Trasmissione e Regolazione del Moto Rotatorio
-
Upload
dpiperis1118 -
Category
Documents
-
view
2.197 -
download
19
description
Transcript of Trasmissione e Regolazione del Moto Rotatorio
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 1
ITIS “G. MARCONI” – BARI
CORSO SERALE PROGETTO SIRIO
A. S. 2009-2010
DISPENSA DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
N° 7
TRASMISSIONE E REGOLAZIONE DEL MOTO ROTATORIO Meccanismo di biella e manovella
Volani
Regolatori
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 2
MECCANISMO DI BIELLA E MANOVELLA
È un sistema articolato utilizzato nelle macchine motrici (p. es. motori endotermici) e
operatrici (p. es. compressori alternativi) per la trasmissione della potenza con trasformazione del
moto da rettilineo alternato a rotatorio e viceversa (nei motori endotermici, il moto rettilineo
alternato del pistone viene trasformato nel moto circolare dell’albero a gomiti). Il manovellismo
può essere di tipo centrato oppure disassato, a seconda che l’asse del cilindro intersechi o meno
l’asse di rotazione della manovella (albero motore) (v. fig. 1).
Gli elementi meccanici componenti il manovellismo sono rappresentati nella fig. 1:
La biella è costituita dal corpo, testa e piede di biella. Il corpo può avere sezione a doppio
T (motori endotermici), rettangolare, circolare o tubolare.
La manovella è costituita dal braccio e dal perno (bottone di manovella).
La fig. 2, invece, mostra uno schema del meccanismo adatto per farne lo studio sia
cinematico sia dinamico:
Pistone
Corpo di biella
Braccio di manovella
Albero motore
Testa di biella
Spinotto
piede di biella
Contrappeso
Bottone di manovella
Fig. 1 – Meccanismo di biella e manovella centrato.
Fig. 2 – Schema del meccanismo di biella e manovella.
corsa del pistone
manovella
biella
O PMS PMI
bottone di manovella
Piede di biella
Cappello di biella
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 3
Il moto rettilineo alternato del pistone si compie tra il punto morto superiore (PMS) e il
punto morto inferiore (PMI). Tale distanza è chiamata corsa del pistone ed è uguale al diametro
della circonferenza descritta dal bottone di manovella durante il suo moto circolare, cioè uguale al
doppio del raggio di manovella. Il moto della manovella è rotatorio mentre quello della biella è
rototraslatorio.
STUDIO CINEMATICO
Per fare questo studio riferiamoci allo schema cinematico in fig. n. 3 dove sono state
riportate le varie grandezze fisiche coinvolte:
Legenda:
OB = manovella
BP = biella
C1C2= corsa del pistone
C1P = spostamento del pistone al tempo t
r = raggio di manovella
l = lunghezza di biella
c = distanza percorsa dal piede di biella in mezzo giro (cioè dal PMS al PMI)
xP = distanza percorsa dal piede di biella al tempo t
angolo di manovella
angolo di biella
velocità angolare della manovella
Il moto del bottone di manovella si considera circolare uniforme e, pertanto, risultano
costanti velocità angolare e velocità periferica del bottone di manovella:
n = cost
vB = r = cost
Il moto del piede di biella è rettilineo alternato vario, vale a dire:
vP cost
Fig. 3 – Grandezze caratteristiche del meccanismo di biella e manovella.
c = 2r
C1 C2
P
r
l B
B' O
ω
xP
PMS PMI
PMS
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 4
Ricaviamo le leggi del moto del piede di biella. Dapprima ricaviamo la formula della
distanza xP dalla quale, derivando rispetto al tempo, ricaveremo la velocità e l’accelerazione.
Con semplici considerazioni geometriche dallo schema in fig. 3 ricaviamo l’espressione di
xP:
PCxP 1
)cos1(cos1
)cos1()cos1(coscos)''(11
r
lr
rlrlrlOBPBrlOPOCPC
Il rapporto l/r si indica con =310 (lunghezza ridotta della biella) pertanto, sostituendo
tale parametro nella formula si ha:
)cos1(cos1 rxP (1)
La formula (1) esprime xP in funzione sia di sia di mentre sarebbe più utile che xP sia
espressa in funzione soltanto di . Per fare ciò consideriamo i triangoli rettangoli BB'P e BB'O. Essi
hanno in comune il lato BB' che può, pertanto, essere espresso in funzione sia di sia di :
lsenrsenBB '
da cui:
sensenl
rsen
1 (2)
adesso, ricordando la nota relazione trigonometrica: 1cos22 sen possiamo sostituire in
questa al posto di sen la relazione (2) ottenendosi:
1cos)1
( 22
sen
1cos1 22
2
sen
da cui ricaviamo:
2
22
2
22 1cos
sensen
e infine, estraendo la radice quadrata del 1° e 2° membro e portando fuori dal segno di radice il
denominatore della frazione si ricava:
221cos sen (3)
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 5
Sostituendo la formula (3) nella (1) si ha:
2222 cos1)1
1(cos1)cos1(cos1 senrsenrrxP
In definitiva l’espressione dello spazio percorso dal piede di biella nel tempo t è:
)()(cos1)( 22 tsentrtxP (4)
Nella formula (4), se trascuriamo sen2 rispetto a (perché >1 e sen<1) si ha la
seguente formula approssimata:
)(cos1)( trtxP
Tale formula è la legge del moto armonico, conseguentemente il moto di P non è mai
armonico. In teoria il moto sarebbe armonico se tendesse a zero, in pratica ciò vale a dire che la
lunghezza della biella dovrebbe essere molto grande rispetto alla manovella (in teoria, P si
muoverebbe di moto armonico solo se la lunghezza della biella fosse infinita e, in tal caso, sarebbe
parallela all’asse del moto di P).
Nella formula (4) il tempo non compare esplicitamente ma possiamo farlo comparire
ricordando la seguente relazione che lega l’angolo di manovella alla velocità angolare ω:
tt )(
Sostituendo si ottiene:
tsentrtxP 22cos1)( (5)
La velocità istantanea di P si ottiene derivando rispetto al tempo xP(t):
tsen
ttsentsenr
ttsentsentsenrtsentrdt
d
dt
tdxtv P
P
22
12
12222
cos2
2
1
cos22
1cos1
)()(
tsen
ttsentsenrtvP
22
cos2
2
1)( (6)
Nella (6) se raccogliamo ω a fattor comune, trascuriamo sen2ωt rispetto a 2
e teniamo
conto della identità trigonometrica 2·senωt·cosωt=sen2ωt, si può ricavare la relazione semplificata
di vP(t):
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 6
2
2)(
tsentsenrtvP (7)
L'accelerazione istantanea di P si ottiene derivando rispetto al tempo vP(t) :
2
22coscos
)()( 2 tsen
tsendt
dr
ttr
dt
tdvta P
p
che, essendo il moto della manovella circolare uniforme, si semplifica nella seguente relazione:
ttr
dt
tdvta P
P
2coscos
)()( 2
(8)
Diagrammiamo le equazioni (5), (6) e (8):
Il grafico in fig. 4 mostra che il piede di biella, nella corsa di andata (dal PMS al PMI),
raggiunge il massimo valore della sua velocità un po' prima di aver percorso la semicorsa di andata
mentre, nella corsa di ritorno (dal PMI al PMS), raggiunge il suo valore massimo di velocità un po'
dopo aver percorso la semicorsa di ritorno. La velocità è nulla nei punti morti.
Il verso dell’accelerazione è importante perché da esso dipende il verso delle forze d’inerzia
durante il periodo.
Fig. 4 – Andamento dello spazio, velocità e accelerazione del piede di biella.
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 7
Il moto del piede di biella è accelerato nelle prime semicorse di andata e ritorno e ritardato
nelle seconde semicorse di andata e ritorno.
L'accelerazione del piede di biella raggiunge i suoi valori massimi nei punti in cui la velocità
si annulla (cioè nei punti PMS e PMI) e si annulla nei punti in cui la velocità raggiunge i suoi valori
massimi.
Osserviamo inoltre che l'accelerazione è massima nei punti morti perché in tali punti il moto
del piede di biella si inverte (la variazione di velocità è massima).
STUDIO DINAMICO
Il manovellismo è soggetto nello stesso tempo a forze esterne, forze d’inerzia e forze
centrifughe.
Le forze esterne sono dovute alla combustione della sostanza combustibile nel cilindro (nei
motori a c. i.) oppure all’azione del vapore (a p=cost) nelle motrici a vapore. Nei motori a
combustione interna la pressione generata dai gas combusti nei cilindri non è costante pertanto
indicata con p la generica pressione interna, la forza istantanea che agisce sul cielo del pistone si
può calcolare con la seguente relazione generale:
ApF (N) (9)
in cui A è l’area del cielo del pistone.
La fig. 5 illustra le forze agenti sul meccanismo durante la semicorsa di andata:
La forza F si può scomporre nelle componenti F’ avente direzione dell’asse della biella e F"
avente direzione perpendicolare al moto del pistone:
FtgFF
F "'
cos (10)
PMI PMS
c
F”
F’
p
F
FR
l
PMI PMS
ω
Fig. 5 – Forze istantanee agenti sul piede di biella.
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 8
La forza F' sollecita la biella a carico di punta, F" spinge il pistone contro la parete del
cilindro generando una forza d’attrito usurante le fasce elastiche.
La forza d’inerzia Fi applicata al piede di biella che nasce in seguito al moto accelerato del
pistone punto P, si può calcolare con la seguente relazione:
Pi amF (11)
in cui m è la somma delle masse che si muovono con il pistone cioè:
bsfp mmmmm3
2 (12)
in cui:
mp = massa del pistone
mf = massa delle fasce elastiche
ms = massa dello spinotto
mb = massa della biella
La Fi è considerata positiva se favorisce il moto del pistone e viceversa.
L’andamento di F e Fi in due giri dell’albero motore (cioè in un ciclo per un motore a 4T) è
rappresentato nella seguente fig. 6:
Sommando i valori istantanei di F e Fi si ottiene la forza totale istantanea che agisce sul
pistone:
Fig. 6 – Andamento della forza di pressione dei gas e della
forza d’inerzia agenti sul piede di biella.
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 9
iT FFF
(somma vettoriale) (13)
il diagramma della forza totale è rappresentato nella fig. 7:
CALCOLO DEL MOMENTO MOTORE
La biella trasmette al bottone di manovella la forza totale istantanea seguente:
cos
' TT
FF (14)
Scomposta F'T nelle sue componenti radiale Fr e tangenziale Ft è quest’ultima componente
che genera il momento motore Mm:
rFM tm (15)
Fig. 7 – Andamento della forza totale agente sul piede di biella.
PMI PMS
c=2r
FT”
FT’
p
FT’
FT
Fr
l
PMI PMS
ω
Ft
Fig. 8 – Forze istantanee agenti sul piede di biella e bottone di manovella.
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 10
Sostituendo a Ft la sua relazione in funzione di F'T e della somma degli angoli e (vedi
fig. 9) si ottiene la seguente relazione:
rsenF
rsenFrFM T
Ttm
cos
' (16)
La relazione (16) si può semplificare in modo da porla in funzione del solo angolo ; allo
scopo tenendo conto della formula di addizione di due angoli:
sensensen coscos
tenendo conto della relazione (2), dividiamo ambo i membri per cos:
22
2
22
11cos
coscos sen
sensen
sen
sen
sensen
sensen
sensen
sen
Pertanto si ottiene:
22
cos
sen
sensenrFM Tm
che si può ancora trasformare sapendo che cos22 sensen (formula di duplicazione di un
angolo):
Fig. 9 – Angolo somma di e .
FT’
Fr
Ft
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 11
222
2
sen
sensenrFM Tm (17)
Il diagramma dell'equazione (17) è riportato nella fig. 10:
Il grafico dimostra che l’andamento del momento motore è variabile, pertanto per
uniformare il moto rotatorio è necessario aumentare il numero di cilindri del motore e usare il
volano.
Fig. 10 – Andamento del momento motore (motore a 4T).
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 12
IL VOLANO
Lo studio del meccanismo di biella-manovella ha dimostrato che il momento motore Mm è
variabile periodicamente durante il compimento del ciclo operativo (il momento resistente Mr, al
contrario, si considera costante). La conseguenza di tutto ciò è la non trascurabile variabilità
durante il ciclo della velocità angolare della manovella, conseguenza della sua bassa inerzia. In
molte applicazioni, tuttavia, è richiesto che tale variazione sia contenuta entro limiti precisi affinché
il motore non sia soggetto a forti cambiamenti di velocità. La soluzione che viene adottata è di
calettare sull'asse di rotazione della manovella un organo meccanico di massa opportuna (volano)
che conferisca più regolarità al moto di rotazione. Vediamo come si esprime tutto ciò esattamente.
La fig. 11 mostra l’andamento di Mm (Mm Mr istante per istante) che si sviluppa in parte
nel piano positivo e in parte nel piano negativo, di conseguenza, essendo le aree delimitate dal
diagramma proporzionali al lavoro, si ha che se il lavoro istantaneo è positivo la velocità angolare
aumenta e se è negativo la velocità diminuisce.
In termini matematici ciò può essere chiarito dalla seguente relazione tra Mm e Mr:
Mm - Mr =J·ε (18)
in cui:
- J è il momento d’inerzia di massa delle masse rotanti rispetto all'asse di rotazione della
manovella (kg·m2);
- ε =Δω/Δt è l’accelerazione angolare delle masse rotanti (rad/s2)
Fig. 11 – Lavoro positivo e negativo (motore a 4T).
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 13
La relazione (18) mostra che quando è:
- Mm > Mr la velocità angolare aumenta fino a raggiungere ω2 (velocità angolare massima);
- Mm < Mr la velocità angolare diminuisce fino a raggiungere ω1 (velocità angolare minima);
- Mm = Mr la velocità angolare rimane costante ω0 (velocità angolare media).
Il volano, quindi, deve essere capace di assorbire energia quando Mm > Mr (ω > ω0 ) e
restituirla quando Mm < Mr (ω < ω0 ).
Allo scopo di determinare la massa del volano, indichiamo con Mm0 il momento motore
medio uguale al lavoro utile Lu (che è a sua volta uguale al lavoro positivo sviluppato delle forze
motrici durante la fase attiva di accensione-espansione meno quello negativo Lr dovuto alle forze
resistenti manifestantesi durante le fasi passive di aspirazione, compressione e scarico: Lu = Lm - Lr)
diviso la lunghezza della base del diagramma (Mm, ):
Mm0 = Lu /4 (19)
Con riferimento alla fig. 12, il diagramma del lavoro assume la forma di un rettangolo di
base 4 e altezza Mm0. La stessa area rappresenta il lavoro resistente Mr considerato costante.
Sempre nella stessa fig. 12 sono stati indicati i punti del ciclo corrispondenti alla situazione
in cui il motore raggiunge la minima e la massima velocità angolare.
Tutto ciò premesso, il parametro che caratterizza il funzionamento irregolare del
meccanismo di biella-manovella è chiamato grado di irregolarità nel periodo ed è così definito:
Fig. 12 – Momento motore medio (motore a 4T).
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 14
= (ω2 - ω1)/ ω0 (20)
dove ω0 è la velocità angolare media:
ω0 = (ω1 + ω2)/2 (21)
Il campo di variazione di dipende dalla tipologia di macchina e sono i seguenti:
Tipologia di macchina Pompe e ventilatori Motori Alternatori
richiesto 1/20 ÷1/30 1/100 ÷ 1/300 1/300
Il volano, quindi, deve avere una massa tale da garantire un prestabilito grado di irregolarità
nel periodo.
La determinazione della massa del volano in pratica è preceduta dal calcolo del momento
d’inerzia di massa dello stesso nel modo che è di seguito illustrato.
L’energia che determina l’eccessiva variazione della velocità degli organi rotanti e che il
volano deve assorbire è uguale all'eccesso di lavoro motore rispetto al lavoro resistente; questo
lavoro si chiama "lavoro eccedente" e corrisponde in fig. 12 all'area tratteggiata Le .
Calcoliamo Le nel modo seguente:
)(2
1 2
1
2
2 JLe (22)
tale equazione può essere riscritta in funzione della (20) e (21):
2
0001212
2
1
2
2 22
1))((
2
1)(
2
1 JJJJLe (23)
L’equazione (23), infine, permette di ricavare il momento d’inerzia di massa del volano:
2
0
eLJ (24)
Al fine di ricavare la massa del volano occorre stabilire la sua forma. Tale forma dipende dal
tipo di macchina alla quale è destinato (motore endotermico monocilindrico o pluricilindrico,
pompe, ecc.) ma in via di massima si possono ridurre a due forme principali:
a) a disco pieno (v. fig. 13)
b) a corona circolare (v. fig. 14)
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 15
Nel caso del volano a disco il momento d’inerzia si calcola con la seguente formula:
2
2
1mrJ (25)
quindi:
2
0
2
2
1
eLmr
Fig. 13 – Volano a disco completo di campana.
Fig. 14 – Volano a razze.
r
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 16
da cui si ha:
22
0
2
r
Lm e
(26)
Nel caso del volano a razze il momento d’inerzia si calcola considerando la massa del
mozzo e delle razze trascurabili rispetto a quella della corona:
22
2
2
1 )(2
1mmrrrmJ (27)
in cui 2
21 rrrm
è il raggio medio, quindi si ha:
2
0
2
e
m
Lrm
da cui si ricava:
22
0 m
e
r
Lm
(28)
Nelle formule (26) e (28) è incognito il lavoro eccedente Le che si può calcolare in funzione
della potenza e del numero di giri del motore n0 mediante la seguente procedura.
Anzitutto si introduce un nuovo coefficiente 1 detto "coefficiente di fluttuazione" così
definito:
1
1L
Le (29)
in cui L1 è il lavoro compiuto nel periodo dal motore (vale a dire in un giro dell’albero motore).
La seguente tabella ne riporta alcuni valori:
Tipologia
di motore
Otto 2T Otto 4T
Diesel 2T Diesel 4T
N° cilindri 1C 2C 3C 4C 1C 2C 3C 4C 6C 8C
1 · 10-2
80100 1525 80100 45 140200 5070 2535 1220 69 35
125135 5565 2228 1012 320360 130180 8090 2030 1015 911
Calcoliamo L1 in funzione di Mm0 e della potenza N da erogare alla velocità angolare media
ω0 :
0000 2 nMMN mm (30)
il lavoro compiuto in un giro è uguale al seguente prodotto:
201 mML (31)
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 17
ricavando Mm0 dalla (30) e sostituendo nella (31) si ha:
00
1 22 n
N
n
NL
(32)
sostituendo la 32 nella (29) si ricava Le:
0
111n
NLLe (33)
La massa del volano si ricava dopo aver sostituito la (33) nella (26) e (28) e aver sostituito
00 2 n :
3
0
22
1
4
2
nr
Nm
(34) (massa volano a disco)
3
0
22
1
4 nr
Nm
m
(35) (massa del volano a razze)
Nota la massa del volano, il volume V può essere ricavato mediante la massa specifica del
materiale col quale esso sarà costruito, con la seguente formula:
mV (36)
Ricavato il volume, rimane da definirne la geometria attraverso le seguenti formule:
brV 2 (37) (volano a disco)
brrV )( 2
2
2
1 (38) (volano a razze)
nelle quali b è rispettivamente la lunghezza assiale del disco o della corona.
ESERCIZIO N. 1
Tema d’esame di Stato di Meccanica Applicata - Sessione Ordinaria 2004
Una pompa a stantuffo a semplice effetto ha le seguenti caratteristiche:
- velocità di rotazione: 120 giri/min;
- diametro del cilindro: 200 mm;
- corsa del pistone: 320 mm;
- prevalenza monometrica: 280 J/kg;
- fluido movimentato: fanghi con massa volumica 1600 kg/m3
Il candidato:
1) disegni con opportuna scala il diagramma del momento richiesto in funzione dell’angolo di
manovella.
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 18
2) esegua uno schizzo quotato della manovella di estremità del meccanismo assumendo con
proprio criterio tutte le dimensioni occorrenti.
Indichi, in riferimento alle varie posizioni della manovella, le maggiori sollecitazioni
presenti nelle sezioni trasversali della stessa ed effettui verifiche di resistenza di quelle che
ritiene più pericolose dopo aver specificato il material da usare.
3) (facoltativo) con l’aiuto del diagramma del momento richiesto, in via approssimativa, valuti
il momento di inerzia di un volano che garantisca un grado di irregolarità nel periodo non
superiore al 4%.
In alternativa al punto 3)
3) calcoli, in riferimento alle posizioni critiche della manovella (quadratura e allineamento con la
biella), le sollecitazioni presenti nelle sezioni trasversali più pericolose.
SOLUZIONE
Nella figura è stato rappresentato il sistema meccanico complessivo:
Vediamone il principio di funzionamento. Lo stantuffo, spostandosi verso destra dal PMS al
PMI crea una depressione all’interno del cilindro che mantiene aperta la valvola di aspirazione (A)
e chiusa quella di mandata (M) permettendo, al contempo, al liquido di entrare nel cilindro
(naturalmente la tubazione di aspirazione è piena di liquido grazie ad una valvola di non ritorno -
non rappresentata nella figura- che ne impedisce lo svuotamento durante la fase di mandata).
Lo stantuffo, raggiunto il PMI, inverte il suo moto e preme sulla massa liquida aspirata
provocando l’immediata chiusura della valvola di aspirazione e, dopo che la pressione nel cilindro
ha superato quella esistente a valle della valvola di mandata, l’apertura della stessa valvola.
Nella corsa di ritorno verso il PMS, lo stantuffo spinge la massa liquida nel condotto di
mandata. Il ciclo ricomincia quando, all’inversione del moto al PMS, si riduce la pressione
provocando la chiusura della valvola di mandata e la riapertura di quella di aspirazione.
PMS PMI
Fig. 15 – Pompa a stantuffo a semplice effetto.
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 19
1) Il momento motore si può calcolare con la seguente nota relazione:
a
m
NM
dove Na è la potenza assorbita dalla pompa e ω è la velocità angolare della manovella.
La potenza Na assorbita dalla pompa a stantuffo a semplice effetto si calcola con la formula
seguente:
p
a
HQN
in cui: = 1600 kg/m3 (massa volumica dei fanghi)
Q = portata media teorica [m3/s]
H = 280 prevalenza manometrica [J/kg]
ηp = ηm·ηy·ηv (rendimento totale della pompa)
La portata media teorica Q, a sua volta, è data dalla cilindrata unitaria Vc per il numero di
giri n della manovella:
322
01,032,04
2,0
4mc
DVc
in cui: D = 200 mm = 0,2 m (diametro del cilindro o alesaggio)
c = 320 mm = 0,32 m (corsa del pistone)
quindi risulta:
smnVQ c /02,0201,0 3
dove: n = 120 giri/min = 2 giri/s (velocità di rotazione della manovella)
Pertanto sapendo che: ηm = 0,880,97 (rendimento meccanico); ηy = 0,870,97 (rendimento
idraulico) e ηv = 0,950,99 (rendimento volumetrico) la potenza risulta:
WHQHQ
Nvymp
a 992499,095,096,0
28002,01600
Il momento motore Mm è:
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 20
Nmn
NNM aa
m 79022
9924
2
Prima di disegnare il diagramma del momento motore in funzione di , si deve calcolare la
pressione di mandata che, trascurando le perdite, si può ritenere costante durante la corsa del
pistone dal PMI al PMS.
La pressione di mandata costante agente sul pistone si può calcolare sapendo che il lavoro
compiuto dalla forza di pressione è uguale al lavoro compiuto dal momento motore medio in un
giro:
mMcAp 2
Pa
rD
M
rD
M
Ac
Mp mmm 493750
16,04
2,0
790
42
4
22222
dove: mc
r 16,02
32,0
2 (raggio di manovella)
222
0314,04
2,0
4m
DA
(area del pistone)
NApFT 155040314,0493750 (forza agente sul pistone)
Il momento effettivo agente sulla manovella in funzione dell’angolo è espresso dalla
relazione (17):
222
2
sen
sensenrFM Tm (17)
in cui FT è costante (perché la p è costante durante la corsa di mandata), la biella si assume di
lunghezza doppia della manovella (l=2r → =l/r=2); pertanto, trascurando le inerzie dovute al moto
alterno del sistema biella/manovella, il momento istantaneo alternativo Ma (durante la mandata (0°
< <180°) si potrà calcolare con la relazione approssimata della (17):
2
2sensenrFMM Tma
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 21
mentre, durante la corsa di ritorno (180°< <360°) il momento alternativo sarà nullo:
0aM
Il valore massimo di Ma si ha in quadratura (quando biella e manovella formano un angolo
retto, v. figura seguente):
in tal caso si ottiene:
275,01
l
rtg
63279090
Nmsen
sensen
senrFM Ta 207409,116,01550422
1266316,015504
2
2max
L’andamento approssimato del momento Ma all’albero in funzione dell’angolo di manovella
è presentato in fig. 17:
0 2
2074 N·m
790 N·m Mm
Ma max
200
/2
c = 2r
l
r 90°
PMI PMS
Fig. 16 – Meccanismo di biella e manovella.
Fig. 17 – Diagramma del momento motore istantaneo.
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 22
2) Il dimensionamento della manovella inizia col calcolo del diametro d del bottone di manovella
(al PMS, v. fig. 18) e del diametro D del piede di manovella che dipende dalle dimensioni
dell’albero motore soggetto al momento Mm.
Il bottone di manovella si dimensiona assumendo una pressione specifica per il cuscinetto pari
pamm= 9 N/mm2 e un rapporto l/d = 1,1:
mmp
Fd
amm
T 57,3991,1
15504
1,1
che arrotonderemo a 40 mm. Il diametro dell’albero motore, posto a=3,5d = 3,5·40 = 140 mm (v.
fig. in alto), si dimensiona a flessotorsione secondo il criterio di Von Mises:
22
4
3tffid MMM
in cui: NmMM mt 790
NmNmmaFM Tf 2171217056014015504
si ricava:
NmM fid 22767904
32171 22
FT
a
l1
L
R R
1
d1 d
D'
e2
e1
D D
1
A A
B B
Fig. 18 – Manovella d’estremità al PMS.
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 23
Per la costruzione dell’albero si sceglie l'acciaio S 355 JR EN 10027-1 (corrispondente
all’acciaio Fe 510 B UNI 7070) avente una σamm = 60 N/mm 2 . Quindi il diametro D risulta:
mmM
Damm
fid73
60
2276000323233
Per tener conto dell’indebolimento derivante dalla chiavetta assumiamo D=75 mm. Adesso
si dimensiona la manovella di estremità (costruita utilizzando l'acciaio S 355 JR) con le formule
sperimentali riportate in fig. 19 (dal manuale Hoepli):
R = 160 mm (raggio di manovella)
d = 40 mm (diametro del perno di manovella)
D =75 mm (diametro dell’albero)
D' =0,9D=67,5 mm
D1 = 1,9D =142,5 mm
R1 = R - D1/2= 17,5 mm
d1 = 2,5 d = 100 mm
l1 = 1,5 d = 60 mm
l = 1,1 d = 44 mm (lunghezza del perno di manovella)
Sez. B-B
b2
h2
Sez. A-A
b1
h1
Fig. 19 – Caratteristiche geometriche della manovella d’estremità.
Fig. 20 – Sezioni resistenti del
braccio di manovella.
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 24
h1 = 0,7 d = 28 mm
b1 = 1,6 d = 64 mm
h2 = 0,7 D = 52,5 mm
b2 = 1,6 D = 120 mm
a = 3,5 d = 140 mm
e1 = l/2 + h1/2 = 36 mm
e2 = l/2 + h2/2 = 48,25 mm
L = 1,2D = 90 mm
3) Calcoliamo il momento d’inerzia del volano che si ricava mediante la formula (24):
2
0
eLJ
Il lavoro eccedente Le si calcola dal diagramma del momento alternativo (v. fig. 21):
Infatti, Le è uguale alla somma delle aree delle figure ABC, DEF e EFGH. Le prime due
figure possono essere assimilate a due triangoli rettangoli di cateti AC=Mm; AB=/12; EF=Mm;
DE=/6; la terza figura è un rettangolo di base FH= e altezza EF=Mm. Pertanto il lavoro eccedente
risulta:
JM
M
MM
L m
m
mm
e 27928
7909
8
9
2
6
2
12
Il momento d’inerzia del volano risulta:
0 2
2074 N·m
790 N·m Mm
Ma max
200
A B D E G
C F H
C F H Fig. 21 - Calcolo del momento eccedente.
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 25
2
22
0
442
60
120204,0
2792kgm
LJ e
3) Durante il ciclo di lavoro, le maggiori sollecitazioni si verificano nelle sezioni trasversali A-A e
B-B (v. fig. 20) della manovella in corrispondenza delle posizioni di quadratura e di
allineamento con la biella.
Manovella in allineamento con la biella (PMS).
In questa posizione si verifica la resistenza della sez. A-A (tangente al bottone di manovella)
di misure:
h1 = 28 mm
b1 = 64 mm
Le sollecitazioni sono:
FT = 15504 N (sforzo assiale)
NmmeFM Tf 58915238155041 (momento flettente)
Calcoliamo le tensioni massime.
La tensione di compressione vale:
2
11
/65,86428
15504mmN
bh
F
A
F TTc
Il modulo di resistenza a flessione è:
322
11 836328646
1
6
1mmhbW f
FT
a
l1
L
R R
1
d1 d
D'
e2
e1
D D
1
A A
B B
Fig. 22 - Manovella d’estremità al PMS.
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 26
La tensione di flessione è:
2
max /44,708363
589152mmN
W
M
f
f
f
La tensione di flessione è superiore al carico di sicurezza, pertanto dobbiamo modificare
le misure delle sezioni A-A e B-B. Per questo disegniamo in scala la manovella e ricaviamo
direttamente dal disegno b1 (vedi fig. 23):
h1 = 28 mm
b1 = 120 mm (ricavata dal disegno della manovella)
Calcoliamo le nuove tensioni massime.
La tensione di compressione vale:
2
11
/6,412028
15504mmN
bh
F
A
F TTc
322
11 15680281206
1
6
1mmhbW f
La tensione di flessione è:
2
max /6,3715680
589152mmN
W
M
f
f
f
Fig. 23 - Nuovo profilo del braccio di manovella.
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 27
La tensione totale risulta:
2/2,426,376,4 mmNfc
inferiore al carico di sicurezza del materiale σamm = 60 N/mm2.
Manovella e biella in quadratura.
In questa posizione si verifica la resistenza della sez. B-B (tangente al mozzo dell’albero).
Ricaviamo anche in questo caso dal disegno la misura b2 (v. fig. 23):
h2 = 52,5 mm
b2 = 130 mm (ricavata dal disegno della manovella)
Le sollecitazioni, trascurando quella di taglio, sono:
Nmmsen
esen
FeFM T
t 171606225,5027
15504' 22
Nmmsen
Rsen
FRFM T
f 5976345,1727
15504' 11
Verifichiamo la sezione impiegando la tensione ammissibile σamm = 60 N/mm2
prima
definita (acciaio S 355 J R).
Il modulo di resistenza a flessione e a torsione sono:
D D
1
A A
B B
Fig. 24 - Manovella d’estremità in quadratura.
F'
a
l1
L R
R1
d1 d
D'
e2
e1
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 28
322
22
2
22 918759,3
5,52130
8,3mm
hb
k
hbWt
322
22 1478751305,526
1
6
1mmbhW f
in cui k si ricava dalla seguente tabella:
b/h 1 1,2 1,4 1,5 1,6 1,8 2 2,5 3 4 5 6 8
k 4,80 4,57 4,40 4,33 4,27 4,16 4,07 3,88 3,74 3,55 3,43 3,35 3,26 3
Le tensioni massime sono:
2
max /1991875
1716062mmN
W
M
t
t
t
2
max /4147875
597634mmN
W
M
f
f
f
La corrispondente tensione ideale è:
22222 /3319343 mmNid
inferiore al carico di sicurezza del materiale σamm = 60 N/mm2.
ESERCIZIO N. 2
Tema d’esame di Stato di Meccanica Applicata - Sessione Ordinaria 2002
Per regolare il regime di rotazione di un gruppo elettrogeno, viene calettato sull'albero di
trasmissione del motore un volano in ghisa.
Si hanno i seguenti dati:
- coppie polari dell'alternatore p = 2
- frequenza della corrente elettrica di rete f = 50 Hz
- potenza all'asse del motore (diesel 4 cilindri, 4 tempi ) N = 30 kW
Il candidato, dopo avere assunto con motivato criterio i dati ritenuti necessari, effettui:
- il dimensionamento di massima del volano;
- la verifica della corona alla forza centrifuga;
- lo schizzo quotato dell'organo meccanico.
Il candidato, inoltre, illustri sinteticamente le caratteristiche costruttive e di funzionamento
dell'organo meccanico.
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 29
SOLUZIONE
Caratteristiche costruttive e di funzionamento del volano
Nelle macchine motrici con meccanismo a biella-manovella l'albero motore riceve energia
dallo stantuffo durante la corsa di espansione (fase attiva) restituendola allo stesso e ad altri organi
nelle altre corse per mantenerli in moto, superando i punti morti.
Tutto ciò causa l’accelerazione dell'albero motore nella fase attiva e la decelerazione nelle
altre, per cui durante ogni ciclo o periodo (formato da quattro o due corse), la velocità angolare
dell'albero varia da un minimo (ω1, marcia a pieno carico) a un massimo (ω2, marcia a vuoto),
seguendo le variazioni periodiche delle forse motrici e resistenti.
Durante ciascun ciclo si producono cioè alternativamente degli eccessi di lavoro motore e di
lavoro resistente ai quali corrispondono delle accelerazioni e decelerazioni del movimento; durante
le prime, l'eccesso di lavoro motore viene immagazzinato sotto forma di energia cinetica, la quale
viene restituita durante la seconda per compensare l'eccesso di lavoro resistente. Lo scarto di
velocità (ω2-ω1,) sarà tanto minore quanto più grande sarà l'attitudine degli organi rotanti a
immagazzinare energia cinetica, cioè quanto più grande sarà il momento d'inerzia degli organi stessi
rispetto all'asse di rotazione. Per aumentare tale momento d'inerzia, viene calettato sull'albero
motore un organo detto volano che può essere a disco o a razze.
Il volano a disco è caratteristico delle macchine rotanti ad alta velocità, come ad esempio i
motori endotermici per autotrazione; è di piccole dimensioni ed è generalmente realizzato in
acciaio. Il volano a razze si impiega invece nelle macchine rotanti a medie e basse velocità; è di
grandi dimensioni ed è realizzato in ghisa.
Progettazione del volano
Data la potenza N (kW), il grado d’irregolarità δ, il coefficiente di fluttuazione φ1, il raggio
medio rm (m) del volano e la velocità media n0 (giri al minuto), la massa è data da:
3
0
22
1
4 nr
Nm
m
Il raggio medio si può preventivamente determinare in base alla massima velocità periferica
ammissibile durante l’esercizio del volano per limitare la sollecitazione prodotta dalla forza
centrifuga che dipende dal materiale impiegato per la costruzione del volano.
Per il motore in esame (diesel 4T, 4C) si assume un coefficiente di fluttuazione φ1 = 0,25.
La conoscenza del coefficiente di fluttuazione φ1 permette di ricavare in modo semplice la
massa m del volano necessaria per ottenere un grado di irregolarità δ imposto.
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 30
Il grado d’irregolarità richiesto per alternatori è di δ = 0,003.
Per corone di ghisa la velocità periferica consigliata è di v ≤ 30 ÷ 40 m/s.
Il numero di giri al minuto n0 del motore dipende dal numero di coppie polari
dell’alternatore p = 2 e dalla frequenza di rete f = 50 Hz:
min/15002
5060600 giri
p
fn
Fissata la velocità periferica ammissibile v = 30 m/s, il raggio rm è:
mn
vrm 19,0
60
15002
30
2 0
pertanto, la massa del volano risulta:
kgnr
Nm
m
112
60
150019,04
30000
003,0
25,0
4 3
22
3
0
22
1
Il volume del volano, considerando la massa volumica della ghisa ρ = 7,25 kg/dm3, si ricava
applicando la formula (36):
3448,1525,7
112dm
mV
Il volume del volano è anche definito dalla formula (38):
brrV )( 2
2
2
1
che può essere opportunamente modificata per facilitarne l’uso nelle applicazioni, introducendo il
raggio medio e lo spessore h=r1-r2:
bhrbrrrrbrrV m 2))(()( 2121
2
2
2
1 (formula di Guldino)
Assumendo il rapporto b=2h (in genere tale rapporto b/h=2÷3) si ha che:
24 hrV m
da cui:
dmr
Vh
m
8,09,14
448,15
4
di conseguenza:
b = 2h = 1,6 dm;
h
b
r 2 r 1
Fig. 25 – Sezione del volano a razze.
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 31
r1=rm + h/2= 2,3 dm;
r2=rm - h/2= 1,5 dm
Il numero di razze è definito da: 428
1
7
11
ri . Con i dati a noi noti ed esprimendo r1
in mm si ottiene: 68,223028
1
i pertanto per sicurezza si assume i = 6.
Nei calcoli svolti sono stati trascurati e l’inerzia dovuta alle altre masse in movimento e la
massa delle razze (che costituiscono circa il 10% della massa del volano) ma ciò, anche se rende i
calcoli un po' meno precisi, va a vantaggio della regolarità di funzionamento.
Verifica della corona alla forza centrifuga.
Ai fini della verifica in parola, il volano si può immaginare come se fosse un anello che la
forza centrifuga tende di dividere a metà.
Questa forza centrifuga si calcola con la seguente formula:
2
2
0 G
c
ymF
in cui:
m
G
ry
2 è la distanza del baricentro G1 della
semicirconferenza media della corona dal centro O.
Con i dati noti si ha:
yG = 1,21 dm.
La forza centrifuga vale:
Nym
F G
c 1670222
121,060
15002112
2
2
2
0
La sezione resistente della corona è:
A= 2bh
La sollecitazione a trazione risulta:
2/52,6801602
167022mmN
A
Fc
t
O
Fc
Fc
yG
G1
G2
Fig. 26 – Corona del volano a razze.
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 32
che è minore di quella ammissibile della ghisa σam = 12 N/mm2.
Un altro effetto cui la forza centrifuga dà luogo è la flessione che si genera nel tratto di
corona di lunghezza l tra due razze consecutive. Tale tratto si comporta come una trave incastrata
agli estremi e sollecitata da un carico uniformemente distribuito.
Il momento d'incastro è pari a:
12
2lqM f
in cui q è il carico uniformemente distribuito indotto dalla forza centrifuga relativo al tratto di
corona di lunghezza l:
mmi
rl m 199
6
19022
Risulta:
mmNli
F
l
i
F
q c
c
/2801996
167022222
Nmmlq
M f 023.92412
199280
12
22
Il modulo di resistenza a flessione:
Wf = bh2/6 = 170.667 mm
3
quindi la tensione a flessione risulta:
σf = Mf / Wf = 5,41 N/mm2.
La sollecitazione totale è:
σ = σf + σt = 11,93 < 12 N/mm2
La corona è verificata alla forza centrifuga.
Schizzo quotato dell'organo meccanico:
Fig. 27 – Schizzo quotato del volano.
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 33
REGOLATORI
Il funzionamento delle macchine motrici a un certo regime di giri costante richiede
l’equilibrio tra momento motore e momento resistente. Il verificarsi di uno squilibrio di una certa
durata fra i due momenti può provocare una variazione più o meno sensibile del numero di giri
all’unità di tempo compiuti dalla macchina motrice. Allora, è necessario che ad ogni variazione del
momento resistente il momento motore possa variare nello stesso senso. I regolatori meccanici
sono meccanismi che permettono di mantenere l’equilibrio fra momento motore e momento
resistente. I regolatori meccanici più usati ancora oggi sono i centrifughi nei quali si utilizza la forza
centrifuga, agente su opportune masse del regolatore, per spostare l’organo che regola la quantità di
fluido che alimenta la macchina motrice. Un esempio di questo regolatore è illustrato in fig. 28.
Il regolatore faceva accelerare la macchina motrice se rallentava per il troppo carico o la
faceva rallentare dopo un'accelerazione dovuta a diminuzione di carico.
Non tutte le macchine motrici però hanno bisogno di un intervento esterno per riprendere il
moto uniforme. Alcune motrici infatti presentano la seguente curva di coppia (curva
caratteristica):
Fig. 29 – Curva caratteristica di coppia discendente.
n nmax
Mm
nmin
Fig. 28 - Regolatore centrifugo a sfere.
Funzionamento: quando la
velocità angolare del
regolatore aumenta, le
sfere si alzano per effetto
della forza centrifuga e
spostano verso il basso il
collare che mediante la
leva chiude la valvola a
farfalla che regola il fluido
che alimenta la macchina.
Cinghia trapezoidale
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 34
Il funzionamento della motrice (che in questo esempio si suppone funzionante al massimo
carico) è stabile perché se il momento resistente Mr diminuisse, il numero di giri della macchina n
aumenterebbe e il Mm diminuirebbe fino a raggiungere un nuovo punto di stabilità.
Una macchina motrice con curva di coppia ascendente non è stabile:
Infatti, se il momento resistente diminuisse, aumenterebbero e il numero di giri e il momento
motore, conseguentemente lo squilibrio aumenterebbe sempre di più. In tal caso è necessaria la
regolazione della macchina. Il regolatore serve per riportare il funzionamento della macchina tra n1
e n2.
Indichiamo con n il numero di giri a regime della macchina calcolabile con buona
approssimazione con la seguente relazione:
22
minmax21 nnnnn
(39)
i parametri caratteristici di un regolatore sono il grado d'insensibilità i e il grado di irregolarità s
(o di staticità) che sono definiti come di seguito riportato:
Fig. 30 – Curva caratteristica di coppia discendente.
Fig. 31 – Curva caratteristica di coppia ascendente.
Mr1
n nmax
Mm
nmin
Mr2
n1 n2
Curva caratteristica
del momento resistente
n nmax
Mm
nmin n2 n1
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 35
n
nni 12 (40) con i = 0,0120,013
n
nns minmax (41) con s = 0,020,08
Il regolatore si dice "statico" se s > 0, si dice "astatico" se s = 0 e la regolazione è
impossibile.
Il regolatore è efficace se i < s.
Il grado di irregolarità serve per la scelta del regolatore più adatto alla macchina.
REGOLATORE ELEMENTARE DI WATT (regolatore centrifugo a sfere).
La fig. 32 illustra il regolatore di Watt, ormai in disuso, con tutte le grandezze fisiche che
permettono di descriverne il funzionamento. L’obiettivo è determinare le relazioni che legano il
grado di insensibilità e il grado di irregolarità alle grandezze del sistema.
I simboli in fig. 22 hanno il seguente significato:
m = massa [kg]
h = altezza di regolazione [m]
r = distanza delle masse dall’asse di rotazione [m]
ω= velocità angolare [rad/s]
n= numero di giri nell’unità di tempo [giri/s]
P = peso delle sfere [N]
Fig. 32 – Regolatore di Watt.
Fc
Fc
P P
m m Fc
O
Massa attiva
Braccio
Albero ω
Collare
Biella
h
r
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 36
Fc = forza centrifuga [N]
Scriviamo l’equazione di equilibrio intorno ad O (detta equazione caratteristica del
regolatore):
rPhFc (42)
Sostituendo le espressioni di Fc = mω2r e P = mg si ricava:
mgrrhm 2
da cui, ricordando che ω=2n e che
12
g, si ricava:
222 4
1
2 nn
ggh
(43)
La formula (43) dice che il regolatore di Watt non è adatto per alti numeri di giri perché per
n molto grande h risulta molto piccolo e ciò significa che le aste raggiungono presto la posizione
quasi orizzontale rendendo impossibile la regolazione in caso di ulteriore incremento di velocità.
Si passa allora al regolatore PORTER.
REGOLATORE PORTER
Questo regolatore deriva da quello di Watt al quale è stato aggiunto un collare contrappesato
di peso totale Q che ha l’effetto di aumentare P di Q (v. fig. 33):
Fig. 33 – Regolatore Porter.
Il carico Q è stato scomposto lungo le
bielle (componenti Q' ). Una di tali componenti viene traslata in B e qui
di nuovo scomposta nelle sue
componenti verticale e parallela al braccio. La componente verticale è
uguale ancora a Q. Pertanto il peso
del collare si può considerare applicato alla cerniera di
collegamento braccio-biella.
O
Collare con contrappeso Q
h
ω
m m Fc Fc
P P
r
r1
Q
Q
l
a
Q
Q
Q' Q'
Q
Q'
O
A
B
B'
A'
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 37
Eseguiamo nuovamente l’equilibrio rispetto al punto O:
rPrQhFc 1 (44)
rF
Pr
F
Qh
cc
1
Sostituendo le espressioni di Fc = mω2r e P = mg e tenendo conto della (39) si ricava:
1
4
111 1
2
1
212212 r
r
P
Q
nr
r
P
Qgr
mgr
Qg
rm
mgr
rm
Qh
(45)
La relazione (45) mostra che l’altezza h può essere incrementata di quanto si vuole
solamente incrementando Q.
La relazione (45) può essere riscritta in modo da far comparire la distanza del braccio l e la
distanza tra la cerniera dell’albero e quella di collegamento braccio-biella a (v. fig. 23):
1
4
12 l
a
P
Q
nh (46)
Nel caso in cui si volesse tener conto delle resistenze al moto del collare (resistenze d’attrito
nelle articolazioni, inerziali degli organi in movimento, ecc.) che si manifestano quando la
macchina si squilibra, indichiamo tali resistenze con Fa e, tenendo presente che la sua azione è
sempre contraria allo spostamento del collare, si ricava:
1
4
12 l
a
P
FQ
nh a (47)
in cui la forza antagonista Fa va presa con il segno "+" se il collare sale e viceversa.
La relazione (46) o (47) mostra che l’altezza h può essere incrementata quanto si vuole
incrementando Q.
Nelle formule precedenti ponendo l=a la configurazione del regolatore cambia divenendo
quella di un quadrilatero articolato formato da quattro aste della stessa lunghezza con le sfere poste
ai vertici detto regolatore Porter (v. fig. 34), in tal caso le formule si semplificano (perché ai fini del
funzionamento, Q, P e Fa possono essere considerate applicate tutte nel baricentro delle sfere) e il
numero di giri del regolatore nel funzionamento a regime (cioè a numero di giri costante n) risulta:
1
4
1
P
Q
hn (48)
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 38
mentre i numeri di giri che limitano il normale campo di funzionamento del regolatore sono:
1
4
11
P
FQ
hn a
(49)
1
4
12
P
FQ
hn a (50)
e quindi il grado di insensibilità:
PQ
F
n
nn
nn
nn
n
nn
n
nni a
2
2
1
2
2
12
121212
2 (51)
Il grado di irregolarità lo si può calcolare note le altezze massima (hmax) e minima (hmin) che
il regolatore può raggiungere compatibilmente con la sua geometria:
P
PQ
hn
min
max4
1 (52)
P
PQ
hn
max
min4
1 (53)
n
nns minmax (54)
Naturalmente deve risultare i < s se si vuole che il regolatore sia efficace.
Nel regolatore Porter a bracci uguali, lo spostamento del collare risulta il doppio di quello
fatto dalle sfere.
Fig. 34 – Regolatore Porter a bracci uguali.
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 39
REGOLATORE HARTUNG (regolatore centrifugo a molla)
Il regolatore Porter esaminato in precedenza, diventa ingombrante e pesante quando le
macchine motrici sono veloci. In questi casi l’azione delle forze antagoniste (costituite da forze
peso) viene sostituita dalla reazione elastica di una molla.
Un regolatore che soddisfa tale caratteristica è il regolatore Hartung.
Un regolatore siffatto è costituito da due masse cilindriche rotanti, chiuse in un carter, che
scorrono orizzontalmente al variare della forza centrifuga. Tali masse agendo su due leve a squadra
azionano il collare che si sposterà proporzionalmente al variare della velocità di rotazione. Lo
spostamento delle masse è contrastato da altrettante molle (v. fig. 35):
Le forze applicate alle leve del regolatore sono rappresentate in fig. 36:
I simboli nelle figg. 35 e 36 hanno il seguente significato:
m = massa (kg)
k = costante elastica della molla (N/m)
Fig. 35 – Regolatore Hartung.
Fig. 36 – Forze agenti sulla leva del regolatore Hartung.
ω
O
Fm
Fa/2 b
b
Fc
O
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 40
b = bracci della leva angolare (m)
ω= velocità angolare (rad/s)
Fm = reazione elastica della molla (N)
Fc = forza centrifuga (N)
Fa= forza resistente complessiva (N)
Scriviamo l’equazione di equilibrio dinamico a regime normale (Fa = 0) della leva rispetto al
punto O :
bFbF mc (55)
quindi mc FF
Sostituendo le espressioni di Fc = mω2r e P = mg si ricava:
mFrm 2
da cui, ricordando che ω=2n e che
12
g, si ricava:
rP
Fn m
4
2 (56)
Nelle fasi di squilibrio la forza resistente si manifesta e si ha:
bF
bFbF amc
2 (57)
Sostituendo come fatto prima le espressioni di Fc = mω2r e P = mg e ricordando che
ω=2n e che
12
g, si ricava:
rP
FFn am
4
2/2 (58)
In analogia a quanto fatto per il regolatore Porter avremo:
rP
Fn m
4
2 (59)
2
2
24
2/
rP
FFn am
(60)
1
2
14
2/
rP
FFn am
(61)
nelle quali r1 e r2 sono le distanze del baricentro dei contrappesi dall’asse di rotazione.
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 41
Se invece considerassimo la massima e minima escursione possibile si avrebbe:
max
2
max4 rP
Fn m
(62)
min
2
min4 rP
Fn m
(63)
nelle quali rmin e rmax sono la minima e massima distanza del baricentro dei contrappesi dall’asse di
rotazione e si ricavano osservando il seguente schema:
2min
cbr
2max
cbr
infine, il grado di insensibilità è dato dalla seguente formula:
m
a
F
F
n
nn
n
nni
22 2
2
1
2
212
(64)
e il grado di irregolarità si ottiene dalla relazione già vista per il regolatore Porter:
n
nns minmax (65)
b + c/2
b
c
c/2
c/2
Fig. 37 – Corsa del collare e spostamenti massime delle molle
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 42
ESERCIZIO N. 3
Tema d’esame di Stato di Meccanica Applicata - Sessione Ordinaria 1967
Un regolatore di Hartung ha le seguenti caratteristiche:
numero di giri di regime (n) 200 giri/min
grado di irregolarità (s) 3:100
grado d’insensibilità (i) 1:1000
forza resistente agente sul collare (Fa) 0,5 kgf
lunghezze dei bracci (uguali) della leve a squadra (b) 150 mm
corsa del collare (c) 100 mm
Determinare:
1) la forza esercitata da ciascuna molla al numero di giri di regime (Fm);
2) il peso di ciascun contrappeso (P);
3) il valore della forza centrifuga in corrispondenza delle posizioni estreme del collare (Fc);
4) la costante delle molle (k).
SOLUZIONE
La forza esercitata da ciascuna molla si ricava dalla relazione (64) risolta rispetto a Fm:
Ni
FF a
m 75,8103,02
81,95,0
2
Il peso di un contrappeso si ricava dalla relazione (59) sostituendo r con b e risolvendo
rispetto a P :
Nbn
FP m 3,12
15,060
2004
75,81
4 22
Si determinano adesso i limiti di intervento del regolatore facendo sistema con le relazioni
(39) e (65):
2002
03,0
minmax
minmax
nnn
n
nns
400
6
minmax
minmax
nn
nn
Risolvendo si ricavano:
min/197
min/203
min
max
girin
girin
Il valore della forza centrifuga massima e minima è uguale alla reazione della molla
massima e minima in corrispondenza delle posizioni estreme del collare (equilibrio dinamico),
Dispensa a cura del Prof. D. Piperis - ITIS “G. Marconi” - Bari - Corso Serale Progetto “Sirio” 43
pertanto si possono ricavare tramite le relazioni (62) e (63) risolte rispetto a Fm dopo aver calcolato
i valori di rmin e rmax:
mmc
brmmc
br 200501502
;100501502
max2min
NnrPFF mc 6,11260
2032,03,1244
2
2
maxmaxmaxmax
NnrPFF mc 5360
1971,03,1244
2
2
minminminmin
La forza che produce l’allungamento della molla si può calcolare con la seguente relazione:
NFFF cc 6,59536,112minmax
La relazione elastica della molla è data da:
ckF
pertanto si ricava:
mNc
Fk /596
1,0
6,59