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Novembre 2017

Costruzione svincolo rotatorio nel capoluogotra Via Fanti d'Italia e Via Togliatti.Relazione geologica, geotecnica.

Provincia di ParmaComune di Langhirano

Dott. Geol. Antonio Di Lauro

Viale Vittoria 11 - 43125 Parma Tel. 0521230861- 3356354760

e-mail: [email protected] [email protected]

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Committente: Ing Prevoli Realizzazione Dott. Geol. Antonio Di Lauro

INDICE

PARTE I GENERALITÀ .......................................................................................................................................................... 2

1 PREMESSA ............................................................................................................................................................ 2

2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE .............................................................................................................................. 3

3 RIFERIMENTI CARTOGRAFICI ..................................................................................................................................... 3

PARTE II RELAZIONE GEOLOGICA ........................................................................................................................................... 4

4 ANALISI DEI VINCOLI AMBIENTALI GRAVANTI SUL SITO D’INTERESSE ................................................................................. 4

5 INQUADRAMENTO GEOLITOLOGICO E STRATIGRAFICO ................................................................................................... 4

6 INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO E IDROGEOLOGICO ............................................................................................. 4

6.1 ASPETTI GEOMORFOLOGICI ...................................................................................................................................... 4

6.2 ASPETTI IDROGEOLOGICI.......................................................................................................................................... 5

7 CONSIDERAZIONI SULLE CONDIZIONI DI STABILITÀ DEI LUOGHI ........................................................................................ 5

8 VERIFICA A LIQUEFAZIONE ...................................................................................................................................... 5

PARTE III RELAZIONE GEOTECNICA SULLE CARATTERISTICHE GEOMECCANICHE DEI TERRENI. .............................................................. 6

9 DESCRIZIONE DEL PROGETTO .................................................................................................................................... 6

10 PIANO DI INDAGINE ................................................................................................................................................ 6

10.1 STRATIGRAFIA DEI SONDAGGI ................................................................................................................................... 6

11 RISULTATI DELLE INDAGINI: MODELLO STRATIGRAFICO E GEOTECNICO DEL SOTTOSUOLO ...................................................... 6

11.1 MODELLO STRATIGRAFICO ....................................................................................................................................... 6

11.2 MODELLO GEOTECNICO........................................................................................................................................... 7

12 DEFINIZIONE DEI VALORI CARATTERISTICI DEI PARAMETRI GEOTECNICI .............................................................................. 7

PARTE IV CONCLUSIONI ........................................................................................................................................................ 8

14 SINTESI D’INDAGINE ............................................................................................................................................... 8

15 INDICAZIONI E PRESCRIZIONI PER LE MODALITÀ DI POSA IN OPERA DELLE STRUTTURE ........................................................ 8

16 CONSIDERAZIONI GENERALI .................................................................................................................................... 9

Elenco tavole allegate - Tavola 1 Inquadramento geografico - Planimetria CTR alla scala 1:25.000 - Tavola 2 Inquadramento territoriale - Planimetria CTR alla scala 1:5.000 - Tavola 3 Analisi vincolistica: Carta del dissesto (estratta dal PTCP) alla scala 1:10.000 - Tavola 4 Analisi vincolistica: Vincolo idrogeologico- Planimetria CTR alla scala 1:10.000 - Tavola 5 Inquadramento geologico - Planimetria CTR alla scala 1:5.000 - Tavola 6 Ubicazione delle indagini geognostiche. Planimetria scala 1:5.000

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Parte I Generalità

1 Premessa

La relazione geologica oggetto del presente studio è stata realizzata per conto dell’amministrazione comunale di Langhirano, su incarico dell’Ing Prevoli in qualità di progettista di uno svincolo a raso da realizzarsi in Langhirano all’incrocio tra Via Fanti d’Italia e Via Togliatti (circonvallazione), al fine di fornire una caratterizzazione geologica, e per definire i principali parametri caratteristici dei terreni che sottendono al sito interessato dal progetto.

Lo studio è stato realizzato seguendo le normative nazionali (DM 14-01-08 e s.m.i.) e regionali (L. RER 19-08) e pertanto i suoi contenuti vertono nella caratterizzazione e modellazione geologica del sito come dal paragrafo 6.2.1 del citato decreto. Altresì sono state espresse alcune considerazioni di carattere sismico al fine di fornire un quadro geologico il più possibile completo. In tale ottica si è proceduto, inoltre, a definire:

L’analisi dei vincoli che insistono sul sito;

le condizioni geologiche, idrogeologiche e di stabilità dell’area di interesse (e di un congruo intorno) utili a: rilevare eventuali elementi che possano far emergere situazioni di instabilità dei luoghi esaminati

quali situazioni di dissesto (in atto o potenziali) e la loro eventuale tendenza evolutiva definire i principali lineamenti geomorfologici della zona; individuare la successione litostratigrafica e lo schema stratigrafico locale; fornire un eventuale schema della circolazione idrica superficiale e sotterranea; verificare l’idoneità dei terreni in relazione a quanto emerso dalle considerazioni precedenti;

il piano d’indagine in sito;

la caratterizzazione geotecnica dei terreni con la definizione dei principali valori caratteristici dei parametri geotecnici;

In funzione delle finalità progettuali, delle peculiarità dello scenario territoriale ed ambientale in cui si opera, si è proceduto con un esame del territorio che ha compreso il rilevamento dei luoghi. Da questo si è poi passati ad elaborare il piano di indagine.

I riferimenti normativi per lo svolgimento del presente studio sono stati:

L. 2 Febbraio 1974, n° 64;

D.M. 21 Gennaio 1981, attuativo della Legge 64/74, e successive modifiche ed integrazioni

D.M. 5 marzo 1984.

DPR 21/04/1993 n° 246;

D.P.R. 06/06/2001 n° 380;

C.M. 14/12/1999 n 346/STC;

C.M. 16/12/1999 n° 349/STC;

DPCM 3274/03 (08/05/2003);

Atto di giunta della Comunita’ Montana Appennino Parma Est n. 44 del 14.04.2003

OPCM 3431 del 03/05/2005;

L.R. 12/2005;

Delibera di Giunta della Comunità Montana Appennino Parma Est n. 30 del 09/05/2006

DM 14/01/2008;

L. RER 19/08

L. N.14/2009 n° 49 conversione in legge del decreto-legge “Milleproroghe”

Circ. 02/02/2009 n° 617 C.S.LL.PP;

DM 161/12;

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L.N. 71/13;

L.N. 98/13

DGR RER 2193 del 21/12/2015 Allegato A2

PSC del Comune di Langhirano

PTCP della Provincia di Parma

Al termine delle verifiche eseguite è stato fornito un parere in merito alle condizioni geologiche del territorio e di conseguenza sulla fattibilità progettuale dell’opera.

Successivamente sono state consigliate e/o prescritte sia le soluzioni ritenute più idonee a mantenere le condizioni di equilibrio del territorio sia quelle atte ad evitare che i manufatti possano subire danni che ne pregiudichino l’integrità.

In accordo con il progettista, a causa delle ridotte dimensioni del progetto, il piano di indagine del primo sottosuolo si è basato sull’esecuzione dell’indagine sismica e sui dati provenienti da due sondaggi meccanici eseguiti con escavatore in prossimità dell’area in oggetto (per l’ubicazione delle prove si veda la Tavola 6).

La natura dei terreni destinati ad ospitare il progetto, presenta una generale omogeneità litologica essendo costituita dall’Unità Sporno e in particolare dal membro di Calestano (FYS3) costituito da Marne e marne argillose grigie fratturate.

L’indagine così condotta, in relazione all’assetto morfologico dei luoghi e al progetto, è stata ritenuta esauriente per arrivare ad esprimere le considerazioni di seguito descritte.

2 Inquadramento territoriale

L’area in esame si colloca nella parte centrale del territorio del Comune di Langhirano e nella parte meridionale del capoluogo, all’incrocio tra differenti vie tra cui Via Fanti D’Italia , Via Tolgiatti e la strada per Riano (Tavole 1,2).

L’area d’interesse è inserita entro una zona pianeggiante a morfologia leggermente degradante verso Sud-Est ed al momento è raggiungibile tramite la locale viabilità.

3 Riferimenti cartografici

E’ possibile, descrivere e individuare l’intera zona attraverso l’utilizzo della Cartografia Tecnica Regionale (CTR) e più in particolare mediante l’uso delle Tavole 199-SE “Langhirano” alla scala 1:25.000, la sezione 199160 “Langhirano” alla scala 1:10.000 e l’elemento 199163 denominato “Langhirano” alla scala 1:5.000. Questa cartografia, è stata utilizzata anche per gli scopi del presente lavoro (Tavole 1, 2).

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Parte II Relazione geologica

4 Analisi dei vincoli ambientali gravanti sul sito d’interesse

L’analisi dei vincoli che gravano sull’area d’interesse, è stata effettuata prendendo in considerazione la cartografia del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale sia la cartografia del Vincolo Idrogeologico.

Dall’esame della Carta del Dissesto del PTCP della Provincia di Parma si evince che l’area d’interesse, non rientra entro alcun tipo di vincolo (Tavola 3). La stessa evidenzia infatti una zona “bianca” cioè esente da vincoli in corrispondenza del sito. Questo esclude anche la presenza di possibili vincoli provenienti dal Piano Assetto Idrogeologico che la stessa cartografia ha recepito (vedasi legenda della carta – Tavola 3).

Per quanto riguarda il Vincolo Idrogeologico, dall’esame della cartografia si deduce che l’area non ricade entro il vincolo idrogeologico (Tavola 4).

5 Inquadramento geolitologico e stratigrafico

Il presente inquadramento geolitologico è stato realizzato integrando le conoscenze provenienti dagli strumenti cartografici pubblicati, con un’indagine di campagna, utile a verificare le attuali condizioni dei luoghi.

Lo schema stratigrafico che si è seguito per l’esame geologico è quello proposto dai rilevatori della Regione Emilia-Romagna e del Servizio Geologico Sismico e dei Suoli che hanno curato la“Carta Geologica della Regione Emilia Romagna, Progetto CARG” (di cui è riportato uno stralcio nella Tavola 5).

Le suddivisioni stratigrafiche del progetto CARG della Regione Emilia Romagna a cui si è fatto riferimento, individuano per l’area in oggetto la presenza dell’Unità Flysch di Monte Sporno e in particolare del Membro di Calestano (FYS3). Come anticipato esso è costituito da marne e marne argillose grigie fratturate (concoide) in strati spessi e molto spessi, intercalate a set di strati sottili e medi di areniti medie grigio-nocciola e peliti brune.

Alla base degli strati marnosi sono talora presenti calcari e calcari marnosi color crema, in strati medi laminati ben stratificati.

A valle dell’area d’interesse viene individuata l’Unità di Modena (AES8a) caratterizzata dalla presenza di ghiaie prevalenti in matrice sabbiosa sovrastate da una coltre (di spessore variabile), di limi argillosi.

A monte dell’area si rileva la presenza di un deposdito di frana per scivolamento in blocco o DGPV (a2h) che non manifesta segni di movimento.

6 Inquadramento geomorfologico e idrogeologico

6.1 Aspetti geomorfologici

L’esame geomorfologico dei luoghi ha rilevato che nell’area d’interesse esiste una acclività naturale moderata con ondulazioni naturali tipiche delle aree interessate in passato da fenomeni di dissesto di cui al momento no si rileva traccia. Infatti l’area d’interesse lambisce una zona al piede di un versante che è praticamente pianeggiante.

Si segnala che a monte dell’area è cartografata la presenza di un deposito individuato come deposito di frana per scivolamento in blocco sul quale sono da tempo presenti diverse costruzioni che al momento del presente studio non presentano segni evidenti di fenomeni di dissesto strutturale n atto.

Al momento del sopralluogo, l’intera zona non presenta segnali di dissesto attivi.

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6.2 Aspetti idrogeologici

Data la particolare posizione del luogo, l’idrografia di superficie non è facilmente individuabile poiché mascherata dall’intensa vegetazione e urbanizzazione del territorio.

Si riconosce però la presenza poco più a Sud del sito d’interesse del Rio Fabiola.

Da queste considerazioni ne consegue che le acque di origine meteorica arrivano a terra andando in parte a infiltrarsi nel terreno, in parte a defluire superficialmente per confluire nel sistema di fossi minori che bordano i campi del circondario e per andare poi a gettarsi nei principali collettori della zona rappresentati dai sistemi fognari comunali.

Per quanto riguarda l’andamento della falda, in mancanza di dati sulla soggiacenza della stessa dovuta all’assenza in loco di punti di misura, le uniche osservazioni possibili sono state quelle eseguite durante l’esecuzione dell’indagine che però non ha rilevato la presenza di acqua.

7 Considerazioni sulle condizioni di stabilità dei luoghi

Sulla base delle osservazioni esposte nei precedenti paragrafi è possibile affermare che l’areale oggetto di indagine si presenta in condizioni stabili. Nelle vicinanze dell’area non si segnalano delle aree interessate da fenomeni franosi attivi.

Si ritiene pertanto che l’intervento in oggetto, nel rispetto delle prescrizioni più avanti riportate e in particolare a quelle riferite alla corretta regimazione delle acque, non vada ad interferire ne modificare l’assetto dei luoghi.

8 Verifica a liquefazione

Ai sensi dell’Art 7.11.3.4 delle vigenti NTC sulle Costruzioni (DM 14/01/2008) il sito presso il quale è ubicato il progetto, è stabile nei confronti della liquefazione (cioè quei fenomeni associati alla perdita di resistenza al taglio o ad accumulo di deformazioni plastiche in terreni saturi prevalentemente sabbiosi sollecitati da azioni cicliche e dinamiche che agiscono in condizioni non drenate) in quanto dalle indagini eseguite, nei depositi individuati non sono state individuate litologie sabbiose presenti in percentuali significative.

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Parte III Relazione geotecnica sulle caratteristiche geomeccaniche dei terreni.

9 Descrizione del progetto

Oggetto del presente studio è la costruzione di una rotonda spartitraffico al congiungimento di Via Fanti d’Italia con Via Togliatti (circonvallazione) e la Strada per Riano.

Il progetto si atturà mediante lavori a raso o poco profondi senza l’impiego di opere che implicano la realizzazione di fondazioni.

10 Piano di indagine

In accordo con il progettista, il piano d’indagine ha previsto l’impiego di dati provenienti da due sondaggi meccanici con escavatore realizzati vicino all’area.

Contestualmente si è provveduto ad eseguire anche un’indagine sismica per definire le categorie del primo sottosuolo (descritta nei paragrafi precedenti).

L’ubicazione dei sondaggi è stata evidenziata nella Tavola n° 6. L'esecuzione di questa serie di indagini, è stata utile per l'osservazione e la comparazione delle litologie che costituiscono i litotipi della zona.

10.1 Stratigrafia dei sondaggi

Sondaggio 1

Questo sondaggio spinto fino alla profondità di circa 2.00 m da piano campagna, (profondità oltre la quale era impossibile operare con il mezzo meccanico) rivela:

Da 00.00 a 0.80 mt da p.c. uno spessore di terreno di riporto e vegetale frammisto a materiale argilloso;

Da 0.80 a 2.00 mt da p.c , marne e marne argillose fratturate di colore grigio. Al momento dello scavo a fondo foro non è emersa la presenza di acqua.

Sondaggio 2

Questo sondaggio spinto fino alla profondità di circa 1.30 m da piano campagna, (profondità oltre la quale era impossibile operare con il mezzo meccanico) rivela:

Da 00.00 a 0.40 mt da p.c. uno spessore di terreno di riporto e vegetale frammisto a materiale argilloso;

Da 0.40 a 1.30 mt da p.c , marne lapidee fratturate di colore grigio con modesta presenza della componente argillosa. Al momento dello scavo a fondo foro non è emersa la presenza di acqua.

In relazione all’ubicazione dei sondaggi non si è individuata la presenza di acqua.

11 Risultati delle indagini: modello stratigrafico e geotecnico del sottosuolo

11.1 Modello stratigrafico

Da quanto sopra detto, è facilmente riassumibile lo schema stratigrafico locale. Esso è caratterizzato dalla presenza di una copertura di spessore metrico/decimetrico caratterizzata da terreno vegetale e di riporto che copre un substrato fratturato costituito da marne e marne argillose in strati da medi a molto spessi.

Pertanto, escludendo lo strato di materiale vegetale superficiale, è possibile asserire che in questa zona esiste una sola unità stratigrafica costituita da entrambi i terreni individuati nei sondaggi. Quindi abbiamo:

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Unità A: rappresentata da marne e marne argillose fratturate e alterate, dove a seconda delle posizioni prevale la componente argillosa o quella più litoide marnosa.

11.2 Modello geotecnico

Da quanto detto sopra, il modello geotecnico del sottosuolo prevede l’individuazione di:

unità litotecnica 1: rappresentata da materiale di natura prevalentemente marnosa che si alterna a materiale di tipo argilloso. E’quindi possibile osservare a tratti la prevalenza della componente coesiva (sondaggio 1) e a tratti la componente lapidea (sondaggio2)

La falda non è stata individuata.

Per quanto riguarda le caratteristiche dei terreni esaminati si evidenzia una certa differenza tra il sondaggio 1 e il sondaggio2. Il primo presenta una maggior prevalenza della componente coesiva e granulare, mentre il secondo evidenzia la presenza di materiale lapideo quasi sub affiorante e scarsa presenza di materiale coesivo.

Nella definizione dei principali parametri geotecnici caratteristici, sono state tuttavia forniti i valori riferiti ad entrambe le categorie di terreni differenziando i parametri di pertinenza della parte coesiva da quelli della parte lapidea.

12 Definizione dei valori caratteristici dei parametri geotecnici

Sotto il profilo geomeccanico l’unità litotecnica individuata presenta al suo interno possibili variazioni locali delle caratteristiche geomeccaniche principali, in funzione dei cambiamenti di granulometria e di prevalenza della componente coesiva su quella granulare o viceversa.

Pertanto, sulla base del modello geotecnico ottenuto, dai dati ricavati dalle prove eseguite e da indagini di laboratorio eseguite su terreni consimili ai terreni presenti nelle vicinanze dell’area in esame, è possibile affermare che i principali parametri caratteristici per l’ unità litotecnica individuata possono essere riassunti come elencati dalle seguenti tabelle:

Unità Litotecnica 1: Componente coesiva

Coesione non drenata

[kN/m2]

Angolo di resistenza al taglio

()

Modulo elastico

(KN/ m2)

Modulo edometrico [kN/m

2]

Peso di volume naturale

[kN/ m3]

Peso di volume

saturo [kN/ m3]

Valore caratteristico

78.45 6900 7850 20.59 21.57

Tabella 1: parametri caratteristici riferiti alla componente coesiva dell’unità Litotecnica 1

Unità litotecnica 1: componente lapidea

Coesione non drenata

[kN/m2]

Angolo di resistenza al taglio

(cv)*

Modulo elastico

(KN/ m2)

Peso di volume naturale [kN/

m3]

Peso di volume

saturo [kN/ m3]

Valore caratteristico 27-30 98066 22.55 23.53

Tabella 2: parametri caratteristici riferiti alla componente coesiva dell’unità Litotecnica 1: *per ragioni di sicurezza

si è optato per l’utilizzo del valore cv cioè a volume costante abbassando il valore iniziale di 45* a 27-30°

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Parte IV Conclusioni

14 Sintesi d’indagine

L'analisi dei dati ottenuti mette in evidenza che:

1. la zona interessata dalla realizzazione di una nuova rotatoria insiste sopra depositi caratterizzati da marne calcaree e marne argillose in strati da spessi a molto spessi fratturati e alterati sovrastati da materiali di riporto;

2. non è stata riscontrata la presenza di acqua né di fenomeni di dissesto;

3. l’area è posizionata su di una zona con una acclività naturale media con ondulazioni naturali tipiche delle aree interessate in passato da fenomeni di dissesto di cui al momento non si rileva traccia. Infatti l’area d’interesse lambisce una zona al piede di un versante che è praticamente pianeggiante.

4. Alle spalle dell’area esiste un pendio costituito prevalentemente da roccia appartenente al Flysch di Monte Sporno (membro di Calestano) che al momento del rilievo effettuato in corrispondenza del presente studio, non presenta segni di dissesto.

5. il piano di indagine ha previsto l’impiego dei dati provenienti da due sondaggi eseguiti dallo scrivente in vicinanza dell’area in esame;

15 Indicazioni e prescrizioni per le modalità di posa in opera delle strutture

Considerata la tipologia dell’intervento, le condizioni geologiche dell’area in esame e i modesti carichi esercitati sul terreno, si escludono interventi atti a contrastare movimenti o basse portanze del terreno di fondazione.

Qualora fosse necessario predisporre strutture che prevedono eventuali fondazioni, si ritiene che le stesse potranno essere impostate entro l’unità litotecnica 1 previa verifica eventuale degli equilibri per i vari stati limite.

Per la definizione di quanto sopra dovranno essere utilizzati i parametri caratteristici dei terreni indicati nella presente relazione.

Infine si dovranno osservare le seguenti prescrizioni, in quanto si ritiene che le stesse siano da porre in stretta correlazione con il quadro geologico individuato:

evitare qualunque tipo di dispersione di acqua nel terreno di fondazione, che potrebbe nel tempo provocare alterazioni negative delle caratteristiche geomeccaniche dei terreni di fondazione. Tutte le acque provenienti dalla struttura nel suo complesso, dovranno essere raccolte, allontanate e convogliate tramite idonee tubazioni a tenuta nella rete drenante (o fognaria) locale;

mantenere sempre efficiente la rete di scolo superficiale e di drenaggio delle acque meteoriche. Tale operazione permetterà di eliminare le acque di subsuperficie che, infiltrandosi, potrebbero deteriorare le caratteristiche geotecniche dei terreni di fondazione;

l’intervento dovrà essere eseguito secondo modalità tali da non arrecare alcuna alterazione dello stato attuale dei terreni;

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16 Considerazioni generali

Tutte le osservazioni sopra espresse sono inoltre avvalorate anche da considerazioni di carattere più generale che indicano come l’area in esame non è interessata da fenomeni di instabilità e che i terreni destinati ad ospitare la nuova opera sono adatti allo scopo.

L’area in oggetto si trova in una condizione di equilibrio geostatico che, nelle condizioni attuali (rispetto al territorio esaminato) e nel rispetto delle prescrizioni sopra descritte, è compatibile con la tipologia edilizia.

In relazione alle considerazioni di natura geomorfologica e idrogeologica derivanti dalle osservazioni di campagna espresse nei paragrafi precedenti, e nel rispetto delle prescrizioni sopra riportate, è possibile affermare che dagli studi sopra eseguiti, è stata accertata l’assenza di danno pubblico.

Pertanto a parere dello scrivente sussistono le condizioni per asserire che:

La realizzazione del manufatto non arreca alcun danno al’assetto idrogeologico e non comporta modifiche alla stabilità dei luoghi;

sussiste la compatibilità dell’area e dei terreni di fondazione con le strutture previste nel progetto;

dovranno essere seguite e messe in pratica le prescrizioni contenute in questa relazione al fine di preservare le condizioni geologiche e ambientali in essere e d’osservare le normative tecniche vigenti;

da un punto di vista geologico non si evidenziano particolari condizioni negative alla realizzazione delle opere.

Parma 6 novembre 2017 Il Tecnico Incaricato Dott. Geol. Antonio Di Lauro

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Committente: Ing Prevoli.

TAVOLE ALLEGATE

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Tavola 1Inquadramento geografico

Planimetria CTR alla scala 1:25.000

Area di studio

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Tavola 2Inquadramento territorialeo

Planimetria CTR alla scala 1:5.000

Area di studio

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Tavola 3Analisi vincolistica

Estratto carta del dissesto del PTCPdella Provincia di Parma

Planimetria CTR alla scala 1:10.000

Area di studio

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Tavola 4Analisi vincolistica

Estratto carta del Vincolo IdrogeologicoPlanimetria CTR alla scala 1:10.000

Area di studio

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Tavola 5Inquadramento geologico

Planimetria CTR alla scala 1:5.000

Area di studio

a2g

a2h

b1

AES8a

FYS3

Deposito di frana complessa

Deposito di frana per scivolamento in blocco o DGPV

Depositi alluvionali in evoluzione

Unità di Modena: Ghiaie in matrice sabbiosa ricoperte da limi argillosi

Flysch di Monte Sporno: membro di Calestano. Marne e marneargi l lose grigie a frattura concoide e marnesi ltose.

FYS3

FYS3

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S1

S2

Tavola 6Ubicazione indagini geognostichePlanimetria CTR alla scala 1:1.000

S1

Area di studio

Sondaggio con escavatore