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SEZIONE II - LA NARRAZIONE BREVE la novella e il racconto L’OPERA Il sultano Shahriyàr, dopo aver ucciso la moglie rivelatasi infedele, ha deciso di passare ogni notte con una fanciulla diversa, facendola strangolare all’alba del giorno seguente per evitare di venirne tradito. Numerose ragazze se- guono questa triste sorte finché Shahrazàd, la figlia del gran visir, chiede al padre di andare volontariamente dal sultano per porre fine al sacrificio delle giovinette. Il padre, dapprima contrario, alla fine acconsente: Shahrazàd sarà offerta a Shahriyàr. Nel cuore della prima notte la ragazza, che ha portato con sé la sorella Dunyazàd, viene invitata da lei, con la quale si è preceden- temente accordata, a raccontare una novella, ottenendo l’assenso del sul- tano. Questi è a tal punto avvinto dal fascino della narrazione che, poiché allo spuntar del sole la novella non è ancora terminata, concede alla ragazza di riprendere il racconto ancora per una notte: così Shahrazàd rinvia la propria morte di giorno in giorno, continuando a narrare novelle per “mille e una notte”. Alla fine Shahriyàr, al quale nel frattempo ella ha dato tre figli, abban- dona il suo intento e la sceglie come sposa prediletta. LA NOVELLA Il brano proposto è tratto dall’inizio della raccolta: vi si racconta come Sha- hrazàd, recatasi volontariamente presso il sultano per sottrarre al loro de- stino di morte le altre ragazze sacrificate quotidianamente, nel corso della prima notte inizi un racconto che le salva la vita fino alla notte successiva. Shahrazàd e il sultano: un racconto per la vita ella prima notte Shahrazàd raccontò: – Ho udito narrare, o re felice, che c’era una volta un mercante, ricco in danaro e in affari, il quale montò un giorno a cavallo ed uscì dirigendosi verso un altro paese. Oppresso dal caldo lungo il cammino, si sedette sotto un albero, pose mano alla bisaccia e mangiò pane e datteri che avea con sé, gettando via i noccioli dei datteri, quand’ecco un demone di alta statura gli si avvicinò con la spada in mano, di- cendogli: – Alzati, affinché io ti uccida come hai ucciso mio figlio. – Come ho ucciso tuo figlio? – chiese il mercante. Rispose il demone: – Quando hai mangiato i datteri e gettato via i noccioli, questi han colpito al petto mio figlio, che ne è rimasto vittima ed è morto all’istante –. Allora il mercante gli disse: – Sappi che su di me grava un debito e che ho molte ricchezze e figli e moglie ed ho degli obblighi da soddisfare; lascia perciò ch’io mi rechi a casa per dare a cia- scuno ciò che gli spetta e poi ritorni da te, ché io mi impegno di ritornare, onde tu faccia di me quel che vorrai; e chiamo Iddio a testimone di ciò che af- fermo –. Il demone prestò fede alle sue parole e lo lasciò andare, cosicché egli, tornato al proprio paese, regolò tutte le pendenze, diede a ciascuno il proprio diritto, 1 ed informò di quanto gli era occorso 2 la moglie e i figli, che ne piansero, come ne piansero tutti gli altri famigliari, e le sue donne ed i figliuoli; quindi fece testamento e dopo esser rimasto con loro fino al termine dell’anno, andò via prendendo sotto l’ascella il suo lenzuolo funebre e dato l’ultimo addio alla la storia i personaggi il tempo lo spazio il narratore e la focalizzazione le tecniche espressive la lingua e lo stile 5 10 15 20 genere novella tratto da Le Mille e una notte anno IX secolo luogo Persia N 1. il proprio diritto: ciò che gli spettava. 2. soccorso: capitato. 1 on line volume A V. JACOMUZZI, M.R. MILIANI, A. NOVAJRA, F.R. SAURO, Trame e temi © SEI 2011

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SEZIONE II - LA NARRAZIONE BREVEla novella e il racconto

L’OPERAIl sultano Shahriyàr, dopo aver ucciso la moglie rivelatasi infedele, ha decisodi passare ogni notte con una fanciulla diversa, facendola strangolare all’albadel giorno seguente per evitare di venirne tradito. Numerose ragazze se-guono questa triste sorte finché Shahrazàd, la figlia del gran visir, chiede alpadre di andare volontariamente dal sultano per porre fine al sacrificio dellegiovinette. Il padre, dapprima contrario, alla fine acconsente: Shahrazàd saràofferta a Shahriyàr. Nel cuore della prima notte la ragazza, che ha portatocon sé la sorella Dunyazàd, viene invitata da lei, con la quale si è preceden-temente accordata, a raccontare una novella, ottenendo l’assenso del sul-tano. Questi è a tal punto avvinto dal fascino della narrazione che, poiché allospuntar del sole la novella non è ancora terminata, concede alla ragazza diriprendere il racconto ancora per una notte: così Shahrazàd rinvia la propriamorte di giorno in giorno, continuando a narrare novelle per “mille e unanotte”. Alla fine Shahriyàr, al quale nel frattempo ella ha dato tre figli, abban-dona il suo intento e la sceglie come sposa prediletta.

LA NOVELLAIl brano proposto è tratto dall’inizio della raccolta: vi si racconta come Sha-hrazàd, recatasi volontariamente presso il sultano per sottrarre al loro de-stino di morte le altre ragazze sacrificate quotidianamente, nel corso dellaprima notte inizi un racconto che le salva la vita fino alla notte successiva.

Shahrazàd e il sultano:un racconto per la vita

ella prima notte Shahrazàd raccontò: – Ho udito narrare, o re felice, chec’era una volta un mercante, ricco in danaro e in affari, il quale montò ungiorno a cavallo ed uscì dirigendosi verso un altro paese. Oppresso dal

caldo lungo il cammino, si sedette sotto un albero, pose mano alla bisaccia emangiò pane e datteri che avea con sé, gettando via i noccioli dei datteri,quand’ecco un demone di alta statura gli si avvicinò con la spada in mano, di-cendogli:– Alzati, affinché io ti uccida come hai ucciso mio figlio. – Come ho uccisotuo figlio? – chiese il mercante. Rispose il demone: – Quando hai mangiato idatteri e gettato via i noccioli, questi han colpito al petto mio figlio, che ne èrimasto vittima ed è morto all’istante –. Allora il mercante gli disse: – Sappiche su di me grava un debito e che ho molte ricchezze e figli e moglie ed hodegli obblighi da soddisfare; lascia perciò ch’io mi rechi a casa per dare a cia-scuno ciò che gli spetta e poi ritorni da te, ché io mi impegno di ritornare,onde tu faccia di me quel che vorrai; e chiamo Iddio a testimone di ciò che af-fermo –.Il demone prestò fede alle sue parole e lo lasciò andare, cosicché egli, tornatoal proprio paese, regolò tutte le pendenze, diede a ciascuno il proprio diritto,1

ed informò di quanto gli era occorso2 la moglie e i figli, che ne piansero,come ne piansero tutti gli altri famigliari, e le sue donne ed i figliuoli; quindifece testamento e dopo esser rimasto con loro fino al termine dell’anno, andòvia prendendo sotto l’ascella il suo lenzuolo funebre e dato l’ultimo addio alla

la storia

i personaggi

il tempo

lo spazio

il narratore e lafocalizzazione

le tecnicheespressive

la linguae lo stile

5

10

15

20

genere novella

tratto daLe Mille euna notte

annoIX secolo

luogoPersia

N

1. il proprio diritto: ciòche gli spettava.2. soccorso: capitato.

1on line

volumeA

V. JACOMUZZI, M.R. MILIANI, A. NOVAJRA, F.R. SAURO, Trame e temi © SEI 2011

famiglia, ai vicini ed a tutti gli amici, si allontanò a malincuore, mentre essifacevano per lui i pianti e lamenti che si suol fare per i morti.Camminò il mercante fino a che giunse a quel giardino. Era il primo giornodell’anno nuovo e mentre egli sedeva piangendo sui casi suoi, gli si avvicinòun vegliardo che recava una gazzella legata a una catena, lo salutò e gli do-mandò per quale cagione3 si fosse seduto, così solo, in quel luogo che era asilodi demoni. Il mercante lo informò di quanto gli era capitato col demone, edel motivo per cui era seduto in quel posto; il vecchio dalla gazzella se ne me-ravigliò e disse: – Certo, fratello, il debito che hai contratto è ben grave e latua storia è stupefacente; se fosse scritta con gli aghi negli angoli interni del-l’occhio, sarebbe di esempio a coloro che sanno riflettere –. Poi si sedette ac-canto a lui aggiungendo che non si sarebbe mosso di là fino a che non avesseveduto l’epilogo4 dell’avventura col demone e rimase presso di lui a parlare. Ilmercante era fuori di sé, colto dalla paura e dallo spavento e preso da pro-fonda tristezza e da una crescente preoccupazione, mentre l’uomo dalla gaz-zella era al suo fianco, allorché si avvicinò a loro un secondo vecchio, con duecani levrieri di color nero, e dopo averli salutati domandò loro perché sedes-sero in quel luogo, asilo dei demoni. Quelli gli narrarono il fatto dal principioalla fine e il nuovo venuto non fece a tempo a sedersi che sopraggiunse unterzo vecchio, con una mula storna,5 e li salutò domandando perché mai sifossero messi a sedere in quel luogo e fu narrato anche a lui l’accaduto, dacapo a fondo, che è inutile per noi ripetere.Ad un tratto si sollevò un polverone, un violento uragano avanzò dal centrodi quella terra e, diradatasi la polvere, venne fuori quel demone, con in manouna spada sguainata e gli occhi che lanciavano scintille, si diresse verso di loroe trasse a sé il mercante, dicendogli: – Alzati, che io ti uccida, come hai uccisoil figlio mio e il supremo mio affetto –. Il mercante scoppiò in pianti e sin-ghiozzi ed i tre vecchi fecero eco gemendo e singhiozzando, fino a che ilprimo vecchio, quello della gazzella, si riprese, andò a baciare la mano del de-mone e gli disse: – O genio e ornamento dei re dei geni, se ti narrassi la miastoria con questa gazzella e tu la trovassi meravigliosa, mi doneresti la terzaparte della vita di questo mercante? – Rispose il demone: – Sì, o vecchio, semi racconti la storia e la trovo meravigliosa, ti donerò la terza parte della suavita –.Allora il vecchio raccontò: – Sappi che questa gazzella era mia cugina e con-sanguinea e che la sposai quand’ella era in giovanissima età, convivendo conlei per circa un trentennio senza averne alcun figlio. Presi, quindi, con meuna concubina,6 la quale mi diede un maschietto che pareva la luna in pienosplendore, occhi belli, sopracciglia lunghe e sottili, membra perfette. Ilbimbo cresceva man mano ed era giunto all’età di quindici anni, allorché do-vetti improvvisamente recarmi in un’altra città e partii con molte mercanzie.Mia cugina, cioè questa gazzella, che aveva appreso fin dall’adolescenza l’artedel sortilegio7 e della divinazione,8 stregò allora il fanciullo e la schiava suamadre, trasformando l’uno in vitello e l’altra in vacca, e li consegnò al pa-store. Quando, dopo un lungo periodo di tempo, feci ritorno dal viaggio, do-mandai di mio figlio e della madre e mia cugina asserì che la schiava eramorta ed il fanciullo era fuggito senza lasciar traccia di sé.

la novella anticaCAPITOLO DUE

3. cagione: motivo.4. epilogo: conclusione.5. storna: col mantellogrigio scuro disseminatodi macchie bianche.6. concubina: una donnache convive con un uomoche non è suo marito.7. sortilegio: magia.8. divinazione: arte dipredire il futuro.

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SEZIONE II - LA NARRAZIONE BREVEla novella e il racconto

Rimasi così per un anno con la tristezza nel cuore e il pianto negli occhi, fin-ché, venuta la festa dei sacrifici,9 mandai a chiedere al pastore una muccagrassa da sacrificare a mio nome, e portata ch’egli mi ebbe la mucca grassa –che poi era la mia concubina stregata da questa gazzella – mi rimboccai gliabiti e brandii10 il coltello, accingendomi a sgozzarla, ma essa gridò e piansetalmente forte che me ne allontanai ordinando al pastore di farlo lui. Quandoegli l’ebbe sgozzata e scuoiata non vi trovò grasso né carne, ma solo pelle eossa, cosicché mi pentii di averla fatta uccidere, quantunque il pentimento anulla mi giovasse e la diedi al pastore, dicendogli di portarmi un vitellograsso. Questa volta mi condusse mio figlio stregato in sembianze di vitello equesti appena mi vide ruppe la corda e mi corse vicino strofinandomisi ad-dosso, lamentandosi e piangendo, sì che ne ebbi pietà e dissi al pastore di la-sciarlo stare e portarmi un’altra mucca.A questo punto del racconto sopraggiunse il mattino e Shahrazàd smise lanarrazione consentitale. Allora sua sorella le disse: – Quant’è bello, piacevolee dolce il tuo narrare! – Al che rispose Shahrazàd: – Questo è ben poco ri-spetto a quello che vi racconterò la notte prossima, se sarò in vita e se il re mici farà restare.Ora, il re si disse in cuor suo: «Giuro che non la ucciderò finché non avròascoltato il resto del suo racconto».

da Le Mille e una notte, Einaudi, Torino 1980

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75

80

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9. festa dei sacrifici:festa islamica checommemora il sacrificiodi Abramo. 10. brandii: impugnaisaldamente.

STRUMENTI DI LETTURALa storia

Le mille e una notte sono caratterizzate dauna cornice narrativa, cioè un “macrorac-conto” che collega tutte le novelle, la cuiprotagonista è Shahrazàd. La fanciulla iniziaa narrare la prima storia per salvare la pro-pria vita e l’argomento della novella da leiscelta riguarda, a sua volta, il tema del “rac-conto che salva la vita”: leggiamo infatti nelbrano che il vecchio con la gazzella ottienedal demone la terza parte della vita del mer-cante in cambio della narrazione della suastoria, e così avverrà per gli altri due vecchi.Si delinea così sia la struttura narrativa aincastro, sulla quale si articola l’intera rac-colta, sia il tema principale dell’opera, cioèquel potere seduttivo della narrazione,che identifica la caratteristica peculiare dellanovella come genere narrativo autonomo.

Il personaggioNel mondo arabo il personaggio di Shahra-zàd è simbolo della forza dell’intelligenza: èuna donna attiva e abile, artefice della propriasalvezza e di quella delle altre donne, alle

quali è legata da un rapporto di straordinariasolidarietà. Queste le parole con cui si rivolgeal padre (il visir, cioè il ministro, del sultano)per indurlo a lasciarla sola con il sultano: «orimarrò in vita, o sarò il riscatto delle verginimusulmane dalle mani del re e dalle tue».La moglie infedele del sultano e la figura diShahrazàd costituiscono le due polarità al-l’interno delle quali l’immaginario ma-schile arabo rappresenta il mondo dellafemminilità: la moglie del sultano, sleale etraditrice, induce l’uomo a esternare gliaspetti più oscuri e crudeli della propria na-tura, mentre l’intelligenza, la fedeltà el’amore per la vita, testimoniati da Shahra-zàd, ristabiliscono l’equi librio nell’animo delsultano suscitando nuovamente nel suocuore il desiderio d’amare. La donna puòdunque esercitare sull’uomo un’influenzaenorme, conducendolo alla follia come allasaggezza. Un tema, questo, presente anchenella letteratura occidentale in cui la donnaassume talvolta caratteristiche angeliche, ingrado di nobilitare la natura maschile, tal-volta caratteristiche diaboliche, conducendol’uomo alla morte e alla perdizione.

3on line

volumeA

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la novella anticaCAPITOLO DUE

Labo

rato

rioLABORATORIO

diffic

oltà

Il narratore e la focalizzazione Distingui nel testo, indicando i rispettivi righi, le parti che appartengono allacornice da quelle che appartengono alla novella narrata da Shahrazàd.

Sottolinea nel testo tutti gli elementi fantastici. Considerando anche quellirealistici, quali sono prevalenti?

Chi è il narratario (o chi sono i narratari) della novella di Shahrazàd?

Chi è il narratario (o chi sono i narratari) della storia del primo vecchio?10

9

8

7Vedi a p. 88

Analisi

diffic

oltà

Perché il demone vuole uccidere il mercante?

Perché il mercante chiede una dilazione della sua morte?

Quali animali portano con loro i tre vecchi?

Chi sono, in realtà, la gazzella e gli altri animali presenti nel racconto del pri-mo vecchio?

Il racconto del primo vecchio si conclude o finisce bruscamente?5

4

3

2

1

Comprensione

diffic

oltà

Al termine della novella scopriamo quale fine fa il mercante?6

Comprensione globale

volumeA4

on line

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Ripercorriamo il testoShahrazàd riporta la storia di un mercante sorpreso da un demone chevuole ucciderlo per vendicare suo figlio.

Il mercante ottiene di poter prima tornare a casa per mettere a postocerti affari in sospeso e prender commiato dai famigliari.

Giunto nel luogo convenuto col demone per incontrarsi, viene raggiuntoda tre vecchi.

Il primo vecchio intrattiene il demone con una sua storia, che Shahrazàdinterrompe di raccontare perché è sopraggiunto il mattino.

Il sultano decide che lascerà vivere Shahrazàd per sentire il prosieguodella storia.

SEZIONE II - LA NARRAZIONE BREVEla novella e il racconto

Labo

rato

rio

diffic

oltà

Dal rigo 1 al rigo 56 , facendo narrare lastoria dal mercante.

La narrazione di Shahrazàd occupa lo spazio di una notte. In realtà il tempodel racconto è notevolmente contratto. Prova a dilatare la parte che narral’addio del mercante ai propri famigliari (righi 21-24, da «andò via»), aggiun-gendo: la descrizione dell’ambiente, la caratterizzazione dei personaggi, idialoghi che avvengono tra loro, in modo che il pezzo assuma la forma del-la .

14 sostituisci il narratore Vedi a p. 91

Vedi a p. 57scena

15

Produzione

diffic

oltà

La società del tempoLa figura del mercante ricorre nelle novelle e costituisce per noi una preziosa te-stimonianza sulle caratteristiche della società del tempo.

Elenca i valori di cui si fa portatore, a tuo avviso, la figura del mercante inquesto testo.

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Testo e contesto

Riempi ora la seguente tabella:12

Narratore di 1° grado Narratore di 2° grado Narratore di 3° grado

.......................................................................... .......................................................................... ..........................................................................

5on line

volumeA

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Sappiamo che quando la narrazione presenta un personaggio che narra unastoria abbiamo diversi gradi della narrazione. Riempi gli spazi vuoti delloschema tracciato qui in basso, scrivendo sul relativo rettangolo il grado dinarrazione.

11

Il narratore racconta

la storia di .................................................... che racconta

la storia del mercante e dei tre ................................................ uno dei quali racconta

la storia della gazzella.