TRAUMA - DEFINIZIONE - Associazione Volontari Protezione ... · TRAUMA - DEFINIZIONE Per ... Porre...
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La mobilizzazione del soggetto
dal luogo dell’intervento
all’ambulanza e il trasferimento
verso la struttura ospedaliera
docente: inf.prof.Ferrara Vincenzo
Associazione Volontari Protezione Civile Noicàttaro onlus
TRAUMA -
DEFINIZIONE� Per trauma si intende l'azione di un agente fisico
capace di determinare un danno all'integrità
somato-psichica della persona.
� La lesione traumatica rappresenta un'alterazione
dello stato anatomico e funzionale
dell'organismo.
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I traumi possono essere:
� Lesioni osteoarticolari
(p.e. distorsioni e lussazioni).
� Lesioni muscolari
(p.e. stiramenti e strappi).
� Lesioni di tessuti molli e cute
(p.e. contusioni, ematomi e ferite).
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Politrauma
Il Politraumatizzato
� è un ferito che presenta lesioni associate a carico
di due o più distretti corporei (cranio, rachide,
torace, addome, bacino, arti) con eventuali
possibili compromissioni delle funzioni
respiratorie e/o circolatorie a rischio di
incompatibilità con la vita
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Tipi di trauma
Chiusi:
� collisioni con il terreno,
� cadute dall’alto, < 5 mt
� scontri tra autoveicoli,
� investimenti di pedoni.
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Trauma chiuso� Tutta l’energia che si scaglia in un corpo è
concentrata su un’area ben delimitata senza che venga lacerata o interrotta la continuità della cute.
� Evento temporaneo che consiste nell’allontanamento dei tessuti dal punto di impatto.
� Si determinano lesioni da:
� Lacerazione o strappamento
� compressione
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Trauma Aperto o penetrante
� Evento temporaneo che consiste
nell’allontanamento dei tessuti dal punto di
impatto, sia in maniera temporanea che
permanente
� Ferite
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FASE DI AVVICINAMENTO
Il mezzo di soccorso su strada deve raggiungere
nel più breve tempo possibile il luogo dove si è
verificato l’evento, nel rispetto delle norme di
sicurezza.
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Operare in sicurezza
� Il team leader della squadra di soccorso deve
verificare rapidamente la presenza di fattori di
rischio, e quindi decidere le opportune misure di
sicurezza da adottare.
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La scena� Va messa in sicurezza rispettando queste regole:
� • Riconoscere i pericoli,
� • Garantire la sicurezza ambientale,
� • Allertare correttamente le organizzazioni di soccorso aggiuntivo,
� • Avvicinarsi alle vittime solo dopo aver messo in sicurezza il perimetro d’intervento.
� Arrivo sul posto:
� • Collocare l’ambulanza in zona sicura a protezione delluogo dell’intervento.
� • Controllo del luogo (individuare eventuali pericoli per l’equipaggio),
� • Valutazione della zona e le persone vittime dell’evento
Il soccorritore viene formato:
� ad approcciare il paziente in situazione di pericolo
� a gestire la scena dell’evento
� a rilevare, descrivere e registrare i parametri vitali ed i principali segni e sintomi del paziente
� A tali competenze operative si deve aggiungere la capacità di rapportarsi con le altre figure professionali impegnate a diverso titolo nell’attività di soccorso
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Come è cambiata la gestione
dell’evento traumatico e non
� Fino a non molti anni fa’ il soccorso in ambulanza veniva visto come una corsa sul luogo dell’incidente/malore, caricare rapidamente senza troppe precauzioni il paziente e portarlo il più in fretta possibile presso il PS più vicino era la regola.
� Questo sistema chiamato scoop and run, raccogli e corri via, è stato sostituito da un più moderno approccio al soccorso preospedaliero chiamato stay and play (fermati sul posto e opera). In questo modo si sosta sul posto, si stabilizza, si immobilizza il paziente, si mobilizza con opportune precauzioni, si trasporta in sicurezza. In questo modo le possibilità di sopravvivenza aumentano sensibilmente.
� Proprio per garantire questo tipo di soccorso,
sono operativi su tutto il territorio mezzi di
soccorso di base ed avanzato con dotazioni
sanitarie reputate utili per la rianimazione ,
monitoraggio, immobilizzazione e
mobilizzazione. Il soccorritore insieme al
personale sanitario del soccorso avanzato deve
essere in grado di gestire ed utilizzare tutta la
strumentazione di bordo in dotazione
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Mezzi di Mobilizzazione e di
Immobilizzazione
I sistemi di immobilizzazione e mobilizzazione atraumatica che fanno necessariamente parte della dotazione dell’ambulanza:
� Barella autocaricante
� Barella a cucchiaio,
� Tavola spinale
� Estricatore
� Materasso a depressione
� set collari cervicali
� Stecco - bende a depressione o semirigide malleabili
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Barella Autocaricante
� La barella autocaricante è uno degli strumenti che si
utilizza maggiormente nell’attività di soccorso essendo
dotazione standard delle ambulane. Ne esistono molti
modelli e il soccorritore deve essere a perfetta
conoscenza del suo funzionamento e della posizione
dei comandi. Si tratta di una barella su ruote con
piegamento automatico delle gambe in entrata e in
uscita dall’ambulanza. Porre attenzione alla tenuta delle
gambe e controllare il corretto bloccaggio tutte le volte
che vengono distese
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� Per ragioni di sicurezza richiede almeno 2 soccorritori.
� La barella ha un baricentro molto alto ed è quindi facile sbilanciarla con il rischio di far cadere il paziente.
� Durante apertura e chiusura attenzione alle proprie mani
� Non correre
� Assicurare il paziente con le cinghie
� Assicurare la barella ai ganci in ambulanza
� Non si sale e scende le scale con la barella
� Quando si estrae la barella il secondo soccorritore la sorregge dalla parte della testa e si assicura che il supporto basculante si sia abbassato (che le gambe facciano lo scatto)
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Materasso a depressione
� Il materassino a depressione è concepito per
l’immobilizzazione e la contenzione dell’intero
corpo, realizzando un blocco unico tra
materasso e paziente. E’ costituito da un sacco
impermeabile, che contiene all’interno biglie di
polistirolo ripartite in scomparti da un sistema
di distribuzione che assicura uno spessore
omogeneo del materassino, e di una camera
d’aria con valvola.
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� La valvola consente di creare il vuoto
attraverso una pompa di aspirazione
necessario per il compattamento delle
biglie. Il materasso si modella intorno al
corpo come una conchiglia protettiva.
Grazie alla compattazione del materiale è
possibile immobilizzare, fissare sollevare
trasportare il paziente proteggendolo da urti
e altri traumatismi. Per liberare il paziente
sarà poi sufficiente aprire la valvola
permettendo l’entrata dell’aria.
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Barella a cucchiaio
Presidio impiegato per sollevare, trasferire o trasportare la maggior parte dei pazienti senza doverli muovere. Portata max 170 kg.
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� Detta anche barella atraumatica
� Costituita da due valve metalliche regolabili in altezza a
seconda della statura del soggetto.
� Non è un dispositivo idoneo alla permanenza
prolungata, in quanto non isola termicamente, non
sorregge tutta la colonna, non sostiene gli arti inferiori.
Può essere utilizzata per il sollevamento dal piano in cui
si trovano i pazienti e il trasferimento in barella o altro
supporto idoneo.
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� Sono necessari due soccorritori.
� Il soccorritore adagia la barella chiusa al lato del paziente con il foro centrale a livello del collare cervicale con la parte stretta ai piedi .
� Allunga la barella aprendo i morsetti fino a sentire lo scatto
� Separa le valve, mette la prima al lato del paziente e va ad inginocchiarsi dal lato opposto. Pone una mano sulla spalla del paziente e con l’altra afferra la valva e la inserisce sotto la schiena e ripete l’operazione dall’altro lato.
� Bloccaggio degli agganci di sicurezza.
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Asse spinale
� Consente il trasferimento sicuro di soggetti con possibili lesioni della colonna vertebrale, da utilizzare nelle fratture di femore, lesioni o traumi cranici
� Utile nel trasporto in ambienti ristretti.
� Applicare collare cervicale. Mettere l’asse parallelo al corpo del paziente , ruotarlo su un fianco e posizionare l’asse sotto e ruotare il soggetto sull’asse
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� La tavola spinale è stata concepita per ottenere l'immobilizzazione e la contenzione dell'intero corpo mantenendo l'allineamento della testa, del collo e del tronco del paziente politraumatizzato.
� caratteristiche:
� ottima rigidità (deve mantenere la forma anche in presenza di carichi notevoli)
� versatilità (può essere utilizzata per diversi tipi di pazienti, lesioni e frangenti)
� isolamento elettrico, termico e meccanico
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� maneggevolezza; impugnature solide e fissaggi adeguati (numero di fori adeguati che permettano una buona presa da parte dei soccorritori e un adeguato posizionamento dei sistemi di fissaggio)
� radiocompatibilità (per permettere l'esecuzione di indagini diagnostiche quali RX, TAC e RMN)
� resistenza ad urti e corrosioni
� deve poter galleggiare
� dev'essere lavabile e igienizzabile
� concordanza con gli altri presidi di immobilizzazione (collare cervicale, fermacapo, ragno ecc.)
Tavola spinale
� Distendere il ragno formato da 5 cinture in modo da immobilizzare spalle, bacino ed arti inferiori iniziando il fissaggio dalla cintura ad x su spalle e torace.
� Passare al bacino facendo riferimento alle creste iliache, le gambe al di sopra delle ginocchia e ai piedi. Per ultima tendere la cintura centrale
� Immobilizzare la testa e collo con appositi dispositivi ferma capo
� Coprire il soggetto e trasferirlo sulla barella per il trasporto dopo averlo legato alla barella stessa.
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La spinale, viene
posta di fianco al
paziente a cui è
stato messo il
collare
Il paziente viene fatto ruotare
su un fianco da due volontari,
mentre uno regge la testa e un
altro fa scivolare la spinale
sotto di lui
L'operazione viene
svolta anche dall'altra
parte, e il paziente si
trova sulla spinale.
Viene montata la
piramide (in blu)
Dopo aver montato la
piramide, viene messo il
ragno, una serie di
cinghie che vanno a
fissare il paziente alla
tavola spinale
E’ FORMATA DA
TAVOLA SPINALE
RAGNO
FERMA CAPO
Sedia portantina pieghevole
� Il prodotto è destinato ad un uso professionale, e l’operatore oltre alle conoscenze tecniche deve aver maturato esperienza specifica nel settore assistenziale. Deve essere in condizioni fisiche idonee e fruire della forza e coordinazione muscolare tali da garantire la massima sicurezza all’ammalato
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Estricatore
Presidio per
l’estricazione e
l’immobilizzazione in
situazione d’emergenza,
in particolare per
pazienti bloccati in
veicoli, crolli o luoghi
disagiati.
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E' un corsetto semirigido studiato per l’immobilizzazione dell’asse
cervico-caudale (testa-collo-tronco-anche) da utilizzarsi in pazienti con
traumi midollari che devono essere estricati da un veicolo incidentato.
E' composto da tre cinghie toraciche, che garantiscono la stabilità del
tronco e di due cinghie inguinali che garantiscono l’immobilità del bacino.
Tutte le cinghie sono dotate di fibbie a sgancio rapido di colore differente
per una rapida individuazione.
Il corsetto e’ completo di un cuscino morbido e di due cinturini fermacapo
(mentoniera e frontale) che hanno lo scopo di immobilizzare il capo e il
collo.
Per un soccorso corretto al paziente, è indispensabile utilizzare anche il
collare cervicale e un presidio più completo ed idoneo per il trasporto (es.
tavola spinale).
Il corsetto non e' idoneo e non è omologato per il verricellamento.
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SteccobendeImmobilizzatori per arti
Posizionamento a due
soccorritori
Steccobende rigide
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Steccobende e depressione
Steccobende gonfiabili
COLLARE CERVICALE
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Un collare cervicale deve essere:
EfficaceSicuroFacileAdattabileConfortevoleLavabile e sterilizzabile
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POSIZIONAMENTODEL COLLARE
CERVICALE(infortunato a terra)
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Mentre il soccorritoreA mantiene il capo inposizione neutra e lacolonna in trazione
Il soccorritore B inserisce la parte posteriore del collare sotto il collo dell’infortunato
Mentre il soccorritoreA mantiene il capo inposizione neutra e lacolonna in trazione
Il soccorritore B fa scorrere la parteanteriore del collare sul torace dell’infortunato e la inserisce sotto ilmento
Il soccorritore B aggancia lo scratch del collare facendo attenzione che il collare stesso sia in posizione simmetrica
Rimozione del casco� La rimozione del casco deve sempre
avvenire� Deve essere eseguita da 2 soccorritori� Si deve seguire una metodica precisa e
corretta� Riallineare e ruotare (se riverso o prono)
l’infortunato in modo da garantire l’allineamento testa-collo-tronco
� Il casco non va tolto sino a che l’infortunato non è in posizione supina
Il soccorritore Leader (A) si posiziona dietro la testa e mantiene la posizione neutra senza mai staccare i
gomiti da terra effettua una lieve trazione afferrando la base del casco e la base della mandibola con le dita:
Mentre il soccorritore A mantiene l’allineamento testa-collo-tronco:Il soccorritore B si pone al lato dell’infortunato e chiamandolo
termina la valutazione dello stato di coscienza senza scuoterlo sulla spalla. Il soccorritore B apre la visiera e slaccia la cinghia del casco
(se necessario la taglia) Se necessario, il soccorritore B, rimuove tutto ciò che potrebbe dar fastidio durante la manovra di rimozione:
occhiali, collane...
Il soccorritore B (fig. 4) pone una mano alla base della nuca mentre l'altra andrà a bloccare
bilateralmente i corpi della mandibola, con il pollice da un lato e indice dall'altro mentre il soccorritore A mantiene l’allineamento testa-
collo-tronco:
ATTENZIONE: il soccorritore B non appoggia mai il calcagno della mano e/o il gomito sul collo/torace dell’infortunato
Ferita penetrante o trapassante
� Non esplorare la ferita.
� Non rimuovere corpi estranei conficcati.
� Eseguire una medicazione occlusiva.
� Se la ferita è al torace, la medicazione va
chiusa solo su tre lati.
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Oggetti conficcati
� Non rimuovere l’oggetto conficcato.
� Esporre l’area della lesione.
� Controllare l’emorragia esercitando pressione ai
lati della ferita e non sull’ oggetto.
� Immobilizzare l’ oggetto conficcato con una
medicazione a tampone e fissarlo con un cerotto a
cravatta.
� Immobilizzare la zona lesionata come se fosse una
frattura.
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Precauzioni generali
� Persone che assumono medicamenti anticoagulanti sono soggetti alla formazione di ematomi. Occorre una maggiore attenzione durante la mobilizzazione evitando movimenti troppo forti e colpi agli arti.
� Attenzione alla presa degli arti in maniera scorretta. Tirando forte alle articolazioni si possono procurare lussazioni, stiramenti muscolari.
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Immobilizzazione
� L’immobilizzazione consiste nel riportare un
paziente traumatizzato ad una resistenza nota
per:
� Renderlo resistente alle sollecitazioni delle
manovre di soccorso
� Renderlo resistente alle sollecitazioni di
trasporto.
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� Bisogna eliminare ogni mobilità tra le masse articolate, che
non significa irrigidire ma uniformare la reazione alle
sollecitazioni del trasporto e dalle manovre cliniche e
raggiungere il tenore elastico delle articolazioni.
Esistono due modi per immobilizzare:
� Cautelativa che permette di sottoporre il paziente alle
energie del trasporto anche se non c’è evidenza di
trauma. Richiede strutture di carico sulle quali stringere
cinture. Sono spesso rigide e di facile applicazione
� Terapeutica dedicata a trattare una lesione nota, che
richiedono strutture che si possono sagomare o
modellare a secondo della patologia
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� Spesso si confonde l’immobilizzazione con i fissaggi di sicurezza.
� Il semplice fatto di legare il paziente configura spesso nella mente del soccorritore l’adattamento a qualsiasi condizione di trasporto
� Fissare con cinture il paziente alla barella significa spesso fissare il supporto utilizzato per l’immobilizzazione come se fosse parte del paziente.
� La legge prevede che chiunque viaggi a bordo di un mezzo circolante sia fissato con apposite cinture.
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� A bordo dei mezzi di soccorso la
responsabilità nei confronti del paziente
ricade sull’ equipaggio, che deve mettere in
atto tutti gli accorgimenti utili a prevenire il
danno.
� Tutto ciò che è a bordo non si deve spostare
dal luogo dove è posto anche se è
sottoposto a sollecitazioni che ne
decuplicano la massa.
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Principali posizioni di soccorso
� Posizione supina: disteso sul piano orizzontale
� Posizione anti-shock soggetto disteso con arti
inferiori sollevati di 30°c
� Posizione semiseduta con due cuscini sotto le
spalle e testa,
� posizione antalgica per dolori
addominali:tronco sollevato e ginocchia flesse.
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� Posizione supina: disteso sul piano orizzontale:
Si usa nel paziente con trauma spinale o nel
Paziente in coma (Intubato)
Consiste nel tenere il paziente sdraiato a pancia in su
� Anti-shock o di Trendelenburg: favorisce il ritorno venoso al cuore e al cervello, nella perdita di coscienza, stati di shock anche causati da emorragia
� Semiseduta: favorisce la respirazione in tutte le situazioni caratterizzate da dispnea, edema polmonare, malattie cardiache e soggetti anziani
� Antalgica: coliche addominali, ferite, traumi addominali: detende la muscolatura
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MonitoraggioSenza interruzioni devono essere la sorveglianza ed il supporto delle funzioni vitali, con il sussidio delle apparecchiature di monitoraggio (monitor ecg, saturimetro, sfigmomanometro)
� Posizionamento di piastre per valutazione del
ritmo in pazienti incoscienti e senza polso
� Rilievo della pressione arteriosa
� Monitoraggio della temperatura corporea
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Dispositivi Elettromedicali
� Aspiratore Portatile / Fisso;
� Saturimetro-Pulsiossimetro;
�Defibrillatore Semi-Automatico (DAE);
�Sfigmomanometro Fisso e Portatile;
�KIT di Rianimazione;
�Sistema di erogazione dell’O2 e bombole di O2
portatili;
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Aspiratore Portatile / Fisso
Serve a raccogliere le
secrezioni all’interno
delle vie aeree del
paziente(sangue,
vomito, muco).
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Saturimetro - Pulsiossimetro
Tramite una “pinza”
applicata al dito del
paziente misura la
Saturimetria(% di
Emoglobina legata
all’O2).
Misura anche le
pulsazioni (battiti
cardiaci).
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Defibrillatore Semi-Automatico (DAE)
Può essere utilizzato solo
da personale brevettato
IRC. All’inizio di ogni
turno va verificata
l’efficienza della
batteria.Al suo interno è
presente una “scatola
nera” che registra ogni
suono dell’ambiente e il
controllo quotidianoAssociazione Volontari Protezione Civile Noicàttaro onlus
Sfigmomanometro
Utilizzato per misurare la pressione arteriosa.
In ambulanza ne sono presenti diversi di cui uno
fisso.
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KIT di Rianimazione Al suo interno si trovano
tutti i presidi per la
Rianimazione Cardio-
Polmonare Avanzata (a 2
soccorritori):
• Pallone Ambu
• Bombolino d’O2
• Mascherine
• Cannule orofaringee
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Gestione delle bombole di ossigeno� La bombola di ossigeno rappresenta una delle
fondamentali dotazioni dei mezzi di emergenza e
delle equipe di soccorso e l’ossigeno è uno dei
cardini terapeutici nel trattamento dei pazienti
critici.
� Chiunque utilizzi una bombola di ossigeno per un
trasporto deve sapere
� Qual è il consumo di ossigeno
� Di quanto ossigeno si può disporre.
� Sulla fascia bianca di una bombola è espresso il volume
in litri.
� La bombola contiene ossigeno a pressione che è
indicata dal manometro ed espressa in atmosfere.
� Una bombola da 10 litri caricata a 200 atmosfere
contiene 2000 litri di ossigeno
� Se si somministrano 15 litri al minuto
15 l(consumo stimato/min)= 133 min. di
autonomiaAssociazione Volontari Protezione Civile Noicàttaro onlus
In ambulanza
� Una volta caricata la barella garantirsi un adeguato e comodo accesso al paziente, testa in particolare e gli accessi venosi.
� Verificare che il paziente sia saldamente assicurato alla barella con gli appositi mezzi di immobilizzazione
� Comunicare all’autista eventuali variazioni dello stato di salute del paziente.
� Garantire un’adeguata protezione termica.
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MODALITA’ DI TRASPORTO
� Gli effetti nocivi del trasporto non possono essere eliminati ma solo ridotti con un’azione preventiva.
� Accelerazioni moderate e graduali, moderata velocità, percorsi studiati.
� Caratteristiche tecniche adeguate del mezzo e delle barelle, insonorizzazione, capacità operativa dell’equipaggio, caratteristiche di accesso idonee, termoregolazione della cellula medicale, protezione termica del paziente.
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All’arrivo in ospedale
� Descrivere la dinamica dell’evento e le
metodiche di soccorso intraprese
� Aiutare, se richiesto il personale sanitario al
trasferimento del soggetto
� Coadiuvare se richiesto alle successive manovre
di soccorso
� Lasciare la struttura dopo aver comunicato tutti i
dati e dopo aver ottenuta l’assenso dei sanitari
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