,6 mln €2,7 mln l6,44 €/l

1,3 mld €

689 mln lt.

Il vino della tradizione

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font

e: Is

tat

fonte: Unionbirrai su dati Iri-Infoscan

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