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LA CIVILTÀ DELL’ORO CITTÀ FANTASMA NEL DESERTO. BERENICE PANCRISIA. POLITECNICO DI MILANO - TESI DI LAUREA MAGISTRALE IN PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA - A.A. 2016/2017 Relatore: Susanna Bortolotto - Correlatore: Maurizio Boriani Laureande: Beatrice Casiraghi 841032, Giulia Ciusani 835068, Natalìa Russo 840910 06 LE MINIERE D’ORO DEI FARAONI NELL’ANTICA NUBIA: CONSERVAZIONE, TUTELA E VALORIZZAZIONE INQUADRAMENTO Una ricerca archeologica effettuata nel deserto nubiano sudanese dall’Associazione Ce.R.D.O. ha portato al ritrovamento della dimeticata città di Berenice Pancrisia, la “città tutto d’oro” dei farao- ni. Citata da Plinio il Vecchio nel libro VI della sua Naturalis Historia, se ne era persa ogni traccia col trascorrere dei secoli. Berenice Pancrisia è ubicata nel Wadi Allaqi a 550m s/m. Poco dopo il 640, anno della conquista dell’E- gitto, gli Arabi si accorsero che le sponde del Nilo erano una vera e propria miniera d’oro. SVILUPPO URBANO La città potrebbe risalire al regno di Tolomeo Fila- delfo II (285 - 246 a.C., periodo tolemaico) forse su di un insediamento precedente le cui origini risal- gono alla XIX Dinastia (mappa di Seti I). Alla nascita di Berenice Pancrisia, l’Egitto e laNubia attraversarono un periodo di grossi cambiamenti grazie all’invasione macedone per opera di Ales- sandro il Grande nel 356 a.C. L’architettura e la religione greca si fusero con quel- la egizia. La città di Berenice riprende l’impianto ur- bano delle città di Alessandria d’Egitto e Priene (Fig. 1), entrambe con uno sviluppo urbanistico simile e risalenti al periodo di Alessando il Grande e dei To- lomei. La struttura urbana è di tipo “ippodomea” che risale ai tempi di Pericle (460-431 a.C.). Berenice Pancrisia si sviluppò per 400 metri in dire- zione nord-sud, con una larghezza est-ovest di circa 150 metri. E’ attraversata da un asse principale la- stricato largo 5 metri e presenta almeno altre due strade parallele all’asse ma più strette e due orto- ganali che individuano piazze e quartieri della città. Le abitazioni sono affiancate secondo criteri di modularità, come vere e proprie case a schiera. A sud-ovest emergono due roccaforti, nella zona a nord sono visibili i resti di un cimitero. Accessibilità al sito archeologico di Berenice Pancrisia Fig.1 - Planimetria della città di Alessandria d’Egitto e di Priene, 330 a.C. ca PIANTA DI UN’ABITAZIONE TIPICA PRESENTE NELLA CITTÀ DI BERENICE PANCRISIA (Fig. 2) 1. Abitazioni dei minatori, 5/10 mq ca 2. Muretto basso, quando l’ingresso era rivolto a Nord veniva costruito per riparare l’abitazione dal vento 3. Cortile esterno, qui veniva macinato l’oro Fig. 2 - A destra, pianta di un abitazione tipica. A sinistra, Assonometria S-O 1 1 2 3 Le antiche rovine di Berenice Pancrisia Ricostruzione ipotetica della città di Berenice, vista N-O Ricostruzione ipotetica della città di Berenice, vista S-O Ricostruzione ipotetica della città di Berenice, vista N Ricostruzione ipotetica della città di Berenice, vista dall’asse viario principale 1c. Collegamento via mare tra Tolemaide Terone e Berenice Trogloditica per il commercio di elefanti 2c. “Carovaniera dei 12 giorni”, descritta da Plinio il Vecchio, che collegava Berenice Trogloditica con il Nilo 3c. Antica pista carovaniere dei 3 giorni che collegava Napata con le miniere d’oro 4c. Antica pista dell’esportazione dell’oro della durata di 12 giorni secondo Idris e di 8 giorni secondo Aboulfeda, da Berenice Pancrisia al porto di ‘Aidhab , prima chiamato porto di Salaka. CENNI STORICI 1290 - 1279 a.C. - Il Papiro di Seti I illustra la città di Berenice Pancrisia. 1279 - 1212 a.C - Ramesse II fece incidere nel granito di una stele a Kubban, la via delle miniere. 275 a.C. - Tolomeo II Filadelfo fonda tre città a cui da il nome della madre: Berenice Epidire, Berenice Trogloditica e Berenice Pancrisia. 30 a.C. - Diodoro Siculo che descriveva le zone di quarzo aurifero della Nubia tolemaica, nel suo libro III della Biblioteca Storica. Questi ci informava che a sud dell’Egitto, tra Arabia ed Etiopia, c’era un luogo pieno di minerali e di miniere d’oro e dove con immani fatiche veniva estratto l’oro. 77 d.C. - Berenice Pancrisa viene citata da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia (libro VI, 170) “...Berenicen alteram, quae Panchrysos cogno- mitata est...”. 813 - 833 - Il più grande astronomo arabo dell’epoca, al-Khuwarizmi ebbe come compito quello di creare una mappa completa della terra. E’ il primo documento che riporta la menzione di Ma’din ad-Dahah cioè la Miniera d’Oro, le cui coordinate corrispondono al luogo dove oggi si trovano le rovine dell’antica Berenice Pancrisia. Il toponimo di Allaqi scompare nella cartografia occidentale. 1768 - Il geografo reale francese d’Anville, riportò alla luce la storia dell’Eldorado dei faraoni. Ricavando i dati delle antiche mappe islamiche, cercò di riposizionare la “Berenice Pancrisia” di Plinio identificandola con l’”Allaqi” dei geografi arabi. 1989 - Apparsa come un miraggio nel mezzo dell’uadi Allaqi, la città scoperta dalla spedizione Castiglioni-Negro è stata identificata con Berenice Pancrisia grazie a una ricerca su mappe e tomi di storia e archeologia. 2a 1a 3a 4a 5a 9a 6a 6a 7a 8a 9a 10a Elaborazione grafica a partire dallo scritto di Giancarlo Negro, “Le tre città di Berenice”, 1992 Il porto di ‘Aidhab era antica- mente il porto di partenza per l’oro estratto da Alachi, sop- piantanto il precedente porto di Salaka. In epoca islamica divenne il principale porto per i pellegrini che si recavano alla Mecca. ‘Aidhab fu distrut- ta dal Sultano dell’Egitto nel 1426 e fu sostituita da Suakin, porto posto più a meridione. Vicino a Suakin, si collocava la città di Tolemaide Terone (antica Tolemaide delle Cac- ce), fondata nel 260 a.C., adibita come centro di caccia e per il commercio degli ele- fanti da guerra. Tali animali, venivano imbarcati a Tolemai- de Terone e trasportati via Mar Rosso fino a Berenice Troglo- ditica, da dove venivano con- dotti via deserto fino a Coptos sul Nilo, con la “Carovaniera dei 12 giorni” di Plinio (Aga- tharchides, 1989). LA MAPPA DELLE MINIERE D’ORO, 1290-1147 A.C. Nella mappa sono visibili tutti i cinque diversi percorsi effettuabili dalle carovaniere dell’epoca per recarsi alla località di Berenice Pancrisia. La strada a sud della rappresentazione, cosparsa di piccoli oggetti sul ter- reno, si dirige verso un affluente laterale all’Uadi principale. È evidente che per passare le ultime montagne dell’Allaki bisognava tagliare sulla montagna per raggiungere una vasta pianura situata a circa 6 km dalla gola, piuttosto che seguire il tortuoso percorso dell’Uadi. Il posizionamento della stele di Seti I nell’ansa a gomito del ramo dell’Ua- di, con andamento sud-nord, corrisponde alla località dove è stata rinve- nuta una costruzione piramidale ed i resti di recinti. Della stele di Seti I non sono state rinvenute tracce. È evidente che al momento della stesura della mappa non esistevano sia l’insediamento della città di Berenice Pancrisia che le due fortezze. 1a. Casa dei minatori 2a. Giacimenti d’oro (attuale area occupata dalle due fortezze) 3a. Area Sacra, coincidente con i resti del tempio egizio (n°16) 4a. Montagna di Amun 5a. Case dei minatori 6a. Giacimenti d’oro e argento 7a. Strada di Ta-Menti (collegamento con un ulteriore insediamento minerario posto aldilà dell’Uadi Allaki) 8a. Pozzo (attualmente è il pozzo dei Beja) 9a. Strada che conduce al mare 10a.Stele di Men-Mu-Re (stele di Seti I) 11a.Strada di Tent-P-Mer 12a.Area dove viene lavato l’oro Elaborazione grafica del Papiro di Seti I, “Mappa delle miniere d’oro”, 1290-1147 a.C., Museo Egizio di Torino ANALISI DELLE PISTE COMMERCIALI DI EPOCA TOLEMAICA-ISLAMICA Mappa del IX sec. a.C., geografo Al-Huwarizmi, Strasburgo 5b 1b 2b 6b 3b 4b 8b 7b 9b Nell’830 a.C. circa per or- dine del califfo al-Ma’mun, il geografo-astronomo Al-Huwarizmi, disegnò un grande mappamondo o una grande carta geografica del mondo e dell’universo allora noto (opera attualmente per- duta ma di cui ci resta qual- che carta tramandateci da copisti della sua opera d’epo- ca). Questa carta riproduce il corso del Nilo e comprende il “Paese del Bogah” (cioè dei Beja) del Deserto Orientale e Nubiano. Egli posizionò alla latitudine tolemaica di 21° 45’ N la località chiamata “Miniera dell’oro” (Ma’Din ad-Dahab). RAPPRESENTAZIONE DI BERENICE PANCRISIA NEL IX SECOLO A.C. RICOSTRUZIONE PLANIMETRICA DELLA CITTÀ DI BERENICE PANCRISIA 1b. Lago Tana 2b. Nilo Azzurro 3b. Ma’Din ad-Dahab (BERENICE PANCRISIA) 4b. Mar Rosso 5b. “Monti della Luna”, sorgenti del Nilo 6b. Nilo Bianco scala :1000 Muri esistenti Ricostruzione ipotetica 7b. Nilo 8b. Delta 9. Mar Mediterraneo Planimetria della città di Berenice Pancrisa, scala 1:1000 6 6 8 2 4 3 5 5 16 15 14 13 9 10 11 12 LEGENDA 1. Luogo sacro. Struttura di una moschea che si sovrappone a precedenti srutture religiose. 2. Strada principale. Attraversa- va tutta Berenice ed era interse- cata ortogonalmente da strade secondarie che dividevano l’in- tero abitato in quartieri. 3. Struttura ad arco all’entrata nord che segnavano l’ingresso della città. 4. Carravanserraglio e zona mercato. 5. Tombe 6. Insediamento periferico set- tentrionale. A pianta circolare o rettangolare, in pietra a secco, erano probabilmente le abita- zioni dei minatori e sono le più antiche della città. 7. Tombe. Resti di una necropoli con sepolture a forma circolare. 8. Miniere. Tomba più ricca di quarzo aurifero. 9. Insediamento periferico oc- cidentale. A pianta circolare, le case dei minatori si trovavano ai piedi della collina dove erano presenti le miniere. 10. Muri orientati (recinto ret- tangolare) 11. Roccaforte A 12. Roccaforte B 13. Tombe. Resti di una necro- poli con numerosisepolcri isla- mici. 14. Barriera di pietra. Eretta for- se dagli abitanti per creare un bacino di contenimento delle acque. Si estendeva per tutta la larghezza del wadi. 15. Insediamento periferico orientale 16. Recinti rettangolari. Potreb- bero essere i resti di un tempio egizio (vedi Papiro Seti I) 11a 12a ASSUAN Coptos 2c 1c 3c 4c Berenice Trogloditica Berenice Pancrisia Napata KHARTOUM PORT SUDAN Tolemaide Terone Porto di Salaka Porto di ‘Aidhab

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LA CIVILTÀ DELL’OROCITTÀ FANTASMA NEL DESERTO. BERENICE PANCRISIA.

POLITECNICO DI MILANO - TESI DI LAuREA MAgISTRALE IN PROgETTAzIONE ARChITETTONICA - A.A. 2016/2017Relatore: Susanna Bortolotto - Correlatore: Maurizio Boriani

Laureande: Beatrice Casiraghi 841032, giulia Ciusani 835068, Natalìa Russo 840910 06LE MINIERE D’ORO DEI FARAONI NELL’ANTICA NuBIA: CONSERVAzIONE, TuTELA E VALORIzzAzIONE

INQUADRAMENTOuna ricerca archeologica effettuata nel deserto nubiano sudanese dall’Associazione Ce.R.D.O. ha portato al ritrovamento della dimeticata città di Berenice Pancrisia, la “città tutto d’oro” dei farao-ni. Citata da Plinio il Vecchio nel libro VI della sua Naturalis historia, se ne era persa ogni traccia col trascorrere dei secoli.Berenice Pancrisia è ubicata nel Wadi Allaqi a 550m s/m. Poco dopo il 640, anno della conquista dell’E-gitto, gli Arabi si accorsero che le sponde del Nilo erano una vera e propria miniera d’oro.

SVILUPPO URBANOLa città potrebbe risalire al regno di Tolomeo Fila-delfo II (285 - 246 a.C., periodo tolemaico) forse su di un insediamento precedente le cui origini risal-gono alla XIX Dinastia (mappa di Seti I).Alla nascita di Berenice Pancrisia, l’Egitto e laNubia attraversarono un periodo di grossi cambiamenti grazie all’invasione macedone per opera di Ales-sandro il grande nel 356 a.C.L’architettura e la religione greca si fusero con quel-la egizia. La città di Berenice riprende l’impianto ur-bano delle città di Alessandria d’Egitto e Priene (Fig. 1), entrambe con uno sviluppo urbanistico simile e risalenti al periodo di Alessando il grande e dei To-lomei. La struttura urbana è di tipo “ippodomea” che risale ai tempi di Pericle (460-431 a.C.).Berenice Pancrisia si sviluppò per 400 metri in dire-zione nord-sud, con una larghezza est-ovest di circa 150 metri. E’ attraversata da un asse principale la-stricato largo 5 metri e presenta almeno altre due strade parallele all’asse ma più strette e due orto-ganali che individuano piazze e quartieri della città.Le abitazioni sono affiancate secondo criteri di modularità, come vere e proprie case a schiera. A sud-ovest emergono due roccaforti, nella zona a nord sono visibili i resti di un cimitero.

Accessibilità al sito archeologico di Berenice PancrisiaFig.1 - Planimetria della città di Alessandria d’Egitto e di

Priene, 330 a.C. ca

PIANTA DI UN’ABITAzIONE TIPICA PRESENTE NELLA CITTà DI BERENICE PANCRISIA (Fig. 2)1. Abitazioni dei minatori, 5/10 mq ca2. Muretto basso, quando l’ingresso era rivolto a Nord

veniva costruito per riparare l’abitazione dal vento3. Cortile esterno, qui veniva macinato l’oro

Fig. 2 - A destra, pianta di un abitazione tipica. A sinistra, Assonometria S-O

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Le antiche rovine di Berenice Pancrisia

Ricostruzione ipotetica della città di Berenice, vista N-O Ricostruzione ipotetica della città di Berenice, vista S-O

Ricostruzione ipotetica della città di Berenice, vista N Ricostruzione ipotetica della città di Berenice, vista dall’asse viario principale

1c. Collegamento via mare tra Tolemaide Terone e Berenice Trogloditica per il commercio di elefanti2c. “Carovaniera dei 12 giorni”, descritta da Plinio il Vecchio, che collegava Berenice Trogloditica con il Nilo3c. Antica pista carovaniere dei 3 giorni che collegava Napata con le miniere d’oro4c. Antica pista dell’esportazione dell’oro della durata di 12 giorni secondo Idris e di 8 giorni secondo Aboulfeda, da Berenice Pancrisia al porto di ‘Aidhab , prima chiamato porto di Salaka.

CENNI STORICI 1290 - 1279 a.C. - Il Papiro di Seti I illustra la città di Berenice Pancrisia.1279 - 1212 a.C - Ramesse II fece incidere nel granito di una stele a Kubban, la via delle miniere.275 a.C. - Tolomeo II Filadelfo fonda tre città a cui da il nome della madre: Berenice Epidire, Berenice Trogloditica e Berenice Pancrisia.30 a.C. - Diodoro Siculo che descriveva le zone di quarzo aurifero della Nubia tolemaica, nel suo libro III della Biblioteca Storica. Questi ci informava che a sud dell’Egitto, tra Arabia ed Etiopia, c’era un luogo pieno di minerali e di miniere d’oro e dove con immani fatiche veniva estratto l’oro.77 d.C. - Berenice Pancrisa viene citata da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis historia (libro VI, 170) “...Berenicen alteram, quae Panchrysos cogno-mitata est...”. 813 - 833 - Il più grande astronomo arabo dell’epoca, al-Khuwarizmi ebbe come compito quello di creare una mappa completa della terra. E’ il primo documento che riporta la menzione di Ma’din ad-Dahah cioè la Miniera d’Oro, le cui coordinate corrispondono al luogo dove oggi si trovano le rovine dell’antica Berenice Pancrisia.Il toponimo di Allaqi scompare nella cartografia occidentale.1768 - Il geografo reale francese d’Anville, riportò alla luce la storia dell’Eldorado dei faraoni. Ricavando i dati delle antiche mappe islamiche, cercò di riposizionare la “Berenice Pancrisia” di Plinio identificandola con l’”Allaqi” dei geografi arabi. 1989 - Apparsa come un miraggio nel mezzo dell’uadi Allaqi, la città scoperta dalla spedizione Castiglioni-Negro è stata identificata con Berenice Pancrisia grazie a una ricerca su mappe e tomi di storia e archeologia.

2a

1a 3a

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6a 6a

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Elaborazione grafica a partire dallo scritto di Giancarlo Negro, “Le tre città di Berenice”, 1992

Il porto di ‘Aidhab era antica-mente il porto di partenza per l’oro estratto da Alachi, sop-piantanto il precedente porto di Salaka. In epoca islamica divenne il principale porto per i pellegrini che si recavano alla Mecca. ‘Aidhab fu distrut-ta dal Sultano dell’Egitto nel 1426 e fu sostituita da Suakin, porto posto più a meridione.Vicino a Suakin, si collocava la città di Tolemaide Terone (antica Tolemaide delle Cac-ce), fondata nel 260 a.C., adibita come centro di caccia e per il commercio degli ele-fanti da guerra. Tali animali, venivano imbarcati a Tolemai-de Terone e trasportati via Mar Rosso fino a Berenice Troglo-ditica, da dove venivano con-dotti via deserto fino a Coptos sul Nilo, con la “Carovaniera dei 12 giorni” di Plinio (Aga-tharchides, 1989).

LA MAPPA DELLE MINIERE D’ORO, 1290-1147 A.C.Nella mappa sono visibili tutti i cinque diversi percorsi effettuabili dalle carovaniere dell’epoca per recarsi alla località di Berenice Pancrisia. La strada a sud della rappresentazione, cosparsa di piccoli oggetti sul ter-reno, si dirige verso un affluente laterale all’uadi principale. È evidente che per passare le ultime montagne dell’Allaki bisognava tagliare sulla montagna per raggiungere una vasta pianura situata a circa 6 km dalla gola, piuttosto che seguire il tortuoso percorso dell’uadi.Il posizionamento della stele di Seti I nell’ansa a gomito del ramo dell’ua-di, con andamento sud-nord, corrisponde alla località dove è stata rinve-nuta una costruzione piramidale ed i resti di recinti. Della stele di Seti I non sono state rinvenute tracce. È evidente che al momento della stesura della mappa non esistevano sia l’insediamento della città di Berenice Pancrisia che le due fortezze.1a. Casa dei minatori2a. Giacimenti d’oro (attuale area occupata dalle due fortezze)3a. Area Sacra, coincidente con i resti del tempio egizio (n°16) 4a. Montagna di Amun5a. Case dei minatori6a. Giacimenti d’oro e argento7a. Strada di Ta-Menti (collegamento con un ulteriore insediamento minerario posto aldilà dell’Uadi Allaki)8a. Pozzo (attualmente è il pozzo dei Beja)9a. Strada che conduce al mare10a.Stele di Men-Mu-Re (stele di Seti I)11a.Strada di Tent-P-Mer12a.Area dove viene lavato l’oroElaborazione grafica del Papiro di Seti I, “Mappa delle miniere d’oro”, 1290-1147 a.C., Museo Egizio di Torino

ANALISI DELLE PISTE COMMERCIALI DI EPOCA TOLEMAICA-ISLAMICA

Mappa del IX sec. a.C., geografo Al-Huwarizmi, Strasburgo

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Nell’830 a.C. circa per or-dine del califfo al-Ma’mun, il geografo-astronomo Al-huwarizmi, disegnò un grande mappamondo o una grande carta geografica del mondo e dell’universo allora noto (opera attualmente per-duta ma di cui ci resta qual-che carta tramandateci da copisti della sua opera d’epo-ca). Questa carta riproduce il corso del Nilo e comprende il “Paese del Bogah” (cioè dei Beja) del Deserto Orientale e Nubiano. Egli posizionò alla latitudine tolemaica di 21° 45’ N la località chiamata “Miniera dell’oro” (Ma’Din ad-Dahab).

RAPPRESENTAzIONE DI BERENICE PANCRISIA NEL IX SECOLO A.C.

RICOSTRUzIONE PLANIMETRICA DELLA CITTà DI BERENICE PANCRISIA

1b. Lago Tana2b. Nilo Azzurro3b. Ma’Din ad-Dahab (BERENICE PANCRISIA)

4b. Mar Rosso5b. “Monti della Luna”, sorgenti del Nilo6b. Nilo Bianco

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Muri esistenti

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LEGENDA

1. Luogo sacro. Struttura di una moschea che si sovrappone a precedenti srutture religiose.

2. Strada principale. Attraversa-va tutta Berenice ed era interse-cata ortogonalmente da strade secondarie che dividevano l’in-tero abitato in quartieri.

3. Struttura ad arco all’entrata nord che segnavano l’ingresso della città.

4. Carravanserraglio e zona mercato.

5. Tombe

6. Insediamento periferico set-tentrionale. A pianta circolare o rettangolare, in pietra a secco, erano probabilmente le abita-zioni dei minatori e sono le più antiche della città.

7. Tombe. Resti di una necropoli con sepolture a forma circolare.

8. Miniere. Tomba più ricca di quarzo aurifero.

9. Insediamento periferico oc-cidentale. A pianta circolare, le case dei minatori si trovavano ai piedi della collina dove erano presenti le miniere.

10. Muri orientati (recinto ret-tangolare)

11. Roccaforte A

12. Roccaforte B

13. Tombe. Resti di una necro-poli con numerosisepolcri isla-mici.

14. Barriera di pietra. Eretta for-se dagli abitanti per creare un bacino di contenimento delle acque. Si estendeva per tutta la larghezza del wadi.

15. Insediamento periferico orientale

16. Recinti rettangolari. Potreb-bero essere i resti di un tempio egizio (vedi Papiro Seti I)

11a

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ASSUAN

Coptos

2c

1c

3c

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Berenice Trogloditica

Berenice Pancrisia

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KHARTOUM

PORT SUDAN

Tolemaide Terone

Porto di SalakaPorto di ‘Aidhab