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La Sessola Service srl / 23 ottobre 2018
Venezia
Training D.Lgs 231/2001
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D. Lgs. 231/2001
Struttura della presentazione
PRIMA PARTE – Il Decreto
Il decreto in sintesi
Il «meccanismo di crescita»
L’universo dei reati «231»
L’esimente dalla responsabilità «231»
L’Organismo di Vigilanza
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D. Lgs. 231/2001
Struttura della presentazione
SECONDA PARTE – Il «Modello»
Elementi e Struttura
Informazione e formazione
L’Organismo di Vigilanza di La Sessola Service srl
Reporting e segnalazioni all’Organismo di Vigilanza
Sanzioni
Il Decreto “in sintesi”
Prevede la responsabilità degli enti (società, associazioni,
ecc.) per gli “illeciti amministrativi dipendenti da reato”. La
responsabilità è di natura amministrativa e deriva dalla
commissione di alcuni reati da parte di soggetti che si
trovano in un rapporto specifico con l’ente stesso, sempreché
il reato sia stato commesso “nell’interesse dell’ente o a suo
vantaggio” (c.d. colpa da organizzazione). Sono esclusi gli
enti pubblici, per i quali, nel 2013, sono stati
obbligatoriamente attivati i PAC (piani anticorruzione).
L’ente non risponde se il reato è stato commesso
esclusivamente nell’interesse di chi lo realizza o di terzi.
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Il Decreto “in sintesi”
La CONDIZIONE perché l’ente sia considerato responsabile è che la
persona fisica abbia commesso uno dei reati presi in considerazione dal
Decreto (anche all’estero e anche se l’autore materiale del reato non
viene identificato):
Solo la prova che i soggetti abbiano agito “nell’interesse esclusivo
proprio o di terzi” esclude la responsabilità della società
a vantaggio dell’ente OPPURE
Senza necessariamente procurare
all’ente un vantaggio materiale
in termini di profitto
Procurando all’ente un profitto, anche
quando il reato non sia commesso
nell’interesse dell’ente stesso
nell’interesse dell’ente
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PERSONE IN POSIZIONE “APICALE”
persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione
dell’ente o di una unità organizzativa dello stesso, che sia dotata di autonomia
finanziaria e funzionale; nonché persone che esercitano,
anche di fatto, la gestione e il controllo dell’ente stesso
Il Decreto “in sintesi”
PERSONE SOTTOPOSTE ALLA DIREZIONE O ALLA VIGILANZA
di uno dei soggetti in posizione “apicale”
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L’ente risponde se il reato è stato commesso dai soggetti attivi
(ai sensi dell’art. 5 del D. Lgs.231/2001)
Il “meccanismo di crescita”
“Legge Delega” (L. 300/2000)
“Decreto 231”
(D.Lgs. 231/2001)
Reati contro la P.A.
(art. 24, 25)
D.L. 350/2001 Reati di falsità in monete, in valori di
bollo (25 bis)
D.Lgs. 61/2002 Reati societari
(25 ter)
L. 228/2003 Delitti contro la personalità individuale
(25 quinquies)
L. 123/2007 Reati omocidio colposo e lesioni gravi
(25 septies)
L. 231/2007 Ricettazione e riciclaggio
(25 octies)
Etc., etc.
……… 7
D. Lgs. 231/2001
Reati contro la PA nella gestione dei
finanziamenti pubblici (art. 24):
Malversazione a danno dello Stato, Indebita
percezione di erogazioni, Truffa in danno della
PA, Frode informatica alla PA
Reati nei rapporti con la PA (art. 25):
Concussione, Corruzione , Istigazione alla
corruzione, Induzione.
Reati nella gestione di monete ed altri valori
“pubblici”(art. 25-bis):
Falsificazione di monete, spedita e
introduzione nello Stato di monete false e
Alterazione di monete ecc.
Reati societari (art. 25-ter)
False Comunicazioni sociali, Falso in
prospetto; Impedito controllo, Illecita
influenza sull’assemblea, Ostacolo alle
funzioni delle autorità pubbliche di
vigilanza, Corruzione tra Privati, Istigazione
alla corruzione tra privati;
Reati aventi finalità di terrorismo o di
eversione dell’ordine democratico e di
finanziamento del terrorismo (art. 25-
quater)
Reati contro la personalità individuale
(art. 25-quinquies): Riduzione o mantenimento
in schiavitù, tratta di persone, acquisto o
alienazione di schiavi, adescamento di minorenni
Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro
REATI PREVISTI ALLA
EMANAZIONE DEL
DECRETO
REATI INSERITI IN
MOMENTI SUCCESSIVI
Reati Transnazionali
(L. 146/2006):
Riciclaggio, Associazione
a delinquere, ecc...
Reati di Abusi di mercato
(art. 25-sexies): Abuso di informazioni privilegiate,
Manipolazione del mercato
Reati in materia di salute e
sicurezza sul lavoro
(art. 25-septies):
Omicidio colposo, lesioni
personali colpose
Ricettazione, riciclaggio e impiego di
denaro, beni o utilità di illecita
provenienza (art. 25-octies) -
Autoriciclaggio
Reati Informatici (art. 24-bis): Delitti
informatici e trattamento illecito dei
dati
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03
2007
Evoluzione della normativa: attuale ”universo“ del D.Lgs.231/2001
Reati contro l’industria e il commercio (art. 25-
bis1), reati in materia di violazione del diritto
d’autore (art. 25 novies) e reato di induzione a
non rendere dichiarazione o a rendere
dichiarazioni mendaci all’Autorità Giudiziaria
(art. 25. decies)
Reati ambientali (art.25
undecies) art. aggiunto dal
d.lgs 121 del 07/07/2011
– Eco-reati
Reati di Criminalità organizzata (art. 24 ter)
– «Scambio elettorale politico – mafioso»
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Reato impiego
lavoro irregolare
(art.25 duodecies)
D. Lgs. 231/2001
Reati di Razzismo e Xenofobia
– art. 25 terdecies
REATI dal dicembre 2017 in poi …
Evoluzione della normativa: attuale ”universo“ del D.Lgs.231/2001 (continua) (continua
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Tra il 2017 e il 2018 sono state inserite/modificate nel
“catalogo 231” le seguenti fattispecie di reato:
Con la Legge 17 ottobre 2017, n. 161 l’inasprimento del reato
di utilizzo di lavoratori extra-comunitari non in regola
Con la legge 20 novembre 2017, n. 167 i reati di istigazione
e incitamento di razzismo e xenofobia
Con la Legge 30 novembre 2017, n. 179 la protezione del
«whistleblower» nel settore privato
Con la legge 14 settembre 2018, n. 107 relativa al market
abuse
Il Decreto “in sintesi” Recente evoluzione del D. Lgs. 231/2001
Il Decreto “in sintesi”
L’esimente dalla responsabilità (ai sensi dell’art. 6 del D. Lgs.231/2001)
L’ente può esimersi dalla responsabilità per i reati commessi dai soggetti apicali e non apicali se dimostra che:
1. l’organo dirigente (C.d.A.) ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e gestione idonei alla prevenzione dei reati del tipo di quello commesso;
2. il compito di vigilare sull’osservanza dei modelli e di aggiornarli è stato affidato ad un organismo dell’ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo;
3. gli autori del reato lo hanno commesso eludendo fraudolentemente i modelli di organizzazione e gestione;
4. non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell’organismo;
5. Inoltre il modello, per essere efficacemente attuato, deve prevedere;
la verifica periodica e l’eventuale aggiornamento;
un sistema disciplinare idoneo a sanzionare le violazioni
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Le principali ATTIVITÀ dell’O.d.V. sono:
• vigilanza sull’effettività e sull’osservanza del modello
• disamina in merito all’adeguatezza del modello
• raccolta e accertamento di tutte le informazioni necessarie in merito ad
eventuali condotte illecite e proposta delle conseguenti sanzioni
• analisi circa il mantenimento nel tempo dei requisiti del modello
• cura dell’aggiornamento del modello
La Società può essere esonerata dalla responsabilità, qualora l’organo
dirigente (oltre ad aver adottato il modello organizzativo) abbia, fra l’altro:
“AFFIDATO IL COMPITO DI VIGILARE SUL FUNZIONAMENTO E
L’OSSERVANZA DEL MODELLO E DI CURARNE L’AGGIORNAMENTO AD UN
ORGANISMO DELL’ENTE DOTATO DI AUTONOMI POTERI DI INIZIATIVA E
CONTROLLO”
Il Decreto “in sintesi” L’Organismo di Vigilanza
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Il “Modello 231”
Perché La Sessola Service srl ha adottato il Modello 231?
Per salvaguardare la Società, il suo patrimonio e tutti coloro
che in essa hanno un interesse diretto o indiretto, dalle
conseguenze di una azione illecita (reato “231”) - di uno o
di pochi - che potrebbe determinare un grave danno per
tutti!
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Elementi del
Modello di organizzazione, gestione e controllo
MODELLO DI
ORGANIZZAZIONE
GESTIONE E
CONTROLLO
Parte Speciale A (Reati contro la P.A.)
Parte Speciale B (Reati societari tra
cui la “Corruzione tra privati”
Parte Speciale E (Reato di impiego di
cittadini di paesi terzi il cui soggiorno
è irregolare)
Parte Speciale F (Altri Reati)
Parte Generale+OdV+ Sistema Sanzionatorio
Codice di
Comportamento
Parte Speciale C (Reati in materia di
sicurezza nei luoghi di lavoro)
Mappa Rischi
(Overview)
Organigramma /
Procedure
Parte Speciale D (Reati Ambientali)
Piano di
implementazione del
Modello (formazione,
procedure, modifiche e
integrazioni)
Il “Modello 231” Informazione e Formazione
Rendere noto a tutto il personale e a tutti coloro che con la Società
collaborano o hanno rapporti d’affari che la Società condanna nella maniera
più assoluta condotte contrarie a leggi, regolamenti, norme di vigilanza o
comunque in violazione della regolamentazione interna e dei principi di sana e
trasparente gestione dell’attività cui la Società si ispira.
Informare il personale della Società, i collaboratori e i partners esterni delle
gravose sanzioni amministrative applicabili alla Società nel caso di
commissione di reati.
Assicurare, per quanto possibile, la prevenzione della commissione di
illeciti, nell’ambito della società mediante la formazione del personale
dipendente e dei collaboratori, alla corretta realizzazione dei loro compiti, il
continuo monitoraggio di tutte le aree di attività a rischio e l’istituzione di un
sistema sanzionatorio per i casi di violazione del Modello e del Codice di
Comportamento. 15
Il “Modello 231” L’Organismo di Vigilanza
Le principali caratteristiche che l’O.d.V. nel suo insieme deve
assicurare sono:
• autonomia
• indipendenza
• preparazione professionale
• continuità di azione
L’O.d.V. è composto da:
Linda Longo – componente esterno (presidente)
Giovanni Avalle – componente esterno
Ennio Battistoli – componente esterno
ed è supportato da:
Veruschka Maggi - coordinatrice 16
Il “Modello 231” Reporting all’Organismo di Vigilanza
In quest’ottica, ciascun soggetto DEVE dare all’Organismo tutte le
informazioni che esso richieda nell’esercizio delle sue funzioni.
Segnalazioni all’Organismo di Vigilanza
Nello stesso tempo, è fondamentale il riconoscimento, a tutto il personale della Società e ai collaboratori della stessa, della piena LIBERTÀ’ di rivolgersi direttamente all’Organismo per segnalare violazioni del modello di organizzazione, gestione e controllo, ovvero altre eventuali irregolarità alla apposita casella :
La Sessola Service srl, casella postale n°…
E’ importante che l’Organismo fruisca di un efficiente sistema di
REPORTING, che garantisca un’informazione costante in merito ad
eventi che potrebbero ingenerare responsabilità della società ai sensi
del Decreto 231.
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Il “Modello 231”
Sanzioni per la Società
Finalità del sistema sanzionatorio previsto dal «Modello 231»
La predisposizione di un adeguato Sistema Sanzionatorio è condizione
essenziale per l’effettività del Modello;
Si sanzionano i comportamenti tenuti dai soggetti apicali o soggetti
sottoposti all’altrui direzione in violazione delle misure del Modello;
E’ diversamente articolato a seconda dei destinatari (amministratori,
dirigenti, impiegati, consulenti, collaboratori e partners);
E’ compatibile con la normativa e la contrattualistica in vigore;
L’applicazione del Sistema e delle relative sanzioni è indipendente dallo
svolgimento e dall’esito di eventuali procedimenti penali.
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Il “Modello 231” Sanzioni per la Società
Sanzioni previste dal «Modello 231»
• sanzioni pecuniarie sono applicate per quote (da un minimo di € 258,00 fino
ad un massimo di € 1.549,00 per ciascuna quota), fino a un massimo di €
1.549.370,00 (e sequestro conservativo in sede cautelare)
• sanzioni interdittive (applicabili anche quale misura cautelare) di durata non
inferiore a tre mesi e non superiore a due anni, che possono consistere in:
- interdizione dall’esercizio dell’attività;
- sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni;
- divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione;
- esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e
l’eventuale revoca di quelli concessi;
- divieto di pubblicizzare beni o servizi;
- pubblicazione della sentenza;
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Il “Modello 231”
Sanzioni previste per dipendenti, collaboratori e business partners
Le infrazioni disciplinari alle norme dei contratti / accordi che regolano il rapporto
con dipendenti, collaboratori e business partner e le infrazioni al «Modello 231»
della Società, potranno essere punite, a seconda della gravità delle mancanze, con
i provvedimenti seguenti:
1. Richiamo scritto
2. Sanzione economica
3. Sospensione
4. Licenziamento
5. Rescissione contratto
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Considerazioni sul Modello «231»
Il Modello «231» non aggiunge complessità, invece evidenzia la complessità
della Società. Del resto la Società ha un suo Modello «di fatto» (altrimenti non
potrebbe operare); il Modello «231» lo ha «formalizzato» enucleando gli
elementi che consentono di prevenire o individuare tempestivamente i reati
realizzati o in divenire.
Il Modello «231» può essere metaforicamente pensato come il sistema
immunitario della persona giuridica che acquisisce difese specifiche con il
Modello formalmente deliberato e implementato dalla Società.
Il Modello «231» della La Sessola Service srl deve operare in un contesto
particolarmente complesso per fattori esterni (normative, vincoli ambientali) e
interni (molteplici società coinvolte nella gestione). Per la gestione della
complessità operativa è sì necessario dotarsi di policies, procedure, impegni
contrattualizzati con i partners, etc., ma soprattutto è necessario l’esercizio del
«buon senso» (che nasce dalla consapevolezza della complessità) e il
mantenimento di canali comunicativi aperti e flessibili nel rispetto dei
rispettivi ruoli.
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Come implementiamo il Modello «231»?
Con la diffusione del Modello e dei suoi successivi aggiornamenti a tutti i
destinatari (Codice di Comportamento, Parte Generale e Parte Speciale)
Con la formazione generale sul Modello e successivi aggiornamenti (oggi è il
secondo step)
Con la formazione specifica che avviene attraverso incontri / interviste
periodiche
Con l’implementazione disciplinata di un flusso informativo verso l’OdV
Con il reporting dall’OdV (verbali e relazione periodica) all’organo
amministrativo
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GRAZIE A TUTTI
E
BUON LAVORO!
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